e - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
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FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 18/10/2014 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO Il capitolo non contiene articoli SANITÀ NAZIONALE 18/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale non è un delitto tagliare del 2% 7 18/10/2014 Il Sole 24 Ore «Per salvare la sanità pubblica i ricchi devono pagare di più» 9 18/10/2014 La Repubblica - Nazionale Boom di mascherine e guanti di lattice la psicosi di Ebola che ci contagia 11 18/10/2014 La Repubblica - Nazionale Renzi, offensiva sulle Regioni "Sprechi da farsi perdonare" E alla Cgil: la piazza è inutile 13 18/10/2014 La Repubblica - Nazionale Ecco la mediazione dei governatori "Pronti a rinunciare a 2 miliardi della sanità" 14 18/10/2014 La Repubblica - Nazionale Avvelenamenti all'Università tutti assolti 16 18/10/2014 La Stampa - Nazionale La mappa degli sprechi in ospedale In farmaci spesi 270 milioni di troppo 17 18/10/2014 La Stampa - Nazionale Scoprì il virus, ora avverte "Attenti, così Ebola vince" 18 18/10/2014 La Stampa - Nazionale Tutti assolti nel processo sul laboratorio dell'università 19 18/10/2014 La Stampa - Nazionale "La cannabis può rendere 1,4 miliardi" 20 18/10/2014 Il Messaggero - Nazionale Sanità, ecco i risparmi tagliati 400 primari e accorpate due Asl 21 18/10/2014 Il Messaggero - Nazionale Avvelenamenti a Farmacia, tutti assolti 22 18/10/2014 Il Messaggero - Nazionale «Il vaccino dell'Ebola non arriverà in tempo» Obama cambia linea 23 18/10/2014 Il Fatto Quotidiano Psicosi Ebola in Usa, il New York Times: " Pensate piuttosto all ' influenza normale " 24 18/10/2014 Il Mattino - Nazionale Campania a rischio: poco personale e assistenza ai minimi 26 18/10/2014 Libero - Nazionale Basta con la sanità regionalizzata 28 18/10/2014 ItaliaOggi Va bene per curarsi, ma anche per il settore tessile e la moda Coldiretti lancia la filiera italiana per la coltivazione della cannabis 29 18/10/2014 Milano Finanza HI-TECH CONTRO L'ICTUS 30 18/10/2014 La Notizia Giornale Farmacie in cerca di nuovi ruoli nel servizio sanitario 32 18/10/2014 La Notizia Giornale Le nanoparticelle spazzino ci salveranno dall'alzheimer 33 18/10/2014 La Notizia Giornale Osteoporosi, il killer più pericoloso per gli anziani 34 18/10/2014 D Repubblica E se il colore fosse sexy? 35 18/10/2014 D Repubblica 12 ore insieme 38 18/10/2014 Gente diamoci un taglio una frangia per tutte! 39 VITA IN FARMACIA 18/10/2014 Corriere della Sera - Milano Maroni si ribella ai tagli del governo «Una catastrofe, chiuderò 10 ospedali» 41 18/10/2014 La Repubblica - Bologna L'allarme di Lusenti "Così rischia la sanità" 43 18/10/2014 La Repubblica - Bari Centrale unica e farmaci nuova stangata sulla sanità 44 18/10/2014 La Repubblica - Milano Ticket, treni e tasse a rischio stangata 46 18/10/2014 La Repubblica - Milano L'ira di Maroni contro i tagli "Con 930 milioni in meno devo chiudere 10 ospedali" 48 18/10/2014 La Repubblica - Torino Bando rivoluzionario per "rottamare" i manager della sanità 49 18/10/2014 La Stampa - Savona "Sono innocente, aiutate almeno la mia famiglia" 50 18/10/2014 La Stampa - Savona Dà fuoco alle sterpaglie in un orto e si ustiona 51 18/10/2014 Il Messaggero - Marche VUELLE PRONTAA DARE BATTAGLIA 52 18/10/2014 Il Messaggero - Marche La farmacia comunale 6diventa un caso politico 53 18/10/2014 Il Messaggero - Umbria Lascio una citta' migliore. Numerial top per delitti scoperti e calo rapinee' 54 18/10/2014 Il Messaggero - Ancona Il kit per affrontare Ebolanasce a Monteporzio 55 18/10/2014 Il Giornale - Milano La Regione: «Tagli? Via 10 ospedali» 56 18/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Furto con scasso al bar Fantasy 57 18/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro Le «Farmacie comunali.it» sulla maglia della Vuelle 58 18/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Macerata Nuova farmacia, il caso in Regione 59 18/10/2014 Il Gazzettino - Belluno Un farmacista a Trichiana 60 18/10/2014 Il Gazzettino - Belluno Guasto a Bardies: blackout a Villa di Villa 61 17/10/2014 QN - Il Giorno - Milano Manovra, tagli per 500 milioni Maroni: «Pronti alla ribellione» 62 18/10/2014 QN - Il Giorno - Milano Banda armata rapina il CarrefourUn minuto di terrore e poi la fuga 63 18/10/2014 QN - Il Giorno - Brianza Nomina alle Farmacie Bufera in Consiglio 64 18/10/2014 QN - Il Giorno - Milano Annuncio choc di Maroni:«Questi tagli ci costringonoa chiudere dieci ospedali» 65 18/10/2014 Il Mattino - Nazionale Padoan insiste: «Serve maggiore efficienza nella spesa» 66 18/10/2014 Il Mattino - Salerno San Valentino 67 18/10/2014 Il Secolo XIX - Savona Investito da una fiammata grave vigile urbano di Finale 68 17/10/2014 QN - La Nazione - Firenze Addio a PossentiIl calcio e la farmaciaerano la sua vita 69 18/10/2014 QN - La Nazione - Livorno «Gravissimo errore vendere le farmacie Il sindaco e il Pd sono stati degli incapaci» 70 18/10/2014 QN - La Nazione - Pisa Ecco cosa vide la supertestimone quella notte 71 18/10/2014 Pagina99 - N.64 - 18 ottobre 2014 l'eterna gioventù un grande affare 72 PROFESSIONI 18/10/2014 QN - Il Giorno - Nazionale Vaccinarsi èmeglio PERSONAGGI Il capitolo non contiene articoli 74 SANITÀ NAZIONALE 24 articoli 18/10/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Spese e sprechi delle Regioni non è un delitto tagliare del 2% Sergio Rizzo F acciamo davvero fatica, e tanta, a comprendere il lamento delle Regioni dopo che il governo di Matteo Renzi ha chiesto loro di tagliare 4 miliardi. Il sacrificio equivale a circa il 2 per cento di una spesa pubblica regionale che da quando nel 2001 è stato approvato il nuovo Titolo V della Costituzione è andata letteralmente in orbita. In un solo decennio la crescita reale, depurata cioè dell'inflazione, è stata di oltre il 45 per cento. Con una qualità dei servizi che certo non ha seguito lo stesso andamento. I presidenti delle Regioni minacciano ripercussioni sulla Sanità. Argomento cui si ricorre spesso quando viene paventato un giro di vite, nella speranza di conquistare il sostegno dei cittadini. I quali però avrebbero anche diritto di conoscere le cifre. Nel 2000, prima dell'entrata in vigore del famoso Titolo V che ha esteso in modo scriteriato le autonomie regionali, la spesa sanitaria era di poco superiore a 70 miliardi. Nel 2015 ammonterà invece a 112 miliardi. L'aumento monetario è del 60 per cento, che si traduce in un progresso reale del 22 per cento. Si potrà giustamente sostenere che in quindici anni sono cambiate molte cose: la vita media si è allungata e la popolazione è più anziana. Per giunta, la Sanità italiana è considerata fra le migliori d'Europa, al netto delle grandi differenze territoriali al suo interno che si traducono in un abisso del diritto fondamentale alla salute tra il Nord e il Sud: altro effetto inaccettabile del nostro regionalismo. Resta il fatto che nel 2000 la spesa sanitaria pro capite era di 1.215 euro e oggi è di 1.941, con un aumento monetario del 59,7 per cento e reale del 26,7. La differenza di qualità del servizio è tale da giustificarlo? Con un documento di qualche settimana fa il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha spiegato che in un anno è riuscito a ridurre di 181 milioni la bolletta sanitaria senza colpo ferire: solo razionalizzando acquisti e spesa farmaceutica. Dal canto suo la Consip, la società statale che gestisce gli acquisti della pubblica amministrazione, ha fatto risparmiare 100 milioni su 320 soltanto con la fornitura centralizzata delle strisce per la misurazione della glicemia, comprate a un prezzo unitario di 19 centesimi mentre prima si andava da un minimo di 45 centesimi a un massimo di un euro e 10. Tanto basta per far capire quanto grasso ci sia ancora nei conti della Sanità. Ma il grasso della Sanità è niente rispetto al resto. Il fatto è che la riforma del Titolo V ha scatenato un terremoto molto più dirompente di quanto non fosse prevedibile a causa della maggiore autonomia concessa alle Regioni. Queste hanno cominciato subito a comportarsi come piccoli Stati indipendenti i cui amministratori, ribattezzati pomposamente «governatori» con la colpevole complicità della stampa, non avevano però il dovere di rispondere agli elettori, visto che i soldi venivano pressoché tutti distribuiti attraverso lo Stato centrale. Una sindrome dagli effetti sconcertanti, come dimostra la costosissima proliferazione di sedi estere, da Bruxelles al Sudamerica alla Cina: come se ogni Regione dovesse avere una sua politica internazionale. Si è arrivati perfino a creare strutture come il Centro estero per l'internazionalizzazione piemontese che ha come obiettivo quello di «rafforzare il made in Piemonte». Mentre la vicina Regione Lombardia lanciava il progetto «made in Lombardy». Le conseguenze sono state nefaste. Al Nord come al Sud. I rigagnoli di spesa si sono moltiplicati, diventando fiumi in piena. Gli organici sono stati gonfiati a dismisura. Sul totale di 78.679 dipendenti regionali (Sanità esclusa), la Confartigianato ha calcolato esuberi teorici del 31 per cento: 24.396 unità. Ipotizzando un risparmio annuo possibile di 2 miliardi e 468 milioni. Il record spetta al Molise, con esuberi teorici del 75,4 per cento, seguito della Valle D'Aosta (71,2). Le cronache offrono casi formidabili. Nella Calabria dove ci sarebbero 1.184 dipendenti di troppo, l'ispettore spedito dal Tesoro, come ha raccontato sul Corriere di Calabria Antonio Ricchio, ha scoperto cose turche. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 7 18/10/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Per esempio 1.969 promozioni in un solo anno (il 2005 delle elezioni regionali) da lui ritenute illegittime, al pari degli aumenti di stipendio retroattivi assegnati a 85 impiegati dei gruppi politici. Nel Lazio, invece, per tutti gli anni Duemila si è registrata un'impennata pazzesca del personale dei parchi: nel 2009 erano 1.271. Di cui 99 dirigenti. Per non parlare delle società controllate e partecipate. La Corte dei conti ha appurato che quelle della sola Regione Siciliana occupano 7.300 persone, con una spesa di un miliardo e 89 milioni nel quadriennio 20092012 per le buste paga. Nello stesso periodo la Regione aveva versato nelle loro casse un miliardo e 91 milioni, cifra che secondo i giudici contabili comprende anche «il ricorso reiterato e improprio a interventi di mero soccorso finanziario a società prive di valide prospettive di risanamento». E la politica? I consigli regionali, privati di ogni controllo centrale, hanno rivendicato prerogative pari a quelle del Parlamento nazionale, cominciando dall'autodichìa. Ovvero, l'insindacabilità assoluta su come spendono i soldi. Scandali a parte, è potuto accadere così che il consiglio regionale del Lazio abbia sfornato in meno di 40 anni 40 leggi locali ognuna delle quali ha accresciuto i privilegi retributivi e pensionistici dei consiglieri. Il risultato è che oggi un terzo del bilancio del consiglio laziale se ne va per pagare i vecchi vitalizi. Grazie alle antiche regole mai cambiate c'è pure chi continua a prendere l'assegno a cinquant'anni e dopo una sola seduta. Le Regioni spendono per i vitalizi 173 milioni l'anno. Cifra che sale in continuazione ma che potrebbe essere ridotta di almeno 50 milioni, dice il finora inascoltato rapporto sulla spending review , senza gettare sul lastrico nessuno. Ma su questo, da chi si straccia le vesti per i tagli chiesti dal governo, neppure un sussurro. Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personale Fonte: Ufficio studi Confartigianato Corriere della Sera Dipendenti Dipendenti per 1.000 abitanti (in %) 78.679 Il numero totale dei dipendenti regionali 31% i dipendenti di troppo secondo una analisi di Confartigianato. Gli esuberi teorici sarebbero pari a 24.396 unità Valle d'Aosta Lombardia Prov.aut.Bolzano Prov.aut.Trento Friuli V.Giulia Veneto Piemonte Liguria Emilia-Romagna Marche Toscana Lazio Abruzzo Molise Puglia Basilicata Calabria Campania Sicilia Sardegna 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 29,6 8,5 0,3 9 2,6 0,6 0,7 0,7 0,7 0,9 0,7 1,5 1,1 2,8 0,8 1,7 1,3 1,3 3,8 2,5 3.801 3.321 4.332 4.777 3.167 2.941 3.195 1.123 3.074 1.454 2.698 1.511 Umbria 0,6 1.992 3.460 902 3.191 985 2.581 7.501 19.165 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 8 18/10/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 9 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTAEnrico RossiPresidente della Toscana «Per salvare la sanità pubblica i ricchi devono pagare di più» «Bene le scelte di Renzi ma attenzione alle partite di giro, altrimenti si affossa il Ssn» Roberto Turno «Non sarebbe uno scandalo far pagare di più chi ha redditi alti su tutte prestazioni sanitarie. Che so, 2mila euro se la prestazione ne costa 20mila. Chiamiamolo pure un superticket per i ricchi: siamo in emergenza, salveremo la sanità pubblica e chi ha più bisogno». Enrico Rossi, governatore della Toscana, promuove la manovra di Matteo Renzi, dall'Irap, alla decontribuzione fino al Tfr. Ma mette in guardia il premier: «Attenzione alle partite di giro: se meno tasse significano meno servizi e meno sanità, sarebbe una sconfitta: Renzi non vuole certo passare per colui che fa morire il Ssn». Presidente Rossi, sta forse scoppiando la pace col Governo? Sembra che la prossima settima incontrerete Renzi con proposte che non toccano i 4 miliardi ma li articolano diversamente. La sanità è allora al sicuro? Incontreremo il Governo con proposte concrete che possono riguardare anche altri comparti, non solo la sanità e le regioni. E ci confronteremo con chiarezza. Ma la manovra è tutta da buttare? Io credo che la manovra sia positiva. Proprio oggi ho visitato alcune aziende e tutte apprezzano le misure sull'Irap. Senza scordare la riduzione dei contributi nel primo triennio, il forfait per le partite Iva, le assunzioni del precariato nella scuola, il miliardo e mezzo per la protezione sociale dei precari, i 500 milioni per le famiglie, la possibilità di avare il Tfr in busta paga. La manovra è robusta e lancia un messaggio di fiducia al Paese. Però... Però? Stiamo attenti ai tagli alla sanità, altrimenti quel che acquistiamo da una parte, lo perdiamo dall'altra. Sarebbe solo una partita di giro. Tutti gli indicatori ci dicono che nei confronti internazionali la sanità spende poco e ha buoni risultati. È un orgoglio nazionale, un punto di sicurezza e di reputazione per l'Italia. Lo dico con la massima certezza. Ma non può negare che la lotta agli sprechi va fatta a fondo in sanità, soprattutto in certe regioni. Certo che va fatta. Gli sprechi vanno colpiti ovunque si annidano. Ma anche nei ministeri, sia chiaro. Le siringhe super costose le hanno tutti, insomma. Pare che in Toscana abbiamo i prezzi più bassi. Io ho fatto un conto a spanne, ci chiedono 400 milioni ma nel mio bilancio corrente non posso certo trovarli, al massimo 10-15 milioni, non di più. I compiti a casa li abbiano fatti da tempo e bene. Il bilancio è in pareggio ed è certificato, come quello della sanità. Però il Governo li vuole. Per farlo dovrei toccare la sanità. Certo, si può fare meglio. Ma non mi si chieda di eliminare gli extra Lea, di danneggiare i vecchi, non comprare i pc per i malati di sla, non aiutare i portatori di handicap ad avere una vita il più possibile indipendente. Questo mai. E allora, cosa fare? Si dovrebbe chiedere un contributo sulle prestazioni sanitarie ai redditi più alti. Quanto alti? Decidiamo quanto spingere sull'acceleratore e quanto tenere alta l'asticella, poi scegliamo la soglia dei redditi. Bisogna evitare come la peste i tagli lineari in sanità, che dequalificano il servizio e penalizzano le categorie più deboli che non possono andare dal privato. Mantenendo la struttura universalistica del Ssn e chiedendo in ogni caso un contributo inferiore a quello che si pagherebbe dal privato. Chi più ha, più paga la sanità: ma i redditi più alti, almeno di chi non evade, non pagano già di più? È vero, ma è anche vero che siamo in una situazione d'emergenza. Ed è necessario che il Ssn, che serve a tutti, resti un bene nazionale. Non è una tassa. Non sarebbe uno scandalo chiedere ai ricchi, che so, un superticket di 2mila euro per una prestazione che ne costa 20mila. Come non esentare un pensionato SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 9 18/10/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 9 (diffusione:334076, tiratura:405061) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato benestante. Presidente, e se Renzi non vi ascolta e non riduce i tagli, che farete? Denuncerete il «Patto per la salute»? Io voglio raggiungere un accordo col Governo, che è interessato a mantenere un Servizio sanitario nazionale. Davvero non credo che Renzi voglia passare per colui che fa saltare il banco della sanità pubblica. Ma lei ha mai creduto alla promessa del «Patto» di tenere i risparmi dentro il Ssn? Sarebbe perfetto. Speriamo che si possa fare. Ma ho idea che più dei risparmi, rischiano di restarci solo i deficit. Per tutte le regioni, questa volta, e con tutte le conseguenze del caso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: IMAGOECONOMICA Foto: Governatore. Enrico Rossi 18/10/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Boom di mascherine e guanti di lattice la psicosi di Ebola che ci contagia FABIO TONACCI LA PSICOSI da Ebola offusca la ragione e spinge a modificare i comportamenti di vita. A Pozzallo alcune mamme, per timore, ritirano i figli da un progetto multiculturale. A Milano un magistrato fa udienza con i guanti in lattice. In Italia l'Ebola non c'è, ma è come se ci fosse. A PAGINA 21 ROMA. Un uomo sale su un taxi che ha tutti i finestrini abbassati. «Può chiuderli per favore?», chiede all'autista. Risposta: «Aspettiamo ancora un po', che ho appena fatto scendere un cliente africano. Sa, con questo Ebola che gira, meglio essere prudenti...». Episodio successo due giorni fa a Prato, 4.272 km di distanza in linea d'aria dalla Guinea, il focolaio più "vicino". Ma la psicosi da Ebola è così, ridisegna la geografia, offusca la ragione. Prima di esser virus è "stalker", ti spinge a modificare i comportamenti di vita. Quasi sempre sulla base di logiche "prudenziali" che niente hanno a che fare con le reali precauzioni mediche. Non si trasmette per via aerea, ma il tassista di Prato apre lo stesso i finestrini. E a Pozzallo le mamme di una scuola media, per lo stesso timore, ritirano i figli da un progetto multiculturale. Così come al tribunale di Milano un magistrato fa udienza indossando i guanti in lattice. In Italia sta accadendo questo. L'Ebola non c'è, ma è come se ci fosse. L'ALLARME NEGLI OSPEDALI Finora nel nostro paese si sono contati una quindicina di falsi allarme, e l'Organizzazione mondiale della sanità aggiornando il conteggio delle vittime nel mondo a 4.546 con 9.191 casi accertati in Guinea, Liberiae Sierra Leone, ha specificato che «il rischio dello scoppio di un epidemia in Occidente è improbabile». Almeno per ora. Eppure giovedì, quando all'ospedale Santobono di Napoli si è sparsa la notizia che una bimba nigeriana di due anni era stata ricoverata, non c'è stato verso di arginare l'istinto di pensare che fosse proprio lei "la paziente zero". In pochi minuti le è stata diagnosticata la malaria, e non l'Ebola, ma diversi genitori avevano già firmato per dimettere i figli degenti anche contro il parere dei sanitari. Si fa di tutto pur di fuggire dal mostro ipotetico. La paura prende anche medici e infermieri. L'associazione di volontariato "Salute Salento" racconta di un paziente che in preda al panico e febbricitante si è presentato pochi giorni fa all'ospedale di Lecce temendo di essere stato contagiato per essere stato accanto a un extracomunitario in coda alla cassa di un supermercato. Gli operatori sanitari si sono messi le mascherine e tute, lunghi attimi di agitazione che «non hanno consentito loro di capire - sostengono i volontari - che l'incubazione dell'Ebola dura dai 2 ai 10 giorni, mentre il paziente aveva la febbre da più di 3 settimane». Nessuno si sente al sicuro. Allo Spallanzani di Roma, per dire, una delle tre strutture attrezzate per un eventuale emergenza infettiva, i sindacati sono in rivolta con la direzione. LA PAURA SU AEREI E NAVI Che poi ci sono dei luoghi dove si pensa sempre al peggio. Sugli aerei, ad esempio. Il mal di pancia del passeggero vicino, di questi tempi, non è mai solo un mal di pancia. Lo starnuto di chi ti ha appena confidato di essere tornato da un viaggio in Africa automaticamente diventa un pericolo, e il raffreddato un "untore". Quando una 35enne italiana di rientro da Dakar si è sentita male sul volo della Tap Lisbona-Malpensa, era il 13 settembre scorso, a bordo dell'aereo si è fatto il vuoto intorno a lei, c'era chi piangeva e chi si copriva la bocca con la mano come a difendersi da un gas velenoso. I sintomi erano mal di pancia, nausea, emicrania. La diagnosi, appena atterrato il velivolo e dopo che erano scattate le procedure di quarantena, è stata: gastroenterite. Quando scatta la psicosi, nemmeno l'infarto assomiglia più all'infarto. «È ebola,è ebola», urlavano i compagni di viaggio di un africano sul volo Accra-Roma, appena lo sfortunato si è accasciato sul sedile. Invece era arresto cardiaco. Sui treni, sui tram, sugli autobus, le stesse ansie. Gente che si guarda intorno, gente che cambia posto a seconda di dove si siedono gli immigrati perché «è vero che non c'è l'Ebola, però non si sa mai...». Sulle navi, SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ALLARME 18/10/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato pure. A Bari il prefetto ha ottenuto che quelle della marina militare impegnate nell'operazione Mare Nostrum non attracchino nel capoluogo perché potrebbero «scoraggiare il traffico dei croceristi». BOOM DI MASCHERINE E TUTE ANTI VIRUS «La grande attenzione mediatica, non sempre accorta, sull'epidemia africana - spiega Luca Sarno, professore di psicologia clinica e psicoterapia del San Raffaele - unita al fatto che non esiste un vaccino e dunque la malattia viene associata mentalmente alla morte, può farci sentire preda di qualcosa di misterioso che può colpirci in qualunque momento. Anche se non vedo, al momento, una vera psicosi. Certo, la preoccupazione cresce sempre di più». È per questa "fobia del male invisibile" che su eBay e Amazon sono comparse centinaia di mascherine, tute protettivee libri su come affrontare una pandemia. I prezzi variano da 0,99 a 2.500 dollari. L'illusione di comprarsi la salute. IL PUNTO QUARANTENA IN OHIO Sono salite a 16 le persone messe in quarantena in Ohio, dopo aver avuto contatti con l'infermiera Amber Vinson prima che si accorgesse della malattia L'ELOGIO DI CUBA Ebola avvicina Usa e Cuba. Ieri il Segretario di Stato John Kerry ha pubblicamente elogiato L'Havana per aver inviato in Africa165 fra medici e infermieri IL SIERO Obama ha ordinato di produrre su vasta scala il siero ZMapp che si è finora rivelato il più efficace contro il virus, anche se è ancora in fase sperimentale PER SAPERNE DI PIÙ www.salute.gov.it www.cdc.gov/vhf/ebola Foto: LO "ZAR" Ron Klain, ex capo dello staff di Biden e Al Gore, è stato nominato dal presidente Obama "zar" della crisi Ebola: coordinatore unico nella gestione dell'emergenza virus IL VIDEO L'infermiera di Dallas Nina Pham è apparsa sorridente nel video girato mentre è in quarantena 18/10/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Napolitano promuove la manovra. Bersani e D'Alema critici Maroni minaccia di chiudere dieci ospedali in Lombardia SILVIO BUZZANCA ROMA. Le Regioni la smettessero di protestare per i tagli. Perché, spiega Matteo Renzi, «qualcosa