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Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi I Vescovi ai turisti Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi ANNO LIV- N. 27 Due volte campioni del mondo Settimanale d’informazione festival Exodus sulle strade della Vallesina I l calcio italiano ovvero le due facce di una stessa medaglia: da una parte l’immagine del trionfo per la conquista dell’alloro più ambito, dall’altra quella dello scandalo che ci assegna il titolo mondiale della vergogna. Due volte campioni del mondo. Dalle intercettazioni telefoniche alla sentenza della Caf: un romanzo giallo a tinte forti con molti “assassini” o presunti tali. Fra gli indagati, nomi eccellenti, squadre blasonate, prestigiose. Le stangate non colpiscono solo i contribuenti; quella della Caf ha retrocesso in B tre squadre, cominciando dalla prima della classe: la Juventus. Per lei, anche una penalizzazione di trenta punti e un’ammenda di 80 mila euro. E, come se non bastasse, la revoca degli ultimi due scudetti: una specie di degradazione sul campo. Ricorda sequenze di vecchi film dove in piazza d’armi, alla presenza delle truppe schierate, all’ufficiale indegno venivano strappate le insegne del grado…. Così è successo alla Juventus, la squadra più popolare e amata d’Italia: degradata anche lei. E’ vero, i giudici della Caf hanno retrocesso in B anche Fiorentina e Lazio, hanno penalizzato di manciate di punti, oltre che Fiorentina e Lazio, anche il Milan; hanno multato queste squadre, ma – non me ne vogliano le tifoserie delle altre compagini – a fare più sensazione è la mannaia che si è abbattuta sui bianconeri. Sì, perché la Juventus è stata da sempre punto di riferimento, di orgoglio, per milioni di sportivi, al qua e al di là delle Alpi (nel mucchio sterminato dei fans bianconeri, per anni, anche il sottoscritto, da qualche tempo “juventino con licenza di tifare Mancini”). La Juve grande, ineguagliata non solo per la somma degli scudetti vinti, ma anche per la sua organizzazione, la sua classe, il suo stile, perché no?, la sua eleganza, il suo savoir faire… Una squadra di rango, da prendere a modello… Ed ecco, improvvise, inattese, esplosive le notizie che raccontano di vicende poco pulite anche in casa bianconera, notizie che lasciano trasparire il “dietrolequinte” che non t’aspetti: e allora non puoi non chiederti: era solo, veramente, un’immagine di facciata? La chiamavano la signora del calcio italiano: qualcuno cercherà di consolarsi: non c’è più rispetto per le signore! gi elle Euro 1 DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145 ciclo - carovana di Simone Sebastiano 7 Enogastronomia e turismo DOMENICA 23 LUGLIO 2006 manifestazioni Al via “Trivio e Quadrivio” di Sara Palmolella Feste di musica danza e sport 9 di Gino Candolfi 10 La Jesi del prossimo futuro Il dramma del Medio Oriente a pagina 7 Alla radice del male di Vittorio Massaccesi Torna, drammaticamente ciclica, la guerra in Medio Oriente. Dopo sessanta anni dalla nascita dello Stato di Israele, vissuti tutti tra guerre, intifade, kamikaze, tensioni politiche, infiniti tentativi diplomatici per arrivare alla tanto sospirata meta (due popoli, due Stati sovrani e Gerusalemme aperta come deliberato dall’Onu nel 1947), tentiamo di cogliere la radice, la causa ultima di tanto sangue e di tanto odio. Credo che risieda nella volontà, mai sopita, dell’islamismo in generale, di non accettare la presenza dello Stato ebraico in terra palestinese, cioè in una terra senza Israele da 2000 anni e islamica da 1400 anni. E’ vero però che quella terra fu per migliaia di anni, prima della conquista romana, di Israele. E nel dopo-guerra, tutto l’Occidente ha condiviso le cause stori- che, politiche e sociali che hanno spinto l’Onu a deliberare a favore della nascita dello Stato di Israele. Ma gli islamici, con minore o maggiore virulenza, hanno sempre dimostrato di interpretare questo Stato come un cancro al loro interno per il quale provano solo rigetto radicale. Si badi bene che le forze palestinesi, le più direttamente interessate perché da sempre tendenti a costituirsi in Stato sovrano, non sempre sono state le più accanite contro Israele: piuttosto sono state lo strumento di odio e di guerra ora dell’Egitto, ora della Giordania, ora della Siria e oggi dell’estremismo libanese – l’Hezbollah, il popolo di Dio – che è l’interprete del momento dell’odio siriano e iraniano. Insomma: cambiano le carte in tavola, ma gli attori e il gioco è sempre lo stesso: ebrei da una parte e musulmani dall’altra che si affrontano in forza di una totale incompatibilità. E quan- do la diplomazia sembra riuscire a porre le condizioni per una pace duratura, c’è sempre una forza estremista che programmaticamente butta tutto all’aria. Oggi gli artefici si chiamano Hamas e Hezbollah, ma questo ha un’importanza del tutto secondaria perché è la cultura politico-religiosa musulmana, soprattutto di quei popoli che confinano con Israele, che suscita questa o quella resistenza alla pace. D’altra parte si sa che Israele è pronto, con tutti i mezzi e senza tanti scrupoli, a difendersi fino all’ultimo uomo, piuttosto che pensare di lasciare la terra del Padri. A questo punto, dopo sessanta anni, viene un dubbio: l’Onu nel 1947 avrà agito politicamente troppo in fretta e senza prevedere una lotta così devastante nel Medio Oriente da mettere costantemente in discussione la pace nel mondo? Vita Ecclesiale 23 Luglio 2005 Cammino Pastorale del Vescovo Fino al 24 luglio Il Vescovo accompagna i pellegrini a Lourdes (pellegrinaggio regionale) Martedì 25 luglio ore 15-18: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza appuntamento. Mercoledì 26 luglio: Sant’Anna ore 9.30: alla Casa di Riposo di via Gramsci S.Messa e incontro con le Suore e gli ospiti della Casa. Sabato 29 luglio Giornata con i pellegrini e malati a Loreto Domenica 30 luglio ore 11: a Maiolati Spontini S.Messa presso la Casa Paolo VI e incontro con gli ospiti. Messaggio di saluto I Vescovi marchigiani ai turisti A nche quest’anno i Vescovi delle Marche hanno voluto inviare un messaggio di saluto ai turisti che hanno incominciato ad affollare i borghi, le città d’arte, la riviera della regione. “Benvenuti a voi che avete scelto le Marche per vivere nell’incanto di questa terra, delle sue bellezze e delle sue tradizioni, la vostra vacanza”, scrivono. Ed è la Commissione della Pastorale del Turismo, guidata dall’arcivescovo di Ancona mons. Edoardo Menichelli, a diffondere in tutte le Diocesi il testo con le indicazioni delle liturgie nelle cattedrali della regione. “E’questo un tempo di sosta favorevole per fermarsi, ritemprarsi, aprire il proprio cuore ad un incontro vero, autentico, profondo con voi stessi, con la gente dei nostri borghi e delle nostre città, con quel Dio che non disdegna di incontrarsi in disparte, nel silenzio e nella quiete. Le nostre comunità sapranno contemplare con voi la Bellezza infinita che si riflette nei volti, nei gesti, nell’amabilità, nell’accoglienza che si fa amicizia e dono”. E per rendere vero il saluto le diocesi hanno promosso anche una serie di iniziative estive diffuse in tutto il territorio regionale: presenza religiosa in diversi camping e villaggi turistici, indicazioni sugli orari del culto domenicale, le feste patronali, le rievocazioni storiche ma anche momenti significativi come rassegne di Teatro Religioso e il tour nelle Marche di Nomadelfia. Serate di testimonianza attraverso la musica e la danza si svolgeranno nei principali centri marchigiani: Ascoli Piceno, Civitanova Marche, Fermo, Jesi, Loreto, Numana e Senigallia Ma la Chiesa Marchigiana, scrivono ancora i vescovi, “vuole offrirvi anche la testimonianza di una fede semplice e genuina, di tradizioni ancorate a salde radici di operosità e laboriosità, di valori immutati e di una cultura che ha lsciato tracce di meraviglia nelle cattedrali, nei Santuari, nei Monasteri, nelle innumerevoli opere d’arte che continuano a parlarci il linguaggio del cielo”. E indicando Loreto e la Santa Casa come centro spirituale della regione augurano a ciascuno turista di “sentirsi uno di casa in questa comunità regionale.” (foto Anna V. Vincenzoni) scout ed amici al giovane di moie deceduto a senigallia “Ciao, Matteo, ti vogliamo bene” Il suo amore è un dono da condividere La sua luce sia un punto di riferimento Ora Matteo è nella gioia e vive nel cuore di Dio di Beatrice Testadiferro “I Gianfranco Ceci. Erano presenti per il servizio all’altare il diacono Leonardo Bartolucci ed i ministranti di Moie. I canti sono stati eseguiti dagli scout d’Europa dei gruppi di Moie, Jesi, Cupramontana, Staffolo e Apiro. Il Vescovo, all’inizio della celebrazione, ha invocato dal Signore il dono della pace “affinché conceda non di capire ma di avere forza, fiducia, speranza, soprattutto ai genitori, alla sorella, ai familiari e agli amici perché anche oggi, con forza, dobbiamo dire che Dio è grande nell’amore”. D nsieme abbiam marciato un dì per strade non baturante l’omelia ha invitato a mettersi neltute, insieme abbiam raccolto un fior sull’orlo di l’atteggiamento giusto in questo momento una rupe. Insieme nel bene crediam. Insieme abbiam di dolore, quando sarà più pesante il peso del portato un dì lo zaino che ci spezza, insieme abbiam distacco, avvicinandosi a Gesù, ad alzare gli ocgoduto alfin del vento la carezza. Insieme abbiamo chi verso l’immagine del Crocifisso per capire il appreso ciò che il libro non addita, abbiamo inteso dono di Dio, Gesù, che ha un cuore aperche l’amor è il senso della vita”. Così gli scout hanno to. cantato durante la celebrazione eucaristica per Mat- “Ed è solo in quel cuore aperto – ha teo Mazzanti, il giovane diciassettenne di Moie che, continuato don Gerardo rivolgendosi in domenica 9 luglio, ha concluso la sua vita terrena a particolare ai genitori - che potrete trocausa di un malore, proprio mentre era con gli amici vare riposo, solo entrando in quel cuosulla spiaggia di Senigallia. “Il suo amore è un dono re attraverso quella apertura d’amore. da condividere, la sua luce sia un punto di riferimen- Incontrerete tanti interrogativi, paure, to:” hanno detto ancora i suoi compagni nelle avven- confusione: l’unica via che so indicarture scout e gli amici lo hanno salutato così: “Matteo, vi per affrontarli è Gesù anche se ora resterai per sempre vivo nei nostri ricordi. Ciao Mat- non riuscirete a comprendere del tutto teo, ti vogliamo bene”. il suo discorso. Noi crediamo nella vita Matteo, infatti, ha saputo vivere in pienezza la sua eterna ed abbiamo detto: “Signore, fa’ giovane vita, dedicandosi alla sua famiglia, agli ami- che la vita di Matteo rifiorisca”. Matteo ci della scuola e del gruppo, lasciando tanti ricordi, il è nella gioia e vive davvero nel cuore di suo sorriso, la sua vita semplice, il tempo trascorso Dio. Quando sentirete la lontananza, la insieme in amicizia. Ed i giovani, tantissimi, presenti solitudine, pensate che Matteo vive nel nella chiesa Cristo Redentore si sono uniti con affetto cuore di Dio, nella pace e nella luce che alla famiglia di Matteo, al papà Pierino, alla mamma solo Dio sa dare. La speranza, ci invita Antonietta, alla sorella Michela ed a tutti i suoi pa- ad andare più in là. Dio ha creato l’uorenti per pregare affinché Dio dia loro consolazione mo per l’immortalità. Ora Matteo fa in questo momento così difficile. Agli stessi giovani questa esperienza. Gesù è vicino a voi, gettatevi a Lui il Vescovo ha rivolto l’invito ad “entrare nel cuore di e sentirete come sia capace di dare forza e consolafoto Cristian Ballarini Gesù, ad accogliere il suo coraggio per sentirlo vicino zione.” anche in questo momento di dolore” Il parroco, don Gianni Giuliani, al termine della celebrazione, a nome della famiglia ha ringraziato tutti i La famiglia ringrazia presenti e si è rivolto così agli adolescenti e giovani: amici e agli scout di Matteo che si sono uniti loro con gran“La Chiesa vi vuole bene, facciamo in modo di inconde affetto e partecipazione, che hanno organizzato la veglia trarci” I familiari di Matteo ringraziano l’amministrazione comuna- di preghiera ed hanno animato la celebrazione; ringraziano le ed il sindaco di Maiolati Spontini, Giancarlo Carbini, che, la Capitaneria di Porto di Senigallia e gli operatori del 118 a celebrazione è stata presieduta dal Vescovo, mons. con discrezione e premura, li ha aiutati in questa difficile si- Misa che con il loro servizio competente sono stati presenti Gerardo Rocconi, insieme al parroco, al vice parrotuazione nel gestire alcune esigenze pratiche; ringraziano gli nei primi momenti della tragedia. co don Michele Cozbaru, a don Mario Massaccio e don L Vita ecclesiale 23 Luglio 2006 “Persona umana: cuore della pace” E’ stato diffuso giovedì 13 luglio il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio prossimo, dedicato al tema: “Persona umana: cuore della pace”. Il tema di riflessione scelto dal Santo Padre, si legge nel comunicato, “esprime la convinzione che il rispetto della dignità della persona umana è una condizione essenziale per la pace della famiglia umana. (...) Solo nella consapevolezza della trascendente digni- tà di ogni uomo e donna, la famiglia umana è sul sentiero che porta alla pace e alla comunione con Dio”. “Oggi, forse con forza persuasiva e mezzi più efficaci che in passato, la dignità umana è minacciata da ideologie aberranti, aggredita da un uso distorto della scienza e della tecnica, contraddetta da diffusi stili di vita incongruenti. Infatti, ideologie improntate al nichilismo o al fanatismo (materialista o religioso) pretendono di negare o di imporre presunte verità sulla realtà, sull’uomo o su Dio”. Nel messaggio si sottolinea inoltre che “la scienza e la tecnica (la bio-medicina in particolare), spesso, anziché servire il bene comune dell’umanità sono strumentali a una visione egoistica del progresso e del benessere. Infine, la propaganda e la crescente accettazione di stili di vita disordinati e contrari alla dignità umana vanno indebolendo i cuori e le menti delle persone fino a spegnere il desiderio di una convivenza ordinata e pacifica. Tutto ciò rappresenta una minaccia per l’umanità, poiché la pace è in pericolo quando non è rispettata la dignità umana e quando la convivenza sociale non cerca il bene comune”. “La Chiesa - si legge ancora - ha la missione di annunciare il Vangelo della Vita, la centralità dell’uomo nell’universo e l’amore di Dio per l’umanità. Pertanto, alle sfide del tempo presente la Chiesa risponde con un’antropologia cristiana fondata sui tre pilastri della dignità, della socialità e dell’agire umano nel mondo che va orientato secondo l’ordine impresso da Dio nell’universo, e nella prospettiva di un umanesimo integrale e solidale tendente allo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”. “Ogni offesa alla persona – è detto in chiusura - è una minaccia per la pace; ogni minaccia alla pace è un’offesa alla verità della persona e di Dio: La persona umana è il cuore della pace!”