Garbine divina, Nole moschettiere
Transcript
Anno XII - n.22 - 8 giugno 2016 Colpi nello smartwatch l’app prototipo è italiana Dall’Università di Pisa un nuovo passo avanti nel tennis connesso Pag.22 Garbine divina, Nole moschettiere Coppa Suzanne Lenglen alla Muguruza, Coppa dei Moschettieri a Djokovic: imprese storiche Pag.4 e 8 È scientifico: il tennis non fa venire la scoliosi Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista European Spine Journal Pag.15 Internazionali d’Italia Tpra: amatori al Foro Arrivano in 600 per il SuperSlam a Roma: le immagini e i risultati Pag.16 Sfida di rovesci: una mano contro due Confronto biomeccanico tra i due modi di colpire: vantaggi e svantaggi Pag.20 GLI ALTRI CONTENUTI Prima pagina: Amore e physique du role Pag.3 Terza pagina: Lilì de Alvarez, prima diva di Spagna Pag.7 - I numeri della settimana Pag.12 - Il tennis in TV Pag.14 - Paddle: un circuito... mondiale Pag.19 La regola del gioco: Dopo la sospensione, come si ricomincia? Pag.25 prima pagina Amore e physique du role DI ENZO ANDERLONI – FOTO GETTY IMAGES C i vuole pioggia, vento e sangue nelle vene, direbbe Jovanotti, per compiere imprese. A Parigi quest’anno pioggia e vento non sono mancati e di sicuro Garbine Muguruza e Novak Djokovic hanno dimostrato di averne, sangue nelle vene. Lei, la spagnola di origine venezuelana ha dato una spallata, dal sapore rivoluzionario, al monumento di Serena Williams. L’ha abbattuta. Non approfittando dei suoi errori, non abbindolandola con cambi di ritmo o geniali tatticismi: ha semplicemente tirato mazzate più forti delle sue, dal servizio in poi. L’ha buttata giù dal suo piedistallo con l’aria di una che ha il physique du role per stare proprio a suo agio lì, un gradino sopra tutti. Una Sharapova meno algida e con ampi margini di ulteriore miglioramento. Parigi ha dato l’idea di amarla subito, nuova star. Primadonna vera per la quale lo sponsor tedesco non ha previsto un abito da zebra come per le altre (Ivanovic e Halep incluse) ma un delizioso completino cortissimo, firmato dalla stilista Stella McCartney. Non è così sicuro invece che sia veramente grande amore tra il pubblico (del Roland Garros come di altri Grand Slam) e Nole Djokovic, nonostante il DIRETTORE Angelo Binaghi COMITATO DI DIREZIONE Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina DIRETTORE RESPONSABILE Enzo Anderloni grande cuore disegnato sulla terra rossa prima di sdraiarcisi dentro, secondo la moda lanciata quasi 20 anni fa dal solare brasiliano Kuerten (tre volte campione). L’uomo da 100 milioni di dollari vinti (record assoluto), dai 12 Slam e soprattutto dagli ultimi quattro conquistati consecutivamente, insiste nel volere a tutti i costi l’amore del pubblico. Lo vuole dimostrato. Vuole sentire di aver smosso quei cuori e non si rassegna al fatto che, nonostante una bravura mostruosa, quasi mai ci riesce. E paradossalmente il suo comportarsi nel modo giusto per farsi amare, da gran simpatico che balla ed esulta con i raccattapalle, è quasi controproducente. Perché sa di troppo preciso, perfetto, allenato come il suo tennis oggi, impossibile da smontare. E se la smettesse di disegnare cuori, di recitare il ruolo del “tanto buonino” e fosse un po’ più se stesso? Nole a inizio carriera era quello che faceva le imitazioni delle star, da Nadal alla Sharapova. Sì, non era proprio politically correct e qualcuno se la prendeva: così ha smesso. Ma era simpatico, si capiva che gli piaceva davvero scherzare. Non a caso il suo profilo twitter dice: “Non smettere di ridere finché respiri, non smettere di amare finché sei vivo”. E allora, perché non infischiarsene dei giudizi altrui? In fondo a chi vince si COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPER TENNIS TEAM Antonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica) FOTO Getty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli HANNO COLLABORATO Giovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, 58 - 00182 Roma [email protected] 3 3 finisce sempre per dare ragione. Era forse simpatico o gentile Jimmy Connors? Eppure un boato come quello di Flushing Meadows che lo sostiene, 39enne, fino alle semifinali Djokovic non l’ha mai sentito. Lo stesso Ivan Lendl, che come impatto estetico/sentimentale sta a Djokovic come il Ralph Fiennes/Voldemort sta a Brad Pitt/Joe Black, è stato ammirato e anche amato, nel suo fallimentare sogno di vincere anche a Wimbledon. Gli imbattibili quando perdono diventano umani e di conseguenza vicini a noi. Non a caso a Roma, quel Nole stanco, nervoso, che sbatte la racchetta, litiga con l’arbitro e alla fine perde con Andy Murray (ecco uno più schietto, che potrebbe giocare con il kilt e non perdere un libbra di credibilità), ha trovato una casa. Al Foro Italico ha sentito un po’ di quell’affetto vero che lui vorrebbe sgorgasse istintivo dagli stadi di tutto il mondo. Forse, perché questo succeda, basterebbe che smettesse di preoccuparsene così tanto e lasciasse trasparire anche qualche fragilità. Perché le ha anche lui, come tanti. Non ci vede benissimo (gioca con le lenti a contatto) e ha problemi alimentari (intollerante al glutine, deve seguire pedissequamente la sua dieta). Eppure sta strapazzando tutti i record: non è un’impresa ancor più straordinaria? REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONE GAME Comunicazione & Media S.r.l. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00135 Roma Info: [email protected] Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell’ 8 gennaio 2004 La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www. federtennis.it e www.supertennis.tv e spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected] circuito maschile Il Djokovic perfetto? Batte Murray, si prende la rivincita di Roma e supera una sfilza di record. Abbattendo anche il muro dei 100 milioni di dollari guadagnati in montepremi. Ora l’obiettivo non può che essere uno: il Grande Slam DI PIERO VALESIO - FOTO GETTY IMAGES L a sfilza dei record? Ma certo. Il mezzo Slam con la possibilità di completare (pure in versione gold), quello spalmato su due stagioni, i 12 titoli major, la quota dei 100 milioni di dollari di premi superata, i punti conquistati a nemmeno metà stagione. Poi la subitanea vendetta su Murray che aveva osato batterlo nella sua amata Roma, i 17 titoli di Slam conquistati da Federer quasi dietro l’angolo. Il ruolo di testimonial televisivo mai così ben interpretato, il ruolo sociale con la moglie Jelena a fare da “frontwoman” di tutte le iniziative che la Novak Djokovic Foundation porta avanti in giro per il mondo. La domanda è: è oggi Novak Djokovic lo sportivo perfetto? O meglio: in lui e grazie a lui lo sport ha trovato, in epoca così tumultuosa, il testimonial perfetto? L’uomo della perfezione Potrebbe essere, in effetti. Djokovic si propone sempre di più come l’uomo della perfezione. La sua vita non è una vita: ma un paradigma. Per trovare un qualcosa che somiglia a un’ombra bisogna risalire ai tempi dell’ovetto ipobarico all’interno del quale il nostro si rinchiudeva per recuperare le forze dopo una qualche maratona tennistica: proibito in qualche paese, permesso in altri. Per il resto tutta la vita di Nole è una dimostrazione vivente dei passi da seguire per ottenere un grande risultato sul campo. E praticare sul medesimo un tennis privo di debolezze, dove perfino la fantasia sarebbe un di più visto 4 circuito maschile che con la concretezza si raggiunge qualsiasi risultato. Miele sì, glutine no Il fisico che trova la sua leggerezza con la dieta senza glutine e con il prezioso apporto del miele di manuca, che prima di lui nessuno manco sapeva cosa fosse. La psiche che trova conforto in un ménage matrimoniale foriero di sola serenità e in una paternità responsabile e voluta. La preparazione tennistica che unisce il punto fermo della tradizione (Vajda) con la spregiudicatezza di chi ha saputo inventare un modo di giocare a tennis