n.4 - 3 febbraio 2016
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n.4 - 3 febbraio 2016
È ora di Fed Cup Francia - Italia in tv Da sabato 6 febbraio sfida in diretta su Supertennis LA RIVISTA Anno XII - n.4 - 3 febbraio 2016 Pag.10 Nole prende tutto. Anche Borg e Laver... Djokovic, conquistando l’11° Slam, raggiunge due leggende del tennis. Per l’Antitrust è abuso di posizione dominante? La Kerber impedisce a Serena di raggiugere Steffi Graf. E la Germania ringrazia... Pag.4, 5 e 8 Tu e il tuo video nel film delle Prequali #ibi16 è l’hashtag per partecipare all’iniziativa. I migliori... a Roma Pag.15 GLI ALTRI CONTENUTI Valori e valore Pag.3 - Terza pagina: Lew Hoad Pag. 6 I numeri della settimana Pag.12 - Focus: Thomas Fabbiano Pag. 14 - Circuito Fit-Tpra Pag. 16 - Personal coach: il rovescio in back per i bimani Pag.17 - Test racchette: Wilson Burn 95 Pag.18 - La regola del gioco: fallo di piede? Sì, ma occhio alla palla Pag.20 2 prima pagina Valori e valore di Enzo Anderloni - Q foto Getty Images uanto vale oggi un canale televisivo monotematico che trasmette tennis 24 ore su 24? Una risposta concreta viene ce la dà Sinclair Broadcast Group Inc., una delle più grandi Media Company degli Usa, che mercoledì scorso ha annunciato l’acquisto di The Tennis Channel per 350 milioni di dollari. Un investimento forte sul tennis da parte di un broadcaster che già distribuisce la maggioranza delle reti televisive statunitensi (ben 154) e che evidentemente ritiene che il nostro sport sia un asset in grado di incrementare notevolmente il già vertiginoso livello dei propri ricavi. Visto il crescente appeal che il tennis continua ad avere a livello planetario, inserire nella propria offerta un canale che trasmette tutti i tornei più importanti e programmi interessanti per chi è praticante appassionato del nostro sport, è sembrata evidentemente un’opportunità da prendere al volo a chi fa della televisione un puro DIRETTORE Angelo Binaghi COMITATO DI DIREZIONE Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina DIRETTORE RESPONSABILE Enzo Anderloni business. Prenderne atto aggiunge una punta di soddisfazione a chi, la FIT, la scommessa di lanciare un canale televisivo monotematico sul tennis l’ha fatta 8 anni fa, puntando soprattutto alla promozione di uno sport che in quel momento era praticamente scomparso dai palinsesti televisivi, esclusi quelli delle reti a pagamento, ma non ignorando certo il potenziale puramente economico che un’impresa quale Supertennis avrebbe sicuramente sviluppato nel corso degli anni. Se Tennis Channel vale 350 milioni di dollari, infatti, il suo omologo italiano, pur facendo tutte le debite proporzioni, ha sicuramente raggiunto un valore di mercato che supera di gran lunga l’investimento effettuato dalla Fit, oltre ad aver dato un contributo enorme e decisivo a sviluppare il giro d’affari globale del tennis in Italia. Nel frattempo il tennis come fenomeno mondiale continua a battere record: gli Australian Open appena conclusi hanno superato quello di spettatori: 720.363, circa 17.000 in più rispetto al precedente primato del 2012. Hai voglia a preoccuparti perché grandissimi campioni COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPER TENNIS TEAM Antonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica) FOTO Getty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli HANNO COLLABORATO Giovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, 58 - 00182 Roma [email protected] 3 come Nadal e Federer (in modo diverso…) invecchiano e perché il dominio dell’imbattibile Novak Djokovic all’undicesimo Slam rischia la monotonia. Puoi anche lamentarti che mancano grandi ricambi nel tennis femminile visto che le esplosioni della nuova n.2 del mondo Angelique Kerber (28 anni) e dell’inglese d’Australia Johanna Konta (24 anni), non sono quelle di due ragazzine. Puoi anche tentare di mettere in dubbio l’integrità del gioco ingigantendo le ombre del malcostume “scommesse” come ha fatto 15 giorni fa la BBC. Non funziona: il tennis è uno sport meraviglioso, tosto, educativo, spettacolare, entusiasmante, divertente a tutte le età. Questo lo hanno capito tutti, a tutte le latitudini. Un’epidemia di emozioni, una malattia contagiosa che tutti voglio prendere. E come tutte le cose belle, tutti vogliamo condividere con le persone che ci stanno a cuore. E che Sinclair Broadcast, con i suoi 350 milioni di dollari, punta a diffondere a più dei 50 milioni di americani che The Tennis Channel già raggiungeva. Da epidemia a pandemia, il passo e breve. PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONE Edisport Editoriale Srl REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00135 Roma Info: [email protected] Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell’ 8 gennaio 2004 Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www. federtennis.it e www.supertennis.tv e spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected] circuito mondiale Nole, il muro umano Il muro vince sempre, e così fa anche Novak Djokovic. Che adesso punta a diventare il super-uomo dello sport. Ecco 5 aspetti fondamentali della sua solidità, quella che l’ha portato al 6° Australian Open. Mente, fisico e non solo... di Piero Valesio - foto P Getty Images er capire la portata del fenomeno Djokovic non è sufficiente limitarsi alle considerazioni più evidenti. Che rappresenti un caso unico nella storia di muro umano è sotto gli occhi di tutti. E il muro, come sa ogni praticante, vince sempre. Diamo tuttavia un’occhiata agli aspetti principali di tanta supremazia. La fase mentale La consapevolezza di una quasi totale onnipotenza gli consente di non deprimersi mai. Trasforma ogni singolo punto subito in benzina per il suo motore, in motivazione per vincere il successivo. Ampliando il discorso si può arrivare a pensare che i successi degli ultimi otto mesi siano in qualche modo figli della sconfitta di Parigi contro Wawrinka; quello stop così imprevisto e brusco (chiunque altro ci avrebbe messo un po’ per lasciarselo alle spalle) è diventato per lui un trampolino di eccezionale elasticità. L’aspetto fisico Novak Djokovic ha vinto il suo sesto Australian Open battendo in finale lo scozzese Murray per 6-1 7-5 7-6 Forse la dieta “gluten-free” una mano gliel’ha data, il miele di manioca pure: ma tanto per riadoperare il termine di cui sopra la sua elasticità aumenta piuttosto che diminuire con il passare del tempo. Le riprese in slow motion dei sui movimenti e della coordinazione che si conquista ogni volta che deve colpire la palla dicono tantissimo delle sue vittorie. Di lui, a ben vedere, dovrebbe occuparsi il National Geographic visto che le sue movenze ricordano sempre più quelle di una pantera. Se quando si tratta di colpire la palla, e magari quella dopo, la pantera ci arriva come telecomandata