Il Sole 24 Ore - Comune di Savignano sul Rubicone
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Il Sole 24 Ore - Comune di Savignano sul Rubicone
COMUNE DI SAVIGNANO SUL RUBICONE Mercoledì, 09 luglio 2014 Mercoledì, 09 luglio 2014 Prime Pagine 09/07/2014 Prima Pagina 1 Il Resto del Carlino (ed. Forli) 09/07/2014 Prima Pagina 2 La Voce di Romagna (ed. Forli) Comune di Savignano 08/07/2014 Cesena Today 3 Edilizia scolastica: per ForlìCesena in arrivo 2,5 milioni dallo... 09/07/2014 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Pagina 10 5 Fondi per le scuole: 2,5 milioni in zona 09/07/2014 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Pagina 17 6 PINUP DJ IN STILE RETRÒ 09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 5 7 Scontro auto moto, ragazza di 27 anni trasportata al Bufalini in gravi... 09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 9 PASOLINI ERMANNO Un gol per ricordare Cali e fondi raccolti per beneficenza 09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 17 9 Le storie animate di Lionni per i bambini. 09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 9 CAPPELLI QUINTO «A cavallo di Nobile percorro la montagna: la sua bellezza si rivela... 09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 15 MASCELLANI GIACOMO L' ex Nuit diventerà un parcheggio 09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 15 10 12 13 Stignani confermato alla guida dell' Adice 09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 23 8 PASOLINI ERMANNO Archeologia, un tema da mettere a 'fuoco' 09/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 33 14 15 L' incidente Investita e sbalzata dalla scooter, ferita ma salva 09/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 33 16 Via Rio Salto Nuova viabilità Partita la sperimentazione 09/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 33 17 La sexy pinup del nuovo millennio arriva al Retrogusto Questa sera in... Comune di Gatteo 09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 10 18 Il 'Giro' in rosa saluta Pantani Comune di San Mauro Pascoli 09/07/2014 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Pagina 17 19 La musica anni Ottanta vale il record per San Mauro Pubblica Amministrazione 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 PAOLA FICCO Dalle emissioni all' Aia alla Via: regole in continua evoluzione 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3 DAVIDE COLOMBO «Solo con lo sviluppo pensioni sostenibili» 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3 PAOLO BRICCO Consumi ai minimi da 10 anni 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3 PAOLA FICCO Il sistema «chiede» maggiore razionalità 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4 FRANCESCO PETRUCCI Autorizzazione integrata con validità per dieci anni 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5 ROSSELLA BOCCIARELLI Ecofin all' Italia: priorità alle riforme 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5 BEDA ROMANO Ma sull' applicazione del Patto il negoziato è partito in salita 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 NICOLETTA PICCHIO «Attuare subito l' Agenda, in gioco un punto di Pil» 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 28 32 34 36 42 Mercato unico e regole certe la richiesta delle imprese PAOLA FICCO Un «permesso» unico per recupero e smaltimento «Superare il Sistri con un nuovo sistema» 26 40 Il Registro fotografa le caratteristiche delle scorie 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7 24 38 «Digitale fuori dal patto Ue» 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 22 30 Dalla flessibilità margini minimi, resta la carta investimenti 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5 20 JACOPO GILIBERTO 44 46 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7 GIANNI TROVATI In 420mila hanno pagato «a vuoto» 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9 50 Per i telefonini smaltimento senza acquisto 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 11 PAOLA FICCO Fuori dalla platea del Sistri le imprese... 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 11 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 11 56 Possibile trasferire la black box ALESSANDRO ARONA Ance: nel 2014 un calo del 2,5% 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13 LUIGI LOVECCHIO Triplo criterio di calcolo con variazioni comunali 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18 AMEDEO SACRESTANO Debiti estinguibili da tracciare 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 33 LUCA DE STEFANI Professionisti, previdenza sempre più cara 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 4 EMILIO GIOVENTÙ Renzi: riforme in Italia e Europa 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 5 GOFFREDO PISTELLI Fassina contro Luigi Berlinguer 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 11 GIORGIO PONZIANO Una Pcd' I forma gli eurogrillini 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 26 SIMONA D' ALESSIO Ok al credito del 65% a favore della cultura 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 31 ANTONIO G. PALADINO Centrale unica acquisti senza scappatoie 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 31 MATTEO BARBERO Pagamenti p.a., sconti Patto da 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 32 Appalti supermonitorati 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 32 Autoriforma del sistema camerale 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 38 Aziende tlc insieme in Europa 70 72 75 77 80 81 83 Milano lascia Equitalia 09/07/2014 Italia Oggi Pagina 31 66 68 Agli sportelli Cdc il pieno di pratiche 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 34 61 63 No Tax Area più larga e via l' Irap 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 32 57 59 «Speciali» esclusi dal prelievo 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13 52 54 Per gli esentati nessun contributo 09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 12 48 ANDREA MASCOLINI 84 85 87 88 9 luglio 2014 Il Resto del Carlino (ed. Forli) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1 9 luglio 2014 La Voce di Romagna (ed. Forli) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 8 luglio 2014 Cesena Today Comune di Savignano Edilizia scolastica: per ForlìCesena in arrivo 2,5 milioni dallo Stato Per quando riguarda la Provincia di ForlìCesena spiega l' on. Enzo Lattuca il Governo ha riconosciuto finanziamenti nelle categorie #scuolesicure per un totale di 2,3 milioni di euro" Nei giorni scorsi il Governo ha dato il via libera al piano nazionale di edilizia scolastica. Si tratta di un programma da oltre 1 miliardo di euro (1.094.000.000) che vedrà coinvolte una scuola su due nel biennio 20142015. Tre sono i filoni di intervento previsti dal piano: il primo #scuolenuove ( 244.000.000 ) prevede lo sblocco di risorse dai vincoli del patto di stabilità per la costruzione di nuovi edifici scolastici e per interventi di manutenzione di grande importanza. Il secondo chiamato #scuolesicure ( 400.000.000) destinato ad interventi di messa in sicurezza ed agibilità per interventi già approvati e presenti in graduatorie, la terza area di intervento è chiamata #scuolebelle ( 450.000.000) e riguarda i finanziamenti per interventi di piccola manutenzione e decoro. "Per quando riguarda la Provincia di ForlìCesena spiega l' on. Enzo Lattuca il Governo ha riconosciuto finanziamenti nelle categorie #scuolesicure per un totale 2.332.547,30 e nella categoria #scuolebelle per un ammontare di 121.923,43". "Per quanto riguarda il territorio cesenate, il Comune di Cesena ha visto finanziato un intervento per la messa in sicurezza pari a 27.000 euro mentre altri 30.800 euro sono stati destinati a 4 interventi di decoro. Il Comune di Cesenatico vede 2 finanziamenti per interventi di decoro per un totale di 14.000 euro. A Longiano vanno 180.000 euro per un intervento di messa in sicurezza mentre a San Mauro Pascoli sono stati assegnati 36,523 euro per un intervento relativo al decoro scolastico. Ai comuni di Sarsina e Verghereto sono stati finanziati due interventi per la sicurezza pari rispettivamente a 98.000 e 71.000 euro. Infine il Comune di Savignano sul Rubicone vede 3 voci di intervento, una sulla sicurezza per 95.000 euro e due sulla piccola manutenzione e il decoro pari a 14.000 euro in totale". "Si tratta di una svolta nelle politiche legate alla scuola pubblica, da troppi anni messe in un angolo dai governi di centrodestra. Siamo convinti che questa misura da sola non basti, erano infatti molte di più le richieste inviate dai comuni del cesenate, cito ad esempio la richiesta per la nuova scuola di San Vittore a Cesena e la richiesta per la nuova scuola materna di Montenovo nel Comune di Montiano". Annuncio Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 3 8 luglio 2014 < Segue Cesena Today Comune di Savignano promozionale Poi prosegue Lattuca: "L' impegno del Partito Democratico sarà quello di ampliare la portata di questo intervento con l' approvazione della prossima legge di stabilità". Poi conclude: "Ora le amministrazioni comunali verifichino la corrispondenza tra quanto richiesto e quanto effettivamente riconosciuto dal Governo, la mia disponibilità è totale per far sì che questo provvedimento possa dare risposte al territorio nel più breve tempo possibile". Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 9 luglio 2014 Pagina 10 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Comune di Savignano Fondi per le scuole: 2,5 milioni in zona Stanziamento del governo Renzi per interventi in 7 Comuni del Cesenate. CESENA. Due milioni e mezzo in arrivo per ammodernare alcune scuole a Cesena e in altri sei Comuni del comprensorio, nell' ambito dell' operazione voluta dal governo Renzi per dare una scossa benefica in questo settore. Uno stanziamento totale di 1 miliardo e 94 mila euro consentirà di intervenire in circa metà degli edifici scolastici italiani nel biennio 2014 2015. Una fettina di questa somma arriverà in zona e ne beneficeranno Cesena, Cesenatico, Longiano, San Mauro Pascoli, Sarsina, Savignano e Verghereto. Sono tre i filoni di intervento previsti. Il primo si chiama #scuolenuove (244 milioni) e prevede lo sblocco di risorse dai vincoli del Patto di stabilità per la costruzione di nuovi edifici scolastici e per interventi di manutenzione di grande importanza. Il secondo, chiamato #scuolesicure (400 milioni), sarà destinato ad interventi di messa in sicurezza ed agibilità per interventi già approvati e presenti in graduatorie. La terza area di intervento è chiamata #scuolebelle (450 milioni) e si tradurrà in lavori di piccola manutenzione e decoro. «Per quando riguarda la provincia di Forlì Cesena spiega Enzo Lattuca, deputato cesenate del Pd il Governo ha riconosciuto finanziamenti nelle categorie #scuolesicure per un totale 2 milioni e 332 mila euro e nella categoria #scuolebelle per 122 mila euro» Entrando più nel dettaglio, Cesena ha visto finanziato un intervento per la messa in sicurezza pari a 27 mila euro e altri 31 mila euro sono stati destinati a quattro interventi di decoro. Cesenatico ha ottenuto due finanziamenti per interventi di decoro per un totale di 14 mila euro. A Longiano vanno 180 mila euro per un intervento di messa in sicurezza. A San Mauro Pascoli sono stati assegnati 36 mila euro per un intervento relativo al decoro scolastico. A Sarsina e Verghereto sono stati finanziati due interventi per la sicurezza, rispettivamente per una somma di 98 mila e di 71 mila euro. Savignano vede tre voci di intervento: una sulla sicurezza per 95 mila euro e due su piccola manutenzione e decoro, pari a 14 mila euro in totale. «Si tratta di una svolta nelle politiche legate alla scuola pubblica, da troppi anni messe in un angolo dai governi di centrodestra sottolinea Lattuca anche se questa misura da sola non basta, perché erano molte di più le richieste inviate dal Cesenate: ad esempio, per le nuove scuole e San Vittore e a Montenovo». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 9 luglio 2014 Pagina 17 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Comune di Savignano PINUP DJ IN STILE RETRÒ SAVIGNANO. Questa sera, al "Retrogusto" di Savignano, in piazza Amati, arriva Miss Roxy Rose, pinup deejay in stile retrò. La serata a tema si intitola "Let' s Twist Again" e partirà alle 20.30, proseguendo all' insegna della musica degli anni Venti e Sessanta. Di origini russe, Roxy Rose viene definita la pinup del nuovo millennio: è ballerina, attrice e modella con alle spalle più di 400 spettacoli, tra glitter e piume di struzzo. Con un tocco di glamour delizierà i presenti con le musiche di Frank Sinatra, Sonny Lester, Julie London, Sam Butera, Billie Holiday, Dean Martin, David Rose, Etta James, e molti altri protagonisti musicali di tempi lontani ma non dimenticati. Info: 3391461953. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6 9 luglio 2014 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Comune di Savignano BUDRIO DI LONGIANO. Scontro auto moto, ragazza di 27 anni trasportata al Bufalini in gravi condizioni È RICOVERATA in gravi condizioni all' ospedale Bufalini di Cesena ma non in pericolo di vita. Una 27enne in sella ad uno scooter ieri alle 17 sulla via Emilia, a Budrio di Longiano, si è scontrata con una Fiat Panda guidata da un anziano del posto. L' uomo proveniva da via Longane e imboccando la via Emilia girando a sinistra in direzione Savignano, da cui arrivava lo scooter, si è scontrato con la giovane donna. La 27enne ha riportato alcuni traumi e buciature causate dal manto dell' asfalto appena steso. Illeso l' anziano. I rilevi di legge, per stabilire l' esatta dinamica dell' incidente, sono stati fatti dalla Polizia Stradale di Cesena. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7 9 luglio 2014 Pagina 9 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Comune di Savignano SAN MAURO PASCOLI TORNEO DI CALCETTO IN MEMORIA DI MATTIA CALISESI, SCOMPARSO NEL 2008. Un gol per ricordare Cali e fondi raccolti per beneficenza PER IL SESTO torneo di calcio a cinque, organizzato per ricordare Mattia Calisesi, detto Cali, il giovane savignanese deceduto in un incidente stradale nel 2008, le undici squadre partecipanti hanno usato i nomi di quelle partecipanti ai mondiali di calcio. La finalissima è stata vinta dall' Argentina, formata da un gruppo di giovani di San Mauro Pascoli che ha sconfitta l' Italia, squadra del centro giovani Lucio e Marzio Praconi presso il quale si è svolto il torneo. Una finalissima finita ai calci di rigore come molte delle partite del mondiale 2014. Terza classificata la Francia di Savignano c h e h a s c o n f i t t o l a R u s s i a d i Longiano. Tutte le partite sono state giocate sul campo in manto sintetico del centro Lucio e Marzio Praconi di Savignano. Capocannoniere con 14 gol è stato Andrea Brighi dell' Argentina. In palio trofei offerti da Maurizio, il babbo di Mattia, che li ha consegnati personalmente. Al torneo, organizzato dagli amici di Mattia Calisesi, hanno partecipato undici squadre suddivise in tre gironi e provenienti da Savignano, San Mauro Pascoli e Longiano. Parte del ricavato del torneo sarà donato alla ?Emergenza povertà'. Mattia quel maledetto venerdì notte stava tornando a casa a bordo del suo scooter e stava percorrendo la via Emilia quando finì contro un platano secolare a Case Castagnoli. Mattia, 17 anni, era figlio unico di Rosanna e Maurizio e lavorava con il babbo nella sua impresa di imbianchini. Un ragazzo a posto, per bene, amante dello sport, grande appassionato di basket, giocava con il Bellaria e tifava per il Forlì. Tifosissimo del Cesena Calcio andava spesso a vedere le partite dei bianconeri. Amava anche giocare a calcetto con i suoi tantissimi amici del Centro giovani di Savignano con i quali lui, Cali, come lo chiamavano, si ritrovava alla sera e proprio con loro aveva vinto un torneo il 1 maggio 2008. Ermanno Pasolini. PASOLINI ERMANNO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 9 luglio 2014 Pagina 17 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Comune di Savignano ROCCA MALATESTIANA QUESTA SERA LABORATORIO E SPETTACOLO Le storie animate di Lionni per i bambini. PROSEGUONO gli appuntamenti alla Rocca Malatestiana di Cesena di Rocca Gira e Gioca: Dritto, Storto, Capovolto , la rassegna dedicata a Leo Lionni, grande scrittore e illustratore di libri per bambini. In programma dalle 20 una doppia proposta. Si comincia con la proiezione del film I 5 Lionni che raccoglie una serie di storie animate firmate da Leo Lionni insieme al regista Giulio Giannini. A seguire, Viola Zangheri coinvolgerà i più piccoli con una performance di videofotografica interattiva dal titolo Intrecci Opportuni_Esperienza Video . I genitori saranno invitati a creare, insieme ai bambini, un libro animato con il supporto di materiali di recupero e strumenti multimediali. I posti sono limitati. SAVIGNANO Questa sera sotto il loggiato del palazzo comunale in piazza Borghesi, Ricamando in compagnia torna questa sera dalle 20 con le ricamatrici dell' associazione Mani come farfalle. Stasera alle 20.30 all' enoteca Retrogusto di Savignano, in piazza Amati, arriverà Miss Roxy Rose pinup deejay in stile retrò. La serata Let' s Twist Again sarà all' insegna della musica degli anni Venti e Sessanta. Di origini russe, Roxy Rose viene definita la pinup del nuovo millennio. E' ballerina, attrice e modella con alle spalle più di 400 spettacoli, tra glitter e piume di struzzo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 9 luglio 2014 Pagina 9 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Comune di Savignano PREMILCUORE VALERIO FERRINI RACCONTA LA SUA PASSIONE PER L' EQUITAZIONE. «A cavallo di Nobile percorro la montagna: la sua bellezza si rivela a chi non ha fretta» di QUINTO CAPPELLI «GLI AMBIENTI del nostro Appennino sono fra i più belli e affascinanti d' Italia, specialmente se scoperti insieme al cavallo, l' amico più amico dell' uomo». Parola di Valerio Ferrini, il cavaliere che conosce le montagne della Campigna, di Fiumicello e Castel dell' Alpe, dell' Alpe di San Benedetto e dell' Acquacheta e del Tramazzo come le sue tasche. Nato 62 anni fa a Pian di Visi Nuovo di Fiumicello, in comune di Premilcuore, Valerio Ferrini, è approdato da giovane a Forlì, dove vive, per fare il macellaio per proseguire con lo stesso mestiere a Cesena, Savignano e Castrocaro Terme. Ma è sempre tornato al paese natale e alla passione di sempre, i cavalli e le escursioni «sui monti amati dei miei sogni di bambino». Valerio, come nasce la passione per i cavalli? «Fin da bambino in casa mia ci sono sempre stati i cavalli: a Pian di Visi Nuovo di Fiumicello, alle Campore di Sotto di Castel dell' Alpe e al Pantano di Premilcuore. A 15 anni sono salito a cavallo di Rochi e non sono più sceso. Ora cavalco Nobile, Condor e Creola. Ma ho avuto anche un grande maestro d' equitazione che mi ha insegnato i segreti del cavallo e dell' andare a cavallo». Chi è? «Il veterinario forlivese Piero Bettini, morto l' anno scorso. Mi ha fatto scoprire la vita del cavallo e i suoi segreti col cavaliere». Ne dica uno. «Il cavallo va trattato come il più grande amico dell' uomo e gli sarà riconoscente per tutta la vita». Durante le sue cavalcate in Appennino viaggia spesso in compagnia. Chi sono i suoi compagni d' avventura? «Savio Lombini di Terra del Sole,il paese sulle cui colline alloggiano i miei cavalli, Rinaldo Biondi e Giuseppe Ferrini di Rocca San Casciano, e Vittorio Carlini della Cava». Quali sono le vostre mete preferite? «La Campigna, Camaldoli, i monti di Premilcuore (Pian di Grado, Fiumicello, Tre Faggi, passo del Bucine, la Braccina, passo del Giogo, rifugio Cavallaro), Acquacheta, Alpe di San Benedetto, Tramazzo, Montepaolo e Montepoggiolo». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 10 9 luglio 2014 Pagina 9 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Comune di Savignano Quanti chilometri percorrete in una tappa? «Da 25 a 30 chilometri il giorno. Ma a cavallo in montagna non bisogna aver fretta. Bisogna godersi il fascino della natura, del silenzio dei boschi, dei panorami mozzafiato. Il cavallo con la sua docilità, mansuetudine e regalità aiuta l' uomo in questo. Basta considerare quanto sia importante l' ippoterapia nella moderna società». Perché ritorna sempre a Premilcuore? «Non solo perché lì vivono ancora quattro dei miei fratelli, parenti e amici, ma perché gira e rigira c' è un cavallo intimo nel mio cuore che mi riporta ai panorami che da bambino mi facevano sognare. Il cavallo è come la culla della vita che nella maturità e nella vecchiaia aiuta a riflettere e sognare a occhi aperti». CAPPELLI QUINTO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 9 luglio 2014 Pagina 15 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Comune di Savignano LAVORI SUL LUNGOMARE IL COSTO DELL' OPERA SUPERA I 100MILA EURO. L' ex Nuit diventerà un parcheggio Trovato l' accordo, nell' area sorgerà anche lo spazio eventi. SUL LUNGOMARE di Cesenatico si ricavano un grande parcheggio pubblico ed uno spazio eventi nell' area dell' ex discoteca Nuit. A darne notizia sono Giancarlo Barocci, Simone Battistoni e Remo Scano, presidenti dell' Adac, della Cooperativa dei bagnini di Cesenatico e della Cooperativa sociale Ccils (in foto) . DOPO MESI di trattativa finalmente il terzetto è riuscito a trovare un accordo per firmare un comodato d' uso gratuito del terreno con la società Fincarducci, proprietaria dell' area. Questa intesa consentirà agli operatori turistici di disporre dell' area strategica, nella zona di Boschetto di Cesenatico centro, sino al 31 dicembre 2017, quindi per tre anni e mezzo. Quello che da quattro anni è un problema, diventa finalmente una opportunità ed un servizio, anche se non tutti i problemi saranno risolti immediatamente. Dovrebbero iniziare presto i lavori, affidati alla d i t t a C e i s a d i Savignano s u l R u b i c o n e . Inizialmente si prevedeva di spendere 70mila euro per portare materiale di riempimento sotto forma di stabilizzato, livellare il terreno, approntare un sistema fognario per lo smaltimento delle acque piovane. Tuttavia l' esigenza di installare una seconda recinzione e altri oneri potrebbero fare arrivare il conto a 100mila euro. I più ottimisti parlano di due settimane di lavori, ma è probabile che occorrano tre settimane per finire tutto. Albergatori e bagnini pensano di poter coprire le spese facendo pagare i posti auto. A tal riguardo la Ccils gestirà la maggior parte della superficie, circa 7.500 dei 15.000 metri quadrati complessivi dell' area, per ricavare 300 parcheggi, che in parte saranno ad uso pubblico ed in parte verranno affittati dagli albergatori della zona e dai bagnini di Boschetto. Per la restante parte, 3.750 metri saranno destinati a manifestazioni ed eventi e 3.750 metri ad area giochi per bambini e ragazzi. Oggi pomeriggio alle 17, alla sala convegni del Museo della Marineria si terrà l' incontro pubblico organizzato da Adac, Cooperativa dei bagnini di Cesenatico, Ccils e Amministrazione comunale per illustrare ai cittadini ed agli operatori i termini dell' accordo, comunicare le intenzioni sull' utilizzo dell' area ed accogliere eventuali proposte. Giacomo Mascellani. MASCELLANI GIACOMO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 9 luglio 2014 Pagina 15 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Comune di Savignano SALUTE L' ASSOCIAZIONE DIABETICI È ATTIVA DA 14 ANNI. Stignani confermato alla guida dell' Adice L' ADICE, l' associazione diabetici Cesenatico onlus, dopo aver tagliato il traguardo dei 14 anni di vita, si appresta ad affrontare nuovi impegni nell' ambito del Distretto sanitario RubiconeCosta. Fin dai primi anni di vita il nucleo dei volontari ha contribuito a creare gli ambulatori di diabetologia negli ospedali di C e s e n a t i c o e Savignano s u l R u b i c o n e , mettendosi a disposizione per collaborare anche col servizio farmaceutico nella distribuzione dei presidi per i diabetici. Via via l' attività è andata potenziandosi con numerose giornate di prevenzione sanitaria sulle piazze di Cesenatico, Gambettola a San M a u r o P a s c o l i , L o n g i a n o , Savignano e Roncofreddo. Col passare degli anni l' Adice si è ulteriormente radicata su tutto il territorio. Su incarico dell' Ausl e della Regione Emilia Romagna, ha organizzato anche l' assistenza per i campi scuola riservati ai bambini diabetici, il servizio di assistenza domiciliare per i diabetici bisognosi, con la consegna dei presidi e dell' insulina necessari per la cura della malattia diabetica. La sede dell' associazione è da sempre presso l' ospedale Ginesio Marconi di Cesenatico e recentemente l' assemblea dei soci ha eletto il nuovo Consiglio direttivo che ha confermato presidente Gian Pietro Stignani. Antonio Vitali è vice presidente e amministratore, Antonia Benini è la segretaria, Edvige Maestri e Anna Poggi sono i consiglieri. Il nuovo consiglio rimarrà in carica per i prossimi tre anni. Durante la stagione estiva l' Adice organizzerà giornate di prevenzione sanitaria nelle principali piazze del nostro territorio, per sensibilizzare ed informare i cittadini sulla prevenzione del diabete e i metodi efficaci per contrastarlo. g.m. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 9 luglio 2014 Pagina 23 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Comune di Savignano Archeologia, un tema da mettere a 'fuoco' Venti fotografi raccontano le meraviglie del Rubicone. S A B A T O a Savignano, n e l l a s a l a d e l l a canonica della Pieve millenaria, avrà luogo la seconda giornata di ?Archeologia a Fuoco'. Dalle 9.30 alle 12.30 Monica Miari funzionario archeologo della Soprintendenza per i beni archeologici dell' EmiliaRomagna tratterà il tema Musei e territorio: Sarsina, Cesena, Galeata e Appennino Forlivese. Dalle 14.30 alle 17.30 Annalisa Pozzi funzionario archeologico della Soprintendenza per i beni archeologici dell' EmiliaRomagna terrà una conferenza sul tema Musei del territorio: Savignano, Borghi, Cesenatico e Forlimpopoli. Il terzo e ultimo incontro avrà luogo mercoledì 16 e riguarderà il paesaggio contemporaneo in fotografia. ?Savignano Immagini' è stato scelto dall' assessorato al turismo provinciale per dirigere e organizzare un gruppo di venti fotografi romagnoli che fino a marzo 2015, con stili e tecniche fotografiche diverse, interpreteranno in modo artistico le peculiarità, le caratteristiche e le emergenze delle aree e dei musei archeologici compresi nei territori dei comuni di Savignano, Galeata e Valle del Bidente, Forlì, Sarsina, Forlimpopoli, Cesena, Cesenatico, San Giovanni in Galilea in comune di Borghi. L' Istituzione Cultura Savignano è in procinto di inaugurare, su incarico della Regione EmiliaRomagna e dalla Provincia di ForlìCesena, un prestigioso progetto per la valorizzazione delle emergenze archeologiche dell' età romana e tardo antica presenti nel territorio romagnolo. Il progetto è denominato ?Archeologia a fuoco' e all' approvazione e al finanziamento ha contribuito l' attività che Savignano ha avviato nel settore dell' immagine e della fotografia contemporanea d' autore con il ?SI Fest': il festival internazionale della fotografia che si tiene ogni anno a metà settembre. Dal progetto saranno tratti e realizzati una mostra fotografica e un catalogo. La campagna fotografica, coordinata da Paola Binante, docente di fotografia dei beni culturali presso l' Isia di Urbino, è preceduta dagli incontri informativi e formativi in corso. I fotografi coinvolti sono Mario Beltrambini (Santarcangelo di Romagna); Emanuele Benini, Francesca Degli Angeli e Sauro Errichiello (Cesena); Roberto Baroncini, Roberto Gibelli, Pier Paolo Turci e Vera Lucchini (Rimini); Silvio Canini (Bellaria); Gianluca Colagrossi (Forlì); Manuela Guarnieri (Cervia); Federico Paganelli, Cesare Ricci e Gabriele Serafin (Savignano); Ettore Perazzini (Gambettola); Natascia Rocchi (Roncofreddo); Angelo Tumedei (Cesenatico). Ermanno Pasolini. PASOLINI ERMANNO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14 9 luglio 2014 Pagina 33 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Comune di Savignano LONGIANO. L' incidente Investita e sbalzata dalla scooter, ferita ma salva Brutto incidente verso le 18 di ieri sulla via Emilia a Budrio di Longiano. Una 27enne in sella ad uno scooter si è scontrata con una Fiat Panda alla cui guida vi era un anziano del posto. L' uomo proveniva da via Longane, nel territorio di Gambettola, e giunto all' incrocio con la Statale nove, sembra avesse intenzione d i s v o l t a r e a s i n i s t r a v e r s o Savignano, direzione dalla quale proveniva lo scooter. L' impatto, violento, ha fatto sbalzare di sella la donna; il motorino ha finito la corsa sotto a dei camion di una rivendita di mezzi pesanti al lato opposto della strada, mentre la 27enne è rimasta vicino al muretto di recinzione della rivendita di mezzi pesanti. Le sue condizioni di salute sono apparse di media gravità; sul posto sono arrivati i sanitari del 118 e l' auto medicalizzata che hanno constatato alcuni traumi e diverse bruciature causate dall' asfalto che era appena stato rifatto. Sul luogo dell' incidente anche la Stradale di Cesena per i rilievi di legge. (Cf) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 9 luglio 2014 Pagina 33 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Comune di Savignano SAVIGNANO. Via Rio Salto Nuova viabilità Partita la sperimentazione Nuova viabilità a Savignano sul Rubicone. Da ieri, lo scrive il sindaco Filippo Giovanni sulla sua pagina Facebook, "è cominciata la sperimentazione della nuova viabilità dell' incrocio via Rio Salto, via Antolina, via Don Polazzi; chi proviene da via Rio Salto in direzione Savignano centro può svoltare a destra in via Antolina e proseguire dritto ma non a sinistra in via Don Polazzi. Questo per evitare, anche su suggerimento di diversi cittadini questo il post del primo cittadino situazioni di potenziale pericolo che si venivano a creare con la viabilità fino a ieri in essere. Stiamo valutando che come rallentare la velocità dei veicoli dato che per il Codice della Strada non è consentito l' utilizzo di dissuasori a striscia; probabilmente rialzeremo le strisce pedonali garantendo in tal modo maggiore sicurezza ai pedoni". Invece ci sono problematiche su via Palareti e sul divieto di sosta in essere; è stato chiesto dai residenti di rimuoverlo, ma a quanto sempre non ve ne è la possibilità. "Aggiornamento via Palareti", scrive sempre Giovannini. "A seguito dei rilievi svolti, vista l' ampiezza della sezione stradale nell' immediato non è possibile rimuovere il divieto sul lato destro. A breve sarà pronto il progetto della segnaletica orizzontale della rotonda/parcheggio in fondo alla via e in quell' occasione verrà disegnata una differente segnaletica orizzontale che nel rispetto del Codice della Strada consentirà l' eliminazione di tale divieto di sosta". Cf. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 16 9 luglio 2014 Pagina 33 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Comune di Savignano La sexy pinup del nuovo millennio arriva al Retrogusto Questa sera in programma lo spettacolo di Miss Roxy Rose SAVIGNANO Appuntamento dalle 20.30 nel locale di piazza Amati: musiche degli anni Venti e Sessanta La ballerina, attrice e modella ha alle spalle più di quattrocento spettacoli, tra glitter e piume di struzzo. Questa sera al Retrogusto di Savignano, in piazza Amati, arriva Miss Roxy Rose, pinup deejay in stile retrò. La serata a tema s'intitola Let's Twist Again e partirà alle 20.30, proseguendo all'insegna della musica degli anni Venti e Sessanta. Di origini russe, Roxy Rose viene definita la pinup del nuovo millennio: è ballerina, attrice e modella con alle spalle più di quattrocento spettacoli, tra glitter e piume di struzzo. Con un tocco di glamour delizierà i presenti con le musiche di Frank Sinatra, Sonny Lester, Julie London, Sam Butera, Billie Holiday, Dean Martin, David Rose, Etta James, e molti altri protagonisti musicali di tempi lontani ma non dimenticati. Per informazioni si può contattare Sara al 339/1461953. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 9 luglio 2014 Pagina 10 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Comune di Gatteo Il 'Giro' in rosa saluta Pantani Ciclismo A Cesenatico arrivo di tappa davanti al monumento dedicato al Pirata. Cesenatico GRANDE festa oggi per il ciclismo cesenaticense per l' arrivo della quinta tappa del 25° GiroRosa (Giro d' Italia femminile) Jesi ? Cesenatico di 118 chilometri e 300 metri, tutta pianeggiante, a parte la salitella della Siligata di Pesaro (Gpm di terza categoria) al chilometro 75. E' una tappa per velociste ma nulla si può dare mai per scontato, anche se la campionessa del mondo e leader della corsa l' olandese Marianne Vos è da considerare la principale candidata alla vittoria. Questa tappa è stata voluta fortemente dall' amministrazione comunale per onorare la memoria di Marco Pantani a dieci anni dalla sua tragica scomparsa e che vedrà poi il 20 settembre ll' undicesima edizione del Memorial. TORNANDO al GiroDonne, la carovana è formata da oltre seicento persone: è l' unica gara a tappe femminile al mondo con un seguito così imponente. Il gruppo composto da 147 atlete comprende tutte le più forti del globo. Qualche nome, partendo dalla 27enne olandese Marianne Vos, la più grande ciclista di tutti i tempi (3 mondiali su strada, 6 nel ciclocross, una olimpiade su strada e una su pista, 2 GiriRosa), poi la vincitrice dello scorso anno, la statunitense Mara Abbott e la intramontabile toscana Fabiana Luperini che ha collezionato 5 trionfi. Ci sarà anche la ex tricolore Dalia Muccioli, 21enne cesenaticense dell' Astana BePink. E' la seconda volta che Cesenatico ospita un arrivo del Giro Donne: la prima fu nel 2003 e vinse la tedesca Regina Schleicher. Per quanto riguarda la tabella di marcia relativa agli ultimi chilometri, dopo il transito da Bellaria (al km 111 alle ore 14.46) si prosegue per Gatteo Mare (via Romea) quindi via Litorale Marina, Sovrapasso Ferrovia, via Dante Alighieri e viale G.Carducci, con arrivo alle 14.57 se la media sarà, come prevedibile, dei 40km/h, vicino al monumento a Marco Pantani. Bruno Achilli. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18 9 luglio 2014 Pagina 17 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Comune di San Mauro Pascoli La musica anni Ottanta vale il record per San Mauro SAN MAURO MARE. La passione per gli anni Ottanta e per la musica che ha scandito quel periodo è valsa un record per San Mauro Mare. Circa 5 mila persone, lo scorso venerdì e sabato, hanno riempito il parco Benelli per ascoltare i concerti di Fiordaliso ed Ivana Spagna. Non c' era mai stata così tanta gente ad un evento organizzato nella località costiera del paese pascoliano. Oltre alle due noti cantanti, ha entusiasmato il pubblico il contorno. La serata di venerdì è stata anche colorata dalle simpatiche coreografie delle Santiago Sisters e ha visto la partecipazione di Riccardo Mazzi, il bimbo di 9 anni che con la sua voce sta conquistando l' Italia. E sabato hanno invece riscosso grandi apprezzamenti anche i Qluedo, una delle migliori cover band anni Ottanta. Grande la soddisfazione del vicesindaco Cristina Nicoletti e dell' assessore Stefania Presti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 19 9 luglio 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Il quadro. Dalle emissioni all' Aia alla Via: regole in continua evoluzione La mappa delle novità che toccano la materia ambientale. PAGINA A CURA DI Paola Ficco Il dinamismo della legislazione ambientale rende necessario fare sempre più spesso il punto della situazione. Provvedimenti nuovi e conseguenti nuovi adempimenti si susseguono e assillano le imprese anche sul fronte ambientale. Le emissioni industriali Tra le molte novità si registrano quelle previste dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 46, che attua la direttiva 2010/75/Ue, sulle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell' inquinamento) e prevede un approccio più sistemico alle problematiche ambientali delle attività economiche coinvolte (energia, m e t a l l u r g i a , m i n i e r e , c h i m i c a , rifiuti e allevamento animali). In tal modo, si integrano nel decreto legislativo 152/2006 (Codice ambientale) l e n o r m e p e r l ' i n d u s t r i a d e l biossido di titanio e quelle per l' incenerimento e il coincenerimento di rifiuti (finora oggetto di norme speciali). L' Aia In materia di autorizzazione integrata ambientale p e r c i r c a 6 m i l a i m p i a n t i (denominati "installazioni") si aprono nuovi orizzonti procedurali e sanzionatori con la riscrittura profonda della parte seconda del decreto 152/2006. L' articolo 29sexies prevede la «relazione di riferimento» da presentare all' autorità competente prima che un' installazione che usa o scarica sostanze pericolose entri in esercizio. La Commissione Ue, nelle linee guida, chiarisce quando va elaborata e presta particolare attenzione alle strategie di campionamento. La relazione fotografa lo stato del sito all' inizio dell' attività e consente il confronto con la situazione al termine dell' attività per valutare eventuali danni e obblighi: rappresenta un potente strumento di tutela anche per l' impresa. La Via Novità importanti anche in materia di valutazione d' impatto ambientale, a seguito della direttiva 2014/52/Ue che modifica la 2011/92/Ue e dovrà essere recepita anche in Italia. All' orizzonte si affacciano pesanti limiti alle deroghe (esclusi difesa e protezione civile), maggiore coinvolgimento del pubblico per tutto il procedimento, separazione tra autorità competente e committente (per porre fine ai conflitti di interesse), sanzioni rispondenti ai criteri della effettività, proporzionalità e dissuasività. La direttiva 2011/92/Ue non è stata ancora recepita dall' Italia, ma è fin troppo facile prevedere un Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 20 9 luglio 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione cambiamento di scenario più che radicale. I gas fluorurati Sotto il profilo delle restrizioni all' immissione in commercio si registra il regolamento 517/2014/Ue sui gas fluorurati ad effetto serra (Hfc, Pfc e Sf6) che, per combattere i cambiamenti climatici, istituisce anche un mercato di quote trasferibili per l' immissione in commercio degli idrofluorocarburi. Dal primo gennaio 2017 le apparecchiature di refrigerazione e condizionamento e le pompe di calore caricate con Hfc potranno essere commercializzate solo se tali gas con i quali sono state caricate rientreranno nel nuovo sistema di quote. Il regolamento, però, dispone anche norme per contenere, usare, recuperare e distruggere i gas in riforma del regolamento 842/2006. Si aggiungono gli usi particolari e le condizioni per commercializzare i prodotti e le apparecchiature che li contengono. Gli Stati membri