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Giornata missionaria diocesana Sabato 21 ottobre alle ore 21 nella chiesa parrocchiale di San Marcello Veglia missionaria presieduta dal Vescovo Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi ANNO LIV- N. 44 Voce sport I luoghi del volontariato n ogni altra città o paese si possono incontrare tante persone che trascorrono il tempo della mattina o del pomeriggio in piazza per ritrovarsi con gli amici, chiacchierare o passeggiare. Trascorrono così il tempo libero che hanno riscoperto con l’arrivo della pensione. Sulla stampa si legge spesso, in questi giorni, del dibattito sull’età pensionabile, si scrive del nuovo ruolo che dovrebbe avere nella società chi è uscito dal mondo del lavoro, magari nell’affiancare i giovani che subentrano. Questi confronti sono nuovi al nostro tempo e dovuti alle più lunghe aspettative di vita di ciascuno. Il problema o, meglio, la risorsa è come accompagnare gli uni alla graduale uscita e gli altri all’inserimento. In molte organizzazioni di volontariato, uomini e donne che hanno raggiunto la pensione svolgono un importante servizio nei diversi settori, assistenziale, culturale, ricreativo. Hanno scelto di donare il loro tempo, di ricominciare da capo in un nuovo progetto di vita. Quante professionalità possono essere d’insegnamento ai giovani e utili agli altri? Quanta esperienza di vita ferme in piazza? Donare non ha confini e soprattutto età. Riscoprire, stimolare i pensionati facendoli partecipi di una società che deve maturare in un interscambio tra generazioni, in cui non sia il profitto il metro con cui misurare lo sviluppo, ma la solidarietà che non ha confini. Appunto il valore della solidarietà che deve entrare nel vivere quotidiano con l’esempio di chi il tempo lo dedica all’altro, per ascoltarlo, per farlo soggetto, operando un avvicinamento in tutte le età che esclude la massificazione, gli slogan, aprendo un cammino di ricerca da fare insieme, giovani ed anziani. Questo partecipare può raggiungere il significato mistico di condivisione, di associarsi per obiettivi in cui la dialettica tra generazioni aiuta a capire l’avventura umana, spesa fino alla fine, fino all’ultimo minuto, in cui si può aprire e donare un sorriso di speranza per coloro che faticano e hanno bisogno nel continuare l’avventura della vita. Facciamoci un regalo di Natale! Pensiamo alla possibilità di dedicare del tempo ad una associazione di volontariato; nel momento in cui doniamo è un arricchimento anche per noi, scopriremo di essere utili e necessari e sicuramente anche se ritorneremo a casa più stanchi saremo più felici, perché con un sorriso qualcuno ci ha ringraziato e comunicato che la nostra presenza è indispensabile per chi si trova nell’indigenza per le difficoltà della vita ed ha trovato una spalla su cui appoggiarsi, un collaboratore di cui fidarsi. Remo Uncini Euro 1 DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145 Editoriale I Settimanale d’informazione inserto oikos di Lucia Romiti e Giuseppe Papadia nel prossimo numero Un desiderio infintio dentro al cuore Lo sport a Jesi? Una vocazione 9-12 Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi DOMENICA 17 DICEMBRE 2006 a cura dell’Oikos Inaugurato l’archivio parrocchiale a Poggio San Marcello di StefaniaVico a jesi le telecamere di sat2000 Un viaggio Sat 2000 è una tv sempre più facile da incontrare. Otto anni di attività sul satellite, non a pagamento, su Hot Bird, così da poter essere vista in tutto il continente europeo e oltre. In Italia è inserita anche nel bouquet base di SKY (canale 818), ma molti suoi programmi sono visibili senza parabola nè decoder perchè ritrasmessi da varie emittenti regionali e locali. In questi giorni il giornalista Antonello Carvigiani è a Jesi per preparare il “viaggio” nella Diocesi di Jesi che sarà trasmesso venerdì 22 dicembre alle ore 17,30. Welby: non basta commuoversi di fronte alla sofferenza Quale risposta può dare la bioetica? S alvo imprevisti, in questa settimana il giudice dovrebbe pronunciarsi in ordine alla richiesta di Piergiorgio Welby, colpito da distrofia muscolare che da anni lo tiene inchiodato al suo letto, di autorizzare lo stacco della spina per poter morire. Il suo dramma ha richiamato l’attenzione di tanti e, in primis, del presidente della repubblica e del parlamento, perché il nostro fratello malato è tenuto in vita esclusivamente con i moderni mezzi meccanici sia per la respirazione che per la nutrizione. Ma i medici, gli amici e la stessa moglie, nonostante la loro infinita compassione, non assecondano la richiesta di Welby perché il gesto verrebbe considerato come un atto equiparabile all’eutanasia, atto proibito dalla legge e dalla coscienza umana. Così questo dibattuto problema dell’eutanasia che si intreccia con quello dell’accanimento terapeutico, si impone ancora una volta alla nostra coscienza di cittadini, di fratelli e di credenti. Come uscire da questo dramma? Diciamo subito che la soluzione non può e non deve essere in termini di eutanasia, cioè provocando la morte con dolcezza, per via artificiale, con intervento esterno tramite un farmaco particolare. Soluzione inaccettabile nemmeno se un domani lo dovesse permettere la legge, perché la legge non può e non deve mai soffocare il diritto naturale alla vita. Diverso è il discorso se vogliamo analizzare il cosiddetto accanimento terapeutico. *** Il gesuita Carlo Casalone, noto esperto di bioetica, accetta la definizione dell’accanimento terapeutico come “ostinata rincorsa verso risultati parziali a scapito del benes- sere complessivo del malato; si adottano cioè mezzi terapeutici sproporzionati e/o troppo onerosi per il paziente stesso, per la famiglia o per la collettività…Quindi nessuno è moralmente tenuto all’uso di tutte le tecnologie disponibili che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita”. Le moderne tecnologie, applicate per scongiurare la morte, ma tali da prolungare soltanto la vita senza prospettiva di miglioramento o, peggio ancora, di guarigione, possono costituire accanimento terapeutico nella maggior parte dei casi. Certo, non in tutti, perché ogni caso ha una sua storia e una sua evoluzione. Nel lontano passato, in occasione della morte dei dittatori Franco e Tito, il mondo criticò il fatto della loro tenuta in vita, in modo del tutto artificiale, solo per esigenze politiche interne. Storico esempio di accanimento terapeutico. Tenere in vita l’ex primo ministro israeliano Sharon non è accanimento terapeutico? Certo, il caso Welby è diverso. Ma se la società non avesse adottato tante macchine per tenerlo solo in sofferenza, da quanti anni la natura avrebbe provveduto alla sua morte? Attendiamo di sapere se per il giudice si tratta di accanimento terapeutico o di eutanasia. Vittorio Massaccesi 2 17 dicembre 2006 Jesi e Vallesina Teatro Giovani Già annunciata la XXXX° Stagione Lirica - La Filarmonica a Gerusalemme Buon anniversario, Pergolesi! S i è appena conclusa la due concerti che terrà, con Stagione Lirica 2006 è la direzione del M° Corrado già è stato annunciato il Rovaris, a Betlemme (22 dicartellone della prossima. cembre) e a Gerusalemme Mai era avvenuto tanto (23 dicembre). Il giorno precocemente ed è buon di Natale su RAI 3, verrà segno. Si hanno ormai trasmessa in mondovisioidee chiare a riguardo. La ne alle ore 11 una sintesi Stagione Lirica jesina indi queste manifestazioni tegrerà altre attività munel ‘Concerto per la vita e sicali: quelle del Festival per la pace’. Il ‘Salve Regina’ Pergolesi Spontini, innandi Pergolesi è fra i brani in zi tutto, riservato a studi programma. specializzati e ricerche Le Marche dunque si svelacon manifestazioni e spetno al mondo. Ultima fra le tacoli di rara esecuzione. regioni emergenti illustrate Diversi spazi avrà invece anche in futuro la lirica che dal turismo, finalmente apre lo scrigno che racchiude i continuerà a presentare, come ha fatto quest’anno, ti- tesori della sua cultura, della sua arte, della sua musica. toli di grande repertorio, ma non prive di connotazioni di novità e idonei, per altro, a promuovere una forma Augusta Franco Cardinali di educazione musicale nei confronti dei più giovani. Foto Anna V. Vincenzoni Non meno ci si è resi conto dell’opportunità di distanziare ragionevolmente gli spettacoli tra loro e rispetto Nuova Gerusalemme a quelli di altre stagioni: del Teatro delle Muse, sopratGiungerà da lontano tutto, che impiega, con rischio di surmenage, la stessa come vento improvviso nel deserto orchestra e lo stesso coro. la voce dello Spirito. Di quanto sia giusto rispondere a queste esigenze ci si Prostrato a terra è accorti soprattutto quest’anno in cui sono state regiresterà il viandante, strate circa 7000 presenze, con un aumento degli abcieco ed immemore bonamenti di circa il 500% rispetto al passato. Sono da come chiusa roccia. aggiungere poi gli studenti intervenuti con il progetto, Compreso in un’attesa senza tempo ideato nel nome di Felice Catalano, ‘Ragazzi…..all’operesterà, ra!’. Vi hanno aderito 19 scuole e istituti della provincia: tenace e inamovibile 1342 presenze, rapportate alle 840 dello scorso anno. in solitudine assoluta. Invitanti sono dunque i titoli della Stagione Lirica 2007 del Pergolesi che festeggerà fra breve il 40° anniversario Poi, quando la Speranza della sua qualifica a ‘teatro di tradizione’. Il primo è “La sarà compiuta, Bohème” di G. Puccini, opera coprodotta con i teatri d’un tratto l’ira di Fermo, di Treviso e ‘La Fenice’ di Venezia. Seguirà si placherà “Werther” di J. Massenet, coprodotto con l’Opéra di e allo sguardo stupito Nizza e firmato da Paul Emile Fourny, regista del ‘Riun orizzonte nuovo apparirà goletto’ di quest’anno. Terzo titolo è “Lucia di Lame un nuovo cielo mermoor”, in un nuovo allestimento. Verrà coprodotta e nuove voci giungeranno con il teatro di Treviso e ne sarà regista Italo Nunziata. ancora e ancora più vicine Tanto potrebbe essere detto agli studenti, con riferie l’uomo all’uomo parlerà mento a queste opere, intorno a Verismo e Scapigliacon meraviglia. tura, Romanticismo e Romanzo storico. Non sono stati La stessa lingua resi noti, al momento, i nomi che appariranno nel cast con armoniosi accenti parleranno. e le date degli spettacoli, ma non mancherà occasione di riparlarne. Ciò che è nel profondo e nel segreto Anche il “Concerto di Natale”, come quest’anno, avrà al cielo caratteristiche particolari. Verrà dedicato a Beniamino scaturirà come fresca sorgente, Gigli e sarà riservato a cantanti – i tenori – che si aue accorreranno dai quattro orizzonti spica non diventino ‘una razza in via d’estinzione’…. popoli e greggi …..e con la Filarmonica Marchigiana in Terra Santa con gioia a dissetarsi, Intanto altre belle notizie giungono dal nostro mondo percorrendo sentieri attraverso della musica. Riguardano la Filarmonica Marchigiana nuovi fertili campi. che, dopo un concerto a Roma (20 dicembre), nella chiesa dell’Ara Coeli, si trasferirà in Terra Santa per altri Augusta Franco Cardinali Da Godot a Borsalino er i giovani (e non) è pronto il cartellone delP la rassegna “Passaparola…..a teatro al prezzo di una birra”. Va preliminarmente ricordato che rag- giungerà quest’anno i teatri di Jesi, di Montecarotto e di Maiolati Spontini. Appunto in questo, il 17 dicembre, sarà presentato il primo spettacolo, “Aspettando Godot”. Si tratta di uno speciale adattamento serio, ironico, surreale dell’opera di Beckett, affidato ai geni della comicità della compagnia Donati & Olesen, più volte applaudita a Jesi. Il 31 gennaio nel teatro Comunale di Montecarotto andrà in scena “Arlecchino Don Giovanni” con la compagnia Pantakin, l’unica che faccia ancora oggi teatro dell’arte. Lo spettacolo – una novità assoluta – è costruito su un canovaccio riscoperto e riadattato in versione moderna. Punta di diamante della rassegna sarà Angela Finocchiaro. Passando dalla televisione al teatro, l’8 febbraio sarà al Pergolesi in “Miss Universo”. L’attrice racconterà con il suo ironico, esilarante umorismo e in un lungo, brillante monologo le complessità e le stravaganze del nostro presente. Prodotto dal Crest di Taranto, vincitore del Premio Scenario 2005 assegnato alle migliori giovani compagnie e in collaborazione con la rassegna ‘Malati di niente’ il 26 febbraio andrà in scena al Pergolesi “Il deficiente”. Il titolo, apparentemente provocatorio, fa riferimento all’etimologia della parola. Deficiente, cioè ‘mancante’, non è solo il protagonista cieco che è al centro della vicenda, ma anche la natura umana, chiusa entro piccoli e grandi egoismi. Il 15 marzo, al teatro Pergolesi, sarà la volta di Giuliana Musso, attrice emergente che ha ottenuto nel 2005 il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro. Presenterà “Sex machine”, per descrivere il mondo della notte osservato da una donna alla ricerca delle vere ragioni che regolano e motivano il vivere sociale. Anche questo spettacolo è realizzato in collaborazione con la rassegna ‘Malati di niente’. “Un cappello Borsalino”, di e con Ombretta Zaglio, è l’ultimo, premiatissimo spettacolo in programma. Andrà in scena al Teatro Studio V. Moriconi il 30 marzo. Realizzato dal teatro del Rimbalzo presenta, percorrendo le tappe più significative della vita di Giuseppe Borsalino, uno spaccato di vita dell’800 con i suoi problemi sociali, i suoi drammi, i suoi fermenti. Di questo spettatolo, come pure de ‘Il deficiente’, sono previste repliche per le scuole. La rassegna, organizzata dal Teatro Pirata, è stata promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini e dai comuni di Jesi, Maiolati Spontini e Montecarotto. Sponsor ufficiale è la Banca Popolare di Ancona. Augusta Franco Cardinali 3 Cultura Documentari di Geniale Olivieri: prima puntata “Artisti di casa nostra” Come anticipato nel numero scorso, considerato il successo chiostro Sant’Agostino. “L’artista è immerso nel suo conseguito dalla proiezione e l’interessante contenuto dei do- mondo, che è fatto di tele, miscele colorate, poesie, socumentari, riportiamo a seguire un estratto del commento gni. Perché Bernardo Bosi sapeva tradurre e trasformare di Giuseppe Luconi che ha accompagnato il primo dei tre in sogno ciò che vedeva. storici filmati di Geniale Olivieri proiettati al Circolo CittaIl suo percorso artistico è dino domenica 3 novembre. Una testimonianza fotografica stato segnato da una corara e di qualità del secolo appena trascorso, e affacciata su stante ricerca - attraverquello attuale, che si fa sempre più preziosa via via che ci so tecniche, stili, espresallontaniamo da esso. sioni, contenuti - con un In effetti, se le parole dette o scritte bene, con talento, hanno filo denominatore comuvalore inestimabile, le immagini, soprattutto quelle fotograne: la fantasia.” Sorprefiche, risultano in assoluto il linguaggio più immediato, disa! E mormorio in sala! retto, intimo con l’interlocutore-spettatore. In assoluto, unico Non se l’aspettava nessumezzo al mondo provvisto del potere di catturare, fermare, no…fanno capolino, nel conservare il tempo; scrigno magico di questa dimensione vifilmato, i ritratti eseguiti tale, percepibile, “visibile” nell’uomo e nelle cose, eppure inafdall’autore del commenferrabile ed inarrestabile. to: “furono esposti all’inAd Olivieri va oggi il riconoscimento di aver saputo intuire terno della chiesa di San per tempo l’importanza della fotografia realizzando così un Nicolò nell’ambito di una patrimonio prezioso per tutta la comunità, e soprattutto per mostra riservata agli ex le generazioni a venire. La sua attività “ cinematoriale codipendenti Fiat.” mincia nel 1954 e lo porta, nel corso degli anni, a realizzare Ritorniamo agli artisti… “ufficiali”: Giannetto Magrini, una cine-videoteca che viene dichiarata nel 1994 di notevole “pittore dalla spiccata personalità; ha al suo attivo una interesse storico dalla Sopraintendenza archivistica per le ricca galleria di mostre Marche. Numerose si sono susseguite le proiezioni di docu- personali e di collettive, mentari e filmati, tutti riguardanti la città di Jesi nell’arco anche all’estero. I suoi del Novecento…” : così riferisce di lui la breve biografia ri- lavori spaziano tra figuportata dal volume “La Videoteca Olivieri”. re e paesaggi ma, come è stato sottolineato, quella *** che domina su ogni altro soggetto è la solitudine che “Artisti di casa nostra”: una rassegna di pittori, scultori, ferma i luoghi e le cose”. incisori, “colti sul fatto” e nel “proprio mondo” dall’obiet- Ritratto in una delle sue tivo di Geniale Olivieri. Presenti nel filmato non per via numerose “personali”, di una selezione o di una classifica, ma semplicemente Mario Pasquinelli, “artista perchè fanno parte delle tantissime immagini della sua tra i più attivi e apprezzavideoteca. ti. Oltre alle tante mostre, Apre al pubblico lo spettacolo di una piazza gremita – in può vantare premi e riuna sera del marzo 1961- di gente e del “fior fiore dei pit- conoscimenti significatitori jesini - commenta Giuseppe Luconi-, coinvolti dalla vi. Della sua pittura sono trasmissione televisiva Campanile sera, che opponeva Jesi state sottolineate, in particolare, la grafica fluida e scorrea Bracciano. A guidare la piazza jesina un presentatore vole, le sfumature tonali, l’atmosfera romantica, la raffinata storico della Tv: Enzo Tortora. Sulla scorta di vaghe indiprecisione”. cazioni, i pittori jesini dovevano indovinare e disegnare “Irrequieto” Ezio Bartocsulla tela, l’identikit di un noto personaggio dello spetci, “grafico, affascinato tacolo. Il personaggio misterioso era Gino Bramieri, ma dal segno, dal disegno, nessuno lo indovinò. La serata finì con la vittoria di Bracdalla linea, ma anche dal ciano: a Jesi non se ne fece un dramma.” colore. Bartocci, artista a A seguire, il volto noto tutto tondo, scopre e rie indimenticabile di scopre il linguaggio degli Giuseppe Campitelli, oggetti perché ogni og“un artista scomparso, getto, per un verso o per ma che vive nel cuore l’altro, si collega a popoli della gente con le sue e epoche lontane”. opere: in particolare, Ed è la volta dei quadri di due dei monumenti ai Corrado Olmi, esposti al Caduti presenti nella Palazzo dei Convegni. nostra città…e il monu“Oltre lo schermo: occhiamento collocato, quasi te indiscrete e maliziose trent’anni dopo, negli dietro le quinte del cineOrti Pace, sotto le antima. Il tratto inconfondibile di Corrado, preciso e ironico, che mura…che ricorda pronto a cogliere la battuta, l’espressione, il dettaglio di i bersaglieri caduti nel situazioni che hanno attraversato la storia della decima luglio del 1944 a Monmusa.” tegranale, nella battaLa scultura, con Massimo Ippoliti, chiude il filmato: “… glia che aprì la strada l’artista che ha lavorato allo sviluppo del bozzetto e alle alla liberazione di Jesi dall’occupazione tedesca.” rifiniture finali del monumento a Federico II…L’altro suo Alleggerisce la proiezione, una bella inquadratura di monumento testimonia invece il sacrificio dei martiri di piccoli artisti, impegnati Montecappone, vittime del piombo nazista nel giugno nel concorso di pittura ex- del ‘44.” tempore Giù pe’ Sant’Anna. “Giovanissimi, con tavolozFotoservizio Paola Cocola za e colori, dalle parti dell’Esino o sparsi nel centro storico, non sanno di essere Giornata delle Marche a Jesi loro il vero spettacolo della manifestazione: conquistano la scena con il loro entusiasmo, la spontaneità, il modo giusto di vedere e raccontare le cose.” E ancora volti noti: EdSi è tenuto, nella mattinata del 4 dicembre, presso il teatro-studio “ Valeria Moriconi” di Jesi, un incontro con il critico letterario Roberto Galaverni nell’ambito della “Giornata delle Marche” promossa dall’Ente Regionale. Il liceo mondo Giuliani, il popolascientifico “Leonardo da Vinci” di Jesi è stato re “Mondo”, in due versioni una delle sei scuole della Regione invitate a parinsolite: quella del “Mondo” tecipare. ritrattista e quella del “MonA presenziare l’interessante prolusione del prof. do” scultore. “Una scultura, Galaverni su “La poesia marchigiana dal dopola sua, realizzata con tecniguerra ad oggi”, sono stati gli alunni della classi ca nuova, una composizioquarte dell’Istituto. ne in metallo, per celebrare La conferenza , pienamente riuscita, è stata una la figura del bambino che occasione di arricchimento del bagaglio cultuappartiene alla storia del rale dei ragazzi e ha dato l’opportunità di conomondo del lavoro jesino, scere un aspetto essenziale del patrimonio letquella del piccolo cordaio...” terario della nostra Regione. 