con tempi di reazione, appunto da felino, come pretendete che gli altri trovino il modo di batterla? Il ruolo di Becker Dunque ci dobbiamo mettere d’accordo. O la presenza di Boris nel team del serbo è pura figura, addirittura un’operazione benefica (nel senso più rispettoso del termine) compiuta dal filantropico Nole nei confronti di un ex campione che certo non ha avuto una vita post-agonistica brillante o serena come quella di molti 4 circuito mondiale dei suoi rivali di un tempo; oppure il tedesco detiene un ruolo forte nella messa a punto del motore-Djokovic. Che potrebbe essere più o meno questo: spostare l’asticella che il suo “poulain” deve superare sempre più in alto. Capire i turbamenti che Nole potrebbe provare restando a lungo in vetta e condividerli con lui. Metterlo al riparo dai pericoli che un top player trova dovendo camminare sulla cresta praticamente di continuo. La sensazione è che questa sia la tesi degna di miglior rispetto. L’obiettivo Dopo il trionfo di Melbourne, Nole ha davanti a sé un obiettivo che nessun altro ha mai preso in esame nella storia dello sport: riscattare la figura del superuomo. Per tanti e diversi fattori che non staremo qui a sviscerare, tale figura è in crisi profonda: o chi ha cannibalizzato le sue discipline di riferimento ha visto crollare il mondo fittizio che aveva creato (Artmstrong) o non è mai riuscito a uscirne definitivamente (Schumacher prima dell’incidente), o ha dovuto attraversare guai di ogni tipo (Bryant) e l’elenco potrebbe allungarsi e pure di molto. Nole può mirare e diventare un simbolo assoluto: il superuomo perfetto. Il demolitore di ogni limite con le sole sue forze, un perfetto concentrato di puro spirito sportivo, ammesso che esista. Capite che con uno sprone così ne vincerà ancora parecchi di Slam. Uh, quanti ne vincerà. Junior: vince Anderson, il surfista senza ranking Un australiano di cui si erano perse le tracce anche perché più innamorato del surf che del tennis e una ambiziosa bielorussa intenzionata a ripercorre le orme di Victoria Azarenka sono i vincitori degli Australian Open Junior 2016, gli Australian Junior. Oliver Anderson dopo aver snobbato per due anni i tornei under 18 (non è classificato per la Federazione internazionale) ha sorpreso anche gli addetti ai lavori australiani, e fatto onore alla wild card ricevuta, piegando in finale l’uzbeko Jurabeck Karimov. Tra le ragazze, Vera Lapko ha rinverdito l’exploit compiuto nel 2005 dalla connazionale Azarenka superando in finale la slovacca Tereza Mihalikova, invano protesa a ripetere la vittoria delle scorso anno. Detto che tutti i finalisti sono nati nel 1998, tra gli azzurri solo Ludmilla Samsonova è riuscita a superate il primo turno, battendo la canadese Robillard Millette (n.3 del seeding). Subito fuori, dopo aver superato le qualificazioni, Lucrezia Stefanini e Gabriel Andres Ciurletti (sconfitto dal canadese Auger Aliassime), nonché Gian Marco Moroni incappato nell’ungherese Valkusz, primo favorito della vigilia. Fuori nel turno decisivo delle “quali” anche Riccardo Balzerani e Giovanni Fonio. (Viviano Vespignani) Le premiazioni delle 4 finali degli Australian Open tra Murray e Djokovic, tutte vinte dal serbo Lo scacco Fra i tanti numeri che hanno costellato il trionfo australiano di Djokovic ce ne sono alcuni esplicativi del risultato finale contro Murray. Nel match contro lo scozzese Nole ha vinto 65 punti decisi entro i primi quattro colpi (perdendone 54), e si è imposto anche negli scambi tra i 5 e gli 8 colpi (25 a 22). Un divario che aumenta per gli scambi da 9 o più colpi (33-23). Essendo che la percentuale di punti vinti conquistando la rete in qualunque match dei nostri tempi - ma in modo particolare in uno fra Nole e Murray - è irrisoria, ecco che si evince quanto sia netta la superiorità del serbo. Quando c’è da faticare duramente, la sopportazione della fatica diventa per lui un’arma letale. Che gli permette di vincere. batch-point Nole nel mirino dell’Antitrust Si apprende da fonti di Bruxelles che l’Antitrust europea avrebbe intenzione di aprire un procedimento a carico di Novak Djokovic per abuso di posizione dominante. Se confermata, la notizia dovrebbe rivitalizzare la Borsa del tennis mondiale, il cui indice è in fase discendente da circa due anni. Gli analisti ritengono comunque che un vero ciclo positivo potrebbe riaprirsi soltanto in caso di effettiva condanna del serbo. Fra le possibili sanzioni a carico di Djokovic figurano l’applicazione di un cavo della lunghezza di un metro fra la caviglia destra e quella sinistra e l’obbligo di mangiare pizza e spaghetti due volte al giorno. Batch 5 terza pagina Lew Hoad, forte e bello come un divo del cinema Vincitore di quattro Slam, formidabile in doppio con il “gemello” Rosewall, è passato alla storia come il giocatore che, se in giornata, era il più forte di tutti (Rod Laver compreso). Figlio di un tranviere, porta il nome di un attore degli Anni Trenta di sto un’icona. Bello come un divo di Hollywood, e con i divi resterà a giocare nella sua casa spagnola insieme alla moglie Jenny sposata in segreto a Wimbledon, quando è in giornata non ce n’è per nessuno. “Riassunse l’evoluzione del gioco e l’aumentata velocità in un’unica presa”, ha scritto Gianni Clerici in 500 anni di tennis. “Il suo limite fu probabilmente l’incapacità ad attendere, a immaginare che quel divertimento in pieno sole, di fronte a migliaia di persone, avesse anche ben precise regole tattiche, e fosse strettamente connesso con la necessità di non sbagliare”. Hoad è un generoso, disordinato, che ha cominciato tirando pallate al muro di casa, che ha praticato la boxe in un club della polizia, che impugna la racchetta così stretta che una volta, ha raccontato Rod Laver, ha spezzato il manico. A lessandro M astroluca H a regalato all’Australia il miglior Challenge Round della storia. Ha offerto al mondo il miglior doppio dell’era pre-Open (e non solo) e un tennis che ha anticipato i tempi. È arrivato negli Stati Uniti, in quell’estate del 1956, con l’etichetta di dominatore della stagione e una copertina di Sports Illustrated che vorrebbe suonare profetica: “Grand Slammer from Down Under”, “il vincitore del Grande Slam dall’Australia” hanno scritto accanto al primo piano di Lew Hoad. Hoad si specchia in quell’immagine con una domanda: cosa diavolo vuol dire, esattamente, Grand Slammer? “Non ne avevo parlato con nessuno fino a New York - racconterà - non avevo nemmeno idea di cosa fosse”. E non lo saprà nemmeno dopo. Arriva solo a due set dall’impresa, ma in finale allo Us Open non fa i conti con l’amico Ken Rosewall. Li chiamano Whiz Kids, gli Apprendisti Stregoni, oppure i Gemelli, perché sono nati a ventuno giorni di distanza, in novembre, sotto lo Scorpione, come Brookes e Crawford. La prima volta che si sono affrontati, a