. 23 luglio 2006 Messaggio del Papa per la Giornata della Pace 2007 3 Vangelo XVI Domenica del Tempo Ordinario Dal vangelo secondo Marco I n quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’”. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. A Chiusi della Verna: una pausa di riflessione A Dio e a Cesare. Quale laicità? di Maria Crisafulli “A Dio e a Cesare. Quale laicità?” è il tema, certamente suggestivo e stimoaicità e libertà sono parole pluri- lante, della “Settimana teologica” del semantiche e perciò ambigue, che Meic (Movimento Ecclesiale di Imperimandano ad una sfera di valori e di gno Culturale), che si terrà a Chiusignificati non decifrabili se si pre- si della Verna (Arezzo) dal 27 al 30 scinde dai relativi agosto. Una vacancontesti. E’ questa za-studio, presso la una delle ragioni Casa “Pastor Angeper cui nella realtà licus”, che inizierà la di oggi, complessera del 27 con una sa e per certi versi tavola rotonda di enigmatica e sfugpresentazione della gente, il dibattito problematica (relasocio-culturale e tori: Giuseppe Dalla politico su laicità, Torre, rettore univerlibertà ed istitusità Lumsa; Franco zioni, é sempre più Monaco, deputato; acceso e vivace, in Roberto Gatti, UniItalia e in Europa, versità di Perugia) e, all’interno delle nei giorni successiChiese cristiane e vi, si svolgerà in tre nella società civile. momenti-chiave: 1) L I fondamenti, 2) Le interpretazioni, 3) I modelli. Interverranno fra gli altri:. Marco Vergottini (Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale) su Il sabato e l’uomo, Il chierico e il laico, Il fedele e il cittadino…; Luciano Corradini, presidente nazionale dell’Uciim, su Laicità ed educazione; mons. Ignazio Sanna, assistente nazionale del Meic, su Tolleranza e libertà. La deriva dei fondamentalismi. Laicità e scienza…; Renato Balduzzi, presidente nazionale del Meic, su Chiesa e società: le proposte della Settimana. Un ulteriore approfondimento del tema verrà dal dialogo nei Gruppi di studio. La Liturgia quotidiana, le passeggiate nei boschi, un pomeriggio nella quiete di Camaldoli e le serate di fraternità nell’atmosfera mistica della Verna favoriranno quello stato di benessere psico-fisico e spirituale tanto necessario per riprendere il cammino… LA VIA CRUCIS DI GIANCARLO SCORCELLETTI - 7 Settima stazione: Gesù cade la seconda volta M i sono sempre domandato da dove gli vengano le intuizioni a Giancarlo; quelle ispirazioni che traduce in disegno e poi in acquaforte. Non lo so. Questa lastra, per esempio, ne ha una formidabile: traduce un concetto derivante dalle Sacre Scritture e sul quale la teologia ha riflettuto per secoli: la dimensione cosmica della vita, dell’insegnamento e, qui, della sofferenza di Gesù. Non sto a compitare per benino tutta la teologia che è sotto questa lastra (per chi sa o vuol sapere, rimando alla lettura dell’ultima parte del capito- lo 8 della lettera ai Romani): illustro semplicemente l’opera dell’artista. Gesù, un uomo a torso nudo e con pantaloni del XX secolo, è caduto: è steso su un piano improbabile e quasi sospeso nel vuoto; il palo che porta- va gli sta sopra e ancor più in alto incombe la morte nella sua tradizionale iconografia. Lo sfondo e tutto quanto è attorno a questa scena, costituisce l’intuizione di Giancarlo: partecipa alla caduta non solo la terra, rappresentata dalla fila dei monti in lontananza, ma l’intero universo: il pianeta Giove, con i suoi due anelli, che si staglia al centro della scena è lì a tradurcelo. Sfruttando il paragone con un terremoto, si direbbe che delle onde provocate dalla caduta di Gesù ne risentono la terra (bellissime risultano quelle onde dell’oceano che richiamano il recente tsunami), il cielo e l’universo tutto. Un trattato di teologia. Don Maurizio Fileni Stare con Lui di Adriana Borgognoni G li apostoli (oi apóstoloi, letteralmente gli inviati) tornano dalla missione e raccontano “tutto quello che hanno fatto e insegnato”. Il testo non ci dice che si lamentano per la stanchezza, e pensiamo che non la sentano neppure, pieni piuttosto di euforia per i successi ottenuti. Ma Gesù li invita a “riposarsi”. Perché? Perché corrono il rischio di insuperbirsi, di attribuirsi una gloria che non gli spetta, di ritenersi meritevoli agli occhi della gente. Superuomini e non semplici servitori. Gesù si preoccupa per loro. Anapáusasthe: fermatevi, fate una sosta, dice. Farli salire in barca perché si spezzino la schiena sui remi nella traversata del lago non è propriamente “riposo”! E’ invece opportunità per ristorare lo spirito. Non hanno bisogno di dormire, o semplicemente di restare tranquilli, ma di ascoltare Gesù, di stare con lui cuore a cuore (déute kat’ idían: venite qua in disparte, appartatevi con me); lontano dal tumulto del quotidiano (eis éremon tópon, in un luogo solitario). Che cosa possiamo dare di nostro, ai fratelli, che non sia impastato di debolezza e intriso di limite, se non siamo stati prima ai piedi di Gesù per abbeverarci noi stessi alla fonte della Vita? Come affrontare e aiutare quella “folla” assetata di salvezza che Lo cerca disperatamente perché ha perso ogni punto di riferimento? Ancora, come duemila anni fa, davanti a questa “folla” Gesù si commuove: splanchnízei, scrive l’evangelista, cioè si commuove visceralmente. E vuole condurre “in disparte” noi, che Lo abbiamo incontrato e siamo “gli inviati” di oggi, per insegnarci la sua stessa sollecitudine premurosa, per comunicarci la sua stessa capacità di fremere di tenerezza nelle viscere. Il*nuovo miracolo di Fatima Asterisco di Giacomo Galeazzi E ra un mercoledì di primavera, il 13 maggio del 1981, ricorrenza della prima apparizione della Vergine a Fatima, quando papa Giovanni Paolo II fu colpito e gravemente ferito dai due colpi di pistola che Alì Agca gli sparò contro fra la folla di Piazza San Pietro, al termine dell’udienza settimanale. Sempre un 13 maggio, nel 2001, Wojtyla proclamò che quel giorno di vent’anni prima fu la Madonna di Fatima a salvargli la vita. Ora a 25 anni dall’attentato, per ricordare quei drammatici eventi la statua della Madonna di Fatima dal santuario in Portogallo è tornata per la terza volta a Roma. E’ stata portata in processione e la solenne processione è terminata con una messa a San Pietro celebrata dal cardinale Camillo Ruini. E’ stato lo stesso Giovanni Paolo II a volere che uno dei due proiettili che lo raggiunsero quel 13 maggio dell’81, quello che gli spezzò l’indice della mano sinistra e gli penetrò nel ventre (l’altro lo colpì di striscio al gomito, rimbalzando e finendo per ferire lievemente due suore americane), venisse incastonato nella corona della Madonna di Fatima. Dopo l’attentato il Papa restò agonizzante sull’auto scoperta che lo accompagnava per il sagrato: perse molto sangue e soltanto un intervento d’urgenza al policlinico Gemelli, durato cinque ore, riuscì a salvargli la vita. 4 23 Luglio 2006 Per inserzioni e pubblicità su Voce della Vallesina rivolgersi all’amministrazione del settimanale Jesi - piazza Federico II, 6 (giorni feriali dalle ore 9 alle 12) telefono e fax 0731208145 email [email protected] Cultura, spettacoli e dintorni Correvano gli anni Trenta Il “giardino incantato” e altre cose di Francesco Bonasera Correvano gli anni Trenta quando la mia famiglia (i genitori ed io piccolo) si trasferì da piazza Oberdan (piazza Padella) in via Rinaldi, poi al viale della Vittoria. La nostra nuova abitazione, in affitto, era di quelle nate da cooperative e costruite dopo la prima guerra mondiale da ex combattenti (disoccupati a seguito delle vicende del conflitto). L’abitazione era di fronte alla vecchia camera mortuaria dell’ospedale. Il nostro appartamento era al terzo piano. Vi era annessa una appendice di area verde (con recinti per i sei appartamenti dello stabile) e una splendida ed ampia soffitta. La mamma, l’anima della casa, aveva scartato appartamenti belli e spaziosi nella città “vecchia”, perché il figlio non avrebbe potuto giocare con altri coetanei. Infatti al viale della Vittoria, sui vialetti laterali alla carreggiata principale, convenivano allora altri fanciulli che sarebbero divenuti uomini di alto interesse ed impegnati in diversi campi: Cardinali, Marcucci, Papalini, Tomassini, Zitti. Nell’edificio gemello, adiacente, alloggiavano, tra gli altri, i Santarelli di cui un figlio medico (ufficiale durante la seconda guerra mondiale) sposò la nota professoressa Fresia Buiani. C’era anche un garibaldino (era tutto contento quando, nelle feste civili, lo aiutavamo ad indossare la divisa e lo accompagnavamo alle cerimonie a cui partecipavamo ex combattenti di varie guerre). Si sviluppò, nella citata soffitta. il primo approccio a una mia passione: il primo erbario morfo biologico al quale seguirono collezioni di rocce e minerali, e di bozzoli del filugello (baco da seta), di foto e disegni. Meravigliosa era l’area verde “giardino incantato”: vi era un laghetto con margini di sassi calcarei della Gola della Rossa; e pesci rossi, una capanna in legno, una piccola foresta di bambù, viottoli con ghiaietta e un piccolo sedile in legno. I compagni mi invitavano a giocare; tra loro c’era un futuro sacerdote medico, che poi ascese ad alte cariche della Chiesa (proteso ad opere d’alto livello di fede). Pubblicazioni In viaggio fra le case di terra D ell’antica tecnica di murare con la sola terra impastata alla paglia restano, nelle Marche, vari esempi, alcuni dei quali anche nella nostra provincia di Ancona. Classificati nei documenti d’archivio e nelle carte catastali come “case a maltone”, se ne vedono tra le valli del Cesano e del Misa, con esemplari significativi soprattutto nei Comuni di Senigallia, Monterado, Castelcolonna, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Morro d’Alba, Monte Roberto, Cupramontana, Castelplanio, Monte San Vito, Jesi e Filottrano. Si tratta di abitazioni, capanni, essiccatoi per il tabacco e altri manufatti ormai rarissimi, tant’è che due di questi, a Ostra Vetere e a Monte Roberto, sono stati addirittura restaurati da parte della Soprintendenza ai Monumenti di Ancona. Di queste costruzioni si parla nel libro dal titolo “La casa a maltone” (Metauro Edizioni) realizzato con il contributo della Provincia di Ancona. “Un patrimonio, frutto di una tradizione e di una cultura – scrivono il presidente, Enzo Giancarli e l’assessore al Turismo, Luciano Montesi nella prefazione - di chi sapeva utilizzare al meglio le risorse del territorio che al territorio ritornavano senza ferirlo”. Il volume propone nell’ultima parte un itinerario di visita che coinvolge anche le strutture museali legate alla cultura rurale (tra i musei, quello di Cupramontana). Sarà presentato domenica 6 agosto (ore 18) al Museo delle Terrecotte di Fratte Rosa. c.s.r. Quando l’italiano è meno volgare Autorevole è il pulpito, intonata la predica. Di che si tratta? In primis, d’una difesa a tutto campo della lingua italiana parlata e scritta, multicorde strumento sul quale si possono intonare con pari felicità esecutiva pienezze sinfoniche e scarnificati assolo. Dipende da colui che suona, da chi vi mette le mani. L’aggiornata ricognizione di quel che abbiamo è nel volume appena giunto il libreria L’italiano delle Parole di Alessandro Masi (ed. Anemone Purpurea, pag. 174, 18 euro), segretario generale del- la “Società Dante Alighieri” in Roma. Questo suo libro compagina una quarantina di pezzi apparsi sul quotidiano romano «II Tempo» tra il febbraio e il dicembre dello scorso anno. Non si articola dunque in capitoli ma procede dilatando sulle coordinate di un’unica gittata tematica e chiude rastremandosi su eleganze che nobiliterebbero l’eloquio di chi adopera la nostra lingua. Si comincia dalla sortita anti di Josè Manuel Barroso il quale, dimentico d’una norma in scempio di ortografia e lessico. Tanto vigore, aveva a sorpresa escluso la lin- siamo nel pantano che a Roma un digua italiana dalle conferenze stampa partimento de “La Sapienza” ha pendei commissari europei. Masi parte sato di avviare corsi di rialfabetizzadi là per disegnare l’odierna zione linguistica per i novizi odorosi mappa della presenza di banco liceale. Ahimè, il catalogo è dell’italiano in Europa questo. e fuori, sviscerando Pasquale Maffeo la complessità d’una questione da risolvere cui non giovano le trame insinuate a contrasto nei confronti del ruolo e del peso che l’Italia dovrebbe assumere e Settimanale tenere alti in ambito codi ispirazione cattolica munitario. Associato alla FISC La lotta era ed è tesa a stabilire non quale scelta linguistica benDirettore responsabile sì quale linea di potere debba Giuseppe Luconi imporsi nel futuro dell’Unione: realtà lontana dal maturare nelDirezione, redazione la coscienza di nazionalismi che amministrazione e pubblicità risultano attestati a rivendicare Piazza Federico II, 8 primati e privilegi. 60035 Jesi L’indagine poi va a rilevare le telefono e fax: 0731 208145 cause che concorrono alla tenuta E-mail: [email protected] della nostra lingua nello scenario Sito: www.vocedellavallesina.it della cultura universale. E qui si colloca in primo piano la “SocieAbbonamento annuo tà Dante Alighieri”, fondata nel normale: 35 euro luglio del 1889 da un’intellighendi amicizia: 50 euro zia in ascolto del vate Carducci, sostenitore: 100 euro con l’intento di “tutelare e diffondirettamente in redazione dere la lingua e cultura italiane (tutti i giorni feriali dalle 9 alle 11) nel mondo”, oggi unica istituzioo a mezzo posta (su c/c 13334602) ne che si spende a operare attraverso biblioteche, scuole, circoli, Registrazione Tribunale Ancona corsi di lingua, conferenze, evenn. 