1980: Bernardo Bosi, nel Gli studenti e la poesia dal dopoguerra 17 dicembre 2006 Gli auguri della Filarmonica Marchigiana Sognando il Natale I primi auguri della stagione sono stati quelli della Filarmonica Marchigiana. Li ha presentati il 7 dicembre al Pergolesi con il ‘Concerto di Natale’: un evento coinvolgente per la città, prevedendo la partecipazione di un coro di cui facevano parte componenti di diverse formazioni e scuole musicali di Jesi e della Vallesina. La suite del “Lo Schiaccianoci”, che ha occupato la prima parte del programma, potrebbe avere come sottotitolo ’Sogno di una notte di Natale’. Il clima fiabesco e onirico di questo balletto, tra i più famosi fra quanti ne siano stati mai composti, ha suggerito a coreografi e interpreti chiavi di lettura diverse; come quella, freudiana, di Nurejev, o quella di Ronald Hynd che si rifà fedelmente al racconto originale di Hoffmann. Ciaikowskij compose un vero sortilegio in musica. Lo suggerì il clima incantato di una fiaba che, con libera fantasia, nel suo sviluppo narrativo apparentemente incoerente potrebbe ricordare ‘Alice nel paese delle meraviglie’. Del tutto inedito invece, e in prima assoluta, il “Trittico di Natale”, opera del direttore e compositore abruzzese Luciano di Giandomenico. Strutturata in tre movimenti questa cantata descrive, trascolorando da impressione e impressione attraverso reminiscenze di canti tradizionali natalizi, nenie e ritmi popolari, l’atmosfera di intima gioia, tenerezza ed esultanza della festa più bella dell’anno. Notevole perizia dimostra l’autore nell’elaborare un materiale musicale eterogeneo, nello strutturare polifonicamente le voci, nell’uso di avvolgenti e suggestivi impasti orchestrali Anche un ritmo inconsueto – la rumba – viene appropriatamente richiamato, a suggerire, con la trepidante attesa di Cristo, paesaggi di dune ondulate e di carovane in cammino nel deserto. Sono state armoniosamente incastonate nell’opera le voci del soprano Ivanna Speranza e del mezzosoprano Erin Elizabeth Smith, ascoltata nell’ultimo ‘Rigoletto’ nel ruolo di Maddalena. Ha ben figurato il coro, preparato dal M° Michele Quagliani. La direzione era del M° Dejan Savic, iugoslavo, dal prestigioso, lunghissimo curriculum. E’ stata una grande festa per tutti, eppure i fervidi, prolungati applausi, chissà perché non sono riusciti a portare alla ribalta l’autore. Peccato; li avrebbe davvero meritati. Augusta Franco Cardinali Foto Anna V. Vincenzoni San Paolo di Jesi Ginnastica per la terza eta’ Il comune di San Paolo di Jesi ha accolto la richiesta dell’UISP, Unione Italiana Sport Per tutti, di utilizzare la palestra della Scuola Elementare della città per dare agli anziani la possibilità di svolgere attività motoria, contribuendo anche economicamente con 500 euro circa. I corsi di ginnastica per la terza età, sono iniziati il 17 ottobre e si tengono nei giorni di martedì dalle 17,45 alle 18,45 e il venerdì dalle 18,15 alle 19,15. coloro i quali fossero interessati a partecipare possono ancora farlo, infatti le iscrizioni sono ancora aperte. Per maggiori informazioni ci si può recare presso il Comitato UISP di Jesi, sito in Viale Verdi 39/a, oppure telefonare al numero 0731-213090 o ancora inviare un e-mail a [email protected]. Giulia Benigni 5 Attualità 17 dicembre 2006 A ¬ntra' /unt i LA SCELTA DEI CAPI di Gabriele Gabrielli* L a relazione con il capo è davvero cen- re? E ancora: si possono formare e quindi trale nel lavoro. Può essere buona o si può favorire un processo di apprencattiva; può motivarci o logorarci; può in- dimento, oppure “capi si nasce”? Come fluenzare negativamente il nostro umore sempre quando parliamo di lavoro e mae, di conseguenza, le relazioni con gli al- nagement le risposte non sono semplici tri, in famiglia e con gli amici; può anche e richiedono ben altri approfondimenti però metterci di buon umore e persino e molti chiarimenti. Ci sentiamo però di esaltarci. Il capo al quale si fa riferimento nel laIl “rispetto” dei capi verso le voro può essere una “risorsa” importanpersone è fondamentale così come te per il benessere personale, sociale e è fondamentale il rispetto dei della stessa organizzazione. “Scegliere” i capi dunque è una grande responsabi- collaboratori per la responsabilità lità per imprese, organizzazioni e pubdei capi. bliche amministrazioni; spesso però si sottovaluta la portata e l’impatto di tali scelte. Quando si sceglie un capo e a affermare con decisione che esistono capi qualunque livello organizzativo, dal capo migliori di altri. Sono tali per esempio i reparto o supervisore di attività al grande capi che “ascoltano” e “valutano” i collamanager di un’impresa e dirigente di un boratori per valorizzarne il loro contribudipartimento di un ufficio pubblico, è uti- to e quindi per sviluppare l’impresa in cui le ricordare invece che “quel capo” che si lavorano. Di capi che ascoltano per la vesceglierà potrà influenzare molte dinami- rità non è pieno il mondo; si trovano con che; non soltanto quelle produttive e del molta più frequenza invece capi che valu“fare”, ma anche molte dinamiche –come tano senza ascoltare, senza cioè mettere quelle personali e sociali- che hanno più al centro, almeno per qualche momento, a che fare con l’”essere”. Allora la que- il proprio collaboratore per capirne i bisostione si sposta sulla domanda: ma c’è un gni e le motivazioni. E’ anche merce rara capo migliore di un altro? E se sì, quali ca- poi trovare capi che si impegnino per inratteristiche e competenze dovrebbe ave- crementare il valore del lavoro del colla- Lezioni non comprese di Riccardo Ceccarelli S i è concluso nel migliore dei modi il viaggio del Papa in Turchia nonostante i timori che si nutrivano alla vigilia. Importanti i suoi gesti ed i suoi interventi. Di grande rilevanza storica, e direi religioso-filosofica, la dichiarazione congiunta sottoscritta da Benedetto XVI e dal patriarca Bartolomeo I, dove tra l’altro si dice che ”uccidere gli innocenti in nome di Dio è un’offesa a Lui e alla dignità umana”. Sono gli stessi contenuti della lezione tenuta a Ratisbona (Regensburg) da Benedetto XVI il 12 settembre: “La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell’anima. […] Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”. Allora queste riflessioni, che presero avvio da un accenno a Maometto in un colloquio tra l’imperatore Michele II Paleologo ed un persiano colto avvenuto nel 1391-93 e registrato tra il 1394 e il 1402 (non “mille anni fa”, come in un lapsus è incorso Bruno Vespa ne Il Resto del Carlino del 2 dicembre), non ebbero quella giusta rilevanza, mentre musulmani e non, se la presero con il Papa per l’accenno a Maometto: riferimento ritenuto offensivo dai musulmani e inopportuno da molti nostri “intellettuali”. In quelle settimane l’Islam insorse, i leader europei tacquero, il Papa precisò ma di quella lezione non ritirò neanche una virgola. Quello che meravigliò allora è che molti, anche nel “mondo cattolico”, parlarono di inopportunità di quella lezione in considerazione del dialogo con l’Islam, quasi volessero loro stessi dare una lezione - di metodo se non altro - al Papa. Su questo tema del dialogo, delle sue modalità e della precisa identità degli interlocutori parlò successivamente il Papa nel discorso alla Pontificia Università Gregoriana. Ora dopo il viaggio in Turchia sembra ritornata un po’ di bonaccia sulle recenti tempeste. Solo la Chiesa sembra comunque difendere la nostra civiltà ed avere, in forza della sua precisa identità, il coraggio e la determinazione di dialogare con le altre culture e civiltà. In questo contesto appare sempre più penoso e vuoto il contributo (!) dei dirigenti politici degli Stati dell’Europa che guidano i rispettivi paesi senza “valori ed ideali” se non quelli legati strettamente ad un amorfo ed esangue pragmatismo, all’economia e alla finanza, snobbando chiaramente nei fatti le proposte ideali (vedi il riferimento alla storia passata dell’Europa) che possono venire dalle Chiese e dal pontefice romano in particolare. Stranamente, ma i nostri giornali non se ne occupano diffusamente, l’apprezzamento per gli interventi di Benedetto XVI, anche per la lezione di Ratisbona, viene da un esponente del mondo musulmano. Lo ha fatto il gran muftì di Sarajevo, Mustafà Ceric, in una intervista al settimanale tedesco Zeit, come riferisce Il Foglio del 2 dicembre. “Noi musulmani, dice Ceric, abbiamo bisogno di un Papa forte.” Secondo il gran muftì, Benedetto XVI a Ratisbona ha fatto benissimo a difendere la fede contro la sete di dominio del fanatismo religioso. Peccato solo che, in alcuni casi, “dopo si sia messo sulla difensiva e mostrato troppo timoroso nei confronti dell’Islam”: “un Papa timoroso non è una buona cosa per noi. Perché anche dalla nostra parte regna la paura, e tutto questo crea una situazione esplosiva.” Una voce isolata forse quella del gran muftì di Sarajevo, ma sintomatica nei confronti di Benedetto XVI. Non ci sono parole per evidenziare il pressappochismo di tanta nostra informazione e di tanti “commentatori” che, insieme ai gestori della politica, non riescono ad andare oltre la convenienza denotando una mancanza di coraggio per analisi profonde e per prospettive di autentica civiltà. Non si tratta forse solo di coraggio ma di capacità e di rigorosa e adeguata preparazione anche culturale. boratore. Un esempio può bastare. Riconoscere che un lavoro è fatto bene, non è difficile; ma raramente lo si riconosce a una persona. “Valorizzare” il lavoro infatti presuppone molte cose; che il capo abbia “fiducia” nelle persone; che consideri la sua attività come una responsabilità molto importante e fondata su alcuni principi di etica umana prima che di etica degli affari; che abbia la competenza per farlo. Assumere decisioni riguardo la scelta dei capi, dunque, significa essere consapevoli che affida nelle loro mani buona parte del malessere o del benessere nei luoghi di lavoro, ma anche fuori. Il “rispetto” dei capi verso le persone è per questo fondamentale per instaurare relazioni pienamente produttive; così come è fondamentale il rispetto dei collaboratori per la responsabilità dei capi. Abbiamo aperto in questo modo molte “finestre” attraverso cui continuare ad osservare e riflettere sulle dinamiche che caratterizzano il modo con cui “stiamo nelle organizzazioni” e “fuori dalle stesse”. Quella della relazione capo - collaboratore è comunque una “finestra” decisiva su cui certamente ritorneremo. *Docente Università LUISS Guido Carli Centro Studi Oriente-Occidente La scienza e il proprio orientamento L’ evoluzione della natura è un processo casuale? La vita, la morte, la trasformazione di alcune specie, sono eventi accidentali? La cosiddetta “selezione naturale” che investe tutti gli organismi - compreso l’uomo, è frutto di un andamento del tutto fortuito? Esiste la possibilità che i benefici e le sofferenze che la natura causa agli esseri viventi siano invece legati ad uno scopo? Le selezioni della natura possono rappresentare “il mezzo” per giungere ad un significato? Su questi argomenti si è concentrato il dibattito del 30 novembre-1° dicembre scorsi presso l’aula del Rettorato dell’Università Politecnica di Ancona. A sollevare la questione ed a proporre possibili interpretazioni, il Centro Studi Orienteoccidente – associazione culturale con sede nel capoluogo – impegnato dal 1994 nel favorire la conoscenza tra culture europee ed extraeuropee, sottolineandone analogie e differenze, con lo scopo di individuare valori universali comuni. Il convegno, dal titolo “Esiste una finalità nella natura?”, ha analizzato e interpretato il tema da punti di vista scientifici, filosofici e teologici, interrogandosi su un eventuale “progetto” o “Disegno Intelligente”, da ritenersi principio di partenza dei fenomeni naturali. La concezione del “Disegno Intelligente” prevede la presenza di una “Mente” cosciente dietro di esso, ma come specificato dal dott. Giuseppe Possedoni - ideatore e curatore del convegno “non si tratta di voler inserire Dio nella catena delle cause naturali per sostenerne l’esistenza o per dare ragione a fenomeni la cui spiegazione al momento ci sfugge, né si tratta di imporre limiti alla ricerca scientifica, si tratta piuttosto di una scienza che deve ritrovare il suo proprio orientamento, riacquistare un respiro più ampio, quello che forse aveva ai tempi della cosiddetta filosofia naturale, dopo che per troppo tempo si è rinchiusa nel recinto ideologico di un’interpretazione materialistica della natura”. La scienza concentra la propria attenzione ai fenomeni misurabili, osservabili in maniera oggettiva e ne estrae leggi altrettanto oggettive. In questa maniera delinea in maniera precisa il suo campo d’azione. Ciò che ne rimane escluso è rappresentato dalle domande sulle origini della vita, sull’esistenza, sulla sua finalità. Credere in un fine ultimo, in una sorta di “Intelligent Design”, a cui sono legati i fenomeni della Terra, deve necessariamente significare scontrarsi con la scienza? Motivare la causa di alcuni fenomeni al di fuori – o ancora – al di sopra della natura, equivale ad escludere l’impegno scientifico? Come in molti altri casi la soluzione si chiama mediazione. Mettere da parte il materialismo assoluto, che porta ad analizzare solo ciò che è enumerabile da una parte, ed evitare di fossilizzarsi sui preconcetti, ad esempio sull’interpretazione “letteralista della Bibbia” - come spiegato dal dott. Possedoni, alimenta senz’altro confronti proficui. “La scienza – ha aggiunto ancora Possedoni – dovrebbe essere in grado di cogliere, quando le si presentano, quegli indizi, quegli spunti, quei dati, capaci di produrre nello scienziato come in tutti coloro che vi entrano in contatto, cambiamenti personali significativi”. Raffaella Fioretti Il Comitato territoriale di Assindustria e il sindacato L’orgoglio di essere sindacato R iprendiamo il confronto aperto dal Comitato Territoriale Vallesina di Assindustria che al sindacato chiede : “In quanto portatore degli stessi interessi e creatore della stessa storia e della stessa ricchezza, gli industriali chiedono di fare un percorso comune, di creare un organismo comune, paritetico, di individuare gli obiettivi strategici comuni nella scuola, nella formazione, nella cultura. Il Comitato Territoriale della Vallesina di Assindustria ha intrapreso la strada di un confronto con tutta la realtà locale sul tema dello sviluppo territoriale e della creazione di nuove opportunità in grado di attrarre capitali da investire nel nostro tessuto imprenditoriale. In questo contesto il sindacato è un interlocutore interessato in quanto soggetto del mondo del lavoro ed al tempo stesso attore di una nuova strumentazione che si vuol mettere in campo. E’ chiaro che l’interesse delle organizzazioni sindacali, continuamente alle prese con la diminuzione di posti di lavoro, legati in gran parte alla delocalizzazione delle imprese, è orientato ad invertire questa tendenza facilitando la creazione di nuove opportunità occupazionali a medio-alta specializzazione. Il primo obiettivo comune è quello di rimuovere gli ostacoli locali, legati alla frammentazione delle competenze burocratiche ed allo scarso coordinamento degli Enti Locali; gran parte delle risorse economiche attraibili passano attraverso i progetti della Comunità Europea che le singole imprese o il singolo Comune non sono in grado di attivare, ma se opportunamente messi in rete tra loro e sufficientemente stimolati dai vari attori sociali possono senz’altro competere ed essere in grado di misurarsi con il contesto internazionale. Il secondo obiettivo è quello di favorire l’incontro tra domanda ed offerta del mondo del lavoro; anche qui si tratta di individua- re gli obiettivi strategici su cui orientare il mondo della scuola e della formazione. Il livello di qualificazione professionale delle maestranze è senz’altro un elemento che fa la differenza tra i vari “distretti industriali”, ma per far questo non ci si può limitare a considerare ciò che è “formalmente istituito”, occorre invece valorizzare l’apporto costruttivo di gruppi informali, leader di società civile, famiglie-risorse, privato sociale. Si tratta di un prodotto estremamente “pregiato”, non in grado di prodursi autonomamente, ma va costruito sapientemente sia nei confronti degli utenti diretti (scuola, impresa, studenti, disoccupati) sia sul versante del valore aggiunto che si consegue durante l’erogazione del servizio, vale a dire la costruzione solida di legami sociali non impersonali e dotati di “senso” all’interno di un tessuto sociale che tende sempre più a frammentarsi, impegnarsi cioè a costruire un “welfare community”. Il convegno di novembre al Federico II dal provocante titolo “Orgogliosi di essere industria” ha aperto un confronto molto interessante con il sindacato che parimenti rivendica da parte sua l’orgoglio di essere Sindacato, rappresentativo, autorevole, quindi in grado di raccogliere le sfide e confrontarsi su questi temi di interesse comune Paolo Pizzichini Responsabile CISL di Jesi 6 Vita Ecclesiale 17 dicembre 2006 Parola di Dio Dal Vangelo secondo Luca Sofonia 3,14-18a; Filippesi 4,4-7; Luca 3,10-18 di don Mariano Piccotti 3^ domenica di avvento - 17 dicembre 2006 CONDIVIDERE PER FAR LIETA LA FESTA Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua ala e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Vennero an- Commento che dei pubblicani a farsi La Chiesa ha chiamato battezzare e gli chiesero: questa “domenica della “Maestro, che dobbiamo gioia”. Dice Sofonia al pofare?”. Ed egli disse loro: polo in un tempo di guer“Non esigete nulla di più ra: “ Non lasciarti cadere di quanto vi è stato fis- le braccia. Il Signore tuo sato”. Lo interrogavano Dio in mezzo a te è un anche alcuni soldati: “E salvatore potente. Esultenoi che dobbiamo fare?”. rà di gioia per te…! Rispose: “Non maltratta- Dio è felice di incontrarti. te e non estorcete niente Dio cerca la tua gioia. a nessuno, contentatevi Il segno piu’ bello del Nadelle vostre paghe”. Poi- tale è la gioia, quella che ché il popolo era in attesa dal cuore pacificato, pase tutti si domandavano sa a quanti si incrociano; in cuor loro, riguardo a “Il Signore è vicino”. Giovanni, se non fosse lui A Verona la Chiesa italiail Cristo, Giovanni rispo- na ha cantato la sua spese a tutti dicendo: “lo vi ranza: “La nostra speranbattezzo con acqua; ma za, infatti, è una Persona: viene uno che è più forte il Signore Gesù, crocifisdi me, al quale io non son so e risorto. In Lui la vita degno di sciogliere nep- è trasfigurata: per ciascupure il legaccio dei san- no di noi, per la storia dali: costui vi battezzerà umana e per la creazione in Spirito santo e fuoco. tutta. Agenda Pastorale del Vescovo Venerdì 15 dicembre ore 19.30: Incontro con gli insegnanti di religione Sabato 16 dicembre ore 10: Incontro con l’Oikos ore 16.30: Incontro con un gruppo di Seminaristi del Seminario Regionale presso la parrocchia Regina della Pace ore 18: S. Messa e incontro con la Comunità della Parr. della Regina della Pace Domenica 17 dicembre ore 11.30: S. Messa e incontro con i fedeli della parrocchia di Santa Lucia ore 17: Lectio Divina per gli Adulti di Azione Cattolica presso la parr. di San Francesco di P. ore 18.30: Incontro con Bambini e Genitori presso la parrocchia di San Pietro Martire Su di Lui si fonda l’attesa di quel mondo nuovo ed eterno, nel quale saranno vinti il dolore, la violenza e la morte, e il creato risplenderà nella sua straordinaria bellezza. Noi desideriamo vivere già oggi secondo questa promessa e mostrare il disegno di un’umanità rinnovata, in cui tutto appaia trasformato.” (messaggio finale). Che non si tratti di una gioia effimera, lo ricorda Giovanni Battista a chi gli chiede semplicemente “Che cosa dobbiamo fare?” Le sue risposte sono come una litania del dono. Donare è la traduzione evangelica dell’Amore. E’ la legge della vita e della felicità. Vale per tutti, senza eccezioni. Non conta tanto fare questo o fare quello… conta lo stile della vita come relazione che si autotrascende (Frankl). Non c’è bisogno di cercare tra i grandi testimoni, o anche tra i santi. E’ in mezzo a noi, che casalinghe e padri, operai e medici, im- piegate e anche ragazzi e ragazze (anche siamo imbevuti di edonismo e narcisismo) stanno cercando di essere persone di comunione, e quindi di speranza. Si diceva a Verona “I legami liquidi” non bastano alla persona. È facile così registrare i segni di una diffusa necessità di relazioni più autentiche e profonde di quelle generalmente presenti, a ogni età della vita. Cresce il bisogno di stare con gli altri, come dimostrano la moltiplicazione dei punti di incontro. Non basta però riempire un ambiente di persone per metterle in relazione viva tra loro”. tuo giorno. Ogni età della vita degli uomini può celebrare la vita perché tu sei la Vita. Tu sai che l’attesa logora, che la tristezza abbatte, che la solitudine fa paura: Tu sai che abbiamo bisogno di te per tenere accesa la nostra piccola luce e propagare il fuoco che tu sei venuto a portare sulla terra. Riempi di grazie il tempo che ci doni di vivere per te! Signore Gesù, giudice ultimo del cielo e della terra, vieni! La nostra vita sia come una casa preparata per l’ospite atteso, le nostre opere siano come i doni da condividere perché la festa sia lieta, le nostre lacrime siano come l’invito a fare presto. Noi esultiamo nel giorno della tua nascita, noi sospiriamo il tuo ritorno: vieni, Signore Gesù! Preghiera (Card. Carlo Maria Martini) Signore Gesù, amico e fratello, accompagna i giorni dell’uomo perché ogni epoca del mondo, ogni stagione della vita intraveda qualche segno Don Mariano è disponidel tuo Regno che in- bile a ricevere per email vochiamo in umile pre- commenti, riflessioni ghiera, e giustizia e pace …che possono essere s’abbraccino a consolare inviati a donmariano@ coloro che sospirano il davide.it La Chiesa in ascolto dell’urlo delle nuove generazioni Il grido dei giovani Si è svolto a Roma nei giorni 25 e 26 novembre il XV Seminario di Pastorale Giovanile organizzato dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile e la Pontificia Università S. Tommaso D’Aquino. Un momento di confronto, rivolto ai responsabili della Pastorale Giovanile, a insegnanti di religione e a quanti si interessano delle esigenze dei giovani. Tema della due giorni “Il grido dei giovani”, le necessità, le problematiche, le speranze di quei giovani cui la Pastorale si rivolge. Il seminario, introdotto e poi concluso da don Paolo Giulietti, responsabile del SNPG, ha visto interessanti interventi di esponenti del mondo accademico, religioso e non solo: un’importante combinazione di esperienze di chi si mette al servizio dei giovani, e i giovani vuole ascoltare. Un’occasione ancora più importante se vissuta nell’otti- ca del triennio che la Pastorale Giovanile sta proponendo ai giovani, il cosiddetto “Agorà dei Giovani”: il primo di questi tre anni pastorali – quello in corso- è proprio dedicato infatti al tema dell’ascolto del mondo giovanile, quale prima dimensione della missione. Un anno che, sulle tracce di analisi suggerite dal IV Convegno Ecclesiale di Verona, intende riflettere sul ruolo della Chiesa, fuori dai propri spazi e dentro la vita dei giovani, nei luoghi del loro quotidiano. L’anno, che terminerà con l’incontro i prossimi 1 e 2 settembre a Loreto con il Santo Padre, sarà seguito dai due anni che intendono analizzare le altre due dimensioni della missione: la dimensione interpersonale dell’evangelizzazione e la dimensione culturale e sociale della stessa. Giorgia Barboni Lqwweerr Lunedì 18 dicembre Ore 18: Incontro con la Redazione di Voce della Vallesina Martedì 19 dicembre ore 12 Incontro con i Volontari della Caritas ore 15-18: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza appuntamento Mercoledì 20 dicembre ore 16: Incontro e S. Messa con gli Ospiti dell’Oikos in preparazione al Natale presso la parrocchia di S. Antonio Abate ore 18.30: Incontro e S. Messa con i Maestri Cattolici - AIMC in preparazione al Natale presso la parrocchia di San Pietro Martire Giovedì 21 dicembre Mattino: Riunione del Consiglio Presbiterale Diocesano Venerdì 22 dicembre ore 16: S. Messa alla Casa di riposo ore 18: Liturgia penitenziale al Santuario della Madonna delle Grazie Sabato 23 dicembre ore 10: Visita all’Istituto sc. Lorenzini ore 21: Recita Natalizia al Duomo Domenica 24 dicembre ore 24: S. Messa in Cattedrale Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 email: [email protected] Internet: www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - quadrimestrale 12 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale, forniti all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento o diversamente acquisiti sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Tali dati saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali nonchè per conformarsi ad obblighi di legge. Vita ecclesiale Incontro con i volontari dell’Avulss Vivere la responsabilita’ I l volontario, laico o cristiano, è una persona che agisce per libera scelta, pronta al dono di sé per servire gratuitamente chi è nel bisogno. Ma come si concilia l’identità del volontario con la mentalità utilitarista corrente, del do ut des, con la macchina burocratica che tende a pianificare ormai la vita, rischiando di smorzare anche gli slanci profetici del volontario e di relegarlo nella routine quotidiana? Può capitare che qualche ammalato in una corsia d’ospedale o in una Casa di riposo esprima al volontario la propria gratitudine per il servizio ricevuto con un sorriso o con la parola” voi…siete angeli!”; ma non è raro il caso di chi, prima di accettare il servizio, chieda: “Quanto costa? cosa Le devo?”