dodici anni, ha vinto Hoad 6-0 6-0. Ma a New York, Rosewall non gioca solo per il trofeo. Vuole dimostrare la sua bravura per strappare un buon contratto a Kramer. E ci riesce in pieno. Il suo regno è Wimbledon Lew Hoad, a sinistra, con Ken Rosewall e la Coppa Davis conquistata. Sotto, in azione Il tram e il Grand Hotel Figlio di un tranviere, che l’ha chiamato Lew in onore di Lewis Stone, l’attore che pronuncia una memorabile battuta nel film Grand Hotel, successone del 1932, “Grand Hotel. Always the same. People come. People go. Nothing ever happens” (Grand Hotel. Sempre al solito. La gente arriva. La genete se ne va. Non succede mai niente” n.d.t), Hoad diventa pre- 6 È il risultato della “cura Hopman”, che ha voluto i Gemelli nel Challenge Round di Davis del 1953 contro gli Usa a Kooyong. Nell’ultima giornata, Hoad supera 13-11 6-3 3-6 2-6 7-5 Trabert che dirà: “Siamo stati battuti da due ragazzini e da una vecchia volpe”. Il suo regno rimane Wimbledon. Qui si rivela, nel 1952, nel Davide contro Golia, il doppio vinto con Rosewall contro Mulloy e Savitt. Qui vince il suo ultimo Slam, nel 1957, prima di passare professionista, in una finale durata meno di un’ora. Qui torna un’ultima volta nell’estate del 1994. Vince il doppio leggende per gli over 45, e la domenica possiamo immaginarlo mentre guarda in tv Pete Sampras che conferma il titolo a Wimbledon, come aveva fatto lui 37 anni prima. Morirà il giorno dopo, di leucemia. L’uscita di scena del campione che ha trovato la perfezione nell’arte dell’imperfezione. 7 circuito mondiale Crazy-Kerber, robe da pazzi Dagli sms con Steffi Graf prima della finale al tuffo nel fiume, dalla mano sinistra che usa solo per il tennis al “brutto ricordo” di Parigi. Passando per il match point annullato al 1° turno. 5 storie su Angelique, vincitrice a sorpresa degli Australian Open di Andrea Nizzero - L foto Getty Images a Germania è tornata a vincere uno Slam dopo i fasti di Steffi Graf. Ci è riuscita grazie ad Angelique Kerber, 28enne dal tennis granitico che a inizio carriera era forse la meno quotata del “supergruppo” teutonico composto da Andrea Petkovic, Julia Goerges, Sabine Lisicki e Mona Barthel. Il tempo ha fatto capire che la continuità di Angie, Top 10 dal 2012 e neo numero 2 del mondo, è superiore ai talenti (magari più vistosi) delle sue colleghe. Nata in Germania ma con origine - e attuale residenza - in Polonia, ha fatto intuire le sue qualità solo nel 2011, quando aveva già compiuto 23 anni: il suo primo, grande exploit fu alle spese di Flavia Pennetta, sconfitta da favorita nei quarti degli Us Open. Da allora, a parte qualche breve flessione, quella della Kerber è stata una crescita più o meno costante. Ciò non toglie che la sua vittoria a Melbourne rimanga una grandissima sorpresa, attorno alla quale ruotano cinque piccole storie che aiutano a comprenderla meglio. “The Germans must be together” 6-4 3-6 6-4 il risultato con cui Angelique Kerber, ora n.2 Wta, ha superato la favorita Serena Williams Con questa frase scherzosa (“i tedeschi devono essere uniti”) in conferenza stampa, la campionessa degli Australian Open ha commentato l’incoraggiamento ricevuto la sera prima della finale da Steffi Graf. Anche se agli spiriti non crede quasi più nessuno, la presenza dell’ex numero 1 del mondo si è avvertita eccome in questo torneo: basta cercare i punti dove trame diverse si intersecano. Ormai diciassette anni fa, Serena vinceva il suo primo grande torneo proprio contro la Graf, a Indian Wells. Questa settimana la tedesca, cui solo i più pignoli negano lo scettro di migliore tennista di tutti i tempi, correva il rischio di vedere eguagliato il suo record di 22 Slam dalla stessa (ex) avversaria. Serena, tornata a divorarsi le avversarie dopo lo shock subito a settembre per mano di Roberta Vinci, sembrava lanciatissima per mettere il “+ 1” ai suoi 21 titoli major. Ma “Fräulein Forehand” vegliava su Angie, dalla sua villa a Las Vegas. Un sms spedito tra la semifinale e la finale ha messo il sorriso sul volto della Kerber, che Quel sorriso di Serena... troppo serena? Sia chiaro, la sportività e l'entusiasmo con cui Serena Williams ha congratulato la sua avversaria - dopo essersi vista negare il raggiungimento di un record epocale - sono un esempio per tutti gli agonisti e non del pianeta. Ma Serena è sembrata fin troppo contenta per aver fallito (un'altra volta) l'occasione di raggiungere i 22 Slam della Graf. Quasi fosse sollevata per la sconfitta: del resto, non serve grande sforzo per immaginare la pressione montatale addosso nel corso del 2015, fatta poi esplodere a un passo dal Grande Slam dal fioretto di Roberta Vinci. Inseguendo un sogno ha vissuto un incubo: quest'anno, forse, aver già messo entrambi fuori dalla porta non le dispiace troppo. (an.ni.) 8 circuito mondiale poco meno di un anno fa aveva ricevuto fiducia e parole di conforto dal suo idolo. A marzo del 2015, infatti, la Kerber ha avuto l’occasione di allenarsi per tre giorni con Steffi: “L’intensità delle sessioni era molto alta. Mi ha detto che stavo andando nella giusta direzione, di continuare così”. Nel weekend più importante della sua carriera, Angie ha tributato proprio alla Graf i ringraziamenti più sentiti. Viene facile illudersi che lo spirito di Steffi abbia influito sull’esito di questi Australian Open. un quindici ma perse parecchi punti in sportività. Yarra Non si può dire che Angie non mantenga fede alle scommesse. Per non tradire quanto promesso al suo team ad inizio torneo, Angie si è buttata Falsa mancina Angelique Kerber, Rafael Nadal, Phil Mickelson, Larry Bird e LeBron James hanno un particolare tratto in comune. Tutti praticano il loro sport con la mano opposta a quella che usano nella vita di tutti i giorni. I primi tre sono famosi nel tennis e nel golf per essere mancini, anche se scrivono con la destra. I due cestisti sono diventati campioni tirando con la mano destra, pur essendo mancini. Angelique racconta della prima volta che ha impugnato una racchetta, a tre anni di vita: “L’ho presa con la mano sinistra, non so perché. I miei genitori dissero semplicemente ‘ok’, non cercarono di cambiarla”. nello Yarra River. Il famoso (famigerato?) fiume di Melbourne è un “caos tossico”, il cui piano di bonifica e risanamento è “trasparente quanto il fango” e che presenta livelli di metalli pesanti da far rabbrividire: parola dei quotidiani locali. Ma ogni promessa è un debito, in particolare se è valsa uno Slam: domenica di prima mattina, prima degli appuntamenti con stampa e fotografi, Angie si è tuffata davvero. “Era freddissimo”, ha detto la tedesca, ma la temperatura pare l’ultima cosa di cui preoccuparsi: Jim Courier fu il primo a celebrare la vittoria agli Australian Open buttandosi nelle acque torbide dello Yarra, nel 1992 e nel 1993, e la seconda volta gli costò