143 del 10.1.1953 ti d’arte, aperture alle migrazioni umane.Non solo. Masi tiene Stampa d’occhio i colpi inferti alle proGaleati Industrie Grafiche, Imola mozioni della nostra letteratura www.galeati.it e delle nostre arti. E commenta contaminazioni e storpiature che l’uso dominante introduce a fare Attualità A ¬ntra' /unt i Se il disagio è donna 23 Luglio 2006 Occupazione: difficoltà superiori rispetto agli uomini Vacanze, lavoro e fatica L di Riccardo Ceccarelli e vacanze fanno bene. Del resto chi vorrebbe sempre lavorare? Solo un masochista o chi si vuole proprio male. Chi più e chi meno - le statistiche sono sempre ambivalenti o polivalenti e danno ragione (quasi) a tutti - le vacanze sono godute da un gran numero di persone. Si può dire che l’anno lavorativo lo si vive in funzione delle vacanze, almeno per coloro che se le possono permettere. Vacanze iniziate per molti, per altri già finite, per altri da cominciare. Vacanze estive, certo. Più lunghe di quelle dei ponti che, desiderati, punteggiano il corso dell’anno. Il mare, la montagna, o la semplice evasione dal luogo di lavoro o del quotidiano vivere, sembrano darti un po’ di benessere, ti ricaricano. A volte bisogna dare un taglio agli impegni di lavoro, per farne altri magari o per giustamente riposarsi e trovare nuova lena nel riprendere il “lavoro usato”. Perché vacanza vuol dire anche riposo e momento di pausa: una necessità quella di riposarsi per far meglio poi il proprio dovere. E vacanza non vuol dire perdita di tempo, ma occupare il tempo diversamente rendendolo proficuo ed utile alla propria persona. Le vacanze insomma fanno bene. Per tutti. Perché vacanza dice, appunto, sospensione del lavoro quotidiano. A proposito di lavoro e di vacanza, ricordo quello che scriveva il quotidiano economico Italia Oggi, quasi un mese fa, il 25 o il 26 giugno, del lavoro dei nostri parlamentari a due mesi dal loro insediamento. “In due mesi ogni parlamentare ha lavorato 46 ore (per 30 mila euro netti)”. All’ora quindi, senatori deputati hanno guadagnato 650 euro netti, un milione circa all’ora di vecchie lire. Non c’è male. “Una produttività da ultimi posti nella classifica mondiale”, scrisse allora il direttore del quotidiano Franco Bechis. Senza dire che i due presidenti della Camera e del Senato hanno proposto il mese corto di lavoro, cioè lo svolgimento dei lavori per tre settimane e non per quattro, dicendo però che nelle tre settimane previste, deputati e senatori, avrebbero lavorato di più. Ovviamente recuperando. Ma in seguito, in quanto a produttività e lavoro dei primi due mesi, nelle successive settimane si sono rifatti con i voti di fiducia a ripetizione ed altro ancora. Poi legittimamente come tutti i lavoratori andranno in vacanza, e ci rivedremo a settembre. Il poco lavoro insomma fa bene, e le vacanze pure, specie quando il non eccessivo lavoro e le vacanze sono pagati, e bene. Per fortuna che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, non di tutti (è sottinteso, ma non si deve dire). Il compianto Pietro Politi che nel 1997 aveva tradotto la Costituzione in dialetto jesino così aveva reso l’espressione: “L’Italia è ‘ na repubblica demogradiga co’ i fondamenti ‘nte la fadiga”. Differenza tra lavoro e fatica. Solo chi ha provato e sperimentato la differenza tra il lavoro e la fatica può parlare dell’uno e dell’altra, senza retorica ed altisonanti (ed applaudite) evocazioni ideologiche. E può apprezzare e vivere in pieno la vacanza. La vacanza è appunto anche riposo dalla quotidiana fatica cui siamo chiamati dalla vita, è un respiro a pieni polmoni di aria diversa e più pulita, è distensione dello spirito, è rivolgere le attenzioni della propria mente verso altri obiettivi, non per desiderio di evasione, ma solo per recuperare forze in vista della rinnovata fatica che ci attende. Prima di fare vacanza facciamo in modo che essa non risulti offesa per coloro che effettivamente lavorano e che ne sentono anche il peso, quelli cioè che concretamente faticano. Senza essere pagati un milione all’ora. di Giulio Isola N on serve la laurea per spostare sacchi di cemento, soprattutto se si è senza uno straccio di contratto. Eppure può capitare, e capita sempre più spesso quando il lavoro è “nero”, che ci si adatti a dimenticare gli studi fatti, le proprie capacità, una competenza che potrebbe essere preziosa ma che diventa quasi ingombrante perché non aiuta, nell’immediato, a sbarcare il lunario. Capita anche, nel mondo del lavoro “marginale”, che si faccia un lavoro per cui non si è mai studiato, ma che si apprende via via che lo si pratica. E magari non piace neppure. E magari, anzi, troppo spesso, non promette alcuna crescita futura, ma conferma soltanto che la società offre sempre meno opportunità a chi è ai suoi margini. E un universo del .disagio estremo, che per lo più sfocia in una condizione di disoccupazione, quello che viene scandagliato dalla ricerca “Extreme - sperimentazione di percorsi per soggetti in condizioni di disagio estremo”, promossa un anno fa dalla Caritas e che ha tra i suoi partner Cna e Cisl. Dallo studio, presentato il 12 luglio scorso, emerge un campione di adulti neppure quaran-tenni - gli uomini hanno un’età media di 39 anni, le donne di 35 - perla metà stranieri che spesso hanno competenze e abilità che non corrispondono ai lavori che svolgono. Il 5-7 per cento è in possesso di un titolo di studio, sovente laurea o diploma, ma non riescono ad avvalersene. L’obiettivo del progetto è precisamente quello dell’iniziativa comunitaria Equal, cofinanziata dal Fondo sociale europeo e dal governo italiano, che vuole mettere in atto strategie di inclusione socio-occupazionale per persone che vivono forme di marginalità e disagio. L’indagine è stata condotta tra settembre e ottobre del 2005, su un campione di 193 persone in diffi-coltà, che volontariamente si sono rivolte ai Centri di ascolto della Caritas di Iglesias (Cagliari), Ter- ni, Arezzo, Torino e Cassino (Frosinone). Questo popolo dei «poveri di lavoro» è costituito in leggera prevalenza da donne: 52,8 contro il 47,2 degli uomini. Questo dato secondo i ricercatori conferma la tendenza alla «femminilizzazione della povertà». Se poi si guarda al grado di istruzione, risulta che quasi il 50 dei soggetti è in possesso della licenza media inferiore e solo il 5-7 per cento degli intervistati è in possesso di un titolo di studio superiore, come la laurea e il diploma, o inferiore. Da qui la conclusione che l’utenza dei Centri di ascolto si caratterizza per una formazione scolastica di base, limitata al livello primario. Particolarmente interessante la dinamica della marginalizzazione lavorativa: i soggetti che si sono rivolti ai centri della Caritas hanno dichiarato di essere disoccupati da 27 mesi, con una differenza sensibile tra maschi e femmine, poiché per le donne il periodo arriva fino a 32 mesi mentre per gli uomini la media scende a 22. Le prestazioni lavorative si attestano su livelli medio-bassi: 1’11,5 per cento ha dichiarato di aver svolto mansioni di operaio generico, il 9,2 per cento di aver lavorato co-me addetto alle pulizie, 1’8,2 per cento di aver svolto attività di badante. Inoltre gli intervistati hanno dichiarato di non essere in possesso di un titolo specifico per lo svolgimento delle attività lavorative svolte, ma di aver acquisito le competenze necessarie direttamente sul campo. Questo, ancora una volta, “si rivela tanto più vero per le donne”. L’indagine ha anche rivelato l’incapacità, da parte degli intervistati, di condurre una riflessione sulle proprie abilità e di pensare a se stessi come protagonisti attivi di un percorso di inserimento lavorativo. Fra le abilità indicate dagli utenti dei Centri di ascolto si segnalano quelle di cuoco e di sarto, individuate come “qualità innate”. L’88 per cento del campione ha affermato di non possedere un vero e proprio titolo per il lavoro che fa e il 46 per cento farebbe volentieri un lavoro diverso. Per realizzare questo sogno o quantomeno sollevare tanti da un vero e proprio incubo in cui vivono la Caritas ha elaborato anche proposte: creare delle reti permanenti di analisi e proposta nelle diocesi interessate dal test, dove gli operatori Caritas si confronteranno con quelli dei servizi sociali, delle scuole di formazione professionali e degli altri protagonisti del mondo del lavoro. Ricevuti in municipio dal sindaco Gli ex dipendenti della Savoia Marchetti S pazio alle emozioni ed ai ricordi per gli ex dipendenti della Savoia Marchetti, ricevuti venerdì 14 luglio in municipio dal sindaco Fabiano Belcecchi nell’ambito delle iniziative legate all’inaugurazione del monumento dedicato alla storica fabbrica jesina di aereoplani. Erano una decina i presenti, accompagnati da figli e nipoti, ultimi testimoni di una azienda che durante la seconda guerra mondiale aveva messo le radici nella nostra città garantendo occupazione a centinaia di giovani. “La Savoia Marchetti - ha ricordato il sindaco - non solo ha rappresentato un’epoca, ma ha segnato l’inizio dello sviluppo industriale di Jesi. L’esperienza e la capacità maturata da quei lavoratori negli anni in cui la Savoia Marchetti operò, vennero poi utilizzate in altre molteplici aziende che via via nascevano, contribuendo a creare nel nostro territorio quel distretto industriale della meccanica che è ancora un punto di riferimento importante delle nostra economia”. Belcecchi ha anche sottolineato l’impegno dell’amministrazione comunale per un recupero della palazzina degli uffici dell’ex Savoia Marchetti, affinché non rimanga solo come una testimonianza di archeologia industriale, ma possa essere ristrutturata per un utilizzo pubblico a servizio del nuovo quartiere Smia che è sorto attorno ad essa. A ciascuno degli ex dipendenti è stata donata una medagliaricordo, così come a quanti hanno collaborato per organizzare l’inaugurazione del monumento e le iniziative collaterali. Il tutto, come noto, è nato su iniziativa della Circoscrizione III Est, il cui presidente, Giuseppe Di Lucchio, ha ricordato come “riunire in municipio gli ex dipendenti della Savoia Marchetti era un atto dovuto, sia per mantenere vivo il ricordo di questa fabbrica, sia per esprimere la gratitudine ad una generazione di lavoratori che ha mostrato grande intraprendenza e professionalità”. Alla cerimonia ha partecipato anche Sauro Ciuffolotti, l’artista che ha realizzato gratuitamente il monumento dedicato alla Savoia Marchetti. Nelle due foto, del 1940, le maestranze della Savoia Marchetti in occasione della visita allo stabilimento jesino di un uomo di governo dell’epoca. 6 Jesi e Vallesina 23 Luglio 2006 Dal 12 al 15 agosto A Domo una mostra su Pergolesi I l 270° anniversario della scomparsa di Giovanni Battista Pergolesi è passato senza praticamente essere ricordato in maniera più o meno ufficiale, come la scadenza lustrale avrebbe meritato. Se, però, non ci hanno pensato le istituzioni pubbliche o gli enti preposti, il comitato org a n i z z at o r e della XXX Festa Rurale di Domo (1215 agosto) ha voluto colmare questa lacuna decidendo di allestire una piccola ma significativa mostra a ricordo del musicista settecentesco nato a Jesi. La rassegna, composta da una trentina di pezzi fra disegni, acquerelli, eliografie, fotoincisioni, xilografie, acqueforti, fotografie e materiale filatelico vario, copre uno spazio temporale piuttosto ampio e parte da una rara incisione originale tratta dalla matrice in legno risalente al 1750 circa, per concludersi con alcuni reperti emessi dalle Poste Italiane nel 1986, in occasione del 250° anniversario della immatura morte dello stesso Giovanni Battista Pergolesi. Fra il documento di apertura e quello di chiusura, sono esposti nella mostra vari ritratti del compositore, alcuni libretti delle sue più significative opere musicali, curiosità e particolarità varie e le già accennate emissioni filateliche stampate dal Regno d’Italia ...Ma un ragazzo piangeva di Augusta Franco Cardinali E nel 1937 (nella foto) e dalla Repubblica Italiana nel 1986. Quale valore aggiunto, c’è da segnalare che la rassegna, curata e e raccolta dalla studiosa romana Paola Alberi, è allestita nella caratteristica chiesa di San Pateniano di Domo (nella foto, il portale), di solito chiusa al pubblico per preservare i pregevoli affreschi prerinascimentali dipinti sulle pareti. I visitatori avranno cosi il vantaggio di poter ammirare le pitture murali di alcuni validi artisti del Quattro-Cinquecento e, per finire, lo stupendo trittico in tempera (nella foto) dipinto dal così detto Maestro di Domo. Interessa artigiani, industriali e servizi Otto milioni di euro dalla Regione alle imprese L Dal diario dei Mondiali a giunta regionale ha approvato le disposizioni annuali relative alla concessione di contributi a favore di imprese artigiane, industriali e di servizi per specifiche destinazioni; ad esempio, per l’apprestamento di aree e fabbricati da destinare ad attività artigiane, per la promozione delle produzioni artistiche tradizionali e tipiche, per il risparmio energetico e l’utilizzo dell’energia solare termica, per il sostegno delle aggregazioni d’impresa, per la qualità e l’innovazione. La dotazione complessiva è di oltre 7,9 milioni di euro. Maggiori informazioni sono reperibili al sito www.impresa. marche.it. rano già pronti striscioni, bandiere e fuochi d’artificio in un paese di Calabria, alla vigilia della finale dei Mondiali. Nelle case, di fronte ai televisori che fin dalle prime ore della mattina erano rimasti accesi, si seguivano le ultime interviste, aspettando la festa. Sarebbe esplosa con gran gioia. Nelle squadra azzurra c’erano quattro atleti calabresi: quando mai era accaduto prima che tanti ne venissero reclutati nella nazionale italiana? E inaspettatamente è giunta la notizia. Ha attraversato le vie come una folata di vento, ripetuta da porta a porta, da balcone a balcone, da una finestra all’altra. Era morto improvvisamente un padre di famiglia, giovane ancora: un artigiano conosciuto da tutti. Lavorava abilmente il ferro: cancelli, inferriate, specchiere, cornici come merletti uscivano dalle sue mani. Era stato colto da malore in un paese vicino dove si era recato per una consegna. Impossibile soccorrerlo, trasportarlo in ospedale. Il figlio, un ragazzo di sedici anni, era disperato. Poi i balconi, le imposte, le porte delle case e dei negozi si sono chiusi. Il lutto é di tutti. Nelle case, fino a tardi, sommessamente si parla di quanto è accaduto. Il funerale, che di poche ore precede la partita conclusiva di Mondiali, fa accorrere una folla ancora silenziosa e commossa che né la chiesa, né la piazza riescono a contenere. La sera i televisori sono tutti accesi, ma a basso volume. Nessuno esce al termine dell’incontro, nessuno esulta. Non si esplodono i fuochi d’artificio, non si sventolano gli striscioni e le bandiere. E’ una storia che raccontiamo ai tifosi, agli italiani, ma soprattutto agli