da farsi perdonare da parte dell'opinione pubblica ce l'hanno per il comportamento di alcuni consiglieri». La Fiom e la Cgil la finissero di manifestare. Perché, attacca il premier, «l'unico modo per combattere la disoccupazione non è scendere in piazza a protestare ma mettere le aziende in condizione di assumere. C'è chi vuole occupare le fabbriche. Ecco: io voglio aprirle». Risposte ai "governatori" che continuano a mugugnare per i 4 miliardi che dovrebbero sparire dai loro bilanci. Risposte a Maurizio Landini che ieri da Torino lo aveva sfidato: «Diceva che il sindacato non rappresenta più nessuno, venga lui a contarci, venga a vedere chi oggi rappresenta i lavoratori». Lo scontro dunque continua e si allarga. Con i contestatori che incassano l'appoggio della sinistra del Pd. «Nella legge di stabilità ci sono cose buone e ci sono cose da aggiustare», dice per esempio Pierluigi Bersani. «Perché tagliare 4 miliardi credo sia una dimensione non sopportabile senza tagliare una gamma di servizi ai cittadini». Questa legge di Stabilità, aggiunge Massimo D'Alema, ha cose buone come gli 80 euro e gli incentivi sull'occupazione, «ma è poco attenta alle fasce deboli quando si attaccano i servizi essenziali come quelli medici». Bersani chiede un confronto fra Renzi e i governatori. Confronto dove, spiega Sergio Chiamparino, ci presenteremo con una nostra controproposta. Renzi si dice pronto al confronto, ma poi affonda ancora il colpo. «Una cosa è tagliare i servizi sanitari, che sarebbe inaccettabile, altra cosa è dire che magari si fa qualche Asl in meno o qualche primario e aiuto primario in meno». E Roberto Maroni allora avverte: «Con i tagli in Lombardia si rischierebbe la chiusura di almeno 10 ospedali, l'aumento del ticket e delle addizionali Irpef e Irap». Ma Renzi sembra intenzionato a tirare dritto. Forte anche dell'appoggio del presidente della Repubblica. Ieri, infatti, Giorgio Napolitano, ha detto: «Nella legge di stabilità ci sono misure importanti per la crescita, sia direttamente per quel che riguarda le politiche di investimenti, sia indirettamente per quello che riguarda la riduzione della pressione fiscale». LE FRASI GUARDINO A ROMA "Non mi faccio mettere all'angolo nella lotta agli sprechi" dice il presidente della Toscana Enrico Rossi. "A Montecitorio ci sono tanti super stipendi" 930 MILIONI IN MENO "Alla Lombardia tocca un taglio di 930 milioni" stima il governatore Roberto Maroni. "La manovra cancella l'intesa di luglio firmata con il governo" FASCE DEBOLI Massimo D'Alema riconosce punti positivi nella manovra, "però è poco attenta alle fasce deboli se mette a rischio servizi essenziali come la sanità" SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Renzi, offensiva sulle Regioni "Sprechi da farsi perdonare" E alla Cgil: la piazza è inutile 18/10/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ecco la mediazione dei governatori "Pronti a rinunciare a 2 miliardi della sanità " LUISA GRION ROMA. Non vogliono quei tagli, ma cominciano a pensarci e a proporre strade alternative per evitare che i quattro miliardi messi in conto dalla Legge di Stabilità ai loro bilanci pesino sui servizi, sulla tassazione locale e quindi sul consenso degli elettori. Il giorno dopo la rivolta contro la manovra del governo Renzi, le Regioni sono entrate nell'ottica della trattativa, hanno messo in conto di dover fare la loro parte e hanno stilato un piano B per contenere gli effetti di quello che continuano a ritenere un taglio insostenibile. Lo hanno messo nero su bianco su un foglio che sta già su un tavolo a Palazzo Chigi: pochi punti, i contorni e dettagli tecnici restano da definire in un incontro che sarà messo in calendario la prossima settimana. Il documento, sul quale fra regioni e governo ora si aprirà la mediazione, mette sul piatto quattro ipotesi e una condizione. La prima, a dire il vero, è molto più che una ipotesi visto che la posta è certa e coprirebbe da sola il 50 per cento di quei 4 miliardi voluti dal governo. Dopo una lunga trattativa con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin i governatori avevano infatti ottenuto di innalzare, per il 2015, da 110 a 112 miliardi il Fondo sanitario nazionale. Bene: ora Chiamparino e i colleghi sarebbero disposti a rinunciare a tale, faticoso, risultato. Rinuncia dolorosa (la spesa sanitaria assorbe il 7580 per cento dei loro bilanci), ma che da sola basterebbe a coprire metà del budget richiesto loro da Renzi. Come arrivare però al tetto? La seconda strada che propongono di percorrere coinvolgerebbe il Fondo aperto dalle Regioni presso il ministero dell'Economia: una riserva creata apposta per autoproteggersi dai rischi legati ai contratti derivati firmati in passato. Un Fondo cospicuo che, rimodulato a dovere, potrebbe garantire da solo gli altri 2 miliardi di risparmi. L'operazione, se accettata, richiederebbe però un meccanismo finanziario molto complesso ancora allo studio dagli esperti di bilancio. In alternativa a tale strada, se la misura non dovesse andare in porto o dovesse garantire una copertura inferiore al previsto, la rimodulazione potrebbe interessare anche le spese iscritte nei bilanci regionali, tenendo conto delle uscite effettive e della programmazione annuale. L'indebitamento, ipotizzano le Regioni, potrebbe essere ripartito e conteggiato in modo diverso dall'attuale. Per esempio: se per la realizzazione di un opera in tre anni si mettono in conto 90 milioni, l'iscrizione a bilancio riguarderà solo i 30 milioni effettivamente spesi nell'anno in corso. Manovra che generebbe risparmi contabili con i quali accontentare la richiesta di Palazzo Chigi. Anche qui possibilità e dettagli resterebbero però da definire. In «cambio» di tali aperture, è scritto nel documento, le Regioni si impegnerebbero a onorare una condizione: niente ticket sanitari, né aumento delle tasse locali. Niente impatto economico diretto sul cittadino: le due misure, se realizzate, vanificherebbero infatti gli effetti del bonus da 80 euro appena riconfermato e dei tagli al fisco annunciati dal premier. Della partita se ne parlerà probabilmente nei primi giorni della settimana entrate, in un incontro fra lo stesso Chiamparinoe il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio. I contatti fra i due sono stati frequenti nelle ultime ore, ma la data del vertice per ora non è in agenda. Non sono escluse per altro altre soluzioni. «Fatta salda l'entità delle misure, non abbiamo imposto una soluzione unica - dice Yoram Gutgeld, consigliere economico di Palazzo Chigi - altri risparmi potrebbero venire anche dai trasporti locali: nella Legge di Stabilità ci saranno norme che aiuteranno le Regioni a contenere le spese». La trattativa è aperta, conferma il governo, restando però fermi i saldi. «Questa è la manovra del Paesee il Paese in tutte le sue dimensioni contribuisce ai tagli» ha precisato Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia. «Siamo pronti a parlarne con le Regioni, ma nel disegno dei saldi. Il come si raggiungono poi è da discutere». LA PROPOSTA 1LA SANITÀ Il piano delle Regioni prevede che una parte cospicua del taglio richiesto sia coperta dalla rinuncia ai 2 miliardi in più appena ottenuti sul Fondo sanitario 2SPESE RIMODULATE I SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL RETROSCENA 18/10/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato risparmi, secondo le Regioni, si potrebbero ottenere anche con una rimodulazione delle spese iscritte in bilancio o attraverso il Fondo di copertura per i derivati 3TASSE LOCALI E TICKET Se le proposte saranno accettate le Regioni si impegneranno a non aumentare le tasse locali e a non applicare ticket sanitari. Questo per non annullare i benefici del bonus PER SAPERNE DI PIÙ www.governo.it www.regioni.it Foto: DA FEBBRAIO Matteo Renzi è premier da otto mesi. È anche segretario del Pd Foto: AL VERTICE DI MILANO Giorgio Napolitano ha commentato la legge di stabilità lasciando Milano dove ha partecipato al vertice Asem 18/10/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 22 (diffusione:556325, tiratura:710716) Avvelenamenti all'Università tutti assolti (a.z.) CATANIA. Che per dieci anni, in quei laboratori di Farmacia, studenti, ricercatori, professori avessero studiato e lavorato in un ambiente inquinato da una quantità di metalli pesanti superiore a quella consentita in un sito industriale lo aveva stabilito più di una perizia. Ma ieri, con una sentenza che ha lasciato sgomenti i familiari degli oltre dieci ragazzi morti di patologie tumorali e degli altri che ancora combattono con gravi malattie, il tribunale di Catania ha mandato assolti tutti gli imputati, otto tra vertici amministrativi, professori e presidi dell'epoca accusati a vario titolo di disastro ambientale, falso e omissione di atti d'ufficio. Per i giudici «il fatto non sussiste». «Non riesco a crederci - dice Maria Lopes, la mamma di Agata Annino, ricercatrice di Farmacia morta a 30 anni per un tumore, come una decina di altri suoi colleghi avvelenati dai fumi che hanno respirato in ambienti dove le cappe di filtraggio dell'aria non funzionavano e da sostanze tossiche sversate a mani nude - Temevo finisse così. Qualcuno deve dirci di che cosa sono morti i nostri ragazzi». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CATANIA 18/10/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:309253, tiratura:418328) La mappa degli sprechi in ospedale In farmaci spesi 270 milioni di troppo Un posto letto a Roma costa 500 mila euro l'anno, a Parma soltanto 130 mila PAOLO RUSSO ROMA Tra i governatori in rivolta per i tagli alla sanità qualcuno è più arrabbiato di altri. Perché quei tre miliardi che più o meno dovranno sottrarre dal budget per Asl e ospedali rischiano di colpire indiscriminatamente tutti. Chi la spending review in questi anni l'ha fatta e chi ancora deve iniziarla a fare. Che le cose stanno così ce lo dice la mappa degli sprechi di «sanitopoli». Dove il Sud sperpera quasi sempre più del Nord. Ma non senza eccezioni. Nel meridione per ogni dipendente di Asl e ospedali si spendono in media 15mila euro in più che al Nord, come certifica il Ceis dell'Università Tor Vergata di Roma. Cosa faccia spendere in media 74 mila euro per un dipendente in Calabria e solo 49mila euro in Friuli resta un mistero, visto che la differenza è inversamente proporzionale alla qualità dei servizi offerti. Il Veneto, che è una delle regioni considerate virtuose, è andata a fare le pulci ai prezzi con i quali altre amministrazioni acquistano beni e servizi. Le differenze sono abissali. Per bende e garze c'è chi spende il 650% in più, per steli femorali cementati il 530%, per gli stent coronarici nudi il 200% in più. Se ci spostiamo sui servizi non sanitari, roba come mensa o pulizia, le cose non cambiano. Esempi? Al Cardarelli di Napoli ci si può evidentemente specchiare nei pavimenti. Camere, bagni e corridoi dovrebbero luccicare come in una reggia visto che a posto letto il servizio di pulizia costa ben 17.583 euro contro i 6.518 del Sant'Orsola di Bologna. E che dire delle spese telefoniche? A spulciare i dati del Ministero della Salute viene il sospetto che al De Lellis di Catanzaro i malati si curino solo telefonicamente visto che si spende il triplo rispetto agli altri ospedali italiani: 2.782 euro, contro la media nazionale di 910. E vai a capire perché al Careggi di Firenze si spendono per l'elettricità 6.737 euro a posto letto. Dieci volte tanto i 604 del Niguarda di Milano che è grande uguale. Uno studio condotto sempre dal Ceis con la Cattolica di Roma ha svelato che per lo smaltimento rifiuti si spendono appena 4 centesimi a residente in Lombardia e ben 4 euro e 36 in Abruzzo. Risparmio che si potrebbe ottenere allineando verso il basso i costi di tutti i servizi non sanitari, come mense e lavanderie: 2 miliardi. Mettere a confronto la spesa degli ospedali per posto letto può non avere senso perché spesso la differenza la fa la complessità dei pazienti trattati. Ma non dovrebbe essere così nei Policlinici universitari, dove ci si ricovera spesso per cose serie. Però l'Umberto I di Roma spende più di 500mila euro per ciascun letto utilizzato quando al San Matteo di Pavia ne bastano 380 mila e all'ospedale universitario di Parma addirittura solo 130 mila. Non è che le baronie mediche fanno tenere in piedi reparti che non servono? All'Umberto I, guarda un po', ben 14 chirurgie operano il tumore allo stomaco, senza che nessun reparto superi mai la soglia di sicurezza dei 20 interventi. Ma la giungla dei costi non riguarda solo gli ospedali. Fuori dai reparti si sperpera prescrivendo quel che non serve. Soprattutto dove non si sono messi in piedi sistemi di controllo sulle ricette compilate dai medici. I farmaci per l'osteoporosi, per fare un esempio, dovrebbero consumarsi di più nelle regioni dove il sole scarseggia, visto che i suoi raggi aiutano a fissare il calcio sulle ossa. Invece la dose media giornaliera ogni mille abitanti è di 18,8 in Sicilia e la metà, 8,6, in Piemonte. Stesso discorso vale per i farmac i c o n t r o l'ipertensione, il colesterolo o gli anti infiammatori. La mappa degli sprechi dice insomma che quei 3 miliardi possono ancora saltar fuori allineando spese e prezzi al livello di chi fa meglio. Il problema è che il taglio orizzontale rischia di penalizzare proprio chi la giungla dello sperpero l'ha già sfoltita. E che magari dovrà presentare il conto sotto forma di nuovi ticket ai soliti noti. miliardi La cifra che si potrebbe recuperare eliminando gli sprechi nelle strutture meno virtuose SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A Firenze bolletta elettrica dieci volte più alta che a Milano 18/10/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 14 (diffusione:309253, tiratura:418328) Scoprì il virus, ora avverte "Attenti, così Ebola vince" Piot: "Troppi ritardi, soltanto un vaccino può fermare l'epidemia" E Obama nomina un supercommissario per gestire l'emergenza VITTORIO SABADIN L'epidemia di Ebola è fuori controllo in tre Paesi africani, ne minaccia altri 15 e potrebbe dilagare in tutto il mondo. Se non si trova presto un vaccino efficace, i danni potrebbero essere elevatissimi, non solo in termini di vite umane, ma anche per l'economia globale e per i sistemi sanitari dei vari Paesi. L'uomo che conosce meglio il virus, perché l'ha scoperto con altri scienziati nel 1976 nello Zaire (ora Repubblica Democratica del Congo) ha lanciato da Oxford un grido d'allarme che i governi non dovrebbero ignorare. La relazione del professor Peter Piot, direttore della London School of Hygiene and Tropical Medicine, è stata la più seguita nel seminario organizzato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, anche perché ha ricordato a tutti, senza usare perifrasi, le responsabilità e le omissioni che hanno portato a questa situazione. «L'epidemia - ha detto avrebbe potuto essere facilmente controllata se le Nazioni Unite avessero agito con prontezza sul campo all'inizio di quest'anno. Invece un evento che sarebbe stato facile gestire è andato totalmente fuori controllo». In Sierra Leone, Liberia e Guinea, ha aggiunto il prof. Piot, il diffondersi del virus non può più essere contenuto con i provvedimenti presi finora: isolamento, cure e identificazione delle persone venute in contatto con il malato. «Possiamo sperare di fermare il virus solo con un vaccino - ha detto Piot -. Se non lo blocchiamo nei Paesi in cui è fuori controllo, dilagherà nelle nazioni confinanti come la Costa d'Avorio, la Guinea Bissau e il Mali e minaccerà altri dodici Paesi africani». Non c'è molto tempo per agire. I vaccini sui quali si lavora sono tre e vengono sperimentati negli Usa, nel Regno Unito e nel Mali. I risultati saranno noti in dicembre e può darsi che prima di Natale gli operatori sanitari che lavorano negli ospedali possano essere i primi ad essere vaccinati: 200 di loro sono già morti di Ebola. Ma non c'è nessuna certezza, perché solo la prova sul campo potrà dire se il vaccino è davvero efficace. Il seminario di Oxford ha confermato che l'unico modo per evitare una pandemia è intervenire nell'Africa Occidentale, mentre le attenzioni di tutti sono invece concentrate sui pochi casi registrati in Europa e negli Usa, dove Thomas Duncan è stato battezzato con dubbio gusto il «Paziente zero», ignorando le migliaia di vittime registrate in quasi quarant'anni nei Paesi africani. Secondo il prof. Piot, se non si trova in fretta un vaccino, anche il conto economico dell'epidemia sarà pesantissimo: «Basta pensare a quello che avvenne con la Sars 10 anni fa - ha ricordato -. Le vittime furono solo 700, ma i danni globali ammontarono a decine di miliardi di dollari. Ora si rischia una destabilizzazione politica e sociale, e il collasso dei trasporti e dei sistemi sanitari. Quando c'è una crisi, diciamo sempre che "non accadrà più" e poi ce ne dimentichiamo». Ieri, il presidente Usa, Barack Obama, si è portato avanti, nominando l'ex consigliere della Casa Bianca, Ron Klain, come coordinatore nella gestione della crisi Ebola. Foto: AP Foto: Operatori della Croce Rossa a Monrovia, in Liberia SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LO SCIENZIATO CHE NEL 1976 STUDIÒ PER LA PRIMA VOLTA LA MALATTIA NELL'EX ZAIRE 18/10/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 19 (diffusione:309253, tiratura:418328) Tutti assolti nel processo sul laboratorio dell'università CATANIA Assolti perché «il fatto non sussiste». Che botta per i familiari delle vittime di Farmacia. Macché contaminazioni o veleni. «Un processo basato sul nulla - per dirla con i raggianti avvocati difensori - non poteva che concludersi con le assoluzioni». I lavandini o la rete fognaria come discarica di rifiuti speciali? Nessuna prova. I terreni contaminati? I carotaggi dei consulenti lo hanno negato anche perché la ditta specializzata aveva bonificato i terreni prima della consulenza. Sei anni d'inferno per professori, docenti, baroni finiti «ingiustamente» sulla graticola. E a sera è il Magnifico Rettore che a nome della istituzione (infangata) e del corpo docente esprime «sollievo» per le otto assoluzioni. Maria Lopes, la mamma di Agata Annino, la ricercatrice deceduta per un tumore al cervello, si sente ferita a morte. L'avvocato di parte civile Santi Terranova critica la procura di Catania per le scelte processuali. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CATANIA 18/10/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:309253, tiratura:418328) "La cannabis può rendere 1,4 miliardi" Coldiretti: ci sono mille ettari di serre abbandonate dall'ortofrutta «Possiamo creare migliaia di posti di lavoro. Favorevoli due italiani su tre» MAURIZIO TROPEANO CERNOBBIO Volendo si può partire da subito. In tutta Italia ci sono circa 1000 ettari nelle serre abbandonate o dismesse per colpa della crisi dell'ortofloricoltura dove sperimentare la coltivazione a scopo terapeutico della cannabis. Secondo la Coldiretti così si potrebbero creare 10 mila posti di lavoro (compresa la trasformazione e il commercio) generando un giro d'affari di 1,4 miliardi. Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, lancia la sua provocazione, proposta anche sulla base dei risultati di un'analisi commissionata a Ixé che mette in evidenza come quasi due italiani su tre si dichiarino favorevoli a una coltivazione finora illegale, per motivi di salute ma anche «economici e occupazionali». Lo studio è stato illustrato ieri nel Forum internazionale di Cernobbio ed è servito per presentare quella che secondo Coldiretti potrebbe essere un'opportunità che «va attentamente valutata per uscire dalla dipendenza dall'estero e avviare un progetto di filiera italiana al 100% che unisca l'agricoltura all'industria farmaceutica». Attualmente, rileva lo studio, il principio attivo viene importato dal ministero della Sanità con un costo di circa 15 euro al grammo. Secondo la Coldiretti la sperimentazione dovrebbe avvenire, all'inizio, in ambienti al chiuso, le serre dismesse, appunto, «dove più facilmente possono essere effettuate le procedure di controllo da parte dell'autorità preposte per evitare il rischio di abusi». In un secondo tempo, si potrebbe estendere la coltivazione in campo aperto nei terreni più adatti anche con l'obiettivo di ridurre le produzioni illegali che si stanno espandendo soprattutto nelle regioni del Sud e che vengono controllate dalle grandi organizzazioni criminali. L'anno scorso proprio a Cernobbio era stato lanciato l'allarme sulla base dei dati della direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell'Interno che nel 2012 hanno registrato il sequestro di oltre 4 milioni di piante, il 308% in più rispetto al milione sequestrato nel 2011. Numeri che dimostrano come la produzione per l'auto-consumo ormai sia marginale: «La coltivazione offre alle organizzazioni criminali più introiti, minori costi e minori rischi legati all'acquisto e al trasporto». Coldiretti è partita da qui per aprire un confronto con il go v e r n o e i l Pa rl a m e n t o : «L'agricoltura italiana - sottolinea Moncalvo - è pronta a recepire le disposizioni emanate dal governo e a collaborare per la creazione di una filiera controllata, capace di far fronte a una precisa richiesta di prodotti per la cura delle persone affette da malattia». Del resto negli Anni 40 del secolo scorso con 100 mila ettari coltivati di cannabis sativa (simile alla varietà usata a scopo terapeutico) l'Italia era il secondo produttore mondiale. Ecco perché secondo Moncalvo si può parlare di «un progetto innovativo che potrebbe vedere il nostro Paese all'avanguardia nel mondo». Foto: ANSA (EPA) Foto: Un passato che ritorna Negli Anni 40 l'Italia era il secondo produttore mondiale di cannabis SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ASSOCIAZIONE DI AGRICOLTORI: MEGLIO COLTIVARE QUI LA MARIJUANA A USO TERAPEUTICO CHE IMPORTARLA 18/10/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 46 (diffusione:210842, tiratura:295190) Sanità , ecco i risparmi tagliati 400 primari e accorpate due Asl Spending review in Regione: entro un mese i direttori delle aziende indicheranno anche i reparti da chiudere ENTRO IL 2015 SARÀ COMPLETATA LA FUSIONE DELLE AZIENDE SANITARIE LOCALI ROMA A E ROMA E Operazione spending review per razionalizzare la spesa sanitaria: scatta il taglio di quattrocento primari dei 1.123 che operano nella sanità del Lazio. Il provvedimento, già studiato un anno fa, diventerà operativo con gli atti aziendali delle Asl che dovranno essere presentati dai direttori generali tra meno di un mese. Si tratta di una sforbiciata importante sul numero totale dei primari degli ospedali di Roma e del Lazio. La parte più significativa, ovviamente, riguarda le strutture della Capitale. Alcuni numeri per comprendere il peso di ciò che si sta mettendo nero su bianco: secondo gli ultimi dati disponibili, nel Lazio vi sono 1.123 unità operative complesse (vale a dire reparti guidati da un primario). La Regione deve applicare quanto previsto dal decreto Balduzzi, che richiedeva di rispettare il rapporto di 17,5 posti letto per unità operativa complessa. Dunque, bisognerà portare quella cifra a 722, che significa una riduzione di 401 unità. L'aveva detto anche il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, nell'intervista rilasciata al Messaggero sul tema dei tagli alle Regioni indicati dalla manovra del Governo: «Noi stiamo facendo già moltissimo in tema di spending review, di eliminazione degli sprechi. E stiamo per tagliare 400 primari». C'è una domanda però: cosa succederà a coloro che attualmente ricoprono il ruolo di primario nelle unità operative complesse che saranno eliminate? Un terzo di questi posti, in realtà, sono ricoperti da «facenti funzioni» a cui non sarà rinnovato l'incarico; gli altri saranno riutilizzati sempre all'interno del sistema sanitario nazionale. Altro tassello: la riduzione delle unità operative semplici, che secondo le stime della Regione sarà di altre 300 unità. Il piano era stato già illustrato un anno fa, ma ora i direttori generali sono chiamati all'applicazione pratica e nel dettaglio (Asl per Asl, ospedale per ospedale). Sempre per ottenere risparmi e razionalizzazioni - ma l'operazione era partita prima dei nuovi tagli del Governo - la Regione sta anche andando verso la fusione di due Asl importanti come la E e la A. Il processo dovrebbe esaurirsi in un anno e terrà conto del fatto che l'Asl Roma A, quella del centro, non ha più un ospedale nel suo territorio, se non il Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina (che però è un ospedale privato religioso convenzionato). La E, invece, copre il territorio a nord-ovest di Roma ed ha, nelle sue competenze, l'Ospedale Santo Spirito. Un'altra razionalizzazione in corso porta alla fusione dello Spallanzani con l'Istituto nazionale dei tumori Regina Elena e l'Istituto dermatologico San Gallicano. In vista della cura dimagrante chiesta dal governo, l'assessore regionale al Bilancio, Alessandra Sartore sta guardando anche in altre direzioni. Sul previsionale 2015 si parla di tagli del 40%. Sono pronte alcune leggi taglia-costi (i consorzi di bonifica, i consorzi industriali, l'unificazione delle società dei trasporti). In Consiglio si interverrà sui vitalizi, che oggi pesano 19 milioni l'anno. Mauro Evangelisti SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PIANO 18/10/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:210842, tiratura:295190) Avvelenamenti a Farmacia , tutti assolti Presunti avvelenamenti alla facolta di Farmacia di Catania, tutti assolti gli imputati. Il tribunale di Catania ha dunque prosciolto, perché il fatto non sussiste, gli otto imputati nel processo sui casi di inquinamento ambientale che avrebbe provocato 8 morti e 26 casi di tumore. Secondo l'accusa, erano stati provocati da versamenti nei lavandini dei laboratori di composti chimici utilizzati per sperimentazione. La sentenza è stata accolta nel massimo silenzio. In aula i familiari di una specializzanda in Farmacia, Agata Annino, morta a 30 anni per un tumore. La vicenda era diventata anche un film, "Con il fiato sospeso", presentato alla Mostra di Venezia 2013, dove vinse il premio Gillo Pontecorvo. La regista siciliana Costanza Quatriglio raccontò la storia attraverso le parole del diario di Emanuele Patanè, il ricercatore scomparso a soli 29 anni, causa di un tumore al polmone, e che fu fra i primi a denunciare l'accaduto. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Catania, processo all'università 18/10/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 16 (diffusione:210842, tiratura:295190) «Il vaccino dell'Ebola non arriverà in tempo» Obama cambia linea Washington chiama un supercommissario a gestire l'emergenza Allarme delle case farmaceutiche: il prodotto sarà pronto nel 2016 IL REGNO UNITO MANDA UNA NAVE-OSPEDALE IN SIERRA LEONE CON 350 SOLDATI E 80 MEDICI NEW YORK Gli Stati Uniti hanno uno zar dell'Ebola. Si chiama Ron Klain ed è un veterano delle Amministrazioni democratiche. Il presidente Obama lo ha nominato nella convinzione che il Paese abbia bisogno di un manager che si occupi di «proteggere gli americani, identificando e isolando pazienti malati di Ebola in questo Paese, e allo stesso tempo assicurando che si continui l'impegno di fermare l'Ebola alla sua fonte, nell'Africa occidentale». La decisione del presidente di scegliere un plenipotenziario è anche un passo politico, per arginare l'attacco del partito repubblicano, che a tre settimane dalle elezioni di metà mandato usa la crisi per tentare di indebolire ulteriormente il partito democratico. I repubblicani hanno dopotutto gioco facile, e puntano sugli errori commessi dalle agenzie federali. In particolare sul fatto che i Cdc, i centri per il controllo delle malattie infettive, non abbiano chiesto al personale che ha lavorato con il paziente zero, il liberiano Thomas Duncan, di evitare luoghi pubblici. E' successo quindi che una delle infermiere sia andata in Ohio dal Texas, pur avendo una lieve febbre, e un altro dipendente è partito per una crociera verso il Belize. L'infermiera, Amber Vinson, è ora ricoverata in isolamento all'ospedale Emory di Atlanta, ma sulla scia del suo viaggio decine di persone sono state contattate per il rischio che siano state contagiate. LA CROCIERA BLOCCATA Un negozio di abiti da sposa, a Cleveland, dove Amber aveva passato più di tre ore per scegliere il completo delle nozze, ha dovuto temporaneamente chiudere. L'altro infermiere che è partito per la crociera ha causato quasi un incidente diplomatico con il Belize, che ha vietato alla nave Carnival Magic di entrare in porto. Il dipendente dell'ospedale texano ha accettato di restare chiuso in cabina e la nave sta tornando verso gli Stati Uniti. Non si sono avuti altri casi di contagio per ora negli Usa, solo casi legati al focolaio originato da Duncan. Tuttavia il nervosismo nel Paese è forte, anche a causa del battage televisivo quasi esclusivamente concentrato sulla situazione americana. Sui teleschermi vediamo le immagini della prima infermiera contagiata, Nina Pham, che piange commossa dal suo letto di ospedale per l'assistenza che le viene data. Il video, girato amatorialmente da un collega, campeggia da 48 ore. L'incessante copertura nazionale ha purtroppo l'effetto di ingigantire nella mente del pubblico la percezione della crisi locale. E proprio a rincarare la dose di preoccupazione arriva la notizia che nella migliore delle ipotesi il vaccino per Ebola non arriverà I MEZZI Uno dei tre elicotteri inviati dagli inglesi atterra sulla nave-ospedale: la squadra di Londra arriverà nelle prossime ore in Sierra Leone in tempo per essere usato su larga scala durante l'epidemia in corso. «Saremo in grado di farlo solo nel 2016», ha affermato Ripley Ballou, capo della divisione vaccini dell'azienda Gsk, che sta sviluppando quello più avanzato. L'APPELLO DELL'ONU Eppure non solo Obama, ma anche il segretario dell'onu Ban Ki-moon giovedì, ha lanciato un appello accorato perché ci si mobiliti per combattere contro l'Ebola fermandolo alla sua fonte, in Africa, dove sta decimando intere popolazioni. E ieri è arrivato anche l'ammonimento del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, che ha sottolineato come «l'Ebola non sia problema di qualche Stato africano, ma può diventare una catastrofe umanitaria di grandissime dimensioni». Poco spazio viene concesso negli Usa anche alle rare notizie positive legate all'Ebola, ad esempio che[/FORZA-RIENTR] il Senegal e la Nigeria siano riusciti a bloccare il virus e siano stati dichiarati ufficialmente fuori dall'epidemia. Gli americani in particolare dovrebbero avere motivo di orgoglio, considerato che centinaia di soldati sono arrivati in Liberia e vi stanno costruendo i primi ospedali. Anche la Gran Bretagna ha appena inviato in Sierra Leone una nave ospedale, con 80 medici, tre elicotteri e 350 soldati. Anna Guaita SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL VIRUS 18/10/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 1 (tiratura:100000) Psicosi Ebola in Usa, il New York Times: " Pensate piuttosto all ' influenza normale " Biscotto » pag. 11 Stando a quanto riferisce il ministero della Salute, quest ' anno il picco dell ' annuale epidemia di influenza dovrebbe arrivare in Italia verso metà novembre e il numero delle vittime potrebbe non essere indifferente. Negli Stati Uniti, invece, secondo l ' Osservatorio per le malattie infettive di Atlanta, l ' epidemia influenzale è attesa per i primi di dicembre e lì, verosimilmente, le vittime saranno molte di più, in particolare a causa dal gran numero di senzatetto, delle temperature mediamente più rigide, della mancanza di un sistema sanitario nazionale e dei tagli ai programmi di vaccinazione operati a livello federale e statale. Frank Bruni dalle pagine del New York Times - ci ricorda che gli americani sono dei veri maestri nel produrre ondate di panico collettivo che sovente si rivelano in tutto o in parte ingiustificate. E se, invece, si facesse ricorso a un po ' di sana prudenza e a qualche cautela? Come misura preventiva, questo il consiglio di Bruni, bisogna smetterla di rimanere appiccicati alla tv seguendo minuto per minuto servizi dal Texas farciti di insulse interviste - chi se lo sarebbe mai aspettato? - ai vicini di casa dell ' infermiera di Dallas colpita dal virus Ebola, di lacrimevoli riprese della sua abitazione, di consigli medici che potrebbero darvi al supermercato e porsi questa semplice domanda: ho già fatto il vaccino anti-influenzale? E, nel caso la risposta sia negativa: ho intenzione di farlo? Lo scorso inverno, secondo il Centro di Alabama per il controllo delle malattie, solo il 46% dei cittadini americani fu sottoposto alla profilassi anti-influenzale anche se l ' influenza - a seconda del ceppo del virus - uccide in America dai 3.000 ai 50.000 cittadini l ' anno. È vero che la maggior parte delle vittime sono anziani in cattive condizioni di salute e bambini, ma siamo tutti a rischio. Nel caso dell ' influenza conosciamo bene il killer e sappiamo benissimo che molti di questi decessi si potevano prevenire. Viene spontaneo chiedersi per quale motivo non ci strappiamo i capelli sulle vittime dell ' influenza e preferiamo dirigere la nostra attenzione verso minacce lontane che temiamo di non poter contrastare trascurando quelle a noi vicine che potremmo sconfiggere e che colpevolmente sottovalutiamo. Quando un pericolo ha un qualcosa di esotico, ci armiamo di tutto punto e ci prepariamo alla guerra. Se invece il nemico è noto, familiare, quotidiano, ci comportiamo con noncuranza dimenticando che anche questo nemico meno esotico è capace di uccidere. OGNI ANNO IN ITALIA, come nella maggior parte dei Paesi occidentali, muoiono migliaia di persone a causa di incidenti stradali e, stando alle statistiche, molte delle vittime non indossavano la cintura di sicurezza al momento dell ' inci dente. Forse sarebbero morti lo stesso. Resta il fatto che pur sapendo come ridurre i rischi facciamo poco o nulla. Negli Stati Uniti ogni anno vengono diagnosticati 3 milioni e mezzo di tumori alla pelle e i morti sono circa 10.000 l ' anno. Nella maggior parte dei casi la causa è la mania della tintarella. La vanità batte la salute sei a zero e il melanoma se la ride. Frank Bruni non sottovaluta assolutamente il pericolo rappresentato dall ' Ebo la e si augura di tutto cuore che la ricerca trovi al più presto le risposte che tutti aspettano. " Il fatto è che la gente si fa prendere dal panico e dall ' ansia per cose come l ' Ebola che non costituiscono un pericolo immediato per la salute dei cittadini " , spiega Jeffrey Duchin, presidente del Comitato per la Salute pubblica. " Non bastasse vorrei ricordare che negli Stati Uniti tra i 3 e i 5 milioni di americani sono stati contagiati dal virus dell ' epatite C che causa tra i 17.000 e gli 80.000 decessi l ' anno. C ' è un semplice test per diagnosticarla e ci sono cure efficaci. Eppure la maggior parte dei malati non sanno nemmeno di esserlo " . La ragione di un comportamento così illogico? Semplice: l ' epatite C, l ' influenza, il melanoma non fanno notizia, non invadono i talk show televisivi e le prime pagine dei giornali, non fanno notizia e poco si prestano a quella sensazione di panico collettivo di cui evidentemente le società progredite non possono - a scadenze regolari - fare a meno. PERCHÉ SI PRODUCA questo effetto panico e, al tempo stesso, di " stringiamo le fila " , il nemico deve essere temibile, potenzialmente invincibile, remoto ed esotico. Un po ' come i mostri delle favole. Ci è mai capitati di incontrarli davvero? Moltissime SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VIRUS E ANTIDOTI 18/10/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 1 (tiratura:100000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato malattie mortali si possono prevenire con appositi vaccini eppure in Occidente è in continuo aumento il numero dei genitori che si rifiutano di far somministrare ai figli i vaccini adducendo i pretesti più fantasiosi e inverosimili nei quali si mescolano medicina alternativa, pregiudizi medievali, ragioni religiose e paure largamente infondate. Il meccanismo è semplice e drammaticamente distruttivo: rimuoviamo i pericoli reali che potremmo affrontare e sconfiggere e ci concentriamo su rischi al momento remoti. È solo un caso? Foto: In alto, un morto di Ebola in Liberia. Sotto, la fila per la vaccinazione contro la Sars nel 2009 Ansa 18/10/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:79573, tiratura:108314) Campania a rischio: poco personale e assistenza ai minimi Marco Esposito segue dalla prima pagina Tredici operatori sanitari in servizio in Emilia Romagna ogni mille residenti contro otto in Campania: certo, il numero di medici, infermieri, tecnici e amministrativi del servizio sanitario pubblico non spiega da solo la sanità ad elevata qualità dell'Emilia Romagna (la migliore d'Italia per livelli essenziali d'assistenza) così come lo scarso e decrescente numero di personale sanitario non è l'unica causa dei disservizi della Campania, la sola sulle venti regioni nelle quali è divisa l'Italia a essere stata bocciata nell'ultimo rapporto del ministero della Salute sui Lea, la sigla che sta per livelli essenziali d'assistenza. Però, in stagione di tagli agli sprechi - 4 miliardi da sottrarre alle regioni, nei cui bilanci c'è soprattutto la sanità - il timore che si colpisca anche i cittadini oggi peggio serviti d'Italia c'è tutto. Si dirà (è stato già detto dal premier Matteo Renzi): non tagliate i servizi, tagliate gli sprechi. Sprechi, sia chiaro, si nascondono ovunque e quindi ci sono anche in Campania. Peraltro quando i servizi ai cittadini sono sotto il minimo costituzionale, gli sprechi sono doppiamente criminali; tuttavia, proprio perché è da criminali non effettuare gli screening oncologici, ogni euro recuperato va investito tutto nella sanità finché non si superano divari socialmente inaccettabili e non certo per coprire l'ennesimo finanziamento all'Expo di Milano (40 milioni ulteriori, una delle non poche voci-mancia previste nella legge di stabilità): il territorio campano secondo le valutazioni ufficiali del governo oggi è il solo in Italia a non garantire ai cittadini nemmeno i livelli minimi essenziali, vale a dire che non offre un diffuso sistema di prevenzione contro il cancro, non è in grado di dare una dignitosa assistenza ad anziani, disabili e malati terminali, non eroga prestazioni tempestive e difetta persino nelle vaccinazioni. Quindi lotta agli sprechi, certo, ma non per fare cassa: la Campania infatti è anche il territorio che riceve il più basso finanziamento del fondo sanitario in rapporto agli abitanti e viene da sette anni di cura dimagrante che hanno visto il più forte calo dei costi del personale in Italia (-8% solo tra il 2010 e il 2012 mentre in Emilia Romagna la spesa cresceva nello stesso periodo cresceva dell'1,5%). I colpi di forbici sulla sanità previsti dalla legge di stabilità per il 2015, in Campania rischiano di colpire direttamente i servizi essenziali e di frenare il processo di recupero - che pure c'è stato ma che ancora risulta parziale - dei livelli di qualità del servizio. I dati sono eloquenti. La qualità dei servizi misurata con il punteggio Lea vede (sul report del 2012, l'ultimo disponibile) l'Emilia Romagna prima in Italia con 210 punti e la Campania ultima con 117. La linea di sufficienza è fissata a 130 punti e la Calabria è penultima a 133. La Campania perde il confronto con l'Emilia Romagna su molti parametri ed è critica soprattutto la situazione dei tempi di attesa per le prestazioni e del sistema di prevenzione. Secondo un indicatore messo a punto dall'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari, il sistema di trasparenza e anticorruzione in Campania è il meno efficiente d'Italia, con solo il 45% degli obiettivi raggiunti, contro il 93% dell'Emilia Romagna. Quindi è presumibile - e le cronache di questo giornale ne fanno un resoconto costante - che una quota non marginale della spesa sanitaria campana non si traduca in servizi al cittadino ma si disperda in rivoli che alimentano il malaffare. In particolare sull'acquisto di servizi (pulizia, guardiania, ristorazione) ci sono margini notevoli di miglioramento secondo lo stesso ente regionale; mentre per quanto riguarda l'acquisto centralizzato dei beni la Soresa è considerata tra le eccellenze nazionali. La singola siringa, sempre citata negli esempi come voce di spesa da monitorare, in Campania non costa troppo. Ma se la Campania non è un modello di efficienza, l'Emilia Romagna lo è. E il modello emiliano dimostra che una buona sanità si fa anche con personale adeguato: secondo l'ultimo report sul personale del ministero della Salute (con dati però fermi al 2011) i medici in Campania sono 10.212 e cioè 1,77 ogni mille abitanti, SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La sanità 18/10/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:79573, tiratura:108314) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato mentre in Emilia Romagna sono 8.544 cioè 1,95 ogni mille abitanti. Quanto agli infermieri, la differenza è ancora più evidente con 20.396 infermieri del sistema sanitario pubblico della Campania e 25.009 dell'Emilia Romagna che conta oltre un milione di abitanti in meno. Anche i posti letto sono molti di più nella regione «efficiente», con 4,47 posti letto (tra acuti e riabilitazione) ogni mille residenti contro i soli 3,20 della Campania. La spesa farmaceutica cosiddetta territoriale, invece, è un po' più elevata in Campania mentre per la spesa farmaceutica ospedaliera accade il contrario. Non pochi campani, come è noto, proprio per le inefficienze della sanità locale vanno a curarsi fuori regione, Emilia Romagna compresa. E le spese sanitarie sono tutte a carico della regione di residenza, con un trasferimento netto di risorse dalla Campania verso altri territori. Ciò spiega, almeno in parte, perché la sanità emiliana abbia i conti in ordine nonostante l'elevato numero di medici, di infermieri e di posti letto rispetto ai propri residenti: importa malati e si fa pagare bene. © RIPRODUZIONE RISERVATA 18/10/2014 Libero - Ed. nazionale Pag. 3 (diffusione:125215, tiratura:224026) Basta con la sanità regionalizzata Il sistema ha fallito: è ora di farla finita con i politici che nominano i capi delle Asl DAVIDE GIACALONE Posto che la pressione fiscale generata dagli enti locali è aumentata dell'80% in 14 anni, senza che sia diminuita quella nazionale, posto, quindi, che da tre lustri gli italiani s'impoveriscono e perdono competitività anche per finanziare enti la cui utilità è nota più che altro a chi li abita, è facile capire il perché non si trovi divertente la polemica fra il governo e le regioni. Oltre tutto giocata usando il linguaggio della più sciatta demagogia: "spreconi", da una parte, "affamatori", dall'altra. I governatori regionali, abituati a batter cassa presso il governo, non s'aspettavano di trovarsi di fronte chi usa la cassa per battergliela in testa. Molti di loro sognarono il partito di "lotta e di governo", eccoli serviti: salvo che usa la lotta demagogica contro di loro. Piuttosto che l'opera dei pupi, però, si possono fare operazioni interessanti: chiudere la tragica storia della sanità regionalizzata, che con la riforma Bindi, del 1999, elevò a sistema la militarizzazione partitocratica dell'amministrazione, e con la riforma costituzionale del 2001 stese una pietra tombale sull'idea che la salute e la sanità fossero questioni di competenza nazionale. Due operazioni "Made in left", così anche i newcomers capiscono. Contabilizzati i disastri è ora di farla finita. Inutile continuare a polemizzare sul costo delle siringhe. Anche stucchevole e oltraggioso, perché sentendolo ripetere da anni, da governi e governanti di ogni colore, il cittadino si chiede: ma a chi lo stanno dicendo? Se il sistema fa così schifo, e lo fa, lo cambino. La soluzione non è che le tasse per coprire quei costi siano a cura degli enti locali anziché dello Stato, dato che a pagare sono i medesimi italiani. Semmai si deve avere il coraggio di spiegare perché il politico regionale nomina i capi dell'amministrazione sanitaria e perché l'organizzazione che presiede alla difesa della mia salute debba essere regionale. Non saprei spiegarlo, perché lo considero sbagliato. Fin qui ci si è trastullati con le siringhe e i costi standard, che già di loro sono un non senso: se l'acquirente compra molto materiale sanitario e molti farmaci, bandendo una gara fra fornitori, è ovvio che riesce a spuntare un prezzo migliore rispetto a venti acquirenti che comprano un ventesimo e bandiscono centinaia di gare. Oggi le regioni ricevono un rimborso, dallo Stato, pari alla media dei tre migliori prezzi. A parte che il prezzo adottabile dovrebbe essere il più basso, non una media, quando comprano pagando più degli altri generano nuovo debito, che si somma a quello immenso, già esistente. Quando, sventuratamente, negli anni 70, si chiusero le mutue queste lasciarono un immenso patrimonio immobiliare. Oggi ci sono solo deficit e debiti. Cosa serve di più per capire che la regionalizzazione è una follia? Senza mai dimenticare che la qualità media dell'assistenza sanitaria, in Italia, è ottima. Purtroppo con vergognose sperequazioni interne, ma mediamente fra le migliori al mondo. Il che dimostra, se ve ne fosse bisogno, che il nostro problema non sono i medici, ma gli amministratori. Ed è questo il lato positivo: per formare buoni medici ci vogliono anni, per mandare a casa cattivi amministratori, protettori di amministrativi nullafacenti, soci di sindacati corporativi, ci vogliono, a saperlo e volerlo fare, un paio di mesi. A patto di non perderli in battibecchi degradanti e di utilizzarli per fare vere e sane riforme. Foto: www.davidegiacalone.it @DavideGiac SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La polemica 18/10/2014 ItaliaOggi Pag. 7 (diffusione:88538, tiratura:156000) Va bene per curarsi, ma anche per il settore tessile e la moda Coldiretti lancia la filiera italiana per la coltivazione della cannabis LUIGI CHIARELLO Coldiretti rompe gli indugi e gli schemi e sdogana la marijuana terapeutica. Di più: nella prima giornata del tradizionale Forum internazionale di Cernobbio sull'agricoltura e l'alimentazione lancia una iniziativa su larga scala per la costituzione di una vera e propria filiera tutta italiana della coltivazione di cannabis, sia a fini terapeutici, sia per la fornitura di materia prima ai comparti tessile, alimentare, meccanico e della bioedilizia. La notizia non è di poco conto, visto che a delineare la nuova frontiera della coltivazione italiana è la più grande associazione cattolica del comparto agricolo. Una specie di rivoluzione culturale, insomma, che strappa la cannabis dal confi no a cui è stata relegata dal dopoguerra, a seguito dell'avvento sul mercato delle fi bre sintetiche e dell'inasprimento delle norme contro l'uso degli stupefacenti. Ostracismo partito con l'adesione dell'Italia, nel 1961, alla Convenzione internazionale unica sulle sostanze stupefacenti e continuato, nel 1975, con il varo della cosiddetta legge Cossiga contro gli stupefacenti. Che, di fatto, ha sancito la scomparsa degli ultimi ettari coltivati a canapa in Italia. «Fino agli anni 40, l'Italia era un grande produttore di canapa. Aveva 100 mila ettari coltivati», ha spiegato il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo. «Noi