e ha dovuto faticare assai per trovarne uno di vivere dopo (Becker): e Dio sa quanto entrambe le esperienze siano preziose per il Nole di oggi. La finale tra Andy Murray, sullo sfondo e nella foto qui sotto, e Novak Djokovic, di spalle, è terminata per 3-6 6-1 6-2 6-4 in favore del n.1 del mondo La perfezione costruita Quella di Djokovic non è una perfezione ereditaria o elargita da una qualche divinità ma costruita passo dopo passo, giorno dopo giorno e per questo diventa paradigma cui chiunque può aspirare. Il dropshot di Federer è instillato dagli dei del nostro sport nel braccio di Roger e reso solido dall’applicazione: quello che Djokovic ha messo in mostra nella sua breve ma intensa stagione sulla terra è frutto di tentativi asfissianti, di un timing messo a punto in lunghe ore di tentativi. Guardate il servizio di Nole: non c’è sforzo nel suo movimento. La sua palla sembra accarezzata tanto da apparire, agli occhi dell’osser- batch-point Questa è brutta meteo avverso ma anche, e forse soprattutto, del timore di possibili attacchi terroristici e D) dei controlli–sicurezza esterni, fastidiosi sebbene non troppo approfonditi; E) la sempre più evidente inadeguatezza dell’impianto a ospitare un evento di tale rilevanza e F) l’ostilità con la quale la politica e l’amministrazione pubblica parigine rendono impossibile l’esecuzione degli indispensabili lavoro di ampliamento e miglioramento; G) gli italiani partecipanti al torneo; H) l’ennesimo fallimento di quelli di cui i vati del tennis ci avevano preconizzato l’imminente assunzione nell’Olimpo degli Immortali (adesso è il turno di Thiem, e speriamo che non portino jella pure a lui...); I) l’audio delle telecronache italiane di Eurosport, con una mancanza di sincronizzazione con le immagini che ti faceva sapere in anticipo che cosa stavi per vedere nonché per il respiro ansimante di Adriano Panatta, udibile in sottofondo fra uno sfottò e l’altro ai danni dei colleghi in cabina di commento; L) l’infelice tentativo dei giornali italiani di enfatizzare lo scontato successo di Djokovic facendolo passare per il coronamento di un Grand Slam per realizzare il quale, in realtà, Nole è appena a metà strada. Batch “Questa è brutta”. Fra telecronisti, telecommentatori e opinionisti tv dilaga l’uso - secco, incisivo, eppure allo stesso tempo dolente e amareggiato - della frasetta-refrain che chiosa l’errore banale di un/ una tennista durante la diretta di un match. “Questa è brutta”. Quante volte lo abbiamo sentito dire durante il Roland Garros 2016, uno dei meno memorabili della quasi centenaria storia del torneo su terra rossa più importante del mondo? Se ne sono meritati alcuni persino gli ultimi dèi, Djokovic, Murray, Serenona. Se non me ne sono perso qualcuno io, l’unica risparmiata è stata Garbine Muguruza, cui comunque, con quel fisico e quelle gambe, tutto si può onestamente dire tranne che “questa è brutta”. Durante il Roland Garros 2016, però, un bel “questa è brutta” se lo sono (se lo sarebbero, se qualche media si fosse occupato di tali argomenti) meritato non soltanto tanti giocatori e tante giocatrici ma anche un bel po’ di quanto è stato a monte e a valle del torneo, oltre che nei suoi dintorni. “Questa è brutta” se lo sono meritato, nell’ordine: A) il tempo, com’è ovvio, ma B) anche la gestione del programma di gioco adottata causa pioggia; C) il crollo del numero degli spettatori, figlio non soltanto del 5 circuito maschile vatore non attento, talvolta lenta e talvolta addirittura casuale. Nulla di più sbagliato: il movimento armonico che ha ricamato nel corso degli anni gli permette oggi di ottenere dal servizio molto più (e con minor fatica) di suoi colleghi che dispongono di una prima a velocità superiore e magari devastante; oppure di kick snervanti che rimbalzano più alti del suo. La perfezione è silenziosa, è come la rivoluzione di quello slogan pubblicitario che un noto quotidiano propose molti anni fa: è rivoluzione, ma non russa. La vetta più alta Che Djokovic possa essere considerato oggi l’anticorpo in carne e ossa ai mali tremendi che affliggono lo sport nel suo complesso è probabile e tutto sommato si tratta di un’ipotesi affascinante. Che tale responsabilità non schiacci Nole proprio nell’anno in cui è a poca distanza del raggiungere la vetta più alta della competizione tennistica è auspicabile. Che la perfezione sia anche entusiasmante, ecco su questo si può dibattere. Non solo Djokovic: l’indiano Leander Paes che compirà 43 il 17 giugno prossimo, vincendo il doppio misto al Roland Garros con Martina Hingis, completa un Career Grand Slam anche in questa specialità dopo averlo già realizzato in doppio Junior: un baby parigino a Parigi, Blancaneaux fa sognare i francesi Un parigino a Parigi, per di più inaspettato, è stato l’ evento che ha clamorosamente contraddistinto gli Internazionali Junior di Francia. Sostenuto dal furibondo sostegno del pubblico del Roland Garros, il diciottenne Geoffrey Blancaneaux (nella foto in basso a sinistra) ha sbaragliato la formidabile armata canadese. Ha battuto Benjamin Sigouin nei quarti e Denis Shapovalov - fresco vincitore sul favoritissimo greco Stefanos Tsitsipas - in semifinale, per completare l’ opera, scandita da un eloquente 1-6 6-3 8-6 ai danni di Felix Auger Aliassime, il sedicenne di colore più famoso nel mondo junior. Felix aveva concesso sei game in semifinale al temibile coetaneo Nicola Kuhn, fresco arruolato nelle fila spagnole dopo aver rappresento la Germania sino al 2015. Una accanita fan di Federer, la sedicenne Rebeka Masarova (nella foto a destra), nata a Basilea (come Roger) da padre slovacco e madre spagnola ha fatto centro (7-5 7-5) ai danni della coetanea statunitense Amanda Anisimova, seconda favorita, ma il suo capolavoro si era concretizzato in semifinale nella sfida con la vincitrice del Trofeo Bonfiglio, la russa Olesya Pervushina. Semifinale anche per l’altra sedicenne russa cui si pronostica un brillante avvenire, Anastasia Potapova. La rappresentativa azzurra ha avuto i punti di forza in Federica Bilardo e Lucrezia Stefanini, entrambe approdate agli ottavi partendo dalle qualificazioni. Ma i loro meriti non finiscono qui se si considera che Federica ha lottato tre set con la Masarova e che Lucrezia, poi semifinalista in doppio con Tatiana Pieri (uscita di scena al 1° round in singolare), ha fatto altrettanto di fronte alla Potapova. Apprezzabile anche il cammino percorso da Riccardo Balzerani che ha superato le qualificazioni e il 1° turno ai danni del polacco Matuszewski, oltre a raggiungere i quarti in doppio a fianco del giapponese Shimizu. (Viviano Vespignani) Una racchetta tutta d’oro... per il Career Slam Johan Eliash, patron di Head, ci credeva tantissimo. Tanto da far realizzare per Novak Djokovic una versione speciale, oro, della sua Speed Pro con tanto di custodia e cartoncino personalizzato per le congratulazioni. Oltre ai titoli Slam vinti incisi sul telaio. Una chicca da numeri uno. 6 terza pagina Lilì de Alvarez, prima diva di Spagna Nel giorno in cui nasce la star Muguruza torniamo agli Anni Venti con la sua antesignana, n.2 al mondo, vincitrice dei primi Internazionali d’Italia, tre volte in finale a Wimbledon: una personalità e un talento fuori dagli schemi DI ALESSANDRO MASTROLUCA stesso 1930, ha sempre inteso lo sport in senso contrario al professionismo. Nata all’Hotel Flora di Roma durante uno dei viaggi dei suoi facoltosi genitori, battezzata nella basilica di San Giovanni in Laterano, cattolica ma non retrograda, si definirà alla fine degli Anni ’70 “più che femminista, convinta dell’incontro paritario fra uomo e donna nel matrimonio, favorevole al divorzio, ai metodi contraccettivi e all’aborto purché terapeutico”. C orre l’anno 1931 quando Lilí de Álvarez sconvolge Wimbledon. Si presenta ai Championships con l’antenata degli shorts, una gonna pantalone che Elsa Schiaparelli ha disegnato apposta per lei. Quel giorno la