atleti calabresi; specie a quel coraggioso Gattuso dalla faccia di “brigante buono”. Con gli altri suoi compagni forse vorrà dedicare la vittoria anche a quel ragazzo che, mentre tanti giovani entusiasti tripudiavano nelle piazze d’Italia, disperatamente piangeva. I piedi d’argilla Sarebbe opportuno che venisse mostrata a Zidane la registrazione televisiva effettuata in diretta dall’Italia della finale dei Mondiali. Una volta ritornato in sé, probabilmente si renderebbe conto che, nel corso dell’incontro e fino a un momento prima che andasse in escandescenze, i commentatori gli avevano rivolto elogi su elogi; che non c’era stato alcun pregiudizio o atteggiamento ostile nei suoi confronti né da parte della squadra, né dalla tifoseria avversaria; che pure i cronisti italiani, come quelli francesi, erano rimasti costernati di fronte al suo inqualificabile gesto. E ricorderebbe pure che nessuno aveva commesso fallo su di lui prima di quella ‘cornata’ al petto di Materazzi. Forse è stata la stanchezza; forse la stizza perché l’atleta italiano aveva segnato un gol formidabile; forse stava subentrando il dispiacere perché la partita si andava concludendo e con essa la sua carriera. Si trovino pure attenuanti, ma il fatto resta, inconfutabilmente registrato e documentato dalle telecamere di tutto il mondo. Nemmeno si rendeva conto Zidane che quel gesto avrebbe danneggiato non solo lui e la sua reputazione, ma anche la sua squadra, ridotta successivamente a dieci giocatori e privata di un cannoniere che forse, ai calci di rigore, avrebbe potuto sparare in porta meglio di Trezeguet. Non è la prima, ma la terza volta che il granitico Zidane è stato protagonista sui campi di gioco di episodi così platealmente e violentemente scorretti come il gesto compiuto in questa decisiva partita. Anche i grandi atleti possono franare all’improvviso, se hanno i piedi d’argilla. Una vera vittoria Forse qualcuno avrà detto, o magari pensato, che sono stati eccessivi i festeggiamenti con i quali sono stati accolti gli azzurri al loro ritorno in Italia. Un momento. A una vittoria sportiva non sarebbe stata preferibile quella di una guerra o di una battaglia. Guerre e battaglie, anche se vinte, lasciano sul campo morti e feriti. E la gioia non poteva essere repressa. Riscattava anche amarezze, battute sarcastiche, insolenze, per non dire anche le offese che erano state ingoiate prima e durante gli eventi sportivi. E’ stata allora una vittoria morale oltre che sportiva. Ha unificato, non diviso le tifoserie italiane. Ha dato coraggio e caricato di valore e dignità la nostra identità nazionale. E’ stata meritata anche per le scarse penalità raccolte sul campo e per il limitatissimo numero dei gol subiti. Una festa schietta, spontanea. E’ stata di tutti e ce la ricorderemo a lungo. Grazie ancora, azzurri. Vorremmo però ricordare agli atleti le parole che erano rivolte secoli fa al vincitore mentre, celebrando il suo trionfo, tra la folla esultante avanzava sul suo carro per i Fori Imperiali fino al Campidoglio. Alle sue spalle, reggendo la corona d’alloro sospesa sopra il capo del vittorioso eroe, il suo mentore gli sussurrava: “Ricordati che sei un uomo!”. Svincolo di Castelbellino della superstrada Stato di pericolo da eliminare E liminare lo stato di pericolo allo svincolo di Castelbellino della superstrada dovuto ad un manto stradale sconnesso e irregolare. E’ quanto hanno chiesto con una lettera all’Anas il presidente dell’Unione dei Comuni della Media Vallesina Giancarlo Carbini e il comandante della Polizia locale Giovanni Carloni. Un’uscita, quella che precede lo svincolo di Moie venendo da Ancona, molto frequentata in que- sto periodo a causa della chiusura del ponte della Boccolina per i lavori di ristrutturazione e ampliamento che si protrarranno fino a fine novembre. In considerazione di questo, osservano sindaco e comandante della Polizia locale, “tutto il traffico veicolare in transito sulla statale 76 e diretto a Moie, Pozzetto di Castelplanio, Montecarotto e Serra De Conti, sarà costretto ad utilizzare lo svincolo di Castelbellino, determi- nando così un considerevole incremento della densità di traffico lungo le rampe di accesso e di uscita”. Ma il vero problema è “lo stato assolutamente sconnesso ed irregolare della pavimentazione stradale lungo le rampe, con evidente pericolo per la sicurezza della circolazione”. Tenuto conto di questo, l’Unione ha chiesto ufficialmente all’Anas di “eliminare lo stato di pericolo segnalato”. Jesi e Vallesina 23 Luglio 2005 7 Tesi di laurea alla Pinacoteca e alla Salara Corre l’Idea tra Lotto e il Mare Fotoservizio Paola Cocola U no sguardo all’architettura contemporanea. Uno sguardo che dalla Pinacoteca di Palazzo Pianetti corre alle coste marchigiane, e curva poi sulle città adriatiche più a sud, fino alla baia di Ksamil, in Albania. Una traiettoria che venerdì 14, nell’ambito dell’evento “Tra il Lotto e il Mare”, ha fatto del corridoio della stupenda Galleria degli Stucchi una sorta di autostrada simbolica. Al suo interno è stato possibile rivisitare il percorso - di studi, di ricerca e di sviluppo di nuove proposte progettuali per i temi e i problemi dell’urbanizzazione della Valle Esina e delle coste adriatiche - compiuto dagli studenti che hanno esposto, sia nella sala adiacente alla Galleria sia alla Salara di Palazzo della Signoria, le tesi elaborate presso la facoltà di Architettura dell’Università di Camerino, nella sede di Ascoli Piceno, dal 1999 al 2006, e durante il terzo workshop Coast2Coast realizzato in collaborazione con studenti americani e albanesi, nel confronto di differenti componenti paesag- gistiche. Nell’ambito della manifestazione, introdotta da Cristiana Colli, è stata presentata la rivista “Progetti” n.18 - un’iniziativa culturale del Gruppo Quid srl, con soluzioni di architettura, restauro e design - promossa da diversi anni dall’imprenditore Vittorio Gagliardini e curata dal direttore editoriale Franco Panzini. “La nostra rivista cerca di ascoltare, valorizzare e dare visibilità alla città, all’intero territorio regionale e alle sue coste, anche attraverso il lavoro degli studenti che riflettono sulla regione”, spiega l’imprenditore. “Una rivista - puntualizza Panzini - che attraverso diciotto numeri ha registrato nel tempo il cambiamento dei gusti e delle modalità espressive, lasciando traccia di una progettualità diffusa che, a livello di provincia, si sta rivelando sempre più interessante rispetto a quella delle grandi metropoli”. Tra i diversi progetti illustrati nella rivista e che riguardano Jesi, le proposte emerse all’interno del concorso di idee per la riqualificazione architettonica e urbanistica di corso Matteotti e piazza della Repubblica, entrambi fulcro del centro storico. Riportato anche il progetto di recupero dell’ex cartiera Ripanti e l’intervento di risanamento conservativo e di allestimento del percorso di un piccolo museo inaugurato alcuni mesi fa col nome di “Percorso del fuoco e della misura”. In particolare, emerge nella mostra l’impegno rivolto dagli studenti a trovare soluzioni che, se non fermano, almeno diluiscano l’avanzare compatto verso le coste delle seconde case, dell’agglomerato di edifici senza soluzione di continuità, che trovano l’unico limite nella battigia. Impegno condotto con l’ulteriore obiettivo di “dilatare i tempi dell’utilizzazione di questi edifici, della città dei bagni a tutto l’anno, integrando funzioni, diversificando l’offerta di accoglienza e intrecciando relazioni ibride con il paesaggio marino e terrestre”. All’evento - organizzato da Gagliardini srl in collaborazione con assessorato alla Cultura del Comune di Jesi, Università degli Studi di Camerino, Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno, Inarch Marche, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti della provincia di Ancona - sono intervenuti Cristiano Toraldo di Francia, curatore del Workshop Coast2Coast, e Mario Lupano, professore ordinario di Storia dell’Architettura Contemporanea. Le due foto, sulla destra in alto, tratte dal catalogo, riguardano il progetto vincitore per la riqualificazione architettonica e urbanistica di corso Matteotti e piazza della Repubblica (progetto è degli architetti Anita Maria Sardellini – capogruppo - Andrea Marasca, Giorgio Marasca e Germano Franciosi); sotto le foto: disegni illustrativi del progetto di recupero della ex cartiera Ripanti: veduta dell’accesso dal parco del Gorgolungo e veduta della piazzetta interna (progetto degli architetti Mario Talacchia e Sergio Morgante) Ciclo-carovana di Comune in Comune Exodus sulle strade della Vallesina di Simone Sebastiano I ragazzi e gli educatori della Fondazione “Exodus” di Jesi hanno già scaldato i motori e sono partiti, a cavallo delle loro biciclette, per la Carovana Exodus 2006 che li porta in viaggio per la Vallesina. Anche quest’edizione del progetto, che è la settima, vede la partecipazione dei Comuni di Maiolati Spontini, Castelplanio, Poggio San Marcello, Mergo, Santa Maria Nuova, Cupramontana, Belvedere Ostrense, Morro d’Alba, Monsano e Jesi. Il messaggio-testimonianza che i ragazzi exodus cercano di dare con la loro presenza e la nuova rappresentazione teatrale “Su la guardia!” è centrato sulla mitezza: un valore spesso riferito alla sfera meteorologica a scapito di molte situazioni “ter- restri” in cui si riscontra il prevalere del- propria fragilità che non riesce a trovala prepotenza dei gesti e delle parole, la re altro sfogo se non nell’esplodere in visione dei rapporti fra le persone in ter- modo istintivo e violento. L’invito per mini di “duello” i partecipanti alle varie iniziative della piuttosto che carovana 2006 è all’impegno in prima di “relazione”, persona per tenere la “guardia” abbascome una sor- sata, lasciando che gli altri si avvicinino, ta di diffidenza conoscano e aiutino a vincere la “sfida” innata. della vita. Con “Su con Durante la permanenza nei vari paesi, i la guardia!” i ragazzi e gli educatori propongono laragazzi exo- boratori creativi per i bambini, serate di dus vogliono animazione e a conclusione la rappredire che le sentazione del loro nuovo spettacolo “Su ragioni del- la guardia!”. l’agg ressiv ità La Carovana 2006 si concluderà, come personale non ogni anno, in piazza della Repubblica a sono tanto da Jesi con l’appuntamento di “Serata Trericercare nel menda” a cui parteciperà anche don Anbisogno di im- tonio Mazzi, fondatore della comunità porsi quanto “Exodus”. nel desiderio Nella foto, di Anna V.Vincenzoni, di difendersi, un’inquadratura dell’appuntamento nella consape- Exodus 2003 in piazza della Repubvolezza della blica a Jesi. Jesi 23 Luglio 2006 Serate a Villa Borgognoni Enogastronomia e turismo Fotoservizio Fabrizio De Donatis “O stello a porte aperte”, il 14 luglio presso villa Borgognoni, una rassegna di enogastronomia e turismo. Numerosi gli stand allestiti con prodotti tipici della Vallesina e delle Marche: carni, salumi, formaggi, pasta, pane, olio, miele e vini pregiati della zona Esina. Presente anche uno stand con dispositivi di natu- rizzazione dell’acqua. L’iniziativa, articolata in due appuntamenti, ha accolto un vivace numero di visitatori lo scorso venerdì con una serata dal tema: “Tipica-mente: le nostre Marche”, e si è animata con le degustazioni dei prodotti di ogni singolo stand, le musiche e le danze del “Gruppo Folclorico Colle del Verdicchio di Staffolo”, e con il tradizionale gioco dell’elastico improvvisato da gruppi di bambini. Esposti, nell’atrio d’ingresso, riproduzioni in lamelle d’acero e fiammiferi, monili e gioielli e alcune foto in bianco e nero. Martedì 25 e giovedì 27 luglio Poesia in terrazza alla Petrucciana T orna “Poesia in terrazza”, martedì 25 e giovedì 27 luglio, alle ore 21,15, presso la Biblioteca Diocesana “P. M. Petrucci”, in via Santoni, 1 a Jesi. L’iniziativa, coordinata da Maria Cristina Casoni, Elisabetta Pigliapoco, Massimo Fabrizi e, per la parte musicale, da Francesco Gatti, si soffermerà quest’anno sulla poetessa Marcia Theophilo, la prima sera, e sul poeta Umberto Fiori. Màrcia Théophilo è nata a Fortaleza, capitale dello stato di Cearà, nel NordEst del Brasile ed ha studiato antropologia a Rio de Janeiro, San Paulo e Roma. Nel 1971 è venuta in Italia come esiliata politica, sfuggendo al regime militare che aveva imposto severe leggi sulla censura. Qui in Italia si impegna a mantenere relazioni culturali tra l’Italia e il Brasile, rappresentando l’Unione Brasiliana di Scrittori. Nel corso degli anni ha organizzato incontri di poesia, ha tradotto in portoghese poeti italiani e in italiano poeti brasiliani. La sua poetica è tutta incentrata sulla natura, sui miti e le leggende della foresta Amazzonica, sui popoli indigeni e sulla denuncia dello scempio che ai suoi danni si compie e all’impegno di salvaguardare il patrimonio naturale dalle aggressioni della civilizzazione. Nel 1997 le viene assegnato il Premio Nuove Scrittrici, premio alla carriera. Nel 1999 il Premio Calliope per poesia inedita ed è candidata al Premio Nobel. Umberto Fiori, nato a Sarzana nel 1949, vive a Milano. Negli anni ‘70 ha fatto parte degli Stormy Six, uno dei gruppi “storici” del rock italiano. È autore di saggi e interventi critici sulla poesia, la canzone e il rock. Nel 1986 è uscito il suo primo libro di poesie, Case (S.Marco dei Giustiniani), al quale sono seguiti, per Marcos y Marcos, Esempi (1992), Chiarimenti (1995), Parlare al muro (1996), Tutti (1998) e La bella vista . Numerose le traduzioni in varie lingue; in volume due antologie personali, in inglese (Terminus, Dublino, 1998) e in serbo (Govoriti zidu, Belgrado, 2001). 