una gastroenterite. Calma Sebbene Angie abbia abusato della parola “crazy” (pazzo, n.d.t.), riferendosi a se stessa, alla finale, alla vittoria, alle due settimane australiane, durante il torneo è diventata progressivamente sempre più calma e razionale. Di certo lo è stata più in finale che nel suo primo turno, in cui ha salvato un match point contro Misaki Doi. Ha saputo vincere la sua prima finale Slam contro una signorina che ne aveva già giocate 25, vincendone 21. Lo scheletro nell’armadio Nella carriera di Angie c’è anche una macchia, ben nota a tutti gli appassionati di tennis femminile. Contro di lei, durante il terzo turno del Roland Garros 2014, Daniela Hantuchova fu vittima di un clamoroso errore arbitrale da parte di Louise Engzell. La giudice di sedia non fece rigiocare un punto importante dopo un overrule avvenuto a palla in gioco, attribuendo direttamente e inspiegabilmente il punto alla Kerber. Anche rivedendo il video, facilmente rintracciabile su youtube, l’errore è talmente palese da far arrossire. Daniela, giustamente furiosa con la Engzell e inascoltata dal supervisor, chiese conferma alla collega che lo scambio fosse ancora in corso: nonostante l’evidenza, ottenne un’alzata di spalle e uno scortese invito a riprendere la partita. Angelique vinse Tedesca d’origine (nata a Brema), polacca di residenza, Angelique Kerber ha 28 anni ed è professionista da 13 Quanto Konta lo Slam, da sconosciuta a miglior inglesina La britannica che non ti aspetti: nata e cresciuta in Australia, con nome dalle sonorità scandinave (ma le origini sono ungheresi), con un'unica partita vinta negli Slam prima degli scorsi Us Open. Poi, un quarto turno e una semifinale Slam straordinari che l'hanno resa - di gran lunga - la migliore tennista del Regno Unito. Fino al 2012 è stata una Aussie a tutti gli effetti, poi il cambio di nazionalità e, lo scorso anno, il salto di qualità. Classe 1991, è la prima donna britannica a raggiungere le semifinali di uno Slam dal 1983 (Jo Durie agli US Open). Questa settimana è al numero 28 del ranking: la prima inseguitrice, Heather Watson, arranca al numero 85. “Ora riesco a sentirmi a mio agio quando non sono a mio agio”: così descrive il suo grande progresso sul campo da tennis. (an.ni.) 9 il tennis in tv Tutta la Fed live sul 64 A Camila Giorgi all'attacco delle francesi a Marsiglia con Errani, Caregaro e Schiavone (foto Getty Images) Da Sofia a Quito, i tornei Atp in diretta Non sarà soltanto una settimana al femminile, a tinte rosa Fed Cup. Ci sarà anche tanto tennis maschile sugli schermi di SuperTennis.Talmente tanto che il palinsesto giornaliero sarà colmo di dirette. In tarda mattinata (ore 11) si comincia con l’evento 250 di Sofia, in Bulgaria, al quale ci si collegherà anche nel tardo pomeriggio (ore 17). Poi, in serata, dalle 19 in poi, si va in altura, fin su ai 2763 metri sul livello di mare di Quito (Ecuador, Atp 250). ncora loro, le francesi. Dopo la sconfitta targata 2015 in quel di Genova, le azzurre di Fed Cup guidate da Corrado Barazzutti tornano a sfidare le cugine d’Oltralpe. Lo fanno il prossimo weekend sul sintetico indoor del Palais des Sports di Marsiglia. Oltre che sugli schermi di SuperTennis, che seguirà in diretta la due-giorni dell’Italtennis in rosa. Con Roberta Vinci ai box, le azzurre chiamate alla rivincita saranno Sara Errani, Camila Giorgi, Martina Caregaro e Francesca Schiavone. Per la “Leonessa”, 35 anni, si tratta del ritorno in maglia azzurra dopo tre anni e mezzo (ultima presenza a Ostrava, Repubblica Ceca, aprile 2012). Per Martina Caregaro, 23 anni di Aosta, è il battesimo in Fed Cup. Dall’altra parte della barricata, Amelie Mauresmo (non solo coach del finalista a Melbourne Andy Murray, ma capitana delle “Gallette”) ha scelto Kristina Mladenovic, Carolina Garcia, Pauline Parmentier e Océane Dodin. Sempre sabato e domenica, in differita dalle 23.00, anche la sfida tra Germania e Svizzera Le azzurre in diretta sabato alle 14 e domenica alle 12 Giovedì 4 Venerdì 5 00:00 - Magazine ATP 00:30 - ATP 250 Sofia 02:30 - ATP 250 Sofia 04:30- ATP 250 Quito (replica) 06:30 - ATP 250 Quito (replica) 07:30 - La Voce delle Regioni 08:30 - ATP 250 Quito (replica) 10:30 - Magazine ATP 11:00 - LIVE ATP 250 SOFIA 13:00 - LIVE ATP 250 SOFIA 15:00 - ATP 250 Quito (replica) 17:00 - News 17:05 - LIVE ATP 250 SOFIA 18:00 - LIVE ATP 250 Quito 20:00 - LIVE ATP 250 Quito 22:00 - LIVE ATP 250 Quito 00:00 - Tennis Parade 00:15 - ATP 250 Sofia 02:15 - ATP 250 Sofia 04:15 - ATP 250 Sofia 06:15- Magazine ATP 07:15 - ATP 250 Quito (replica) 09:00 - ATP 250 Quito (replica) 10:45 - Tennis Parade 11:00 - LIVE ATP 250 SOFIA 13:00 - LIVE ATP 250 SOFIA 15:00 - ATP 250 Quito (replica) 17:00 - News 17:05 - LIVE ATP 250 SOFIA 19:00 - LIVE ATP 250 SOFIA 20:00 - LIVE ATP 250 Quito 22:00 - LIVE ATP 250 Quito Sabato 6 00:30 - LIVE ATP 250 Quito 02:30 - ATP 250 Quito (differita) 04:30 - Tennis Parade 04:45 - ATP 250 Sofia (replica) 06:45 - - La Voce delle Regioni 07:45 - ATP 250 Sofia (replica) 09:45- Magazine ATP 10:15 - ATP 250 Quito (replica) 12:30 - Tennis Parade 12.45 - Studio Live 13:00 - LIVE FED CUP Germania vs Svizzera 14:00 - LIVE FED CUP Francia vs Italia 17:00 - LIVE ATP 250 SOFIA 19:00 - LIVE ATP 250 Quito 21:00 - LIVE ATP 250 Quito 23:00 - Fed Cup Germania vs Svizzera (differita) Domenica 7 01:00 - ATP 250 Sofia (differita) 03:00 - ATP 250 Sofia (replica) 05:00 - Fed Cup Germania vs Svizzera (replica) 09:00 - Fed Cup Francia vs Italia (replica) 11:45 - Studio Live 12:00 - LIVE FED CUP Francia vs Italia 19:00 - LIVE ATP 250 Quito Finale 21:00 - ATP 250 Sofia (differita) 23:00 - Fed Cup Germania vs Svizzera (differita) Lunedì 8 03:00 - ATP 250 Sofia (replica) 05:00 - ATP 250 Quito (replica) 07:00 - Fed Cup Germania vs Svizzera (replica) 09:00 - Fed Cup Francia vs Italia (replica) 11:00 - Live ATP 500 Rotterdam 15:00 - Fed Cup Francia vs Italia (replica) 16:45 - Tennis Parade 17:00 - News 17:05 - Magazine ATP 17:45 - LIVE ATP 250 Buenos Aires 19:30 - Live ATP 500 Rotterdam 23:30 - ATP 500 Rotterdam (replica) Martedì 9 01:00 - ATP 500 Rotterdam (replica) 03:00 - ATP 500 Rotterdam (replica) 09:00 - ATP 250 Sofia Finale (replica) 07:00 - ATP 250 Buenos Aires (replica) 08:45 - Tennis Parade 09:00 - Fed Cup Francia vs Italia (replica) 11:00 - Live ATP 500 Rotterdam 17:00 - News 17:05 - Magazine WTA 17:45 - LIVE ATP 250 Buenos Aires 19:30 - Live ATP 500 Rotterdam 23:30 - La Voce delle Regioni Mercoledì 10 00:30 - Magazine WTA 01:00 - ATP 500 Rotterdam (replica) 02:30 - ATP 500 Rotterdam (replica) 04:30 - ATP 500 Rotterdam (replica) 06:30 - ATP 250 Buenos Aires (replica) 09:00 - ATP 500 Rotterdam (replica) 10:00 - La Voce delle Regioni 11:00 - Live ATP 500 Rotterdam 17:00 - News 17:05 - Magazine ATP 17:45 - LIVE ATP 250 Buenos Aires 19:30 - LIVE ATP 500 Rotterdam 23:30 - ATP 500 Rotterdam (replica) NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali 10 Scopri le nostre racchette su www.prokennex.it i numeri della settimana Djoko fa 6, Murray 5 I primi 25 del ranking Atp di Giorgio Spalluto - foto Getty Images 10 i campioni di uno stesso Slam per almeno 6 volte. Novak Djokovic (nella foto) si aggiunge a Rafael Nadal (9 Roland Garros), Richard Sears, Bill Larned e Bill Tilden (7 US Championships); William Renshaw, Pete Sampras e Roger Federer (7 Wimbledon); Roy Emerson (6 Australian Championships) e Bjorn Borg (6 Roland Garros). 