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58 SPECIALE JAEGER-LeCOULTRE a cura di Fabrizio Rinversi HYBRIS ARTISTICA SINTESI DELL’ARTE OROLOGIERA Nel 1833, all’età di 30 anni, Charles-Antoine LeCoultre in- fa e, oggi, la Grande Maison può contare su ben 1.300 ad- sieme al fratello Ulysse, allora appena ventenne, getta le detti, nel sito produttivo di Le Sentier che, nel rispetto dello basi di quella che diverrà una vera e propria manifattura spirito innovativo e della filosofia produttiva del fondatore, orologiera, a Le Sentier, nella Vallée-de-Joux. E lo fa intel- garantiscono l’esecuzione di 180 savoir-faire orologiero sot- ligentemente, iniziando con il dedicarsi a ciò che conosce to lo stesso tetto: una manifattura con la “M” maiuscola. meglio, ossia alla produzione di ruote dentate e pignoni, Peraltro, Jaeger-LeCoultre, che non ha mai interrotto la sua campo nel quale aveva cominciato a cimentarsi nel 1826, attività fin dalla fondazione, ha contribuito enormemente anno in cui realizzò i primi pignoni in acciaio. Nón ostante il allo sviluppo, alla crescita ed all’affermazione della straor- rapido successo incontrato dall’attività, Antoine s’interes- dinaria tradizione elvetica nell’universo del segnatempo, sa ben poco allo sviluppo commerciale, focalizzando il suo sostenendo e supportando con forniture tecniche blasonate interesse su nuove tecniche di fabbricazione e su prodotti Maison che, in diverse riprese, si sono trovate in difficoltà. inediti. Nel 1844, costruisce, inizialmente per uso personale, Naturale che, potendo contare internamente su tutto il famoso milionometro, che consente di misurare un milio- quell’insieme di mestieri (incisione, decoro, smaltatura, in- nesimo di metro - od un millesimo di millimetro -, operazio- castonatura, laccatura, lavorazione del legno e delle pietre ne fino a quel momento impossibile: uno strumento che, di dure, etc…, oltre al progettare, testare e assemblare i mo- fatto, impone nell’orologeria il sistema metrico. vimenti) che trasformano un orologio in una vera e propria I positivi risultati ottenuti in breve tempo, portano il mode- opera d’arte meccanica ed estetica, Jaeger-LeCoultre abbia sto laboratorio LeCoultre a divenire una piccola fabbrica, voluto celebrare questa sua capacità realizzativa rara e ri- con alcune dozzine di operai; i migliori vivono sotto lo stes- cercatissima, attraverso una particolare collezione, denomi- so tetto del loro datore di lavoro. LeCoultre acquista ulterio- nata Hybris Artistica. re notorietà, inventando contemporaneamente con Adrien Hybris può essere tradotto in italiano con il termine “or- Philippe, il dispositivo di ricarica a corona e realizzando goglio”, giustificatissimo, per essere in grado di dar vita ebauches di altissimo livello: alla 1° Esposizione Mondiale a modelli eccezionali. Hybris Artistica, infatti, prevede 12 di Londra ottiene la medaglia d’oro per i suoi pignoni, ruote esemplari che implicano un livello di integrazione estrema e movimenti di precisione, realizzati con sistemi ultramo- fra design, concezione tecnica, arte orologiera e mestieri derni. Il numero dei dipendenti sale rapidamente fino a 100 rari, in modo da ottenere quel punto di equilibrio espressivo e, verso, il 1870 sono duecento le unità lavorative dell’azien- della maestria e dello stile della Manifattura. Vediamoli e da LeCoultre. Ecco, così tutto è cominciato, più di 180 anni illustriamoli, dunque, uno ad uno. o tt ob r e 2 01 4 59 La MASTER GRANDE TRADITION GYROTOURBILLON 3 Con il suo Gyrotourbillon volante e la spirale sferica, l’orologio Master Grande Tradition Gyrotourbillon 3, lanciato nel 2013, è senza dubbio una prodezza di micromeccanica. L’assenza di un ponte superiore rivela immediatamente il tourbillon sferico al 6, composto da due gabbie realizzate in materiali ultraleggeri come l’alluminio (la cui lega consente un’inusuale luminosità; 112 componenti per un peso complessivo di meno di un grammo) che compiono una doppia rotazione minuziosamente sincronizzata: quella esterna ruota di 360° in 24 secondi (ossia 2,5 volte al minuto), mentre quella interna completa un giro nei tradizionali 60 