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Anno XII - n.27 - 13 luglio 2016 Völkl SuperG V1 Pro La potenza morbida Un concentrato di tecnologia tedesca per picchiare con comfort Pag.26 Andy e Serena: vittorie di classe Murray e Williams incidono di nuovo il loro nome a Wimbledon Pag.4 e 10 Storia di Sam Querrey Il distruttore di Slam Chi è il gigante di San Francisco che ha infranto il sogno di Djokovic Pag.8 Anche a Gaibledon, Italia, vince Serena Serena Fini ha trionfato nel Super Slam su erba targato Fit-Tpra Pag.22 Italia-Argentina: così la Davis in TV Da venerdì a domenica dirette e commenti del big match a Pesaro Pag.16 GLI ALTRI CONTENUTI Prima pagina: Quelli che... migliorano Pag.3 Batch-point: E io pago... Pag. 6 - Wimbledon Junior Pag.12 - I numeri della settimana Pag.14 - Terza pagina: José Luis Clerc Pag.18 - Ibi17: Biglietteria aperta Pag.20 Giovani: sognando Ivanisevic Pag.21 - Paddle: Campioni con metodo Pag.24 - Personal Coach: occhio ai servizibomba... Pag.25 - La regola del gioco Pag.28 prima pagina Quelli che... migliorano di Enzo Anderloni – Foto Getty Images R oma come Wimbledon, il vincitore è lo stesso: Sir Andrew Barron Murray, per gli amici Andy. L’unico reale competitor di Novak Djokovic per i titoli che contano ma soprattutto per quello che è l’unico grande traguardo che manca allo scozzese: lo scettro di n.1 del mondo. Perché come tutti i grandi campioni lui è così: non si ferma, non si accontenta, vuole migliorare sempre e raggiunto un traguardo punta a quello successivo, più alto, più impegnativo, che magari sembra impossibile. Murray ha riportato nel Regno Unito il titolo dei Championships (ora raddoppiato) che mancava dagli Anni ’30. Ha conquistato la medaglia d’oro olimpica facendo onore così al ruolo di ospitante dei Giochi a Londra quattro anni fa. Poi ha voluto la Coppa Davis (anche quella mancante da oltre 70 anni), ed è andato a prendersela insieme al fratello Jamie, valente doppista. A quel punto ha lanciato la sfida a Novak Djokovic, dominatore unico e indiscutibile dell’attuale universo tennistico. Ci ha perso in finale agli Open d’Australia, poi ha voluto provare a batterlo sulla terra battuta, la superficie sulla quale era sempre sembrato meno adatto. Sconfitto con lotta in finale a Madrid, l’aveva spuntata con una grande prestazione a Roma. Poi di nuovo sotto al Roland Garros, combattendo. A Wimbledon era pronto a ribaltare i ruoli di nuovo, come aveva fatto sul centrale del Foro Italico. Ma Djokovic ha dato buca all’appuntamento con l’ennesima finale faccia a faccia: è crollato prima. Così Murray in finale ha trovato un altro fissato come lui con il miglioramento quotidiano, i traguardi da raggiungere: il 25enne canadese Milos Raonic che sulla strada aveva rimontato due set al talento belga Goffin, DIRETTORE Angelo Binaghi COMITATO DI DIREZIONE Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina DIRETTORE RESPONSABILE Enzo Anderloni messo sotto il giustiziere di Djokovic Sam Querrey e combattuto 5 set per avere la meglio su un Federer “con la schiena dritta”, cioè a posto, vincitore della partita più bella vista quest’anno a Wimbledon, il suo quarto di finale contro il croato Marin Cilic (due set rimontati, tre match-point annullati, alcune giocate da brivido caldo, come solo Roger sa e può). Per battere questo Raonic, contro il quale era stato sotto di un set nella finale del Queen’s Club 20 giorni prima, Murray ha dovuto studiare insieme a Ivan Lendl e al suo team una tattica controffensiva rigorosa e metterla in pratica alla perfezione. Perché dall’altro lato del campo il lavoro di perfezionamento tecnico-tattico di Riccardo Piatti e Carlos Moya, con l’innesto sull’erba del genio offensivo di John McEnroe, aveva preparato il canadese a un tennis sempre proiettato a rete (alla fine saranno 68 le discese, con 47 punti raccolti), cosa che nessuno COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPER TENNIS TEAM Antonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica) FOTO Getty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli HANNO COLLABORATO Giovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, 58 - 00182 Roma [email protected] 3 3 sembrava poter più fare. Nemmeno Federer così sistematicamente. Raonic è molto migliorato. Ma domenica non aveva ancora l’esperienza e la sicurezza nei colpi al volo necessaria per strappare il trofeo di Wimbledon a un campione come Murray, che con umiltà e rabbia gli ha piazzato la palla sulle stringhe ogni volta che lo ha visto avvicinarsi al net, invece di rischiare subito il passante. Murray ha capito che ormai Raonic gli è molto molto vicino. Vincere è stata un’impresa che lo ha impegnato allo stremo, fino alle liberatorie lacrime finali. Non a caso, evento senza precedenti, si è complimentato sul campo con John, Riccardo, Carlos e il preparatore fisico e il fisioterapista, tutti gli uomini del team del suo avversario. Sa bene come è difficile e duro migliorare. E ha rispetto e stima di quelli che come lui si impegnano tutti i giorni per farlo, consapevole che è il percorso tipico dei n.1. Djokovic, in vacanza, è avvertito. REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONE GAME Comunicazione & Media S.r.l. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00135 Roma Info: [email protected] Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell’ 8 gennaio 2004 La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www. federtennis.it e www.supertennis.tv e spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected] wimbledon Perché adesso Murray è davvero felice La vittoria di due anni fa era carica di tensione, con il fantasma di Fred Perry e il peso di una nazione intera sulle spalle. “Questa volta è diverso. E sono più orgoglioso di me”. Intanto Raonic cresce, e Federer recrimina... Andy Murray, 29 anni, nato a Dunblane (in Scozia), ha vinto il suo 2° titolo a Wimbledon dopo quello del 2013 da Londra, Francesca Paoletti Getty Images Andy Murray è così... sanguigno, scozzese. Il sapore di un trionfo a Wimbledon lo conosceva già; tre anni fa aveva fatto vibrare un intero popolo, aveva riportato indietro di oltre 70 anni le lancette dell’orologio, lassù da qualche parte aveva strappato un sorriso a Fred Perry. Ma quella vittoria non lo aveva riempito. foto G uardi Andy Murray e pensi ‘dove è finito il self control tipico di questo popolo?’. L’aplomb che definisce da sempre i confini dell’isola britannica? Andy parla di continuo, ha reazioni isteriche, un ricco vocabolario di parolacce, si dimena, si emoziona e alla fine si scioglie in un accorato pianto. Guardi Andy Murray e pensi che la “scissione” dell’isola britannica in realtà negli animi di qualcuno c’è sempre stata, ben prima dell’avvento della Brexit. “Orgoglioso di me stesso” Questa volta, tre anni e tante brucianti sconfitte dopo, Andy può finalmente sentire il sapore genuino del trionfo. Questa volta Andy è felice: “Adesso lo sono molto di più ha detto al termine della bella finale con Milos Raonic vinta con lo sco- 4 wimbledon re di 6-4 7-6 7-6 -. Nel 2013 sentivo la pressione di un intero paese, la voglia di veder vincere un tennista britannico dopo così tanti anni era diventata una missione, una ossessione. Alla fine mi sentii sollevato, questa volta invece sono felice per me stesso e per le persone che mi sono accanto, sono orgoglioso di esserci riuscito”. Con un Rafael Nadal ai box per infortunio, un Roger Federer commovente ma non abbastanza in forma da arrivare al gran finale e, soprattutto, con un Novak Djokovic rispedito a casa anzitempo a sorpresa da Sam Querrey, tutti aspettavano lui. Dopo aver fallito in Australia e al Roland Garros, alla terza finale Slam stagionale e all’undicesima in carriera, Murray non poteva fallire. Sull’erba amica e contro il novizio Milos per una volta ha vestito i panni del favorito. Ad accompagnarlo in questo secondo passo nella leggenda c’erano reali, politici, attori, cantanti, tre quarti di nobiltà del tennis... e c’era lui. La mascella di Lendl Di nuovo lui, esattamente come tre anni prima. Ivan Lendl ha la mascella serrata esattamente come negli Anni Non solo servizio: Milos Raonic, 26 anni, nato a Podgorica (Montenegro) ma emigrato in Canada a soli 3 anni, a Wimbledon ha mostrato evidenti segnali di crescita e una buona propensione al gioco di volo ‘80, non chiedetegli un sorriso o una parola più del necessario, ma evidentemente sa toccare le corde dello scozzese come nessun altro. L’alchimia tra i due non è evaporata nei mesi della lontananza: “È un leader - Murray lo descrive così - una persona onesta che dice sempre quello che pensa. Con lui al mio fianco ho giocato il miglior tennis della mia vita”. Poche parole, efficaci. Sotto la visiera Murray ha fatto passare i fantasmi delle otto finali Slam perse nel corso della sua carriera, ha raccolto i pensieri, ha trasformato la pressione in stimoli, le emozioni in colpi vincenti. Fino al trionfo e al tenerissimo pianto liberatorio. Padrone di casa impeccabile nel discorso di fine match, quando ha voluto ringraziare uno per uno i membri dello staff del suo avversario e spento con una battuta gli imbarazzanti ‘buuu’ del pubblico al