Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
Transcript
FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 18/11/2014 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 18/11/2014 Il Messaggero - Marche Contro di me addebiti infondati e diffamatori 6 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Fermo Diomedi passa alle vie legali: «Io corretto, accuse pretestuose» 7 SANITÀ NAZIONALE 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Per l'ambiente speso quanto per gli assessori 9 18/11/2014 La Repubblica - Nazionale LA TUTELA CHE MANCA ANCORA 11 18/11/2014 La Repubblica - Nazionale Aborto, pillole, obiettori È allarme clandestinità 12 18/11/2014 La Repubblica - Nazionale Italiani dal fiato corto se la terapia non si segue 14 18/11/2014 La Repubblica - Nazionale Costi e scelte drammatiche chi far guarire e a che prezzo L'Egitto docet 15 18/11/2014 La Repubblica - Nazionale La multi-terapia killer del virus Ma mai saltarla 16 18/11/2014 La Repubblica - Nazionale I vagabondi delle diete e l'allarme "diabesità" 18 18/11/2014 La Stampa - Nazionale Ebola, morto il medico ricoverato negli Usa 20 18/11/2014 La Stampa - Nazionale Ospedali, ecco il piano della Regione 21 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale IL PAPAE L'OBIEZIONEDI COSCIENZA 23 18/11/2014 Avvenire - Nazionale Niguarda, ippoterapia d'eccellenza 24 18/11/2014 Avvenire - Nazionale Campagna per i piccoli pazienti 25 18/11/2014 Avvenire - Nazionale Azzardo, sos salute «Ridurre i punti gioco 26 18/11/2014 Libero - Nazionale Prova che Dio non c'è? Il cancro prova solo che il medico non è Dio 27 18/11/2014 Il Foglio "Mi criticate in modo ideologico, sulle politiche sanitarie e il morbo ho ragioni da vendere" 29 18/11/2014 Il Tempo - Nazionale La Roma tifa Lazio? Totti: è una bella lotta 30 18/11/2014 ItaliaOggi Ospedali, bocciata la riforma 31 18/11/2014 Elle Dettagli in luce 32 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità La manovra scalda i motori 34 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità Aids, 30 anni di foto-racconto 35 VITA IN FARMACIA 18/11/2014 Corriere della Sera - Milano Legionella, sotto accusa i lavori all'acquedotto Il sindaco di Bresso: «Fate scaldare l'acqua» 38 18/11/2014 Corriere della Sera - Roma Tra Totti e Lotito è già arrivato il tempo del derby 39 18/11/2014 Corriere della Sera - Roma un grazie al san camillo quando la sanità funziona 40 18/11/2014 La Repubblica - Palermo Altri otto ospedali condannati a sparire 41 18/11/2014 La Repubblica - Torino Rivoluzione nella sanità ultimi ritocchi al piano Opposizioni all'attacco 43 18/11/2014 La Stampa - Torino Seimila firme per resistere 44 18/11/2014 La Stampa - Alessandria La farmacia "sospesa" dopo ispezione dell'Asl 45 18/11/2014 La Stampa - Imperia Le ricette mediche? In busta chiusa 46 18/11/2014 La Stampa - Novara Sospesa l'attività dell'ospedale "Ci impegneremo a ridurre i disagi" 47 18/11/2014 Il Messaggero - Marche Ospedale Marche Sud compiuto il primo passo 48 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona La città futura':«Vecchi macchinari,Senigallia penalizzata» 49 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona FEDERFARMA Premiati i più braviBorsa di studio a un camerunense 50 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Fermo Addio al farmacista De Giovanni 51 18/11/2014 Il Gazzettino - Treviso Ricette parcheggiate Il garante dice: si può 52 18/11/2014 Il Gazzettino - Udine L'Ordine dei farmacisti: non tocca a noi schedare i clienti 53 PROFESSIONI 18/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale Blitz negli spogliatoi dell'Nfl a caccia di antidolorifici 55 18/11/2014 Il Sole 24 Ore «Gli Usa vanno e la Russia promette ancora» 56 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Il biotech in crescita chiede meno burocrazia 58 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità La medicina difensiva pesa 10 miliardi 59 PERSONAGGI 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità Scacco al diabete in 5 mosse 62 IN PRIMO PIANO 2 articoli 18/11/2014 Il Messaggero - Marche Pag. 44 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Contro di me addebiti infondati e diffamatori Rieletto presidente dell' Ordine dei faramcisti ma anche sospeso L'INTERVISTA CIVITANOVA L'altro ieri ha incassato per la terza volta la riconferma alla guida dell'Ordine provinciale dei farmacisti. Ma su Luciano Diomedi, consigliere Pd a Fermo, grava l'istruttoria aperta dalla municipalizzata Farmacie Comunali. L'azienda del presidente Carlo Centioni ha stabilito una sospensione di 10 giorni dal lavoro e dalla retribuzione, contestando a Diomedi, ex direttore del magazzino ed ex coordinatore delle Farmacie, il mancato rispetto di procedure per l'acquisto di beni e servizi e per la fornitura delle farmacie e la cessione di medicinali comprati in Italia in Paesi dove il prezzo è maggiore. La vicenda mette in luce un'incrinatura profonda nei rapporti fra Diomedi, che ora dirige la Farmacia Comunale 2 e chi guida la partecipata. Diomedi il suo caso è paradossale. E' di nuovo presidente dell'Ordine, ma le Farmacie Comunali decidono di sospenderla. Che cosa ha da dire sulla vicenda? «Gli addebiti sono pretestuosi, infondati e diffamatori. Desidero in primo luogo ringraziare i colleghi che mi hanno rinnovato la fiducia. Il voto plebiscitario conferma la mia lealtà nei confronti della categoria. Lealtà che non ho visto da parte di qualcuno, che ha dato alla stampa la notizia del provvedimento disciplinare, non ancora definitivo, proprio il giorno prima delle elezioni. Tutto ciò è opera di un singolo, non sarà difficile dimostrarlo. Ho dato mandato ai miei legali di approntare le azioni del caso, contro tutti coloro per i quali dovessero emergere responsabilità per i fatti che mi vengono contestati». Che rapporti ha con Centioni? E con l'amministrazione? «Non ho rapporti con Centioni. E' il presidente dell'azienda, ma non ci vado certo a cena. Ho un ottimo rapporto col sindaco Corvatta. I dati e i verbali sanciscono i miei ottimi risultati nei 15 anni alle Farmacie. Abbiamo ridotto gli acquisti nei confronti dei distributori intermedi, raggiunto accordi coi fornitori, che hanno assicurato premi per oltre 50mila euro. Abbiamo potenziato l'attività del magazzino, raggiungendo notevoli fatturati e toccando gli 80mila euro di utile nel 2013». L'azienda la imputa però mancanze gravi. Come si difende dagli addebiti dei vertici delle Farmacie Comunali? «Non voglio entrare ora nello specifico, chiarirò tutto nelle sedi opportune. Mi chiedo perché c'è questa attenzione nei miei confronti in prossimità della chiusura del bilancio aziendale e perché dopo la mia legittima richiesta di inquadramento al livello contrattuale superiore mi sono stati tolti coordinamento e direzione del magazzino ed è arrivato il provvedimento disciplinare. La vicenda ha un risvolto solo interno o è legata alla funzione di presidente dell'Ordine?». S. R. © RIPRODUZIONE RISERVATA IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 18/11/2014 6 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Fermo Pag. 28 (diffusione:165207, tiratura:206221) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOPO LA SOSPENSIONE IL FARMACISTA: DATI INCONFUTABILI SUL MIO LAVORO. E IL CASO FINISCE ANCHE IN CONSIGLIO REGIONALE Diomedi passa alle vie legali: «Io corretto, accuse pretestuose» FINIRÀ in tribunale il caso del presidente dell'ordine provinciale dei farmacisti, Luciano Diomedi (riconfermato domenica e con voto plebiscitario) sospeso dai vertici delle farmacie comunali per contestazioni sulla gestione del magazzino centrale dell'azienda di cui fino al 30 settembre è stato responsabile. «Addebiti fasulli, pretestuosi, in alcuni casi diffamatori», sottolinea Diomedi, che è anche consigliere comunale del Pd a Fermo. La spa del Comune non ha recepito le sue controdeduzioni all'istruttoria di accusa. «Non credo dice che lo faranno e quindi mi aspetto la sanzione di sospensione dal lavoro dal 9 al 19 dicembre. Restano molti gli aspetti da chiarire perché è dopo la mia legittima richiesta di inquadramento al superiore livello contrattuale che mi è stata tolta la direzione del magazzino. Ma, non sarà difficile dimostrare la correttezza e l'importanza del mio operato nei 15 anni di carriera, come direttore del magazzino e coordinatore delle Farmacie comunali. Ci sono dati inconfutabili. Acquisti ridotti nei confronti dei distributori intermedi dal 28% al 22%; accordi con le ditte fornitrici che ci hanno assicurato premi per oltre 50mila euro di cui, negli anni precedenti, l'azienda non usufruiva; attività del magazzino potenziata verso clienti esterni con utili superiori, nel 2013, a 80mila euro. Allora mi chiedo, questa situazione, con le sue tempistiche, delineatasi solo negli ultimi mesi è frutto di una valutazione oggettiva? Perché questa attenzione nei miei confronti in prossimità della chiusura del bilancio aziendale? La vicenda ha davvero un risvolto solo interno all'azienda o è legato anche alla mia funzione di presidente dell'Ordine? Addebiti disciplinari, notizie date alla stampa, sono l'azione di un singolo e non sarà difficile dimostrarlo. Chiarirò la mia posizione nelle opportune sedi e appronterò le azioni del caso. Ho già dato mandato ai miei legali per agire secondo le procedure». Quanto al rapporto con il sindaco «è ottimo. Con Centioni? È il presidente delle farmacie, ma non ci vado a cena». Sull'ispezione ha presentato un'interrogazione in Regione Franca Romagnoli (Centro Destra Marche) per chiedere che anche la Asur promuova un'indagine «in merito a rifornimento e vendita dei prodotti farmaceutici in particolare i cosiddetti farmaci contingentati ipotizzando, da quanto di apprende, una condizione di vantaggio in favore delle farmacie esterne». IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 18/11/2014 7 SANITÀ NAZIONALE 20 articoli 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 2 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I conti delle Regioni. Nei bilanci la voce «protezione ambientale» vale come le indennità di consiglieri e membri della giunta - In quattro anni la voce è scesa del 39% Per l'ambiente speso quanto per gli assessori Gianni Trovati MILANO A guardare i bilanci delle Regioni, la «protezione della natura e dei beni ambientali» vale come le indennità di consiglieri e assessori: 1,1 miliardi all'anno, cioè lo 0,6% delle uscite totali; ancora meno conta la gestione delle foreste (758 milioni), di acquedotti e fognature (830 milioni), mentre per cercare voci di peso bisogna volgere gli occhi agli acquisti (7 miliardi all'anno) oppure al personale (6 miliardi). Guardare i bilanci, in verità, non è di grande aiuto, perché i conti regionali si basano su regole fai da te che non permettono confronti fra un territorio e l'altro (dovrebbe rimediare la riforma della contabilità, in vigore dall'anno prossimo). Una bussola utile (da cui sono tratti i numeri appena citati) è però offerta dalla Copaff, la commissione che avrebbe dovuto accompagnare l'attuazione del federalismo fiscale, prima che questo fosse travolto dalla crisi, e che ha riclassificato i bilanci regionali 2009-2012 per voci omogenee. Lette oggi, con mezza Italia in ginocchio per le conseguenze del maltempo e il dibattito politico infiammato dalle accuse incrociate fra livelli di Governo, quelle tabelle parlano chiaro. La protezione dell'ambiente, si diceva, nei quattro anni esaminati dalla Copaff ha finito per eguagliare i costi di giunte e consigli. Per incontrarsi, le due voci hanno percorso direzioni opposte: l'impegno per l'ambiente è andato in discesa, dagli 1,8 miliardi del 2009 agli 1,1 del 2012 (-39%; e lo stesso è accaduto alle foreste, 19%, e ad acquedotti e fognature, -58%), mentre le spese per la politica sono crescite del 26 per cento. Certo, negli ultimi due anni le "Regionopoli" e la cura-Monti che ne è seguita hanno iniziato ad alleggerire i costi della politica, ma non hanno rimediato al ruolo secondario che la tutela e la cura del territorio ha nei conti regionali. Le colpe, va detto, sono ben distribuite, visto che la confusa distribuzione delle competenze uscita nel 2001 dalla riforma "federalista" del Titolo V assegna la «tutela dell'ambiente» alla legislazione esclusiva dello Stato, mentre mette fra le «competenze concorrenti» fra centro e Regioni il «governo del territorio» oltre alla «valorizzazione dei beni ambientali»: compiti, questi ultimi, che hanno ricadute a livello provinciale e comunale, e anche su questo aspetto i bilanci regionali preoccupano. Alla base c'è un decennio abbondante di "federalismo" giocato tutto sulla spesa corrente, quella che serve prima di tutto a far funzionale la macchina regionale, e sulle tasse per finanziarle, che nello stesso periodo sono passate da 47 a oltre 81 miliardi. A questa rincorsa tra fisco e spesa pubblica non hanno partecipato però gli investimenti. Per capirlo basta passare sotto esame le serie storiche dell'Istat (si veda il grafico qui a sinistra), dove il fenomeno balza all'occhio: tra 2001, anno di tramonto del vecchio "centralismo", e 2012 (ultimo anno disponibile nelle elaborazioni dell'Istituto di statistica) la spesa corrente in Regione è cresciuta del 39,7%, cioè 3,2 volte l'inflazione del periodo, mentre quella per gli investimenti è diminuita dell'11,3%. La flessione è stata ancora più intensa nei contributi agli investimenti dei Comuni (-22,1%), che a loro volta hanno tagliato drasticamente i fondi propri anche a causa del Patto di stabilità. Mentre un'incognita pesa sulle Province, anch'esse titolari di funzioni nel governo del territorio: la manovra taglia drasticamente i fondi per spingere ad attuare la riforma Delrio, ma nelle regioni la redistribuzione delle competenze deve ancora essere avviata con il rischio che anche queste gestioni restino prive di titolari. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Elaborazione del Sole 24 Ore su dati Istat Leprincipali voci di spesa delle Regioni fra2001e2012 Valori in miliardi Federalismo senza investimenti IL FUNZIONAMENTO Spese correnti. Var.% 2012/2001 Sanità 50,8 23,3 28,2 39,7 -54,9 37,6 -22,1 -11,3 -40,7 Beni ed opere immobiliari Beni mobili e attrezzature Contributi ai Comuni Contributi a imprese e cooperative Competenze al personale Acquisto di beni e servizi Totale Totale Spese in conto capitale. Var. % 2012/2001 GLI INVESTIMENTI SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 9 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 2 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Le principali voci di spesa delle Regioni fra 2001 e 2012 Valori in miliardi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 10 18/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 40 (diffusione:556325, tiratura:710716) LA TUTELA CHE MANCA ANCORA ROBERTA GIOMMI La legge sull'IVG è stata scritta per tutelare la vita delle donne che allora potevano ancora morire per aborto. Era chiaro che l'interruzione non era una forma di contraccezione, ma un rimedio fuori tempo massimo in assenza di una corretta e necessaria competenza contraccettiva. Si poteva pensare che il concetto di prevenzione portasse con sé la costruzione di comportamenti di tutela. Al contrario l'educazione sessuale che prevede anche le informazioni sul sesso sicuro ha trovato e trova tanti ostacoli nonostante la richiesta dell'Oms di prendersi cura di informazioni e comportamenti consapevoli. Molti ragazzi e ragazze fanno oggi sesso prima dei 15 anni e questo dovrebbe ancora di più spingerci a volere parlare con loro per aiutarli a scegliere. Non essere d'accordo con l'IVG è un diritto che ognuno può esercitare, questo non dovrebbe mai ledere i diritti soggettivi delle donne. Promuovere la prevenzione e creare la consulenza per l'IVG è un modo corretto di prendere in carico una persona che affronta una scelta. A livello psicologico è importante che la persona e la coppia trovino esperti che riflettono con loro e poi servizi per attuare la loro decisione. Creare solo ostacoli, dismettere i servizi è un atto aggressivo. Una donna che incontra una sconfitta di non volere/potere avere un figlio, va considerata nella sua difficoltà e essere accompagnata a conquistare la capacità a proteggersi. www.irf-sessuologia.it SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE/ IN PRIMO PIANO LUI & LEI 18/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 40 (diffusione:556325, tiratura:710716) Aborto, pillole, obiettori È allarme clandestinità Ancora poco diffusa la Ru486 per il ritardo con cui le donne arrivano nei centri pubblici ELVIRA NASELLI DA UN latoi dati dell'ultima relazione del ministro della Salute sull'attuazione della legge 194. Dall'altro i ginecologi non obiettori di coscienza, da poco riunitisi a Napoli per il congresso Laiga, che lamentano accessi difficili all'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), organici striminziti e tempi lunghi di attesa per le donne, costrette a cambiare regione o a rifugiarsi addirittura nella clandestinità. Nel 2012, secondo le stime dell'Istituto superiore di sanità, gli aborti clandestini sarebbero stati tra 10 e 15.000, un numero sbalorditivo se si pensa che c'è una legge per poterlo fare legalmente. Secondo la relazione del ministro, inoltre, i medici non obiettori sono sufficienti ma l'organizzazione territoriale non è adeguata: la stima è che un medico non obiettore faccia 1,4 Ivg a settimana, con un minimo di 0,4 in Valle D'Aosta e 4,2 nel Lazio. Numeri, però, che mal si conciliano con le cifre iperboliche dell'obiezione di coscienza che domenica ha avuto il sostegno anche di papa Francesco: nel 2012 media del 69,6%, con il Sud che supera l'80. Arrivando al 90,3% in Molise, l'89,4 in Basilicata, l'84,5% in Sicilia, l'81,9 del Lazio. Dove, però, con un decreto regionale, il governatore Zingaretti ha posto dei limiti all'obiezione di coscienza nei consultori, che potrà riguardare soltanto l'intervento vero e proprio ma non la prescrizione di contraccettivi, pillola del giorno dopo e spirali comprese, o il rilascio della certificazione richiesta per poter abortire. Detto questo, le Ivg in Italia continuano a diminuire: i dati 2013 hanno fatto registrare un 4,2% rispetto all'anno precedente. Dei 102.644 casi del 2013, l'8,5% è stato un aborto farmacologico, con la RU486. Percentuale che però sale al 25,2% in Liguria o al 19 del Piemonte. Il problema della media Ivg per ginecologo non obiettore però resta. «Forse hanno compreso