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Pro Staff 97: da Roger alla Kvitova e oltre... Anno XII - n.32 - 7 settembre 2016 Il test della versione più gestibile della nuova racchetta di Federer Pag.23 Vinci e Lorenzi a New York: effetti speciali Lei nei quarti su una gamba sola, lui batte Simon e lotta con Murray Pag. 3 e 4 Perché i giovani pensano negativo? Mental tennis: le emozioni di chi gioca, un sondaggio tra gli under Speciale trofeo Kinder +sport Tutti i protagonisti del master Risultati, foto e ritratti dei vincitori del più grande circuito giovanile italiano, con 17.033 partecipanti in 141 tappe Pag.14 Pag.23 GLI ALTRI CONTENUTI Prima pagina: Modello Vinci Pag.3 - New balls, please Pag.5 - Focus: Jared Donaldson Pag.7 - Terza pagina: Pancho Segura Pag.8 - I numeri della settimana Pag.10 Il tennis in TV Pag.12 - Giovani: Bernardi c’è Pag.18 Circuito Fit-Tpra: Kia tennis trophy Pag.20 La regola del gioco: Tie-break chi parte avvantagiato? Pag.25 prima pagina Modello Vinci di Enzo Anderloni “U n’italiana raggiunge i quarti agli Us Open per il 9° anno consecutivo. Fino al 2007 c’erano stati appena 3 quarti #ITA in 127 edizioni!”. Questo tweet del nostro commentatore, statistico e malato di sport Giorgio Spalluto fotografa meglio di qualunque altra nota il tennis in cui noi italiani siamo piacevolmente immersi da anni. Ci siamo entrati praticamente senza accorgercene e adesso ci siamo abituati. Ma è qualcosa di assolutamente eccezionale, tra l’altro con effetti benefici a lungo termine. Mostrare che un certo livello di gioco è possibile non solo per chi nasce fenomeno, vedere che certi risultati possono essere raggiunti anche solo per il fatto di non smettere mai di crederci, crea un volano positivo senza fine. Flavia Pennetta che entra nelle prime 10 del mondo, Francesca Schiavone che vince al Roland Garros pochi giorni prima di compiere 30 anni, sono stati DIRETTORE Angelo Binaghi COMITATO DI DIREZIONE Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina DIRETTORE RESPONSABILE Enzo Anderloni i capolavori che hanno aperto le porte ai sogni di chi veniva dietro, femmine e maschi indistintamente; Errani, Vinci, Fognini, Seppi. Si spiega anche così il supertennis mostrato ai 23.000 dell’Arthur Ashe Stadium da Paolo Lorenzi che arriva al n.35 del mondo a 34 anni suonati. E ha tutta l’aria di voler salire ancora più in alto. O il fatto che Alessandro Giannessi non si sia arreso dopo aver sbattuto la faccia contro la porta del tennis che conta un milione di volte. A 26 anni ha un sacco di tempo ancora e nulla gli manca per fare come Lorenzi. Dunque non c’è fretta e il flusso è quello giusto: basta avere la determinazione di rimanerci dentro. Poi c’è anche l’aspetto del divertimento. Vincere è la cosa più divertente. Farlo giocando un tennis che ti diverte (e spesso di conseguenza coinvolge anche il pubblico) fa godere ancora di più. In questo senso dovrebbe far riflettere nel mondo del tennis femminile la capacità di Roberta Vinci di confermarsi nelle zone nobili del tennis nonostante COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPER TENNIS TEAM Antonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica) FOTO Getty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli HANNO COLLABORATO Giovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, 58 - 00182 Roma [email protected] 3 3 tanti acciacchi e una muscolarità così ridotta rispetto alla media delle valchirie attuali. Bene ha fatto Roberta a stigmatizzare quest’estate il fatto che oggi la media delle sue avversarie sul circuito non fa altro che picchiare fortissimo a occhi chiusi. Ma che tennis è? Che senso ha? Il risultato è un appiattimento verso il basso che permette alle sorelle Williams, ormai in competizione anche con Matusalemme, di spadroneggiare ancora. Per forza: negli ultimi anni le hanno sfidate proprio sul piano del muscolo. Ma ve la immaginate una Vinci con la statura di una Sharapova o di una Muguruza? Serena avrebbe diversi Slam in meno nel palmarès. E il discorso vale anche al contrario: giocare un tennis vario e divertente è una soluzione vincente, rispetto al bieco muscolo. Migliora lo spettacolo e allunga la carriera. Ma soprattutto offre una chance a tutte le ragazze che sanno sognare, non solo a quelle dal metro e 80 in su. È il “modello Vinci”: lo esponiamo al mondo. Si può ammirare e, volendo, si è liberi anche di copiare. REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONE GAME Comunicazione & Media S.r.l. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00135 Roma Info: [email protected] Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell’ 8 gennaio 2004 La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www. federtennis.it e www.supertennis.tv e spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected] us open 2016 Le luci della ribalta Per Paolo Lorenzi e Alessandro Giannessi sono arrivate a New York. Il primo ha passato due turni e fatto partita pari con il n.2 Murray, lunedì sarà n.1 d’Italia. L’altro cinque anni fa era a un passo dai Top 100. E ora ci riprova da New York, Angelo Mancuso Getty Images foto G li Us Open azzurri al maschile quest’anno portano la firma di Paolo Lorenzi e Alessandro Giannessi. Il veterano di quasi 35 anni che non li dimostra e l’ex speranza che a 26 vuole cogliere finalmente l’occasione giusta. Il primo senese (ma è nato a Roma), il secondo spezzino: entrambi si allenano a Tirrenia, al Centro tecnico federale e si conoscono benissimo. Numero 1 d’Italia a 34 anni e 9 mesi A fine Us Open, il prossimo 12 settembre, Lorenzi sarà il primo italiano nel ranking mondiale alla veneranda età di 34 anni e 9 mesi. Non è un record perché nel 2000 ci era riuscito il 35enne Gianluca Pozzi. Fino ai 28 anni Paolo giocava solo nei tornei di seconda fascia, cioè nei Challenger. Lo scorso luglio, dopo il successo a Kitzbuehel, primo titolo Atp in carriera, ha gridato al mondo che l’età è solo un numero, che lui non si sente vecchio e vuole migliorare ancora. Detto, fatto: a New York ha raggiunto per la prima volta il terzo turno in uno Slam, lui che nei Major vantava una striscia negativa di 13 sconfitte di fila (ora il bilancio è di 4 vittorie in 24 incontri). Per la prima volta in carriera al 3° turno di uno Slam, a New York Paolo Lorenzi ha giocato 4 set contro il n.2 Atp Andy Murray, facendo partita pari almeno per due sull’“Arthur Ashe” Spettacolo sull’Ashe: che sfida con Murray Dopo aver eliminato prima Berlocq e poi Simon (il francese al termine di una maratona di cinque ore), il senese si è ritrovato un set pari contro il numero 2 del mondo Murray sull’Arthur Ashe Stadium. Quanti lo avrebbero pronosticato alla vigilia? Quando ha messo piede nello stadio da tennis più colorato e imponente del mondo con i 4 us open 2016 suoi 23mila e passa spettatori e un tetto tutto nuovo si guardava intorno con gli occhi di un bambino stupito da tanta imponenza. Come una formichina paziente ha ribattuto colpo su colpo, ha sofferto, corso come un forsennato, costretto all’errore il rivale spazientito da cotanta cocciutaggine. L’incantesimo è durato due set, ma va bene così (lo scozzese ha vinto per 7-6 5-7 6-2 6-3). Lo sport sa regalare favole incredibili, tuttavia chiedere a Paolo di battere Murray sarebbe stato davvero troppo. new balls, please! Delpo è ancora tra noi, come quando voleva strappare le mutande a Nadal Ragazzi, state a guardare: Paolo è un esempio Il percorso di Lorenzi, che madre natura non ha dotato di un talento cristallino né di una potenza devastante, è il premio al lavoro e all’intelligenza, alla gestione professionale della vita e della carriera. L’azzurro è in pista dal lontano 1999: sacrifici, partite interminabili in giro per il mondo in circoli sperduti. E tanta, tanta sofferenza nei tornei di secondo livello, i Challenger. La sua è una famiglia di medici: il padre Marco è specialista in Chirurgia Generale e Toracica, un’autorità nel suo campo. Anche Paolo si è dedicato all’Università, proprio alla Facoltà di Medicina. È ancora iscritto, ha detto più volte che gli piacerebbe lavorare nell’ambito della medicina sportiva e potrebbe pensarci dopo il ritiro. Tuttavia il tennis è dI piero Valesio Ci si chiede sempre più diffusamente quale sia il futuro prossimo del tennis. O