secondi. Il bilanciere è in oro azzurrato 14 carati, mentre colpisce la tridimensionalità dei movimenti della spirale sferica dotata di doppia curva terminale MASTER GRANDE TRADITION TOURBILLON CÉLESTE L’orologio Master Grande Tradition Tourbillon Céleste propone un’affascinante interpretazione del tempo. Per evidenziare al meglio l’aspetto astronomico, il tourbillon volante orbitale - che ruota unitamente al quadrante intorno alle lancette -, non indica il passaggio dell’ora civile (derivata da una convenzione, non direttamente collegata al moto del sole e delle stelle), bensì quello dell’ora siderale, la cui durata è inferiore di quasi quattro minuti rispetto all’ora solare: in questo modo il passaggio di Sirio - stella di riferimento - sullo Zenith indica il mezzogiorno celeste. Sullo sfondo, poi, vengono visualizzati la volta celeste con le stelle visibili e il passaggio lungo le costellazioni dei segni zodiacali. Un “quadro” che ha costituito (ulteriore evoluzione di quella cilindrica del Gyrotourbillon 2, e di quella piana del Gyrotourbillon I), che garantisce le migliori prestazioni cronometriche. In questo modello, poi, la complicazione del tourbillon sferico è unita al primo cronografo con visualizzazione digitale istantanea e saltante (dei minuti crono, mentre i secondi crono sono espressi analogicamente dal quadrantino al 9), presente in un pluricomplicato, nonché all’indicazione giorno/notte al 3. La cassa da 43,5 mm è in tantalio, metallo poco conosciuto, scoperto all’inizio del XX secolo, estremamente duro, resistente alla corrosione e particolarmente arduo da lavorare: di colore grigio antracite scuro, presenta accattivanti riflessi bluastri. Il movimento, che fruisce di trattamento al rutenio, è ulteriormente impreziosito dalla lavorazione échoppe, che rende la superficie granulosa e scintillante. una sfida per gli artigiani di Jaeger-LeCoultre, chiamati a rappresentare il forte contrasto fra il nero intenso della notte e la luminosità delle costellazioni. Per vincerla, il quadrante è stato realizzato in avventurina, un quarzo traslucido della varietà del calcedonio, dallo straordinario colore blu, a metà fra l’indaco e il cielo in tempesta; la fascia sottostante la suddivisione dei mesi, presenta una lavorazione guilloché ed è rivestita di una lacca traslucida, decoro e trattamento presenti anche sul rehaut. Il vetro bombato del Master Grande Tradition Tourbillon Céleste sostituisce la lunetta ed è posto direttamente sul fondo della cassa, amplificando così l’apertura e offrendo una perfetta visibilità del tourbillon orbitale. D’impatto, infine, la lavorazione del retro del movimento, visibile dal fondello, a Côtes de Genève, ad effetto soleil. o tto bre 2014 60 SPECIALE MASTER GYROTOURBILLON 1 Nel 2004, Jaeger-LeCoultre lancia il Gyrotourbillon 1. Si tratta di una novità tecnica unica nel campo dei tourbillon, mirata a mediare in modo ancora più puntuale le differenti posizioni del bilanciere nello spazio rispetto alla verticale, al fine di ridurre le influenze gravitazionali negative ed ottimizzare l’isocronismo e, con esso, la precisione. L’orologio presenta una struttura inedita, con una gabbia esterna ultraleggera che ruota attorno al proprio asse in 60 secondi e una gabbia interna che racchiude il bilanciere, la spirale piana e lo scappamento, rotante su se stessa, in 24 secondi, attorno ad un asse che forma un angolo di 90° rispetto all’altra. Inoltre, il movimento visualizza (lancetta dei minuti “solari” con punta dorata a stella coassiale con quelle di ore/minuti “medi”) l’equazione del tempo marciante, il calendario perpetuo (datario analogico retrogrado su semicerchio centrale; giorno della settimana retrogrado all’8 e ciclo bisestile a indicazione retrograda sul retro, reso visibile dal vetro zaffiro integrato sul fondello) e la riserva di carica al 4 (pari a 8 giorni). Il quadrante è un ricamo, in quanto realizzato con una lastra di avventurina interamente scheletrata, che alla fine della lavorazione diviene una sottile rete di pietra punteggiata di inclusioni scintillanti: la scheletratura, in questo caso è delicatissima perché il materiale è assai