primo ministro David Cameron. Federer-Raonic da ricordare Ma dove va il tennis di domani? Potete girarci attorno finché vi pare. Ma la partita di Wimbledon che è destinata (forse l’unica) a conquistare un posticino dignitoso nella memoria di chi ama il tennis è stata la semifinale fra Roger Federer e Milos Raonic. Quella cioè che avrebbe dovuto spalancare al Grande Svizzero le porte della finale con tutte le possibilità che ben sappiamo; e che invece ha indirizzato la storia del tennis in un’altra direzione. L’era di Federer sta volgendo al termine, anche se “un giorno ma non ancora”, come direbbe il nubiano che chiude Il Gladiatore. Che dite? Che ci si potrebbe portare dietro anche il quarto fra lo Svizzero e Cilic? Giusto. Ma siamo sempre fermi allo stesso punto: una nuova era è ancora di là da venire. E all’orizzonte non si vedono segnali di rivoluzione. In assenza di Djokovic e Nadal (uno prematuramente tornato a casa e l’altro che da casa non si è mai mosso) e con Roger alle prese col fluire del tempo di cui sopra, ha vinto il quarto del gruppo. Il buon Raonic che pure da anni prosegue il suo cammino palesando segni chiari di miglioramento, quando si è trattato di superare la prova d’esame si è arreso senza colpo ferire o poco più. Non c’è ancora un ricambio generazionale capace di assicurare al tennis quella capacità di produrre storie che poi costituiscono la polpa del nostro sport. E certo le ragazze non stanno meglio visto che le Williams hanno vinto sia in singolo sia in doppio e il tennis femminile è completamente identificato con loro. A parte il Caso con la “c” maiuscola che decide chi debba ergersi al ruolo di genio e dove debba nascere, non sarebbe forse il caso che un’intera generazione di maestri, aspiranti tali, coach, manager, genitori e amici, reciti una sorta di mea culpa per avere accettato, nel corso degli anni, facendolo diventare un dogma, il concetto che la potenza in tutte le sue declinazioni sia l’elemento fondante del tennis contemporaneo? Che solo il tirare-più-forte sia ciò che conta e che pregevolezze varie siano da lasciare a chi è stato unto dai Signori dell’Olimpo tennistico? Non è che forse, nel corso degli anni, chi invocava una limitazione della potenza aveva ragione? Ora non ci resta che sperare che quegli stessi Signori abbiano in serbo una qualche sorpresa per noi e non si siano sdegnosamente girati dall’altra parte. Piero Valesio 5 wimbledon Subito dopo la finale Andy Murray ha incontrato il principe William e la moglie Kate, poi un bagno di folla per il Re... d’Inghilterra Un canadese a Church Road ‘Gracious in defeat’ amano dire a Church Road. Milos Raonic è stato lo straordinario comprimario di questo Wimbledon 2016. Il Canada lo coccola da quando lo ha visto per la prima volta con una racchetta in mano; il ‘bambinone d’oro’ con la faccia da bravo ragazzo, i modi educati e i capelli sempre impeccabili. Ma ora Milos è cresciuto, qualcosa è cambiato: alla potenza e al servizio devastante ha accostato tocco e tattica. Ha meritato il palcoscenico di una finale Slam, il primo canadese (uomo) della storia a riuscirvi, il primo nato negli Anni ‘90. Ha saputo soffrire negli ottavi con David Goffin, ha mostrato maturità in semifinale contro Roger Federer e, malgrado il ‘Murray-day’ della domenica conclusiva, ha giocato una Lo staff tecnico di Milos Raonic durante la finale a Wimbledon: da sinistra, Riccardo Piatti, Carlos Moya (seduto) e il preparatore fisico Dalibor Sirola finale di spessore. Milos è un ragazzo ambizioso e il lavoro non lo spaventa, il trio Piatti-Moya-McEnroe nel suo box lo testimonia. Al suo torneo diamo un bel 30 e lode, il bacio accademico è solo rimandato alla prossima occasione. Il dono di Federer Lo abbiamo visto cadere rovinosamente in terra; lo abbiamo visto salutare il pubblico con una luce diversa negli occhi. Roger Federer è ancora di gran lunga il più amato, malgrado il passare degli anni, malgrado il numero delle sconfitte cominci a doppiarsi. Quando scende in campo lui l’ammirazione offusca la razionalità; tutti gli chiedono nuove vittorie, nuovi Slam ma dopo il lungo stop in pochi avrebbero puntato su una sua semifinale. La vittoria da brividi su Marin Cilic, una delle più belle partite del torneo, è il dono che lo svizzero ha lasciato ai suoi fan per questo Wimbledon 2016. batch-point E io pago... Sabato sera la Nazionale di basket, forte dei suoi celebratissimi assi dell’Nba, ha visto sfumare nei tempi supplementari l’ammissione alle Olimpiadi di Rio, battuta da una squadra, la Croazia, che pochi giorni prima aveva agevolmente sconfitto nel girone di qualificazione. Mentre faticava a metabolizzare la rabbia dopo aver assistito in diretta alla beffa grazie al suo abbonamento a SKY, al vecchio Batch è improvvisamente venuto in mente che, guarda un po’, è ormai da qualche tempo che lo sport a pagamento gli sta regalando amarezze del genere. Naturalmente Batch non fa alcun riferimento alla sua squadra del cuore, la Lazio, al virus delle cui amarezze è ormai immune da decenni, da prima cioè sia di Tele+ che di Stream che di Sky. Ma ci sono la Ferrari che da quando è su Sky vince una corsa ogni morte di Papa. E c’è Valentino Rossi che viene messo in mezzo dagli spagnoli quando ha ormai il titolo in tasca o, storia recentissima, che casca come un pivello quando è in testa. Poi a Batch viene in mente pure che i due sport di squadra che a Rio manderanno sia la Nazionale maschile che quella femminile, Pallavolo e Pallanuoto, sono regolarmente trasmessi in chiaro dalla Rai, che ha anche i diritti delle due discipline individuali in cui gli italiani sono più forti, la Scherma e il Nuoto. E si ricorda che, per restare a noi, cioè al Tennis, i grandi trionfi di questi anni sono tutti stati visibili in chiaro agli Italiani che un abbonamento a Sky non possono permetterselo: gli Slam della Schiavone e della Pennetta uno sulla Rai e uno su DeeJay (canale 9 del telecomando), i successi in Fed Cup su SuperTennis. Come dice, direttore? Che quando uno è amareggiato non riesce a ragionare bene e che è meglio se Batch, oltre alla televisione, spegne il computer e smette subito di scriv… Batch 6 ALTEZZA DELLA PALLA DOPO IL RIMBALZO: SPIN: La nuovissima VCORE DUEL G è in grado di sviluppare una potenza e pressione sulla palla dell’altro mondo e uno spin in campo che potrà cambiare letteralmente il vostro modo di giocare … da tennista standard a campione internazionale! Nessuna perdita di velocità e potenza anche dopo il rimbalzo. Il nuovo passacorde “LOOK BOOSTER SYSTEM” con più fori nella sezione superiore del piatto corde e scanalature ad ala tripla per migliorare la distribuzione della pressione delle corde, aumenta l’effetto schiacciamento sulla palla, producendo così maggiori effetti, mentre il rivoluzionario materiale TOUGH G FIBER incorporato nel telaio e 3 volte più flessibile del carbonio con nanotecnologie CARBON NANOTUBE, consente l’esecuzione di colpi potenti con grandi rotazioni. DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA S.r.l. - Viale Brenta, 27/29 - 20139 Milano Tel. (+39) 02 522 00 91 - Fax (+39) 02 536 211 - www.fassa.it - [email protected] yonex.com facebook.com/YONEXCOM twitter.com/@yonex_com *Tested by Yonex focus Sam, l’anti-Slam In carriera Querrey ha battuto 13 Top 10, ha vinto 8 titoli Atp e guadagnato oltre 7 milioni di dollari in montepremi. Eppure è l’anti-eroe americano che verrà ricordato per aver impedito a Djokovic di fare il Grande Slam di Alessandro Nizegorodcew Getty Images foto S am Querrey come Roberta Vinci. Due imprese che hanno scosso il mondo del tennis, spegnendo il sogno del Grand Slam a Novak Djokovic e Serena Williams. A Wimbledon Querrey ha disputato un match perfetto, sorprendendo il numero uno del mondo in quattro set. “Zio Sam” è un tennista troppo spesso sottovalutato, il classico anti-eroe, che in carriera vanta però ben 8 titoli Atp e 13 vittorie contro Top 10. Samurai Sam - Sam Querrey nasce a San Francisco, California, il 7 ottobre del 1987. Inizia a giocare a tennis all’età di 4 anni e i primi successi giungono al liceo, quando per gli amici della Thousand Oaks High School diventa “Samurai Sam”. La University of South California gli offre una borsa di studio, ma Querrey rifiuta e, su consiglio di papà Mike, si lancia nella carriera da professionista. “Credo che mio padre mi abbia spinto verso il circuito Atp per non farmi commettere il suo stesso errore”, ha ripetuto più volte lo statunitense. Papà Mike nel 1979 fu scelto al quinto giro del draft MLB dai Detroit Tigers, ma preferì rinunciare alla carriera professionistica nel baseball accettando l’offerta della University of Arizona. Sam vince il suo primo titolo Atp a 20 anni a Las Vegas e, immediatamente, i media statunitensi lo definiscono “il nuovo Roddick”. Un epiteto che pesa, un paragone che manda in crisi Querrey. Nonostante ciò, il lungagnone californiano conquista ben 8 titoli Atp, l’ultimo dei quali a Delray Beach nel 2016, raggiunge nel 2011 il best ranking di n.17 al mondo e vanta un prize money da 7 milioni di dollari. Quasi 2 metri, è n.29 Atp Nome: Sam Querrey Nato a: San Francisco Il: 7 ottobre 1987 Altezza: 198 cm, peso: 95 kg. Coach: Craig Boynton Ranking: n.29 Atp Best ranking: 17 Atp (31 gennaio 2011) Titoli Atp: 8. Top 10 battuti: 13 Anti-eroe - Eppure, forse per il suo essere anti-eroe e così poco personaggio, Querrey è sempre stato snobbato dagli addetti ai lavori. Servizio devastante, diritto pesante e potente, rovescio bimane a corrente alternata, Zio Sam è un tennista molto complicato da affrontare, in particolar modo su superfici rapide. A Londra, grazie al successo su Novak Djokovic, il californiano ha realizzato la tredicesima vittoria in carriera contro un Top-10, dimostrando, soprattutto sul veloce, di essere un giocatore di grande affidamento, che a fine anno chiuderà per la decima stagione di fila tra i Top 100 Atp. Nonostante i risultati e le vittorie di prestigio, Sam Querrey avrebbe corso il rischio di finire, una volta terminata la carriera, nel dimenticatoio tennistico. La vittoria sul numero 1 del mondo gli permetterà invece di essere ricordato, per sempre, come colui che ha negato il Grande Slam a Novak Djokovic. Cuore solitario da reality show Sam Querrey è balzato agli onori della cronaca anche per motivi extra-tennistici. Lo statunitense, in un periodo di crisi sentimentale dopo la fine di una lunga storia d’amore, ha partecipato nel 2015 al reality show americano ‘The Millionaire Matchmaker’, in cui di fronte alle telecamere i single cercano l’anima gemella. “Ho pensato che sarebbe stato divertente - dichiarò Querrey al sito Atp -, ne ho parlato con alcune persone fidate e poi ho deciso di buttarmi”. A Wimbledon Querrey si è presentato con tutta la famiglia, fidanzata (non conosciuta in un reality show) compresa. (al.ni.) 8 wimbledon 22 volte grande Non solo per i titoli Slam, che a Londra hanno raggiunto quota Steffi Graf. Ma anche perché Serena Williams ha imparato dalle sconfitte oltre che dalle vittorie: “Io la più grande? Mi spiace, non voglio entrarci...” da Londra, Francesca Paoletti Getty Images foto L e 15.36 di un sabato pomeriggio qualsiasi. Un tuffo spontaneo e liberatorio nella sacra erba del campo centrale più famoso del tennis. Il doppio segno di vittoria... che nel suo caso vuol dire anche 22, vuol dire ‘guardatemi, sono leggenda’. Alle 15.36 di un sabato pomeriggio qualsiasi Serena Williams ha scritto un nuovo capitolo della storia del tennis femminile moderno. Chi ama i numeri e le statistiche applicate allo sport ha avuto il suo bel da fare con la vittoria della statunitense a Church Road: 22 titoli dello Slam e 7 piatti ai Championships, come Steffi Graf, e una nuova grande e appassionante rivalità con Angelique Kerber. La Germania di ieri, la Germania di oggi... e in mezzo lei. La pantera e la tigre In Angelique Kerber Serena ha trovato una avversaria ammirevole, complicata, a suo modo stimolante; una tigre dai denti affilatissimi che, complici quei particolari colpi mancini, ti costringe sempre a dare il 100%. Serena è stata inavvicinabile per tutto il torneo, come una pantera affamata ha lasciato la miseria di 37 game alle avversarie (e soffrendo di fatto solo nel secondo turno contro la connazionale McHale). Ha attraversato il lungo corridoio concesso solo alle finaliste con lo sguardo di chi ha dovuto superare una tempesta per essere di nuovo lì, con la musica a tutto volume nelle orecchie per coprire il frastuono che genera il dubbio. La finale, bella e appassionante, si sarebbe anche arricchita di un terzo set o di sorprese ‘australian-style’ se Serena non si fosse presentata in campo con quel piglio: perfetta al servizio, quasi alla risposta, pronta a fare sempre la cosa giusta al momento giusto. Ha concesso una sola vera grande occasione alla tedesca, e l’ha spazzata via da un ace a 117 miglia orarie. Questa volta, in questo emisfero, il ‘c’mon’ ha sovrastato il ‘komm jetzt’. Ancora Wimbledon Il body language di Serena, quello che ha spaventato due generazioni di tenniste e che spesso le ha permesso di vincere ancor prima di scendere in campo, con Angie non basta. Angie è un’altra cosa. Ci vuole qualcosa in più per piegarla e Serena lo ha capito down under; ha dovuto mettere da parte pressioni e paure e ha compiuto l’impresa che tutti le chiedevano da un anno esatto. 365 giorni dopo ancora Wimbledon a incorniciare le sue imprese. Gli incubi e il sollievo Il tuffo liberatorio nell’erba di Wim- 10 bledon e quel doppio segno di vittoria sono un sospiro di sollievo lungo oltre nove mesi. Il drammatico k.o. sul centrale di Flushing Meadows e il Grande Slam che sfuma via; il wimbledon Serena Williams, 35 anni a settembre, ha vinto 7 volte il titolo a Wimbledon, la prima nel 2002, e conquistato in tutto 22 trofei del Grand Slam. Come Steffi Graf. Davanti a lei, con 24 assoluti, Margareth Court-Smith e con 9 Rosewater Dish a Londra Martina Navratilova codice segreto decifrato da Roberta Vinci che fa il giro del circuito e viene replicato da Angelique Kerber a Melbourne e da Garbine Muguruza a Parigi... montante-gancio perfettamente a bersaglio che hanno tramortito la Williams e insinuato il dubbio sotto i suoi grandi ricci crespi. Ha avuto paura Serena, ha fatto i conti con le noie di notti insonni e incubi ricorrenti, che nel suo caso avevano il volto e il drittone di Fräulein Graf: “È stato incredibilmente difficile non pensare a Steffi - ha ammesso la statunitense dopo il 7-5 6-3 decisivo - , ho lavorato tanto per questo successo e tutto ciò rende la vittoria ancora più dolce. Esserci riuscita è un gran sollievo per me. Qualche notte insonne in effetti l’ho passata, arrivarci così vicino, sfiorarlo e non riuscire mai a realizzarlo....”. L’incubo e il sollievo della grande campionessa: “Ho avvertito troppa pressione nell’ultimo anno e ci sono state tre sconfitte molto dure. Sono arrivata a Wimbledon con una predisposizione mentale diversa rispetto a Melbourne e Parigi, mi sono detta solo di rimanere calma e giocare come fatto per oltre un decennio. Ho imparato molto da quelle sconfitte”. tina Navratilova. “No per carità, non voglio essere coinvolta in questi dibattiti - ha detto con forza -. In questo ultimo anno ho capito che devo solo godermi il momento. Devo solo pensare a giocare a tennis, che è la cosa che so fare meglio”. Un passo alla volta dunque, e il prossimo si chiama Rio, Olimpiadi: “Amo l’oro ha detto ammiccando, dall’alto dei suoi quasi 80 milioni di dollari in prize money -. Negli ultimi tempi mi ero concentrata sugli Slam, ora che ho raggiunto un obiettivo posso iniziare a pensare al prossimo”. Serena è classe 1981, il 26 settembre prossimo compirà 35 anni. Tempo e modo di mettere in bacheca qualche altro trofeo e nuovi primati ancora ci sarebbe. Dopo aver attraversato incubi e tempeste, Serena sembra più forte.... avversarie di oggi e leggende di ieri sono avvisate. La più grande? Cosa manca ora a Serena per salire, in solitaria, sul gradino più alto del podio? Se guardiamo solo ai numeri ci sarebbero davanti a lei i 24 titoli Slam della reverenda Smith Court, le 307 settimane da numero 1 di Steffi Graf, i 9 piatti di Wimbledon di Mar- Angie Kerber, 28 anni, nata a Brema in Germania ma residente a Puszczykowo (Polonia), aveva battuto Serena Williams nella prima finale Slam dell’anno, agli Australian Open (6-4 3-6 6-4) 11 wimbledon Campioni in erba Il canadese Denis Shapovalov e la russa Anastasia Potapova hanno vinto la 70a edizione dei Championships Under 18. Con tanto di finale thriller per la 15enne biondina (colpa di occhio di falco). 5 gli italiani in gara I due vincitore di Wimbledon Junior, il canadese nato a Tel Aviv da genitori russi Denis Shapovalov e la 15enne russa Anastasia Potapova di Viviano Vespignani foto Getty Images A festeggiare nel migliore dei modi i settanta anni di Wimbledon Junior, ovvero dei The Junior Championships, ci hanno pensato il diciassettenne canadese Denis Shapovalov e la quindicenne russa di grande talento Anastasia Potapova. Nato a Tel Aviv da genitori russi, Shapovalov ha messo a frutto l’esperienza maturata nel primo livello del tennis professionistico (dove conta già tre successi targati Futures) e ha conquistato un traguardo per il quale era invece dato per favorito l’australiano nato a Sydney Alex De Minaur, che da alcuni anni vive e si allena ad Alicante, in Spagna. E invece Alex ha retto il confronto soltanto per la durata di un set e Denis ha prevalso per 6-1 al terzo. Hanno mancato il penultimo traguardo, ovvero l’approdo in finale, i due primi favoriti nonché finalisti al Trofeo Bonfiglio di Milano - gli Internazionali d’Italia junior - il greco Stefanos Tsitsipas e l’americano Ulises Blanch, rispettivamente battuti per 4-6 7-6 6-2 da Shapovalov e per 6-3 6-2 da De Minaur. Piccola, grande Anastasia Reduce dalle semifinali di Parigi e Milano, durante le prime battute del torneo Anastasia Potapova si era detta determinata a “far meglio” e aveva aggiunto che avremmo dovuto attenderci (visti i risultati maturati sull’erba di Roehampton) una finale femminile tutta russa che avrebbe coinvolto anche la sedicenne Olesya Pervushina, peraltro partita nelle vesti di prima testa di serie. Invece, al penultimo ostacolo un’altra sedicenne, l’ucraina di Odessa Dayana Yastremska ha sovvertito le attese al termine di una dura battaglia, salvo