Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
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FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 24/07/2014 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO Il capitolo non contiene articoli SANITÀ NAZIONALE 24/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale Galan, i sospetti dei pm sulle dimissioni dall'ospedale 7 24/07/2014 Il Sole 24 Ore Maxi-polo della salute in Toscana 8 24/07/2014 Il Sole 24 Ore La Toscana unisce ricerca e buona sanità 10 24/07/2014 La Repubblica - Nazionale "Tumori, ecco i reparti della speranza" 11 24/07/2014 La Stampa - Nazionale Fecondazione eterologa, in arrivo le novità 13 24/07/2014 Avvenire - Nazionale Lorenzin: obbligatorio il sì della Regione 14 24/07/2014 Avvenire - Nazionale Nuovo codice dei medici Milano ora chiama il Tar 15 24/07/2014 Avvenire - Nazionale «Stamina, il ministero non ha poteri» 16 24/07/2014 ItaliaOggi Enpaf, i conti dei farmacisti godono di buona salute 17 24/07/2014 L Unita - Nazionale Caso Stamina è ora di agire 18 24/07/2014 L Unita - Nazionale «Il Governo risolva la questione Stamina» 19 24/07/2014 Il Salvagente ROMANO MARABELLI SI È AUTOSOSPESO 20 24/07/2014 Il Salvagente Minaccia invisibile Le NANOPARTICELLE a nostra insaputa sono già nel piatto 21 24/07/2014 Il Salvagente "Oggi in troppi fanno finta di non sapere Non ripetiamo gli errori fatti sull'amianto" 24 24/07/2014 Il Salvagente La COPPIA ha problemi di letto? c'è il pronto soccorso del sesso 26 24/07/2014 Il Salvagente Problema più diffuso di quanto si ammetta che mina l'equilibrio dei due partner 28 24/07/2014 Medico e Paziente Serve maggiore coinvolgimento dei MMG nella gestione del PAZIENTE CEFALALGICO 30 24/07/2014 Panorama della Sanita Nel 2013 oltre 40 studi clinici 31 24/07/2014 Panorama della Sanita Elette le cariche direttive 32 24/07/2014 Panorama della Sanita «Pronti ad investire almeno un miliardo e mezzo di euro nei prossimi tre anni» 33 24/07/2014 Panorama della Sanita Mettere mano al Titolo V 37 24/07/2014 Panorama della Sanita Per l'empowerment dei pazienti 40 24/07/2014 Panorama della Sanita «Senza un intervento del legislatore ogni mese milioni di euro di mancati risparmi» 41 24/07/2014 Panorama della Sanita Condivise le proposte per la sanità elaborate dall'Antitrust 43 VITA IN FARMACIA 24/07/2014 Corriere della Sera - Roma Medici e pediatri studi aperti sette giorni su sette 45 24/07/2014 La Repubblica - Roma Sanità, gli ambulatori aperti anche nel fine settimana Intesa Regione-medici di base 46 24/07/2014 La Repubblica - Roma Arrestato dopo 13 colpi a negozi e farmacie 48 24/07/2014 La Repubblica - Roma La lotta al cancro passa per i media Incontro al ministero 49 24/07/2014 La Repubblica - Torino Ospedale di Rivoli, la terapia intensiva invasa dalle mosche 50 24/07/2014 La Repubblica - Torino Quell'erba che cresce solo a metà strada tra il Polo e l'Equatore 51 24/07/2014 Il Messaggero - Roma Allarme dell'ordine dei medici «Potenziare i controlli sanitari» 53 24/07/2014 Il Messaggero - Roma Sanità, studi medici aperti 12 ore 54 24/07/2014 Il Messaggero - Abruzzo Tra Afm e Comune è scontro aperto 55 24/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Inaugura il centro clinico dell'istituto Ramazzini 56 24/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Rapina in taxi alla farmacia «E' il sesto colpo, ora basta» 57 24/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona «Chirurgia da completare e pioggia dal tetto della chiesa» 58 24/07/2014 Il Gazzettino - Belluno La Corte europea di giustizia riconosce le farmacie locali 59 24/07/2014 Il Gazzettino - Pordenone Test precoci, Fvg campione d’Italia 60 24/07/2014 QN - Il Giorno - Milano Audizione Maugeri al Pirellone: dalla commissione arriva stop bipartisan Rizzi (Lega): «Bloccare subito la delibera e monitorare la situazione» 61 24/07/2014 Il Secolo XIX - Imperia Entro l'autunno Roverino avrà finalmente la farmacia 62 24/07/2014 Il Tempo - Roma Studi medici aperti anche nel fine settimana 63 24/07/2014 Il Tempo - Roma Palozzi: «Chiarire i rapporti con Ares 118» 64 24/07/2014 Il Tempo - Roma Scatta la centralina Anffas senza corrente saltano le riabilitazioni 65 PROFESSIONI 24/07/2014 ItaliaOggi BREVI 67 24/07/2014 Panorama della Sanita Ricetta elettronica: intesa tra Regione e medici di medicina generale 68 PERSONAGGI Il capitolo non contiene articoli SANITÀ NAZIONALE 24 articoli 24/07/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inchiesta Mose Sequestrata la cartella clinica. Nordio: la sua patologia era compatibile con un trasporto in Parlamento Galan, i sospetti dei pm sulle dimissioni dall'ospedale La replica «Noi agiamo da medici, se fosse uscito il giorno prima cosa si sarebbe detto?» MILANO - Ha trascorso la notte in una cella singola del centro clinico del carcere di Opera Giancarlo Galan. I suoi legali hanno presentato richiesta di scarcerazione al Tribunale del riesame di Venezia, ma i giudici hanno a disposizione una settimana per decidere. Il primo appuntamento all'orizzonte per l'ex ministro è previsto venerdì prossimo, quando sarà sentito per rogatoria dal gip di Milano Cristina Di Censo, per conoscere il suo immediato futuro giudiziario (oggi dovrebbe ricevere la visita in carcere del suo avvocato Niccolò Ghedini). A tenere banco è ancora l'esito della giornata di martedì, quando Galan nel giro di poche ore è passato dalle dimissioni dall'ospedale dove era ricoverato da 12 giorni come paziente a indagato raggiunto dall'ordinanza di custodia cautelare per corruzione che lo inseguiva da un mese e mezzo. Nel mezzo, il voto della Camera, che ha votato sì al suo arresto. Ora i magistrati della Procura di Venezia vogliono capire perché un paziente ritenuto fino a una settimana prima «intrasportabile», per i problemi circolatori connessi all'ingessatura alla gamba, sia stato così velocemente mandato a casa dai medici dell'ospedale di Este. Per questo hanno inviato la Guardia di Finanza a porre sotto sequestro nel nosocomio la cartella clinica di Galan. «Il paziente - ha spiegato il direttore medico, Enrico Agnoletto - è stato dimesso quando si è avuta conferma che il quadro degli esami e quello clinico si erano stabilizzati, e poteva andare a domicilio». E ha puntualizzato: «Noi agiamo come medici non valutiamo altre ragioni. Se Galan fosse stato dimesso "proprio" il giorno prima del voto che cosa si sarebbe detto? La polemica ci sarebbe stata comunque». Il procuratore aggiunto, Carlo Nordio, invece ha sottolineato come dalla lettera di dimissioni, «poi acquisita agli atti», «emerge una patologia perfettamente compatibile con un trasporto in Parlamento per difendersi». © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 7 24/07/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 7.10 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità . La Regione punta a sviluppare un cluster biomedico per attrarre nuovi investimenti TOSCANA Maxi-polo della salute in Toscana Via al piano in settembre, sinergie tra privati e Servizio sanitario LA STRATEGIA Marroni: potenzieremo le strutture per la ricerca e l'attrazione di attività di tipo produttivo in un'area già all'avanguardia Roberto Turno ROMA L'appuntamento è per fine settembre. Un workshop tra imprese e istituzioni locali per definire in tempi brevi linee d'azione e un preciso cronoprogramma di interventi. Con un obiettivo ambizioso, la classica sfida nella sfida: creare in Toscana una Pharma Valley e un Polo biomedico che ricalchi esperienza e successi di Biopolis a Singapore. Per attrarre investimenti, fare ricerca di altissimo livello, sviluppare innovazione, creare occupazione. E coniugare tutto questo col governo della spesa farmaceutica, aiutando i cittadini ad avere sempre più accesso ai farmaci innovativi e sicuri. Impresa al top e assistenza sanitaria più sicura garantita. La sfida nella sfida. Terzo cluster farmaceutico d'Italia dopo Lombardia e Lazio, la Toscana punta sempre più in alto. Per fare del suo polo farmaceutico un serbatoio sempre più importante, non solo per l'economia locale. È così la prima regione che - appena varato il «Patto per la salute 2014-2016» - accende i motori e si prepara a scrivere una pagina nuova di zecca nei rapporti tra istituzioni locali e industrie del Pharma e del biomedicale, rari comparti in cui il made in Italy riesce a reggere l'onda della concorrenza e i colpi della crisi. A cominciare dai record dell'export. Le lettere d'invito del governatore Enrico Rossi stanno per partire. E la regione punta forte sul successo dell'iniziativa, consapevole che con le imprese, anche dopo l'endorsement pro farmaceutico di Matteo Renzi, il terreno è stato da tempo dissodato e che sono pronte a fare per intero la loro parte. Spiega Luigi Marroni, l'assessore toscano al diritto alla salute al quale Rossi, dopo il «Patto», ha affidato un ruolo di primo piano anche in questa scommessa: «È strategia della Toscana potenziare le infrastrutture per la ricerca e l'attrazione dell'industria con azioni concrete e di sviluppo. Nel farmaceutico ora vogliamo fare di più. È possibile, abbiamo tutte le carte in regola. Noi e le industrie che già operano da noi, ma anche quelle che possiamo, e vogliamo, attrarre con i nostri progetti». D'altra parte nomi e numeri in gioco sono già d'eccellenza: Menarini, Eli Lilly, Novartis e Gsk, Baxter, Msd, Kedrion, Biomiereux per citare solo alcune aziende. Nazionali e multinazionali. Che significano 6 miliardi di fatturato col 63% di export verso la Ue, 12mila occupati (2mila in R&S), sperimentazioni cliniche in crescita, tre poli universitari, 187 imprese del biomedicale, istituti di alta specializzazione dalla Normale di Pisa alla scuola superiore Sant'Anna fino all'Imt di Lucca, forte presenza di start up nate nei parchi scientifici almeno quattro incubatori d'impresa. Perché questi saranno i punti di partenza del Pharma Valley e del Polo biomedico toscano. I fondamentali ci sarebbero per tentare di scalare posizioni nella farmaceutica made in Italy. Ma bisogna passare dalle parole ai fatti già entro l'autunno, per iniziare dal 2015 quel decollo che dovrebbe essere garantito dal cronoprogramma d'azione sul Pharma e sul biomedicale che sarà scritto da settembre in avanti. L'ambizione della Pharma Valley toscana va dunque riempita di contenuti. A partire dal potenziamento del sistema dei DipInt, i dipartimenti interistituzionali, vere e proprie task force dedicate al supporto della ricerca che coinvolgono Università e aziende ospedaliere universitarie nella gestione dei processi di ricerca e innovazione. O ancora, chiarisce Marroni, «il distretto toscano di scienza della vita, cluster per il pubblico e il privato dal biotech al farmaco, dai dispositivi medici fino alla nutraceutica e alla cosmetica». Si partirà dalle sinergie Ssn-industria, condividendo sviluppo tecnologico, analisi d'impiego dei risultati dell'innovazione, una rete solida per la ricerca tra strutture pubbliche e industria. Anche puntando a un coordinamento nazionale tra regioni e ministeri. Con incentivi per favorire il radicamento industriale e la localizzazione della ricerca per stimolare il rilancio del mercato farmaceutico nel medio e lungo periodo. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 8 24/07/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 7.10 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Senza disdegnare i risparmi per il Ssn. Per tenere unite buona spesa (con nuove forme d'acquisto) e sviluppo del sistema industriale. Ma in una logica di condivisione. «Non si può andare avanti come in un tiro alla fune - aggiunge Marroni - con il Ssn contrapposto alle industrie. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte. Per lo sviluppo e la buona sanità. In questo senso la prossima riforma dell'Aifa promossa dal ministro Lorenzin potrà essere una svolta». © RIPRODUZIONE RISERVATA LA PAROLA CHIAVE DipInt 7I cosiddetti DipInt (dipartimenti interistituzionali) sono, in Toscana, un pool d'intervento,una vera e propria task force, che ha il compito di supportare quelle attività di ricerca che coinvolgono le Università e gli ospedali universitari nella gestione dei progetti diR&Se di innovazione. Sono3 i DipInt in Toscana, e costuiscono una piattaforma decisiva al servizio delle aziende e delle attività di ricerca privata FIRENZE PISA SIENA LUCCA Occupati (con l'indotto) 12.000 In R&S 2.000 I tre poli universitari Istituti di alta specialità: Scuola Normale di Pisa, Scuola Superiore Sant'Anna, IMT di Lucca Le città tra le prime 20 per valore di export Le città tra le prime 20 italiane per export Terzo cluster farmaceutico d'Italia (dopo Lombardia e Lazio) Il valore esportato verso l'UE 63% Fatturato in miliardi 6 Laureati e 510 studenti PhD in discipline scientifiche correlate alle scienze della vita (2013) 5.800 Sperimentazioni cliniche (2006-2010) 1.300 Prima regione per spinoff universitari (18 nelle scienze della vita). Sesta regione per start-up innovative (823 brevetti fino al 2013 generati localmente) Sperimentazioni in corso su 24 strutture attive (nel 2013) Francia 216 Germania 13% 26% LaPharma Valley toscana SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 9 24/07/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 20 (diffusione:334076, tiratura:405061) La Toscana unisce ricerca e buona sanità Metti una regione che vuole attrarre investimenti, puntare sulla ricerca e l'innovazione e al tempo stesso salvare i servizi sanitari ai cittadini e i conti della salute pubblica. E metti un'intero settore industriale, il farmaceutico, che cerca sicurezza per i propri programmi e vuole scommettere sull'Italia, garantire R&S di qualità, creare occupazione di alto livello. Un'impresa troppo spesso nell'impresa nel Paese delle mille burocrazie e delle idee che mancano. Ma che invece talvolta può essere un'impresa vincente, una scommessa vinta. La sfida che la Toscana vuole mettere in campo da settembre con le imprese del farmaco ma anche con quelle del biomedicale - una Pharma Valley del farmaceutico, addirittura un Polo biomedico sulle orme della mitica Biopolis di Singapore - non è un passo qualsiasi in un'Italia che soprattutto dalla cintola in giù continua a vivere nei suoi guai antichi, proprio mentre la crisi non la smette di picchiare duro. Da una parte il dirittodovere delle istituzioni di preservare il proprio ruolo e di salvare la qualità e l'universalità possibile dei suoi servizi. Dall'altro quello dell'impresa di crescere, di essere motore dello sviluppo e di avere certezza dei suoi investimenti. Che poi diventano una calamita e a loro volta un motore per la crescita e l'occupazione. Due ruoli non in antitesi, anzi. Due parti nella stessa commedia. Per fare rete e comunità insieme, ma di farla davvero, una volta per tutte. Una rete robusta e sicura, non piena di strappi da cui poi il pescato (la ripresa e il lavoro) inesorabilmente se ne scappa. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PIANO DELLA REGIONE PER IL FARMACEUTICO 24/07/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Tumori, ecco i reparti della speranza" Indagine Ieo: meno di cento interventi l'anno in oltre la metà delle strutture di chirurgia toracica "Così i medici fanno poca esperienza e i rischi aumentano. L'unica soluzione è accorpare" In 130 centri il numero delle operazioni più delicate è talmente basso che le Regioni potrebbero decidere di chiuderle "I pazienti andrebbero sempre informati se la loro scelta è caduta su una équipe che lavora meno di altre" MICHELE BOCCI VI FARESTE operare in un reparto di chirurgia toracica dove si fanno appena 25 interventi di tumore al polmone l'anno o anche meno? La risposta probabilmente è no, eppure in Italia ogni anno mille malati finiscono sotto i ferri di medici poco allenati, che entrano in sala in media una volta ogni due settimane. Sono 130 gli ospedali dove l'attività sul polmone è così bassa da giustificare una immediata chiusura da parte delle Regioni, che però non hanno abbastanza coraggio per dire basta. Se si alza la soglia a 50 interventi, comunque pochi, le strutture diventano 160. I dati sono quelli del ministero, rielaborati in una ricerca sul 2011 e il 2012 dall'Istituto oncologico europeo di Umberto Veronesi a Milano, l'ospedale dove si fanno più operazioni per tumore al polmone nel nostro Paese, 326 in un anno. La ricerca spiega come per le società scientifiche internazionali, il numero minimo degli interventi più impegnativi di una chirurgia toracica è di 100. Ma da noi già prendere in considerazione chi sta sotto i 25 può servire a migliorare l'assistenza ai pazienti. Il lavoro di Massimo Monturano, risk manager dello Ieo, entra nel vivo di uno dei temi più caldi della razionalizzazione sanitaria. La lotta a sprechi e inefficienza, più che dalla chiusura dei piccoli ospedali, che possono essere riconvertiti e trovare nuove strade di assistenza, passa dallo stop ai reparti dove si lavora poco oppure male. Se c'è la prima condizione, comunque, la seconda è una conseguenza quasi certa. La letteratura scientifica su questo punto è concorde: i chirurghi devono entrare spesso in sala per lavorare bene. «Dobbiamo operare molto - spiega Lorenzo Spaggiari, responsabile della chirurgia toracica Ieo - il nostro è un mestiere manuale ripetitivo: più fai, migliore è il servizio che dai al paziente. Se fai solo una lobectomia al mese, magari con intelligenzae sensibilità la concludi bene, ma il paziente ha rischiato». Di recente un regolamento allegato al Patto per la salute tra ministero alla Sanità e Regioni ha ribadito questo principio, anche se attende l'approvazione. Prevede soglie di attività minima a seconda della specialità e anche, per le strutture che fanno comunque un numero sufficiente di interventi, una valutazione in base all'esito dell'assistenza per il malato. Di chirurgie toraciche, se si seguissero quegli standard, in Italia ne basterebbero 80, contro le attuali 215. Tagliando le 130 che fanno meno di 25 interventi si arriverebbe più o meno a quel numero. I dati Ieo indicano anche la diffusione delle strutture troppo piccole nel nostro paese. La Lombardia, dove nel tempo è proliferata l'assistenza ospedaliera specialistica, ne ha la bellezza di 35 che fanno sotto i 25 interventi l'anno, contro le 19 che ne fanno di più. In Veneto sono 19 contro 6, in Lazio 20 e 6, in Sardegna 6 e 1, in Calabria 3 e 0. «Bisogna tenere conto delle differenze geografiche - aggiunge Spaggiari - a Milano non ha davvero senso una struttura piccola, perché ci sono vari ospedali che lavorano molto. Magari in una zona del Paese dove ci sono meno servizi specialistici, può servire una toracica piccola. La cosa importante è informare i pazienti, devono sapere che rischiano di più dove si lavora meno. Così possono scegliere consapevolmente dove farsi operare». L'offerta di chirurgia toracica in Italia è molto frammentata. Solo ventuno ospedali, circa il 10%, superano i cento interventi l'anno- scrivonoi ricercatori Ieo- Oltre la metà delle regioni (undici) non ha nessun ospedale che raggiunge la soglia, sette di queste non hanno nessun ospedale che supera la metà. 132 GLI OSPEDALI Sono 132 su un totale di 215 gli ospedali italiani dove ogni anno si fanno da zero a 25 interventi al polmone 80 LE STRUTTURE Secondo ministero e Regioni, le strutture sufficienti per operare i casi di tumore al polmone in Italia sarebbero 80 7.800 GLI INTERVENTI Sono 7.800 gli interventi chirurgici per rimuovere i tumori al polmone svolti ogni anno in Italia 100 I NUMERI LO STANDARD Secondo le società SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La ricerca 24/07/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato scientifiche un centro di chirurgia toracica dovrebbe svolgere almeno 100 interventi "maggiori" ogni anno PER SAPERNE DI PIÙ www.ieo.it www.repubblica.it Foto: Sono dieci le regioni dove sono presenti centri che vanno oltre: Lombardia (sei centri), Lazio (quattro), Toscana (tre), Emilia (due). Campania, Veneto, Puglia, Piemonte, Liguria e Abruzzo (uno). Foto: L'ONCOLOGO Il chirurgo Umberto Veronesi è fondatore e direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia 24/07/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) Fecondazione eterologa, in arrivo le novità I dati del donatore sono segreti: l'Italia pensa a deroghe all'anonimato GIACOMO GALEAZZI ROMA Fecondazione eterologa, in arrivo le novità/ A PAGINA 16 Giubilei e Russo AA.A. papà biologi cocercasi. Nelle Linee-guida con cui il consiglio dei ministri si appresta a regolamentare la fecondazione eterologa, la questione più spinosa riguarda le deroghe all'anonimato dei donatori. Insomma, l'effetto a lungo termine della provetta libera potrà essere un esercito di bebè che una volta cresciuti vorranno conoscere il loro vero padre. In base alle norme italiane, i dati dei donatori sono conservati con l'anonimato per 30 anni in appositi registri e di fatto c'è la possibilità di risalire ai propri dati genetici, tutto allo scopo di garanzia sanitaria ma non per una identità biologica che non è alla base di rapporti familiari, come sentenzia la Corte Costituzionale. Le regole in vigore riguardano le donazioni di cellule, le modalità con cui prestare il consenso informato da parte del donatore, l'anonimato del donatore e del ricevente, e le modalità di selezione del donatore. Sia il ministro Lorenzin sia - su "Avvenire" - il giurista cattolico Francesco D'Agostino, concordano che occorre risolvere il problema dell'anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla coppia e il diritto a conoscere le proprie origini e la rete parentale più prossima (fratelli e sorelle) da parte dei nati con queste procedure. «Non c'è esigenza di intervenire nuovamente sulla questione dell'anonimato perché è già tutto previsto dalla normativa vigente; alle centinaia di coppie sterili e infertili che si rivolgono a noi consigliamo di consultare il Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita - spiega Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni-. Da quell'elenco scelgono in quale struttura andare. La necessità per il nato di poter risalire alla propria identità biologica entra in contrasto con la stessa legge 40 che prevede che i bambini nati dalla donazione di uno o due gameti sono figli legittimi della coppia e non hanno rapporti giuridici con i donatori». È una tabella di marcia precisa quella indicata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per arrivare all'applicazione, a pieno regime, delle tecniche di fecondazione eterologa in Italia dopo la sentenza della Consulta che ne ha bocciato il divieto contenuto nella legge 40: il 28 luglio le linee guida in materia, ha annunciato, verranno presentate alla Camera e subito dopo ci sarà un decreto. Dopo l'annuncio delle prime gravidanze ottenute in Italia da fecondazione eterologa, il ministero della Salute ha pronte le linee guida da presentare alla Camera. L'associazione Coscioni, soprattutto in questo periodo, sta ricevendo molte telefonate da coppie che in tutta Italia vogliono sapere a chi rivolgersi per accedere alla fecondazione assistita. «Indichiamo sempre di consultare il registro nazionale in cui sono forniti i nome e le prestazioni di tutti i centri accreditati sul territorio - afferma Gallo -. Anche le coppie che hanno in corso le gravidanze da eterologa hanno preso contatti tramite l'elenco dei centri autorizzati ad applicare tutte le tecniche di procreazione medicalmente assistita». Il ministero della Salute, attraverso una Authority, vigilerà sulle banche del seme e sul registro dei donatori. L'anonimato sarà garantito per i donatori, con eccezioni per particolari esigenze di tipo sanitario e medico o su richiesta del soggetto nato da fecondazione eterologa. Sono previste forme di rimborso per i donatori e l'opportunità di rendere possibile l'eterologa sia nei centri pubblici sia in quelli privati. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I SERVIZI 24/07/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 10 (diffusione:105812, tiratura:151233) Lorenzin : obbligatorio il sì della Regione Chiunque fornisca servizi di fecondazione eterologa «lo può fare solo se ha un'autorizzazione regionale». Lo ha ribadito il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel presentare a Bruxelles le priorità del semestre italiano. L'autorizzazione rientra nell'ambito delle norme che servono a garantire «le persone in modo tale che tutti possano avere accesso alla procreazione medicalmente assistita in piena sicurezza». Lorenzin non ha risposto alle accuse di "estremismo cattolico" ritenendole «totalmente prive di fondamento». Intanto, dall'Inghilterra, arriva la notizia del piano per la legalizzazione dell'inseminazione in vitro da tre genitori e, contestualmente, si certifica l'aumento del 20% delle coppie che volano negli Usa per accedere alla "selezione del genere": la determinazione del sesso del nascituro al momento della fecondazione artificiale a seconda dei desideri. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ETEROLOGA 24/07/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 10 (diffusione:105812, tiratura:151233) L'ordine del capoluogo lombardo si oppone: «Non possiamo essere costretti ad adottarlo» I dissidenti dalle nuove norme deontologiche considerano inaccettabile tra l'altro la subordinazione del medico alle aziende sanitarie. Il presidente Bianco (Fnomceo) replica alle critiche: un'interpretazione capziosa o quantomeno inesatta EMANUELA VINAI L'Ordine dei medici di Milano ricorre al Tar del Lazio contro il nuovo codice deontologico. L'annuncio è stato dato da Roberto Carlo Rossi, presidente Omceo Milano che ha reso nota la decisione unanime dell'ordine meneghino di opporsi al «tentativo della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) di imporre a tutti gli ordini provinciali un nuovo giuramento e un nuovo codice deontologico». Il ricorso si focalizza sulla parte conclusiva del nuovo codice, laddove nelle disposizioni finali si stabilisce che gli ordini sono vincolati ad adottare il nuovo codice. «Questo obbligo non può esserci, perché a norma di legge la proposta non può essere vincolante» - spiega Roberto Carlo Rossi - «e abbiamo fatto ricorso al Tar per tutelarci ed evitare che si aprano contenziosi». Non condividendo alcune delle innovazioni presenti nel testo infatti, il consiglio direttivo della Omceo Milano ha deciso di non uniformarsi alle nuove disposizioni e di continuare a mantenere il "vecchio" codice del 2006. A giugno, subito dopo la presentazione del codice 2014, anche altri ordini provinciali come Bologna, Massa Carrara e Latina, avevano dato vita a una fronda di contestazione. In particolare, Giancarlo Pizza, presidente Omceo di Bologna, tra i primi a voler ricorrere al Tar, aveva rilevato come non fosse mai accaduto che «un codice deontologico non venisse votato all'unanimità». Preoccupazione condivisa anche da Rossi, che rimarca la necessità di una concertazione condivisa «quando si cambiano le regole del gioco». Ben dieci ordini provinciali, più due astenuti, avevano votato contro l'approvazione del testo novellato. Bocciatura arrivata dopo un intenso dibattito incentrato sulle contraddizioni di alcuni articoli. Secondo quanto rilevato dai dissidenti, nel nuovo codice non solo viene eliminato il concetto di alleanza terapeutica su cui si fonda la relazione di cura, ma sono stati inseriti argomenti estranei al perimetro della deontologia professionale, come il rispetto delle modifiche organizzative decise dai Servizi sanitari regionali o dalle aziende. In questo modo, spiega ancora il presidente di Milano «il medico che si opponesse agli ordini palesemente sbagliati di un giudice o di un funzionario amministrativo sarebbe sanzionabile». Critiche «infondate» per Amedeo Bianco, presidente della Fnomceo che risponde alle contestazioni in una lunga intervista affidata al sito della federazione. «Un'interpretazione capziosa o quantomeno inesatta del testo che in realtà fa precedere all'individuazione dei doveri generali del medico quella della sue competenze tecnico professionali». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nuovo codice dei medici Milano ora chiama il Tar 24/07/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 10 (diffusione:105812, tiratura:151233) «Stamina, il ministero non ha poteri» Il titolare della Giustizia ammette: «La magistratura ha supplito alla politica» Ieri in Senato anche il Garante della privacy: sfruttata l'immagine dei bambini VIVIANA DALOISO Continuano le infusioni ordinate dai tribunali, continuano le accuse e i richiami al governo e così anche Stamina continua a infiammare il dibattito pubblico e politico del Paese. Ieri a intervenire per la prima volta sulla spinosa vicenda è stato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, più volte chiamato nelle scorse settimane a fare chiarezza proprio in merito alle ordinanze dei vari giudici che impongono agli Spedali Civili di Brescia di impartire la terapia ai pazienti di Vannoni. «Gli accertamenti degli uffici del ministero sono ancora in corso», ha detto nel corso dell'audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, per poi spiegare che in ogni caso il ministro non ha potere sui giudici, che questi ultimi «pur tenendo pr esente il bilanciamento degli interessi di tutti gli soggetti coinvolti, hanno ritenuto prevalente il tema del diritto alla salute», che si tratta di «pronunce cautelari» e «molti dei provvedimenti sono assunti sulla base del principio di evitare danni maggiori». Ancora, che «ciascuna autorità giudiziaria può interpretare le leggi autonomamente, ed è quindi possibile che le singole autorità giudiziarie diano diverse interpretazioni». Insomma, «neppure se l'attuale vuoto normativo venisse colmato si potrebbero evitare le ordinanze». Ma sono soprattutto le ammissioni di Orlando a fare notizia: gli interventi da parte dei giudici nell'ambito della vicenda Stamina per il ministro hanno rappresentato «un caso di supplenza della magistratura sulla politica», anche se dovuto non a una «latitanza di quest'ultima ma dalla necessità della politica di rispettare i tempi per la validazione scientifica del metodo». E così si torna all'altrettanto annosa questione del Comitato scientifico del ministero della Salute, chiamato a dire una parola definitiva sulla terapia proposta da Vannoni e alle cui conclusioni «è auspicabile si arrivi il più presto possibile», ha detto lo stesso Orlando. Ai lavori e al giudizio definitivo di quel Comitato (il terzo, lo ricordiamo, visto l'azzeramento dei due precedenti) è appeso anche l'ospedale di Brescia, i cui medici hanno optato per l'obiezione di coscienza e dunque per non proseguire con le infusioni di Stamina. Che poi è il motivo per cui le famiglie dei pazienti si rivolgono ai tribunali. Su Stamina ieri è intervenuto anche il Garante della privacy, Antonello Soro, secondo cui nella vicenda «l'informazione ha più di una volta ceduto alla tentazione del sensazionalismo, sfruttando l'immagine di bambini malati». Soro ha anche fatto riferimento alla richiesta del Movimento vite sospese di pubblicare le cartelle cliniche dei pazienti trattati con Stamina depositate sul sito del Senato. In questo caso, ha sottolineato, «bisogna valutare se il principio della pubblicità dei lavori parlamentari imponga la pubblicazione di tali dati ed in tal caso - ha concluso - sarebbe comunque preferibile eliminare quelli identificativi». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Orlando. 24/07/2014 ItaliaOggi Pag. 25 (diffusione:88538, tiratura:156000) Antonio G. Paladino L'ente di previdenza dei farmacisti (Enpaf) gode di buona salute. I risultati della gestione 2013, infatti, confermano il trend sostanzialmente positivo dei principali indicatori economico-patrimoniali. È quanto ha messo nero su bianco la sezione centrale di controllo sugli enti della Corte dei conti, nel testo della deliberazione n. 67/2014, con cui è stato reso noto l'esito del controllo sulla gestione 2013 dell'ente oggi guidato da Emilio Croce. Da rilevare, scrive la Corte, il saldo della gestione previdenziale e assistenziale che chiude con un segno positivo di 1,7 sul 2012, grazie, soprattutto, alle entrate da contributi. Sulla gestione caratteristica, poi, la magistratura contabile ha rilevato che il numero degli iscritti si incrementa di quasi 3 mila unità e che, come sopra riportato, aumenta il relativo saldo, ovvero la differenza tra il totale delle entrate contributive e quello degli oneri per le prestazioni previdenziali e assistenziali. In dettaglio, l'incremento è dovuto alla differenza tra l'aumento del gettito derivante da contributi (+5,45 mln) e l'aumento della spesa per prestazioni (+,3,78 mln). Qualche piccola perplessità riveste ancora la massa dei crediti che l'Enpaf vanta nei confronti dei iscritti e contribuenti. A chiusura dello scorso anno, tali risorse ammontano a 53,24 milioni di euro, di cui quasi 29 milioni afferenti al debito delle Asl e 26 milioni per contributi ordinari, molti dei quali rappresentati da debiti pregressi, così da far ribadire alla Corte l'esigenza di porre in essere utili iniziative per la loro riscossione, soprattutto per i crediti risalenti ad esercizi remoti, previa verifi ca della loro attuale esigibilità. Infi ne, in merito alla tenuta della gestione nel medio-lungo periodo, la Corte ha rilevato che lo scorso anno sono entrate in vigore le nuove modifi che al sistema pensionistico, consistenti nell'innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 68 anni e nel diritto all'acquisizione della pensione di anzianità con 42 anni di effettiva iscrizione e contribuzione (rispetto agli attuali 40) e, comunque, nella soppressione di tale istituto a partire dal 2016. In questo quadro, la Corte ribadisce che nella relazione riferita al 2012 la situazione della cassa non desta preoccupazione per l'intero arco temporale 2011-2060 e che ulteriori valutazioni saranno disponibili solo alla luce del prossimo bilancio tecnico di cui l'Enpaf si doterà. Antonio G. Paladino SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Enpaf, i conti dei farmacisti godono di buona salute 24/07/2014 L Unita - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:54625, tiratura:359000) Caso Stamina è ora di agire PIETRO GRECO Finalmente, verrebbe da dire. Finalmente anche la politica si assume le sue responsabilità e decide di intervenire nella «vicenda Stamina», che da anni ormai versa in un insopportabile stato di confusione. Stiamo parlando di Luigi Zanda e di Donata Lenzi, entrambi del Partito democratico. SEGUE A PAG.13 Il primo capogruppo al Senato, la seconda capogruppo presso la commissione Affari sociali della Camera, si stanno impegnando per spingere il governo a definire un decreto che impedisca ai magistrati «di disapplicare l'ordinanza dell'Aifa che vieta le infusioni» messe a punto dal gruppo che fa capo a Davide Vannoni. Finora la partita è stata giocata in buona sostanza tra due sole comunità: la magistratura e quella medico-scientifica. Essendo entrambe divise al loro interno vi sono magistrati che accusano Vannoni e i suoi collaboratori di gravi reati e altri che impongono le infusioni dei loro preparati segreti; vi sono scienziati che hanno limpidamente dimostrato la mancanza di presupposti per considerare quei preparati uno strumento terapeutico e medici che invece li somministrano la confusione è grande e molte le sofferenze, attuali e potenziali, dei malati e delle loro famiglie. Nella confusione, tre dati sono chiari. Il primo è che la comunità scientifica internazionale considera il «metodo Stamina» del tutto privo delle condizioni minime indispensabili per essere utilizzato, in qualsiasi modo anche come terapia compassionevole nella pratica clinica. Il secondo dato è che la massima autorità sanitaria in materia, l'Agenzia italiana del farmaco, ha vietato l'uso del metodo proposto da Davide Vannoni. Molti magistrati si sono assunti la responsabilità di ignorare le indicazioni della comunità scientifica e delle autorità sanitarie e hanno, addirittura, ordinato l'infusione di un preparato che non solo non è di provata efficacia, ma è addirittura di composizione segreta. A questo punto sarebbe dovuta intervenire la politica a mettere la parola fine all'imbarazzante (tutto il mondo ci guarda) situazione. E non lo ha fatto. Certo, non è esatto dire che se ne è tenuta fuori del tutto. Intanto perché il Parlamento ha autorizzato una sperimentazione tanto costosa quanto poco definita. Infatti, anche intorno alla sperimentazione, peraltro non ancora iniziata, regna un discreto caos. Certo, ci sono state prese di posizione, per lo più chiare e condivisibili, del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Ma la giovane esponente di centrodestra si è trovata più volte con le mani legate in mancanza di norme inoppugnabili. Ecco, dunque, dove è mancata la politica. Nel definire, con leggi sintetiche e chiare, valide (è persino ovvio ricordarlo) per tutti come si governa l'innovazione sanitaria in una moderna democrazia. Avremmo dovuto farlo da tempo. Almeno a valle del caso Di Bella. Ma neppure quella vicenda, evidentemente, non ci ha insegnato abbastanza. Avremmo dovuto certamente nel momento in cui è iniziati il caso Vannoni. Ma ancora una volta non siamo stati capaci. Ben venga, dunque, l'iniziativa di Luigi Zanda e Donata Lenzi. Nella speranza che raggiunga due obiettivi: uno più importante dell'altro. In primo luogo, porre fine all'emergenza Stamina. Riconoscendo che il diritto, la politica e la scienza sono tre dimensioni autonome, che devono stabilire in continuazione i limiti di un delicato equilibrio, senza che mai l'una invada pesantemente il campo dell'altra. Ma c'è un secondo obiettivo che il Parlamento deve raggiungere. Stabilire, appunto, come si governa l'innovazione medica in una società democratica. Se occorre difendere, in primo luogo, la salute dei cittadini conservando e, semmai, rafforzando le regole che sovrintendono oggi alla introduzione di nuovi farmaci e di nuove tecnologie. O se invece occorre garantire la libertà del mercato, con una pericolosa deregulation , che alcuni teorici del neoliberismo propongono ormai in maniera esplicita, considerando la salute non un diritto universale da tutelare, ma un bene da acquistare. Magari a proprio rischio e pericolo. È questa la posta in gioco del caso Stamina. Ed è per questo che il decreto di cui Luigi Zanda e Donata Lenzi avvertono giustamente la necessità non è e non sarà solo una faccenda italiana. Ma farà rumore e forse scuola nel mondo intero. Foto: Maramotti SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL COMMENTO 24/07/2014 L Unita - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:54625, tiratura:359000) «Il Governo risolva la questione Stamina» Il Senato è "intasato", la Camera ha bocciato l'emendamento: «Tocca all'esecutivo, con un decreto Non sappiamo ancora cosa sia questa terapia...» ADRIANA COMASCHI BOLOGNA In Italia c'è un'emergenza, e non è solo quella delle riforme. I fatti di cronaca degli ultimi giorni segnalano al governo che c'è un altro fronte su cui solo l'esecutivo può e deve intervenire con celerità. È quello evidenziato dall'intera vicenda Stamina, e che però va molto al di là del destino di Davide Vannoni e dei suoi pazienti. Questa la sollecitazione della deputata Pd Donata Lenzi, capogruppo in commissione Affari sociali e dunque al lavoro proprio sui nodi della sanità, oltre che autrice (con la collega dell'Unità Paola Benedetta Manca) del volume «Stamina. Una storia italiana». Onorevole, con il rinvio a giudizio di Vannoni e la ripresa delle infusioni agli Spedali di Brescia il "metodo" Stamina torna a dividere. «Siamo davanti a un paradosso, nato dall'azione dei tribunali per obbligare i sanitari ad applicare il "metodo" Stamina a chi ne aveva fatto richiesta. O i medici danno applicazione alle ordinanze, rischiando così di venire indagati dal Pm Raffaele Guariniello insieme a Vannoni. Oppure si rifiutano, e in questo caso rischiano di essere perseguiti per non avere ottemperato alle indicazioni dei magistrati che hanno accolto le richieste dei pazienti di Vannoni. Si deve fare chiarezza sulla difficile posizione dei sanitari». Lei ha presentato un emendamento a partire dal dibattito su Stamina. Di che si tratta? «Insieme ad alcune colleghe mi sono mossa alla Camera per dire basta a terapie secretate in laboratori pubblici. Non ci può essere la somministrazione in ospedali pubblici di sostanze, in parte derivate da cellule staminali manipolate, che non siano completamente tracciabili, in modo segreto nei confronti rispetto ad altri operatori del laboratorio pubblico. Questo il senso del nostro emendamento». La proposta però non è passata, è così? «La bocciatura è arrivata lunedì, il veicolo del decreto sulla pubblica amministrazione è stato giudicato inadatto. Altre volte avevamo provato a intervenire su questo problema, ma non è mai andata a buon fine». Il tema esiste, come rilanciare? «Penso che non sia il Parlamento a poterlo affrontare, ora come ora, al di là dell'indagine conoscitiva in corso da sei mesi al Senato sulla nascita del fenomeno Stamina. Palazzo Madama mi sembra impegnato con le riforme, alla Camera è andata come ho detto: questo mi fa dire che abbiamo bisogno che sia il governo a prendere in mano la situazione. In caso contrario dovremmo fare una proposta di legge, che ha tempi più lunghi. Per avere un "treno veloce" serve un decreto, e dunque un'iniziativa dell'esecutivo». È una prospettiva plausibile? «Quello che mi preoccupa è il silenzio che si è steso sulla questione Stamina: nessuno ha voglia di affrontarla, perché certo è un tema delicato, che chiama in causa aspetti etici e tocca la sofferenza delle famiglie. Così però il problema rimane lì: in Italia si sta chiamando "terapia" una pratica che non sappiamo bene in cosa consista, perché una sua parte è secretata, non autorizzata ma disposta in base a ordinanze della magistratura, ormai siamo a ben 530. In altri paesi europei, quando c'è un'ordinanza dell'autorità sanitaria di controllo (nel nostro caso l'Aifa) nessuno la mette in discussione, da noi partono proteste e ordinanze». Il ministro Lorenzin ha detto che «c'è un problema nel rapporto tra giustizia e scienza, dopo che si sarà espresso il Comitato potremo cercare di capire se ci può essere un codice deontologico diverso». Non basta? «Ci sono stati la nostra sollecitazione e i fatti di questi giorni, in generale ciclicamente se ne torna a parlare ma manca la riflessione che la questione meriterebbe. E intanto si accumulano brutti precedenti: i magistrati si spingono a fare vere e proprie prescrizioni mediche, oltre a intervenire pesantemente nell'organizzazione dell'ospedale nominando commissari degli esterni che possono arrivare lì e dare ordini. In questo momento agli Spedali di Brescia c'è Andolina (vicepresidente Stamina Foundation ndr), nominato dal tribunale di Pesaro, la biologa Molino e il presidente dell'ordine dei medici di Trapani nominato da Trapani. È il caos. Di questo devono discutere governo e Parlamento, non della cura Stamina: ovvero di come evitare in futuro che la magistratura prenda decisioni sanitarie, tecnico scientifiche che in altri paesi europei sono deputate esclusivamente a organismi tecnico scientifici». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA Donata Lenzi 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 17 (diffusione:49000, tiratura:70000) ROMANO MARABELLI SI È AUTOSOSPESO Alla fine Romano Marabelli, segretario generale del ministero della Salute, ha gettato la spugna e ha deciso di fare un passo indietro. Insieme ad altre 40 persone tra le quali l'illustre virologa nonché deputata montiana Ilaria Capua - per lo scandalo dei vaccini Aviaria e Lingua blu, Marabelli, all'epoca dei fatti direttore generale del dipartimento Alimenti e Sanità veterinaria del ministero della Salute, sarebbe al centro dell'indagine avviata dalla Procura di Roma. Marabelli, e con lui altri quattro dirigenti del ministero della Salute e tre manager di aziende farmaceutiche, è accusato di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio e falsità ideologica per aver imposto "attraverso una gestione dispotica e monopolistica dell'emergenza 'Lingua blu' si legge nel capo d'imputazione - la vaccinazione contro il virus della febbre catarrale su tutto il territorio nazionale" e per aver disposto, in assenza di un'effettiva emergenza sanitaria, "l'acquisto in esubero da parte del ministero della Salute di 3.578.800 dosi di vaccino non utilizzate per le campagne 2006-2009". Il tutto con un ingente danno per l'Erario. Secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, Marabelli sarebbe l'organizzatore dell'associazione per delinquere. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Informa Web Scandalo vaccini 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 19 (diffusione:49000, tiratura:70000) Minaccia invisibile Le NANOPARTICELLE a nostra insaputa sono già nel piatto L'industria accelera sul nanotech, la ricerca fatica a stabilirne i rischi. E chi lo ha studiato denuncia un pericolo senza precedenti per la salute. Marta Strinati Sono molto più piccoli dei microbi e dei virus. E meglio di questi nemici, penetrano nell'organismo umano. Sono i nanomateriali, l'ultima frontiera della ricerca, che nell'industria muove centinaia di miliardi di euro l'anno. Queste particelle hanno dimensioni nell'ordine di un miliardesimo di metro, un milionesimo di millimetro, sono "grandi" quanto la doppia elica del Dna. Sono apprezzate per le loro prestazioni strabilianti, ma ancora poco studiate sotto il profilo della sicurezza, e in quei pochi casi sono considerate molto pericolose. Si trovano già in tantissimi oggetti di uso quotidiano, oltre che nei farmaci, nei mangimi per animali. E a nostra insaputa finiscono anche negli alimenti e nelle bevande. Cibi nano Almeno per i cibi, in teoria, tra meno di cinque mesi saremo informati sull'eventuale presenza di nanoparticelle aggiunte volontariamente. Come già avviene per i cosmetici, dal 13 dicembre 2014 la nuova etichetta alimentare dovrà infatti riferirne l'eventuale presenza indicando (NANO), in lettere maiuscole e tra parentesi, dopo il nome dell'ingrediente. Saranno davvero elencati in modo trasparente? E i controlli pubblici saranno in grado di verificarlo? A suscitare qualche dubbio è la doppia velocità con cui procedono l'industria e la ricerca a tutela della salute pubblica. Mentre la prima corre sfrenata, senza curarsi degli "effetti indesiderati", le istituzioni sanitarie arrancano, con finanziamenti all'osso. Un copione già visto. Aspettando la nuova etichetta (e confidando che davvero svelerà i nanomateriali presenti nei cibi) si può cominciare da subito a scartarne due, ampiamente presenti nei prodotti alimentari. Il primo è il diossido di titanio ( E171 ), un colorante noto ai lettori del Salvagente, vi sto che da alcuni anni avvertiamo dell'assai dubbio profilo di sicurezza del composto. È presente nei prodotti alimentari preferiti daibambini , gomme, caramelle, praline (quasi tutte quelle con rivestimento bianco), e in numerosi altri alimenti confezionati. L'altro additivo nanometrico da mettere all'indice è l' antiagglomerante silice colloidale o diossido di silicio ( E551 ). Viene aggiunto in molti alimenti, specie quelli in polvere, per inibire la formazione di grumi. Entrambi sono oggetto di diversi studi, volti ad accertare gli effetti della sorprendente facilità di assorbimento delle nanoparticelle introdotte nell'organismo umano, dove persistono anche in organi diversi da fegato e milza, deputati al bioaccumulo, come polmoni e reni. Pericoli macro Finora meno studiato, ma fortemente sospettato di citotossicità (distruzione delle cellule), l'antiagglomerante E551 sta ora catalizzando l'attenzione dei ricercatori. L'Istituto superiore di sanità ha concluso un esperimento sui ratti con la somministrazione orale dell'additivo nano per 90 giorni. I dati emersi sono ora oggetto di elaborazione, e daranno nuovi spunti all'Efsa in vista della rivalutazione della sicurezza tossicologica di questo additivo, attesa entro il 2016. Molto più noto alla comunità scientifica è invece il colorante E171, diossido di titanio. È correlato al morbo di Crohn , grave patologia dell'intestino, e a effetti perturbatori del sistema riproduttivo e immunitario. La sua particolarità è di non essere un nanomateriale con tutte le carte in regola. Solo il 36% delle particelle che lo compongono ha dimensione nano, vale a dire inferiore a 100 nanometri, misura di riferimento in uso nelle nanoscienze e sposata nel 2011 dalla Commissione europea (che entro il 2014 dovrà ridiscuterla). Spiega Francesco Cubadda , ricercatore dell' Istituto superiore di sanità esperto in nanomateriali e autore di numerosi studi sul tema: "Il diossido di titanio ha una componente nanometrica meno rilevante, ma ha dimostrato di avere effetti biologici importanti. Ciò può indicare che quelle poche nanoparticelle sono molto reattive, oppure che la dimensione di riferimento non è sufficientemente indicativa". Proprio sulla definizione di nanoparticelle, al di là dell'oceano l'associazione ambientalista statunitense Friends of the Heart invoca una revisione delle dimensioni di riferimento e chiede che siano considerate nanomate riali tutte le particelle fino a 1.000 nm (nanometri), così da includere nel grande calderone quelle sostanze border line, come il colorante bianco, che potrebbero sottrarsi a una SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Consumi L'inchiesta 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 19 (diffusione:49000, tiratura:70000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato auspicata regolamentazione sulla sicurezza. L'associazione nel maggio scorso ha pubblicato un nuovo rapporto sulla diffusione dei nanomateriali negli Stati Uniti, aggiornando il primo lavoro del 2008. E ha quantificato una presenza in commercio di prodotti alimentari contenenti nanomateriali decuplicata rispetto a sei anni fa. Anche in Europa l'attenzione dei consumatori cresce. In Francia , come di consueto, l'attenzione cade in prima battuta sui cosmetici. In particolare sulle creme solari e gli altri prodotti contenenti diossido di titanio nano. L'Anses, l'Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria, invita i francesi a usare con cautela alcuni nanomateriali per i loro effetti tossici sugli organismi viventi e l'ambiente. E sembra dare il là a una nuova battaglia per la eliminazione dei componenti a rischio.E171 IL DIOSSIDO DI TITANIO ( o biossido di titanio ) è un col orante bianco. Largamente presente in gomme e carame ll e, è impiegato anche come antiagg l omerante in y ogurt, l atte disidratato, panna aromatizzata, formaggi aromatizzati, anche fusi, e crosta di formaggio, ge l ati, mostarda, cerea l i da co l azione, prodotti da forno, qua l i biscotti e merendine, integratori a l imentari. Si compone per o l tre un terzo di nanopartice ll e. H a mostrato effetti nocivi a ll 'intestino e a l sistema riproduttivo.Nano di fatto ma non di nome Nell'Unione europea non sono ancora autorizzati nanomateriali negli alimenti. Eppure i due additivi nanometrici, E171 ed E551, arricchiscono quotidianamente la nostra dieta. In particolare quella dei bambini. Senza violare alcuna normativa. Lo strano fenomeno si deve a una sorta di salvacondotto. Nella frastagliata normativa comunitaria, i nanomateriali a uso alimentare sono soggetti al regolamento 258 de l 199 7 sui Nove l Food . La loro autorizzazione al commercio come alimenti o ingredienti destinati all'alimentazione umana è soggetta al vaglio dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa. Lo stesso regolamento, tuttavia, non si applica alle categorie già normate e quindi oggetto di procedure di approvazione ad hoc. È il caso degli aromi, degli enzimi e degli additivi , tra i quali si collocano i temuti E171 ed E551. Per questi due ingredienti nanometrici "in incognito" è quindi prevista una rivalutazione della sicurezza da parte dell'Efsa, nell'ambito della revisione in corso per tutti gli additivi alimentari. Il colorante E171 sarà rivalutato entro il 2015; l'anno successivo sarà la volta dell'antiagglomeran te E551. Autorizzati e in commercio sono invece altri tre nanomateriali destinati ai materia l i idonei al contatto con gli alimenti. Valutato negativamente il rischio di rilascio delle nanoparticelle ai cibi, l'Efsa ha dato il via libera a nitruro di titanio, diossido di silicio e carbon black.E551 IL DIOSSIDO DI SILICIO ( o si l ice co ll oida l e ) è un antiagg l omerante. È ammesso in sa l e da cucina, snac k sa l ati, condimenti, integratori a l imentari, cibi secchi, erbe e spezie. È prodotto in forma micronizzata da 30 anni. Uno studio in vitro su ce ll u l e intestina l i ha evidenziato un effetto citotossico. È ora oggetto di nuovi studi. Ne ll a forma nanometrica, l 'Efsa l o ha autorizzato so l tanto nei materia l i a contatto con g l i a l imenti.La ricerca IL COLORANTE BIANCO CHE ATTACCA IL SISTEMA RIPRODUTTIVO Un recente lavoro dell'Istituto superiore di sanità ha valutato con nuovi criteri gli effetti tossicologici del diossido di titanio (TiO Abbandonando il criterio delle dosi massicce, possibile fonte di confusione, i ricercatori hanno somministrato alle cavie (ratti adulti) diossido di titanio in forma nano in piccole dosi - comparabili con l'esposizione umana - per via orale per soli 5 giorni. Il colorante ha lasciato il segno sul sistema riproduttivo, endocrino e immunitario dei ratti, in particolare in quello delle femmine. In assenza di tossicità generale e senza evidenti depositi nei tessuti, sono stati rilevati effetti "genere-specifici" sui sistemi endocrino e riproduttivo; vale a dire alterazione del tessuto delle ovaie e del metabolismo del testosterone. Lo studio è stato pubblicato nel luglio 2013 su "Nanotoxicology Early Online". COME ARRIVANO A NOI LE MICROPARTICELLE fossero fluorescenti e visibili a occhio nu do saremmo in grado di vederle, s p esso di evitarle. Ma rischieremmo di essere accecati, tanto diffuse sono le micro p articelle nell'am biente circostante. Per vederle, invece, occorrono strumenti sofisticati. Come il microsco p io elettro nico con il quale il ricercatore Stefano Montanari ha già analizzato oltre 600 alimenti, individuandovi mi cro p articelle estranee e in molti casi nocive. L a loro ori gine è di diversa natura. Casuali Rientrano nella contaminazione casuale le p articelle emesse dalle varie forme di inquinamento ambientale. È il caso delle emissioni dei veicoli a motore (le p olveri sottili o ultrasottili), dei cementifici o degli inceneritori, p er esem p 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 19 (diffusione:49000, tiratura:70000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato io. L a loro diffusione ambientale non è limitata a p ochi chilometri di raggio dalla fonte. Per intenderci, un p olline vola dall' E uro p a al Polo Sud, la sab bia del Sahara arriva negli Stati U niti. E le p articelle di cui sono com p oste p esano milioni, p ersino miliardi di volte p iù delle na no p articelle. De p ositandosi sui cam p i, p er esem p io, arrivano nei nostri p iatti. Residui di processo U n'altra via di contaminazione è il p rocesso p roduttivo dell'in dustria alimentare. I l caso p iù comune è la cessione degli im p ian ti usati p er tagliare od omogeneizzare: macchine con com p onen ti metalliche che cedono micro p articelle all'alimento. Particolarmente soggette alla cessione di nano p articelle sono le macchine da taglio con lame autoaffilanti. L e analisi condotte su commissione hanno rivelato un'am p ia p resenza di micro p articelle. I p roduttori con cam p ioni " p uliti" hanno p er ò p referi to tacere p er non rovinare l'intero mercato di categoria, dice Mon tanari. U n silenzio che trova conforto nella assenza di controlli. Aggiunte intenzionalmente Altre nano p articelle finiscono nella nostra alimentazione p erché aggiunte nei cibi. I due additivi am p iamente descrit ti in queste p agine dovrebbero, in teoria, essere l'unica for ma utilizzata. 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 23 (diffusione:49000, tiratura:70000) "Oggi in troppi fanno finta di non sapere Non ripetiamo gli errori fatti sull'amianto" Per l'esperto si tratta del più grande investi men to industriale della storia ma nessuno ne prevede gli effetti Basterebbe riflettere su quanto è accaduto con l'amianto per comprendere la portata offensiva dei nanomateriali. E adottare provvedimenti utili a sventare l'ennesimo attentato alla salute. "L'amianto è una nanoparticella, un suo filamento può avere 5 nm di diametro. La sua nocività è nota da duemila anni. Ma abbiamo fatto finta di niente fino al 1992, quando dopo una strage mondiale è stato vietato. Ora rischiamo di ripetere la storia con i nanomateriali". La spaventosa profezia è di Stefano Montanari , il ricercatore che assieme alla moglie e collega Antonietta Gatti - ha individuato le nanopatologie , vale a dire le malattie correlate all'esposizione prolungata alle minuscole particelle (micro e nano) tossiche per l'organismo. Infarto, ictus, cancro, aborti, malformazioni fetali, diabete (da malfunzionamento del pancreas). Una minaccia difficile da arrestare, tanto diffusa - e crescente - è la diffusione dei materiali di dimensioni microscopiche. Dottor Montanari, qual è il vantaggio industriale dell'impiego di nanoparticelle? La loro utilità è indubbia, ma in molti casi vi si dovrebbe rinunciare. Sono una grande attrazione. Pensiamo all'oro, in forma nanometrica fonde a 300 gradi invece degli oltre 1.000, e il risparmio energetico è enorme. O al ferro, che in forma nanometrica diventa così duttile da permettere la realizzazione di fili sottili e resistenti. Oggi i nanomateriali sono il più grande investimento industriale della storia, ma pongono rischi simili a quelli dell'amianto o dei gas refrigeranti Cfc, ormai vietati perché altamente dannosi. In molti casi si ricorre ai nanomateriali a sproposito, oppure con considerazioni mi o pi, senza prevederne gli effetti. Per esempio? È esemplare il caso di un trattamento anticancro apparentemente miracoloso e invece molto nocivo. Per superare la chemioterapia, con la quale viene iniettata una molecola che distrugge tutte le cellule, anche quelle sane, è stato messo a punto un metodo basato sui nanomateriali per colpire le sole cellule cancerose. Si tratta di microparticelle di ossido di ferro rivestite di materiale con affinità a certi tessuti. Nei casi di cancro metastatico al fegato, queste particelle raggiungono solo le metastasi e con una potente macchina magnetica consentono di cuocere solo le cellule cancerogene. Il problema è che poi non c'era modo di eliminarle. Ora questa terapia non si usa più, ma ce ne sono altre in uso, molto pericolose. Escludendo farmaci e terapie mediche, in quali beni di largo consumo sono impiegate le nanoparticelle? Sono negli alimenti, nelle gomme da masticare, in alcuni dentifrici, nei cosmetici, nelle piastrelle e ceramiche con cui si fanno per esempio i piani di lavoro della cucina. Vengono anche introdotte negli indumenti, per esempio nei calzini "antiodore", dove le microparticelle di argento inibiscono lo sviluppo dei batteri responsabili del cattivo odore del sudore dei piedi. Poi però quei calzini vanno in lavatrice e le microparticelle si disperdono nello scarico fino a tornare nella nostra alimentazione. Le stesse particelle di argento in quanto antimicrobiche sono usate per le caraffe filtranti. Certo, uccidono i batteri ma alla lunga fanno lo stesso con noi. Più di tutti è però l'industria degli indumenti e degli strumenti per lo sport a farne uso. Sci, mazze da golf, racchette da tennis. Sono impiegate per alleggerire lo strumento e renderlo più resistente, più elastico o più scorrevole. Qui si pone il problema dello smaltimento. Quando questi oggetti finiscono nell'inceneritore le microparticelle si disperdono in aria, e da lì arrivano nel miglior filtro, i nostri polmoni, oltre che nelle pareti delle nostre case aggiunte al cemento per fare sparire le ceneri. Nessuno chiude mai il cerchio. Si guarda ai miracoli che realizzano - e ne fanno - ma non a come va a finire. E ANCHE TRA LE PARETI DI CASA È SEMPRE PIÙDIFFICILE EVITARLE I l l argo uso de ll e micropartice ll e nei prodotti destinati ag l i ambienti interni è considerato un potente fattore di rischio ne ll a "sindrome da edificio ma l ato" ( Sic k Bui l ding S y ndrome, SBS ) , un comp l esso di sintomi ( irritazione ag l i occhi, a l naso, a ll e vie respiratorie, nonché ma l di testa e stanchezza ) corre l ati a ll a insa l ubrità de ll 'ambiente di l avoro o di residenza. Raramente l a presenza di partice l l e nanometriche è comunicata a l consumatore. Per SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Consumi L'inchiesta STEFANO MONTANARI È IL RICERCATORE CHE HA INDIVIDUATO LE NAPATOLOGIE 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 23 (diffusione:49000, tiratura:70000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato evitar l e è quindi opportuno chiedere informazioni a l produttore. Tra i prodotti che faci l mente veico l ano ne ll e abitazioni l e micropartice ll e indesiderate ci sono l e vernicie l e tintureantibatteriche, l e piastre ll ee i piani di l avoro in ceramica, i l pento l ameantiaderente. Stesso discorso per i tessuti: l e nanopartice ll e sono impiegate per render l i antimacchia o antimicrobici, per inibire i cattivi odori. Più diffusi neg l i edifici adibiti a ufficio sono invece i trattamenti per rendere i vetriautopu l enti. Una sorta di pe ll ico l a destinata a cedere frammenti tanto picco l i da essere invisibi l i e faci l mente ina l ati. 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 40 (diffusione:49000, tiratura:70000) La COPPIA ha problemi di letto? c'è il pronto soccorso del sesso Quando la sanità pubblica prova a dare risposte anche a questo tipo di problemi Daniela Molina Una coppia con problemi di sesso? Primo passo, per nulla scontato, riconoscerne e accettarne l'esistenza. Dopo di che non è detto che ci sia bisogno di cercare specialisti, magari a caro prezzo, per essere seguiti. Ora però ci si può recare tranquillamente in ospedale. Avete capito bene: per questo tipo di problemi, generalmente ignorati dal pubblico, si muove anche il Sistema sanitario nazionale. E parliamo di quello italiano, non di quello di qualche paese nordico. Basta prenotare telefonicamente al Cup la visita e pagare un ticket unico per essere visitati contemporaneamente dai due specialisti delle vie genitali femminili e maschili: ginecologo e urologo. Questa è l'idea avuta dal professor Vincenzo Mirone , segretario generale Siu (Società italiana di urologia), che ora è diventata realtà. "Si tratta di un'idea che ho avuto un po' di anni fa e ora finalmente l'ho realizzata e ne sono estremamente orgoglioso", dice al Salvagente. "E credo che questo sia un nuovo modo, diverso, più avanzato, di fare medicina, cioè affrontare i problemi della coppia in quanto coppia". Proprio questo fanno i dipartimenti del Benessere di Coppia, il primo dei quali è stato aperto l'8 luglio a Napoli , presso l'Azienda ospedaliera universitaria Federico II, mentre a breve apriranno anche quelli dell'ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano e dei policlinici di Modena e Bari . Di questa novità, che alcuni hanno già soprannominato "Pronto soccorso del sesso", il professor Mirone spiega: "C'è davanti a noi una realtà nuova patologica, che è appunto la coppia con i suoi problemi di sessualità, che ovviamente sono integrati, quindi: infertilità della coppia, malattie sessualmente trasmissibili della coppia, lui eiaculatore precoce e lei anosgarmica (impossibilitata a raggiungere l'orgasmo, ndr), lui con disfunzione erettile e lei con calo della libido, ossia del desiderio". Una coppia che abbia uno o più di questi problemi può quindi prenotare una visita con una semplice telefonata, "una telefonata che arriva al nostro Cup dove c'è un canale dedicato al dipartimento Benessere di Coppia, che prende l'appuntamento. Ogni martedì ci sono 10 appuntamenti e l'urologo e il ginecologo insieme visitano la coppia. Alla Federico II abbiamo due urologi e due ginecologi che visitano insieme la coppia. E questa paga un solo ticket . Il problema è uno e abbiamo ottenuto che venga pagato un ticket unico". Per avere informazioni al riguardo basta collegarsi al sito www.dipartimentibenesserecoppia.it .Lo staff medico "UN'INIZIATIVA FORTE, ACCOLTA CON ENTUSIASMO" primo dipartimento del Benessere di Coppia italiano è stato aperto da pochi giorni, l'8 luglio, e ha già avuto un grande successo. Abbiamo chiesto, a una settimana dall'apertura, allo staff medico di rispondere a qualche domanda al riguardo. Sono state molte le richieste di appuntamento? Sì, ne abbiamo ricevute molte. In occasione della prima data di appuntamenti abbiamo chiuso la lista di prenotazioni in poche ore. Il centro di prenotazione aggiorna il conteggio quotidianamente e la richiesta per un consulto sale costantemente. In questi primi giorni le coppie visitate si sono mostrate soddisfatte dell'iniziativa? In questo primo rush di appuntamenti ci siamo resi conto dell'esigenza e della sinergia che si crea quando due specialisti di settore visitano i membri della coppia separatamente e poi di concerto. Il feedback ricevuto è entusiasmante e dimostra la forza dell'iniziativa. C'è stata una patologia principale per la quale hanno chiesto maggiormente aiuto? Sicuramente le patologie più spesso riferite dal paziente e molto spesso dal partner femmina sono la disfunzione erettile e l'eiaculazione precoce. Tuttavia la prima ha un vissuto più importante e coinvolgente. Il paziente maschio si sente defraudato e destituito del suo ruolo. Oggi esistono terapie mediche efficaci e accessibili ed è quindi bene rassicurare le persone affette da questa, frequentissima, patologia e invitarle a consultare lo specialista, o meglio, gli specialisti della coppia. Il team medico congiunto ha lavorato subito insieme con facilità o ci sono state problematiche che hanno richiesto qualche "aggiustamento organizzativo"? Urologi e ginecologi lavorano spesso insieme, inoltre la medicina d'oggi prevede sempre un approccio multidisciplinare al paziente e sempre più spesso anche un singolo quesito diagnostico prevede SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Diritti Salute GIÀ APERTO A NAPOLI, PRESTO ANCHE A MILANO, MODENA E BARI 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 40 (diffusione:49000, tiratura:70000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato l'interrogazione di più specialisti. Urologi e ginecologi insieme sono un team già rodato, tuttavia ogni coppia rappresenta un interrogativo singolare e la squadra deve avere una caratteristica plastica e prestarsi a un eventuale "aggiustamento organizzativo". Da questo primo impatto, cosa si può prevedere per il futuro? L'iniziativa potrebbe aprire la strada alla fondazione di dipartimenti multidisciplinari ma soprattutto potrebbe sensibilizzare la comunità di pazienti a favorire un approccio congiunto. 