meglio: se il tennis avrà un futuro che sul piano dell’emozione e dello spettacolo sarà anche lontanamente paragonabile all’era dei Fab Four e soprattutto del magico duo Federer-Nadal. Nell’attesa di capire che succederà accontentiamoci di sapere che oggi abbiamo sotto gli occhi una potente fonte di energia ed emozioni che risponde al nome di Juan Martin Del Potro. È pure latino il che, per noi mediterranei, non guasta. Che Palito vinca o perda tutto sommato è del tutto ininfluente; o perlomeno non è l’elemento fondamentale che a tutt’oggi caratterizza il suo personaggio. Il punto forte è la sua faccia che è stata frutto di una trasformazione, o se volete di una evoluzione, che fa di lui oggi il maggior catalizzatore di passioni che ci sia in giro. Era un ragazzone argentino potente e per certi versi spregiudicato che dichiarava al mondo di volere sfilare le mutande dal c... di Nadal in occasione di una finale di Davis contro la Spagna: la metafora non era il massimo dell’eleganza ma dava l’idea di quale fosse la caratura agonistica dell’atleta. Ora è sempre un ragazzone argentino che ha un colpo (il rovescio) assai meno potente di prima causa le tre operazioni al polso sinistro: ma porta sul volto e pure nell’anima (che evidentemente c’è) le stimmate della sofferenza e della paura. Di chi ha temuto di non poter più dare libero sfogo al talento di cui Madre Natura l’aveva dotato e per questo sul suo volto si è disegnata una certa malinconia. Come di chi sa che per ora il pericolo è scampato ma domani chissà. Ogni sua partita si svolge sotto una nube di incertezza che rende ogni suo successo (vedi la favolosa olimpiade col successo su Nadal e quel match incredibile contro Murray) qualcosa di unico. E quando tira il rovescio meno forte e più angolato di prima perché questo la sua condizione oggi gli permette, non riesci a non pensare che ogni esecuzione di quel colpo è una sorta di memento mori in salsa tennistica. Non so chi in futuro saprà emozionare gli appassionati di tennis: so che oggi ci riesce Palito. Ed è una gran cosa per noi e soprattutto per lui. 5 us open 2016 Alessandro Giannessi, spezzino di 26 anni, si è qualificato agli Us Open 2016 e si è fermato al 2° turno soltanto al cospetto dello svizzero Stan Wawrinka, n.5 al mondo (sotto, a destra, i due insieme a rete) sempre stato il suo chiodo fisso. I miglioramenti di Lorenzi anno dopo anno sono impressionanti. Un servizio sui 200 km/h, un diritto più incisivo nonostante un’apertura molto ampia che lo aiuta più sulla terra che sul cemento, un rovescio solido e volée magari un tantino scolastiche, ma comunque efficaci. E la forza di non accontentarsi. Sposo a dicembre, luna di miele da destinarsi “Voglio essere più aggressivo in campo, giocare più vicino alla linea di fondo e cercare anche il punto a rete. Sul veloce sono cresciuto. Non mi fermo qui”, ha detto Lorenzi. Intanto il 17 dicembre lo attende un appuntamento molto importante: sposerà la sua Elisa, che di professione fa l’avvocato: “Sarà un momento indimenticabile, per lei non è stato facile starmi vicino in tutti questi anni sempre in giro per tornei. Piuttosto il viaggio di nozze è un bel problema, è a data da destinarsi. A fine dicembre parte subito la nuova stagione con Doha. Vuol dire che lo faremo in primavera...”, sottolinea con quel suo inconfondibile accento toscano che si riflette nelle passioni sportive: la Fiorentina nel calcio e l’amato Nicchio nel Palio di Siena. Meglio tardi che mai, c’è anche Giannessi Un’impresa, una favola. Scegliete voi. Giannessi, mancino di La Spezia, protagonista a New York. Ottimo diritto, buon servizio. Al nono tentativo (nei precedenti otto in tre occasioni si era fermato al match decisivo) ha conquistato la qualificazione al tabellone principale di uno Slam. Ci ha preso gusto e ha superato lo scoglio del primo turno del main draw battendo in cinque set lo statunitense Denis Kudla, numero 128 mondiale, contro il quale aveva perso nettamente lo scorso maggio nelle qualificazioni al Foro Italico. Poi la magica serata sul Louis Armstrong Stadium dove ha giocato alla pari con un certo Wawrinka, numero 3 del mondo. Ha perso in tre partite (6-1 7-6 7-5), ma nel secondo ha avuto un set point sul 5-3, nel terzo sul 4-4 è stato avanti 40-0 sul servizio del rivale. Un exploit che può rilanciarne la carriera, dopo che nel 2012 a soli 21 anni aveva raggiunto il best ranking di nu- mero 126. Il botto è arrivato quando meno te lo aspetti e dopo una stagione al di sotto delle aspettative, che lo ha fatto scivolare al numero 243 (ma ora è già risalito tra i top 200). Per di più non sulla terra, la sua superficie preferita, ma sul cemento. Basti pensare che non ha mai giocato nel tabellone principale di un torneo del circuito maggiore su una superficie diversa dal rosso. Da Tirrenia verso i Top 100 Atp “Ero arrivato a New York senza grosse aspettative - ha detto il ligure -. Questo risultato mi ripaga di tanti sacrifici. Ringrazio la federazione che mi ha aiutato e mi aiuta molto. Sono 6 arrivato a Tirrenia a 14 anni e ancora sono lì, dove ho a disposizione un centro perfetto per allenarmi e tutti mi danno una mano. Il merito di questo risultato è pure loro. Mi alleno spesso oltre che con Lorenzi, con Gaio e Pellegrino. Quest’anno sono cresciuti molto. Federico di recente ha vinto due Challenger, Andrea che è il più piccolo un Futures”. Giannessi ha cominciato per emulare i due fratelli: “Giocavano entrambi, sono cresciuto al Circolo Tennis Spezia”, racconta. Ha tenuto duro anche se i risultati tardavano ad arrivare. “Cosa mi ha spinto ad andare avanti? A 21 anni ero già numero 126 del ranking, significa che il livello c’è. Il mio obiettivo è entrare nei primi cento”. focus L’avvio fosforescente di Jared Donaldson Agli Us Open si è qualificato e poi ha battuto Troicki e Goffin, perdendo un solo set: ora è un Top 100. Ha iniziato a giocare in un villaggio vacanze, e poi è andato ad allenarsi in Argentina. Dove ha migliorato la fase difensiva... di Alessandro Nizegorodcew Getty Images foto “Q uesto ragazzo sarà il futuro del tennis statunitense”. Negli ultimi 20 anni queste parole sono state pronunciate molte volte, spesso da grandi ex del passato, per incoronare i giovanissimi tennisti yankee al loro ingresso nel circuito Atp. Taylor Fritz è stato definito “il nuovo Sampras”, mentre Ryan Harrison e Donald Young fanno ancora fatica a togliersi di dosso la nomea di “predestinati che hanno fallito”. Gli Stati Uniti, al giorno d’oggi, vantano una carovana di ragazzi molto interessanti: Frances Tiafoe, Reilly Opelka, Michael Mmoh, Stefan Kozlov, Tommy Paul, Noah Rubin. Tutti più volte esaltati e balzati agli onori della cronaca al primo successo di rilievo. Eppure nessuno ha mai utilizzato il termine “predestinato” accanto al nome di Jared Donaldson, che però ha messo insieme un avvio di Us Open scintillante, anzi fosforescente come il completino giallo-fluo che indossa. A New York non solo si è qualificato, ma ha pure battuto al 1° turno il serbo Viktor Troicki (ex n.12 al mondo) e al 2° il belga David Goffin, testa di serie n.12 del torneo. Scintilla che gli è valsa l’ingresso, per la prima volta in carriera, nei Top 100. Alla fine è uscito di scena al 3° turno sotto le fucilate al servizio del ultratrenne croato Ivo Karlovic. In Argentina Nato a Providence il 9 ottobre 1996, Jared Donaldson ha iniziato a giocare a tennis quasi per caso. “Avevo quattro anni, era estate - racconta lo statunitense - e nel villaggio va- Jared Donaldson - Nato a: Providence (Rhode Island, USA) il 9 ottobre 1996. Altezza: 188 cm, Peso: 73 kg. Ranking: 94 Atp (best ranking). Titoli Futures: 3; titoli challenger: 1 canze in cui mi trovavo con la famiglia ho passato infinite giornate tra racchette e palline. Non volevo smettere mai. Probabilmente in quel momento avevo già capito quale sarebbe stato il mio futuro”. Jared comincia a fare sul serio nel freddo Rhode Island, allenandosi ovviamente su campi in cemento indoor. Il suo tennis è aggressivo, sempre alla ricerca del colpo vincente, ma quando si allontana dalle amate superfici rapide cala vistosamente nella fase difensiva. Una scelta insolita, per uno “yankee”, porta allora Donaldson in Argentina, dove si allena per oltre due anni a Buenos Aires con i coach