nel calcolo anche i ginecologi ambulatoriali ragiona Massimo Srebot, direttore Ostetricia e Ginecologia e responsabile area materno-infantile della Usl 5 di Pisa - che non possono fare interruzioni di gravidanza. In ogni caso allungare le liste d'attesa è un'azione ai limiti del reato perché si favorisce l'aborto clandestino». Qualche soluzione Srebot ce l'ha. «Snidare l'obiezione di comodo per cominciare. Con incentivi economici, come quelli riconosciuti alle cliniche convenzionate per l'Ivg. Ma anche con progressi di carriera, come la direzione di una struttura semplicea un non obiettore. C'è poi un discorso culturale. Il percorso dell'Ivg fa parte della fisiologia della vita della donna, anche se non è un percorso felice, e allora perché deve occuparsene un medico? L'ostetrica potrebbe fare l'80% del percorso, dall'accoglienza della donna, alla spiegazione dell'iter fino alla firma del consenso. E da noi lo fa, con tanti vantaggi: è più vicina alla donna, ha appropriatezza e costa meno di un medico». Meno felice la situazione pugliese. «La metà degli aborti si fa nel privato convenzionato - attacca Antonio Belpiede, primario di Ginecologia e ostetricia, ospedale di Barletta - ma nel pubblico ci sono infinite criticità che, nonostante la sensibilità dichiarata dal governo regionale, non sono state risolte. Non ci sono spazi specifici e dignitosi per le donne, esiste una quota di obiezione di comodo e non c'è ricambio di medici non obiettori. Noi abbiamo circa 400 aborti farmacologici a fronte di 150 chirurgici, perché le donne arrivano in tempo utile per l'uso del farmaco. L'intervento è appannaggio delle meno informate e svantaggiate. Detto questo, ci sentiamo abbandonati: non abbiamo ostetriche neanche per i parti e non riusciamo a fare counselling contraccettivo». Non va meglio nel Lazio. «I non obiettori sono dei garibaldini - racconta Elisabetta Canitano, medico 194 per la Asl Roma D e presidente di "Vita di donna" - ci sono operatori assunti solo per la 194 che lavorano in cinque ospedali diversi.E quando sono malati o in ferie l'attività si blocca. Inoltre ci sono gli ospedali laici che SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE/ IN PRIMO PIANO Interruzione di gravidanza. Diminuisce il numero totale I ginecologi: liste d'attesa, pochi spazi, turn over bloccati, difficile applicare la legge. E il Papa sostiene chi si rifiuta. La proposta: "Ricompense e promozioni per chi non si tira indietro" 18/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 40 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato non fanno interruzioni di gravidanza, nel Lazio sono almeno dieci. Un altro tipo di problema è quello dell'aborto terapeutico perché parliamo di donne che volevano un bambino ma hanno scoperto gravi malformazioni con la diagnostica. Al congresso di Napoli, Kypros Nicolaides, specialista di medicina fetale del King's College di Londra, ha insistito sulla necessità di anticipare quanto più possibilei tempi della diagnostica. Entro il primo trimestre si deve arrivarea fare una valutazione precoce delle malformazioni, e quantificare il rischio di parto precoce. Se riusciamo a farlo, possiamo concentrarci sulle gravidanze a rischio con consulenze e interventi in utero. I medici non obiettori non sono pro aborto ma pro scelta della donna, quale che sia». In video Aborto e obiettori anche su Rnews (ore 13,45 e 19,45) su Repubblica.it, canale 50 del digitale terrestre e 139 di Sky. 18/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 42 (diffusione:556325, tiratura:710716) Italiani dal fiato corto se la terapia non si segue (alessandra margreth) IL 19 novembre è la Giornata Mondiale della BPCO, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattia che colpisce lentamente bronchi e polmoni. I sintomi sono sottostimati e la diagnosi arriva in ritardo (conferenza a Roma dell'Associazione pazienti onlus, info. 3388571045). Una diagnosi precoce si fa con la spirometria. La prescrizione di una cura, in più, non basta, è necessario seguirla nel tempo. Nel caso delle malattie respiratorie croniche la mancata aderenza alla terapia causa ricoveri e ricadute con effetti gravi. Per combattere il problema ecco la campagna "Le 3C di aderenza": Consapevolezza, Correttezza e Costanza riassumono i principi che ogni paziente deve seguire. L'iniziativa è promossa dalla Società di Medicina Respiratoria (SIMER)e dalla Società di Allergologia Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC). Spot nelle stazioni, sito web, iniziative sui socialnetwork e fino ai primi mesi del 2015 in molte farmacie infermieri specializzati per chiarire dubbi e dare consigli pratici. Anche un "Manifesto" per l'adesione alle terapie. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE/ LA CHIRURGIA ASMA E BPCO. 18/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 43 (diffusione:556325, tiratura:710716) Costi e scelte drammatiche chi far guarire e a che prezzo L'Egitto docet Con il record europeo di infetti siamo in difficoltà Ipotesi e problemi etici (a. d'a.) C'È CHI ha già rotto uno dei principii etici alla base della convivenza civile: la vita umana non ha prezzo. L'Egitto sta guarendo solo i malati di epatite C. Quelli già in cirrosi e altre complicazioni, no. Anche se la Gilead, proprietaria del Sovaldi, il primo farmaco di nuova generazione, lo da a 900 dollari a ciclo contro gli 85 mila del mercato Usa. Ma l'Egitto ha il record mondiali di infetti, 18 milioni, un abitante su 5. I malati di cirrosi non riceveranno neanche le cure di fine vita, costerebbero troppo. Buttati a mare per scelta governativa. È la rottura di un argine, oggi per i malati di epatite C: e domani? In Italia si sta decidendo, ancora nulla di ufficiale. Ogni giorno muoiono della malattia 20 persone. Gli altri numeri, i costiei malati sono invece ancora troppo vaghi per capire cosa ci aspetta. Indiscrezioni danno il Sovaldi sui 27 mila euro a ciclo. Ma ha bisogno di altri farmaci per funzionare che fanno aumentare i costi. Il trittico di Abbvie, in una sola pillola i tre farmaci necessari, strapperà un rimborso maggiore? Quanti devono essere guariti? Abbiamo il record europeo, 1,5 milioni di infetti di cui 800 mila in fase di epatite. Guarire questi ultimi costerebbe 21,6 miliardi (circa 25 la spesa farmaceutica complessiva nel 2013). Curare quelli più vicini alla cirrosi o al cancro del fegato costerebbe 2,5 miliardi euro. Che, a meno di tagliare cure ad altre patologie, andrebbero reperiti fuori dal bilancio della Sanità, ma farebbero risparmiare il doppio in pochi anni. Invece sembra che si inizi dal migliaio di trapiantati di fegato reinfettati dall'Hcv e dai trapiantandi. Lasciando che il male avanzi negli altri. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE/LE TERAPIE IL CASO. 18/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 43 (diffusione:556325, tiratura:710716) La multi-terapia killer del virus Ma mai saltarla È la fine di un incubo dall'orizzonte scompare la morte per cirrosi o cancro ARNALDO D'AMICO BOSTON BASTA saltare un solo giorno nei tre mesi di cura e il malato è spacciato. È l'altra faccia della medaglia dei nuovi super-farmaci anti epatite C. Il virus Hcv che ne è la causa replica alla velocità di mille miliardi di nuove unità ogni 24 ore e basta allentare il bombardamento farmacologico per un giorno e i mutanti insensibili alla cura prendono il sopravvento. E diventano invulnerabili a tutti i nuovi farmaci, la guarigione torna difficile. Il virus Hcv è stato tra i protagonisti dell'American Association for the Study of Liver Diseases (malattie del fegato) che ha riunito di recente a Boston 9 mila specialisti da tutto il mondo. Al centro dell'attenzione la capacità inusuale di questo parente stretto del virus dell'Aids di mutare. E la sua storia. «Le origini dell'Hcv non sono chiare, sembra provenga dall'Africa - spiega Savino Bruno, Fatebenefratelli di Milano - Dilaga nel genere umano per colpa della medicina moderna a partire dagli anni 50. Trasfusioni e soprattutto gli aghi delle siringhe di vetro riusati dopo bollitura passano da individuo a individuo il virus. Ma allora non si sapeva». Negli anni 80 si scopre l'Hcv, e così si approntano i test per scovarlo nel sangue e si vede che resiste più di altri virus al calore. Servono almeno 20 minuti di bollitura o tre ore di forno a 180 gradi per ucciderlo. Per il resto è un virus poco aggressivo e contagioso e senza quegli aghi infetti non sarebbe mai riuscito a contagiare gli attuali 1,5 milioni di italiani. Per via sessuale infatti si trasmette poco, per nulla dal respiro. Purtroppo muta così rapidamente che il sistema immunitario non riesce ad eliminarlo. «Resiste uno stigma contro questi malati - osserva Antonio Craxì, ordinario di Gastroenterologia all'università di Palermo - È ancora diffusa la convinzione che l'epatite C, come l'Aids, venga da comportamenti "dissennati". Invece il 70% dei malati sonoi bambini rimasti vittime dell'ignoranza di allora. Oggi i nuovi casi sono circa duemila l'anno, da aghi dei tatuaggi non monouso, pochi per via sessuale». Per quanto riguarda le cure, da quelle in sperimentazione a quelle già in vendita negli Usa, a Boston la conferma che tre molecole che attaccano il virus in tre punti strategici date insieme guariscono il 100% dei malati contro il 15% delle vecchie cure. E senza effetti collaterali. È la "pallottola magica" agognata dalla medicina da sempre: una pillola che distrugge il nemico senza scalfire l'organismo. Dall'orizzonte svanisce la morte per cirrosi e/o cancro. E l'angoscia di trasmettere l'infezione a qualche familiare, anche se si sa che è raro, perché il virus scompare dal sangue. Ma le "pallottole magiche" hanno costi insostenibili. In questi giorni trattano aziende e governi, anche il nostro. Sul tavolo il prezzo. E a chi dare la "pallottola magica". PER SAPERNE DI PIÙ www.aasld.org www.epac.it PER SAPER NE DI PIÙ Giornata Per Ace - Alleanza Contro l'Epatite, che il 20 novembre celebrerà a Roma, in Senato, la Giornata delle epatiti, «l'Italia è all'anno zero per gestione delle epatiti: mancano un censimento dei pazienti e un registro nazionale, è così praticamente impossibile assicurare un'efficace distribuzione dei nuovi farmaci risolutivi in arrivo anche nel nostro Paese, come pure quantificare i costi per garantire l'accesso a tali farmaci a tutti i pazienti che ne hanno bisogno, con conseguenti ritardi che danno via libera ai virus e impediscono di ridurre i contagi». Di fatto, denuncia Ace, manca un piano nazionale e un fondo dedicato con risorse appropriate che garantisca l'accesso ai farmaci innovativi per l'epatite C in tutte le Regioni e che consenta anche di organizzare campagne efficaci di screening e prevenzione delle epatiti. Altri paesi europei come la Francia e la Scozia rinnovano questi piani nazionali dalla fine degli anni '90. Quest'anno il tema scelto dall'Oms per la Giornata è "Hepatitis: Think again". Lo slogan mira a sollecitare policy maker, operatori e pubblico a pensare più attivamente e trovare soluzioni adeguate a questo grave problema di sanità pubblica. La giornata mondiale per la lotta all'epatite virale 2014 nel resto del mondo è stata celebrata il 24 luglio scorso, mentre il nostro SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE/LE TERAPIE Epatite C. Fegato, al convegno Usa si riparla dei nuovi farmaci in combinazione. Guariti in 3 mesi ma basta saltare un solo giorno di cura e il malato è spacciato 18/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 43 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Paese non ha istituzionalizzato una data per celebrarla. 1,4 milioni le persone che ogni anno muoiono a causa delle epatiti virali A, B, C, D ed E, malattie infettive che colpiscono milioni di persone nel mondo 18/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 45 (diffusione:556325, tiratura:710716) I vagabondi delle diete e l'allarme "diabesità" EUGENIO DEL TOMA LA SCELTA di tenere a Milano il XXI Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), come evento collegato all'EXPO 2015,è in sintonia con l'accattivante titolo di presentazione: "Dalle criticità alle strategie nutrizionali. Conoscere il cibo per preveniree curare le malattie. Il Manifesto Italiano". La più antica Società di Dietologia , fondata a Roma nel 1950 e già promotrice dell'Obesity Day, propone ora, alle consorelle cointeressate nel tema della Nutrizione umana, una discussione su un canovaccio, a cui hanno già dato adesione 13 università e 20 Fondazionie Società scientifiche, per concordare una linea operativa nei confronti delle troppe "criticità" di cui soffre la ricerca, la prevenzione e perfino la nutrizione clinica in Italia. In particolare, preoccupa la criticità dei Centri Ospedalieri, impoveriti di personale e quindi inadeguati ai compiti che provengono dall'accresciuta trasversalità della dietologia nella moderna medicina e dalle richieste di una popolazione in cerca di consigli e soluzioni dietetiche che non siano soltanto consumistiche ma anche apportatrici di salute e benessere. Il progressivo decadimento dei servizi dietetici ospedalieri e universitari priva i cittadini di un riferimento pubblico di eccellenzae li costringea rivolgersi solo alla medicina privata e talvolta a "nutrizionisi" non diplomati. Le difficoltà economiche del nostro Sistema Sanitario non legittimano l'abbandono autolesionista della prevenzione, se non altro perché il fatto contrasterebbe paradossalmente con i moniti dell'Oms che profetizza, in carenza di interventi specifici, l'impossibilità di gestire la pandemia di "diabesità" (diabete+obesità) ormai dilagante anche nei Paesi in via di sviluppo. Rinunciare alla prevenzione e limitarsi a curare le complicanze dell'obesità o di un diabete conclamato ha un costo che nel giro di pochi decenni diventerà insostenibile per la comunità ma, come in altri campi (difesa del territorio, progresso sostenibile, ecc.), la prevenzione non rientra nelle attuali priorità sanitarie e purtroppo si trasformerà in una cambiale a carico delle future generazioni. Il Presidente uscente dell'Adi, professor Lucio Lucchin,e il Comitato scientifico hanno anche voluto dedicare sessioni sull'accertamento e terapia dei dismetabolismi, gli stili di vita e la sedentarietà o la valutazione dello stato nutrizionale e della correlata sarcopenia (ovvero la perdita di massa magra che caratterizza una precoce senilità ma anche il deperimento muscolare causato da diete carenti e inadeguate). Il Congresso affronterà il problema della corretta comunicazione e dei mass media che convalidano pregiudizi e promozioni antiscientifiche di metodi di dimagrimento o di pseudo farmaci per presunte o mal diagnosticate diagnosi di carenze o di intolleranze. Il Congresso ADI non si limita a un rituale "carnet di doleance" (al riguardo basterebbe citare che si straparla di obesità ma in Italia si contano sulle dita di una sola mano le strutture in grado di accogliere per il tempo necessario e con personale specializzato i grandi obesi!). Si vuol promuovere, invece, un realistico e approfondito confronto di idee da condensare nel Manifesto finale la cui divulgazione coinciderà presumibilmente con l'apertura dell'EXPO. Al termine di alcune sessioni è prevista anche una sorta di sintesi del dibattito, il "take home message" degli anglosassoni, ovvero cosa mi porto a casa di concreto al termine di un Congresso che non sarà l'ennesimo inno promozionale alla dieta mediterranea ma una panoramica scientifica sull'inesauribile tema della nutrizione umana. [email protected] PER SAPERNE DI PIÙ www.adiitalia.net www.epicentro.iss.it Sovrappeso Il 31% degli adulti di 18-69 anni risulta in sovrappeso e il 10% risulta obeso (dati Passi 2012). Bambini Nel 2012, il 22,2% dei bimbi è risultato in sovrappeso e il 10,6% in condizioni di obesità. Over 64 Tra gli anziani ultra 64enni, la percentuale dei sovrappeso è del 42% mentre quella di obesi è del 15%. Centri I servizi pubblici o centri di dietetica sono oltre 200 in Italia In 170 aderiscono all'Obesity day. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE/ALIMENTAZIONE Nutrizione. Si apre domani a Milano il congresso dell'associazione di dietetica Adi che si proietta verso l'Expo 2015. Al centro le domande della gente, le carenze dei Centri ospedalieri, la mancanza di prevenzione sul mix diabete-obesità 18/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 45 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Congresso Da domani al 22 il congresso Adi, associazione di dietetica. Sede: Atahotel Expo Fiera, Pero (Milano). 18/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:309253, tiratura:418328) Ebola, morto il medico ricoverato negli Usa WASHINGTON Martin Salia, il medico della Sierra Leone malato di Ebola e trasferito nei giorni scorsi negli Stati Uniti per essere curato, è morto al Nebraska Medical Centre di Omaha. Salia, 44 anni, era chirurgo del Kissy United Methodist Hospital di Freetown, ed è la seconda persona morta in Usa dopo aver contratto l'Ebola in Africa occidentale; Thomas Eric Duncan era morto lo scorso mese nell'ospedale di Dallas dopo aver contratto il virus in Liberia. Ieri è invece finito senza nessuna preoccupazione il periodo di quarantena di 21 giorni imposto dal Pentagono a 80 soldati americani rientrati dalla Liberia in Italia, nella base di Vicenza. Sono una parte dei 1000 militari inviati dagli Stati Uniti in Africa occidentale per contrastare l'epidemia. Tra loro c'è anche il generale Darryl Williams, comandante della Us Army Africa, lui l'uomo scelto da Obama per affrontare l'emergenza, soprattutto con interventi logistici e di coordinamento. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FINITA LA QUARANTENA DEI SOLDATI AMERICANI A VICENZA 18/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 38 (diffusione:309253, tiratura:418328) Ospedali, ecco il piano della Regione L'assessore Saitta illustra in commissione la bozza del provvedimento che domani sarà approvato in giunta Protestano i sindaci, insorgono i partiti di opposizione. Aumentano le tensioni anche dentro la maggioranza ALESSANDRO MONDO I sindaci protestano, il centrosinistra per ora tiene ma ondeggia, Forza Italia, Lega e Cinque Stelle attaccano. Stessi attori, con ruoli rovesciati. Anche il terreno di scontro è il medesimo, cioè il piano di riordino della rete ospedaliera che domani l'assessore alla Sanità Antonio Saitta porterà in giunta e giovedì a Roma, per sottoporlo al ministero. La possibilità di ottenere dal governo un aiuto per salvare i conti della Regione passa anche da questa manovra, che ieri Sergio Chiamparino ha anticipato al ministro dell'Economia Padoan. Tensioni in maggioranza Clima rovente in commissione consiliare. La bozza di riforma preparata da Saitta ricalca in molti punti quella impostata dalla giunta Cota sulla base dei programmi operativi concordati con il ministero (vedi il disarmo dell'Oftalmico e dell'Amedeo di Savoia o la chiusura dei «punti nascita» ad Acqui, Tortona, Carmagnola, Domodossola, Susa). Coincidenze impugnate dall'opposizione contro il centrosinistra, dove non mancano le fibrillazioni: Pd e Sel, ad esempio, chiedono di tutelare i reparti di cardiologia; tensione con i sindaci dell'Alessandrino, ricevuti ieri da Saitta; domani è stata convocata una riunione dei capigruppo. Opposizione all'attacco Ieri i Cinque Stelle (Bertola, Batzella) hanno abbandonato i lavori protestando contro «l'arroganza» di Saitta, che si è presentato armato solo di appunti. Sulla stessa linea Forza Italia (Berutti, Ruffino, Vignale), convinta che l'assessore non sappia che pesci pigliare o abbia qualcosa da nascondere. Riecco Cota: «Ora si scopre che le nostre riforme erano giuste». Saitta contro tutti «La presentazione della delibera, e la comunicazione in Consiglio, ci sarà dopo il passaggio in giunta - replica Saitta -. L'unico criterio della riforma è la coerenza: sarà accompagnata da un rafforzamento del 118 tramite postazioni adeguate e servizio di elisoccorso». Nodi da sciogliere Diversi i nodi in sospeso. La s c e l t a d e l l ' « h u b » n e l q u a d ra n t e O ve s t : M a u r i z i a n o o San Luigi? Parrebbe il primo. E ancora: il destino del presidio di Lanzo e del Gradenigo, l a r i co l l o c a z i o n e d e i s e r v i z i dell'Oftalmico e dell'Amedeo d i S av o i a . A n c h e i l M a r i a Adelaide è a fine corsa. Ness u n d e c l a s s a m e n t o p e r i l Martini: resta Dea di primo livello ma sotto stretto monitora g g i o. Va a s s o rb i t a l a d o manda del Valdese, inevasa a seguito della chiusura: decisione per ora confermata. Tra i Dea di primo livello se la gioc a n o D o m o d o s s o l a e Ve rb a nia. Carmagnola, Susa, Cuorgnè e O vada si salvano perchè sono la sola risposta su quei territori ad una distanza accettabile. Partita aperta, ancora per poco. La nuova rete ospedaliera QUADRANTE NORD NOVARESE QUADRANTE OVEST QUADRANTE SUD CUNEESE ALESSANDRINO iriè Cir Biella Asti LEGENDA Cuneo VALLE D'AOSTA TORINO Verbania Vercelli LIGURIA Novara Centimetri LA STAMPA onto s o socc pront occor corso orso o so so PIEMONTE Alessandria LOMBARDIA (*) confermata la chiusura del punto nascite Santa Croce e Carle ospedale hub Mondovì, Savigliano, Alba Dea di 1° livello Bra, Saluzzo ospedali di territorio Ceva area disagiata Ospedale hub strutture con oltre 70 mila passaggi l'anno in pronto soccorso e con un bacino di utenza di utenza compreso tra 600 mila e 1,2 milioni di abitanti, dotati di tutte le specialità Mauriziano o San Luigi ospedale hub Rivoli, Pinerolo, Martini, Mauriziano o San Luigi Dea di 1° livello Susa area disagiata * Città della Salute ospedale hub Chieri, Moncalieri Dea 1° livello Oftalmico, Amedeo di Savoia verso la chiusura, servizi da ricollocare Maria Adelaide verso la chiusura Valdese per ora resta chiuso, potrebbe diventare un presidio per la continuità assistenziale Carmagnola* ospedale di territorio Ospedale di territorio strutture con oltre 20 mila SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dossier / La Sanità in Piemonte 18/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 38 (diffusione:309253, tiratura:418328) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato passaggi l'anno in pronto soccorso e con un bacino di utenza compreso tra 80 mila e 150 mila abitanti, dotati di pronto soccorso, medicina, chirurgia, ortopedia SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo ospedale hub Asti, Casale, Novi Dea di 1° livello Tortona*, Acqui Terme* ospedali di territorio Ovada area disagiata San Giovanni Bosco ospedale hub Maria Vittoria, Ivrea, Chivasso, Ciriè Dea 1° livello Gradenigo presidio con funzione di pronto soccorso Lanzo da riconvertire Cuorgnè area disagiata Dea 1° livello strutture con oltre 45 mila passaggi l'anno in pronto soccorso e con un bacino di utenza compreso tra 150 mila e 300 mila abitanti, dotati di punto nascita, cardiologia e neurologia ma senza le specialità a rara diffusione Ospedale Maggiore della Carità ospedale hub Borgomanero, Vercelli, Biella, Domodossola* o Verbania Dea di 1° livello Borgosesia, Domodossola o Verbania ospedali di territorio Ospedale in area disagiata strutture con meno di 20 mila passaggi l'anno in pronto soccorso e con un bacino di utenza inferiore a 80 mila abitanti, dotati di pronto soccorso, medicina, chirurgia ambulatoriale 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:165207, tiratura:206221) RIFERENDOSI alle affermazioni di Papa Francesco, che ha invitato i medici a esercitare obiezione di coscienza quando viene loro richiesto di collaborare a uccidere vite umane, Ugo Ruffolo sul Carlino scrive che l'obiezione di coscienza deve essere considerata una eccezione da ridurre al minimo in uno stato laico. Vorrei ricordargli che la possibilità di obiettare è, invece, un diritto costituzionale di altissimo valore sancito dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1948 ed è proprio ciò che distingue gli stati democratici da quelli totalitari. Leggo poi che egli nega la possibilità per il farmacista di obiettare ( possibilità oggi concessa al farmacista in quasi tutte le democrazie del mondo) e mette sullo stesso piano la drammatica realtà di un farmacista al quale viene chiesto di collaborare a uccidere e quella di un garzone di macelleria costretto a toccare la carne suina. Mi sembra un paragone improponibile: Nella conclusione, poi, egli afferma che chi non vuole partecipare ad aborti ed eutanasie non deve fare il medico e il farmacista: forse non ha chiaro il fatto che chi diventa medico o farmacista ha come fine la cura degli esseri umani dal concepimento alla morte naturale e non la loro eliminazione. (*) vice-presidente Unione Cattolica Farmacisti Italiani Image: 20141118/foto/123.jpg SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PAPAE L'OBIEZIONEDI COSCIENZA 18/11/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:105812, tiratura:151233) Niguarda, ippoterapia d'eccellenza Le patologie che cura sono gravi. Perciò l'ippoterapia può apparire una soluzione bizzarra: invece, funziona. Al punto che il "Centro di Riabilitazione Equestre Vittorio di Capua" dell'Ospedale Niguarda di Milano è diventato realtà d'eccellenza nel Paese e adesso potrà espandere questo servizio grazie al distretto 2041 del Rotary, che ha donato un nuovo cavallo al centro. L'ippoterapia cura bambini di tutta Italia affetti da disabilità motorie (paralisi cerebrale infantile, esiti da trauma cranico) o psichiche e cognitive (autismo o ritardo mentale) e consente di affrontare terapie riabilitative in un ambiente sereno, in cui le attività a cavallo e a terra si integrano con quelle tradizionali di neuropsichiatria infantile e di pediatria. Come spiega il direttore del dipartimento Materno infantile Costantino De Giacomo, «con l'acquisto di un nuovo cavallo sarà possibile scegliere quello più adatto a ogni paziente». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Disabili. 18/11/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:105812, tiratura:151233) Campagna per i piccoli pazienti Quando un bambino si ammala anche i genitori hanno bisogno di cure. Si chiama «Ospedale senza dolore» la nuova campagna di comunicazione sociale dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma per informare e sensibilizzare sulla sofferenza dei bambini e sulle sue ripercussioni nella famiglia. La campagna si propone di raccogliere un milione di euro per acquistare tecnologie di ultima generazione nel campo della diagnostica per immagini con le quali prevenire l'insorgenza del dolore, ridurre al minimo la sua percezione e contenere paura, ansia e stress sia nei piccoli pazienti che nelle famiglie. La campagna di comunicazione si articolerà su radio, tv, stampa e web. Protagonisti del progetto di comunicazione sono i genitori dei piccoli pazienti, con la testimonianza silenziosa del loro dolore e delle loro preoccupazioni. Il volto dei genitori è il volto di un Ospedale accogliente che si apre al racconto delle famiglie. «L'aspetto che caratterizza il nostro l'approccio spiega il presidente dell'Ospedale Giuseppe Profiti - non è solo la capacità di curare la malattia del bambino, ma di farsi carico del suo malessere, che diventa il malessere anche dei genitori e di chi gli sta vicino. L'Ospedale ha il compito di alleviare per quanto possibile ansie e preoccupazioni, offrendo il meglio delle cure sul piano clinico e scientìfico, ma anche ascolto, comprensione, aiuto e sostegno». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Bambino Gesù. 18/11/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:105812, tiratura:151233) Confronto alla Camera sull'emergenza slot Magistro (Monopoli): no a crescita sfrenata GlANNI SANTAMARIA ROMA «Non è solo un gioco». L'appello, quasi il grido, che arriva dalla società riguardo all'azzardo è risuonato ieri nell'aula dei gruppi parlamentari di Montecitorio nel convegno «II gioco è bello quando dura poco?», dedicato agli aspetti medici, sociali, economici di un fenomeno, che ha assunto proporzioni sempre più vaste. Sono in ballo due logiche che spesso faticano a interagire, quella sanitaria e quella del fisco, che nel gettito di otto miliardi dei vari giochi (su un giro di affari dieci volte superiore) trova un tesoretto per affrontare diversi capitoli finanziari, ha detto in premessa la deputata Paola Binetti, che ha organizzato l'appuntamento e che è relatrice in Commissione Affari sociali della proposta di legge per l'istituzione di un Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d'azzardo. Una legge avrebbe dovuto, negli auspici, già essere approvata. Così come al palo c'è l'inserimento di questa patologia nei Lea, fatta dal decreto Balduzzi, ma in attesa dei decreti attuativi. Ma non chiamatela «ludopatìa» - che contiene il riferimento all'immaginario del gio coso - ha insistito Binettì, piuttosto «dipendenza grave dal gioco d'azzardo», formulazione che da maggiore impatto alla serietà del fenomeno. Nella proposta di legge ci sono 200 milioni l'anno perprevenzione, formazione, diagnosiecura delle patologie da gioco, lo stop alle pubblicità e regole più rigide per i locali con slot, che al momento sono 120130 mila. Ma c'è un'opera culturale e di informazione da compiere. Non a caso, insieme a matematici, promotori di campagne contro le slot (o meglio per ridurle, visto che da più partì si è insistito sulla volontà di non essere certo proibizionisti) ed esperti, c'erano anche numerosi studenti. Sono intervenuti pure gli imprenditori del settore. Il vicepresidente di Sistema Gioco Italia (Confindustria), Giovanni Emilio Maggi, ha ricordato quanto fatto per l'autoregolamentazione in materia di pubblicità e per l'emersione del gioco legale. Interventi tecnici sulle slot sono allo studio in modo da tutelare minori e soggetti deboli. E sulla riduzione dell'offerta sul territorio ha espresso volontà positiva, ma si è rimesso alle decisioni della politica in materia di delega fiscale. Luigi Magistro, vicedirettore generale dell'Agenzia preposta al controllo del fenomeno, la "Dogane e Monopoli", ha detto che lo sviluppo del fenomeno in modo «sfrenato, per fare tante entrate pubbliche» non è certo scopo e interesse dell'amministrazione, segnando così un elemento di discontinuità rispetto al passato. Sul ruolo dell'informazione è intervenuto il direttore diAwenire Marco Tarquinio, che ha spiegato le ragioni dell'ormai nutrito dossier informativo apparso sulle pagine cartacee e consultabile sul sito. Un'attenzione a un fenomeno «impressionante» - che con la crisi ha «morso le persone nella carne viva» accompagnata da scelte coerenti sul rifiuto (costoso) di pubblicità del settore ed è rimasta «purtroppo solitària» nel panorama dei grandi quotidiani. Tarquinio ha paragonato la piaga dell'azzardo a quella della schiavitù. Una di quelle «pratiche che, per quanto reddito possano portare, restano incivili». Ai matematici Diego'Rizzuto e Paolo Canova dell'associazione Taxil729 è toccato smontare dal punto di vista statistico l'illusione di vincere. Nel Superenalotto, per dire, è una su oltre 600milioni. Giocando per due milioni e mezzo di anni si scenderebbe a un testa e croce, fifty-fifty. Ma, se si perdesse... bisognerebbe ricominciare. I due hanno anche evidenziato le lacune delle norme in tema di informazione su tali probabilità. Ma quanti sono i malati di azzardo? Sui 19 milioni di giocatori 817mila sono ad alto rischio, 247mila di fatto patologici. Le pesanti infiltrazioni della criminalità le ha ricordate - tra gli altri - Daniele Poto, referente di Libera per la campagna "Mettiamoci in gioco". Non l'ultimo aspetto del fenomeno. Che nel «buco nero» dell'ordine, definizione di Magistro, trova terreno fertile. Sono intervenuti, infine i deputati Massimo Enrico Baroni (M5S) e Paolo Beni (Pd). Foto: Conferenza contro l'azzardo, a destra il direttore Tarquinio e l'onorevole Binetti SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Azzardo, sos salute «Ridurre i punti gioco 18/11/2014 Libero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:125215, tiratura:224026) Prova che Dio non c'è? Il cancro prova solo che il medico non è Dio MARIO GIORDANO «Non credo in Dio perché c'è il cancro». Non so se il manifesto ateo di Umberto Veronesi, espresso in una lunga e appassionata intervista su Repubblica , sarà al centro del prossimo colloquio tra il Fondatore e Papa Francesco. E non so se diventerà un capitolo nel catechismo dei non credenti che il quotidiano debenedettiano sta cercando di accreditare nelle parrocchie, secondo il vangelo di Eugenio Scalfari. Ma così, a prima vista, ci sembra che, (...) segue a pagina 17 segue dalla prima (...) come prova della non esistenza di Dio, l'attività (pur meritoria) dell'Istituto oncologico di Milano, sia un po' poco. Si può far meglio, insomma, almeno a livello di logica: il fatto che i tumori non siano debellati, per il momento, dimostra soltanto che il medico non è onnipotente. Non che non lo possa essere Qualcun Altro. Certo: è difficile identificare Dio con il cancro, come ci spiega Veronesi, ex chierichetto, ex paggetto cattolico, diventato luminare e ateo in un bel giorno di primavera. Ma, per essere realisti, è difficile identificare Dio anche con l'infarto. O con l'ictus. O con la cirrosi epatica. O con l'ebola. O con la lebbra. O con la dissenteria fulminante. È difficile identificare Dio con la morte in incidente stradale, con una frana che entra in salotto e uccide una 16enne e il suo nonno, con la Sla che ti strappa il respiro dai polmoni, giorno dopo giorno, fra dolori strazianti. Non ci vuole uno scienziato, non ci vuole il rinomato e pluriacclamato Veronesi, per capire che questa è la domanda che da sempre angoscia l'uomo, da Auschwitz al lutto in famiglia, dai bambini che muoiono di fame alla tragedia di un figlio che si schianta in autostrada: se Dio esiste, se esiste davvero, perché permette ciò? E la risposta a questa domanda è così intima che non si può discutere su un giornale. La risposta a questa domanda va al cuore del mistero, dentro il senso della vita, dell'essere uomini. Ognuno la dà per sè, credente o non credente, qui non importa. Quello che non si può accettare, proprio perché stiamo parlando di un tema così importante, è la banalizzazione. Non la si può accettare nemmeno se la fa il professor Veronesi, con tutto il rispetto per la sua scienza, il suo amico don Giovanni e le scorribande alla Festa degli Asparagi. Perché il male è sempre esistito, e la morte atroce pure, e le terribili sofferenze ancor di più. E se la prova della non esistenza di Dio è l'esistenza del dolore nel mondo, bene, allora che bisogno c'era di aspettare i bambini uccisi dal tumore a Milano? Bastavano, per dire, quelli uccisi da Erode in Palestina. Perché il mio dubbio è questo: se domani, per ipotesi, fosse trovata la cura del tumore, allora Veronesi diventerebbe all'improvviso credente? Se uno scienziato scovasse il farmaco o i farmaci per curare ogni cancro, se l'Istituto Europeo si svuotasse, se gli oncologi rimanessero meravigliosamente disoccupati, ecco, se tutto questo succedesse, allora per il professor Umberto Dio tornerebbe ad esistere? E il medesimo professor Umberto troverebbe allora compatibile con la sua fede un bambino che muore asfissiato in culla a Forlimpopoli o un altro che viene distrutto dalla malaria nell'Alto Sudan, solo perché non hanno il tumore? Basterebbe vincere le metastasi, insomma, per dare una spiegazione definitiva all'umana sofferenza? Il dolore è difficile da spiegare. Per tutti. Per chi crede e per chi non crede. Ma quello che non può esistere è una graduatoria del mistero del dolore, non può esistere il mistero più mistero, nemmeno se quello è il mistero che ti ha dato più lustro, nemmeno se è quello a cui hai legato la carriera. Fra l'altro, proprio Veronesi, il mistero del cancro ha contribuito a svelarlo, almeno in parte. E ci ha spiegato che, di tutte le sofferenze, è una di quelle più provocate dall'uomo attraverso i suoi comportamenti sbagliati: il fumo, l'inquinamento, l'alimentazione scorretta. E allora come fa l'illustre professore a imputare all'inesistenza di Dio ciò che per buona parte della sua vita ha imputato invece all'esistenza degli uomini? Di fronte al male è difficile dare risposte. Il credente le trova faticosamente nella fede, aggrappandosi a Gesù che pure lui ci è passato dentro, è andato sulla croce e ha gridato: «Dio mio perché mi hai abbandonato?». Il non credente le trova altrove, o non le trova. Ma liquidare la domanda essenziale della vita con una formuletta da dispensa fabbri, titolo: «Diventa ateo in tre lezioni», beh, non è all'altezza di un luminare e nemmeno del Fondatore. Così come è ingenerosa la riduzione dei cattolici a quelli che credono che la mano del chirurgo in sala operatoria sia teleguidata dall'angelo custode, come gli omini SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Risposta a Veronesi 18/11/2014 