il seicento e l`arte barocca
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il seicento e l`arte barocca
IL NEOCLASSICISMO Ritorno al linguaggio classico … … alla compostezza … … alla sobrietà … …. all’equilibrio Fine ‘700 – inizio ‘800 Contesto storico • La situazione economico-sociale e politica dell’Europa settecentesca mostra importanti segni di dinamismo: • Crescita demografica dovuta sia alla diminuzione della mortalità (in particolare per la scomparsa della peste), sia al miglioramento delle diete per la diffusione della coltivazione della patata e del mais; • Crescita della produzione manifatturiera; • Incremento dei grandi commerci internazionali legati ad un balzo in avanti nell’affermarsi del grande colonialismo europeo. Fine ‘700 – inizio ‘800 Contesto storico ASSOLUTISMO ILLUMINATO – MODELLO POLITICO DOMINANTE Con l’eccezione dell’Olanda e dell’Inghilterra, il modello politico dominante in Europa è quello dell’assolutismo, che è detto “illuminato” perché vede i sovrani impegnati in una politica di riforme: • Sostegno alle manifatture • Lotta contro le corporazioni • Riduzione dei vincoli di alienazione della proprietà terriera • Miglioramento delle reti di comunicazione e facilitazione amministrativa dei commerci • Riduzione dei privilegi e delle esenzioni fiscali • Lotta al consolidarsi della proprietà terriera ecclesiastica e dell’aumento dell’entità numerica del clero regolare • Diffusione degli ideali di tolleranza • Riforma del codice penale • Abolizione della tortura e dei trattamenti disumani • Diffusione dell’istruzione pubblica a spese dello stato Fine ‘700 – inizio ‘800 Contesto storico • • • • • In generale, tuttavia, la politica di riforme non mette seriamente in discussione le strutture portanti della società dell’ancien régime: l’aristocrazia rimane ceto dirigente e sostegno principale della monarchia. In questa società in profonda evoluzione si fa strada una cultura del mutamento, una ideologia della trasformazione, che propone una nuova concezione del mondo, razionalista e scientista. Una spiegazione dell’illuminismo può partire dalla metafora della “luce”, i “lumi” in Italia, che simboleggia la conoscenza. La metafora della luce contiene in sé il termine antitetico delle tenebre e dell’ignoranza: di qui la battaglia illuminista contro il pregiudizio, la superstizione, il fanatismo, il dogmatismo. Il richiamo alla ragione e al diritto naturale guida la lotta contro i privilegi e le disuguaglianze fondate sulla nascita. Fine ‘700 – inizio ‘800 Contesto storico • • • • • LA POLITICA Sia gli americani che i francesi si ribellano in nome dei principi basilari dell’illuminismo. Lo stato autoritario creato da Bonaparte in Francia ed esportato nelle zone conquistate durante le varie “campagne” napoleoniche è anch’esso nuovo rispetto alle monarchie tradizionali: rappresentante diretto del popolo, da cui è legittimato con frequenti plebisciti a suffragio universale, promuove la modernizzazione del paese favorendo gli strati sociali intermedi, che trovano occasioni di carriera e di prestigio negli apparati dello stato. In Italia si stabilisce una situazione di equilibrio tra gli Asburgo (che dominano Lombardia e Toscana) e i Borbone (presenti nel meridione), che avviano, tra il 1760 e il 1780, programmi di riforme intese a riorganizzare lo stato in senso moderno e assoluto, riducendo il potere della nobiltà e del clero. Le campagne napoleoniche in Italia (1796-97) apparvero ai democratici come l’occasione di liberazione, ma furono in realtà vere e proprie spedizioni di conquista e le repubbliche giacobine ebbero vita breve e drammatica. Johann Joachin WINCKELMANN (Stendal 1717 – Trieste 1768) • Teorico del Neoclassicismo ed autore di una Storia dell’Arte nell’Antichità (1764), che non è una serie di biografie di artisti, ma un trattato che cerca di dare un ordine sistematico