Pablo Bianchi e Alejandro Kon. Il ritorno negli States Nel 2013 il ritorno negli States e, soprattutto, l’incontro con il nuovo allenatore Taylor Dent, già numero 21 del mondo nel 2005. Donaldson de- 7 cide, nonostante le avances dei principale College, di saltare a piè pari l’NCAA per dedicarsi al professionismo. “Sono convinto che sia stata la decisione giusta per me, anche se mi rendo conto che altri potrebbero non pensarla così”. Tre titoli Futures nel 2014, primo alloro challenger a Maui nel 2015 e una grande continuità di risultati su ogni tipo di campo. “La terra è ovviamente la superficie con cui ho più confidenza, ci ho giocato per due anni e mezzo, ma non voglio pensare di sentirmi migliore sul rosso, devo entrare nella condizione mentale di poter essere competitivo su tutte le superfici. Un gioco vincente dev’esserlo su terra, cemento ed erba, senza esclusione”. Un tennista poco reclamizzato, ma molto intelligente e determinato. Chissà che non sia proprio Jared Donaldson, dall’ombra dei riflettori, a far brillare la bandiera a stelle e strisce nel firmamento del circuito Atp. terza pagina Pancho Segura, il re del diritto a due mani Per Jack Kramer è stato il miglior colpo nella storia del tennis. Lui, ecuadoriano primo di sette fratelli, è cresciuto in povertà e ha sofferto di rachitismo. Fu tre volte campione NCAA e n.1 al mondo. Poi diventò coach di Connors di Alessandro Mastroluca foto Getty Images N on è una domenica come le altre al Cincinnati Tennis Club. In uno dei circoli più antichi degli Stati Uniti, all’angolo fra Wold e Dexter Avenue, i venti di guerra sembrano ancora lontani. Sono gli ultimi giorni dell’estate del 1942 e il campione di casa, Bill Talbert, che a Cincinnati è nato, si sta giocando il titolo con Pancho Segura. È il “Garrincha del tennis” l’ecuadoriano, primo di sette fratelli di una famiglia povera di Guayaquil. Il padre si guadagnava da vivere come guardiano nella proprietà di Don Juan Jose Medina, che per un incrocio del destino era socio di un locale circolo di tennis. Segura soffre di rachitismo, per questo si porterà dietro un’andatura e una postura peculiari, e si dedica al tennis per costrizione: la malattia non gli permette di giocare a calcio o a baseball. Il diritto a due mani di Pancho Segura, secondo Kramer il miglior fondamentale della storia del tennis. Sotto, l’ecuadoriano con Jimmy Connors, di cui fu allenatore un avversario che batte e scende a rete, rispondi corto e centrale. Aggredisci da subito in risposta contro la seconda. E gioca spesso il lob nei primi punti del match, così l’avversario avrà paura e lascerà più spazio per il passante. Lezioni valide ancora oggi. Il campione che fece scuola Autodidatta... al muro Impara a giocare da solo, colpisce contro il muro per ore e chiede a chiunque di scambiare un po’ con lui. Nasce così quello che Jack Kramer ha definito “il miglior singolo fondamentale nella storia del tennis”, il suo letale dritto a due mani. È un colpo piatto, fluido, che apparentemente non richiede sforzo alcuno. Un esercizio di perfezione che atterra profondo e parte da un movimento estremamente compatto. Deriva la sua forza dalla spinta di gambe e dalla completa rotazione del busto. Segura giocava allora come molti dei campioni di oggi che si sentono insicuri dalla parte del rovescio. Cerca di girare intorno alla palla, di tirare quanti più dritti possibili anche da sinistra. Mette gli avversari fuori posizione con inside-out sempre più pesanti, li costringe ad ac- corciare per chiudere poi nell’angolo libero. Ha un movimento impossibile da decifrare e anticipare. Senza cambiare nulla nella preparazione, può attaccare in lungolinea, stringere il diagonale, disegnare palle corte mortifere o beffare gli avversari con letali pallonetti. L’NCAA e Connors Proprio nel 1942, da miglior giocatore d’Ecuador, sbarca negli Usa, all’Università di Miami. Vincerà tre volte di fila il titolo NCAA, e si fa notare eccome a Cincinnati. Ha un concetto semplice del gioco, che poi trasmetterà da coach a Jimmy Connors. Rischia sul 30-0, non sul 15-30. Sul 30-30 è meglio se metti la prima. Su un punto importante, contro 8 È un’edizione speciale, quella del 1942, al Cincinnati Club. È il primo torneo “patriottico” dal 1917: alla fine della settimana, 1.300 dollari vengono devoluti all’Emergency War Relief Fund. Segura batte in semifinale Joe Davis di Nahville, che dopo la partita si deve presentare immediatamente in Marina. Diventerà il primo straniero nell’albo d’oro del torneo, l’incubo di Talbert, battuto anche nella semifinale di doppio. Talbert giocava con Robert Smidl, che presto sarà ricordato come il primo tennista con una classifica nazionale a morire in guerra. Segura invece sarà ricordato, parola di Bud Collins, come un campione dal carattere travolgente, capace di dare colore a un circuito dominato dall’uniformità stilistica. Numero 1 del mondo nel 1950 e nel 1952, un campione che ha fatto scuola. i numeri della settimana Vinci da prova del 9 I primi 25 del ranking Atp di Giorgio Spalluto - foto Getty Images 9 gli anni consecutivi, grazie a Roberta Vinci (nella foto), in cui un’azzurra raggiunge almeno i quarti di finale agli Us Open, per un totale di ben 13 presenze, visto che tra il 2012 e il 2015 furono 2 le italiane a issarsi almeno tra le ultime 8. Fino al 2007 erano stati appena 3 i quarti di un’azzurra agli Us Open in 127 edizioni! 1927 l’anno dell’ultima edizione dello slam newyorkese in cui 3 francesi raggiunsero i quarti di finale. Tsonga, Monfils e Pouille hanno emulato René Lacoste (poi finalista), Jean Borotra e Jacques Brugnon, poi entrambi eliminati. 10 gli Slam trascorsi dall’ultima volta in cui Rafael Nadal ha raggiunto le semifinali. Da Wimbledon 2014 agli Us Open 2016, il maiorchino ha collezionato al massimo due quarti di finale (Australian Open e Roland Garros 2015), saltando due appuntamenti: Us Open 2014 e Wimbledon 2016. 6 le vittorie di Fabio Fognini rimontando due set di svantaggio, grazie alla strepitosa cavalcata che ha consentito al ligure di imporsi su Teimuraz Gabashvili. Fognini è l’azzurro ad aver vinto più match rimontando da 2 set a 0 davanti a Panatta e Seppi, vincitori per quattro volte dopo aver perso i primi due parziali. 61 gli ace messi a referto da Ivo Karlovic nel match vinto in 5 set sul tennista di Taiwan Yen-Hsun Lu. Si tratta di un record per gli Us Open e, più in generale, per quello che concerne un match che prevede il tie-break al 5° set. A livello Slam hanno fatto meglio solo Isner (113 ace) e Mahut (103) nella partita dei record disputata a Wimbledon 2010, e vinta dall’americano per 70-68 al 5° set. Pos. Nome (nazionalità) 1 Novak Djokovic (SRB) 2 Andy Murray (GBR) 3 Stan Wawrinka (SUI) 4 Roger Federer (SUI) 5 Rafael Nadal (ESP) 6 Milos Raonic (CAN) 7 Kei Nishikori (JPN) 8 Tomas Berdych (CZE) 9 Marin Cilic (CRO) 10 Dominic Thiem (AUT) 11 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 12 Gael Monfils (FRA) 13 David Ferrer (ESP) 14 David Goffin (BEL) 15 Richard Gasquet (FRA) 16 Nick Kyrgios (AUS) 17 Roberto Bautista Agut (ESP) 18 Feliciano Lopez (ESP) 19 Bernard Tomic (AUS) 20 Pablo Cuevas (URU) 21 John Isner (USA) 22 Steve Johnson (USA) 23 Ivo Karlovic (CRO) 24 Grigor Dimitrov (BUL) 25 Lucas Pouille (FRA) I primi 25 italiani del ranking Atp Punti 14840 9305 4980 4945 4850 4805 4165 3570 3515 3205 2875 2835 2660 2565 2230 2060 2040 1840 1780 1745 1645 1635 1570 1555 1481 Le prime 25 del ranking Wta Pos. Nome (nazionalità) 1 Serena Williams (USA) 2 Angelique Kerber (GER) 3 Garbine Muguruza (ESP) 4 Agnieszka Radwanska (POL) 5 Simona Halep (ROU) 6 Venus Williams (USA) 7 Victoria Azarenka (BLR) 8 Roberta Vinci (ITA) 9 Madison Keys (USA) 10 Svetlana Kuznetsova (RUS) 11 Karolina Pliskova (CZE) 12 Carla Suarez Navarro (ESP) 13 Dominika Cibulkova (SVK) 14 Johanna Konta (GBR) 15 Timea Bacsinszky (SUI) 16 Petra Kvitova (CZE) 17 Samantha Stosur (AUS) 18 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) 19 Elina Svitolina (UKR) 20 Elena Vesnina (RUS) 21 Barbora Strycova (CZE) 22 Kiki Bertens (NED) 23 Irina Camelia Begu (ROU) 24 Daria Kasatkina (RUS) 25 Sloane Stephens (USA) 10 Punti 7050 6860 5830 5705 5151 4005 3551 3465 3286 3190 3135 3100 3100 2905 2713 2580 2370 2195 2101 2054 2050 1945 1835 1773 1612 Pos. Rank. 