duro e fragile e il rischio di rotture è elevatissimo. Da notare, in questa sofisticata scenografia, il rosone che circonda le sfere di ore/ minuti, decorato da indici in lacca blu, perfettamente armonizzato nell’insieme. Il vetro zaffiro a forma di cupola non si limita a proteggere il quadrante, ma va a “spezzare” la lunetta al 6, allungandosi sulla carrure e consentendo di ammirare in modo approfondito le evoluzioni del Gyrotourbillon. IL CONCETTO TECNICO DUOMÈTRE Prima d’introdurre ben quattro esemplari di Duomètre appartenenti alla collezione Hybris Artistica, riassumiamo, qui di seguito, il significato di un simile connotato tecnico, studiato e sviluppato da Jaeger-LeCoultre: si tratta di un sistema chiamato Dual-Wing. Premettiamo che negli orologi di concezione tradizionale, qualsiasi funzione che non sia costantemente solidale nel suo movimento con il treno del tempo, provoca un’alterazione nella regolarità di marcia, nel momento stesso in cui viene innescata (causa assorbimento d’energia dal bariletto, con riduzione di coppia verso lo scappamento ed incidenza sull’isocronismo del bilanciere): nel cronografo ciò avviene all’avvio, nella ripetizione o tt ob r e 2 01 4 minuti all’emissione della suoneria, ed anche il calendario – pur ingranando con il movimento dell’orologio una sola volta al giorno – provoca la medesima conseguenza. Come determinante soluzione a questa problematica, gli orologi della linea Duomètre possiedono all’interno dello stesso calibro due meccanismi indipendenti: il primo è unicamente utilizzato per la misurazione del tempo, mentre il secondo assicura il funzionamento delle complicazioni (in alcune versioni, questi sono sincronizzati attraverso il meccanismo della lancetta “foudroyante” dei secondi). La condivisione, comunque, dell’organo regolatore garantisce una precisione cronometrica che non risente dell’innesco di alcuna complicazione, qualunque essa sia. In sostanza, il movimento è suddiviso in due sezioni, la cui fisionomia assomiglia a due ali e che offre, quindi, lo spunto per il nome di Dual-Wing. In ognuna di queste sezioni funziona un bariletto: il primo è dedicato alle ore, ai minuti, ai secondi, e alle complicazioni; il secondo è, invece, interamente “a disposizione” dello scappamento, così da garantire un approvvigionamento costante di energia. Entrambi si caricano mediante la corona: ruotandola in senso orario si arma il bariletto della misurazione del tempo, mentre lo stesso movimento in senso antiorario carica la riserva di marcia delle diverse funzioni. 61 La DUOMÈTRE À GRANDE SONNERIE Nel 2009 il Duomètre à Grande Sonnerie poteva essere considerato come l’orologio con più complicazioni al mondo, nell’ambito delle suonerie meccaniche. Offre, infatti, l’indicazione acustica dell’ora, scandita da un carillon Westminster completo, e permette di ascoltare la melodia originale del Big Ben, la più lunga mai riprodotta da un orologio con suoneria. Gli ingegneri hanno interamente rielaborato i principi essenziali del meccanismo, ricorrendo a tecnologie di punta per offrire un suono amplificato e ricco di tonalità e armonie, un ritmo regolare, ma anche una Grande Sonnerie facile da utilizzare, senza rischio di manipolazioni errate. Ritornando all’assunto iniziale, non soddisfatta nel “ridurre” alla sola Grande Sonnerie le complicazioni dell’orologio, Jaeger-LeCoultre ha voluto aggiungere un tourbillon volante, posto sul retro del movimento e un calendario perpetuo con lancette retrograde: i mesi e i giorni circondano il quadrantino decentrato delle ore (sfere sottostanti funzionali a contrasto), la data è indicata nel margine periferico sinistro (sfera azzurrata allungata per la visualizzazione), il ciclo bisestile al DUOMÈTRE À SPHÉROTOURBILLON In quest’altro piccolo capolavoro di Jaeger-LeCoultre, i due meccanismi autonomi (Dual Wing), ciascuno dotato della propria fonte di energia (doppia indicazione della riserva di marcia) e con un organo regolatore comune, alimentano, uno lo scappamento a tourbillon e l’altro ore, minuti, secondi (al 6) e secondo fuso orario (al 12). In ogni caso, il tratto distintivo principale di questo modello è