Libero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:125215, tiratura:224026) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato della playstation con il joystick. Suvvia, professor Veronesi: i non credenti meritano rispetto, ma i credenti non possono essere trattati come imbecilli. Se le risposte religiose al male nel mondo non l'hanno mai convinta, per carità, non cercherò certo di convincerla io adesso. Ma, come le avrà sicuramente spiegato il suo amico don Giovanni, chi crede è convinto che il male nel mondo esiste proprio perché la mano dell'uomo non è teleguidata, perché non siamo automi ma esseri liberi, capaci di decidere, di pensare, di sbagliare e anche di fare miracoli in sala operatoria, come ha fatto lei tante volte con i suoi medici. Soltanto che, per quanti miracoli si possano fare con il camice addosso, non ci si riesce a sostituire all'Onnipotente. E alla fine della sua intervista, se mi permette, mi sembra che il punto centrale sia proprio questo: non tanto la difficoltà ad ammettere l'esistenza di Dio. Quanto la difficoltà ad ammettere che Dio non è lei. Foto: Umberto Veronesi [LaPresse] 18/11/2014 Il Foglio Pag. 1 (diffusione:25000) "Mi criticate in modo ideologico, sulle politiche sanitarie e il morbo ho ragioni da vendere" LAURA BOLDRINI* Caro direttore, il suo giornale ha ironizzato sul modo in cui ho recentemente parlato del nesso tra Ebola e politiche liberiste, come fossi stata mossa da cieco furore ideologico. Io avrei "uno strano tic", mentre "la realtà la pensa diversamente dalla Boldrini". Allora vediamola, questa realtà: che conosco anche per l'esperienza diretta fatta in zone dell'Africa nelle quali talvolta l'ospedale allestito nel campoprofughi è l'unica forma di assistenza sanitaria anche per la popolazione locale. Nel discorso all'assemblea del World Food Programme, ho detto che "si è giunti alla situazione estremamente allarmante di oggi anche perché abbiamo assistito al progressivo indebolimento dei sistemi di ricerca, prevenzione e intervento sanitario nei paesi interessati dall'epidemia. Una conseguenza, questa, delle drastiche politiche di risanamento finanziario adottate in paesi in difficoltà, con tagli alla spesa pubblica e privatizzazione dei servizi". Confermo la tesi parola per parola. Non vale a smontarla, infatti, l'argomento che il Foglio mi oppone, quando ricorda che "i dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità e della Banca mondiale dicono che nei paesi maggiormente colpiti dall'epidemia la spesa sanitaria è costantemente cresciuta". Questa obiezione trascura di specificare se la spesa è destinata al pubblico o al privato. Infatti il costo complessivo della sanità non è mai, da solo, un indicatore sufficiente di efficienza e di qualità. Secondo i dati Oms e Bm, dove la sanità è prevalentemente pubblica (circa 80 per cento), prevede l'accesso universale e costa meno - come in Svezia o in Francia - i risultati sono migliori, ad esempio nell'aspettativa di vita e nella mortalità infantile, di quelli degli Stati Uniti, che pure spendono di più ma destinano al pubblico meno risorse. Nei paesi più colpiti da Ebola, l'incidenza della spesa sanitaria pubblica è di gran lunga inferiore rispetto a quella privata: 28,1 per cento in Guinea, 29,8 in Liberia, 16,6 in Sierra Leone. In questa spinta verso il privato c'entrano non poco le politiche imposte dal Fondo monetario Internazionale e dalla Banca mondiale. Nella maggior parte dei paesi africani, secondo la stessa Oms, "i Programmi di Aggiustamento Strutturale [cioè quelli voluti da Fmi e Bm] hanno frenato i miglioramenti, o provocato un peggioramento, dello stato di salute delle persone nei paesi che le hanno applicate. I risultati registrati includono un peggiore stato nutrizionale dei bambini, una accresciuta incidenza delle malattie infettive e tassi più alti di mortalità infantile e materna". Tralascio di citare, per brevità, i molti analisti internazionali che collegano gli scarsi investimenti pubblici in sanità alle politiche restrittive imposte dagli organismi finanziari mondiali. Ma vale la pena di leggere quello che ha scritto ad agosto The Economist, certo non sospettabile di pregiudizio antiliberista: "Non è un caso che i paesi ora colpiti da Ebola siano alcuni tra i peggio governati del mondo. Lì la sanità pubblica non è una priorità, ed è questa la ragione per la quale ci sono voluti mesi per prestare attenzione a ciò che stava accadendo... Una lezione che viene dai recenti successi contro l'Aids, la malaria e la tubercolosi è che la vittoria arriva solo quando è sostenuta l'intera infrastruttura della sanità, incluso il coinvolgimento attivo della popolazione locale". E il nesso sembra essere ora chiaro allo stesso Fondo Monetario Internazionale, visto che ad ottobre di quest'anno ha concesso ai tre paesi centroafricani di aumentare il proprio debito. Su queste basi, direttore, sono io che le chiedo: non sarebbe meglio discutere di un tema così serio come la diffusione di Ebola senza inforcare le lenti dell'ideologia, e guardare in faccia con realismo gli esiti di determinate politiche? Cordiali saluti Foto: *Laura Boldrini è Presidente della Camera dei deputati SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato EBOLA POLITICA 18/11/2014 Il Tempo - Ed. nazionale Pag. 26 (diffusione:50651, tiratura:76264) Sabato i biancocelesti possono frenare la corsa della Juve capolista La città si divide, il capitano: «Chiudo gli occhi e come va, va...» È l'anno giusto per lo scudetto L'ultimo sogno per la mia carriera è la Champions Lotito Francesco è un campione che porta un sorriso alla gente in un momento di crisi Alessandro Austini [email protected] Ci risiamo. La Lazio sfida l'antagonista della Roma in campionato, il tifo si divide. Su entrambe le sponde. Sabato nell'Olimpico biancoceleste arriva la Juventus. Meglio batterla e alimentare i sogni di Champions? Oppure è il caso di «scansarsi» ed evitare di favorire la corsa giallorossa verso lo scudetto? È il dilemma in casa laziale, lo stesso del 5 maggio 2002 quando Poborsky & Co. stesero l'Inter di Ronaldo, nonostante tutto l'Olimpico tifasse per i nerazzurri visto il rischio (scongiurato dalla Juventus) di consegnare il secondo tricolore consecutivo alla Roma. Replica a maggio 2010, con risultato decisamente diverso: 2-0 facile per la banda di Mourinho e sugli spalti i laziali a esultare. Stavolta c'è la Juve di mezzo, ma la sostanza non cambia. Mentre il mondo laziale dibatte, i romanisti non possono far altro che osservare. E ironizzare un po', a cominciare da capitan Totti. «Per chi tifo sabato? È una bella lotta, chiudo gli occhi e... quello che succede, succede». A tifare Lazio non ce la farebbe proprio, ma un regalo non si rifiuta mai. Neppure dai rivali cittadini. Intanto la Roma a Bergamo dovrà ritrovare la vittoria che in trasferta che manca da Parma, quasi due mesi fa. Totti, squalificato, non potrà dare il suo contributo. «Il nostro obiettivo principale - ribadisce il numero 10 giallorosso è il campionato. Sappiamo che sarà difficile, ma abbiamo l'organico giusto per vincere lo scudetto. È l'anno giusto? Spero e penso di sì. Questa città merita grandi successi, i tifosi hanno una passione differente rispetto agli altri». Per il capitano ieri è stata una giornata speciale. A Milano gli hanno consegnato il «Premio Facchetti» a 20 anni dal suo primo gol in serie A. «Ho realizzato il sogno di indossare la stessa maglia con cui ho raggiunto anche dei traguardi. Pochi, ma sono contento lo stesso. Finché c'è la passione c'è tutto. Ancora mi diverto e ho voglia di giocare. Quando arriverà il momento giusto, penso tra poco, mi metterò da parte». Poi una riflessione: «Il problema di Roma? Si pensa più ai giocatori che a vincere». Gli resta ancora un anno e mezzo di contratto dal calciatore. E un ultimo sogno: «Sarà banale, ma è vincere la Champions. Al sorteggio quest'estate tutti ci davano per spacciati. Invece mancano due partite del girone e dipende solo da noi: cercheremo di passare il turno prima possibile». La mattinata da star a Milano è anche una rivincita, visto che in platea c'erano parecchi «nemici», da Lotito a Galliani, da Marotta al dg interista Fassone, ma pure diversi amici come Malagò e Lippi. «Non m'era mai successo, sono un po' impanicato» la battuta di Totti. Mentre Sabatini evoca «un Pallone d'oro alla carriera da istituire appositamente per lui», Galliani ammette che Francesco «è stato una nostra passione ma è giusto sia rimasto nella squadra per cui tifava», Lotito scherza sulla possibile «purga» nel prossimo derby: «Sto comprando delle farmacie in modo da adeguarmi». Poi un elogio al romanista che, a proposito di rivalità cittadine, non è stato apprezzato da tutti i laziali. «Totti è un grande campione, lo ha dimostrato con i fatti e non solo con le parole. C'è sempre stato un grande rapporto di rispetto e stima reciproco, porta un sorriso alle famiglie italiane in un momento di crisi». Per Marotta è stato inevitabile tornare alle polemiche del capitano giallorosso dopo l'ultimo Juve-Roma. «Non ho condiviso le sue esternazioni ma l'amore per la sua squadra lo porta a farle». Da sabato si torna tutti avversari. Occhio, però, alle strane alleanze. 2002 Anno Lla Lazio batte l'Inter con la Roma in corsa per lo scudetto 12 Vittorie La serie della Juve si è interrota lo scorso anno con la Lazio Foto: Onore Francesco Totti ha ricevuto ieri mattina a Milano il «Premio Facchetti» SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Roma tifa Lazio? Totti: è una bella lotta 18/11/2014 ItaliaOggi Pag. 1 (diffusione:88538, tiratura:156000) Il Consiglio di stato rinvia al governo le regole sugli standard qualitativi: sono scritte con i piedi e non realizzano nemmeno il risparmio previsto DI GIANNI MACHEDA Tanta confusione, un abuso di termini in inglese o incomprensibili o quasi, come «georeferenziazione», una sciatteria tale da scrivere la parola «regioni» alternativamente con la r minuscola e maiuscola. E il dubbio che gli obiettivi di razionalizzazione previsti possano essere veramente raggiunti. Risultato: il Consiglio di stato, con un parere reso nei giorni scorsi, ha rispedito al ministero della salute lo schema di decreto sui nuovi standard dell'assistenza ospedaliera. Macheda a pag. 26 Tanta confusione, un abuso di termini in inglese, periodi ingarbugliati, uso di termine incomprensibili o quasi, come «georeferenziazione», una sciatteria tale da scrivere la parola «regioni» alternativamente con la r minuscola e maiuscola. Risultato: il Consiglio di stato, con il parere numero 03453/2014 del 6/11/2014, rispedisce al mittente, cioè il ministero della salute, lo schema di decreto recante regolamento sulla «Defi nizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera». Molti i rilievi formali, ma tanti anche quelli di sostanza, espressi dai giudici di Palazzo Spada sul testo frutto di concertazione con il Mineconomia e di un lungo confronto in Conferenza stato-regioni. Testo che scaturisce dalle leggi 311/2004 e 135/2012 e da ultimo dal Patto per la salute 2014-2016 del 10 luglio 2014, che all'art. 3 ha previsto la stipula dell'intesa sul regolamento. Sui tre articoli (più un allegato) il Consiglio di stato rileva innanzitutto «una scrittura assai lontana dai buoni canoni di un periodare piano, comprensibile a prima lettura ed elegante e per un uso assai frequente di acronimi e di espressioni in lingua straniera, il cui ricorrere - secondo le regole della redazione dei testi legislativi andrebbe vietato». Più sostanziale è invece il rilievo relativo a un documento consegnato dalle regioni con proposte indicate come «irrinunciabili», che non risultano accolte o non è chiaro se lo siano state. In altre parole, il dicastero guidato da Beatrice Lorenzin deve chiarire la sussistenza o no dell'intesa. Sempre sul piano sostanziale, il decreto dà alle regioni tre anni per ridurre i posti letto ma del triennio 2014-2016, al quale si fa riferimento, il primo anno è ormai già interamente trascorso. Meglio parlare quindi di triennio 2015-2017. Nel porre riparo a questi buchi, il ministero dovrà anche sistemare un po' di punteggiatura, spiegare perché quando parla di Livelli usa la maiuscola e decidere una volta per tutte «se la parola «regioni» debba essere scritta con l'iniziale maiuscola o minuscola». E ancora far capire cosa si intende per «georeferenziazione» e perché non usa un termine italiano al posto di «mission». Tra le previsioni dello schema di decreto, la classifi cazione delle strutture ospedaliere in tre livelli a complessità crescente (presidi ospedalieri di base, con bacino di utenza compreso tra 80 mila e 150 mila abitanti; presidi ospedalieri di I livello, con bacino di utenza compreso tra 150 mila e 300 mila abitanti; presidi ospedalieri di II livello, con bacino di utenza compreso tra 600 mila e 1.200.000 abitanti. E il criterio vincolante di programmazione ospedaliera indicando alle regioni il parametro della dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale, a un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza. La durata media di degenza, per i ricoveri ordinari, dovrà essere inferiore mediamente a sette giorni.LETTERA In merito all'articolo apparso su ItaliaOggi del 13 novembre dal titolo «Medici, la denuncia fa parte della professione» si precisa che il Presidente del Cineas Adolfo Bertani non ha mai dichiarato che «sarebbe opportuno creare una base statistica per quantifi care un premio equo da parte delle compagnie, alle quali si potrebbe ragionevolmente imporre l'obbligo di stipula». Lorenzo Dardano ufficio stampa Cineas Foto: Il parere sul sito www.italiaoggi.it/ documenti SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ospedali, bocciata la riforma 18/11/2014 Elle - N.12 - dicembre 2014 Pag. 374 (diffusione:100000) Dettagli in luce Lo smoky eyes perde l'effetto "fumo" su un teint di perla, la pelle riacquista un aspetto splendente con sieri e lozioni, il biondo scivola nel platino con prodotti glossy... Idee per trasformare il look ed essere (sempre) brillanti! Marianna Bussola ed Elisabetta Settembrini - foto di Thiemo San giochi D'ombra Per la base, Maestro Fusion Makeup n. 1 Winter Glow. A scolpire guance e palpebre, Eye and Brow Maestro n. 3. Completano il trucco occhi la matita Eyes to Kill Liner n. 6 e Black Ecstasy Mascara. Sulle labbra, Rouge d'Armani Sheers n.114. Tutto di Giorgio Armani. Trucco Linda Cantello per Giorgio Armani. Giacca Emporio Armani. Cappello Yang Li. Brillare come una stella Per illuminare la stagione creme corpo profumate, jus couture e poudre d'autore al gusto di rose. 1. Crema Vellutata per il Corpo Rosa Nobile di Acqua di Parma (63 euro), emolliente e antiossidante, rende la pelle soffice e profumata come la regina dei fiori. 2. L'Eau de Parfum Knot di Bottega Veneta (65 euro, 30 ml), omaggio alla clutch della maison, irradia eleganza con un cocktail floreale. 3. Coque d'Or Poudre Iridescente Parfumée Corps et Cheveux di Guerlain (78,40 euro) fa brillare e avvolge di note chypre chiome, collo e décolleté. Esaltare il teint Fondotinta e base illuminante: un'accoppiata vincente quando si tratta di creare un teint effetto photoshop. Si possono sovrapporre (prima la base, poi il fondo) o mescolare insieme. Oppure si può stendere il fondotinta e usare poi la base per creare dei punti luce. A piacere. 1. Ultranaturale e antiage, per un teint radioso: Future Solution LX Total Radiance Foundation di Shiseido (80 euro). 2. Perfeziona il teint, vestendolo di un velo leggerissimo di luce bianca: Maestro Fusion Make up n. 0 Winter Glow di Giorgio Armani (52,50 euro). Gettare fumo negli occhi Ormai un classico a pieno titolo, lo smoky eyes prevede infinite variazioni. La più soft: mescolare più nuance profonde (blu, grigio asfalto, bordeaux...) meglio se leggermente shimmering, per un effetto "fumoso" illuminato però da riflessi di colore. Poi sfumare il contorno con cura, per non rischiare l'effetto panda. Il kajal è un must, ma lo è anche il correttore, se si preferisce evitare il look "sofferto" (che pure ha il suo fascino). Ritrovare la bonne mine Rosa sulle guance, rosa sulle labbra: con leggerezza però, per un rossore che sembra nascere dall'interno e si accorda perfettamente anche con i più sofisticati look invernali. Su un teint il più possibile radioso (grazie a una base illuminante) applicare con le dita sulle "meline" delle guance, un fard in crema o in crema polvere. Poi, per un effetto ancora più naturale, sfumare con un pennello o una spugnetta, magari gli stessi con cui si è applicato il fondotinta. Sulle labbra stendere, senza matita, un rossetto cremoso e light della stessa temperatura cromatica del blush (meglio evitare i contrasti fard pesca o salmone e labbra rosa lilla). Un trucco per non sbagliare? Usare un prodotto "guance & labbra". Esaltare lo splendore 1. Definisce l'ovale Lift-Affine Visage Sérum Contour Parfait di Clarins (69 euro) dando compattezza ai contorni. 2. The Treatment Lotion di La Mer (100 euro) idrata e stimola il processo di rinnovamento dell'epidermide. 3. Creme Gommante di Sisley (97 euro) è una maschera che in pochi minuti elimina stress e stanchezza dal viso. 4. Lift Effect Contorno Occhi di Somatoline Cosmetic (23 euro, in farmacia) riduce rughe, gonfiori e occhiaie, regalando un effetto lifting. Ridisegnare lo sguardo Lo scintillio sontuoso dei toni laminati contrasta con la precisione grafica del tratto di eyeliner. Che può essere scenografico (dotato di coda che si prolunga verso l'esterno alto, ispessendosi) o tranquillo, a filo di ciglia. In entrambi i casi, funziona la stessa strategia: poggiare il gomito destro su un tavolo, per avere la mano più ferma. Partendo da metà palpebra, tracciare la riga di eyeliner andando verso l'esterno. Iniziando dall'angolo interno dell'occhio, completare la riga. Black & BronZE Teint in luce con fondotinta Diorskin Star e Glow Maximizer. Per modellare il viso, uno sculpting realizzato con Diorskin Nude Tan BB Crème n. 2. Lo sguardo è delineato da Dior Addict IT Line Noir e impreziosito dalla palette 5 Couleurs n. 30 Montaigne. Sulle ciglia Dior Addict IT Lash Mascara Noir. Le labbra indossano Dior Addict Lipglow. Tutto di Dior. Trucco Damian Garozzo, International Make-up Artist Dior. color block Incarnato radioso con Lightbulb Foundation e Satin Radiant Stick Vision of Beauty Pink. Sugli occhi, i verdi della Brave Beauty Eye Palette Green, più un tratto di SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BEAUTY 18/11/2014 Elle - N.12 - dicembre 2014 Pag. 374 (diffusione:100000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lasting Gel Pencil Eye Liner M Green e mascara Petal Lash Mascara Black. I cristalli Face Studs Vision of Beauty aggiungono una nota scintillante. Labbra nude look con Rouge Unlimited Lipstick Maroon. Tutto di Shu Uemura ( www. shuuemura-usa.com ). Trucco Ludovic Engrand for Shu Uemura. Capelli Olivier Lebrun/B Agency. Giacca Leon & Harper. (S)vestire le labbra Easy il rossetto nudo? Sì, ma fino a un certo punto. Scegliere la nuance giusta è fondamentale: deve dare luce e freschezza al teint, se lo spegne non va bene (la prova del nove? Testarla a viso struccato). Tenere presente poi che il beige puro non è per tutte: se contiene una punta di rosa o di pesca, in genere dona di più. Idem per la texture: quella mat è super chic, ma può risultare un po' piatta. Meglio puntare su finish cremosi, satinati o glossati. Scoprirsi molto green Se punta sul verde (vivido e intenso, senza derive nel marrone o nel beige) il trucco occhi acquista l'impatto di un accessorio. Detto questo, deve anche rendere più belle. Per chi ha sguardo azzurro e pelle chiara, via libera ai toni acidi e/o dorati: foglia, erba, muschio fresco. Mentre un'olivastra dagli occhi scuri punterà sullo smeraldo, raffreddato da una punta di blu. In ogni caso, mascara ed eye liner neri rendono tutto più portabile, perché aggiungono definizione e incorniciano l'occhio. La buona rifrazione della luce accende le chiome. Le soluzioni? 