Señorita, come la chiamavano gli inglesi, ha cambiato per sempre l’immagine della donna nello sport. Solo tre anni prima lo scrittore britannico Radclyffe Hall era stato processato per il romanzo The Well of Loliness, considerato osceno, e da allora gli shorts e ogni altra forma di abbigliamento di foggia maschile, se indossate da una donna, erano associati all’omosessualità. In più, Elsa Schiaparelli è praticamente Lady Gaga ottant’anni prima. Disegna gioielli a forma di insetto, attacca scarpe sui cappelli, abbonda di rosa shocking e nei decenni successivi si ispira per le sue collezioni a Cocteau e Dalì. Chi indossa i suoi abiti (compresa la Duchessa di Windsor) si manifesta, scriverà Meryle Secrest, “come una persona individualista e con un forte sense of humor”. Dal biliardo al... tango La partita più bella Quel gesto rimane ancor più delle tre finali a Wimbledon del lustro precedente di Elia Maria González-Álvarez y López-Chicheri, questo il suo nome completo. Alla prima, nel 1926, risale il suo rimpianto maggiore. Contro la britannica Kathleen McKane, sotto gli occhi del re Alfonso XII e della regina Victoria Eugenia di Spagna, Lilì perde il primo set ma rimonta fino ad allungare sul 3-1 40-15. Poi, ha spiegato: “È come se mi fossi dimenticata dove fossi”. Eppure, ha indicato quella finale come la sua partita più bella in carriera, forse perché era comunque riuscita a dimo- strare di essere la migliore in campo. Nei due anni successivi, si fermerà di fronte alla miglior giocatrice dell’epoca, la statunitense Helen Wills. Con il suo tennis moderno, aggressivo e veloce la Señorita, n.2 del mondo in quelle due stagioni, vincitrice a Milano della prima edizione degli Internazionali d’Italia e finalista in doppio misto al Roland Garros con Bill Tilden nello 7 Li ha provati tutti gli sport. A 12 anni batte molti uomini a biliardo, cresce fra la Svizzera, la Germania, la Francia e l’Italia, scia a Saint-Moritz, pattina su ghiaccio, va a cavallo, corre in auto, in moto e vince perfino una gara di tango. Prima atleta spagnola all’Olimpiade insieme a Rosa Torres nel 1924, a 36 lascia lo sport e si dedica al giornalismo. Per il quotidiano argentino La Nación scrive i due articoli “Il grande nemico della stella del tennis, l’ammiratore” e “Il tennis e la donna”. Per il Daily Mail segue la creazione dell’Assemblea Costituente del 1931, la Guerra Civile del ’37-39 e la caduta della seconda Repubblica. Solo molti anni dopo si scoprirà anche l’intimo scambio epistolare, durato sette anni, con la scrittrice Carmen Laforet, autrice di romanzi intrisi di misticismo religioso. Ma la Señorita è soprattutto la prima grande diva sportiva di Spagna. Con quel fisico svelto e solido e l’immancabile fascia sulla testa, compare nelle celebri illustrazioni di Penagos. E finisce immortalata nei versi di Lawn Tennis del poeta Enrique Diez Canedo. “Raccogliendo memorie che si sfumano evoco oggi di nuovo quell’estate che ci unì. E torno al ricordo mio della tua giovanil prestanza di sportswoman”. circuito femminile È Garbiñe Muguruza la nuova étoile mondiale A Parigi ha sfilato lo Slam dalle mani di Serena Williams, che era il suo idolo da piccola. Lei, spagnola nata in Venezuela, è la seconda figlia degli Anni ‘90 a mettere le mani su un major... e punta a diventare la nuova dominatrice La spagnola Garbine Muguruza, n.2 al mondo, ha superato in finale al Roland Garros Serena Williams con il punteggio di 7-5 6-4 DI ANDREA NIZZERO - FOTO GETTY IMAGES E ra il giugno del 1998 quando Arantxa Sanchez Vicario vinceva a Parigi il suo ultimo titolo Slam. Garbiñe Muguruza non aveva ancora cinque anni. Doveva ancora compierne sei quando - poco più di un anno dopo, nel settembre del 1999 - Serena Williams conquistava a New York il suo primo Us Open. Garbiñe viveva ancora in Venezuela, giocava già a tennis e per scegliersi un idolo non ebbe grandi dubbi: Serena, ovviamente. 17 anni dopo, sarebbe riuscita a far piangere il suo idolo diventando la prima don- na spagnola da Arantxa a trionfare in uno Slam, sullo stesso campo. Quella di Garbiñe è una bella storia da qualsiasi angolazione la si guardi, una di quelle in cui tutti escono vincitori, almeno un po’: la protagonista, la Spagna, il Venezuela, il Roland Garros, il tennis in generale. La seconda campionessa Slam nata negli Anni ‘90, generazione fin qui arida di protagonisti, sembra avere un pizzico di carisma e serenità in più rispetto alla prima, Petra Kvitova, per due volte abbagliante campionessa a Wimbledon ma terribilmente incostante altrove. Questa spagnola sembra invece capace di andare oltre, per 8 come ha condotto e vinto questo Roland Garros in cui ha iniziato perdendo il primo set del primo turno dalla Schmiedlova, per poi vincere tutti (ma proprio tutti) i set seguenti. Ora è diventata appena la quinta donna a battere più di una volta Serena in uno Slam (le altre sono sua sorella Venus, Justine Henin, Sam Stosur e Jennifer Capriati). E per la prima volta, il tennis femminile che verrà dopo Serena sembra avere un volto. 1 Viene dal Venezuela Come molti ormai sapranno, la Spagna non basta per parlare delle origini di Garbiñe. Suo padre, uomo circuito femminile d’affari, è spagnolo ma sua madre, il suo luogo di nascita e i suoi primi sei anni di vita sono tutti venezuelani. “Non gioco solo per la Spagna. Gioco per entrambi”, ha detto Muguruza dopo aver trionfato al Roland Garros. La scelta, in realtà, l’ha fatta ed è stata pro-Spagna, ma c’è da crederle quando dice: “il Venezuela ce l’ho nel cuore anche se c’è una bandiera spagnola sotto al mio nome”. Il Paese sudamericano sta vivendo uno dei periodi peggiori della sua storia: il crollo del petrolio e la crisi economica hanno fatto precipitare la situazione nel caos, con supermercati vuoti, stallo totale dei servizi pubblici e una popolazione sempre più affamata e arrabbiata. La vittoria di Garbiñe porterà almeno qualche sorriso, un’altra merce che a Caracas di questi tempi scarseggia. 2 “Non c’è provare”... A quanto pare, Muguruza non ha bisogno di molti tentativi per riuscire. Nel 2012, al debutto assoluto in un tabellone principale WTA, Garbiñe centrò il quarto turno a Miami, battendo tra le altre Flavia Pennetta e l’ex n.2 del mondo Vera Zvonareva. In carriera ha disputato appena sei finali e vinto tre titoli, uno solo su terra battuta: un bilancio quasi da novellina, non fosse che in mezzo ci sono una finale a Wimbledon, un titolo a Pechino, uno al Roland Garros. Insomma, per dirla con il maestro Yoda, Garbiñe è una da “Fare, o non fare. Non c’è provare”. 3 Speranza vana La consapevolezza sembra essere una delle armi più affilate della nuova numero 2 del mondo. Sa di essere forte, sa di meritarsi i successi che ottiene, sapeva di poter battere Serena. Sa anche di essere bella, in uno sport come il tennis femminile che non si è ancora liberato di certi fardelli. Al contrario dei colleghi uomini, le donne e i loro successi sono valutati (anche) in base al loro aspetto: gli insulti velati alla Bartoli vincitrice a Wimbledon, gli apprezzamenti su Garbine al Roland Garros sono facce opposte della stessa medaglia. “Spero che il successo femminile si normalizzi e si smetta di far notare che ‘oltre a giocare bene è anche carina’”, ha detto Garbiñe in un’intervista di un paio di mesi fa a El Mundo. Una speranza (per ora) vana. 9 circuito femminile 4 Vamos Garbiñe “E’ vero che Garbiñe è cambiata. Garbiñe è cambiata in fretta”, ha detto... Garbiñe durante la settimana scorsa al Roland Garros. Insomma, Garbiñe non è immune dalla schizofrenia del tennista e parla con se stessa in terza persona. Non solo sul campo. 5 Idoli sì, ma fino a un certo punto In uno dei video che ha postato la scorsa settimana, in un momento di relax durante il Roland Garros, Garbiñe si esibisce in uno spiritoso - ma tutto sommato abbastanza ispirato - playback di “Mine”, canzone di Beyonce e Drake, che insieme a Kanye costituiscono buona parte delle preferenze musicali della Muguruza. A ben pensarci, in una volta sola è riuscita a deludere quattro dei suoi più grandi idoli: le star sono amiche e tifose (nel caso di Drake anche qualcosa in più) di Serena, di cui era tifosissima da bimba. 