1 38 2 40 3 87 4 111 5 140 6 164 7 178 8 208 9 225 10 227 11 230 12 233 13 243 14 259 15 273 16 276 17 282 18 300 19 331 20 336 21 339 22 355 23 359 24 405 1515 25 418 Nome Fabio Fognini Paolo Lorenzi Andreas Seppi Thomas Fabbiano Marco Cecchinato Luca Vanni Federico Gaio Matteo Donati Simone Bolelli Stefano Napolitano Andrea Arnaboldi Filippo Volandri Alessandro Giannessi Lorenzo Sonego Lorenzo Giustino Riccardo Bellotti Alessandro Bega Edoardo Eremin Gianluigi Quinzi Gianluca Mager Matteo Viola Salvatore Caruso Roberto Marcora Flavio Cipolla Erik Crepaldi Punti 1155 1110 675 545 414 342 316 263 240 234 233 225 217 201 191 187 179 167 146 141 140 132 130 107 103 Le prime 25 italiane del ranking Wta Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Rank. Nome Punti 8 Roberta Vinci 3465 28 Sara Errani 1590 67 Camila Giorgi 920 97 Francesca Schiavone 681 130 Karin Knapp 458 272 Anastasia Grymalska 167 274 Martina Caregaro 162 303 Jasmine Paolini 133 307 Jessica Pieri 132 323 Cristiana Ferrando 126 362 Nastassja Burnett 101 391 Corinna Dentoni 95 398 Martina Di Giuseppe 92 402 Giulia Gatto-Monticone 91 422 Gioia Barbieri 83 429 Alberta Brianti 78 433 Georgia Brescia 77 444 Angelica Moratelli 73 445 Alice Matteucci 73 484 Claudia Giovine 61 507 Camilla Scala 57 522 Camilla Rosatello 54 573 Bianca Turati 43 574 Deborah Chiesa 43 584 Martina Trevisan 42 Scelta dalla Federazione Italiana Tennis $GHULVFLDOSURJHWWR 12 7HQQLVWD ',6$%,/(" HDYUDLO LQQRYDWLYD$GYDQWDJH LQSURYDPHVL 0ROWLFLUFROLO KDQQRIDWWR Lab 3.11 s.a.s. via Riva 22, 14021 - Buttigliera d’Asti (AT) tel.: 011 9921410 - fax: 011 99211759 [email protected] - www.lab311.it il tennis in tv Le 16.45, l’ora... locale L ’ora locale su SuperTennis scocca alle 16.45. Tutti i giorni. Già, perché è quando l’emittente federale che porta tutti gli appassionati lungo il tour internazionale per cinque continenti, si dedica completamente al tennis regionale. Quello dei circoli, degli affiliati, il tennis di provincia insomma, ma nella migliore delle accezioni possibili. Lo fa attraverso il format “La Voce delle Regioni”, un grande classico che accompagna i palinsesti fin dai primi giorni di trasmissione. Da qualche mese le prime emissioni de La Voce delle Regioni occupano un punto cruciale della programmazione, nella fascia centro-pomeridiana. Giro d’Italia E così ogni giorno tramite i referenti locali, si parte per un giro d’Italia alla scoperta di strutture, eventi, La sezione on-demand di supertennis.tv, con le puntate de “La Voce delle Regioni” personaggi. Tennis giovanile, tennis amatoriale, tennis over, a squadre e non. Insomma ce n’è per tutti i gusti. Sono proprio tutti questi “settori” che compongo il largo bacino d’utenza del movimento tennistico italiano. Lo stesso movimento che nei mesi scorsi ha tagliato il traguardo dei 300 mila tesserati e che continua a crescere, grazie proprio alla passione dei tesserati in giro per il Paese. Con SuperTennis a fare da traino, e a dare visibilità nazionale al tennis locale e ai circoli disseminati lungo lo stivale. Da mercoledì 14 torna il tennis live: dirette all’alba dal Wta di Tokyo Dopo lo Slam newyorkese tornano gli appuntamenti live dal circuito mondiale. Il primo appuntamento da non perdere è quello con il torneo femminile di Tokyo, in Giappone. Il fuso orario impone la sveglia presto, con le dirette nella primissima mattina. Dal 12 settembre anche le fasce di news quotidiane tornano al loro naturale posizionamento nel palinsesto (alle 17.00 e alle 21.00). Domenica sera lo speciale sull’assemblea elettiva FIT Giovedì 8 Venerdì 9 00:00 - Fognini vs Murray, Coppa Davis 2014 Italia vs Gran Bretagna 04:00 - ATP Winston Salem (replica) 06:00 - Reloaded ATP Master 1000 Toronto 07:00 - S. Williams vs Sharapova, Wimbledon 2004 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Gimeno Traver vs Taro, Challenger Cordenons Finale 10:30 - Tennis Magazine 11:00 - Gaudio vs Coria, Roland Garros 2004 13:30 - NEWS 13:45 - Murray vs Isner, Coppa Davis 2015 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - NEWS 17:15 - Challenger Manerbio SF1 19:00 - Errani vs Sharapova, Roland Garros 2012 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - Soderling vs Federer, Roland Garros 2009 22:15 - Circolando 23:15 - Konta vs Williams, WTA Stanford 2016 02:00 - Magazine ATP 02:30 - Finale Doppio Wimbledon 2014 03:00 - Schiavone vs Stosur, Roland Garros 2010 05:15 - Doppio Italia vs Svizzera, SF Coppa Davis 2014 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Challenger Manerbio SF1 10:30 - Tennis Magazine 11:00 - Nadal vs Djokovic , ATP Roma 2012 13:30 - NEWS 13:45 - Halep vs Kerber, WTA Montreal 2016 15:45 - Fognini vs Martin, ATP 250 Umag 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - NEWS 17:15 - Challenger Manerbio SF2 19:00 - Ivanisevic vs Rafter, Wimbledon 2001 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - Lorenzi vs Chiudinelli, Coppa Davis 2016 Sabato 10 02:00 - ATP Winston Salem Finale (replica) 03:45 - Reloaded ATP Master 1000 Toronto 04:45 - Roddick vs Federer, Wimbledon 2009 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Challenger Manerbio SF2 11:00 - Magazine ATP 11:30 - S. Williams vs Keys, WTA Roma 2016 13:15 - Tennis Magazine 13:30 - NEWS 13:45 - Radwanska vs Kvitova, WTA New Haven (replica) 15:45 - Reloaded ATP Master 1000 Cincinnati 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - NEWS 17:15 - Challenger Manerbio Finale 19:00 - Djokovic vs Murray, Wimbledon 2013 21:30 - Radwanska vs Halep, WTA Cincinnati (replica) 22:30 - Djokovic vs Kukuskin, Coppa Davis 2016 Domenica 11 03:30 - Vinci vs konhju, WTA New Haven 04:30 - Tennis Magazine 05:00 - Federer vs Murray, Wimbledon 2012 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Challenger Manerbio Finale 10:30 - ATP Roma 2014, Nadal vs Murray 14:00 - Magazine ATP 13:30 - NEWS 13:45 - Reloaded ATP Master 1000 Cincinnati 14:30 - WTA New Haven Finale (replica) 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - NEWS 17:15 - Finale Doppio Wimbledon 2014 18:00 - Schiavone vs Stosur, Roland Garros 2010 20:15 - Tennis Magazine 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - Assemblea Elettiva FIT 23:00 - Murray vs Nishikori, Coppa Davis 2016 Lunedì 12 03:45 - Gimeno Traver vs Taro, Challenger Cordenons Finale 05:45 - Reloaded ATP Master 1000 Cincinnati 06:45 - Errani vs Sharapova, Roland Garros 2012 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Doppio Francia vs Canada, Coppa Davis 2016 11:00 - Federer vs Del Potro Usopen 2009 15:00 - Assemblea Elettiva FIT 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - NEWS 17:05 - Doppio Italia vs Svizzera, Coppa Davis 2016 19:45 - Reloaded ATP Master 1000 Cincinnati 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - NEWS 21:05 - Nadal vs Fognini, USOpen 2015 Martedì 13 02:00 - Reloaded ATP Master 1000 Cincinnati 03:00 - Challenger Manerbio SF1 05:00 - Tennis Magazine 05:30 - Federer vs Agassi, UsOpen 2005 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Assemblea Elettiva FIT 11:00 - Seppi vs Delbonis, Coppa Davis 2016 14:30 - Zvonareva vs Pennetta, UsOpen 2009 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - NEWS 17:05 - Fognini vs Monaco, Coppa Davis 2016 18:15 - Lajovic vs Ward, Coppa Davis 2016 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - NEWS 21:05 - Williams vs Vinci, UsOpen 2015 23:00 - Tennis Club Njlaya 23:15 - Djokovic vs Murray, Us Open 2012 Mercoledì 14 03:00 - Challenger Manerbio SF2 05:00 - Torneo Wta Tokyo 07:00 - Torneo Wta Tokyo 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Doppio Serbia vs Gran Bretagna, Coppa Davis 2016 11:30 - Reloaded ATP Master 1000 Cincinnati 12:30 - Circolando 13:00 - WTA Tokyo (replica) 15:00 - WTA Tokyo (replica) 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - NEWS 17:05 - Doppio Coppa Davis Italia vs Argentina 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - NEWS 21:05 - Tennis Magazine 21:30 - WTA Tokyo (replica) 23:30 - WTA Tokyo (replica) NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali 12 15 giovani Il Master dei piccoli è roba da grandi 17.033 ragazzini in 141 tappe nel 2016, 5.000 in più rispetto al 2015. Oltre 1.200 iscritti soltanto al Master di fine anno, chiuso il 30 agosto al Foro Italico. 