20 Luglio 1944 - 20 Luglio 2006 Il prossimo appuntamento in calendario é per venerdì 21 luglio con “Responsabil-mente: l’altro mo(n)do”. Idea di fondo della seconda parte: “Artigianato e gastronomia del mondo… tutelando i diritti u m a n i ”, con la co l l ab orazione di “Bottega del mondo solidale”, Associazione la Goccia, Amnesty International ed Emergency. Prevista l’esibizione del gruppo “Riciclato circo musicale” che utilizza strumenti costruiti con materiale riciclato. La manifestazione è curata dal Ctg (Centro Tu- ristico Giovanile) della Vallesina, un’associazione che, senza scopo di lucro, interviene sui settori di turismo giovanile e sociale, del tempo libero e dell’ambiente del volontariato culturale, promuovendo e realizzando iniziative e progetti educativi volti alla formazione complessiva della persona. In agosto e nelle festività Commercio: chiusura infrasettimanale on ci sarà più l’obbligo N della chiusura infrasettimanale di mezza giornata per gli esercizi di vendita al dettaglio nell’intero mese di agosto, ma anche nella settimana delle fiere di San Settimio, durante le festività di Natale e Pasqua e nel periodo del carnevale. Lo stabilisce un’ordinanza del sindaco Fabiano Belcecchi che ha modificato la precedente disposizione sugli orari di apertura e chiusura al pubblico di tali esercizi, trasformando da obbligatoria a facoltativa la chiusura infrasettimanale nei periodi suddetti. La decisione – fa sapere l’amministrazione comunale – è “scaturita dopo aver sentito anche le organizzazioni dei consumatori, dei commercianti e dei lavoratori dipendenti, e fa seguito alla decisione della giunta che aveva accolto favorevolmente la proposta di deroga alla chiusura infrasettimanale nel mese di agosto al fine di garantire alla cittadinanza un miglior servizio da parte delle attività commerciali”. Dall’obelisco alle case degli jesini 62° anniversario Il “carriòlo” a sei buche e la fontana della Liberazione di Jesi “I I l Comitato jesino per la Difesa delle Istituzioni Democratiche ha reso noto il programma di sabato 22 luglio per le celebrazioni del 62° anniversario della liberazione di Jesi da parte del Corpo Italiano di Liberazione nell’estate del 1944: alle ore 19 - saluto del sindaco di Jesi, Fabiano Belcecchi, presso il cippo degli Orti Pace, eretto a ricordo dei bersaglieri caduti nella battaglia di Montegranale. Sarà presente la senatrice Lidia Menapace. alle ore 21,30 - presso lo Studio per le Arti della Stampa, nel giardino interno di Palazzo Pianetti Vecchio, “Italiani brava gente” – atto II - proiezione dei films-documentari: “Adwa: an african victory” di H. Gerima; “Good morning Abissinia” di L. Sgueglia e C.Ronchino. Ingresso libero. Nella foto, del luglio 1944, i soldati del Corpo Italiano di Liberazione nella piazza centrale di Jesi. n casa niente acqua corrente! No, non c’erano i rubinetti dell’acqua calda. E nemmeno quelli dell’acqua fredda!”. Il bambino ascolta incredulo: non riesce ad immaginare una casa, un’abitazione senza l’acqua a domicilio, da poter usare in qualsiasi momento. Gli spieghi che fino a novant’anni fa e anche meno, a Jesi (ma non solo a Jesi) se volevi l’acqua, te la dovevi andare a prendere da qualche parte o dovevi fartela portare da qualcuno. Si è arrivati all’argomento acquedotto commentando l’articolo sulle fonti jesine di cui si è scritto su Voce del numero scorso. Alcuni dei più grandi ricordano la fontana con l’obelisco quando ancora era in piazza della Repubblica, ma non sapevano che per tanti jesini fosse stata anche fonte di approvvigionamento idrico. Abbiamo portato, nel numero scorso, la testimonianza di Ivanoe Cerioni (il padre dell’onorevole Gianni Cerioni), persona molto conosciuta a Jesi avendo diretto per molti anni l’Ufficio Anagrafe del Comune e svolto a lungo attività giornalistica (corrispondente da Jesi del quotidiano “Il Tempo” e presidente del Gruppo Stampa Jesino). Scriveva Cerioni: “La fonte che vi regnava sovrana nella mattina, ogni giorno, richiamava a sé gli ortolani. Il vociare dava alla piazza il tono caratteristico del luogo ove la gente si affannava per gli acquisti”, E ricordava gli acquaioli jesini: Lucara, Chirichindo e Anna Stacchini (Annetta detta Nenè)”: la Stacchini svolse quel lavoro “sino all’entrata in funzione del civico acquedotto, dopo la prima guerra mondiale”. Sulla funzione dispensatrice di acqua potabile della fontana di piazza del Plebiscito (questo il vecchio nome di piazza della Repubblica) abbiamo una documentazione fotografica. Nella fotografia qui riprodotta, dei primi del Novecento, si nota la presenza del tipico “carriòlo” dell’acquaiolo, carrettino a sei buche per sistemarvi altrettante brocche; una brocca è sul bordo della fontana, raggiunta dallo zampillo d’acqua di una delle otto cannelle. gi elle Jesi e Vallesina 23 Luglio 2006 9 A Palazzo Pianetti vecchio Così Jesi ricorda Sabatini Fotoservizio Paola Cocola R iproposta a Jesi - nell’ambito dell’iniziativa “Corsari e spadaccini. Omaggio a Rafael Sabatini” programmata nei giorni 11 e 12 luglio nel giardino interno di Palazzo Pianetti vecchio dall’assessorato alla Cultura, Pinacoteca civica e Biblioteca Planettiana – la scrittura del noto romanziere jesino migrato in Inghilterra e autore, tra l’altro, di “Scaramouche” (1921), capolavoro letterario che, con le sue oltre seicentocinquantamila copie vendute, lo rese famoso in tutto il mondo. Passi del celebre romanzo – trasposto da Hollywood in film di successo, come i suoi fortunati: “Capitan Blood(1922) e “Lo sparviero del mare”(1915), tra gli anni trenta e cinquanta - sono stati letti e recitati dall’attore di teatro Flavio Bucci, accompagnato dal chitarrista Cosma Damiano Orlando, nella prima serata organizzata in omaggio a questo caposaldo jesino del filone di “cappa e spada”, definito dalla critica “Il Dumas del ventesimo secolo”, che riuscì a conquistare folte schiere di lettori tra le due guerre mondiali con il suo stile semplice e scorrevole, affrancato da ogni “convenzionalità e accademismo”. Nel racconto, Scaramouche, “spadaccino di prim’ordine, deputato agli Stati Generali prima della rivoluzione del 1789, si unisce, in Francia, a una compagnia di attori girovaghi dove lavora la sua fidanzata; ma s’innamora di una contessina e la sposa”. Nel film - proiettato nella seconda serata - “Lo sparviero del mare”, Oliver Tressilian, lord inglese “tradito dal fratello e ingiustamente accusato di omicidio dall’amata, si ritrova a dover scegliere tra la vita di schiavo e quella di corsaro. Al servizio del pascià di Algeri diventa così, in pieno Ottocento, lo Sparviero del Mare, il più famoso pirata del Mediterraneo. Convertito all’Islam, con il nuovo nome di Sakr-el-Bahr, si dà a razzie piratesche e a conquiste prestigiose. Ma riappare la sua amata che lo metterà di fronte all’ennesima scelta: la sua gloriosa fama o la vita della sua innamorata?” Complessivamente, la produzione di Sabatini, all’anagrafe Raffaele Sabbatini nato a Jesi il 29 aprile del 1875, conta quaranta romanzi d’avventura, molti racconti brevi, un dramma per il teatro e quattro saggi su personaggi storici. A restituirlo al ricordo della città nativa e della sua gioventù, gli articoli di Giuseppe Luconi il quale nel 1965 - in qualità di direttore di “Jesi e la sua Valle” - raccolse con sollecitudine l’invito formulatogli con una lettera da Marcello Bordoni ad “illustrare ai nostri concittadini la vita e le opere di questo celebre jesino, anche se scrittore inglese”; invito che Luconi concretizzò conducendo una capillare opera di ricerca sulla “sua vita jesina e sul suo girovagare per l’Europa prima di diventare qualcuno” presso gli uffici anagrafici del Comune di Jesi, di Milano, Bologna e Roma; presso la casa editrice Sonzogno (che stampava in Italia i romanzi del Sabatini), in Svizzera, Portogallo e Inghilterra. Scrive Luconi “Aveva ventidue anni, Raffaele, quando, nell’agosto del 1897, si era trasferito con i genitori a Milano… Da Milano, dicono le biografie, il Nostro era passato prima in Portogallo, quindi in Svizzera e, infine, in Inghilterra. Per un certo tempo aveva fatto il commerciante, poi aveva preferito impegnarsi come scrittore... Notizie mi erano arrivate invece dalla Svizzera… il dr Sonder aveva trascritto i voti finali del Sabatini… annotazioni: un po’ lento, floscio fuori (all’interno delle ore di studio si comporta piuttosto come buffone o arlecchino)…” Nel cinquantesimo dalla sua scomparsa, “Res Humanae” di Jesi e la biblioteca comunale “Planettiana” attivano un programma pluriennale che celebra lo scrittore con un convegno di studi, una mostra ricca di documenti e testimonianze, e con la pubblicazione in italiano - curata da Res Humanae e dalla Libera Università degli Adulti - di due capitoli dalle “Heroic Lives”. Il nostro fiume racconta Geografia storia e cuore dell’Esino di Giuseppe Luconi Una volta, sulla qualità delle acque dell’Esino non si discuteva. Lo storico Pietro Grizio nella seconda metà del Cinquecento, ne decantava «l’acque limpide e cristalline». Qualche decennio fa il poeta jesino Silvano Rossini ne cantava in rima «la breccétta bianga» e «l’acqua de fiume chiara chiara». Oggi t’affacci dal ponte San Carlo e scopri addosso all’Esino tutta l’amarezza del nobile decaduto. Perché «ai suoi tempi» era stato un «signor fiume», di quelli che contano, che fanno la storia. E pure la geograf ìa. Le antiche mappe dicono, infatti, che il trentottesimo parallelo della penisola passava proprio per l’Esino: sulle sue sponde, da una parte finiva il Nord e dall’altra cominciava il Sud dello stivale, confine tra gli Umbri ed i Piceni prima, tra i Piceni e i Galli Senoni poi. Una volta privato di questa grossa responsabilità, l’Esino si era consolato cercando conforto altrove. Non a caso gli si rimproverò, poi, di aver condotto vita... licenziosa. Perché ogni tanto cambiava letto. Quando lo fece sotto le mura castellane, gli jesini non se la presero più di tanto; ma quando deviò dalla retta via all’altezza di Chiaravalle dove fungeva da confine naturale fra i territori di Ancona e di Jesi, fu la fine del mondo: per quella «scappatella» del f ìume, jesini e anconetani si fecero guerra per due secoli e mezzo. Esino nobile, dunque. E ribelle. Ma anche benestante, perché fu anche rigoglioso di acque. Secondo Strabone, storico greco dei tempi d’Augusto, l’Esino era allora navigabile. E doveva essere in piena salute pure nel tredicesimo secolo se è vero che il concittadino Federico II propose agli jesini di farne un braccio di mare, da barattare col titolo di regia. Era ugualmente un corso d’acqua ben dotato tre secoli dopo, quando le autorità centrali si MAIOLATI SPONTINI Il festival della cultura Al via “Trivio e Quadrivio” fico marcato da foto storiche fissate in Congo, Vietnam e Giappone. arà Francesco Zuccarini sabato 22 Domenica 23 ancora un doppio apluglio, alle ore 18,30, ad inaugurare puntamento nel contenitore chiesa il festival majolatese della mente chia- della Cancellata con la storia e la mumato “Trivio e Quadrivio, discorso e sica. Alle ore 18.30 il prof. Réginald numero”. L’appuntamento è all’asilo Grégoire, monaco silvestrino, con im“Spontini” dove il poeta presenterà una portantissime esperienze nella Segreselezione di poesie già pubblicate dall’editore Gabrieli di Roma dal titolo “Quotidiane ironie”. Zuccarini, noto anche al grande pubblico per la partecipazione a programmi televisivi e a numerosi film, anticiperà anche l’inaugurazione della mostra fotografica di Mario Valchera che alternerà un percorso naturalistico ricco di colori, ad uno autobiograFotoservizio Sara Palmolella S teria di Stato Vaticana e in molte università italiane, presenterà una lezione dal seguente titolo “Dall’insegnamento classico alla propedeutica medievale”. Alle ore 21.30, a conclusione della serata, concerto lirico sulle musiche di Mozart, ed in particolare sulle arie del “Don Giovanni”, del baritono Gianpiero Ruggeri. Il festival continuerà il 29 luglio con la filosofia e la prof. Laura Cavasassi, ore 18.30, con la musica proposta dal coro polifonico “Brunori”, ore 21.30; mentre venerdì 4 agosto, ore 21.30 concerto della pianista Liuba Staricenko. Il festival si concluderà il 5 agosto con il fisico Franco Rustichelli ed il concerto del prof. Adrian Vasilache. Nella foto, il poeta Francesco Zuccarini insieme agli alunni della scuola elementare durante una lezione di poesia. Successo dell’iniziativa Cooperlat Fattorie Italia L’amico vincente degli alunni “A mico latte” ovvero un percorso dedicato al latte e i suoi derivati: questo l’oggetto del programma didattico presentato da CooperlatGruppo Fattorie Italia secondo le linee guida tracciate dal ministero dell’Istruzione. Scopo dell’iniziativa: la diffusione della cultura dell’alimentazione e del prodotto tipico, partendo dalle associazioni di categoria, dalle istituzioni e soprattutto dalle scuole. Anche quest’anno l’istituto comprensivo “San Francesco” ha ottenuto una bella affermazione conquistando il primo e quarto posto nella graduatoria nazionale con le classi IV A e la IV B della scuola elementare “Collodi”. Gli alunni, seguiti dall’insegnante di scienze Paola Gigli, hanno concorso con due ipertesti dal titolo “Con Mummù nel mondo del latte” e “In viaggio con Mummù…sulla via Lattea”. L’anno scorso erano state le classi III A e III B ad affermarsi: seconde classificate nella graduatoria nazionale. mobilitarono per rendere l’Esino navigabile fino al mare. Dalla capitale arrivarono f ìor di architetti e «persone perite»: tutte riconobbero al fiume requisiti ottimali, compreso quello dell’acqua bastante. Ma non avevano fatto i conti con i proprietari dei campi a ridosso del fiume; i quali, temendo di rimetterci qualche mezzo metro quadrato di terra, opposero una tale resistenza da far naufragare (è proprio il caso di dirlo) ogni progetto. Così fu che, da allora, la popolazione continuò ad adoperare l’Esino per il bagno, la cura dei panni, la pesca. Il fascismo vi organizzò una colonia elioterapica per “ballila” e “piccole italiane”: il mare nostrum. Dopo la guerra c’è stata qualche «festa del fiume», con accompagnamento di organetti e taccafù. Finché l’inquinamento non ha cacciato tutto e tutti. Ed il fiume è ancora lì, con la sua acqua torbida, poltigliosa, il suo andare stanco e rassegnato… Anni fa, durante la guerra, un giornale per le forze armate, “Il Fronte», raccontava la «bella storia» di Paolo il pastorello «innamoratosi sulle rive dell’Esino contemporaneamente di due ragazze, le sorelle Orazia e Marinella. Terribile dilemma d’amore, che le pecore non sapevano risolvere e Paolo, privo di consiglieri migliori, finì per affogare nel fiume». Per il dispiacere, Orazia e Marinella si chiusero in convento. Ora si capisce perché le «belle storie» come quella del pastorello Paolo non succedono più: dove la troverebbe Paolo, nell’Esino di oggi, l’acqua per affogare? Al più, rimedierebbe un pediluvio per tenere il suo «terribile dilemma d’amore” a bagnomaria. 