poi cedere per 6-4 6-3 in finale alla Potapova che con questo successo si candida autorevolmente alla conquista del titolo mondiale junior 2016. Un successo meritato e sospirato per almeno tre volte: in chiusura la russa ha esultato per ben due volte su altrettanti punti sembrati decisivi, salvo poi essere smentiti da occhio di falco, che ha invertito le decisioni e prolungato il match. Alla terza occasione però Anastasia ha potuto portare le braccia al cielo. Accanto alla Pervushina, sul terzo gradino del podio è salita Kayla Day, una californiana di Santa Barbara sinora in ombra nei pochi tornei del Grand Slam Junior disputati. Cinque gli azzurri Il torneo dei cinque italiani in lizza nel main draw non è andato oltre il secondo turno ma non si può parlare di delusione se consideriamo le non eccelse posizioni in classifica mondiale occupate dagli azzurri e se teniamo presente che la sola Tatiana Pieri, peraltro battuta dalla prima favorita della vigilia Olesya Pervushina nel secondo round, aveva evitato le qualificazioni. Sia per Enrico Dalla Valle (sconfitto 6-3 7-6 da Alex De Minaur) che per Lucrezia Stefanini il bilancio segna tre successi individuali, mentre Riccardo Balzerani e Ludmilla Samsonova hanno segnato un +2 nel tabellone di qualificazione. Parigi non è Londra A Wimbledon hanno in parte deluso i primi protagonisti degli Internazionali Junior di Francia, l’ultimo Slam giocato prima di Londra: i quarti di finale sono stati fatali al francese Blancaneaux e al canadese AugerAliassime (superato per 5-7 7-6 6-2 da De Minaur), addirittura gli ottavi per la svizzera Masarova e per la statunitense Anisimova. Solo per citare i quattro finalisti parigini. A conti fatti, con le vittorie di Shapovalov e di Potapova, l’albo d’oro del torneo contiene ora i nomi di due ragazzi canadesi e di ben undici ragazze russe, se mettiamo in conto anche i titoli conquistati dalle rappresentanti dell’ex Unione Sovietica. (v.v.) 12 i numeri della settimana Murray... senza quei 3 I primi 25 del ranking Atp di Giorgio Spalluto Getty Images foto 12 gli anni trascorsi dall’ultima vittoria Slam ottenuta senza battere Djokovic, Federer e Nadal da parte di un tennista che non fosse uno dei 3 campioni menzionati. Prima di Andy Murray in questo Wimbledon, fu Gaston Gaudio a trionfare senza affrontare nessun esponente della triade che avrebbe dominato il decennio successivo (Roland Garros 2004). 0,42 la media di ace a game nella finale di Wimbledon da parte di Milos Raonic. Il canadese si era presentato in finale avendo messo a referto mediamente 1,22 ace nei precedenti 6 incontri. 0 i break subiti in finale da Andy Murray, che ha concesso e annullato appena 2 palle break. L’ultimo vincitore di Wimbledon a non perdere la battuta nell’ultimo atto fu Roger Federer che, nel 2003, non concesse neanche una palla break a Mark Philippoussis. 31 i turni di servizio difesi con successo da Serena Williams nella parte finale della cavalcata londinese. Serena ha perso l’ultima volta il servizio nel 9° game del 1° set del suo ottavo di finale contro la russa Kuznetsova. Da quel momento in poi ha concesso solo una palla break, annullandola con un ace sul 3-3 del 2° set della finale. 10 gli anni trascorsi dall’ultima stagione in cui 2 tenniste si erano affrontate più di una volta in una finale Slam. Analogamente a quanto fatto da Serena Williams e Angelique Kerber, nel 2006 a contendersi la finale degli Australian Open e Wimbledon furono Amelie Mauresmo e Justine Henin. Pos. Nome (nazionalità) 1 Novak Djokovic (SRB) 2 Andy Murray (GBR) 3 Roger Federer (SUI) 4 Rafael Nadal (ESP) 5 Stan Wawrinka (SUI) 6 Kei Nishikori (JPN) 7 Milos Raonic (CAN) 8 Tomas Berdych (CZE) 9 Dominic Thiem (AUT) 10 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 11 David Goffin (BEL) 12 Marin Cilic (CRO) 13 David Ferrer (ESP) 14 Richard Gasquet (FRA) 15 Roberto Bautista Agut (ESP) 16 John Isner (USA) 17 Gael Monfils (FRA) 18 Nick Kyrgios (AUS) 19 Bernard Tomic (AUS) 20 Feliciano Lopez (ESP) 21 Lucas Pouille (FRA) 22 Philipp Kohlschreiber (GER) 23 Benoit Paire (FRA) 24 Pablo Cuevas (URU) 25 Steve Johnson (USA) I primi 25 italiani del ranking Atp Punti 15040 10195 5945 5290 4720 4290 4285 3490 3175 2995 2780 2695 2650 2365 2060 2055 2030 1855 1850 1675 1661 1600 1596 1555 1520 Le prime 25 del ranking Wta Pos. Nome (nazionalità) 1 Serena Williams (USA) 2 Angelique Kerber (GER) 3 Garbine Muguruza (ESP) 4 Agnieszka Radwanska (POL) 5 Simona Halep (ROU) 6 Victoria Azarenka (BLR) 7 Venus Williams (USA) 8 Roberta Vinci (ITA) 9 Carla Suarez Navarro (ESP) 10 Svetlana Kuznetsova (RUS) 11 Madison Keys (USA) 12 Dominika Cibulkova (SVK) 13 Petra Kvitova (CZE) 14 Samantha Stosur (AUS) 15 Belinda Bencic (SUI) 16 Karolina Pliskova (CZE) 17 Timea Bacsinszky (SUI) 18 Johanna Konta (GBR) 19 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) 20 Elina Svitolina (UKR) 21 Sara Errani (ITA) 22 Barbora Strycova (CZE) 23 Sloane Stephens (USA) 24 Elena Vesnina (RUS) 25 Ana Ivanovic (SRB) 14 Punti 8330 6500 5482 5335 4792 3761 3656 3525 3010 2900 2871 2871 2816 2640 2605 2540 2500 2390 2320 2226 2030 2005 1995 1967 1855 Pos. Rank. 1 36 2 48 3 52 4 113 5 130 6 152 7 167 8 178 9 208 10 229 11 230 12 239 13 252 14 265 15 269 16 270 17 290 18 292 19 298 20 310 21 324 22 329 23 340 24 350 1515 25 353 Nome Punti Fabio Fognini 1170 Paolo Lorenzi 940 Andreas Seppi 910 Thomas Fabbiano 544 Marco Cecchinato 446 Simone Bolelli 367 Alessandro Giannessi 320 Luca Vanni 305 Filippo Volandri 257 Matteo Donati 236 Andrea Arnaboldi 235 Salvatore Caruso 220 Lorenzo Giustino 204 Riccardo Bellotti 183 Stefano Napolitano 181 Alessandro Bega 181 Lorenzo Sonego 166 Federico Gaio 164 Roberto Marcora 162 Edoardo Eremin 151 Gianluca Naso 143 Matteo Viola 141 Gianluca Mager 137 Flavio Cipolla 133 Francisco Bahamonde 130 Le prime 25 italiane del ranking Wta Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Rank. Nome Punti 8 Roberta Vinci 3525 21 Sara Errani 2030 78 Camila Giorgi 860 87 Karin Knapp 764 101 Francesca Schiavone 652 282 Martina Caregaro 153 292 Anastasia Grymalska 144 329 Nastassja Burnett 120 336 Jessica Pieri 117 356 Cristiana Ferrando 105 374 Gioia Barbieri 98 382 Alice Matteucci 95 395 Corinna Dentoni 91 404 Martina Di Giuseppe 85 419 Martina Trevisan 79 423 Alberta Brianti 76 431 Giulia Gatto-Monticone 75 432 Georgia Brescia 75 436 Jasmine Paolini 74 448 Angelica Moratelli 71 452 Claudia Giovine 70 522 Alice Balducci 52 536 Camilla Scala 50 579 Bianca Turati 42 602 Martina Spigarelli 38 il tennis in tv Tango (live) da Pesaro P rima il successo ottenuto sulla Svizzera, ora la sfida all’Argentina del redivivo Juan Martin Del Potro. In comune c’è la cornice: quella della Coppa Davis ovviamente e quella dell’Adriatic Arena di Pesaro. Dove tra 15 e 17 luglio l’Italitennis con Fabio Fognini e Andreas Seppi, guidata da Capitan Corrado Barazzutti, si mette in pista per un tango di fuoco. In palio la semifinale. Il tutto, per chi non potrà essere sugli spalti di Pesaro, trasmesso in diretta dall’emittente Fit, in chiaro, sul canale n.64 del digitale terrestre e sul n.224 della piattaforma Sky (ma anche sul 30 di TivùSat e in web streaming su www.supertennis.tv). Tre giorni di dirette Tre giorni a tutta Davis, dunque. Con un’anticipazione nella prima serata di giovedì 14, quando alle 21.00 uno speciale darà il via alle danze. Fabio Fognini, attuale n.1 d’Italia, sfida nel week-end l’Argentina (foto Costantini) Poi spazio al campo con i due singolari di venerdì a partire dalle 12.30, il doppio di sabato in diretta dalle 15.00, e i restanti (decisivi?) due singolare sempre dalle 12.30 di domenica. Tutte le partite degli azzurri saranno anticipate e seguite da uno studio d’approfondimento che darà spazio a commenti, immagini e interviste da Pesaro. E non finisce qui, perché subito dopo la sfida dell’Italia, SuperTennis trasmetterà anche (dalle 18.00) la sfida tra Serbia e Gran Bretagna. E poi il circuito si fa... duro Dopo la parentesi di terra rossa divisa a metà tra maschi e femmine nell’Atp 500 di Amburgo e nel Wta International di Bucarest, il circuito dei pro comincia a farsi “duro”. Nel senso che parte la stagione sugli hard-courts, quelli che fanno da passerella estiva fino al gran ballo degli Us Open di New York. SuperTennis Tv si concentra sulle racchette Atp mostrando in diretta giorno e notte - è proprio il caso di dirlo - i tornei della settimana. Di giorno riflettori sulla costa croata di Umag (dalle 17.30), di notte invece spazio alla Costa Est degli Stati Uniti con l’evento 500 di Washington (dalle 22 in poi). Davis: prima e dopo i match gli studi d’approfondimento Giovedì 14 Venerdì 15 01:30 - ATP Amburgo (replica) 03:30 - ATP Amburgo (replica) 05:30 - ATP Amburgo (replica) 07:00 - WTA Bucarest (replica) 08:30 - ITF TC Albinea 2016 08:45 - La Voce delle Regioni 10:30 - Tennis Magazine 11:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 13:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 14:45 - La Voce delle Regioni 15:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 17:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 18:30 - LIVE WTA Bucarest 20:30 - KIA Trophy 2016 Tennis Comunali