lo Sphérotourbillon, sul quale è stato aggiunto un ulteriore asse di rotazione, che permette di ottenere una rotazione tridimensionale: oltre alla rotazione attorno all’asse della gabbia in titanio, il tourbillon ruota anche attorno ad un secondo asse, inclinato di 20°. La combinazione di queste due rotazioni distinte e rapide (la prima di 30 secondi e la seconda di soli 15 secondi) consente all’orologio di affrancare la spirale libera cilindrica, collegata al bilanciere oscillante a 21.600 alternanze/ora, dagli effetti della gravità dovuti alle diverse posture. Oltre alla sua esemplare affidabilità, questo eccezionale esemplare può vantarsi di essere il primo tourbillon regolabile al secondo: infatti, un apposito pulsante consente di azzerare la lancetta dei secondi collocata sotto il tourbillon, in base al principio del flyback. Per esaltare lo spettacolo della 12. Completano l’insieme il selettore di funzione della suoneria al 5/6 (Grande Sonnerie, Pétite Sonnerie, Ripetizione Minuti e Silenzio) e le riserve di carica dell’orologio e della suoneria (ad evidenziare il sistema Dual Wing). L’eccezionalità del pezzo è adeguatamente sostenuta dalla scelta di un quadrante realizzato in cristallo di rocca, che permette di osservare senza impedimenti lo spettacolo della meccanica orologiera che si cela dietro un segnatempo con dieci brevetti. La Maison ha scelto una varietà di cristallo di rocca senza venature, assolutamente trasparente. La sua struttura, non amorfa come quella del vetro, interagisce con la luce e dona agli elementi solidi una colorazione immateriale unica. meccanica, con lo Sphérotourbillon che sembra fluttuare nel vuoto – il ponte trasparente è realizzato in zaffiro -, la Manifattura ha realizzato una cassa composta da due cupole in vetro zaffiro, tra le quali è sistemato il blocco anse-carrure in oro bianco: è stato veramente complesso, in una situazione tale, ottenere una corretta impermeabilità. Inevitabile, poi, essere catturati dal quadrante, lavorato a échoppe, una tecnica di incisione a mano: consiste nel rimuovere del materiale - in questo caso l’oro bianco 18 carati - con movimenti in più direzioni mediante uno speciale bulino, in modo da ottenere una superficie sorprendente, granulosa e brillante allo stesso tempo. Per accentuare, poi, l’effetto scenico del segnatempo, sull’apertura dello Sphèrotourbillon lo sguardo arriva attraverso una vera e propria scalinata, i cui gradini, sono anch’essi lavorati con la tecnica échoppe. I differenti quadranti relativi alle indicazioni orarie sono realizzati in smalto bianco Grand Feu, con numeri “cotti” con lo smalto rigorosamente secondo la tecnica tradizionale. o tto bre 2014 62 SPECIALE DUOMÈTRE À SPHÉROTOURBILLON ENAMEL Tecnicamente, questo esemplare è identico a quello precedentemente esposto e si differenzia per la veste estetica di cassa e quadrante. Quest’ultimo nella versione Enamel, è realizzato con smalto blu paillonné, una tecnica che prevede di grattugiare minuscole scaglie da un blocco d’argento e di distribuirle armoniosamente sullo smalto senza concentrarle in determinate zone e senza disperderle per la loro elevatissima volatilità. L’impasto che si viene a creare, dopo il passaggio in forno a 800°, è oggetto di lucidatura, al fine di far affiorare gli elementi metallici sul quadrante senza graffiare la superficie con le polveri di metallo prezioso. Il risultato è un quadrante blu notte levigato e punteggiato da polvere di stelle. Gli fa eco la lunetta, ornata da un sottile bordo di smalto, richiamo all’armonia d’insieme, mentre la carrure è incisa con un mo- OROLOGIO DA TASCA DUOMÈTRE SPHÉROTOURBILLON Vi è da sottolineare che, per circa 100 anni dalla fondazione, nel 1833, Jaeger-LeCoultre è stata manifattura di primissimo piano nella produzione di orologi da tasca, già all’epoca abbinando abilità artigianali ed artistiche superiori. Una tradizione che la Manifattura non vuole abbandonare, seppure i modelli da tasca, oggi costituiscano solo delle sofisticate eccezioni alle serie da polso. Per la collezione Hybris Artistica, Jaeger-LeCoultre ha ritenuto opportuno farne una, ispirandosi, con l’orologio