alle opere antiche, la prima storia dell’arte intesa in senso moderno. WINCKELMANN (Stendal 1717 – Trieste 1768) ed il Bello ideale • Per Winckelmann l’opera d’arte è espressione del bello ideale, raggiungibile non imitando la natura, ma emendandola dai suoi difetti, scegliendo da essa le parti più belle e fondendole insieme. WINCKELMANN (Stendal 1717 – Trieste 1768) ed il Bello ideale • …. La raffigurazione della bellezza può essere o individuale, ossia riferita a un singolo soggetto, oppure una scelta di bei particolari, presi da molti individui e riuniti in uno solo, e allora la chiamiamo ideale (…) (J.J. Winckelmann, Storia dell’arte nell’antichità, 1764; ed. SE, 1990, pp. 119) Il bello ideale • È bellezza ideale quella delle statue greche, è bellezza ideale quella dell’arte rinascimentale, è bellezza ideale quella del neoclassicismo. • Diverso è comunque il modo di fare arte nei diversi periodi. • Per Winckelmann l’opera greca è un modello da imitare, ma è astorico pretendere che l’arte greca possa essere riproposta. • Diversa è stata la posizione degli artisti del rinascimento rispetto al passato classico. • Il rinascimento riprende l’Antichità classica (greca e romana), ma non la imita, la rielabora. • Per questo le opere neoclassiche risultano spesso fredde e semplice imitazione di opere classiche con l’uso di un linguaggio sorpassato. WINCKELMANN (Stendal 1717 – Trieste 1768) ed il Bello ideale • …. La quiete è lo stato che più s’addice alla bellezza, come al mare, e l’esperienza insegna che le più belle creature sono quelle dal carattere quieto e ben educato. Inoltre, l’idea di una nobile bellezza non può nascere che da uno stato contemplativo dell’anima, sereno e distaccato da tutte le singole rappresentazioni. ….. (J.J. Winckelmann, Storia dell’arte nell’antichità, 1764; ed. SE, 1990, pp. 129) WINCKELMANN (Stendal 1717 – Trieste 1768) e L’antica Grecia • Winckelmann si trasferisce a Roma per ritrovare, tramite l’architettura romana e le copie romane delle sculture greche, l’arte dell’antica Grecia. • È questo il periodo delle grandi scoperte archeologiche di Ercolano (1719) e di Pompei (1748) LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Nascita di una nuova concezione urbanistica • Con l’industrializzazione si ha il fenomeno dell’urbanesimo, • cioè l’afflusso delle famiglie operaie nei maggiori centri, sedi delle industrie. • Ma le città non sono adeguate a ricevere queste grandi masse • ed i nuovi abitanti sono costretti a vivere in squallidi alloggi periferici, sovraffollati ed antigienici. • Perciò nasce l’esigenza di studiare e progettare insediamenti urbani per una vita qualitativamente migliore. • Nasce un’urbanistica detta utopistica, che comunque avrà un seguito L’architettura neoclassica ARCHITETTURA NEOCLASSICA • L’architettura neoclassica ha come scopo fondamentale la valorizzazione degli edifici pubblici, che devono imporsi per nobiltà e grandiosità di origine antica • Il neoclassicismo applica spesso forme antiche ad edifici moderni. • Il neoclassicismo è più semplice nel ‘700 e più grandioso nell’800, con l’affermarsi dell’impero napoleonico Arco della Pace a Milano • Luigi Cagnola, Arco della Pace; 1807-1838; marmo di Crevola; alt. m 25, largh. m 24, Milano • Iniziato in onore di Napoleone, venne dedicato, dopo la restaurazione, all’imperatore Francesco I d’Austria e nel 1859, dopo la liberazione di Milano, all’Indipendenza d’Italia Arco della Pace a Milano Costruzione monumentale anacronistica, arida imitazione dell’Arco di Costantino Arco della Pace a Milano 1807-1838 – h. 25m Arco di Costantino a Roma 312-315 d.C. – h. 22m Chiesa de La Madeleine 1764-1845; Parigi semplice imitazione di un tempio greco-romano • Edificio periptero, con 52 colonne corinzie, su alto podio prededuto da scalinata, come i templi romani • Iniziata sotto il regno di Luigi XV