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 42 (diffusione:49000, tiratura:70000) Problema più diffuso di quanto si ammetta che mina l'equilibrio dei due partner 800mila, secondo i medici, le coppie a rischio infedeltà e rottura per disturbi sessuali che inevitabil mente finiscono per contagiare entrambi Idipartimenti del Benessere di Coppia sono promossi dalla Società Italiana di urologia e dall'Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), e sono nati con lo scopo di trattare i disturbi sessuali, che minano il benessere di ben 16 milioni di italiani. I numeri infatti parlano chiaro: 800mila sono le coppie a rischio di infedeltà e rottura del rapporto a causa di problemi sessuali, problemi che sono la causa del 20% delle separazioni, mentre in Italia sono ben 20mila i cosiddetti matrimoni bianchi , in cui i coniugi non riescono a "consumare". I problemi possono essere per l'uomo quelli di erezione (oltre 3 milioni di casi), di "eccessiva velocità" ( eiaculazione precoce , 4 milioni di casi) o di calo del desiderio (1 milione di casi); quelli femminili di solito sono mancanza di orgasmo (4,5 milioni di casi), disturbi del desiderio (2,5 milioni di casi), doloridurante il rapporto (2 milioni di casi); per entrambi invece esistono problemi dovuti a semplici infezioni batteriche o banali malattie dell'apparato genitale. Ma i disturbi sessuali vanno "a braccetto" e i due partner possono contagiarsi, sia fisicamente sia psicologicamente. Il dottor Mirone spiega infatti: "Se lui ha una disfunzione erettile, non è difficile che lei lamenti vaginismo o dolore durante la penetrazione; se lui è infertile, anche per lei la sterilità diventerà il centro dei pensieri; se lui soffre di eiaculazione precoce, lei quasi sempre avrà problemi di anosgarmia". Si può insomma parlare di "coppie di danni e danni di coppia". A questo si aggiunge un'altra circostanza che non si può certo definire attenuante, ovvero il fatto che parlare di queste difficoltà rappresenta un tabù per molte coppie. Il 90% degli uomini con disfunzione erettile o di eiaculazione precoce (i due disturbi più diffusi) non affronta il problema e nemmeno sa che oggi ci sono cure efficaci e rapide che lo risolvono. Si tratta probabilmente di una questione culturale che si riflette sulla psiche umana e per questo chiediamo al professor Mirone se è previsto, nei dipartimenti, anche il supporto di uno psicologo. "Sicuramente non ora - ci risponde - perché già è stato difficile mettere insieme l'urologo e il ginecologo, ma è evidente che poi, essendo tutte strutture portanti, se ci sono problemi poi può intervenire anche lo psicosessuologo, certamente". Il professor Antonio Chiantera , segretario nazionale di Aogoi, aggiunge che anche per le donne affrontare i problemi sessuali non è semplice, nonostante "una buona salute sessuale sia riconosciuta come base fondante nella qualità di vita delle persone anche dall'Organizzazione mondiale della sanità e le donne - sempre più consapevoli e realizzate - vorrebbero una vita sessuale sempre più piena e appagante. Ma quasi in un caso su due devono fare i conti con la difficoltà o l'impossibilità nel raggiungere l'orgasmo, con dolori durante i rapporti, con un calo del desiderio che spesso peraltro riguarda entrambi i partner nei sempre più diffusi 'matrimoni bianchi' in cui il sesso è il grande assente". Occorre dunque superare la barriera delle emozioni negative che ostacolano la consapevolezza di avere un problema, come l'imbarazzo, il senso di colpa, la paura di essere giudicati e di doversi mettere in discussione. "Proprio perché i problemi sono di coppia", conclude il professor Chiantera, "per essere adeguatamente risolti devono essere affrontati considerando entrambi i partner, cercando di stabilire un dialogo profondo, empatico, e senza reticenze". Per curarsi bisogna dunque superare ogni paura e preconcetto culturale e comportarsi da vera coppia, recandosi insieme presso uno dei nuovi dipartimenti dove si trovano riuniti gli specialisti della salute sessuale maschile e femminile. Urologi e ginecologi saranno a disposizione anche per attività educazionali, come la distribuzione di brochure informative, e per colloqui approfonditi, necessari a individuare la radice dei problemi prima di eseguire gli esami diagnostici eventualmente necessari. È proprio questa, sottolinea il professor Mirone, la cosa più importante da evidenziare: "Abbiamo una realtà diversa, una patologia diversa che è la coppia, quindi non abbiamo più o l'uomo o la donna, ma la coppia trattata come un tutt'uno, e i due specialisti del settore che la visitano; e questo mi sembra il dettaglio più forte da ribadire". SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Diritti Salute QUASI IN UN CASO SU DUE C'È DIFFICOLT À A RAGGIUNGERE L'ORGASMO 24/07/2014 Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014 Pag. 42 (diffusione:49000, tiratura:70000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 16 milioni gli italiani che soffrono di disturbi sessuali 4milioni gli uomini che soffrono di eiaculazione precoce 4milioni le donne che hanno problemi di anorgasmia SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 29 24/07/2014 Medico e Paziente - N.3 - giugno 2014 Pag. 36 (diffusione:39903, tiratura:40255) Serve maggiore coinvolgimento dei MMG nella gestione del PAZIENTE CEFALALGICO Cesare Peccatisi Anche quest'anno è tornato l'appuntamento del congresso nazionale dell'Associazione dei neurologi italiani che si dedicano alle cefalee che si sono dati appuntamento nell'ottocentesco teatro Vittorio Alfieri di Asti, coinvolgendo anche neurochirurghi, Medici di medicina generale (MMG) e farmacisti. Di particolare interesse pratico per il MMG la presentazione di un algoritmo diagnostico e terapeutico messo a punto dai neurologi dell'Università di Parma diretti dal prof. Gian Camillo Manzoni appositamente studiato per non addetti ai lavori che dovrebbe consentire una gestione più agile e corretta dei pazienti a tutto vantaggio non solo del malato, ma anche del SSN che vedrà così sfoltirsi le liste d'attesa, sftando peraltro l'annoso problema forse fin troppo enfatizzato della minor competenza dei medici di famiglia nella gestione di questi pazienti per i quali il MMG rappresenta in ogni caso il primo step ed è proprio dalla sua corretta impostazione del trattamento che può derivare la soluzione poi portata a termine dei centri cefalee. Esistevano finora molti strumenti come quello ideato a Parma, ma erano solo per super-specialisti: adesso invece con 5 semplici domande il MMG potrà curare meglio i suoi pazienti. Secondo uno studio del San Raffaele di Milano e dal centro di riabilitazione neurologica Hildebrand di Brissago in Svizzera, i medici non si sono ancora pienamente resi conto del fatto che ultimamente nelle cefalee il ricorso alla medicina alternativa è molto aumentato, soprattutto fra i giovani pazienti (4-16 anni), raggiungendo punte dell'80 per cento per il trattamento preventivo degli attacchi. I principali motivi di tale comportamento sono il non voler assumere troppo a lungo farmaci in modo da evitare i loro effetti collaterali, l'inefficacia delle terapie convenzionali, la voglia di tentare un approccio integrato alla malattia, un'innata tendenza dei più giovani a usare queste sostanze al posto dei farmaci. Oltre ai prodotti omeopatici, le sostanze più usate sono risultate valeriana, Ginko biloba, Boswellia serratici, agnocasto, fiori della passione, tiglio, vitamine (B6 e B12), supplementi minerali, magnesio, complessi multivitaminici ecc. Il 45 per cento ricorre anche a trattamenti fisici, il 33 per cento allo yoga, 1' 11 per cento all'agopuntura. Altro dato di rilievo è che 30 per cento dei pazienti si autoprescrive terapie alternative, nel 22 per cento dei casi su suggerimento di figure non mediche, e riguardo l'aspetto prescritivo sono stati chiamati sul banco degli imputati anche i MMG risultati responsabili nel 24 per cento dei casi insieme al pediatra di famiglia. Tutti i medici, a partire dallo specialista, dovrebbero indagare meglio sull'uso delle terapie alternative da parte dei loro pazienti. Riguardo efficacia e sicurezza di Gammacore ha colpito il dato riportato da Alan Rapoport della Ucla University: lo stimolatore vagale esterno che aveva finora dimostrato di ridurre oltre la metà degli attacchi di emicrania, è ancor più efficace nella terribile cefalea a grappolo, dove già dopo 13 settimane di utilizzo si ottiene la riduzione o addirittura l'abbandono dei vecchi farmaci di soccorso. Anche se dopo adeguate istruzioni viene usato direttamente dal paziente, la prescrizione di questo device portatile è per ora prerogativa dello specialista, ma non è detto che i suoi risultati di efficacia e praticità non portino presto a coinvolgere in prima persona anche il MMG. Uno studio fuori dal coro è quello presentato dai neurologi dell'Università Federico II di Napoli diretti da Roberto De Simone che sembra aver trovato una soluzione rapida e tutto sommato poco invasiva all'emicrania cronica ed episodica: la rapida risoluzione nel 77,3 per cento dei casi cronici e nel 54,6 per cento di quelli episodici tramite una puntura lombare praticata una tantum che, normalizzando la pressione intracranica, ottiene una remissione che perdura fino a 4 mesi nel 38,6 per cento dei casi, fino a 3 mesi nel 45,4 e fino a 2 nel 54,6: in media con una sola visita dello specialista per almeno tre mesi oltre la metà dei pazienti che non riuscivano da anni a liberarsi della loro emicrania non presenteranno attacchi. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VI Congresso Nazionale ANIRCEF, 29 - 31 maggio 2014, Asti CONGRESSI 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 13 Nel 2013 oltre 40 studi clinici Far conoscere il valore delle sperimentazioni, quale insostituibile canale di conoscenza e di formazione sia per l'organizzazione che per il professionista, i metodi con cui si sviluppa, nonché le misure di tutela per chi decide di prendervi parte al fine di informare i pazienti sull'importanza della ricerca clinica e sul suo significato per l'assistenza sanitaria. E stato questo l'obiettivo della XII edizione della Giornata della Sanità Versiliese dedicata alla sperimentazione clinica, alla quale hanno partecipato Brunero Baldacchini Direttore Generale dell'Azienda Usi 12, Grazia Luchini Direttore Sanitario, Domenico Lombardi sindaco del comune di Pietrasanta, Umberto Buratti sindaco di Forte dei Marmi, Laura Canavacci della Commissione di Bioetica della Regione Toscana, i medici, i farmacisti, gli infermieri ed il personale amministrativo dell'Azienda Usi 12. Durante l'incontro è emerso come l'assidua attività sperimentale presente all'interno dell'Usll2, sia in continuo aumento, portando all'attivazione nell'anno 2013 di oltre 40 studi clinici. I vantaggi della sperimentazione clinica sono molteplici e coinvolgono tutti: i pazienti, i professionisti del settore e l'intera comunità. Per i pazienti significa accedere alla possibilità di ricevere il trattamento più moderno e appropriato, ed avere le stesse opportunità terapeutiche di qualsiasi altro paziente del Mondo. Per i medici e i professionisti è un'opportunità di aggiornamento e partecipazione alla Comunità Scientifica Internazionale, contribuendo all'innovazione e al perfezionamento dei trattamenti terapeutici. C'è infine un vantaggio di tipo economico per la comunità, in fatti con la ricerca scientifica si assiste ad un cospicuo risparmio della spesa farmaceutica poiché i farmaci vengono forniti dalle case farmaceutiche che sponsorizzano lo studio. La partecipazione alla sperimentazione clinica ha portato, dal 2008 al 2014, alla pubblicazione di oltre 400 articoli scientifici aventi come autori i professionisti dell'USL12 sulle più prestigiose riviste internazionali, con il contributo delle unità operative di Neurologia, Cardiologia, Radiologia, Oncologia, Nefrologia, Gastroenterologia, Pediatria, Psichiatria, Ostretricia e Ginecologia. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NOTIZIARIO / Ausi 12 Viareggio 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 13 Elette le cariche direttive Si è svolta l'8 luglio scorso a Roma la riunione del Direttivo dell'Associazione Farmacisti rica Bianchi, presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Cuneo, alla vicepresidenza Ermanno Serra, consigliere dell'Associazione farmacisti volontari di Cagliari e segretario è stata nominataSilvia Nocera, presidente dell'Associazione farmacisti volontari di Agrigento. L'Associazione venne costituita nel 2009, su impulso della Fofi, dopo che i farmacisti si erano distinti nelle attività di soccorso alle popolazioni colpite dal sisma dell'Aquila. Da allora l'Associazione ha ripefutamente dato Emilia Romagna e Sardegna. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NOTIZIARIO / Associazione Farmacisti Volontari per la Protezione civile 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 24 «Pronti ad investire almeno un miliardo e mezzo di euro nei prossimi tre anni» U' n'inversione di tendenza che fa bene all'Italia e alla sua economia. Farmindustria ha annunciato nel corso dell'Assemblea pubblica svoltasi a Roma lo scorso 3 luglio che le imprese del farmaco sono pronte a investire almeno un miliardo e mezzo di euro nei prossimi tre anni, di cui 470 milioni già dichiarati. E a creare 2.000 nuove opportunità di lavoro peri giovani. Aziende competitive a livello internazionale, come dimostrano quelle a capitale italiano con 50 acquisizioni e 300 insediamenti fuori dai confini nazionali, negli ultimi 15 anni. E quelle a capitale estero che hanno una forte presenza in Italia con poli mondiali per la produzione e la Ricerca. Cambiare il trend è possibile. "La parola d'ordine" sostiene Farmindustria "è crescere con il contributo delle produzioni di qualità e di grande contenuto innovativo. Caratteristiche tipiche del settore farmaceutico che mette così in risalto il suo valore manifatturiero. Un'industria che può essere considerata ormai una nuova specializzazione del made in Italy. Nella classifica Uè per produzione, infatti, solo la Germania precede il nostro Paese, che però è il primo tra i big europei in termini procapite. L'Italia può diventare Yhub farmaceutico d'Europa, grazie ad un ampio numero di imprese e di fabbriche, una solida base produttiva resa competitiva da risorse umane di grande qualità, vera eccellenza del nostro Paese, con il 90% di laureati e diplomati. E all'export di medicinali che ha permesso all'Italia di conquistare, negli ultimi tre anni, il titolo di "campione del mondo". Senza dimenticare il ruolo fondamentale dell'indotto e l'eccellenza del mondo scientifico e clinico, confermata dal numero straordinario di pubblicazioni e studi scientifici su riviste internazionali. Le aziende farmaceutiche hanno dimostrato di saper produrre ed esportare. E vogliono costruire il futuro. Senza il continuo timore di ostacoli o blocchi. Bisogna perciò" sottolinea Farmindustria "velocizzare le procedure burocratiche riferite ai nuovi investimenti; accelerare l'accesso all'innovazione frenato da troppi vincoli nazionali e regionali; aiutare le imprese a utilizzare i Fondi europei per produzione e R&S; individuare sistemi premiali per i prodotti che contribuiscono agli investimenti; rendere più veloci le ispezioni ai siti produttivi. Interventi da accompagnare a una revisione del Titolo V della Costituzione, per riportare "al centro" - e quindi al Ministero della Salute e all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) - la politica farmaceutica oggi suddivisa in 21 realtà territoriali. Con pesanti conseguenze per i pazienti che sperimentano sulla pelle la prova tragica della "lotteria della nascita", per cui chi vive in una regione può contare su elevati livelli di assistenza, mentre chi risiede in un'altra è costretto a migrare altrove per ottenere la terapia innovativa. Si genera così un pesante 'spread sociale': un farmaco innovativo, che arriva in Italia con 12-15 mesi di ritardo può essere disponibile nelle singole regioni con differenze di tempo rilevanti. E dopo almeno 350 giorni rispetto alla Germania". «Oggi - afferma Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria - ci sono le condizioni per ricreare lavoro. Servono però stabilità del quadro normativo e certezza delle regole. Il Premier, Matteo Renzi, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e i Governatori di Lombardia e Lazio, Roberto Maroni e Nicola Zingaretti, hanno dimostrato ripetutamente di credere nel settore e di considerarlo un importante asset industriale ad alta tecnologia». «L'Italia ha necessità di una governance farmaceutica più efficiente - spiega Scaccabarozzi - così come è opportuno semplificare la burocrazia e sviluppare un contesto più attrattivo per l'innovazione, cuore pulsante dell'attività delle imprese e impegno verso i pazienti. E appena iniziato il semestre di presidenza italiano in Europa. Un'ottima occasione per dimostrare quanto vale l'Italia e quanto valgono le industrie. Le imprese del farmaco, consapevoli della loro eccellenza a livello internazionale, sono pronte a raccogliere la sfida». Ai primi posti in Italia per export, produttività e innovazione Nel 2013 l'export farmaceutico in Italia è cresciuto del 14% (gli altri comparti sono stabili) e negli ultimi 5 anni del 64% (+7% la media manifatturiera). Le aziende hanno determinato il 34% dell'aumento complessivo delle esportazioni manifatturiere in Italia dal 2008 al 2013. Secondo i dati della Banca d'Italia dal 2001 al 2013 la farmaceutica ha aumentato la produttività: + 55% rispetto al +1% della media nazionale. E il rapporto SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOSSIER / A Roma l'Assemblea pubblica di Farmindustria 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 24 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Scenari Industriali 2014" di Confindustria evidenzia come sia l'unica che negli ultimi 5 anni ha visto crescere la competitivita del fattore lavoro (+12% contro il -20% della media). L'Istat mostra poi come anche nel 2014 il settore farmaceutico stia dando un forte contributo alla tenuta industriale, con una crescita manifatturiera del 2,6%, ossìa oltre 3 volte superiore alla media, pari allo 0,8%. L'innovazione poi è nel core dell'industria farmaceutica e si concretizza in elevati investimenti materiali e immateriali, qualità dell'occupazione e propensione all'export. Un'indagine Farmindustria: vantaggi e svantaggi competitivi per gli investimenti in Italia Da uno studio di Farmindustria risulta che l'eccellenza delle Risorse Umane rappresenta il principale fattore competitivo. Altri segni positivi sono l'indotto, che crea importanti sinergie, e la qualità delle strutture cliniche. Tra i fattori di svantaggio, l'inefficienza della burocrazia, la tassazione, la complessità della normativa del lavoro e l'instabilità del quadro regolatorio. Industria Farmaceutica: produzione di valore per l'intero Paese I numeri dell'industria farmaceutica mostrano la sua importanza per l'intero Sistema Paese: 174 fabbriche; 62.300 addetti (90% laureati o diplomati); 5.950 alla R&S, 28 miliardi di produzione (71% destinato all'export); 2,3 miliardi di investimenti (1,2 in R&S e 1,1 in produzione). Produzione ed export In Europa, l'Italia è seconda solo alla Germania per valore della produzione farmaceutica in Uè con 28 miliardi, il 71% destinato all'export. Un vero e proprio fiore all'occhiello per il settore, basti pensare che solo negli ultimi 5 anni è cresciuto del 64% rispetto al 7% della media manifatturiera. I medicinali hanno chiuso il 2013 al quarto posto nella classifica dei 119 settori esportatori, dopo quelli della meccanica, e nel primo trimestre 2014 sono saliti sul terzo gradino del podio. II comparto è inoltre primo tra i big Uè per produzione procapite e per contributo al PIL. Considerando le imprese del farmaco e il loro indotto, il valore complessivo di investimenti, stipendi e tasse pagate (13,7 miliardi di euro) supera il ricavo dell'industria derivante dalla spesa pubblica per medicinali (12,1 miliardi). Ricerca e Sviluppo: innovazione continua In Italia sono impiegati 5.950 Ricercatori che nel 2013 hanno potuto contare su investimenti pari a 1.220 milioni di euro. Le imprese del farmaco finanziano oltre il 90% della Ricerca svolta in Italia. Nella R&S, l'industria farmaceutica rappresenta l'll% degli investimenti e il 7,2% degli addetti del totale manifatturiero. Insieme alle piccole imprese biotech del farmaco il comparto genera investimenti pari a 1.385 milioni, il 7% del totale della Ricerca svolta in Italia. Risorse umane qualificate e occupazione femminile II settore si caratterizza anche per risorse umane altamente qualificate e per la forte presenza femminile (44% del totale rispetto a 25% dell'industria), con ruoli importanti specie nella R&S (il 53% dei Ricercatori è donna). E per rispondere alle esigenze del mondo femminile, spesso le aziende farmaceutiche mettono in atto misure per favorire il bilanciamento tra carriera, famiglia e vita privata. Asili nido aziendali, mense con take away per la cena o servizi di lavanderia e calzoleria sono a disposizione delle mamme-dipendenti per offrire il giusto equilibrio tra vita familiare e lavoro. Relazioni Industriali La farmaceutica si distingue per un modello partecipativo e collaborativo di Relazioni Industriali innovative, che si concretizza in un rapporto moderno e aperto, tra imprese e Sindacati. Come dimostrano, per fare alcuni esempi, strumenti integrativi sanitari come Faschim, previdenziali come Fonchim, o strumenti come Welfarma per il ricollocamento dei lavoratori in esubero. Biotech Un futuro già presente. La maggior parte dei nuovi farmaci e vaccini proviene dalle biotecnologie, che rappresentano la frontiera dell'innovazione farmaceutica per la loro capacità di dare risposte a esigenze di salute non ancora soddisfatte e per le potenzialità di sviluppo nell'industria e nella Ricerca pubblica. Sono 110 i farmaci biotecnologici disponibili, relativi a 12 aree terapeutiche. La più rilevante è l'infettivologia con 35 medicinali, seguita da quella oncologica (23) e dalle malattie metaboliche, epatiche ed endocrine (21). I farmaci e i vaccini biotech in sviluppo nel mondo sono 907, con possibili benefici per più di 100 patologie. In Italia sono attualmente in sviluppo 403 molecole. In molti casi i trattamenti di origine biotech sono l'unica possibilità di cura per patologie rilevanti e diffuse; sono poi tra le principali risposte alle malattie rare. In Italia il settore si identifica essenzialmente con quello del farmaco: le imprese sono 176, con investimenti in R&S di oltre 1 miliardo e 4.658 addetti in R&S. Conto Terzi La produzione farmaceutica in Italia si sviluppa anche e sempre di più con il contributo di imprese produttrici "conto terzi", che rappresentano ormai una realtà consolidata e in costante crescita, per fatturato, export e occupazione. Nel 2013 gli addetti sono stati 6.000 (67,2% laureati o 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 24 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato diplomati), con 1,2 miliardi di fatturato e 852 milioni di export (71% del valore della produzione). Fatturato e numero di occupati hanno avuto una forte crescita tra il 2005 e il 2013, superiore al 100%. Nel 2013 le imprese hanno