6 Bomba Non era esattamente imprevedibile il fatto che Garbiñe diventasse immediatamente una “trendsetter”, una cioè che segna la moda. Vogue le ha già riservato diversi articoli, uno dei quali dedicato... ai suoi capelli, definiti letteralmente “una bomba”. Dotata di un gusto ispanico particolare nel vestire, con una predilezione per le stampe e i colori, suo malgrado è destinata a diventare una modella inconsapevole. 7 Coach Sumyk 8 Il tweet di Masha Le cose cambiano in fretta: il 22 aprile perdeva con un secco 6-0 da Kvitova (prima vittoria dell’anno contro una Top... 30!), a Stoccarda, mostrando pochissima empatia con il suo coach Sam Sumyk. Durante i tornei Wta, quando il coach può essere chiamato in campo, non è raro vederli battibeccare vivacemente. Famosa è rimasta la sua risposta scocciata a Sumyk, a Doha in febbraio: “Dimmi qualcosa che non so!”. Visto l’ottimo rendimento negli Slam e l’inizio di stagione deludente, viene da chiedersi se va meglio perché è da sola. In realtà la loro collaborazione le ha portato i migliori frutti della sua giovane carriera: Pechino e Parigi. persino una collega che quasi sicuramente sente una fitta allo stomaco ogni volta che vede il tennis in televisione. Maria Sharapova, lontana anni luce dal campo che le ha regalato alcune delle soddisfazioni più belle della sua carriera, ha dedicato a Garbiñe un tweet dolcissimo, che va molto poco d’accordo con l’immagine di gelida siberiana che molti hanno di lei: “Vedere quel sorriso dopo il primo successo in un Grand Slam è il motivo per cui si gioca a tennis. Nient’altro conta davvero. Rispetto”. 9 Ipse dixit... Mou Oltre alla gioia per il trionfo in sé, Garbiñe si è tolta la grande soddisfazione di smentire Patrick Mouratoglou. Il coach francese ave- Garbiñe è riuscita a conquistare 10 va detto e ripetuto che l’incontro era nelle mani di Serena. Garbiñe ha fatto parlare i fatti, prima di dire la sua: “Non sono d’accordo. Il mio tennis stava dominando oggi, e ne abbiamo la prova”. Vedere la numero 1 del mondo presa a pallate (e non è la prima volta: sullo stesso campo prese 6-2 6-2 nel 2014, la sconfitta più pesante di Serena in uno Slam) è ben diverso dal vederla autodistruggersi, cosa che determina il 95% delle sconfitte della numero 1 del mondo. 10 “La foto que quería” Questa (quella qui sotto, ndr) è la foto che le piace. Piace anche a noi. Benvenuta tra i grandi, Garbiñe... i numeri della settimana Nole, l’uomo dei record I primi 25 del ranking Atp DI GIORGIO SPALLUTO - FOTO GETTY IMAGES 16.950 la quota record di punti in classifica di Novak Djokovic (nella foto) che, con il successo conquistato a Parigi, ha migliorato il primato precedente di 16.790 fatto registrare a inizio 2016. 101.917.404 i dollari accumulati in carriera dal numero 1 del mondo che, grazie al jackpot conquistato a Parigi (2 milioni di euro), è diventato il primo tennista nella storia a quota 100 milioni. 3 i tennisti ad aver detenuto contemporaneamente tutti e 4 i titoli dello Slam. Prima di Novak Djokovic c’erano riusciti Donald Budge che vinse il 4° Slam consecutivo al Roland Garros del 1938, e Rod Laver vincitore di tutti e 4 i major nel 1962 e 1969. 5 le finali Slam vinte da Novak Djokovic dopo aver perso il 1° set: Australian Open 2008 (su Tsonga), 2012 (Nadal) e 2013 (Murray), Wimbledon 2014 (Federer) e Roland Garros 2016. Il serbo ha eguagliato un’impresa riuscita nella storia al solo Bill Tilden. 12 le edizioni del Roland Garros giocate da Djokovic prima di conquistare il suo 1° titolo. Nessuno nell’Era Open aveva vinto il suo 1° Roland Garros avendo dovuto giocare così tante volte in precedenza. Migliorato il primato di Andre Agassi, Andres Gomez, Roger Federer e Stan Wawrinka, vincitori per la prima volta a Parigi all’11° tentativo. Pos. Nome (nazionalità) 1 Novak Djokovic (SRB) 2 Andy Murray (GBR) 3 Roger Federer (SUI) 4 Rafael Nadal (ESP) 5 Stan Wawrinka (SUI) 6 Kei Nishikori (JPN) 7 Dominic Thiem (AUT) 8 Tomas Berdych (CZE) 9 Milos Raonic (CAN) 10 Richard Gasquet (FRA) 11 David Goffin (BEL) 12 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 13 Marin Cilic (CRO) 14 David Ferrer (ESP) 15 Gael Monfils (FRA) 16 Roberto Bautista Agut (ESP) 17 John Isner (USA) 18 Gilles Simon (FRA) 19 Nick Kyrgios (AUS) 20 Kevin Anderson (RSA) 21 Viktor Troicki (SRB) 22 Feliciano Lopez (ESP) 23 Bernard Tomic (AUS) 24 Benoit Paire (FRA) 25 Pablo Cuevas (URU) I primi 25 italiani del ranking Atp Punti 16950 8915 6655 5405 5035 4290 3105 3030 2965 2905 2840 2725 2605 2560 2290 2150 2100 1855 1855 1760 1670 1630 1625 1596 1450 Le prime 25 del ranking Wta Pos. Nome (nazionalità) 1 Serena Williams (USA) 2 Garbine Muguruza (ESP) 3 Agnieszka Radwanska (POL) 4 Angelique Kerber (GER) 5 Simona Halep (ROU) 6 Victoria Azarenka (BLR) 7 Roberta Vinci (ITA) 8 Belinda Bencic (SUI) 9 Venus Williams (USA) 10 Timea Bacsinszky (SUI) 11 Petra Kvitova (CZE) 12 Svetlana Kuznetsova (RUS) 13 Flavia Pennetta (ITA) 14 Samantha Stosur (AUS) 15 Carla Suarez Navarro (ESP) 16 Madison Keys (USA) 17 Karolina Pliskova (CZE) 18 Johanna Konta (GBR) 19 Elina Svitolina (UKR) 20 Sloane Stephens (USA) 21 Dominika Cibulkova (SVK) 22 Sara Errani (ITA) 23 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) 24 Jelena Jankovic (SRB) 25 Ana Ivanovic (SRB) 12 Punti 8330 6766 6080 5620 4471 4221 3405 3260 3116 2800 2768 2755 2723 2700 2695 2592 2360 2250 2226 2150 2081 2030 1960 1940 1910 Pos. Rank. 1 34 2 40 3 57 4 112 5 127 6 133 7 168 8 172 9 183 10 206 11 237 12 253 13 262 14 269 15 277 16 279 17 287 18 299 19 316 20 321 21 323 22 330 23 349 24 359 1515 25 374 Nome Fabio Fognini Andreas Seppi Paolo Lorenzi Thomas Fabbiano Marco Cecchinato Simone Bolelli Luca Vanni Alessandro Giannessi Filippo Volandri Andrea Arnaboldi Federico Gaio Salvatore Caruso Matteo Donati Matteo Viola Alessandro Bega Lorenzo Giustino Gianluca Naso Roberto Marcora Flavio Cipolla Edoardo Eremin Lorenzo Sonego Gianluca Mager Francisco Bahamonde Marco Bortolotti Riccardo Bellotti Punti 1170 1095 855 536 468 442 314 311 298 255 219 205 192 186 182 180 174 162 151 149 148 144 130 127 122 Le prime 25 italiane del ranking Wta Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Rank. Nome Punti 7 Roberta Vinci 3405 13 Flavia Pennetta 2723 22 Sara Errani 2030 47 Camila Giorgi 1230 93 Karin Knapp 764 110 Francesca Schiavone 592 301 Martina Caregaro 134 303 Giulia Gatto-Monticone 134 304 Anastasia Grymalska 134 329 Cristiana Ferrando 117 356 Nastassja Burnett 105 359 Alice Matteucci 103 370 Gioia Barbieri 98 373 Jessica Pieri 96 416 Corinna Dentoni 81 426 Martina Trevisan 77 443 Georgia Brescia 71 447 Alberta Brianti 69 458 Martina Di Giuseppe 66 483 Jasmine Paolini 59 487 Claudia Giovine 57 490 Angelica Moratelli 57 514 Bianca Turati 52 515 Alice Balducci 52 526 Camilla Scala 50 il tennis in t Dal Queen’s ad Halle bledon per lo svizzero. Sarà un gran concentrato di tennis Atp, con la linea rimpallata tra i due tornei. Si parte, day by day, proprio dalla Germania, dove si gioca il Gerry Weber Open, evento 500 con 1 milione e 700 mila euro di montepremi. Collegamenti già all’ora di pranzo, da mezzogiorno in poi. Alle 19.00 live dal Queen’s Queen’s Club, Londra: nel 2015 vinse Andy Murray. Live su SuperTennis ogni pomeriggio dal 13 giugno (Getty Images) I Il tennis tutto verde ci farà compagnia per tutto il pomeriggio. E fino all’ora di cena, anzi oltre. Perché dalla Gran due grandi classici della stagione sull’erba, entrambi in diretta su SuperTennis Tv. Il primo assaggio è già arrivato questa settimana, con i tornei maschile e femminile di ‘s-Hertogenbosch (tecnicamente non si tratta di un vero e proprio evento combined). Ora Londra, sponda Queen’s, il club della Regina, e