Bentornati ragazzi: pronti per lo Slam?
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La Pro Staff di Edberg in edizione storica Di nuovo nei negozi una racchetta che fece epoca: l’abbiamo... riprovata LA RIVISTA Anno XII - n.1 - 13 gennaio 2016 Pag.19 Bentornati ragazzi: pronti per lo Slam? Tutti i grandi subito al centro del mirino, da protagonisti... Pag.4 In 1276 in campo al Lemon Bowl Storie, protagonisti e risultati del torneo under più partecipato Pag.12 GLI ALTRI CONTENUTI I brividi del futuro Pag.3 - Batch-point Pag.5 - Il caso: Marion perde 30 chili, apprensione francese Pag.6 I numeri della settimana Pag.8 - Terza pagina: Ken Rosewall Pag. 9 - Il tennis in tv Pag. 10 - Focus: Fadi Bidan Pag. 14 - Campionati: i vivai varranno doppio Pag. 15 - Circuito Fit-Tpra: il gioco delle coppie Pag. 18 La regola del gioco: quanto tempo per il wc? Pag.22 prima pagina I brividi del futuro DI ENZO ANDERLONI - FOTO GETTY IMAGES L’ ultimo degli esperimenti per rendere più agile una partita di tennis l’ha trasmesso SuperTennis in diretta dall’Australia. Si chiama Fast4 e consiste nel trasformare la classica partita ai 6 games, due set su tre, in un match più adrenalinico all’insegna del numero 4. Si gioca due su tre ai 4 giochi, con eventuale tie break al posto del terzo. In ogni game si conta 1,2,3 anziché 15, 30, 40. E chi fa per primo il quarto punto (che sull’eventuale 3-3 è “secco”) vince il game. Se il servizio tocca il nastro non ci si ferma, esattamente come se succedesse durante lo scambio. E si introduce una novità, una sorta di punto Jolly di cui si può disporre una sola volta a set, che gli australiani hanno chiamato “Power Play”. Una volta dichiarato, quel punto vale doppio. Significa che può ribaltare l’esito di un gioco in cui si è in svantaggio, conquistandolo con un colpo solo. Il fatto che a Sydney si sia giocato un’Australia (Hewitt e Kyrgios) contro il Resto del mondo (Nadal e Monfils) con questa formula dà l’idea di quanto Tennis Australia, la federazione “down under”, ci creda. Sta organizzando delle Leghe e tutta un’attività a squadre su questa idea (a Sydney Monfils e Hewitt hanno vinto i singoli, Nadal-Monfils il doppio per il successo finale del… Mondo). I puristi hanno storto il naso di fronte allo spettacolo “troppo veloce”. In realtà un vero giudizio su questo tipo di formule applicate al top del tennis professionistico non sarà mai possibile darlo finché, invece che in esibizione, dovesse essere applicato per titoli davvero importanti. Perché poi, in termini di emozione, la vera differenza è sostanzialmente lì. Provatevi a immaginare il trofeo dei Championships di Wimbledon da giocarsi così. Una finale da brividi. Non possiamo sapere se sarebbe bello, ma siamo sicuri che sarebbe emotivamente diverso, per protagonisti e DIRETTORE Angelo Binaghi COMITATO DI DIREZIONE Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina DIRETTORE RESPONSABILE Enzo Anderloni spettatori, rispetto al Fast4 di Sydney. Quello che è certo è che invece il tennis di base, quello di livello amatoriale o dei primi gradini dell’agonismo (la nostra quarta categoria) sta Forza Schiavo! Francesca Schiavone, attualmente al numero 114 WTA, è l’unica italiana a partire dalle qualificazioni degli Australian Open. Dovesse riuscire a entrare in tabellone, a 35 anni eguaglierebbe il record di Ai Sugiyama di 62 partecipazioni consecutive nei “main draw” dei tornei dello Slam. COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPER TENNIS TEAM Antonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica) FOTO Getty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli HANNO COLLABORATO Giovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, 58 - 00182 Roma [email protected] 3 andando ragionevolmente in una direzione… abbreviata. Le partite da un’ora del circuito FIT-Tpra, la possibilità di giocare i tornei di quarta categoria con il tie break al posto del terzo set stanno prendendo piede. Ben vengano. Al torneino del lunedì sera, che al circolo organizzano per i soci tutte le settimana da oltre un decennio, alla formula del FAST4 si era arrivati già tre anni fa (ci manca solo il Power Play, facciamoci un pensierino…). Si gioca tra l’altro un set solo (altrimenti non si finirebbe per le 23.00) ma il gusto è rimasto intatto. Si riesce a giocare tutti, aumentando l’adrenalina. Il tennis non è la maratona. Con rispetto parlando, è più divertente. E poterlo giocare insieme, in tanti e più spesso, è meglio che da soli, meno numerosi e più raramente. Troppo ovvio? Chiedo scusa. PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONE Edisport Editoriale Srl REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00135 Roma Info: [email protected] Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell’ 8 gennaio 2004 Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www. federtennis.it e www.supertennis.tv e spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected] circuito mondiale atp Vecchie facce cambiano Niente sarà più uguale nel 2016: ci sono le novità come Raonic ma anche i volti noti sono già tutti diversi. Djokovic sempre più spietato, quasi antipatico. Nadal più uomo, diventato adulto. E poi c’è Federer, in procinto di cambiare (ancora una volta) stile dopo aver cambiato coach DI PIERO VALESIO - FOTO GETTY IMAGES S ono cose che dimentico, cantava De Andrè. Che se Bowie era il Duca (bianco come i gesti a noi cari) lui invece era un conte. Il quale, se non fosse stato immensamente assorbito dalla musica e dal desiderio di elaborare i suoi fantasmi interiori, chissà come avrebbe potuto trasportare su un campo da tennis quella capacità di ricamare sulle parole che lo ha reso immortale. Comunque: eccoci all’inizio di una nuova stagione a chiederci che cosa dimenticheremo di quella vecchia e cosa invece dobbiamo aspettarci di osservare in quella nuova. A cosa diciamo addio Sopra, il “clan Djokovic” festeggia il primo titolo del 2016, conquistato a Doha (Atp 250) dopo una finale a senso unico contro Nadal, chiusa per 6-1 6-2. Sotto, festeggiamenti con staff anche per Milos Raonic, 25enne canadese, abbracciato alla fidanzata Danielle Knudson. Celebrano il titolo vinto a Brisbane (Atp 250) in finale su Federer per 6-4 6-4 Dimentichiamo, ad esempio, i completi floreali di Berdych: lui e lo sponsor hanno preso strade diverse. In fondo non faticheremo, anzi: il processo di rimozione è già ultimato, quei completi probabilmente non li abbiamo mai visti. Prepariamoci ahinoi a dover guardare quelli di Kyrgios che non promettono nulla di buono per le nostre iridi. A proposito: dimentichiamo le liti di sostanza (femminile) fra l’australiano e Wawrinka: in sede IPTL i due si sono rappacificati, hanno addirittura giocato nella stessa squadra incitandosi l’un l’altro. Due amiconi insomma. Sempre che Kokkinakis (noto Australian lover) non si rimetta di mezzo. Vecchie facce, nuovi volti Che dite? Che siamo su questioni collaterali? Vero ma non dimentichiamo che il diavolo (entità notoriamente assai appassionata di tennis) si acquatta nei dettagli. Prendete il viso di Nadal, ad esempio. Dimenticate quello da ragazzino iberico un po’ storto che ha portato in giro per il mondo nell’ultimo decennio. E scrutate il Nadal nuovo: è diventato di colpo un uomo adulto, forse più segnato del suo avversario naturale Federer. Sulla sua faccia solare è comparso qualcosa di 4 circuito mondiale atp concorrenti. E si badi bene che Laurel e Hardy sono stati dei geni assoluti della storia del cinema, mica due qualunque. Non è escluso (anzi è probabile) che in un domani non troppo lontano i due tornino a fare squadra: ma per ora prepariamoci ad assistere al loro derby a distanza, i cui prodromi si sono già visti a Brisbane. Un nuovo Federer? Roger Federer e Rafael Nadal, entrambi sconfitti nelle prime finali del 2016: ma sono pronti a cambiare faccia, ognuno a modo suo. simile alla sofferenza. Stato del corpo e dell’Anima che Rafa è sempre stato bravissimo a celare ma che adesso fa parte di lui. Così come dimenticate forse per sempre (anche se, a dire il vero, già non se ne aveva notizia da tempo) del Djokovic giovialone e giovanilista. Quello che si affaccia al 2016 è un Nole quasi rabbioso, determinato ai limiti dell’antipatia, che vuole lo Slam sfuggitogli l’anno scorso per mano dello svizzero