. A Jesi da anni è presente e operante l’Avulss, Associazione di Volontariato socio-sanitario. Conta circa 140 volontari che, divisi in gruppi, svolgono il servizio presso l’Ospedale, la Casa di riposo, la Casa Famiglia (Collegio Pergolesi), presso il Centro per anziani “Divertirsi insieme”, nei doposcuola per minori in difficoltà, e a domicilio. L’organizzazione, nazionale e locale, con le sue regole, con i corsi di formazione, i turni, gli orari e la tessera mira a potenziare la qualità del servizio. Il 5 dicembre, nella sala-conferenze del Seminario di Jesi, i volontari Avulss si sono radunati in vista di alcuni adempimenti associativi, per la verifica e il rilancio degli obiettivi nell’Anno sociale 2006-07 e, perché no…, con il proposito di fare un check-up dello spirito, un esame di controllo della identità di volontari appartenenti ad un’associazione di ispirazione cristiana. In apertura la presidente, Maria Cristina Paris, ha portato a conoscenza dei soci i contenuti essenziali del Convegno Nazionale Avulss svoltosi a san Giovanni Rotondo, ”all’ombra del Santuario di San Pio e della Casa della sofferenza”, sul tema : ”Il cammino del volontario Avulss: vivere la responsabilità”. Punto di partenza la Carta del volontario, che colloca “la persona al centro del servizio” e invita all’ascolto, alla pazienza, alla misericordia. L’itinerario cristiano proposto dal Convegno tende a promuovere non solo la comunione degli spiriti, ma anche la comunione dei beni e culmina nel- l’Eucaristia; esorta al rispetto ed alla condivisione dei valori umani della sana laicità. In una società dove esiste, accanto alle nuove povertà, il problema dell’invecchiamento della popolazione, il servizio del volontario ha una valenza sociale rilevante. Vivere la responsabilità comporta la consapevolezza dei propri limiti, motivazioni etiche valide per agire, il farsi carico della felicità altrui. In definitiva: “essere”, non fare il volontario. Il corso teorico-pratico dell’Avulss per la formazione di nuovi volontari avrà inizio il 13 febbraio prossimo e si concluderà a fine aprile; ai parteci- panti sarà rilasciato un attestato. Quanto ai rapporti fra l’Avulss e le istituzioni locali, dal discorso di Maria Neve Padalino, membro del Consiglio Nazionale e vice responsabile culturale nazionale, sono emerse novità “politiche” importanti: nel 2007 sarà attiva la Convenzione con la Casa di riposo, che comporterà l’offerta di un servizio continuativo da parte dell’Avulss, a cui verrà corrisposto un contributo dall’Ente. Un’altra Convenzione sarà stipulata con l’Ospedale. Novità che, a ben vedere, non significano solo riconoscimento e apprezzamento del volontariato, ma dicono di più: ogni giorno nuove persone vengono da Jesi o da fuori ad abitare i luoghi del dolore. Una parola amica, l’ascolto e piccoli servizi per chi è solo possono fare la differenza fra l’amare la vita e il desiderare la morte. Maria Crisafulli 17 dicembre 2006 7 Jesi 5 dicembre: il ”Buon Natale” del Vescovo all’Avulss Messaggio di speranza L a celebrazione dell’Eucaristia, presieduta dal Vescovo, mons. Gerardo Rocconi e concelebrata da don Aldo Anderlucci, da Padre Guglielmo Fioravanti, ha concluso con un messaggio di speranza e di gioia l’incontro dell’Avulss, il 5 dicembre. Commentando la splendida profezia di Isaia che annuncia il tempo della pace messianica con immagini bellissime, come quella del lupo e dell’agnello, del bimbo e della vipera, che vivranno insieme…, (Is.11,1-10), il Vescovo ha focalizzato il contrasto con la realtà di oggi: “Se il Messia è venuto, perché ciò non accade? Il profeta si è sbagliato? o Gesù non è il Messia?” Ed ecco il Suo messaggio di speranza, alla luce dello Spirito: “Il tempo del Messia ha un momento iniziale come il seme, poi arriverà il pieno sviluppo, quando il seme si manifesterà in tutta la sua bellezza. Noi viviamo nel tempo della Chiesa: il Messia è venuto, Gesù è risorto; noi siamo realmente figli di Dio ma lo siamo nell’attesa…di vedere Dio faccia a faccia. Nel tempo della Chiesa il Regno si manifesta con dei segni: ci sono segni eclatanti come i miracoli, ma ci sono segni più piccoli, più umili. Segni che il Messia ha vinto siamo noi, se siamo capaci di vivere nell’amore, nella gratuità, nel dono di noi stessi: ogni volta che rispondiamo così alla grazia di Dio, questo è il segno che Gesù ha vinto”. Spiegando poi il passo del Vangelo che dice ”Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché tu hai nascosto queste cose ai grandi e ai sapienti e le hai fatte conoscere ai piccoli…”(Lc10,21), il Vescovo afferma: “Questo pensiero ci incoraggia quando sentiamo la nostra inadeguatezza …vescovi, diaconi, sacerdoti, laici… Il Signore passa attraverso le cose piccole e umili e fa cose grandi. Dio manifesta il suo amore attraverso la nostra fragile persona; a noi sta accettare di essere segni di pace e di amore, segni che il Regno di Dio è arrivato. Siamo chiamati alla fedeltà ed è necessario che ognuno la viva fino in fondo. Voglio augurarvi un bel Natale, che non è uno sfarfallio di luci, ma è la consapevolezza che il Signore è con noi: Emmanuele, Dio con noi!”. Felice Natale, Gerardo Vescovo! M.C. messa polacca Nel pomeriggio del prossimo 26 dicembre, santo Stefano, alle ore 16, nella chiesa Regina della Pace a Jesi, in via Gramsci, 99 sarà celebrata una Santa Messa nella tradizione polacca per la numerosa comunità che opera a Jesi e in Vallesina. Durante la Messa sarà amministrato il battesimo ad una bambina nata da una famiglia della stessa comunità. Si invitano i parroci e le famiglie in cui operano assistenti e badanti polacche a diffondere la notizia che sarà particolarmente gradita agli interessati Pianello Vallesina Terzo incontro con don Corrado Le religioni sono tutte uguali? S i è rinnovato l’appuntamento tra don Corrado Magnani e i cittadini locali, mercoledì 6 dicembre presso la sacrestia della chiesa di Pianello Vallesina. “Le religioni sono tutte uguali?” il quesito. “Spesso non ci si pone la domanda, si afferma” ha iniziato don Corrado ”dietro a questa frase si nasconde un atteggiamento di omologazione, dove le differenze sul piano politico, di opinione o di fede, vengono appiattite in quanto non accettate, causa l’incapacità di accogliersi e che provoca conflitti con l’altro. La gravità dell’omologazione è la nascita dell’integralismo e del fondamentalismo, due fenomeni che convivono nella diversità. Il primo è la tendenza a prendere per parola un testo sacro in modo integrale senza compromessi e talvolta con intolleranza. Il secondo consiste nel richiamarsi ai fondamenti del- la propria fede ed ammettere solo il proprio credere”. Alla gente che gremiva la sacrestia, Don Corrado ha domandato ”Il cristianesimo è uguale a tutte le altre religioni? No, poiché esso non è una religione, le sue origini non provengono da un libro, non è solo un cammino dell’uomo che con la preghiera ed il culto cerca di agganciarsi a Dio, ma è scoprire con gioiosa sorpresa che non sono io che vado in cerca di Dio ma è Lui che è in cerca di me. E’ qui l’unicità della fede cristiana: sapere che Dio si è fatto uomo per donarci amore. La preghiera e la morale sono le nostre risposte nel dialogo responsoriale con il Signore. Le altre religioni sono teorie filosofiche, basate su un testo sacro nel quale sono elencate norme di vita, come il Corano. Anche nella Bibbia ce ne sono, soprattutto nel Vecchio Testamento, ma il resto è il Jesi – Parrocchia San Francesco d’Assisi La serata degli album Si erano salutate ad aprile, al termine del corso di preparazione al matrimonio organizzato presso la Parrocchia di S. Francesco d’Assisi. Dopo otto mesi - questa volta tutte con l’anello al dito - si sono nuovamente incontrate in parrocchia per la “Serata degli Album”. Una piacevole occasione per ammirare le foto di un giorno indimenticabile e per scambiarsi le prime impressioni sulla vita matrimoniale. A tutte le venti coppie gli auguri del parroco padre Bruno Fioretti e degli animatori del Corso. m.t. racconto del faticoso cammino, pedagogico, paziente di Dio che cerca l’uomo. La Bibbia è “fatta” delle parole di Dio, trasformate in parole umane grazie ai profeti. In Gesù, che è il futuro, l’attesa dei tempi ultimi, le parole di Dio diventano carne, ecco perché a Natale diciamo che il Verbo si fece carne”. Don Corrado sottolinea che a volte ci scrolliamo di dosso il cristianesimo perché cogliamo solo l’aspetto dogmatico, a causa di un linguaggio troppo dottrinale, poco comprensibile. In verità il cristianesimo ha l’obiettivo di dare la lieta notizia, Dio è venuto a salvare l’uomo dal peccato per liberarlo dalle croste che lo limitano. Un linguaggio antropologico è l’ideale per parlare con l’uomo, sentire che Dio è per l’uomo. Ritornare allo stile di Cristo”. Giulia Benigni Il Meic verso Natale Centro della Creazione N ell’attesa di contemplare la bellezza del mistero di Gesù Cristo, Figlio di Dio, che viene e si fa presente oggi nella Parola, nell’Eucaristia, nel cuore della comunità di fede, nel volto dei poveri e dei sofferenti, nelle vittime dell’odio, della violenza e della guerra, noi cristiani laici avvertiamo l’esigenza di riflettere e di confrontarci sulla realtà del Natale nella nostra vita quotidiana e nella storia del mondo. Per essere testimoni credibili di Cristo Risorto. Un incontro di cultura e di spiritualità cristiana, organizzato dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Jesi si svolgerà sabato 16 dicembre, nella sala – conferenze del Seminario (via Lorenzo Lotto), con il seguente programma: ore 17 - conferenza di Padre Valentino Natalini ofm, teologo, sul tema “Natale: centro della creazione”, tema nuovo e importante, che ben si inserisce nel dibattito attuale su “creazione” ed “evoluzione”; ore 18,30: celebrazione dell’Eucaristia m.c. 8 Cultura 17 dicembre 2006 storia della tradizione teatrale musicale a jesi di Gianni Gualdoni Il mondo nuovo del Teatro “fuori porta” I l Teatro è nuovo fiammante, con il suo bel leone dipinto sulla facciata: per la verità un po’ nascosta agli sguardi distratti, internata com’è in un vicolo largo appena due metri e mezzo o poco più, tra la Contrada della Pallacorda (oggi Via XX Settembre) e la Strada Maestra che da Porta Romana va verso la Chiesa dei “paolotti (S. Francesco da Paola), l’attuale Corso Matteotti. Dopo lunga attesa, terminati gli ultimi lavori in primavera, il “Leone” apre i battenti nel 1732, a settembre; la stagione, come anche quella dell’anno seguente, sarà storica: non solo per i motivi artistici e logistici comportati dall’inaugurazione della nuova struttura, ma per le implicazioni di costume dettate da una particolarità senza precedenti della proposta scenica in programma... DAI PALCHETTI DEL “LEONE” Contrariamente a quanto riporta lo storico Annibaldi, che asserisce non essersi mai esibita donna in teatro a Jesi prima del 1798 -e a seguire il suo errore una folta schiera di studiosi successivi riferiti alla sua fonte- è infatti proprio l’inaugurazione del Leone a fare il miracolo delle “donne in scena”; evento che si sarebbe ripetuto l’anno dopo e poi –a quanto se ne samai più fino all’arrivo dei francesi in epoca repubblicana, cui si riferisce per l’appunto Annibaldi, perdipiù su un altro palcoscenico: quello del nuovo Teatro “Concordia”, dove di lì a poco sarebbe poi salita anche la soprano pesarese Anna Guidarini, cantante discreta ma non eccelsa, madre di un bimbetto vispo di nome Gioachino Rossini... Ed è proprio la presenza femminile in scena, oltre all’evento di avere finalmente un teatro vero, che conferisce a quello spettacolo e a quella stagione del 1732 il carattere dell’eccezionalità: infrangendo con ciò, seppure momentaneamente, una precisa proibizione della legislazione pontificia operante su tutto il territorio dello Stato, anche se con molte eccezioni. Il titolo dell’opera in programma è “Nel perdono la vendetta”: e immaginiamo non fossero i “musicali affetti” o la poesia del libretto ad eccitare i signori condomini e “le illustrissime signore dame” della città; né il teatro nuovissimo, tutto in legno e tutto decorato dal valente pittore Valeri: erano bensì certamente le tre virtuose di canto, o semplicemente “attrici” come anche si diceva allora, che dovettero molto emozionare ed intrigare gli affollatori dei ristretti “casini”. Sembra di vedere e sentire, tra gli stretti palchetti e nei capannelli in platea, negli scambi di impressioni tra dame e nei commenti interessati dei cavalieri, nelle frasi allusive e gli sguardi ammiccanti, la fremente attesa per quel che stava per accadere sulla scena. Tutti eccitati e tutti impazienti per quell’evento senza precedenti: chi per ascoltare le voci naturali delle cantanti; chi per la presenza -artistica e personale- di “vera femmina” nei ruoli di donna; chi, anche, per la compiacenza di quella situazione -spettacolo nello spettacolo, emozione nell’emozione- che per Jesi è eccezionale, forse irripetibile. Un po’ privilegio, un po’ trasgressione… DONNE IN SCENA, FINALMENTE! Le primedonne tanto attese erano Teresa Peruzzi, detta “la Denzia”, Rosa Gardini ed Elisabetta Berti, tutte veneziane. L’anno dopo va invece in scena “Ginevra”, opera seria con intermezzi di Antonio Galeazzi, maestro di cappella bresciano residente a Jesi ed impresario della stagione; lo spettacolo, in prima esecuzione, ne vede avvicendarsi sul palco ben quattro: Giuseppa Pircher, Elisabetta Moro e Cecilia Grepaldi nell’opera, Rosa Ruinetti negli intermezzi. Per quale motivo si abbia ottenuto deroga alla norma che -salvo motivate eccezioniproibiva alle donne di calcare le scene nei domini dello Stato Pontificio, non è a tutt’oggi ben chiaro. Forse, semplicemente, può essere una concessione relativa all’evento dell’inaugurazione, con estensione all’anno dopo: ma appare poco logico dal punto di vista della norma stessa. Piuttosto, invece, l’importanza connessa all’inaugurazione può essere il presupposto di particolari collegamenti esterni alla ricerca del miglior esito possibile per l’evento, la rilevanza e gli indotti dei quali possono conseguentemente aver influito nella deroga alla norma pontificia. Il punto di partenza della ricerca è il rilievo artistico delle compagnie esibitesi nel ’32 e nel ’33, gli “anni delle donne”: cantanti di grande fama, forse i più prestigiosi che abbiano calcato il palcoscenico del Leone in tutta la sua parabola storica. Le piste sono tre: Venezia, Bologna, Darmstadt. Sono tutti veneziani, uomini e donne, gli artisti dell’opera inaugurale “Nel perdono la vendetta”, di cui non conosciamo l’autore. Sono veneziane anche le signore Moro e Grepaldi, che canteranno a Jesi nel ’33, nella “Ginevra” di Antonio Galeazzi. Galeazzi, che si trasferisce a Jesi proprio nel ’33 e vi rimarrà per sempre, negli anni precedenti aveva composto per le scene veneziane diversi lavori e nella città lagunare si era anche sposato. Nel 1731 cura per Venezia un rifacimento di un lavoro di Vivaldi, il cui nuovo titolo è “L’odio vinto dalla costanza”: lo si confronti, senza trarre conclusioni, al titolo dell’opera inaugurale del Leone, della quale non conosciamo l’autore. UNA RARA ECCEZIONE PER IL GRANDE EVENTO Sta di fatto che l’anno seguente all’inaugurazione medesima Galeazzi dà a Jesi una sua prima esecuzione -“Ginevra”- nella cui compagnia ci sono artiste veneziane che hanno già lavorato con lui e due virtuosi di Sua Altezza Serenissima il Principe di Darmstadt: la signora Pircher e il tenore Antinori, bolognese. Bolognese è anche il famoso basso Domenico Cricchi, che canta negli intermezzi del ’33 insieme a Rosa Ruinetti, bolognese anch’essa. Sempre alla città felsinea, quell’anno, è inoltre rivolta la dedica stampata sul libretto dell’opera, indirizzata a “Sua Eccellenza il sig. Antonio Quaranta Bovio ambasciatore di Bologna in Roma”, che si suppone presente in sala. Se l’importanza degli artisti motivi la presenza di ospiti illustri o viceversa, questo non siamo in grado di chiarirlo, ma certo un collegamento c’è. Come pure il legame con Bologna e con Darmstadt -la casata, non necessariamente la città- si stringe ulteriormente l’anno seguente ancora, il 1734, quando Jesi programma a carnevale “Alessandro” di Gaetano Maria Schiassi, di cui non conosciamo i componenti della compagnia. Sappiamo però che l’opera era stata appena rappresentata in prima assoluta a Bologna, giusto poche settimane avanti; e sappiamo anche che Schiassi, virtuoso dei duchi Cybo-Malaspina, sin dal 1727 opera alla corte del Principe di Darmstadt. Non è da escludersi dunque, a questo punto, che anche in quella stagione, anch’essa un po’ speciale per la rilevanza artistica, ci possano essere stati ospiti di riguardo a testimoniare collegamenti particolari (che dire, a proposito di collegamenti, della famiglia Cybo, di cui un esponente per lungo tempo è stato Governatore della città di Jesi?), nonché ancora deroghe speciali che consentissero anche nel ’34 la presenza in scena di artiste donne. Poco sappiamo in fondo di molti di quegli anni a venire e abbiamo però visto come la regola della inibizione alle donne abbia conosciuto un intervallo; cosicché, visto che nel vuoto di informazione se non si può affermare non si può neanche negare, chissà che quelle che finora abbiamo considerato eccezioni misteriose -la presenza delle donne- non siano state invece, almeno per un certo periodo, pregevole e prestigiosa consuetudine. (10.continua) [email protected] Azienda affermata nella lavorazione delle lamiere cerca personale altamente qualificato per proprio reparto di PIEGATURA LAMIERE. Ottime prospettive. Per informazioni chiamare la Sig.ra Lidia Chiucconi allo 071-933971 17 Dicembre 2006 9 Sport pallavvolo basket centro sportivo Impegno difficile per la Fileni Bpa a Rieti di Gip Grande spirito sportivo nei campionati provinciali Prima sconfitta in campionato per la Monte Schiavo di Giuseppe Papadia motociclismo La città di Jesi festeggia il suo campione di p.s. di Eleonora Dottori Lo sport a Jesi? Una vocazione i servizi a pag 12 Il basket a Jesi non fa rima solo con Aurora. Esiste una realtà che, a risultati, non è certo seconda alla compagine arancio-blu. È il Vallesina Basket, società che milita nel campionato di Promozione. All’interno tutta la rosa dei giocatori. “A Jesi mancano una piscina olimpionica e un circuito per bici, moto e kart”. Parla l’assessore allo Sport Leonello Rocchetti. E fa la diagnosi della realtà sportiva jesina. Realtà in buonissima salute, ma per la quale ancora molto si può fare. Nella foto di Anna V. Vincenzoni, l’assessore Rocchetti nella sala comunale con la squadra femminile della Jesina. In piedi da sinistra il coach Renato Borocci, Alessandro Borocci, Matteo Favi, Riccardo Dolci, Ruben Peloni, Marco Pambianchi; accosciati da sinistra Daniele Luconi, Gabriele Perrini, Riccardo Lillini, Stefano Filonzi, Marco Bolognini. Assenti: Marco Baldoni, Diego Berti, Pablo Bardone, Alessio Coppa, Nicola Termentini, Mauro Tisba, Mauro Marconi. Perché un nuovo inserto sportivo? La feuisl delis am, vel ut inci eugait ea augait at utpat veniam eugiam vel ip et, vel dolore con vercillan ut accum et at, quat, quismol oborera esendre ese faccumsan ut dolor alisim quis dolorem quismodo duis ea feu faccum et praestin henibh ent lumsandreet wisci tions er si. Volent prat amet ullaoreet ulla feugait praesto dionsequi blandre facidui psusto con volese dolum vulput iusci tatem atem augait utat, venim veliquissed et, vel ullut essequat am, quat. Ut ullut dipsum illam, sectem dipit lumsandre dunt amconsequis erciliquip et, velissisi. Vulla corem nonulputem nos adit prat autet am, consed modo conullaor sequat, vel utatum voluptat. Metumsandrem venis digna feuipissed do et ullam ea commod dolore digna feugiam corper in vullamcommy nosto diamconsed digniam volor sequatu msandreet, quat nonum vent la feummodiam dipit utem dionsecte magna feu facidunt essit ut acing ea aliquip ent wis etum quisi tatie te dolorem veros nim zzrillam verit dipit nim iriliquipisl dolobo- reet, sim dit, velissisci tat in hendre dignisl ullan ullam ad dolobore veliquat nostrud dolortie ming ea feu feu feugiametum zzrit ver adignibh et amet vulla autat. Lore molor illutpat velit vel et num iurem dolore dio dolorperit dit am do euipit lore diametue feuguero consed magnit elit nullam dolute dolutem dip ercidui tat do conulla feuismolor ad tinim veniat, se magna feugait eugait ing estio delis euis et, quat nullut alismod olenim dolobor eraestrud te modo odolorper sectet praestinim quat. Ut volent wisim acilla facidunt ad magnit praestie volore essim zzrillaore te min hent ut in vel ing exer iriusci llutat laor sequatum ipissi essi blamcom molorpe rostrud magna faci bla con ullumsa ndreratue dionsent at, senisisl utem duipiscipsum vel in voloborper incilis del dignim volupta tumsan ut am am delenibh et wiscipisi. Giam ver sim nim iuscidunt dolor autpati smolortio odigna faci blam alit adio dolum vel ulluptat atue mod tate magnisim quis nonullan eugiam dolobor am vulla ad dionse dolore dolore tie tie magna core corerciduisi exerate