in contemporanea l’erba tedesca tanto cara a Roger Federer, tradizionale appuntamento pre-Wim- Bretagna in palinsesto c’è una sorta di sessione serale a partire dalle ore 19 (complice il fuso orario, un’ora indietro rispetto all’Italia). L’evento Atp Atp 500, da quasi due milioni di euro di montepremi, ha aperto la strada ai futuri vincitori di Wimbledon ben 7 volte: è successo a McEnroe, a Connors, a Becker, Nadal e Hewitt. Ultimo, nel 2013, all’idolo di casa Andy Murray, che su quest’erba è ormai un habitué, oltre che il campione uscente. Lo spettacolo è assicurato. Due appuntamenti in Italia, da Milano a Caltanissetta Da Nord a Sud, dai campioni di dopodomani ai professionisti del circuito challenger. SuperTennis Tv porta nelle case degli appassionati anche i grandi eventi di casa nostra. Si comincia sabato 11, quando nel tardo pomeriggio verranno trasmesse le finali del Torneo Avvenire del Tc Ambrosiano, a Milano. Si tratta di uno degli eventi Under 16 più importanti al mondo (categoria 1 Tennis Europe). Domenica, live dalle 18, la finale del Challenger siciliano di Caltanissetta, con i suoi 125 mila dollari di montepremi tra i più ricchi della stagione italiana. Finali a ‘S-hertogenbosch domenica alle 12.00 e alle 14.30 Giovedì 9 Venerdì 10 00:00 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 02:00 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 04:00 - Reloaded ATP Master 1000 Roma 05:00 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 07:15 - I Miti del Foro 07:45 - Tennis Magazine 08:15 - Magazine ATP 08:45- La Voce delle Regioni 09:00 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 11:00 - LIVE ATP S’Hertogenbosch 12:30 - LIVE WTA S’Hertogenbosch 14:30 - LIVE ATP S’Hertogenbosch 16:30 - LIVE WTA S’Hertogenbosch 18:15 - La Voce delle Regioni 18.30 - News 18:35 - Tennis Magazine 19:00 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - News 21:05 - Tennis Parade 21:30 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 23:30 - Tennis Magazine 00:00 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 02:00 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 04:00 - Magazine ATP 04:30 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 06:15 - ATP 500 Barcellona (replica) 08:15 - Tennis Magazine 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 11:00 - LIVE WTA S’Hertogenbosch 12:30 - LIVE ATP S’Hertogenbosch 14:30 - LIVE WTA S’Hertogenbosch 16:30 - LIVE ATP S’Hertogenbosch 18:15 - La Voce delle Regioni 18.30 - News 18:30 - Tennis Parade 19:00 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 20:45- La Voce delle Regioni 21:00 - News 21:05 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 23:00 - WTA S’Hertogenbosch (replica) Sabato 11 01:00 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 03:00 - Tennis magazine 03:30 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 05:30 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 07:30 - Reloaded ATP Master 1000 Roma 08:30 -Tennis Parade 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 11:00 - LIVE WTA S’Hertogenbosch 12:30 - LIVE ATP S’Hertogenbosch 14:30 - LIVE WTA S’Hertogenbosch 16:30 - LIVE ATP S’Hertogenbosch 18.25 - News 18:30 - Trofeo Avvenire (differita) 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 23:30 - ATP S’Hertogenbosch (replica) Domenica 12 01:00 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 03:00 - ATP S’Hertogenbosch (replica) 05:00 - Trofeo Avvenire (replica) 07:00 - Trofeo Avvenire (replica) 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA S’Hertogenbosch (replica) 11:00 - Reloaded ATP Master 1000 Roma 12:00 - LIVE WTA S’Hertogenbosch Finale 14:00 - Magazine ATP 14:30 - LIVE ATP S’Hertogenbosch Finale 16:30 - Tennis Magazine 17.00 - News 17:05 - Reloaded ATP Master 1000 Roma 18:00 Finale Challenger Caltanissetta 20:30 - I Miti del Foro 21.00 - News 21:05 - WTA S’Hertogenbosch Finale (replica) 23:00 - ATP S’Hertogenbosch Finale (replica) 14 Lunedì 13 01:00 - Challenger Caltanissetta (replica) 03:00 - Trofeo Avvenire (replica) 04:30 - Trofeo Avvenire (replica) 06:00 - WTA S’Hertogenbosch Finale (replica) 08:00 - ATP S’Hertogenbosch Finale (replica) 10:00 - Challenger Caltanissetta (replica) 12:00 - LIVE ATP 500 Halle 13:30 - LIVE ATP 500 Queen’s 17:30 - LIVE ATP 500 Halle 19:00 - LIVE ATP 500 Queen’s 21:00 -ATP 500 Halle (differita) 22:45 - La Voce delle Regioni 23:00 - ATP Halle (replica) Martedì 14 00:00 - ATP Queen’s (replica) 02:00 - ATP Halle (replica) 04:00 - Tennis Magazine 04:30 - ATP Queen’s (replica) 06:15- ATP Halle (replica) 08:00 - ATP Queen’s (replica) 09:45 - ATP Halle (replica) 11:45 - La Voce delle Regioni 12:00 - LIVE ATP 500 Halle 13:30 - LIVE ATP 500 Queen’s 17:30 - LIVE ATP 500 Halle 19:00 - LIVE ATP 500 Queen’s 21:00 -ATP 500 Halle (differita) 22:45 - La Voce delle Regioni 23:00 - ATP Halle (replica) Mercoledì 15 00:30 - ATP Queen’s (replica) 02:15 - ATP Halle (replica) 04:00 - ATP Queen’s (replica) 05:45 - ATP Halle (replica) 07:45 - La Voce delle Regioni 08:00 - ATP Queen’s (replica) 09:45 - ATP Halle (replica) 11:45 - La Voce delle Regioni 12:00 - LIVE ATP 500 Halle 13:30 - LIVE ATP 500 Queen’s 17:30 - LIVE ATP 500 Halle 19:00 - LIVE ATP 500 Queen’s 21:00 -ATP 500 Halle (differita) 22:45 - La Voce delle Regioni 23:00 - Tennia Magazine 23:30 - Magazine ATP NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali lo studio Provato: il tennis non fa venire la scoliosi Lo dimostra una ricerca ISICO su 300 dodicenni: racchette e guai fisici alla colonna vertebrale non hanno relazione. Lo studio è stato accolto e pubblicato dalla rivista scientifica European Spine Journal L o studio porta la firma dell’Isico, l’Istituto scientifico italiano colonna vertebrale. A pubblicarlo è stata la rivista scientifica europea “European Spine Journal”. Il tennis non fa male alla schiena, è il risultato, per altro già noto agli addetti ai lavori e agli appassionati ben informati. La ricerca si chiamava “Adolescent agonistic tennis and spinal deseases, what’s the con nection? Results from a cross-sectional study”. Traduzione: il tennis agonistico giovanile e le malattie spinali, qual è la connessione? Risultati da uno studio trasversale. Sono stati presi a campione 300 ragazzi di 12 anni, 100 di loro erano tennisti agonisti (50 maschi e 50 femmine) gli altri no. I dati raccolti non hanno evidenziato alcuna differenza tra giocatori e non giocatori. Nessuna relazione tennis-mal di schiena Lo studio è stato ripreso dalla stampa, tra cui in Italia anche da Repubblica.it che ha evidenziato, tramite le parole degli esperti, come non c’è relazione alcuna tra mal di schiena, scoliosi e tennis. Il tutto anche grazie ai materiali delle racchette e alle tecnologie. Certo, è sempre importante affidarsi a insegnanti qualificati e combinare un corretto utilizzo della preparazione atletica e dei giusti esercizi fisici. Oltre al buonsenso dunque ora anche la scienza conferma che non esistono controindicazioni di alcun genere, né motivi validi per considerare il tennis uno sport a rischio. Tanto meno esistono motivi per sconsigliarne la pratica. Dunque, è Lo studio dell’ISICO è stato pubblicato sulla rivista scientifica European Spine Journal (qui sopra) ora di finirla con i luoghi comuni, basati sul nulla. O peggio, è ora di finirla con le balle. Il tennis non solo non fa male, ma fa pure bene: aiuta a crescere fisicamente e mentalmente, in campo e fuori. Non è un caso che il numero dei bambini che affolla le scuole Sat riconosciute dalla Fit sia sempre in crescita, così come i tesserati. Sempre di più sono i ragazzini che scoprono la magia del tennis e sempre di più sono i genitori che decidono di affidare i loro figli e le loro figlie agli Insegnanti riconosciuti dall’Istituto Superiore di Formazione secondo le metodologie e le tecniche più avanzate, sicure e moderne. 