1. Style Finish Gloss di René Furterer (19,90 euro, in farmacia) scolpisce e modella la capigliatura regalando un effetto specchio. 2. Hydration Maschera Idratante Intensiva di Moroccanoil (36 euro, dal parrucchiere) dà corpo e lucentezza alla materia in cinque minuti. 3. BC Bonacure Hair Therapy Smooth Perfect Smoothing Cream di Schwarzkopf (23,20, dal parrucchiere) leviga lunghezze e punte accendendole di riflessi. Vivere di riflessi contrasto tra la poesia di note floreali e l'impatto dark di uno smoky eyes, su un teint di perla: intrigante! 1. A lunga tenuta: Eye Powder-Kajal di T by Terry (32 euro). 2. Attenua i difetti: Defence Color Anti Blemish di Bionike (13 euro, in farmacia). 3. Copre le imperfezioni con un gesto facile: Le Crayon Correcteur Accord Parfait di L'Oréal Paris (14,59 euro). 4. Intensa e glam: Palette Style Eye-Con n. 7 the Parisienne di Marc Jacobs (53,50 euro, da Sephora). 1. Illumina il teint in un flash: Le Blanc de Chanel Base Lumière Universelle di Chanel (42 euro). 2. Texture confortevole: Kisskiss Shaping Cream Lip Colour n. 368 di Guerlain (33,70 euro). 3. Guance e labbra: Kiss & Blush n. 07 di Yves Saint Laurent (39 euro). 4. Quando il blush si fa matitone: Chubby Stick Cheek Colour Balm Amp'd Up Apple di Clinique (27 euro). viso illuminato di rosa, pelle splendente, sguardo grafico con un tocco metal... È qui la festa? 1. Mix di toni preziosi: Hypnôse Palette Drama Eyes Parisian Lights di Lancôme (56 euro, one shot, solo da Rinascente e Coin). 2. Ad alta precisione: Liner Couture n. 1 di Givenchy (31,50 euro). 3. Per tratti spessi e ben definiti: Eye Liner Shock di Collistar (20,20 euro). 4. Si può usare come kajal, liner e ombretto: 3 in 1 Kajal Divine Bronze di Deborah Milano (9,90 euro). capelli di luna, sguardo in Verde e labbra nude look: il mood si fa eccentrico con un tocco d'artista 1. Trasparente e ricco di principi attivi: Shiny Lipstick n. 195 di Diego Dalla Palma (21,90 euro). 2. Finish lucente e setoso: Colour Elixir Gloss n. 10 Pristine Nude di Max Factor (12 euro). 3. Cristallino con riflessi dorati, trattante come un lip balm, si può usare da solo o sopra il rossetto, per illuminarlo: Rouge Dior Baume n. 128 Star di Dior (34,26 euro). 1. Long lasting: Perfect Mono n. 20 di Dolce & Gabbana (30 euro). 2. Ricco di cheratina: Noir Couture Volume n. 1 di Givenchy (31,50 euro). 3. Soffice e cremoso: Mystery Eyeshadow Black & Green di NajOleari (18,50 euro). 4. Tratto impeccabile: Beautiful Color Precision Glide Eye Liner n. 06 di Elizabeth Arden (22 euro). 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità Pag. 8 (tiratura:40000) La manovra scalda i motori Trattativa Regioni-Governo in alto mare - Lorenzin : «Niente più alibi» Grandi manovre sulla manovra, di cui però si continua a ritardare l'ingresso in aula alla Camera. Da lunedì 24 si slitta a giovedì 27 novembre, ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Intanto c'è la lista dei pochi emendamenti per la sanità, all'insegna dell'austerity. Mentre tutto tace, a livello ufficiale, sulla trattativa governo-Regioni per modulare i tagli da 4 miliardi. La fumata nera è arrivata dall'ultima conferenza dei presidenti: «Chiediamo la sospensione del parere sulla legge di Stabilità. Il tempo non manca, non vedo la ragione di accelerare; si può darlo in modo più meditato la prossima settimana (cioè questa, ndr)», ha detto il presidente Sergio Chiamparino. Chiarendo che «ci sono contatti in corso con il Governo». Intanto, come in un gioco delle parti, i singoli governatori passano all'attacco. Per Enrico Rossi (Toscana), «si possono fare risparmi purché si proceda a una riorganizzazione della sanità» e per questo serve fare un «ragionamento approfondito con il Governo trovando strumenti di equità». Mentre Stefano Caldoro (Campania) rivaluta le virtù delle Regioni che in questi anni - afferma - «hanno fatto i maggiori tagli rispetto al comparto Stato, e come prevede la legge di stabilità chi non è in pareggio di bilancio è lo Stato e non le Regioni». Sullo sfondo, le parole della ministra della Salute Beatrice Lorenzin, intervenuta alla presentazione del rapporto Glocus (v. articolo a fianco) con un forte richiamo alla lotta agli sprechi: «Se qualcuno mi chiedesse se 112 miliardi di euro sono adeguati a sostenere la spesa sanitaria italiana, risponderei sì in questo momento. E non sono troppi, sono quello che abbiamo e dobbiamo preservarlo. Se però mi chiedessero se sono spesi bene, risponderei di no. L'impiego delle risorse non è efficiente: la sanità è come un enorme acquedotto pieno di buchi». Non manca la stoccata alle Regioni: «Occorre chiudere le falle organizzative - ha ribadito Lorenzin anche perché negli anni la logica dei tagli lineari è stata una scusa utilizzata dalle Regioni per non riformare il processo. Ora con il Patto - ha ricordato - siamo all'anno zero, non ci sono più alibi». Anche per questo, del resto, il "Patto" è stato traslato nell'articolo 39 della legge di Stabilità. E anche ammesso che le quote destinate al Fondo sanitario restino confermate dai tagli annunciati dal premier Renzi, l'austerity regna sovrana. Gli emendamenti ammessi. Dall'omeopatia all'assistenza ai disabili allo stop alle gare pubbliche per la fornitura dei dispositivi per l'automisurazione della glicemia. Passando anche per nomina dei Dg. Sono 19 gli emendamenti in materia sanitaria ammessi al voto della commissione Bilancio della Camera sulla legge di Stabilità 2015. Tariffe fino a mille euro al peggio per gli omeopatici: che pagheranno circa 8 milioni rispetto agli oltre 70 che avrebbe fatto pagare loro l'Aifa, e che riusciranno così anche a tenere sul mercato i prodotti altrimenti esclusi dal 2016. Questo con un emendamento annunciato della commissione Affari sociali. E poi, tra gli altri scremati e che rimangono in pista in materia sanitaria, quello sulla scelta dei Dg presentato come prima firmataria da Nunzia De Girolamo (Ncd): nomina per sorteggio da un elenco di «idonei», regionale o interregionale, costituito dopo un bando e una selezione fatta da una commissione di esperti istituita dalla stessa Regione. Spicca ancora l'obbligo per l'Aifa, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della manovra, di prevedere il rimborso dei farmaci innovativi o di «eccezionale rilevanza terapeutica», in particolare quelli per l'epatite C per i quali sia stato raggiunto un accordo con le industrie farmaceutiche. Aumenteranno le risorse: 50 mln in più nel 2015, 140 nel 2016 e 190 dal 2017. Arriva infine in tempi di austerity la possibilità a costo zero per tre anni per le aziende ospedaliere e ospedaliere universitarie, di avvalersi di pensionati con livello dirigenziale che abbiano grande esperienza nel settore informatico applicato alla sanità. Obiettivo: migliorare l'erogazione dei Lea e il monitoraggio delle cure. Barbara Gobbi © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato STABILITÀ 2015/ Sono 19 gli emendamenti « sanitari » - In aula solo dal 27 novembre 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità Pag. 10.11 (tiratura:40000) Aids, 30 anni di foto-racconto Il punto sulle terapie antiretrovirali e la chance della «genericazione» Nell'ambito del Festival delle Scienze di Genova (25 ottobre-2 novembre), presso il Munizioniere di Palazzo Ducale è stato possibile visitare la mostra "Out of sight", Un viaggio nell'epidemia globale di Hiv/Aids a più di 30 anni dalla sua scoperta. "Out of sight" è un progetto fotogiornalistico di Nanni Fontana che ha toccato, tra il 2011 e il 2013, cinque paesi: Tailandia, Mozambico, Brasile, Ucraina e Usa. È un lungo viaggio per documentare e condividere i racconti delle persone affette da Hiv e di quelle che lavorano per migliorarne le condizioni di vita, di chi lotta per il rispetto dei diritti umani e per l'accesso gratuito e universale ai farmaci e di chi fa ricerca per trovare una cura alla malattia. Le immagini (in queste pagine ne pubblichiamo due) sono accompagnate da un approfondimento scientifico ed economico che illustra le tappe dei progressi della ricerca delle ultime tre decadi, curato da Save-Studi analisi valutazioni economiche di Milano, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze del farmaco dell'Università degli Studi di Pavia e il patrocinio del nostro ministero della Salute. Nel mondo oggi ci sono 36 milioni di persone malate di Aids, di cui circa 7 milioni ancora non sono in trattamento. Dalla sua scoperta la malattia si è evoluta sotto molti aspetti: trasmissione, età, tipologia, trattamento e sopravvivenza delle persone che ne sono affette. A seguito dell'introduzione della terapia antiretrovirale complessa (Haart), oggi l'Aids è considerata una malattia cronica che, se trattata adeguatamente e tempestivamente, aumenta in modo significativo le possibilità di sopravvivenza del paziente. Nonostante le conoscenze più approfondite e l'informazione diffusa, i casi di contagio continuano tuttavia ad aumentare ovunque nel mondo, soprattutto per trasmissione sessuale o materno-fetale. In Italia le nuove diagnosi d'infezione da Hiv in Italia - 3.853 nel 2012, con un tasso di incidenza di 6,5 ogni 100mila abitanti - non presentano variazioni significative rispetto agli anni precedenti. Lombardia, Provincia autonoma di Trento e Lazio sono le Regioni con l'incidenza più alta. Il 79,0% dei sieropositivi è uomo, con una età media alla diagnosi di 38 anni (36 anni per le donne). Il 26% delle persone diagnosticate come Hiv positive è di nazionalità straniera: l'incidenza per 100.000 è di 5,0 nuovi casi tra gli italiani residenti e di 22,3 nuovi casi tra gli stranieri residenti. La maggioranza delle nuove diagnosi d'infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l'80,7% di tutte le segnalazioni (rapporti eterosessuali 42,7% e omosessuali 38,0%). Il 37,5% delle persone con una nuova diagnosi d'infezione da Hiv presenta un quadro immunologico già molto compromesso con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/mL, mentre il 55,8% presenta comunque un numero inferiore a 350 cell/mL. Poco meno di un quarto delle persone con una nuova diagnosi di infezione da Hiv ha eseguito il test Hiv a causa della presenza di sintomi Hiv-correlati, il 16,5% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il 15% in seguito a rapporti sessuali non protetti. Dall'inizio dell'epidemia a oggi sono stati segnalati quasi 65mila casi di Aids conclamato, di cui circa 42mila sono deceduti. Nel 2012, l'incidenza di Aids in Italia è stata di 1,7 ogni 100mila abitanti. L'incidenza e il numero di decessi per anno continuano però a diminuire, principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali combinate che sono state introdotte nel nostro Paese nel 1996. Nel 2012, poco più di un quarto delle persone diagnosticate con Aids ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi stessa in quanto già consapevole della propria sieropositività. Tra il 2006 e il 2012 è aumentata la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di Aids conclamato ignorando la propria sieropositività. Nel 2012 si osserva un 67,9% di pazienti con diagnosi di sieropositività vicina (meno di 6 mesi) alla diagnosi di Aids. Si stima in Italia un costo annuo complessivo per ogni paziente con Hiv trattato intorno ai 12.000 euro sulla base delle elaborazioni condotte dalla società di ricerca in economia sanitaria e farmacoeconomia SaveStudi analisi valutazioni economiche di Milano e riportate nell'esposizione al Festival della Scienza. Ogni malattia comporta infatti effetti negativi sulle condizioni di vita del paziente e dei suoi familiari, e quindi sulla collettività. Gli studi di costo della malattia (Cost of illness - Coi) stimano i costi complessivi (diretti e indiretti) di una particolare patologia (o di un evento clinico) in una popolazione in un dato periodo temporale e, SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La mostra "Out of sight" di Genova occasione per tenere alta l'attenzione sulla malattia 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità Pag. 10.11 (tiratura:40000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2014 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato congiunte alle analisi farmaco-economiche, aiutano il decisore pubblico a prendere le migliori decisioni per l'allocazione delle risorse disponibili. Nel 2013 la spesa farmaceutica nazionale pubblica e privata - che comprende i farmaci distribuiti attraverso le farmacie pubbliche e private e quelli acquistati e dispensati dalle strutture sanitarie pubbliche - è stata pari a 26,1 miliardi di euro, intorno ai 436 euro pro capite, di cui circa il 75,4% rimborsati dal Servizio sanitario nazionale (Ssn) (dati Osmed 2013). Sul versante degli acquisti delle strutture sanitarie pubbliche prevalgono, dopo i farmaci oncologici, i medicinali per il trattamento dell'infezione da Hiv. Gli antiretrovirali indicati nel trattamento dell'infezione da Hiv registrano complessivamente un andamento crescente sia in termini di spesa, che di consumi, rispetto al 2012. I principi attivi a maggiore impatto sugli acquisti delle strutture sanitarie pubbliche sono sostanzialmente coerenti con l'andamento delle categorie: tenofovir+emtricitabina ed efavirenz+emtricitabina+tenofovir rappresentano il 15% della spesa complessiva della categoria degli antimicrobici generali di uso sistemico. La spesa annua nazionale per coprire i trattamenti dei pazienti con farmaci antiretrovirali si è attestata attorno a 775.908.000 euro che corrispondono a una spesa pro capite di circa 13 euro per tutta la popolazione italiana; mentre il costo per paziente con Hiv della sola terapia farmacologica varia tra i 3.000 e 16.000 euro l'anno. Nel corso degli ultimi anni, l'introduzione dei Str (single tablet regimen, monocompressa in somministrazione unica giornaliera) ha rivoluzionato la vita dei pazienti con Hiv, in quanto ha reso più facile la gestione della terapia, aumentandone la compliance e rendendo quindi più efficace il trattamento, con conseguente riduzione dei costi. L'aderenza alla terapia è non solo necessaria per ottenere un risultato terapeutico in pazienti che iniziano il trattamento, ma anche per mantenere un'efficace soppressione virale nel corso del tempo e un progressivo abbattimento dei costi. Questa recente prospettiva rappresenta un'ulteriore opportunità per il futuro mercato delle terapie antiretrovirali rappresentata dalla progressiva genericazione delle singole molecole che compongono la triplice terapia che, se utilizzate in sostituzione dei farmaci coperti da brevetto, potrebbe determinare un decremento di spesa con un conseguente significativo risparmio per il Ssn. di Giorgio L. Colombo * Costo medio di trattamento degli antiretrovirali per classe di categoria ATC V livello Categoria terapeutica Minimo e masssimo (euro) Costo medio per trattamento annuo J05AX Altri 6.635 - 16.541 11.193 J05AR Associazioni 3.478 - 7.993 5.334 J05AE Inibitori delle proteasi 525 - 8.000 3.924 J05AG Inibitori NN trascrittasi inversa 2.082 - 4.941 3.342 J05AF Inibitori trascrittasi inversa 672 - 5.201 2.858 Fonte: Osmed, vari anni L'epidemia in 4 continenti Dal 2000 al 2010 per 100.000 abitanti Africa America Sud-Est asiatico Europa Tasso di mortalità -36,5% -25,0% -14,3% 120% Tasso di incidenza -41,6% -20,0% -40,0% 5,3% Tasso di prevalenza 11,9% 7,1% -12,1% 39,9% Il tasso globale di prevalenza nel 2013 è dello 0,8% VITA IN FARMACIA 15 articoli 18/11/2014 Corriere della Sera - Milano Pag. 7 (diffusione:619980, tiratura:779916) Simona Ravizza I sospetti dell'Asl per i casi di legionella a Bresso si concentrano sui lavori all'acquedotto pubblico. I risultati delle indagini degli Uffici di prevenzione sono contenuti in un report riservato inviato all'assessorato della Sanità negli scorsi giorni. Venerdì i tecnici hanno incontrato i vertici di Amiacque e di Cap, le società che si occupano dei servizi idrici in provincia di Milano, per concordare un protocollo di sicurezza. Le verifiche sono scattate dopo che, a metà ottobre, si sono ammalati sei abitanti: uno di loro è deceduto. Tutti sono stati colpiti dal batterio, che non si trasmette da persona a persona ma respirando goccioline d'acqua infetta, in meno di quattro settimane. E tutti abitavano vicini. La simultaneità delle infezioni e la prossimità delle abitazioni sono state considerate un evento straordinario e sospetto. Un'incidenza simile, in un paese da 26 mila abitanti come Bresso, di solito si registra in cinque anni e più. È il motivo per cui Comune e autorità sanitarie si sono messi in allarme. L'Asl ha effettuato 28 prelievi di campioni di acqua. Quattro sono risultati positivi: in due casi si tratta di abitazioni di persone che si sono ammalate; negli altri due, di edifici senza contagiati, ma nella stessa zona. Gli esperti dell'Asl hanno esaminato tutte le possibili origini del contagio. E, risultati alla mano, l'unica plausibile è quella dei cantieri che tra agosto e settembre hanno riguardato l'acquedotto pubblico (anche se non ci sono prove analitiche, come