investito complessivamente (produzione, ricerca e attività innovative) circa 73 milioni di euro di cui il 41% in Ricerca e Sviluppo. Una quota crescente è destinata a Salute, Sicurezza e Ambiente (HSE). Spesa farmaceutica pubblica e prezzi dei medicinali Lo Stato spende, in tutti i canali di distribuzione, 16 miliardi di euro l'anno, 74 centesimi procapite al giorno, pari al 15% della spesa sanitaria effettiva nel 2013. Considerando sia quella territoriale sia quella ospedaliera, la spesa pubblica per medicinali in Italia è: più bassa che nella media dei grandi Paesi Uè del 27% (270 euro prò capite rispetto ai 370); diminuita dal 2006 al 2013 del 4%, mentre il totale della spesa sanitaria è aumentato del 7%, con punte di oltre +21% per altri beni e servizi acquistati dal Ssn; diminuita in percentuale sul PIL, in controtendenza rispetto alle altre voci di spesa sanitaria, che in ogni caso sono cresciute meno delle altre voci di spesa pubblica. Analisi del Cergas Bocconi mostrano ormai da diversi anni come i prezzi in Italia siano più bassi che nei Paesi europei, sia per i prodotti con copertura brevettuale sia per quelli a brevetto scaduto. Anche un report del Parlamento Uè lo ha confermato. Dal 2001 al 2013 i prezzi dei medicinali rimborsabili sono scesi del 44% (-3,2% nel 2013). Farmaci innovativi: i ritardi in Italia L'Italia detiene il "record" Uè di vincoli nazionali e regionali per l'accesso ai nuovi farmaci con implicazioni sui tempi, più lunghi rispetto ai big Uè. Medicinali che vengono resi disponibili due anni dopo l'approvazione a livello europeo. Le vendite procapite dei medicinali innovativi autorizzati dalla European Medicines Agency (Ema), tra il 2008 e il 2013, sono più basse del 40% rispetto ai big Uè e i consumi del 20%. Con un ricavo medio inferiore in Italia rispetto agli altri Paesi. Indotto e filiera L'industria farmaceutica può contare su un indotto hi-tech molto competitivo, con 64.000 addetti, che genera sul territorio 14,7 miliardi di produzione, 4,6 miliardi di valore aggiunto, 1,8 miliardi di stipendi e circa un miliardo di investimenti, che si sommano al contributo diretto della farmaceutica all'economia nazionale. Se si considera anche la filiera, cioè il segmento a valle della farmaceutica, emerge che nella distribuzione intermedia (compreso il suo indotto) lavorano oltre 12 mila addetti e nelle farmacie 83 mila. La somma di occupati diretti, indotto e filiera è pari a 222 mila. La farmaceutica sul territorio L'Italia vanta a livello regionale dei veri e propri cluster d'eccellenza nel settore farmaceutico, come la Lombardia, il Lazio, la Toscana, l'Emilia Romagna e il Veneto. Lombardia: prima regione farmaceutica e biotech in Italia, con metà circa di addetti, produzione, Ricerca e studi clinici rispetto al totale nazionale. Conta 28 mila occupati diretti, ai quali si aggiungono i 14 mila dell'indotto. • Lazio: seconda regione farmaceutica per numero di occupati e prima per export, a testimonianza di una forte specializzazione produttiva. Gli addetti sono 14 mila e oltre 6 mila sono nell'indotto. È il primo settore esportatore, con un peso del 42% sul totale della Regione. Risultati resi possibili dalla presenza di importanti aziende a capitale italiano e a capitale estero, attive nella produzione, nella Ricerca (1.075 addetti in R&S). Toscana: terza regione in Italia con 6 mila addetti diretti e 4 mila nell'indotto. Firenze, Siena e Pisa sono tra le prime 10 province farmaceutiche in Italia. La Toscana si caratterizza per la specializzazione nei vaccini, negli emoderivati e nel biotech. Emilia Romagna: conta 3.300 addetti, con una presenza produttiva e di Ricerca legata a importanti aziende italiane, sempre più intemazionalizzate, e a grandi imprese a capitale estero. I lavoratori dell'indotto sono 5.600. Veneto: conta circa 2.700 occupati. Agli addetti diretti nel settore, si aggiungono i 6.000 nell'indotto. Tra le Regioni del Nord si segnalano Piemonte e Liguria, con 2.200 addetti diretti e 7.000 nell'indotto. Insediamenti significativi si trovano anche in Abruzzo, Marche, Sicilia, Puglia e Campania. Farmaci e vaccini per la sostenibilità del Ssn L'uso corretto dei farmaci e dei vaccini genera significativi risparmi: con la prevenzione (1 euro speso per la vaccinazione può equivalere a 24 euro per curare chi si ammala); rendendo non necessari interventi chirurgici; accorciando i tempi di ospedalizzazione o evitando il ricovero ospedaliero (un giorno in ospedale costa oltre 1.000 euro, pari a 4 anni di assistenza farmaceutica procapite); rallentando la degenerazione o attenuando la sintomatologia di alcune malattie tipiche dell'invecchiamento o riducendo il rischio di malattie invalidanti. Vaccini La vaccinazione oltre ad essere un'arma fondamentale contro le malattie infettive consente anche una riduzione della spesa sanitaria pubblica. Basti pensare che vaccinando i cittadini tra i 50 e i 64 anni contro l'influenza, 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 24 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato con un investimento di 76 milioni ci sarebbe un risparmio di 746 milioni. I vaccini oggi in sviluppo nel mondo sono 300, di cui 250 di origine biotech. Emoderivati Gli emoderivati sono farmaci salvavita, spesso utilizzati per il trattamento delle malattie rare (emofilia, angioedema ereditario, immunodeficienze primarie, etc) e nei trapianti. Ogni anno si investono 35-40 milioni in R&S e gli addetti nel settore sono 2.000. fonte: farmindustria Le Risorse Umane attraggono gli investimenti, l'inefficienza della burocrazia li allontana (indagine sui fattori di benchmarking indicati dalle Aziende) Maggiori vantaggi competitivi 1. Qualità delle Risorse Umane 2. Qualità dell'indotto 3. Qualità della vita e dell'ambiente 4. Ampiezza del mercato 5. Qualità delle strutture cliniche/accesso a competenze Principali svantaggi competitivi 1. Inefficienza della burocrazia 2. Pressione fiscale 3. Complessità normativa del lavoro 4. Instabilità del quadro regolatorio 5. Complessità della normativa fiscale Fonte: indagine Farmindustria Necessario migliorare le condizioni di accesso per i nuovi prodotti Tempi di accesso per i nuovi prodotti (giorni tra autorizzazione EMA e prima vendita nel Paese) Ulteriori tempi per l'accesso regionale Oltre 2 anni per l'accesso a un nuovo farmaco dopo autorizzazioni nazionalieregionali. E dopo l'accesso una serie di vincoli che ne limitano l'uso Differenza tra Italia e Big Uè per le vendite di nuovi medicinali autorizzati EMA tra il 2008 e il 2013 -40% in euro procapite -20% in consumi procapite Fonte: elaborazioni Varmindutria sii dati ÌMS All'Italia il "record europeo" di vincoli per l'accesso nazionale e regionale ai nuovi farmaci Condizioni di accesso Tetto di Spesa Nazionale Def. Prezzi e Rimborsi (HTA) -i . Prima Linee Guida Nazionali r| del Accordi di RiskSharing 1 lancio Immissione nel PTO -i § Linee Guida Regionali -' S Monitoraggio Web Quote farmaci Me-too Dopo il Tetto di Spesa per Categoria lancio Tetto di Spesa per Prodotto - Budget Ospedaliero Registri di Prodotto Quote farmaci Me-too 0 Condiz oni generali 0 Condizion applicate solo in casi specific Fonte: BCG Presenza regionale dell'industria farmaceutica e del suo indotto LOMBARDIA 28 mila addetti h.prima regione fornirli : TOSCANA (chimica, ^ - - i . . PIEMONTE £ LIGURIA 2.200 addetti farmaceusici e 7.000 nell'indotto {meccanica, chimicd. imbailaggi; 6 mila addetti diretti, 4 mila addetti nell'indotto (vetro.chimicaj LAZIO 14 mila addetti,42% dell'export regionale (82% dell'export hi-tech;. 6.600 addetti nell'indotto (chimica, imballaggi; • 126 mila addetti • 6,7 miliardi di stipendi e contributi • 42,3 miliardi di produzione • 3,3 miliardi di investimenti in R&S e produzione Fonie: FarminduUTid, Osservatorio Phdimintech, Istat VENETO ; 700 riddeUi. 6.000 nell'indotto (meccanica, chimica, imballaggi) EMILIA ROMAGNA 3_3fìO addetti diretti e 6.000 nell'indotto (meccanica, chimica, vetro). A Parma 3" settore per export MARCHE 2.S00 addetti direni e nell'indotto. Ad vW:oii Piceno 62% dell'export manifatturiero ABRUZZO Pili di 1.100 addotti! 100 in R&S), altrettanti nell'indono CAMPANIA 900 addetti totali e 4 mila con l'indotto . UGLIA Centri di eccellenza di grandi gruppi ìnlenwionali (3.000 addetti diretti e nell'indotto). A Bari e Brindisi il 31% dell'export manifatturiero totali SICILIA Circa 1.000 addetti diretti e 4 mila nell'indotto, lell'export manifatturiero ' ovincia di Catania 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 30 Mettere mano al Titolo V Massimo Scaccabarozzi* Sappiamo che la sostenibilità del sistema della salute è fragile. Eppure la spesa farmaceutica, solo il 15% di quella sanitaria, è sotto controllo da tempo a differenza di altre voci del Servizio Sanitario Nazionale, pari al restante 85%, cresciute di più in questi anni. Ed è su questo 85% che c'è ancora da lavorare. E molto. E proprio l'Italia che lavora e produce con flessibilità e creatività ad attirare gli investimenti delle imprese internazionali. E non la burocrazia opprimente, non la tassazione a livelli record, non un quadro regolatorio che cambia continuamente. Fa piacere che il Governo abbia preso la strada giusta. Negli ultimi mesi qualcosa sta accadendo, si lavora sulle riforme e la speranza si rimette in moto. Gli annunci di nuovi investimenti da parte di multinazionali si sono susseguiti negli ultimi mesi a Verona, a Parma, a Firenze, a Latina, a Bari, a Brindisi, ad Ascoli, a Frosinone e potrei continuare. Oltre 470 milioni sul territorio. I dati Istat mostrano che l'industria farmaceutica è il primo settore manifatturiero per investimenti esteri nel Paese. Non sono da meno le aziende a capitale italiano che, dimostrando capacità imprenditoriali straordinarie, hanno realizzato 50 acquisizioni all'estero dal 1999 a oggi negli Stati Uniti, in Cina, in Francia, Spagna, Turchia, Tunisia e altrove. E lo hanno fatto nella produzione, nella ricerca, anche biotech, e nelle malattie rare. In un contesto di forte competitivita l'industria farmaceutica c'è da Nord a Sud. E grazie a questo dinamismo diffuso, accompagnato da un quadro regolatorio non ostile l'Italia può davvero diventare l'hub farmaceutico d'Europa, come ha rilevato l'economista Marco Fortis su II Sole 24 Ore. 28 miliardi di euro di produzione, 19 miliardi di export (71%), 174 fabbriche, 2,3 miliardi annualmente investiti in produzione e ricerca, 62 mila addetti che raggiungono i 126 mila con l'indotto. Questi risultati non sono frutto del caso. La verità è che siamo bravi a produrre e a esportare, e lo siamo almeno quanto i più bravi al mondo. Non ci vergogniamo di proclamarlo a voce alta contro quanti all'estero, invece delle tante eccellenze, esportano i più frusti luoghi comuni sugli Italiani. I fattori negativi e positivi di competitivita in Italia Dalla nostra abbiamo le Risorse umane, che si caratterizzano per flessibilità e capacità di soluzione dei problemi, e la qualità delle Relazioni industriali sempre innovative. E l'indotto fatto di tante imprese ad alto contenuto tecnologico, che producono materie prime, semilavorati, macchine e tecnologie per il processo e il confezionamento, componenti e servizi industriali. Una rete di eccellenze con 64.000 addetti e 15 miliardi di fatturato, rivolta anche all'estero con imprese che arrivano ad esportare fino al 90% della produzione. Positività riconosciute con l'attivazione di un Tavolo, insieme con i Sindacati, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, di cui siamo grati al Vice Ministro Claudio De Vincenti. Rappresentiamo inoltre un modello nella qualità della filiera, con la distribuzione intermedia e con quella finale delle farmacie, che garantisce quotidianamente assistenza su tutto il territorio nazionale. E questo lo dobbiamo anche ai medici e ai molti operatori sanitari che ringraziamo di cuore. E naturalmente in Italia possiamo vantare l'eccellenza del mondo scientifico e clinico, confermata dal numero straordinario di pubblicazioni e studi su riviste internazionali e dal forte aumento delle citazioni a livello mondiale. Risultati di cui essere fieri. La relazione annuale della Banca d'Italia evidenzia infatti come l'industria farmaceutica sia, tra tutti i settori dell'economia, quello che ha aumentato di più la produttività tra il 2001 e il 2013. E la produttività si traduce in ricchezza da reinvestire e da distribuire ai lavoratori e, a livello macroeconomico, nella crescita del PIL. È l'unico modo per non "morire" di carenza d'ossigeno in una rincorsa affannosa all'equilibrio di bilancio pubblico. La produzione dell'industria farmaceutica in Italia si sviluppa anche grazie al contributo di imprese conto terzi, la cui attività negli ultimi anni ha registrato una continua crescita. L'Italia è infine il Paese nel quale l'export di medicinali è aumentato di più al mondo dal 2010 a oggiNel farmaceutico il futuro è già presente, soprattutto nel biotech, una risorsa che fa bene alla salute dei Pazienti, con 110 medicinali già disponibili e 403 progetti in sviluppo solo in Italia. E che offre maggiori speranze nell'oncologia e nella neurologia. Il biotech nella farmaceutica da risposte anche alle malattie rare e apre nuovi approcci, ricchi di potenziali sviluppi rivoluzionari. Oltre a migliorare le terapie già SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOSSIER / Farmindustria, Assemblea Pubblica 2014: La sintesi della Relazione del Presidente 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 30 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato disponibili, curare l'incurabile è l'obiettivo dei prossimi anni. E fa bene all'economia con 176 imprese, 4.658 ricercatori e una fitta rete di sinergie con le piccole aziende biotech, che grazie alla loro flessibilità in Italia hanno pipeline di ricerca così innovative da attrarre gli investimenti delle grandi farmaceutiche. Una ricerca sostenuta per 1*85% dalle imprese del farmaco. La frontiera dell'innovazione si identifica sempre più con il biotech. L'industria farmaceutica convive però con un paradosso. Siamo una potenza manifatturiera hi tech. Eppure non ci è stato riconosciuto per molto tempo. I prezzi dei farmaci sono in calo da oltre dieci anni e la spesa farmaceutica, unica nella sanità pubblica, si è ridotta del 4% dal 2006 al 2013, per ì mille tagli effettuati negli scorsi anni. I medicinali sono poi gli unici prodotti all'interno del Servizio Sanitario Nazionale ai quali vengono già applicati costi standard per effetto delle negoziazioni svolte dall'Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA), che fissa prezzi a livello nazionale più bassi di quelli negli altri Paesi delPUe. Rappresentano inoltre la voce di spesa più controllata, sotto il profilo economico oltre che regolatorio, nelle diverse fasi di vita, dall'autorizzazione, alla produzione, alla distribuzione. I farmaci sono infine i soli ad avere nella sanità un tetto che prevede il ripiano a carico delle imprese in caso di sfondamento. Una spesa che si caratterizza per un valore procapite inferiore del 25-30% rispetto agli altri Big Uè. "La spesa farmaceutica è stata il bancomat del sistema salute. Ora bisogna consentire all'industria di rimanere in Italia a produrre e a fare innovazione. Abbiamo delle specificità enormi da giocarci per restare competitivi con i Paesi del Bric e con gli Stati Uniti". Lo ha detto di recente il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che si sta impegnando per dare stabilità e regole certe, consentendo così alle imprese, per la prima volta dopo molti anni, di programmare la propria attività e gli investimenti. E noi gliene siamo davvero grati nell'interesse del Paese. Il futuro II settore farmaceutico vuole realizzare nei prossimi tre anni nuovi investimenti per almeno un miliardo e mezzo di euro, parte dei quali già annunciati. E offrire, già nei prossimi dodici mesi, 2.000 nuove opportunità di lavoro per i giovani. Su questo punto siamo pronti ad aderire immediatamente all'iniziativa del Ministro Poletti con le categorie. Uno scenario positivo che mostra però fragilità crescenti, come la diminuzione degli investimenti in Italia negli ultimi due anni per l'inefficienza della burocrazia, la tassazione, la complessità della normativa sul lavoro e l'instabilità del quadro regolatorio. La burocrazia divora la crescita con una fame che non si sazia mai di autorizzazioni, licenze e controlli di ogni genere che si duplicano o triplicano sul territorio. L'Italia detiene il record europeo di vincoli nazionali e regionali per l'accesso all'innovazione. Sciogliendo questi nodi le imprese del farmaco potrebbero investire ancora di più. In un'Europa che cambia e tenta di riemergere dalla crisi, il Semestre di Presidenza italiana appena avviato è davvero fondamentale. E ciò è possibile solo lavorando insieme per un'Europa forte che affronti le sfide per la salute e la competitivita dell'Unione Europea e collochi l'industria del farmaco al centro della riforma economica globale. L'Italia sa produrre e l'Europa deve fare delle scelte e difendere con vigore quanto ha di meglio. Se ciò non avvenisse questo asset si perderebbe in altri continenti portando via occupazione di alta qualità. C'è bisogno di un mercato del lavoro regolato da poche norme di facile comprensione che tenga conto della necessità avvertita dalle imprese di maggiore flessibilità organizzativa. Il recente decreto "Poletti" sembra andare nella giusta direzione ma non basta. Cosa chiediamo quindi in concreto? Chiediamo condizioni di mercato stabili e competitive e quindi diciamo no a 21 "Italie" diverse e alla frammentazione della politica farmaceutica, origine degli ostacoli agli investimenti e della disomogeneità nell'accesso dei Pazienti all'innovazione e alle cure. Una disomogeneità che sancisce l'esistenza di una tragica "lotteria della nascita", che fa sì che se vivi in una regione puoi contare su elevati livelli di assistenza, se vivi in un'altra non ti resta che migrare altrove per ottenere la terapia innovativa. Un farmaco innovativo arriva in Italia almeno con 210 giorni di ritardo rispetto alla media Uè, un tempo che può crescere esponenzialmente a seconda delle regioni. Ritardi che raggiungono i 350 giorni rispetto alla Germania, uno spread sociale non meno grave di quello finanziario. Chi è malato ha diritto ai farmaci innovativi. E il budget complessivo per la sanità va gestito azzerando sprechi e inefficienze in tutte le voci di spesa. L'Italia deve decidere dove porre le proprie risorse e dove no, se non vuole cadere nella trappola dell'economia austera e triste. Che rischia anche di fare male i conti, perché non considera quante prestazioni sanitarie possano essere evitate con le nuove terapie. Né tiene conto delle altre spese di welfare 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 30 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato necessarie per assistere i Pazienti, che se curati in maniera appropriata potrebbero condurre una vita attiva. C'è una grande attenzione sui costi dei farmaci innovativi, occorre però domandarsi se la malattia non costi di più, in termini economici. E umani per i Pazienti e per quanti sono loro vicini. Chiediamo anche la revisione del Titolo V della Costituzione perché la politica farmaceutica ritorni "al centro", e quindi al Ministero della Salute e all'AIFA. Il settore farmaceutico è l'unico comparto della sanità che ha un'Agenzia regolatoria, con compiti delicati e importanti per i Pazienti e la stessa industria. L'efficienza e la velocità di risposta sono un fattore determinante di competitivita. Lo ha, d'altra parte, riconosciuto anche il Ministro Lorenzin, che intende potenziarne gli organici, dandole un ruolo simile a quello dell'FDA. Un obiettivo possibile, destinando all'Agenzia una quota più alta delle tariffe pagate dalle aziende farmaceutiche per le autorizzazioni all'immissione in commercio dei medicinali. L'AIFA ha dimostrato un impegno davvero notevole per colmare le lacune esistenti anche in questo caso avviando con noi un dialogo positivo. Dunque grazie e avanti così. Manca ancora poi, oltre al rapido accesso, anche il giusto riconoscimento e la remunerazione adeguata per i nuovi farmaci e vaccini. Foto: Massimo Scaccabarozzi Foto: Presidente di Farmindustrìa 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 34 Per l'empowerment dei pazienti Investire sull'empowerment e l'educazione del paziente per promuoverne la partecipazione qualificata nei percorsi di sperimentazione, sviluppo e monitoraggio dei farmaci. E lo scopo del protocollo d'intesa firmato il 3 luglio a Roma dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e dall'Europea» Patients' Academy on Therapeutic lnnovation (Accademia Europea dei pazienti sull'Innovazione Terapeutica, Eupati), il Consorzio di associazioni di pazienti, mondo accademico e organizzazioni no profit, che si occupa di accrescere le competenze e la consapevolezza dei pazienti in materia di sviluppo di nuovi trattamenti. L'iniziativa si inserisce nella politica da tempo avviata dall'Aifa volta a riconoscere il ruolo da protagonisti dei pazienti e dei loro familiari nelle decisioni regolatone al fine di promuoverne il coinvolgimento qualificato nelle diverse fasi del processo di sviluppo del farmaco. L'Aifa parteciperà attivamente e direttamente, con la propria esperienza e competenza, alle attività di formazione certificate, nazionali e internazionali, che verranno organizzate in Italia sulle scienze regolatone e sui processi di ricerca che riguardano i medicinali ad uso umano. La collaborazione tra Aifa e Eupati consentirà di potenziare l'efficacia del processo formativo per i cittadini. L'obiettivo a lungo termine è realizzare un sistema educativo in progress in grado di fornire un contributo solido e qualificato dei pazienti e dei loro familiari al processo regolatorio del farmaco, dalla fase della sperimentazione clinica a quella della vigilanza dopo l'immissione in commercio, integrando e rendendo omogenee le migliori prassi a livello europeo. european patient's academy, therapeutic innovation, aifaeupati, SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FARMACI / Protocollo d'intesa Aifa -Eupati 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 35 «Senza un intervento del legislatore ogni mese milioni di euro di mancati risparmi» Le ripetute pronunce della giustizia amministrativa, e ora la relazione del Garante della concorrenza rendono evidente che occorre rivedere la normativa che regge il settore.