n.2. E ha capito che per riuscire nell’intento deve anche lui sfuggire ai ricordi e, se possibile, diventare una macchina da guerra priva quasi di sentimenti. Il derby Ljubicic-Piatti Dimenticare altresì, almeno per il momento, l’accoppiata Piatti-Ljubicic seduti nello stesso box a seguire Raonic o magari qualcun altro. Come è noto i due hanno intrapreso strade diverse con Ljubo che è impegnato al fianco di Federer e Riccardo ancora impegnato nell’operazione Raonic. Vederli distanti e’ un po’ come pensare a Laurel e Hardy che recitano in due film comici E poi c’è Federer. Qui si corre il rischio di commettere errori madornali ma non è forse il rischio il nostro mestiere? E allora una possibilità è che ci troveremo a dover dimenticare certe effervescenze tattico-spettacolari del Roger 2015 (il Sabr...) per assistere all’ennesima trasformazione del nostro: che potrebbe offrire di sé un’immagine più accorta tatticamente, forse più essenziale, certamente più tesa a risolvere i contrasti tennistici in pochi e risolutivi colpi che non in massacranti duelli destinati a dar ragione a chi può’contare sull’arma dell’età. E poi, dulcis in fundo, dimentichiamo lo Us Open dei miracoli con Roberta e Flavia sul tetto del mondo. Ma in questo caso solo per uno e uno solo obiettivo: poter lasciare mano libera alla sorte affinché quel sogno pazzesco si ripeta. Magari in un altro luogo, chi lo sa. In fondo sognare non costa nulla e visti i tempi è certamente un lusso che ci possiamo permettere. Niente più completi “vistosi” per Berdych, H&M ha lasciato. In alto, dall’angolo di Raonic, Piatti ha vinto il primo derby in panchina su Ljubicic batch-point Ciao, vecchio Fum! E così se n’è andato anche il vecchio Fum, che sebbene da un bel po’ di tempo non si facesse vedere sui campi era ancora ben presente nel cuore di coloro con i quali aveva condiviso, del tennis, prima i dorati spleen dell’era d’oro e poi la rutilante metamorfosi da gioco per gente vestita di bianco in variopinto sport di massa. Con Fum (vale a dire Alfonso Fumarola, inviato del Corriere dello Sport per una quarantina d’anni a partire dal 1956, laureato in medicina, esperto di nuoto oltre che di tennis, 15 Giochi Olimpici e migliaia di altri grandi eventi sportivi nella valigia) se n’è andato un altro pezzo del giornalismo che fu, quello che aveva saputo raccontare le impetuose vicende del nostro sport coniugando rigore e passione, senza lasciarsi contaminare, lui, da interessi, aspirazioni politiche, amicizie o vanagloria. Sapeva tutto, Fum, e tutto ricordava. Avercelo vicino in sala stampa significava potercisi risparmiare la fatica di trascinarsi in spalla chili e chili di archivi cartacei. Avercelo vicino la sera, al ristorante, significava rivivere nel dettaglio qualsiasi match fosse stato evocato nella discussione conviviale, inclusi quelli dei tornei qua e là riservati ai giornalisti. Forse non è stata solo una coincidenza dovuta alla tirannia dell’anagrafe che Fum avesse scelto di ritirarsi nell’amata Pantelleria proprio quando lo sconfinato e immateriale archivio del web aveva reso inutile questa sua formidabile capacità di ricordare. Così privando, però, i colleghi e i lettori del suo giornale di qualcosa che il web, e coloro che ne abusano per autopatentarsi quali “esperti”, al contrario di lui non possiedono: la capacità di analizzare e spiegare utilizzando dati di fatto. Il che, probabilmente, chiarisce anche come mai l’altro giorno, a Roma, nella chiesa dove lo abbiamo salutato, per contare i suoi compagni di viaggio in quel tennis che fu bastassero, sorprendentemente, le dita di una mano. Ciao, Fum! Poi, quando ci rivedremo, ci racconterai punto per punto le belle partite che di sicuro stai giocando, lassù, adesso che hai ritrovato tanti amici di un tempo felice. Batch 5 circuito wta Marion perde 30 chili: apprensione francese La Bartoli, campionessa di Wimbledon 2013, ritiratasi un mese dopo quel clamoroso successo, è dimagrita tantissimo nell’ultimo anno. Si occupa di moda e ha lanciato una linea di gioielleria ma i giornali francesi parlano solo del suo aspetto fisico Una foto di Marion scattata a Lille, il 12 dicembre, in uno dei punti vendita MATY, la ditta che ha lanciato la sua linea di gioielli DI ANDREA NIZZERO - FOTO GETTY IMAGES S ono passati due anni e mezzo dalla vittoria di Marion Bartoli a Wimbledon. Incontrandola per strada, non la riconoscereste. Il cambiamento che ha fatto è inquietante e, per quanto lei sostenga il contrario, la sua situazione fisica e psicologica non può non destare preoccupazione. Negli ultimi mesi, in molti si sono chiesti se Marion non si stia pericolosamente avvicinando all’anoressia. L’edizione 2013 del torneo più antico e prestigioso del mondo finì nelle mani di questa francese eccentrica dal gioco anticipato, cui nessuno accreditava alcuna possibilità di vincere. Fu un trionfo sportivo che invece di porla sugli allori la inchiodò, se non ad una gogna mediatica, di certo al pubblico ludibrio. Da “la classe operaia in paradiso” a “la misfit che vince sui prati di Wimbledon”, sulla stampa la caccia alla metafora più calzante non fu esattamente lusinghiera per la tennista di origini corse. Twitter e i social media in generale diedero voce alle solite schiere di migliaia di persone ai limiti della crudeltà. Nemmeno la solitamente impeccabile BBC fu clemente con lei: “Mi chiedo se suo padre le abbia detto quando era piccola, ‘non diventerai mai bella, non sarai mai una Sharapova, quindi dovrai combattere ed essere dura’.” Uno stile criticato Questa riflessione piuttosto barbara fu pronunciata dal commentatore John Inverdale durante la finale tra lei e Sabine Lisicki. Marion, il giorno dopo aver realizzato il suo sogno di una vita, si è risvegliata con mezzo twitter che vomitava insulti su di lei e sul suo aspetto non allineato alle copertine di Vogue, mentre la stampa britannica quasi oscurava la sua vittoria costruen- 6 do uno scandalo sul commento inopportuno di Inverdale. E il giorno dopo i titoli erano già tutti per Murray. Anche nel momento più bello e importante della sua carriera, forse della sua vita, Marion si è sentita ricordare tutti i presunti motivi per cui il mondo cui si era appena affacciata non le apparteneva. Le critiche, peraltro, non si limitavano al suo aspetto fisico. Anche il suo stile di gioco, risultato della passione/ ossessione del padre Walter, è sempre stato bersaglio di scherno: bimane su dritto e rovescio, potente e con un meccanismo del servizio unico, il suo tennis era un miracolo di biomeccanica e talento, ma anch’esso un po’ troppo distante dai canoni estetici dominanti. “Fa male sentirsi dire certe cose quando sei piccola”, ha confessato lei in un’intervista di pochi mesi fa, ripercorrendo i suoi primi anni sul campo da tennis, “Non importa cosa un maestro pensi, non può sapere come si sente il bambino. Le persone non hanno il diritto di essere così critiche. Andare a scuola [da bambina] era una via d’uscita da tutti i commenti negativi sul mio gioco”. Difficile sapere se Marion si riferisse a qualcuno in particolare con questi ricordi, ma non serve uno psicologo per capire che la sua autostima non ha mai avuto vita facile. Lo psicologo, e un medico, servirebbero adesso, per provare a capire quali sono le attuali condizioni di salute dell’ex Top 10 Wta. A scuola di moda Dopo due anni della “vita che non vedo l’ora di vivere” (secondo le sue parole al ritiro), Marion si ritrova con mezza Francia preoccupata per lei e per i 28 chili che ha perso da quando ha lasciato il tennis. Come testimoniano le fotografie delle sue apparizioni pubbliche e dei suoi feed su Instagram e Twitter, la maggior parte del peso l’ha persi negli circuito wta le mie creazioni devono assolutamente essere un successo”. Se lei davvero pensa di trasmettere un’immagine sana, il problema potrebbe essere ancora più preoccupante. Maniacale perfezionismo Marion Bartoli è nata a Le Puy en Velay, Francia, il 2 ottobre 1984. Nel gennaio 2012 è stata n.7 Wta ultimi dodici mesi. Ora che non deve più riempire le sue giornate con i massacranti allenamenti del padre-coach Walter, la sua vita è dedicata alla moda e si svolge tra Londra, dove segue un corso alla prestigiosa Central Saint Martins, Parigi e Dubai, dove ha recentemente detto di essersi trasferita. “Viaggio molto per