devono individuare il regime sanzionatorio entro il primo gennaio 2017. I prodotti fitosanitari Il decreto legislativo 69/2014 ha introdotto le sanzioni per la mancata osservanza delle regole Ue sull' immissione in commercio e l' etichettatura dei prodotti fitosanitari di cui, rispettivamente al regolamento 1107/2009/Ce 547/2011/Ce. La violazione può comportare sanzioni amministrative pecuniarie fino a 150mila euro. Nuovi codici tributo Con la risoluzione 24 aprile 2014 n. 45/E, l' agenzia delle Entrate ha ridenominato i codici tributo già assegnati nel 2013 per la Tares, e ora assegnati alla Tari. Inoltre sono stati ridefiniti i codici per il versamento della tariffa corrispettiva che i Comuni possono prevedere al posto della Tari (con apposito regolamento) se si sono dotati di sistemi di misurazione puntuale di quanti rifiuti sono conferiti al servizio pubblico. © RIPRODUZIONE RISERVATA. PAOLA FICCO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21 9 luglio 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione La crescita obbligata. «Solo con lo sviluppo pensioni sostenibili» Conti (Inps): sistema in equilibrio ma serve più previdenza complementare Pronti per la «busta arancione» Davide Colombo ROMA Non basta avere un sistema previdenziale finanziariamente sostenibile. Bisogna assicurarsi anche che sia in grado di garantire assegni adeguati a chi è in pensione oggi e a chi lo sarà domani. E l' unica garanzia per centrare questi obiettivi la possono dare solo una crescita dell' economia duratura e un mercato del lavoro che funzioni. A costo di sfidare l' ovvietà il commissario straordinario del l' Inps, Vittorio Conti, ieri ha scelto di affrontare il nodo cruciale del nostro modello contributivo nella Relazione annuale presentata a Montecitorio davanti al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e la vicepresidente della Camera, Marina Sereni. Conti ha offerto esempi lineari, di quelli destinati a fissarsi nella mente di tutti: «Il passaggio da una crescita di lungo periodo dello 0,5% ad un tasso dell' 1,5% potrebbe comportare, per un neoassunto, un aumento della pensione attesa mediamente più elevata del 20%». E ancora: «Cinque anni di disoccupazione nei primi 10 anni di percorso lavorativo possono comportare due anni di lavoro in più, a fine carriera, per recuperare un tasso di trasformazione (il rapporto tra la pensione e l' ultimo stipendio, ndr) associato ad una vita lavorativa continua e regolare fin dall' inizio». Da un modello pensionistico finanziato a ripartizione non si torna indietro, è stato il ragionamento di Conti. E se le ultime grandi riforme lo hanno messo in sicurezza (la spesa pensionistica sul Pil dell' Italia scenderà dello 0,9% da qui al 2060 mentre mentre nell' Ue 27 salirà di 2 punti) questo non significa che il percorso sia stato completato. L' impalcatura va sorretta anno dopo anno: i cittadini che possono devono preoccuparsi dell' adeguatezza delle loro pensioni future accedendo alla previdenza integrativa, mentre i policy maker devono attivare tutte le leve indicate nel Libro bianco della Commissione Ue del 2012: politiche per l' invecchiamento attivo, attivazione dei sistemi integrativi, pensioni complementari compatibili con la mobilità professionale e territoriale, vita lavorativa e rendite correlate alla speranza di vita. Conti ha insistito sulla necessità di rafforzare le adesioni alla previdenza complementare e, nel contempo, ha auspicato una maggiore concentrazione dei fondi, oggi troppo numerosi e frammentati. Se un lavoratore è stato l' altro esempio proposto destinasse a forme di previdenza complementare il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 22 9 luglio 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Tfr integrato fino ad una contribuzione del 10,5% (di cui il 3,6% a carico del lavoratore e del datore di lavoro), il tasso di trasformazione lordo equivalente, per effetto della rendita aggiuntiva, potrebbe migliorare dai 14 ai 19 punti, a fronte di rendimenti attesi lordi rispettivamente nell' ordine del 24%. Nessun risultato è scontato ha ammonito il commissario compresi i risparmi che l' ultima riforma garantisce sulla carta e che potrebbero essere utilizzati all' interno del sistema di welfare. L' anno scorso le nuove pensioni di anzianità sono calate del 32% e quelle di vecchiaia del 57%, nel settore privato. E non è andata tanto diversamente per gli impiegati pubblici, con un dimezzamento dei nuovi assegni. «Solo via via che matureranno le condizioni ha detto Conti sarà possibile verificare gli ammontari disponibili». Giusto ragionare di maggiori flessibilità in uscita e salvaguardie per gli "esodati", insomma, ma tenendo conto della sostenibilità complessiva del sistema. L' Inps, in questo percorso, è a disposizione del Paese come l' infrastruttura del welfare. Pronta a far decollare la famosa "busta arancione", ovvero quel sistema informativo sulle pensioni future di cui si parla da oltre un quindicennio. Pronta a metter in campo una "piattaforma nazionale del welfare", in cui l' Istituto funga da provider che fornisce a tutti gli attori della filiera (Stato, Regioni, Comuni, centri per l' impiego) piattaforme e servizi in ottica di sussidiarietà. Dopo la misura varata con la legge di stabilità per sanare le passività ereditate dall' Inpdap, quest' anno l' Inps prevede un attivo patrimoniale di 21 miliardi a fine 2014; migliora l' equilibrio gestionale, con un disavanzo che scende dai 12 miliardi del 2012 ai 7,9 del '13; e qui ancora pesa lo squilibrio dell' ex cassa dei dipendenti degli enti locali «da affrontare in maniera strutturale dal legislatore» ha chiesto il commissario, che poi ha evocato il nodo governance: va sciolto per definire compiti e responsabilità degli organi di gestione e di quelli d' indirizzo. Indicazione quanto mai tempestiva, visto che il mandato di Conti scade a settembre mentre quello del direttore generale, Mauro Nori, a dicembre. Un passaggio che coinciderà con le verifiche sul piano industriale in pieno corso e che ipotizza, tra l' altro, il reclutamento di 2.500 nuovi addetti nel prossimo triennio (oggi Inps è sotto i 30mila dipendenti, gli stessi che aveva nel 2008 prima dell' accorpamento di Inpdap ed Enpals). Il ministro Poletti ha colto tutte le sollecitazioni, a partire da quella sulla "busta arancione": «Una sperimentazione corposa deve partire entro l' anno sulla base del l' istruttoria già fatta». I dati Inps sulla previdenza, ha osservato il ministro, sono «rassicuranti e vanno nella direzione di un positivo consolidamento futuro». Quello che serve ora, anche in vista del l' attuazione della delega lavoro, è «una banca dati unica e unita per le politiche sociali, del lavoro, previdenziali e assistenziali» ha detto Poletti, che sulla governance ha assicurato la massima attenzione del Governo: «Intendiamo procedere e valutare con le parti sociali una serie di decisioni per dare all' istituto le condizioni di massima operatività». © RIPRODUZIONE RISERVATA. DAVIDE COLOMBO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 23 9 luglio 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Istat. Nel 2013 in calo a 2.359 euro mensili la spesa media delle famiglie (2,5%) Gli acquisti di alimentari tengono solo sotto il profilo quantitativo. Consumi ai minimi da 10 anni Paolo Bricco Un Paese sempre più povero. Disorientato. Quasi all' asfissia, sotto i raggi dalla recessione. Ma, anche, pronto a sperimentare nuovi modelli di comportamento nei consumi: con meno ossificazione e più "promiscuità" nelle scelte dei prodotti da parte degli italiani. I dati sui consumi delle famiglie diramati ieri dall' Istat, a consolidamento di un 2013 durissimo, sono esattamente quelli che tutti si aspettavano: un calo secco, rispetto al 2012, del 2,5%, con una spesa media mensile per famiglia pari a valori correnti a 2.359 euro. È il livello di spesa più basso degli ultimi dieci anni: nel 2004 la spesa media era di 2.381 euro. «Naturalmente chiosa Carlo Milani, economista del Centro Europa Ricerche dietro questa cifra simbolo, c' è di tutto: il Paese è segnato da una disomogeneità strutturale. Di certo, però, si tratta di una flessione vera, che incide come un' unghia sul corpo sociale ed economico». Una unghiata che, quest' anno, non dovrebbe trasformarsi in una carezza ma che, perlomeno, potrebbe limitare la sua forza abrasiva. «Nel 2014 prosegue Milani il reddito disponibile, con l' effetto del bonus da 80 euro del Governo, aumenterà dell' 1 per cento. Anche per questo, la nostra previsione è che i consumi salgano di mezzo punto». Questa tendenza si dovrebbe ripetere nel 2015 (+0,6%) e, poi, fra il 2016 e il 2018 (in media +0,7%). «Si tratta di una ipotesi di rottura del ciclo negativo aggiunge l' economista del Cer ma sempre con un andamento pari a un terzo del ritmo ante crisi». Il profilo dei consumi, nella decrittazione di quanto succede nella fisiologia dell' economia e della società italiana, è assolutamente centrale. I consumi sono importanti per come appaiono. Ma, anche, per quello che ci dicono. Primo messaggio: il grado di radicale impoverimento "qualitativo" della vita quotidiana degli italiani. Per il dato secco dell' Istat, la spesa media mensile in alimentari è pari per ogni famiglia a 461 euro, contro i 468 euro del 2012 e i 477 euro del 2011. «Il problema è la riconfigurazione interna, di caratura peggiorativa sottolinea la sociologa Monica Fabris, presidente dell' istituto di ricerca Episteme della scelta degli alimentari. Che tengono sotto il profilo quantitativo. Ma degradano sotto quello qualitativo. Dagli anni Novanta l' 80% degli italiani ha sempre cercato la migliore qualità del cibo, a prescindere del prezzo. Si tratta quasi di un elemento identitario del nostro essere italiani. Ora lo fa soltanto il 57% dei nostri connazionali». Una tendenza coerente con quella evidenziata dalla Coldiretti, secondo cui l' 81% degli italiani non butta Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24 9 luglio 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione il cibo scaduto (a inizio anno era "solo" il 63%). Il contesto strutturale è di rallentamento delle attività economiche del Paese: nella relazione annuale del Gestore dei mercati energetici di ieri si evidenziava un calo del prezzo medio dell' energia, nel 2013, del 16,6%, «anche se nella componente della domanda nota il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli è preponderante il calo dell' attività industriale». Al di là dell' influenza di questo o di quel fattore, se l' Italia delle fabbriche non sta bene, l' Italia delle famiglie vacilla. «Ed è un vacillare con una doppia componente continua Fabris : c' è la forza contundente della crisi, ma c' è anche qualcosa di più profondo». Secondo messaggio portato dalla drastica riconfigurazione dei consumi: qualcosa sta cambiando l' anima degli italiani. Come cittadini e, insieme, come consumatori. «Per la prima volta dice la sociologa assistiamo all' influenza diretta dei messaggi politici sui comportamenti degli individui». L' ossessione della spending review, per esempio, come nuovo mantra europeo. Nell' analisi di Episteme, il 60% degli intervistati dichiara di sentirsi in dovere di tagliare i consumi. «Si taglia, o si dice di voler tagliare su tutto, dalle spese statali alla Rai, alla pubblica amministrazione riflette Fabris dunque il messaggio politico filtra nella psicologia collettiva degli italiani, assume una strana caratura morale e diventa comportamento». Il paradosso del buon cittadino che diventa buon (non) consumatore. © RIPRODUZIONE RISERVATA. PAOLO BRICCO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25 9 luglio 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione La situazione. Fra centro e periferia. Il sistema «chiede» maggiore razionalità Paola Ficco La semplificazione amministrativa in materia ambientale fa, da sempre, i conti con la necessità di tutela delle diverse matrici (aria, suolo, acqua) che, invece, tende a obiettivi sempre più ambiziosi. Così, mentre con fatica il diritto nazionale cerca di adeguarsi al modello europeo, le ragioni della semplificazione premono per dare slancio alla produzione e alla crescita liberandole dal peso della burocrazia. La necessità di razionalizzare Ma semplificare deve significare soprattutto razionalizzare. In Italia non è semplice. Sempre più spesso accade che quello che potrebbe essere una seria opportunità economica e ambientale diventa, invece, una corsa a ostacoli scandita dalla burocrazia che, anche a livello interpretativo locale, f r e n a o g n i s e n s a t a iniziativa imprenditoriale. Si pensi alle bonifiche e ai materiali da riciclo dove le procedure amministrative si arrestano spessissimo sulla personale visione che delle norme nazionali hanno le amministrazioni locali. Il tutto è favorito da un quadro normativo instabile, non sempre chiaro e dalla frammentazione di competenze. Nel concreto, si pensi alle domande per le autorizzazioni uniche ambientali (Aua) convogliate al Suap (sportello unico attività produttive) comunale. Ma la limitatezza del parco informatico della Pa troppo spesso non consente di stampare i ponderosi file inviati dalle imprese e occorre la trasmissione cartacea. Poiché la competenza delle amministrazioni procedenti non è venuta meno, di fatto, le imprese hanno guadagnato di aggiungere una copia cartacea per il Comune. Anche limitare per legge i tempi dei procedimenti amministrativi non è sufficiente perché le autorità competenti richiedono documenti non previsti e reperirli allunga i tempi. Da sempre le imprese aspettano misure a portata di vita quotidiana, da realizzare subito e a costo zero anche per annullare le disparità interpretative che hanno generato danni enormi per spese di giustizia, vanificazione di investimenti e ovvia alterazione della concorrenza. I possibili interventi Si pensa a: introduzione del ravvedimento operoso per la mancata osservanza delle prescrizioni autorizzatorie, anziché perseverare nell' irrogazione di pesantissime sanzioni amministrative o penali fini a sé stesse; centralizzazione a livello regionale delle competenze autorizzatorie per acqua, aria e rifiuti per evitare la disparità di trattamento che segue la diversa Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26 9 luglio 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione interpretazione normativa tra le varie Province nella stessa Regione; maggiore aderenza delle legislazioni regionali al dato normativo nazionale per evitare ricorsi alla Consulta e più che scontate condanne e costi. L' Aia è stata appena "riformata" con il decreto legislativo 46/2014 eppure si è persa l' ennesima buona occasione per semplificare davvero, riconducendo quella regionale (data da RegioneProvincia e che insiste su impianti più piccoli e meno complessi) nella Via (valutazione d' impatto ambientale), come avviene da sempre per quella di competenza statale. Della necessità di uniformità applicative il decreto 46/2014, però, sembra essersi finalmente accorto, quando l' articolo 29quinquies prevede un coordinamento presso il ministero dell' Ambiente tra autorità centrali e locali. I controlli La razionalizzazione va avviata anche per i controlli, non sempre omogenei. Le aziende soffrono della mancanza di uniformità di lettura del dato normativo e della sovrapposizione degli accessi, mai concordi tra loro. Anche per la tutela della concorrenza tra imprese è non più rinviabile la necessità di assicurare il flusso delle informazioni disponibili presso un sistema centralizzato e stabilire principi comuni per le ispezioni anche alla luce di un' univoca interpretazione della norma di riferimento. © RIPRODUZIONE RISERVATA. PAOLA FICCO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 9 luglio 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione I permessi. Autorizzazione integrata con validità per dieci anni Il «nulla osta» unico sostituisce sette pratiche e scommette sulle Pmi. PAGINA A CURA DI Francesco Petrucci Più rigore e controlli e allo stesso tempo semplificazioni per piccole imprese e situazioni poco complesse. Queste le linee direttrici dei sistemi autorizzatori ambientali, che si muovono tra incertezze normative e difficoltà applicative e di coordinamento. L' ultima procedura ad avere subito un profondo restyling è l' autorizzazione integrata ambientale riscritta dal decreto legislativo 46/2014 che ha recepito la direttiva Ue sulle emissioni industriali (2010/75/Ue) intervenendo a tutto campo sul decreto legislativo 152/2006 (Codice ambientale). Tra le novità spicca l' aumento di durata del titolo da 5 a 10 anni, le migliori tecniche disponibili (Bat) che costituiscono la base per tutte le condizioni dell' Aia, l' obbligo di stabilire nell' autorizzazione la scadenza entro la quale attuare le prescrizioni, l' aumento dei progetti da sottoporre ad Aia. Nuova è la "relazione di riferimento" da elaborare in sede di richiesta o rinnovo dell' Aia che fornisce indicazioni sullo stato della qualità del suolo e delle acque di falda del sito su cui è realizzato l' impianto. Semplificato l' iter per progetti infraregionali e aumentata l' informazione e la partecipazione per il pubblico. Restano alcune criticità. Gli atti ambientali sostituiti dall' Aia rimangono un "numero chiuso" (allegato IX, parte II, decreto 152/2006) e desta perplessità il procedimento di revisione: a fronte di un rinnovo decennale, la revisione può avvenire anche prima per una serie di eventi e condizioni non sempre prevedibili dall' impresa. Rimane difficile il coordinamento con la Via. La Via La valutazione di impatto ambientale sconta le novità della direttiva 2011/92/Ue, modificata dalla direttiva 2014/52/Ue. Se la prima è una mera "ricodificazione", più rilevanti sono le novità dell' ultima: netta separazione tra Autorità competente e committente (per evitare conflitti di interessi); sanzioni per la violazione della disciplina "effettive, proporzionate e dissuasive", stop alle deroghe speciali agli Stati membri per esentare determinati progetti dalla Via, ad eccezione di difesa o protezione civile. Ampliato il coinvolgimento del pubblico e aumentata la visibilità web del progetto sotto Via. Alcune modifiche alla Via sono arrivate col Dl 91/2014 in vigore dal 25 giugno, in particolare sulla maggiore pubblicità web dei progetti. Impianti a fonti rinnovabili L' autorizzazione unica di impianti a fonti rinnovabili ex decreto legislativo Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 28 9 luglio 2014 Pagina 4 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione 387/2003 (e Dm 10/09/2010) è un procedimento consolidato per chi vuole fare impianti Fer. Un unico procedimento che coinvolge tutti gli enti interessati in conferenza dei servizi e un provvedimento finale che sostituisce tutti gli atti di assenso necessari per realizzare e gestire l' impianto. Tempi rapidi (90 giorni) e perentori per il rilascio, semplificazione burocratica ma applicazione regionale delle norme non omogenea, scarso rispetto dei termini delle Amministrazioni e inevitabili rallentamenti procedurali quando nel procedimento per impianti di grossa taglia si innesta la Via. La valutazione ambientale stoppa i tempi dell' autorizzazione unica "congelando" il procedimento fino a conclusione. Nonostante il nomen, ad essere unico è il procedimento non l' autorizzazione, cioè se è vero che l' autorizzazione sostituisce tutti gli atti connessi alla realizzazione e gestione dell' impianto (ad esempio, emissioni, scarichi, gestione