vogliamo recuperare questa filiera e metterla a disposizione delle istituzioni e della farmaceutica». La leva che spinge Coldiretti è la recente firma del protocollo per l'avvio della produzione di cannabis terapeutica nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze da parte del ministro della difesa, Roberta Pinotti, e del ministro della salute, Beatrice Lorenzin. Si tratta di due specie di cannabis, la «indica» e la «sativa», contenenti percentuali differenti di principi attivi - THC (tetra-idro-cannabinolo) e CBD (cannabidiolo) calcolate sulla materia secca. La loro coltivazione al di fuori dello stabilimento militare fi orentino al momento è sottoposta al controllo dei Carabinieri, nel caso della sativa, e proibita nel caso della indica. Nei fatti, oggi ogni coltivazione su larga scala di cannabis è impossibile in Italia. Occorrono modifi che normative, che ne consentano l'avvio. E la macchina è già partita: alla camera dei deputati sono state presentate tre differenti proposte di legge che dovrebbero convergere in un testo unificato, sul quale sono state avviate le audizioni degli esperti. Il principio attivo della cannabis, va ricordato, risponde ai bisogni di pazienti con patologie gravi come Sla, sindrome di Tourette, Alzheimer e Parkinson, oltre a diversi tipi di sclerosi tra cui la multipla. I primi prodotti farmaceutici italiani, secondo Coldiretti, dovrebbero essere pronti entro il 2015. Per stilare il protocollo operativo - che andrà al vaglio del Consiglio superiore di sanità - è al lavoro un gruppo di esperti composto da rappresentanti dei ministeri della Difesa, della Salute e delle Politiche agricole, affi ancati da Sfcm, Aifa, Istituto Superiore di Sanità e Regioni. Nel frattempo «Coldiretti si mette a disposizione delle istituzioni per la costituzione della filiera e, a questo fi ne, dedica mille ettari in serra chiusa, affinché la produzione sia controllabile», chiosa Moncalvo. Che aggiunge: «L'operazione è anche una via d'uscita per comparti colpiti dalla crisi come orovivaismo e ortofrutta, che hanno serre abbandonate». La fumata bianca di Coldiretti alla fi liera della marijuana terapeutica muove dunque da ragioni economiche molto concrete: può generare da subito un business da 1,4 miliardi di euro, garantendo almeno 10 mila posti di lavoro dai campi al aconi. E può aiutare i conti pubblici, visto che oggi l'importazione di Thc costa al sistema sanitario nazionale 15 euro al grammo. © Riproduzione riservata Foto: Roberta Pinotti Foto: Beatrice Lorenzin SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INIZIATIVA PRESENTATA IERI, PRIMA GIORNATA DEL FORUM INTERNAZIONALE DI CERNOBBIO SU AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE 18/10/2014 Milano Finanza - N.205 - 18 ottobre 2014 Pag. 1 (diffusione:100933, tiratura:169909) HI-TECH CONTRO L'ICTUS Cristina Cimato Videoconferenze, collegamenti fra più utenti tramite software installabili su dispositivi mobili ma anche videogiochi e realtà aumentata. La lotta all'ictus cerebrale, che ogni anno colpisce in Italia 200 mila persone, di cui 4.200 con età inferiore a 45 anni, si appoggia sempre di più alle nuove tecnologie, per la fase acuta come per il percorso riabilitativo. Il 29 ottobre si celebra la giornata contro l'ictus, che quest'anno rivolge un'attenzione particolare alle donne, vittime di più della metà dei decessi. Al pari della popolazione maschile incorrono in fattori di rischio quali diabete, ipertensione, emicrania con aura e depressione. A questi si aggiungono però gravidanze, diabete gestazionale, sbalzi ormonali, uso della pillola contraccettiva o terapie ormonali assunte dopo la menopausa. Non solo, le donne presentano un maggior declino delle funzioni cognitive rispetto ai maschi e un rischio più elevato di depressione post-ictus. Anche per questo l'associazione A.L.I.Ce. Italia Onlus promuove, dal 20 al 29 ottobre in oltre 2 mila farmacie il controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale (responsabile del 15% di tutti gli ictus e del 20% di tutti quelli ischemici). Emergenza in rete. Il paziente trattato a un'ora dall'attacco ha probabilità doppie di ottenere un buon esito rispetto a colui cui viene somministrata la terapia trombolitica dopo 4 ore. A circa 5/6 ore aumentano assai le possibilità di sanguinamento derivanti dalla terapia di fluidificazione del sangue. Il numero di trombolisi endovenose effettuate in Italia è di circa 3.600 all'anno, un numero che, riferisce la Società italiana di neurologia, è molto inferiore a quello degli «aventi diritto». Questo a causa di una non capillare diffusione delle stroke unit sul territorio. Il ministero della Salute stima in 300 le unità specializzate, mentre ne risultano solo 170.A tal proposito, uno dei progetti più interessanti in corso riguarda l'applicazione della telemedicina nell'intervento tempestivo su questi pazienti. Con le nuove tecnologie è possibile visionare da remoto le immagini prodotte dalla Tac e visitare il paziente. «La tempestività è fondamentale», ha spiegato Francesco Arba, specialista in neurologia, membro di A.L.I.Ce Toscana, «quindi ospedali periferici o centri non specializzati che mancano di accreditamento o di expertise possono beneficiare di un collegamento diretto con un ospedale di riferimento, dal quale il medico addestrato può visitare il pazientea distanza e fare una valutazione clinica rispetto alla necessitàe ai tempi di somministrazione del farmaco». Il centro italiano che ha attualmente maggiore esperienza di Telestroke è quello di Ca' Foncello di Treviso, che ha finora trattato 30 pazientie cheè collegato con Conegliano Veneto. C'è poi l'ospedale Boggiovara di Modena, che ha iniziato l'esperienza di Telestroke un anno fa circa, in collegamento con un nosocomio periferico nel paese di Pavullo nel Frignano. L'ultimo in ordine di tempo che si sta attrezzando è il Policlinico Umberto I di Roma, collegato con Tivoli. «Un modello virtuoso è quello catalano, dove un solo centro è collegato a ben dieci strutture e in cui i flussi dei dati provenienti da tutti gli ospedali vengono analizzati e inviatia ogni centro per un monitoraggio capillare delle singole attività». Anche dal punto di vista tecnologico le nuove soluzioni sono già tutte alla portata del progetto. «I centri italiani sono forniti di computer sui quali sono installati software specificie di telecamere fisse su letto o mobili, montate su una console», ha precisato Arba, «queste sono in grado di eseguire zoom su distretti specifici e utili alla diagnosi, come gli occhi e in particolare i movimenti oculari e la dilatazione delle pupille». In Catalogna il medico di riferimento ha a disposizione un notebook e con esso si può muovere liberamente, collegandosi via wi-fi o 3G con credenziali criptate. Un'altra tecnologia disponibile, che è stata già osservata, permette di installare software dedicati su dispositivi portatili come iPad e iPod, favorendo ancor più la mobilità dello specialista. Videogame per la riabilitazione. Uno dei punti cardine nella ripresa dello stato di salute antecedente un attacco è legato alla riabilitazione. Anche in questo caso la tecnologia viene in aiuto dei pazienti con metodi innovativi, come la realtà virtuale aumentata, la roboticaei sensori indossabili. All'ospedale Valduce Villa Beretta di Costa Masnaga l'unità operativa complessa di medicina fisicae riabilitazione utilizza, fra i pochi centri al mondo, tecnologie avanzate nella riabilitazione di pazienti che hanno perso in parte o in tutto le funzioni motorie e cognitive in seguito a traumi o SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SALUTE 18/10/2014 Milano Finanza - N.205 - 18 ottobre 2014 Pag. 1 (diffusione:100933, tiratura:169909) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ictus. «Di fronte a una notevole quantità di persone che devono affrontare un recupero di funzioni complesse dopo lesioni cerebrali, sono ora disponibili soluzioni molto interessanti e semplici», ha spiegato Franco Molteni, direttore dell'Unità operativa complessa di medicina riabilitativa dell'ospedale lombardo, «come per esempio isoscheletri indossabili in fibra di carbonio con motori e sensori che analizzano e adiuvano il movimento, ma anche, per l'arto superiore, tecnologie che accompagnano e interagiscono con l'attività che normalmente viene svolta in modo spontaneo. Ci sono poi dispositivi robotici con controllie sofisticazione variabili che non solo velocizzano la ripresa, ma permettono anche un recupero che in alcuni casi sarebbe altrimenti impossibile». All'interno del Valduce Villa Beretta c'è un laboratorio clinico e sperimentale dedicato all'uso della realtà virtuale che contempla esercizi con dispositivi touch screen e ambienti controllati dal sensore per il rilevamento dei movimenti Microsoft Kinect od Oculus Rift. «Quest'ultimo consente una percezione immersiva completa attraverso l'uso di una maschera simile a quella per fare sub che immerge in un ambiente virtuale e permette la creazione di una sorta di avatar», ha precisato Molteni. Attualmente l'ospedaleè coinvolto in una serie di studi, uno nazionale in collaborazione con la Rai, la Fondazione Don Gnocchi di Milano e il San Camillo di Torino per l'utilizzo di materiali delle teche Rai per la creazione di un ambiente virtuale che rifletta il panorama culturale in cui vive il paziente. Un altro, che coinvolge l'École Polytechnique di Losanna, è destinato al recupero della percezione delle proprietà del corpo attraverso stimolazione elettrica funzionale, stimolazione transcranica cerebrale e realtà virtuale (entrambi sono finanziati dalla Fondazione Cariplo). «Un altro progetto in cui siamo stati coinvolti per fornire un supporto tecnico è quello promosso e finanziato dal Cnr e da Regione Lombardia e denominato Riprendo@Home per la messa a punto di device utilizzabili a domicilio, possibili grazie all'uso di materiali innovativi, stampanti 3D, motori sempre più miniaturizzati e sensori indossabili». (riproduzione riservata) 18/10/2014 La Notizia Giornale Pag. 14 Rinegoziare il rapporto delle farmacie con il Servizio sanitario nazionale, in un quadro di riorganizzazione dell'assistenza primaria, avanzando progetti concreti che rendano proprio la farmacia protagonista di un'assistenza più efficace e a basso costo per la collettività. È questa la priorità tracciata in un convegno di Federfarma Roma e Lazio per far fronte al periodo di grande difficoltà del settore. Molti infatti non lo sanno, ma anche le farmacie stanno pagando un prezzo alto per la crisi e la caduta dei consumi, che inevitabilmente si riflette anche in un settore primario come la salute. L'associazione guidata da Franco Caprino ha insistito dunque nel chiedere un riconoscimento delle farmacie nei quadranti cruciali dell'aderenza alla terapia e nella presa in carico delle cronicità, nella prospettiva dunque della pharmaceutical care e della farmacia dei servizi, che in questo modo smetterebbero di essere solo slogan. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmacie in cerca di nuovi ruoli nel servizio sanitario 18/10/2014 La Notizia Giornale Pag. 15 Sarà possibile pulire il cervello dalla malattia I primi test: recuperate molte funzioni cognitive Passo avanti La scoperta di un pool di ricerca europeo coordinato dall'Università di Milano-Bicocca sergio patti Buone notizie sul fronte Alzheimer, la forma più diffusa di demenza senile che solo in Italia colpisce un milione di persone e, secondo le stime, ne colpirà altre 600 mila nei prossimi cinque-sei anni: sembrano funzionare le nuove nanoparticelle 'spazzino" ideate e brevettate in Italia per ripulire il cervello dalle placche responsabili della patologia. I primi risultati positivi della sperimentazione sui topi sono stati pubblicati su The Journal of Neuroscience dai ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e l'università finlandese di Turku. AMIPOSONI Le nanoparticelle antiAlzheimer, chiamate amiposomi, sono uno dei frutti del grande progetto di ricerca europeo Nad (Nanoparticles for therapy and diagnosis of Alzheimer disease), finanziato con oltre 14 milioni di euro e coordinato proprio dall'Università di Milano-Bicocca. La sperimentazione sui topi dimostra che le nanoparticelle 'spazzino"sono in grado di rimuovere dal cervello le placche della proteina beta-amiloide in sole tre settimane. Una volta rimosse, ne favoriscono lo smaltimento, attraverso il circolo, da parte del fegato e della milza. Questa operazione di pulizia del cervello ha portato a un recupero delle funzioni cognitive, misurato con uno specifico test di ri conoscimento degli oggetti. Dunque un importanmte passo avanti nella ricerca su una malattia terribilmente invalidante. "La terapia - ha spiegato massimo masserini , ordinario di Biochimica dell'Università di Milano-Bicocca e coordinatore del progetto europeo Nad - è basata su una strategia, impossibile da realizzare con un farmaco convenzionale, che usa uno strumento nanotecnologico, cioè particelle di dimensioni di un miliardesimo di metro." MEMORIA Nella ricerca il trattamento è riuscito praticamente a frenare la progressione della malattia, "ma stiamo anche valutando, per ora sempre sul modello animale - ha spiegato ancora Masserini la possibilità di prevenirne l'insorgenza". In questo modo sarebbe possibile intervenire quando le capacità cognitive e la memoria sono solo minimamente compromesse. "Se in futuro questi risultati saranno verificati nell'uomo - ha concluso Masserini - il trattamento abbinato a una diagnosi precoce potrebbe permettere ai malati di Alzheimer di condurre una vita pressoché normale." Un traguardo oggi solo immaginabile. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le nanoparticelle spazzino ci salveranno dall'alzheimer 18/10/2014 La Notizia Giornale Pag. 15 Lunedì la Giornata mondiale. Screening gratuiti e iniziative in tutta Italia La malattia Nel nostro Paese ne soffrono 3,5 milioni di donne e un milione di uomini Le cause: poco moto e carenza di calcio giovanna tomaselli L'Osteoporosi è il più grave problema di salute per le persone anziae, secondo solo alle malattie cardiovascolari. In Italia ne sono affette sia donne, soprattutto dopo la menopausa, che uomini, rispettivamente 3 milioni e mezzo e un milione. In entrambi i sessi i principali fattori di rischio aumentano con l'età ed è favorita da una ridotta attività fisica, da una dieta povera di calcio e da una carenza di vitamina D. CADUTE ROVINOSE In occasione della Giornata mondiale dell'Osteoporosi, prevista per dopodomani, la Società Italiana dell'Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro lancia un'iniziativa nazionale di prevenzione. In 22 strutture specializzate verranno organizzati incontri tra specialisti e cittadini, conferenze, valutazione del rischio di cadute, distribuzione di materiali informativi tematici, video informativi e divulgativi sui fattori di rischio dell'osteoporosi e sulle metodiche di trattamento-farmacologiche. Infine visite gratuite con valutazione del rischio di frattura da fragilità. UMBERTO I La fondazione Foresta Onlus, presenta il progetto di "prevenzione dell'osteoporosi non solo al femminile", proponendo uno screening reale gratuito a tutti i soggetti maschi di età superiore ai 60 anni. Infine, tra le numerosi iniziative del 20 ottobre, il Policlinico Umberto I di Roma metterà a disposizione degli utenti la struttura per visite per osteoporosi. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Osteoporosi, il killer più pericoloso per gli anziani 18/10/2014 D Repubblica - N.911 - 18 ottobre 2014 Pag. 186 (diffusione:385198, tiratura:546033) E se il colore fosse sexy? Le nuove tinte per i capelli creano volumi e disegnano luci. Per mettere in risalto la carnagione, rendere sensuale lo sguardo. Ma prima di sceglierle va fatta qualche domanda strategica al parrucchiere. Ecco quali Stefania Medetti Per i capelli, quella che abbiamo davanti sarà una stagione a tutta luce. Lo confermano anche i dati di una ricerca realizzata da Mintel: se nel 2010 solo il 21% dei nuovi prodotti prometteva rifessi più luminosi, ora la stima per il 2014 tocca il 46% delle new entry. «C'è molto fermento nel settore: l'haircare, infatti, sta allineando le sue tecnologie di laboratorio a quelle delle creme e dei sieri per il viso, sia per la promessa dei risultati antietà sul lungo periodo, sia per quanto riguarda la correzione immediata di opacità e imperfezioni», spiega Emmanuelle Moeglin dell'istituto di ricerca britannico. Ma tornando alla brillantezza, la luce non è sempre stata l'obiettivo primario? «La novità ora è rappresentata dal fatto che le colorazioni risultano multisfaccettate, ricche di nuances come lo sono i capelli naturali. In passato, invece, le tinte risultavano più nette, omogenee, le ciocche sembravano disegnate, come in un fumetto», risponde Tiziano Rossi, responsabile della formazione dei parrucchieri di Jean Louis David. Le novità arrivano anche nel colore: secondo gli esperti questa sarà la stagione del bronde . «Si tratta di una tonalità adorata da molte donne in tutto il mondo, ma perfetta per le mediterranee perché consiste in una fusione cromatica tra il castano scuro e il biondo, tra il miele e il moka. Insomma un mix di toni chiari e scuri con un effetto naturale, molto sofsticato», aggiunge Salvo Filetti, hair stylist di L'Oréal Professionnel. Il desiderio di cambiare colore senza sembrare "fnte" è lo stesso che ha spinto stilisti come quelli di Burberry, Louis Vuitton e Stella McCarthy a proporre sulle passerelle autunno/inverno makeup super naturali. Insomma, il trucco sembra aver contagiato il mondo dei capelli. «È vero, la tecnica attuale può essere pensata così: si parte con una colorazione base, come fosse un "fondotinta", in genere di una tonalità molto coerente con il colore originario della cliente. In un secondo momento, proprio come avviene per il makeup, si aggiungono effetti luce con mèches, shatush o balayage a scelta, in modo che ogni ciocca metta in risalto il viso della donna», spiega Filetti. Se esiste davvero un'equazione per scegliere la nuance perfetta, tre sono le variabili fondamentali: il taglio, la carnagione e la personalità. «Il primo passo è consultare un colorista professionista nel salone di fducia e sotttoporlo a interrogatorio», continua ironico. «Deve saper rispondere a queste domande: con quale tono il viso sembra meno affaticato e più giovane? Il nuovo colore metterà in risalto lo sguardo? Apparirà più luminoso e morbido?». Ma non è tutto, perché il colore, infne, si declina anche in relazione alla lunghezza dei capelli. «I tagli corti vanno evidenziati da tonalità più decise. Quelli di media lunghezza possono essere sottolineati da ciocche più fredde, con giochi di colore all'interno. Per i tagli lunghi, invece, l'ideale è creare progressioni di schiariture dallo scuro al chiaro», aggiunge Tiziano Rossi di Jean Louis David. Fabio Chizzola/Trunk Archive/Contrasto ,Zhang Jingna/FolioID.com ,Gorunway ,Greg Kadel/Trunk Archive/Contrasto 1. A base di olio di loto, nutre i capelli e li protegge creando un velo protettivo e invisibile che li rende setosi. Si applica sui capelli bagnati o asciutti. Olio Straordinario Sublimatore di L'Oréal Paris (10 euro). 2. Trattamento intensivo a base di un complesso anti età che nutre i capelli secchi e fragili. Maschera Expert Antiage di Pantene (8 euro). 3. Uno shampo che nutre i capelli, prevenendo l'inaridimento causato da calore e brushing. Hydra Shampoo Nutrizione e Morbidezza di Jean Louis David (in salone, 20 euro). 4. Formula con polvere di zaffiro ad azione riettente e olio di semi di lino nutriente e ristrutturante. Maschera Lucentezza Istantanea di Blu Orange (14 euro). Su misura? Anche no L'idea e la tecnologia sono dell'agenzia americana Gum Gum. Funziona così: un software rileva il colore dei capelli dalle foto che ogni utente ricerca (per esempio su Google images), lo memorizza e propone solo pubblicità che hanno testimonial con la stessa tonalità di colore. In pratica: chi cerca foto di bionde, visualizzerà modelle con quel tono di capelli. Insomma, è l'ultima, persecutoria tecnica pubblicitaria del web. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BELLEZZA 18/10/2014 D Repubblica - N.911 - 18 ottobre 2014 Pag. 186 (diffusione:385198, tiratura:546033) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Molte idee in testa Può essere interpretata come alternativa al raccolto. Il look che gli hairstylist hanno chiamano gym-chic è caratterizzato dall'uso (a volte abuso) di gel. Oltre a dare ai capelli una texture finto bagnata ne crea e definisce lo stile. Così si può semplicemente e molto facilmente spazzolarli all'indietro come se si avesse una coda (foto in alto a sinistra) o definire soltanto le radici per un effetto più morbido, romantico (foto in alto a destra). Naturalmente sono contemplate variazioni personali o pettinature più estreme (foto in basso a destra) che restano un'ottima soluzione per domare capelli crespi e ricci. «Acconciature minimali, tagli corti, desiderio di naturalezza, velocità». Sono queste le coordinate della nuova stagione nella sintesi di Pier Giuseppe Moroni, direttore artistico di Wella. Sotto i riettori torna anche la frangia, accessorio considerato come un'antietà (i suoi effetti sono tali). Ma l'ideale per l'autunno è il ciuffo laterale lungo come quello che Emma Stone ha sfoggiato nel suo ultimo taglio bob (il caschetto), al Festival di Venezia. Le passerelle invernali hanno anche esibito bei giochi di volumi, a volte asimmetrici e rétro. Attenzione agli sviluppi orizzontali che hanno una controindicazione: allargano il viso. Il trend estivo dell'effetto spiaggia, con i capelli scomposti e un'aria un po' selvaggia, non scompare dall'orizzonte. «Piuttosto, si trasforma in una versione più composta (per esempio in trecce morbide) e più chic», osserva Salvo Filetti, hair designer per L'Oréal Professionnel. Attenzione, però, perché "asciugatura naturale" non vuole dire senza styling, piuttosto è il risultato del lavoro congiunto di mani, diffusore e prodotti di styling anticrespo, indispendabili nei mesi freddi e umidi». 1. Un trattamento sos per i capelli deboli, che hanno perso elasticità. Si applica dopo lo shampo: riempie le fibre dall'interno donando un immediato effetto ristrutturante, che dura fino a 5 lavaggi. Liquid Hair di System Professional (trattamento in salone a partire da 15 euro). 2. Spray che si utilizza anche tutti i giorni per dare volume ai capelli. Texturising Volume Spray di Label.M (nei saloni Toni&Guy, 20 euro). 3. A base di nutriente cheratina vegetale, acido ialuronico e ceramidi di crusca, una maschera che restituisce forza e brillantezza ai capelli. Phytokératine Ultra Riparatrice di Phyto (in farmacia, 24 euro). 4. Una maschera riessante che, mentre nutre i capelli, ne esalta il colore naturale. Va scelta in base alla propria nuance. Magica CC Capelli Cura e Colore di Collistar (15 euro). 1. Uno shampoo che ristruttura i capelli danneggiati e sfibrati. Shampoo Ultimate Remedy di Shu Uemura (in salone, 38 euro). 2. Una formula dopo shampoo che non si risciacqua. Ricca di oli essenziali di menta e di eucalipto lenisce, disinfiamma e dà sollievo al cuoio capelluto irritato. Astera Fresh Siero Lenitivo Effetto Freschezza di Furterer (in farmacia, 22 euro). 3. Una crema dalla formula termo-protettiva: si applica sui capelli tamponati prima di utilizzare phon e piastre, per un'azione antirottura e anti doppie punte. Ciment Thermique di Kérastase (in salone, 27 euro). 4. Grazie ai benefici di un frutto originario dell'Australia, il kakadu plum o moringa, deterge i capelli e gli dona un'intensa brillantezza. Glossing Shampoo di Molton Brown (22 euro). 