e costruita in età napoleonica, fu destinata a tempio in onore dei soldati della Grande Armée • Nel 1814 riprese funzioni di chiesa e terminata nel 1845. Walhalla semplice imitazione di un tempio greco-romano • Leo von Klenze, Walhalla; 18301841; largh. m 32, lungh. m 92, alt. m 19. Donaustauf, Ratisbona (Germania) • Il tempio voluto da Luigi I di Baviera e dedicato ai grandi uomini della Germania, trae il nome da Walhalla, il luogo ultraterreno dove, secondo la mitologia tedesca, vengono accolti dagli dei gli eroi caduti combattendo Sul modello del Partenone, è un periptero dorico di marmo bianco, che si alza su un basamento di muri e scalinate a 96 m d’altezza sul Danubio Teatro della Scala (1776-1778) di Giuseppe Piermarini (Foligno, 1734 – ivi, 1808) Rielaborazione in chiave moderna del linguaggio classico Elaborazione di una nuova e funzionale tipologia di teatro, prototipo dei teatri successivi • • • • • • • • Piermarini, allievo del Vanvitelli, realizza con quest’opera il prototipo del teatro pubblico, edificio funzionale negli spazi e nell’acustica Costruito in sostituzione di un teatro precedente, sull’area dell’Antica Chiesa di Santa Maria della Scala, fu danneggiato da un bombardamento nell’ultima guerra e ricostruito com’era prima Prospetto semplice e misurato, articolato nei volumi delle sporgenze Bugnato e arcate al piano terra, come nei palazzi rinascimentali Semicolonne e lesene binate al piano superiore con finestre sormontate da timpano triangolare Attico con lesene binate e finestre rettangolari Timpano triangolare sulla parte centrale del prospetto e balaustra di coronamento ai lati Colori chiari Portico davanti all’ingresso per l’arrivo delle carrozze al coperto Terrazzo sopra per il relax durante la pausa Teatro della Scala • Gli elementi sporgenti e rientranti erano diversamente percepiti quando non c’era la grande piazza antistante Angelo Inganni, La facciata del teatro alla Scala; 1852; olio; cm 80x100. Milano, Museo Teatrale alla Scala La scultura neoclassica di CANOVA …. ….. e l’ideale estetico SCULTURA NEOCLASSICA Antonio Canova (Possagno, Treviso, 1757 – Venezia, 1822) • Autoritratto, 1790; olio su tela; cm 66x55. Firenze, Galleria degli Uffizi Antonio Canova • Si forma a Venezia, dove frequenta la scuola di nudo all’Accademia e impara a conoscere il corpo umano dal vero e si esercita a disegnare i calchi in gesso di statue antiche, appartenenti alla collezione messa a disposizione dei giovani da Filippo Farsetti. • Così impara a trasfigurare il vero nelle forme classiche Il bello ideale secondo Canova La forma plastica non rappresenta la figura, ma la sublima, ne trasforma l’essenza, (…) la cala e la isola nello spazio reale e, isolandola, la idealizza (…): forma-oggetto che risolve in sé ogni relazione spaziale, si racchiude in un involucro impenetrabile, si pone come presenza altamente problematica dell’ideale nel reale, dell’assoluto nel relativo (…). (A. CANOVA, Conghiettura sopra l’aggruppamento de’ Colossi di Monte Cavallo, 1802) Canova e Fidia • Dopo aver visto a Londra i marmi del Partenone, nel 1815 scrive “… Se è vero che quelle sieno opere di Fidia, o dirette da esso, o ch’egli v’abbia posto le mani per ultimarle; queste mostrano chiaramente che i grandi maestri erano veri imitatori della natura. Niente avevano di affettato, niente di esagerato, né di duro (…) Le opere (…) di Fidia sono vera carne, cioè la bella natura” (A. Canova, Lettera a Quatremère de Quincy, 9 novembre 1815) Antonio Canova (1757 –1822) Dèdalo e Icaro; 1777-1779; marmo; m 2,20x0,97. Venezia, Museo Corèr Committente: Pietro Vittor Pisani Tema: mito narrato nelle metamorfosi di Ovidio Motivo fondamentale canoviano: • naturalismo e idealizzazione • Naturalismo nell’anatomia dei corpi: levigato e giovanile quello del figlio; dalla superficie movimentata per la decadenza senile quello del