Vicenza 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - Speciale Coppa Davis 21:15 - WTA Bucarest (differita) 23:30 - Magazine ATP 00:00 - ATP Amburgo (replica) 02:00 - ATP Amburgo (replica) 04:00 - Tennis Parade 04:15 - ATP Amburgo (replica) 06:15 - WTA Bucarest (replica) 08:15 - Tennis Magazine 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Official Film Wimbledon 2015 10:00 - KIA Trophy 2016 Tennis Comunali Vicenza 10:15 - ATP Amburgo (replica) 12:00 - Studio LIVE 12:30 - LIVE Coppa Davis Italia vs Argentina 18:30 - LIVE Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna 21:15 - Studio Davis 21:30 - ATP 500 Amburgo QF (differita) 23:30 - ATP 500 Amburgo QF (differita) Sabato 16 01:00 - ATP 500 Amburgo QF (differita) 03:00 - ATP 500 Amburgo QF (differita) 04:45 - WTA Bucarest QF (differita) 06:30 -Coppa Davis Serbia vs Gran Breatagna 1° singolare 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 12:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 14:30 - Studio LIVE 15:00 - LIVE Coppa Davis Italia vs Argentina 17:30 - LIVE Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna 19:00 - Studio Davis 19:15 - ATP 500 Amburgo SF (differita) 21:00 - ATP 500 Amburgo SF (differita) 23:00 - WTA Bucarest SF (differita) Domenica 17 00:30 - WTA Bucarest SF (differita) 02:30 - ATP 500 Amburgo SF (replica) 04:30 - Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna 2° singolare (replica) 07:30 - Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna (replica) 10:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 12:15 - Studio LIVE 12:30 - LIVE Coppa Davis Italia vs Argentina 18:00 - LIVE Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna 20:45 - Studio Davis 21:00 - ATP 500 Amburgo Finale (differita) 23:00 - WTA Bucarest Finale (differita) Lunedì 18 01:00 - Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna (replica) 04:00 - ATP 500 Amburgo Finale (replica) 06:00 - WTA Bucarest Finale (replica) 08:00 - Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna (replica) 11:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 14:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 15:45 - La Voce delle Regioni 16:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 17:30 - LIVE ATP 250 Umag 19:15 - La Voce delle Regioni 19:30 - Tennis Magazine 19:55 - News 20:00 - LIVE ATP 250 Umag 22:00 - LIVE ATP 500 Washington 23:30 - LIVE ATP 500 Washington Martedì 19 01:00 - LIVE ATP 500 Washington 05:00 - ATP Kitzbuhel (differita) 07:00 - ATP 250 Umag (replica) 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - ATP 500 Washington (replica) 11:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 14:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 15:45 - La Voce delle Regioni 16:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 17:30 - LIVE ATP 250 Umag 19:15 - La Voce delle Regioni 19:30- Magazine WTA 19:55 - News 20:00 - LIVE ATP 250 Umag 22:00 - LIVE ATP 500 Washington 23:30 - LIVE ATP 500 Washington Mercoledì 20 01:00 - LIVE ATP 500 Washington 05:00 - ATP Kitzbuhel (differita) 07:00 - ATP 250 Umag (replica) 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - ATP 500 Washington (replica) 11:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 14:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 15:45 - La Voce delle Regioni 16:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 17:30 - LIVE ATP 250 Umag 19:15 - La Voce delle Regioni 19:30 - Tennis Magazine 19:55 - News 20:00 - LIVE ATP 250 Umag 22:00 - LIVE ATP 500 Washington 23:30 - LIVE ATP 500 Washington NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali 16 Sergio Tacchini celebrates its 50th anniversary, five decades of great tennis and successes. The most famous tennis players from these 50 years have worn the brand’s garments and represented Sergio Tacchini on the world’s most important courts, winning the most sought-after trophies. 50 years of victories and also small masterpieces that have surprised the adversary. And Sergio Tacchini plays tribute to these works of art, associating tennis with the techniques of artists who have written the history of art over this fifty-year period. A small collection of art with the players of yesterday and today to celebrate an important milestone. sergiotacchini.com 15 terza pagina Clerc, l’argentino n.2 Un campione vissuto all’ombra di Vilas, con cui ha raggiunto la finale di Davis Due volte semifinalista al Roland Garros, n.4 Atp, fu protagonista contro l’Italia nel 1983, quando si chiuse la carriera azzurra di Panatta di Alessandro Mastroluca “I tennisti si dividono in due categorie, le macchine e gli esseri umani. Io ho sempre fatto parte della seconda”. Parola di José Luis Clerc, secondo argentino più vincente di sempre, ex numero 4 del mondo e due volte semifinalista al Roland Garros. Un campione vissuto nell’ombra, senza l’egocentrismo ingombrante del meglio della sua generazione. Introverso, autocrítico fino all’eccesso, non si rivede quasi mai, eppure il suo topspin di dritto è un colpo di rara efficacia sulla terra rossa e il rovescio, gli han detto più volte come ha raccontato, “sembra un quadro”. Come i campioni dal volto umano, ha imparato contro il più diffuso degli avversari e dei compagni, il muro, all’Aviron Club di Tigre dove suo padre lavorava. Ma quel lato umano ha rischiato di tradirlo, nell’estate del 1975. Il giovane Clerc è a Dinard per la tradizionale esibizione fra i prima categoria francesi e le migliori speranze del Sudamerica al Tennis Club de la Côte d’Emeraude a Dinard. José Luis non ha mai giocato all’estero prima di quell’estate; l’entusiasmo per il tennis di quel piccolo centro, che ha una via intitolata a Henri Bolelli, compagno di doppio di Borotra, lo carica. Al circolo, creato nel 1879 dall’inglese Williers Forbes, hanno giocato Ken Rosewall, Pancho Gonzales e Lewis Hoad. Ma José Luis cade dal balcone della sua camera: se la cava con una cinquantina di punti di sutura e dodici giorni di degenza all’ospedale Gardiner. Il doppio più vincente Sei anni dopo, Clerc è al top della condizione. Raggiunge la prima semifinale al Roland Garros e vince quattro tornei di fila negli Usa. La lunga coda della popolarità di Vilas lo aiuta, le sponsorizzazioni piovono, gli aiuti finanziari non mancano. Ma con il campione-po- Due copertine con ritratto Josè Luis Clerc; sotto, in una recente immagine insieme a Vilas eta i rapporti non esistono. I due non si parlano. Eppure, formano il doppio argentino più vincente di sempre in Coppa Davis. In quel 1981, sentono la grande occasione possibile a Cincinnati. Dopo l’1-1 nella prima giornata, McEnroe e Fleming conducono due set a uno in doppio quando la situazione precipita. La partita è iniziata in ritardo per riparare il campo, perciò l’arbitro cancella la pausa tra il terzo e il quarto set. Vilas e Clerc impacchettano le loro cose nella borsa come se volessero tornare in spogliatoio. Batata, così chiamano Clerc da quando era un bambino un po’ sovrappeso, provoca McEnroe: “Quanto sei carino”. La risposta di SuperBrat, e sì quella volta era serio, è facilmente intuibile. McEnroe vincerà il doppio (11-9 al quinto set) e batterà Clerc nel singolare decisivo per il 3-1, 7-5 5-7 6-3 3-6 6-3 perdendo solo quattro punti nei suoi turni di battuta durante tutto il ‘quinto’. La battaglia del Foro Italico José Luis Clerc anche il giorno dell’addio al tennis di Panatta, ha scritto il 18 capitolo chiave del 5-0 all’Italia al Foro Italico del 1983, la battaglia con Barazzutti da quasi sei ore spalmate in due giorni, la vittoria in doppio con Vilas su Bertolucci e Panatta. Non è lontano il ritiro dal tennis, che arriverà nel 1985, ma la lontananza è come il vento. Compra un terreno a Santiago del Cile, si mette a produrre vino, ma nel 1997, mentre gioca il Senior Tour, moglie e figli vengono attaccati. Su due piedi si sposta a Miami e organizza un centro di allenamento con Pancho Segura. Una strada singolare, quella di Batata. Ma in fondo, diceva, “noi argentini non siamo stati uniti: siamo tipi strani”. ibi17 Biglietteria aperta È già possibile assicurarsi un posto in tribuna per gli Internazionali BNL d’Italia 2017: il 4 luglio è cominciata la vendita degli abbonamenti. Fino al 24 sessioni diurne in esclusiva per i circoli Fit. Prezzi invariati N el calcio è tempo di campagne abbonamenti, nel tennis pure. Perché dal 4 luglio è già possibile assicurarsi un posto in tribuna al Foro Italico con la prevendita della 74a edizione degli Internazionali BNL d’Italia. I prezzi sono invariati rispetto alla passata edizione: nonostante la grande richiesta e il crescente interesse verso il Torneo, l’organizzazione ha voluto premiare gli appassionati che acquisteranno biglietti e abbonamenti fino al 31 dicembre 2016. Come già negli ultimi anni, la FIT ha deciso di partire già nel mese di luglio con la prevendita proprio per agevolare i tanti appassionati che, come quest’anno, vorranno seguire da vicino le gesta dei protagonisti e delle protagoniste più acclamati del circuito mondiale. È possibile dunque scegliere i posti migliori, o magari offrire a chi condivide la stessa passione per il tennis, un regalo originale ed apprezzato. La