da tasca Duomètre Sphérotourbillon, ad un “tasca” con grande complicazione risalente al 1928: ne riprende i codici grafici, come l’abbinamento di smalto e oro bianco e lo schema pluricomplicato (la versione d’epoca prevedeva ripetizione minuti, calendario perpetuo e cronografo rattrapante). L’attuale edizione, fa tesoro dell’impostazione tecnica Duomètre à Sphèrotourbillon adottata sulle varianti da polso, ovviamente ruotando il movimento per collocare o tt ob r e 2 01 4 tivo ispirato al Palazzo Ducale di Venezia: per ottenere questo effetto, sono state scavate delle piccole cavità intorno alla cassa, rivestite poi di smalto e lucidate per enfatizzare la bellezza del motivo. Rimane evidentemente lo schema ad anfiteatro a scendere sullo Sphèrotourbillon, i cui gradini sono in oro, così da poter essere soggetti al processo di smaltatura, evitando soluzioni di continuità con l’insieme. la corona al 12, e, accanto ad essa, il pulsante per lo stop-seconds: in questo modo, lo Sphérotourbillon è visibile attraverso l’apertura a ore 6. Il modello conferma la lavorazione del quadrante échoppe, così come i tre piccoli quadrantini interni in smalto bianco Grand Feu. La cornice dell’insieme quadrante e Sphérotourbillon è in oro e fissata alla lunetta, a creare una zona di trasparenza eterea che infonde leggerezza all’aspetto estetico estremamente elaborato. Il bordo della carrure e la lunetta sono smaltati: lo smalto va posato delicatamente su queste superfici curve e poco accessibili, successivamente e delicatamente lucidate per far risaltare la rete ornamentale metallica finalizzata all’indicazione delle ore. 63 La GRANDE REVERSO TOURBILLON SQUELETTE Inevitabile non contemplare la leggenda Reverso, in una simile collezione. Nella versione Hybris Artistica, l’orologio Grande Reverso ha scelto la massima trasparenza, per rivelare meglio il suo spirito orologiero, fra semplicità e virtuosismo tecnico. La parte girevole della cassa è costituita da due placche di vetro zaffiro, il cui assemblaggio e stabilità sono resi estremamente complessi dal fatto di doversi adattare ad una forma non rotonda; inoltre, per ottenere la necessaria impermeabilità Jaeger-LeCoultre ha dovuto risolvere il grave problema della fisiologica mancanza di compressione. Uno sforzo, quello della trasparenza, teso a mostrare nella sua interezza il movimento meccanico manuale con tourbillon scheletrato: platina e ponti decorati e incisi manualmente a bulino ed un dedalo di ruotismi che non lascia niente al caso. Gli ar- REVERSO CORDONNET NEVA Jaeger-LeCoultre è indiscusso pioniere nel segmento dell’orologeria femminile, grazie, tra l’altro alla presenza quasi impercettibile dei movimenti miniaturizzati racchiusi all’interno della cassa, nonché a meravigliose “esercitazioni” d’incastonatura. E, in un simile contesto l’orologio Reverso si presta a tutte le interpretazioni gioielliere in una cornice di diamanti. Il Cordonnet Neva segue questa gloriosa scia, affidandosi alla straordinaria estetica del movimento Art Déco, e reinterpreta un modello degli anni ‘30, il cui cinturino era costituito da un cordoncino di pelle. Per sviluppare la massima creatività e definire un’immagine dinamica, gli specialisti della Grande Maison hanno utilizzato una tecnica d’incastonatura inventata dalla stessa manifattura e denominata “a neve”, particolarmente indicata per riprodurre la bellezza della natura. L’artigiano gioielliere realizza la decorazione direttamente sul materiale, secondo la sua ispirazione. I diamanti, di diametri differenti, vengono applicati uno dopo l’altro, fianco a fianco, fino a tigiani preposti hanno pazientemente affinato il materiale con l’aiuto della lama di una piccola sega per dare la massima leggerezza al meccanismo, pur garantendogli un’affidabilità impeccabile. Per rendere omaggio a questo piccolo capolavoro, il movimento è evidenziato da una cornice metallica e sembra fluttuare all’interno della cassa reversibile, mentre la cornice definisce gl’indici per permettere di leggere l’ora. Il fondo del telaio è ornato da un motivo guilloché soleil, ulteriore tocco di raffinatezza. ricoprire interamente la superficie