le mie creazioni. Sono regolarmente in India per cercare pietre per la mia linea di gioielleria”, ha detto a Le Monde il 13 ottobre, prima che l’allarme “anoressia” iniziasse a suonare così forte. Ora, invece, la sirena sta strillando: i suoi tifosi si sono accorti che c’è qualcosa che non va e sono molto preoccupati, mentre nel recente servizio fotografico per la rivista Gala neppure il trucco e il fotoritocco pesante riescono a nascondere quanto emaciato è il volto della ex tennista. “Non sono a dieta: brucio molto” In Francia, la cosa è presa talmente sul serio che l’Equipe l’ha intervi- stata, sottoponendola a una sorta di seduta psicoterapeutica: delle dieci domande che compongono il servizio di Sophie Dorgan, otto sono a proposito della sua perdita di peso. Marion nega, ridendo un po’ troppe volte durante un’intervista tutt’altro che divertente. “Non sono a dieta. Sto bene, non sono magra”, sostiene lei, portando lo stress del suo lavoro e l’impegno che le richiede ogni giornata a giustificazione del drastico cambiamento: “Mi sono sepolta nel mio lavoro. E’ un ritmo molto costante e credo di bruciare un sacco di calorie perché mi muovo sempre”. Alla domanda “cosa dici a chi dice che sei anoressica”, la sua risposta è quantomeno confusa. “Quando mi guardi, non puoi dire: non sta bene, è anoressica, i suoi genitori non le danno abbastanza da mangiare” dice, chiudendo la frase con una risata, prima di proseguire: “E’ una teoria che potrebbe funzionare solo se fossi ossessionata da quello. Oggi, non è affatto così. Sono ossessionata dalle mie creazioni e Sono stati molti i tennisti che hanno trovato molto difficile la vita normale. Da Jennifer Capriati a Bjorn Borg, gli esempi si sprecano e i motivi pure. Nel caso di Marion, cresciuta e allenata da un padre al limite del dittatoriale, lo stile di vita che l’ha portata ad apparire così come la vediamo potrebbe essere il risultato di tante cose: i meccanismi ossessivo-compulsivi già visibili durante la sua carriera da tennista, miscelati al maniacale perfezionismo ereditato dal padre e al perenne sentirsi dire di non essere all’altezza potrebbero aver creato un cocktail tossico, capace di mandarla in cortocircuito. Quando nel 2013 annunciò il suo ritiro a Cincinnati, appena sei settimane dopo aver vinto Wimbledon, Marion piangeva disperata. Recentemente, un’altra tennista ha annunciato l’abbandono delle competizioni dopo una grande vittoria, invitando a qualche parallelo con Marion. Eppure, nonostante avesse appena realizzato il sogno di una vita, il ritiro della francese sembrò tutto tranne che una celebrazione, quella che Flavia Pennetta ha tributato a se stessa dopo aver vinto gli US Open. Sembrò invece una resa, un crollo nervoso che Marion non avrebbe potuto permettere a se stessa prima di aver vinto Wimbledon. Prima di quel trionfo, la paura di non riprendersi gliel’avrebbe impedito. Oggi, la paura di non piacere e di non essere all’altezza potrebbe costarle caro. Facciamo il tifo per lei. Azarenka 30 mesi dopo. Vika è tornata? Pensateci bene: avete due parole per riassumere i due anni di tennis femminile che vanno dall’ultimo titolo Wta di Victoria Azarenka (Cincinnati 2013) al venerdì più pazzo del mondo (US Open 2015). Quali scegliete? Se non riuscite a farvi venire in mente nient’altro che “Serena Williams”, siete in buona compagnia. In quell’agosto di oltre due anni fa, il torneo dell’Ohio fu il palcoscenico di una delle ultime, vere sconfitte della numero 1 del mondo. Vika è stata l’ultima tennista a potersi definire come reale rivale di Serena. E l’inizio del 2016, con il titolo a Brisbane in cui ha spazzato via la concorrenza (17 giochi persi in tutto il torneo), suggerisce che potrebbe tornare ad occupare quel ruolo. Trenta mesi: tanti sono quelli trascorsi tra l’ultimo e il penultimo dei 18 titoli Wta vinti dalla bielorussa. Tanto è il tempo che è stato necessario a Vika per saldare il debito con il suo corpo, esausto e acciaccato dopo due annate al top. Finalmente, dopo i lampi a intermittenza visti nel 2015, sembra essere tornata a splendere di luce costante. E il tennis femminile potrebbe aver ritrovato l’unica forza che sembra in grado di operare la transizione tra la Serena’s Era e quello che verrà poi. La tennista americana arriverà a Melbourne avendo concluso una sola partita ufficiale negli ultimi cinque mesi (tutti ricordiamo quale). Partirà comunque da favorita, ma è indubbio che il gruppo delle inseguitrici possa nutrire qualche speranza in più. Lo guiderà Vika, che sembra avere qualche chance in più di Maria Sharapova, Simona Halep, Petra Kvitova e Garbine Muguruza. La vera e propria incognita sarà però Agnieszka Radwanska. Nessuno ha vinto quanto lei da settembre in avanti, e le Wta Finals conquistate a sorpresa a fine 2015 non sembrano averla appagata. L’inizio di stagione a Shenzhen è stato molto convincente, e il suo diciottesimo titolo Wta le ha regalato il quarto posto in classifica e nel prossimo seeding degli Australian Open: l’unica avversaria con cui partirebbe da sfavorita (Serena) non può incrociare la sua strada prima delle semifinali. 7 i numeri della settimana Raonic, l’anti-Federer I primi 25 del ranking Atp DI GIORGIO SPALLUTO GETTY IMAGES FOTO 3 i tennisti nati negli anni ‘90 ad aver sconfitto Roger Federer, che ha un bilancio complessivo contro di essi di 41-4. Si tratta di Delbonis, Kyrgios e Raonic (nella foto), l’unico a sconfiggere l’elvetico più di una volta (Bercy 2014 e Brisbane 2016). 7 gli anni trascorsi dall’ultima finale Atp raggiunta da un teenager. Il 19enne Borna Coric, finalista a Chennai, è il primo a riuscirci dal torneo di New Haven 2008 quando a centrare questo traguardo fu Marin Cilic. 10 i match vinti in carriera da Fabio Fognini salvando match-point, l’ultimo dei quali questa settimana ad Auckland contro Joao Sousa, cui Fabio ha annullato 2 match-point sul 5-4 del 3° set. 18 i ritiri registrati nel circuito Wta nelle prime due settimane, tra forfait poco prima di scendere in campo e ritiri giunti a match iniziato. Solamente una Top 10 non si è ritirata: Venus Williams, comunque sconfitta al 1° turno ad Auckland. 1.000 il numero di vittorie raggiunto da Daniel Nestor in doppio, dopo il successo nel 1° turno del torneo di Sydney. Nell’Era Open solo Connors (1.254), Lendl (1.071) e Federer (1.062) hanno raggiunto la quadrupla cifra. Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Nome (nazionalità) Novak Djokovic (SRB) Andy Murray (GBR) Roger Federer (SUI) Stan Wawrinka (SUI) Rafael Nadal (ESP) Tomas Berdych (CZE) Kei Nishikori (JPN) David Ferrer (ESP) Richard Gasquet (FRA) Jo-Wilfried Tsonga (FRA) John Isner (USA) Kevin Anderson (RSA) Marin Cilic (CRO) Milos Raonic (CAN) Gilles Simon (FRA) David Goffin (BEL) Bernard Tomic (AUS) Benoit Paire (FRA) Feliciano Lopez (ESP) Dominic Thiem (AUT) Fabio Fognini (ITA) Viktor Troicki (SRB) Ivo Karlovic (CRO) Gael Monfils (FRA) Roberto Bautista Agut (ESP) I primi 25 italiani del ranking Atp Punti 16790 8945 8165 6865 5230 4560 4235 4055 2850 2635 2495 2475 2405 2270 2145 1835 1720 1703 1690 1645 1515 1487 1485 1485 1480 Nome (nazionalità) Serena Williams (USA) Simona Halep (ROU) Garbine Muguruza (ESP) Agnieszka Radwanska (POL) Maria Sharapova (RUS) Petra Kvitova (CZE) Angelique Kerber (GER) Flavia Pennetta (ITA) Lucie Safarova (CZE) Venus Williams (USA) Karolina Pliskova (CZE) Carla Suarez Navarro (ESP) Timea Bacsinszky (SUI) Belinda Bencic (SUI) Roberta Vinci (ITA) Victoria Azarenka (BLR) Madison Keys (USA) Caroline Wozniacki (DEN) Sara Errani (ITA) Elina Svitolina (UKR) Jelena Jankovic (SRB) Ana Ivanovic (SRB) Ekaterina Makarova (RUS) Andrea Petkovic (GER) Svetlana Kuznetsova (RUS) 8 Rank. 21 29 58 69 91 104 142 159 181 200 223 230 241 250 252 257 261 297 322 323 324 326 337 364 372 Nome Fabio Fognini Andreas Seppi Simone Bolelli Paolo Lorenzi Marco Cecchinato Luca Vanni Thomas Fabbiano Andrea Arnaboldi Matteo Donati Filippo Volandri Gianluca Naso Salvatore Caruso Roberto Marcora Riccardo Bellotti Alessandro Giannessi Federico Gaio Lorenzo Giustino Matteo Viola Alessandro Bega Erik Crepaldi Flavio Cipolla Gianluca Mager Edoardo Eremin Francisco Bahamonde Lorenzo Sonego Punti 1515 1270 790 725 618 560 411 360 280 256 235 228 218 215 213 210 206 168 148 148 147 146 138 123 119 Le prime 25 italiane del ranking