24.Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke
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24.Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke
96 FUNGHI E AMBIENTI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA 24. Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke [dal latino nudus, “nudo”, per l’aspetto liscio del cappello] Sinonimi Tricholoma nudum (Bull.: Fr.) Quél. Rhodopaxillus nudus (Bull.: Fr.) Maire Nome comune agarico violetto Classe Basidiomycetes Subclasse Hymenomycetidae Ordine Agaricales Famiglia Tricholomataceae 97 I FUNGHI DI VENEZIA E ISOLE Cappello Da emisferico a convesso, infine appianato, anche leggermente depresso; liscio, pruinoso al margine, più umido al centro, spesso con largo umbone; margine dapprima involuto, poi disteso, spesso lobato; colore ocra-violaceo tendente a schiarirsi con l’età fino ad assumere sfumature bruno-fulve; diametro 60-150 (180) mm di diametro. Lamelle Fitte, intercalate da lamellule, con tagliente spesso eroso; sinuato-smarginate al gambo, facilmente separabili dalla carne; colore violaceo, tendente a schiarirsi con l’età. Gambo Cilindrico, un po’ bulboso alla base, con numerose ife miceliari; pieno, spugnoso; concolore al cappello, fibrilloso, con pruinosità biancastre; 40-100 x 15-30 mm. Carne Tenera, cedevole al centro del cappello; colore violaceo chiaro, con sfumature ocracee alla base del gambo; sapore acidulo, odore molto pronunciato, terroso. Microscopia Spore rosa in massa, ellittiche, minutamente verrucose, 6-8 x 3-5 µm; basidi clavati, 25-30 x 6-8 µm. Habitat Molto comune, ubiquitario, saprofita su residui vegetali marcescenti; da primavera ad autunno inoltrato. Microscopia Commestibilità Commestibile, con prudenza, essendo stati segnalati casi di intossicazione. Note È un fungo di buona resa, ma non a tutti gradito per il sapore e l’aroma molto intensi; se ne consiglia il consumo di qualche esemplare nei misti, associato a funghi più delicati (qualcuno ne consiglia una rapida prebollitura). La specie è confondibile con le affini Lepista sordida (Fr.) Singer e Lepista saeva (Fr.) Orton, di taglia più piccola, dai colori più o meno lilacei, entrambe commestibili e con alcuni Cortinarius violacei, non commestibili, che si distinguono per la tipica “cortina” simile a una ragnatela e per le lamelle rese di colore ocraceo dal colore delle spore in massa.
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