rifiuti) tali atti sono disciplinati dalle rispettive norme (vedi ad esempio obblighi di richiesta di rinnovo). L' autorizzazione unica Ultima nata tra le procedure autorizzatorie semplificate è l' Aua, autorizzazione unica ambientale ex Dpr 59/2013. Pensata per le Pmi e gli impianti non soggetti ad Aia obbliga l' impresa, per il rinnovo o rilascio di una delle 7 autorizzazioni/comunicazioni ambientali previste dal regolamento, a chiedere un' autorizzazione unica che sostituisce le singole autorizzazioni. La pratica è gestita dal Suap del Comune e il rilascio compete alla Provincia. L' Aua dura 15 anni, il rinnovo va chiesto 6 mesi prima. Vista la durata, nel titolo possono essere previste particolari prescrizioni e oneri di autocontrollo a carico dell' impresa. Tempi certi, unico interlocutore nella Pa, rapidità giocano a favore dell' Aua. © RIPRODUZIONE RISERVATA. FRANCESCO PETRUCCI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 29 9 luglio 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione L' ANALISI. Dalla flessibilità margini minimi, resta la carta investimenti Dino Pesole Va bene l' auspicata flessibilità di bilancio i n c a m b i o d e l l e r i f o r m e , s e n z a modificare i pilastri della disciplina fiscale europea, come ha ribadito a Bruxelles il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan. A patto che non ci si illuda che con qualche decimale di Pil da scorporare dal calcolo del deficit sul fronte degli investimenti, oppure con un anno in più per rientrare nella «regola del debito», avremo risolto i nostri problemi e quelli dell' eurozona più in generale. Come mostrano i dati congiunturali diffusi ieri dall' Istat, all' economia italiana serve una scossa, un' iniezione potente fatta di dosi massicce di investimenti produttivi, tagli selettivi alla spesa corrente, una decisa azione di riduzione del prelievo fiscale che grava sul lavoro. Ricetta che, con i dovuti distinguo, può essere applicata a gran parte dei paesi dell' eurozona. Visto in questi termini, il dibattito in corso su cosa si debba intendere esattamente per flessibilità, su come declinare al meglior il «miglior utilizzo» degli spazi a disposizione all' interno del Patto di stabilità, acquista una valenza del tutto diversa. Occorre arrivare a una sintesi tra le due famiglie politiche europee, da trasferire al massimo livello decisionale, che ponga le basi per una sorta di «New deal» all' insegna non tanto della "flessibilità" (che pure potrà aprire una prima breccia) quanto di un' azione di politica economica in grado sul serio di imprimere una svolta all' economia del Vecchio Continente. Investimenti pubblici e privati, applicando ai primi una versione aggiornata della golden rule magari limitata a un triennio, un diverso e più incisivo ruolo della Bei, agevolazioni fiscali vigorose e immediate per favorire nuova occupazione. Le riforme strutturali vanno incoraggiate, in Italia soprattutto, nella consapevolezza che gli effetti di azioni profonde che modifichino assetti precostituiti e rendite di posizione consolidatesi nei decenni vanno verificati nel medio periodo. Possono e per certi versi devono agire da detonatore per incrementare il ritmo della crescita potenziale, ma la loro capacità di imprimere una vera svolta all' economia va sostenuta con azioni concrete e immediate da concordare in sede europea. L' auspicata flessibilità, a quel punto, non sarebbe altro che il naturale corollario di un mix di interventi, con in cima alla lista delle priorità una nuova politica europea degli investimenti. Se si incrementa il potenziale di crescita dell' economia, la convergenza verso l' obiettivo di medio termine Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 30 9 luglio 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione può avvenire «in automatico». Le raccomandazioni approvate ieri dall' Ecofin rinnovano l' invito al nostro paese perché rafforzi le misure di bilancio per il 2014, così da assicurare il progresso verso l' obiettivo di medio termine. E nel 2015, la strategia di bilancio dovrà essere costruita in modo da «assicurare il requisito della riduzione del debito». Se questa è la strada, gli spazi negoziali si restringono. Ecco perchè la parola ora deve passare necessariamente alla politica, l' unica in grado di "reinterpretare" precetti e regole cogenti, con l' ambizioso obiettivo di voltare pagina. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 31 9 luglio 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione La crescita obbligata. Ecofin all' Italia: priorità alle riforme Padoan chiede di rafforzare gli incentivi per realizzarle, ma nell' ambito delle regole esistenti. Rossella Bocciarelli BRUXELLES. Dal nostro inviato Il vicepresidente della Commissione europea, Sim Kallas, ha fatto al ministro dell' economia italiano i suoi più sinceri auguri di «in bocca al lupo», per il debutto alla presidenza dell' Ecofin. Di certo, ci sarà bisogno di molta perseveranza per sviluppare un programma economico «ambizioso»: così è stato definito ieri dal presidente dell' Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem lo sforzo italiano di trovare ogni spazio possibile per rilanciare crescita e investimenti in Europa nelle pieghe del patto di stabilità e crescita e nel six pack. Si tratta infatti di vincere diffidenze verso il nostro Paese che non attengono solo alle innovazioni di linguaggio. Pier Carlo Padoan, tuttavia, è estremamente paziente e ieri, nella discussione all' Ecofin ha esposto ai colleghi il modo italiano d' intendere le riforme di struttura: «In un contesto di stringenti vincoli di bilancio e di sforzi di riforma prolungati nel tempo registriamo che le riforme non sono realizzate con la tempistica ottimale e con il livello di ambizione adeguato. Infatti ha aggiunto i governi devono fronteggiare costi politici sociali ed economici che si manifestano immediatamente, mentre i benefici in termini di occupazione e crescita sono differiti nel tempo». Occorre quindi, secondo il ministro, rafforzare gli incentivi a realizzare le riforme: «Non si tratta di cambiare le regole ha sottolineato ma di usare quelle che già ci sono nel modo migliore e cioè con lungimiranza, in perfetta coerenza con le decisioni e gli accordi che negli ultimi anni abbiamo preso in Europa». E sui tre pilastri del programma di presidenza italiana (più integrazione per il mercato unico, più riforme strutturali e più finanza per la crescita) l' Italia ha ottenuto una buona accoglienza e una convergenza di opinioni di larga massima. Il documento finale dell' Ecofin dà un appoggio formale a questa impostazione, ma non contiene novità sostanziali su una maggior flessibilità delle regole di bilancio, dove parla del «miglior uso» della flessibilità già esistente nel Patto secondo quanto era stato già scritto nelle conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno. Per questo, a chi gli chiede se non nutra dubbi sul rischio di possibili, future divergenze con il governo tedesco, Padoan risponde: «Io non mi preoccupo di identificare il futuro di eventuali divergenze, so che Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 32 9 luglio 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione oggi c' è una totale coincidenza di vedute sul fatto che le riforme sono essenziali e che riforme e consolidamento fiscale sono due facce della stessa medaglia». «E dico questo aggiunge non perché c' é qualche idea che vola, ma perché questo é quello che l' Italia sta facendo. Il consolidamento fiscale dell' Italia è fuori discussione, la sostenibilità del debito dell' Italia é tra le più forti in Europa, le riforme strutturali sono al centro dell' agenda del governo. Quindi conclude non c' è problema di incompatibilita o di diversita di opinioni con la Germania». Nella conferenza stampa finale dell' Ecofin, il ministro italiano sta anche molto attento ad evitare di entrare nel merito di qualunque ipotesi tecnica innovativa, che possa suonare in questa fase come una fuga in avanti dell' Italia, paese al quale ieri le raccomandazioni dell' Unione europea, definitivamente approvate, hanno ricordato la richiesta di sforzi aggiuntivi di risanamento anche nel 2014, nonché quella di rafforzare la strategia di bilancio nel 2015, per garantire il rispetto del requisito sul debito pubblico. Così, a chi chiede come valutare la proposta del premier Matteo Renzi di escludere dal calcolo del deficit gli investimenti per l' agenda digitale europea, Padoan si limita a rispondere che all' interno del governo italiano «c' è pieno accordo sul fatto che la crescita in Europa vada perseguita con tutti gli strumenti disponibili all' interno delle regole esistenti», mentre tocca a Kallas puntualizzare che «nessuna spesa può essere esclusa dal calcolo del deficit». Invece, a proposito delle politiche di riduzione del debito e del programma di privatizzazioni, il responsabile di via XX settembre ha precisato che per quel che riguarda le quote di Eni, Enel e Poste spa, non c' è stato nessun cambiamento ma solo il tener conto di una strategia «che implica anche una valutazione dei tempi e della velocità di cessione degli asset, ai fini del rispetto dell' obiettivo di rientro dal debito». © RIPRODUZIONE RISERVATA. ROSSELLA BOCCIARELLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 33 9 luglio 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione I partner Ue. Schäuble: le riforme non siano scusa per evitare il consolidamento. Ma sull' applicazione del Patto il negoziato è partito in salita Beda Romano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente L' Italia ha avviato ieri una lunga trattativa diplomatica sull' adozione di una maggiore flessibilità nell' applicazione del Patto di Stabilità e di Crescita. Si tratta di dare contenuto alla presa di posizione dei Ventotto, che alla fine di giugno hanno esortato al miglior uso del trattato. Gli esiti della partita sono incerti. La strategia italiana deve fare i conti con la diffidenza di molti partner europei, ma anche con una classe politica nazionale poco costante e molto rumorosa. I ministri delle Finanze dell' Unione hanno dato ieri il loro appoggio agli obiettivi della presidenza italiana dell' Unione, iniziata il 1° luglio. In un comunicato, l' Ecofin ha sostenuto la strategia italiana di rilancio dell' economia che prevede di «completare il mercato unico», «promuovere riforme economiche» e «sostenere gli investimenti». I ministri hanno quindi ribadito che gli stati membri e le istituzioni europee devono fare della flessibilità già contenuta nel Patto «il miglior uso». Il comunicato è stato oggetto di accesi negoziati, fosse solo perché la dichiarazione scritta non era stata negoziata in precedenza dai diplomatici. Nel corso delle discussioni, il ministro dell' economia Pier Carlo Padoan ha presentato ai colleghi una bozza della dichiarazione in cui dettagliava gli obiettivi della discussione dei prossimi mesi e ne spiegava le ragioni d' essere. Il canovaccio non è piaciuto a molti governi ed è stato quindi rivisto. «La diffidenza reciproca ha fatto premio su tutto», riassumeva ieri un negoziatore. Aggiungeva un esponente comunitario: «L' iniziativa italiana non era stata preparata sufficientemente (... ) Molti ministri hanno reagito con cautela all' idea di impegnarsi su un testo scritto». In vari punti, il breve comunicato riprende quindi le conclusioni del vertice europeo di fine giugno, in particolare, là dove si parla della necessità di fare il miglior uso della flessibilità nell' applicare le regole di bilancio. Il problema è che molti Paesi non considerano la dichiarazione di giugno sull' uso del Patto allo stesso modo. Per alcuni, il testo è la formalizzazione di quanto è già avvenuto finora, con la concessione di più tempo per ridurre il disavanzo pubblico in cambio di misure economiche. Per altri, invece, alla presa di posizione bisogna dare ulteriore contenuto. Mentre tutti i ministri si sono detti d' accordo sulla necessità di rilanciare l' economia, proprio il concetto di flessibilità ha creato nervosismo. Il ministro delle Finanze Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 34 9 luglio 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione tedesco Wolfgang Schäuble ha spiegato: «Le riforme strutturali non possono essere né un' alternativa né una scusa al risanamento di bilancio». Parole simili sono state usate da austriaci e olandesi. A complicare le cose è stato il premier Matteo Renzi che sempre ieri ha spiegato da Venezia come gli investimenti digitali vadano detratti dal disavanzo. Il commissario agli affari economici Siim Kallas ha subito reagito: «Nessuna spesa può essere esclusa dal calcolo del deficit». L' uscita controversa del premier dimostra che la partita europea sarà complicata anche dal dibattito interno italiano. Nel loro comunicato di ieri, i ministri delle Finanze annunciano che torneranno a discutere di questi temi in settembre. Il canovaccio italiano lasciava intendere che la discussione avrebbe riguardato proprio la flessibilità sull' uso del Patto d i Stabilità. Nella versione finale si precisa invece che tra due mesi si discuterà «in particolare» di «opportunità di investimenti e di riforme strutturali». Sempre ieri il presidente designato della Commissione europea JeanClaude Juncker ha incontrato i gruppi parlamentari socialista e liberale, in vista del voto di fiducia del Parlamento il 15 luglio. «La flessibilità serve perché il treno europeo non deragli ha detto davanti ai socialisti il Patto di stabilità non va modificato ma applicato con sensibilità». Ai liberali lo stesso Juncker ha peraltro dichiarato di voler «mantenere il rigore nei bilanci» pur dicendosi «contrario all' austerità eccessiva». Corre voce che Juncker vorrebbe dare il portafoglio economico ai socialisti, ma ieri il lussemburghese non ha confermato. © RIPRODUZIONE RISERVATA. BEDA ROMANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 35 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione INTERVISTAElio CataniaConfindustria digitale. «Attuare subito l' Agenda, in gioco un punto di Pil» «Si può e si deve creare un ecosistema innovativo coinvolgendo Pmi, start up e università» Nicoletta Picchio ROMA Siamo ad uno snodo che non esita a definire «storico». E cioè passare dall' Agenda digitale, con l' elenco delle cose da fare, all' attuazione degli obiettivi. «Non basta indicare l' elenco di ciò che serve. Bisogna passare alla fase operativa, con l' impegno della classe dirigente, pubblica e privata. C' è in gioco un punto di Pil all' anno e la competitività di tutto il sistema paese». L' appuntamento di ieri, the Digital Venice Initiative, si è appena concluso. «È un segnale importantissimo che per la prima volta l' avvio di un semestre di presidenza europeo sia interamente dedicato all' innovazione digitale», commenta Elio Catania, presidente di Confindustria digitale, che è intervenuto all' appuntamento europeo. E spiega perché: «Per superare il gap che l' Europa e l' Italia hanno c' è bisogno di una forte leadership, sia politica sia dell' imprenditoria privata. Occorre un impulso forte, che dia la spinta a realizzare gli obiettivi dell' Agenda digitale. Questo evento dimostra che c' è una convinzione della leadership politica di puntare sulla digitalizzazione per uscire dalla trappola della non crescita». Più tlc per crescere? Ormai l' equazione più investimenti in innovazione digitale, più produttività, più competitività e quindi più crescita è un fatto assodato. Siamo difronte alla sfida di una trasformazione epocale di modelli amministrativi, istituzionali, politici e di business. Le tecnologie di rete danno il massimo contributo non se applicate ad un modo vecchio di funzionare, ma ad un modo nuovo di produrre, di organizzare gli uffici della Pa. Un nuovo rapporto tra Pa e cittadini, tra aziende, clienti e fornitori? Serve uno scatto in avanti. Solo il 5% delle aziende italiane vende on line, contro il 14% della media europea. Nella Pa solo il 21% dei rapporti con i cittadini avviene attraverso la rete, contro il 41% europeo. Questa è bassa competitività di sistema: vuol dire aziende che crescono di meno e una Pa non efficiente. I nostri investimenti sono 25 miliardi di euro in meno all' anno rispetto alla media europea, arriviamo al 4% rispetto al Pil contro il 6% Ue. Potremmo recuperare questa distanza nel giro di qualche anno, con effetti sul Pil e sull' occupazione. Ma le risorse? Si possono utilizzare i fondi strutturali europei, ma per questo occorre che la parte di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 36 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione cofinanziamento italiana non venga conteggiata nel patto di stabilità. Inoltre gli investimenti in questo settore hanno un ritorno in termini di risparmi ed efficienza. Nella Sanità per esempio un milione investito porta 35 milioni di risparmi ed efficienza in 2436 mesi. Proprio lunedì pomeriggio abbiamo avuto un incontro con il ministro della Sanità, altri responsabili istituzionali dell' innovazione digitale e capi azienda del settore per confrontarci su nuove forme di partnership pubblicoprivata, come quelle basate sui performance contracting. Lo ha scritto al ministro della Pa... Ho mandato una lettera al ministro Madia in cui propongo una nuova governance che renda esecutivi i progetti digitali, realizzi un progetto di formazione digitale per i dirigenti e di inserimento di nuove competenze digitali attraverso il ricambio generazionale. Bisogna puntare su una domanda pubblica impostata su progetti e soluzioni in modo da valorizzare le conoscenze dell' industria Ict. Anche il privato deve giocare questa partita? Certo. La competizione internazionale spinge l' innovazione, ma questo è colto per lo più dalle aziende medie e grandi. Nelle pmi abbiamo casi di eccellenza mondiale, ma c' è una sensibilità ridotta alla trasformazione digitale. Invece si può e si deve creare un ecosistema innovativo coinvolgendo oltre le pmi anche le startup e le università. Sul territorio, un vero e proprio distretto digitale all' italiana. © RIPRODUZIONE RISERVATA. NICOLETTA PICCHIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 37 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione La crescita obbligata. «Digitale fuori dal patto Ue» Renzi: sui decreti attuativi così non va, troppi ritardi, ne parliamo domani in Cdm. Emilia Patta ROMA. «Quello tra austerity e flessibilità è un derby ideologico. Perché se io investo nelle infrastrutture digitali, io investo nel futuro e non è un costo. Ogni singolo euro investito in infrastrutture digitali va escluso dal Patto d i stabilità Ue». Il primo evento del semestre di presidenza italiana non è una kermesse meramente politica ma è incentrato sul settore tecnologie e innovazioni, e questo è già di per sé un motivo di soddisfazione per Matteo Renzi. Digital Venice. La location è Venezia, una città che «chiede a tutti di non parlare del passato ma del futuro», dice il premier. Un futuro che in Europa vuole dire mettere l' accento sulla crescita piuttosto che sul rigore, perché la prima riforma «è creare spazio e posti di lavoro per i nostri giovani». Nel giorno in cui l' Ecofin dà il via libera agli obiettivi dell' Italia su crescita e riforme per il semestre (si veda la pagina a fianco), Renzi torna dunque sul punto che gli sta più a cuore: maggiore flessibilità, con la possibilità di scorporare dal calcolo del deficit/Pil gli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali. Perché se l' Europa continua ad essere quella dei vincoli e della burocrazia muore, ricorda il premier nel suo speach in inglese alla presenza tra gli altri del commissario Ue per l' Agenda digitale Neelie Kroes: «In questo momento le idee salveranno l' Europa, e non le limitazioni. L' Europa deve essere lo spazio della libertà, dobbiamo rendere più bella la globalizzazione. Se invece parliamo solo di limiti, di vincoli e di dossier burocratici che dividono i Paesi perdiamo un' opportunità». Accento sulla crescita piuttosto che sul rigore, dunque, nel rispetto delle regole. D' altra parte l' apertura di JeanClaude Juncker su un socialista agli Affari economici e monetari (probabilmente il francese Pierre Moscovici, «ma intanto non toccherà agli Olli Rehn di turno»), così come le conclusioni dell' Ecofin sul piano italiano per il semestre rimbalzano a Palazzo Chigi come una piena conferma dell' impianto europeo di Renzi. La sua idea della flessibilità non è certo una «mancia per l' Italia» ma una «strategia di crescita per l' Europa», come appunto ventilato a Venezia chiedendo gli investimenti in infrastrutture digitali fuori dal Patto. In una giornata tutta col segno positivo in campo europeo Renzi non ha tuttavia gradito il segnale di chiusura arrivato dal commissario ad interim Siim Kallas («nessuna spesa può essere esclusa dal calcolo del deficit»). Il premier giudica «miope» un atteggiamento che non vuole fare i conti con una realtà che sta cambiando l' Europa, «e non nel senso di avere meno rigore, ma di coniugarlo con una idea intelligente e responsabile di crescita». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 38 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Tornato a Palazzo Chigi, Renzi ha fatto sapere via twitter di essersi subito messo al lavoro «su terzo settore, Ilva, semplificazione amministrativa». In mattinata, parlando al Digital Venice, il premier aveva d' altra parte ricordato i mille giorni per cambiare volto al Paese: «L' Italia ha una grande occasione ed è fare l' Italia, bisogna smettere di piangersi addosso e provare in mille giorni a cambiare faccia e interfaccia». E ancora: «Noi le riforme le facciamo. Piaccia o no a chi vuole frenarci. Su legge elettorale, riforme costituzionali, lavoro, burocrazia, giustizia civile». Rispondendo a un follower Renzi ha poi affrontato l' annoso problema dei ritardi dei decreti attuativi dei provvedimenti approvati: «Così non va bene, ne parliamo giovedì (domani, ndr) al Consiglio dei ministri». Val la pena ricordare che nel decreto Pa la norma che stabiliva tempi definiti e silenzioassenso per pareri e concerti nei provvedimenti interministeriali è stata alla fine stralciata. Con l' idea di recuperarla nel prossimo decreto sbloccaItalia... © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 39 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Carico e scarico. Le informazioni sono necessarie per la compilazione del Mud. Il Registro fotografa le caratteristiche delle scorie Il registro di carico e scarico è il documento cartaceo con fogli numerati e vidimati dalle Camere di commercio territorialmente competenti. Sul registro, conforme al modello di cui al Dm 148/1998 occorre annotare le informazioni sulle caratteristiche quali quantitative dei rifiuti prodotti e gestiti. L' articolo 11, comma 3bis, Dl 101/2013 (legge 125/2013) stabilisce che "fino al 31 dicembre 2014 continuano ad applicarsi gli adempimenti e gli obblighi di cui agli articoli 188, 189, 190 e 193 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nel testo previgente alle modifiche apportate dal decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205, nonché le relative sanzioni.". Quindi, fino alla fine dell' anno gli obbligati al registro sono quelli di cui al combinato disposto degli articoli 189, comma 3 e 190, comma 1, decreto legislativo 152/2006 "old style". I piccoli produttori di rifiuti non pericolosi (non più di 10 tonnellate/anno) possono adempiere alla tenuta anche tramite le associazioni di categoria o loro società di servizi ( a r t i c o l o 1 9 0 , c o m m a 4 , d e c r e t o 152/2006). Tuttavia, il Dm 24 aprile 2014 ha sottratto dal Sistri i piccoli produttori di rifiuti pericolosi fino a 10 dipendenti e per costoro l' agevolazione della tenuta dei registri per produzioni non superiori a 2 tonnellate l' anno, tramite le associazioni di categoria inspiegabilmente dal 2015 non sarà più prevista. È auspicabile una sua reintroduzione. Il registro va integrato con il formulario, tenuto presso l' impianto di produzione e la sede del trasportatore e conservato per 5 anni dall' ultima registrazione. Invece, per le discariche va conservato a tempo indeterminato. Al termine dell' attività i registri devono essere consegnati all' autorità che ha rilasciato l' autorizzazione. Le informazioni del registro sono necessarie per compilare e inviare il Mud entro il 30 aprile di ogni anno e per capire la legittimità temporale delle giacenze in deposito temporaneo presso il produttore dei rifiuti. L' articolo 190, comma 1, "Codice ambientale" stabilisce i tempi di annotazione (10 oppure 2 giorni lavorativi che decorrono da momenti diversi in base a produzione e gestione). Chiarimenti importanti per la sua tenuta sono presenti nella circolare Ambiente/Industria 4 agosto 1998, utilissima anche per la compilazione del formulario di identificazione dei rifiuti: il documento che deve accompagnare il trasporto di rifiuti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 40 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Il formulario è escluso per il trasporto dei rifiuti urbani effettuato dal soggetto che gestisce il servizio pubblico. Le altre esclusioni sono previste dall' articolo 193, commi 4 e 4bis, Dlgs 152/2006. Va redatto su apposito bollettario a ricalco conforme al modello di cui al Dm 145/1998; numerato progressivamente (anche con prefisso alfabetico di serie) e vidimato (gratuitamente e senza bolli) dall' agenzia delle Entrate o dalle Cciaa o dagli Uffici regionali o provinciali competenti per i rifiuti. La fattura di acquisto del formulario va annotata sul registro Ivaacquisti con gli estremi seriali e numerici del formulario. Va redatto in 4 esemplari, compilato, datato e firmato dal produttore (se non è individuabile, dal detentore) su tutte e 4 le copie che sono controfirmate dal trasportatore. La prima resta al produttore e le altre 3 sono tenute dal trasportatore che le sottopone alla controfirma e alla data in arrivo del destinatario. Di queste, una resta al destinatario e 2 al trasportatore che ne trasmette una al produttore, entro i 3 mesi successivi al conferimento. Quindi, il produttore avrà due copie dello stesso formulario ma sulla seconda appare l' accettazione del carico da parte dell' impianto di destino. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 41 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Digital Venice. Ridisegnare il ruolo della formazione e facilitare le fusioni. Mercato unico e regole certe la richiesta delle imprese Luca Salvioli VENEZIA. Dal nostro inviato Si diceva che il Digital Venice sarebbe stato il palcoscenico per la nomina del direttore dell' agenzia per l' Italia digitale, invece il nome non è uscito. Da settimane girano liste di papabili, ma qui a Venezia le indiscrezioni dicono che in corsa, dopo le dimissioni di Agostino Ragosa, siano rimasti in due: Alessandra Poggiani, ceo di Venice City Ict e dunque padrona di casa, e Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica ed esperto di lungo corso di tlc. La risposta dovrebbe uscire dal prossimo Consiglio dei ministri. Renzi era molto atteso dai protagonisti dell' industria digitale. Lui li ha ascoltati e la cosa non è passata inosservata. Ora si aspettano le risposte. Il premier ha indicato alcuni punti: investimenti in economia digitale fuori dai vincoli di bilancio, l' open government e gli open data. Gli altri sono scritti sul documento che arriverà al prossimo Consiglio europeo a ottobre. Si chiama Venice declaration e il testo provvisorio parte dal riconoscimento del digitale (che oggi vale il 7% dell' economia europea) come fulcro di una nuova politica industriale. C' è poi il mercato unico: regole uniformi (anche fiscali) e semplificazione per la circolazione di merci, servizi e lavoratori. Il documento continua con l' obiettivo di portare la banda larga a tutti i cittadini europei entro il 2020, la cybersicurezza (Renzi ha detto che può essere un' occasione di collaborazione tra governi e aziende), il cloud computing, le smart cities, la formazione delle giuste competenze già nelle scuole, la creazione di condizioni che rendano l' Europa il migliore posto per creare imprese innovative, la modernizzazione della Pa. L' intervento più accorato è del numero uno di Telefonica, Cesar Alierta: «Per creare un' Europa digitale servono 300 miliardi e noi, come settore, ne abbiamo investiti 15 nel 2013 mentre gli OTT (giganti di internet, ndr) solo 50 milioni». Marco Patuano, ad di Telecom Italia, lancia il documento delle telco: «È la prima volta che ci presentiamo con una posizione unitaria». Le priorità sono 4: infrastrutture, cittadinanza digitale, stimolo per nuovi posti di lavoro, governare le sfide del web (si veda il documento sul Sole24ore.com). Il ceo di Vodafone, Vittorio Colao, si rivolge alla Kroes: «L' attuale proposta di net neutrality rischia di essere un ostacolo per l' innovazione, meglio quella americana» e lancia il tema delle sicurezza dei cittadini «che va garantita dai governi». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 42 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Secondo Maximo Ibarra, ad di Wind, «bisogna ridisegnare il ruolo formativo della scuola affinché nei prossimi 5 o 6 anni l' Europa possa essere il miglior posto come produttività ed efficienza». Vincenzo Novari, ad di Tre Italia, ha chiesto all' Europa di facilitare la fusione tra operatori «incentivando la nascita di 56 grandi attori europei». Per la responsabile di Uber in Italia, Benedetta Arese Lucini: «La Ue deve creare le condizioni per spingere le innovazioni, anche a costo di cambiare le regole». L' app che tanto fa arrabbiare i tassisti è forse il miglior esempio della difficoltà di adattare diverse regole di diversi Paesi all' innovazione. @lucasalvioli © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 43 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione I rifiuti/1. Un «permesso» unico per recupero e smaltimento La domanda di rinnovo va fatta almeno 180 giorni prima della scadenza. PAGINA A CURA DI Paola Ficco Il decreto legislativo 152/2006 (Codice ambientale) definisce la gestione dei rifiuti c o m e « l a r a c c o l t a , i l trasporto, i l r e c u p e r o e l o smaltimento dei rifiuti, compresi il controllo di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento, nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o intermediario» (articolo 183, comma 1, lettera n ). Gli allegati B e C alla Parte IV del decreto legislativo 152/2006 riportano, rispettivamente, un elenco non esaustivo delle operazioni di smaltimento e di recupero. Tutte le attività di gestione dei rifiuti devono essere autorizzate secondo le diverse procedure previste. Anche la preparazione per il riutilizzo va autorizzata poiché è una operazione di recupero di rifiuti. Da questo principio sfugge unicamente il deposito temporaneo, cioè il raggruppamento dei rifiuti effettuato dal loro produttore prima della raccolta, che non è un' operazione di gestione, purché avvenga nel rispetto delle regole temporali e quantitative di cui all' articolo 183, comma 1, lettera bb), decreto legislativo 152/2006. L' autorizzazione La raccolta e il trasporto sono autorizzati dall' Albo nazionale gestori ambientali ai sensi dell' articolo 212, Codice ambientale; invece ci sono vari strumenti per autorizzare un impianto di recupero o di smaltimento d i rifiuti. Il principale risiede nell' autorizzazione unica alla realizzazione e alla gestione come disciplinata dall' articolo 208, decreto legislativo 152/2006 (agli impianti mobili si applica il comma 15). Va richiesta alla Regione o alla Provincia competente per territorio e al riguardo delegata dalla Regione. Il termine per la conclusione del procedimento è di 150 giorni (salve le integrazioni documentali e ove necessarie le procedure di Via, valutazione impatto ambientale). È efficace per 10 anni ed è rinnovabile. Il rinnovo Almeno 180 giorni prima della scadenza dell' autorizzazione, va presentata domanda di rinnovo alla Regione/Provincia. In caso di ritardo nel rinnovo da parte della Pa, l' attività può essere proseguita nel rispetto dell' autorizzazione scaduta, previa estensione delle fideiussioni prestate. Se il progetto riguarda aree vincolate ai sensi del decreto legislativo 42/2004, si applica l' articolo 146 di tale decreto. Tuttavia, in sede di rinnovo le imprese registrate Emas o certificate Iso 14000 possono accedere al regime dettato dall' articolo 209, decreto legislativo 152/2006. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 44 9 luglio 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Cioè possono sostituire l' autorizzazione con un' autocertificazione resa all' autorità competente, completa dei documenti previsti. Gli impianti di ricerca e sperimentazione sono autorizzati per due anni ai sensi dell' articolo 211, decreto legislativo 152/2006 e rispondono a due condizioni: la gestione degli impianti non comporta utile economico; la potenzialità dell' impianto non supera le 5 tonnellate al giorno (salvo deroghe giustificate). La forma semplificata Il recupero, oltre che in forma ordinaria, può anche essere autorizzato in forma semplificata con l' accesso alle procedure di cui agli articoli 214 e 216, decreto 152/2006. In tal caso, però, possono essere recuperati solo ed esclusivamente i rifiuti di cui al Dm 5 febbraio 1998, al Dm 161/2002 e al Dm 269/2005 e nei modi ivi previsti, nel rispetto di specifiche quantità. L' impresa invia una comunicazione di inizio attività alla Provincia ed è iscritta in uno specifico registro provinciale. La Provincia entro 90 giorni, verifica d' ufficio la sussistenza dei presupposti e dei requisiti richiesti dalla legge; però, decorsi 90 giorni dalla comunicazione di inizio di attività, in caso di mancato accesso provinciale l' impresa può iniziare a lavorare. Il caso dei Raee Invece, in caso di Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), di veicoli fuori uso e di impianti di coincenerimento, l' avvio dell' attività è subordinato alla visita preventiva, della Provincia da effettuarsi entro 60 giorni dalla presentazione della predetta comunicazione. L' iscrizione nel registro provinciale dura 5 anni, non è soggetta a fideiussione ma al pagamento di un diritto annuale da versare entro il 30 aprile di ogni anno (Dm 350/1998). Il rinnovo va chiesto almeno 90 giorni prima della scadenza. Gli impianti di particolare dimensione sono soggetti e all' Aia (Autorizzazione integrata ambientale) di cui alla parte seconda del decreto 152/2006. © RIPRODUZIONE RISERVATA. PAOLA FICCO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 45 9 luglio 2014 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione INTERVISTAGaetano MaccaferriVicepresidente di Confindustria alle Politiche regionali e alla semplificazione. «Superare il Sistri con un nuovo sistema» Tracciare i rifiuti pericolosi è necessario, ma ci sono troppi oneri per le imprese. Jacopo Giliberto Il tema non è mettere in discussione la tracciabilità dei rifiuti. L ' obiettivo è sacrosanto. Il problema non è il "che cosa" bensì il "come". Il Sistri è nato viziato fin dall' inizio: inefficace, costoso, difficile da usare, inquisitorio. Con tutte le tecnologie di oggi non c' è bisogno del Rfid e dei lettori a barre: perfino un banale telefonino contiene il tracker Gps sarebbe facilissimo seguire i movimenti dei rifiuti. «Allora tanto varrebbe azzerare il vecchio Sistri, bandire una sana gara europea e rapidamente costruire un Sistri nuovo, efficace, che possa essere utilizzato da tutte le imprese, senza u l t e r i o r i oneri» , s u g g e r i s c e G a e t a n o Maccaferri, imprenditore bolognese, vicepresidente della Confindustria con delega alla semplificazione e all' ambiente. Maccaferri, pensa davvero che valga la pena di azzerare il Sistri? L a n o s t r a i d e a è s u p e r a r e i l Sistri. Bisognerebbe ripartire da zero ed elaborare un sistema davvero fruibile per le imprese e, soprattutto, funzionale all' obiettivo, cioè seguire i movimenti dei rifiuti pericolosi. Certo, mi rendo conto che non sarà facile, sebbene l' Autorità per la Vigilanza dei Contratti Pubblici abbia emesso una delibera nella quale viene affermato che le procedure di affidamento del vecchio contratto alla Selex non sono valide. La nascita del Sistri è indebolita anche dalle indagini della magistratura, Maccaferri. Però se non potesse essere azzerato e rifatto, come migliorare il Sistri? Nelle settimane scorse Confindustria ha sottoposto al ministro dell' Ambiente, Gianluca Galletti, un documento che contiene le nostre proposte di modifica al sistema. È un documento semplice, spero. Sono servite circa cento pagine per potere spiegare gli interventi che servirebbero al sistema informatico e le semplificazioni normative e regolamentari senza le quali il sistema non può funzionare. La lunghezza del nostro documento purtroppo è indicativa della complessità della "macchinaSistri": sulla parte informatica sono necessarie cinque modifiche e la parte normativa deve essere resa coerente. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 46 9 luglio 2014 Pagina 7 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Da anni avete una collaborazione stretta con l' Ambiente per semplificare il sistema. Una collaborazione ottima. I tavoli di confronto fra ministero e imprese hanno senza dubbio portato risultati, senza però cambiare l' impianto iniziale. Noi abbiamo rilevato la necessità di modifiche sostanziali al sistema, e finora ci sono stati rinvii, riduzioni nel numero delle imprese obbligate, ritocchi utili ma non certo risolutivi. Confindustria chiede che, in attesa di una modifica sostanziale del Sistri o, meglio ancora, in attesa che venga realizzato un nuovo sistema, vengano sospesi l' obbligatorietà del Sistri e il versamento dei contributi relativi. Non si tratta di sottrarsi al dovere di contribuire al finanziamento del servizio di tracciabilità, ma soltanto pretendere la funzionalità di un servizio pubblico da parte degli utenti che ne sostengono i costi. Non mi sembra una richiesta irragionevole. Le sanzioni però non si applicano. Sì, ma scatteranno dal 1° gennaio. Noi chiediamo che continuino a non essere applicate finché il sistema non sarà riscritto. Il ministro Galletti e la sua squadra dimostrano qualità molto costruttive, quindi il ministero dovrebbe eliminare l' obbligo per le imprese e, al tempo stesso, cancellare nuovi pagamenti, già in fase di conversione del decreto 91 su ambiente e competitività. E poi pensiamo che possa servire una delega al governo per riscrivere un quadro normativo coerente. I tempi sono molto stretti e bisogna agire. Però non si può rinunciare a un sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi. Certamente. Bisogna però avere ben presente che i controlli su strada restano indispensabili e che nessun sistema può sostituirli. La tracciabilità oggi si basa sui documenti cartacei e l' informatica, se ben utilizzata, può essere d' aiuto. Ma il Sistri, così com' è congegnato, è tecnologicamente inefficace, è nato vecchio, con difetti strutturali che lo rendono inapplicabile e che si combinano con un quadro normativo e regolamentare che ha visto solo sommarsi provvedimenti disarmonici. Quanti? Ecco alcuni numeri, per rendere l' idea: quattro leggi, undici decreti ministeriali, una circolare, un quadro sinottico, un comunicato dirigenziale. E sette rinvii. Sono normative spesso in contraddizione fra loro. Impraticabili. Ricorda il tragicomico clic day del 2011? Fu la prima prova completa di funzionamento del Sistri e quasi 20mila aziende non riuscirono neanche ad accedere al sistema informatico. Finora le imprese hanno versato 100 milioni di euro per qualcosa che ancora non funziona. Abbiamo calcolato che solo il 10% delle imprese riuscirebbe a far girare il Sistri. Inutile perseverare nell' errore, perché alla fine chi ci rimette saranno come sempre gli italiani e, quel che è peggio, senza alcun vantaggio per l' ambiente. © RIPRODUZIONE RISERVATA. JACOPO GILIBERTO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 47 9 luglio 2014 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Gli esclusi. Hanno versato le quote del 2010 e 2011: sono stati esentati ma mai rimborsati. In 420mila hanno pagato «a vuoto» Gianni Trovati MILANO. È come l' iscrizione obbligatoria a un club che comincia subito a raccogliere le quote di adesione ma poi si rende conto di non riuscire ad aprire i battenti, rimanda di anno in anno il proprio avvio e poi ci rinuncia del tutto, ma senza restituire i costi della "tessera". Mentre le imprese, soprattutto quelle medie e grandi continuano la loro battaglia contro il Sistri, le aziende più piccole e quelle che non hanno a che fare con rifiuti pericolosi hanno ottenuto dopo un lungo braccio di ferro la loro esclusione: nel frattempo, però, hanno pagato le quote del 2010 e del 2011, hanno vissuto una lunga sospensione per quelle degli anni successivi e alla fine hanno scoperto di aver pagato per nulla. Il Sistri non lo utilizzeranno mai, ma della restituzione di quanto versato per ora non parla nessuno: le quote dipendono dalle dimensioni e dall' attività dei diversi soggetti, passano dai 240 euro chiesti nel 20102011 alle aziende con meno di 10 dipendenti ai 2.400 euro chiesti agli impianti più grandi, e tutte insieme fanno parecchie decine di milioni versati "nel nulla". Secondo i calcoli della Cna, infatti, il paradosso riguarda circa 420mila imprese, cioè quelle interessate dalla doppia esclusione dal Sistri arrivata tra l' ottobre del 2013 e l' aprile del 2014. La prima tappa è scritta nella legge di conversione del decreto 101/2013, che nell' autunno dell' anno scorso ha escluso dal Sistri chi produce o trasporta rifiuti non pericolosi. La seconda è arrivata con il decreto ministeriale del 27 aprile scorso, che ha fatto scendere dal treno del Sistri le imprese con meno di 10 dipendenti tagliando fuori dagli obblighi altre 150mila aziende. Un successo, ovviamente, per gli interessati, reso però amaro dall' obolo pagato e mai restituito. Alcuni imprenditori hanno avviato il contenzioso per riavere indietro le quote, ma la procedura è costosa e le prime esperienze mostrano che l' esito cambia a seconda del collegio giudicante. I paradossi, del resto, non vengono mai soli, e per settimane le imprese escluse dal Sistri hanno provato a cancellarsi dagli elenchi, per evitare di dover pagare il contributo 2014: un' altra procedura complicata, evitata grazie ai chiarimenti del ministero dell' Ambiente che a fine giugno ha sospeso espressamente ogni obbligo e ha spiegato di aver avviato un lavoro congiunto con le associazioni di categoria per definire una procedura concordata di cancellazione. Il problema rimane per le circa 220mila ancora coinvolte nel Sistri: dovrebbero aver pagato la quota entro il 30 giugno, ma le sanzioni partiranno solo dal 1° gennaio prossimo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 48 9 luglio 2014 Pagina 7 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 49 9 luglio 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Il ritiro. L'«uno contro zero» è obbligatorio per piccoli dispositivi da parte di distributori con superficie di almeno 400 metri quadrati. Per i telefonini smaltimento senza acquisto L'«uno contro zero» è la nuova modalità di ritiro dei Raee da parte del distributore di Aee. Si distingue dal più consolidato «uno contro uno» e riguarda i Raee domestici con dimensioni esterne inferiori a 25 cm. (piccolissimi Raee, come ad esempio, un telefonino). L' articolo 11, comma 3, decreto legislativo 49/2014 prevede l' obbligatorietà di questo ritiro solo per i distributori con superficie di vendita di Aee al dettaglio di almeno 400 mq. Per minori dimensioni, dunque è facoltativa. In negozio, il Raee va messo in appositi punti di raccolta che non devono essere autorizzati. Un Dm disciplinerà le semplificazioni. Già da ora, però, i distributori devono raccogliere separatamente le lampadine a basso consumo. Questi punti di raccolta sono intesi dal decreto 49/2014 come «depositi preliminari alla raccolta»; pertanto, si sostanziano nel deposito temporaneo del detentore. Le relative regole saranno dettate con futuro Dm poiché non si tratta di attività di gestione dei rifiuti. Fino ad allora, però, non si applica né il Dm 65/2010 (applicabile solo al ritiro «uno contro uno»), né le regole sul deposito temporaneo del produttore, poiché il deposito preliminare alla raccolta è figura nuova e non assimilabile. Nell' attesa, il distributore deve osservare gli obblighi generali relativi al divieto di miscelazione tra rifiuti pericolosi e non pericolosi e tra rifiuti pericolosi dotati di differenti caratteristiche di pericolosità (ex articolo 187, comma 1, decreto legislativo 152/2006); sul punto, sembra che, se privati della pila o batteria portatile, i Raee siano non pericolosi. Il problema appare allora risolto ove il consumatore tolga la pila o la batteria portatile dal suo Raee. Se il distributore si dota di apposito contenitore per depositare pile e batterie portatili, è bene ricordare che ai sensi del' articolo 6, comma 2, decreto 188/2008, tale contenitore è esente da obblighi autorizzatori. Inoltre, se i Raee sono non pericolosi non è necessario fare ricorso al Sistri. I distributori non sono i produttori dei Raee ne sono solo i detentori; pertanto, non sono soggetti ai registri di carico e scarico. Lo stesso dicasi per il Mud. Se il trasporto verso impianti o ecopiazzole è effettuato da terzi autorizzati (ad esempio sistemi collettivi) il distributore compila, data e firma il formulario e conserva le sue due copie per cinque anni. Quindi, le scritture ambientali sono quasi inesistenti. «Uno contro uno» è disciplinato dal Dm 65/2010 e dalle novità del nuovo articolo 11, commi 1 e 2. Il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 50 9 luglio 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Raee consegnato dal cittadino deve essere di tipo equivalente al "nuovo" destinato a un nucleo domestico. Il cittadino deve fornire al distributore il proprio nome, cognome e indirizzo affinché costui lo annoti in un apposito schedario di carico e scarico presente nel Dm 65/2010 e sostitutivo del registro carico/scarico. Il distributore pone il Raee in raccolta separata (raggruppamento) presso il punto vendita o un luogo risultante dalla comunicazione effettuata all' Albo gestori ambientali. Il commerciante può avviare i Raee ai centri comunali o a quelli privati autorizzati ogni tre mesi o quando raggiungono 3.500 chili. In ogni caso, il deposito non deve superare un anno. La quantità arriva fino a 3.500 chili per ciascuno dei raggruppamenti 1, 2 e 3 dell' allegato 1 al Dm 185/2007 e a 3.500 chili complessivi per i raggruppamenti 4 e 5 solo se i Raee sono ritirati da trasportatori in conto terzi. Il raggruppamento va fatto in luogo idoneo e i Raee vanno tenuti integri e separati da quelli pericolosi. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 51 9 luglio 2014 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione La tracciabilità. Fuori dalla platea del Sistri le imprese fino a 10 dipendenti Produttori e gestori chiedono cambi immediati su trasmissione e chiavette Usb. PAGINA A CURA DI Paola Ficco Il Sistri, sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti, dal 14 gennaio 2010 (data di entrata in vigore del primo decreto 17 dicembre 2009), costituisce il principale punto di attenzione dello scenario sulla gestione dei rifiuti. Le categorie imprenditoriali interessate ai suoi effetti con il tempo e i nuovi provvedimenti che si susseguono, si sono andate assottigliando. Le preoccupazioni sono state e sono giustificate dal fatto che il sistema, nato per sostituire, gradualmente, la gestione cartacea delle scritture ambientali (formulari, registri e Mud) per i rifiuti speciali (e gli urbani della Campania) per seguirne il percorso in tempo reale, non si è rivelato capace di assolvere a tale scopo. Nato per adempiere la tracciabilità voluta dalla direttiva 2008/98/Ce, il Sistri h a sempre sorvolato sul fatto che la direttiva non si è mai espressa per la tracciabilità informatica e meno che mai per quella dei rifiuti non pericolosi. Le criticità Nonostante i rinvii e le modifiche che hanno costellato il travagliato percorso del Sistri, le imprese non hanno ancora ricevuto le semplificazioni che richiedono fin dal 2010 a sostegno dell' operatività quotidiana sia dei produttori di rifiuti sia dei loro gestori. Ancora oggi per poter usare il Sistri occorre studiare Manuali operativi e Guide utente: una documentazione quasi monumentale, non sempre chiara né completa. Il tutto è farcito dai numerosi disallineamenti della manualistica Sistri rispetto alle norme sui rifiuti. La tracciabilità dei rifiuti è un nodo fondamentale e qualificante anche per le imprese che chiedono solo un sistema che funzioni e le aiuti. Il modo confuso e pasticciato con cui questa tracciabilità è stata ed è perseguita, invece, non è più tollerabile. Sempre a metà strada tra il tutto vero e il tutto finto tra annunci e rinvii, dalla platea dei soggetti obbligati al Sistri (Dm 24 aprile 2014) oggi sono esclusi enti e imprese con non più di 10 dipendenti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi da scavo, costruzione e demolizione; da lavorazioni industriali e artigianali; da attività commerciali, di servizio e sanitarie. Interventi strutturali Ma alleggerire la platea degli obbligati non basta: occorrono interventi più strutturali perché il Sistri si allinei alle esigenze degli obbligati. Interventi chiesti da anni e non più rinviabili, da Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 52 9 luglio 2014 Pagina 11 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione attuare subito, prima che si giunga alla soglia della partenza delle sanzioni, il 1° gennaio 2015. Basta modificare il software e i manuali operativi, dalla trasmissione asincrona dei dati all' eliminazione delle chiavette Usb, alla sostituzione delle black box con i sistemi Gps. Si aggiunge: la necessità che le schede cronologiche e di movimentazione abbiano un "format" uguale al registro di carico e scarico e al formulario e che la registrazione delle attività svolte nell' unità locale sia unificata. Senza dimenticare i numerosi nodi normativi che abbisognano di correzioni a norme contraddittorie o che spesso prevedono condotte non più esigibili. Le cose da fare La trasmissione asincrona dei dati è la più richiesta dalle imprese perché, a oggi, occorre connettersi al Sistri e inviare i dati nel momento in cui "si pone mano" ai rifiuti. Quindi, collegamenti plurimi con plurime attese di linea (carente) o complicate procedure alternative. L' impresa va posta in grado di memorizzare tutti i dati di una giornata per controllarli e inviarli tutti insieme in un unico momento. Resta un mistero la necessità delle chiavette Usb quando, da anni, si usano credenziali elettroniche. Lo stesso per le black box: una duplicazione dei sistemi Gps già usati dalle imprese di trasporto. Questa sostituzione dovrebbe arrivare entro il 24 agosto poiché citata nell' articolo 14, comma 2, Dl 91/2014 con un altro nodo gordiano: l' applicazione dell' interoperabilità. Restano irrisolti molti interrogativi a cui il ministero non risponde. I produttori iniziali fino a dieci dipendenti che trasportano i rifiuti da loro stessi prodotti: ci si chiede se devono essere iscritti al Sistri. Nel preambolo al Dm 24 aprile 2014 è citato un ordine del giorno della Camera che impegna il Governo a esentarli. Ma dopo il preambolo, il Dm nulla dispone. © RIPRODUZIONE RISERVATA. PAOLA FICCO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 53 9 luglio 2014 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Le semplificazioni. Non sono tenuti al pagamento 2014. Per gli esentati nessun contributo Nell' ultimo periodo sono intervenute alcune semplificazioni e chiarimenti: con nota del 25 giugno la Direzione generale del territorio e delle risorse idriche del ministero dell' Ambiente ha chiarito che i soggetti già iscritti a l Sistri m a c h e , c o n l e u l t i m e n o v e l l e normative, non sono più tenuti ad aderire, non dovevano versare il contributo annuale scaduto il 30 giugno 2014, anche se a tale data la procedura di cancellazione dell' iscrizione non era stata avviata o conclusa. Con tale nota il ministero rinvia a una futura comunicazione c h e d e f i n i r à p r o c e d u r e e modalità semplificate per la cancellazione dal Sistri e la riconsegna dei dispositivi (chiavetta Usb e black box). Lo scorso 23 giugno, sul portale www.sistri.it è stata pubblicata la nuova Guida gestione azienda che consentirà all' impresa di utilizzate l' applicativo "Gestione Azienda" disponibile nell' area riservata del sito. Le imprese potranno così effettuare da sole una serie di operazioni come la visualizzazione e variazione dell' anagrafica; la visualizzazione del report iscrizione e calcolo del contributo; la richiesta di trasferimento/chiusura dell' unità locale e di cancellazione dell' azienda e geolocalizzazione sede e unità locale. Ci sono poi una serie di operazioni relative alla chiavetta Usb e alle black box che però dovrebbero essere eliminate a breve, come previsto dall' articolo 14 Dl 91/2014. Figura anche un'"Area pagamenti" divisa nelle sezioni "contributi annuali" e "lista pagamenti". Nella prima sezione viene visualizza la lista dei contributi annuali già richiesti e di quelli da richiedere; per i primi occorre posizionarsi sul tasto "report" per visualizzare/salvare il documento Pdf con il dettaglio della pratica; per i secondi il tasto d' interesse è "inserisci pagamento". In tal modo sarà avviata la pratica che determina il contributo dovuto. Nella sezione "lista pagamenti", invece, sono presenti tutte le comunicazioni di avvenuto pagamento registrate sul Sistri. Contengono i dettagli relativi a: importo; modalità di pagamento (conto corrente postale); data e pratiche associate. La geolocalizzazione dell' unità locale non incide sull' indirizzo della sede, che rimane quello iscritto nel Registro imprese. L' operazione consente di verificare su mappa la posizione della propria unità locale e, se del caso, modificarla. La modifica ha effetto solo sulle coordinate geografiche associate per il calcolo dei percorsi. Per modificare la posizione è possibile trascinare la bandierina sul punto Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 54 9 luglio 2014 Pagina 11 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione desiderato oppure inserire il nuovo indirizzo compilando gli appositi campi del riquadro presente sulla destra della schermata e cliccando su "Cerca". Il tutto si salva cliccando su "Salva Posizione". Con riferimento alla regione Campania, l' articolo 5, comma 1 del Dm 24 aprile 2014 dispone che se l' impianto di destino dei rifiuti urbani prodotti in Campania è ubicato in un' altra regione, il suo gestore, non essendo obbligato al Sistri per questa tipologia di rifiuti, controfirma la scheda Sistri all' atto dell' accettazione presso l' impianto. La relativa applicazione tecnologica è stata resa disponibile dal 12 giugno. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 55 9 luglio 2014 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione La cessione del veicolo. Tra imprese iscritte all' Albo e al sistema. Possibile trasferire la black box Con la circolare 5 novembre 2013, protocollo 1192/Albo/Pres, l' albo nazionale gestori ambientali ha dettato le procedure da seguire per la cessione (compravendita, usufrutto, locazione senza conducente, comodato senza conducente) della disponibilità degli autoveicoli tra imprese iscritte all' albo e al Sistri, quando le parti sono concordi nel mantenere la black box già installata. L' impresa che cede la disponibilità degli autoveicoli deve dichiarare all' albo, all' atto della richiesta di cancellazione del mezzo e di riconsegna della chiavetta Usb, di mantenere la responsabilità della black box installata. Questa sarà detenuta in comodato sino alla presentazione all' albo della domanda di incremento dell' autoveicolo effettuata dall' acquirente entro 60 giorni dalla domanda di cancellazione. Dopo questo termine l' impresa cedente deve disinstallare la black box. Sistri modifica il numero dei veicoli iscritti e personalizza il dispositivo aggiuntivo. Accertato il pagamento del contributo spedisce i dispositivi Usb alla Sezione regionale dell' albo, dove l' impresa li ritirerà. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 56 9 luglio 2014 Pagina 12 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Osservatorio congiunturale. Gelate le previsioni ottimistiche del Cresme Nel 2015 nuova perdita del 2,4% Ance: nel 2014 un calo del 2,5% Buzzetti: «Servono subito progetti cantierabili per almeno 5 miliardi» Alessandro Arona ROMA Nessuna ripresa nel 2014 per il settore delle costruzioni. L' Osservatorio congiunturale Ance, presentato ieri a Roma, gela le ottimistiche previsioni del Cresme delle settimane scorse (+0,2% a fine anno sul 2013): secondo il Centro studi dei costruttori, infatti, nel 2014 gli investimenti in costruzioni in valori reali scenderanno di un altro 2,5%, dopo il 6,9% perso nel 2013. L' Ance conferma numero per numero le previsioni della congiunturale di dicembre: 9,2% degli investimenti in nuove case nel 2014, +3,0% nel recupero residenziale, 4,3% nel non residenziale privato, 5,1% nelle opere pubbliche. Il settore torna così, a parità di potere di acquisto, ai valori reali del 1967, con una perdita dal 2008 al 2014 del 31,7% (58% le nuove abitazioni, +20% il recupero residenziale, 36% il non residenziale privato, 48% le opere pubbliche). Per il prossimo anno (il 2015) l' Ance prevede inoltre investimenti giù di un altro 2,4% reale «a legislazione vigente»: si sottolinea infatti che nel Bilancio dello Stato 2014 c' è ancora una volta un taglio sul fronte delle infrastrutture (10,9%), mentre aumentano le spese correnti (+2,8%). Dal 1990 a oggi +34% per le spese correnti e 47,5% per spese in conto capitale (di cui in particolare 66% nelle risorse per le infrastrutture). Secondo l' Ance ci sono miliardi di euro di risorse statali per le infrastrutture inutilizzate o bloccate: 3,8 miliardi per le scuole, 1,6 miliardi per il rischio idrogeologico, 12 miliardi di opere "incompiute", 50 miliardi in ritardo su piani Ue e Fsc 20072013 da spendere entro il 2015. «Se ci sono questi fondi dice il presidente Ance Paolo Buzzetti vanno spesi subito. Questo settore ha pagato la crisi con 14mila fallimenti e 522mila occupati in meno (26%)». L' Ance propone allora di trovare progetti subito cantierabili su cui spendere almeno 5 miliardi di euro entro il 2015. Con questa spesa certa, l' Ance stima che gli investimenti effettivi in costruzione nel 2015 possano schizzare al +18,6% reale, trainando tutta l' edilizia verso una ripresa del 2,3%. L' Ance riconosce lo sforzo di «un governo dice Buzzetti che finalmente vede l' importanza dell' edilizia per la ripresa» (nei giorni scorsi l' esecutivo Renzi ha annunciato il finanziamento di 20.845 progetti per le scuole, per un miliardo di euro, e oggi presenterà la task force per sbloccare gli interventi contro il dissesto idrogeologico). «Purtroppo però dice Buzzetti la situazione è ancora di profonda Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 57 9 luglio 2014 Pagina 12 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione crisi, e bisogna che gli investimenti pubblici siano messi fuori dai vincoli del Patto di stabilità e, ora, con la presidenza italiana della Ue, abbiamo un' occasione assolutamente favorevole». Il nodo è anche il Patto di stabilità interna di Regioni ed enti locali. L' Ance ha spiegato che in alcune Regioni del Sud (Molise, Puglia, Calabria, Basilicata, Campania) la spesa prevista nel 2015 per i fondi europei 200713 (ultimo anno utile) e fondi coesione (ex Fas) coprono già tra il 62 e il 99% del tetto del Patto interno, dunque di fatto è impossibile spenderli, perché significherebbe rinunciare a spese essenziali come stipendi o trasporto locale. Il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, presente all' Ance, ha confermato che «il governo sta lavorando affinché gli investimenti in alcuni settori come l' edilizia scolastica e la difesa del suolo possano essere esclusi dal Patto di stabilità interno». Lupi ha detto di condividere l' approccio dell' Ance di utilizzare meglio le risorse che ci sono, e anzi ha spiegato che il suo Ministero, già con il Dl 69/2013, opera in questa direzione. Il Ministro ha poi confermato che si va verso il decreto legge SbloccaItalia a fine luglio, che avrà circa 1,9 miliardi di euro e dove oltre alle grandi opere si tornerà a dare attenzione ai programmi Anas e Rfi per manutenzioni e piccole opere. L' Ance ha poi ricordato che su 19 miliardi di euro di debiti arretrati della Pa verso le imprese di costruzione, 7,5 miliardi sono stati pagati, 0,5 lo saranno a breve, ma 11 miliardi restano senza soluzione. Allarme dell' Ance anche sulla tassazione sulla casa: dopo i 22 miliardi dell' Imu nel 2012, scesi a 18 nel 2013, quest' anno con ImuTasi si stima di risalire al record di quasi 25 miliardi di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA. ALESSANDRO ARONA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 58 9 luglio 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Il caso. Gli enti locali devono individuare le aree di formazione e i magazzini. «Speciali» esclusi dal prelievo Le problematiche che più frequentemente investono gli operatori economici, in materia di prelievo sui rifiuti, riguardano la produzione di rifiuti speciali e il recupero dei rifiuti assimilati agli urbani. Sotto il primo profilo, si segnala la novità introdotta con il decreto legge 16/2014 nella disciplina della Tari. Si dispone, in particolare, c h e i Comuni, con regolamento, debbano individuare le aree di formazione dei rifiuti speciali e i magazzini di materie prime e prodotti finiti ad esse «esclusivamente e funzionalmente collegati», ai quali la tassa non s i a p p l i c a . S i t r a t t a d i u n a previsione chiaramente innovativa, considerato che, secondo la consolidata giurisprudenza della Corte di cassazione (tra le molte, sentenza 19720/2010), nelle aree adibite a deposito non si formano di regola rifiuti speciali ma solo i rifiuti derivanti dalla presenza dell' uomo. Quanto ai criteri di individuazione delle aree di formazione dei rifiuti speciali, si ritiene che il regolamento comunale non possa aggiungere nulla ai principi stabiliti dalla legge. Ne deriva che, una volta adottato il regolamento di assimilazione qualitativa e quantitativa dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, tutte le superfici dove si producono prevalentemente rifiuti speciali sono ope legis esclusi dalla tassa. Il regolamento comunale ha invece spazio per intervenire sulla delimitazione dei magazzini esclusi dalla Tari. Si potrebbe ad esempio prevedere che l' esonero competa solo alle aree fisicamente contigue alle aree di produzione dei rifiuti speciali, destinate esclusivamente allo stoccaggio temporaneo delle materie prime o dei prodotti finiti derivanti dalle suddette aree di lavorazione. Occorrerà quindi esaminare con attenzione le delibere comunali. Si è peraltro dell' avviso che anche in assenza di una previsione regolamentare la norma trovi comunque applicazione, poiché si è di fronte ad un obbligo del Comune. In tale eventualità, la conseguenza più probabile sarà la domanda di disapplicazione del regolamento illegittimo, in sede di contenzioso tributario, con richiesta al giudice di decidere in ordine alla effettiva estensione delle superfici esenti. Sempre in tema di rifiuti speciali, la normativa della Tari conferma che l' esonero delle superfici compete a condizione che il contribuente dimostri l' avvenuta gestione degli stessi in conformità alla normativa vigente. Ne consegue che il Comune ha diritto di richiedere, a consuntivo di ogni anno, entro un termine stabilito in regolamento, la documentazione comprovante l' effettivo conferimento dei rifiuti Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 59 9 luglio 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione speciali a soggetti abilitati. Anche il recupero dei rifiuti assimilati richiede l' esame del regolamento comunale. La riduzione della parte variabile è un diritto del contribuente, sebbene la relativa disciplina sia rimessa alle deliberazioni comunali. La ragione è da ricercare nel fatto che il recupero esula dalla privativa comunale, che costituisce il fondamento del prelievo sui rifiuti. Di solito, il regolamento comunale prevede l' attribuzione dello sconto a consuntivo dell' anno, previa presentazione della documentazione comprovante l' avvenuto recupero (contratti, fatture, Mud, eccetera). © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 60 9 luglio 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione La Tari. Triplo criterio di calcolo con variazioni comunali L' amministrazione può rivedere gli indici di produttività dei rifiuti. PAGINA A CURA DI Luigi Lovecchio A partire da quest' anno le imprese devono fare i conti con la Tari, il nuovo prelievo sui rifiuti che ha preso il posto della Tares. La Tari è stata istituita con la legge 147/2013 (legge di stabilità 2014) e ripropone nei tratti essenziali la disciplina della Tares. Chi deve pagare Sotto il profilo dei soggetti passivi non è cambiato nulla. È tenuto al pagamento chi occupa o detiene gli immobili, a prescindere dal titolo al quale ciò avviene. In caso di utilizzo non superiore a sei mesi, la tassazione avviene solo in capo al possessore, sulla base della destinazione d' uso posta in essere dall' utilizzatore. Le scadenze sono definite dai Comuni. La superficie di riferimento resta quella calpestabile. Il passaggio al criterio dell' 80% della superficie catastale per le unità immobiliari a destinazione ordinaria avverrà solo a partire dal primo gennaio dell' anno successivo a quello di avvenuto allineamento delle banche dati catastali con le banche dati comunali. A tale scopo, l' agenzia delle Entrate emanerà un apposito decreto. L a tariffa Alcune novità sono previste per i criteri di determinazione delle tariffe. Il criterio classico continua ad essere rappresentato dal Dpr 158/1999, che pure costituiva il metodo di riferimento della Tares. In alternativa, è possibile determinare le tariffe sulla base di appositi indici qualitativi e quantitativi, in conformità alla metodologia indicata nell' articolo 65, decreto legislativo 507/1993, ai fini della vecchia Tarsu, in realtà, scarsamente applicata dai Comuni. Resta infine la possibilità di istituire una tariffazione di tipo corrispettivo, nei Comuni che hanno attivato sistemi di misurazione puntuale dei rifiuti conferiti. Con il Dl 16/2014, è stata inoltre introdotta la possibilità di applicare rilevanti correttivi alla metodologia di cui al Dpr 158, limitatamente alle annualità 2014 e 2015. È infatti consentito modificare gli indici di produttività dei rifiuti delle categorie economiche, elevando i limiti inferiore e superiore sino al 50%. Questa innovazione è stata pensata per evitare brusche variazioni nel prelievo nei Comuni che passano dalla Tarsu al metodo normalizzato. Al fine quindi di rendere graduale il passaggio da un sistema all' altro, si è legittimata la possibilità di intervenire sui valori degli indici di produttività, senza la necessità che il Comune si procuri adeguati lavori istruttori. Con riferimento inoltre alla quota fissa delle utenze domestiche, è possibile, in deroga al Dpr n.158, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 61 9 luglio 2014 Pagina 13 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione utilizzare quale criterio di riparto tra i singoli utenti la sola estensione dei locali tassabili, senza tener conto del numero degli occupanti. Queste metodologie sono destinate ad essere superate dall' approvazione di un nuovo regolamento tariffario da parte del ministero dell' Ambiente che avrebbe dovuto essere emanato entro la fine di giugno scorso. Niente nuove dichiarazioni In linea di principio, non occorre presentare nessuna nuova dichiarazione ai fini della Tari, poiché in sede di prima applicazione trovano conferma le superfici già definite ai fini dei precedenti prelievi sui rifiuti. In caso di recupero dei rifiuti assimilati agli urbani da parte degli operatori economici, spetta una riduzione proporzionale alle quantità recuperate, determinata nel regolamento comunale. La riduzione opera solo sulla parte variabile della tariffa. Restano inoltre escluse dalla tassazione le superfici dove si formano in via prevalente rifiuti speciali. A tale scopo, in mancanza di un nuovo provvedimento dell' Ambiente sui criteri di assimilazione dei rifiuti, continua ad applicarsi la delibera interministeriale del 1984. In presenza di produzione promiscua di rifiuti, in parte assimilati e in parte speciali, sulle medesime superfici è confermata la possibilità per i Comuni di determinare con regolamento le percentuali forfettarie di abbattimento della superficie imponibile, in funzione delle diverse categorie di attività. Per le nuove occupazioni oppure per le variazioni di quelle preesistenti verificatesi nel corso di quest' anno la denuncia dovrebbe essere presentata entro la fine di giugno 2015. È tuttavia possibile che i Comuni deroghino al termine di legge, stabilendo nel regolamento della Tari una diversa tempistica. © RIPRODUZIONE RISERVATA. LUIGI LOVECCHIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 62 9 luglio 2014 Pagina 18 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione IL LIBROPROGRAMMA. No Tax Area più larga e via l' Irap Nessun intervento avrà successo senza una decisa riforma fiscale. Pubblichiamo due stralci del secondo capitolo «Una scossa per l' economia», tratto dal volume di Corrado Passera, Io siamo (Rizzoli), da oggi in libreria. Corrado Passera Un nuovo fisco per la crescita Anche un intervento così ambizioso come quello presentato fin qui non potrà produrre tutti i risultati previsti se non si affianca a una decisa riforma fiscale. Prima di tutto bisogna semplificare, come occorre in t u t t i i r a p p o r t i f r a c i t t a d i n o e pubblica amministrazione: c h i u n q u e d e v e p o t e r compilare la denuncia dei redditi (o conoscere l' importo delle tasse comunali, l ' u l t i m o scandalo di un fisco punitivo e inetto) senza essere costretto a pagare un commercialista. E poi è necessario ridurre l' imposizione sul lavoro e premiare comportamenti virtuosi, che concorrono cioè al benessere collettivo. Quali sono questi comportamenti? Da un lato abbiamo bisogno di riequilibrare la piramide, anzi ormai l' anfora, delle età: occorrono giovani per compensare l' aumento degli anziani. Dunque un obiettivo da raggiungere, come già detto, è sostenere molto di più le famiglie con figli, e credo che sia uno degli interventi più utili che si possano proporre. Per agevolare questo, sul versante dei redditi famigliari, il fisco dovrà aiutare chi fa figli, anche rivedendo l' intreccio a volte incomprensibile delle detrazioni attuali. Come? Aumentiamo la No Tax Area (cioè la soglia sotto la quale non si pagano imposte sul reddito) per i nuclei famigliari con reddito inferiore a un certo tetto, in funzione dei membri a carico: fino a 8000 euro aggiuntivi per ogni figlio minorenne o altro famigliare non autosufficiente a carico. A regime, si potrebbero far affluire circa 20 miliardi a sostegno delle famiglie italiane. A quelle che non raggiungono il livello della No Tax Area bisognerebbe dare un vero e proprio contributo in denaro, anche utilizzando i fondi improvvidamente sparsi a pioggia dal governo Renzi nel 2014 (gli sbandierati 80 euro). Dall' altro lato, le imprese sono la fonte della crescita e dell' occupazione, e oggi in Italia sono soggette a un fisco soffocante. Servono misure per dare sollievo fiscale alle aziende che crescono e per rendere più attraente l' Italia agli occhi degli imprenditori italiani e degli investitori internazionali. Abbiamo bisogno di aziende che assumano, investano e puntino sull' innovazione: quindi è opportuno, come abbiamo già visto, che il fisco conceda per esempio crediti di imposta strutturali (cioè permanenti) su investimenti e spese in ricerca e sviluppo, utilizzando fino a 15 miliardi di euro di fondi strutturali Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 63 9 luglio 2014 Pagina 18 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione europei. Ma non basta. Dimezziamo l' imposta sul reddito delle società. L' Ires vale circa 32 miliardi l' anno e pesa per il 27,5 per cento sulle aziende: dimezzarla non vuol dire soltanto mettere a disposizione delle aziende risorse perché possano patrimonializzarsi e investire, ma renderebbe molto più attraente l' Italia per chi vuole fare impresa. In questo modo togliamo la scusa principale a chi porta in Inghilterra o in Olanda la sede delle proprie aziende. E dal punto di vista, fondamentale, delle coperture: per dimezzare l' Ires non è necessario andare in cerca di altre risorse, ma basta eliminare quella congerie di incentivi vari e contributi a fondo perduto che le Regioni ancora distribuiscono in tutta Italia. Poi, naturalmente, c' è la questione dell' Irap, l' imposta regionale sulle attività produttive della quale da tempo imprese e professionisti chiedono l' abolizione. L' obiettivo finale deve proprio essere quello di eliminarla, ma intanto abbattiamola del 30 per cento. Questa misura potrebbe portare ossigeno per 8 miliardi nelle casse delle imprese e dei professionisti. Anche alle partite Iva precarie, e non solo alle aziende, deve però andare la nostra attenzione: queste persone hanno retribuzioni normalmente molto minori dei lavoratori dipendenti, ma versano il 28 per cento di contributi previdenziali alla gestione separata Inps (in prospettiva addirittura il 33), soldi che servono per pagare oggi le pensioni a lavoratori con più garanzie e sicurezze. Abbattiamo di un quarto questi contributi, portandoli al 21 per cento. Un milione di persone, con le loro famiglie, avranno ossigeno per respirare. Forza d' urto e visione generale A pensarci, mettere subito in campo la bellezza di 500 miliardi non è la cosa più difficile del programma contenuto in questo libro. Prendiamo per esempio l' ultimo settore toccato, quello delle privatizzazioni. Nel novembre 2013, a Genova, i lavoratori dell' azienda dei trasporti hanno paralizzato per cinque giorni la città per protestare contro l' ipotesi di una futura e parziale privatizzazione dell' azienda, arrivando allo scontro fisico con il sindaco, tra l' altro di sinistra. Dunque, sostenere che gli enti locali debbano vendere tutte le aziende a partecipazione pubblica significa mettere in conto un' opposizione agguerrita, non solo nei dibattiti televisivi o nelle aule parlamentari, ma nelle strade e nelle piazze. Lo stesso varrà al momento di proporre la chiusura di un tribunale, di un ospedale, di un' università, per non parlare della riforma dei contratti di lavoro. D' altra parte, proprio il rifiuto di affrontare i problemi più grossi per la paura di dover fare i conti con l' impopolarità, o per l' incapacità politica di parlare agli italiani e convincerli di quanto fosse necessario prendere di petto quei problemi, è la causa principale della crisi in cui siamo finiti. L' immobilismo che ci sta affondando è dunque una condanna definitiva? Di certo, da una crisi di sistema come quella italiana non si guarisce con misure tampone, con programmi dei cento giorni (mai messi in pratica, tra l' altro), con l' appiattimento sull' emergenza quotidiana, ma solo con interventi di sistema, e con una visione di sistema che compensi il dare con l' avere. Per questo, una scossa capace di mobilitare 500 miliardi, cioè risorse mai viste, è il necessario punto di partenza che, grazie agli indubbi effetti positivi non solo sull' economia ma anche sulla società e sullo Stato, mostrerà con la forza delle cose che un nuovo modo di vedere la realtà e di intervenire su di essa è possibile ed efficace. L' impatto poderoso della spallata iniziale libererà le energie necessarie per superare le inevitabili resistenze e proseguire sulla strada delle riforme di sistema. Questo libro offre la visione d' insieme che ispira le riforme economiche appena presentate, ma anche gli interventi sui vari settori dello Stato e della società senza i quali le riforme economiche non potrebbero nemmeno essere attuate. Proprio come le riforme che propone, vuole avere un effetto «liberante»: vuole concretamente liberare le energie che ci sono in Italia, e che adesso sono soffocate dalla convinzione che, comunque, questo Paese non cambierà mai. Invece l' Italia può cambiare: anche in quei settori che sembrano i più impermeabili a qualunque scossa, come l' amministrazione pubblica, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 64 9 luglio 2014 Pagina 18 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione le istituzioni, la politica. E se si può cambiare, si deve cambiare. Corrado Passera, già ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è promotore di Italia Unica © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 65 9 luglio 2014 Pagina 32 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Autonomie. Nuovi obblighi con la circolare dell' Economia 22/2014. Debiti estinguibili da tracciare Amedeo Sacrestano Il mosaico per implementare una più efficace e completa "contabilità" di tutte le Pubbliche amministrazioni si arricchisce di un nuovo tassello. La Ragioneria generale dello Stato ha, infatti, diramato il 7 luglio la circolare n. 22/2014, con la quale sono stati, sostanzialmente, introdotti due nuovi adempimenti per regioni, province (e province autonome di Trento e Bolzano), nonché comuni con più di 1.000 abitanti. Obblighi che potranno trasformarsi in opportunità o rischi, a seconda della solerzia e validità con le quali saranno