FIT ha anche deciso di riservare tre settimane (dal 4 al 24 luglio) ai Circoli di Tennis per l’acquisto dei biglietti delle sessioni diurne del Campo Centrale prima di aprire la vendita al pubblico. Tutti in campo Come nel 2016 il torneo avrà la formula del “combined event”, con le prove maschile e femminile giocate contemporaneamente. In linea con la passata edizione, che ha ancora una volta riscosso uno straordinario successo, il prossimo anno gli Internazionali BNL d’Italia si svolgeranno lungo un arco di 12 giorni. Il Parco del Foro Italico aprirà al pubblico il 10 maggio con i tornei di pre-qualificazione, e darà la possibilità agli appassionati di seguire le sedute di allenamento dei top player che anticiperanno il loro arrivo a Roma. Il tabellone principale maschile inizierà domenica 14 maggio e quello femminile il giorno dopo. Sarà possibile ammirare nella stessa giornata campioni del calibro di Djokovic, Federer, Nadal, Murray, Serena Williams, Muguruza, oltre agli emergenti che cercheranno di insidiare i campioni già affermati. E naturalmente si potrà tifare per gli italiani e le italiane: Seppi, Fognini, Bolelli, Errani, Vinci e, magari, i giovani che stanno cominciando a farsi strada nel panorama internazionale. Spettacolo Centrale Anche nel 2017 il Campo Centrale sarà la sede degli incontri principali a partire da domenica 14 maggio in due sessioni di gioco, diurna e serale (da lunedì a venerdì). Il secondo campo in ordine di importanza sarà una rinnovata SuperTennis Arena che, con oltre 5.500 posti, sarà teatro di incontri di altissimo livello fino a venerdì 19 maggio. Come consuetidine sono previste tre tipologie di biglietti: quelli del Campo Centrale e della SuperTennis Arena, che garantiscono posti numerati e a sedere su ciascuno dei due impianti, ed i biglietti ground che, come ormai consuetudine, consentiranno di poter assistere a incontri ed allenamenti sin dalle prime ore della mattina sugli altri 12 campi del Foro, compreso l’inimitabile Stadio Pietrangeli, la magica arena Così il calendario delle vendite Dal 4 luglio: abbonamenti Campo Centrale e SuperTennis Arena Dal 4 luglio: biglietti sessioni serali Campo Centrale Dal 4 luglio: biglietti SuperTennis Arena Dal 4 al 24 luglio: biglietti sessioni diurne Campo Centrale solo per i Circoli Fit Dal 25 luglio: biglietti sessioni diurne del Campo Centrale circondata dalle statue di marmo che tutto il mondo del tennis ci invidia. Come acquistare È possibile effettuare online l’acquisto di abbonamenti e biglietti attraverso i siti web www.federtennis.it, www.internazionalibnlditalia.it. Per informazioni è possibile rivolgersi al numero verde della Biglietteria Centrale del Foro Italico (800.622662) o scrivere all’indirizzo ticketoffice@federtennis. it. Inoltre i tagliandi possono essere acquistati presso la Biglietteria Centrale del Foro Italico. Diritto di prelazione, esercitalo così Gli abbonati dell’edizione 2016 potranno esercitare il diritto di prelazione con le seguenti modalità: - dal 4 luglio al 12 ottobre 2016 sarà possibile confermare il medesimo posto acquistato per l’edizione 2016; - dal 13 ottobre al 19 ottobre 2016 sarà possibile effettuare, solo se non si è già proceduto alla conferma del vecchio posto, il cambio posto tra quelli non confermati; - dal 20 ottobre 2016 tutti i posti non confermati potranno essere acquistati in vendita libera. 20 giovani Sognando Ivanisevic Il croato Dino Prizmic vince il 34° Euro Trophy Under 12 di Porto San Giorgio, proprio come fece il suo connazionale Goran nel 1983. Tra le ragazze successo per la bulgara Katerina Dimitrova. Nicolò Ciavarella migliore tra gli azzurri di Viviano Vespignani G iunto alla 34a edizione, l’Euro Trophy proposto dal Circolo Tennis Porto San Giorgio ha ribadito la straordinaria qualità che lo contraddistingue in campo internazionale under 12. Tenuto a battesimo nel 1983 da un certo Goran Ivanisevic, quest’anno il torneo ha messo in evidenza una dozzina di verdissimi talenti tra i quali hanno suscitato forti impressioni i vincitori, peraltro giunti al traguardo senza cedere un solo set. Si tratta di Dino Prizmic, croato proprio come Ivanisevic e vincitore in finale sul coreano Haeson Lee. Tra le ragazze successo della bulgara Katerina Dimitrova, autrice di punteggi ‘drastici’ con i quali ha sbaragliato la canadese Dasha Plekhanova in finale e la coreana Minseo Kim in semifinale. I successi conquistati da Prizmic e Katerina Dimitrova non sono comunque una sorpresa, considerate le loro recenti vittorie riportate nel circuito internazionale tra Croazia e Francia. Il torneo degli azzurri A testimonianza del notevole successo di squadra riscosso da Corea e Bulgaria, rispettivamente in campo maschile e femminile, sul terzo gradino del podio sono saliti un’altra bulgara, Denislava Glushkova, e un altro coreano, Min Seong Kim. Ma a far loro compagnia è I finalisti premiati al torneo Under 12 Tennis Europe di Porto San Giorgio (foto Petrocco) salito anche il migliore degli azzurrini, il romano dello Sporting Eur Nicolò Ciavarella, che ricordiamo vincitore del Lemon Bowl e tre volte piazzato nei quarti di finale di tornei Tennis Europe under 12. Degni di nota appaiono anche i traguardi tagliati nei quarti di finale da Giammarco Gandolfi e Veronica Sirci, unica azzurrina top 8, tanto più che il sistema di compilazione dei tabelloni, che al primo turno oppone ogni nome straniero a uno italiano, determina una forte selezione dei nostri portacolori, quest’anno ridotti da 31 a 10 (tra i quali anche Jacopo Bilardo, Daniele Minighini, Matteo Fondriest, Giulia Martinelli, Emma Valletta, Angelica Giovagnoli e Georgia Pedone) dopo il primo round. Under 16, Speziali bene in Croazia Restando sempre nel circuito europeo Tennis Europe, il milanese Filippo Speziali ha portato a otto il numero dei successi italiani in categoria under 16, ovvero nel settore internazionale più favorevole ai colori azzurri visto il recente titolo firmato da Federico Arnaboldi all’Avvenire e le tre vittorie riportate da Giulio Zeppieri. L’allievo del Vavassori Tennis Team di Palazzolo (Bs) ha vinto a Cacovec, in Croazia (ove era stato terzo lo scorso anno), un torneo di buona quotazione battendo in due set nei turni conclusivi il serbo Juhas e lo sloveno Krstulovic. Circuito Itf Under 18, hurrà di Tortora e Perin Il computo delle vittorie italiane maturate nel circuito Itf under 18 è salito, all’inizio di luglio e dopo un intervallo di due mesi e mezzo, a quota 11 per merito di Davide Tortora. Il veneto ha vinto a Telavi, in Georgia, dove l’allievo del Tc Padova (che farà 16 anni a fine settembre) ha vinto con un doppio 6-3 la sfida tutta azzurra in finale contro il bresciano Gabriele Bosio e per 7-5 7-6 quella di semifinale contro Leonardo Taddia, ennesimi promettenti under 16 del nostro vivaio in cerca di formative esperienze in campo junior. Nella foto Tortora è l’ultimo a destra, al centro il tecnico Fit Martin Pereyra e in bianco il finalista Bosio. Nella stessa settimana Riccardo Perin, 16 anni da Vico Equense, ha conquistato il titolo nel torneo Under 18 di Preveza, in Grecia, dove si sono cimentati la bellezza di 18 italiani. Cogliendo questo successo, Riccardo ha raggiunto quello che, al momento, costituisce il suo miglior risultato in campo junior. In campo femminile, di rilievo perché scaturita nei quotati Junior Open di Danimarca è la terza piazza della non ancora 16enne Lisa Piccinetti, ora proiettata tra le top 100 Under 18. (v.v.) 21 circuito fit-tpra Anche a Gaibledon vince Serena. Ma è Fini L’erba vera di Gaiba (Rovigo) premia l’omonima della Williams, nell’Open maschile vince Giulio Cavalli. Ecco come è andata nei cinque tornei della tappa “verde” delle Super Slam Series amatoriali 2016 di MAX FOGAZZI Open maschile, Cavalli... di razza Una cavalcata senza fine quella di Giulio Cavalli, basta vedere i punteggi del suo tabellone. Per vincere la tappa delle Super Slam di Wimbledon, sull’erba vera di Gaibledon (a Gaiba, provincia di Rovigo), ha battuto tutti i migliori. E così i quattro semifinalisti, che sono arrivati a giocarsi le fasi calde della categoria Open, sono stati oltre a Cavalli anche Luigi Croci, Marco Solinas e Davide Nervi. “È stata dura - ha detto il vincitore - Una finale sofferta, ma fin dai quarti ho dovuto dare il massimo e pensavo di non averne abbastanza per incontrare il numero 1 del ranking Andrea Biolo. Mentre giocavamo - ha continuato - invece ho trovato subito la marcia giusta e una volta raggiunta la finale ho anche avuto l’occasione di riposarmi un po’ nell’attesa che anche l’altra semifinale terminasse”. L’altra semifinale, per l’appunto, è stata davvero combattuta e Marco Solinas alla fine è riuscito a portare a casa uno scalpo molto prestigioso, quello del numero 2 Davide Nervi. Con entrambe le teste di serie principali fuori dai giochi, la finale è stata molto aperta. Con tanto di brivido quando, dal 5/1 in svantaggio, Solinas è riuscito ab abbozzare una rimonta incredibile che l’ha portato fino ad avere una palla del 5-5. Ma è proprio lì che Cavalli ha piazzato lo scatto vincente e ha chiuso il match diventando il terzo re di Gaibledon. La premiazione dell’Open