in oro: così, pressate una contro l’altra e fissate dall’ultima pietra posizionata, nessuna griffe altera il piacere del tatto e, come sotto un velo di ghiaccio, le gemme ricreano l’aspetto del fiume Neva in inverno, quando l’acqua fluttua sotto il ghiaccio che ricopre la superficie gelata. Questo motivo scintillante si avvolge letteralmente attorno alle linee curve dell’orologio, percorrendone le articolazioni fino al cinturino. Anch’esso fruisce dell’incastonatura “a neve”, resa ancora più difficile dall’esigenza di assicurare flessibilità per l’adattamento al polso. o tto bre 2014 64 RENDEZ-VOUS CÉLESTIAL Lanciato nel 2013, il Rendez-Vous Célestial è un omaggio al fondatore della Grande Maison, Antoine-LeCoultre, fortemente affascinato dalla via lattea e dalle sue costellazioni. Per questa versione dell’Hybris Artistica, l’area superiore del quadrante, che racchiude l’arco delle ore stilizzate con le emblematiche cifre allungate, è interamente tempestata di diamanti baguette secondo la tecnica del “rock setting”: una tipologia d’incastonatura, gelosamente custodita dalla Manifattura, che si distingue per l’assenza di metallo visibile fra le pietre, fissate sul piano inferiore. La luminosità del quadrante è incredibile e forma un’aura luminosa attorno all’apertura ellittica che racchiude un disco con lo spettacolo della mappa del cielo: i dodici segni zodiacali sono stati dipinti a mano sulla placca girevole, realizzata in lapislazzuli. Gli ideatori dell’orologio hanno scelto, poi, d’integrare una stella capace di personalizzare il tempo: azionato da una seconda corona ornata di un diamante capovolto, l’astro mobile permette di fissare l’orario per un appuntamento, in modo da poterlo ricordare immediatamente. Esattamente come la cassa, riccamente ornata, anche il bracciale è interamente incastonato, per fare del Rendez-Vous Célestial un segnatempo eccezionale. RENDEZ-VOUS TOURBILLON Nell’ambito della collezione Hybris Artistica, Jaeger-LeCoultre ha pensato di rivestire interamente il Rendez-Vous Tourbillon di diamanti, pur conservando le caratteristiche distintive del modello. Il quadrante dell’orologio, pur riconoscibile, è trasfigurato da un’alternanza di diamanti taglio baguette e diamanti rotondi. La tecnica d’incastonatura rimane la “rock setting”, precedentemente illustrata, tale da rendere lo splendore delle pietre ancora più intenso. Nello stesso stile, anche il bracciale in oro bianco del Rendez-Vous Tourbillon è stato interamente rielaborato, in termini di fluidità e comfort, grazie anche ad un’incastonatura molto grafica: le anse integrate sono state ristrette e contenute, in modo da adattarle perfettamente al bracciale stesso. E a tanto splendore si abbina la meccanica sopraffina del tourbillon al 6, con lancetta dei secondi tripartita e il vetro zaffiro a sostenere la trasparenza della gabbia. o tt ob r e 2 01 4 65 La ATMOS MARQUETERIE - ALFONS MUCHA (1860-1939) Atmos rappresenta, in qualche modo, il sogno del movimento infinito. Con il suo meccanismo, quasi perpetuo, la pendola Atmos è alimentata unicamente dalle variazioni di temperatura: la variazione minima di un grado Celsius le assicura una riserva di carica di 48 ore, permettendo al polmone di alimentazione della forza motrice di espandersi o contrarsi e di consentire la marcia del movimento. All’interno della struttura di cristallo di vetro, il cui fondo è inciso con gli stessi motivi delle ante in legno, il meccanismo è a vista e il tempo scorre sui quadranti separati ed eterei delle ore e dei minuti, realizzati in smalto Grand Feu; le fasi lunari su di uno sfondo impreziosito da diamanti, sono comunicate attraverso il legno di palissandro, scelto per le tonalità che richiamano le miniature di Alfons Mucha – pittore e scultore Ceco, uno dei principali interpreti dell’Art Nouveau, cui è dedicata quest’Atmos - che ornano le ante della pendola. La sua struttura è straordinariamente leggera, e contrasta ancora di più con la decorazione sofisticata delle porte laterali in legno - palissandro delle Indie e castagno - che compongono uno splendido intarsio realizzato a mano. Incorniciate da questi pannelli, due