consequ ametum zzrit nit praesse min euguero con vullam, suscillumsan el er ilit lum zzril el inisi. Adio erat velisit, conse commodi ametue conse vel ulput aliquat. Unt verciliquip el eum autet la coreetum diam, quatie tie velit ver iriustrud magna feuguer sit, cons auguera esequamcorem velit nos num nosto delessi bla facilla orperaese doluptatue eui eugait accum zzrit ad el ex er sequam volore feuguer aesequip ectem vel ipit euisi tisl del dipis eugue consequatum vullam iliquat wis nulput ipit la corem dionsequisi te feugue magna ad tatue conummy nosto commy nonulputpate veliquisi. Iquiscillum augait, quissed dit nullum zzriure cons nullam velendre dunt lum del eum del eliquis aciliquat. Pit lum aut ad tis ad dolorer sit augiam dionsecte dolore modolore magnim irit ea consecte erat volobore consequat. Ut iusto corper aliquat ilisl do euguercipit wisl dolore 10 17 Dicembre 2006 Sport Sport Intervista all’assessore Leonello Rocchetti 9.152 utilizzatori degli impianti sportivi comunali, 14 società sportive amatoriali che frequentano impianti pubblici, 858 gare all’anno svolte negli impianti cittadini. Questi sono solo alcuni dei numeri dello sport a Jesi. Leonello Rocchetti è l’assessore allo sport della nostra città. Una figura “storica”, che ha contribuito con la sua caparbietà alla costruzione del PalaTriccoli. Lo abbiamo incontrato per fare il punto della situazione sullo sport nella città di Federico Ci sono delle strutture che godono di buona salute, come il palazzetto dello sport. Altre invece, hanno bisogno di manutenzione, specialmente le palestre ma la situazione finanziaria è quella che tutti conoscono. Ci stiamo mettendo mano ma non è facile. Il palascherma è un esempio. Il Comune si era impegnato ad acquistarlo ma anche qui, i problemi finanziari hanno reso tutto più difficile. tà grandi come Jesi ad avere le stesse strutture. Qui lo sport è sentito ed ogni anno nascono nuove società, questo porta qualche problema ministrazione comunale. Più di tanto non si può fare. Ad esempio, abbiamo tre società di pattinaggio ma potrebbe esisterne una sola. Nel calcio potrebbero essere ridotte. Purtroppo non è così semplice, perché ci si divide quando non si va d’accordo. Se ci fossero meno società sarebbe più semplice distribuire i fondi e gestire le strutture. Cosa fa istrazione comunale per promuovere lo sport Oltre al palascherma quali sono gli impianti che van- nelle scuole? no curati? Ci stiamo muovendo. Realtà come la scherma, il rugby e È stato costruito un campo da calcio in via del Torna- la pallavolo stanno facendo promozione nelle scuole. La brocco che sarà utilizzato dalla Spes. Quanto prima sarà Pieralisi, ad esempio, sta mandando le atlete della prima completato. Intanto ci abbiamo portato dei container da squadra in giro per le scuole elementari. Adesso incousare come spogliatoi e docce per i bambini. Quel cam- mincia a muoversi anche il calcio. po sarà intitolato a Paolo Pirani, mentre sarebbe bello intitolare il campo del Foro Boario ad Aroldo Collesi, Quali sono gli impianti che mancano nella nostra grande giocatore di calcio, assessore allo sport a Ser- città? ra San Quirico, partigiano e soprattutto, uomo serio. È giusto assegnare una struttura del genere ad una figura A Jesi manca una piscina olimpionica ed una pista per che viene dal campo, come è stato fatto per Paolinelli, le biciclette, per le moto ed i kart. Se non c’è la volontà Mosconi e Pirani. politica di farlo è dura. Io insisto. Prima di costruire il palazzetto dello sport le nostre squadre di pallacanestro Jesi è notoriamente una città dalla vocazione sporti- e di pallavolo giocavano giù alla palestra “Carbonari”. va. Che ruolo ha l’assessore allo sport in una realtà Si vedeva che a Jesi mancava una struttura. Dopo tante come quella jesina? discussioni, assieme al sindaco Cascia e all’intervento del Coni, siamo riusciti a realizzare questo impianto. Se Con tutte le strutture, le società ed i ragazzi iscritti che l’Aurora e la Monte Schiavo sono protagoniste a livello fanno attività è un vero problema. Non sono tante le cit- nazionale è grazie anche ad una struttura valida. Se co- struiremo una piscina, come a Pesaro, nasceranno grandi campioni. Cosa risponde a chi dice che le priorità della città sono altre? Il Comune deve dare una risposta ai giovani. Lo sport praticato è utile anche per tenere lontano i nostri ragazzi dai pericoli. Avendo delle strutture di valore, si combattono piaghe come la delinquenza e la droga. Il fiore all’occhiello dello sport jesino è senza dubbio il PalaTriccoli e tutta la zona circostante, una vera cittadella dello sport. Si può migliorare? Il PalaTriccoli è il nostro gioiello. Bisogna ringraziare la provincia, che ci ha dato cento mila euro. Un contributo importante lo hanno dato anche la Uisp, il Comune e la Banca Popolare. Ora ospiterà anche la Coppa Campioni della pallavolo femminile. Lo stiamo mettendo a norma come ci ha richiesto la federazione internazionale. Nella zona del palasport dovrebbe sorgere secondo il mio progetto la piscina da cinquanta metri, una da venticinque ed una più piccola per le gestanti. In più ci sarebbe posto per una palestra per la scherma e una foresteria, per ospitare le squadre ospiti. Lo spazio c’è ed è sufficiente ma ci sono in ballo interessi più grandi. Quando la passione è più forte delle avversità B asket a Jesi non fa rima solo con Aurora. C’è una realtà che a risultati, non è certo seconda alla compagine arancio-blu. Si tratta del Vallesina Basket, società che milita nel campionato di Promozione ed è attualmente al comando del girone con cinque vittorie nelle prime sei partite fin qui disputate. A Nicola Termentini e Mauro Tisba, che della società sono i factotum (dirigenti, fondatori e giocatori), i successi interessano relativamente. “Vogliamo anche divertirci – dicono in coro – L’inizio è stato scoppiettante ma noi vogliamo restare con i piedi per terra. La nostra vittoria è il gruppo. Quello di quest’anno è buono. Siamo amici anche fuori dal campo”. Nata nell’estate del 2002 quasi per scherzo in un campetto di periferia, il Vallesina Basket deve molto al suo presidente Giuliano Benigni, scomparso prematuramente a maggio di quest’anno. Il suo insegnamento però, è rimasto vivo in questi ragazzi, che hanno scelto di non mollare di fronte alle difficoltà. “Questa stagione è interamente dedicata a lui – ci tiene a dire Terment i n i – Lui ci ha trasmesso dei valori come l ’ i mp ort a n z a d e l l o s p o r t praticato in ma n iera sana e dello stare insieme. In questa lunga estate proprio in memoria di Giuliano abbiamo ritrovato entusiasmo e la forza di ricominciare da zero partendo dal gruppo e dai vecchi fondatori-giocatori che hanno deciso fortemente di portare avanti il progetto ed, infatti, la risposta è stata per ora ottima con l’inserimento di sei nuovi giocatori e la riconferma dell’allenatore”. L’età media della squadra è molto bassa, appena 24 e raccoglie molti giocatori cresciuti nel vivaio dell’Aurora ma non I dirigenti: “La stagione è dedicata al nostro presidente Giuliano” Non è strano però, che in una zona del genere sia stata installata un’antenna per la telefonia mobile? Non voglio rispondere. Ci sono state troppe polemiche. Non ne sono molto entusiasta. Quando stai in una coalizione devi essere equilibrato, non puoi fare una discussione per ogni problema. Giuseppe Papadia via del tornabrocco Un campo da calcio intitolato a Paolo Pirani basket campionato lega due La classifica Nella foto il campio da calcio di via del Tornabrocco, nella zona San Giuseppe. Quando saranno coclusi i lavori, la struttura sarà utilizzata dalla società sportiva Spes. Per ora ci sono stati portati container attrezzati ad uso spogliatoi a servizio delle attività sportive dei bambini. Il campo porterà il nome di Paolo Pirani, ex dirigente della Spes, scomparso tragicamente qualche tempo fa. 11 Vallesina Basket Jesi, la città dello sport Quale è lo stato di salute degli impianti a Jesi? Cosa c’è da fare? 17 Dicembre 2006 Volley campionato A1 femminile La classifica Squadre Punti Gare giocate Gare vinte Gare perse Novara 9 3 3 0 Pesaro 8 3 3 0 Bergamo 8 3 3 0 Perugia 7 3 2 1 Monte Schiavo Banca Marche Jesi 6 3 2 1 Padova 4 3 2 1 Santeramo 4 3 1 2 Squadre Punti Gare giocate Gare vinte Gare perse Vicenza 4 3 1 2 CASERTA 22 12 11 1 Altamura 4 3 1 2 RIMINI 18 12 9 3 Chieri 0 3 0 3 SORESINA 18 12 9 3 RIETI 16 12 8 4 Piacenza 0 3 0 3 FERRARA 16 12 8 4 PESARO 16 12 8 4 Forlì 0 3 0 3 FABRIANO 12 12 6 6 CASALE M.FERRATO 12 12 6 6 PAVIA 12 12 6 6 MONTECATINI 10 12 5 7 REGGIOCALABRIA 10 12 5 7 IMOLA 8 12 4 8 FILENI BPA - JESI 6 12 3 9 CASTELLETTO TICINO 6 12 3 9 NOVARA 6 12 3 9 SASSARI 4 12 2 10 Icone di origine greca, russa e rumena; immagini, quadri in argento e candele ... Presepi di diversi tipi e provenienze Santina Boncompagni Ancona, Via Matteotti, 89 - tel. e fax 071-201297 Ogni lunedì servizio cortesia: consegna a domicilio solo. “Il Vallesina Basket è nata – spiega Mauro Tisba, presidente eletto per acclamazione – per dare l’opportunità di giocare a basket a chi non poteva. Ci sono giocatori come Marco Pambianchi, che ha cominciato con noi da autodidatta ed ora è il miglior rimbalzista del c a m p i o n a t o ”. Tutto è fatto con passione, dagli allenamenti dopo una dura giornata di lavoro, al sito internet, curato dallo stesso Termentini (www.vallesinabasket.it). A volte però, la passione da sola non basta. “Stiamo cercando un main sponsor – ammettono – quello che va sulla maglia”. Il Vallesina gioca le gare casalinghe al palasport di Castelbellino Stazione ogni mercoledì. Il prossimo impegno interno è previsto per il 19 dicembre (ore 21.30) quando arriverà l’Evergreen. In foto da sinistra Nicola Termentini vice presidente del Vallesina Basket e Mauro Tisba, il presidente 12 Sport 17 dicembre 2005 Centro Sportivo Italiano jesi festeggia il suo campione mondiale di moto Con Alessandro in pista... non ce n’è per nessuno N on è ormai una novità che il giovane Alessandro Polita abbia dominato la Superstok, la gara che ha assegnato al ventiduenne jesino il titolo di campione del mondo di moto . Il campione è stato festeggiato non solo dalla città ma anche da Fabio Fittajoli, presidente del Panathlon di Jesi, dal Governatore del distretto dott. Gianni Bambozzi e dei Presidenti dei Club di Ancona, Fano e Senigallia, che lo hanno premiato, insieme alla sorella Alessia, anche lei promessa delle due ruote, e al padre Giancarlo, per il prestigioso obbiettivo centrato così giovane. Il centauro Jesino, in sella alla Suzuki del team Celani, già alla penultima corsa si era matematicamente aggiudicato il Campionato del Mondo, ma, a seguito di un infondato ricorso, si è dovuto aspettare la successiva gara per confermare che non ce ne era per nessuno. Il Campione ha raccontato i particolari delle tiratissime ed appassionanti gare di una formula che sta riscuotendo notevole successo di pubblico e di partecipazione delle maggiori e più note case costruttrici, della sua caduta che lo aveva costretto a pilotare la moto con maestria pur non essendo al cento per cento, ma che non gli ha impedito di portare a Jesi il titolo. Il prossimo anno Alex debutterà in Superbike, difendendo ancora i colori del Celani Team e si batterà con campioni del gotha del motociclismo mondiale, quali Max Biaggi, Corser, Haga e Baylis. Eleonora Dottori VOLLEY Mercoledì trasferta ad Amstelveen Monte Schiavo, con Santeramo è un deja-vu C on il derby è arrivata la prima sconfitta in campionato della Monte Schiavo Banca Marche. Domenica scorsa Pesaro ha violato il PalaTriccoli con un netto 3-0 (parziali: 27-25, 2518, 25-21). Ad incidere sull’andamento della gara è stato l’infortunio occorso a Neli Marinova, nel corso del primo set. La regista bulgara è ricaduta male dopo un muro procurandosi una distorsione al piede, che l’ha costretta ad abbandonare il parquet, sostituita da Francesca Giogoli (nella foto di Monti). Giovedì 7 a Las Palmas le jesine hanno centrato la prima vittoria in Champions League. Alle Canarie è finita 3-2 (parziali: 25-19, 21-25, 25-18, 25-23, 15-10) al termine di una gara combattuta e nervosa. Oggi, domenica 17 dicembre, nuovo impegno casalingo per Togut e compagne. Campionati provinciali Calcio a 5 Allievi L’attività provinciale del CSI continua a mietere i suoi frutti nel calcio a 5 maschile, dove i giovanissimi Allievi non solo danno prova di quello che è lo spirito dello sport come aggregazione e rispetto dell’avversario, ma giocano e crescono insieme ai loro risultati. Nel girone Arancio la squadra dell’oratorio Don Bosco Cristo Redentore di Senigallia si conferma ancora prima in classifica con 18 punti, dopo aver battuto 5-1 il Cesano Junior. Nel girone Blu invece l’oratorio Maris Stella di Falconara, battendo in casa l’ASD Monterado ’05, riesce a tenere il passo dell’ASD Castellano che batte agevolmente la Clementina di Jesi e continua a guidare la classifica con 15 punti. Juniores Per gli Juniores del Girone Arancio continua a guidare la classifica con 12 punti l’Oratorio S.Giuseppe di Pianello d’Ostra, nonostante il turno di riposo. L’oratorio Maris Stella di Falconara non ha saputo approfittare e perde in casa con il diretto inseguitore Oratorio degli amici di Montignano. Nel girone Blu, continua la marcia trionfale dell’Oratorio di S.Gaspare del Bufalo di Ancona che guida la classifica con 15 punti. . Pallavolo Open Misto. Passo falso della Hands Out Volley che perde a Osimo e viene raggiunta in vetta alla classifica, a 14 punti, dal CSI Gaudio vittorioso contro gli Angels. p.s. Nella foto: Polisportiva Clementina - Juniores Calcio a 5 in alto da sinistra Sauro Ferrara (allenatore), Simone Ferrara, Christian Trozzi, Mattia Angeletti, Francesca Cini, Marcin Stepniewski, Cristiano Taviani (dirigente); in basso da sinistra: Irakli Kule, Jacopo Maiolini, Bruno Iannaccone, Carmine Iannaccone. Open In A1, Girone Arancio, la Rossi Telecom allunga il passo sulla Ati trasporti C5 e sulle altre dirette inseguitrici, conducendo la classifica con 17 punti. Nel Girone Blu invece l’ASC Casenuove vince ai rigori Al PalaTriccoli arriva il Santeramo (ore Calcio Eccellenza 17.30) che la scorsa settimana ha trascinato fino al tie break Bergamo. La formazione allenata da Salvagni, ha nel capitano Marulli enza reti (0-0) il Real con Recanati; sconfitil suo simbolo. Jesine e ta la Jesina (1-0) a Castelferretti: c’è poco da pugliesi si sono già af- stare allegri! frontate in Coppa Italia, Real Vallesina dove si sono divise la Nonostante le pacate affermazioni di mister posta: una vittoria (3-1 Faini, a Moie non esplode la contentezza: per la Monte Schiavo, 3- Punto guadagnato contro un’ottima avversaria! 0 per le baresi) per parte – la Recanatese sul nostro campo ha provato ma con il fattore campo con alcuni sprazzi di bel gioco a portar via tutta mai rispettato. la posta in palio, ma era fatto anche un … quaMercoledì 20 dicem- si rigore, che l’arbitro ha lasciato passare senza bre ad Amstelveen (ore sanzionare! I nostri, al cospetto della capolista 19.30), cittadina non si sono battuti egregiamente, ma è mancato il molto distante da Am- tiro conclusivo, da tutti atteso. Durante tutto sterdam, le prilline gio- l’incontro, il centrocampo leopardiano ha mescheranno la gara vale- so in vetrina equilibrio e buona tenuta di palla, vole per la quarta giornata di Champions doti che giustificano la classifica: a questa forte League. Le due compagini si sono affron- compagine i nostri hanno saputo mettere il fretate a campi invertiti mercoledì scorso. no, ben guidati e organizzati da capitan Belelli. Gip In conclusione, possiamo concordare col mister e rammaricarci per alcuni punti di classifica, perduti nel primo scorcio di campionato. Rimandato l’appuntamento con il gol S BASKET Giovedì 7 l’addio di coach Subotic Jesina N Come in precedenza, sembrava che i leoncelli a Castelferretti stessero per siglare un altro pareggio; eravamo sul finire dell’incontro, quando nel generoso arrembaggio per conquistare la vittoria, giustificata da una valida ripresa, i nostri si sono scoperti e Marco Principi si … guadagna il rigore, che poi trasforma in vittoria, inattesa anche dai locali! Proteste, invettive, lancio di Impegno difficile per la Fileni Bpa a Rieti uova preoccupante sconfitta per la Fileni Bpa, giunta al quarto stop consecutivo. Domenica scorsa a Casale Monferrato, gli jesini sono stati umiliati dai padroni di casa per 100 ad 84, in quello che era uno scontro diretto tra due squadre in lotta per la salvezza. In Piemonte la Fileni era scesa in campo senza il tecnico Subotic, che in settimana aveva rescisso consensualmente il suo contratto con la società jesina. In panchina era andato il suo vice Luca Ciaboco ma per la successione si fanno i nomi di Capobianco e Sacco. Oggi, domenica 17 dicembre, gli arancio-blu sono ospiti del Rieti (ore 18.15), compagine candidata alla promozione in serie con il Montecarotto e supera la San Pietrina, approfittando del turno di riposo, attestandosi a 16 punti. In A2 infine la Polisportiva Clementina A mantiene la vetta della classifica con 18 punti battendo anche il CSI Gaudio 3-2. A. Grazie ad un rosa di qualità ed un allenatore come Lino Lardo (finalista scudetto due anni fa con Milano) i laziali sono un avversario davvero ostico. Nel quintetto trovano posto Bonora e Mian, due giocatori con esperienza nella massima serie, due buoni americani, Melvin e Smith, un giovane promettente come Bagnoli. Giovedì 22 si giocherà l’ultima giornata del 2006. La Fileni ospiterà al PalaTriccoli il Montecatini (ore 20.30). La formazione di coach Finelli ha nell’eterno Andrea Niccolai il suo simbolo anche se le responsabilità dell’attacco sono suddivise tra i due statunitensi Carr e Coleman. Giuseppe Papadia bottiglie d’acqua da parte dei tifosi jesini, anche in testa ad un collaboratore dell’arbitro, con interruzione lunga per rinfrancarlo. Si era all’88’. Ed il finale rovente suggella la sconfitta dei nostri. Già in alcune partite precedenti, la dirigenza jesina ha lamentato l’insufficienza dei direttori di gara ed anche al termine dell’odierno incontro il ritornello è identico! Ai leoncelli però dobbiamo rimproverare il nervosismo serpeggiante, quasi ad evidenziare insicurezza! Ad ogni modo, il pareggio lo avrebbero meritato. Vir Promozione A Castelplanio, il Mosaico locale batte l’Azzurra di Colbordolo con rete di Topa al 30’ e con ottima difesa (finalmente!) fino in fondo: tre puntoni! Prima categoria A Cupramontana, il San Marcello fa il corsaro (0-1). Monserra pareggia in casa col Brandoni (1-1). Vince la Spes con Mondolfo (2-1). Seconda categoria L’Aesina vince con l’Usap in trasferta (1-2). Sampaolese batte Monsano (3-1). Aurora fa pari col Collemarino (1-1). Pareggia anche il Borgo Minonna con l’Argignano (1-1). Perde il Castelbellino in casa della Nuova Folgore (2-0). Venerdì 8 dicembre Al PalaTriccoli il Family Day N onostante il momento non felice della Fileni Bpa, l’Aurora Basket ed il main sponsor arancio-blu, venerdì 8 dicembre hanno organizzato il “Family day”, una giornata dedicata alla famiglia, ai bambini e ai ragazzi. È stata un’occasione per trascorrere insieme, tra gare e giochi e canestri, un momento di festa che vuole anticipare gli auguri di Natale. Il pomeriggio è cominciato con un torneo di minibasket dedicato ai giovani dai cinque ai diciotto anni, a cui è seguita la premiazione e la distribuzione di cinquecento palloni da basket. Dopo gli interventi del sindaco di Jesi, Fabiano Belcecchi, del presidente dell’Aurora Antonio Gallucci e di Giovanni Fileni, titolare dell’omonima azienda, si è svolta la gara gli arancio-blu ed i venti dipendenti della Fileni. Il “Family Day” è stato organizzato da Fileni, Aurora Basket con il contributo di Terre Cortesi Moncaro, MyNonna Scimpa Village e Caffè Imperiale. Vita ecclesiale La Veglia Unitaria dell’Azione Cattolica Da Eva a Maria per essere segni di Speranza A ssegnare al settore Giovanissimi un appuntamento istituzionale come la Veglia Unitaria che ogni anno il 7 dicembre raduna tutta l’Azione Cattolica diocesana attorno a Maria poteva sembrare una scommessa rischiosa. Ed invece, i Giovanissimi hanno stupito tutti realizzando una Veglia nuova e ricca di spunti di riflessione. La novità principale della veglia che si è svolta giovedì scorso, era certamente quella del cammino itinerante che ha portato tutti i partecipanti, via via sempre più numerosi (alla fine sono stati quasi trecento), da San Marco alle Grazie passando per la chiesa dell’Adorazione. Affascinante era anche la proposta fatta dal settore che comprende i ragazzi dai quindici ai diciotto anni: affiancare a Maria, speranza dell’umanità, la pagina della Genesi sulla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. Nelle tre chiese i gruppi Acg delle diverse parrocchie della diocesi hanno affrontato tramite filmati, musiche, cartelloni e letture le tre fasi del brano: la caduta, la caccia- ta e la redenzione promessa. Tra un momento e l’altro il corteo, guidato da Mons. Vescovo, si è mosso recitando il rosario ed i canoni di Taizé. Al termine della Veglia proprio don Gerardo ha ringraziato i Giovanissimi invitandoli ad essere sempre segni di speranza ed a non aver paura di mostrarlo. Fotoservizio G. Papadia Strumento di evangelizzazione ella cappella dell’Ospedale Murri di Jesi, lo scorso 17 novembre, in diretta sulle frequenze di Radio Maria, dalle ore 16,40 il cappellano padre Nicola Abrugiadi ha condotto un’ora di spiritualità. Molte le persone presenti, attente e commosse. Il canto è stato guidato da un gruppo di volontari accompagnati dal prof. Ivano Giampieri alla tastiera e dalla violista Loretta Fascioli Ponzelli. Come più volte ha affermato il direttore della radio, padre Livio Fanzaga, Radio Maria rappresenta un importante strumento di evangelizzazione ed un valido strumento di comunica- zione con cui sia l’opinione pubblica che la stessa Chiesa devono “fare i conti”. La radio, inoltre, è un esempio di come il volontariato sia capace di cose grandi. Infatti, la maggior parte dei conduttori sono volontari. Inoltre, grazie al generoso esercito di persone che operano negli studi mobili, sono assicurati i collegamenti di preghiera in diretta da ogni luogo in cui sono istallati i ripetitori. Altra sottolineatura importante è che Radio Maria non è sostenuta da sponsor ma soltanto dal contributo di molta gente che con generosità invia le proprie offerte. Radio Maria con i suoi ripetitori diffusi in molte parti del mondo rappresenta quasi un “miracolo”. g.f. Nuova edicola a Poggio San Marcello Medugorje in famiglia E’ stata benedetta, domenica 26 novembre, dal cappuccino padre Nicola Abrugiati, cappellano dell’ospedale civile “Murri”, alla presenza di numerose persone, la nuova edicola realizzata a Poggio San Marcello presso l’abitazione dei coniugi Giuseppina e Giuseppe Consoli (nella foto). Nella bella realtà del territorio comunale che vanta uno dei santuari mariani più belli di stile barocco del ‘700 dedicato alla Madonna del Soccorso e con tante edicole nel territorio, la nuova edicola vanta un particolare: ricorda una chiesa di Medugorie nella quale la famiglia Consoli si reca spesso in pellegrinaggio. Inoltre il comune di Poggio San Marcello è gemellata con la città di Medugorie. 