10 Jesi e Vallesina 23 Luglio 2006 Viaggio nelle cronache Da una settimana all’altra Un’iniziativa della Fondazione “Pergolesi Spontini” Operatori teatrali del Kazakstan a Jesi Tavola rotonda sulle fonti energetiche Teatri SpA di Treviso, da Fabio Tiberi, direttore generale In una recente tavola rotonda presso il ristorante Federico II, ed artistico dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, dal su iniziativa del Club Nova Aesis presieduto dall’avv. Marco ra le iniziative di particolare rilievo – presentata come direttore esecutivo della Fondazione William Graziosi, Catani, si è parlato di fonti energetiche alternative al petroesempio di “prestigiosa collaborazione internazionale” dal direttore tecnico della Fondazione Benito Leonori e lio insieme a quelle rinnovabili. - è quella che si sta svolgendo in questi giorni. Da sabato dal direttore artistico del Maggio Musicale Fiorentino, Sono intervenuti, tra gli altri Aldo Cartuccia (Edison Sadam), Cle15 a martedì 25 luglio la nostra città accoglie alcuni tra maestro Gianni Tangucci. i principali operatori teatrali del Kazakhstan, Paese di Seguiranno, fino a martedì 25, le visite guidate ad alcune mente Ghergo (gruppo Ghergo di antiche tradizioni culturali, cuore dell’Eurasia e ponte tra le più rappresentative realtà liriche della regione Osimo), i professori Marco Maria geografico tra Europa ed Estremo Oriente. Marche: l’Arena Sferisterio di Macerata e il Rossini Opera Bartolini e Umberto Morgante del Dopo un primo momento di accoglienza a Jesi, presso Festival di Pesaro. In programma sono inoltre previste Politecnico delle Marche ed espol’Hotel Federico II, dal 17 al 19 luglio la delegazione ospite visite alle Grotte di Frasassi, alla Riviera del Conero, nenti dell’Associazione Monsano ha preso parte al master in Organizzazione e Gestione di all’Enoteca Regionale e Pinacoteca di Jesi, alle città di Informa. Le soluzioni energetiche – è stato detto – spaziano da una Teatri, Festival, Spettacoli ed Eventi Culturali organizzato Fano ed Urbino. dalla Fondazione “Pergolesi Spontini” grazie ai contatti La delegazione è accompagnata da Valeria Outkina ricerca del risparmio al consumo e alla collaborazione del direttore esecutivo dell’ente, dell’Area Relazioni esterne e Formazione della Fondazione da parte delle famiglie e delle aziende alle varie forme di produzione di energia elettrica, all’utilizzo dell’eolico, del solare, William Graziosi (nella foto). Il master è stato sviluppato “Pergolesi Spontini”. delle biomasse e del biodiesel. in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche - facoltà di Economia – di Ancona. Il master era incentrato sugli aspetti gestionali (economico-finanziari e Le belle manifestazioni in arrivo con l’estate di marketing in primis) collegati all’impresa teatrale. Hanno introdotto la sezione “dorica” il magnifico rettore dell’Università Politecnica, Marco Pacetti e il preside della facoltà di Economia, Enzo Pesciarelli. Il 17 luglio i docenti Gian Mario Raggetti e Michele Trimarchi hanno trattato gli aspetti economici ed istituzionali dell’impresa teatrale; il 18 e 19 luglio le lezioni Spuntini sul “management dell’impresa culturale”, tema illustrato dai prof. Gian Mario Raggetti, Alessandro Crociata e Nicoletta Marinelli. L’azione formativa è rivolta ai principali dirigenti del Teatro Nazionale della capitale della Repubblica del Kazakhstan, Astana, il “The National Opera and Ballet after K. Bayseitova RSSI of Astana”, e ai più importanti operatori di prestigiose istituzioni culturali di questo Paese, quali – tra gli altri – l’Orchestra Filarmonica di Stato, lo ‘State Academic Theatre’ di Fotoservizio Gino Candolfi Almaty, il Centro ‘KazahInterART’, lo ‘State Republican uigur theatre of a musical comedy’, il Dipartimento iugno-luglio: tempo di bilanci, di consuntivi. Si Cultura della regione di Pavlidar. tirano le somme di un anno di applicazioni nella Dal 20 al 22 luglio i partecipanti del master saranno scuola, nello sport, in attività che tengono più o meno al teatro Pergolesi per analizzare, sotto la guida impegnati tanti giovani e giovanissimi. Tempo, quindi, della Fondazione “Pergolesi Spontini” gli aspetti artistici anche di saggi. Quella che vi proponiamo è una breve del “sistema” teatro. Le relazioni, precedute dai saluti carrellata di immagini riguardanti avvenimenti che di Fabiano Belcecchi, sindaco di Jesi e presidente della hanno interessato le cronache jesine in queste ultime Fondazione, e dell’assessore alla Cultura di Jesi, Leonardo settimane. Animali, saranno tenute da: Federico Pupo, direttore Apriamo con una ampia bella panoramica sulla numeartistico della Fondazione e direttore organizzativo della rosa e organizzatisima formazione di atleti della Libertas, che si sono presentati alla grande il 10 giugno scorso al Palatriccoli. Per la cronaca, sono i protagonisti del Una commedia da record 26° saggio di ginnastica artistica “Tae kwon do”. Proseguiamo con una suggestiva immagine, quella che Venerdì 28 luglio (ore 21), nello spazio aperto dei Centri ci ricorda lo spettacolo di danza – “Colorare danzando” Estivi Mta (via Ricci), la compagnia teatrale “La Barcaccia” – organizzato dalla Palestra Linea Club il 23 giugno al porterà in scena “La Walkiria”. Sarà la 39^ rappresentazio- teatro Pergolesi. ne della fortunata commedia di Lucio Longhi. Più avanti, due flash sul concerto degli allievi della Scuola Musicale “G.B.Pergolesi”, presentato il 3 luglio Burattini, marionette e teatro di figura in piazza della Repubblica per celebrare il trentennale di fondazione della scuola. Ospite della serata – come Ambarabà, il festival di burattini, marionette e teatro di figura abbiamo riferito nel numero scorso – la cantante Linda si va sempre più affermando per la grande capacità dei burat- Valeri. Una festa, un successo. tinai di trascinare e divertire il pubblico dei bimbi. Si tiene fino Infine – ma solo in ordine di data – la affascinante paal 30 luglio nelle varie piazze e sotto le stelle di Santa Maria rata organizzata dalla Acli Pattinaggio in piazza della Nuova, Jesi, Chiaravalle, Maiolati Spontini, Monsano, Monte- Repubblica il 6 luglio: “Stelle sui pattini” (in una delle carotto, Montemarciano e Serra S. Quirico. due foto, i dirigenti con l’assessore allo Sport, Leonello Rocchetti). Ricordiamo che l’Unione Sportiva Acli Pattinaggio di Jesi, fondata nel lontano 1967, è una delle poche società in Italia ad avere una pista tutta sua, all’interno del Collegio Pergolesi, immersa nel verde; forte di un centinaio di atleti, divisi in diversi gruppi, partecipa ai campionati nazionali ed a manifestazioni in cui i propri atleti sono impegnati in esibizioni collettive. di Giovanni Coltorti T Feste di musica danza e sport G STUDIO MEDICO dott. SANTONI Chirurgia LASER delle VARICI in Day Surgery. Flebologia, Chirurgia ambulatoriale, Eco color Doppler. Fistole, Emorroidi, Ernie. Accreditato Regione Marche prot. 11105 del 3 giugno 2003 Via RADICIOTTI n. 3 - 60035 JESI Tel 0731205103 - 335 8234245 - 328 8649062 12 A Villa Pianetti di Monsano Preludio poetico ellenico “F Varie 23 Luglio 2006 estivalia” nelle ville della Marca, l’iniziativa affidata alla direzione artistica di Adrian Vasilache, si conclude mercoledì 26 luglio (ore 21) a villa Pianetti di Monsano. In programma “La voce il corpo, il pianoforte e il flauto”, preludio poetico ellenico con Gabriella Cinti (voce recitante), Giovanni Borocci (flauto). Musiche di W.A.Mozart, Fr. Chopin, R.Schumann, Kreisleriana, Rossini e Bricciardi Ricordando la direttrice Livia D’Azzeo Politi L a direttrice Livia D’Azzeo Politi ha rappresentato a Jesi, per molti anni, un grande punto di riferimento per il mondo della scuola. E’ stata direttrice didattica del Primo Circolo per oltre un trentennio, dalla fine degli anni ‘60 fino al 1989, anno in cui aveva presentato domanda di pensione. In questo lungo periodo tanti insegnanti sono cresciuti sotto la sua guida, saggia, ricca, essenziale. Ha svolto la sua professione con un rigore dettato non da rigidità ma dalla volontà di garantire, sempre innanzi tutto, a tutti gli alunni indistintamente una scuola di alto profilo, attenta ai bisogni educativi così diversificati nelle classi numerose degli anni ‘60 - ‘70 - ‘80, nelle classi dove iniziava l’integrazione degli alunni in situazione di handicap. Così è stata promotrice di nume- rosi corsi di formazione, di aggiornamento, lei stessa relatrice: da questi significativi momenti di studio, di riflessione, di scambio, ogni docente si sentiva arricchito, confortato, reso sicuro nel delicato compito educativo e didattico da svolgere in classe. Ancora molti di quelli che continuano ad insegnare fanno riferimento a idee, concetti, percorsi pedagogici che lei ha saputo promuovere, anticipando, talvolta, le innovazioni che sarebbero poi diventate norma. Fra tutte ci piace ricordare la scuola a tempo pieno nella quale ha creduto fin dall’inizio della sperimentazione e che, per prima, ha voluto introdurre a Jesi. Così nel 1972, ad appena un anno dopo della legge istitutiva, la scuola a tempo pieno “Federico Conti” è stata inaugurata e ha iniziato a funzionare con entusiasmo, con passio- ne e dedizione dei docenti che si sentivano coinvolti in un modello educativo nuovo ma radicato nella più solida tradizione pedagogica, ma soprattutto sentivano di avere Lei come direttrice, guida intelligente, propositiva, instancabile. In tutti i passaggi delicati della sua professione ci diceva sempre che la bussola di orientamento a cui si riferiva costantemente era l’alunno con il suo diritto alla scuola migliore possibile. E’ una lezione di equità che resta viva nella memoria di molti. Ai figli e ai suoi familiari sia di conforto, nel dolore del distacco, il sapere che avremo vivo il ricordo del Suo grande insegnamento con la gratitudine di quanto abbiamo potuto ricevere lavorando accanto a Lei. Jesi, 14 luglio 2006 I suoi docenti nel ricordo del “ferrini” Franco Santoni I l geom. Franco Santoni è deceduto inaspettatamente ad Asiago il 14 luglio, mentre stava concludendo il soggiorno estivo per i soci del Circolo “Contardo Ferrini”: iniziativa che aveva con tenacia portato avanti e realizzato. La forte formazione umana e cristiana avuta dalla sua famiglia gli ha consentito di partecipare alla vita della Chiesa con costanza e fervore fin dalla giovane età. Per lunghi anni ha svolto la sua professione presso gli uffici del Genio Civile di Ancona, poi della Regione Marche, dimostrando, ovunque e sempre, serietà e competenza professionale. Socio del Circolo “Ferrini” fin dagli inizi, per parecchi anni è stato eletto alla carica di consigliere responsabile delle varie attività, fino a diventare presidente nei primi anni del 2000. Persona ordinata, attenta, molto legata alla amatissima moglie signora Liliana, ai suoi figli e nipoti, scrupolosamente ha portato avanti tutti i vari incarichi avuti nella attività del Circolo. La sua improvvisa scomparsa ci lascia interdetti e quasi increduli, ma la memoria di lui sarà indelebile soprattutto per l’esempio della sua disponibilità e del suo attaccamento al Circolo: esserne socio era un grande onore. La fede e la Carità ci confortano nella Speranza dell’incontro comune ed eterno con lui nella Casa del Padre. Primo Luigi Bini Dalla fine di questo mese Lavori di recupero dell’area Freddi N ell’ambito del piano di riqualificazione del viale della Vittoria, alla fine di questo mese avranno inizio i lavori di recupero dell’area Freddi (ex deposito autocorriere) che si protrarranno per circa un paio di anni. L’amministrazione comunale ha concordato con la ditta esecutri- ce dei lavori un piano di interventi con l’obiettivo di ridurre al minimo gli inevitabili disagi legati alle opere di demolizione e ricostruzione, con particolare riferimento all’occupazione di suolo pubblico, alle polveri, ai rumori, al transito di mezzi pesanti. Eventuali disagi che dovessero essere registrati vanno segnalati all’’Ufficio Relazioni con il Pubblico di piazza della Repubblica (tel. 0731.538250) e alla Circoscrizione Centro di via Mura Occidentali 5 (tel.0731.56100): il Comune assicura che saranno immediatamente oggetto di verifica con la ditta esecutrice dei lavori. Popolazione jesina in crescita A un passo dai quarantamila M eno cento alla fatidica quota dello scorso anno. Le nascite nei pri- la fine degli anni Novanta continua dei 40 mila abitanti che verosi- mi sei mesi sono state 204, contro i a confermarsi di anno in anno, permilmente sarà raggiunta il prossimo 280 decessi. A sostenere la crescita mettendoci in questo 2006 di tornare autunno. Jesi continua la sua pro- il saldo positivo del flusso migrato- sopra i 40 mila abitanti”. gressiva crescita tornando ai livelli rio. Sono state 743 le nuove iscrizioni “È un traguardo importante – ha agregistrati all’inizio degli anni Ottanta, all’anagrafe, di cui poco meno del 25 giunto - e va tenuto in consideraziovale a dire il periodo antecedente al per cento da paesi stranieri, e 558 le ne sotto l’aspetto urbanistico, sociale massiccio sviluppo residenziale dei cancellazioni. e culturale per offrire risposte sempre Comuni limitrofi che aveva indotto “L’aumento costante della popolazio- più ampie ai bisogni di una comunità molti cittadini ad acquistare casa in ne residente - ha sottolineato l’asses- che dimostra di apprezzare la qualità Vallesina. sore ai servizi demografici Antonio della vita e la gamma di servizi eroAl termine del primo semestre 2006 Balestra - dimostra la vitalità di una gati alla collettività i quali, non va la popolazione di Jesi è arrivata infat- città che si conferma punto strategico dimenticato, restano di gran lunga ti a 39.906 unità, 162 in più rispetto di un territorio ricco di opportunità . superiori a quelli offerti da città delle ai 39.774 registrati al 31 dicembre La significativa ripresa avviata dal- medesime dimensioni”. Accordo Regione Banca Marche Un milione e mezzo per internazionalizzare “I l nostro territorio ha sempre maggior bisogno di far conoscere le proprie produzioni di qualità all’estero, Russia, Paesi balcanici, ma anche Cina e paesi asiatici. Le imprese, anche quelle di più piccole dimensioni, hanno capito l’importanza di investire in innovazione e di trasmettere il ‘life style’ contenuto nei propri prodotti: cultura, esperienza qualità proprie di un territorio. L’accordo di cui parliamo oggi, la collaborazione con il sistema bancario, va nella direzione della valorizzazione estera del tessuto produttivo marchigiano, che non significa affatto delocalizzazione”. Lo ha detto l’assessore regionale alle attività produttive Gianni Giaccaglia nella conferenza stampa di venerdì 14 luglio presentando l’accordo di programma Regione-Banca Popolare di Ancona, accordo che ha portato alla costituzione di un fondo di un milione e mezzo di euro per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese locali. 