padre (Riferimento alle opere ellenistiche) • Idealizzazione nella sapienza compositiva e nell’equilibrio dei pesi • Vivezza resa dal gioco chiaroscurale dovuto al diverso trattamento della superficie nei due corpi ed alla divergenza per contrapposti della parte superiore Amore e Psiche 1788-1793; marmo, m 1,55x1,68. Parigi, Museo del Louvre • Posa divergente delle figure che si uniscono armonicamente nell’incrocio delle diagonali • Il cerchio delle braccia incornicia i visi • Forma aperta con compenetrazione di pieni e vuoti Antonio Canova - Amore e Psiche stanti (Louvre, Parigi, 1796-1800) Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore (1803-1806); marmo; alt. M 3,40. Londra, Aspley House. • • • Napoleone non volle che fosse esposto in pubblico perché nudo. Nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, fu acquistata dal governo inglese che la donò a Wellington, vincitore di Waterloo. La copia in bronzo che realizzò nel 1807 si trova nel cortile del Palazzo di Brera a Milano. In mano il globo sormontato dalla Vittoria alata. Posa Policletea: esaltazione eroica di Napoleone Idealizzazione estestica : le fattezze vengono regolarizzate “…il linguaggio sublime (…) dello statuario è il nudo” Ebe, 1816-17 (ultima delle 4 versioni); marmo e bronzo dorato, alt. m 1,66. Forlì, Pinacoteca civica Originalità del tema: • Ganimede, coppiere degli dei, era comunemente rappresentato nelle sculture dell’antichità; • Ebe, corrispettivo femminile, è un soggetto rarissimo e, quindi, non in debito con i modelli classici; • Per l’eleganza della figura e del movimento, per il tema e le dimensioni, si adatta ad arredare la sala da pranzo di un collezionista colto e raffinato. Movimento ed equilibrio dinamico: • In Ebe Canova concilia il movimento con la calma e la compostezza (problema fondamentale della statuaria classica e delle teorie di Winckelmann) • Ebe, simbolo della giovinezza che trascorre, è colta nell’apertura di un passo, un procedere fluido e leggiadro come una danza • L’equilibrio compositivo è dato dall’apertura delle braccia, che suggerisce la dinamica della figura in volo, grazie anche al virtuosistico gioco della veste leggera che aderisce al corpo anteriormente e svolazza posteriormente. Grazia come qualità intellettuale e spirituale • Controllo e mediazione della ragione sulle passioni ed i sentimenti • Bellezza ideale del corpo giovanile e sensualità non provocante. Inserti metallici Seconda versione dell’Ebe (San Pietroburgo, Ermitage) Le prime 2 versioni erano state criticate : • per la mancanza d’espressione del volto • per l’espediente della nuvola, considerato un illusionismo barocco Canova si difende dalla prima accusa dicendo che la bellezza ideale sarebbe venuta meno e la Ebe sarebbe sembrata una Baccante Ebe, 1816-17 (ultima delle 4 versioni); marmo e bronzo dorato, alt. m 1,66. Forlì, Pinacoteca civica Nella terza e nella quarta versione Canova, seguendo le fonti antiche della statuaria classica : • Trasforma la nuvola in tronco d’albero • Non rinuncia a colorire il marmo, come faceva Prassitele, con tocchi di rosso sulle labbra e sulle guance e con una patina dorata sulle parti nude • Oltre all’anfora ed alla coppa in bronzo realizza anche la collana in bronzo • Canova riesce, con il colore e la particolare levigatura delle superfici, a rendere il marmo palpitante, con la morbidezza della vera carne e una lieve parvenza di vita Però, più che grecizzante, Ebe riassume in sé tutta la grazia settecentesca La pittura neoclassica di DAVID ….. ….. e l’ideale etico della sua pittura epico-celebrativa MSOffice2 Jacques-Louis David (Parigi, 1748 – Bruxelles, 1825) • Autoritratto. Firenze, Galleria degli Uffizi. Arrivato a Roma nel 1774, vincitore del Prix de Rome, vi soggiornò per 10 anni. Qui David studia l’arte dei pittori italiani Michelangelo, Raffaello e Caravaggio