femminile: la vincitrice Serena Fini è la quarta da sinistra La premiazione dell’Open Maschile, in mezzo con maglia verde il vincitore Cavalli e, in rosso, il finalista Solinas Risultato della finale: Giulio Cavalli b. Marco Solinas 6-4 Open femminile, Serene come... Serena Una cornice stupenda e il saluto del Sindaco di Gaiba hanno accompagnato la premiazione dell’Open Femminile su erba vera. Erba vera che, proprio come quella londinese di Wimbledon, 22 ha incoronato un’altra Serena. Non Williams, ovviamente, ma Fini, che ha fatto suo il titolo non senza una certa dose di sorpresa. Una grande impresa perché le giocatrici presenti ai nastri di partenza erano davvero motivatissime e molto determinate partendo dalla finalista Donatella Olivari, dalla sua compagna di circolo Sabrina Nesti e dalla fortissima Patrizia Nani. Brilla- circuito fit-tpra no anche le altre ma nel chiacchiericcio da spogliatoio, se c’era una moneta da puntare sulla finale, tutte avrebbero scelto Nesti e Olivari, e invece è spuntata un’altra... Serena. Risultato della finale: Serena Fini b. Donatella Olivari 6-5 Limit 65: Colli, ancora Isola d’Elba Un tennis da Open e grinta da vendere, ecco gli ingredienti del tennis amatoriale targato Isola d’Elba che dopo il campione nazionale Zini porta un altro importantissimo titolo sull’isola: questa volta è Alessandro Colli ad alzare le braccia al cielo, nella categoria Limit 65. Un torneo bellissimo, il suo, sotto il sole cocente di Gaiba. Un tabellone concluso con una finale incredibile finita solo al tie-break decisivo. Colli ed Ermanno Bertelle, i protagonisti dell’atto decisivo, se le sono date di santa ragione ma sono anche riusciti nell’impresa - importante per un amatore - di far scrosciare una lunghissima serie di sentiti applausi. Risultato della finale: Alessandro Colli b. Ermanno Bertelle 6-5 Limit 45: Togni finalmente ce la fa Un urlo incredibile ha scosso Gaibledon circa alla mezzanotte di sabato, la giornata dedicata ai Limit 45 e 65. Massimo Togni, già finalista nella prova SuperSlam Series di Gaibledon nel 2014, è tornato in finale anche grazie all’aiuto della dea bendata, ma questa volta non si è fatto scappare la chance di mettere le mani su uno dei titoli più importanti dell’intera stagione amatoriale Fit-Tpra. E pensare che in semifinale il futuro vincitore era sotto per 4-1, ma il suo avversario, il pratese Guerrini, ha dovuto alzare bandiera bianca e ritirarsi proprio sul più bello a causa di un problema muscolare al polpaccio. Togni, Sopra, a sinsitra, l’esultanza di Alessandro Colli, vincitore a Gaibledon nella categoria Limit 65; a destra, l’urlo di gioia di Max Togni dopo il successo in finale a Gaibledon, arrivato attorno alla mezzanotte dello scorso sabato nel Limit 45. Sotto, i finalisti nel doppio: la coppia vincitrice Colleoni/Pesenti (in bianco) e i finalisti Bonanomi/Damosso ormai soprannominato “il Gladiatore” dagli amici del circuito, ha poi avuto la meglio sul romagnolo Andrea Bellini. Risultato della finale: Massimo Togni b. Andrea Bellini 6-2 Doppio, Bergamo domina sull’erba È Bergamo a farla da padrone nella specialità di coppia sull’erba vera di Gaibledon. Proprio la categoria del doppio maschile è stata quella incaricata di aprire le danze della kermesse veneta, con i protagonisti in campo a partire da venerdì pomeriggio. Il torneo ha confermato un trend molto importante per il circuito amatoriale Fit-Tpra, la crescita dell’importanza, dell’apprezzamento e della qualità proprio dei doppi. Il tutto complice anche la possibilità concessa dal regolamento di far scendere in campo, solo nella specialità di coppia, anche i classificati 4.1. Alla fine è stata Bergamo, culla del movimento Tpra, a portare a casa il titolo con la coppia Colleoni/Pesenti, capaci di regolare in finale il duo Bonanomi/Damosso. I futuri vincitori del torneo si sono anche resi protagonisti dell’eliminazione del team-sorpresa del torneo, quello formato da Bertelle e Splendore, capaci di estromettere i grandi favoriti della vigilia, vale a dire gli Husband. Risultato della finale: Colleoni/Pesenti b. Bonanomi/Damosso 9-6. Kia Tennis Trophy, i vincitori di Vicenza La seconda tappa del Kia Tennis Trophy si è giocata lo scorso weekend al Tennis Comunali Vicenza. Anche dalla tappa veneta quattro amatori hanno staccato il pass per il master finale di Milano, dove in dicembre ci si gioca un posto a Melbourne, per gli Australian Open 2017. Per accedere al Master conclusivo, lo ricordiamo, bisogna accedere alle finale. In campo femminile ci sono riuscite Federica Roveda e Sabrina Nesti (premiate nella foto a destra), con la prima brava a conquistare poi il titolo dopo un 9-7. Tra i maschi ha vinto invece il padrone di casa Fabio Zamperetti, che ha superato il coriaceo romano Francesco Urbani (foto a sinistra) in una finale chiusa col punteggio di 9-6. (m.s.) 23 paddle Campioni con metodo La Canottieri Aniene di Roma è stata tra le prime in Italia a installare un campo da paddle. E infatti ha vinto per due anni consecutivi i campionati di Serie A. “Ma la concorrenza cresce”. E adesso arrivano pure A2 e B di Gianpaolo Martire I l Circolo Canottieri Aniene, fondato nel 1892 e presieduto dal presidente del Coni Giovanni Malagò, è stato tra i primi d’Italia a installare un campo da paddle, e ora si gode i frutti della lungimiranza. Già, perché sia nel 2015 che nel 2016 è stato proprio l’Aniene a cucirsi sul petto lo Scudetto di paddle aggiudicandosi per due volte il campionato a squadre di serie A. Immutati anche i vice-campioni, cioè il Tennis Club Le Molette dei fratelli Alessandro e Stefano Pupillo, numeri uno del ranking italiano. “La nostra vittoria è basata su tre fattori: programmazione, allenamento e connubio tra l’esperienza dei tennisti storici con la tecnica dei nostri giocatori di paddle”, spiega Gianfranco Nirdaci, dirigente del settore paddle del circolo e coordinatore nazionale. Un campionato sempre più competitivo “Era il nostro obiettivo - prosegue Nirdaci: - quella di quest’anno è stata una competizione molto combattuta, a partire dalla regular season dove abbiamo trovato squadre di Milano molto valide, a testimonianza di quanto il paddle stia crescendo e uscendo dai confini di Roma”. L’Aniene è così il simbolo di uno sport che partita dopo partita, anno dopo anno, attira sempre più persone: “Come Circolo Aniene siamo stati tra i primi ad avere un campo da paddle, ma solo negli ultimi anni, in prima persona e con l’aiuto di un gruppo di professionisti prestati allo sport, abbiamo messo in campo ogni energia per portare un gioco alle porte dello sport professionistico. Il paddle è un insieme di professionalità, passione e divertimento: ingredienti che sono la base per qualsiasi successo come il nostro. Questo sport a oggi conta oltre 300 campi in tutta Italia, 2.500 tesserati agonisti e migliaia di praticanti sul territorio nazionale. Continuiamo così”. La rosa del Circolo Canottieri Aniene Roma per due anni consecutivi Campioni d’Italia di paddle Arrivano A2 e B A testimoniare il movimento che si sta creando intorno al paddle, è la grande affluenza di pubblico registrata nel corso del campionato e soprattutto durante le finali giocate al Foro Italico durante gli Internazionali BNL d’Italia. Lo conferma Nirdaci: “Le tribune e gli spazi destinati, oltre mille posti, si sono rivelati insufficienti. E pensare che l’anno scorso la tribuna era prevista per cinquanta persone per campo”. L’andamento del campionato conferma così la crescita del tasso tecnico del circuito padelistico che sta vivendo negli ultimi anni l’Italia. “Il tasso tecnico è cresciuto molto, perché nell’ultimo anno le influenze dei giocatori spagnoli e argentini che hanno partecipato ai tornei hanno dato la possibilità ai nostri giocatori di ‘rubare’ gesti tecnici e movimenti sul campo che ancora non erano nelle nostre corde. Per far crescere la serie A in questi anni abbiamo favorito l’ingresso dei giocatori stranieri, così da far da traino ai nostri”, spiega ancora il coordinatore nazionale, che anticipa le novità della prossima stagione, quando la A sarà a otto squadre e sarà affiancata dalla serie A2 e B: “Ora quest’attività di attirare i giocatori stranieri verrà calmierata nella serie A2 e B, quando probabilmente non saranno previsti giocatori stranieri”. Vincenzo Santopadre e Stefano Cobolli, due pedine fondamentali per i successi targati Aniene nei campionati di paddle Canottieri Aniene: la rosa scudettata Ecco la rosa attuale dei bi-campioni d’Italia in carica del Circolo Canottieri Aniene Roma: Maria Cabrera Seranno, Giorgia Marchetti, Federica Mundula, Carolina Orsi, Giuseppina Venuti, Stefano Cobolli, Giulio Di Meo, Alberto Lommi, Matteo Manetti, Manuel Rocafort, Rinaldo Rossi, Carmine Saladino, Vincenzo Santopadre e Giovanni Ticca. 