13 Varie 23 Luglio 2006 La nota rassegna itinerante di musica popolare di Paolo Marcozzi Mazzini Giuseppe (Porta, da Via Mazzini a Via XV Settembre) Già Porta Mannelli. Mazzola Valentino (Via, da Via F. Coppi a Via Binda) Calciatore (Cassano D’Adda, 1919, Superga 1949). Centrocampista, capitano del grande Torino e della Nazionale, anche lui scomparso con tutta la squadra nella sciagura di Superga. Mazzoleni Pericle (Via, da Viale Trieste a Via Marconi) (Jesi, 1814 – Roma, 1880) Deputato nel 1849 alla Costituente Romana, fu segretario di Mazzini a Londra. Successivamente si orientò verso la monarchia costituzionale e fu nominato intendente in Romagna. Acuto di mente ed abile negli affari, ricoprì in seguito la carica di prefetto ad Arezzo e Campobasso, fino a dirigere la prefettura in Ancona. Morì a Roma per il dispiacere di non essere stato nominato prefetto di quella città, come aveva creduto quando vi si era trasferito. Mercantini Luigi (Via, da Via Gramsci a Piazzetta S. Romualdo) (Ripatransone, Ascoli Piceno, 1821 – Palermo 1872) A dieci anni entra nel seminario diocesano di Fossombrone. Nel 1841, prima assume l’incarico di bibliotecario della Biblioteca comunale, poi gli viene affidata la cattedra di Umanità e Retorica di Arcevia, mentre l’anno successivo viene nominato maestro di Eloquenza a Senigallia. Nel 1845 sposa, ad Arcevia, Anna Bruni, che muore dopo appena otto mesi, stroncata da un male ereditario. Nel 1846, salito al soglio pontificio Pio IX (Giovanni Mastai Ferretti di Senigallia), Mercantini si accende di entusiasmo per le riforme iniziate e per le idee di libertà e di indipendenza espresse dal nuovo Papa. Nel 1849 partecipa alla sfortunata difesa di Ancona, assalita dagli Austriaci e, dopo la capitolazione della città, si reca in volontario esilio in Grecia. Tornato in Italia, a Genova, nel 1854, viene nominato docente di Letteratura Italiana e Storia nel Collegio femminile delle “Peschiere” e l’anno successivo sposa Giuseppina (continua al prossimo numero) Torna il Monsano Folk Festival P artirà sabato il Monsano Folk Festival, rassegna internazionale ed itinerante di musica popolare originale e di revival, alla sua ventunesima edizione. Il Festival, voluto dal Comune di Monsano, con il contributo della Provincia di Ancona e della Regione Marche, curato da “La Macina” e dal Centro Tradizioni Popolari, per la direzione artistica di Gastone Pietrucci, il Monsano Folk Festival si svolge quest’anno nell’arco di quindici giornate (dal 29 luglio al 12 agosto) ed in forma itinerante, tra i Comuni di Monsano, Jesi (quattro giornate), Montemarciano, San Marcello, Maiolati Spontini, Serra San Quirico, Castelfidardo, Mergo, Montecarotto, Monte Roberto e Polverigi. Anche quest’anno il Festival ha un ricco cartellone di proposte e di ben sette diversi lavori montati esclusivamente per questa rassegna, ed una prima nazionale. “La Macina si presenta con quattro nuovi spettacoli, il terzo dei quali – “La polvere si alza” – è un omaggio a tre grandi cantautori italiani: Luigi Tenco, Piero Ciampi e Fabrizio De Andrè, mentre il quarto – “La Macina storica” – è un concerto dei suoi componenti “storici” (Claudio e Giuseppe Ospici, Piergiorgio Parasecoli e Gastone Pietrucci) riuniti per l’occasione. La presenza di due musicisti e gruppi stranieri arricchisce il cartellone del Festival: il duo bretone: “Gwenael Kerleo & Patrick Langot” (arpa, voce e violoncello) ed il maestro Irio De Pula definito dalla critica “il più affascinante e straordinario chitarrista brasiliano”. Per il folk italiano, il Gruppo pugliese Uaragniaun e I Gang, capiscuola del cosiddetto combat-folk, uno dei gruppi più seri, impegnati e significativi nella storia del rock italiano. che presenteranno il loro ultimo cd, “Il seme e la speranza”. Martedì 1° agosto, ore 22 – Jesi, teatro studio Moriconi: recital di Irio De Paula. Giovedì 3 agosto, ore 22 – Monte Roberto, villa Salvati, concerto: “La Macina e l’altra parte del cielo”. Venerdì 4 agosto, ore 22 – San Marcello, piazza Lombardi, concerto con Milonga Quintet. Domenica 6 agosto, ore 22 – Jesi, piazza delle Monnighette, concerto con Uaragniaun Lunedì 7 agosto, ore 12 – Jesi, chiesa di San Bernardo: “Adria e le altre”, le voci della filanda jesina (a cura di Questi, gli appuntamenti del Monsa- Gastone Pietrucci) no Folk Festival 2006 riguardanti la nostra zona: Lunedì 7 agosto, ore 22 – MontecaSabato 29 giugno, ore 22 - Monsa- rotto, piazza Latieri, concerto “Finis no, piazza dei Caduti, concerto inau- Terrae / Latin Groove Trio” gurale con “Gwenael Kerleo & Patrick Langot”. Mercoledì 9 agosto, ore 22 – Moie, Domenica 30 luglio, ore 12 - chiesa cortile della chiesa di Santa Maria, Santa Maria fuori Monsano, concer- concerto Gang in “Il seme e la speto con Giuseppina Piana Marcheselli. ranza”. Lunedì 31 luglio, ore 22 – Jesi, piazza delle Monnighette: Gastone Sabato 12 agosto, ore 22, Monsano, Pietrucci canta gli Oloferne e i Radio piazza dei Caduti, concerto di chiuNoè. sura: “La Macina storica”. Una raccolta al Museo del Vino di Staffolo Immagini e curiosità enologiche nel mondo Nell’ambito della rassegna “Calici di stelle” (in calendario dal 10 al 13 agosto) che coincide con l’inizio della 41^ Festa del Verdicchio, il Comune di Staffolo ha voluto allestire una mostra culturale dal programmatico titolo “Bacchica - Raccolta di immagini e curiosità enologiche nel mondo”. La rassegna - composta da poco meno di venti pezzi fra xilografie, fotoincisioni, acqueforti, eliografie, incisioni stampate per lo più nel XIX secolo, con qualche eccezione riguardante quello immediatamente successivo - tende a seguire un filo logico che, partendo dall’aulico e classico mito di Bacco di matrice greca e latina, giunge fin quasi ai nostri giorni. Il curatore dell’esposizione, lo studioso Ettore Passalalpi Ferrari (che nelle Marche ha già organizzato con successo nel 2004 la rassegna “Il mito di Bacco” per il Comune di Cupramontana), accanto a documenti riguardanti il mondo antico, ne ha inseriti altri che si riferiscono al medioevo, fino ad arrivare ad opere che illustrano la lavorazione del vino nel secolo scorso e ad alcuni fogli pubblicitari stampati nella prima metà del Novecento. Tra le opere esposte – alcune delle quali nel riproducono lavori di artisti come Bartolomeo Pinelli o Annibale Caracci - al termine della mostra resteranno, per desiderio di quanti le hanno prestate, di proprietà del Comune di Staffolo. da sistemare Strade provinciali Milva Magnani, capogruppo di “Forza Italia”, ha presentato in Consiglio Provinciale una mozione dove impegna l’amministrazione a intervenire urgentemente sulle strade provinciali 18 (tratto da San Marcello–Belvedere Ostrense ad Ostra) e 13 (tratto dal cimitero di San Marcello a Morro d’Alba). “Sono ora- mai più di dieci anni – scrive la Magnani - che non si rinnovano i manti stradali; si è intervenuti solo con sporadici rattoppamenti nonostante i tecnici provinciali responsabili della zona l’avessero segnalate come priorità vista la pericolosità e il disagio causato ai cittadini”. Già nel 2003 la Magnani aveva presentato una interrogazione per segnalare alla Provincia la precarietà di quelle strade; nonostante l’impegno allora preso dall’assessore Linguiti di intervenire subito, “ancora oggi la Provincia non è intervenuta né le strade figurano nel Piano provinciale delle opere pubbliche 2006-2008”. Tra du’ campanili Le scantafâole I libbri Le scantafâole ‘n se rconta più, le nonne le rcontava intorno al fogo, oggi se campa non trôanno lôgo cuscì ‘n c’è tempo e non c’è nisciù I libbri è belli caro amico mia, lì dendro qual che cerchi c’è nigosa, bisogna a di’: fa tanta compagnia e devo ditte è proprio ‘na gran cosa. che le rconta, nemmeno pressappoco. Con quelle se ‘mparava la virtù, non c’era e ‘n se cercava el pedagogo, ‘mparâi le cose bone coi tabù. Non vedi che bellezza, che armonia? li pôi paragonà pure a ‘na rosa oppure a ‘na bella melodia. Te digo ch’è ‘na cosa favolosa. Oggi se guarda la televisione, sci prôi a rcontalle ala gioventù te dice che ‘n c’è mango paragone; Ce n’ho ‘na stanza intera, viè a vedè, manga pogo, c’è ‘ncora qualche falla, sui venti pezzi pe’ finì bembè. jé pare ‘na cosa troglodidiga. Allora pensi che ‘n se rconta più; ‘n è vero, le rconta la polidiga! Pe’ rompe ‘n pogo la monotonia ce metto qualche copertina gialla e dopo ho compledado la scansia. Lucio Longhi 14 Varie 23 Luglio 2006 indirizzare a: Voce della Vallesina AGENDA IL SANTO DEL GIORNO Giovedì 20 Sant’Apollinare – Sant’Elia – Venerdì 21 San Lorenzo da Brindisi – Sabato 22 Santa Maria Maddalena – San Gualtiero da Lodi – Domenica 23 Santa Brigida - Lunedì 24 Santa Cristina di Bolsena - Martedì 25 San Giacomo apostolo – Santa Valentina – Mercoledì 26 Santi Gioacchino e Anna - Giovedi 27 Santa Natalia – Venerdì 28 Santi Nazario e Celso – Sabato 29 Santa Marta – Santa Beatrice – Santa Lucilla – Domenica 30 San Pietro Crisologo – San Leopoldo. AGENDA Venerdì Venerdì 21 Moie – antistadio campo sportivo “Pierucci” inizia “La ventiquattr’ore de le Moie” , organizzata dal Centro Giovanile Parrocchiale “Don Bosco”. Jesi – ostello “Villa Borgognoni” (dalle ore 20 alle 24) “Ostello a porte aperte. Critica.mente: l’altro mondo”, artigianato e gastronomia dal mondo… tutelando i diritti umani, con la collaborazione di Bottega del Mondo Solidale, Amnesty International, Emergency. Sabato 22 luglio Moie – antistadio campo sportivo “Pierucci” si conclude “La ventiquattr’ore de le Moie” . Maiolati Spontini – giardino Asilo “Spontini” (ore 18,30) “Quotidiane ironie”, versi satirici di Francesco Zuccarini, Maiolati Spontini – asilo “Spontini” “Le fotografie di Mario Valchera” (apertura in corrispondenza con gli orari di apertura del museo “Spontini”) Jesi – centro sportivo di via Ricci 7 (ore 21,30) teatro d’estate: “Il giovane Frankestein” presentato dalla compagnia Piccola Ribalta. Domenica 23 luglio Maiolati Spontini – chiesa della Cancellata (ore 18,30) conferenza del prof. Réginald Gregoire sul tema “Dall’insegnamento classico alla propedeutica medievale” Maiolati Spontini – chiesa della Cancellata (ore 21,30) concerto lirico con Gianpiero Ruggeri (baritono), Ludmila Guerova (soprano) e Alessandro Benigni (pianoforte). Jesi – cortile ex Appannaggio (ore 21,30) per il ciclo “Ambarabà” il Terzo Studio-Pisa presenta “L’ombra del lupo”, un teatro di narrazione e burattini con musica dal vivo. Mercoledì 26 luglio Monsano – villa Pianetti (ore 21) “La voce, il corpo, il pianoforte e il flauto”, preludio poetico ellenico Venerdì 28 luglio Jesi – centro sportivo di via Ricci 7 (ore 21,30) teatro d’estate: “La Valchiria” presentato dalla compagnia “La barcaccia” Sabato 29 luglio Jesi – centro sportivo di via Ricci 7 (ore 21,30) teatro d’estate: “Senso unico” presentato dalla compagnia “Vissidarte” Maiolati Spontini – chiesa della Cancellata (ore 21,30) conferenza della prof. Laura Cavasassi sul tema “La filosofia di Pavel Fiorenskij”. Maiolati Spontini – chiesa della Cancellata (ore 21,30) concerto di gala “Canti… amo Spontini”, omaggio al musicista con il coro polifonico “David Brunori” Domenica 30 luglio Maiolati Spontini – colle Celeste (ore 18,30) spettacolo con il mago Pierre. Maiolati Spontini – colle Celeste (ore 21,30) per il ciclo Ambarabà: “Giovannino senza paura”, spettacolo teatrale per bimbi In televisione Sabato 22 luglio - ore 17,15 (Rai Uno) “A sua immagine” con Andrea Sarubbi Domenica 23 luglio – ore 10 (Retequattro) Santa Messa – ore 10,30 (Rai Uno) “A sua immagine” con Andrea Sarubbi – ore 10,55 (Rai Uno) Santa Messa – ore 11,50 (Rai Uno) Recita dell’Angelus. Farmacie di turno Giovedì 20 Delle Grazie - venerdì 21 Comunale 1 - sabato 22 Cerni - domenica 23 Moretti – lunedì 24 Barba – martedî 25 Delle Grazie - mercoledì 26 Comunale 1 - giovedî 27 Cerni - venerdì 28 Moretti - sabato 29 Barba - domenica 30 Delle Grazie. Piazza Federico II , 8 60035 Jesi tel e fax 0731.208145 e-mail [email protected] ”Italiani da fare” chi l’ha detto? Dal sig. Aldo Antolini, con riferimento all’articolo di fondo dell’ultimo numero: Caro gi elle, ho molto apprezzato il suo fondo “fratelli d’Italia”; ma non me ne voglia se mi permetto di correggere la citazione riferita a Mazzini. In realtà fu Massimo D’Azeglio a scrivere ne “I miei ricordi”: “badate, l’Italia è fatta, non gli italiani....”. Cordialmente. Ero alle prime armi nel mondo della carta stampata quando un giornalista di lungo corso mi disse: ”In questo mestiere, che è tutto una corsa, prima o poi capita di sbagliare; quando ti capita di sbagliare e te lo fanno notare, devi spiegare che il tuo è stato un errore voluto, che lo hai fatto apposta: per vedere se i tuoi articoli sono letti o no”. Potrei rispondere così al sig. Antolini, ma me ne guardo bene: sarebbe, il mio, solo un patetico tentativo di salvarmi in angolo. Potrei appellarmi al “detto” e “scritto”, ossia: io non ho detto che Mazzini ha scritto quella frase, io ho scritto che Mazzini l’ha detta e, se non è facile dimostrare che l’abbia scritta, è più difficile dimostrare che non l’abbia detta… Ma anche in questo caso sarebbe un po’ come arrampicarsi sugli specchi. Dirò invece che, in realtà, al momento di scrivere il fondo dell’ultimo numero non ricordavo a chi andasse attribuita quella frase (i miei anni di scuola risalgono alla preistoria): nel dubbio, mi ero affidato al computer, immergendomi in quell’oceano di informazioni che è internet. Digitando e cliccando, avevo trovato una sfilza dei riferimenti che cercavo, ma mi ero fermato al primo, di un sig, Massimo Bassini che scrive, testualmente: “ricordo la celebre frase di Mazzini: L’Italia è stata fatta, ora bisogna fare gli italiani”. E avevo accettato per buona quella versione. Anagrafe i Lettori scrivono... L’e.mail del sig, Antolini mi ha incuriosito e sono tornato a rovistare su internet. Ho scoperto che la frase in discussione è, sì, una frase storica, ma con molti padri: infatti, oltre a Mazzini e D’Azeglio, la rivendicano anche Cavour e Garibaldi…e forse qualche altro ancora. A questo punto, mentre ringrazio il sig, Antolini per avermi offerto l’occasione per giustificarmi, provo a ristabilire così la verità: a Cesare quel che è di Cesare, e a D’Azeglio quel che è di D’Azeglio. Come dire: se ad “inventare” quella frase è stato proprio lui, D’Azeglio, è giusto che glie ne venga riconosciuta la paternità. (gi elle) Gli avvocati e le liberalizzazioni mettono ai “grandi” clienti il avrà pure un significato. Che gioco al ribasso, utilizzando le singole categorie si ribellisoltanto i grandi studi; 4) la no, è