13 le categorie, altrettanti i vincitori: ecco chi sono da R oma, A lessandro N izegorodcew foto Barbara Crimaudo Tutti i vincitori delle categorie al Master Kinder si sono guadagnati un posto al Master del circuito giovanile FIT che si terrà dal 5 al 9 ottobre alla Canottieri Mincio Mantova L’ entusiasmo nei confronti del torneo FIT Kinder +Sport cresce di anno in anno e i numeri conclusivi di questa undicesima edizione, chiusa il 30 agosto con le finali svolte tra il Foro Italico, il Salaria Sporting Village e il Veio Sporting Club di Roma, lo dicono chiaramente: 141 le tappe rispetto alle 97 del 2015 con una capillarità che ha portato alla partecipazione di 17.033 giovani tennisti, quasi 5.000 in più rispetto ai 12.286 dell’anno precedente. Oltre 1.200 iscritti soltanto al Master conclusi- 14 giovani vo. Tuttavia non è solo dai numeri che si possono misurare il coinvolgimento e l’entusiasmo mossi dal torneo, che ancora una volta ha raccolto riconoscimenti in particolare per la formula che permette di fare incontrare tra di loro ragazzi di pari età, fattore che non solo favorisce la qualità formativa del circuito da un punto di vista tecnico ma permette l’incontro umano e sociale anche al di là dell’agonismo. Under 9 Maschile Under 9 Femminile Risultati - Semifinali: Ngantcha Lliso b. Mondazzi 6-0 6-2. Vasamì b. Bonivento 6-4 2-6 7-3. Finale: Ngantcha Lliso b. Vasamì 6-3 6-1. Yannick Ngantcha Lliso papà di origini senegalesi, mamma spagnola di Valencia, Yannick si allena al Tennis Club Perugia e si era già fatto notare allo scorso Lemon Bowl per il suo ottimo timing sulla palla. La sua priorità resta però, ovviamente, sempre la scuola. Risultati - Semifinali: Genovese b. Giardina 7-5 0-6 7-5. Lopez b. Minelli 6-3 6-2. Finale: Lopez b. Genovese 6-1 6-0. Eleanor Lopez si allena da sei mesi all’Accademia Tennis Mongodi di Cividino (BG) sotto la guida di Alessandra Gandossi: è una ragazzina dal buon atteggiamento in campo e che ora come ora gode di un buon servizio, agevolato dall’altezza superiore rispetto alla media delle coetanee. Yannick Ngantcha Iliso, vincitore, e il finalista Jacopo Vasami La vincitrice Eleanor Lopez con la finalista Laura Genovese Under 10 Femminile Under 10 Maschile Risultati - Semifinali: Basiletti b. Zenato 6-2 6-4. Paganetti b. Serban 6-2 6-1. Finale: Paganetti b. Basiletti 6-4 6-2. Vittoria Paganetti del Ct Bari si allena da quattro anni con Raffaele Gorgoglione e negli ultimi due anche con Franco Giovanni e Michele Mizzi, tre pomeriggi a settimana alternando tennis e preparazione atletica. Brava tecnicamente sfrutta un buon gioco d’attacco e l’uso del back. Risultati - Semifinali: Rapagnetta b. Angelini 6-1 6-1. Battiston b. Meo 6-3 6-3. Finale: Rapagnetta b. Battiston 6-2 7-5. Daniele Rapagnetta classe 2006, iscritto al Circolo Empire di Roma lavora con il maestro Sandro Di Trento. Buon tempo sulla palla e buona tecnica. L’impegno scolastico va di pari passo con il tennis: i risultati sul campo e quelli sui banchi si autoalimentano come in circolo virtuoso. La vincitrice Vittoria Paganetti e la finalista Noemi Basiletti Daniele Rapagnetta, primo classificato, e Alessandro Battiston Under 11 Maschile Under 11 Femminile Risultati - Semifinali: Ravaioli b. Burzi 6-3 6-2. Parpaiola b. Palantone 6-2 6.1. Finale: Parpajola b. Ravaioli 6-2 6-1. Tommaso Parpajola, padovano, a Roma da testa di serie n.6 ha vinto senza perdere un set. Si allena al Cs Plebiscito con il maestro Max Valerio e con i tecnici Andrea Mantegazza e Giampaolo Coppo. Ottima mano a rete, solido da fondo, in campo coniuga grinta e compostezza. Risultati - Semifinali: Ferri b. De Rosa 1-6 6-3 6-3. Di Lecce b. Dell’Orto 6-0 6-0. Finale: Di Lecce b. Ferri 6-0 6-4. Giulia Di Lecce si allena al Quo Vadis di Roma dove lavora da quattro anni con il maestro Fabrizio Egizi e con Valentina Ronchi e Fabio Caruso. Ancora minuta fisicamente, compensa con la lucidità mentale. Il rovescio è il colpo migliore, ma sta crescendo anche con il diritto. Il vincitore Tommaso Parpajola e il finalista Nicola Ravaioli La prima classificata Giulia Di Lecce con Maria Sole Ferri 15 giovani A sinistra, Simone Poeta, under 14, è il vincitore della racchetta di Rafael Nadal. Al centro, il premio speciale per lo scambio più lungo (109 colpi) se lo è aggiudicato Maria Sole Ferri, under 11; a destra, il premio fairplay andato alla Under 9 Laura Genovese Inoltre quest’anno, a dimostrare il legame sempre più solido con il tennis azzurro di alto livello, il “Kinder” ha avuto il piacere di ospitare un mentore d’eccezione come Simone Bolelli che ha incontrato i ragazzi al Foro Italico onorando una tradizione che lo scorso anno aveva visto nel ruolo di “madrina” la di lì a poco campionessa degli Us Open Flavia Pennetta. Correttezza e fair-play da premiare Come racconta Rita Grande, organizzatrice del torneo sin dalla prima edizione, alla base della manifestazione c’è sempre la crescita sportiva e umana, legata a doppio filo alla parola chiave del torneo: divertimento. “I ragazzi in campo sono stati corretti, sono state finali all’insegna del fair play. Ed è la cosa più importante perché l’atteggiamento in campo è una cosa che poi si portano anche nella vita: comportarsi bene, rispettare l’avversario e le regole sono cose che aiutano anche a crescere come cittadini, noi non abbiamo certo la pretesa di educare i bambini ma lo spirito del Kinder è vivere un agonismo sano, che sia tale ma con divertimento”. Sopra, Simone Bolelli autografa le magliette di alcuni partecipanti al Master finale del Trofeo Tennis Kinder +sport al Foro Italico. Sotto, la tribuna del campo Pietrangeli colma Ospiti di... Rafa Nadal nell’Academy spagnola E non è mancato nemmeno il coin- 16 giovani Under 12 Maschile Under 12 Femminile Risultati - Semifinali: Staiano b. Arleo 6-2 6-3. Rattenni b. Crescenzi 6-1 6-3. Finale: Rattenni b. Staiano 6-4 2-6 6-3. Antonino Rattenni tesserato al Circolo Easy Tennis di Villanova, in provincia di Pescara, ha dalla sua un fisico già ben strutturato per la categoria. Inoltre in campo ha la buona tendenza a gestire lo scambio e spingere non appena ne ha la possibilità. Risultati - Semifinali: Finocchiaro b. Torselli 6-1 6-3. Pedretti b. Gaeta 6-0 6-0. Finale: Pedretti b. Finocchiaro 6-1 6-3. Emma Pedretti è tesserata per la Canottieri Eridanea di Casalmaggiore ma si allena alla Canottieri Baldesio di Cremona. Si allena con Riccardo Manfredi e Matteo Pifferi. Sta curando molto l’aspetto tecnico, in particolare al servizio. Si è appena qualificata agli “Italiani” under 12. Il vincitore Antonino Rattenni (a destra) con Fabrizio Staiano La vincitrice Emma Pedretti e la finalista Giulia Finocchiaro Under 13 Maschile Under 14 Maschile Risultati - Semifinali: Laniece b. Angrisano 6-3 6-2. Bisceglie b. De Cenzo 1-6 6-2 4-4 RIT. Finale: Bisceglie b. Laniece7-6 2-6 6-1. Francesco Bisceglie si allena con il maestro Andrea Roscioli alla Nuova F84 di Roma da tre anni ma è nato tennisticamente al Club Nomentano. Ha lavorato molto sul piano fisico, si allena 5-6 giorni a settimana alternando tecnica e atletica. Ha già esordito nel circuito Tennis Europe. Risultati - Semifinali: Montinaro b. Giacometti 6-0 6-2. Poles b. Grattasonno 7-5 7-6. Finale: Montinaro b. Poles 7-6 6-1. Antonio Montinaro si allena al Ct Galatina con il maestro Francesco Està. A Roma non ha perso nemmeno un set in sei incontri. Classificato 3.5, il suo colpo migliore è il rovescio e non fa mistero di ispirarsi a due maestri di questo colpo come Novak Djokovic e Simona Halep. Il primo classificato Francesco Bisceglie con Alessandro Laniece Antonio Montinaro, primo classificato, con Jacopo Poles Under 14 Femminile Under 16 Maschile Under 16 Femminile Risultati - Semifinali: Di Pietro b. Rescia 6-4 6-2. Artimedi b. Colarelli 2-6 6-1 6-0. Finale: Di Pietro b. Artimedi 6-2 6-3. Anita Di Pietro gioca all’Accademia Angiulli di Bari dove si allena da un anno con Adriano Cassano, ma viene dal Ct Foggia dove lavorava con il maestro Gino Fiordelisi. Grande attitudine al lavoro e ampi margini di miglioramento, ha ottimi colpi mancini (soprattutto servizio e dritto). Risultati - Semifinali: Centi Pizzutilli b. Santoni 6-3 6-3. Gargano b. Valerio 6-3 7-5. Finale: Gargano b. Centi Pizzutilli 6-2 6-0. Silvio Gargano, del’Asd Terzo