15 La ricerca ISICO ripresa dalla stampa italiana: qui sopra, la notizia su Repubblica.it circuito fit tpra Loro hanno vinto... gli Internazionali 600 tennisti da tutti Italia, oltre 200 match al giorno, grande entusiasmo. La prima edizione della tappa SuperSlam a Roma è stata un vero successo. Ecco volti e profili dei campioni-amatori alla conquista del Foro DI ALESSANDRO NIZEGORODCEW BARBARA CRIMAUDO FOTO A ll’ombra dei pini, tra le statue, sognando di essere Roger Federer o Serena Williams. Gli Internazionali d’Italia Amatoriali Fit-Tpra hanno data la chance a tutti, dall’impiegato alla casalinga, dal musicista all’imprenditrice, di calcare i campi del Foro Italico. Lì dove poche settimane orsono i grandi campioni del circuito internazionale si erano dati battaglia per l’agognato titolo di Roma, alcuni dei migliori amatori dello Stivale si sono affrontati in luoghi da leggenda, a partire dal Campo Pientrangeli. Una manifestazione di grande successo, che ha coinvolto più di 600 tennisti e visto disputarsi oltre 200 incontri al giorno. “Siamo contentissimi e soddisfatti di come siano andate 16 circuito fit tpra Profili, professioni e idoli: chi sono i campioni-amatori le cose - racconta Enzo De Palo, uno dei responsabili dell’evento insieme a Max Fogazzi e Marcello Sportelli - e per prima cosa mi sento di ringraziare Daniela Congia e Mauricio Rosciano che sono stati straordinari, due vere e proprie macchine da guerra nell’organizzazione di un torneo così. Nonostante la forte pioggia che ha condizionato la prima giornata di match, siamo riusciti a chiudere la manifestazione nei quattro giorni concordati. Cosa migliorare? Vorremmo evitare che gli amatori possano iscriversi a più tabelloni, così da dare più opportunità di arrivare in fondo, ma il bilancio è più che positivo”. “Qui ho visto Nadal” Open Maschile Open Femminile Massimiliano Spadoni Luogo e data di nascita: Roma, 06/06/1967 Altezza: 180 cm Peso: 82 kg Circolo: Tc Garden Roma Professione: Impiegato informatico al Ministero degli Esteri Colpo Migliore: Diritto Superficie Preferita: Terra battuta Giocatore Preferito: Roger Federer Laura Tonelli Luogo e data di nascita: Grosseto, 03/03/1965 Altezza: 160 cm Peso: 52 kg Circolo: Ct Grosseto Professione: Impiegata Colpo Migliore: Diritto Superficie Preferita: Terra battuta Giocatore Preferito: David Ferrer L’atmosfera magica del Foro Italico, a così pochi giorni dall’ultimo atto degli Internazionali Bnl d’Italia, ha fatto letteralmente girare la testa a tutti i partecipanti, che hanno strabuzzato gli occhi dal primo all’ultimo giorno. “Non credo sia possibile contare il numero di fotografie scattate durante queste lunghe giornate - prosegue De Palo -. Gli amatori erano entusiasti non soltanto di calcare quei campi da leggenda, ma anche di poter passeggiare lì dove, durante il torneo ‘vero’, soltanto chi possiede il badge può avventurarsi”. E allora non è insolito Limit 45 femminile Limit 65 maschile Limit 45 maschile Federica Patruno Luogo e data di nascita: Savona, 26/06/1967 Altezza: 162 cm Peso: 57 kg Circolo: Ct Grosseto Professione: Imprenditrice Colpo Migliore: Diritto incrociato Superficie Preferita: Terra battuta Giocatore Preferito: Rafael Nadal Massimiliano Fiola Data di nascita: 20/07/1965 Altezza: 180 cm Peso: 72 kg Circolo: Tc Milano Bonacossa Professione: Immobiliarista Colpo Migliore: Diritto Superficie Preferita: Terra battura Giocatore Preferito: Rafael Nadal Alessandro Tesio Data di nascita: 03/03/1974 Altezza: 183 cm Peso: 83 kg Circolo: Tc Bergamo Professione: Direttore finanziario Colpo Migliore: Rovescio Superficie Preferita: Cemento Giocatore Preferito: Novak Djokovic Finale: Massimiliano Spadoni b. Simone De Luca 6-4 Finale: Federica Patruno b. Alessia Grossi 6-2 Finale: Laura Tonelli b. Veronica Cassinelli 6-3 Finale: Massimiliano Fiola b. Giuseppe Aureli 6-3 17 Finale: Alessandro Tesio b. Guglielmo Nolano 6-5 circuito fit tpra scovare un paio di signori scattare foto tra le siepi dei viali che vengono percorsi da chi esce dal GrandStand per tornare negli spogliatoi. “Qui ho visto passare Nadal prima del suo allenamento”, si intuisce aguzzando l’udito. “Il livello tecnico-tattico e fisico non è stato straordinario - chiosa De Palo - ma è normale e giusto che sia così. Quesa è la filosofia del Tpra: anche chi non è in grande forma, o chi non possiede colpi puliti e potenti, può divertirsi durante i nostri tornei, che mese dopo mese vedono aumentare il numero degli iscritti. Per non parlare del tempo da dedicare a questi eventi, che può essere di soli 2/3 giorni, di un weekend o addirittura di una singola giornata. Il tennis è anche e soprattutto questo e noi cerchiamo di assecondare i bisogni e i desideri degli amatori grazie all’enorme forza organizzativa della Federazione”. Doppio Open Maschile Doppio Open Femminile Finale: P.Husband/M.Husband b. Bonanomi/ Damosso 9-7 (al centro, Mara Santangelo) Finale: M. Iovino / P. Nan b. F. Patruno/ L.Tonelli 9-5 Doppio lim. 130 maschile Doppio Misto Open Finale: M.Zanolo/A.Limuti b. A.Zanini/F Pisapia 9-6. Finale: Chiadroni/Tripodi b. Biolo/Cassinelli 9-7. Cose da.. amatori: la Top 5 degli Internazionali di Roma 1 C’è chi non si è presentato in campo per il secondo turno. Chiamato telefonicamente ha così risposto: “No, guardi, mi scuso ma sto accompagnando i miei figli a lezione di pianoforte. Il mio obiettivo era giocare e vincere una partita nell’impianto in cui si disputano gli Internazionali d’Italia. Non mi faccia sporcare il mio ruolino di marcia al Foro Italico... Grazie e mi scusi ancora”. 2 C’è chi ha scattato un selfie durante il proprio match sul Campo Pientrangeli e lo ha subito inviato tramite whatsapp al suo maestro. “Tu qui non ci hai mai giocato, io sì!”. 3 4 C’è chi, dopo aver vinto il match sul Campo Pietrangeli, si è fatto fotografare “spiaggiato” accanto alla scritta “Roma”. Durante un match si è rotta una rete. Gli addetti al campo hanno tirato fuori la prima rete che hanno trovato, guarda caso quella della finale femminile, con tanto di logo, degli Internazionali BNL d’Italia. Ma non si è ripreso subito a giocare perché tutti i presenti hanno voluto scattare un selfie con... la rete Wta. 5 La famiglia di 7 amatori che dalla Toscana è giunta a Roma in Camper, dormendo a un metro dal Foro Italico, per poter vivere pienamente l’esperienza degli Internazionali d’Italia Amatoriali 24 ore su 24. 18 paddle Un circuito... mondiale Si chiama WPT ed è fatto di 21 appuntamenti tra tornei ed esibizioni. A fine stagione lo show del master di Madrid (14 al 18 dicembre). Ci sono 4 categorie di eventi, tra cui anche i corrispettivi degli “Slam” DI GIAMPAOLO MARTIRE È da qualche mese entrata nel vivo la stagione di tornei del principale circuito di padel mondiale, il World Padel Tour (WPT). Il calendario del WPT 2016 si compone di 21 appuntamenti tra tornei ed esibizioni, che culmineranno con lo show master finale di Madrid, in programma dal 14 al 18 dicembre. Il circuito nasce da una costola del precedente circuito pro spagnolo, il Padel Pro Tour ed è evidente che al momento “parli” principalmente spagnolo. Dei 21 appuntamenti attuali complessivi ben sedici si disputano in terra iberica. A rendere il circuito un appuntamento sempre più prestigioso sono gli sponsor che stanno accorrendo velocemente. 