miniature su smalto riproducono due quadri di Alfons Mucha: “La primavera” e “L’autunno”. Attraverso le sue opere, questo pittore idealista desiderava trasmettere un messaggio universale d’armonia, nel quale la bontà e la bellezza sono intimamente legate. Lo stile di Mucha è caratterizzato da chiome fluenti di donna, simili ad arabeschi, da figure allegoriche dalle tonalità fulve. Ogni colore delle miniature riprodotte è stato passato al forno, per acquistare maggiore intensità e fondersi alla perfezione con le altre tonalità. o tto bre 2014 66 SPECIALE TAG HEUER LOOK FORWARD …Come da sempre ci ha abituato TAG Heuer. E’ stata sempre capace di stupire gli appassionati e di sorprendere gli addetti ai lavori. Ora che il consolidamento manifatturiero sta via via giungendo a definizione, i progetti “haut de gamme” stanno seguendo una notevole fluidità operativa, e il Monaco V4 Tourbillon ne è una prova lampante. Attiva su più fronti, poi, la Maison guidata da Stephane Lindèr non poteva rimanere impassibile di fronte alla nuova frontiera motoristica sportiva, la Formula E, ed è scesa in campo come founding partner. Abbiamo immaginato Abraham-Louis Breguet, seduto al Carrera Pendulum, al MikrotourbillonS, al MikroPen- tavolo di lavoro con, davanti a sé il Monaco V4 Tourbillon dulum e al MikroPendulumS, ognuno dei quali rinuncia di TAG Heuer. Non sappiamo se il più grande Maestro ad alcune delle componenti basilari di funzionamento orologiaio di tutti i tempi avrebbe apprezzato oppure giu- meccanico dell’orologio, ritenute inviolabili. A tutto que- dicato il prodotto un delitto di lesa maestà. Siamo certi, sto, forse, mancava la ciliegina sulla torta e, esattamente però, che ne avrebbe verificato il corretto funzionamen- cinque anni dopo la commercializzazione del V4, studi e to e, una volta accertatosene si sarebbe, comunque, au- ricerche hanno portato ad una sua coerente evoluzione, togratificato, perché sui libri di storia accanto alla voce per l’appunto, il V4 Tourbillon. Per la prima volta, un tou- “tourbillon” c’è il suo nome a caratteri cubitali e senza di rbillon da polso, come accennato, è alimentato attraverso lui le micro-cinghie di trasmissione non avrebbero mai un sistema di trasmissione a cinghia e senza corone vi- visto la luce. Così come, in tal senso, è opportuno fare un sibili sul fronte. La gabbia completa una rotazione, “tra- salto indietro di dieci anni, a quell’edizione di Baselworld dizionalmente”, in un minuto e, all’interno della stessa, il 2004 in cui fu presentato il Monaco V4, un prototipo avve- bilanciere pulsa a 28.800 alternanze/ora. Il dispositivo di niristico in cui gli ingranaggi erano sostituiti da un “biz- ricarica automatica conferma la soluzione lineare adotta- zarro” sistema di cinghie di trasmissione. Ci sono voluti ta sul V4, anche se, in questo caso, è un doppio lingotto in altri 5 anni prima che quell’idea tecnica potesse essere tungsteno a fornire energia alle due coppie di mole motri- realizzata in serie e che funzionasse secondo le intenzioni ci operative all’interno di bariletti montati su cuscinetti a progettuali. E dopo tutti i correttivi necessariamente ap- sfere. Anche le cinghie di trasmissione si sono evolute e, portati, l’assoluta unicità del V4 si è esplicitata grazie al accanto alle due tradizionali, ne sono state aggiunte altre mantenimento, oltre al sistema di trasmissione a cinghia, due dentate rinforzate internamente con un filo d’acciaio dei quattro bariletti collegati in serie a mezzo di cinghie a garanzia di un efficace assorbimento degli urti: e, co- dentate, dei cuscinetti a sfera chiamati a sostituire i tra- munque, lo spessore della sezione della cinghia più pic- dizionali rubini e della barra scorrevole verticalmente in cola misura soli 0,07 millimetri. E l’impatto straordinaria- platino deputata all’alimentazione “automatica” del mo- mente avantgarde è opportunamente sostenuto da una vimento in luogo del classico rotore a semicerchio. Nel cassa Monaco da 41 x 41 mm in titanio nero space-grade, contempo, la Maison non si è addormentata sugli allo- impermeabile fino a 5 atmosfere. Quale sarà, dunque, il ri e, nel reparto