5. Trattamento lenitivo e nutriente formulato per un cuoio capelluto sensibile. Si applica sui capelli tamponati e si lascia in posa tre minuti. Hair Pride Scalp di Kemon (in salone, 14 euro). 6. Crema lisciante dall'azione progressiva che ricopre i capelli con un film protettivo: li difendende così dall'umidità. Con l'utilizzo regolare il risultato tende a stabilizzarsi e i capelli risultano meno crespi, più lisci. Smooth Infusion Naturally Straight di Aveda (in salone, 28 euro). Rachel fa così Il miglior amico dei capelli è il salmone. «È il cibo ideale perché ricco di proteine, omega 3 e selenio, elementi che rafforzano e promuovono la loro crescita», racconta Elizabeth Tanzi, dermatologa del Washington Institute of Dermatologic Laser Surgery. Il salmone contiene anche vitamina B12, ferro e zinco che promuovono la salute del cuoio capelluto, ma, ricordano gli esperti, per favorire l'assorbimento del ferro, funzionale al bulbo pilifero, il corpo ha bisogno di assumere anche vitamina C. Per chi vuole una ricetta semplice per dare una sferzata di energia ai capelli, l'hair stylist americano Rachel Gower suggerisce un impacco a base di fragole e maionese. «Schiacciate 9 frutti maturi, aggiungete un cucchiaio di maionese, mixate. Si usa sui capelli umidi e si lascia in posa mezz'ora». Foto: Si cambia tinta senza sembrare "fnte", con un risultato iper naturale 18/10/2014 D Repubblica - N.911 - 18 ottobre 2014 Pag. 186 (diffusione:385198, tiratura:546033) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Alcuni prodotti oggi non richiedono né posa né risciacquo. Come Elvive Fluido Prodigioso di L'Oréal Paris, che agisce all'istante dando luce, colore e brillantezza. Foto: Lo stile oggi si crea con il gel, le asimmetrie di volume e le trecce bohémien Foto: Le tecniche di trucco si applicano ai capelli: si fa la base poi si passa ai ritocchi Foto: Se i capelli sono fragili, prima del phon o della piastra è meglio proteggerli: lo spray Keratin Therapy Soin Thermoactif li rende anche più brillanti. Nei saloni Jean Louis David. 18/10/2014 D Repubblica - N.911 - 18 ottobre 2014 Pag. 222 (diffusione:385198, tiratura:546033) 12 ore insieme Le ultime formule per una pelle elastica, soda, compatta. Anche con effetti istantanei che durano per tutto il giorno Paola M. Gariboldi L'hanno chiamano over-day aging e on line non manca un video che ne racconta la dinamica. È l'ultima scoperta in fatto di invecchiamento ed è un fenomeno misurato non negli anni, ma nelle 12 ore. Lo studio, realizzato su 100 donne, ha osservato i cambiamenti che da mattina a sera si registrano sul viso, scoprendo un incremento dei pigmenti rossi e gialli per l'incarnato (quindi un colorito più spento con meno micro componenti blu), un aumento della profondità delle rughe, una riduzione dell'elasticità dei tessuti. Ma perché parlare di invecchiamento quotidiano, non sono segni di stanchezza? «Sì e no», risponde Pascale Mora direttore della comunicazione scientifca di Vichy, casa cosmetica che si è occupata della ricerca. «I segni di fatica si concentrano a livello degli occhi con borse e occhiaie, oltre che con i tratti del viso più tesi. Ci siamo anche resi conto che nel corso della giornata in effetti accade altro, e se la notte non dormiamo a suffcenza e non aiutiamo la pelle a rinnovarsi, questi segni si stabilizzano». Ma c'è un'altra possibilità, oggi: giocare d'anticipo. Per questo i loro laboratori hanno arricchito la già conosciuta crema Liftactive con sostanze che mantengono l'effetto lift per ore, utilizzando tra le altre l'adenosina, che ha un effetto dermo distendente. Ad attenuare i segni marcati, spesso legati a carenze ormonali, pensa invece un'altra formula, da poco in farmacia: è Defence Xage dei laboratori Bionike, specializzati in soluzioni per pelli sensibili. Sviluppa una formula ricca di ftoestratti e materie botaniche, così da creare una forte coesione e compattezza dei tessuti, Liftissime di Lierac. In farmacia, la scelta per rassodare la pelle diventa a misura di donna. Foto di Jan Welters/Trunk Archive/Contrasto. Still life Paolo Spinazzé Nuove formule antietà, tutte in farmacia. Da sinistra: mantiene la freschezza che il viso ha la mattina e svolge un'azione lift. Liftactive Supreme di Vichy (36 euro). Attenua anche i segni d'età marcati. Defence Xage di Bionike (37 euro). Densifica la pelle e dà compattezza al viso. DLift Effect 45+ di Somatoline (43 euro). Per un profilo più definito, rughe meno profonde, pelle più elastica. Liftissime di Lierac (69 euro). SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Beauty 18/10/2014 Gente - N.43 - 28 ottobre 2014 Pag. 112 (diffusione:372741, tiratura:488629) diamoci un taglio una frangia per tutte! Piena, lunga fino all'attaccatura del naso e soprattutto bionda: questo è il look della stagione firmato dal parrucchiere delle dive Franck Provost. Che ci svela come avere un'acconciatura perfetta anche a casa A cura di Giulia Stolfa Preparatevi a far girare le teste. Perché i nuovi look non sono per timide e promettono di farsi ammirare. Parola di Franck Provost, hairstylist di fama mondiale. Infatti, per osare oggi basta un dettaglio. A cominciare dalla frangia, quest'anno irrinunciabile. «Va portata piena, tagliata all'altezza dell'incavo del naso, per dare più profondità allo sguardo», suggerisce Provost. Non temete che vi "leghi" troppo, perché questa lunghezza è particolarmente versatile: «Pettinatela di lato e varierete l'acconciatura in un attimo». Ma dimenticate anche il fai-da-te. «Regolare la lunghezza della frangia è un'operazione delicatissima: basta sbagliare di un millimetro e la simmetria apparirà sbilanciata. Affidatevi solo al parrucchiere». Anche il "corto" si rivela in tutta la sua femminilità. Il più nuovo? «È il taglio a boule . Si basa sul caschetto, ma molto scalato: ha una forma arrotondata che segue i lineamenti. È ideale per chi ha il viso ovale e magro, ma è indicato anche per addolcire i tratti di un volto un po' spigoloso». In fatto di colore, se è vero che, per dirla con Marilyn, "gli uomini preferiscono le bionde", c'è solo l'imbarazzo della scelta. «Per quest'inverno abbiamo deciso di lavorare sulle nuance del biondo, platino, dorato e veneziano», precisa Provost. «La varietà di sfumature si adatta a tutti i tipi di basi, anche se, per le più scure, opterei per colpi di luce caramello o miele». A casa poi, ogni donna si trova da sola a dover fare i conti con phon e spazzola. «Se i vostri capelli sono fini e sottili è indicato uno spray bifase senza risciacquo, che scioglie i nodi e tratta in tutta leggerezza. Se invece sono secchi e sfibrati, una maschera ristrutturante, magari da alternare a una nutriente, può fare al caso vostro. Ricordate che saper utilizzare al meglio i prodotti di styling può facilitare la vita e dare un bell'aspetto a un taglio». Franck Provost, 67 anni, hairstylist delle star. Ha aperto il suo primo atelier in Francia nel 1975, oggi i saloni Franck Provost sono più di 600 in tutto il mondo. Accanto, Maschera professionale Expert Couleur (5,99 €) per capelli colorati, fa parte della completa gamma di hair care di Franck Provost, la linea lanciata per portare alle donne stile e allure anche a casa. 1. Ideale per capelli sottili, sfibrati e decolorati, Fiale Rinforzanti di Keramine H (9,95 €). 2. Avvolge i capelli in una nuvola di profumo, senza ungere né seccare, Parfum Cheveux Coco Mademoiselle di Chanel (39 €). 3. Facilita la piega rendendo i capelli maneggevoli e docili, Kerastase Discipline Fluidissime (25 €). 8. Aiuta a prevenire la temporanea caduta dei capelli, Folta Chioma Shampoo Fortificante Anticaduta per Lei di L'Erbolario (12 €, in erboristeria e in farmacia). 9. Nutre dando un tocco setoso alle ciocche, Maschera Vellutante Densi e Corposi Fructis di Garnier (5,99 €). 10. Ridensifica e rinnova la capigliatura, Dercos Neogenic di Vichy (60 €, in farmacia). 11. Tiene a bada le chiome ribelli e difficili da districare, Huile Soyeuse di Phyto (26,50 €, in farmacia). 4. Dona pettinabilità e lucentezza, Hc+ Probiotici Professional Hair Mask Homocrin di Specchiasol (10,30 €, in farmacia e in erboristeria). 5. Riequilibra il cuoio capelluto. Con essenze floreali, Caritrix di Carita (45 €). 6. Dona corpo ai capelli, Shampoo Creatore di materia Elvive Fibralogy di L'Oréal Paris (3,49 €). 7. Rigenerante, con plus antietà per una capigliatura più giovane, TricoAge Shampoo Bioscalin di Giuliani (11,40 €, in farmacia). SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BELLEZZA VITA IN FARMACIA 29 articoli 18/10/2014 Corriere della Sera - Milano Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) Il governatore: la legge di Stabilità ci toglie 930 milioni, non sarò io il killer della Lombardia Andrea Senesi Una «catastrofe» sociale, un «killeraggio» istituzionale. Novecentotrenta milioni di euro che non arriveranno in cassa, da tradursi in ospedali da chiudere (dieci) e in ticket sanitari e addizionali Irap e Irpef da aumentare. Per non parlare dei trasporti, delle grandi opere o dei finanziamenti alle scuole paritarie. Roberto Maroni è preoccupato e amareggiato. La legge di Stabilità disegnata dal governo Renzi avrà conseguenze «catastrofiche» sulla Regione più virtuosa d'Italia. Non lo dice apertamente, il governatore, ma lascia intendere che se il quadro non cambiasse lui potrebbe meditare persino il passo indietro. «Non sarò dice nella conferenza stampa del dopo giunta con le prime stime finanziarie sul tavolo - l'esecutore testamentario nella eutanasia delle Regioni né il killer di quella più virtuosa d'Italia». C'è un disegno complessivo, sostiene ancora Maroni. Quello di screditare le Regioni, tutte le Regioni, come centri di spesa (e spreco) inutili, per poi azzerarle come è stato fatto con le Province. La soluzione equa sarebbe invece quella di applicare i costi standard a tutti, «individuando in ogni singola attività le migliori pratiche adottate in qualsiasi Regione: sono pronto a dimostrare quanto efficiente sia la Lombardia nella gestione della sanità o in altri settori». Polemica rovente. Perché il Pd lombardo, nonostante l'analoga protesta dei governatori di centrosinistra, si dissocia nettamente dal catastrofismo maroniano. «Non esageri, il presidente: la chiusura degli ospedali è una minaccia infondata. Prima di arrivare a misure così drastiche c'è parecchio altro da tagliare, a partire dal sistema delle partecipate, più volte oggetto di scandali, e dalle spese propagandistiche, come i trenta milioni per il referendum o i quaranta milioni per le spese di comunicazione», dicono in coro i consiglieri democratici Alessandro Alfieri ed Enrico Brambilla. «Detto questo - aggiungono i due democratici - siamo d'accordo sulla necessità di riequilibrare la ripartizione dei tagli, andando a incidere con più decisione sui ministeri e meno su Comuni e Regioni virtuosi, e di perseguire la logica dei costi standard, che premia le migliori pratiche delle diverse regioni e costringe le altre a fare meglio. Siamo fiduciosi nel lavoro che il presidente della conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino sta conducendo in questa direzione». Identica la linea di Umberto Ambrosoli, coordinatore delle opposizioni al Pirellone: «Caro Roberto Maroni è vero, la Lombardia è una regione virtuosa. Perciò non sprecare 30 milioni per un referendum inutile come quello per lo statuto speciale». E il Nuovo Centrodestra che sta con Maroni in Regione e con Renzi al governo? Gli alfaniani lombardi si schierano senza troppi equilibrismi a fianco del governatore: «Sono con lui e sono certo che sarà con lui tutto il Consiglio regionale», dice per esempio Raffaele Cattaneo, numero uno dell'aula del Pirellone. Il coordinatore lombardo Alessandro Colucci e il capogruppo Luca Del Gobbo confermano: «Se la legge di Stabilità fosse approvata così come è stata presentata, butteremmo al vento tutto il lavoro fatto da noi per introdurre la logica dei costi standard che garantisce un vero principio di equità, premiando gli enti virtuosi e colpendo chi mal governa». © RIPRODUZIONE RISERVATA I settoriSanità, l'ipotesi del super ticket 1 II taglio andrà a colpire principalmente la Sanità, che copre da sola l'ottanta per cento del bilancio della Regione. Le conseguenze potrebbero essere la chiusura di ospedali (dieci, secondo il governatore) e l'aumento dei ticket sanitari. Maroni ieri ha spiegato che era già pronta una misura per ridurli, ma dopo la notizia dei tagli la giunta ha dovuto fare marcia indietro Trasporto pubblico, Irpef e Irap 2 Secondo i primi calcoli della giunta bisognerà mettere mano alle addizionali Irpef e Irap. Previsti poi tagli per il trasporto pubblico locale e a rischio sono anche i finanziamenti per le scuole paritarie. Incertezza VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Maroni si ribella ai tagli del governo «Una catastrofe, chiuderò 10 ospedali» 18/10/2014 Corriere della Sera - Milano Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato anche sulle opere di risanamento idrico del Seveso. «Dobbiamo ancora vedere i tagli, non posso sbilanciarmi», ha detto ieri Maroni Cultura, meno contributi ai teatri 3La Lombardia «non potrà più garantire i contributi per la Scala, il Piccolo Teatro, i Pomeriggi Musicali, il Centro Teatrale Bresciano oppure per il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Lombardia Film Commission», ha detto ieri l'assessore regionale alle Culture Cristina Cappellini: «Ma l'elenco potrebbe essere ancora più lungo» Foto: Efficienza Dimostrerò al governo quanto efficiente sia la Lombardia nella sanità e in molti altri settori 18/10/2014 La Repubblica - Bologna Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) L'allarme di Lusenti "Così rischia la sanità " ROSARIO DI RAIMONDO «BASTA con la retorica degli sprechi. Con 5,8 miliardi di euro di tagli, le Regioni chiudono» dice l'assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna Carlo Lusenti, in pole per una riconferma in viale Aldo Moro. «Anche noi dobbiamo fare la nostra parte sui risparmi, non siamo intoccabili», dice, ma i soldi vanno trovati «senza intaccare i diritti fondamentali dei cittadini». A partire dalla salute: «Dal 2011 al 2013 sono stati tolti al Fondo sanitario 32 miliardi di euro, uno e mezzo solo in Emilia-Romagna. Ma abbiamo tenuto. Ciò dimostra che siamo affidabili». Il tesoretto di 180 milioni di euro che doveva arrivare nelle casse di viale Aldo Moro è a rischio? «No, i fondi del 2014 ormai non si toccano. La manovra di cui si parla oggi riguarda il 2015». E a cosa saranno destinati questi soldi? «A tre cose: politiche per il personale, a partire dai precari, innovazione e accessibilità alle cure». Che significa anche riduzione delle liste d'attesa. «Anche, ma non solo. E non significa necessariamente "più produzione" di esami, ma un miglioramento dei servizi. Ad esempio ambulatori aperti anche al sabato o di sera». E meno premi di produttività ai direttori generali che non abbattono i tempi d'attesa? «Sarà rafforzato questo principio, sicuramente». Il "Patto per la salute" firmato con lo Stato,e che destina più fondi alla sanità, sembra essere messo di nuovo in discussione dai tagli. «Il rapporto tra istituzioni deve essere di leale collaborazione. I patti si rispettano. Ma i patti si possono anche modificare e noi lo capiamo». Cosa pensa dello scontro sulla manovra tra Renzi e le Regioni? «Siamo solo all'inizio, non ci sono ancora parole conclusive. I punti fondamentali sono: sostenere politiche per la crescita, far sì che tutti facciano la loro parte sui risparmi e non intaccare i bisogni dei cittadini. Come si ottiene tutto ciò? Di certo non con la retorica degli sprechi: con 5,8 miliardi di euro di tagli le Regioni chiudono. Servono soluzioni eque, sostenibili, che producano degli effetti: non come la spending review di Bondi o i ticket sanitari introdotti qualche anno fa». E allora cosa bisogna fare? «Servono delle scelte politiche. Un conto è curare le persone quando sono malate. Un'altra cosa è mettere mano a un pezzo di organizzazione della cultura, per esempio. Bisogna prendersi delle responsabilità: cosa viene prima? Siamo davanti all'esigenza di sostenere lo sviluppo, creare più occupazione facendo politiche anticicliche. Bene, ragioniamo su come ottenere questi risultati. Le Regioni daranno il loro contributo». PER SAPERNE DI PIÙ www.pder.it www.er.cgil.it Foto: ASSESSORE Carlo Lusenti assessore regionale alla Sanità VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA/2 18/10/2014 La Repubblica - Bari Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) Guerra alle prescrizioni esagerate. "Risparmi fino a 40 milioni dagli acquisti centralizzati" IL RETROSCENA ANTONELLO CASSANO È. IL settore che contiene la maggior parte degli sprechi ed è anche quello che negli ultimi anni ha subito il maggior numero di tagli. Stiamo parlando della sanità che, con circa 7 miliardi di euro all'anno a disposizione, vale l'85 per cento del bilancio regionale e rappresenta davvero la fetta più grossa della torta pugliese. Per questo ora i tagli imposti dalla legge di stabilità anche alla Puglia potrebbero influire proprio sul settore che era appena uscito dal tunnel del piano di rientro. E così in assessorato alla Sanità già si lavora per individuare sprechi e ipotizzare ulteriori razionalizzazioni. Addio, dunque, al potenziamento delle strutture territoriali previsto nel 2015, tagli pesanti su spesa farmaceutica e risparmi attraverso la creazione della centrale unica degli acquisti. Ecco come la manovra di governo potrebbe influire sulla sanità regionale. I calcoli sono presto fatti: i tagli di Roma per la Puglia potrebbero attestarsi su 270-280 milioni di euro, metà dei quali verrebbero dal mancato incremento del fondo sanitario regionale. Nei mesi scorsi, infatti, il governo aveva promesso un potenziamento dell'Fsn, fondo sanitario nazionale, pari a 2 miliardi di euro da distribuire a tutte le Regioni. Una partita che per la Puglia valeva 130 milioni di euro in più a partire dal 2015 e che l'assessorato avrebbe utilizzato per potenziare i servizi territoriali funestati dal piano di rientro. Ora, però, quell'incremento rischia di polverizzarsi sotto i colpi della legge di stabilità. Se tutto rimane così com'è, la Puglia sarà sicuramente costretta non soltanto a restituire i 130 milioni di euro di incremento previsti dall'Fsn, ma anchea trovarne altri 140 dal bilancio: «La restituzione dell'incremento di 130 milioni - ragiona un dirigente d'area sanità - non sarebbe un danno enorme. Dovremmo ulteriormente stringere la cinghia e andare avanti». Il vero problema si presenterà quando si dovranno trovare i restanti 140 milioni: «Se si procedesse con nuovi tagli sulla sanità - commenta - rischieremmo un ritorno al piano di rientro». Un rischio che non allontana la minaccia, anche perché le ipotesi di eventuali risparmi sul bilancio autonomo che garantisce welfare, trasporti, scuola e altri servizi fondamentali, sembrano di difficile attuazione. Per questo in assessorato alla Sanità si ragiona su eventuali ulteriori tagli. I risparmi verrebbero principalmente da due voci: spesa farmaceutica e centrale unica degli acquisti. Sulla prima voce ci sono ampi margini. Basta andare a vedere l'ultimo monitoraggio fatto dall'Aifa, agenzia italiana del farmaco, sulla spesa farmaceutica in Italia. Solo da gennaio a giugno la Puglia, secondo quanto stabilito da fondo sanitario nazionale, avrebbe dovuto spendere 559 milioni di euro per spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale. In realtà ne ha spesi molti di più, complessivamente 700 milioni di euro. Lo scostamento rispetto alla spesa consentita è di 140 milioni di euro. È questo il grande margine su cui la Regione potrebbe intervenire per cominciarea tirare la cinghia: «Qui commenta ancora il dirigente dell'assessorato - possiamo fare interventi seri. A parità di popolazione spendiamo in farmaci 100 milioni di euro in più rispetto a regioni come Emilia Romagna o Toscana». L'intervento secondo la Regione è possibile «ma bisogna avviarlo di concerto con i medici prescrittori». Una battaglia che lo stesso assessore alla Sanità Donato Pentassuglia sta conducendo da tempo, chiedendo l'elenco dei prescrittori. Ma dal tesoro della sanità potrebbero emergere altri risparmi per milioni di euro all'anno. La parola magica per aprire il forziere si chiama centrale unica degli acquisti, su cui la Regione sta lavorando da tempo. La centralizzazione della spesa garantirebbe gare d'appalto uniche regionali per gli acquisti più disparati, dalle siringhe ai farmaci, dai materiali di sutura fino alle protesi utilizzate in tutte le Asl. La novità potrebbe portare al sistema risparmi da un minimo di 20 a un massimo di 40 milioni di euro all'anno. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Centrale unica e farmaci nuova stangata sulla sanità 18/10/2014 La Repubblica - Bari Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: L'ASSESSORE Nuova grana per Donato Pentassuglia: la Sanità dovrà ulteriormente stringere la cinghia 18/10/2014 La Repubblica - Milano Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ticket, treni e tasse a rischio stangata ALESSANDRA CORICA LE SFORBICIATE sono ancora da definire. Ma saranno consistenti, e per i lombardi potrebbero causare aumenti in tutti i settori. A partire dalla sanità, che pesa sul bilancio regionale per il 75 per cento e che, per questo, dovrebbe assorbire oltre due terzi dei tagli, con buona pace dell'operazione "Zero ticket" tanto cara alla giunta Maroni. LA STIMA sui tagli l'hanno fatta, ieri mattina, i tecnici regionali, con il governatore Maroni e l'assessore al Bilancio Garavaglia. Calcolatrice alla mano, i conti sono stati fatti in fretta: considerando che i fondi nazionali nel 2015 dovrebbero diminuire di 5,8 miliardi (oltre alla manovra Renzi, sono in ballo sforbiciate decise dagli esecutivi Monti e Letta), in Lombardia il taglio dovrebbe essere di 930 milioni. Di cui l'80 per cento nel comparto sanitario, che con i suoi 17,5 miliardi di bilancio assorbe i due terzi delle casse regionali. Certo si potrebbe sempre ritoccare l'addizionale Irpef regionale, che pagano tutti, e l'Irap che invece pagano le imprese. E certo, c'è la sanità nel mirino. Ieri mattina l'assessore alla Salute su Twitter tuonava contro l'invito del governo a tagliare gli sprechi: «Via primari e dirigenti? Una cura utile a Roma e non alla salute dei lombardi», ha scritto Mario Mantovani. Su come però il comparto sanitario affronterà i tagli per ora non ci sono certezze: la manovra dovrà essere pronta entro il 27 ottobre, quando la prima bozza del bilancio dovrà arrivare in giunta. Quel che è certo, al momento, è che l'abolizione dei ticket sanitari promessa più volte da Maroni, e messa al centro dell'accordo sulla riforma sanitaria firmato con i sindacati Cgil, Cisle Uil, per ora non si farà. Al contrario, i ticket potrebbero aumentare. Il Pirellone potrebbe agire sui ticket farmaceutici, che valgono dai 2 ai 4 euro a ricetta e permettono alle casse regionali di incassare ogni anno circa 240 milioni di euro. Come? Alzando la quota a carico del cittadino oppure rivedendo la fascia di esenzione, stringendo le maglie e sospendendo la misura varata dalla giunta in primavera, che ha permesso ai pensionati over 65, con un reddito familiare sotto i 18mila euro, di non pagare più il ticket sulle ricette. Altra strada, poi, potrebbe essere l'aumento del superticket, che è di competenza regionale (vale 143 milioni di euro l'anno) e grava su visite ed esami: oggi può arrivare fino a 30 euro e si somma a quello nazionale, facendo schizzare il costo per alcune prestazioni, in convenzione, fino a 66 euro. Una delle ipotesi, allora, potrebbe essere quella di far salire i costi a carico del cittadino. Stesso discorso per piccoli interventi chirurgici, come la cataratta, l'ernia inguinale o la rimozione delle vene varicose, che rientrano tra quelle 55 prestazioni di chirurgia ambulatoriale su cui la giunta Formigoni aveva inserito un ticket da 66 euro, che il governo Maroni (appena insediato) aveva bloccato. Considerando che questo stop deve essere rinnovato ogni anno, nel 2015 potrebbe saltare a causa dei tagli, e i lombardi si troverebbero costretti a pagare per delle prestazioni che, oggi, sono a carico del Servizio sanitario. Ma non solo ticket. Perché per recuperare altri fondi la Regione dovrebbe anche agire sui servizi offerti. Diminuendoli. A dirlo è stato ieri lo stesso Maroni, che ha minacciato la chiusura di una decina di ospedali. Un'ipotesi potrebbe essere quella di tagliarne uno per provincia:i "candidati", allora, potrebbero essere i piccoli presidi senza pronto soccorsoe con pochi letti. Sul fronte sociosanitario, invece, una strada potrebbe essere quella di ridurre all'osso tutte le prestazioni "inapropriate", come i troppi esami fatti ai pazienti cronici senza necessità: un tema, questo, caro all'assessore Maria Cristina Cantù. Che sui tagliè pronta a dare battaglia, e da mesi lavora per ridurre gli sprechi e stabilire dei percorsi di cura personalizzati per anziani, disabili e malati cronici. Ma non è solo la sanità a dover fare sacrifici. Perché se dai tagli a questo comparto la Regione dovrebbe recuperare 730 milioni, ne rimangono altri 200 da trovare per mantenere l'equilibrio di bilancio. Il pericolo maggiore, allora, è quello corso dal trasporto pubblico locale, su cui potrebbero gravare sforbiciate per oltre 150 milioni. Con conseguenti aumenti dei costi dei biglietti per i pendolari, da un lato. E soppressione di corse e linee, per far fronte alla spending review e al blocco del turn over, dall'altro. Ma non solo: a rischio anche i fondi per la Cultura. A lanciare l'allarme è stata l' VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato GLI EFFETTI 18/10/2014 La Repubblica - Milano Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato assessore Cristina Cappellini: «Se confermata la legge di Stabilità del governo, non potremmo più garantire alcuni impegni importanti, a partire dai contributi agli enti e alle fondazioni culturali di cui Regione è socio fondatore». A partire dalla Scala, il Piccolo Teatro, il Centro sperimentale di Ccinematografia e la Lombardia film commission. Azzerati, poi, i fondi alle scuole paritarie, che ogni anno costano tra i 35 e i 40 milioni di euro. 18/10/2014 La Repubblica - Milano Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) L'ira di Maroni contro i tagli "Con 930 milioni in meno devo chiudere 10 ospedali" L'alt sulla Finanziaria: non farò il killer della Lombardia A rischio sanità e trasporti. Il Pd: risparmi sul referendum (al.co.) «SE LA manovra venisse approvata così, le conseguenze sarebbero catastrofiche». Roberto Maroni va all'attacco della legge di Stabilità, approvata mercoledì dal Consiglio dei ministri, evocando scenari drammatici. «Stando così le cose - fa i conti il governatore - la manovra toglierebbe alla Regione 930 milioni di euro, di cui 730 nella sanità: si tratta dei fondi contenuti nel Patto della Salute, concordato a luglio tra governo e Regioni, e che ora il governo unilateralmente cancella». Risultato? Secondo Maroni, si potrebbe arrivare «alla chiusura di almeno 10 ospedali, l'aumento dei ticket, l'aumento delle addizionali Irpef e Irap, lo stop a nuove opere e lo stop al finanziamento del trasporto pubblico locale, inclusi i treni». «Ma prima degli ospedali c'è altro da tagliare», replicano dal Pd al governatore. Che sembra quasi minacciare la provocazione delle dimissioni quando dice che «non faccio il killer della Regione più virtuosa d'Italia». Ieri la giunta ha esaminato la manovra, per capire quanto potrebbe incidere a livello locale. Secondo l' assessore al Bilancio, il leghista Massimo Garavaglia, la situazione è nera: «Con questi tagli salta il sistema. Se anche chiudessimo tutto il Consiglio regionale, dipendenti compresi, i risparmi sarebbero solo di 60 milioni: insufficienti». Tradotto, il rischio per i cittadini è che imposte come le addizionali Irpef e Irap siano alzate: «Noi faremo di tutto per evitare qualsiasi aumento - assicura Garavaglia - Purtroppo, però, il rischio potrebbe esserci». Notizie più certe dovrebbero arrivare la prossima settimana, dopo l'incontro previsto tra l'esecutivo e le Regioni. Al momento, l'opposizione alla manovra è comune a tutto il centrodestra lombardo: se il capogruppo forzista Claudio Pedrazzini parla di un governo «completamente fuoristrada, perché ignora dove sia davvero il grasso che cola», il Nuovo centrodestra che pure è nel governo Renzi sottolinea con Alessandro Colucci e Luca Del Gobbo che «ancora una volta si vogliono realizzare tagli lineari che potranno portare a una riduzione di servizi per i cittadini». Netta le replica del Pd: «La chiusura degli ospedali è una minaccia infondata - dicono il segretario regionale Alessandro Alfieri e il capogruppo Enrico Brambilla - . Prima di arrivare a misure così drastiche c'è parecchio altro da tagliare, a partire dal sistema delle partecipate, più volte oggetto di scandali, e dalle spese propagandistiche, come i 30 milioni per il referendum o i 40 per le spese di comunicazione». LA GIUNTA I BUDGET IN PERICOLO L'assessore alla Cultura Cristina Cappellini e quello al Bilancio Massimo Garavaglia fanno i primi conti sugli effetti della legge di Stabilità L BILANCIO I risparmi imposti dalla legge di Stabilità alle Regioni italiane significherebbero 930 milioni di euro in meno in Lombardia su un bilancio annuale di circa 23 miliardi LA SALUTE È la sanità il settore più importante per i conti regionali e dunque quello più colpito dalla manovra: un calo di 730 milioni su un bilancio di 17,395 miliardi all'anno I SERVIZI Tocca ai trasporti pubblici una parte rilevante dei sacrifici minacciati dalla giunta se passerà la legge di Stabilità: quasi 200 milioni in meno per treni e autobus PER SAPERNE DI PIÙ regioni.it/home_art.php?id=101 consiglio.regione.lombardia.it Foto: LA RIVOLTA Il governatore Roberto Maroni contro il premier Renzi: il taglio di 930 milioni alla Lombardia per la legge di Stabilità non è accettabile VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gli effetti della manovra 18/10/2014 La Repubblica - Torino Pag. 10 (diffusione:556325, tiratura:710716) Bando rivoluzionario per "rottamare" i manager della sanità Introdotti test e colloqui, si punta a un vero ricambio Esclusi certi Briccarello, Urani, Brignolio e Iodice PER la prima volta i futuri direttori generali dovranno passare attraverso una vera selezione. Con test attitudinali e colloqui dopo una primo filtro sui requisiti. Più manager che medici, vista la missione quasi impossibile dei prossimi anni e considerato il profilo indicato: una laurea a 5 anni come direttore di struttura in sanità, sette anni se l'ambito di provenienza è diverso. La girandola per l'aprile del 2015, data di scadenza del mandato di tutti i vertici sanitari (fatta eccezione per Gian Paolo Zanetta alla Città della Salute e Mario Minola all'ospedale di Novara nominati da poco) non è solo un annuncio. Al di là delle intenzioni in stile renziano, il rinnovamento è assicurato. Un ricambio anche generazionale. Non foss'altro che per l'uscita di scena coatta dei pensionati, effetto della legge Madia. Per questo il vecchio elenco degli idonei é da rottamare e l'assessore alla sanità Antonio Saitta ha deliberato un nuovo bando: in quella lista ci sono pensionati ormai incandidabili. A parte la senatrice della Lega Giovanna Briccarello, peraltro richiamata più volte all'ordine, non potranno più fare la domanda volti noti come Remo Urani, attuale direttore generale del San Luigi e Vittorio Brignolio del Mauriziano. Lasciano obbligatoriamente anche Emilio Iodice, all'Asl di Novara, Paolo Marforio ad Alessandria, Francesco Morabito all'Asl Cuneo 2. Tutti gli altri potrebbero ripresentarsi. Lo farà senza dubbio il direttore generale dell'Asl To2 Maurizio Dell'Acqua, è probabile che giovani manager come Flavio Boraso dell'Asl to 4 ci riprovino, così come arriverà il curriculum di Maurizio Dore, ora alla To5. Giulio Fornero resta uno dei pluricitati. Frai volti nuovi, in realtà un rientro, ci potrebbe essere Massimo Veglio, ex-direttore sanitario del San Luigi e prima ancora al Valdese, da poco inviato in Valle d'Aosta. Altri candidati sono il radiologo delle Molinette Ottavio Davini, già exdirettore sanitario, che si era proposto per il posto di direttore regionale della salute. Sempre dalla direzione sanitaria della Città della Salute c'è anche Silvio Falco. Dal San Luigi potrebbe arrivare Federica Gamna, adesso responsabile di struttura. Un'altra donna è l'ex delle federazioni Silvia Torrengo. Il bando potrebbe però portare anche altre sorprese: un ingresso di manager del privato, magari licenziati in cerca di un nuovo settore. D'altronde lo stipendio dei direttori generali non è più così appetibile: un direttore di dipartimento può tranquillamente arrivare ai 150mila euro lordi, mentre un direttore generale non supera i 122 mila. L'incarico finora faceva molta gola ai pensionati o pensionandi, che potevano cumulare lo stipendio, ma con il nuovo veto lo scenario è destinato a cambiare. Dopo la prima scelta affidata ad una società esterna che dovrà valutare il rispetto dei requisiti, sarà una commissione a giudicare i candidati. «Ci sarà un componente scelto da Agenas, uno esterno e uno interno alla Regione», racconta il direttore regionale Fulvio Moirano. Soddisfatto per le novità introdotte: «Speriamo che con questa scelta possano presentarsi candidati giovani e capaci». E Antonio Saitta ribadisce: «Criteri di assoluta professionalità per individuare i migliori». I candidati hanno un mese di tempo per presentare curriculum e domanda. A gennaio cominceranno i colloqui. DESTINI DIVERSI IN ASCESA Massimo Veglio, ex direttore generale del San Luigi IN USCITA L'ex senatrice della Lega Giovanna Briccarello lascia l'Asl 1 SARA STRIPPOLI Foto: APRILE 2015 Sarà il mese che segnerà il ricambio ai vertici di ospedali e Asl del Piemonte: per quella data sarà esaurito il nuovo concorso, che prevede regole diverse rispetto al passato VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La nuova Regione 18/10/2014 La Stampa - Savona Pag. 53 (diffusione:309253, tiratura:418328) "Sono innocente, aiutate almeno la mia famiglia" Si dichiara innocente, ma non è questo il punto. Perché Fabio Errante, il presunto «bandito bis» delle farmacie savonesi, agli arresti domiciliari nelle case popolari di via Moizo dove vive con la moglie Loredana costretta a letto per un'operazione alla schiena - e sei figli piccoli, lancia un appello perché gli sia concesso di poter uscire qualche ora al giorno per sbrigare le faccende più semplici della sopravvivenza: fare la spesa, occuparsi delle vaccinazioni dei bambini (il più piccolo ha 2 anni e il più grande 11), comprare i medicinali per la moglie. E magari, sperando prima o poi di «uscire», cercarsi un lavoro per mantenere la famiglia. Fabio Errante non può parlare con gli estranei, al telefono da casa gli fa da portavoce la moglie Loredana. Siciliano di Palermo, trentotto anni lui, trentadue lei. Una vita grama, spiega, perché da quando è scattato l'arresto con l'accusa di essersi «inserito» nella catena di rapine di cui è stato accusato Nicola Russo, anche i lavoretti da muratore in nero, gli sgomberi di cantine, le piccole riparazioni di moto con cui tirava avanti sono, ovviamente, svaniti. «Mangiamo con i 50 euro che ogni tanto mi mandano i miei parenti dalla Sicilia - fa dire Erra nte. È umiliante, ma non posso fare altro. Per le commissioni e la spesa fino a qualche giorno fa andava mio figlio di 11 anni in bicicletta, poi è caduto nella discesa e si è fatto male. Siamo bloccati qui». Errante non vuole fare pietismo, ammette di aver sbagliato in gioventù («furti, ricettazione, mai niente contro le persone») e spiega che da anni riga diritto. «Avevo una mia ditta di carpenteria, lavoravamo alla piscina di Luceto ed è finita male perché la Edilmare non ha pagato. Poi facevo l'operaio a Genova nei cantieri della Pamoter (quelli della copertura del Bisagno, ndr) ma anche lì mi hanno lasciato a casa». Le rapine? «Non sono stato io, delle quattro di cui mi accusavano tre sono state cancellate, ma io non ho certo assaltato la farmacia sotto casa, dove andavo a comprare e dove mi conoscono benissimo». In effetti, dopo che il Riesame ha cancellato tre delle quattro accuse per Russo, il pm Paolucci ha ritenuto di non portare avanti le tre imputazioni: resta solo quella per la parafarmacia di corso Tardy e Benech, a processo il 15 dicembre. «Non chiediamo elemosina, solo di poter sopravvivere e tirarci fuori da tutto questo». [m. r.] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato APPELLO DI FABIO ERRANTE, AI DOMICILIARI PER LA RAPINA ALLA PARAFARMACIA 18/10/2014 La Stampa - Savona Pag. 59 (diffusione:309253, tiratura:418328) Dà fuoco alle sterpaglie in un orto e si ustiona S i è ustionato probabilmente utilizzando del liquido infiammabile, mentre in un orto stava cercando di dare fuoco a delle sterpaglie. E' finito in ospedale a Pietra Ligure, ieri pomeriggio, L.F. 38 anni, residente a Orco Feglino. L'uomo era da solo in campagna, nella località dell'entroterra di Finale. Dopo la fiammata che lo ha investito improvvisamente nella parte anteriore del corpo è comunque riuscito a salire in auto e a recarsi alla farmacia in centro Feglino per farsi medicare. L' uomo è stato poi soccorso dai militi della Croce Verde di Finalborgo, dall'Automedicale del 118 e dai vigili del fuoco. Dopo essere stato medicato sul posto è stato trasportato al trauma center del Santa Corona. I medici di turno hanno deciso, come spesso avviene in questi casi, di trasferirlo per precauzione al Centro grandi ustionati di villa Scassi a Sampierdarena. Il trasporto è avvenuto in elicottero. L'uomo non è in pericolo di vita ma ha riportato ustioni (non di primo grado) su circa un terzo della superificie corporea. [a.r.] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato orco feglino 18/10/2014 Il Messaggero - Marche Pag. 63 (diffusione:210842, tiratura:295190) Badioli, primo assistente di Dell'Agnello, analizza il debutto casalingo «Con Varese non dovremo subire sui contatti e sui rimbalzi d'attacco» BASKET SERIE A PESARO Meno uno alla seconda. Domani pomeriggio all'Adriatic Arena si consumerà l'esordio casalingo della Consultinvest (gli abbonati comprese le tessere omaggio sono 3190) nonché la seconda giornata di campionato. L'obiettivo è voltare pagina dopo la scoppola contro l'Enel. «I giocatori mettono sempre il massimo impegno, ma i particolari da curare sono tanti. Ci siamo pure allenati sui contatti, i ragazzi hanno capito che non devono subire» ammette Umberto Badioli, primo assistente di coach Dell'Agnello. La Vuelle ieri ha ritrovato Crow, reduce da una infiammazione ad un ginocchio, Varese non avrà Callahan. «Varese è una squadra esperta, noi dovremo impattare almeno l'energia fisico-atletica. Un'altra chiave saranno i rimbalzi d'attacco - prosegue Badio - Sono molto pericolosi, specialmente quando partono con tre lunghi. Ai rimbalzi offensivi siamo stati deficitari a Brindisi». Inevitabile tornare sul duro battesimo pugliese. «Ho visto facce sorprese in campo, ci si aspettava una partenza diversa. I giovani non hanno vissuto molte situazioni e le sperimentano per la prima volta. Ci siamo avviliti presto e abbiamo lasciato spazio al loro ritmo. Brindisi potrebbe arrivare tra le prime quattro, non è stato l'avvio ideale fuori casa». A Varese impazza la Pozzecco mania. «L'effetto Poz è positivo per la pallacanestro italiana, le sue pazzie le chiamerei magie. Ha rotto gli schemi essendo se stesso al 100%. Tecnicamente è bravo ad adattarsi alle squadre che ha, si nota di più la sua parte emotiva, che espone in ogni momento». I lombardi proveranno a riproporre la partita ben giocata e vinta con Cantù. «Per noi non sarà facile fermare Varese, ma per lei non sarà semplice ripetere la stessa prestazione, con tutte le componenti di contorno. Starà a noi fare la gara, non subirla». Badioli fa un'analisi della Openjobmetis: «Ha le qualità per far bene, ha guardie che possono creare, post up molto pericolosi soprattutto con Diawara e ha grande produttività nel tiro da tre, con Kangur, Diawara e Rautins. Dentro l'area Daniel porta energia». Ieri in Comune è stata presentata la partnership di farmacie comunali (sono 9 a Pesaro e 4 a Riccione), ramo di Aspes, che comparirà dietro le casacche da gioco. «Per noi è importante che la Consultinvest continui a valorizzare l'Adriatic Arena. Abbiamo scelto il marchio farmacie comunali che rappresenta il 75% del fatturato dell'azienda - ha spiegato il presidente Luca Pieri - Vogliamo uscire anche dal territorio di Pesaro e spingere attraverso la vendita online. E' un cambio merce, ospitiamo la squadra per le partite casalinghe e - molto spesso - per l'allenamento del sabato mattina». «Il basket è una grande occasione di promozione - ha aggiunto il sindaco Ricci - Noi stiamo cercando di dare un segnale alle società che fanno settore giovanile e lo faremo nel bilancio del 2015». Ario Costa ringrazia tutti. «E' l'ennesima dimostrazione che, quando si vuole collaborare, una soluzione si trova. Anche chi si occupa di altri sport dovrebbe essere orgoglioso» le parole del numero uno della Vuelle. «Il debito del club per gli affitti passati? Ci stiamo lavorando, anche questo è un modo. Di certo non aumenterà» ha chiuso Pieri. Infine Montegranaro (Dnb) ha ingaggiato il lungo Micevic, rinunciando così all'ipotesi-Tortù (che la Vuelle al momento non molla) e a Flamini. Camilla Cataldo © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VUELLE PRONTAA DARE BATTAGLIA 18/10/2014 Il Messaggero - Marche Pag. 54 (diffusione:210842, tiratura:295190) CIVITANOVA Interrogazioni e polemiche. La Farmacia Comunale 6, inaugurata nella zona commerciale di via Einaudi, è un caso politico. A sollevare la questione il consigliere regionale del gruppo Per le Marche Ottavio Brini, ex presidente delle Farmacie Comunali. Il politico di centrodestra ha presentato un'interrogazione al presidente dell'Assemblea legislativa regionale. In merito all'apertura della struttura, che in origine doveva essere allocata nel Civita Center ma poi ha cambiato ubicazione, Brini chiede «se sono stati rispettati i parametri della legge nazionale, con quale atto è stata autorizzata l'apertura della sede, se era obbligatorio aumentare il numero dei direttori, passati da 6 a 7 e se è stata rispettata la distanza minima dalle sedi limitrofe». «La comunale 6 poteva essere aperta in quel punto? - chiede Brini - Il sindaco conosce la vicenda?». Replica il presidente delle Farmacie Comunali. «L'apertura è avvenuta in base a delibera regionale - dice Carlo Centioni - con le autorizzazioni dell'Asur. Il cambio di ubicazione è stato previsto con appositi atti dall'amministrazione comunale. La farmacia di via Einaudi si trova a 1.520 dalla sede di S.M.Apparente. La distanza minima di 1.500 metri è stata rispettata. La necessità di un nuovo direttore è stata fatta notare dall'Asur, precisamente dalla dottoressa Giulia Maria Marino, che ringrazio per attenzione e professionalità. La soluzione di affidare al dirigente del magazzino delle Farmacie anche la mansione di direttore della nuova sede non era praticabile». Centioni chiude con una frecciata a Brini. «Visto che parla del personale delle Farmacie gli chiedo di spiegare perché sotto la sua presidenza la nomina del direttore del magazzino era avvenuta senza concorso». S. R. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La farmacia comunale 6diventa un caso politico 18/10/2014 Il Messaggero - Umbria Pag. 47 (diffusione:210842, tiratura:295190) «FORTE AZIONE SUI FOGLI DI VIA PER PUSHER E LADRI: SIAMO ARRIVATI A OLTRE 170» IL SALUTO «Lascio una città e una provincia migliore, non solo sotto l'aspetto del contrasto alla criminalità ma anche come organizzazione dell'Arma. C'è stata una riduzione dei costi notevole, circa 500mila euro, e la distribuzione del personale a seconda delle esigenze. A livello nazionale la carenza di organico sfiora il 12%, noi qui siamo al quattro». Dati e numeri: quelli in mano al colonnello Cuneo parlano anche di un grosso abbassamento in fatto di reati. «La cosa che mi fa più piacere è come dal 2011 ogni autore di un omicidio sia stato preso e condannato». Anche altri numeri aumentano la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro. «Ci sono tanti furti di auto, perché quando le bande di ladri entrano nelle case lo fanno spesso proprio per rubare le macchine. A fronte di questo siamo tre i primi in Italia per il recupero di auto, siamo intorno al 40 per cento di quelle rubate. E poi registriamo la netta diminuzione del numero di rapine in banche, poste e farmacie, e in Italia siamo tra quelli con la più alta percentuale di rapine scoperte. E una volta individuati, arrestati e fatti condannare, per questi personaggi proponiamo anche il foglio di via obbligatorio da Perugia: siamo arrivati a 170 proposte». Un dato da tenere sotto controllo è l'abbassamento progressivo dell'età di chi delinque, soprattutto gli stranieri. «Come per noi italiani, una volta emigravano gli adulti ora invece partono i più giovani. Le nuove generazioni hanno più dimestichezza con le nuove tecnologie, sanno come funzionano cellulari e Skype. Usano facebook e altri social network sviluppati in Nordafrica o in Cina, di cui magari inizialmente si ha poca conoscenza. E subiscono molto di più l'influenza di droghe ed alcol». «Se non ci sono emergenze come in passato si possono affrontare le situazioni in maniera più organica continua Cuneo -. Non solo sicurezza pubblica. Per esempio il controllo dei flussi migratori, che sono in aumento. «Infiltrazioni e riciclaggio? C'è un discreto controllo sul territorio perché l'umbro ha un alto senso civico e dà l'allarme, ma questa alta soglia di resistenza può essere attaccata in un momento di grande crisi». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lascio una citta' migliore. Numerial top per delitti scoperti e calo rapinee' 18/10/2014 Il Messaggero - Ancona Pag. 57 (diffusione:210842, tiratura:295190) LA STORIA Tuta, guanti, occhiali protettivi e mascherina. Ecco il kit antiebola. Ed è tutto made in Pesaro, per la precisione in Castelvecchio di Monteporzio. È qui che si trova il quartier generale e laboratorio annesso della Nacatur, la ditta che ha ideato e progettato un modello di divisa salva vita come ne indossano tutti i giorni in mezzo mondo medici e infermieri in prima linea contro il virus killer del secolo. Dall'Italia il know how arriva in Asia dove i vari prodotti plastici vengono materialmente realizzati. La Nacatur è quella che al momento rifornisce gli ospedali di Madrid, la prima città europea che ha registrato un contagio di Ebola al di fuori del continente africano. Nella capitale spagnola sono già state inviate centinaia di valigette con dentro tuta (o camice) testata per il rischio biologico, guanti di protezione realizzati in materiale sintetico, occhiali protettivi e facciali filtranti Ffp3. In Spagna, a Murcia, la Nacatur ha aperto nel 2008 la prima sede estera. Ma nel frattempo la domanda del kit è aumentata a macchia d'olio. «Ci stanno arrivando richieste anche da altri paesi europei - spiega l'amministratore delegato della Nacatur, Stefana Navarra - e anche dall'Italia, da tante strutture sanitarie, ma anche da massime istituzioni civili e militari. Non è però ancora stato distribuito nelle farmacie. Ma presto dovrebbe arrivare anche lì». Ma cosa ha di particolare questo kit? «È certificato per un rischio chimico e biologico - continua Navarra - le tute sono ad esempio termosaldate e non cucite. La nostra esperienza si è consolidata nel corso degli anni, grazie a un costante lavoro di ricerca da parte dei nostri laboratori e alla necessità di confrontarci anche con altre emergenze sanitarie, come l'aviaria o l'influenza AH1N1». Costo del kit? «Poche decine di euro. Ma quel che ci preme sottolineare - dice l'amministratore delegato - soprattutto a fronte di un grave pericolo come quello dell'Ebola, è che è fondamentale che gli operatori sanitari affrontino i rischi quotidiani con tutte le protezioni possibili: il nostro compito è quello di fornire loro non solo i prodotti certificati, ma anche la formazione necessaria per utilizzare questi prodotti nella maniera più corretta e adeguata». Elisabetta Rossi © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il kit per affrontare Ebolanasce a Monteporzio 18/10/2014 Il Giornale - Milano Pag. 3 (diffusione:192677, tiratura:292798) La Regione: «Tagli? Via 10 ospedali» Per Maroni posti letto in pericolo con il miliardo in meno dal governo e rischio aumento tasse (Irpef e Irap) MANTOVANI «Meno primari? Cura per Roma, non per la salute dei lombardi» Giannino della Frattina La chiusura di dieci ospedali, l'aumento dei ticket sanitari invece del loro promesso azzeramento, crescita di tasse come le addizionali regionali Irpef e Irap, lo stop alle nuove infrastrutture e la diminuzione dei treni per pendolari e studenti. Niente più contributi alla Scala che rischia di far la fine dell'Opera di Roma, senza dimenticare l'impatto che avrà sulle famiglie il governo che azzera il fondo per le scuole paritarie. Sono queste, secondo il governatore Roberto Maroni e l'assessore all'Economia Massimo Garavaglia, le prime conseguenze dei tagli chiesti alle Regioni dal premier Matteo Renzi che mentre annuncia una manovra basata sul taglio delle tasse, costringe gli enti locali a trasformarsi in gabellieri e chiedere ai cittadini molto più dei risparmi sbandierati dal governo. Perché dai conti fatti in Regione, dei 4 miliardi a cui vanno aggiunti il miliardo e 800 milioni già previsti, almeno 930 sarebbero i milioni di euro depennati alla Lombardia. Per Maroni «conti drammatici perché ben 730 toccherebbero alla sanità e 200 agli altri servizi». Con l'immediata conseguenza delle chiusura di dieci ospedali e l'impossibilità di eliminare i ticket sanitari. Di «minacce infondate», parla il segretario del Pd Alessandfo Alfieri, mentre è dura la reazione dell'assessore alla Salute Mario Mantovani che tweetta un inequivocabile «Renzi: via primari e dirigenti? Una cura utile a Roma, non alla salute dei lombardi!». Per Garavaglia «con questi tagli salta il sistema e altri tagli da fare qui in Lombardia non ce ne sono». I costi della politica? «Se anche chiudessimo tutto il consiglio regionale, dipendenti compresi, i risparmi sarebbero appena 60 milioni». Ricordando poi che l'unico a essere d'accordo con Renzi è il governatore della Basilicata Marcello Pittella «la cui Regione costa 220 euro a ogni cittadino, mentre la Lombardia ne costa 19. Quali altrui tagli dobbiamo fare?». L'assessore Paola Bulbarelli ricorda che «ogni lombardo versa in media 1.500 euro di tasse al governo che gliene restituisce appena 880. Mentre ai siciliani ne vanno 2.500 pro capite». Maroni già annuncia che i tagli saranno già inseriti nella finanziaria 2015 della regione pronta ad arrivare in giunta, ma di non essere disposto a «diventare l'esecutore testamentario, il killer di una regione virtuosa che paga le inefficienze delle altre». Già pronta la sua ricetta da proporre a Renzi e che si basa sul pilastro dei costi standard, il principio che in ogni settore vada scelta l'amministrazione più efficiente e il suo modello vada esportato a tutte le altre. Per il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini «Renzi è completamente fuori strada perché ignora dove sia davvero il grasso che cola». I risparmi vanno realizzati «togliendo i privilegi anacronistici delle Regioni a statuto speciale». Una stoccata anche alla Lega che invece con un referendum vorrebbe lo statuto speciale anche per la Lombardia. Poi l'accusa a Renzi di aver mesi fa denunciato i privilegi, mentre oggi «dopo aver tranquillizzato gli apparati burocratici delle Regioni a statuto speciale e a guida centrosinistra sul mantenimento dei loro privilegi, si scaglia contro le altre Regioni, comprese quelle virtuose, con tagli lineari che penalizzano chi finora si è comportato meglio». Foto: IN PRIMA LINEA L'assessore Mario Mantovani (a sinistra) con Roberto Maroni al Niguarda VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA FINANZIARIA DI RENZI Il Pirellone reagisce 18/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Pag. 26 (diffusione:165207, tiratura:206221) San Lazzaro Forzata la saracinesca per rubare poche decine di euro SAN LAZZARO HANNO approfittato del buio della notte per entrare nel bar Fantasy e rubare le poche decine di euro lasciate nel fondocassa. E' successo l'altra notte a San Lazzaro, nel locale in via Repubblica - angolo via Jussi, dove malviventi sono entrati dopo avere forzato la saracinesca aprendo una piccola finestra nella parte alta della vetrata d'ingresso. Una volta dentro i ladri sono andati dritti alla cassa, probabilmente in cerca di solo denaro contante visto che le due slot presenti non sono state neanche sfiorate. Immediatamente è scattato l'allarme e i responsabili sono fuggiti nel giro di pochi minuti. Ieri mattina, sul muro del locale erano ancora ben visibili le impronte lasciate dai responsabili che , per intrufolarsi, si sono avvalsi dell'appoggio di tavolini e pareti considerata l'altezza dalla quale si erano calati. Un colpo probabilmente studiato visto che, alzata la serranda, i ladri sapevano come e dove muoversi. Solo una settimana fa una spaccata è stata realizzata ai danni della farmacia di Idice, lungo la via Emilia. Anche in questo caso i ladri avevano rubato il fondocassa riuscendo a ricavarne 200 euro ma, allo scarso bottino, avevano aggiunto 5 scatole di Viagra e due creme da donna per il corpo: i responsabili, prima di entrare, spaccarono le telecamere di sorveglianza non accorgendosi però, di quelle presenti all'interno. Indagano i carabinieri. Angela Carusone Image: 20141018/foto/546.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Furto con scasso al bar Fantasy 18/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro Pag. 13 (diffusione:165207, tiratura:206221) Le « Farmacie comunali .it» sulla maglia della Vuelle Il sindaco, Pieri ed Ario Costa annunciano l'accordo E' RIUSCITA nell'impresa l'Aspes spa di sostenere la Victoria Libertas senza far passare l'intervento come un "aiuto di Stato", ma trasformando la partnership in "cambio merce", un baratto pubblicitario che vale per la società di basket 60-70 mila euro. L'accordo infatti è una sponsorizzazione pagata con l'utilizzo gratuito dell'AdriaticArena per il campionato a venire (Memorial Ford ed eventuali playoff). Mentre il logo "Farmacie Comunali.it" sarà inserito nel retro della maglietta. Trasformando l'Aspes in uno dei più importanti sostenitori della Vuelle con Consultinvest, Ifi e Teamsystem. «Noi abbiamo voluto che fossero le farmacie comunali sottolinea il presidente di Aspes Luca Pieri - ad entrare in questa partnership non solo perché producono il 70% del fatturato della società, ma anche perché abbiamo registrato questo logo, con annesso dominio farmaciecomunali.It (e anche punto com), che vogliamo sviluppare». E ancora: «Quale migliore occasione dell'accordo con la Vuelle per dare visibilità, anche fuori Pesaro a questa iniziativa che consente di sviluppare l'e-commerce anche nel settore farmaceutico». Il bello è che le farmacie comunali esistono in tutta Italia e che, evidentemente, se vorranno utilizzare questo "logo" da Pesaro dovranno passare. SODDISFATTO il presidente della Vuelle Ario Costa che ha voluto ringraziare il sindaco Matteo Ricci, il presidente Luca Pieri ed il direttore dell'AdriaticArena Filippo Colombo «per aver lavorato a questa soluzione che consente di trovare tra il padrone di casa (l'Aspes) e noi che ci dobbiamo abitare». Un accordo di reciproca soddisfazione, che riduce per Aspes i costi vivi, in quanto il basket non farà più gli allenamenti in arena. «Io sto ai fatti - ha aggiunto Costa - e la Vuelle è una realtà pesarese di cui tutti debbono essere orgogliosi, anche i dirigenti delle altre società sportive». Costa ha risposto così alle polemiche dal recente passato su questo aiuto del Comune. D'altra parte anchi chi si è lamentato ha avuto una mano. IL SINDACO Matteo Ricci, in una veloce apparizione, ha ribadito che «il comune di Pesaro non è un'agenzia di ricerca sponsor». E ancora: «Vogliamo aiutare tutto lo sport cittadino, coinvolgendo il maggior numero di imprenditori. Ma il momento economico è quello che è». Per coprirsi le spalle, anche dopo le polemiche in casa Vis Pesaro, il sindaco annuncia che «il Comune vede lo sport come attività sociale e vuole essere al fianco di chi ha settori giovanili. Avevamo un'idea per il bilancio del 2015, ma adesso dobbiamo verificare quali tagli arriveranno con l'ultima manovra del governo». Per la Vuelle una seconda, piccola iniezione anti-depressiva a livello di sponsor. Dalla clinica dentale alle farmacie il benessere è assicurato. Ci vorrebbe anche una vittoria per sorridere di più. Il sindaco ha dato appuntamento a tutti per domenica pomeriggio all'AdriaticArena. Non mancate. E sperate. Image: 20141018/foto/3633.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SPONSOR IN CAMBIO DELL'AZZERAMENTO DELL'AFFITTO DEL PALAS 18/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Macerata Pag. 18 (diffusione:165207, tiratura:206221) IL CONSIGLIERE regionale Ottavio Brini (Gruppo per le Marche) ha inoltrato un'interrogazione al presidente dell'Assemblea legislativa per chiedere delucidazioni in ordine all'apertura in via Einaudi della Farmacia comunale 6. Brini chiede nello specifico se è stata rispettata la delibera di Giunta regionale relativa all'apertura della farmacia al centro commerciale «Civita Center»; se sono stati rispettati i parametri della legge nazionale e con quale atto è stata autorizzata l'apertura di una nuova sede dell'azienda Farmacie comunali; quale sia stasto l'organo competente che ha effettuato l'ispezione preventiva e se era obbligatorio l'aumento e del numero dei direttori da 6 a 7; se è stata rispettata la distanza minima con le farmacie limitrofe ed infine «se è stata rispettata la determina della Regione in merito all'apertura nella zona dove essa è stata effettivamente aperta». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nuova farmacia , il caso in Regione 18/10/2014 Il Gazzettino - Belluno Pag. 14 (diffusione:86966, tiratura:114104) Un farmacista a Trichiana TRICHIANA - La Villanova servizi assume un farmacista collaboratore a tempo indeterminato per la farmacia di Sant'Antonio Tortal. Il bando scade lunedì 3 novembre alle ore 13. L'avviso di selezione è disponibile nel sito www.villanovaservizi.it. Per informazioni 0437 554418, [email protected]. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sabato 18 Ottobre 2014, 18/10/2014 Il Gazzettino - Belluno Pag. 14 (diffusione:86966, tiratura:114104) Guasto a Bardies: blackout a Villa di Villa MEL - Poste, uffici e farmacia nel caos ieri mattina a Villa di Villa a causa dell'interruzione improvvisa e inaspettata dell'energia elettrica, dovuta a un guasto. Impossibile compilare ricette elettroniche per i medici, impossibile fare operazioni in posta, impossibile fare acquisti in farmacia. Un blackout che è durato dalle prime ore della mattinata fino alle 12. Nessuno era stato avvertito e in molti hanno chiesto spiegazioni. Dal canto suo Enel, dall'ufficio relazioni con i media fa sapere: «L'interruzione di questa mattina in località Bardies è stata causata dalla rottura di un componente in una nostra Cabina elettrica. La sua sostituzione ha comportato la necessità di sospendere la fornitura di energia nella zona, compresa la località Villa di Villa di Mel». Qualcuno aveva pensato alla tragedia delle settimane scorse e l'operaio morto folgorato. In realtà il blackout non ha nulla a che vedere con quanto accaduto: si tratta di un fatto del tutto accidentale e non collegato all'infortunio delle settimane scorse. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sabato 18 Ottobre 2014, 17/10/2014 QN - Il Giorno - Milano Pag. 6 (diffusione:69063, tiratura:107480) A rischio servizi essenziali come trasporti, sanità e assistenza disabili STEFANIA CONSENTI di STEFANIA CONSENTI MILANO LOMBARDIA IN RIVOLTA, «pronta alla ribellione in tutte le forme legittime», promette il governatore, per i tagli giudicati «insostenibili» nella Legge di Stabilità. Che mettono a rischio i bilanci e potrebbero costringere le Regioni ad un aumento delle tasse. «Il Governo ha disatteso un accordo preso con noi governatori in materia di sanità - spiega il presidente della Lombardia Roberto Maroni il che costringerà molte Regioni ad alzare l'ddizionale Irpef per garantire i livelli essenziali e poi, se verrà confermato il taglio di 4 miliardi, dovremo procedere a tagli nei servizi. Ho sentito gli altri colleghi governatori, condivido le critiche, sono tutti insoddisfatti, inclusi quelli del partito del premier Matteo Renzi che si sentono un po' traditi: abbiamo chiesto un incontro urgente al Governo e stiamo studiando delle iniziative di lotta dura nel caso venisse confermata questa legge assolutamente iniqua». Prime stime parlano di un taglio per la Lombardia nell'ordine dei 500 milioni di euro, più o meno la cifra che il Governo «ha riconosciuto per l'applicazione dei costi standard nel 2014 e altrettanti per il 2015». Furente anche l'assessore regionale all'Economia, Massimo Garavaglia, che ieri al rientro dalla riunione a Roma della Conferenza Stato-Regioni ha ipotizzato ripercussioni pesanti ai servizi in Lombardia, anche in sanità. «A rischio in particolare i trasporti per i pendolari, l'assistenza ai disabili e la cultura. Per prima cosa non potremmo più assicurare 5 milioni di euro alla Scala che rischierebbe di fare così la fine del Teatro dell'Opera di Roma». MA LA VALUTAZIONE, ha precisato il governatore, sarà fatta oggi con i tecnici. Critico sulla manovra anche il Pd lombardo. Per Alessandro Alfieri «i tagli sono necessari ma troppo sbilanciati sul sistema degli enti locali. Siamo d'accordo con Sergio Chiamparino: buona l'impostazione ma le riduzioni di spesa vanno distribuite diversamente, di più sui ministeri e meno su Comuni e Regioni. Non si può infatti vanificare la logica dei costi standard, che favorisce gli enti virtuosi, né si possono tagliare servizi essenziali come la sanità o il trasporto pubblico». Image: 20141017/foto/943.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Manovra, tagli per 500 milioni Maroni: «Pronti alla ribellione» 18/10/2014 QN - Il Giorno - Milano Pag. 9 (diffusione:69063, tiratura:107480) I tre hanno fatto sdraiare tutti a terra, via con 2mila euro ROSARIO PALAZZOLO di ROSARIO PALAZZOLO CINISELLO BALSAMO È STATO RAPINATO almeno tre volte nel corso degli ultimi 10 mesi. Un primato non certo felice per il supermercato Carrefour di via Sirtori, ai margini del tratto cinisellese del viale Fulvio Testi. L'ultimo colpo è avvenuto l'altra sera, poco prima delle 8, quando ormai i commessi si preparavano a chiudere. TRE BANDITI, con i volti coperti da foulard, hanno fatto irruzione nel grande magazzino. Uno di loro impugnava un'arma, una pistola semiautomatica che ha utilizzato per tenere sotto la minaccia le cassiere e prima ancora il direttore. Per quasi un minuto ha regnato il terrore nel supermercato semivuoto. I BANDITI, quasi certamente italiani, hanno costretto il direttore a sdraiarsi a terra sotto la minaccia dell'arma. Anche la guardia è stata messa fuori combattimento. Si è rifiutata di sdraiarsi, ma non ha potuto opporre nessuna resistenza all'onda di terrore imposta dai banditi. In pochi secondi il terzo complice è passato tra le casse e si è fatto rovesciare in una borsa l'intero incasso. Si parla di circa 2mila euro. I tre sono fuggiti senza lasciare traccia, probabilmente allontanandosi a bordo di un'auto rubata. Le indagini su quest'ultimo caso sono affidate agli agenti di polizia del commissariato di Cinisello che sono stati chiamati ad intervenire ma sono arrivati quando i malviventi erano lontani. SI CERCANO tre uomini di circa 30 anni, che indossavano tute nere e si coprivano con dei foulard. Professionisti del crimine che sapevano bene quando e come agire per massimizzare il profitto. QUEL SUPERMERCATO è stato già rapinato nel febbraio scorso e nuovamente in agosto. A renderlo così vulnerabile è la sua posizione, nelle vicinanze delle grandi vie di comunicazione, che rendono più rapida e semplice la fuga. In generale, il numero di rapine nei supermercati è in aumento. Vengono spesso preferiti alle banche, dove i sistemi di sicurezza sono decisamente più stringenti e il rischio di trovare le casse vuote è più elevato; ma soprattutto alle farmacie che qualche anno fa erano una sorta di «bancomat» per tossicodipendenti e piccoli ladri. Oggi le farmacie tendono a maneggiare con maggior cura il denaro contante, senza mai lasciare in cassa cifre allettanti. Image: 20141018/foto/393.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Banda armata rapina il CarrefourUn minuto di terrore e poi la fuga 18/10/2014 QN - Il Giorno - Brianza Pag. 11 (diffusione:69063, tiratura:107480) Nomina alle Farmacie Bufera in Consiglio FABIO LUONGO di FABIO LUONGO - LISSONE - È BUFERA attorno al nuovo presidente di «Lissone Farmacie», l'azienda partecipata che gestisce le farmacie comunali della città. Sotto accusa, da parte delle opposizioni, il nome scelto nei mesi scorsi dall'amministrazione comunale - cui spetta la nomina del vertice della società, che appartiene per il 20% al municipio - per ricoprire la carica. Per la lista «Lissone Civica» e per il Movimento 5 Stelle, che hanno presentato 2 distinte interpellanze nella seduta di giovedì del consiglio comunale, non sarebbe evidente nel curriculum della neo-presidente Beatrice Sala il possesso della «comprovata competenza» necessaria per l'incarico. Dubbi respinti con forza al mittente dal sindaco Concetta Monguzzi (nella foto), per la quale invece tale competenza c'è eccome. I 5 Stelle hanno domandato «di indicare i criteri per la nomina di Sala», richiamando le linee programmatiche dell'amministrazione per cui si deve essere inseriti nei Cda «secondo documentati criteri di competenza e trasparenza». «Lissone Civica» ha invitato la giunta a «relazionare sul rispetto della corretta applicazione dei criteri di nomina», previsti dal regolamento comunale, per il nuovo presidente di Lissone Farmacie, «dimostrandone, poiché assenti nel curriculum, le comprovate competenze derivanti da attività di studio o professionali». «La scelta - ha replicato il sindaco - è caduta su Sala perché il curriculum evidenzia una preparazione economico-giuridica improntata alla cultura d'impresa con nozioni di diritto privato e societario», la capacità di districarsi nei bilanci e una laurea specialistica in scienze matematiche col massimo dei voti, oltre a «esperienze lavorative di gestione della ditta di famglia» e un attuale impiego - nel ramo assicurativo - basato «sull'interpretazione di dati di bilancio» per sviluppare progetti. Per Monguzzi quindi Sala «possiede una comprovata competenza derivata da attività di studio e professionali in relazione all'incarico da ricoprire». Image: 20141018/foto/377.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 64 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LISSONE SCELTA BEATRICE SALA 18/10/2014 QN - Il Giorno - Milano Pag. 6 (diffusione:69063, tiratura:107480) La sforbiciata per la Lombardia vale 930 milioni STEFANIA CONSENTI di STEFANIA CONSENTI MILANO «SE LA LEGGE di stabilità resterà così saremo costretti a chiudere, putroppo, dieci ospedali». Il giorno dopo la rivolta delle Regioni per gli annunciati tagli di 4 miliardi (che lievitano a 6 con il miliardo già calcolato per il 2015 dal governo Monti, i 750 milioni introdotti dal governo Letta e i 250 milioni in meno dell'Irap) nei trasferimenti, si fanno i conti e il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, snocciola cifre «drammatiche» e va giù pesante. Il taglio per la Lombardia è stato quantificato in 930 milioni. Di quella somma, ha spiegato ieri il governatore nel dopo giunta «730 milioni sono nel settore della sanità e ciò ha fatto formulare agli uffici dell'assessorato al Bilancio una prima ipotesi degli ambiti in cui intervenire dal 2015». A CASCATA quindi si profilano aumenti sui ticket, tagli a infrastrutture e trasporti ma anche un ritocchino all'Irpef e sono a rischio i contributi per alcuni enti come il Teatro alla Scala. Un trattamento pesante per una Regione che in Sanità ha già applicato i costi standard ricevendo come «premio» dal Governo 500 milioni in più nel 2014 e altrettanti per il 2015 che ora sembrano dissolversi. «Non sono disponibile - manda a dire Maroni a Renzi - a fare il killer di una Regione virtuosa come la Lombardia che governa senza sprechi. Sono qui per realizzare il programma di governo, non sono disponibile a dire ai cittadini lombardi abbiamo governato bene, abbiamo ridotto la spesa, abbiamo fatto sacrifici enormi tagliato il debito e adesso il risultato qual è? Che vi devo alzare il ticket, alzare l'Irpef e chiudere gli ospedali. Non ci sto». Maroni si augura che il confronto fra il Governo e le Regioni porti ad una soluzione ma la ricetta per il governatore è sempre la stessa: «Applicare i costi standard per ridurre gli sprechi, bisogna guardare in ogni Regione dove si fa meglio la spesa e sono pronto a dimostrare, ad esempio, che in Lombardia la spesa sanitaria è un'eccellenza, potremmo risparmiare più di 4 miliardi se tutte facessero come la Lombardia per la spesa sanitaria». Insomma, è l'esempio che si fa più frequentemente, se una siringa costa 30 centesimi in Lombardia o in Piemonte perche deve costare il doppio in Sicilia? Poi il ragionamento del governatore Maroni si fa più politico. E arriva l'affondo: «La strategia di Renzi è cancellare le Regioni, i corpi intermedi. Le Regioni danno fastidio e il disegno che c'è dietro e è quello di dire che sono centri di spreco. Renzi vuole ricentralizzare per governare tutto da Roma». Un'operazione di «neocentralismo» che, aggiunge il governatore della Lega, «io voglio constrastare raccogliendo la sfida, tagliamo i costi ma applichiamo i costi standard». Meglio adottare un principio di equità, non certo applicando i tagli lineari. Premiamo «le Regioni virtuose e chi governa bene, penalizziamo chi è spendaccione. Allora ha un senso, altrimento è fare un massacro». EPPOI, snocciola ancora dati il presidente della Regione Lombardia, «negli ultimi anni le Regioni hanno ridotto le loro spese del 38%, lo Stato del 13% quindi è un'operazione demagogica». Intanto, entro il 27 ottobre la Giunta discuterà la manovra di bilancio regionale che «anticiperà i contenuti della nuova Legge di stabilità» così da dare un'idea delle conseguenze dei tagli sui cittadini, «pronti a modificarla se cambieranno le decisioni del Governo nazionale». Image: 20141018/foto/163.