4 categorie di tornei I tornei si suddividono in quattro categorie: 4 master (gli equivalenti degli slam nel tennis: Valencia, Barcellona, Buenos Aires e Monte-Carlo), 10 Open (un misto tra Masters 1000 e 500) e 4 challenger (Atp 250) cui non possono partecipare i primi 20 nella classifica WPT. Chiude il master finale di Madrid (richiama alla mente l’Atp Masters di fine anno). Quest’anno inoltre sono state introdotte le due prove non ufficiali, le “exhibitions” di Roma e Miami. A differenza del tennis, nel padel ovviamente, vista la giovinezza dello sport, non esiste un torneo “storico” tanto quanto Wimbledon e il Roland Garros. Esistono però delle città storiche, dove tradizionalmente si disputano i tornei principali e più prestigiosi. Spiccano in particolare le maggiori città spagnole: la capitale Madrid, prima al Club de Campo e poi indoor alla Caja Màgica, e Barcellona al Real Club de Polo, oltre naturalmente a Buenos Aires. Volendo fare dei paragoni con il tennis il Master di Barcelona è forse quello che si avvicina per prestigio a Wimbledon, quello di Buenos Aires, per storicità della regione, al Roland Garros, mentre per innovazione e servizi spicca quello di Valencia (al pari dell’Australian Open) e sta invece tentando di calamitare media e sponsor quello di Monte-Carlo (come accade agli Us Open). Il calendario Ogni torneo ha un numero di coppie variabili a seconda della tipologia e prevede un tabellone principale composto da 32 coppie nei Master (28 negli Open - 16 nei Challenger), un tabel- lone di qualificazione (pre-via) con 16 coppie (ne passano 4 al main) e di pre qualificazione (fino a 32 coppie, 8 promosse). Gli appuntamenti extra iberici del WPT 2016 hanno riguardato come detto anche l’Italia, con l’esibizione al Foro Italico di Roma in concomitanza con gli Internazionali BNL d’Italia, vinta da dalla coppia Navarro-Gutierrez. A completare il calendario al di fuori della Spagna il challenger di Lisbona, il master di Monte-Carlo di settembre, e due appuntamenti oltre oceano nel mese di novembre: il master di Buenos Aires e l’esibizione a Miami. Ad aprire la stagione 2016 è stato l’Open di Gijòn mentre dal 16 al 24 aprile teatro del padel mondiale è stata Valencia, con il primo master della stagione (con 141 coppie il torneo con più partecipanti nella storia del WPT). Proprio a Valencia, nel 2015, giocò anche la nostra Sara Errani in coppia con Anabel Medina Garrigues (sconfitte al 2° turno). Prossimo torneo WPT? A Monte-Carlo Per il prossimo master bisognerà ora attendere qualche mese. Dal 6 all’11 settembre, il circuito WPT si sposterà nel principato di Monaco, dove per il secondo anno si svolge il prestigioso master di Monte-Carlo. Ad impreziosire la seconda edizione, il Fabrice Pastor Trophy, trofeo che verrà assegnato ai vincitori e creato appositamente per l’occasione da un notissimo brand di gioielli. Il tour dei master proseguirà poi in Argentina, terra natia del n.1 Belasteguin, dal 7 a 13 novembre con il torneo nella capitale Buenos Aires. Chiuderà la stagione 2016 il master finale di Madrid. Tutti i più grandi padelisti saranno nella pista della capitale spagnola dal 14 al 18 dicembre. 19 personal coach Sfide di rovescio: una mano contro due In semifinale al Roland Garros c’erano due giocatori dal colpo a due mani e due a una mano: analizziamo le differenze tra i due stili valutando quattro aspetti tecnici fondamentali, tra biomeccanica e muscoli utilizzati VOLTURO, R. LOMBARDI DI G ENNARO I.S.F. L e semifinali maschili dell’ultima edizione del Roland Garros sono state caratterizzate dal confronto tra quattro attaccanti da fondo campo come Djokovic, Murray, Wawrinka e Thiem. Per quanto la tipologia di gioco sia la stessa, è interessante evidenziare come due di tali tennisti eseguano il rovescio a una mano peraltro con una prestazione molto elevata. Di seguito analizzeremo alcune delle differenze tecniche tra rovescio bimane e rovescio a una mano, evidenziando anche come esse possano incidere sullo stile di gioco. 1 Il rovescio bimane di Andy Murray L’ampiezza della preparazione I giocatori a due mani eseguono movimenti di preparazione non particolarmente ampi posizionando l’attrezzo in linea con l’anca posteriore al termine della fase di arretramento (vedi immagine 1). Al contrario i giocatori a una mano necessitano di una rotazione maggiore della racchetta che porta la stessa ad assumere una direzione obliqua piuttosto che perpendicolare alla rete al termine della preparazione. Tale aspetto tecnico implica un differente posizionamento dell’atleta nella fase di costruzione del punto. Infatti chi esegue il rovescio a una mano è portato ad allontanarsi maggiormente dalla riga di fondocampo rispetto al giocatore bimane, in modo da poter produrre un movimento di preparazione più ampio senza che ciò comporti problematiche in termini di timing. Ne possono conseguire 2 Il rovescio a una mano di Stanislas Wawrinka 20 personal coach la distanza dell’attrezzo dal punto di impatto. Al contrario chi esegue il rovescio a due mani può eseguire un movimento di preparazione più compatto producendo circa 90° di torsione delle spalle, in quanto ha il vantaggio di applicare forza non soltanto con l’arto dominante ma anche con l’arto non dominante. Durante la fase di accelerazione, mentre i giocatori a due mani attraverso la torsione del tronco riescono a generare un incremento della velocità dell’attrezzo, i giocatori a una mano hanno l’esigenza di ridurre al minimo la torsione del tronco grazie all’azione di stabilità svolta dall’arto non dominante (vedi immagini 2 e 4). Solo in tal modo è possibile colpire la palla allontanando l’attrezzo dall’asse di rotazione attraverso l’estensione del gomito e il movimento orizzontale dell’arto dominante. Il decremento della torsione del tronco in fase di accelerazione rende più semplice l’esecuzione del rovescio lungolinea (non a caso anche i giocatori bimani in tal caso tendono ad assumere una stance più chiusa) e garantisce notevoli benefici per quanto concerne la prevenzione degli infortuni alla regione lombare, che sono molto più frequenti per chi esegue il rovescio a due mani. 3 Il rovescio a due mani di Novak Djokovic difficoltà nel togliere tempo all’avversario a meno che il tennista non disponga di elevate capacità di forza (vedi Wawrinka, immagine 2) che gli consentano di essere particolarmente aggressivo anche da posizioni arretrate. 4 Il rovescio a una mano di Thiem La “stance” Chi esegue il rovescio a una mano applica forza impiegando prevalentemente i muscoli posteriori della spalla (deltoide posteriore, trapezio ecc.) e pertanto ha l’esigenza di assumere una stance chiusa affinché possa accumulare energia elastica nella muscolatura della parte superiore del corpo al termine del movimento di preparazione. Al contrario i giocatori bimani possono eseguire il rovescio anche assumendo stance aperte (vedi immagine 3) in quanto applicano forza impiegando prevalentemente la muscolatura della parte anteriore del corpo (in riferimento all’azione dell’arto dominante). Da un punto di vista tattico ciò garantisce notevoli benefici nella gestione dei recuperi laterali difensivi e nella risposta al servizio, situazioni di gioco in cui l’open stance è particolarmente vantaggiosa. Per i giocatori a una mano la stance chiusa può comportare alcune pro- L’impiego della catena cinetica blematiche nei tempi di recupero della posizione ottimale a seguito dell’esecuzione del colpo (vedi immagini 2 e 4). La torsione del tronco Chi esegue il rovescio a una mano produce circa 120° di torsione delle spalle durante la fase preparazione. Ciò è funzionale a incrementare 21 Come è stato evidenziato in articoli precedenti, i giocatori a una mano possono beneficiare dell’impiego di una catena cinetica aperta con maggiori gradi di libertà di movimento delle articolazioni rispetto a quelli presenti nel rovescio bimane che è un’abilità caratterizzata dall’impiego di una catena cinetica chiusa. Ciò rende più agevoli i movimenti di rotazione del braccio attorno alla spalla e di estensione del gomito e favorisce anche una maggiore ampiezza di movimento degli arti superiori durante la fase di accelerazione. Per contro chi esegue il rovescio a due mani può svolgere, con i segmenti degli arti superiori, una maggiore azione di contrasto alla palla al momento dell’impatto. Tale vantaggio si avverte nell’esecuzione della risposta al servizio o quando il tennista deve fronteggiare impatti particolarmente elevati. racchette e dintorni Scusi, che tennis è? Te lo dice l’orologio... Dall’Università di Pisa il prototipo di un’inedita app per smartwatch Android (per ora) che rileva i colpi e rotazioni, ma anche posizione in campo e impugnatura. Gli inventori puntano sul crowdfounding DI MAURO SIMONCINI D ov’eri in campo te lo dice l’orologio. Che però dev’essere intelligente, cioè smartwatch. È la nuova scommessa del tennis digitale, nata da un gruppo di informatici dell’Università di Pisa, che ora vorrebbero lanciarla sul mercato. L’era del tennis connesso è già iniziata da qualche tempo, con le racchette Play di Babolat, lo Smart Sensor di Sony, il Personal Coach di Artengo o il bracciale Pop di Babolat. È ormai facile ottenere, immagazzinare e poi analizzare i propri colpi, sia dal punto di vista quantitativo sia da quello qualitativo. Numero di colpi, rotazioni, precisione degli impatti, velocità (di braccio o di palla...). Però lo sviluppo non si ferma. Sul sito www.tenniscommander.com è possibile trovare video, interviste al team e link alla piattaforma di crowfounding Tra i sostenitori c’è Mahut “Quando giochi a tennis ogni aiuto è ben accetto; noi dobbiamo molto al nostro staff. Tennis Commander fornisce informazioni utili a giocatori di ogni livello.” Parole e musica di Nico Mahut, campione transalpino che ha avuto l’opportunità di testare in anteprima la novità del tennis connesso “da polso”, Tennis Commander appunto. Si tratta della prima app wearable dedicata alle prestazioni tennistiche. Cioè un’applicazione per i dispositivi indossabili - smartwatch per intenderci - che fornisce dati in diretta sui colpi che si stanno eseguendo. Per ora è stata progettata per Android ma c’è in cantiere anche la versione per iOS. Intensità e consistenza dei colpi (e fin qui nessuna novità rispetto a ciò che già esiste) ma anche posizione in campo e tipo di presa utilizzate. Ecco le due vere chicche di questa app. In più si può registrare l’intera partita sullo smartphone, per poterla rivedere in “differita” e analizzarla; e c’è anche la possibilità di effettuare ricerche “per tipo di colpo”, per studiarne al meglio l’esecuzione. Il bluetooth vicino a rete Tennis Commander permette di confrontare i vari match nelle differenti condizioni o misurare le proprie prestazioni con altri membri delle varie community sui social, magari per cercare l’avversario del livello giusto più vicino a noi. Fisicamente, oltre a uno smartwatch la dotazione necessaria è solo quella di un trasmettitore Bluetooth da collocare vicino al paletto della rete, grazie al quale si possono rilevare spostamenti e posizioni successive durante il gioco, tutto in diretta sull’orologio, proprio come le mappe live sugli schermi tv. E con questa possibilità, se entrambi i compagni di una coppia di 22 doppio sono dotati di orologio e Tennis Commander, possono studiare la copertura del campo, gli spostamenti o le tattiche da adottare in base ai dati e alle mappe fornite dalla app. A concepire Tennis Commander è un team tutto italiano capitanato dall’ingegner Giuseppe Prencipe, del dipartimento di informatica dell’Università di Pisa. Studi ed evoluzioni dell’applicazione sono stati testati sui campi da tennis di Pisa e di San Giuliano Terme. Scommessa tutta italiana Adesso per il salto di qualità serve la sperimentazione, anche ad altissimo livello, quello Atp per farla breve. Per questo obiettivo lo staff di Tennis Commander ha seguito la via di una campagna di crowdfunding su Kickstarter, una delle più importanti piattaforme di settore che raccoglie fondi sul web proprio per sostenere i progetti più interessanti. Hanno tempo fino al 16 giugno, l’obiettivo è quello dei 10.000 dollari. È la loro scommessa, tutta italiana, per far vedere che anche in questo campo non siamo secondi a nessuno. la regola del gioco Dopo la sospensione, come si ricomincia? In queste settimane parigine abbiamo visto infinità di match interrotti per pioggia. Ma che cosa succede quando si ritorna in campo? Bisogna ripartire dal palleggio o no? Regole Fit e internazionali sono diverse La situazione Renato sta giocando una partita di singolare contro Matteo. Sul punteggio di 6-2 3-1 in favore di Renato, improvvisamente inizia a piovere, e data l”intensità, l’arbitro si vede costretto a sospendere immediatamente la partita. Dopo circa un’ora, finita la pioggia, il campo torna di nuovo praticabile. Prima di ricominciare la partita, si ha diritto a un palleggio di riscaldamento? E se sì, quanto durerà? Dipende dall’interruzione Ogni partita, sia essa di singolare o di doppio, può essere sospesa per un qualsivoglia motivo, sia esso di natura meteorologica, così come dovuto alla scarsa illuminazione oppure anche semplicemente a causa di eventi non prevedibili. Ogni sospensione, in base alla sua durata, secondo le regole, implicherà una ripresa dell’incontro interrotto concedendo ai giocatori - proprio in base alla durata dell’interruzione - un determinato tempo per poter effettuare un riscaldamento preliminare. Così in Italia Allo stato attuale il regolamento italiano prevede alcune differenze rispetto al regolamento internazionale e al tennis che vediamo in tv. Ecco le casistiche: r sospensione della durata da 0 a 10 minuti non dà diritto a nessun palleggio preliminare, ma sarà ordinata l’immediata ripresa del gioco. r sospensione della durata da 10 a 20 minuti dà diritto a un palleggio preliminare di 3 minuti. r sospensione oltre i 20 minuti dà diritto a un palleggio preliminare di 5 minuti. Così per i Pro In campo internazionale invece, i ran- ge di sospensione sono leggermente diversi. Ecco le casistiche: r sospensione della durata da 0 a 15 minuti non dà diritto a nessun palleggio preliminare, ma sarà ordinata l’immediata ripresa del gioco. r sospensione della durata da 15 a 30 minuti dà diritto a un palleggio preliminare di 3 minuti. r sospensione oltre i 30 minuti dà diritto a un palleggio preliminare di 5 minuti. re il palleggio preliminare dall’inizio, questo perché effettivamente la partita non era mai iniziata prima dell’interruzione. Nel nostro caso dunque farà fede la durata dell’interruzione e, visto che si trattava di un torneo nazionale Fit, si applicheranno le tabelle italiane. E se la partita non era cominciata? I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi - o le vostre curiosità - di natura regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero. Eccezione: nel caso in cui dovesse venire sospesa una partita non ancora iniziata trovandosi ancora in corso del palleggio preliminare, qualunque sia la durata della sospensione, dovrà necessariamente ricomincia- 24 Inviateci via mail le vostre domande
Documenti analoghi
SM 19-2016 Parte 2 - Prenotazioni Club Tennis Povegliano Asd
giorni, dal 2 al 5 giugno, un altro evento
unico dedicato agli amatori Fit-Tpra che
non hanno mai superato la classifica 4.2:
si gioca sempre al Foro Italico, proprio
sui campi degli Internazionali...
n.4 - 3 febbraio 2016
Un australiano di cui si erano perse le tracce anche perché più innamorato del surf che del tennis e una ambiziosa bielorussa intenzionata a ripercorre le orme di Victoria Azarenka sono i vincitori...
Bentornati ragazzi: pronti per lo Slam?
partire dalle qualificazioni
degli Australian Open. Dovesse riuscire a entrare in
tabellone, a 35 anni eguaglierebbe il record di Ai Sugiyama di 62 partecipazioni
consecutive nei “main draw”
dei to...
cliccare qui - Supertennis
Che dite? Che ci si potrebbe portare dietro anche il quarto fra lo Svizzero e Cilic? Giusto. Ma siamo sempre fermi allo stesso punto: una nuova era è ancora di là da venire. E
all’orizzonte non si ...
n.30 - 3 Agosto 2016
Eduardo Infantino, Giancarlo Palumbo, Umberto Rianna per la trasmissione Tennis Magazine lo abbiamo
sempre trovato disponibile a fare da
“cavia”, in campo come in palestra. Se
andate a rivedervi qu...
cliccare qui - Supertennis
Ci si chiede sempre più diffusamente quale sia il futuro prossimo del tennis. O meglio: se il tennis avrà un
futuro che sul piano dell’emozione e dello spettacolo sarà anche lontanamente paragonabi...