Millennio di Ogliara (Salerno), ha battuto in finale il campione regionale abruzzese Under 16, Centi Pizzutilli. Ma prima della finale è dovuto tornare a casa per sostenere un esame di riparazione a scuola. Una volta superato, è tornato a Roma e ha vinto. Risultati - Semifinali: Alba b. Pizzigallo 6-3 4-6 6-2. Santamaria b. Aldi 4-6 6-3 6-0. Finale: Santamaria b. Alba 6-0 6-3. Lucrezia Santamaria, beneventana del Ct San Giorgio del Sannio si allena tutti i giorni tre ore al giorno (doppie sessioni in estate) con il maestro Antonio Pepe e il preparatore Alessandro Campanella. Oggi 3.2, il colpo preferito è il diritto; di rovescio non disdegna l’uso del back. Anita Di Pietro, vincitrice, con la finalista Andrea Maria Artimedi Silvio Gargano, primo classificato, con Gianluca Centi Pizzutilli La vincitrice Lucrezia Santamaria con la finalista Emanuela Alba volgimento positivo e propositivo di genitori e maestri che, spiega Rita Grande, “usano il sito del torneo come una vera e propria chat, danno le loro opinioni, fanno richieste e proposte e quello che si può fare lo accogliamo volentieri. Quest’anno per esempio porteremo nove ragazzi in visita alla Rafa Nadal Academy di Maiorca accogliendo il suggerimento di chi chiedeva di replicare l’esperienza di due anni fa con l’Academy di Bollettieri in Florida. Sarà - prosegue Rita Grande sicuramente molto formativo per i ragazzi scelti poter vedere come si lavora in una delle accademie tennistiche più moderne che ci siano al mondo”. Tredici tabelloni, tredici vincitori Come nell’edizione dell’anno passato, le finali si sono svolte su 13 tabelloni, sette al maschile e sei al femminile (tutti combined eccetto il torneo under 13 disposto solo al maschile), che hanno sancito altrettanti vincitori del trofeo cui si aggiungono riconoscimenti speciali tra cui il premio per aver vinto lo scambio più lungo concesso alla finalista dell’under 11 femminile Maria Sole Ferri, capace di portare a casa il punto dopo ben 109 colpi giocati o il premio fair-play ampiamente meritato da parte della piccola Laura Genovese, finalista del torneo under 9, per aver offerto una propria racchetta all’avversaria durante il match. 17 giovani Under 14, Bernardi c’è Il 14enne trentino vince in Austria e va a rimpolpare un gruppo azzurro di grande qualità. Tra gli Under 18, Giacomo Giunta sorprende (e vince) in Macedonia. Nell’ultimo mese, 20 vittorie e 21 finali Itf per gli azzurrini di Viviano Vespignani P er i colori azzurri l’estate è stato prodiga di risultati nell’ambito del Circuito ITF under 18, non altrettanto per quanto concerne il Circuito europeo under 16, 14 e 12 a dispetto del maggior numero di tornei Tennis Europe che hanno visto almeno un italiano cimentarsi nei main draw (20 contro 18). Soltanto nella categoria under 14, giusto quella nella cui classifica europea i nostri portacolori occupano come non mai posizioni di rilievo (3° Lorenzo Rottoli, 4° Lorenzo Musetti, 35° Luca Nardi, 43° Biagio Gramaticopolo, 48° Mattia Bernardi, 67° Fausto Tabacco) sono stati raggiunti traguardi degni di menzione. Proprio Mattia Bernardi, allievo dell’ATA Battisti, dopo tre semifinali colte a Pavia, Narva (Estonia) e Ulm (Germania), ha centrato un successo pieno a Blidenz, in Austria, battendo per 7-6 6-1 in finale il tedesco Max Rehber. Trattandosi di un torneo di prima categoria, altrettanto valida appare la finale guadagnata da Biagio Gramaticopolo nella Young Cup belga di Hasselt. Il portacolori del Tennis Club Finale Ligure - quest’anno già primo a Pavia e in Grecia - è stato superato per 6-0 5-7 6-3 nel big match dal belga Martens. Nella citata Muller Cup di Ulm, ennesimo torneo tedesco di ottima quotazione, oltre al terzo posto di Bernardi sono da menzionare, in campo under 16, le due semifinali azzurre di cui sono stati protagonisti Emilia Bezzo ed Emiliano Maggioli. Quanto alla categoria under 12 il top azzurro ha coinciso con la semifinale guadagnata a Ptuj, in Slovenia, da Enrico Baldisserri. Sorpresa Giunta in Macedonia Tre vittorie e sei finali stanno a sottolineare l’ottima estate vissuta dai Il trentino Mattia Bernardi, nato il 18 marzo del 2002, ha vinto il torneo Under 14 di Blidenz, in Austria nostri junior nel circuito Itf under 18. Della maggior sorpresa è stato autore un diciassettenne pesarese privo di punti ITF, vale a dire Giacomo Giunta, che a Skopje (Macedonia) è partito dalle qualificazioni per arrivare a rifilare un secco 6-2 6-2 in finale al russo Ibragimov. Stesso percorso sino alle semifinali è stato compiuto dal non ancora sedicenne Davide Tortora, fermato da Ibragimov dopo tre set. Il Grand Prix che Poznan (Polonia) ha intitolato a Wojtek Fibak, si è risolto con un successo pieno dei nostri colori, meglio dei nostri sedicenni. Il titolo maschile è stato firmato da Riccardo Perin, che in finale ha battuto l’altro azzurro Riccardo Di Nocera. Contemporaneamente, Giulia La Rocca del Tc Palermo Due saliva sul secondo gradino del podio dopo aver vinto la sfida di semifinale con Benedetta Ivaldi. A collezionare un successo pieno e un posto d’onore ci pensava Alessandro Ingarao, 17enne portacolori del Tennis Club Siracusa. Nella finale dei Triglav Open di Kranj, Alessandro ha regolato in tre set il favorito tedesco Kai Lemstra, mentre 18 a Maribor, sempre in Slovenia, era lo statunitense Kalr Poling a impedirgli il bis. Meritano una citazione Manuel Mazza semifinalista a Kranj e soprattutto il quattordicenne Lorenzo Musetti che, al suo quarto appuntamento under 18, in quel di Maribor è stato capace di salire sino ai quarti. Il bilancio azzurro Il bottino degli azzurri si chiude con tre altre finali a cominciare da quella, davvero inattesa, raggiunta sul sintetico di Dunlak, in Irlanda, da Gian Marco Ortenzi, 16enne allievo del Green Hill Roma. Gli hanno fatto compagnia sul secondo gradino del podio Andrea Trapani (Ct Palermo) nella Epetion Cup croata di Spalato e Mattia Frinzi (Tc Cerea) nella suggestiva Copernico Bowl svoltasi a Varsavia. Tirando le somme, entro la fine di agosto nel circuito ITF under 18 gli italiani hanno collezionato 20 vittorie, 21 finali e 41 semifinali: risultati in linea con quelli relativi all’ intero 2015 relativamente ai successi (27) ma superiori per quanto concerne finali (18) e semifinali (43). circuito amatoriale fit-tpra Settembre a tutto gas per volare in Australia Tre nuove tappe del Kia Tennis Trophy per centrare la qualificazione al Master di Milano (dicembre) che porta i vincitori diritti a Melbourne. Sarà un mese di fuoco con i tornei di Bari, Faenza e Napoli di Marcello Sportelli B ari, Club Njlaya 8-11 settembre; Faenza Tennis Club Teo Gaudenzi, 15-18 settembre; Napoli, Tennis Club Petrarca, dal 29 settembre al 2 Ottobre. È questo il trittico d’oro che darà la possibilità a 32 giocatori e 32 giocatrici amatoriali, per ogni singola tappa, di vincere il viaggio messo in palio da Kia e per trascorrere cinque fantastici giorni ai prossimi Australian Open come ospiti privilegiati dello sponsor del primo Slam stagionale. Verso il Master Il torneo fa parte del circuito amatoriale Fit-Tpra, ai quali possono accedere tutti i giocatori che, in carriera, non hanno mai superato la classifica 4.2 (o C4), oltre ad alcune finestre lasciate libere dall’età (ex gli over 65 possono partecipare a prescindere), si svolge su 8 tappe che porteranno i finalisti di ogni tappa e un loro accompagnatore a vivere un fantastico week-end a Milano - in occasione del master di fine stagione - come ospiti Kia, per giocarsi le proprio chance di diventare il vincitore maschile e la vincitrice femminile e volare direttamente a Melbourne. Atmosfera Atp Al Master di Milano, che si giocherà presso la struttura del Quanta Club di via Assietta, potranno partecipare i finalisti e le finaliste di ciascu- I vincitori dell’edizione 2015 del Kia Tennis Trophy che sono volati a Melbourne per gli Australian Open (Luca Rescigno ed Elena Caiazzo). A settembre riparte la rincorsa na tappa. I giocatori e i rispettivi accompagnatori (uno per ogni giocatore) saranno ospiti del Kia Tennis Trophy per l’intero weekend, con tanto di servizio trasportation con autista, accoglienza ufficiale, fotografi, le telecamere di SuperTennis Tv e una cena di gala in compagnia di Sara Errani. Ovviamente senza dimenticare i