13 brevi Natale ricco di appuntamenti a Montecarotto Domenica 17 la festa con gli ospiti della casa di riposo Terminata la posa in opera della nuova pavimentazione, Piazza del Teatro a Montecarotto si prepara ad accogliere le iniziative di Natale, organizzate dall’amministrazione comunale in collaborazione con le associazioni locali. Dopo l’accensione dell’albero in piazza del Teatro e degli alberelli per le vie del centro avvenuta domenica scorsa, gli appuntamenti proseguono con il tradizionale ritrovo alla casa di riposo domenica 17 dicembre alle ore 15, dove i parenti degli ospiti faranno festa con i loro cari. Per l’occasione verrà preparato anche un rinfresco a base di panettone, dolci e spumante, il tutto contornato da musica e canti natalizi. A far festa con gli anziani ospiti ci saranno anche il sindaco Mirella Mazzarini ed alcuni amministratori. Nel Teatro comunale invece avrà luogo un concerto sinfonico mercoledì 20 dicembre alle 21, mentre sabato 23 presso la chiesa della Santissima Annunziata alle 21, i ragazzi del catechismo eseguiranno un recital. La sera della vigilia di Natale in Piazza del Teatro ci sarà Babbo Natale che offrirà caramelle ai bambini, e dopo la messa di mezzanotte cioccolata calda per tutti. Per finire i cittadini extracomunitari della Costa D’Avorio residenti a Montecarotto presenteranno, durante l’incontro di venerdì 29 dicembre presso il centro giovani, filmati e materiale fotografico sulla vita del loro paese. Fabrizio Filippetti Cupramontana abbraccia il progetto “Cupraperta” Il Presepe Vivente in cinque rappresentazioni Radio Maria a Jesi N 17 dicembre 2006 L’assessore al turismo del comune di Cupramontana, Adria Mondani, ha deciso di accogliere l’ambizioso progetto di marketing e comunicazione, ideato da Caterina Lucchetti e Tommaso Maggio, di “Cupraperta: un paese per tutte le stagioni”, per lo sviluppo e l’incentivazione dei centri commerciali naturali insediati nel centro storico, che prevede anche nuovi arredi urbani. Il progetto ha come obiettivo quello di vendere l’immagine di Cupra come paese che, in ogni stagione, propone momenti di manifestazione e di aggregazione culturale. Si comincia dall’Inverno con una serie di eventi legati al Natale: il 16 ed il 17 dicembre verranno realizzati l’albero di Natale e la casa di Babbo Natale, con un Babbo Natale meccanico che dà indicazioni per trovare il vero Babbo Natale, che si trova in qualche angolo del paese, pronto a donare leccornie ai più piccoli. Poi ci sarà l’animazione, con i giocolieri, trampolieri e mangiafuoco. Negli stessi giorni anche i grandi saranno accontentati, perché i commercianti esporranno i loro prodotti in veste natalizia e per le vie del centro ci sarà il mercatino di Natale. Nel pomeriggio del 16 dalle 17.30 in poi, presso la piazzetta, sarà anche possibile ammirare la rappresentazione del Presepe vivente che si ripeterà il 25 e 26 dicembre ed il 1° e 6 gennaio. Il progetto, seguendo il corso delle stagioni, continuerà con la primavera (Cuprarte), quando il paese diventerà il palco naturale dell’arte, si segue con l’estate (Cuprasole), con manifestazioni legate alla tavola, all’arte e al ritmo e con l’autunno (Cupraritmo), dove il filo conduttore sarà la Sagra dell’Uva. Cristiana Simoncini La ‘Pergolesiana’ canta il Natale In prossimità delle feste natalizie diversi impegni attendono la Corale ‘Pergolesiana’ a Jesi e oltre le mura cittadine. Ecco il calendario dei concerti con i quali intende formulare gioiosi auguri di pace e serenità: Domenica 17 dicembre (ore 18,30) – Concerto a Monte San Giusto Martedì 26 dicembre (ore 17,30) – Concerto a S. Maria Nuova Sabato 30 dicembre (ore 17,30) – Concerto a Jesi nel Santuario della Madonna delle Grazie con la banda ‘La Lombarda’ di S. Maria Nuova Domenica 7 gennaio (ore 17,30) – Concerto a Jesi nel Santuario della Madonna delle Grazie con la Corale di Monte S. Giusto. Pianello Vallesina- Presepe Vivente e Concerto Accorrete accorrete Gli Scout del Reparto di Pianello Vallesina hanno organizzato il Presepe Vivente per il 26 dicembre dalle ore 16,30. Chi vorrà andare a vedere la Natività, potrà recarsi nell’oratorio di via Buozzi, n. 2 del paese. Durante la rappresentazione ai visitatori verranno serviti sfiziosi assaggi che rallegreranno l’atmosfera. Inoltre il 6 gennaio alle ore 17, presso il Centro Polivalente di Pianello, ci sarà il “Concerto della Befana” accompagnato dalla Corale locale. Giulia Benigni 14 Jesi e Vallesina 17 dicembre 2005 Jesi – Convegno sulle nuove sfide scolastiche di Paolo Marcozzi Pergolesi Giovan Battista (Piazza, da Corso Matteotti a Corso Matteotti) Vedi numero scorso. Già Piazza dello Statuto, ha subito nei secoli continue trasformazioni: chi non ricorda il Circolo Mazzini (quello con le braccia che spezzavano le catene), che occupava lo spazio ora adibito a parcheggio? In questa piazza sorge il monumento a Pergolesi, eretto nel 1910 su progetto dello scultore carrarese Alessandro Lazzarini. Petrucci Pier Matteo (Via, da Piazza Nova a Largo dei Saponari) Cardinale e vescovo di Jesi (Jesi, 1636 – Montefalco, 1701). Nato dal nobile Giambattista e da Aurelia Stella, nel 1652 conseguì precocemente la laurea in diritto civile e canonico, a soli 16 anni, all’Università di Macerata. In seguito entrò nel circolo spirituale formato dal futuro cardinale Alderano Cybo (m. 1700), vescovo di Jesi diventandone il segretario. Nello stesso tempo egli studiò francese, spagnolo, greco e musica all’Oratorio di S. Filippo, sempre a Jesi (pare che fosse un valente violinista) e proprio nell’ordine degli oratoriani (fondato nel 1575 da San Filippo Neri) si fece sacerdote nel 1661. Nel febbraio 1681, venne convocato a Roma da papa Innocenzo XI, che lo nominò vescovo di Jesi, posizione consacrata in una cerimonia del 20 aprile dello stesso anno da parte del suo predecessore e mentore, cardinale Cybo. Cinque anni dopo, nel 1686, egli fu elevato alla porpora cardinalizia sempre da Innocenzo XI. Denunciato per eresia per le sue idee quietiste fu condannato nel settembre 1687 alla ritrattazione di 45 sue proposizioni, ritenute appunto eretiche. Il papa fu abbastanza clemente, facendolo liberare e assolvendolo da ulteriori accuse, a patto però che il cardinale accettasse la pubblica distruzione, eseguita il 5 febbraio 1688, dei suoi scritti messi all’Indice. Dopo la morte di Innocenzo XI nel 1689, il successore Alessandro VIII nominò nel 1690 Orazio Perozzi come vicario apostolico di Jesi; tuttavia non accettò le dimissioni di Petrucci, assegnandogli invece una pensione; Petrucci visse a Roma partecipando a diversi conclavi e ricoprendo nel 1694-95 il ruolo di camerlengo del Sacro Collegio dei cardinali. Lasciò a Jesi la sua ricchissima biblioteca, che ora costituisce il nucleo principale della biblioteca diocesana, situata in Via Santoni ed a lui intitolata. (continua al prossimo numero) Federcasalinghe 700 mamme dal Papa D alle Marche oltre 500 mamme hanno incontrato il Santo Padre nell’udienza di mercoledì 13 dicembre in Vaticano. Una occasione che DonneEuropee Federcasalinghe ha voluto per testimoniare a Papa Benedetto XVI il suo affetto e rinnovare l’impegno dell’associazione nella tutela delle famiglie e dei loro diritti, nella difesa delle donne e soprattutto dei bambini e dei giovani. “In tempi come quelli recenti, in cui sempre più spesso i fatti di cronaca danno notizia di violenze subite dai minori, si rende necessario un forte impegno di tutta la comunità per educare i ragazzi, accompagnarli nel loro difficile percorso di crescita nel mondo moderno che li sottopone a stimoli diversi e provocatori” dichiara Maria Elvira Conti Fabbri, presidente regionale dell’associazione. L’università all’Istituto Tecnico G li interventi di alcuni ex studenti al convegno “Dal liceo tecnologico al tecnico industriale: sfida possibile” organizzato dall’Istituto Tecnico “G. Marconi” di Jesi, oggi laureati in ingegneria, hanno sottolineato la qualità dell’apprendimento svolto nei cinque anni di studi, utili per superare con profitto alcuni degli esami universitari principali. “Ricordo la diffidenza con la quale la mia famiglia accolse la scelta di iscrivermi all’Itis essendo una ragazza – ha detto Elisa Cesarano di Monsano- ma se tornassi indietro certamente rifarei la stessa scelta ed ora che sono anche laureata, spero che sempre più ragazze scelgano l’Itis di Jesi.” Attualmente sono 42 le studentesse su 715 iscritti, “un dato in aumento ma sul quale tuttavia dobbiamo lavorare ancora molto – ha sottolineato il dirigente scolastico Mario Crescimbeni – perché sono le stesse imprese che lo chiedono.” Presenti anche gli imprenditori Claudio Bocchini ed Enrico Loccioni, i quali hanno sottolineato le doti di caparbietà tipiche delle donne che sono sempre più utili nelle aziende ed hanno aggiunto: “Oggi il lavoro dei tecnici è cambiato e non c’è motivo che impedisce alle donne di avvicinarsi a certe specializzazioni”. All’incontro erano presenti an- che imprenditori passati dai banchi di scuola dell’Itis “Marconi”. Michele Luconi e Gabriele Ottaviani, imprenditori nel settore internet e nuove tecnologie hanno raccontato le loro esperienze: “Il corso di informatica frequentato nei primissimi anni ’90 mi ha aperto la via verso questo settore nel quale ormai lavoro da undici anni e che allora non era che agli albori” - ha detto Luconi imprenditore di Belvedere Ostrense. Sono intervenuti anche Franco De Anna ispettore tecnico dell’USR Marche e Filippo Gabrielli docente della facoltà d’Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche. SPILLI Duemila di centoventimila Guai a toccare le pensioni d’oro! Si conceda che 15.000 famiglie di Jesi gettano via almeno un litro di olio esausto al mese. In otto mesi sono 120.000 litri. Di questi il Comune ne recupera 2000 sia per difendere l’ambiente sia per il riciclaggio. Cioè recupera meno del due per cento, una miseria. Il 98 e più per cento va ancora nei lavandini ad inquinare le acque ed altro. Bisogna cambiare metodo di raccolta se vogliamo ottenere risultati significativi e non solo apparenze. E così il tentativo della Finanziaria di arginare le pensioni d’oro (quelle superiori a 5000 euro al mese) con il prelevamento del tre per cento, è fallito. Il Senato ha avuto compassione di questi poveretti dal mensile da dieci milioni delle vecchie lire e ha deliberato di non togliere neppure un centesimo. Alla faccia delle pensioni di 400 euro al mese! Eppure il governo ci aveva promesso di togliere qualche cosa a chi ha tanto e darlo a chi ha meno. Ma si è dimenticato della promessa e l’elettore si dimenticherà del governo. Civis Una nuova libreria Dedicarsi al mondo dell’infanzia U no scrigno. Questo è Kirikù. Come i libri che propone, che una volta schiusi svelano piccoli tesori: un castello di cartone che si “costruisce” da sé, una giostra, un faro, un carillon. Kirikù è il nome del protagonista di una favola africana: un bambino di piccola statura che non viene accettato dai coetanei, ma che con coraggio libera la sua tribù da una maledizione e fa riscoprire l’amore anche alla maga che l’ha lanciata. Le metafore della storia rivelano valori sani, costruttivi, ideali di pace e di integrazione. Per questo motivo Massimo Ciccarelli ha deciso di chiamare così la sua libreria per ragazzi, inaugurata sabato 2 dicembre: Kirikù si trova in via Garibaldi, a Jesi ed è dedicata agli “under 16”. La scelta di questa specifica fascia di età non è commerciale (al momento non esistono altre Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 www.fazibattaglia.com librerie “anagraficamente” indirizzate a Jesi), piuttosto è dettata dalla volontà di dedicarsi al mondo dell’infanzia con articoli qualitativamente validi. I libri di fiabe presentano illustrazioni d’autore, pagine “pop-up” (che si sviluppano in una costruzione tridimensionale) e particolari tattili. Oltre ai libri-gioco, ai libri bi-lingue (un esempio? Libri in italiano-arabo) e ai libri musicali, Kirikù propone giocattoli innovativi, come le automobiline a “pannelli solari”, che posizionate sotto la luce si attivano da sé, giocattoli in legno e bamboline di stoffa, il tutto realizzato nel pieno rispetto delle normative che regolano il settore, con materiali pregiati e naturali. Una bella risposta al “made in China” e ai prodotti “da grande distribuzione”. Ancora dal campo dei giochi ecologici, la libreria presenta “Happymais”, giocattolo etico (i proventi finanziano la protezione delle foreste) erede delle nostre “vecchie” costruzioni: talloncini colorati a base di amido di mais che se inumiditi si attaccano l’uno all’altro dando vita a piccole creazioni dettate dalla fantasia, un’idea per il Presepe Natalizio. La sezione dedicata alla narrativa per ragazzi offre libri completi di compact disc, testi d’autore (De André, Fo, Jannacci) e – grande passione del proprietario – una stanza completamente dedicata agli spartiti musicali, per gli aspiranti musicisti. Kirikù mette a disposizione dei più piccoli anche uno spazio per sedersi e sfogliare i libri. E se si alza lo sguardo, si leggono dei messaggi scritti su foglietti, attaccati alle pareti. Sono frasi che infondono coraggio, come quello dimostrato dal bambino di piccola statura... Raffaella Fioretti Da Jesi al Louvre Lorenzo Brutti M archigiano di nascita, parigino per adozione. Lorenzo Brutti, antropologo di Jesi, specializzato in Papua Nuova Guinea, è uno dei tanti “cervelli” marchigiani che hanno trovato successo all’estero. Re- sponsabile del sistema multimediale del museo Quai Branly, da sei anni dirige la sala multimediale del Museo del Louvre, a Parigi, dedicata alle arti tribali. Saremo lieti di intervistarlo in occasione del suo “rim- 15 Varie 17 dicembre 2006 Momento di fede e tradizione La Festa della Venuta La Madonna del tettarello IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI E ACCESSORI PER BAGNI TERMOIDRO Laggiù san Piedro, in mezzo a ‘na piazzetta, ha fatto pure st’anno el fogarò; non è che s’è trattado de ‘no show, ma de ‘n’antiga usanza benedetta. di GIANFRANCO MUZI Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 Da sempre c’è ‘sta bella tradiziò, insieme co’ sto fôgo che scoppietta, de ‘ccende ‘na candela co’’n cerò pe’ illuminà ‘sta notte benedetta. è seguita la celebrazione eucaristica di don Cristiano Marasca e don Aldo Anderlucci. Al termine, tutti intorno al “focarone” acceso dietro la chiesa e che, secondo la tradizione, indica agli Angeli il percorso da compiere per trasportare la Santa Casa da Nazareth a Loreto. La serata è poi proseguita al ristorante per la cena insieme. Il presidente Giancarlo Rossetti ed il consiglio direttivo stanno predisponendo il programma del prossimo anno che avrà per tema: “Volgeranno lo sguardo verso colui che hanno trafitto”. Roberto Corsetti Accanto al fôgo dimo ‘na preghiera che passa la Madonna de Loredo: un “Padre nostro”, un’ “Ave”, insieme a’n “Credo” pe’ ‘sto mondaccio che non è ben messo ma se rsomija a ‘na polveriera, speranno che ce tie’ per ma’ lostesso. Lucio Longhi L’Unitalsi, l’associazione che cura il trasporto degli ammalati, disabili e anziani a Lourdes e nei principali santuari mariani si è ritrovata a Jesi nella chiesa del vicariato di Colle Paradiso per ricordare la “traslazione” della Santa Casa a Loreto. Si è iniziato, sabato scorso, con la preghiera del Santo Rosario ed Jesi - Associazione Italiana Maestri Cattolici Un corso di didattica L’ Associazione Italiana Maestri cattolici, Aimc, nella sua programmazione ha organizzato un corso di formazione di didattica metodologica rivolto agli studenti del quinto anno del Liceo Psico Pedagogico. A tale corso si sono iscritte 21 ragazze, che stanno regolarmente frequentando. L’iniziativa è tesa a far conoscere a queste giovani la realtà scolastica in ordine alla medotologia e alla didattica delle varie discipline della scuola primaria dalla prima alla quinta classe, obiettivo motivato dal fatto che l’Istituto Magistrale, trasformatosi in liceo psico/ pedagogico, ha perduto le ore di tirocinio, che si svolgevano presso le scuole elementari. Oggi è previsto soltanto uno “stage” di due giorni per questa attività, quanto mai im- e dei genitori sul problema delle portante. difficoltà di “letto - scrittura” che Alcune Università, in verità, hanno potrebbero verificarsi nella scuola attivato cattedre di didattica e me- primaria; a tale scopo si continuetodologia, ma è bene che le giova- rà ad effettuare uno screening che ni possano avere anticipatamente coinvolgerà i bambini dell’ultimo un’idea dei contenuti della scuola anno della scuola dell’infanzia e primaria, che serviranno per la loro quelli delle classi prima e seconda vita professionale e ancor prima della scuola primaria. per il loro percorso universitario. Il Il progetto è stato avviato grazie al corso è stato affidato alle docenti in finanziamento della “Fondazione servizio nella Scuola Primaria, che Cassa di Risparmio” di Jesi, è stato hanno esperienza e competenza. affidato dall’AIMC al laboratorio Grazie alla loro disponibilità, l’AI- educativo – didattico “Liberamente” MC ha potuto rendere un servizio diretto dal dott. Paolo Cingolani e si quanto mai importante ed utile. concluderà il 26 aprile. Lo scorso 14 novembre, inoltre, ha Il 20 dicembre, l’AIMC celebrerà il proseguito presso l’Istituto Com- “Natale del Maestro” con una Santa prensivo Federico II l’iniziativa at- Messa officiata da Mons. Vescovo, tivata l’anno scolastico scorso, ine- presso la Chiesa San Pietro Martire, rente la formazione degli insegnanti alle ore 18.30. Sabato 23 dicembre all’Adorazione Continuano le “Celebration of life” Dopo l’esperienza positiva vissuta il 25 novembre nella chiesa dell’Adorazione ed aver visto la chiesa piena di giovani che partecipavano con entusiasmo, vogliamo annunciare il prossimo evento: sabato 23 dicembre chiesa dell’Adorazione (piazza Repubblica) ore 19.30 con il tema: “Il Natale sei Tu!” I giovani, che rappresentano il futuro del cristianesimo, hanno una fede che è soprattutto ricerca. Più che di risposte, hanno bisogno di porsi sempre nuovi interrogativi capaci di ampliare l’orizzonte, per proiettare oltre i limiti che si ripropongono puntuali dopo ogni nuova scoperta. La loro attenzione, che sia speranza o utopia, è verso un ambiente creativo, uno spazio di libertà dove fioriscono idee, confronti, domande, discussioni, desi- derio di costruire. Dove sia coltivata una collaborazione che stimoli la voglia di camminare insieme, tenendosi per mano anche nei disaccordi, con fiducia e rispetto reciproco. Questa celebrazione è una proposta sulla domanda che la Chiesa si fa: Come annunciare il Vangelo in un mondo che cambia? E noi dobbiamo prendere sul serio questo problema. Se no, i giovani andranno a cercare delle risposte altrove, fuori della chiesa, fuori della religione. E allora? Siamo pronti ad accogliere questa sfida ad andare incontro ai giovani “lontani” e al loro modo di credere e celebrare? p. Johannes Meier Moie La Giornata del Ringraziamento Riconfermare i valori del mondo rurale I nsieme per ringraziare il Signore per il dono di Maria, sua madre, per i frutti della terra, per il lavoro degli agricoltori, per il dono della musica e per tutto ciò che ha creato per l’uomo: una domenica particolare a Moie, il 10 dicembre, in cui gli agricoltori si sono ritrovati per la festa del Ringraziamento e i musicanti della Banda “L’Esina” per ricordare la loro patrona Santa Cecilia. Il parroco don Gianni Giuliani, che ha celebrato la Santa Messa nella chiesa Cristo Redentore, ha invitato tutti i numerosi presenti alla preghiera di lode e di ringraziamento. Hanno partecipato anche il sindaco Giancarlo Carbini con i membri della giunta ed i rappresentanti della Coldiretti che hanno donato ai bambini alcuni frutti di stagione. Il segretario provinciale, Maurizio Monnati, ha espresso soddisfazione per la giornata di Moie alla quale partecipano gli agricoltori dell’Alta Val- lesina e che rappresenta un’occasione importante per riconfermare i valori espressi dal mondo rurale. “E’ essenziale che, partendo dalle piccole realtà come le nostre, si riesca a dare un segnale forte di cambiamento e di sviluppo all’Italia intera in cui vanno superate le barriere dell’egoismo per essere solidali e fare sistema”. Al termine della celebrazione e dei saluti, i coltivatori diretti, sui loro potenti mezzi agricoli, dopo aver ricevuto la benedizione, si sono avviati lungo via Giovanni XXIII per “scortare” l’immagine della Madonna delle Grazie che, dopo una settimana trascorsa a Moie, è stata riportata al Santuario. 