Wta Le prime 25 del ranking Wta Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Punti 9945 5880 5200 4670 4542 4111 3710 3621 3590 3511 3285 3175 2954 2900 2855 2745 2600 2571 2525 2465 2445 2341 2255 2230 2035 Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Rank. Nome Punti 8 Flavia Pennetta 3621 15 Roberta Vinci 2855 19 Sara Errani 2525 35 Camila Giorgi 1325 51 Karin Knapp 1002 115 Francesca Schiavone 541 256 Martina Caregaro 177 288 Giulia Gatto-Monticone 148 310 Alberta Brianti 136 330 Alice Matteucci 122 357 Cristiana Ferrando 107 359 Gioia Barbieri 105 367 Georgia Brescia 101 376 Martina Trevisan 98 377 Anastasia Grymalska 98 391 Nastassja Burnett 93 435 Corinna Dentoni 69 443 Claudia Giovine 68 463 Bianca Turati 64 477 Jessica Pieri 61 483 Jasmine Paolini 59 485 Alice Balducci 59 496 Stefania Rubini 56 497 Anna Giulia Remondina 56 499 Gaia Sanesi 55 terza pagina Ken Rosewall, scortato nella storia Australian Open 1972: il grande campione “aussie” deve giocare la finale dello Slam a 37 anni suonati, dopo averlo già conquistato a 19. Ma sulla sua strada... La giornata particolare di uno dei più bei rovesci di sempre DI ALESSANDRO MASTROLUCA GETTY IMAGES Ken Rosewall è nato a Sydney il 2 novembre 1934. Ha vinto 8 titoli del Grande Slam FOTO H a scritto la storia sull’erba di Kooyong. Ha vinto il suo primo titolo nel 1953 agli Australian Championships, ed è ancora il campione più giovane nell’albo d’oro del torneo. Diciannove anni dopo, il mondo è cambiato, Harry Hopman è andato in America a seguire Arthur Ashe, il partito laburista è salito al governo, lo Slam Down Under è diventato l’Australian Open, eppure a 37 anni Ken Rosewall è ancora lì, in finale. Il più giovane e il più anziano Eppure, non sembra affatto una buona giornata, quella di ‘Muscles’, come l’avevano soprannominato. L’auto che lo porta a Kooyong, insieme alla moglie Wilma e ai figli Glenn e Brett si rompe a quasi due chilometri dall’impianto. Riescono a chiamare un taxi, ma c’è talmente tanta gente che sta andando a vedere la finale, che spera di vederlo battere Mal Anderson, da creare un ingorgo senza via d’uscita. Serve un piano C. E prende la forma di un agente di polizia in motocicletta. Rosewall gli chiede un passaggio, ma l’agente all’inizio non lo riconosce. “E’ inutile che vai allo stadio, non entrerai mai” gli dice, scambiandolo per un tifoso in cerca di un biglietto, introvabile, in extremis. Ma alla fine Rosewall lo convince che la sua presenza è davvero richiesta allo stadio e l’agente lo scorta fino ai cancelli. Il resto è storia. be, testa di serie numero 1, al quinto set in semifinale. “I giovani di questi tempi - commenterà Anderson - ottengono tutto troppo facilmente. Ci sono troppi soldi in giro, non devono lottare per farsi una vita”. Qualche centinaio di quei giovani sono seduti sull’erba ai margini del campo mentre Anderson serve per il primo set e manca quattro occasioni per portare il match al quarto, prima di cedere 7-6 6-3 7-5. Sotto un sole che consuma energie e voglia, dopo aver assistito al trionfo di Virginia Wade su Evonne Goolagong, Rosewall torna in campo di nuovo e si prende anche il trofeo di doppio in coppia con Owen Davidson, che poi diventerà coach a Houston. “Ken è stato fantastico - dirà dopo la finale -, la sua età non è mai stato un fattore, in nessun modo”. È una vittoria che lascia, però, una consapevolezza malinconica, una nota stonata, dissonante. “Non è un bene per il tennis se io continuo a vincere gli Slam”, spiega Rosewall a The Age, il giorno dopo la doppietta. Show a Dallas con Laver Ma è un bene, per chi l’ha visto e per chi non c’era, per gli 8500 spettatori al Moody Coliseum di Dallas e i 21 milioni che in tv hanno preferito “The Rod and Kenny Show” ai play-off NBA e NHL. È il 14 maggio 1972, e Rosewall batte Laver, che si trova a due punti dalla vittoria sul 5-4 nel tiebreak del quinto, 4-6 6-0 6-3 6-7 7-6 nella finale del Master WCT. Secondo Gene Ward, giornalista del New York Daily News, e secondo tanti della sua generazione, è la più bella partita di sempre. L’ultima vittoria Quell’ultima vittoria è una finale che rimane negli annali del torneo come la più “anziana” del singolare maschile. Perché Anderson, che ha tre figli e aveva lavorato per quattro anni come istruttore di tennis e squash prima di rientrare sul circuito appena prima dell’Australian Open, di anni ne ha 36. Ma ha sconfitto John Newcom- 9 il tennis in tv ‘Quali’ da Slam in chiaro to, per la prima volta, il canale della Fit trasmette quattro match del tabellone di qualificazione, da questa notte fino a quella di domenica (trovate le repliche nel palinsesto qui sotto). Il tutto subito a seguire di svariate ore di tennis di alto livello e di ‘esibizioni’ di lusso, come la Hopman Cup e l’evento Fast4. I live pre-Melbourne L’ inverno italiano può facilmente diventare estate. Anche in chiaro. Basta sintonizzarsi sul canale n.64 del digitale terrestre (a proposito vi siete ricordati di effettuare la risintonizzazione del decoder o della tv? Se no, chiamate il numero verde 800.432911 e non avrete problemi) per ritrovarsi catapultati in un altro mondo. Quello australiano, dove si vivono i mesi più caldi e dove si gioca a tennis, ogni giorno. Fino all’appuntamento con gli Australian Open. SuperTennis ha lavorato anche durante le vacanze natalizie per garantire ai propri spettatori una finestra privilegiata sul primo Slam dell’anno, anche in chiaro. Intan- Ma soprattutto, per il piatto caldo di gennaio, l’Australian Open, SuperTennis vi porta a bordo campo. Lo fa grazie alla propria troupe inviata a Melbourne, pronta a raccogliere informazioni, immagini esclusive, parole dei protagonisti. Per tutta la durata del torneo, dal 18 genna- io in poi. Ecco perché è facile parlare di grande estate del tennis australiano. Ma non solo per quello che ci aspetta dallo spettacolo del primo slam stagionale. Già, perché prima - cioè già a partire da oggi - il grande tennis torna live. Oltre ai match del tabellone cadetto di Melbourne in nottata, ci sono le sfide “mattutine” e cruciali dei tornei del circuito maschile di Auckland e Sydney (entrambi eventi Atp 250). Oltre che dell’evento Premier femminile sempre di Sydney, la cui finale è prevista per venerdì sera alle 19.30. A chiudere la settimana un sabato da due finali maschili e da uno scontro di qualificazioni per gli Australian Open. Mica male, come inizio dell’anno. Philippoussis e Wilander ad Adelaide ...e in tv Tre squadre, nove giocatori, ancora un’esibizione a scaldare l’estate del tennis down-under. Si gioca ad Adelaide, e sugli schermi di SuperTennis (in differita mercoledì 20 alle 21.15), una sfida tra grandi del passato e pizzichi di contemporaneità, con - tra gli altri - Mark Philippoussis, Mats Wilander e Goran Ivanisevic. Guardare in tv la World Tennis Cup di Adelaide, questo il nome della competizione, sarà possibile proprio mentre i riflettori saranno puntati su Melbourne: i match andranno in onda durante la prima settimana di gare agli Australian Open. Ogni giorno le ultime dall’Australia alle 17 e alle 21 Giovedì 14 Venerdì 15 00:00 - LIVE Qualificazioni Australian Open 02:00 - Live ATP Auckland 04:00 - Live ATP Premier Sydney QF 06:00 - LIVE WTA Sydney SF 08:00 - Live ATP Premier Sydney QF 10:00 - LIVE WTA Sydney SF 11:30 -Qualificazioni AO 2016 (replica) 14:00 - ATP Auckland (replica) 16:30- Magazine ATP 17.00 - News 17:05 -WTA Premier Sydney SF replica 19:00 - ATP Sydney QF replica 21:00 - News 21:05 -WTA Premier Sydney SF replica 23:00 - La Voce delle Regioni 00:00 - LIVE Qualificazioni Australian Open 02:00 - La Voce delle Regioni 03:00 - LIVE ATP Sydney SF 05:00 - LIVE ATP Sydney SF 07:00 - Live ATP Auckland 09:30 - Live WTA Premier Sydney Finale 12:00 - ATP Auckland SF (differita) 14:00 -Qualificazioni AO 2016 (replica) 16:00 - Best of WTA 17.00 - News 17:05 - ATP Auckland SF (replica) 19:00 - ATP Sydney SF (replica) 21:00 - News 21:05 -WTA Premier Sydney Finale replica 23:00 -ATP Sydney SF replica Sabato 16 01:00 - ATP Auckland SF (replica) 02:30 - Live ATP Auckland Finale 04:00 - LIVE Qualificazioni Australian Open 06:00 - ATP Sydney SF replica 08:00 - ATP Sydney SF replica 09:30 - Live ATP Sydney Finale 11:30 -Qualificazioni AO 2016 (replica) 14:00 - ATP Auckland Finale (replica) 16:00 - Circolando ASD Pescara 