Dalle rive del lago di Garda alla Valpolicella: Zenato e un
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Dalle rive del lago di Garda alla Valpolicella: Zenato e un
Dalle rive del lago di Garda alla Valpolicella: Zenato e un sogno lungo 50 anni In occasione del cinquantesimo anniversario, la famiglia Zenato ha aperto le porte della propria azienda a Mondo del Gusto. È con immenso piacere che varchiamo il cancello della tenuta Santa Cristina in San benedetto di Lugana (Verona) e percorriamo il viale costeggiato da cespugli di rose rosse, tra due ali di vigne che ci conducono al centro del cuore pulsante di una delle aziende vitivinicole più importanti del Veneto. Nonostante il periodo frenetico come solo quello della vendemmia può essere, sembra che i minuti trascorrano in modo diverso in questo luogo dove il verde trionfa e si respira un'atmosfera suggestiva, come se il tempo scandito dalla natura avesse permeato ogni gesto. È Alberto, figlio del fondatore Sergio e ora responsabile della produzione, ad accoglierci e a guidarci attraverso vigneti e cantine mentre ci racconta con autentico entusiasmo la storia che ha condotto l'azienda a raggiungere un traguardo così importante come i 50 anni di attività. Una storia che si lega inscindibilmente a quella della famiglia e al territorio, alle tradizioni di una zona che rappresentano, da sempre, il punto di partenza per ogni sfida che la famiglia Zenato ha deciso di affrontare. Sergio Zenato eredita dal padre Silvino l'amore per la terra e, convinto della qualità dei vini della sua Lugana, all'inizio degli anni '60 decide di produrre in modo più intensivo. È il 1967 quando imbottiglia per la prima volta il suo vino, abbandonando definitivamente le damigiane. Da lì hanno preso il via i tanti viaggi all'estero, dove nessuno conosceva vitigni come il Trebbiano di Lugana e anche l'Amarone godeva di scarsa considerazione. Zenato ha saputo rilanciare il Lugana dove dominavano i grandi produttori di Soave e Custoza, e con costanza e tenacia, fiero “ambasciatore del Lugana”, come ha amato definirsi, ha diffuso il nome Zenato nel mondo. Un'alta vita, se si pensa che ad oggi almeno il 65% del vino Zenato viene venduto fuori dall'Italia, specialmente in Germania, in Europa e in America del nord. “Attualmente – ci racconta Alberto – stiamo osservando con un occhio di riguardo i mercati emergenti, come quelli dell'est o dell'Asia ad esempio. Ma è dura, perché a differenza dei paesi del nord dove già esiste una cultura del vino, in quelle zone manca la conoscenza di determinati sapori, di un certo tipo di tradizione. Sarebbe utile che iniziassero ad aprire ristoranti italiani, in modo che le persone si possano abituare alla nostra cucina e siano educati a gusti diversi e per loro totalmente nuovi”. Una nuova sfida, quindi, per l'Azienda, che oggi vede Alberto e la sorella Nadia, coadiuvati dalla madre Carla, traghettare il lavoro iniziato dal padre in un'epoca nuova, con una maggiore attenzione all'innovazione tecnologica che permette di trattare le uve al meglio, ma rimanendo sempre fedeli ai valori che fanno della qualità la costante di ogni fase delle produzione. Per la riuscita di un buon vino, ci spiega Alberto, è necessario iniziare dalla cura del vigneto per ottenere delle uve sane. Ad esempio, dagli anni '90 Zenato ha intensificato la propria presenza in Valpolicella, quando sono stati acquistati i terreni nella zona di S.Ambrogio, a 300 metri d'altezza. Essendo una zona di collina frammentata, si è reso innanzitutto necessario il recupero dei terreni. Un lavoro arduo, ma che ha dato ottimi risultati, portando alla riscoperta del Ripasso, sostenuto anche dal boom di cui l'Amarone ha goduto negli ultimi dieci anni. Le zone a cui l'azienda fa riferimento sono molto diverse tra loro. Lugana, tra Sirmione e Peschiera, terra di uve bianche che gode della vicinanza di uno dei laghi più belli del nostro Paese e la Valpolicella, dove le uve richiedono una lavorazione più lunga, ma dove è stata apportata la migliore esperienza dei “bianchisti”, imbottigliando tutta l'eleganza e la finezza dei vini Zenato. Il 2010 non è un anno facile, l'estate e l'autunno anomali hanno fatto tardare la raccolta “ Ogni annata è una cosa a sé. Le squadre che lavorano per noi in questo periodo sanno che la vendemmia è il coronamento di un anno di lavoro, così come ne sono consapevoli i nostri 45 dipendenti. E' fondamentale che i collaboratori condividano i nostri valori, i nostri principi, che tengano quanto noi alla missione che portiamo avanti con orgoglio. Possiamo raccogliere le uve in più fasi per raccogliere le uve solo quando sono mature in pianta ma è indispensabile la maggior attenzione possibile: quando si arriva al momento della vendemmia non si ha una seconda possibilità”. Tradizione e valori sono temi ricorrenti nelle parole di Alberto, anche quando ci parla di vinificazione e imbottigliamento e ci mostra barrique e botti dalle quali prenderanno vita cinque mila bottiglie tra Lugana, Amarone, Cresasso, Valpolicella, Ripassa, Recioto e Santa Cristina, nato negli anni '80 con un proprio brand per valorizzare il vigneto di famiglia. In Italia, Zenato si concentra sul mercato Ho.re.ca “Non ci interessa la grande distribuzione. Un certo tipo di commercio implica la produzione di una quantità che regga alle richieste ma non vogliamo snaturarci. I nostri importatori sono con noi da più di venti anni e se godiamo della loro fiducia è anche perché da sempre puntiamo alla nicchia, curiamo il brand. Bisogna fare delle scelte”. E Zenato ha scelto la qualità. Un'azienda importante, storica, tanto da essere presente all'imperdibile appuntamento del Vinitaly fin dalla prima edizione, che ha preso in mano il proprio sogno e lo ha accompagnato lungo questi primi cinquant'anni, fatti sicuramente di sfide ma di tante soddisfazioni, che, ne siamo convinti, racchiudono il loro segreto in una famiglia che ha imparato a volare senza levare i piedi dal suolo.
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