17 Varie 17 dicembre 2006 Cupramontana – “Nero come un debito” di don Maurizio Fileni Brevità e chiarezza per far commuovere “D on Maurizio ha scritto un bel libro, ha spaziato in tutti i generi letterari, si è dedicato al teatro dove è stato autore e attore di opere in dialetto, ha scritto di medicina popolare nelle Marche, sui soprannomi di Cupramontana. Partendo dalla constatazione che in Italia si legge poco, si rivolge al lettore invogliandolo con i suoi racconti lunghi o romanzi brevi”: così Dario Niccolini, direttore artistico della Barcaccia di Jesi, da tanti anni sulla “breccia” del palcoscenico, ha introdotto la sua presentazione di “Nero come un debito”, l’ultima fatica letteraria di don Maurizio Fileni. “Don Maurizio ci invita a meditare per farci intuire segnali nascosti, con un dialogo asciutto, conciso, coinvolgente” – prosegue Niccolini – “con racconti struggenti che ti riempiono di nostalgia ci parla della dura battaglia dei contadini e ci ricorda che esiste una pura e sana marchigianità”. Alla presentazione, sabato scorso nella sala dell’Abbondanza a Cupramontana, hanno partecipato anche il sindaco Fabio Fazi, gli amici di don Maurizio, l’attore Antonio Lovascio che ha letto alcuni passi del libro e Riccardo Ceccarelli che ha condotto la serata ed ha ringraziato don Maurizio per quanto riesce a trasmettere dalle sue pagine. Al termine l’autore ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato ed ha ricordato le sue regole essenziali per scrivere: la brevità, la chiarezza e il far commuovere: “Ogni volta che prendo carta e penna, mi impongo di non scrivere niente che non possa essere capito da mio padre e da mia madre”. Ringraziamo don Maurizio per la storia di “Nero come un debito”, il cui ricavato devolve all’associazione Avulss di Cupramontana ed anche per la sua attiva collaborazione con Voce, prima con la rubrica sulla Via Crucis di Giancarlo Scorcelletti ed ora per gli orginali dialoghi tra San Settimio e San Floriano. b.t. L a collana “La pieve”, che vede al suo attivo più di venti pubblicazioni, si arricchisce di un’altra chicca. Infatti sabato 9 dicembre nella bella cornice del “Magazzino dell’abbondanza” di Cupramontana è stato presentato il racconto “Nero come un debito”, una sorta di giallo accattivante, scritto da Maurizio Fileni, già noto al pubblico cuprense e della Vallesina, oltre che per essere il parroco di San Lorenzo, anche per le sue precedenti pubblicazioni, tra Cooperlat TreValli I vincitori di “Amico latte” P resso la sede centrale di Cooperlat, lunedì scorso ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del concorso “Amico Latte edizione 2005/2006”. La classe vincitrice, che si è aggiudicata un intero laboratorio multimediale, è la 4°B della scuola Collodi di Jesi, seguita durante tutto il percorso dall’insegnante Paola Gigli. Un’altra classe della Collodi di Jesi, la 4°B, si è classificata invece al 5° posto, aggiudicandosi una macchina fotografica digitale. Bambini, insegnanti e genitori sono stati accolti dallo staff TreValli e hanno visitato la mostra “adotta una mucca” che raccoglie i lavori inviati da tutte le classi partecipanti al programma, poi sono stati premiati dal vice presidente di Cooperlat Gruppo Fattorie Italia, Gianluigi Draghi. Ogni bambino partecipante ha ricevuto una simpatica maglietta con il logo della mascotte del concorso, la mucca “Mummù”. L’esperienza di Amico Latte! Cooperlat organizza da anni il concorso “Amicolatte”, un importante strumento didattico rivolto a tutte le classi delle scuole elementari per avvicinarle ai temi dell’alimentazione, dell’agricoltura e alla conoscenza del proprio territorio. Un percorso dedicato al latte e i suoi derivati, in modo coinvolgente e divertente, utilizzando gli ausili informatici ormai fondamentali nell’attività didattica secondo le linee guida del Ministero dell’Istruzione. Cooperlat è il terzo gruppo in Italia nel settore lattiero-caseario. Fondata nel 1982 a Jesi, oggi associa oltre mille agricoltori di base, impiegando una forza Piazza Federico II, 2 a/b60035 Jesi An Tel 0731 215683 Bar Articoli da regalo Prodotti tipici argentini Cesti natalizi lavoro di 950 persone, in nove stabilimenti produttivi sparsi in tutta Italia. La mission del gruppo consiste nel valorizzare il prodotto conferito dai soci remunerandoli al meglio in termini di prezzi e servizi. Capillare la presenza sul territorio nazionale dove Cooperlat è presente con 11 marchi territoriali, riuniti sotto il marchio ombrello “Fattorie Italia”. le quali ricordiamo gli altri due romanzi: il toccante “Rosa di fratte”, del 2003 e il popolare: “La corda del somaro”, del 2004. Alla presentazione, avvenuta durante un momento conviviale, è intervenuto lo storico Riccardo Ceccarelli, che ha sottolineato come dalla trama emergano caratteri di genuinità e semplicità, tipici della nostra tradizione contadina passata, e il regista della “Barcaccia” Dario Nicolini. Altra bella soddisfazione, quindi, per l’autore, che da diversi anni, prendendo spunto da fatti reali o presunti tali, ricama storie ed intrighi, donando alla comunità spaccati di vita quotidiana ormai persi, ma sempre vivi, perché patrimonio di ognuno di noi. Cristiana Simoncini Ridere per vivere con l’Avulss “Storydendo – storie scritte ed inventate dai ragazzi degli anni venti e non solo!” è lo spettacolo promosso dall’associazione Avulss di Jesi in collaborazione con il Comune di Jesi ed il Centro Servizi per il Volontariato. La rappresentazione avverrà domenica 17 dicembre presso il Teatro –Studio “Valeria Moriconi” nel complesso San Floriano in piazza Federico II a Jesi. L’ingresso sarà ad offerta libera ed il ricavato andrà a sostenere le iniziative dell’Avulss. Mille pietre … pietre vive Ha davvero meritato un applauso fragoroso il musical “Mille pietre … pietre vive”, per la regia di Anna Rita Giampaoletti, esperta di teatro e membro del comitato per le celebrazioni del millennio dell’abbazia di Sant’Elena. Insieme ad un gruppo di attori ha saputo far rivivere, con vera maestria, i mille anni dell’abbazia, a partire dalla sua fondazione. Lo spettacolo ha avuto per protagonisti il gruppo Detego di Rosora, il gruppo Fantasy Twiriling di Pianello e i giovani dell’Alta Vallesina per le diverse espressioni musicali, canore, gestuali. La parte centrale dell’abbazia per l’occasione si è trasformata dunque in un suggestivo palcoscenico. Il coinvolgente spettacolo è stato arricchito da effetti speciali di luce con costumi ed accessori ben adatti al tema. La colonna sonora, testo e musica, è stata ideata da alcuni ragazzi del gruppo. Il musical, inedito ed appositamente composto per il millennio, ha rappresentato un’occasione di incontro e di scambio tra i giovani che con i linguaggi del teatro, della danza e della musica hanno fatto “sussurrare” le pietre nella voce di san Romualdo, nei gesti, nei suoni, nei colori, nelle parole di chi ne ha preso parte. Qualcuno, tra gli spettatori, ha osato dire: “Una vera apoteosi”. s.f. Castelplanio Le poesie di Calderigi Sono appena cominciate le sei iniziative natalizie che vedono protagonista la città di Castelplanio. Per iniziare in grande stile, la proposta dell’assessore alla cultura Isolina Marcelli che ha presentato la sua visita all’interno del castello di Castelplanio (di privata proprietà e non visitabile dalla cittadinanza) insieme a Nicola Zannotti uno dei proprietari, con foto, discussioni e la chicca della serata che è stata la presentazione del documentario registrato dalla Rai quaranta anni fa che riporta l’intervista del sig. Gino Zucchi che mostra alla cinepresa alcuni suoi averi di valore come la sommatrice dell’ing. Fossa Mancini (una delle prime calcolatrici) ed uno dei primi grammofoni della fine Ottocento. “Oh che bel castello” è stato il titolo appropriato della serata. Un vero peccato che i cittadini di Castelplanio non possano far visita a tale esempio culturale. La seconda puntata della kermesse ha visto la presentazione del libro di poesie in rima del “rimator planese” Aldo Calderigi. Poesie che non seguono una metrica precisa, ma che riportano la vita vera e vissuta, dediche alla gente del paese con cui è cresciuto, con cui ha condiviso. Rime che raccontano la crescita e la sensibilità di Aldo, che riesce a trovare il bello in ogni istante di quello che vive. Le iniziative proseguiranno con la presentazione del libro fotografico di Giorgio Marinelli “Il fiume esino: la valle e i colli”; il concerto di Natale della banda musicale “l’Aurora” fissato per la sera di Natale presso la sala polivalente. Il giorno successivo il centro di Spiritualità delle suore di Castelplanio “Sul monte” avrà piacere di ricordare insieme alla cittadinanza i suoi venti anni di attività. A conclusione, per l’arrivo del nuovo anno, la sera del 6 gennaio avverrà lo spettacolo “Sulla scia dei magi” presentato dall’ass. Astralmusic di Castelpanio. Simone Sebastiano 18 17 dicembre 2006 Pagina aperta Il Premio Vallesina e gli studenti AGENDA Storie di vita e carriere significative Il santo del giorno Venerdì 15 dicembre San Paolo; sabato 16 santa Adelaide; domenica 17 san Floriano; lunedì 18 san Graziano; martedì 19 santa Fausta; mercoledì 20 san Domenico; giovedì 21 san Pietro Canisio; venerdì 22 san Flaviano; sabato 23 sant’Ivo; domenica 24 san Gregorio. Farmacie di turno a Jesi Venerdì 15 dicembre Farmacia Fausto Coppi; sabato 16 Farmacia Moretti; domenica 17 Farmacia Barba Gaetano; lunedì 18 Farmacia Martini; martedì 19 Farmacia Calcatelli; mercoledì 20 Farmacia delle Grazie; giovedì 21 Farmacia Fausto Coppi; venerdì 22 Farmacia Castellani del Dr. Cerni; sabato 23 Farmacia Comunale 2; domenica 24 Farmacia Grammercato. Si è conclusa l’attività dell’associazione “Premio Vallesina” per l’anno in corso con l’incontro dei tre vincitori della terza edizione del “Premio” con gli studenti del liceo scientifico, del liceo classico e dell’istituto d’arte Mannucci. I quasi 400 ragazzi, accompagnati da diversi insegnanti, sono affluiti nella sala congressi dell’Esagono della Banca Popolare di Ancona e ad accoglierli il presidente della Bpa, dott. Corrado Mariotti insieme al responsabile delle relazioni esterne dott. Michele Campo. Un funzionario dalle grandi capacità operative che ha esaltato questo incontro con una coreografia degna di eventi di particolare rilievo. Va detto che la Bpa ha avuto sempre una Farmacie di turno in Vallesina Venerdì 15 dicembre Angeli; sabato 16 Poggio San Marcello; domenica 17 Castelbellino; lunedì 18 Pianello; martedì 19 Montecarotto; mercoledì 20 Moie (Angelico); giovedì 21 Macine; venerdì 22 Moie (Lucarelli); sabato 23 Angeli; domenica 24 Macine. Montecarotto nell’Unione Si è concluso l’iter per l’ingresso di Montecarotto nell’Unione dei comuni della Media Vallesina. L’ultimo via libera è arrivato nei giorni scorsi dal Consiglio dell’Unione e dal prossimo primo gennaio saranno sette i Comuni consorziati per la gestione di alcuni servizi: Maiolati Spontini, Castelplanio, Castelbellino, Monteroberto, San Paolo di Jesi, Poggio San Marcello e dal 2007, appunto, Montecarotto. Con il nuovo comune l’Unione avrà un territorio di quasi 80 chilometri quadrati e una popolazione di ben 19 mila abitanti. “Sono soddisfatta di questo percorso – spiega il sindaco di Montecarotto Mirella Mazzarini – che ci farà entrare in rete con le altre amministrazioni per la gestione, dal primo gennaio, di quattro servizi, ossia le colonie marine, il ricovero dei cani randagi, la protezione civile e la polizia locale. L’ottica con cui abbiamo iniziato questo cammino è quella del superamento di una prospettiva singola per una sinergia con un territorio che ha problematiche comuni. Anche il nostro impegno sarà quello di garantire ai cittadini servizi sempre più qualificati. Per il nostro Comune è prioritario essere nel contesto della Vallesina”. La decisione di allargare l’Unione a Montecarotto aveva avuto come primo atto la delibera del Consiglio dell’Unione del 29 giugno scorso. Il documento è stato poi approvato dai Consigli comunali dei sei centri che già fanno parte dell’Unione e da quello di Montecarotto, fino alla ratificata definitiva. Nei prossimi giorni sarà decisa la nuova assegnazione delle deleghe, con l’ingresso di Mirella Mazzarini come nuovo componente della giunta dell’Unione, mentre la presidenza è già stata rinnovata con il cambio al vertice fra Carbini, sindaco di Maiolati, e l’attuale presidente Luciano Pittori, primo cittadino di Castelplanio, che resterà in carica per i prossimi venti mesi. particolare attenzione nei confronti del “Premio Vallesina” sin dalla sua nascita, dimostrando grande sensibilità e sincera amicizia nei confronti del “Premio”. Non a caso il presidente dell’associazione, nonchè sindaco di Monsano, Gianluca Fioretti, ha tra l’altro ringraziato durante, il suo intervento, proprio la Bpa per aver concesso al “Premio Vallesina” una sede funzionale in via S. Giuseppe che permette all’organizzazione di terminare il suo lungo peregrinare, dopo sei anni, fra Monsano, Maiolati e Jesi. Ha avviato l’incontro con gli studenti ed i tre vincitori il presidente della Banca Popolare dott. Mariotti, il quale si è detto felicissimo di avere un pubblico giovane in una sala della banca. E si è rivolto proprio ai giovani per invitarli a prendere l’esempio dei tre vincitori del “Premio”, per guardare al loro momento di preparazione alla vita con interesse ed stimolo. Ma il dott. Mariotti ha avuto parole di elogio per l’organizzazione di questo evento culturale della Vallesina, unico nel suo genere in tutta la Regione, che cresce anno dopo anno. Il presidente della Bpa ha poi presentato i tre vincitori dei quali, prima dei singoli interventi, i ragazzi hanno potuto vedere le schede che erano state preparate in occasione della serata di gala. Il dott. Italo De Curtis si è soffermato a raccontare alcuni episodi della sua vita professionale, partendo da Jesi fino ad arrivare al concorso che lo ha portato a ricoprire la carica di vice segretario generale della Presidenza della Repubblica; racconti inframezzati da episodi ed anche momenti storici collegati alla vita dei Papi marchigiani, alla storia dell’ultimo Re d’Italia, alla istituzione della Repubblica Italiana, al suo rapporto con i presidenti della Repubblica che ha servito fedelmente in 44 anni di servizio presso il Quirinale. Il dott. De Curtis ha ricordato quanto sia attaccato a questa nostra terra, alle sue radici scolastiche presso il liceo classico guidato dal preside Cremona, con i professori Raffaele Molinelli, la mitica professoressa “Mimmetta”, insegnante di scienze. De Curtis ha ricordato infine che l’attuale consorte del Presidente Napoletano ha frequentato ai suoi tempi il liceo classico di Jesi, signorina allora proveniente da Chiaravalle, e che conversando con lei qualche giorno fa, nel ricordare questi tempi, avrebbe espresso il desiderio di una bella rimpatriata nella città di Federico II° per ricordare i tempi della sua gioventù e ritrovare magari qualche vecchio compagno di scuola. Il prof. Franco Rustichelli è stato sicuramente il personaggio che ha maggiormente attirato l’attenzione dei ragazzi pur parlando di scienze e di fisica. Ha avuto il merito di richiamare l’attenzione su di sé per la sua capacità di fare l’istrione con le sue battute spiritose (che nessuno si sarebbe immaginato vista la sua figura di uomo quasi distaccato dalla realtà in cui vive) ma sempre dense di grande significato scientifico. Un personaggio che ha frequentato anche lui il liceo classico di Jesi, per poi prendere la strada del mondo scientifico fino a laurearsi precocemente all’università di Pisa e salire ai vertici mondiali della fisica moderna. Il prof. Rustichelli ha abbandonato i facili guadagni presso il centro studi della Comunità Europea, il centro atomico di Grenoble per tornare nella sua terra e guidare la facoltà di scienze e fisica dell’università di Ancona, puntando decisamente alla ricerca più pura con introiti personali di gran lunga inferiori a quello che il mondo europeo gli aveva offerto. Nonostante questo il prof. Rustichelli ha continuato e promosso i suoi studi fino al punto di poter raccogliere nel pianeta scientifico mondiale grandi considerazioni e attestati di riconoscimenti. Mario Sasso, pittore e grande esperto di grafica computeriz- Defunti a Jesi (salvo diversa indicazione) 4 novembre Valentina Xie Linlin, Simona Xie Xiuxiu e Daniela Xie Jiajia; 6 novembre David Mahuku Murekatete (Senigallia), Matteo Piccolo; 9 novembre Chiara Cardelli, Noemi Varlese; 11 novembre Alice Angelucci, Kanh Yu Wu; 12 novembre Martina Mariani; 13 novembre Rebecca Pagoni; 14 novembre Niko Ciccarelli; 15 novembre Yousef Masoud; 16 novembre Giulio Magrini; 18 novembre Nicole Lucci; 19 novembre Giulia Bolognini; 20 novembre Gioele Tivisini; 21 novembre Tobia Giuliani; 23 novembre Camilla Bocchini e Mattia Chierici. 11 novembre Italia Barboni (90) di Cupramontana; 13 novembre Aurelio Latini (81) di Cupramontana, Aldemiro Pellegrini (86), Marino Merli (96) di Montecarotto; 14 novembre Bianca Oncini (76), Luigi Faloppa (73), Emilia Gubbi (79), Gino Zannotti (76) di Castelbellino, Dino Luzietti (70); 16 novembre Nadina Montesi (82) di Monsano, Vilma Stronati (80), Pietro Pellegrini (72) di Filottrano; 17 novembre Amabilia Corinaldesi (92), Leandrina Gentili (86), Giuseppe Camerucci (67) di Apiro, Adele Picchio (90) di Apiro, Maria Giacchetta (68) di Monte San Vito; 18 novembre Domenica Gregori (68), Jesi 4-4-1920 Polonia 19-11-2004 Rag. Otello Cecconi zata, ha ricordato i suoi primi passi nelle botteghe di importanti artisti del tempo come Bernardo Bosi e il prof. Archetti e dei suoi scontri con il padre che voleva che durante l’estate si dedicasse più a frequentare botteghe di artigiani per imparare un mestiere che gli sarebbe tornato utile nella vita, dopo la scuola. Partito invece per Roma dopo qualche anno per una mostra personale che era riuscito a farsi organizzare da amici, Sasso ebbe la fortuna di incontrare alcuni personaggi della Rai che, vista la sua produzione artistica, gli chiesero di preparare alcune sigle per importanti trasmissioni culturali. Erano i tempi del dopoguerra; l’Italia stava risorgendo in fretta, ma il grado culturale della popolazione era ancora molto basso. La Rai partì con queste trasmissioni che videro anche impegnato Mario Sasso, il quale passò poi a realizzare anche sigle del TG2 e del TG3, sigle per rubriche particolari, pur non interrompendo mai il suoi rapporto con l’arte pura. Sasso ha parlato infine dei grandi progressi che la cultura ha fatto e sta facendo grazie ad internet; un servizio che permette di collegarsi con il mondo intero senza dover girare il mondo. Un mezzo che non deve essere sottovalutato e che i ragazzi dovrebbero utilizzare in maniera attenta e scrupolosa. Il dibattito non c’è stato; è sempre difficile convincere i ragazzi a parlare. Ma va detto, a loro merito, che hanno seguito gli interventi dei tre vincitori del “Premio” con particolare attenzione. Presenti anche la preside del liceo scientifico dottoressa Bruna Aguzzi, i docenti delle tre scuole, il sindaco di Maiolati Giancarlo Carbini e la professoressa Gilia Volpotti nella loro funzione di consiglieri dell’associazione Premio Vallesina. Nicola Di Francesco Nelle foto, dall’alto, Sasso, De Curtis e Rustichelli Anagrafe Nati a Jesi (salvo diversa indicazione) Anniversario Cardina Tonelli (87); 19 novembre Sergio Sartini (90) di Belvedere Ostrense, Dino Fratoni (78) di San Marcello; 20 novembre Alba Sabatini (89), Zebina Tiranti (84) di Filottrano, Graziella Manoni (53) di Belvedere Ostrense, Amelia Fratoni (81) di Belvedere Ostrense, Maria Borsella (98); 21 novembre Giuseppe Barcaglioni (67), Ermenegildo Amadio (97) di Maiolati Spontini, Lina Giorgini (92) di Montemarciano, Vincenzo Di Giacomo (81) di Maiolati Spontini; 22 novembre Rina Curti (91) di Apiro, Bruna Gianangeli (71); 24 novembre Adelina Loccioni (91) di Castelplanio, Alberto Papini (74); 25 novembre Nazzareno Pioli (75) di Filottrano; 26 novembre Luca Lombardi (42) di Chiaravalle e Anita Tittarelli (91) di Rosora. Discepolo di don Antonio Traluci e don Adolfo Carlini tipico frutto del “mondo” del Duomo. Ha militato con discrezione e umiltà nell’Azione Cattolica prima e nella Democrazia Cristiana poi. E’ giusto ricordarne la generosità, la volontà e la capacità sia nel lavoro che nella società civile. Gli amici dell’associazione “Partigiani cattolici” Anniversario 1932-1932 4-12-2003 Cristina Rossetti in Silvestrini A tre anni dalla sua scomparsa la comunità parrocchiale di san Giuseppe a Jesi la ricorda con affetto e rimpianto a quanti l’hanno conosciuta e amata. Convegno Le politiche culturali pubbliche, da spesa ad investimento, costituiranno il tema del dibattito nel convegno “La cultura come Welfare”, programmato per martedì 19 dicembre, alle ore 17, presso la Casa del Popolo di via XXIV Maggio. Il saluto di Enzo Giancarli, presidente della Provincia, e del sindaco di Jesi, Fabiano Belcecchi, e la relazione introduttiva dell’ assessore alla cultura Leonardo Animali, apriranno l’incontro – presieduto da Leonardo Lasca, presidente Commissione Bilancio Provincia - che si articolerà negli interventi di Emanuele Lodolini, segretario Federazione Ancona, Renato Pasqualetti, responsabile regionale cultura e Adriana Mollaroli, presidente Commissione Cultura Consiglio Regionale. Concluderanno l’assessore regionale Luigi Minardi e Silvana Sanlorenzo, responsabile nazionale cultura. Cultura 17 dicembre 2006 7 Alla Salara Due libri e una mostra per le arti figurative del ‘900 nella Vallesina Jesi dipinta “J esi dipinta”, la grande mostra collettiva di pittura inaugurata con successo mercoledì 6 dicembre nella Salara di Palazzo della Signoria, costituisce l’atto finale del progetto “Il ‘900 a Jesi e nella Vallesina”, ideato dall’Assessorato alla Cultura e realizzato dal Servizio Pinacoteca e Cantiere Culture. Il momento espositivo- che offre al visitatore un’ampia panoramica delle correnti e delle tendenze artistiche della cultura figurativa di Jesi e della Vallesina dalla fine dell’ottocento ai nostri giorni- precede un lungo anno di studio e di ricerca condotto dal personale della Pinacoteca e Musei civici con l’obiettivo di redigere una sorta di bilancio, in chiave storico-critica, del “secolo breve”. Lavoro poi reso visibile in due importanti volumi la cui presentazione ha preceduto di poco meno di un’ora la cerimonia di inaugurazione. Entrambi, assieme al catalogo illustrato relativo alla mostra, sono stati realizzati col sostegno della Banca Popolare di Ancona. Il primo volume, intitolato “L’arte del 900 in Vallesina. Itinerari e riflessioni”conduce un’analisi di carattere storico-critico del percorso novecentesco jesino sulla base di una distinzione per linguaggi, stili e tecniche. Il secondo, “L’arte del 900 in Vallesina. Dizionario degli artisti”risulta un dizionario biografico degli artisti jesini e della Vallesina del ‘900, con le notizie biografiche, le principali mostre, le segnalazioni delle opere più importanti e la citazione della bibliografia di riferimento. Le tematiche e gli argomenti contenuti nel volume dei testi critici saranno approfonditi nel corso del ciclo di conferenze invernali, presso la Pinacoteca civica, previsto già per la fine di gennaio. “Abbiamo voluto prestare grande attenzione alle opere per riscoprire quello che è il valore, la cultura del ‘900, con uno sguardo particolare su Jesi” –ha esordito il