spesso succede nei casi di legionella). Sulla questione si è espresso pubblicamente l'assessore della Sanità, Mario Mantovani: «Pur in assenza di una prova documentale, al momento la principale ipotesi patogenetica è legata ai lavori estivi sul tratto di acquedotto che attraversa il centro del Comune. Questo in considerazione dell'ubicazione delle abitazioni dei sei casi (poste tutte a valle o a breve distanza dal punto dei lavori), della correlazione cronologica, della quasi contemporaneità sintomatica e della rilevanza numerica. Si sono verificati sei casi in 20 giorni quando negli ultimi cinque anni abbiamo avuto nel comune di Bresso complessivamente quattro casi». Torna ad intervenire anche il sindaco di Bresso, Ugo Vecchiarelli (Pd). Sul sito del Comune è appena apparso un nuovo comunicato indirizzato alla popolazione: «Benché nelle ultime tre settimane non ci siano stati nuovi casi segnalati, preferiamo essere prudenti e preventivamente, in accordo con l'Asl, abbiamo invitato gli amministratori di condominio a elevare la temperatura di distribuzione dell'acqua calda oltre i 65°, facendola scorrere per mezz'ora al fine di eliminare il batterio. Vi invitiamo a fare attenzione a non scottarvi! si legge -. Si raccomanda di evitare l'utilizzo della doccia ed usare precauzioni nell'uso dell'acqua calda dei rubinetti di casa». Gli abitanti sono invitati anche a provvedere alla manutenzione dei punti di emissione di acqua del rubinetto attraverso la sostituzione dei filtri o lasciandoli a bagno con l'anticalcare; e a fare scorrere l'acqua calda prima di utilizzarla, mantenendosi lontano dalla fonte, dopo l'apertura dei rubinetti. SimonaRavizza © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda Tra la fine di settembre e ottobre a Bresso si sono registrati sei casi di legionella (contro i 4 registrati negli ultimi cinque anni). Uno è deceduto Il numero di casi ravvicinati e la prossimità delle abitazioni delle persone contagiate hanno messo in allarme Comune e autorità sanitarie. Pronto il dossier con l'esito delle indagini VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Legionella, sotto accusa i lavori all'acquedotto Il sindaco di Bresso: «Fate scaldare l'acqua» 18/11/2014 Corriere della Sera - Roma Pag. 11 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Lazio-Juve? Occhi chiusi e come va, va» «Ci purgherà? E io compro una farmacia » Tommaso Pellizzari MILANO Finché si scherza si scherza, ma quando a Francesco Totti chiedono se tiferà Lazio sabato, quando i biancocelesti sfideranno la Juve, la battuta per una volta gli viene meno istantanea: «È una bella lotta: chiudo gli occhi, quello che succede succede». Va bene così, tanto l'ambiente è neutrale: Milano, sala Buzzati, all'interno della sede della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera. Tutto il calcio italiano che conta è riunito per la consegna al capitano della Roma del premio Giacinto Facchetti - Il bello del calcio, giunto alla sua nona edizione. Il riconoscimento, nato per iniziativa della famiglia del leggendario terzino (scomparso nel 2006) e della Gazzetta, gli è stato assegnato dalla giuria composta da Gianfelice Facchetti (figlio di Giacinto), dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal direttore della Gazzetta Andrea Monti. Un premio che arriva nel ventesimo anniversario del primo gol di Totti in serie A e che ha come motivazione il più evidente punto in comune fra i calciatori delle due epoche: la fedeltà a una sola maglia, oltre a quella azzurra della nazionale. Volendo è un premio alla carriera (come il Pallone d'oro che il d.s. della Roma Walter Sabatini chiede per il n. 10). Francesco, però, è ancora lontano dall'addio. Tanto da prendersela se viene sostituito, anche se ammette che manca poco al momento in cui dirà basta. Nel frattempo, sabato riprende il campionato. «La "crisetta" della Roma non ha niente di strano, anzi: ogni squadra ne ha almeno una per stagione. Comunque, l'abbiamo superata». E anche se al derby mancano poco meno di due mesi, come si fa a non parlarne dopo la proiezione del video in cui, tra i tanti gol, spunta quello alla Lazio seguito dall'esposizione della celebre maglietta «Vi ho purgato ancora»? Stavolta, però, la battuta viene bene al presidente dei biancocelesti Claudio Lotito (sì, a festeggiare Totti c'era anche lui): «Sto comprando diverse farmacie a Roma per adeguarmi, se capitasse di nuovo». E pensare che, a Milano, il derby è già questa domenica... © RIPRODUZIONE RISERVATA I numeri 569 partite in serie A, tutte con le maglie della Roma. Aggiungendo le gare disputate nelle altre competizioni si arriva a 718 237 gol segnati in serie A, primo marcatore in attività e secondo di tutti i tempi. In tutte le competizioni si sale a 293 23 stagioni disputate con la maglia della Roma. Il debutto in Brescia-Roma 0-2 il 28 marzo 1993 58 partite e 9 gol in nazionale VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tra Totti e Lotito è già arrivato il tempo del derby 18/11/2014 Corriere della Sera - Roma Pag. 13 (diffusione:619980, tiratura:779916) un grazie al san camillo quando la sanità funziona pagina a cura di Ester Palma C aro Conti scrivo con tanta gratitudine e riconoscenza nei confronti dello staff medico e paramedico del Reparto di Urologia dell'Ospedale San Camillo per le cure che ha ricevuto, anche in questi giorni di degenza ospedaliera, mio padre che da oltre 15 anni è in trattamento di emodialisi. Da qualche settimana mio padre lamentava disturbi all'apparato urinario. A seguito delle mie segnalazioni i medici hanno deciso di ricoverare mio padre presso il reparto di urologia e, dopo i dovuti approfondimenti, hanno deciso di sottoporlo ad un intervento chirurgico. Sarò sempre grata a questi medici e a questi infermieri che hanno curato e continuano a curare mio padre con elevata professionalità, attenzione ed umanità. Maria Cristina Restivo S oprattutto in questi giorni in cui la contrapposizione prevale sul dialogo, denigrare Roma è uno sport nazionale. Se il Paese è in profonda crisi, questa dissestata Capitale lo è ancora di più e nelle attuali condizioni non solo non rappresenta un traino positivo ma viene vissuta come un pozzo di problemi e disservizi. Però Roma talvolta sorprende gli stessi romani. Prendiamo la nostra sanità, come ci suggerisce la lettrice. Troppo spesso ci fermiamo alla superficie (le lunghe attese per un esame, le file al Pronto soccorso). E dimentichiamo una sostanza che, come in questo caso, salva vite umane e riconcilia col principio di una Sanità al servizio di tutti e uguale per tutti. Un bene straordinariamente prezioso che va difeso strenuamente. [email protected] Foto: Le lettere vanno inviate a: Corriere della Sera via Campania, 59/C 00187 Roma Fax: 0668828592 @ [email protected] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Una città, mille domande di Paolo Conti 18/11/2014 La Repubblica - Palermo Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) Altri otto ospedali condannati a sparire Entro il 2016 niente posti letto a Ribera, Mazzarino, Giarre, Leonforte, Barcellona Pozzo di Gotto, Scicli, Noto, Salemi Il piano imposto dal ministero prevede la trasformazione in presidi "di comunità" per l'assistenza ai malati cronici L' assessore Borsellino riferisce oggi all'Ars La commissione Sanità chiede tre deroghe GIUSI SPICA NELLA nuova mappa della Sanità in Sicilia spariscono otto piccoli ospedali di provincia. Svuotati di tutti i 23 reparti oggi attivi e di 258 posti letto per le emergenze. Delle vecchie strutture resterà solo il nome affisso sui cartelli di benvenuto. «Ospedali» sì, ma «di comunità»: un nuovo modello già sperimentato in altre regioni per pazienti che soffrono di malattie croniche e non hanno bisogno del ricovero. È il compromesso trovato dalla Regione nelle pieghe della nuova rete ospedaliera varata dalla giunta a fine ottobre per scongiurare la chiusura totale dei piccoli e insicuri presidi di periferia. Il taglio imposto dai nuovi standard nazionali prevede anche la riconversione dei costosi e remunerativi posti per acuti in lungodegenza e riabilitazione e la cancellazione di 500 tra primari e assistenti medici. A trasformarsi saranno gli ospedali di Ribera, Mazzarino, Giarre, Leonforte, Barcellona Pozzo di Gotto, Scicli, Noto e Salemi. L'azzeramento dei reparti e dei posti letto per le emergenze negli otto presidi è una delle sorprese della seconda bozza del piano, riscritto dall'assessorato alla luce delle nuove direttive del ministero varate ad agosto. Il documento sarà discusso oggi all'Ars, in commissione Sanità, per il parere obbligatorio.E già si annuncia un braccio di ferro tra i deputati per salvare gli ospedali che ricadono nel loro bacino elettorale. Il primo ad alzare la voce è stato Santi Formica (Lista Musumeci) che ha chiesto di bloccare la chiusura dell'ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, dove salteranno sette reparti (Cardiologia, Chirurgia generale, Malattie infettive, Medicina generale, Neurologia, Psichiatria e Pediatria). E un'eccezione alla chiusura i membri della commissione chiederanno anche per Scicli (dove salteranno Cardiologia e Chirurgia generale) e per Ribera (Chirurgia generale, Cardiologia, Medicina generale e Dermatologia). Da piazza Ottavio Ziino nessuna retromarcia: «C'erano 27 ospedali in queste condizioni - spiega l'assessore Lucia Borsellino - e siamo riusciti a salvarne diciannove adottando il modello degli "ospedali riuniti". Per gli altri otto l'unica strada percorribile era l'ospedale di comunità, che prevede posti letto ponte tra ospedale e territorio». Anche sulle modifiche l'assessore taglia corto: «Salvare alcuni reparti per le emergenze in una struttura significa chiuderne altri in un altro ospedale. Il tetto ministeriale non è contrattabile e prevede per la Sicilia 2,92 posti ogni mille abitanti». Ma cosa sono gli ospedali di comunità? E quali servizi prevedono? Entro il 2016 nelle otto strutture non esisteranno più i Pronto soccorso, le Chirurgie generali, le Medicine, le Ortopedie, le Cardiologie e tutte le specialità ospedaliere. Rimarranno solo alcuni posti letto «territoriali» dove l'assistenza sarà assicurata dai medici di famiglia, dai pediatri o da medici pubblici. Si faranno ricoveri brevi (al massimo venti giorni) di pazienti che hanno bisogno di un'assistenza infermieristica continua. Di più, per ora, non si sa. «Aspettiamo direttive dal ministero - dice Lucia Borsellino - e abbiamo formato una commissione regionale che lavorerà parallelamente. Prevediamo inoltre trasferte conoscitive nelle regioni come l'Emilia-Romagna dove queste strutture esistono da anni». Oggi l'assessore riferirà sui risultati dell'ultimo incontro con il ministero. E in molti la aspettano con l'elmetto. «L'ospedale - attacca Gino Ioppolo, della Lista Musumeci - è per definizione un luogo in cui si curano i malati. Nell'idea confusa del governo questo nuovo modello è invece poco più che un ambulatorio gestito da medici di famiglia. Praticamente una casa di riposo per anziani. Siamo contrari a questa formula ipocrita che nasconde la scelta di lasciare interi territori senza presidi sanitari». I PUNTI LA TRASFORMAZIONE Entro il 2016 otto ospedali minori di provincia diventeranno "di comunità" perdendo quasi del tutto i posti letto di degenza LE DEROGHE La commissione Sanità dell'Ars chiede che vengano esentati dalla trasformazione gli ospedali di Ribera, Scicli e Barcellona Pozzo di Gotto IL TAGLIO VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Regione 18/11/2014 La Repubblica - Palermo Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Negli "ospedali di comunità" non ci saranno più reparti di Chirurgia generale Medicina, Ortopedia Cardiologia, Pronto soccorso L'ASSISTENZA Il piano stilato dall'assessore Lucia Borsellino (nella foto) su indicazione del ministero prevede che i presidi servano ad assistere i malati cronici PER SAPERNE DI PIÙ pti.regione.sicilia.it www.ars.sicilia.it 18/11/2014 La Repubblica - Torino Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Rivoluzione nella sanità ultimi ritocchi al piano Opposizioni all'attacco Saitta: "Se dovessimo ascoltare le istanze di tutti, avremmo più ospedali che cittadini" NON si placa la bagarre sulla proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera che l'assessore alla sanità Antonio Saitta avrebbe dovuto consegnare alla commissione consigliare di Palazzo Lascaris. Un documento che, ha spiegato l'assessore, non è ancora pronto e sarà approvato dalla giunta nella riunione di domani. Ci sono ancora dei tasselli da sistemare- ha precisato Saitta che ancora ieri mattina, insieme con il vicepresidente Aldo Reschigna, ha incontrato i sindaci del Verbano per discutere del futuro degli ospedali della zona. Le tensioni però non riguardano solo i territori e i sindaci. Il Movimento 5 stelle ha lasciato la commissione per protesta contro Saitta definito «arrogante» perché non ha portato i documenti promessi. «Ci siamo rifiutati di proseguire quello che era ormai diventato un teatrino inutile e privo di contenuti: la giunta prende tempo perché i cittadini iniziano a protestare» ha sottolineata la consigliera Stefania Batzella. Anche il centrodestra è andato all'attacco: Gianluca Vignale (Forza Italia) ha chiesto che «la sinistra dica una volta per tutte la verità: il Piemonte avrà un servizio sanitario ridotto e molti presidi declassati rispetto alla situazione attuale e persino a quella che loro contestavano quando erano all'opposizione». Anche il suo compagno di partito, l'alessandrino Massimo Berruti, non ha fatto sconti: «Saitta non ci portai documenti perché ha paura- ha detto - io feci una battaglia contro la giunta precedente per l'ospedale di Tortonae sono pronto a farla con ancora più determinazione». Nessuna paura ha risposto Saitta: «Stiamo ancora valutando alcune cose, ma se dovessimo ascoltare le istanze di tutti avremmo più ospedali che cittadini. Per me il criterio è quello della sicurezza e della salute dei cittadini». La versione più aggiornata della lista degli ospedali da ridimensionaree riorganizzare conferma a Torino la chiusura di Oftalmico e Amedeo di Savoia, con il Mauriziano che dovrebbe essere un ospedale ad alta intensità (così come Città della Salute e San Giovanni Bosco) a scapito del San Luigi di Orbassano che sarà declassato. Mentre è più incerta la «battaglia» tra i presidi di Domodossola e Verbania, mentre nel Novarese sarà «hub» il Maggiore di Novara. Per quanto riguarda i punti nascita, è confermata la chiusura di Acqui Terme e Tortona, che diventano ospedali di territorio, anche se non mancano le proteste del consigliere regionale di zona del partito democratico Walter Ottria. Niente parti neppure a Carmagnola, Bra e Susa. (mc. g.) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL RETROSCENA/ DOMANI IN GIUNTA 18/11/2014 La Stampa - Torino Pag. 41 (diffusione:309253, tiratura:418328) Seimila firme per resistere Sono quasi seimila le firme raccolte tra pazienti, medici e abitanti del quartiere contro la temuta chiusura del reparto di Oncologia dell'ospedale Cottolengo. I timori sono iniziati a marzo, quando l'amministrazione Cota ha deliberato un primo taglio dei posti letto, provvedimento poi bloccato dalla nuova giunta Chiamparino. Nonostante sia considerato un'eccellenza nella cura dei tumore alla mammella, in particolare, ma anche di colon, retto e prostata, da diversi mesi ormai il presidio gestito dalla congregazione della Piccola Casa della Divina Provvidenza aspetta di conoscere il suo destino. Una situazione d'incertezza che ha spinto i familiari di chi è stato ricoverato a organizzarsi in un comitato spontaneo: «Non si può pensare di cancellare da un giorno all'altro un reparto di fondamentale importanza, sia per la competenza medica, sia per la qualità dell'assistenza», spiega la moglie di un paziente, Carla Aroasio Lano, che ha già consegnato le prime 5700 firme alla Regione, al Comune, inviando copia di tutto anche a Papa Francesco. Il piano i niziale prevedeva di eliminare i 18 letti di degenza che per ora continuano ad ospitare malati oncologici, dirottando risorse e parte del personale medico verso la creazione di un reparto di geriatria. Non subirebbero, invece, cambiamenti gli ambulatori e il day hospital. «Ad oggi, ogni anno abbiamo 300-350 ricoveri in degenza e somministriamo oltre 1400 chemioterapie - spiega il direttore del reparto, Carlo Alberto Raucci -. In un ambito di tagli, forse la soluzione migliore potrebbe essere quella di rafforzare la collaborazione con il San Giovanni Bosco, nostro ospedale di riferimento, e con la Rete Oncologica». [e. BAR.] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oncologia 18/11/2014 La Stampa - Alessandria Pag. 45 (diffusione:309253, tiratura:418328) La farmacia "sospesa" dopo ispezione dell'Asl Resterà chiusa per un mese la farmacia del dottor Luigi Rossi a Gaminella di Mombello. Nei giorni scorsi, l'Asl ha effettuato un controllo che avrebbe rilevato alcune situazioni non regolari. Sarebbero state rinvenute alcune scatole di medicinali scadute e una situazione non a norma del laboratorio. Un controllo che ha portato a una sospensione dell'esercizio per trenta giorni, con notifica da parte del Comune di Mombello e la chiusura della farmacia. «Per quanto riguarda la presenza di alcune scatole di medicinali scaduti, di cui ero a conoscenza, avevo dato mandato di rimuoverle, ma non è stato fatto» dice il dottor Rossi. Già nel giugno 2013 erano state rilevate inadempienze e la farmacia era stata «sospesa» per 15 giorni. «L'augurio è che la situazione torni alla normalità in quanto la farmacia è un importante punto di riferimento per i nostri cittadini e per gli abitanti della Valle» sottolinea il sindaco di Mombello, Maria Rosa Dughera. [R. SA.] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MOMBELLO. UN MESE DI CHIUSURA 18/11/2014 La Stampa - Imperia Pag. 44 (diffusione:309253, tiratura:418328) Le ricette mediche? In busta chiusa BALDO MEO, CAPO UFFICIO STAMPA GARANTE PRIVACY ROMA n Le ricette mediche possono essere lasciate presso le farmacie e gli studi medici per il ritiro da parte dei pazienti, purché siano messe in busta chiusa. Lasciare ricette e certificati alla portata di chiunque o perfino incustodite, in vaschette poste sui banconi delle farmacie o sulle scrivanie degli studi medici, viola la privacy dei pazienti. Con una lettera inviata al Presidente della federazione italiana medici di medici generale (Fimmg), il Presidente del Garante per la privacy, Antonello Soro, è intervenuto per sgombrare il campo da allarmi ingiustificati su presunti divieti dell'Autorità, che si sono diffusi nei giorni scorsi a seguito di articoli e lettere dei lettori apparsi su alcuni quotidiani. Il Garante ha dunque precisato che le procedure, in vigore già da tempo, consentono ai medici di lasciare ai pazienti ricette e i certificati presso le sale d'attesa dei propri studi o presso le farmacie, senza doverglieli necessariamente consegnare di persona. Per impedire la conoscibilità da parte di estranei di dati delicati, come quelli sanitari, è però indispensabile che ricette e certificati vengano consegnati in busta chiusa. La busta chiusa è tanto più necessaria nel caso in cui non sia il paziente a ritirare i documenti, ma una persona da questi appositamente delegata. Semplici regole di buon senso, queste, che permettono di rispettare la riservatezza e la dignità delle persone senza creare troppi aggravi e difficoltà né ai medici né agli stessi pazienti. Ingiustificati anche i timori riguardo ad un particolare "accanimento" nei controlli ispettivi del Garante nei confronti dei medici di base. Nella lettera l'Autorità ha sottolineato che l'attività di verifica, svolta a tutela della riservatezza e della dignità dei pazienti, riguarderà infatti il settore sanitario nel suo complesso - a partire dai rischi connessi alle grandi banche dati sanitarie, al fascicolo sanitario elettronico, alla telemedicina - e non specificamente i trattamenti svolti dal singolo medico. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La parola ai lettori 18/11/2014 La Stampa - Novara Pag. 40 (diffusione:309253, tiratura:418328) Sospesa l'attività dell'ospedale "Ci impegneremo a ridurre i disagi" VINCENZO AMATO Resterà chiuso anche domani l'ospedale Madonna del Popolo di Omegna. Anche se il lago ha iniziato a defluire ci vorranno almeno due giorni per liberare il piano terra dell'edificio in cui si trovano le cabine elettriche e gli altri impianti. «L'attività dell'ospedale e quelle dell'Asl sono sospese - spiega Adriano Giacoletto direttore dell'Asl Vco -. In questi giorni stiamo chiamando tutti i pazienti che avrebbero dovuto essere sottoposti a terapie o fare analisi per avvertirli. Con la ripresa dell'attività cercheremo di recuperare ed evitare ulteriori disagi. Per le emergenze - conclude Giacoletto - bisogna rivolgersi al 118 o direttamente ai Dea di Verbania e Domodossola». Ieri i dirigenti dell'Asl e del Coq hanno effettuato un sopralluogo nei locali allagati. «Sono sospese tutte le attività e i pazienti ricoverati a Verbania, Borgomanero e Veruno sono seguiti anche da nostri medici che hanno fatto da supporto». Chiarito anche il «mistero» dei 31 ricoverati. «In realtà il Coq funziona a pieno regime con 93 posti letto - aggiunge Carducci - però nei giorni scorsi, quando ci siamo resi conto che la situazione avrebbe potuto diventare critica, abbiamo riprogrammato gli interventi e sospeso i ricoveri. Così, al momento in cui è scattato l'allarme nei reparti c'erano soltanto 31 pazienti». Per informazioni sono attivi i numeri telefonici 0324.848406 e 800.307114. La farmacia dell'ospedale è stata temporaneamente spostata al piano terra di palazzo Beltrami. Le altre attività dell'Asl, dialisi, oncologia, raccolta sangue, prelievi e analisi, vengono effettuate all'ospedale di Verbania. Intanto ieri il Lago d'Orta si è ritirato di 5 centimetri. Oggi potrebbe essere riaperta a senso unico alternato con semaforo la strada provinciale, parzialmente crollata a Borca sabato sera, che collega Omegna con Agrano, Armeno e Mottarone. Oggi si deciderà quando riaprire le scuole. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La farmacia del Coq spostata a palazzo Beltrami 18/11/2014 Il Messaggero - Marche Pag. 38 (diffusione:210842, tiratura:295190) Ieri il via libera da parte della giunta regionale allo studio di prefattibilità SANITÀ C'è finalmente l'atto formale per costruire il nuovo ospedale Marche Sud. Ieri la Giunta regionale ha approvato lo studio di prefattibilità, redatto da Servizio sanità e Agenzia Regionale Sanitaria, di questa struttura unica del Piceno che deve sostituire gli obsoleti, e non sempre a norma, ospedali di Ascoli (Mazzoni) e Madonna del soccorso (San Benedetto). Demandando ogni ulteriore decisione sulla realizzazione ad una fase successiva alla stipula dell'accordo di programma (art. 20 legge 67/1988). Estensione su circa 80.000 metri quadrati prevalentemente a sviluppo orizzontale. Cinquecento posti letto di degenza, suddivisi per intensità di assistenza, per patologie di acuzie, post acuzie, riabilitazione e lungodegenza. Costo ipotizzato (nella delibera non viene però riportato) 120/130 milioni considerando l'utilizzo delle tecnologie già a disposizione molte delle quali recentemente rinnovate. Una chimera? «Penso di no - risponde il vicepresidente della Giunta regionale Antonio Canzian - Penso che la sanità nel Piceno ha bisogno di una struttura unica per razionalizzare servizi e costi. Per una Provincia di 200.000 abitanti un solo ospedale è sufficiente. Il Governo regionale mantiene un impegno preso da tempo. Le risorse? Vanno trovate, naturalmente, e non è facile di questi tempi. Ma non è impossibile. C'è lo Stato, c'è la vendita di immobili di proprietà della Regione e ci sono sinergie con i privati per la gestione di servizi non sanitari. Nella recente Conferenza Stato-Regioni è vero che sono stati messi sul tavolo altri 4 miliardi di tagli ma è anche vero che, su richiesta dei presidenti di Regione, una parte di questa somma potrebbe essere recuperata e destinata ad infrastrutture sanitarie». Insomma lei in quest'opera ci crede. «Certo che ci credo. Anche da medico. aggiunge Canzian -. Dal punto di visto tecnico si tratta di proseguire un percorso di integrazione tra i due ospedali esistenti iniziato due anni fa. Il Piceno è più avanti di tutti nelle Marche nella riorganizzazione sanitaria che riduce sprechi e guadagna efficienza». Ora che cosa si aspetta dalla comunità picena? «Che i sindaci, a cominciare da quelli di Ascoli e San Benedetto, non rendano difficile il percorso avviato ma collaborino fattivamente per realizzare l'opera se la condividono. Tocca a loro indicare l'ubicazione. Altrimenti noi faremo la nostra proposta. L'ospedale Marche Sud apre anche una nuova fase storica. Guai a ridurre il dibattito sulla localizzazione. Tutta la comunità del Piceno deve essere coinvolta e dire se condivide il progetto. Poi si faccia fronte comune». Nella delibera di ieri non si parla dove costruire. Ma si fissano i parametri della scelta: accessibilità, sicurezza del sito, sostenibilità ambientale e integrazione paesaggistica e urbanistica. Non devono esistere naturalmente rischi di esondazioni, frane o terremoto. L'area di Campolungo, messa a disposizione gratuitamente dal sindaco di Ascoli Guido Castelli, può fare al caso? Franco De Marco © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ospedale Marche Sud compiuto il primo passo 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Pag. 29 (diffusione:165207, tiratura:206221) La città futura':«Vecchi macchinari,Senigallia penalizzata» SENIGALLIA UN SENSIBILE ridimensionamento - riguardo alle apparecchiature - dell'ospedale cittadino dal Piano sanitario regionale. Preoccupazione in tal senso viene espressa da Carlo Girolametti, capogruppo consiliare de La Città Futura' . «Il risultato chiarisce Girolametti è penalizzante per il nostro territorio. Questo, nonostante gran parte degli obiettivi riguardanti l'assistenza sanitaria nel Senigalliese, indicati dal nostro gruppo, sono stati raggiunti. E' vero che nel 2015 dovrebbe essere inaugurata la nuova sala parto e riunificate le sale chirurgiche, ma diverso è il discorso per le apparecchiature fa presente Girolametti . Il Pronto soccorso riceverà semplicemente un apparecchio radiologico e non una Risonanza magnetica; e la Risonanza magnetica che dovrebbe arrivare alla Radiologia è diversa da quelle che andrà all'ospedale di Jesi - che ne ha già una - per esami complessi. Di recente ha cessato di funzionare un apparecchio ecografico in dotazione al consultorio, giudicato obsoleto da tempo, e non c'è alcuna certezza che verrà sostituito». Il gruppo consiliare ha chiesto una nuova convocazione della commissione consiliare. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITA' 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Pag. 6 (diffusione:165207, tiratura:206221) FEDERFARMA premia chi studia. Il presidente regionale D'Avella consegna oggi (ore 18) l'assegno per la borsa di studio a un giovane farmacista camerunense. La cerimonia nella sede di Federfarma Marche di Ancona, in via I maggio 142. Il ragazzo, adeguatamente formatosi nei corsi di laurea specializzati, potrà così tornare al suo paese d'origine con un aiuto in più. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FEDERFARMA Premiati i più braviBorsa di studio a un camerunense 18/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Fermo Pag. 27 (diffusione:165207, tiratura:206221) Addio al farmacista De Giovanni Era un'istituzione della Città Alta. Lascia la moglie e due figlie GIULIANO FORANI di GIULIANO FORANI ALL'ETÀ di 57 anni, è venuto a mancare, la notte scorsa, Massimo De Giovanni. Era il farmacista della città alta, titolare di un esercizio storico nel vecchio borgo, da oltre sessantacinque anni aperto in quella piazzetta dell'Unità, per tutti divenuta la «piazzetta della Farmacia». Massimo l'aveva assunta meno di dieci anni fa, dopo la morte del padre Gianfranco che l'aveva aperta negli anni cinquanta, insieme con la moglie Graziella. ERA UN PUNTO di riferimento, la farmacia, per utenti e amici, soprattutto per i residenti della città alta. E lo è sempre stato. Una cera e propria istituzione. Massimo stava lottando da tempo contro un malanno. LO FACEVA con fiducia e tanta dignità. Aveva sperato, ci aveva creduto, aveva combattuto. Come lui ci avevano sperato la mamma Graziella, la moglie Laura, le figlie Giulia e Claudia, la sorella Roberta, le farmaciste che avevano con lui stabilito un rapporto familiare. Ci avevano sperato gli amici, in particolare quelli del «Civithabana Cigar Club», gli appassionati del sigaro cubano, che vedeva in Massimo un promotore instancabile di iniziative e relatore competente in meeting di approfondimento. Un vero cult per lui e tanti altri. MASSIMO De Giovanni è morto ieri notte a 57 anni. Per tutta la giornata di ieri, la sua abitazione di «piazza della Farmacia» è stata meta di un continuo viavai di persone parenti e amici che gli hanno voluto rendere l'ultimo saluto. I funerali del farmacista si svolgeranno questo pomeriggio alle 15 nella chiesa di San Paolo Apostolo. Image: 20141118/foto/3856.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LUTTO STRONCATO DA UN MALE A 57 ANNI: I FUNERALI OGGI NELLA CHIESA DI SAN PAOLO 18/11/2014 Il Gazzettino - Treviso Pag. 8 (diffusione:86966, tiratura:114104) Ricette parcheggiate Il garante dice: si può Consuetudine sdoganata La condizione: busta chiusa Mauro Favaro Il garante della privacy spazza via tutti i dubbi: i medici di famiglia possono preparare le ricette e lasciarle depositate in ambulatorio o in farmacia in attesa che le persone assistite passino a ritirarle. Basta che siano in una busta chiusa. «Finalmente si è preso atto che i pazienti sono in grado di intendere e di volere - spiega Brunello Gorini, presidente della Fimmg di Treviso - in sostanza si è ammesso che non si può decidere contro la volontà espressa dagli stessi pazienti». Trovare la propria prescrizione pronta senza dover fare tutta la fila per entrare dal dottore è sempre stata una delle cose più desiderate dai trevigiani costretti a frequentare gli studi medici. La comodità è evidente. In particolare per chi con i minuti contati deve prima passare in ambulatorio e poi recarsi a prendere i medicinali in farmacia. Negli ultimi tempi tale pratica era finita al centro di una bufera fatta di consigli, voci e pure leggende metropolitane che la bollavano come non legittima per il rischio che nel periodo di deposito altri cittadini potessero mettere gli occhi sui dati sensibili relativi alla salute dei pazienti. Tanto che in alcuni studi veniva seguita comunque, sulla base di un tacito accordo tra la segreteria e gli assistiti, ma di soppiatto. Senza troppa pubblicità. Quasi sottobanco, insomma. Adesso non sarà più necessario. Il garante della privacy ha dato il proprio definitivo benestare. «È sufficiente che le prescrizioni siano lasciate presso le farmacie e gli studi medici per il ritiro dalla parte dei pazienti purché siano messe in busta chiusa - fanno il punto dalla Fimmg - lasciarle invece incustodite in vaschette poste sui banconi delle farmacie o sulle scrivanie degli studi medici viola la privacy dei pazienti». Alla fine basta un pò di buonsenso per evitare che i cittadini che hanno solo bisogno di farmaci. magari sempre gli stessi, debbano sobbarcarsi ogni volta tutta la fila in ambulatorio. «Sostituita la ricetta rossa, adesso ci sono ancora i promemoria - conclude Gorini - tutto si risolverà automaticamente quando la prescrizione diventerà davvero esclusivamente elettronica. Speriamo il prima possibile». Foto: SODDISFATTO Brunello Gorini presidente della Fimmg di Treviso VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SALUTE Medici autorizzati a lasciarle a disposizione dei pazienti 18/11/2014 Il Gazzettino - Udine Pag. 3 (diffusione:86966, tiratura:114104) L'Ordine dei farmacisti : non tocca a noi schedare i clienti Non si tratta solo di far rispettare le norme sulla privacy, ma anche soprattutto di non ledere la dignità dei farmacisti che di certo non possono diventare anche i rilevatori delle targhe di coloro che entrano nella farmacia con turno notturno. Il presidente dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Udine, Michele Favero, interviene nel dibattito acceso dopo l'ipotesi dell'amministrazione comunale di Udine di far schedare ai farmacisti le targhe dei cittadini-pazienti: «Non possiamo accettare che la nostra categoria debba assolvere a ruoli che non ci competono. Già devono fare bene, come stanno facendo, il loro lavoro, quello dei farmacisti. Lasciamo che il farmacista faccia il farmacista! Non ha alcun senso dare alla categoria ulteriori oneri aggiuntivi che non rientrano nelle loro mansioni....Abbiamo un codice etico da rispettare e da far valere in tutte le sedi istituzionali». Come se non bastasse, il presidente Favero ribadisce che il servizio erogato dalla farmacia Beltrame è imprescindibile, essenziale per la comunità, che funziona da lustri, con un riconoscimento di servizio pubblico apprezzato e fondamentale. In gioco c'é anche la segretezza: molte volte il cittadino, fra l'altro, non vuole far sapere a terzi di essere stato in farmacia o quante volte si reca di notte nelle farmacia, del resto questa sfera delicatissima rientra nella segretezza che anche i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero far valere». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2014 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA POLEMICA Michele Favero replica al Comune PROFESSIONI 4 articoli 18/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 53 (diffusione:619980, tiratura:779916) Blitz negli spogliatoi dell'Nfl a caccia di antidolorifici Il football americano trema. Agenti federali dell'antidroga hanno condotto ispezioni a sorpresa nell'Nfl per sospetta distribuzione illegale di farmaci tra i giocatori. I blitz sono stati effettuati presso i San Francisco 49ers, Seattle Seahawks e Tampa Bay Buccaneers: nel mirino la distribuzione di antidolorifici. © RIPRODUZIONE RISERVATA PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/11/2014 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Doping 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 14 (diffusione:334076, tiratura:405061) «Gli Usa vanno e la Russia promette ancora» MADE IN ITALY Calzature, meccanica e legno-arredo: l'embargo a Mosca e il rublo debole ci hanno penalizzato ma è solo una parentesi Laura Cavestri MILANO. «Avranno pure messo l'embargo sui prosciutti emiliani e sulle mele trentine. Ma, per fortuna, noi in Russia che ogni anno assorbe il 10% della nostra produzione - continuiamo a vendere: refrigeratori, impianti per la trasformazione dei cibi, strutture per alberghi e ristoranti». Per Nicola Marzaro, (presidente di Assofoodtech, le aziende dei macchinari per il trattamento e la conservazione di food & beveradge) l'export 2014 si chiuderà a +5% (circa 3 miliardi di euro, contribuendo a più del 70% sul Pil di categoria). Per fortuna che ci sono i due pilastri di quella che fu la guerra Fredda - Usa e Russia (quest'ultimo un po' zoppicante) - a sostenere l'andamento complessivo del nostro export (al netto dei prodotti alimentari). Se nel mese di settembre l'export è salito del 7,4% su base annua (la crescita è del 2,1% al netto degli effetti di calendario), il dato positivo resta, tra gennaio e settembre rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, dell'1,4%. Con picchi soprattutto verso Belgio (+29,9%, in realtà porto di transito via nave per l'Asia e l'America), i Paesi Opec (+20,6%, Emirati in testa) e gli Usa (+13,3%). «Nell'arredamento - sottolinea Marta Anzani, corporate manager di Poliform - Usa e Russia sono, rispettivamente, al 4° e 5° posto nella top ten delle destinazioni, dopo Francia, Germania e Regno Unito. Paesi fondamentali anche per il distretto del legnoarredo brianzolo. Soprattutto gli Usa sono un mercato maturo ma in forte espansione, dove l'edilizia galoppa e, contemporaneamente, ci sono logiche chiare e regole ferme. Il che facilita il rapporto d'affari e limita i rischi. Si può investire sul lungo periodo. In Asia, ad esempio, si lavora altrettanto bene con Hong Kong, sul mercato cinese. In Russia, più che l'embargo pesano il rublo debole, una situazione di crisi generale del Paese e l'entrata, in quel mercato, di competitors soprattutto turchi». D'accordo Alessandro Calligaris (Confindustria Udine): «Il distretto della sedia e del mobile tra Veneto e Friuli Venezia Giulia risente di un calo di vendite verso la Russia ancora da quantificare. Ma si punta a crescere negli Usa così come nel Centro-America, soprattutto Messico e Colombia. Il Brasile resta off limits per via dei dazi». «Usa e Russia sono il 3° e 4° mercato per noi - afferma il presidente di Assocalzaturifici, Cleto Sagripanti -. Ma molte aziende