match che decreteranno i nomi di chi andrà agli Australian Open. Come Sara Errani E proprio i vincitori del Master avranno in comune con Sara Errani un biglietto aereo e potranno volare come Sara verso l’Australia, all’alba della prossima stagione agonistica, per vivere un sogno chiamato Australian Open. Per l’azzurra di Fed Cup, una che di Slam se ne intende vista la finale al Roland Garros 2012 e tutti i titoli in doppio (5 per la precisione), è normale. Per gli altri due mica tanto. Già perché saranno due amatori come tanti tra i 300.000 mila tesserati dotati di tessera FIT agonistica o non. Tutto merito del master finale del Kia Tennis Trophy, in grado di spedire i vincitori letteralmente dall’altra parte del mondo. Si iscrivono i primi 28: si può fare solo on-line Per iscriversi alle tappe del circuito Kia Tennis Trophy occorre avere la tessera FIt agonistica o non agonistica in corso di validità, non aver mai superato la classifica 4.2 (o C4) ed effettuare la procedura d’iscrizione esclusivamente tramite il sito www.kiatennistrophy.com (non dal sito www.tpratennis.it), La partecipazione è riservata ai primi 28 iscritti e alle prime 28 iscritte in ordine temporale. Gli ultimi 4 posti per ogni tabellone sono assegnati tramite wild card. 20 personal coach Le emozioni in campo non hanno interruttori Non si possono accendere e spegnere a piacimento. Però è possibile educare e imparare ad allenare l’aspetto emotivo in campo, con risultati ancora più efficaci se si inizia fin dalle prime fasi giovanili. Dati, riflessioni e linee guida di Antonio Daino ed Elena Uberti, Getty Images I.S.F. R. Lombardi - foto “N on ti dovrebbe tremare il braccio quando servi la seconda palla al tie-break. La concentrazione dovrebbe essere massima ogni volta che impatti la pallina. Arrabbiarti per aver tirato in rete lo smash, probabilmente condizionerà il risultato di quel game. I tuoi genitori ti stimano, il tuo allenatore crede nelle tue potenzialità. I tuoi compagni di allenamento e i soci del circolo ti reputano un buon giocatore. Con il preparatore atletico hai lavorato duramente tutto l’inverno per aumentare la tua reattività. Tutti loro contano su di te, e a quel punto inizi a chiederti se sarai all’altezza delle aspettative...”. Semplicemente ecco perché le emozioni influenzano la tua resa in partita. Ed ecco perché è opportuno imparare ad allenare l’aspetto mentale fin dalle prime fasi giovanili. Che cos’è il progetto ABC Queste righe raccontano solo alcuni dei milioni di pensieri che attraversano la mente del giocatore mentre aspetta di entrare in campo. Tutti pensieri che, molto probabilmente, contengono un ingombrante carico emotivo. Il tennis è un perfetto esempio quando si tratta di capire come e quanto le emozioni possano influenzare la possibilità di esprimere il proprio livello di gioco in campo. Allenare i giovani tennisti, fin dalle prime fasi di sviluppo, oltre all’area tecnica, tattica e fisica, anche negli aspetti di natura mentale (come i pensieri, le emozioni e i comportamenti), consente di migliorare sia il livello di prestazione, che quello relativo al benessere generale. Lo staff degli psicologi dell’Istituto di Formazione Roberto Lombardi, diretto da Michelangelo Dell’Edera e coordinato da chi vi scrive, ha proposto il progetto ABC delle Emozioni per tutti gli under 12. Ecco un primo stralcio delle indicazioni emerse. condizione, induce a pensare che sussista una condizione di generale “ignoranza” e/o confusione in merito a questa tematica: i ragazzi in difficoltà alla prima domanda del gioco da cui partiva il progetto, non avevano mai avuto l’occasione prima di quel momento di considerare la natura degli stati emotivi che sperimentano ogni giorno. Emozioni difficili da scrivere La tensione domina Il primo elemento, che merita una dovuta riflessione, è costituito dalla sostanziale difficoltà dei ragazzi di fronte alla semplice richiesta di scrivere alcune emozioni che vivono quotidianamente nel contesto tennistico competitivo (erano considerati validi tutti gli stati emotivi sperimentanti sia prima, durante che dopo il match di torneo). La maggior parte dei ragazzi, faticava a trovare anche solo un unico nome di emozione che fosse coerente con i numerosi stati emotivi vissuti sistematicamente nei veri tornei. La lettura interpretativa di questa 21 L’analisi preliminare condotta su un campione di 30 tennisti (bilanciato per genere, età e livello di gioco) incontrati durante un raduno tecnico a Serramazzoni, ha fatto emergere i primi dati particolarmente informativi: per il 70% circa delle risposte, volte a indicare la prima emozione connessa al contesto tennistico competitivo, è stata dichiarata un’emozione connotata negativamente (prevalentemente legate a una dimensione di tensione, rabbia o nervosismo). Solo il 30% ha risposto facendo riferimento a uno stato emotivo piacevole come la gioia o la serenità. personal coach La medesima tendenza è stata riscontrata anche in una fase successiva dell’intervista, quando veniva esplicitamente richiesto ai ragazzi di selezionare l’emozione che caratterizzasse maggiormente il proprio vissuto personale nei confronti della competizione tennistica. Entusiasmo e divertimento Purtroppo questa propensione sembra proprio porsi in contrasto con le linee guida valoriali e formative di lungo periodo dell’Istituto di Formazione “Roberto Lombardi”, il quale si è impegnato a perseguire e diffondere una cultura tennistica basata sull’entusiasmo e sul divertimento, in particolar modo nei primi anni delle categorie giovanili. Tuttavia, è importante ricordare che gli stati emotivi si manifestano in modo spontaneo e del tutto naturale, pertanto è impensabile fingere che non esistano o pretendere di eliminarli nel corso di un match. Al contrario, il contesto competitivo costituisce l’ambiente elettivo per la manifestazione di tali stati, che molto spesso si presentano con forti livelli di intensità. Le emozioni non si spengono Iniziamo svelando prima la brutta notizia: non è possibile semplicemente “accendere o spegnere” le emozioni tennistiche con un interruttore; quella buona è che invece è possibile educare ed imparare ad allenare l’aspetto emotivo nel tennis, con risultati ancora più efficaci se si inizia fin dalle prime fasi giovanili. L’ambito tennistico costituisce solo uno dei tanti contesti in cui risulta determinante il contributo della gestione emozionale affinché l’individuo possa prevedere e spiegare una modifica del comportamento. Essere in grado di governare gli stati emotivi, in modo consapevole ad equilibrato, riveste un ruolo critico nella regolazione dello sviluppo emotivo ottimale e del miglioramento delle competenze tennistiche, nel consolidamento di prestazioni di eccellenza e non solo. In definitiva, educare i propri figli e i propri allievi a una gestione dell’emozione ottimale risulta fondamentale già nell’impostazione dei primi allenamenti e tornei: solo in questo modo potranno svilupparsi negli anni e maturare verso un equilibrio e a una consapevolezza adeguata. Il 70% dei giovani tennisti pensa a emozioni negative Ecco i dati raccolti su un campione di 30 tennisti durante un raduno del settore tecnico di Serramazzoni. Nella tabella il nome del giocatore è stato sostituito, per evidenti ragioni di privacy, in un valore numerico da 1 a 30. L’analisi preliminare condotta su tale campione (bilanciato per genere, età e livello di gioco) riporta che il 70% esprime emozioni connotate negativamente. Tennista Prima emozione tennistica spontanea Emozione tennistica caratterizzante 1 Tensione Tensione 2 Felicità Tensione 3 Paura Tensione 4 Adrenalina Timore 5 Paura di sbagliare Ansia 6 Paura Soddisfazione 7 Gioia Tensione 8 Ansia Ansia 9 Ansia Ansia 10 Rabbia Soddisfazione 11 Rimorso Tranquillità 12 Tensione Rimorso 13 Ansia Ansia 14 Gioia Ansia 15 Rabbia Nervosismo 16 Gioia Paura 17 Rabbia Tensione 18 Nervosismo Nervosismo 19 Gioia Agitazione 20 Paura Nervosismo 21 Preoccupazione Preoccupazione 22 Felicità Grinta 23 Paura Tensione 24 Paura Tensione 25 Allegria Serenità 26 Tensione Ansia 27 Gioia Tensione 28 Felicità Tensione 29 Rabbia Delusione 30 Grinta Divertimento Non solo tennisti Avviare dei percorsi di allenamento, che prevedano un incremento parallelo di abilità emotive, (non solo tecniche e strategiche) permetterà all’atleta un forte sostegno, verso una crescita ottimale non solo tennistica, ma soprattutto umana. Come diceva il grande allenatore italiano Mario Belardinelli: “il nostro scopo è formare Grandi Uomini e Grandi Donne, e se anche uno solo tra loro diventerà tennista di alto livello, noi saremo contenti del nostro lavoro”. 