16:30 - Magazine ATP 17.00 - News 17:00 - ATP Sydney Finale replica 19:05 -WTA Premier Sydney Finale replica 21:00 - News 21:05 - Circolando TC Palermo 2 21:30 - Qualificazioni AO 2015 (replica) Domenica 17 00:00 - Hopman Cup Finale 06:00 -ATP Auckland SF replica 08:00 - ATP Auckland SF replica 10:00 -WTA Premier Sydney SF replica 12:00 - Circolando TC Padova 12:30 -WTA Premier Sydney SF replica 14:30 - ATP Auckland Finale (replica) 17.00 - News 17:00 - ATP Brisbane Finale (replica) 19:00 - ATP Sydney Finale replica 21:00 - News 21:05 - WTA Brisbane Finale (replica) 23:00 -WTA Premier Sydney Finale (replica) Lunedì 18 01:00 -ATP Auckland SF replica 03:00 - ATP Auckland SF replica 05:00 - Magazine ATP 05:30 -WTA Premier Sydney SF replica 07:30 - Circolando ASD Pescara 08:00 - Federer vs Dimitrov, WTA Brisbane Finale (replica) 10:00 - ATP Sydney SF (replica) 12:00 - Magazine ATP 12:30 - ATP Sydney Finale replica 14:30 -WTA Premier Sydney SF replica 16:30 - Circolando ASD Roma 17:00 - News 17:15 -WTA Premier Sydney Finale replica 19:15 -Finale Doppio Wimbledon 2014 21:00 - News 21:15 - Federer vs Raonic, ATP Brisbane Finale (replica) 23:15- ATP Auckland Finale (replica) Martedì 19 01:00 - Best of Fed Cup 2015 02:00 -WTA Premier Sydney SF replica 04:00 - ATP Sydney (replica) 06:00 - Federer vs Raonic, ATP Brisbane Finale (replica) 08:00 - Hopman Cup 2015 (replica) 11:00- ATP Auckland Finale (replica) 13:00 -WTA Premier Sydney Finale replica 15:00 - ATP Sydney Finale replica 17:00 - News 17:15 - Ivanisevic vs Rafter,Wimbledon 2001 21:00 - News 21:15 - La Voce delle Regioni 22:00 - Azarenka vs Kerber, WTA Brisbane Finale (replica) 23:15 - Fast 4 Mercoledì 20 03:00 - Hopman Cup 2015 (replica) 05:00 -WTA Premier Sydney Finale replica 07:00 - ATP Sydney Finale (replica) 09:00 -Finale Doppio Wimbledon 2014 10:15 - Sharapova vs Li, WTA Roma 2012 Finale 13:00 - Federer vs Raonic, ATP Brisbane Finale (replica) 15:00 - Best of Coppa Davis 2015 16:00 - La Voce delle Regioni 17:00 - News 17:15 - Soderling vs Federer, Roland Garros 2009 19:00 -WTA Premier Sydney (replica) 21:00 - News 21:15 -WTC Adelaide (differita) 23:30 - Magazine ATP NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali 10 giovani Talenti al limone 1.276 piccoli tennisti per quattro categorie: under 8, 10, 12 e 14. Partite giocate in tre circoli romani e livello sempre crescente per la manifestazione giovanile più grande al mondo in termini di partecipazione. Di qui sono passati anche Ljubicic, Kournikova, Jankovic e Ancic... Tutti i vincitori con i risultati delle finali Under 8 Maschile: Raffaele Ciurnelli b. Filippo Alfano 6.4 6-7 7-5. Femminile: Carla Giambelli b. Gaia Mais 6-0 6-0. Under 10 Maschile: Fadi Bidan b. Sebastiano Cocola 7-6 7-6. Femminile: Brenda Fruhvirtova b. Nadin Barbarossa 6-1 6-1. Under 12 Maschile: Niccolò Ciavarella b. Daniele Minighini 7-5 6-3. Femminile: Linda Fruhvirtova b. Angelica Giovagnoli 6-1 6-1. Under 14 Maschile: Matteo Gigante b. Simone Sorbino 6-3 6-7 6-4. Femminile: Sofia Pizzoni b. Maria Giulia Properzi 4-6 6-2 6-0. DA ROMA, ALESSANDRO NIZEGORODCEW BIAGIO MILANO FOTO G iovani talenti, sano agonismo e grande spettacolo. Il Lemon Bowl Higher 2016, il più grande torneo giovanile al mondo per campo di partecipazione, ha vissuto un’edizione di altissimo livello. I circoli romani New Penta 2000, Polisportiva Palocco ed Eschilo 2 hanno ospitato prequalificazioni, tabellone cadetto e main draw delle categorie under 8, 10, 12 e 14, che hanno impegnato 1.276 piccoli atleti. “È stata davvero una bellissima edizione - racconta lo storico direttore del torneo Paolo Verna -, tra le migliori in assoluto degli ultimi 15-20 anni. Abbiamo visto all’opera alcuni giovanissimi talenti che in futuro potrebbero calcare i campi del circuito internazionale. Bidan, le sorelle Fruhvirtova e alcuni ragazzi italiani mi hanno riportato indietro nel tempo quando, sui campi del Lemon, ho seguito giovani poi divenuti campioni come Ivan Ljubicic, Anna Kournikova, Jelena Jankovic o Mario Ancic. Brenda e Linda, sorelle d’assalto Le sorelle Brenda e Linda Fruhvirtova hanno confermato quanto di straordinario fatto vedere nel 2015. Lo scorso anno le due sorelle boeme avevano conquistato i tabelloni under 8 e under 10, mentre in questa stagione hanno realizzato una storica doppietta nelle categorie superiori. Brenda, 12 la più piccola, ha trionfato nell’under 10 palesando una superiorità devastante su tutte le avversarie, alle quali ha concesso la miseria di 5 giochi in 5 partite. Linda si è invece imposta, con qualche leggera difficoltà in più, nel tabellone under 12, mettendo in mostra un rovescio bimane di grande qualità. “Linda è migliorata moltissimo nei colpi di inizio gioco e nella potenza - spiega il padre-coach Hynek Fruhvirtov -. Differenze tra le mie figlie? Sono due mondi opposti, due personalità agli antipodi: Brenda è molto tecnica, pensa di più in campo e a livello mondiale, nella sua categoria, non ha eguali. Linda però è molto più motivata della sorella e gioca un tennis più rischioso. Devo dire che in giovani doppio si integrano benissimo. Il Lemon Bowl - prosegue Mr Fruhvirtov - è un evento di grande livello. Rispetto allo scorso anno ho notato una elevata qualità nelle giocatrici italiane, sono davvero forti. È difficile trovare tornei di questo livello nel mondo”. Nel torneo under 10 femminile si sono messe in luce le italiane Nadin Barbarossa (Tc Janus) e Matilde Ercoli (Apd Palocco), battute da Brenda Fruhvirtova in finale e semifinale. Nell’evento under 12 femminile buone prove di Emma Valletta (Ct Dario Zavaglia) e Angelica Giovagnoli (Ct Olympia). Ciavarella-Minighini, il derby del condominio Romani, tesserati per lo stesso circolo (Eur Sporting Club), famiglie che abitano nello stesso stabile. Niccolò Ciavarella e Daniele Minighini, grandi amici, hanno disputato il più classico dei derby nella finale under 12 maschile. Ciavarella più solido, rapido e attento tatticamente, Minighini più talentuoso e propositivo. La coppa è finita nelle mani del primo, bravo a imporsi con lo score di 7-5 6-3. Hanno impressionato anche Federico Scotuzzi (Vavassori Tennis Team) ed Enrico Baldisserri (Ct Bologna). Un lottatore “Gigante” Il torneo under 14, disputato nelle fasi finali alla Polisportiva Palocco, ha regalato agli spettatori match belli e combattuti. Nel tabellone maschile il roma- Matteo Gigante, vincitore tra gli Under 14 no Matteo Gigante (Junior Palocco) ha superato un vero e proprio percorso a ostacoli, conquistando però meritatamente la coppa ricolma di limoni. Il mancino allievo di Alessandro Galli ha dovuto affrontare il terzo e decisivo set in 4 incontri su 5, palesando grande forza mentale e capacità di vincere i punti importanti. Così è stato anche in finale, nella quale Gigante ha battuto il campano Simone Sorbino (Asd 2000) per 6-3 6-7 6-4 dopo oltre tre ore di gioco. Nel tabellone femminile der- La boema Brenda Fruhvirtova, vincitrice Under10. A sinistra con la sorella Linda, vincitrice Under 12, e il direttore del torneo Verna by umbro in finale tra rappresentanti della Tennis Training School di Foligno, che ha visto l’ottima Sofia Pizzoni imporsi su Maria Giulia Properzi con il punteggio di 4-6 6-2 6-0. Under 10 sempre più grandi Il torneo maschile under 10 è stato probabilmente l’evento di maggiore qualità andato in scena al Lemon Bowl Higher 2016. Tanti ragazzi hanno appassionato addetti ai lavori e semplici curiosi dagli ultimi turni delle qualificazioni sino alla finale. Il main draw è stato conquistato dal mancino siriano Fadi Bidan, che ha battuto nell’ultimo atto il siciliano Sebastiano Cocola (Tc Siracusa). Da sottolineare anche le prove dei semifinalisti, entrambi romani, Giorgio Gatto (Junior Palocco) e Daniele Rapagnetta (Empire), oltre che del cipriota Andreas Timini e del britannico Dilhan Wasantha. “Il livello medio è di gran lunga più elevato rispetto allo scorso anno - spiega Alessandro Galli, direttore tecnico del circolo romano Junior Palocco - soprattutto nelle categorie under 10 e 12. Il Lemon Bowl è un torneo molto importante, che permette ai ragazzi di crescere e maturare”. Tutti i migliori Under 12 e 14 Fit l’anno prossimo al Lemon Bowl Grandi novità annunciate dalla Federazione Italiana Tennis per il Lemon Bowl Higher 2017. Durante la premiazione, il consigliere nazionale Fit Fabrizio Tropiano ha annunciato che il settore tecnico porterà tutti i migliori under 12 e under 14 del paese sui campi del New Penta 2000, per una sorta di torneo raduno. Il livello del torneo crescerà ancora di più e per il 2017 ci si attende un’edizione da record. 