5 i tennisti ad aver perso almeno 5 finali di uno stesso Slam. Andy Murray si aggiunge a Bill Johnston (6 perse a New York), John Bromwich (5 sconfitte in Australia), Arthur Gore (5 a Wimbledon) e Ivan Lendl (5 agli Us Open). 4 le finali giocate a Melbourne tra Djokovic e Murray. Si tratta della finale più disputata in uno stesso Slam nell’Era Open, a pari merito con Nadal-Federer, 4 volte finale al Roland Garros. 6 le vittorie agli Australian Open ottenute da una tennista che aveva dovuto salvare matchpoint nel corso del torneo. Kerber si aggiunge a Li Na (vittoriosa nel 2014), Monica Seles (1991), Jennifer Capriati (2002) e Serena Williams (2003 e 2005). La tedesca è la prima a vincere uno Slam dopo aver salvato matchpoint in un match di 1° turno. 90 le vittorie di Novak Djokovic contro gli altri Top 5, tutti sconfitti almeno 20 volte: Nadal 24, Federer 23, Murray 22, Wawrinka 20. Il serbo ha ottenuto contro questi 4 avversari il 13% delle vittorie totali accumulate in carriera. Pos. Nome (nazionalità) 1 Novak Djokovic (SRB) 2 Andy Murray (GBR) 3 Roger Federer (SUI) 4 Stan Wawrinka (SUI) 5 Rafael Nadal (ESP) 6 David Ferrer (ESP) 7 Kei Nishikori (JPN) 8 Tomas Berdych (CZE) 9 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 10 Richard Gasquet (FRA) 11 Milos Raonic (CAN) 12 John Isner (USA) 13 Marin Cilic (CRO) 14 Kevin Anderson (RSA) 15 Gilles Simon (FRA) 16 David Goffin (BEL) 17 Gael Monfils (FRA) 18 Roberto Bautista Agut (ESP) 19 Dominic Thiem (AUT) 20 Bernard Tomic (AUS) 21 Benoit Paire (FRA) 22 Feliciano Lopez (ESP) 23 Jack Sock (USA) 24 Fabio Fognini 25 Viktor Troicki (SRB) I primi 25 italiani del ranking Atp Punti 16790 8945 8795 6325 4880 4325 4235 4200 2905 2760 2630 2585 2495 2305 2235 1970 1800 1775 1725 1720 1686 1600 1570 (ITA) 1475 Le prime 25 del ranking Wta Pos. Nome (nazionalità) 1 Serena Williams (USA) 2 Angelique Kerber (GER) 3 Simona Halep (ROU) 4 Agnieszka Radwanska (POL) 5 Garbine Muguruza (ESP) 6 Maria Sharapova (RUS) 7 Flavia Pennetta (ITA) 8 Carla Suarez Navarro (ESP) 9 Petra Kvitova (CZE) 10 Lucie Safarova (CZE) 11 Belinda Bencic (SUI) 12 Venus Williams (USA) 13 Karolina Pliskova (CZE) 14 Victoria Azarenka (BLR) 15 Timea Bacsinszky (SUI) 16 Roberta Vinci (ITA) 17 Svetlana Kuznetsova (RUS) 18 Caroline Wozniacki (DEN) 19 Jelena Jankovic (SRB) 20 Ana Ivanovic (SRB) 21 Elina Svitolina (UKR) 22 Sara Errani (ITA) 23 Andrea Petkovic (GER) 24 Madison Keys (USA) 25 Sloane Stephens (USA) 12 Punti 9245 5700 5545 5210 4991 3672 3611 3595 3582 3580 3260 3091 3090 2935 2894 2885 2535 2511 2505 2461 2405 2405 2230 2060 1965 Pos. Rank. 1 24 2 31 3 59 4 64 5 91 6 103 7 145 8 161 9 180 10 201 11 207 12 251 13 252 14 256 15 257 16 260 17 262 18 288 19 321 20 322 21 325 22 331 23 336 241515 367 25 373 Nome Fabio Fognini Andreas Seppi Paolo Lorenzi Simone Bolelli Marco Cecchinato Luca Vanni Thomas Fabbiano Andrea Arnaboldi Matteo Donati Filippo Volandri Gianluca Naso Roberto Marcora Salvatore Caruso Alessandro Giannessi Federico Gaio Lorenzo Giustino Riccardo Bellotti Matteo Viola Alessandro Bega Erik Crepaldi Gianluca Mager Flavio Cipolla Edoardo Eremin Francisco Bahamonde Lorenzo Sonego Punti 1515 1200 786 765 613 560 411 352 295 256 250 218 217 213 213 212 210 176 148 148 146 140 138 123 119 Le prime 25 italiane del ranking Wta Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Rank. Nome Punti 7 Flavia Pennetta 3611 16 Roberta Vinci 2885 22 Sara Errani 2405 40 Camila Giorgi 1205 60 Karin Knapp 933 115 Francesca Schiavone 551 257 Martina Caregaro 177 285 Giulia Gatto-Monticone 148 332 Alice Matteucci 122 333 Alberta Brianti 121 355 Anastasia Grymalska 109 358 Cristiana Ferrando 107 362 Gioia Barbieri 104 369 Georgia Brescia 101 377 Martina Trevisan 98 389 Nastassja Burnett 93 425 Corinna Dentoni 73 448 Claudia Giovine 68 467 Bianca Turati 64 489 Jasmine Paolini 59 493 Alice Balducci 59 498 Jessica Pieri 57 503 Stefania Rubini 56 504 Anna Giulia Remondina 56 507 Gaia Sanesi 55 I GIOCATORI PROFESSIONISTI DEL TEAM BABOLAT POSSONO GIOCARE CON UN MODELLO PERSONALIZZATO O DIVERSO DA QUELLO PRESENTATO. * SALVO IN GIAPPONE. ) Rafa Nadal (SPAAY PL ro Ae re lat Pu Racchetta Babo Corde RPM Blast A) (SPA) al (SP Nadal Raf Rafaa Nad ng string ststri Blast RPMBla ket//RPM racket Driveerac oprooDriv Aeropr PLAYYAer olatPLA Bab Babolat FB.COM/BABOLAT @BABOLAT BABOLAT – RACCHETTE, CORDE, PALLE, BORSE ED ACCESSORI UFFICIALI DEL ROLAND GARROS BABOLAT – RACCHETTE, SCARPE*, BORSE ED ACCESSORI UFFICIALI DEL TORNEO DI WIMBLEDON 13 focus La lunga rincorsa di Thomas Fabbiano Da Junior fu n.6 al mondo, arrivò in semifinale a Melbourne e New York e vinse il doppio a Parigi. Nel 2008 si qualificò a Roma e oggi punta dritto ai Top 100. Obiettivo ora quanto mai alla portata, grazie anche a un ottimo avvio di stagione Thomas Fabbiano ha raggiunto il suo best ranking personale l’11 gennaio scorso, al n.142 Atp, dopo i quarti di finale raggiunti nel torneo Atp di Chennai. Il pugliese si allena a Foligno con coach Marco Gorietti e con il grande amico Luca Vanni (qui i due in macchina insieme), anche lui a ridosso dei Top 100 di Alessandro Nizegorodcew Getty Images foto C olpi puliti e precisi, intelligenza tattica sopra la media, velocità di piedi e accelerazioni improvvise. Da San Giorgio Jonico al grande tennis internazionale, questo il viaggio intrapreso vent’anni fa da Thomas Fabbiano, attuale numero 145 del ranking Atp. Dopo una carriera junior sfavillante, il pugliese si è costruito pian piano le armi per l’agognato ingresso nei Top 100, che mai come quest’anno sembra alla portata. Il quarto di finale raggiunto a inizio anno nel torneo Atp di Chennai, in Indian, ne è chiara testimonianza. La Storia - Thomas Fabbiano nasce a San Giorgio Jonico (Taranto) il 26 maggio 1989. A 5 anni il tennis entra a far parte della sua vita grazie al padre, sindaco del paese, che inaugura il circolo sotto casa e gli mette letteralmente in mano la prima racchetta. Il primo maestro è Mario Pierri, che segue “Tommy” sino ai 18 anni. La carriera giovanile è costellata di vittorie e soddisfazioni. “In Italia sono sempre stato tra i migliori - racconta Fabbiano -. A livello interna- zionale ho conquistato il primo evento Tennis Europe a 12 anni in Austria, poche settimane