Tornato a Parigi, presenta al Salon il suo capolavoro da poco realizzato …… MSOffice3 Diapositiva 37 MSOffice2 "Non appena fui a Parma, vedendo le opere di Correggio, mi sentii scosso, a Bologna cominciai a fare tristi riflessioni, a Firenze fui convinto, ma a Roma mi vergognai della mia ignoranza" ; 03/05/2006 MSOffice3 David soggiornò in Italia dal 1775 al 1780 e poi dal 1784 al 1785 Cricco p. 551 ; 03/05/2006 MSOffice1 Il giuramento degli Orazi 1784; olio su tela; m 3,30x4,25. parigi, Museo del Louvre La scena si svolge all’interno di un cortile, davanti ad un porticato con 3 arcate, che dividono la scena in tre diversi momenti psicologici Totale adesione “vincere o morire” Ferma volontà Angoscia del padre silenziosa (avvolto nel delle donne rosso mantello) che esige il giuramento Due pilastri e due colonne doriche dal fusto liscio sorreggono 3 arcate del portico Determinazione resa dal rigore geometriche delle linee triangolari e parallele • • • Fasce marmoree racchiudono riquadri in laterizio disposti a lisca di pesce La luce illumina il volto del padre, rende statuari i corpi dei figli, scivola sui corpi delle donne L’abbandono doloroso è reso dalle linee curve e dalla disposizione obliqua in profondità L’opera, commissinata dal re Luigi XVI, contiene l’Ideale etico degli anni prerivoluzionari e rivoluzionari che David sente realizzato negli antichi eroi romani Nell’età del re Tullio Ostilio i tre fratelli Orazi furono scelti per combattere contro i 3 fratelli Curazi, per decidere le sorti della guerra tra Roma e Alba Longa. http://it.wikipedia.org/wiki/Orazi Diapositiva 38 MSOffice1 i raggi prospettici confluiscono nella mano che tiene stretta la spada In posizione arretrata la madre copre col velo scuro (presagio di lutto) i 2 figli + piccoli la sorella Sabina, affranta con le mani in grembo, si volge verso la cognata Camilla (moglie del fratello maggiore) che le tiene sulla spalla una mano su cui appoggia il capo ; 03/05/2006 Jacques-Louis David, Il giuramento degli Orazi 1784; olio su tela; m 3,30x4,25. parigi, Museo del Louvre • • • • In quest’opera il pittore francese neoclassico utilizza l’espressività della linea per differenziare tre momenti psicologici diversi individuati dalle tre arcate: al centro la ferma volontà del padre che esige il giuramento dai figli (“Vincere o morire”) è resa dalle linee tese delle braccia verso l’alto che porgono le tre spade; a sinistra la determinazione dei figli è resa dal rigore geometriche delle linee triangolari e parallele; a destra l’abbandono doloroso delle donne è reso dalle linee curve e dalla disposizione obliqua in profondità. MSOffice4 MSOffice5 La morte di Marat MSOffice6 MSOffice7 1793; m 1,62x1,28. Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts • • • • Il tribuno Jean-Paul Marat (medico rivoluzionario nato in svizzera da padre sardo, direttore del giornale L’Ami du peuple, l’amico del popolo, presidente del club dei girondini) è pugnalato il 13 luglio 1793 da Carlotta Corday (che gli si presenta con il pretesto di una supplica), appartenente al gruppo rivoluzionario moderato dei girondini, che fu arrestata e ghigliottinata Marat era costretto a curare una grave malattia cutanea contratta nascondendosi in luoghi malsani, stando diverse ore della giornata in acqua calda. Non narra l’azione omicida, ma le sue conseguenze David invita a meditare sul sacrificio di un uomo superiore Fondo scuro con fitte pennellate gialle che formano una specie di pulviscolo dorato 13 luglio 1793. Marie Charlotte Corday al cittadino Marat. Bisogna che io sia ben disgraziata per aver diritto alla vostra benevolenza Assenza di ambientazione scenica Massima semplificazione compositiva Come Caravaggio, si serve della luce per sottolineare i contenuti e dello spazio sovrastante (vuoto, scuro, incombente) per rendere la tragicità. A Marat, David. 