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 65 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Annuncio choc di Maroni:«Questi tagli ci costringonoa chiudere dieci ospedali» 18/10/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:79573, tiratura:108314) Marco Conti MILANO. Aver rimesso intorno ad un tavolo Putin e Poroshenko, davanti a Barroso e Van Rompuy, non risolve ma aiuta. Il semestre di presidenza della Ue - come prevedibile - contribuisce non poco a far acquistare a Matteo Renzi, in poco tempo, la credibilità internazionale necessaria. Alla conferenza sul lavoro di quindici giorni fa e alla presidenza del summit euroasiatico che si è chiuso ieri pomeriggio a Milano, Renzi unirà a fine settimana prossima il consiglio europeo. L'ultimo per la commissione Ue in scadenza. Un'overdose di incontri e di summit nei quali Renzi ha avuto più volte modo non solo di ribadire la necessità di puntare sulla crescita, ma anche di raccontare la «mia legge di stabilità». Ad un'azione martellante, e che non ha risparmiato ieri persino i governatori di regione bacchettati quasi davanti al primo ministro cinese e alla Cancelliera, ieri Renzi ha sommato la pubblica sponda che il Capo dello Stato ha dato alla legge finanziaria. In questo modo Giorgio Napolitano ha messo la sordina alle indiscrezioni, raccolte nei giorni scorsi a Bruxelles, secondo le quali la legge di stabilità sarebbe stata bocciata dalla Commissione europea. Il «forte rilancio delle politiche della crescita», sollecitato dal presidente della Repubblica, va nella linea professata dal Rottamatore sin dal suo arrivo a palazzo Chigi. Una sintonia con il Quirinale che rende più forte il presidente del Consiglio anche nel confronto con i presidenti di regione. Ieri pomeriggio, al termine del vertice euroasiatico, Renzi ha teso la mano ai governatori ribadendo la disponibilità ad un incontro, a patto che siano rispettati i saldi. La cattiva stampa di cui godono le amministrazioni locali dopo i casi Fiorito e la vicenda dei rimborsi, ha sinora supportato la linea del premier. Il timore che i tagli spingano le Regioni a diminuire i servizi o ad aumentare le tasse trasformando la manovra pro-crescita in manovra-recessiva, consiglia però cautela. La minacciata chiusura di ospedali o il taglio dei servizi pubblici di trasporto rischia infatti di trasformare in boomerang per le stesse casse dello Stato la riduzione dei trasferimenti agli enti locali. «Basta tweet, meglio quindi incontrarsi», spiegava ieri Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte, presidente della Conferenza stato-regioni ed esponente del Pd in sintonia, seppur a fasi alterne con Renzi. I due, tre anni fa avrebbero dovuto comporre un ticket e sfidare insieme Pier Luigi Bersani. Così come i due si ritrovano d'accordo nel sostenere la politica industriale della Fiat di Sergio Marchionne. Resta però il problema del taglio da 4 miliardi che le regioni non intendono mettere a bilancio se non alzando le accise o riducendo i servizi. Il ministro dell'Economia insiste sulla necessità di ritrovare maggiore efficienza nelle spese, ma poiché non tutte le Regioni sono uguali e alcune delle più spendaccione sono autonome (Sicilia in testa), il problema resta. Così come l'eventualità che proprio l'argomento del rapporto con lo Stato diventi uno dei temi delle prossime elezioni regionali di fine anno e del prossimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Padoan insiste: «Serve maggiore efficienza nella spesa» 18/10/2014 Il Mattino - Salerno Pag. 38 (diffusione:79573, tiratura:108314) Nasce a San Valentino Torio la farmacia comunale e un ambulatorio per l'estrema povertà. Ieri a Napoli la sigla del protocollo d'intesa tra Comune di San Valentino, Cofaser ed Eav. Le strutture saranno realizzate all'interno della stazione della circumvesuviana valentinese. Seduti allo stesso tavolo il sindaco di San Valentino Torio, Felice Luminello, il direttore generale del Cofaser nonché delegato di Assofarm per il sud Italia, Luigi Napoli, e l'ingegnere Nello Polese, amministratore dell'Eav. La stazione di San Valentino Torio è uno dei primi spazi del sud Italia ad essere stato individuato per la creazione della nuova sede farmaceutica. Luminello pone l'accento anche sulla grande valenza socio sanitaria dell'operazione che consentirà la creazione di un ambulatorio per le povertà estreme per garantire assistenza e medicinali ad extracomunitari e italiani indigenti. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 67 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato San Valentino 18/10/2014 Il Secolo XIX - Savona Pag. 19 (diffusione:103223, tiratura:127026) Investito da una fiammata grave vigile urbano di Finale Luca Falò ricoverato a Villa Scassi con ustioni sul 38 per cento del corpo SILVIA ANDREETTO FEGLINO . Luca Falò, 38 anni, agente esterno in servizio al comando della Polizia Municipale di Finale Ligure, ieri pomeriggio, si è ustionato mentre stava bruciando alcune sterpaglie in un terreno agricolo a Feglino. Le ustioni, pari al 2° e 3° grado, in prevalenza riscontrate alle braccia e alle mani, ma in parte anche al viso e alle gambe, interesserebbero il 38 per cento del corpo. Falò non ha mai perso coscienza ed è sempre rimasto vigile al punto da recarsi lui stesso alla farmacia di Orco Feglino per chiedere i primi soccorsi. E proprio dalla farmacia è scattata la richiesta al 118 Savona con l'intervento dei militi della pubblica assistenza Croce Verde di Finalborgo e dei vigili del fuoco del distaccamento di Finale Ligure. Immediato è stato il trasferimento di Falò, con l'elicottero "Drago", al centro grandi ustionati di "Villa Scassi" a Genova, disposto dall'equipe medica del trauma center dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Secondo la dinamica, rilevata dai vigili del fuoco e in corso di ulteriori accertamenti, Falò sarebbe stato investito da una fiammata, provocata dal combustibile che ha utilizzato per alimentare il fuoco, peraltro acceso inavvertitamente controvento, per bruciare i resti di potatura degli ulivi. L'uomo che spesso, nel tempo libero, si dedicava alla coltivazione e alla cura di alcuni terreni di proprietà a Feglino, paese di cui è originario, ieri pomeriggio, era solo quando è accaduto il fatto. Nonostante il dolore acuto, provocato dalla vasta ustione, i cui effetti reali saranno riscontrabili solo tra 72 ore, Falò è riuscito a raggiungere la farmacia di Orco Feglino. «Inizialmente non si è reso conto delle ustioni che la fiammata gli aveva provocato sugli arti superiori in particolare racconta il farmacista Marco Ferrando -. Si è rivolto a noi per chiedere un primo consiglio medico. Ma non appena l'ho visto, l'ustione mi è parsa più grave del previsto e pertanto ho richiesto l'intervento del 118. L'uomo è rimasto comunque sempre vigile e cosciente anche se la gravità era evidente fin da subito». La notizia di quanto accaduto a Falò, volto molto noto a Finale Ligure e dintorni, anche perché da oltre dieci anni è in servizio alla polizia municipale, con l'impegno prevalentemente su strada, si è diffusa molto rapidamente in città. Sono stati numerosi i colleghi che, venuti a conoscenza dell'incidente, si sono recati al Pronto soccorso del Santa Corona per accertarsi delle condizioni di Falò. Ad averlo visto di persona, prima che venisse trasferito a Genova con l'elisoccorso è stato Giampiero Mariani, vice comandante della polizia municipale di Finale Ligure. E le condizioni più critiche interessano proprio le braccia e le mani, gravemente compromesse dall'ustione, mentre in misura assai minore è stato colpito il viso e le gambe. «Mi è stato assicurato da Mariani - dice il comandante della polizia municipale Eugenio Minuto - che Falò è sempre rimasto cosciente nonostante a seguito delle ustioni sia stato disposto il trasferimento a Villa Scassi, essendo un centro specializzato». Non è un bel periodo per il comune di Finale Ligure che, dopo l'ictus che una decina di giorni fa ha colpito l'ingegnere Giancarlo Ponte, per un po' dovrà rinunciare anche a Falò considerando che la convalescenza sarà assai lunga. Foto: Luca Falò in servizio alla municipale di Finale Ligure VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 68 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL DRAMMATICO INFORTUNIO IERI POMERIGGIO A FEGLINO. HA CHIESTO LUI STESSO SOCCORSO IN FARMACIA 17/10/2014 QN - La Nazione - Firenze Pag. 22 (diffusione:136993, tiratura:176177) Addio a PossentiIl calcio e la farmaciaerano la sua vita IL MONDO del calcio dilettanti è in lutto per l'improvvisa morte di Giuseppe Possenti (nella foto), spentosi nelle prime ore della mattinata di ieri, all'età di 55 anni. Lascia la moglie, la signora Francesca. Una scomparsa che ha destato profonda commozione fra coloro che lo hanno conosciuto e frequentato non solo con il calcio. Possenti era titolare della farmacia di San Piero a Sieve, un punto di riferimento importante per tante persone del Mugello. Amava la sua professione e il calcio, in particolare il San Piero a Sieve, dove per tanti anni è stato l'uomo simbolo, il patron. Con lui la società ha raggiunto grandi traguardi fino ad arrivare a partecipare al campionato di Eccellenza. Un personaggio molto carismatico, grande conoscitore di talenti, che univa semplicità, schiettezza e simpatia. Era un ottimo direttore sportivo: con la sua classe e le sue capacità avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. I funerali si svolgeranno oggi, alle ore 15, alla Pieve di S.Pietro a San Piero a Sieve. Alla famiglia le condoglianze de La Nazione. Giovanni Puleri Image: 20141017/foto/813.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 69 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato S.PIERO A SIEVE 18/10/2014 QN - La Nazione - Livorno Pag. 15 (diffusione:136993, tiratura:176177) «Gravissimo errore vendere le farmacie Il sindaco e il Pd sono stati degli incapaci» - CECINA - CONTINUA a tenere banco il caso della vendita delle farmacie. Interviene il Movimento 5 Stelle, che in una nota scrive: «Il sindaco Samuele Lippi ha dichiarato che la vendita delle farmacie (le ha acquistate Vinchesi della Farmacia Centrale, quasi 3 milioni di euro) mette a tacere qualsiasi illazione sulla vicenda. Noi crediamo che il sindaco abbia perso, al contrario, l'ennesima occasione per tacere e frenare un attimo questo dinamismo di stampo renziano. Le farmacie comunali rappresentavano una grande risorsa per il Comune e che le amministrazioni che si sono succedute hanno distrutto. Devono spiegare ai cittadini perché un privato sborsa 3 milioni di euro e afferma candidamente che le farmacie appena acquistate hanno delle buone potenzialità, mentre il comune di Cecina le ha mandate in passivo». «E' QUESTO - affermano i grillini - che i cittadini si devono chiedere: perché un'attività commerciale del Comune con buone potenzialità che teneva nonostante la crisi economica sia stata mandata in fallimento? Chi sono i responsabili? In altre realtà le farmacie comunali sono una fonte di entrata e forniscono ai cittadini servizi gratuiti. In questa vicenda triste per la nostra comunità c'è un'evidente e macroscopica responsabilità politica del Pd: la dismissione delle farmacie è il simbolo di una gestione fallimentare del Comune. E' inutile che Lippi cerchi di tranquillizzare i dipendenti e i cittadini dicendo di avere avuto subito un colloquio con l'acquirente ed aver ricevuto dallo stesso rassicurazioni, sono solo parole in stile renziano a cui non crede nessuno». AGGIUNGONO i pentastellati: «L'acquirente farà il suo interesse e se sarà necessario intervenire sui dipendenti lo farà! La clausola di non diminuire il personale per 6 anni posta sul bando di vendita in realtà non è supportata dalla normativa vigente, lo sanno benissimo tutti e lo sa benissimo anche l'acquirente. Altra bufala è il tentativo di non vendere le farmacie alienando altri beni del Comune. Una promessa fatta dal sindaco in consiglio davanti ai cittadini mai supportata dai fatti. Sono stati semplicemente ripetuti dei bandi che si sapeva sarebbero andati deserti, senza mettere in campo nessuna reale strategia per acquisire risorse ed evitare la vendita delle farmacie. Invece di dimostrare soddisfazione per la vendita, il sindaco e tutto il Pd cecinese dovrebbero fare un gigantesco mea culpa e chieder scusa ai cittadini. Hanno venduto il gioiello di famiglia per coprire la loro inadeguatezza amministrativa». «I CITTADINI - è la conclusione - hanno il diritto di sapere. In consiglio comunale durante la discussione della nostra mozione per la "sospensione della vendita delle farmacie" , il gruppo Pd formato da molti giovani, si agitava contro il consigliere Gasperini di Cecina Insieme che accusava il Pd di responsabilità politica per la vendita delle farmacie. Questi giovani piddini che hanno alzato la mano a comando a favore della vendita senza far sentire la loro voce e il consigliere Barabino che inciucia con il Pd, come si evince dalla vicenda della Provincia, rappresentano la vecchia politica che non si vuole rinnovare. Comunque Lippi sappia che vigileremo sull'iter della vendita in attesa dei risultati dell'ispezione della Guardia di Finanza». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 70 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CECINA I 5 STELLE TORNANO ALL'ATTACCO: «POTEVANO ESSERE FONTE DI GUADAGNO» 18/10/2014 QN - La Nazione - Pisa Pag. 18 (diffusione:136993, tiratura:176177) Il racconto di Silvana Piampiani combacia con quanto descritto da Loris Gozi FEDERICO CORTESI di FEDERICO CORTESI PER gli investigatori le testimonianze di Loris Gozi e di Silvana Piampiani sono fondamentali per sostenere le accuse contro il marito di Roberta Ragusa, perché i loro racconti - che combaciano nei luoghi e nei tempi - smontano l'alibi di Antonio Logli: «Quella notte sono andato a letto intorno alle 24 e ho dormito fino alle 6.45». Cosa vide il giostraio Loris Gozi è noto da tempo e le sue dichiarazioni fanno già parte degli atti del procedimento giudiziario in quanto sono state cristallizzate nell'incidente probatorio del 30 aprile 2013. La testimonianza di Silvana Piampiani è ancora più circostanziata e per questo - probabilmente - ancora più rilevante di quella di Gozi. Tra la mezzanotte e le 0.20 del 14 gennaio 2012 la donna ha detto di aver visto transitare, dapprima su via Ulisse Dini, poi su via Gigli in direzione via Lenin, una donna abbigliata con un pigiama di colore rosa e poco dopo di aver notato il passaggio di alcune auto, tra le quali una dalle forme tondeggianti, di piccole dimensioni e di colore chiaro, che successivamente, dopo essere uscita nuovamente di casa, aveva notato parcheggiata subito dopo il passaggio a livello. Silvana Piampiani si era recata, una prima volta in via Niccolini a Pisa alla farmacia comunale, occasione in cui, transitando da via Gigli in direzione via Lenin, aveva visto quella vettura, parcheggiata sul ciglio della strada e, pochi metri più avanti, Antonio Logli e la donna vista in precedenza intenti a discutere animatamente. In questo contesto, giunta all'altezza dell'abitazione di Loris Gozi, la testimone ha dichiarato ai carabinieri di aver visto un cane di piccola taglia (verosimilmente quello di Gozi) che proveniva proprio dai pressi della casa del giostraio, accompagnato da una persona (probabilmente lo stesso Gozi) che però non aveva riconosciuto. LA DONNA aveva poi effettuato il medesimo percorso farmacia-casa a ritroso, dopo un breve lasso di tempo. Aveva così potuto osservare che, nel luogo dove prima si trovava la coppia, c'erano copiose macchie di sangue sul manto stradale. Rientrata in casa, trascorsi una ventina di minuti, dopo avere preso ulteriore contante per acquistare un analgesico, Silvana Piampiani aveva nuovamente ripercorso via Gigli in direzione di via Lenin, raggiungendo così via la farmacia in via Niccolini. Lungo il percorso e oltrepassato il passaggio a livello nei cui pressi aveva in precedenza visto Logli e la donna litigare, oltre alla piccola auto dalle forme tondeggianti, aveva notato anche la presenza di una vettura più grande, di colore scuro nonché quella del marito di Roberta, posizionato al centro della carreggiata, mentre stava usando uno strumento di cui aveva riconosciuto solo il manico (simile a quello di una scopa), in corrispondenza delle macchie di sangue. Ritornando dalla farmacia, dove nel frattempo si era procurata il farmaco che non aveva acquistato in precedenza per mancanza di sufficiente contante, la donna aveva visto, effettuando per l'ennesima volta il medesimo percorso, solamente l'auto di piccole dimensioni, parcheggiata nella stessa posizione di prima e nel medesimo luogo scena della lite fra la coppia. Rientrata a casa, insospettita, Piampiani aveva atteso ulteriori "movimenti" di persone e/o di veicoli. Infatti, dopo circa venti minuti dal suo rientro a casa e dalla finestra, aveva scorto transitare quell'auto che procedeva, con a bordo Antonio Logli, verso via Ulisse Dini, svoltando in seguito in direzione San Giuliano. Quella donna con cui Logli litigava che fine ha fatto? Che fine ha fatto Roberta Ragusa? [email protected] Image: 20141018/foto/3052.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 71 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ecco cosa vide la supertestimone quella notte 18/10/2014 Pagina99 - N.64 - 18 ottobre 2014 Pag. 5 Mercato | Hanno soldi e tempo libero. Ibigddsettore pantano sui senior Pm società come Human Longevity a breve avere 100 anni sarà come averne 60 FILIPPO SANTELU • «Un lancio spaziale», lo ha ammesso anche Larry Page. Dalle parti di Google chiamano così i progetti più visionali, slegati dal nocciolo duro degli affari. Ma non perforzasenzacriterio. La missione di Calicò, l'azienda che il colosso di Mountain View ha creato a settembre del 2013, è scoprire le dinamiche che ci fanno invecchiare. Per contrastarle, per allungarci la vita. «Google può risolvere la morte?», si chiedeva Time giocando sulle presunte virtù terapeutichediun algoritmo. L'accordo appena firmato da Calicò con AbbVie, grande società farmaceutica di Chicago, mostra che l'intento, almeno per ora, non è quello. Un investimento congiunto dal,5 miliardi di dollari darà vita a un centro diricercasulle patologie legate alla senilità, in particolare cancro e Alzheimer. Calicò si concentrerà sulla ricerca di nuove terapie, AbbVie sulla sperimentazione. Niente elisir di vita eterna, dunque. Gli oltre cento pazienti che dal 1970 a oggi hanno speso 200 mila dollari per farsi congelare, o criopreservare, dalla Alcor Life Extension delTArizona, dovranno pazientare. A lungo: «I farmaci dell'immortalità sono favole», commentalo scienziato Silvio Garattini, presidente dell'Istituto Mario Negri, «come lo sono i presunti effetti sullalongevità di integratori alimentari o radicali liberi». Affascinanti, certo, nel 2008 ci ha creduto pure una multinazionale del calibro di GlaxoSmithKline. Ha sborsato 790 milioni di dollari per Sirtis, una società farmaceutica americana che da una molecola del vino rosso sosteneva aver ricavato un farmaco anti invecchiamento. Ma di cui, da allora, si è persa ogni traccia (vedi l'articolo apagina2).Anon essere fantasia, invece, è il progressivo invecchiamento della popolazione in atto nei Paesi più sviluppati. Longevità su e natalità giù: «Una tendenza che farà moltiplicare le patologie tipiche degli anziani», spiega Garattini, «come le demenze e le malattie croniche». Il vero prodotto, a voler seguire i soldi, è quello: non l'immortalità, ma l'eterna giovinezza. Non assicurare più anni di vita, ma più anni di vita attiva e in salute. Come spiega in maniera molto chiara il manifesto del Buck Institute, primo istituto privato, ma no profit, a occuparsi di ricerche in questo campo. Fondato nel 1999 dai coniugi filantropi Buck, eredi di una dinastia californiana del petrolio, oggi ospita a Nord di San Francisco 250 scienziati di 20 nazionalità diverse. A cui assicura 6 milioni di dollari di finanziamenti l'anno per ricerche che tentano di identificare i legami tra geni e longevità. Anche grazie ai costi e ai tempi sempre più limitati necessari per mappare un Dna umano. Non è un caso che nel business della lotta all'invecchiamento, da qualche mese, si sia lanciato anche Craig Venter. Lo scienziato e imprenditore che qualche anno fa ha sfidato sul tempo il progetto Genoma Umano ora ha fondato Human Longevity. Società con una dotazione di 70 milioni di dollari che archivierà ogni anno il corredo cromosomico di 100 mila persone, per isolare i fattori che assicurano una vecchiaia in salute. Come ha dichiarato il cofondatore, Peter Diamandis: «Renderemo i 100 anni i prossimi 60». Ma la via dei farmaci non è l'unica, come spiega Garattini: «Ad aumentare la qualità della vecchiaia, oltre alla genetica, contribuiscono in larga misura l'esercizio fisico e mentale, una dieta corretta, continue relazioni personali». Ed è da questo punto di vista che il progressivo invecchiamento della popolazione ha già creato un nuovo mercato. Non solo per le aziende che si occupano di biomedicale: «llgray market, quello degli over 65, sta diventando un segmento di consumatori a cui guardare con attenzione, specie per settori come la grande distribuzione e il turismo», spiega Luca Buccoliero, professore di Marketing alla Bocconi di Milano. «Persone che hanno molto tempo a disposizione, capacità di spesa soprala media e molte delle quali sono più attive rispetto al passato». Giovani settantenni, insomma. In attesa della medicina, la pubblicità ci rappresenta già così. @filipposantelli Foto: MARTIN PARR/MAGNUMPHOTOS/CONTRASTO VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014 72 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato l'eterna gioventù un grande affare PROFESSIONI 1 articolo 18/10/2014 QN - Il Giorno - Ed. nazionale Pag. 3 (diffusione:69063, tiratura:107480) Vaccinarsi èmeglio L'epidemia influenzale vera e propria? La vedremo tra gennaio e marzo. Ma le forme parainfluenzali che dilagano in questi giorni, mal di gola e dolori vari, sono già un flagello. «Tecnicamente si può parlare di vera influenza quando c'è febbre sopra i 38 gradi insorta brucamente, dolori articolari o respiratori, la tosse, il naso che cola, la congestione e il mal di gola. In tutti gli altri casi si parla di sindromi respiratorie acute dichiara Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano. La stagione invernale sarà dominata da tre virus: A/H1N1/ California, A/H3N2/Texas e B/Massachussetts. Si prevedono circa quattro milioni di contagi. Non va sottovalutata poi, la stima di quanti dovranno fare i conti, già in autunno, con i virus imparentati (ce ne sono oltre duecento), responsabili delle sindromi simil-influenzali, che potrebbero raggiungere altri sei milioni di italiani. In questo senso, i farmaci di automedicazione (distribuiti senza obbligo di ricetta, riconoscibili grazie al bollino rosso sorridente posto sulla confezione) si confermano il rimedio principale a cui si affidano il 56% degli italiani, secondo un'indagine Assosalute. Tra questi rimedi si possono considerare gli antinfiammatori non steroidei (FANS), gli sciroppi per la tosse, i mucolitici e i decongestionanti. Bene concedersi anche qualche giorno di riposo, e sarà opportuno consultare il medico se, dopo un'apparente guarigione si evidenzia un ritorno della febbre e l'aggiunta di sintomi tra cui catarro (segno di infezione batterica). E come prevenire l'influenza? Oltre il 50% degli italiani si copre di più, il 31,3% sta più attento all'alimentazione cercando di assumere cibi con maggior apporto di vitamine, oltre il 25% ricorre a farmaci di automedicazione circa il 12% fa il vaccino antinfluenzale. Il rischio di contagio diminuisce lavandosi spesso le mani, evitando i luoghi affollati. [email protected] Image: 20141018/foto/1903.jpg PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/10/2014 74 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ]Occhio al bollino di garanziaper i medicinali senza ricetta
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