catullo - Il sito del Bassa
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CATULLO UN INVITO A CENA Cenabis bene, mi Fabulle, apud me Cenerai bene, Oh mio Fabullo, da me paucis, si tibi di favent, diebus, tra pochi giorni, se gli dei ti sono favorevoli, si tecum attuleris bonam atque magnam se porterai con te una buona e abbondante cenam, non sine candida puella cena, non senza una fanciulla dalla pelle bianca et vino et sale et omnibus cachinnis. e vino e sale e tutte le risate. Haec si, inquam, attuleris, venuste noster, Oh mio caro, se porterai queste cose, dico, cenabis bene; nam tui Catulli cenerai bene; infatti \il borsellino\ del tuo Catullo plenus sacculus est aranearum. Sed contra accipies meros amores, seu quid suavius elegantiusve est; nam unguentum dabo, quod meae puellae donarunt Veneres Cupidinesque; quod tu cum olfacies, deos rogabis, totum ut te faciant, Fabulle, nasum. è pieno di ragnatele. Ma in cambio riceverai affetto sincero, o se c’è qualcosa di più dolce o di più elegante; cioè un profumo, che alla mia fanciulla hanno donato Venere e gli Amorini, quando tu lo annuserai, pregherai gli dei, Oh Fabullo, di farti tutto naso.
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