13 Sofia Pizzoni, vincitrice tra le Under 14, si allena a Foligno come Vanni e Fabbiano focus Fadi, il campioncino in fuga dalla Siria Proprio mentre gli occhi del mondo sono puntati sul Medio Oriente, il piccolo siriano Fadi Bidan, 9 anni, diventa protagonista al Lemon Bowl di Roma. E impressiona per talento e forza di volontà... una favola tennistica. Nato in Siria nel 2006, il piccolo Fadi Bidan è il nuovo campione under 10 del Lemon Bowl Higher, torneo nel quale si è messo in luce davanti agli occhi di appassionati e addetti ai lavori. Una vita a fuggire dalle bombe, anni passati con gli occhi sempre aperti, trovando finalmente rifugio nel vicino Libano, terra natia di papà Peter. Una storia da romanzo che, a Roma, ha visto in scena il suo lieto fine. La Storia - “Sono anni che la mia famiglia è in fuga dalla guerra”. Inizia così il drammatico racconto di Peter Bidan. “Io sono nato e cresciuto in Libano – racconta il padre-coach – ma nel 1997 mi sono dovuto rifugiare in Siria a causa dello scoppio del conflitto armato. Mia moglie, Marian, è siriana ed entrambi i nostri figli, Fadi e Giorgio, sono nati lì. In Siria vivevamo bene e la federazione tennistica ci ha sempre dato un grande supporto, spesandoci spesso le trasferte per i tornei”. Anno dopo anno, però, la situazione politica è peggiorata, e nel 2011 la famiglia DA ROMA, ALESSANDRO NIZEGORODCEW BIAGIO MILANO FOTO L a situazione politica internazionale è più tesa che mai. Guerra, Siria, terrorismo, ISIS, rifugiati, accoglienza, sono ormai termini all’ordine del giorno su media internazionali. Tre milioni di cittadini siriani hanno abbandonato il paese natio a causa dei conflitti. Oltre sei milioni vivono, da sfollati, all’interno dei confini nazionali. Tra loro una grande percentuale di bambini, che giornalmente fuggono in cerca di sicurezza. Ma in questo scenario c’è spazio per Fadi Bidan ha conquistato il torneo under 10 del Lemon Bowl 2016 superando in finale il siciliano Sebastiano Cocola (Tc Siracusa) con il punteggio di 7-6 7-6 14 Bidan è stata costretta nuovamente a emigrare. “È incredibile a dirsi - prosegue Bidan Sr. - ma siamo dovuti tornare in Libano nuovamente a causa delle bombe che cadevano nel nostro paese. Oggi Fadi e Giorgio hanno la cittadinanza libanese ed è tutto molto più semplice. L’attuale momento siriano? Credo che dall’istante in cui la Russia dovesse essere realmente coinvolta, anche militarmente, la situazione migliorerebbe e si stabilizzerebbe nel giro di un anno”. Tennis e Futuro - Lo stile di Fadi Bidan è un brillante mix di solidità tecnica, forza mentale e tennis champagne. In un singolo scambio il piccolo siriano può “remare” da fondo per poi accelerare all’improvviso o, a sorpresa, mettere a segno una smorzata millimetrica. Gli avversari non sanno mai cosa potrebbe inventare, mentre Bidan ha sempre chiaro in testa il proprio disegno. Con le debite proporzioni, per un ragazzo del 2006, pare già un piccolo professionista. “Cosa prevede il nostro futuro? - spiega Peter - Fadi è migliorato tanto in questi ultimi 12 mesi e ci confronteremo con tornei in giro per il mondo, tornando ovviamente al Lemon Bowl anche il prossimo anno. Anche Giorgio (chiamato così in onore di Armani), sconfitto quest’anno all’esordio nell’under 8, sta migliorando tanto e nel 2017 lo faremo partecipare all’evento under 10”. Ciò che colpisce del piccolo Fadi è la serenità con cui affronta ogni singolo match, prendendo qualsiasi punto, vinto o perso, con il sorriso sulle labbra. Durante il torneo ha stretto amicizia con tutti i ragazzi, italiani e non, palesando passione per il tennis, educazione e, allo stesso tempo, una formidabile grinta. Arrivare nel gotha del tennis non sarà semplice, perché le variabili in questo sport sono infinite, ma una storia del genere merita di essere raccontata e supportata. Una vita del genere merita il più classico dei lieto fine. facciamo il punto Ora il vivaio vale il doppio Nuove norme per i campionati degli affiliati a partire dalla stagione 2017. L’obiettivo dichiarato è sempre quello di valorizzare giovani e vivai. Ecco che cosa cambierà per Serie A1, A2, B e C, tra “Vivaio” e “+8”. Per il 2016 si giocherà ancora con le regole dell’anno scorso L a Serie A si rimodella, aggiustando il tiro e proseguendo nella strada intrapresa nel 2012. Quella che porta verso la piena rappresentatività delle proprie squadre rispetto al circolo d’appartenenza e al vivaio di riferimento. Valorizzare la “cantera”, dunque, è la parola d’ordine. Proprio come fanno le grandi del calcio europeo, sulla scia della scuola Barcellona. Le modifiche riguardano i cosiddetti giocatori del vivaio ed entreranno in vigore non prima della stagione 2017. Questo significa che per l’anno appena iniziato tutto resta così come era, seguendo principi e norme già in vigore nella stagione 2015. Il tutto per garantire un passaggio graduale e consentire agli affiliati di prendere le misure. Ma entriamo nel dettaglio. Anche per Serie A2, B e C Che cos’è un 8+? E un variato? Guida ai termini dei Campionati - Lista dei giocatori: è il modulo immodificabile per i Campionati maggiori (serie A1, A2, B e divisione regionale serie C) modificabile o integrabile per la serie D e Campionati giovanili e veterani. Comprende i giocatori legittimati a partecipare al Campionato che l’affiliato intende utilizzare e che presenta all’atto di iscrizione della squadra al Campionato. - Vivaio: giocatori che abbiano posseduto la tessera FIT atleta Under 10, 12, 14, 16 dell’affiliato che rappresentano per almeno due anni anche non consecutivi compreso quello in corso. - 8+: giocatore tesserato atleta per l’affiliato che rappresenta da almeno 8 anni consecutivi precedenti a quello in corso che con quest’ultimo fanno 9 anni consecutivi. - Variato: giocatore che non è stato tesserato entro il 30/06 dell’anno precedente per l’affiliato che rappresenta e che non ha disputato il Campionato con lo stesso affiliato. - Limitato: giocatore tesserato atleta per l’affiliato che rappresenta da meno di 8 anni consecutivi o straniero o non in possesso dei requisiti di cui ai punti “Vivaio” e “8+”. 15 Il Consiglio Federale riunitosi lo scorso dicembre ha stabilito i principi che saranno adottati nel prossimo regolamento dei campionati a squadre. La novità riguarderà i campionati degli affiliati, sia per la Serie A1, che per la A2, la B e C (maschile e femminile). Come detto, l’obiettivo dichiarato è quello di valorizzare l’attività giovanile all’interno dei circoli così da rendere il campionato degli affiliati sempre di più uno strumento utile alla valorizzazione del proprio vivaio. Per ottenere questo risultato le nuove regole per il 2017 prevederanno quindi l’abolizione della figura del “8+” (giocatore tesserato da almeno 8 anni per lo stesso affiliato) e un parallelo rafforzamento della presenza, durante facciamo il punto le varie giornate di gara, dei giocatori “vivaio under 30”. Due del vivaio Under 30 Ecco come funziona. Innanzitutto le squadre partecipanti alle divisioni nazionali di Serie A1, A2, B e regionale di Serie C, dovranno inserire obbligatoriamente nella lista e nella formazione almeno due giocatori del vivaio di età inferiore a 30 anni. Questo per le divisioni maschili, mentre per quelle femminili sarà sufficiente l’inserimento di un’atleta con le medesime caratteristiche (per la precisione, il limite d’età si calcola alle ore 00.00 del primo gennaio dell’anno in corso). Non solo, i giocatori che rispondono a tali caratteristiche dovranno essere inseriti sia nell’elenco dei giocatori designati per i singolari sia nella composizione dei doppi. Ma anche, almeno uno di essi per quanto riguarda i maschi, nella composizione dell’eventuale doppio di spareggio. Trasferiti e neo-tesserati, il limite sale a 2 Per quanto riguarda la Serie C invece, ci dovrà essere almeno un giocatore o una giocatrice del vivaio di età inferiore a 30 anni - sempre calcolati alle ore 00.00 del primo gennaio dell’anno in corso -. Almeno uno di essi (non necessariamente lo