24 personal coach Occhio ai servizi-bomba: rispondere si può Il tennis richiede elevate abilità visive. Sull’erba anche di più. Ce l’ha fatto vedere Andy Murray a Wimbledon, rispondendo alle “prime” di Raonic. Secondo gli studi si può ribattere con efficacia anche a servizi a 250 km/h di Andrea Cagno e Max rinaudo, Getty Images I.S.F. R. lombardi - foto V alutando il rimbalzo sui vari terreni di gioco è chiaro che questi presentino difficoltà diverse quando si tratta di rispondere a servizi di grande potenza. Alta velocità e rimbalzo regolare sul duro, sul cemento. Sulla terra gran parte dell’energia cinetica della pallina è dissipata sul terreno, il quale però è meno regolare, quindi con un rimbalzo meno prevedibile rispetto ai campi duri e con angolazioni più verticali, più alte. I campi in erba naturale, per la loro irregolarità, restituiscono una palla sporca, complessa, di difficile intuizione spesso con bassa angolazione da terra e con rimbalzo velocissimo dopo l’impatto sul terreno. Concentrandoci sui campi in erba è chiaro che sono quelli dove il sistema nervoso centrale riceve le maggiori sollecitazioni per gli adattamenti ai continui cambiamenti. Dagli occhi al sistema nervoso L’occhio fornisce il flusso di informazioni in ordine di velocità, traiettorie, rimbalzi, rotazioni e le abilità visive concorreranno alla successiva elaborazione eseguita dalle stazioni intermedie del cervello e dalla corteccia cerebrale, in modo da attivare repentinamente i riflessi per ottenere una rapida attivazione muscolo scheletrica. Questo processo è di vitale importanza nella risposta al servizio dove le problematiche dovute alla velocità di palla e al manto erboso amplificano le difficoltà. Qui una spiccata visione e consapevolezza periferica tali da interpretare ogni minimo in- dizio e prevedere correttamente gli eventi inaspettati, oltre a una elevata qualità delle fissazioni e dei movimenti oculari nella ricerca di palla collegati correttamente al gesto motorio, possono fare la differenza. Andy Murray, un esempio perfetto delle abilità visive è possibile rispondere in modo efficace ed efficiente a servizi fimo a 250 km/h (di questo e di come, nello specifico, Murray si approccia alla risposta ne parleremo approfonditamente sul prossimo numero). Intanto in finale contro Raonic, Andy ha dimostrato di poterlo fare alla grande. Un esempio di un’ottima integrazione sensoriale-neurologica-motoria è l’eccellente risposta al servizio di Andy Murray, fresco vincitore per la seconda volta proprio sull’erba di Wimbledon. Lo scozzese correla la fissazioni sulla palla con i movimenti degli arti inferiori, lo spostamento dei piedi con trascinamento sul terreno è direttamente collegato al tempo di lancio di palla del suo avversario. Studi, ricerche e allenamenti sugli atleti stanno dimostrando che con il giusto potenziamento integrato La visione... si può allenare La visione è una funzione che si acquisisce, è un processo continuamente appreso durante lo sviluppo mentale e corporeo. In quanto tale è plasmabile. La visione può essere educata, potenziata, allenata, migliorata in tutte le sue abilità e integrata nel quotidiano allenamento motorio per ottimizzare la performance tecnico-tattica del tennista. 25 racchette e dintorni V1 Pro, potenza soft Ecco il modello centrale della collezione 2016 dello storico marchio tedesco Völkl. Un telaio confortevole e anche versatile, per giocatori a tutto campo. Ottimo feeling sui colpi piatti o appena coperti. Costa 179,90 euro di Mauro Simoncini O rganix SuperG V1 Pro è la racchetta agonistica di riferimento del colosso tedesco Völkl, giunta alla sua terza edizione, un vero e proprio condensato tecnologico dagli ingegneri tedeschi. Il carbonio Nanotube combinato con la cellulosa arricchisce questa nuova versione 2016, ancora più potente ma sempre confortevole. Ovviamente in tutte le altre racchette Völkl c’è il sistema Organix, mirato all’assorbimento delle vibrazioni, quasi totale; e c’è anche Optispot, un segmento grafico fluorescente in arancione a ore 3, a ore 6, a ore 9 e a ore 12 che aiuta a focalizzare al meglio la zona ideale di impatto sul piatto corde. Il concentrato di tecnologia non finisce qui: speciali passacorde (SuperG) più grossi e di materiale più morbido per garantire mobilità alle corde e quindi spinta oltre per l’assorbimento delle vibrazioni. Infine altra classica specifica tecnologica di Völkl è ‘Catapult’, una sorta di molla a ore 10 e ore 14 per dare più swing alla testa del telaio. IL LAB (corde Volkl VStar Orange 1,25 mm - tensione 23/22 kg) Lunghezza: 68,6 cm Peso: 314 g Ovale: 99 Profilo: 20-23 mm Bilanciamento: 33,6 cm Rigidità: 65 Inerzia: 322 Potenza: 54/100 Controllo: 44/100 Maneggevolezza: 72/100 IN CAMPO Si percepisce subito la maneggevolezza del telaio, comoda da muovere nell’aria con un mix di peso e bilanciamento ben equilibrato. I primi colpi da fondo campo sono pastosissimi, ben controllati e la palla si “sente” bene sul piatto corde. Specialmente se non si esagera con le preparazioni e anche con gli spin, escono colpi potenti e il controllo resta assoluto anche a velocità più elevate, quelle di chi gioca in terza e seconda categoria. Colpi classici quasi piatti e movimenti raccolti fanno rendere al meglio l’attrezzo ma anche spingendo quasi a tutto braccio con uno stile di gioco più moderno la racchetta supporta al meglio. Il top-spin è aggressivo, incisivo. Il back-spin risulta davvero preciso e ficcante, sia in difesa sia nelle sortite offensive, difficili da affrontare. In generale anche per chi non ha una tecnica perfetta l’ampiezza dello sweetspot concede aiuto in caso di esecuzioni non ineccepibili. Ottime le prestazioni nel gioco di volo: racchetta equilibrata e confortevole, permette volée sicure in opposizione quanto perentorie volée di chiusura. Al servizio sono discretamente facili tutte le varianti: potenti le battute piatte, precise e complicate da ribattere quelle tagliate. Si carica bene anche la seconda palla liftata. 26 Una racchetta conosciuta (il modello storico V1 Pro) e già apprezzata da molti, ben rivisitata con nuove tecnologie e materiali. Confortevole, maneggevole ed equilibrata, un’agonistica completa e non proibitiva, accessibile quasi a tutti (anche a discreti giocatori di club). IL PAGELLONE 81/100 Potenza: 8 Controllo: 9 Maneggevolezza: 8 Fondo: 9 Rete: 7,5 Servizio: 8 Top: 8 Back: 8 Estetica: 7 Comfort: 8,5 racchette e dintorni Scelta dalla Federazione Italiana Tennis $GHULVFLDOSURJHWWR 12 7HQQLVWD ',6$%,/(" HDYUDLO LQQRYDWLYD$GYDQWDJH LQSURYDPHVL 0ROWLFLUFROLO KDQQRIDWWR Lab 3.11 s.a.s. via Riva 22, 14021 - Buttigliera d’Asti (AT) tel.: 011 9921410 - fax: 011 99211759 [email protected] - www.lab311.it 27 la regola del gioco Non si rifa il punto, ma il servizio sì Avete mai sentito l’espressione “let in service”? Sono quei casi che, quando si verificano, non comportano la ripetizione completa del punto, ma soltanto di quello specifico servizio. Vediamo quali sono e quando si applicano La premessa Che cosa sono i casi definiti di “let in service”? Beh, si tratta di quelle situazioni che non comportano una ripetizione dell’intero punto ma solamente di uno specifico servizio. Se il ricevitore non è ancora pronto Il primo caso di “let in service” si verifca quando il giocatore che si appresta a ricevere non è ancora pronto. Nel caso in cui dovesse segnalarlo per tempo, ma il servitore non se ne accorgesse, allora il servitore avrà il diritto di ripetere solamente lo specifico servizio che stava effettuando. È importante che il fatto di non essere pronto da parte del ricevitore sia segnalato per tempo. E che sia segnalato in modo chiaro (per esempio con la classica mano o la racchetta alzata), in modo tale che risulti di tutta evidenza per tutti che il giocatore non fosse pronto. Segnalazione chiara L’evidenza della segnalazione, la sua chiarezza e la tempestività sono molto importanti in questo caso e devono poter essere stabilite. Perché altrimenti l’azione del ricevitore di alzare la racchetta in ritardo potrebbe avere la conseguenza o di far ripetere l’intero punto al servitore (in quanto si è arrecato un disturbo) oppure, se non segnalato proprio, il ricevitore stesso rischia di perdere il punto. Il caso più evidente Il secondo classico caso riconducibile alla fattispecie del “let in service”, specificamente previsto dalle regole del tennis, si verifica quando la palla subito dopo un servizio tocca il net e sia buona sotto tutti i punti di vista: a esempio quando, dopo il tocco del net, rimbalzi nel giusto quadrante di ricezione oppure vada a colpire direttamente sul corpo o sulla racchet- ta l’avversario. Essendo in entrambi i casi considerata buona la palla, in questo caso il tocco del net imporrà la ripetizione solamente di quel servizio. È come se nel momento in cui durante un servizio la palla tocca il nastro della rete (la chiamata sarà “net” o “let” più il servizio giocato) il gioco venisse congelato e ciò che succede immediatamente dopo rileva solo per quello specifico servizio. Se la palla rimbalzasse fuori, essa sarà considerata come un normale “out” ma se la palla rimbalzasse nel giusto campo o toccasse l’avversario, essa sarà considerata buona a tutti gli effetti e quindi dovrà ripetersi quel servizio. Inviateci via mail le vostre domande I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi - o le vostre curiosità - di natura regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero. 28 SU SUPERTENNIS È SEMPRE L’ORA DEL GRANDE TENNIS! 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