dopo aver vinto la Lambertenghi”. A 17 anni il pugliese inizia a respirare l’aria di vero tennis disputando tutti i tornei junior dello Slam e raggiungendo la semifinale sia a Melbourne che a New York. “Anche se la soddisfazione più grande è stata vincere il doppio a Parigi in coppia con il bielorusso Andrei Karatchenia, all’epoca mio compagno di allenamenti”. A livello giovanile Fabbiano raggiunge il numero 6 Itf, ma il salto nel tennis professionistico non è semplice. A seguirlo nel suo percorso di crescita, dopo il maestro Pierri, sono Cristian Brandi, Vittorio Magnelli e, oggi, coach Fabio Gorietti. “Alla Tennis Training School di Foligno mi trovo benissimo: si respira un’aria familiare e allo stesso tempo iper professionale. Fabio è davvero molto bravo e potermi allenare con il mio amico Luca Vanni è un valore aggiunto ”. Da Mahut a Muller - Flashback: maggio 2008, diciannove anni da compiere, Thomas Fabbiano supera le qualificazioni agli Internazionali d’Italia e si trova davanti al primo turno il francese Nicolas Mahut. Dopo una dura lotta il france- 14 se si impone 6-7 6-4 7-5 (“Cosa ricordo di quel match? Che sono stato l’unico a perdere con Mahut sulla terra...). Da quel momento inizia la difficile e lunga scalata del pugliese, che mette in bacheca dodici titoli Futures e il challenger di Recanati. Nel 2013 arriva la qualificazione agli Us Open, che gli permette di affrontare il canadese Milos Raonic al primo turno. Nove le vittorie in carriera contro tennisti Top 100, la più importante delle quali a Chennai, nel primo torneo di un 2016 partito col botto. “Non avevo mai iniziato una stagione così bene - spiega ancora Fabbiano - e raggiungere il mio primo quarto di finale Atp nella settimana d’apertura è stata una grande gioia”. In India “Fabs”, come lo chiamano nel circuito, supera il tabellone cadetto e, dopo aver battuto Gilles Muller negli ottavi, si ferma dopo un match equilibrato e combattuto contro il Top 20 Benoit Paire. Dopo la delusione Australian Open, che ha visto il pugliese sconfitto al secondo turno di “quali” dal cinese Di Wu, è tornato a fare la voce grossa nelle qualificazioni Atp, dimostrando ancora una volta di valere ampiamente il livello del circuito maggiore. Il conto alla rovescia è iniziato, mancano 165 punti all’ingresso nei Top 100. internazionali bnl d’italia Pre-quali da film: i protagonisti siete voi Le foto e i video degli appassionati in campo negli Open Bnl andranno sul sito degli Internazionali e sui canali social ufficiali del torneo. Ecco le indicazioni per mandare e condividere i vostri. E i migliori... D i solito una grande giocata va raccontata e mimata. È quell’istante che può racchiudere l’intera carriera sportiva di un atleta di qualsiasi livello e che resterà per sempre nella memoria di chi l’ha fatta. Momenti privati. Ma anche pubblici, una gag con gli amici, un piacevole ricordo, il regalo di un sorriso. E allora perché non condividerlo anche con noi? Lo staff comunicazione degli Internazionali Bnl d’Italia lancia un gioco al quale sono invitati tutti coloro che parteciperanno ai circuiti dei tornei open Bnl di pre-qualificazione, aperti agli appassionati di ogni livello e categoria, iniziati a fine gennaio a Firenze. Nel corso del match siete stati protagonisti di una giocata o di un gesto atletico memorabili? Avete una foto durante il torneo delle pre-quali che vorreste condividere con tutti gli altri appassionati? Oppure volete parlare di un momento particolare della vostra esperienza che ritenete significativo? O il vostro miglior colpo è stato semplicemente... l’aver indossato una divisa davvero particolare ma volete comunque raccontare l’emozione di aver partecipato a questo grande evento? Bene, questo gioco allora fa al caso vostro! Come si partecipa Partecipare è davvero semplice: basta inviare una foto o un video della durata massima di 30 secondi che testimonia la vostra presenza alla competizione all’indirizzo mail [email protected] specificando nome del o della giocatrice, il circolo di appartenenza e la sede del torneo. Un modo semplice e divertente per parlare a noi e a tutti gli appassionati di come avete vissuto questa esperienza e che cosa essa ha rappresentato per voi. Non a caso lo slogan degli Internazionali Bnl d’Italia è “I life tennis”. Questa iniziativa nasce infatti per raccontare il “film” delle pre-qualificazioni e mettere in luce i protagonisti. Che in questo TORNEI PRE QUALIFICAZIONI BNL 2016 DATA INIZIO CIRCOLO REGIONE M/F DATA FINE 30-gen MATCH BALL FIRENZE COUNTRY CLUB TOSCANA M/F +D 28-feb 20-feb MONVISO SPORTING CLUB PIEMONTE M+D 20-mar 20-feb POLISPORTIVA LAVORATORI TERNI UMBRIA M/F 6-mar 27-feb CIRCOLO TENNIS MONTEKATIRA SICILIA M/F +D 13-mar 1-mar CIRCOLO TENNIS ORTISEI BOLZANO M/F 13-mar 3-mar CIRCOLO TENNIS BARI PUGLIA M/F +D 20-mar 5-mar TENNIS CLUB CAGLIARI SARDEGNA M/F +D 20-mar 5-mar TENNIS CLUB GENOVA LIGURIA M 3-apr 5-mar ASD VALLETTA CAMBIASO LIGURIA F 3-apr 12-mar CIRCOLO TENNIS ROVERETO TRENTO M/F 23-mar 12-mar ASD NICE MARCHE M/F 28-mar 19-mar CIRCOLO TENNIS ROCCO POLIMENI CALABRIA M 28-mar 19-mar SSD SPORTING COSENZA CALABRIA F 28-mar 20-mar TENNIS COMUNALI VICENZA VENETO M+D 30-mar 20-mar EUROTENNIS CLUB TREVISO VENETO F+D 30-mar 24-mar QUANTA SPORT VILLAGE LOMBARDIA M/F +D 10-apr 1-apr CUS NAPOLI CAMPANIA M/F +D 17-apr 1-apr CLUB LA MERIDIANA EMILIA F+D 17-apr 1-apr TENNIS SIRO EMILIA M+D 17-apr 2-apr CIRCOLO TENNIS PESCARA ABRUZZO M/F 17-apr CIRCOLO DELLA STAMPA SPORTING PIEMONTE F+D 17-apr FRIULI M/F 24-apr 2-apr 10-apr T.C.M. TENNIS ACADEMY 14-apr TENNIS FORZA E COSTANZA E TENNIS CLUB BRESCIA LOMBARDIA M/F 24-apr 14-apr FORUM SPORT CENTER LAZIO M+D 29-apr 14-apr VEIO SPORTING CLUB LAZIO F+D 29-apr caso siete voi! Ogni settimana tutti i contributi saranno pubblicati sul sito internet degli Internazionali Bnl (www.internazionalibnlditalia.com) e sui social network con gli hashtag #filmprequali e #ibi16. Ma le sorprese non finiscono qui. I migliori vanno a Roma Lo staff della comunicazione selezionerà, tra tutti i contributi ricevuti, le dieci proposte migliori tenendo conto anche dei like e delle condivisioni: i prescelti, i cui nomi saranno comunicati tra l’1 e il 2 maggio sul sito degli Internazionali, saranno graditi ospiti della Federtennis lunedì 9 maggio 2016 nel Centrale del Foro Italico. In serata, verrà anche trasmesso “il film delle prequalificazioni”. Quindi non resta che augurarvi buon gioco! 