stesso) dovrà essere inserito sia nell’elenco dei giocatori designati per i singolari, sia nella composizione dei doppi, anche in questo caso compreso l’eventuale doppio di spareggio. Ma c’è un’altra grossa novità che riguarda tutte le serie, dalla A1 alla C, passando per A2 e B: il consiglio federale ha stabilito che si potrà aumentare da uno a due il numero dei giocatori cosiddetti “variati”, vale a dire i trasferiti e i neo tesserati. Nella tabella in alto a destra sono schematicamente riportate tutte le novità. Com’è e come sarà (ancora) nel 2016 Abbiamo visto come funzionerà la Serie A di tennis a partire dal 2017. A oggi, e per tutti i campionati 2016, i regolamenti restano però invariati. Le squadre partecipanti alle divisioni nazionali di serie A1, A2 e B e regionale di serie C devono inserire obbligatoriamente in lista e in formazione almeno due giocatori del vivaio, con tre opzioni. O entrambi di età inferiore a 30 anni, oppure uno di età inferiore e uno maggiore, oppure ancora uno di età inferiore a 30 anni e un giocatore cosiddetto “8+”. Tali giocatori (non necessariamente gli stessi) devono essere inseriti sia nell’elenco dei giocatori designati per i singolari, sia nella composizione dei doppi ed almeno Novità: addio 8+, occhio ai nuovi “vivaio” Ecco riproposte in maniera schematica le nuove norme che regolamenteranno le formazioni e le liste giocatori dei club nei campionati degli affiliati di Serie A1, A2, B e C a partire dalla stagione agonistica 2017. Numero e tipologia di giocatori/giocatrici nella formazione presentata al Giudice arbitro A1, A2, B maschile C maschile A1, A2, B femminile C femminile a) numero massimo di giocatori 8 8 5 5 b) numero minimo di giocatori (compresi i giocatori obbligatori del comma 2/a e salvo quanto previsto nell’art. 34.1 ) 4 4 3 3 fino a 4 1 2 fino a 4 1 2 fino a 3 1 1 fino a 3 1 1 fino a 4 fino a 4 fino a 3 fino a 3 fino a 4 fino a 4 fino a 3 fino a 3 da 2 a 8 da 1 a 8 da 1 a 5 da 1 a 5 c) giocatori limitati, di cui: c1) giocatori stranieri c2) giocatori variati c3) giocatori che, pur non tesserati atleti al 30 giugno dell’anno precedente per l’affiliato che rappresentano, hanno posseduto l’ultima tessera atleta precedente per il medesimo affiliato c4) giocatori italiani tesserati atleti per la prima volta e che non siano mai stati tesserati presso federazioni straniere. d) giocatori del vivaio, di età inferiore a trenta anni uno nella composizione dell’eventuale doppio supplementare. Ricordate che la parola d’ordine, per ognuna delle opzioni qui sopra, è vivaio. Inoltre, questo vale per le squadre maschili di A1, A2 e B. Per quelle femminili invece, le norme prevedono almeno una giocatrice del vivaio o una giocatrice “8+” Corsi dirigenti 2016: ecco le prime date L’Istituto Superiore di Formazione “R. Lombardi”, a seguito del grande consenso riscontrato nei corsi svolti nel 2015, organizzerà nel 2016 sia i corsi per Dirigente di 1° grado che di 2° grado su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo principale dei corsi è quelli di continuare a “informare e formare” Dirigenti in modo tale che possano organizzare in modo professionale eventi sportivi e gestire tutta l’attività di un circolo affiliato. I corsi saranno 22 in totale, 11 per Dirigente di 1° grado e 11 per Dirigente di 2° grado. Si comincia il 22 e il 23 gennaio al Match Ball Firenze, poi il 29 e il 30 gennaio alla Società Ginnastica Angiulli di Bari. Terzo appuntamento per 12 e 13 febbraio, quando i corsi si terranno rispettivamente al Circolo Tennis e Golf Rapallo e al CT Monviso di Torino. I corsi per dirigenti di 1° grado verranno effettuati il venerdì pomeriggio dalle 16 alle 20,30, così da dare l’opportunità a chi è interessato di proseguire il percorso formativo, partecipando ai corsi per Dirigente di 2° grado che si tengono il giorno successivo dalle 10.30 alle 18. Maggiori informazioni su www.federtennis.it. 16 (anche in questo caso è obbligatorio l’inserimento nell’elenco delle designate per i singolari, per i doppi e per il doppio di spareggio). Per la Serie C tutta, maschile e femminile, servono almeno un giocatore o una giocatrice del vivaio oppure un giocatore o una giocatrice “8+”. E anche in questo caso almeno uno di essi (non necessariamente lo stesso) deve essere inserito sia nell’elenco dei giocatori designati per i singolari, sia nella composizione dei doppi, compreso l’eventuale doppio di spareggio. Le tappe dell’evoluzione regolamentare Alle regole 2016, e a quelle nuovamente aggiustate dei campionati 2017, si è arrivati dopo un percorso lungo un lustro, con alcuni passaggi determinanti che negli ultimi anni la Federazione ha voluto applicare in maniera graduale. La via del vivaio e dei giocatori “8+” si era aperta nel dicembre 2012, quando furono introdotte delle limitazioni numeriche ai giocatori che non avessero queste due caratteristiche (massimo 4 nel maschile, 3 nel femminile). Poi nel settembre 2013 fu inserita l’obbligatorietà dei “vivaio” e del “8+” con un numero minimo di giocatori da dover schierare nelle giornate di gara (4 e 3). Successivamente, nel febbraio 2014 e con la modifica del dicembre dello stesso anno, fu leggermente rivisto e corretto il numero massimo di giocatori limitati schierabili (da 3 a 4), portando la regolamentazione a quella di oggi. circuito amatoriale fit-tpra Il gioco delle coppie Fra le novità per la stagione 2016, la grande evoluzione della specialità di doppio. Il ranking specifico sarà aperto a tutta la Quarta Categoria Fit, senza limitazioni. E il Limit 130 diventa ufficiale. Vediamo i dettagli Nel 2016 ancora più doppi, già a partire dagli Australian Open Amatoriali di Cividino (Tennis Mongodi, 29-31 gennaio, info e iscrizioni su www.tpratennis.it) DI MAX FOGAZZI - FOTO CAROLA CARERA I l circuito amatoriale Fit-Tpra si prepara alla nuova stagione. E promette grandi novità. Tra le più interessanti quella che riguarda il potenziamento del doppio. Già, perché il cambiamento principale - e anche rivoluzionario - è uno: l’apertura del ranking di doppio Open a tutta la quarta categoria. Il che significa che non ci saranno limitazioni di classifica come invece avviene per il ranking e il circuito di singolare. In generale, tale limitazione è storicamente attestata alla classifica 4.2: chi ha o ha avuto classifica superiore, non può partecipare ai tornei amatoriali ufficiali. Occhio però, perché anche sotto questo aspetto il 2016 porta con sé diverse novità, le potete scoprire nel dettaglio nel box colorato qui a destra. Tornando al doppio, dopo il successo riscontrato lo scorso anno, era importante dare un segnale forte, e i vertici Fit-Tpra lo hanno dato. Il doppio è una specialità molto amata nei circoli, tra gli appassionati e ora è possibile, per gli amanti del genere, tentare la scalata alle vette della classifica amatoriale. È un’altra sfida importante, dopo quelle già vinte in passato. Doppio... power Ecco un’altra grande novità. Per fare le cose sul serio, come si fa già sulle gare di singolare, verrà inserito anche il power di doppio per ogni singolo giocatore. Chi conosce e mastica l’attività Fit-Tpra sa di che cosa si parla, per tutti gli altri spieghiamo di che si tratta. In generale il Power di un giocatore, sia in singolare che in doppio, è un indice di valore. Un numero, al massimo 90, che a un primo sguardo dà un’idea su chi staremo per affrontare nel prossimo incontro. Più il numero è alto, più l’avversario sarà tosto. Tale valore è frutto della risultante di un algoritmo specifico studiato appositamente per questa funzione, e dal 2016 sarà disponibile anche per i giocatori di doppio. Nuova categoria Un’esigenza che non è venuta a galla solo per dare più importanza e prestigio al ranking di coppia, ma perché - sempre nel 2016 - verranno ufficializzati i tabelloni Limit130 di doppio. Tanto da entrare di diritto sia nelle quattro prove delle Super Slam Series (giocate in concomitanza con i major dei professionisti) sia nelle AWT Finals, vale a dire il Master di fine stagione del circuito Fit-Tpra (quello che lo scorso anno si è giocato a Praga). Il limit in questione, 130, fa riferimento alla somma del power dei giocatori che formano le varie coppie. Se tale somma è superiore, la coppia potrà partecipare soltanto alla categoria Open. Che resta un punto fermo dell’attività. Claudio Bocchi e Paolo Valerio, i vincitori del doppio Open alle Awt Finals di Praga 2015, il master di fine stagione del circuito amatoriale. Nel 2016 ci sarà anche la categoria Limit130 Eri 4.1 (o C3)? A 50 anni puoi giocare Per gli Over 65 nessuna limitazione Con l’obiettivo di dare a tutti la possibilità di scendere in campo e di cimentarsi con il circuito Fit-Tpra, per il 2016 si allargano le maglie per le iscrizioni al circuito. Se fino alla scorsa stagione bastava avere una tessera Fit, anche non agonistica, e non aver mai superato la classifica Fit 4.2 (ex C4), quest’anno le cose cambiano. Tale limite, in linea generale, resta invariato. Ma il circuito apre le sue porte anche a chi abbia compiuto il 50° anno d’età e non abbia mai avuto classifica migliore di 4.1 (ex C3). Dai 55 anni in su, potranno scendere in campo anche gli ex C2, e dai 60 perfino gli ex C1. E c’è di più, dai 65 anni in poi, tutti ma proprio tutti possono rimettersi in gioco e provare l’ebrezza di scalare il ranking Fit-Tpra. Che cosa aspettate? Per farlo basta andare su www.tpratennis.it e cliccare su “Registrati”. 