sindaco Fabiano Belcecchi nel corso della presentazione- “Per l’amministrazione ciò è signficativo non solo per la promozione artistica degli autori, ma quale momento di riflessione rivolto a questa città. Nel dibattito aperto sul nuovo piano regolatore, abbiamo sentito l’esigenza anche di confrontarci con gli artisti. Ci interessava parlare non solo con esponenti di rilievo, ma cogliere anche il messaggio derivante dal mondo della cultura, dell’arte perché tali personaggi hanno delle ottiche che a noi sfuggono. Importanti però quando ci si chiede come sarà la Jesi del futuro”. Si associa al giudizio positivo del sindaco sull’iniziativa, il presidente della Banca Popolare di Ancona Corrado Mariotti che puntualizza “Da 120 anni siamo presenti in Vallesina, anche se non abbiamo origini locali. Con questo contributo, diciamo grazie alla città che ci ospita. D’altra parte, il nostro bilancio sociale dimostra che varie volte siamo intervenuti in iniziative programmate per la crescita culturale e sociale, e soprattutto dei giovani.” Un’iniziativa senz’altro ricca di stimoli per l’assessore Leonardo Animali “Il ripercorrere in un dizionario il patrimonio culturale della Vallesina ci ha consentito di approfondire e riflettere, di entrare nelle case, nei negozi, di interrogarci sulla città e sui personaggi del secolo trascorso; ci ha permesso di avere un quadro di quanto è accaduto nella città nel corso di questi anni. Il fatto di restare fermi alla Vallesina ci ha impedito di allargare la visuale rischiando di perderci. Questo lavoro nasce dalle competenze offerte dalla città, dall’intelligenza della dott.ssa Mozzoni, da molti giovani collaboratori”. “Un lavoro che ha richiesto- spiega la dott.ssa Mozzoniun’articolazione in diverse tappe. La prima, di natura analitica, per redigere un inventario dei nomi degli artisti attivi fin dall’inizio del ‘900. Poi, la necessaria sintesi di quanto si aveva elencato( il dizionario comprende ben 200 voci); sintesi che chiedeva un territorio ben definito, delimitato, coeso, ossia un territorio in cui si è condiviso un clima, un’atmosfera, un dialetto: elementi comuni di carattere sociale e culturale. Infine, l’approdo a storie di un certo spessore sociale poiché comunque l’arte superava, attraverso l’analisi delle personalità, i limiti posti. L’atto conclusivo, negli incontri che verranno, dove potremo approfondire alcune tematiche”. Dal progetto emergono- secondo la direttrice della Pinacoteca- due considerazioni importanti. La prima investe l’aspetto di una realtà in cui la caratteristica industriale è rilevante: c’è forte capacità di innovazione, dinamicità, mo- dernità, in contrasto con un atteggiamento artistico in cui prevale un realismo di stampo accademico che tutti gli artisti impongono in maniera diversa. La riconoscibilità dell’oggetto accompagna le opere nella prima metà del ‘900 e viene messa in discussione solo successivamente dal padre Carmelitano Eugenio Azzocchi e da Bernardo Bosi; quando entrambi cominciano a fare “cose che la gente non capiva” . Il filone del realismo temperato si oppone ad un realismo accanito, determinando una rottura nei confronti della tradizione, causando una discrepanza tra pubblico e arte, un’interruzione della comunicazione. La seconda, è che la mostra costituisce un’occasione non solo per presentare gli artisti tra la fine dell’800 e tutto il ‘900, ma soprattutto per vedere Jesi come loro l’hanno vista. Le parti più rappresentate sono le mura, i torrioni, le porte, i campanili. Pochissime le persone: sono rari i quadri in cui compare la vita. Emerge la perdita di ruolo del centro storico, il suo spopolamento. Nel ‘900 esso non è più il cuore della vita di Jesi sia per l’industria, che per le scuole e il commercio. Si smarrisce anche l’idea- prima molto presente- del “bello che coincide con l’inutile”. “Far ricoincidere i due termini è la sfida da raccogliere” conclude la dottoressa. Paola Cocola Presentato il libro strenna della Banca delle Marche Le Marche e il XX secolo Atlante degli artisti “U WWWBPAIT na prima raccolta dei dati sull’arte visiva legata alle Mar- km-, con una popolazione di appena un milione e mezzo di moderna seche del XX secolo…strada aperta a contributi ulteriori abitanti. Un fenomeno dovuto alla peculiarità del paesaggio- rigrafia. Da di analisi e approfondimento…” Così editore e curatore de- sintesi di tutti i paesaggi a livello mondiale-; e ad una partico- notare che finiscono, nelle pagine introduttive, il nuovo volume edito da lare economia che si esprime attraverso la cultura “del fare” e m a n c a n o , Motta editore per Banca delle Marche nel suo consueto ap- “del fare bene” unita a grande senso estetico per un prodotto nel volume, puntamento natalizio con la cultura del territorio. “che è del tutto inutile”( secondo Oscar Wilde), ma è impor- alcuni artisti “ Un’opera che attesta l’attenzione, la sensibilità e l’impegno tante a migliorare l’esistenza. per diverdi questa banca a far emergere le eccellenze analizzando la Puntualizzare l’identità marchigiana, sottolineando “un ethos se ragioni: realtà territoriale” puntualizza il direttore generale Massimo che, al di là delle innegabili e inevitabili differenze, evidenzi difficoltà a Bianconi nel corso della conferenza aperta alla stampa lunedì però un modus vivendi, cogitandi e operandi sotteso al fare reperire dati, 4 dicembre nella sede centrale. artistico di ognuno”; “inventariare” quest’incredibile patri- soprattutto “Un lavoro realizzato nel territorio ma destinato a varcarne i monio umano dell’arte visiva nelle Marche e il suo prodotto: per gli artisti confini, valorizzandolo, in una diffusione a livello nazionale e questi gli obiettivi prioritari dell’opera vestita con elegante s c o m p a r si ; internazionale”aggiunge il presidente Lauro Costa. copertina blu cesellata da circa quaranta opere in miniatura. ritrosia da “Una diffusione già confermata in anticipo( il volume sarà pre- Fa strada, nel volume, il “testo guida” del curatore Armando parte degli sente in libreria solo in primavera) dal successo riportato dalla Ginesi, articolato in dieci capitoli: dalle considerazioni gene- artisti stessi, mostra allestita in Russia – continua Armando Ginesi, storico rali sull’arte ai precedenti storici dell’espressività marchigiana, che hanno d’arte- e motivata dal fatto che le Marche scrivono pagine im- alla connotazione del territorio, all’ethos del marchigiano di pure ostacolato le ricerche. Altri, come Edmondo Giuliani, portanti e fondamentali nella storia dell’arte italiana ed euro- ieri e di oggi, alla situazione in generale in cui si è trovata a sono citati più volte nell’opera ma non sono “schedati” in pea; e che i suoi artisti appartengono a tre tipologie che in un vivere l’arte nelle Marche nel secolo scorso. Seguono i testi in- quanto la selezione è stata effettuata secondo il criterio della modo o nell’altro ne promuovono questo movimento.” troduttivi alle relative sezioni in cui si articola l’opera - e che “qualità testimoniata”assicurata dal grado di incisività che gli Tre tipologie che da sempre hanno caratterizzato questa in- fotografano la situazione artistica in ogni provincia - redatti artisti hanno esercitato nella realtà internazionale, nazionacredibile fucina di eccellenze. Sin dal lontano 1300. In effetti dai singoli ricercatori: Gabriele Tinti per Pesaro Urbino e An- le o interregionale; dalla letteratura critica in loro possesso la ricerca storica, vincendo la caparbia ritrosia marchigiana, cona; Lucio Del Gobbo per Macerata e Giancarlo Bassotti per (quantità e qualità dei critici d’arte che si sono interessati al ha legittimato alle Marche scuole usualmente spersonalizza- Ascoli Piceno. E all’interno di ogni sezione- ossia di un terri- loro lavoro); dagli inviti di partecipazione a rassegne importe dall’uso improprio della definizione “umbro-marchigiane”. torio provinciale- le schede, una per ogni artista presentato, tanti. Come non ricordare, per la prima categoria costituita da ar- compilate per consentire una rapida e agevole consultazione, Mi chiedo: occorrerebbe forse redigere- nei prossimi aggiortisti nati e residenti nel territorio, il pittore Simone De Magi- in ordine alfabetico: quasi una sorta d’atlante, come indica namenti- una schedatura per i “fuori classe”?... stris con la scuola di Caldarola. Oppure, per la seconda- con lo stesso sottotitolo del volume, con trecentoventi schede e Ritroviamo, tra le eccellenze della Vallesina: Ezio Bartocci, gli artisti della “diaspora”, nati cioè nella regione ma emigrati seicento fotografie. Raul Bartoli, Luigi Bartolini, Alberto Alberti, Bernardo Bosi, altrove- Raffaello Sanzio, Donato Bramante. E per la terza Conclude, un’appendice curata da Annalisa Filonzi- che si è Franco Carotti, Carlo Cecchi, Luciano Antonio Collamati, Cor-costellata da artisti non marchigiani di nascita, o addirittu- occupata anche del coordinamento redazionale- su una pe- rado Corradi, Enzo Cucchi, Gilberto Filippetti, Josè Guevara, ra stranieri, che hanno fatto delle Marche la propria patria culiarità marchigiana venuta alla luce e diventata famosa in Carlo Javarone, Giannetto Magrini, Luigi Pennacchietti, Nicola d’elezione- Lorenzo Lotto? Italia e in Europa soprattutto negli anni sessanta e settanta, Rossini, Mario Sasso, Orfeo Tamburi, Luigi Teodosi, StefanoUna concentrazione di talenti, nel corso dei secoli, in un che riguarda la produzione della grafica seriale, da quella Tonti. territorio non eccessivamente esteso- poco meno di 10.000 ottenuta con varie tecniche incisorie e calcografiche alla più Fotoservizio Paola Cocola Inserto a cura dell’Associazione Oikos onlus di Jesi Un desiderio infinito dentro al cuore L a tossicodipendenza si va connotando sempre più come un problema complesso, variegato, multiforme e di difficile interpretazione. Perché? Perché i tentativi fatti per combattere la tossicodipendenza hanno voluto, in qualche modo, semplificare il problema. Alcuni hanno combattuto con la droga, con la sostanza cioè. Il mercato è sempre più florido. I paesi produttori non hanno nessun interesse a rinunciare al bussines. Le mafie di tutto il mondo continuano a farne una fonte di potere e di guadagni. Nel 2006 si è addirittura registrato un fenomeno del tutto nuovo e curioso che mette in discussione ogni teoria di marketing o commercializzazione di un prodotto. L a teoria dice che è il mercato che aumenta l’offerta. Il fenomeno invece a cui assistiamo è che il prodotto ha superarto la richiesta e quindi invece di essere di fonte alla crescita dei prezzi al consumo, assistiamo al calo dei prezzi al consumo. La logica non risponde alle leggi di mercato ma ci deve preoccupare alquanto perché mette le sostanze sempre più a portata di mano e di portafoglio dei consumatori. Altri hanno combattuto con le leggi. Non voglio con ciò aprire un dibattito politico e tanto- ATTUALITA’ Decreto Turco sulla cannabis meno schierarmi. Il Centrodestra ne fa una questione disciplinare. Nella campagna elettorale di sei anni fa aveva illuso mezzo mondo degli addetti alla cura e riabilitazione dei tossicodipendenti con il concetto di parità tra pubblico e privato. Oggi abbiamo le triste esperienza di una legge fatta in fretta a fine legislatura e fatta solo a scopi elettorali. I l Centrosinistra vuole cambiare la legge e si vede bocciare, dalla commissione sanità del senato, un decreto con il quale raddoppiava la quantità di detenzione di canabis per uso personale. Il provvedimento ha il sapore di un costume tutto italiano che consiste che nel campo che non si può fare di meglio si abbassano i livelli. Come qualche volte è capitato con l’acqua potabile. Si è intervenuti sui valori di soglia che avrebbero reso l’acqua non potabile. Innalzando il valore consentito, l’acqua è diventata di nuovo potabile. In pochi sono coloro che si soffermano sul fatto che dietro alla droga ci sono le persone. L’Oikos da ben sedici anni si muove in quest’ottica pensando più alla persona tossicodipendente che alla tossicodipedenza o alla droga. Tutto quanto si è fatto è aver preso a cuore la situazione di giovani che assumono sostanze stupefacenti insieme ai loro ge- nitori. La strada è difficile. Quando ci si mette al fianco di una persona con problemi di tossicodipendenza ci si mette al fianco di una persona straordinaria, bella e tremenda come l’animo di ogni uomo con il mistero che lo avvolge, lo protegge e lo esalta. L’animo di ogni uomo di oggi, normalmente si ritiene che venga sospinto dai bisogni. Se così fosse porremmo la domanda: ”quali bisogni?” Bisogni di casa, lavoro, pane, solidarietà, identità… se estremizzassimo questa linea potremmo avere anche l’ardire di affermare che anche la sostanza o le sostanze potrebbero soddisfare certi bisogni.Personalmente ritengo che oltre ai bisogni l’abisso del cuore umano ha dei desideri. A llora la domanda sarebbe “quali desideri?” Il desiderio di giustizia, di libertà, di relazione con gli altri o con l’Altro e se è abissale il cuore dell’uomo il desiderio di infinito. Perché no? Che cos’altro varrebbe la pena coltivare nel cuore di ogni uomo se non il desiderio di infinito che lo rende capace di superare la fatica e il dolore della sua limitata esistenza. Esistenza misurata nel tempo presente che crea un vuoto e che a volte può essere riempito con la sostanza. Ogni mattino mi alzo e lotto a fianco di chi non riesce ad integrare questo La quotidiana difficile lotta a fianco di chi non riesce a vivere la sua voglia di infinito desiderio di infinito nella sua esistenza e nella vita di ogni giorno. Solo così si capisce che la complessità della persona con problemi di tossicodipendenza supera le leggi, la sostanza e le sostanze, le linee educative o psicologiche e quant’altro. Solo così si fatto di umiltà e si cerca quelle collaborazioni di tutti in modo che il desiderio di un solo cuore possa essere capito da più persone. Solo così si crea una rete in cui i desideri abissali dei cuori si incontrano e si possono reciprocamente aiutare. Se il desiderio di infinito è anche il vostro e vi corrisponde nella quotidianità, diamoci una mano. Sono sempre più convinto che molti giovani, ragazzi e bambini staranno meglio e potranno restituire a molti questo desiderato benessere. Don Giuliano Fiorentini P.S.: da circa otto anni ci dedichiamo anche ad accogliere bambini con problemi di abbandono, qualche volta anche con le loro mamme. Che cosa ci spinge se non i sogni nostri di bambini che nella quotidianità e durezza della vita abbiamo abbandonato come impossibili. E, se i sogni sono desideri, quel bambino che sonnecchia dentro di noi non potrebbe ancora realizzarli? CITTA’ PERSONE SOCIETA’ La graduazione dell’Oikos I genitori si interrogano Sentirsi vivi dentro 17 Dicembre 2006 17 Dicembre 2006 le storie Comunità di reinserimento : realizzarsi con gli altri e per gli altrii Responsabilità e autonomia In questo anno per alcuni dei nostri ragazzi facenti parte del Reinserimento è iniziata la Fase C, per altri c’è stata la Valutazione fine programma e per altri ancora ci sarà la Graduazione il 16 Dicembre. Per loro concretamente si tratta di non essere più nella fase Residenziale del nostro programma Terapeutico: c’è chi ha scelto di tornare ad abitare con al propria famiglia e chi per conto proprio. Su un piano di crescita personale, invece, il lavoro penso che debba continuare anche stando al di fuori delle nostre strutture. È bene ricordarsi che tutte le fasi del Reinserimento sono da intendersi come un proseguimento della crescita iniziata già all’inizio del programma, certamente sempre più in condizioni di minore protezione e quindi il maggior contatto con l’esterno non deve far dimenticare il sano proposito di continuare a percepirsi in un cammino di raggiungimento della pienezza. Il Reinserimento soprattutto in fase C, pone i ragazzi a contatto, in maniera più piena, con la realtà della vita fatta di lavoro, impegni, responsabilità e scadenze, ma li pone pure nella possibilità di assaporare la soddisfazione del proprio impulso a progredire, svilupparsi e diventare maggiormente autonomi. Autonomi non significa però fare ciò che ci pare e fregarsene degli altri. A questo proposito mi piace ripensare per ciascuno di noi le tre regole di vita da non dimenticare mai: - Non posso vivere da solo; - Ho bisogno degli altri, soprattutto del loro affetto; - Se voglio qualcosa devo chiedere, perché nessuno può indovinare quello che mi occorre. Dopo aver conosciuto e messo in discussione più ampiamente i propri pregi e difetti, siamo sicuri che ciascuno nel proprio ambito di vita può contribuire al miglioramento e al cambiamento delle proprie relazioni umane e di molte condizioni di vita che non gli sono mai piaciute. Il percorso fatto insieme, ha dato a ciascuno, la consapevolezza di avere dentro di se una grossa ricchezza in quanto persona: continuare ad esprimersi positivamente per attivare tutte le potenzialità del proprio essere è sicuramente riuscire a dare un senso soddisfacente alla propria vita. Anche se questo ha sempre spaventato tanti, perché è duro e faticoso e spesso non da risultati immediati (fa più rumore un rumore un albero che cade che una foresta che cresce…), chi ha avuto la capacità di uscire dal proprio egoismo ha ottenuto grandi risultati e una grossa serenità nell’andare avanti. Lavoro, macchina, soldi e una casa non bastano: per quasi tutti queste cose c’erano anche prima del programma; ora, bisogna arrivare a realizzare se stessi, realizzandosi con gli altri e anche per gli altri. Da questo punto di vista autonomia può alla fine intendersi come autodecisione di condividere quello che di bello sento di essere o aver conquistato: dare questo significato alla propria vita è motivo di profonda soddisfazione e di sicura felicità. Carmelo Petrucci Guardare dentro se stessi e vivere Le lacrime non sono più lacrime, ma parole, e le parole sono pietre”. (Carlo Levi) Alcuni dicono che quando è detta la parola muore. Io dico invece che proprio quel giorno comincia a vivere (Emily Dickinson, Silenzi) in accoglienza al Kairos non ci stavo neanche troppo male; quando ormai te la racconti da una vita diventa un meccanismo automatico trovare una giustificazione, o un motivo per qualsiasi cosa tu faccia. Sono riuscito a togliere la terapia sostitutiva, mi sono rifatto l’astinenza per la seconda volta in due mesi e mi ero convinto che quella intrapresa fosse veramente la strada giusta. Non ho fatto altro che prendermi in giro da solo per una vita intera ed ancora continuavo. Una volta tornato lucido è dura per chi come me non è abituato ad ascoltarsi ed ecco che appena ho trovato l’occasione ne ho combinata una sull’altra accampando ogni genere di scuse per tornare a rifarmi e non sentire più niente, come al solito. È stato così che alla fine sono stato espulso… L’ennesimo fallimento di una lunga serie non dovrebbe essere differente da tutti gli altri già vissuti, ed invece è stato proprio qui il punto della svolta perché viverselo e sentirselo addosso da lucido mi ha fatto molto male e fa ancora male. Non posso nasconderti che il primo pensiero sia stato quello di tappare quest’enorme voragine sanguinante con l’ennesimo “stordimento” che inghiottisse tutto e non mi facesse sentire più niente, ma non l’ho voluto e così non è stato. Ora sono qui al Kairos dopo venti giorni infernali, iniziando di nuova l’iter dai colloqui, i quali mi hanno messo di fronte ai miei errori ed aiutato a trovare la consapevolezza della mia condizione di tossico. Sono ripartito da qui, stando male come un cane bastonato a dover ogni giorno combattere con l’ansia e l’angoscia di potermi e volermi “fare” pur sapendo che avrei aggiunto solo altri sensi di colpa a quelli che già pesano come macigni. Cara Alessandra, finalmente ho capito e scelto per me, io devo affrontare i miei problemi e non restarne schiacciato. Certo sarà dura e difficile, come lo è stato e continuerà ad esserlo, convivere con la voglia di “roba” che non sparisce da un giorno all’altro ma purtroppo ti resta dentro. Ora però ho aperto gli occhi e ho deciso di guardarmi dentro. Spero di rivederti presto ma non prima di essere cresciuto e diventato un uomo, magari non proprio quello che sognavo da bambino, ma quanto meno, libero dalle catene di questa mia malattia. Un abbraccio fortissimo Tuo Andrea Spunti e riflessioni dei ragazzi ospiti dell’Oikos Dimmelo tu cos’è sentirsi vivi noi sappiamo sbagliare, cadere e rialzarci… Noi, siamo le persone che parlano d’amore. The Cock giorno, con l’aiuto delle persone che ci vogliono bene al proprio fianco e lottare per una vita migliore senza mollare mai. Chagall Sentirsi vivi… scoprire che ho sempre saputo come si muore e non come si vive… Pazzesco ma Sono contento di sentirmi vivo vero!!! Per nove anni ho tenuto oggi, credevo di essere vivo e vivere un piede nella realtà e uno nella in passato, ma mi accorgo che non Sentirsi vivi per me significa Sentirsi vivo è riscoprire che dentro fantasia, uno su quello che sono sentivo niente, oggi sento tante cose provare emozioni e saperle regalare, di te ci sono ancora dei sentimenti, l’altro su quello che non sono ed che conoscevo da piccolo più le per ricevere le emozioni degli altri e che il tuo corpo vive, ha bisogno il frutto raccolto è stato uno… il riscopro e più ho voglia di sentirle, farne tesoro. e necessita degli altri. Sentire il deserto. Ora riesco ad apprezzare oggi vivo e voglio vivere. Ruby Tuesday profumo della vita, di un’amicizia, uno scherzo, una battuta, una De Vito di un familiare sapere di non essere serata ad ascoltare musica insieme Essere vivi è avere il coraggio di più solo. Non nascondersi più dietro a degli amici, sento il calore di un Cogliere il senso profondo delle cose, affrontare le proprie paure. la paura di vivere ma assaporarne abbraccio, di una persona cara, gustare ogni momento che la vita Mc Cartney la voglia… Clear l’importanza di una parola di mi offre (o forse sono io ad offrirmeli conforto, sento il bene delle persone questi momenti). Sentirmi viva è Vivere. Riuscire a vivere dentro di Essere vivi è… affrontare e non che ho vicino. Inizio a vivere… a credere in me stessa e in ciò che mi noi è la nostra conquista. Io ci voglio scappare, è aiutare ad essere aiutato, sentirmi vivo! circonda, è credere nel mio domani! riuscire per vivere questa vita. è ascoltare i propri sentimenti e Re di cuori Kant Andy non soffocarli, è capire ed essere capito, è