15 circuito amatoriale fit-tpra Più di 400 amatori ai nostri Australian Open Numeri da record per il primo “Slam” 2016 dedicato a tutti gli appassionati italiani in possesso di tessera Fit (anche non agonistica). Il torneo si è disputato a Cividino (Bg) dove nei tabelloni Open si sono imposti Luca Orrù e Kristina Ekwall. Ecco tutti i nomi dei vincitori 458 iscrizioni totali 11 campi utilizzati 2 circoli (Mongodi e Tc Bergamo) 7 membri dell'organizzazione di Max Fogazzi - I foto Carola Carera l primo Slam dell’anno è archiviato. Luca Orru, sardo d’origine ma milanese d’adozione, conquista L’Australian Open (categoria Open) e inizia il percorso verso il Grande Slam, cioè la conquista di tutti e quattro i SuperSlam nello stesso anno. Occhio però, perché la concorrenza sarà molto accanita. Nulla da fare per il brindisino Giacomo Guarini, finalista, che oltre al tennis si è contraddistinto per la grande voglia di stare insieme e di creare gruppo. In pieno spirito Fit-Tpra. Un match equilibratissimo, vinto al tiebreak tra botte di servizio e rovesci da manuale. Alla fine è il gioco più costante di Orru a decidere la sfida che conduce al primo grande successo del 2016. Tra le donne, sempre nella categoria Open, il successo è andato a Kristina Ekwall, brava a imporsi su Lara Brambilla senza perdere nemmeno un gioco. Nella categoria maschile Limit45 Adriano Angioni ha superato in finale Marco Diota- 22 ore di live streaming 22.500 minuti di gioco 90 tubi di palle utilizzate 28 trofei distribuiti levi per 6-4, stesso risultato nella finale del Limit65, con titolo a Paolo Ciacci ai danni di Luigi Evangelisti. A qualcuno piace doppio Grande successo anche per i doppi, che in questa prima prova 2016 hanno visto il battesimo della nuova categoria Limit130. Il cui titolo è stato assegnato solo dopo un’autentica battaglia chiusa per 9-8 in favore della coppia Osio/ Rota ai danni del duo Scotti/Veronese. Identico pathos e risultato a tabellone nella finale della categoria Open maschile, dove la finale è stata vinta dalla coppia Costa/Gavazzi su Stefanoni/ Colleoni. Infine, nel doppio misto, successo per Marcozzi/Husband sui numeri 1 del seeding Croci e Brambilla. Il risultato? Un altro 9-8, a certificare equilibrio e lotta. Foto di gruppo alla giornata conclusiva degli Australian Open amatoriali al Tennis Mongodi di Cividino (Bg) È stato commovente vedere cosi tanti fighters uniti grazie al circuito Fit/Tpra, il ranking della Federazione Italiana Tennis dedicato al mondo amatoriale. Si può migliorare ancora molto, anche se si parte da una base molto solida. Proprio per questo vanno fatti i complimenti all’organizzazione di questa prima tappa Slam e in primis a Johnny Carera: coordinare oltre 400 iscritti in soli due giorni di torneo non è uno scherzo. A Bergamo è riuscito bene. Bilancio stra-positivo Un evento memorabile, ricco di sorprese e di tanti, tantissimi amici che hanno invaso Bergamo a caccia di un titolo. 16 I vincitori dei tornei maschili e femminili categoria Open, Luca Orru e Kristina Ekwall, alla premiazione personal coach Ho il rovescio bimane... come faccio ad avere il back solido ed efficace come chi lo gioca a una mano? I giocatori con una presa continental nella mano inferiore per il rovescio a due mani (vedi Murray e Djokovic) sono avvantaggiati nell’esecuzione del back perché non devono modificare tale grip risponde Gennaro Volturo, I.S.F. R. Lombardi - foto Getty Images È ormai noto come l’impugnatura più adatta per l’esecuzione del back-spin di rovescio sia la continental, in quanto con tale grip è possibile produrre una posizione di leva tra avambraccio e mano (necessaria per conferire solidità al colpo) e nel contempo durante la fase di preparazione il piatto corde è naturalmente orientato verso l’alto, determinando un assetto braccio-racchetta che facilita la produzione di rotazione slice. In base a tali presupposti è facile desumere come i giocatori che assumono una presa continental nella mano inferiore per quanto concerne il rovescio a due mani (vedi Djokovic e Murray), siano avvantaggiati nell’esecuzione del back-spin di rovescio, non avendo l’esigenza di modificare il grip per effettuare tale abilità tecnica. Si ricordi che mentre nell’esecuzione del rovescio bimane è opportuno che le due mani siano adiacenti per garantire maggiore solidità ai polsi durante la fase di accelerazione, per quanto concerne lo slice è preferibile che la mano non dominante sia posizionata sul cuore della racchetta. Ciò per due motivazioni: perché facilita, durante la fase di preparazione, la direzione verticale dell’attrezzo, necessaria per disporre la racchetta al di sopra della palla in arrivo; perché favorisce la direzione obliqua dell’attrezzo (che sarebbe alquanto ridotta se le mani fossero adiacenti) Chi colpisce il rovescio a una mano è facilitato nell’esecuzione del back perché la mano sinistra svolge la medesima funzione prevista per il top spin 17 necessaria per allontanare la racchetta dal punto di impatto determinando lo spazio di accelerazione. Pertanto, per chi esegue il rovescio a due mani, è particolarmente rilevante prestare attenzione al seguente accorgimento didattico: nel momento in cui si decide di eseguire lo slice, è opportuno ridurre la pressione delle dita della mano sinistra (ci stiamo riferendo a un giocatore destrorso) facendo scivolare la stessa dal manico al cuore della racchetta. A questo punto la mano non dominante avrà il compito di favorire l’arretramento dell’attrezzo (in direzione verticale e obliqua) per poi svolgere, attraverso un movimento di dissociazione degli arti superiori, una funzione di equilibrio durante la fase di accelerazione. Si ricordi che solitamente, chi esegue il rovescio a una mano è facilitato nell’esecuzione del rovescio slice in quanto la mano sinistra svolge la medesima funzione sia nell’esecuzione del back-spin che del top-spin. Al contrario un giocatore bimane, attraverso l’allenamento, deve sviluppare l’abilità di differenziare l’azione dell’arto sinistro che svolge un ruolo di spinta e di accelerazione dell’attrezzo nell’esecuzione del rovescio bimane piatto o in top-spin e un ruolo di arretramento dell’attrezzo e di equilibrio nell’esecuzione del rovescio in back-spin. racchette e dintorni Wilson Burn 95 Potenza da fondo L’arma di Key Nishikori promette anzitutto spinta e potenza. Un telaio più lungo ma dall’ovale non abbondante. Un’agonistica per spingere forte da dietro, piatto o con un po’ di top. Prezzo 230 euro IL LAB Peso 310 g Ovale 95 Profilo 22,5 mm Lunghezza 69,215 cm Bilanciamento 32,7 cm Rigidità 67 Inerzia 334 Potenza 59/100 Controllo 39/100 Maneggevolezza 64/100 Incordata con Luxilon 4G alla tensione di 23 kg Qui accanto, Key Nishikori e sotto, le sue racchette nel box degli incordatori. Nella pagina seguente, alcuni dettagli dell’attrezzo che è predisposto per ospitare il Sony Smart Sensor di Mauro Simoncini M olta curiosità destava l’ingresso sul mercato della Burn 95, un nuovo telaio nella gamma nata lo scorso anno dagli americani di Wilson per sostituire la famiglia Steam. Burn 95 è stata concepita a partire dalle specifiche dell’attrezzo di uno dei grandi emergenti, testimonial di spicco di Wilson, il