18 racchette e dintorni Pro Staff Classic 6.1, un tuffo nel passato Gli americani di Wilson re-immettono sul mercato un telaio storico, quello usato da Stefan Edberg, per celebrare i “suoi” 25 anni. Una racchetta agonistica selettiva, pesante e di controllo, che riporta a senzazioni antiche. L’abbiamo ri-provata per voi Lo svedese Stefan Edberg con la Wilson Pro Staff Classic ha conquistato gli Us Open 1991 e ’92 DI MAURO SIMONCINI - FOTO GETTY IMAGES È stato un regalo “vintage” di Wilson agli appassionati tennisti di vecchia data: celebrare il venticinquesimo compleanno di una racchetta storica come Wilson Pro Staff Classic 6.1, con la riproposizione della stessa in copia conforme all’originale. Parliamo di uno degli attrezzi che più ha segnato la storia delle prima metà degli anni Novanta. Per un periodo in mano anche a Stefan Edberg (anche se in realtà lo svedese usava un ovale da 85 pollici quadrati), ma anche a una miriade di altri professionisti del circuito che difficilmente poi sono riusciti a cambiare attrezzo dopo essersi innamorati di questa giallorossonera. Costruita all’80% in graphite e per il restante 20% in Kevlar, la Pro Staff Classic si presenta esattamente ora come allora, a parte un logo celebrativo tra cuore e 19 racchette e dintorni Piatto corde da 95 pollici quadrati, 340 grammi di peso, reticolo corde 18x20: un telaio che richiede grande tecnica. Sotto, gli stabilizzatori PWS a ore 3 e ore 9 dell’ovale rete dove la maneggevolezza e il bilanciamento “nascondono” il peso, rendendo molto solida la volée. Le colleghe di “oggi” manico. La carta d’identità da laboratorio è quella di una tipica agonistica di quegli anni: ovale da 95”, profilo sottile da 21 millimetri, peso (non incordata) poco più di 340 grammi. Ma le asperità nelle specifiche non sono finite: bilanciamento “indietro” a 30,5 centimetri e schema corde fitto da 18 verticali e 20 orizzontali. Insomma un attrezzo non per tutti, complicato, selettivo, ma davvero performante se messo nelle mani giuste. A qualcuno viene da dire anche: come non se ne vedono più tanti. Con questa Wilson Pro Staff Classic 6.1, che anche nell’aspetto appare antica, siamo davvero abbastanza lontani dalle agonistiche di oggi, con ovali da 100 pollici quadrati, profili marcati da quasi 25 millimetri e soprattutto pesi che si aggirano intorno ai 3 etti. Però esistono comunque telai che per alcune specifiche o caratteristiche potrebbero avvicinarsi alle sue sensazioni di gioco. Prima tra tutte ovviamente la Pro Staff attualmente utilizzata da Roger Federer, Pro Staff Rf97 Autograph, che pesa senza Prova sul campo Scendere sul terreno di gioco con questa racchetta è come fare davvero un tuffo nel passato (anche chi vi scrive per anni l’aveva scelta come compagna per allenamenti e gare). È proprio lei in tutto e per tutto. Solida, piena, compatta. Certo a confronto con anche le più difficili di oggi, appare addirittura proibitiva. La palla però si sente benissimo, i colpi piatti escono che è un piacere. Certo ci vuole tecnica più che discreta e anche una buona condizione e struttura fisica per sfruttare la notevole inerzia di cui si può disporre. È difficile far girare la palla con il top, ma il controllo a tratti è assoluto. Benissimo ci si trova anche a 20 corde 340 grammi e ha un ovale da 97. Così come la Yonex VCore Tour G di Wawrinka, pure lei dal peso consistente, 330 grammi. Pure nella famiglia Babolat c’è un attrezzo pesante (320 grammi) dal profilo sottile (19 mm) e l’ovale addirittura identico alla Pro Staff Classic 6.1 quindi da 95”: è Pure Control 95. Infine Head, che nella sua famiglia annovera un altrettanto storico nome come Prestige, ne propone anche un modello moderno, dal peso accessibile (300 grammi) ma dal profilo classico (e sottile da 20 mm) e dal l’ovale addirittura più ristretto, da soli 93 pollici: la Prestige Rev Pro. Zus, grafite su misura L’altra più moderna alternativa per avvicinarsi alle “vecchie” sensazioni della Wilson Pro Staff Classic è Zus Custom, che offre telai totalmente personalizzati in base alle proprie esigenze. Uniche fisse costanti: grafite di alta qualità e profilo sottile, proprio come Pro Staff Classic e le sue colleghe di allora. In più la scelta sull’ampiezza degli ovali disponibili da 95 o 100 pollici quadrati. la regola del gioco Quanto tempo abbiamo per andare in bagno? La prima volta c’è a disposizione il tempo ragionevolmente necessario, dalla seconda in poi invece bisogna rispettare le scadenze previste. Ma se si sfrutta la pausa a fine set, sulla terra rossa, può succedere che... La situazione Carlo sta giocando una partita di singolare contro Massimo sulla terra battuta. Che cosa succede? Alla fine del primo set, Carlo chiede di andare in bagno e il permesso gli viene accordato. Poi il match prosegue e il punteggio si attesta, alla fine dei primi due parziale, su un set pari. Carlo ha bisogno nuovamente di andare in bagno e chiede nuovamente l’autorizzazione. Tutto in 120 secondi Il giudice arbitro concede a Carlo l’autorizzazione per andare al bagno nel tempo previsto (cioè il tempo del set break, due minuti). Dopo 120 secondi, cioè quando il gioco dovrebbe riprendere, Carlo non è ancora rientrato... ma gli addetti al campo non hanno ancora finito di rifare il campo. Il tempo va rispettato Come già visto nel caso che spiega che cos’è un toilet-break, abbiamo imparato che nelle partite al meglio dei tre set viene concesso per gli uomini solamente una sosta autorizzata per andare in bagno con la concessione di un tempo ragionevole. In caso fosse necessaria un’ulteriore pausa successiva alla prima per lasciare il campo e andare in bagno, come nel nostro caso attuale, tale sosta potrebbe essere concessa dal giudice arbitro al giocatore solamente “nel suo tempo”, cioè nel limite del tempo che deve intercorrere da quel momento a quando si deve riprendere a giocare (tra un punto e l’altro 20 secondi, al cambio campo nei 90 secondi, alla fine del set 120 secondi). In caso di ritardo, dunque, il giocatore sarà penalizzato direttamente con il codice di comportamento per ritardo nel riprendere il gioco. Ma il campo è pronto? Ma nel nostro caso specifico c’è un appendice. Ricordate? Carlo non è ancora tornato nonostante sia trascorsi i 120 secondi, sì, ma gli inservienti ancora non hanno terminato le operazioni per sistemare il campo (tenete a mente che si tratta di un match giocato su terra battuta). Il caso in questione è interessante perché a questa regola generale viene dunque in- 22 serito un particolare in più, che per altro spesso si verifica nella realtà dei fatti: il campo non è ancora pronto. In questo caso questo “ritardo” dovuto al campo non potrà che andare a vantaggio di Carlo, il quale al momento non è ancora rientrato. Il giocatore, quindi Carlo, dovrà preoccuparsi di una penalizzazione quando l’arbitro chiamerà il “tempo”, una volta che il campo sarà pronto. Dal “time”, 30 secondi Quello sarà il momento a partire dal quale partirà il cronometro per calcolare i 30 secondi che devono passare dalla chiamata “tempo” alla ripresa effettiva del gioco, pena l’applicazione della violazione del codice di comportamento.
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