Alta Orologeria di La Chaux-de-Fonds, prossimo “azzardo” della Maison? Sicuramente i tecnici ha continuato a sperimentare, dando vita al Calibre 360 sono già al lavoro, e da tempo, e, quando meno ce l’aspet- Chronograph, al Carrera Mikrograph 1/100th Second, al tiamo, una nuova idea finalizzata a spostare sempre più in Carrera Mikrotimer Flying 1000, al Mikrogirder, al Grand là i limiti del possibile, sarà sotto i nostri occhi. o tt ob r e 2 01 4 67 La Monaco V4 Tourbillon in titanio nero space-grade, da 41x41 mm. Si nota in primo piano la gabbia del tourbillon che compie un giro in un minuto, alimentata da micro-cinghie. elettrica a bordo di una Tesla. Per ‘celebrare’ l’inizio del suddetto Campionato, poi, TAG Heuer, inevitabilmente ha riassunto i quattro connotati del nuovo progetto FIA, ossia velocità, motori, ecologia, avanguardia, presentando una collezione di cronografi automatici, fortemente contemporanei e attuali sia in termini di design che di materiali, denominata Formula 1 Calibro 16. Sono i primi automatici della serie Formula 1, realizzati su cassa in acciaio da 44 mm, proposta anche nella versione SPIRITO “GREEN” Full Black, rivestita in carburo di titanio. L’imprinting All’avanguardia nella tecnica, TAG Heuer non dimen- sporty-elegance emerge nell’alternanza tra finitura sa- tica mai il suo DNA squisitamente sportivo, legato in tinata e lucida sul fianco della carrure. Aggressiva la lu- particolare ai motori, motivo per cui il 15 marzo 2013, si netta fissa con “scheletratura” periferica che avvolge la può dire a “scatola chiusa”, ha sottoscritto l’accordo di base, incisa con la scala tachimetrica a contrasto (scritta Founding Partner ed Official Chronometer del Campio- “Tachymetre” in rosso, stesso colore che ritorna nell’a- nato FIA Formula E. Si tratta di vetture alimentate solo nello intermedio del pulsante crono di start/stop e nelle elettricamente, ben 20 per questo esordio mondiale; le sfere cronografiche). Potente la corona sovradimensio- gare hanno una durata di 50/60 minuti e le batterie sup- nata, protetta da spallette e serrata a vite, sostanziale portano le vetture, in grado di accelerare da 0 a 100 km/h contributo all’impermeabilità della cassa fino a 20 atmo- in 3 secondi e di raggiungere i 225 km/h, per non più di sfere. Il calibro meccanico automatico, denominato 16, è 30 minuti (nel pit stop il pilota cambia auto “al volo”). sviluppato sulla piattaforma tecnica del collaudatissimo Altro connotato sostanziale, e irreale per un autodromo, ETA-Valjoux 7750, con smistamento della cronografia su è l’assoluta silenziosità che mette a dura prova i piloti, triplice camma e innesto a pignone oscillante: dà vita, sul abituati ad “ascoltare” il motore, ed indicativa in tal sen- quadrante nero mat, ad una visualizzazione tri-compax, so è stata la prima prova, svoltasi lo scorso 13 settembre con piccoli secondi al 9 e datario a finestrella al 3. Un mo- a Pechino (la prossima sarà a Putrajaya in Malesia, il 22 dello d’indiscutibile impatto, completato, nella versione novembre), vinta dal pilota brasiliano e ambasciatore del Full Black, da un cinturino traforato in pelle nera con im- brand, Lucas Di Grassi, del team Audi Sport ABT. TAG punture rosso racing, in luogo del bracciale. Il costo è di Heuer, aderendo con convinzione al progetto Formula 2.300 € per la versione acciaio/bracciale, e 2.700 € per la E, ha voluto confermare la sua pole position anche sul variante Full Black. fronte delle tematiche “green”: infatti, gli attuali edifici e stabilimenti in Svizzera della Maison sono alimentati da pannelli solari con uno degli impianti fotovoltaici più grandi di tutto il Paese, e nel 2010 ricordiamo l’organizzazione del primo giro del mondo su GT Car 100% I due modelli Formula 1 Calibre 16, lanciati da TAG Heuer in occasione dell’inizio del Campionato del Mondo FIA Formula E. Sono animati dal Calibre 16. La cassa è in acciaio o acciaio rivestito in carburo di titanio, da 44 mm di diametro, impermeabile fino a 20 atmosfere. La versione Full Black fruisce di un cinturino traforato in pelle nera. o tto bre 2014
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