nipponico Key Nishikori. Un ulteriore modello, ancora più «specializzato», e per certi versi tutto da scoprire. Una racchetta agonistica che si presenta facile e abbordabile per alcune caratteristiche (peso, profilo), impegnativa 18 per altre (ovale contenuto) e un‘incognita per molti giocatori (per la lunghezza extra). Piatto piccolo, manico lungo Ci vuole sempre un minimo di adattamento per ogni nuovo telaio. Ancora di più se si tratta - e recentemente sta diventando davvero una rarità - di un attrezzo longbody, ovvero più lungo di quasi un centimetro rispetto alla norma. Sembra poco ma non lo è. Molto comodo e allungato il manico (specialmente pensando ai bimani): c’è poi X2 Shaft per aumentare il comfort e la comodità. Fin dai primi scambi si intuisce racchette e dintorni la natura dell’attrezzo: la potenza prima di tutto. La testa del telaio gira quasi «da sola»: a ogni impatto la palla esce velocemente dalle corde, si capisce che l’attitudine alla spinta del telaio è pronunciata. Vanno trovate le misure all’inizio perché l’immediatezza e la potenza della nuova Burn 95 sono bilanciate dalla severità di un ovale abbastanza ristretto, solo 95 pollici quadrati. Significa che comunque nelle esecuzioni tecnicamente meno precise non ci si deve aspettare troppo «aiuto» dalla racchetta. Si colpisce molto bene la palla piatta o con un po’ di copertura in top, che non guasta anche per aiutare le prestazioni dell’attrezzo in termini di controllo. Piedi sulla riga e spingere: è l’ideale Piedi piantati sulla riga e spingere, magari appoggiandosi al meglio sul ritmo dell’avversario: sembra questo l’identikit del perfetto utilizzatore della Burn 95. Lunga ma relativamente comoda da dietro: peso poco superiore ai tre etti, bilanciamento verso la testa ma non troppo (punto di equilibrio a 32,7 cm su una lunghezza totale di oltre 69). Il backspin non è la specialità della casa ma il controllo non è male, forse merito di un pattern comunque abbastanza fitto (16 corde verticali e 20 orizzontali) soprattutto se rapportato alle dimensioni dell’ovale. Verso la rete, al volo, rendono meglio gli schiaffi o le volée “simil benedizione”, quelle più facili per intenderci: per offrire tanta potenza era impossibile garantire anche una maneggevolezza da telaio amatoriale. Una racchetta agonistica sicuramente diversa dalle altre, questa Burn 95; potente prima di tutto, ma anche abbastanza selettiva. Per picchiatori moderni da fondo, senza nessuna titubanza. IL PAGELLONE: 78/100 Estetica 8 A fondocampo 9 Rete 7 Servizio 8 Top 8 Back 7 Potenza 9 Controllo 9 Maneggevolezza 7 Comfort 8 La concorrente più “vicina” è la Babolat della Errani Nonostante i telai longbody non vadano tanto di moda, esistono sempre varianti “allungate” di modelli di successo. È il caso della Babolat Pure Drive Plus di Sara Errani: è addirittura più lunga della Burn 95 (27,5 pollici invece di 27,25), pesa 300 grammi e ha il piatto da 100 pollici quadrati. Più facile e permissiva, forse meno precisa. 19 la regola del gioco Fallo di piede? Sì, ma occhio alla palla Per chiamare un fallo di piede al servizio ci vuole grande scelta di tempo. E non basta guardare se la suola del giocatore tocca, o supera, la linea. Bisogna anche aspettare che questi abbia colpito la palla. Se no succede che... stessa venga considerata iniziata. Sarà quindi il movimento compiuto con la racchetta che determinerà l’inizio del movimento del servizio. Di conseguenza iniziato il movimento del servizio, quello sarà il momento nel quale andare a verificare se un giocatore calpesti la linea o superi la linea immaginaria laterale: è per questo motivo che viene chiamato fallo di piede anche quando un giocatore inizia il movimento con il piede sulla linea di base, anche se al momento dell’impatto con la pallina dovesse averlo correttamente messo al di qua della linea. La situazione Gianluca sta giocando una partita di singolare contro Domenico. Che cosa succede? Nel compiere il movimento di servizio, il giudice di linea si accorge che ogni tanto Domenico tocca con il piede la linea di base prima di colpire la palla. Durante l’esecuzione di una seconda palla di servizio, Domenico ha già il suo piede destro sopra la linea di base compiendo chiaramente un fallo di piede: a quel punto il giudice di linea chiama prontamente il “foot fault”, ma lo fa un secondo prima che Domenico colpisca la palla. Che cosa succede? Come si procede? Nel nostro caso, invece, la chiamata del fallo di piede è più che corretta. Perché il giocatore in questione calpesta nettamente la linea di base durante l’esecuzione del servizio. Il problema però, in questo caso, è rappresentato dalla tempistica con la quale il giudice di linea effettua la chiamata. Il giudice infatti dovrebbe effettuare la chiamata una volta che il giocatore ha impattato la palla, non prima. Nel caso dovesse avvenire prima, esso sarà considerato un disturbo (alla stregua del caso in cui viene chiamata “out” una palla buona), e seppure il giocatore stia servendo la seconda palla di servizio, avrà diritto a rigiocare l’intero punto. In definitiva, la corretta chiamata che dovrà essere fatta dall’arbitro in questo caso sarà “let, replay the point”, il che comporterà la ripetizione dell’intero punto. La regola generale Il fallo di piede è la regola che stabilisce che durante il compimento del movimento del servizio, e prima di colpire la pallina con la racchetta, non è possibile toccare con il piede né la riga di base, quella di fondocampo, e nemmeno il prolungamento immaginario della linea che delimita il lato di battuta (dalla linea laterale del corridoio fino al segno centrale di servizio). La chiamata del fallo di piede comporterà la non validità di quello specifico servizio, quindi se chiamato alla prima di servizio, il giocatore avrà a disposizione la seconda palla di servizio. Se invece viene chiamato sulla seconda di servizio, esso comporterà la perdita del punto. L’inizio del servizio? Sta nella racchetta Per tanti anni si è dibattuto su quando dovesse essere considerato iniziato il movimento della battuta per considerare iniziato il servizio: il semplice lancio in aria della pallina non potrà essere considerato l’inizio del movimento, in quanto se un giocatore decidesse di non servire (per esempio a causa del sole di fronte agli occhi) e fermare la pallina, avrebbe tutto il diritto di farlo senza che la battuta LE VOSTRE DOMANDE I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi di natura regolamentare. Li sottoporremo ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero. 20 SuperTennis cambia banda. Risintonizza! Supertennis cambia banda digitale terrestre, sempre sul 64! 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n.30 - 3 Agosto 2016
demand”, lo potete vedere in azione.
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