del distretto marchigiano vendono tra Russia ed ex Urss il 20% della produzione, dove la crisi spinge verso i prodotti turchi e cinesi low cost. Per questo stiamo puntando a rafforzare i contatti con distributori statunitensi». Spinta dal super export e dall'essere, per sua natura, un settore anticiclico, la farmaceutica si conferma secondo l'Istat - il settore italiano con l'incremento maggiore (+16,5%), dopo i mezzi di trasporto. «Da inizio anno - spiega Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria - la produzione è cresciuta del 2,7%, dopo il +5% dell'anno scorso. Il 2014 si caratterizza come un anno di consolidamento dopo una forte accelerazione del 2013. L'export è pari a 20 miliardi di euro l'anno e costituisce il 70% del Pil del settore. Questo perché, in Italia, abbiamo ricerca ma anche industria, con 180 fabbriche. L'Italia può ritenersi l'hub europeo della farmaceutica». «Export a +7% in Europa e +5% extra-Ue» spiega Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica. «Dal III quadrimestre abbiamo visto un calo della Ue e una vigorosa ripresa proprio di Usa e Mediooriente, i nostri principali mercati "lontani". In Cina ci teniamo qualche progetto extralusso di nicchia, ma la concorrenza locale è molto forte». «Più che l'export in sè - aggiunge Pier Eugenio Baldini, presidente di Ucc-Anima (produttori di caldaie e impiantistica per l'oil&gas, una nicchia d'eccellenza della meccanica che esporta il 95% di quel che produce) la difficoltà è prevedere sul medio-lungo periodo su quali mercati concentrare gli sforzi o pianificare una PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/11/2014 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La geografia. I produttori: ci aiuta la ripresa americana e il Medio Oriente non ha mai perso colpi 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 14 (diffusione:334076, tiratura:405061) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/11/2014 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato penetrazione. Sono appena tornato da una fiera negli Emirati. Il petrolio è sempre meno il baricentro economico. Perché il prezzo è sceso e su greggio e gas crescono la concorrenza Usa e australiana. Ad Abu Dhabi e Dubai, ad esempio, crescono società "locali" di engineering con personale europeo o coreano ben pagato e assunto a progetto, in Paesi dove le tasse (anche sul lavoro) sono minime». © RIPRODUZIONE RISERVATA 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 15 (diffusione:334076, tiratura:405061) Il biotech in crescita chiede meno burocrazia Mauro Pizzin TRIESTE Rafforzare la partnership pubblico-privata, tagliare la burocrazia, spingere sulla logica di rete per far decollare il settore dei farmaci biotecnologici. L'invito è stato formulato ieri all'università di Trieste nel corso dell'incontro organizzato da Farmindustria "Biotech e farmaco: nuove possibilità di cura, un'opportunità per il Paese", una location non casuale se solo si pensa che il capoluogo del Friuli Venezia Giulia può contare su un'area di ricerca scientifica e tecnologica all'avanguardia, con 83 realtà, fra cui 21 centri di ricerca. Nella tavola rotonda a cui hanno partecipato, fra gli altri, Eugenio Aringhieri, presidente del Gruppo Biotecnologie di Farmindustria, Diego Bravar di Confindustria Fvg e Adriano De Maio, presidente di Area Science Park Trieste, sono state evidenziate le potenzialità di un comparto come quello biotech, già molto dinamico e altamente tecnologico, forte di 176 imprese sul territorio nazionale con quasi 5mila addetti, capace di realizzare un fatturato annuo di 6 miliardi e di investire annualmente oltre 1,1 miliardi in ricerca e sviluppo. Un comparto destinato, in prospettiva, a incidere sempre più anche sulla quota di export mondiale dell'industria farmaceutica nazionale (+1,1% nel quadriennio 2010-13 contro il -02% del totale Italia) se solo si pensa che già ora il 40% dei farmaci di nuova registrazione è di origine biotecnologica e che questa percentuale è destinata a crescere in futuro fino al 70 per cento. «Il biotech - ha sottolineato Aringhieri rappresenta una grande opportunità per l'Italia dal punto di vista sociale, sanitario e occupazionale. Grazie a 403 farmaci in sviluppo il nostro Paese può, infatti, giocare un ruolo da protagonista in questa partita: basti pensare che finora, grazie all'industria farmaceutica, si è guadagnato un mese di vita ogni quattro a partire dal 1951». Per far compiere al settore un definitivo salto di qualità occorrerà, tuttavia, intervenire su una serie di criticità, alcune - come la cronica instabilità del quadro normativo e la gestione della Sanità con 21 sistemi diversi figlie del nostro sistema Paese, altre - la valorizzazione del ruolo industriale della farmaceutica in Italia e il rafforzamento della partneship fra pubblico e privato nella R&S - che chiamano in causa più attori. Su questo secondo fronte, in particolare, le industrie sono pronte a fare la loro parte. «Il valore del network, la capacità di fare rete - ha evidenziato ancora Aringhieri - è fondamentale e noi tutti dobbiamo superare questa cronica incapacità di fare squadra. Detto questo, ciò che chiediamo al pubblico non è solo o tanto un supporto di tipo finanziario in un settore in cui i tempi d'investimento sono almeno decennali, ma di spingere sulla leva del technology transfer, creando le condizioni affinchè chi fa ricerca, l'ateneo, sia in grado di comprendere le esigenze del mercato e possa meglio rapportarsi con l'impresa». © RIPRODUZIONE RISERVATA PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/11/2014 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Comparti. Il giro d'affari raggiunge i sei miliardi e l'export sale dell'1,1% FRIULI VENEZIA GIULIA 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità Pag. 3 (tiratura:40000) La medicina difensiva pesa 10 miliardi Analisi realizzata da Agenas in Lombardia, Marche, Sicilia e Umbria Troppi controlli, troppe prestazioni inappropriate, troppi soldi sprecati. Sono vorticosi i numeri della medicina difensiva nel nostro Paese. E il brutto è che i dati sono destinati a crescere. Senza timori, il 58% dei medici ammette apertamente di praticarla e per quasi tutti (93%), il fenomeno medicina difensiva sembra ineluttabile, destinato cioè ad aumentare inesorabilmente nei prossimi anni. Un fiume in piena di esami inutili che valgono il 10% del totale della spesa sanitaria (9-10 mld) con un costo pro capite di 165 euro su un totale di 1.847 euro. Sono i dati riportati nel primo studio-pilota elaborato dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e presentato a Roma nei giorni scorsi, durante il workshop «Medicina difensiva - Sperimentazione di un modello per la valutazione della sua diffusione e del relativo impatto economico». Poker di Regioni sotto esame. Lo studio pilota è stato effettuato su quattro Regioni: Lombardia, Marche, Sicilia, Umbria, su un campione di circa 1.500 medici ospedalieri. Sei medici su dieci, ossia il 58% degli intervistati, ammettono di praticare la medicina difensiva. L'oscar dell'inappropriatezza lo prendono equamente con il 33% del totale gli esami laboratorio, al pari appunto degli esami strumentali, a seguire con il 16% le visite specialistiche. Un comportamento difensivo preoccupante, ammesso dal 6% dei medici interrogati è di non fornire cure potenzialmente efficaci, perché sono ad alto rischio complicazioni. Le cause principali attribuite dai medici interrogati sono: per il 31% la legislazione sfavorevole per il medico, per il 28% il rischio di essere citati in giudizio e il 14% lo sbilanciamento del rapporto medico-paziente con eccessive richieste, pressioni e aspettative da parte del paziente e dei familiari. Dall'analisi emerge un altro aspetto significativo, i medici sanno benissimo di esagerare e hanno già la ricetta per uscire dall'impasse e ridurre la medicina difensiva: per il 49% basterebbe attenersi alle evidenze scientifiche e per il 47% si dovrebbero riformare le norme che disciplinano la responsabilità professionale. La voce delle istituzioni. «Con questo progetto - ha specificato il Dg Agenas, Francesco Bevere, si affronta un tema controverso, di grande attualità, quello della medicina difensiva, approntando strumenti validi alla valutazione del fenomeno in tutte le sue sfaccettature: dai fattori economici alle cause legate essenzialmente a una legislazione non sempre favorevole per i medici, agli aspetti emotivi del professionista sanitario. Tutto ciò è un grave sintomo del profondo malessere, ampiamente diffuso tra i medici, che genera gravi conseguenze sulla qualità e la sicurezza delle cure e delle organizzazioni». Sul tema è intervenuto Amedeo Bianco (Fnomceo): «Occorre potenziare la gestione e la prevenzione del rischio in tutti gli aspetti, lavorare su responsabilità civile e penale correggendo le situazioni anomale e inserire le tabelle per i risarcimenti. Se facciamo queste cose limitiamo anche l'impatto sulle assicurazioni». Sottolinea il danno prodotto dai comportamenti difensivi anche Annalisa Silvestro (Ipasvi): «L'iper-prescrizione incide e si riflette su tutte le professioni sanitarie». Dati in crescita. In questi giorni, il Cineas, Consorzio universitario del Politecnico di Milano, ha presentato il Libro bianco della medicina difensiva, dove il dato fotografato sale fino a 13 miliardi di euro, pari al 10% della spesa sanitaria. Ma cambia poco: dieci o tredici miliardi di spreco, in ogni caso, la sanità italiana non può assolutamente permetterseli. Lucilla Vazza © RIPRODUZIONE RISERVATA La sintesi dei risultati I più frequenti comportamenti di Md ( prescrizione di): Esami di laboratorio 33% Esami strumentali 33% Visite specialistiche 16% Non fornire cure potenzialmente efficaci ma ad alto rischio di complicazioni 6% Cause principali di Md Legislazione sfavorevole per il medico 31% Rischio di essere citato in giudizio 28% Sbilanciamento del rapporto medico paziente con eccessive richieste/pressioni/aspettative da parte del paziente e dei familiari 14% Stima dell'impatto economico Generale in euro 9-10 mld Generale in % sulla spesa sanitaria 10,5% Generale in euro sulla spesa sanitaria pro capite (1.847 euro) 165 e Stima dei costi della Md per settori rispetto alla spesa totale Farmaceutica 14% Esami strumentali 25% Esami di laboratorio 23% Visite specialistiche 11% Utilizzo della Md Percentuale rispondenti al questionario che dichiarano di praticare Md 58% Percentuale rispondenti al questionario che ritengono che la Md sia destinata ad aumentare 93% Percentuale rispondenti al PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/11/2014 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PRIMO STUDIO PILOTA 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità Pag. 3 (tiratura:40000) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/11/2014 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato questionario (che dichiarano di praticare Md) che ritengono che la Md ha diminuito le loro probabilità di errore 64% Percentuale rispondenti al questionario (che dichiarano di praticare Md) che ritengono che la Md sia un fattore limitante 69% Azioni potenzialmente efficaci per ridurre i comportamenti di Md Personali: attenersi alle evidenze scientifiche 49% Organizzativi: riforma delle norme che disciplinano la responsabilità professionale 47% PERSONAGGI 1 articolo 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità Pag. 18 (tiratura:40000) Scacco al diabete in 5 mosse Self-empowerment e «tempesta» informativa per accendere i riflettori Il 14 novembre è stata la Giornata mondiale del diabete, una malattia cronica con la quale convivono quasi 400 milioni di persone in tutto il mondo. Non si può rimanere indifferenti di fronte ai numeri del diabete: in Italia vivono quasi 4 milioni di persone che sanno di avere la malattia, a cui va aggiunto almeno un milione di persone che ne è affetto senza saperlo. Circa 5 milioni in tutto, pari a un italiano su 12. Numeri in ascesa. Più del doppio rispetto a 25 anni fa e probabilmente la metà di quelli che saranno fra 25 anni se la crescita del fenomeno non sarà arrestata. Il diabete è una malattia estremamente complessa nell'origine e sistemica nell'espressione clinica, che può diventare tanto grave da essere letale. Il diabete è molto costoso per l'individuo, la sua famiglia e la società. In Italia i costi reali sostenuti per curare le persone con diabete (non le tariffe virtuali) raggiungono i 15 miliardi di euro all'anno, ben oltre il 10% della spesa del Ssn. A cui vanno aggiunti almeno 10 miliardi di euro di costi indiretti (assenze dal lavoro, minore produttività ecc.). E senza dimenticare i costi morali: una generale peggiore qualità di vita e disabilità. Tutto questo ha forti implicazioni di carattere sociale e dovrebbe ispirare scelte molto oculate, sia economiche che politiche. Ogni giorno, medici di famiglia e specialisti (diabetologi, ma non solo), operatori sanitari (infermieri, dietisti, psicologi, podologi ecc.), associazioni di pazienti e società scientifiche combattono la loro battaglia contro il diabete e collaborano per aiutare le persone con diabete a vivere meglio e più a lungo. Un aiuto che deve modellarsi anche con l'ascolto dei bisogni di queste persone che nel corso della vita si devono imporre qualcosa (dieta, attività fisica, pillole o iniezioni, controlli glicemici domiciliari, esami di laboratorio, visite mediche ecc.) da 100 a 500mila volte. La terapia del diabete deve essere assolutamente personalizzata e questo richiede massima attenzione alle caratteristiche di una condizione clinica che è praticamente unica in ogni soggetto. Nessuna persona con diabete è come un'altra, tutti sono profondamente diversi tra di loro e hanno bisogni peculiari. Azione strategica sul web. Bisogni che sono emersi chiaramente anche da un progetto sviluppato sul web e denominato #5azioni. Si è trattato di conferenze digitali in diretta streaming alle quali hanno partecipato cittadini, pazienti e rappresentanti delle loro associazioni, operatori della salute, membri delle istituzioni, giornalisti, personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, blogger e appartenenti alla community online. Un dibattito promosso da Sanofi, che ha toccato cinque temi di grande attualità: lo sport, la maternità, i bambini, l'alimentazione, la tecnologia. È stata un'occasione di ascolto e confronto che ha offerto storie e spunti di grande interesse. Nel progetto sono state raccolte circa cento proposte provenienti da oltre mille persone che sono state poi esaminate da un Comitato scientifico a cui, oltre al sottoscritto, sono presenti rappresentanti di associazioni di pazienti e di altre società scientifiche. Più empowerment per i diabetici. È stata quindi identificata un'azione complessiva che in maniera trasversale ne contenesse un buon numero. Un'azione che mira ad aumentare la capacità (empowerment) delle persone con diabete a gestire la malattia e che passa attraverso una corretta ed esaustiva educazione. Un'azione che si è tradotta nella richiesta al ministro della Salute di promuovere una massiccia campagna di informazione sul diabete per tutto il 2015, usando i mezzi audiovisivi della Rai, focalizzando l'attenzione, mese dopo mese, su un aspetto specifico della malattia. L'obiettivo è generare una tempesta mediatica che si affianchi al lavoro svolto quotidianamente in migliaia di ambulatori per trasmettere conoscenza, eliminare malintesi ed equivoci. E consolidare il concetto che il vero protagonista della cura è la persona stessa e che l'esito finale è nelle sue mani. Un'azione forte che richiami l'attenzione sul diabete anche di quei decisori in sanità che spesso non colgono l'essenza della malattia e non la collocano fra le priorità del contesto sanitario, nonostante in questo Paese ogni 20 minuti una persona muoia a causa del diabete. Da questo punto di vista si spera molto nella promozione dell'iniziativa da parte dell'Intergruppo parlamentare "Qualità della vita e diabete", guidato dai parlamentari Luigi D'Ambrosio Lettieri e Lorenzo Becattini, referenti della XII Commissione, rispettivamente al Senato della PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/11/2014 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato GIORNATA MONDIALE/ Presentate alle istituzioni le principali azioni su cui impegnarsi 18/11/2014 Il Sole 24 Ore Sanità Pag. 18 (tiratura:40000) PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/11/2014 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Repubblica e alla Camera dei Deputati, e annunciata contestualmente alla presentazione della richiesta al ministro Beatrice Lorenzin. Cronicità e alleanze. Il diabete è una malattia seria, curabile ma non guaribile, che può compromettere seriamente lo stato di salute di chi ne è affetto se non viene affrontata con grande conoscenza, competenza e determinazione da parte di tutti. Non ci sono altre patologie che necessitano dell'impegno di una grande alleanza come quella richiesta dal diabete. Un'alleanza in cui il protagonista è comunque la persona con la malattia. Non è un caso che lo slogan utilizzato nelle piazze di tutta Italia per la Giornata mondiale del diabete 2014 sia: «Il diabete mi ha scelto. Io ho scelto me». Questo slogan esprime bene il ruolo attivo che deve essere svolto della persona affetta dal diabete e che può essere promosso e facilitato anche con progetti di partecipazione e coinvolgimento come quello di #5azioni. Enzo Bonora professore ordinario di Endocrinologia dell'Università di Verona, presidente Società italiana di diabetologia © RIPRODUZIONE RISERVATA
Documenti analoghi
Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 21/09/2014
Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 20/02/2015
federazione ordini dei farmacisti
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 16/04/2016
scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
E i tempi? La delibera di giunta è attesa entro il 25 maggio, data delle elezioni europee. Del resto, uno dei leit
motiv della campagna elettorale per le Regionali del febbraio 2013 - sull'onda deg...
Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o
parziale del loro contenuto per fini che esulano da un u...
Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 26/02/2015
e - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 18/10/2014
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o
parziale del loro contenuto per fini che esulano da un u...