scontato proprio perché necessità di mantenere un vogliono difendere la loro pocerto decoro obbligherà il sizione corporativistica che professionista a rivalersi nei non esiste in nessuna nazioconfronti dei clienti occasio- ne d’Europa. A cominciare nali. L’onorario minimo era da quella dei notai per finirivolto per lo più a mantene- re a quella dei farmacisti. E re una parità di condizioni la pletora di avvocati, come per i clienti privati ed occa- dei medici e di altre categosionali. rie, trova la causa a monte, Molto ci sarebbe da dire an- nella mancata riforma uniche sulle altre privatizzazio- versitaria – numero chiuso ni da te tanto esaltate con – che nessun partito e nessun condanna senza appello di governo hanno mai avuto il chi protesta. Non volendo coraggio di portare avanti fare l’avvocato di nessuno le seriamente. E a valle, oggi, mie osservazioni sono limi- raccogliamo i frutti imposti tate alla categoria a cui ap- dagli universitari del ’68 e partengo. oltre, e dalla demagogia dei Cordiali saluti. partiti. Con l’amicizia di sempre. Risponde il prof. MassacceCalcio, corruzione si: e dintorni Caro Marcello, nel ringraCon riferimento all’articolo ziarti per l’attenzione, mi “Sono decisioni né di destra preme sottolineare subito che né di sinistra” pubblicato da le privatizzazioni del decre“Voce” il 9 luglio scorso, l’avv. to Bersani non sono da me Marcello Pentericci all’au- “tanto esaltate”, ma semplicetore dell’articolo prof. Vitto- mente prese in consideraziorio Massaccesi: ne come iniziative politicosociali positive. Niente di più. Caro Vittorio. appartengo, Perché non costituiscono di come ben sai, ad una delle certo una rivoluzione sociacategorie lobbistiche, con- le, ma stanno ad esprimere siderate da te tanto privile- un metodo e una volontà di giate. sburocratizzare e di andare I decreti legge governativi incontro, con modeste iniche non sono né di desta né ziative legislative, alla vita di sinistra come tu affermi, di tutti i giorni dei cittadini. saranno molto meno utili ai Certo, alcune saranno più cittadini di quanto si pensi. utili e altre meno, anche perLe riforme ben fatte e senza ché, nella loro applicazione, demagogia sono quelle che c’è di mezzo l’iniziativa delle avendo un quadro generale amministrazioni comunadella situazione incomincia- li, che possono essere più o no ad aggredire i problemi a meno solerti, più o meno monte e non a valle. convinte. Gli avvocati in Italia sono ar- Non mi soffermo sui dettagli rivati ad essere circa 180.000 che offri in difesa della sie con un aumento annuo di tuazione degli avvocati: sei circa 15.000. il loro rappresentante nella A Jesi gli avvocati sono oltre zona e fai bene (anche se “il 150. Di fronte a tale situazio- processo” all’avv. Ichino sta a ne non riscontrabile in alcun dire qualche cosa). Mi prepaese europeo, i provvedi- me piuttosto sottolineare, menti del governo che sono d’accordo con te, che sono come al solito “a valle” del provvedimenti “a valle” e che problema genereranno que- c’è ben altro da fare a monte. sti risultati: Ma questo non vuol dire che 1) fanno aumentare ancora non si debba incominciare. E il numero degli avvocati; 2) il fatto dell’ accettazione dei dequalificano ulteriormente provvedimenti da parte dei la categoria e peggiorano i sindacati, della Confinduservizi ai cittadini; 3) per- stria e della Banca d’Italia Nati (a Jesi, salvo diversa indicazione) 21 giugno Laeba Qaiser; 22 giugno Mario Davide Lanza; 26 giugno Marco Atia; 30 giugno Denisa Violeta Boboc, Giammarco Girombelli, Israa Rezgui, Gaia Rossetti; 4 luglio Viola Jencinella; 5 luglio Claudia Azzurra Liuti; 6 luglio Rita Chiara Luccicano, Alessandro Giorgio Boghean; 7 luglio Giulia Rinaldi, Michele Birilli, Sofia Mocchegiani, Michela Rossetti; 8 luglio Benedetta Bini; 9 luglio Sofia Bottiglia. Oggi sposi Giovedì 20 luglio: Ferdinando D’Isanto e Mariangela Vastarelli a Napoli. Sabato 22 luglio: Gianluca Bigi e Francesca Coppa a San Francesco d’Assisi - Mirko Bartolucci e Federica Aquilanti a San Giovanni Battista - Alessandro Oradei e Katia Baccani a San Giuseppe. Domenica 23 luglio: Moreno Vallasciani e Francesca Ludovico a Santa Lucia - Angelo Loccioni e Paola Vigoni a Cingoli (Cattedrale) - Massimo Toti e Paola Cingolani a San Giuseppe. Matrimoni 24 giugno Michele Campanelli e Marta Belegni, Gianluca Vignaroli e Ilenia Duca, Luca Lucarini e Silvia Marcellini; 25 giugno Mauro Belardinelli e Valentina Valeri, Andrea Bernacchia e Stefania Crudeli, Andrea Santelli e Sonia Dal collega Nicola di Francesco: Caro direttore, Vittorio Massaccesi nel suo articolo (“Non uno ma due esempi”) del 16 luglio pecca un po’ di presunzione. Mi piace quando dice che Mastella si dovrebbe vergognare, ma è disinformato quando parla della Borsa e delle squadre che sono entrate in Borsa. Cosa vorrebbe vietare? C’è una legge dello Stato che ha permesso questo, cambiando lo stato giuridico delle squadre professionistiche, ed è una legge che porta il nome di Veltroni. Forse il nome del sindaco di Roma dovrebbe dirgli qualcosa. Cordiali saluti. Risponde Vittorio Massaccesi: Se la legge l’ha voluta Veltroni, Veltroni ha sbagliato, e di grosso. Io non ho detto che le società hanno avuto comportamenti illegali entrando in Borsa. Ho detto che la Borsa le ha spinte ad imbrogliare pur di conquistare un gol o una vittoria in più per difendere le azioni, perché per loro, ormai, il pallone era (ed è) solo un problema di soldi. Altro che sport. La legge va cambiata. Punto e basta. Sampaolesi; 1° luglio Diego Palmieri e Sarah Paola Venanzi, Massimiliano Fratini e Silvia Giambartolomei, Angelo Ciucci e Alessandra Notari, Emanuele Cingolani e Glenda Bucci, Samuele Camagni e Carla Loccioni; 2 luglio Michele Caimmi e Roberta Ponzetti, Gianluca Gobbi e Romina Talacchia; 8 luglio Augusto Ferrini e Tiziana Cozzoli Poli. Defunti (a Jesi, salvo diversa indicazione) 26 giugno Alba Primucci (82 anni) di Poggio San Vicino; 28 giugno Alvaro Rossetti (78) di Monte Roberto, Anna Maria Marcelletti (69) di Castelplanio, Ezio Mercanti (78) di Cupramontana, Raffaele Barchiesi (84), Bruna Baldoni (96) di Belvedere Ostrense; 29 giugno Elsa Bonopera (95), Villelmina Pasquini (94) di Santa Maria Nuova, Francesca Lenti (73), Franchina Bolletta (71); 30 giugno Bonafede Pastori (91) di Cupramontana, Natale Bastari (78) di Staffolo, Gina Latini (80), Silio Simoncini (75) di Rosora; 1° luglio Carlo Piersanti (79), 2 luglio Alba Cimarelli (78), Luciana Battaglia (79) di Cingoli; 3 luglio Augusto Agostinelli (77), Angelo Raffaele Mele (88), Lanfranco Fabbracci (60) di Monsano; 4 luglio Ulderico Romagnoli (94); 5 luglio Giuseppe Marinelli (95) di Castelbellino; 6 luglio Fabio Brenciani; 8 luglio Maria Pellegrini (71), Paola Falcetelli (55) di San Marcello; 9 luglio Irma Ciattaglia (91) di Monte Roberto, David Spaccia (75); 11 luglio Guido Pambianchi (78) di Belvedere Ostrense; 12 luglio Giuseppe Fava (81); 13 luglio Livia D’Azzeo (79) e Angela Toni (75). 15 Sport 23 Luglio 2006 L’incontro con Mons. Rocconi La vittoria degli azzurri ai mondiali di calcio Tre immagini raccontano… (gi elle) Col passare dei giorni, l’entusiasmo, l’euforia esplosi con la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio hanno perso via via – com’era naturale che fosse - la carica iniziale. Resta il ricordo di un’impresa esaltante. E restano le immagini di quella domenica entrata nella storia del calcio azzurro: immagini come le tre che abbiamo selezionato fra le tante passate in archivio e che qui vi proponiamo Il Csi ringrazia il nuovo Vescovo Andrea Gasparini, presidente del Csi (Centro Sportivo Italiano) di Jesi, al Vescovo mons. Gerardo Rocconi: G Giardini pubblici, insolitamente frequentati da tanti giovani in attesa del fischio d’inizio per seguire sul maxischermo la finale di Berlino: scritte, bandiere e tanta gioventù mobilitati per il match più importante di questo inizio di secolo. E di millennio. (foto Fabrizio De Donatis) razie della fiducia, don Gerardo. Questo è quello che ci sentiamo di dire al nuovo Vescovo mons. Gerardo Rocconi che ha ricevuto tutta la presidenza del Csi di Jesi. Un semplice grazie, perché non basterebbero mille parole per descrivere quale forza ci ha trasmesso; con la sua tranquillità è riuscito a donarci la forza più grande che ci potessimo aspettare “la fiducia”. Lei ci ha ricordato come il nostro operato si inserisce in una posizione tanto bella quanto difficile, ovvero tra la prevenzione, l’educazione ed il messaggio cristiano. Siamo d’accordo, tiamo tutta e ci auguriamo don Gerardo, e lo siamo di poter essere d’aiuto a ancora di più quando ci chi ce lo chiede, speriamo ricorda che i traguardi più di essere presenti sempre, belli sono quelli che in- ma sicuramente, dopo aver contrano maggior difficol- parlato con Lei lo faremo tà nel cammino, le stesse con maggiore entusiasmo, difficoltà che incontriamo tutto quello che ci ha tratutti i giorni sui campi da smesso nell’incontro. Gragioco, negli Oratori con i zie ragazzi, o semplicemente quando non riusciamo a Nella foto: mons. Rocrispondere alla chiamata di coni, insieme al vescovo un parroco che ha bisogno di Senigallia, alla festa di aiuto. “Teatro e danza” del Csi. La nostra missione, come ci ha ricordato Lei, è la promozione dell’e ducazione attraverso lo sport e il lavoro di sostegno agli oratori parrocchiali: noi ce la met- VOLLEY Sarà una Monte Schiavo giovane Zamora Gil chiude la campagna acquisti E’ il momento del successo pieno, del grande trionfo, della gioia incontenibile: la maxi bandiera che domina i cortei per le vie del centro, la bandiera come abito che avvolge e veste con i tre colori nazionali anche il tifo e il cuore degli sportivi jesini. (foto Barbara Colò) a casa come riserva. La Zamora (nella foto) a campagna acquisti della è rimasta inattiva fino a Monte Schiavo Banca Marquesto inverno, quanche è arrivata al capolinea. La do Pesaro e Jesi le hanno società ha ufficializzato l’indato la possibilità di algaggio dell’ultima giocatrice, la lenarsi. L’atleta caraibica cubana Martha Maria Zamora si aggregherà alla Monte Gil. Nata il 15 ottobre ‘83 a Las Schiavo il 4 settembre Tunas a Cuba, la Zamora è alta quando inizierà la prepa187 cm ed è in grado di ricoprirazione per il prossimo re più ruoli. Con la sua nazionale campionato. è stata utilizzata da prima come Con il suo acquisto, la centrale, poi come schiacciatrice rosa a disposizione di ed infine, come attaccante-palcoach Abbondanza si arleggiatore, nello schema con il ricchisce ulteriormente doppio regista. A soli tredici anni era in di un’altra giovane: sono ben sei le “prilline” campo con la juniores e a sedici anni ha sotto i venticinque anni. Oltre a Zamora, debuttato nella selezione maggiore, di cui ci sono anche Zilio, Cella, Calloni, Jaqueha fatto parto fino all’anno scorso. Con line e Giogoli. Cuba ha partecipato ai giochi panameri- Sul fronte delle partenze segnaliamo l’adcani ed al World Grand Prix del 2003. Era dio di Arimattei, passata ad Isernia in A2 e stata inserita tra le diciotto candidate alle non Conegliano, come scritto nel numero Olimpiadi di Atene 2004, rimanendo però precedente. di Giuseppe Papadia L CALCIO Arrivi e partenze Bonsignore e Castiglione nuovi leoncelli L a Jesina Calcio ha ufficializ- partite. «Vengo a Jesi con granzato l’ingaggio dell’attaccan- de entusiasmo – ha dichiarato te Gabriele Bonsignore e del - perché so che la piazza è imcentrocampista Giuseppe Ca- portante. Ho capito subito che stiglione. la società ha voglia di traguardi Gabriele Bonsignore - Nato ambiziosi e questo è molto stia Messina il 24 settembre 1982, molante per un giocatore». è cresciuto nella squadra della Giuseppe Castiglione - Prosua città, dove ha esordito in se- veniente dalla Maceratese, è rie C2. Dopo aver militato nella nato il 28 gennaio 1970 a Grotserie D siciliate, in provincia di na (Milazzo) Agrigento. Ha inie nell’Eccelziato la sua carriera lenza pugliese nella squadra del (Acquaviva), è suo paese, per poi approdato al trasferirsi all’AkraCingoli dove gas, dove ha vinto ha realizzato un campionato di undici gol in Serie D e ha giocato meno di venti in C2. Da Agrigen- to si è trasferito a Trapani in C1 e quindi all’Avellino in Serie B. Dopo quattro anni trascorsi tra Siena e Pistoia in serie B e C1, Castiglione è approdato all’Ancona, dove ha disputato due stagioni in B. Dopo Ancona, Giulianova, Ravenna e gli ultimi due anni nelle file della Maceratese, con cui ha vinto un campionato di Eccellenza e ottenuto, l’anno dopo, in D un ottimo piazzamento. “Vengo a Jesi con grandi stimoli – ha dichiarato - e non può essere altrimenti, quando si gioca per una società seria e un pubblico importante”. Nella foto: Bonsignore e Romiti BASKET Bocchini e Subotic già al lavoro Capitan Rossini sul piede di partenza celto il nuovo allenatore, il diret- ti a restare gli altri due giocatori già SSubotic tore sportivo Bocchini ed il coach sotto contratto, Casini e Maggioli. hanno già cominciato a lavo- Dal 19 luglio, data del primo consiglio rare per costruire l’Aurora Basket del futuro. I loro piani però, rischiano di subire una dura battuta d’arresto. Capitan Rossini, sei stagioni a Jesi, simbolo della squadra ed idolo della tifoseria, sembra sul punto di lasciare la città di Federico II. “Allo stato attuale credo che non rimarrò – ha detto il capitano jesino – Ho avuto un colloquio in cui mi è stata chiesta una riduzione superiore ad un terzo del mio contratto, senza nulla di propositivo in cambio. Il cuore mi direbbe di restare, comprendo le difficoltà della nuova proprietà ma è chiaro che non posso essere io a farmi carico di questi problemi. Il mercato mi offre alcune possibilità che io, seppur a malincuore, sto iniziando a vagliare”. Sembrano invece, intenziona- d’amministrazione, il primo del dopo Latini, si capirà come la società deciderà di muoversi sul mercato. L’idea, visto il budget, è di guardare anche a cosa offre la B1. Sono state definite intanto, le cariche dello staff tecnico. Saranno Luca Ciaboco e Massimiliano Milli i due vice di Subotic. Milli continuerà ad occuparsi anche del settore giovanile. Gip (foto Giaccaglini) WWWBPAIT Uno scorcio di via Marconi, una delle vie più lunghe di Jesi. Strada deserta, non si vede anima viva; e allora viene naturale pensare che la foto non possa essere stata scattata che in coincidenza di quel memorabile avvenimento: tutti in casa, inchiodati davanti alla Tv per la partitissima. (foto Paola Cocola)
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