«Serve un rapido riordino della materia, in linea con la legislazione europea ma soprattutto in linea con i bisogni dell'economia del paese» dice il presidente di Assogenerici Enrique Hàusermann Ormai non è più possibile rimandare un intervento sulla disciplina di generici e biosimilari che metta fine a una serie di incongruenze che non sono questioni formali, ma costano ogni mese milioni di euro al Servizio sanitario nazionale» dice il presidente di AssoGenerici Enrique Hausermann. «Dopo i moniti della Commissione europea, le ripetute pronunce dei giudici amministrativi i costanti richiami dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato in merito alle condizioni di accesso al mercato da parte di imprese produttrici di farmaci generici o bio similari, non è più possibile mantenere l'attuale assetto normativo». Il presidente di AssoGenerici commenta con queste parole gli interventi registrati negli ultimi giorni su un aspetto cruciale per lo sviluppo del generico: il cosiddetto patent linkage, cioè le norme che vincolano l'ammissione al rimborso di un nuovo generico alla scadenza del brevetto del farmaco originale. «A questo proposito, la sentenza emessa dal Tar del Lazio lo scorso 26 giugno è esemplare: non spetta all'Aifa controllare se un brevetto è scaduto o meno, quindi una volta che ha ottenuto l'autorizzazione all'immissione in commercio, deve essere inserito nelle liste di trasparenza" prosegue Hausermann La sentenza, peraltro, interviene anche su un altro aspetto e cioè la natura stessa della copertura brevettuale, che riguarda soltanto il principio attivo, cioè l'elemento innovativo, e non per esempio l'associazione tra un principio attivo in scadenza e un altro scaduto da tempo, come nel caso esaminato dal Tar del Lazio, che verteva sui generici dell'associazione di un sartano, a brevetto scaduto dal 2013, e di un diuretico introdotto addirittura negli anni 60. Se si fossero applicati da subito i principi stabiliti nella sentenza,si sarebbero risparmiati da gennaio a giugno di quest'anno 18 milioni di euro. Per inciso, la pratica di prolungare la durata dei brevetti attraverso operazioni per così dire cosmetiche era stata da tempo denunciata dalla Commissione Europea. In questo quadro va però apprezzata la rapidità dell'Aifa che ha immediatamente inserito nelle liste di trasparenza i farmaci equivalenti in questione che erano stati "parcheggiati" nella classe C (nn)». Anche sul fronte dei biosimilari c'è stato un intervento fondamentale, questa volta del Consiglio di Stato che, intervenendo su un ricorso, ha sancito che un farmaco biotech originatore e i suoi biosimilari hanno il medesimo mercato di riferimento e quindi lo stesso prezzo di riferimento. «Non è la prima pronuncia in questo senso del giudice amministrativo, anche se il Consiglio di Stato pone davvero con questa pronuncia, un punto fermo. Originatore e biosimilare hanno le stesse indicazioni, efficacia e sicurezza sovrapponibili e, di conseguenza, un medesimo mercato e un medesimo prezzo di riferimento. Viene così a cadere il presupposto per quei meccanismi di gara che tendono a chiudere il biosimilare in una Segue da pagina 41 Segue da pagina 35 sorta di riserva indiana, impedendogli di competere con il medicinale di marca. Fatte salve le ovvie garanzie di continuità laddove il medico prescrittore ne ravvisi la necessità sia che per chi abbia iniziato la terapia con l'originatore che con il biosimilare, non c'è ragione per impedire che la competizione sia a tutto campo» chiarisce il vicepresidente di Asso Generici Francesco Colantuoni. La stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella sua relazione annuale, ha espresso la medesima posizione. «L'Autorità ha ribadito infine un principio su cui AssoGenerici si batte da anni» prosegue Colantuoni «al fine di stimolare la concorrenza nelle gare per l'acquisto di farmaci, quando il farmaco oggetto della procedura perde a breve la copertura brevettuale, sarebbe auspicabile prevedere la riapertura della gara per permettere la più ampia concorrenza». AssoGenerici chiede dunque con forza che, di fronte a questa lunga serie di interventi correttivi, il Governo metta mano a un rapido riordino della materia, in linea con la legislazione europea ma «soprattutto in linea con i bisogni dell'economia del paese, che non può permettersi di perdere milioni di euro ogni mese su un SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FARMACI / Equivalenti e biosimilari 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 35 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato singolo farmaco e di deprimere le prospettive economiche di un settore come quello dell'equivalente che in Italia garantisce produzione, occupazione e risparmio» conclude Hausermann. 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 4 Condivise le proposte per la sanità elaborate dall' Antitrust «c•oncordiamo con la proposta del Garante di separare, con nettezza, il ruolo di regolamentazione e quello di produzione dei servizi. Riteniamo, infatti, oltremodo urgente che le istituzioni del Servizio sanitario escano dal modello di governo amministrativo del sistema, che affida tutto (la strategia, la committenza e la produzione dei servizi) ad apparati burocratici, largamente, inadeguati e comincino a ri-pensare, concretamente, lo sviluppo del proprio ruolo di programmatore e regolatore a tutela dei diritti della cittadinanza». Lo dice Giuseppe Milanese, presidente di FederazioneSanità Confcooperative condividendo le proposte per la sanità elaborate dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. «Siamo convinti, e tutti i dati ufficiali diffusi in questo periodo lo confermano, che i maggiori problemi del nostro sistema sanitario nazionale non risiedano nel suo finanziamento, ma nei modelli organizzativi esistenti e nella obsoleta prassi amministrativa di governo della sanità». «Aggiungiamo al riguardo che il ruolo della responsabilità della "produzione" dei servizi debba essere affidata a soggetti del privato non profit selezionati sulla base di rigorosi requisiti professionali, tecnici ed organizzativi tali da garantire la qualità dei servizi integrati. È questa la strada maestra per risanare e rivitalizzare il tessuto organizzativo del nostro Ssn - e lo abbiamo ampiamente argomentato nel volume Cooperazione e Nuovo Welfare - e per costruire nuovi modelli di governo e di gestione più aperti all'azione sussidiaria dell'economia sociale a tutto vantaggio anche del rafforzamento delle capacità di governare da parte pubblica la domanda e l'offerta di servizi di tutela della salute». «L'auspicio è che Governo e Parlamento tengano in debito conto le proposte dell'Autorità garante e che il Servizio sanitario nazionale sia messo in condizione di potersi riorganizzare, fa Commenta positivamente la Legge Annuale per il Mercato e la Concorrenza cendo leva sulla capacità e l'esperienza maturata negli anni dalle nostre imprese. L'obiettivo è quello di contrastare i drammatici fenomeni emergenti di inaccessibilità alle cure, di frammentazione dei servizi, di diseguaglianza e di inappropriatezza delle cure che ricadono sui nostri cittadini». «Si tratterebbe a tal fine, come indicato dallo stesso Garante, di incentivare altresì lo sviluppo di strutture sanitarie efficienti e di consentire l'accesso al mercato anche a nuovi operatori, prevedendo criteri oggettivi e non discriminatori per l'accreditamento al Ssn di strutture private». «Piena condivisione, infine, sulla proposta circa la garanzia per i cittadini di poter accedere alle informazioni sui dati riguardanti l'attività medica svolta e sulla qualità del servizio erogato dalle strutture sanitarie pubbliche e private. A questo aggiungiamo anche la richiesta di dare ai cittadini la possibilità di esprimere un gradimento rispetto al servizio ricevuto, come già succede, ad esempio, in Inghilterra». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TRIBUNA / FederazioneSanità - Confcooperative VITA IN FARMACIA 19 articoli 24/07/2014 Corriere della Sera - Roma Pag. 3 (diffusione:619980, tiratura:779916) Medici e pediatri studi aperti sette giorni su sette C'è l'accordo, si parte entro l'anno Il protocollo Zingaretti: «È uno dei pilastri dell'ultimo modello di diritto alla salute» Claudia Voltattorni Dice: «È un protocollo storico, uno dei pilastri del nuovo modello di diritto alla salute». In effetti riuscire finalmente a trovare un medico di base o un pediatra anche nel fine settimana e nei giorni festivi non è cosa da poco. Non solo. Trovare lo studio aperto sette giorni su sette per 12 ore filate non sarà più un sogno. «Entro ottobre», promette. E deciso annuncia: «Cambierà davvero la sanità nel Lazio, la nostra regione non sarà più la Cenerentola dei sistemi sanitari, ma diventerà una delle più virtuose». E poi il presidente del Lazio Nicola Zingaretti nella sede della Regione di viale Cristoforo Colombo ha firmato. E lo stesso hanno fatto le organizzazioni sindacali di medicina generale (Fimmg, Snami, Smi, Intesa sindacale). Tutti d'accordo per quella che sarà una vera e propria rivoluzione per la sanità laziale. Tre giorni dopo i 628 milioni di euro per rilanciare gli ospedali, dopo l'approvazione dei piani operativi per la rete ospedaliera, arriva il protocollo per riorganizzare tutto il sistema. Cinque i punti, dice Zingaretti: gli studi medici aperti 12 ore al giorno; l'accessibilità anche la domenica e nei giorni festivi; l'assistenza del paziente anche per le malattie croniche con nuove forme di sperimentazione; la riduzione delle liste d'attesa per le prestazioni diagnostiche; un sistema informatico unico «che possa essere la porta di ingresso per migliorare la qualità dei servizi». L'obiettivo principale resta quello di alleggerire gli ospedali. «Vogliamo ampliare l'offerta sanitaria - dice Zingaretti - evitando che per qualsiasi cosa le persone vadano nei pronto soccorso: l'apertura degli studi medici il sabato e nei giorni festivi mira proprio a non lasciar soli gli ospedali». I tempi? Rapidi, promette il presidente della Regione: entro ottobre si arriverà alla firma dell'accordo, entro la fine dell'anno verrà attuato. Perciò ringrazia le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale: «Ora lavoriamo insieme per una rete territoriale più efficiente, per nuovo modello di sanità nel Lazio». Importante però, sottolinea il sindacato Smi, «far funzionare bene la rete: tutti i medici devono poter comunicare tra loro e con l'ospedale, è un punto indispensabile». E Rodolfo Lena, presidente della Commissione Politiche sociali e salute del Consiglio regionale: «La nave è in movimento, non bisogna più bloccarla, ma lavorare per dare risposte al territorio: ripartiamo per non fermarci mai più». Speriamo, dice Pierluigi Bartoletti della Fimmg, «di non avere il destino della nave Concordia, però». La promessa di ambulatori aperti 7 giorni su 7 nell'arco di 12 ore, inclusi sabato e domenica non è nuova. Già Renata Polverini aveva annunciato la rivoluzione. E nel 2012 erano partiti anche gli «amb-med», ambulatori negli ospedali guidati da 374 medici di famiglia per decongestionare i pronto soccorsi spesso affollati di pazienti in attesa solo di una semplice visita. La sperimentazione poi fu sospesa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Fimmg Pierluigi Bartoletti VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità Riorganizzazione della rete di assistenza 24/07/2014 La Repubblica - Roma Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) Sanità , gli ambulatori aperti anche nel fine settimana Intesa Regionemedici di base Patto di Zingaretti con i sindacati: 51 centri, assistenza per 12 ore al giorno "Cureranno anche i malati cronici". Obiettivo, ridurre le presenze in ospedale MAURO FAVALE IL MODELLO è il poliambulatorio di piazza Istria: aperto dal 2010, soltanto nei weekend e nei festivi, nell'ultimo anno ha accolto mediamente 70 persone ogni sabato e domenica. Ora il tentativo è quello di replicare l'esempio per tutto il Lazio. In attesa dell'apertura delle altre Case della salute, ieri la Regione ha firmato un protocollo con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei medici generali, Fimmg, Snami, Smie Intesa sindacale che, nel giro di alcuni mesi, potrebbe rivoluzionare la sanità nel Lazio: l'accordo prevede che gli studi medici restino aperti 12 ore al giorno, compresi i festivi, garantendo una copertura dell'assistenza e assorbendo il servizio di quella che un tempo era "la guardia medica". A essere coinvolti saranno specialistici, alleggerendo contemporaneamente gli ospedali e sfrondando le liste d'attesa. A permettere tutto ciò, sarà anche l'utilizzo di un sistema informatico unico. Questa è la cornice del protocollo che Nicola Zingaretti ha definito «storico» e che dovrebbe portare, a partire da ottobre, ai primi risultati. Nel frattempo, però, bisognerà definire i costi medici di medicina generale e pediatri. Ma, oltre all'apertura prolungata, una delle novità sostanziali è la cosiddetta "presa in carico" dei pazienti con patologie croniche: tradotto significa che chi è affetto da diabete, da ipertensione, da insufficienza respiratoria, o chi è cardiopatico, sarà assistito in queste strutture che gestiranno anche le prenotazioni per gli esami del servizio che si ipotizza possano aggirarsi attorno ai 10 milioni di euro. Entro la fine di settembre dovrebbe essere siglato il contratto integrativo dei medici di base che dovrebbe completare il passaggio siglato ieri. Il risultato finale saranno 15 ambulatori aperti a Roma, 17 in Provincia, 51 in tutto il Lazio, uno per ogni distretto, che effettueranno orari e prestazioni di questo tipo. L'obiettivo è quella "medicina di territorio" che anche in Regione si sta provando a realizzare soprattutto per decongestionare gli ospedali. «Il raggiungimento dei traguardi di questo protocollo cambieranno tutto della sanità del Lazio: non siamo più la Cenerentola dei sistemi sanitari», annuncia Zingaretti. Positivi anche i commenti dei rappresentanti dei medici: «È un documento pesante, un atto che smuove la nave», sottolinea Pier Luigi Bartoletti della Fimmg. «Da qui parta una vera riorganizzazione della medicina generale», suggeriscono dalla Snami. A favore del protocollo anche l'opposizione alla Pisana: «Recepisce le istanze che portiamo avanti da tempo - spiega Fabio De Lillo, consigliere Ncd - l'accordo va nella direzione che tante volte abbiamo indicato in commissione sanità, chiedendo di creare alternative all'ospedale, ancora oggi unico riferimento per i cittadini, che dovrebbe limitarsi alle urgenze e alle emergenze. L'auspicio è che si rispettino i tempi annunciati per l'attuazione». «Potenziare la rete sanitaria del territorio rappresentava un nostro preciso impegno programmatico», ricorda il capogruppo Pd in Consiglio, Marco Vincenzi. Di «svolta importante», parla anche il suo collega Riccardo Agostini: «Ora la burocrazia non rallenti questo processo». Soddisfatta anche Teresa Petrangolini che approva il protocollo: «Facilita l'accesso alle cure da parte dei cittadini». © RIPRODUZIONE RISERVATA I PUNTI GLI AMBULATORI L'obiettivo del protocollo firmato ieri tra la Regione e i sindacati l'apertura di 51 ambulatori, uno per distretto che restino aperti 12 ore al giorno anche nei festivi MALATI CRONICI Rivoluzione anche per i malati cronici come diabetici cardiopatici e ipertesi che verranno "presi in carico" dai medici di base in queste strutture MEDICI E PEDIATRI A garantire l'assistenza ai malati, a partire dall'autunno saranno i medici di base e i pediatri che saranno presenti nelle strutture anche nei weekend GLI ESAMI Le strutture gestiranno le prenotazioni per gli esami specialistici alleggerendo contemporaneamente VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il piano 24/07/2014 La Repubblica - Roma Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato gli ospedali e sfrondando le liste d'attesa PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.lazio.it www.regione.lombardia.it Foto: IN CORSIA L'obiettivo dell'intesa è ridurre le presenze in ospedale (sopra). A destra, l'incontro fra Maroni e Zingaretti 24/07/2014 La Repubblica - Roma Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Arrestato dopo 13 colpi a negozi e farmacie EMILIO ORLANDO TRA SAN PAOLO E MAGLIANA AVEVANO commesso tredici rapine in profumerie, farmacie, fast food negozi di elettronica e bar nel giro di pochi mesi. Gli investigatori del commissariato San Paolo diretti da Filiberto Mastrapasqua dopo mesi di indagine, hanno arrestato anche il secondo rapinatore seriale che - con un complice finito in cella a febbraio - aveva terrorizzato molti commercianti che erano rimasti vittime di rapine a mano armata. Le indagini, però, non si sono fermate. Nel prendere in esame i numerosi colpi degli tempi recenti, era emersa la possibilità che l'arrestato fosse responsabile non solo dell'ultimo episodio ma anche di molti altri, spesso portati a termine in collaborazione con un complice. Le indagini proseguirono con l'ascolto di testimoni oculari con l'acquisizione delle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso degli esercizi commerciali. Il risultato è stato possibile anche grazie ai dispositivi di controllo del territorio voluti dal questore della capitale Massimo Maria Mazza. Il primo rapinatore era stato arrestato dopo che alcuni testimoni lo avevano visto rincasare con uno scooter rubato. Infatti il modello del mezzo a due ruote coincideva con quello descritto dai rapinati. Dalle immagini delle telecamere di alcune attività « visitate» dai rapinatori i poliziotti hanno riconosciuto un altro pregiudicato che faceva da palo durante i colpi. Da qui i riconoscimenti con alcune testimonianze hanno permesso alla procura di emettere il secondo mandato di arresto nei confronti del malvivente che fino a ieri mattina pensava di averla fatta franca. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: IN FARMACIA Fra gli esercizi rapinati dal malvivente arrestato anche alcune farmacie e profumerie fra San Paolo e Magliana VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CON UN COMPLICE GIÀ IN CELLA ERA IL TERRORE DEGLI ESERCENTI DI SAN PAOLO E MAGLIANA 24/07/2014 La Repubblica - Roma Pag. 8 (diffusione:556325, tiratura:710716) La lotta al cancro passa per i media Incontro al ministero stefano petrella COMUNICARE il cancro senza considerarlo un tabù, in tempi in cui i pazienti che hanno battuto la malattia diventano sempre di più, grazie all'aumento delle guarigioni e l'allungarsi delle aspettative di vita. Oggi in Italia sono oltre tre milioni di pazienti con vittoriosi sul tumore, nel 2020 saranno 4 milioni e mezzo. Restituire loro una vita normale, facendo crescere la consapevolezza tra i cittadini, è l'obiettivo del volume Il male incurabile,i progressi della lotta contro il cancroe il nuovo ruolo della comunicazione , che sarà presentato stamattina all'Auditorium del ministero della Salute, in un convegno nazionale con inizio alle ore 10. Oltre all'analisi dei passi avanti compiuti dalla ricerca nella lotta contro il cancro, il testo approfondisce il rapporto tra media e malattia, tentando di scardinare pregiudizi e tabù. Il libro celebra il primo anno d'attività della fondazione "Insieme contro il cancro", presieduta da Francesco Cognetti, direttore del dipartimento di Oncologia medica del Regina Elena. L'incontro vedrà la partecipazione del ministro Lorenzine di diversi direttori di giornali, ma anche le testimonianze di pazienti d'eccezione, come il tennista Nicola Pietrangeli e lo scrittore Roberto Gervaso. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CONVEGNO 24/07/2014 La Repubblica - Torino Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ospedale di Rivoli, la terapia intensiva invasa dalle mosche La denuncia della parente dell'unica paziente ricoverata nella struttura Per riportare la normalità ci vorranno mesi, l'intervento costerà 75 mila euro c. roc. MOSCHE in terapia intensiva all'ospedale di Rivoli: da qualche giorno all'ottavo piano dell'edificio gli insetti erano diventati un problema tanto che ieri la direzione sanitaria ha disposto una bonifica d'urgenza e chiuso il reparto per 48 ore. L'allarme era partito dalla segnalazione di una parente dell'unico paziente della rianimazione, un uomo di 80 anni, ricoverato dal 9 giugno. La donna, che nella vita lavora proprio in un reparto simile, ma in un altro ospedale, si è allarmata quando ha visto aumentare il numero degli insetti. "Ne ho ammazzati decine racconta - Le prime mosche sono comparse venerdì, poi è stato un continuo. Le ho falcidiate con una rivista che mi ero portata e che poi ho lasciato sotto il letto per tre giorni in modo da averla pronta". La donna ha anche fotografato i "cadaveri", frutto della sua battuta di caccia quotidiana durante l'orario di visita. "Si posavano ovunque, sulle apparecchiature, sugli oggetti e anche su mio padre. Mi sembra incredibile una situazione del genere in un repartoa rischio e in un ambiente che dovrebbe essere sterile e dove chiunque entri deve indossare calzari, cuffia e camice". Dopo aver provato con la carta moschicida anche l'ospedale ha alzato bandiera bianca ricorrendo ad un'operazione di bonifica massiccia. Ieri, spostato il paziente al Martini, è iniziata la disinfezione. Ma il problema più costoso è a monte: nello stato del tetto dell'edificio. Nelle ultime settimane, infatti, la pioggia e la grandine avevano fatto crollare alcuni pannelli del controsoffitto. "C'erano state infiltrazioni", spiegano dall'ospedale. Edè probabile che quello sia stato il varco usato dalle mosche per arrivare in rianimazione. Ora la direzione sanitaria dell'Asl To3 ha dato il via alla bonifica di tutto il tetto. Da lunedì una gru alta 60 metri inizierà a rimuovere i 650 metri quadrati di ghiaia che rivestono il tetto: "Un materiale ormai vecchio e dove si possono annidare insetti e altri animali". L'intera copertura sarà sostituita: un intervento da 75mila euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: INSETTI Un'immagine delle mosche sul davanzale della stanza della rianimazione la foto è stata scattata da una parente dell'unico paziente VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA POLEMICA /IL REPARTO È STATO CHIUSO PER ESSERE BONIFICATO, GLI INSETTI ENTRAVANO DAL TETTO 24/07/2014 La Repubblica - Torino Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Quell'erba che cresce solo a metà strada tra il Polo e l'Equatore Ferrero "Dobbiamo ringraziare la Ferrero che la usa nei Tic Tac" Negli anni Sessanta si distillavano 130 tonnellate di olio grezzo oggi la produzione è calata a quindici circa un decimo di allora MEO PONTE TUTTO iniziò grazie al farmacista. Correva l'anno di grazia 1862 quando Alfredo Gamba, titolare dell'omonima farmacia, tornò da Digne, in Francia, a Pancalieri con le prime piante di menta piperita e le impiantò nei terreni di famiglia. «Distillò i primi oli con un alambicco da 100 litri» ricordano gli storici, sottolineando che probabilmente Gamba alla menta aveva pensato per le esigenze della sua farmacia. Quel pioniere di certo non pensava che da quel suo breve viaggio in Francia a Pancalieri sarebbe nata una vera e propria economia basata sulla coltivazione della menta. E in particolare della più pregiata: la menta piperita nera (quella che gli inglesi chiamano Black Minth), nota anche come menta Mitcham (dalla località del Surrey dove fu coltivata in origine) che dopo l'introduzione a Pancalieri è diventata la Italo-Mictcham. In realtà il vero e proprio impulso alla coltivazione della menta (e soprattutto della Mictham) su base industriale fu dato qualche anno dopo il viaggio di Gamba in Francia. E per una di quelle ironie che permeano la storia (piccola o grande che sia) fu un francese a trasformare Pancalieri nella capitale mondiale della menta. Coltivazioni di menta piperita (ma di varietà diversa dalla Italo Mitcham) in realtà esistevano in Piemonte prima del 1865: in quell'anno, ricordano gli storici, a Cavour, il confettiere Primo Pietro già distillava la menta coltivata nei prati del paese. La rivoluzione destinata a trasformare Pancalieri (ma anche molti centri della zona) però accadde più tardi. Honorè Carles arrivò nel piccolo centro a 243 metri sul livello del mare all'inizio del '900. Nel 1901 era già socio di Giovanni Varino che nel 1870 aveva fondato l'omonima distilleria. Sette anni dopo però Carles era in affari da solo mentre la coltivazione della Mitcham si diffondeva ai centri limitrofi. «Ben presto le coltivazioni di menta coinvolsero ben ventisette comuni - spiega Piero Ferrero, 58 anni, presidente della Cooperativa delle Erbe Aromatiche nata nel 1985 che alla menta ha dedicato, riconoscente, un museo- da Pancalieri si estendevano sinoa Buriasco, Saluzzo, Carmagnola e Cavallermaggiore...». Merito dell'aria e del terreno e di chissà che cosa altro. D'altronde a Pancalieri, ieri come oggi, mica cresceva solo la menta. Anche la canapa ci veniva su forte e rigogliosa tanto che il paese era il principale fornitore di cordame del Regno Sabaudo e i marinai certe sartie a quel tempo le chiamavano «pancalere». «Dicono gli esperti - sottolinea Ferrero - che la menta migliore si coltivi al 45mo parallelo, a metà strada tra il Polo e l'Equatore. E Pancalieri si trova proprio lì. Ed è forse la sua posizione, insieme alle caratteristiche del terreno, prevalentemente alluvionale con una superficie argilloso-silicea che mantiene sempre umido il sottosuolo, a dare alla menta che vi viene coltivata la finezza del profumo e soprattutto la gradevolezza che la contraddistinguono». Oggia Pancalierie dintorni solo trecento ettari di terreno sono riservati alla menta, negli anni Sessanta erano venti volte di più . «Colpa della crisi dei dentifrici - spiegano i coltivatori - che hanno iniziato a usare il mentolo sintetico o mente di altre varietà meno costose e naturalmente meno pregiate. La menta pura non la usa quasi più nessuno. Qualche grossista la mescola con altre mente. Lo sanno tutti che il mercato nonè poi così trasparente come pretende di essere». Franco Chialva, 64 anni, può vantarsi di gestire la distilleria di menta più longeva del paese . «E' in piedi dal 1926 - ricorda - ce n'erano altre messe su in quel periodo, ma noi siamo gli unici ad aver resistito sino ad oggi». E anche Chialva pensa spesso con nostalgia agli anni Sessanta («Ricorda la pubblicità del dentifricio? Ti spunta un fiore in bocca?»)e il tempo in cui si distillavano 130 tonnellate di olio grezzo di menta. «Ora- dice con malcelata malinconia - se ne distillano 15 tonnellate e dobbiamo ringraziare la Ferrero che la menta la usa ancora per i Tic Tac, i confetti». Nonostante il ridimensionamento la qualità della menta di Pancalieri resta altae il paese che oggi stentaa raggiungerei duemila abitantiè ancora la capitale della Mitcham anche se molti si sono messi a coltivare le VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Un luogo, un prodotto / La menta di Pancalieri Un piccolo paese del Piemonte è diventato la capitale mondiale per la produzione della Black Minth Originaria del Surrey la portò in Italia un farmacista a metà Ottocento e iniziò a coltivarla nei suoi terreni 24/07/2014 La Repubblica - Torino Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato erbe officinali. «Assenzio, melissa e altre erbe - spiega Piero Ferrero . che vengono impiegate per la confezione dei liquori, tra cui il vermouh». La coltivazione della menta avviene comunque con i metodi di un tempo anche se i distillatori, una volta in rame o in ferro, dagli anni '70 sono in acciaio inox. «Gli agricoltori l'esperienza se la sono fatta sulla loro pelle confrontandosi con le difficoltà di una pianta che è ibrida, non ha semi che germinano e che quindi richiede un tipo particolare di coltivazione» aggiungono alla Cooperativa delle Erbe. La semina o meglio il trapianto avviene in autunno, la raccolta inizia in questi giorni d'estate. La pianta una volta raccolta viene portata agli impianti di distillazione dove l'attendono gli alambicchi dove il vapore attraversa direttamente «la massa verde» a 100 gradi. Un chilo di olio essenziale oggi costa 85 euro. «E se ne producono circa 50 chili per ettaro» spiegano i coltivatori. Non si diventa ricchi con la menta. Almeno di questi tempi. Persino la Cooperativa delle Erbe alla coltivazione della menta ha riservato infine 25 ettari. «Centoventicinque ettari - precisa Ferrero sono invece dedicati a venti specie di erbe diverse». Anche il numero delle aziende si è drasticamente ridotto. «Le distillerie in tutta la zona sono una dozzina - spiega Chialva - bisogna però distinguerle dalle aziende concentrate a Pancalieri che sono una ventina, contando anche la cooperativa». E come in passato si tratta di imprese familiari. Su internet www.essenzialmenta.it www.provincia.torino.gov.it www.comune.pancalieri.to.it torino.repubblica.it www.ferrero.it La mappa TORINO PANCALIERI Savigliano Carmagnola Moncalieri Chivasso Rivoli Bra A21 A6 Foto: COOPERATIVA Piero Ferrero presidente della Cooperativa delle erbe aromatiche Foto: SCIROPPI La menta è usata per produrre sciroppi, dolciumi e anche dentifrici 24/07/2014 Il Messaggero - Roma Pag. 35.37 (diffusione:210842, tiratura:295190) I sindacati di polizia: «Le mascherine non sono adeguate per la prevenzione» Il presidente: «Spesso arrivano in Italia senza le vaccinazioni documentabili» Lorenzo De Cicco I PERICOLI Potenziare subito la «vigilanza sanitaria» sui 6mila immigrati che da qui ad agosto sbarcheranno nella Capitale per evitare «il rischio contagio». A lanciare l'allarme Tubercolosi è l'Ordine dei Medici di Roma, che chiede a Regione e Comune di «mettere in campo tutti i controlli necessari per tutelare la salute dei romani e degli stranieri a cui si darà accoglienza». Gli operatori sanitari che verranno mobilitati dalla Croce Rossa sono oltre 200, ma il presidente dell'organizzazione dei camici bianchi, Roberto Lala si dice «fortemente preoccupato». Spiega: «Quando si tratta di clandestini e non di immigrati regolari, bisogna considerare che arrivano in Italia senza avere alle spalle un check up di vaccinazioni regolare e documentabile. Per questo devono essere sottoposti ad accertamenti sanitari rigorosi». Secondo l'Ordine dei medici «tutte le statistiche indicano negli ultimi mesi un incremento dei casi di tubercolosi e il ritorno di alcune malattie infettive che in Europa erano quasi del tutto debellate». Ecco perché la prossima settimana l'Ordine approverà una risoluzione per chiedere alla Regione «di potenziare la vigilanza sanitaria». «Solo in questo modo - dice Lala - sarà possibile tutelare la salute dei romani e dei migranti. Altrimenti si rischia il contagio». E proprio la gestione sanitaria dell'emergenza per l'immigrazione sarà oggetto del vertice di stamattina al Ministero dell'Interno a cui prenderà parte il sindaco Marino. Intanto restano in allerta anche i sindacati di polizia, che guardano con preoccupazione a quanto successo in Sicilia, dove due agenti impegnati in servizi su sbarchi di migranti, sono risultati positivi al test Mantoux, un esame propedeutico a verificare la tubercolosi. TUTELE RIDOTTE ` Secondo il sindacato di polizia Sap «le mascherine che ci vengono fornite non sono adeguate per la prevenzione di malattie a trasmissione aerea». Per Nicodemo De Franco, segretario generale del sindacato della Polizia di Stato Aspil, «fino a oggi siamo stati mandati allo sbaraglio, non tutti gli agenti si sentono adeguatamente tutelati. I rischi sono tanti, considerando i paesi da dove provengono i migranti, dove le verifiche sanitarie sono scarse o quasi del tutto inesistenti». Secondo l'Aspil «vista la situazione emergenziale, la presenza delle forze dell'ordine sarà rafforzata e il rischio è che non tutti gli uomini siano protetti sufficientemente». DUE MORTI Un mese fa due immigrati arrivati nella Capitale dalla Sicilia erano morti ieri a distanza di poche ore l'uno dall'altro in due edifici occupati da anni da centinaia di profughi. L'autopsia disposta per entrambi i decessi ha rivelato nel secondo caso la contaminazione da Tbc. E pochi giorni prima lo stesso sindaco Marino in una lettera al ministro dell'Interno Alfano e quello della Salute, Lorenzin, aveva espresso preoccupazione per l'arrivo «senza alcun preavviso di numerosi immigrati da paesi «dove vi è una presenza elevata di ceppi di Tbc multiresistenti oltre che di casi Hiv e di altre malattie infettive». In allerta anche la Croce Rossa. Secondo Flavio Ronzi, presidente della federazione romana della Cri «ci sono difficoltà a monitorare la situazione sanitaria dei migranti in transito a Roma. C'è un rischio generale di malattie». I numeri 200 Gli operatori sanitari della Croce Rossa di Roma che saranno in campo per assistere i circa 6mila immigrati che entro agosto arriveranno nelle strutture d'accoglienza della Capitale 48 I centri d'accoglienza per immigrati presenti a Roma e inseriti dal Ministero dell'Interno nella rete del progetto Sprar ( Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) 500 Gli immigrati che vivono nella struttura occupata di via Collatina 385, dove un mese fa è morto un etiope di 27 anni. Poche ore dopo un altro decesso, per Tbc, al Salam Palace di Tor Vergata Foto: Un agente con la mascherina VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Allarme dell'ordine dei medici «Potenziare i controlli sanitari» 24/07/2014 Il Messaggero - Roma Pag. 40 (diffusione:210842, tiratura:295190) Accordo in Regione, da ottobre il servizio sarà prolungato Poliambulatori e case della salute operativi nei fine settimana L'obiettivo è ridurre l'affollamento dei pronto soccorso Zingaretti: «Interventi anche per limitare le liste d'attesa» IERI PRESENTATO IL NUMERO UNICO DELLE EMERGENZE: TRA SEI MESI TUTTE LE CHIAMATE ARRIVERANNO AL 112 Mauro Evangelisti IL PIANO Da ottobre gli studi medici di Roma e del Lazio saranno aperti 12 ore al giorno. E un servizio di medicina sul territorio sarà disponibile anche al sabato e la domenica. Questa è la promessa spesa ieri dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Se sarà mantenuta, per la sanità del Lazio sarà una rivoluzione epocale: offrirà alternative ai cittadini e dunque alleggerirà il peso dei pronto soccorso. Mai come in questo caso però va sottolineato quel «se», perché ci furono altri tentativi in questa direzione non andati a buon fine. Pierluigi Bartoletti, segretario della Fimmg (medici di medicina generale): «Abbiamo firmato un protocollo d'intesa, un documento molto serio, con delle date definite. Ce la possiamo fare». LE NOVITÀ Zingaretti: «Vogliamo andare a una svolta per ampliare l'offerta sanitaria non ospedaliera. Insieme ai medici, dimostreremo che il Lazio non è più la cenerentola dei sistemi sanitari». Cosa dice il protocollo? Il primo punto vuole garantire, 24 ore su 24, al cittadino «una copertura dell'assistenza territoriale», mediante «l'accessibilità alle cure primarie per 12 ore e il servizio di continuità assistenziale (l'ex guardia medica)». Cosa vuole dire? Un cittadino che ha un piccolo problema di salute non deve per forza affollare il pronto soccorso ma vicino a casa e trova un dottore con cui parlare. Può essere il medico di base (di qui l'apertura per 12 ore) o un'altra struttura nei fine settimana, come una casa della salute o un poliambulatorio. I tempi? Il protocollo parla di una chiusura dei lavori di preparazione entro il 30 settembre. Tra l'altro, il testo dell'accordo tra la Regione e i medici ipotizza anche «un piano regionale del governo delle liste di attesa». Cosa può bloccare questo nuovo sistema? Riccardo Agostini, consigliere regionale del Pd: «Bisogna fare attenzione perché la burocrazia non rallenti questo processo». Zingaretti: «Ci sarà una piena presa in carico per del paziente anche per le malattie croniche in modo che venga seguito con nuove forme di sperimentazione. Ma chiediamo anche l'aiuto di tutti per ridurre le liste d'attesa. Vogliamo costruire un sistema informatico più idoneo». Ieri pomeriggio, infine, Zingaretti con il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha presentato il numero unico per le emergenze che partirà tra sei mesi. Come vuole l'Unione europea, sarà il 112 (vi convergeranno le chiamate al 113, al 115, al 118). Si farà tesoro dell'esperienza della Lombardia, dove è già partita la sperimentazione. Zingaretti: «Oggi nel Lazio ci sono ancora 4-5 centrali operative che non si parlano». Il caso Rifiuti, stop alle norme sui poteri speciali Congelato l'emendamento al decreto sulla competitività che prevede poteri speciali per sindaco di Roma e Regione Lazio sul tema dei rifiuti. Sono emerse opinioni divergenti nelle Commissione Industria e Ambiente e quell'emendamento, insieme ad altri, è stato accantonato VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità , studi medici aperti 12 ore 24/07/2014 Il Messaggero - Abruzzo Pag. 37 (diffusione:210842, tiratura:295190) Tra Afm e Comune è scontro aperto La richiesta della somma al socio unico dell'azienda aveva creato imbarazzo REVOCATO IL DECRETO INGIUNTIVO CON CUI UN ANNO FA ERA STATO RICONOSCIUTO UN CREDITO DI QUASI DUE MILIONI È stato revocato il decreto ingiuntivo con cui, un anno fa, era stato riconosciuto all'Afm (Azienda Farmaceutica Municipale) un credito nei confronti del comune dell'Aquila di 1 milione e 859 mila euro, maturati dal 2000 al 2013. La revoca, arrivata in seguito al ricorso del Comune, non nega il debito versa l'azienda, ma solleva un'eccezione di competenza del Tribunale che aveva giudicato. Nella sentenza, depositata lo scorso 1 luglio, il giudice solleva un'eccezione preliminare di incompetenza. A giudicare la controversia tra Comune e Afm, secondo un orientamento recente della Cassazione, sarebbe dovuto essere un arbitrato, come previsto anche dal contratto quadro che disciplina i rapporti tra azienda e Comune. Quindi tutto annullato, compreso il decreto ingiuntivo esecutivo, ad agosto dello scorso anno, anche a danno delle cifre aggiuntive, circa 3.700 euro, di spese e oneri legali. La richiesta della somma, al socio unico dell'azienda, il comune dell'Aquila appunto, aveva creato non poco imbarazzo politico. Ma il presidente dell'azienda, Giorgio Masciocchi, era andato dignitosamente avanti per la sua strada con l'obiettivo del risanamento aziendale. Con la determinazione di compiere l'incarico, fronteggiando le perturbazioni politiche e contemperando le carenza amministrative, il lavoro di Masciocchi ha dato i suoi frutti. Il fatturato delle farmacie comunali (Pettino, Santanza, Coppito, Torrione, Strinella, Civita di Bagno, Avezzano e Castel di Ieri, quest'ultima in chiusura) ha avuto un incremento, nel 2013, di 715 mila euro. Riportando il fatturato aziendale ai livelli pre sisma. Nel 2013 si registrano, infatti, 9 milioni e 710 mila euro, una cifra leggermente superiore ai 9 milioni 666 mila del 2008. Una crescita del mercato del settore farmaceutico del 8,48 per cento, rispetto al 2012. Un risultato eccellente se si compara al dato nazionale che registra una crescita dell'1,3 per cento. «È stato un lavoro corale - dice Giorgio Masciocchi con tutte le farmacie. La nuova politica commerciale e il servizio di riguardo al cliente, unita all'estensione degli orari, ha dato evidenti risultati». È attivo da pochi giorni, infatti, anche il servizio h24 della farmacia comunale di Pettino. L'apertura anche nella pausa pranzo, h12, è già prassi aziendale. Sarà attivato a breve, anche, il servizio di consegna dei medicinali a domicilio attraverso l'uso di droni. Il bilancio 2013 dell'Afm ha una chiusura complessivamente positiva, per quanto riguarda la crescita. Porta una perdita di 236 mila euro, dipesa soprattutto dalla ricollocazione del personale dopo la fine della convenzione per i servizi cimiteriali (dicembre 2012). «L'Azienda punta al pareggio di bilancio per fine 2014 - conclude Masciocchi -. Ora stiamo valutando la decisione da prendere verso il Comune, per riscattare il credito dovutoci». Germana D'Orazio Foto: L'interno della farmacia comunale di Pettino e, nella foto tonda in alto, Pierluigi Biondi VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA VERTENZA 24/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Pag. 23 (diffusione:165207, tiratura:206221) Inaugura il centro clinico dell'istituto Ramazzini - OZZANO - TAGLIO del nastro questa sera alle 19 per il nuovo Centro Clinico di Prevenzione Oncologica di Ozzano, che sorge in via Emilia 79. Saranno presenti alla cerimonia il presidente dell'Istituto Ramazzini Simone Gamberini, il direttore dell'Istituto Ramazzini Pier Paolo Busi e il primo cittadino di Ozzano Luca Lelli, che inaugurerà a tutti gli effetti la nuova struttura. Le prime aree che saranno attivate sono oncologia, urologia, ginecologia e dermatologia. Nei mesi successivi saranno avviate ulteriori specialistiche, in modo da rendere sempre più ampio il servizio offerto al cittadino. Seguirà un breve rinfresco con musica. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato OZZANO 24/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Pag. 6 (diffusione:165207, tiratura:206221) La titolare: «Ormai via Saffi è come il Bronx» SIMONE ARMINIO di SIMONE ARMINIO UNA TRANQUILLA coppietta e un percorso in taxi, da via Rizzoli fino all'ospedale Maggiore, qualche chiacchiera fatta con il tassista e un piano ben congegnato in testa. Arrivati in via Marzabotto attorno alle 19,30 di mercoledì, infatti, i due hanno chiesto una breve sosta. Lei è rimasta sul taxi, lui è sceso, ha girato l'angolo, si è travisato la faccia con cappello e foulard e, armato di un cutter, è entrato a derubare la farmacia Busacchi di via Saffi. È ancora sconvolta Maria Pia Busacchi, quando racconta l'accaduto: «Quell'uomo - spiega -, un europeo, forse dell'est, si è subito rivelato nervoso e violento. E io sinceramemente non ne posso più di trovarmi in pericolo mentre lavoro». È la sesta volta che le accade, racconta. «Settima, se ci aggiungiamo il salasso delle tasse, un mese fa». E nel frattempo «grazie al disinteresse da parte dell'Amministrazione nei confronti questa strada, gli altri negozi qui attorno hanno chiuso e io sono rimasta sola». QUELLA che descrive Busacchi - che è anche consigliera di Quartiere di Forza Italia - è una terra di nessuno: cinquecento metri stretti tra la parte alta di via Saffi e l'asse attrezzato, «dove si concentrano il via vai continuo di immigrati ai Prati di Caprara, i parcheggiatori abusivi del parcheggio dell'ospedale, i vari questuanti sempre più violenti e i balordi che bivaccano e fanno la pipì sulle nostre serrande». E il Comune cosa fa? «Costruisce piste ciclabili - s'indigna la farmacista -.Un'altra, l'ennesima, la faranno proprio qui davanti, anziché spendere quei soldi per alleviare i nostri disagi in questo 'Bronx'». Fatto di «tensioni continue e rischi come quelli di ieri». QUANDO l'uomo è entrato, a ridosso della chiusura, ricorda Busacchi, «ho capito subito dal suo modo di coprirsi la faccia che si trattasse di un rapinatore. Ho fatto in tempo a suonare l'allarme prima che mi arrivasse davanti con il suo coltello, intimandomi di consegnargli il contenuto della cassa. L'ho fatto e lui, tranquillo, come avesse fatto bancomat, si è avviato verso la porta. Allora ho ripensato a tutte le tasse che pago e ai sacrifici che faccio per resistere, e non abbandonare questa strada. Mi è salita la rabbia e l'ho inseguito urlando». L'uomo, racconta la farmacista, nel frattempo aveva raggiunto il taxi, dando l' ordine di ripartire. «Sono state le mie urla a insospettire il tassista. Che ha bloccato l'auto. I due hanno fatto per scappare, il tassista ha bloccato lei, ma nel frattempo lui ha preso a minacciarmi di nuovo con il cutter, spingendo il tassista a mollare la presa per venirmi in aiuto. Quanto è bastato per farli dileguare. Spero che li prendano. Ma tanto è uguale: qualche giorno di fermo e sarebbero di nuovo liberi. Per questo la soluzione non può che essere una maggiore presenza e controllo da parte del Comune». Image: 20140724/foto/1145.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rapina in taxi alla farmacia «E' il sesto colpo, ora basta» 24/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Pag. 26 (diffusione:165207, tiratura:206221) «Chirurgia da completare e pioggia dal tetto della chiesa» - SENIGALLIA - SANITA' senigalliese ancora tra luci ed ombre. Dopo il Tribunale del malato, è il consigliere comunale Maurizio Perini (UdC) a sollevare alcune questioni dopo aver effettuato riscontri diretti. «Innanzitutto ho verificato che la sede preventivata del reparto Chirurgia, al primo piano sopra l'Unità operativa di Chirurgia deve essere ancora completata - osserva Perini -. E questo essendo stato un preciso impegno assunto da politici e dirigenti regionali deve essere portato a compimento in breve tempo. Con un pò di stupore ho poi notato che la guardia medica è stata , spero temporaneamente, collocata al sesto piano del nuovo Monoblocco. Una ubicazione questa che ritengo, da non addetto ai lavori, comunque non adeguata». Altro problema sollevato dal consigliere su segnalazione di alcuni cittadini, il non perfetto funzionamento dell'aria condizionata, a volte eccessiva a volte troppo bassa. «Questo - aggiunge Perini - con disagio evidente degli operatori e soprattutto dei pazienti. Ci sono poi segni evidenti della necessità di interventi di ripristino; come ad esempio sul tetto della chiesa interna, che lascia passare l'acqua danneggiando le strutture interne. La campagna elettorale di alcuni politici regionali e locali è già iniziata, o forse non è mai finita, io chiedo che gli impegni presi vengano rispettati ora e non diventino oggetto di ulteriori promesse sine die». Il meetup Movimento 5 Stelle Senigallia punta l'attenzione invece sugli esami strumentali, accertamenti e prenotazioni varie che allungano i tempi di attesa, anche con giornate lavorative perse: «La disorganizzazione comporta alti costi non solo per i pazienti ma anche per tutto il sistema sanitario. Eppure basterebbe così poco per ridurre le inefficienze e le liste d'attesa». Image: 20140724/foto/322.