1793. L’anno secondo Diapositiva 40 MSOffice4 I girondini (gli esponenti principali provenivano dalla regione francese della Gironda) si contrapponevano ai giacobini MSOffice5 Giacobini Membri del club politico francese "Società degli amici della costituzione", fondato nel 1789 durante la Rivoluzione francese. Il nome deriva dal loro luogo d'incontro, un ex convento parigino dei domenicani, o jacobins. Maximilien Robespierre fu fondatore e capo indiscusso. Da Parigi il club si diffuse rapidamente e acquistò un enorme potere politico, che raggiunse l'apice quando fu creata la Convenzione nazionale, l'assemblea rappresentativa francese che fu attiva dal 1792 al 1795. ; 03/05/2006 Favorevoli nei primi anni alla monarchia costituzionale, dopo la tentata fuga dalla Francia di Luigi XVI (1791), i giacobini si spostarono su posizioni repubblicane e democratiche. Alcuni elementi estremisti del gruppo acquisirono poi il controllo del movimento e affondarono il paese nel Terrore con l'uso sistematico della violenza: fecero uccidere i girondini moderati e giustiziarono migliaia di oppositori. Il club perse gran parte del suo potere con la caduta di Robespierre in seguito al colpo di stato del 9 termidoro (27-28 luglio 1794), e venne bandito dalla Convenzione nel successivo novembre. ; 03/05/2006 MSOffice6 "Du 13 juillet 1793 / Marie Anne Charlotte / Corday au citoyen / Marat / Il suffit que je sois / bien malheureuse / pour avoir droit / à votre bienveillance." 13 luglio 1793. Marie Charlotte Corday al cittadino Marat. Bisogna che io sia ben disgraziata per aver diritto alla vostra benevolenza ; 03/05/2006 MSOffice7 Non compaiono tutti quegli elementi (noti dalle cronache del tempo) che nella realtà caratterizzavano il luogo del delitto e che avrebbero fatto apparire la morte di Marat come quella di un uomo comune : tappezzeria in carta da parati, cartina della Francia, pistole appese alla parete. Il cesto che fungeva da tavolino è sostituito da una cassetta che, con la dedica, fa da lapide ; 03/05/2006 Marat come Cristo Michelangelo Raffaello Caravaggio DAVID Da Michelangelo a David Raffaello, Il trasporto di Cristo (Deposizione Borghese); 1507; olio su tela; m 1,80x1,75. Roma, Galleria Borghese Caravaggio, La Deposizione nel sepolcro; 1602-1604; olio su tela; m 3,00x2,03. Roma, Pinacoteca Vaticana Jacques-Louis David (Parigi, 1748 – Bruxelles, 1825) David partecipò attivamente alla rivoluzione Il cittadino David: • era deputato alla convenzione e votò la morte del re; fece parte del comitato di salute pubblica; • riformò l’insegnamento e le istituzioni artistiche dopo aver ottenuto la soppressione dell’Accademia; • si occupò dei musei, dei teatri, dell’urbanistica; • disegnò uniformi, sciabole, medaglie; • organizzò le feste e le cerimonie della rivoluzione; • ne celebrò i martiri della trilogia commemorativa di Peletier de Saint-Forgeau, di Marat e del giovane Bara. • Dopo il 1799 divenne il pittore ufficiale di Napoleone CLASSICISMO IMPERIALE David, L'incoronazione di Napoleone, 1805-1807 • La famosa tela celebra Napoleone imperatore e si rifà allo stile imperiale della corte augustea. Lo spirito dell'opera è decisamente celebrativo ed è del tutto lontano dall'esaltazione delle virtù patrie del periodo repubblicano dei tempi della rivoluzione francese. BIBLIOGRAFIA • AA. VV., Storia dell’arte – Linguaggi e Percorsi, Electa – Bruno Mondadori, vol. 3° , pp. 8-9-1930 • P. ADORNO, L’Arte Italiana, Casa Editrice D’Anna, vol. 3° tomo 1°, pp. 159-235 STUDIARE sul libro • Il Neoclassicismo: contesto storico e caratteri fondamentali (pp.10-11) • Architettura: chiesa del La Madeleine, Arco della Pace a Milano e Teatro alla scala (p.167-177) • Scultura – Canova: parte introduttiva e Amore e Psiche (pp. 191-205) • Pittura - David : Il giuramento degli Orazi (pp. 210-215)
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