22 racchette e dintorni Pro Staff 97: la versione di Roger per la Kvitova La struttura è quella della RF Autograph, il peso è più abbordabile e sul piatto al posto del nero lucido c’è un rosso “Ferrari”. è completa ed equilibrata, si spinge e si controlla. Ottima a rete e nel back. Costa 260 euro di Mauro Simoncini P urtroppo Sua Maestà Roger Federer ha salutato il 2016 anzitempo per risolvere i noti problemi fisici; ma ha chiuso la stagione col botto preannunciando l’uscita della sua nuovissima e fiammante Wilson, la Pro Staff 97 Autograph, alla cui veste grafica ha partecipato direttamente. Elegantissima, tutta nera, opaca e lucida, un oggetto da collezione. A parte le caratteristiche tecniche (soprattutto peso e profilo), l’estetica è identica alla sorelline più leggere (97LS e 97ULS), pensate per validi tennisti di club e giovanissimi agonisti. Invece i modelli intermedi della linea, quelli comunque “da gara” anche se più leggeri dei proibitivi 340 grammi della RF Autograph, si distaccano sul piano estetico, immediatamente riconoscibili per la parte lucida, in rosso, a ore 3 e ore 9 sul telaio. La Pro Staff 97 nel circuito sarà impugnata da Petra Kvitova; così come la Pro Staff 97S da Grigor Dimitrov (con schema corde 18x17 e profilo sottile da 19,5 mm). E così solo Roger nel Tour avrà la racchetta tutta nera. IL LAB Lunghezza: 68,6 cm Peso: 328 g Ovale: 97 Profilo: 21,5 mm Bilanciamento: 32,25 cm Rigidità: 65 Inerzia: 328 Potenza: 56/100 Controllo: 42/100 Maneggevolezza: 68/100 (corde Luxilon Alu Power, tensione 23 Kg) In campo Anche senza l’autografo e il faccino di Roger il vestito di questa Wilson è serio, elegante, molto cool. Sinceramente dai primi colpi non sembra assolutamente di manovrare una racchetta da 315 grammi; e in generale il telaio risponde più facilmente di quanto uno si aspetti. Il bilanciamento al cuore “maschera” il peso e rende la racchetta molto maneggevole, comoda da 23 INCISIONI LASER La Pro Staff 97 ha un peso più abbordabile rispetto a quella di Federer; la scritta Pro Staff (qui sotto) è incisa con il laser, novità assoluta per una racchetta da tennis racchette e dintorni muovere nell’aria, anche per chi vuole raggiungere punte di velocità elevate. Il piatto corde risponde a tutti i tipi di impatto ma da fondo campo sono soprattutto quelli piatti, o poco coperti in appoggio sul ritmo dell’avversario, che danno migliore soddisfazione. Feeling ottimo, pastoso, pieno, soprattutto se la palla in arrivo non supera certe altezze da arrotino. La testa della racchetta “gira” benissimo e velocemente; il controllo è buonissimo un po’ in tutte le situazioni, certo a patto che ci sia un minimo sindacale di requisiti tecnici. Va detto però che il backspin, quasi chirurgico per precisione e incisività, è accessibile anche a giocatori meno esperti. Le due facce della Wilson Pro Staff 97: a differenza del modello Autograph che sarà usato da Roger Federer, qui c’è una forte presenza di rosso “Ferrari” I tagli “indietro” I tagli “indietro” sono infatti uno dei fiori all’occhiello di questa Pro Staff 97, che esprime le altre punte di rendimento quando si spinge a tutto braccio, picchiando la palla senza troppi fronzoli e rotazioni; botte piatte dalla riga di fondo o in avanzamento. Nei pressi della rete ci si può giovare - come detto all’inizio - del sapiente bilanciamento un po’ vecchio stile, scelto per questa racchetta: maneggevolezza sopra la media significa volée perentorie, decise e anche precise. Sia quando la pallina è più alta e c’è da chiudere il punto sia quando l’avversario impensierisce con un passante più basso nei piedi. Cattiva anche al servizio È una racchetta completa anche al servizio, dove si fanno preferire le prime piatte o le soluzioni laterali in slice; per caricare il kick ci vuole un supporto sostanzioso delle gambe. Si sta sempre parlando di un attrezzo agonistico, “cattivo” e performante soprattutto per chi ci sa fare sul serio (dai Terza Categoria in su); ma accessibile anche per chi ha un tipo di gioco classico, piatto e in back, e non ha un livello di gioco così agonistico, ma vuole comunque provare ad avvicinarsi più possibile agli attrezzi dei Pro. Perché, come disse Jack Kramer cui fu dedicata uno storica linea di racchetta Autograph proprio da Wilson - l’ideale è giocare “con la racchetta più pesante che riuscite a manovrare con agio”. PAGELLONE 84/100 Potenza: 8 Controllo: 8 Maneggevolezza: 8 Fondo: 8 Rete: 9 Servizio: 8 Top: 8 Back: 9 Estetica: 9 Comfort: 9 24 la regola del gioco Tie-break: qualcuno parte avvantaggiato? L’ordine dei servizi, i modi dell’alternanza, il conteggio ai fini dei cambi palla. Ecco perché l’attuale soluzione - chi serve per primo lo fa per un solo punto - è quella che garantisce maggiore equità ai due avversari U n nostro lettore, Alessandro Binotto, pone una interessante considerazione per quanto riguarda il gioco del tie-break. A suo avviso, il giocatore che inizia a servire nel tie-break appare sfavorito per quanto riguarda l’ordine dei turni di servizio, sia perché il suo avversario si trova a giocare l’intero gioco precedente al servizio così come anche il primo gioco del set successivo. Inoltre, nel caso in cui durante il tie-break entrambi i giocatori dovessero mantenere i rispettivi turni di servizio, sempre l’avversario si troverebbe a usufruire per primo di un set point. Chi serve... serve ancora Il tie-break nasce per attribuire il set quando i giocatori si trovano sul punteggio di sei giochi pari: letteralmente significa “rottura della parità”. I punti al suo interno si contano secondo una numerazione tradizionale (dall’1 al 7, o oltre se necessario): vince il tie-break il giocatore che per primo arriva a 7 punti con almeno due punti di vantaggio sull’avversario. Il giocatore che nel dodicesimo gioco del set si trova a servire, sarà colui che servirà il primo punto del tiebreak; dopodiché i giocatori si alterneranno al servizio ogni due punti giocati, in modo tale da permettere ad entrambi di servire un punto dal lato sinistro e un punto dal lato de- stro. Ogni sei punti giocati si procederà a cambiare campo. Perché l’alternanza In effetti il nostro lettore ha notato un effetto del tie-break “naturale” ma interessante. All’interno del tie-break, però non ci sono altre soluzioni che mantengano una giusta equità di situazioni. Se i giocatori servissero alternativamente solamente un punto, avremmo che il primo giocatore servirà sempre da destra (sui punti pari) e il secondo giocatore servirà sempre da sinistra (sui punti dispari); se entrambi servissero due punti consecutivi, potremmo trovarci nella situazione in cui mantenendo i servi- Inviateci via mail le vostre domande L’articolo di questa pagina risponde al quesito posto via mail dal nostro lettore Alessandro Binotto. I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi - o le vostre curiosità - di natura regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero. 25 zi, sul 6-4 il giocatore che iniziasse a servire avrebbe addirittura due set point. Invece l’attuale ordine consente anche di mantenere la stessa alternanza sui lati di battuta dei servitori in occasione dei cambi di campo ogni sei punti. Conta come un game Il tie-break, per convenzione, conta come un gioco giocato soprattutto ai fini del conteggio dei cambi palle, per consentire che alternativamente i giocatori servano con palle nuove, attribuendolo come un gioco in cui ha servito il primo servitore: ecco anche perché nel set successivo andrà a servire colui che nel tie-break ha ricevuto per primo. Sempre al fine di un equo trattamento dei giocatori, dobbiamo considerare che se all’inizio del set successivo si seguisse l’ordine poc’anzi descritto e si andasse anche qui al tie-break, avremmo che i giocatori godrebbero della stessa condizione a parti invertite. SU SUPERTENNIS È SEMPRE L’ORA DEL GRANDE TENNIS! 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