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITA' NEL MIRINO DOPO IL TRIBUNALE DEL MALATO IL CONSIGLIERE PERINI (UDC) E I GRILLINI: «LA DISORGANIZZAZIONE COSTA TROPPO» 24/07/2014 Il Gazzettino - Belluno Pag. 2 (diffusione:86966, tiratura:114104) La Corte europea di giustizia riconosce le farmacie locali BELLUNO - I farmaci con ricetta restano in farmacia. Dopo la Corte di giustizia europea, anche la Corte costituzionale tutela le farmacie del territorio, confermando le garanzie offerte dalla distribuzione privata dei farmaci e la qualità del servizio svolto. Per Federfarma Belluno la notizia porta una boccata d'ossigeno in un momento in cui i punti vendita, soprattutto nella parte alta della provincia, sono messi in difficoltà anche dalla concorrenza degli stessi ospedali. «Ora si è fatta chiarezza - spiega Roberto Grubissa, presidente di Federfarma Belluno - i farmaci di fascia C dispensati con ricetta medica, infatti, sono un'esclusiva della farmacia, che assicura presenza nel territorio, turni di apertura continui, controlli e professionalità. Purtroppo a livello regionale e locale non sembra ci sia ancora piena consapevolezza del prezioso ruolo della farmacia. Qui le aziende sanitarie si pongono come in concorrenza e varano piani che hanno l'effetto di indebolire la farmaceutica territoriale così come la conosciamo oggi». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA SENTENZA 24/07/2014 Il Gazzettino - Pordenone Pag. 8 (diffusione:86966, tiratura:114104) Test precoci, Fvg campione d’Italia TRIESTE - Presenta i migliori risultati d'Italia in termini di partecipazione la campagna da anni messa in campo dalla Regione per eseguire screening preventivi sull'insorgenza di tumori alla cervice uterina, alla mammella e al colon-retto. Si tratta dei test diagnostici gratuiti, non invasivi, mirati ad ampie fasce della popolazione allo scopo di individuare per tempo e in assenza di sintomi l'insorgenza di una forma tumorale. Gli screening riguardano per il tumore alla cervice uterina le donne di età fra i 25 e i 64 anni (con ripetizione dell'esame ogni tre anni), il tumore alla mammella (donne fra i 50 e i 69 anni) con ripetizione ogni due anni e il cancro al colon-retto (uomini e donne fra i 50 e i 69 anni) con ripetizione, anche in questo caso, ogni due anni. Ebbene quanto alla cervice uterina, la partecipazione del "target" di popolazione ai test nel 2012 (ultimo dato ufficiale disponibile) è risultata pari al 59,2%, quanto alla mammella è invece pari al 61,2% e quanto al colon-retto al 54,2%. Risultati buoni, che però non inducono a sedersi sugli allori l'assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca: «Intanto sul fronte del colon-retto abbiamo registrato un certo calo delle adesioni ai test, anche se rimaniamo a livelli elevati». Da una parte l'assessore sottolinea che «questa operazione ha consentito negli anni di praticare numerose diagnosi precoci e scoprire in tal modo per tempo molte patologie, che hanno consentito di abbattere i numeri della mortalità nel Friuli Venezia Giulia». Tuttavia «non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia, ma anzi potenziare queste iniziative». Ecco perché «con i medici di medicina generale e con i farmacisti metteremo presto in campo una campagna d'informazione ai cittadini che vada oltre la semplice lettera recapitata a casa del cittadino, che da sola non può bastare». In altre parole «occorre spiegare alla popolazione che i test sono semplici, gratuiti e preziosi». Per arrivarci, in particolare per migliorare le perfomance dei test sul colon-retto, Telesca conta molto sulla prossima sottoscrizione di un accordo con le farmacie che definisca modalità di collaborazione operativa: informazione prima di tutto, ma anche ruoli specifici nell'attuazione pratica dei test». Fra le iniziative di miglioramento messe in preventivo dall'Area prevenzione della Direzione centrale Salute, figura l'interoperabilità dei sistemi informativi. In pratica si tratta di continuare a garantire i massimi standard di sicurezza dei dati e rendere più agevole alle persone la gestione del consenso al trattamento dei propri dati. La Regione punta a dematerializzare i referti firmati digitalmente, rendendoli disponibili a tutti gli operatori del percorso degli screening. Una disponibilità da estendere ai medici di famiglia solo previo consenso del cittadino interessato. © riproduzione riservata VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Maurizio Bait 24/07/2014 QN - Il Giorno - Milano Pag. 11 (diffusione:69063, tiratura:107480) Bloccare la delibera del consiglio di amministrazione della Fondazione Maugeri che trasformerà i contratti dei lavoratori da sanità pubblica a privata a partire dal 1 ottobre prossimo, con riduzioni di stipendio: posizione bipartisan assunta dalla commissione Sanità del Consiglio regionale che ha incontrato prima lavoratori e ieri il direttore generale della Fondazione, Fabrizio De Matthaeis, e il rappresentante del cda, Luigi Migliavacca. I vertici della Maugeri hanno spiegato ai commissari che il motivo del cambiamento è «l'insostenibilità economica dell'attuale contratto» e hanno ricordato che la Fondazione, coinvolta in una inchiesta giudiziaria sulla sanità lombarda, nel 2013 ha subito una perdita finale di esercizio di 15 milioni di euro. Il presidente della commissione, Fabio Rizzi (Lega) ha chiesto, oltre al blocco della delibera, di «monitorare la situazione e coinvolgere fortemente la Regione Lombardia (quale garante dei 1700 lavoratori lombardi coinvolti) in quella che è una partita strategica dal punto di vista sociosanitario». Anche le opposizioni sono d'accordo nella richiesta di fermare il cambio di contratto. Per il consigliere del M5S Iolanda Nanni la richiesta di bloccare la delibera è motivata «dall'incongruità fra le perdite contingenti del bilancio, dovute principalmente agli esiti giudiziari e all'inasprimento degli oneri finanziari stipulati con le banche, rispetto al carattere strutturale e irreversibile» del cambiamento di contratto. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Audizione Maugeri al Pirellone: dalla commissione arriva stop bipartisan Rizzi (Lega): «Bloccare subito la delibera e monitorare la situazione» 24/07/2014 Il Secolo XIX - Imperia Pag. 19 (diffusione:103223, tiratura:127026) Entro l'autunno Roverino avrà finalmente la farmacia Gli abitanti della frazione si battono per il servizio fin dagli anni '90 PATRIZIA MAZZARELLO VENTIMIGLIA. Entro fine mese sarà finalmente pubblicata la graduatoria regionale per l'apertura delle nuove farmacie. Tra queste vi è anche quella, attesissima, di Roverino: un servizio del quale si parla invano da anni e che è considerato preziosissimo dai residenti, e tutt'altro che a torto. Già richiesta dagli abitanti all'epoca dell'ex amministrazione Berlengiero, annunciata durante l'amministrazione commissariale che ha retto Ventimiglia negli ultimi due anni, salvo intoppi, la nuova farmacia della frazione, per la quale si batte da tempo il Comitato di quartiere, potrà aprire i battenti entro l'autunno. La graduatoria dei farmacisti interessati, che tra l'altro apre le porte anche ai giovani laureati nei confronti di un mestiere che troppo spesso si tramanda di padre in figlio, sarà su scala nazionale. Occorrerà dunque vedere se i farmacisti in graduatoria accetteranno la sede assegnata. In caso contrario si proseguirà nella lista. Il passo successivo, comunque in discesa, sarà l'individuazione dei locali necessari allo scopo. La prima sede individuata, nei pressi del centro commerciale, è infatti stata bocciata: in quanto non rispetta la necessaria distanza dalle farmacie del centro, già aperte da tempo. Ad annunciare la svolta tanto attesa, ieri mattina, è stato il consigliere regionale del Partito democratico Sergio Scibilia, che da anni segue passo passo la pratica per l'apertura della farmacia, ormai indispensabile in quartiere che conta migliaia di persone, tra le quali bambini e tanti anziani che rimangono soli per gran parte della giornata, e può ormai essere paragonato ad una piccola cittadina. Anche se, spesso, con i servizi ancora non adeguati a questo sviluppo. «Finalmente la situazione si è sbloccata. A fine mese sarà pubblicata la graduatoria ufficiale. E quindi sapremo quale farmacista si sarà aggiudicato la sede di Roverino. Ad oggi non è possibile sapere quante persone sono interessate. Ma io sono fiducioso, si tratta infatti di una zona appetibile anche per chi apre l'attività: dove il servizio è molto atteso e con una popolazione in gran parte composta da anziani con difficoltà a spostarsi in centro anche per i piccoli acquisti . Senza contare gli utenti potenziali che potranno arrivare in futuro, quando decollerà anche il vicino Parco Roia», ha sottolineato il consigliere regionale democratico. A battersi, sino ad oggi invano, per ottenere una nuova farmacia presso la popolosa frazione ventimigliese, zona di operai e frontalieri, è stato in primo luogo il Comitato di quartiere di Roverino. Il quale aveva infine ottenuto il via libera dalla commissione straordinaria, che si era impegnata anche a far aprire, almeno part time, anche un ufficio postale. Lo stesso Comitato aveva poi manifestato il suo malumore, visto che entrambe le proposte almeno sino ad ora sono rimaste solo sulla carta: «Vorrei tranquillizzarli - aggiunge Scibilia - in quanto stiamo seguendo la pratica. I ritardi che ci sono stati non sono dovuti a nostre carenze o lassismo ma semplicemente a motivi di ordine burocratico». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Il quartiere di Roverino attende l'apertura della farmacia ormai da molti anni VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A FINE LUGLIO SARÀ PUBBLICATA LA NUOVA GRADUATORIA REGIONALE 24/07/2014 Il Tempo - Roma Pag. 4 (diffusione:50651, tiratura:76264) Studi medici aperti anche nel fine settimana Dottori di fiducia e pediatri garantiranno assistenza per 12 ore al giorno, compresi i festivi Francesca Mariani Garantire l'assistenza territoriale da parte dei medici di medicina generale e pediatri nell'arco di 12 ore ogni giorno, garantire l'apertura degli studi medici anche nei week end e festivi e trasferire la cura delle patologie croniche dall'ospedale alle strutture del territorio. Questi gli obbiettivi del protocollo d'intesa firmato ieri dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e dai rappresentanti delle sigle sindacali della medicina generale Fimmg, Snami, Smi e Intesa Sindacale. Il documento intende avviare già dal prossimo autunno una serie di azioni nell'ambito della riorganizzazione del sistema regionale riassumibili in cinque punti: garantire alla cittadinanza una copertura dell'assistenza territoriale per 24h al giorno mediante l'apertura di strutture delle cure primarie; rendere pienamente disponibile la copertura assistenziale della rete territoriale delle cure primarie anche nelle giornate di sabato, domenica e festivi; dare la piena operatività ai processi di presa in carico di pazienti con patologie croniche (diabete, bcpco, scompenso cardiaco) secondo appositi protocolli operativi e la condivisione delle informazioni cliniche tra i medici delle cure primarie e presidi sanitari; intervenire sui tempi di attesa per le prestazioni diagnostiche, sulla base di quanto previste dal «Piano regionale sul governo delle liste di attesa». E infine definire un sistema di rendicontazione degli interventi eseguiti attraverso la predisposizione di indicatori di processo e di esito acquisibili acquisibili attaverso l'adozione di idonee procedure informatiche. «Nella sanità del Lazio sta cambiando tutto. Dopo l'approvazione dei piani operativi per la rete ospedaliera, tre giorni fa abbiamo iniziato gli investimenti nel settore sanitario ed oggi abbiamo siglato un protocollo storico - ha commentato Nicola Zingaretti che consente l'entrata in campo dei medici di medicina generale. Ci siamo dati tempo fino a settembre su cinque grandi obiettivi che rappresenteranno una svolta, tra cui l'obiettivo dell'apertura degli studi medici aperti 12 ore al giorno per ampliare la domanda di offerta sanitaria non ospedaliera, l'apertura il sabato, la domenica e i festivi e lavorare insieme sul sistema informatico unico. Inoltre dati l'obiettivo per ottobre di chiudere gli obiettivi posti nel protocollo - conclude - dico grazie alle organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale e ora lavoriamo e dimostriamo che il Lazio non è piu la Cenerentola dei sistemi sanitari ma sta diventando tra i sistemi sanitari potenzialmente più virtuosi». Il protocollo siglato con i medici di medicina generale «recepisce istanze che portiamo avanti da tempo - ha commentato Fabio De Lillo, consigliere regionale Ncd - finalmente anche la Giunta Zingaretti ha capito che la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria deve necessariamente passare per lo sviluppo dell'assistenza territoriale. I medici di medicina generale rappresentano un tassello importante del sistema sanitario e in più occasioni ho sollecitato il coinvolgimento dei medici di famiglia per garantire ai cittadini quella sanità di prossimità che può aiutare a ridurre gli accessi ai presidi ospedalieri. L'auspicio conclude - è che si rispettino i tempi annunciati da Zingaretti per l'attuazione dell'accordo. Non vorremmo trovarci, tra qualche mese, di fronte all'ennesima rivoluzione a parole». INFO Nicola Zingaretti Il presidente della Regione ha avviato la riforma del sistema sanitario regionale Foto: Sanità In arrivo misure eccezionali per evitare il sovraffollamento degli ospedali VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Regione Accordo siglato dal presidente Zingaretti con i sindacati di medicina generale. Si parte a settembre 24/07/2014 Il Tempo - Roma Pag. 4 (diffusione:50651, tiratura:76264) «Sarebbe il caso che il presidente e commissario ad acta Zingaretti monitorasse i rapporti tra l'azienda regionale di emergenza e le ambulanze delle cosiddette croci private. L'Ares, infatti, è nato con lo scopo di rispondere in modo compiuto e omogeneo ai bisogni di coloro che si trovano in una situazione di urgenza sanitaria, assicurando il trasporto e il ricovero di pazienti critici nei presidi ospedalieri idonei. E prevedendo al contempo l'intervento dei privati laddove si presentasse la necessità per carenza di mezzi o personale Ares». Così in una nota il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi. «Per tale ragione appare necessario e subitaneo che la direzione generale dell'azienda regionale fornisca rassicurazioni in merito ai rapporti con le croci private». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 64 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Palozzi: «Chiarire i rapporti con Ares 118» 24/07/2014 Il Tempo - Roma Pag. 5 (diffusione:50651, tiratura:76264) Scatta la centralina Anffas senza corrente saltano le riabilitazioni In X Municipio nessuno interviene a spingere il pulsante della cabina Rabbia Lasciata senza terapia anche una bimba ipovedente Sos Lo staff medico ha scritto a tutti Nessuna risposta Massimiliano Vitelli Un interruttore abbassato spegne le terapie riabilitative all'Anffas di Ostia. Dal 17 luglio tutti i servizi erogati dalla struttura, fondamentali per le cure destinate a centinaia di pazienti, sono sospese a causa di un piccolo problema tecnico di facile risoluzione ma che, per un evidente problema di responsabilità, sta tenendo in ostaggio un Centro di così elevata importanza. A lanciare l'allarme è il direttore Stefano Galloni che, insieme al suo staff, è costretto da giorni a rimandare a casa i tanti pazienti che all'Anffas si affidano per migliorare il loro stato di salute. «Siamo davvero sbigottiti. - dichiara - Da una settimana siamo bloccati perché dall'Ufficio Tecnico del X Municipio di Roma nessuno si prende la briga di alzare un interruttore dell'energia scattato all'interno della cabina elettrica di competenza dell'ex XIII Circoscrizione. Siamo arrivati ad inviare tre raccomandate al giorno chiedendo semplicemente di inviarci del personale con urgenza per alzare un interruttore, operazione banale che permetterebbe di far ripartire le attrezzature. Purtroppo però, nonostante i nostri ripetuti ed incessanti solleciti, non abbiamo ricevuto risposta». Oltre all'Ufficio Tecnico, la dirigenza di Anfas ha informato il Consiglio Municipale, la giunta e il presidente del X Municipio Andrea Tassone. Anche in questo caso senza ottenere alcun riscontro. «Stanno paralizzando l'unico centro articolo 26 del litorale di Roma Capitale».- attacca Galloni. «Sono arrabbiatissimo. - dichiara invece Marco Schinigoi, papà di una bimba frequentatrice del Centro - Da una settimana mia figlia ipovedente non può svolgere le terapie riabilitative. Capisco tutto, capisco la lentezza degli enti pubblici ma non posso comprendere né accettare che ci vogliano tempi così lunghi per alzare la leva della corrente posta all'interno di una cabina elettrica. Qui si è fermato un centro riabilitativo che dà assistenza a centinaia di ragazzi e bambini ogni giorno. Qualcuno intervenga al più presto». Anche Alberto Ziotti, un altro papà, fatica a mantenere la calma. ìSono giorni che mio figlio viene rimandato a casa perché, a causa di uno stupido problema tecnico che nessuno vuole risolvere, non è possibile svolgere le terapie. Hanno spento un servizio fondamentale per i nostri bambini bloccando terapie che servono al loro sviluppo psico-fisico. Tutto perché nessuno si prende la briga effettuare un intervento semplicissimo. Siamo alla follia. Continuiamo a sentire parlare dell'inefficienze della Pubblica Amministrazione, ma queste le supera di gran lunga tutte. La solita storia all'italiana». Da segnalare che, ormai da due anni, l'Anffas provvede già autonomamente al riscaldamento della struttura, pur non essendo di propria competenza, poiché la caldaia in dotazione nell'inverno del 2012 ha subìto un guasto e da allora attende ancora un intervento riparatore. «Abbiamo speso ventimila euro in manutenzione, per i pavimenti, gli infissi, i tubi scoppiati, - dichiarano i vertici dell'Associazione - tutti costi che non spetterebbe a noi sostenere». Il Centro con sede tra il lungomare di ponente e via del Sommergibile attualmente dà risposte concrete a più di quattrocentocinquanta persone con disabilità ogni giorno. INFO Storia del centro Il Centro con sede tra il lungomare di ponente e via del Sommergibile attualmente dà risposte concrete a più di 450 persone con disabilità ogni giorno Foto: Lungomare di Ponente La cabina elettrica da far ripartire VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014 65 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ostia Da giorni pazienti rimandati indietro PROFESSIONI 2 articoli 24/07/2014 ItaliaOggi Pag. 2 (diffusione:88538, tiratura:156000) Marzolla lascia Vodafone Italia. Geraldina Marzolla lascia la società di tlc di cui è direttore brand & advertising per occuparsi di nuovi progetti professionali. Dopo un'esperienza in Saiwa, la manager è entrata in Omnitel (poi diventata Vodafone) nel 1997 ricoprendo tra gli altri il ruolo di responsabile media e strategic planning e fi no a diventare direttore brand& advertising. Havaianas sbarca a Firenze. Dopo Milano e Roma, il brand brasiliano di infradito in gomma Havaianas apre il terzo monobrand store.A due passi dal centro (in via della Vigna Nuova 43/r), disposto su un unico piano di 74 mq, il negozio rientra nel progetto di espansione retail del marchio. A l e x a n d e r Dr Fleming in finale al World Retail Awards. Alexander Dr Fleming, network in franchising specializzato nello sviluppo di farmacie, parafarmacie e corner ideato da Wm Capital, è tra i fi nalisti del World Retail Awards, per la categoria Best new retail concept. Il premio è un riconoscimento rivolto alle eccellenze che hanno saputo sviluppare con successo nuove idee di retail. Il vincitore sarà premiato il 30 settembre prossimo a Parigi. M a n p o w e r Group al fi anco della Roma. ManpowerGroup Italia e A.S. Roma hanno siglato un accordo biennale di sponsorship e fornitura di servizi che legherà l'azienda che opera nell'ambito delle risorse umane in qualità di offi cial supplier del club capitolino. Foto: Geraldina Marzolla Foto: Lo store Havaianas di Firenze PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/07/2014 67 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BREVI 24/07/2014 Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014 Pag. 13 Ricetta elettronica: intesa tra Regione e medici di medicina generale Nuovo impulso al processo che porterà in Emilia-Romagna alla piena digitalizzazione della ricetta medica. E stata infatti firmata nei giorni scorsi una nuova intesa tra la Regione e le sigle sindacali più rappresentative per la medicina generale che permette di perfezionare ulteriormente i contenuti della collaborazione già in atto con questi professionisti per arrivare alla cosiddetta "dematerializzazione" della ricetta rossa entro il 2015. "Nell'intesa appena siglata, la Regione si impegna a potenziare i supporti tecnici attualmente disposizione dei medici di medicina generale e a garantire loro la necessaria assistenza informatica e la fornitura dei relativi materiali tecnici. Alle Aziende sanitarie" precisa la Regione "invece, spetta l'attivazione della prescrizione dematerializzata da parte dei medici specialisti ospedalieri, dipendenti e convenzionati. Nell'intesa si ribadisce, inoltre, l'esclusione dal processo di dematerializzazione per le ricette che contengono la prescrizione di farmaci erogati dalle farmacie per conto della Regione, quelli soggetti alla disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope e tutti quei farmaci il cui elenco è disponibile sul portale della rete SOLE". PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/07/2014 68 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NOTIZIARIO / Emilia Romagna
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