dare e avere, è amare ed In alcuni momenti non volevo Noi siamo angeli senza ali, Dio Sentirsi vivo è affrontare le difficoltà essere amato, è soprattutto darci la sentire e mi negavo la vita, sentirsi le ha rese invisibili… Noi non e i problemi della vita con le proprie possibilità di vivere. vivo è permettersi di amare ed possiamo librarci nel cielo… Ma forze e farsi coraggio giorno dopo Anonimous essere amato, voler bene ed essere Ritrovare la strada della speranza IN CAMMINO Sono una mamma, ho sempre fatto di tutto per crescere i miei figli come meglio potevo. L’ho fatto con entusiasmo, con amore e con tanti accorgimenti perché loro non si potessero lamentare. Sono stata felice con loro fino a quando, un giorno, niente era più come prima. Tutto è stato travolto dalla Disperazione Rabbia Odio Grida Angoscia di cui faceva uso mio figlio. I sentimenti peggiori hanno avuto la meglio e vivere è diventato difficile, tanto difficile da decidere per un cambiamento che conducesse alla comunità. Ma dove? Quale? Da qualche parte è emersa l’OIKOS, una parola per me sconosciuta come era sconosciuta la sua organizzazione. Piano piano mi ha coinvolto, insieme alla mia famiglia, per recuperare quei sentimenti disintegrati. Oggi comincio a vedere un po’ di chiarore all’orizzonte, ad ascoltare oltre le parole, lettera ad un’amica “Voglio crescere e diventare uomo” Cara Alessandra, la mia vita da tossico è arrivata finalmente ad una svolta: ho aperto gli occhi e ho acquisito definitivamente la consapevolezza della mia condizione. Ora so cosa devo fare per cercare di tornare a vivere come una persona vera tra la gente. Da troppo tempo ho smesso di ascoltarmi perché dolori, paure, insicurezze, insuccessi quando ti “fai” spariscono ed in questo torpore mi sono trascinato cercando di vivere: ma quello non era vivere era soltanto una mera illusione. Ho sì avuto la fortuna di avere tanta gente attorno, a partire dalla mia famiglia per arrivare agli amici, magari pochi, ma veri e tra cui, ovviamente, includo anche te, che spesso mi facevano notare che stavo annegando. Purtroppo io li sentivo, magari li vedevo anche disperarsi ma non riuscivo ad ascoltarli veramente, perché per me esistevo solo io con la mia enorme presunzione presa per mano ed accresciuta dalla droga. Avanti così sono arrivato a diventare l’ombra di me stesso tanto che avevo difficoltà a guardarmi allo specchio, forse è stato questo, forse la malattia di mia madre e la volontà di lasciarla tranquilla a combattere il suo male senza dover pensare a me, che mi hanno convinto ad entrare in ospedale per disintossicarmi. È stata la terza volta, negli ultimi cinque anni. Questa volta peggio di altre me la sono raccontata. Mentivo a me stesso perché non ho fatto in tempo ad uscire che ci sono ricaduto sui gradini dell’ospedale. Lo sconforto è stato talmente forte che ho ricominciato peggio di prima, al che ho lasciato che chi mi stava vicino decidesse per me: l’unica via possibile, l’ultima strada da tentare era la comunità. Ho provato a rimboccarmi le maniche e convincermi che questa scelta fosse veramente la mia, ed una volta entrato Riflessioni ad alta voce dei genitori dei ragazzi dell’oikos Svegliarsi ogni mattina sapendo che la vita non sarà sempre facile ma avere la forza per affrontarla insieme alle persone che ti stanno vicino. Lupo Sentirsi vivo anche se il peso che portiamo ci sembra più grande di noi stessi. El Bimbo Fino a poco tempo fa non aveva molta importanza vivere né sentirmi vivo, era come se non ne avessi il bisogno, come se ne potessi farne a meno. Ma da quando sono qui è diventato il mio bisogno più grande. È devastante, a volte orribile ma allo stesso tempo meraviglioso. Vivere è un’emozione che riempie il cuore, fino ad ora mi sono negato il diritto di sentirmi voluto bene, amato ed ora che ho riscoperto la vita penso proprio che non smetterò mai di vivere. Leon GUARIRE Da un anno mia figlia vive in un’altra “famiglia”, con nuovi genitori, nuovi fratelli e sorelle. E’ stata una libera scelta? … No, è stata l’unica scelta! Cosa succede ad una famiglia che si crede giusta? La mia famiglia, è stata portata come esempio di perbenismo per la condotta morale e civile. Assolveva ai propri doveri, pur basandosi su principi ispirati al consumismo ed ai luoghi comuni. La priorità veniva data al lavoro, dove mi sentivo realizzato e passavo la maggior parte della giornata. In casa ho pensato bene di mettere (o di permettere) in ogni stanza un apparecchio televisivo, credendo che questo facesse parte di una buona organizzazione; non mi Vivo nella speranza di guarire. Cesare vicino a me. Ora le mie emozioni tornano forti e vere: l’emozione di voler bene, l’emozione di sentirmi importante per qualcuno, l’emozione che provo ornando indietro con la mente ricordo quel giorno quando sto per rivedere i miei genitori, l’emozione in cui dissi a mio padre e a mia madre: “Va bene di volersi avvicinare ad una persona e sentire che vado in comunità”; una scelta dettata dalla paura, dall’altra parte c’è la stessa voglia, l’emozione di fare dalla delusione e dalla rabbia verso me stessa un disegno e piangere quando ce l’ho davanti agli e, soprattutto, dettata dalla speranza di ritrovare occhi, l’emozione di essere innamorata, l’emozione quello che avevo perso. di soffrire quando una persona cara va via, Una volta mi è stato chiesto: “Cosa ti piace?” quello l’emozione di guardare un amico e pensare “in te ci che mi piace è provare “emozioni” belle o brutte che voglio investire”, l’emozione di non sopportare una siano. La tossicodipendenza mi ha portato a perdere persona e scoprire che proprio con l’aiuto di questa questo, sentire ciò che avevo. Era come se avessi persona posso affrontare me stessa, l’emozione un velo davanti agli occhi, che filtrava tutto ciò di aver paura per il futuro ma restare qui a lottare che accadeva intorno a me. Sono stata a guardare per poterlo vivere. Sono arrivata qui per quello mentre sfumavano la mie passioni, il mio amore, le che ho perso e sono ancora qui per quello che sto mie amicizie, la mia famiglia… d’un tratto mi sono ritrovando. sentita estraniata da ciò che avevo sempre sentito Ruby Tuesday QUELLO CHE HO PERSO T i sono mille motivi perché una perCquando sona sceglie la via della droga e ci finisce dentro comincia la Mike Jagger VIVO NELLA SPERANZA DI rendevo conto che questo modo evitava l’approfondimento delle sensazioni più intime e personali, forse per paura dello stravolgimento della routine quotidiana. Pensavo che non parlandone il problema non esistesse, al contrario parlandone sono costretto a prendere coscienza di un problema che potrebbe non essere in linea con il personaggio che sto inscenando da sempre e che ormai mi ha coinvolto a tal punto che inganna anche me stesso. Che cosa, quindi, non ha funzionato e mi ha reso impotente? Oggi ho scoperto di avere un grosso“nodo” che mi attanaglia la gola, che ha soffocato le parole semplici mai dette prima come: ho paura, ho bisogno di aiuto, ti voglio bene, ti amo, ti odio… Ora sto analizzando questo “neo” che per fortuna non è un tumore maligno e quindi posso sconfiggere gli elementi negativi che sono: la negazione, l’egoismo e l’orgoglio. Guardare sfumare le emozioni LA MIA RICADUTA voluto bene. a condividere le mie quotidiane vicende, ad amare di nuovo mio figlio. Luciana guerra contro tutto e contro tutti. Cercare colpe non porta da nessuna parte perché gli sbagli sono di tutti e di nessuno, ma insiti nella natura umana. Le ragioni di una scelta sbagliata sono infinite: la solitudine, il senso di vuoto, l’inadeguatezza rispetto a certe situazioni, la mancanza di fiducia in se stessi, la paura di affrontare il mondo, il peso delle responsabilità… Questi e tanti altri disagi che spesso ci opprimono sembrano che possano essere domati dall’assunzione delle sostanze. All’inizio questa “medicina” pare che funzioni, ti fa sentire forte, sicuro e soprattutto pensi che puoi dominarla e controllarla come ti pare; che puoi smettere quando vuoi. Quando però ti rendi conto che la realtà è diversa, che è la sostanza a dominare te; quando ti rendi conto che sei finito in un vortice di degradazione è troppo tardi, e da solo non ce la fai a venirne fuori. Sei cosciente di essere finito in un incubo che non ha fine, ma non hai più la volontà di combattere. Il pensiero costante e ossessivo è sempre lo stesso: “come posso fare ad uscirne fuori?”. Sono diciotto anni che porto avanti questa lotta contro me stesso e ogni volta che sto per uscirne tornano gli antichi fantasmi, le mille paure su quello che mi aspetta nel mondo esterno, le mille domande su quello che farò. Sento il faticoso peso della mia esistenza e mi sento inadeguato ad affrontarla con la mia fragilità, con le mie paure, con il mio dolore. Dopo il percorso fatto in comunità pensavo che il mondo fosse mio, che fosse arrivato il tempo di rispettare me stesso e vivere una vita normale senza fare più ricorso all’ “aiuto” delle sostanze. Ma anche stavolta ho preferito scegliere la via più facile e sono ricaduto. Sono ricaduto nella fase del passaggio comunità – rientro e sono ripiombato nella squallida vita del tossico. Quante volte mi sono chiesto perché, ma intanto ho continuato a farmi del male. Sono stati dieci giorni: dieci giorni d’inferno sulla terra. Ero consapevole di quello che stavo facendo e soprattutto di quello, che per l’ennesima volta, avevo perso, e cosciente che non mi volevo bene per niente, ho ricominciato a vivere una vita di espedienti, di menzogne, solo per potermi fare la sera quando rientravo a casa. È stato come vivere in una spirale senza fine che mi sprofondava nel nulla. Sono stati giorni veramente brutti pieni di dolore e di solitudine, praticamente mi sono rivissuto tutta la mia tossicodipendenza in dieci giorni. Ed era come rivedere un orrendo film già visto. Quando uno di noi ricade non è come quando un bambino casca dalla bicicletta, che può rialzarsi, medicare la sua sbucciatura al ginocchio e via… di nuovo in sella! Il nostro malessere non è come un raffreddore che si può curare nel giro di una settimana con decotti, aspirine e indumenti più caldi. Per noi si tratta di mettere in discussione una vita intera quella personale e quella familiare. Tutto ciò è lacerante, devastante. I nostri malesseri non sono visibili ad occhio nudo perché sono ferite profonde che ci portiamo nell’anima e nel cuore. Per me essere tossico ha significato negarsi la dignità e il rispetto per me stesso e per chi avevo intorno, la facoltà di scegliere cosa fare, la possibilità di vivere. Sono stato schiavo di una scelta sbagliata, schiavo di me stesso. Non è stato facile uscirne fuori anche perché il mondo è pieno di pregiudizi, ma faticosamente e con nuova determinazione ci sto provando. Lo devo alle persone che si prendono cura di me, agli affetti familiari che non sono mai venuti meno nonostante le delusioni che ho dato loro, lo devo ai miei amici, ma soprattutto lo devo a me stesso. In questo modo anche i pregiudizi il marchio che in periodi bui mi sembravano insormontabili, oggi mi sembreranno fardelli meno gravosi e insopportabili. Voglio provare a non sentirmi più un diverso, la mia sensibilità metterla al servizio di un progetto che mi permetta di fare scelte e di tornare a vivere veramente. Giovanni 17 dicembre 2006 attualita’ A proposito del nuovo decreto ministeriale della Turco sul quantitativo della cannabis Non dimentichiamo la persona I l 13 novembre 2006 il Ministro della Salute, Livia Turco, ha emanato un decreto ministeriale con il quale viene innalzato da 500 a 1000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis, espresso in principio attivo, detenibile a uso esclusivamente personale. Il nuovo valore-soglia di 1000 milligrammi di principio attivo della cannabis, deriva dalla moltiplicazione per 40, anziché per 20 come previsto dalla vecchia tabella varata dal precedente governo, della “dose media singola” pari a 25 milligrammi, cioè la “quantità di principio attivo per singola assunzione”. Perciò tra tante polemiche di chi vorrebbe, a sinistra, la legalizzazione delle droghe e chi ritiene, a destra, che questo provvedimento sia un incentivo per gli spacciatori, ancora una volta la legge pone l’accento sul quantitativo di sostanza stupefacente piuttosto che sulle persone. Si tende allora ad oscillare tra maggiore e E quindi sbandierare chissà quali prominore quantità di princi- blema nel raddoppio o nel dimezzapio attivo della “sostanza”, mento delle dosi, è una strategia polima si perde di vista la “so- tica, per dire qualcosa agli elettori: “la stanza del problema”: 20 nostra linea è migliore…” o 40 dosi possono essere Gli estremi di questi due discorsi sono: entrambe per uso perso- liberalizzare del tutto; proibire del tutnale o per spaccio…Di- to. Con evidenti storture che si profilapende dalla persona che no su entrambi i fronti: utilizza quelle sostanze, Se liberalizzo, forse sto dicendo: “Non non dalla quantità. è vietato, quindi va bene…Prova tutte Allora la questione delle le sostanze che vuoi”. 20, 40 o 100 dosi è solo una finzione Se proibisco, sto dicendo: “È vietato, giuridica, un termine stabilito a tavoli- perciò non va bene, può essere pericono per dire qualcosa: fino a qui il fatto loso…lascia stare, ma se non ce la fai tu, è illecito ma non punito, da qui in poi te lo impedisco io”. è punito. Tempo fa la Psicologia Sociale ha stuLa legge infatti ha bisogno di termini diato gli stili di leadership, distinguenoggettivi per definire la fattispecie del do in: stile Autoritario, stile Laissez reato, e per questo fa fatica a definire e - faire e stile Democratico. tollerare le differenze soggettive. Mi pare che i poli di questo dibattito ri- Cosa cambia alzare o abbassare la quantità di principio attivo? Perchè tanto rumore senza curarsi invece della persona schiano di scivolare nell’eccesso: la liberalizzazione nel “laissez faire” cioè in un disinteresse mascherato da libertà individuale; il proibizionismo in uno stile autoritario che per essere rispettato deve imporsi con la forza e al limite con la violenza, negando la libertà individuale. Questi due stili segnano il fallimento della relazione educativa che è per sua natura democratica: essi non richiedono di costruire una relazione con l’altro all’interno della quale conquistare con l’autorevolezza e con la propria credibilità le persone da educare. I due poli, liberalizzazione e proibizione, sembrano così due facce della stessa medaglia: fai come ti pare (basta che non rompi…; fino al punto di istituire le stanze del buco per non vederti in giro “fatto” e lasciarti drogare con il massimo rispetto delle tua “libertà” di autodistruzione); se non ti conformi alla norma ti “isolo in un buco” (carcere o comunità per forza). Ecco, credo che mettere dei “limiti certi”, definiti con la quantità di principio attivo, non sia una vera e propria esigenza dell’educando quanto dell’educatore, perché l’educando ha bisogno piuttosto di indicazioni di principio e poi di sperimentarsi, con il sostegno di figure di riferimento certe. Per fare un esempio, non credo che mia figlia abbia bisogno di un codice comportamentale, del genere: “se passi la strada senza guardare a destra e a sinistra, ricevi uno schiaffo; se reiteri il comportamento due schiaffi…” Ha bisogno piuttosto che le dica: “attraversare la strada è pericoloso per questi motivi, e siccome per me la tua vita è importante (e spero di averti trasmesso questo valore già da prima di questo messaggio) allora guarda bene a destra e a sinistra. Intanto vieni che attraversiamo insieme questa strada.” Il Codice Penale è invece una scorciatoia per arrivare dove non si può più arrivare con l’educazione: è la presa di coscienza che il danno ormai è fatto. Il recinto è rotto e i buoi sono scappati: ma se li acchiappo… Con la pena infatti l’obiettivo non è tanto di rieducare il condannato (l’art. 27 della costituzione) quanto di prevenire nuovi reati per proteggere la società e punire il reo. Di fatto credo che l’attuale Ministro potesse anche risparmiarsi la drasticità dell’intervento legislativo con decreto, che può nascondere altri tipi di interesse, e consentire alle truppe sul fronte (servizi sanitari, comunità, forze dell’ordine, magistratura, ecc…) di continuare nel lavoro già intrapreso da anni di integrazione e collaborazione, magari favorendo un maggiore dialogo sui presupposti impliciti degli interventi attuati. Riduzione del danno: si, no; fino a che punto? Quanto la cronicità è implicita nella diagnosi di tossicodipendenza e quanto è conseguenza dei trattamenti svolti? Interventi coatti: coartati da chi? Dalla legge, dalla famiglia, dal medico psichiatra, dal sentire sociale? Coartati come: con la legge, con il ricatto dell’alternativa, con la paura delle conseguenze morali, penali, sociali, relazionali, di salute? Libertà di cura: libertà di non curarsi? Libertà di curarsi dove e come si ritiene più opportuno? Nel soggetto tossicodipendente c’è libertà finché c’è dipendenza? Ha bisogno della coercizione per intraprendere il suo cambiamento? Il rischio di continuare a legiferare e intervenire per decreto è che si faccia tanto chiasso sulla superficie del problema e si lasci poi senza attenzione il fondo. A conti fatti, sembra che ci sia un indulto ogni 3-5 anni di media e se hai un buon avvocato (o un pool di avvocati), in un processo che ti vede imputato, non ti conviene patteggiare la pena (anche se questo ti comporterebbe una notevole riduzione della pena stessa) ma tirare il processo alle lunghe, così se il reato non dovesse decadere per la prescrizione, puoi sempre contare sull’indulto. Cosa cambia allora alzare o abbassare la quantità di principio attivo? E perché tanto rumore? Lorenzo Brocchini ma dove va a finire il tempo citta’ La graduazione dei ragazzi che hanno terminato il programma riabilitativo Ma dove va a finire il tempo? Ho cercato in tutti i modi di fermarlo, di non farmelo trascorrere addosso. Non è stato possibile! A volte un minuto sembra un giorno e un giorno sembra un minuto. Vorrei trovare un posto dove lo spazio – tempo si possa fermare e mettermi ad osservare gli occhi di un vecchio e gli occhi di un bambino perché in entrambi trovo la serenità, la volontà, la consapevolezza, la tranquillità, che non trovo in questo mio tempo. Negli occhi di un vecchio c’è la consapevolezza, l’esperienza, il tempo passato vissuto e il tempo del riposo. Negli occhi di un bambino c’è la voglia di sapere, conoscere, imparare, la volontà di camminare per poi correre. Il desiderio più grande è quello di capire e ritrovare i miei occhi che non sanno più cosa fare! Dove guardare! Esito nell’andare avanti e non voglio tornare indietro i miei occhi sono fermi e il tempo passa e mi domando: “Dove andrà a finire questo mio tempo?”. Mc Cartney Una giornata particolare E’ arrivato il giorno delle graduazioni. Graduarsi nel nostro gergo significa vedersi riconosciuta la fine del programma, è il compimento del contratto stipulato con l’Oikos iniziato con l’entrata in accoglienza, è la ripartenza dalla nostra casa con le proprie gambe e ci tenevo a scrivere qualcosa a questi ragazzi: finalmente la partenza! Certo, è come un partire, e voglio augurarvi di non dimenticare mai ciò che serve: a chi parte di solito serve un bagaglio e quello preparato durante il nostro programma spero sia il più completo possibile, e perché no, anche pesante, perchè possiate ricordare la fatica e la pazienza occorse per riempirlo. Vi auguro di avere sete e fame qualche volta: che possano ricordarvi della sete e della fame di umanità che avevate quando siete arrivati. Vi auguro momenti di silenzio, tratti di strada fatta senza parole perché nel silenzio ci si può mettere in ascolto di Dio ed esso sa far luce sulle nostre paure. Vi auguro di potervi fermare ancora sotto il cielo stellato come accadeva in CT assaporando il tempo che si ferma e che si impregna di significato. Credo che chi si è messo alla ricerca del proprio senso della vita possa sentire l’eco della propria anima risuonare nel profondo delle viscere. È questa eco che cambia la vita, che fa nuove tutte le cose. Abbandonare le sicurezze ieri faceva paura, oggi diventa il modo di liberaci da una quotidianità povera. Il termine strada non fa più paura perché non è più abbandono ma sapersi mettersi in ricerca; sapere e non ancora vedere. Avete iniziato un’evoluzione e vi auguro che non termini mai, che il bisogno di cambiare, crescere, conoscere siano tutti termini carichi di gioia. Certo ci vuole coraggio, coraggio per ammettersi che l’uomo può sbagliare. Non c’è più l’operatore a seguire i vostri passi e se capitasse di perdere le tracce? I punti di riferimento? Quando capiterà di sentirsi piccoli e deboli? Allora in questi momenti vi ricorderete della strada percorsa insieme e della cerimonia delle graduazioni che vi ricorda che siete pronti per aprire, se necessario, nuovi passaggi, nuove strade inventate per essere più liberi. Vi siete allenati ad ascoltare il vostro cuore ed avete capito che può diventare contemplazione. In più di un’occasione sono rimasto stupito scoprendovi dei poeti, non mi riferisco al senso stretto del termine, ma poeti nella capacità di godere di ciò che non si vede ma che si intuisce e si sente; capaci di cogliere il senso profondo delle cose e delle situazioni, di attingere al di dentro delle cose il loro valore di simbolo. Avete affinato la vostra sensibilità e siete pronti per sorridere al mondo. Mi permetto di ricordare che anche la stanchezza è compagna inseparabile di ogni uomo ma non lasciate mai che degeneri in sfiducia. Graduarsi è partire, partire è non sentirsi più al centro del mondo ma nel mondo. Ogni strada è una tra un milione di strade possibili, ma una via non è mai soltanto una via perché implica una scelta e quando vi troverete in difficoltà nella scelta domandatevi: “questa strada ha un cuore?” Se ce l’ha, allora è una buona strada, se non ce l’ha, è da scartare. Francesco - Kairos Hanno contribuito alla redazione degli articoli: Alfonso Napolitano, Ruby Tuesday, Kant, Massimetto, Giovanni, Amalia, Luisa, Alessio e Andrea. Si ringraziano inoltre i genitori e gli operatori che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questo giornale. I quadri riprodotti all’interno dell’inserto sono stati realizzati dai ragazzi ospiti delle comunità terapeutiche dell’Oikos.
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