evidentemente adempiuti. La novità si affianca al varo, sempre da parte del ministero dell' Economia, del decreto attuativo per la concessione della garanzia dello Stato a fronte della cessione dei crediti vantati dai fornitori della Pa. Entro il prossimo 21 luglio, enti locali e regioni dovranno comunicare all' Economia (tramite una piattaforma elettronica ad hoc) eventuali "esigenze aggiuntive" di spazi finanziari, nell' ambito del patto d i stabilità interno 2014, per estinguere i debiti di parte capitale certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2013 a fronte dell' acquisto di beni e servizi. La richiesta servirà ad orientare le politiche di bilancio prossime venture eventualmente volte ad "allentare" i vincoli del patto. L' operazione riserva, però, anche un pericolo. Gli enti che non forniranno le nuove informazioni alla scadenza prevista "minaccia" la circolare «potrebbero restare esclusi dai riparti di ulteriori spazi finanziari messi a disposizione nel corso del 2014 da futuri interventi normativi». Già che c' è, la Ragioneria chiede che vengano anche comunicati (a fini conoscitivi), l' ammontare dei debiti maturati al 31 dicembre 2013 ma che non rientrano tra quelli certi, liquidi ed esigibili, ovvero quelli per i quali è stata emessa regolare fattura di pagamento ma non sussistono ancora i presupposti alla liquidazione. Una comunicazione analoga anche qui distinguendo tra oneri di parte corrente e spese in conto capitale dovrà riguardare l' ammontare dei debiti che le regioni e le province hanno nei confronti delle altre pubbliche amministrazioni. Ovviamente, anche tutte queste ulteriori informazioni finiranno in evidenza sul sito del Ministero. Con decreto del 27 giugno, già registrato dalla Corte dei Conti e in via di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, sono state fornite le regole operative per il funzionamento della garanzia statale a fronte della cessione (alle banche) dei crediti vantati dai fornitori delle Pa verso le medesime. Questi infatti e se regolarmente "certificati" potranno essere ceduti secondo la modalità del "pro soluto", liberando da Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 66 9 luglio 2014 Pagina 32 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione ogni onere il creditore e a fronte di un modesto "sconto" per l' anticipazione. Il costo dell' operazione infatti e per come fissato proprio dal decreto 27 giugno in questione non potrà superare l' 1,90% dell' importo ceduto (tasso che si riduce all' 1,60%, per gli importi eccedenti i 50.000 euro di ammontare della cessione). Il decreto stabilisce anche come potranno avvenire eventuali operazioni di finanziamento delle Pa, a fronte di "temporanee carenze di liquidità" delle amministrazioni debitrici, alla scadenza dei termini convenuti per il pagamento (anche in tal caso, con la garanzia dello Stato). © RIPRODUZIONE RISERVATA. AMEDEO SACRESTANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 67 9 luglio 2014 Pagina 33 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Impresa in un giorno. Gestiti 200mila «dossier» Agli sportelli Cdc il pieno di pratiche Comuni e C a m e r e d i c o m m e r c i o i n partnership per offrire una guida istituzionale sicura alla semplificazione d' impresa. Al 31 m a g g i o s c o r s o l e pratiche p o r t a t e a compimento negli sportelli dedicati (Suap, Sportello unico per le attività produttive) hanno raggiunto le 200mila unità, segnando una forte crescita di trend (la metà delle pratiche è stata registrata negli ultimi 9 mesi, per un servizio partito solo nel gennaio del 2012). Tra l' altro sono sempre di più i comuni italiani che si affidano al circuito camerale per fornire servizi all' impresa: più 57% negli ultimi otto mesi. Al 23 giugno scorso, il numero di comuni che volontariamente aderiscono al Suap delle Camere di commercio gestito attraverso la piattaforma s t a n d a r d n a z i o n a l e www.impresainungiorno.it ammontava a 3.200, pari al 39,5% di tutti i comuni italiani, 306 in più rispetto al settembre 2013. «Alle imprese dice il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello deve essere riconosciuto un diritto alla semplificazione che le istituzioni hanno un vero e proprio dovere di garantire, non ultimo come antidoto alla corruzione e a tutela della trasparenza e della legalità dell' azione amministrativa». Quella dello sportello unico per le attività produttive «è la strada obbligata per cambiare pagina nei rapporti tra pubblica amministrazione e imprese» secondo Dardanello. Tra i comuni new entry dei protocolli per le imprese camerali figurano Venezia, Verona, Siracusa, Pordenone, Varese, Brescia, Matera. Con la procedura automatizzata, che costituisce l' 85% delle pratiche, il Suap camerale consente di dare avvio all' attività d' impresa in un giorno. I vantaggi effettivi sono la gestione dell' intero ciclo della pratica mediante le tecnologie della rete e l' avere standardizzate modulistica e procedure per la maggior parte degli adempimenti. In alcuni casi come in Veneto, Valle D' Aosta e Basilicata questi vantaggi raggiungono tutte le imprese grazie ad un accordo tra Regione, Anci e Camere di commercio. Una best practice che potrebbe essere adottata anche in altre regioni e che consente alle imprese di ciascun comune per la procedura più semplice di dialogare sostanzialmente con lo stesso Suap, utilizzando solo la procedura online e sulla base dei medesimi adempimenti. La riforma dello Sportello Unico per le Attività Produttive (articolo 38 del Dl 112/2008 e Dpr 160/2010) ha mantenuto l' attribuzione al Comune della funzione di Sportello unico. Al 16 giugno scorso i comuni accreditati presso il Mise e con Suap operativamente autonomi erano Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 68 9 luglio 2014 Pagina 33 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione 4.802; i comuni che, in delega o convezione, operano con la locale Camera di commercio risultavano 3.200 (il 39,5% del totale), mentre 99 sono i comuni cosiddetti "silenti", ovvero quelli che non hanno fornito informazioni circa la gestione del servizio. N. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 69 9 luglio 2014 Pagina 34 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Casse private. Il calendario degli adempimenti. Professionisti, previdenza sempre più cara Aumentano i contributi soggettivi e integrativi. Luca De Stefani Chiara Zanon Contributi soggettivi ed integrativi sempre più elevati per i professionisti iscritti in ordini o in collegi con propria Cassa di previdenza. È quanto emerge dall' analisi delle dichiarazioni previdenziali, che gli iscritti devono presentate nei prossimi mesi, per dichiarare il contributo soggettivo sui redditi 2013 e integrativo sul relativo volume d' affari. Riguardo al contributo integrativo (cioè quello sul fatturato, che fino a qualche anno fa era in media del 2%), sono soprattutto i clienti dei professionisti a lamentarsi, in quanto l' incremento (anche al 5%, come accadrà dal 1° gennaio 2015 per i geometri e i periti industriali) è tutto a loro carico, anche se va detto che, solo per i lavori svolti alla Pubblica amministrazione da periti industriali e biologi, il nuovo integrativo del 4% è rimasto al 2 per cento. I periti industriali e i geometri, con l' aumento dell' integrativo dal 4% al 5% dal 1° gennaio 2015, saranno i primi professionisti ad adottare la misura massima prevista dall' articolo 8, comma 3, decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103. Per i geometri, però, l' aumento non scatterà per i lavori prestati per la Pubblica amministrazione. Per il contributo soggettivo, cioè quello sul reddito le aliquote (che fino a qualche anno fa erano in media al 10%) arriveranno in alcuni casi al 19%, come accadrà ai veterinari nel 2025 (18% per i periti industriali nel 2019 o 15% per i biologi dal 2017). Percentuale che, rispetto al passato, riduce dal 17% (27%10%) al 10% (29%19%) la differenza con la gestione separata dell' Inps, prevista per i professionisti senza una specifica Cassa o un' altra forma di previdenza obbligatoria. Infatti, anche se l' aliquota del 27% (al netto dell' ulteriore incremento dello 0,72%), applicabile ai titolari di partita Iva per il 2013 e per il 2014, passerà al 30% nel 2015, al 31% nel 2016, al 32% nel 2017 e al 33% dal 2018, va considerato che questi lavoratori autonomi non sono soggetti al contributo integrativo e possono contrattualmente addebitare in fattura il 4% del loro particolare "soggettivo", facendo così ridurre il loro onere contributivo sul reddito professionale dal 33% (previsto dal 2018) al 29 per cento. Nella tabella a lato sono state indicate, per tutte le Casse private, le aliquote contributive, i massimali imponibili, le scadenze previste per il pagamento del saldo 2009 e per l' invio delle comunicazioni. Non sono indicati gli assistenti sociali, i tecnologi alimentari, i consulenti in proprietà industriale, le ostetriche, i tecnici di radiologia, le guide alpine, cioè tutti i professionisti, che non hanno ancora una propria Cassa Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 70 9 luglio 2014 Pagina 34 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione di previdenza privata, pur essendo iscritti ad un ordine o ad un collegio riconosciuto. Vediamo alcune professoni in dettaglio. Avvocati Per gli avvocati, dal 2013 il contributo soggettivo è passato dal 13% al 14%, aumento che ha inglobato il contributo modulare obbligatorio. Dottori e ragionieri Il contributo soggettivo minimo per i dottori commercialisti, pari all' 11% sui redditi professionali netti prodotti negli anni 2011 e 2012, è stato portato al 12% per i redditi prodotti dal 2013. Per i ragionieri, invece, le percentuali del contributo soggettivo, che per i redditi del 2012 erano, a scelta dell' iscritto, tra l' 8% e il 15%, sono passate per il 2013 da un minimo del 10 ad un massimo del 20 per cento. Dal 1° gennaio 2014, queste aliquote aumenteranno, ogni anno, di un punto, fino al raggiungimento del 15%, per l' aliquota minima, e del 25%, per quella massima. Dai redditi del 2013, poi, è stato aumentato il contributo soggettivo supplementare dello 0,25%, passando dallo 0,50% allo 0,75 per cento. Consulenti del lavoro Dal 1° gennaio 2013 il contributo integrativo dei consulenti del lavoro è stato aumentato dal 2% al 4% del volume d' affari. Anche in assenza di fatturato, inoltre, è richiesto comunque un contributo integrativo minimo di 300 euro, che va pagato entro il 16 settembre 2014. Periti industriali Il contributo integrativo dei periti industriali è aumentato dal 1° luglio 2012 dal 2% al 4% sul volume d' affari, mentre è rimasto del 2% solo per i lavori effettuati verso la Pubblica amministrazione. Per i redditi del 2013, il contributo soggettivo dei periti industriali è stato aumentato dall' 11% al 12% ed è previsto che salirà di un punto ogni anno, fino ad arrivare al 18% nel 2019. A detta dell' istituto, quest' anno saranno previste sanzioni per chi invierà il modello in forma cartacea o via fax, al posto della procedura telematica. © RIPRODUZIONE RISERVATA. LUCA DE STEFANI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 71 9 luglio 2014 Pagina 4 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Il premier: basta signor no. Ecofin, ok agli obiettivi italiani. Riformato il titolo V. Apertura Pd a M5s. Renzi: riforme in Italia e Europa Errani, condannato, si dimette. Assolto Pier Silvio Berlusconi. Apertura del Pd al Movimento 5 stelle, approvazione del nuovo titolo V della Costituzione. Non proprio la giornata della svolta, ma di certo una giornata significativa, quella di ieri, sul fronte delle riforme. Avanti con le riforme, dunque. Del resto, il premier Matteo Renzi ieri e tornato a ribadirne l' importanza. «Basta con i signori no, l' Italia vuole essere leader e dettare linea e agenda delle riforme per creare lavoro e speranza, non parlare di limiti e vincoli». Così, il presidente del consiglio, i n t e r v e n e n d o d a V e n e z i a , precisamente, dal forum Digital Venice, ha ribadito che le riforme, in Italia e in Europa, «sono addirittura vitali». Il richiamo all' Europa è inevitabile visto che l' Italia detiene la presidenza della Commissione Ue. «Il ruolo dell' Ue non è quello di associazione di limitazioni ma quello di essere uno spazio di libertà», ha spiegato Renzi, aggiungendo: «Dobbiamo rendere civile e più bella la globalizzazione, se invece parliamo solo di limiti, di vincoli e di dossier burocratici che dividono i paesi perdiamo un' opportunità». Renzi ha chiarito che «la nostra ambizione è diventare leader dei cittadini. Se l' Italia cambia può essere leader nei prossimi 20 anni. Il problema dell' Italia è l' Italia», ma «l' Italia ha una grande occasione: smetterla di piangersi addosso e provare concretamente nei mille giorni che verranno a cambiare faccia, anzi interfaccia. Faremo le riforme che abbiamo promesso a livello istituzionale». I temi del rigore e della crescita sono stati affrontati anche dal ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan. «In Europa c' è pieno accordo sul fatto che il modo per aumentare la crescita, qualcosa di cui tutti hanno bisogno compresa la Germania, è attraverso le riforme strutturali», ha detto il ministro prima di presiedere il primo Ecofin del semestre italiano. Più in generale, ha detto, il governo italiano è «sulla stessa linea del governo tedesco», e c' è sintonia fra il premier Matteo Renzi e la cancelliera Angela Merkel così come fra lo stesso Padoan e il collega Wolfgang Schaeuble. «Weidmann», ha aggiunto Padoan, riferendosi al presidente della Bundesbank che la scorsa settimana aveva criticato le posizioni italiane sulla flessibilità, «non fa parte del governo tedesco». «Il Consiglio supporta gli obiettivi indicati dalla presidenza italiana di sostenere la crescita e l' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 72 9 luglio 2014 Pagina 4 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione occupazione, in uno sforzo comune di riforma» e ancora concorda nel «fare il miglior uso della flessibilità che è già inclusa nel patto d i stabilità e crescita». Praticamente, in questa breve sintesi contenuta nel documento finale dell' Ecofin di Bruxelles si trova il sostegno dei ministri dell' Economia Ue agli obiettivi portati dal ministro Padoan. Sulle riforme c' è da registrare il riavvicinamento tra Pd e Movimento 5 stelle sulla legge elettorale. «Abbiamo finalmente ottenuto le risposte alle domande che avevamo posto. Adesso manderemo una lettera, punto per punto. Poi faremo un incontro, la prossima settimana», ha annunciato il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini. «Siamo disponibili a confrontarci dentro l' impianto che abbiamo voluto dare alla legge elettorale, cioé una legge elettorale che determini chi vince e chi perde alle elezioni, che garantisca la governabilità e che consente ai cittadini di scegliere», ha aggiunto. Nelle cose da appuntare sulle riforme c' è l' approvazione in commissione Affari costituzionali del senato di un emendamento dei relatori che riscrive l' articolo 117 della Costituzione, che definisce le competenze legislative di Stato e Regioni. Rispetto al ddl del governo, l' emendamento conferma l' abolizione delle materia di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Inoltre il ddl del governo riportava in capo allo Stato una serie di materie, che anche l' emendamento conferma: ambiente, beni culturali e turismo; norme generali sul governo del territorio e coordinamento della protezione civile; produzione, trasporto e distribuzione dell' energia; infrastrutture strategiche e grandi reti. Tuttavia l' emendamento dei relatori precisa che su queste materie le Regioni hanno competenza per gli aspetti «di interesse regionale». In particolare sono portate in capo alle Regioni le competenze su «programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali; promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese e, salva l' autonomia delle istituzioni scolastiche, in materia di servizi scolastici, istruzione e formazione professionale, promozione del diritto allo studio, anche universitario; disciplina, per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della valorizzazione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici; valorizzazione e organizzazione regionale del turismo; regolazione, sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale, delle relazioni finanziarie tra gli Enti territoriali della Regione per il rispetto degli obiettivi programmatici regionali e locali di finanza pubblica». Nessun cambiamento al calendario delle riforme dalla Conferenza dei capigruppo del Senato che si è riunita ieri: l' aula è convocata per questa mattina alle 9.30 ma non è da escludere un' ulteriore battaglia sui tempi. Le opposizioni chiedono infatti un periodo «congruo» per poter esaminare gli emendamenti.Gia' ieri un gruppo trasversale, tra Pd, Sel ed ex M5S, ha annunciato una lettera per chiedere che passi una settimana fra la conclusione dei lavori in commissione e l' esame dell' assemblea per dare tempo a tutti i senatori di conoscere i temi delle riforme. Non è escluso che questa mattina in aula si chiederà piu' tempo per la commissione, anche vista ieri l' assenza di Roberto Calderoli, colpito da un malore, ed un rinvio a giovedi'. Non solo, con ogni probabilità, c' è chi osserva, si andrà a martedì. «Domani (oggi per chi legge, ndr) l' aula resta confermata. Poi vediamo il lavoro della commissione», ha detto il ministro Maria Elena Boschi al termine della conferenza dei capigruppo. Vasco Errani si è dimesso da presidente della Regione EmiliaRomagna in seguito alla sentenza emessa dalla Corte d' appello di Bologna che lo ha condannato per falso ideologico nel processo «Terremerse». «È un momento di amarezza», ha scritto Errani in una nota, «ma per prima cosa non parlo di me. Parlo della Regione, perché il mio compito è tutelare l' istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di esempio a tanti che è questa EmiliaRomagna». Ha proseguito Errani: «Quanto subisco io personalmente non diventi fango per l`istituzione. Per questo ha continuato intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 73 9 luglio 2014 Pagina 4 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione specifico. Piena innocenza». La segreteria del Pd ha invitato Errani a ritirare le dimissioni. La Corte d' Appello di Bologna ha condannato Vasco Errani con l' accusa di falso ideologico nel processo che lo vede coinvolto in quanto presidente della Regione EmiliaRomagna per un finanziamento di un milione di euro concesso alla cooperativa agricola «Terremerse» gestita all' epoca dei fatti dal fratello Giovanni. Il processo vedeva il presidente della Regione EmiliaRomagna imputato per falso ideologico in atti pubblici. In primo grado, Errani era stato assolto con la formula «perché il fatto non sussiste». I giudici della seconda sessione penale del Tribunale di Milano hanno in parte assolto e in parte dichiarato la prescrizione nei confronti del vice presidente di Mediaset, Piersilvio Berlusconi, accusato di frode fiscale nell' ambito del processo Mediatrade. La procura aveva chiesto la condanna a tre anni e due mesi. Assolto anche Fedele Confalonieri. Il processo è una costola di quello Mediaset che ha portato alla condanna definitiva di Silvio Berlusconi. Il collegio giudicante ha stabilito il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste per l' accusa di frode fiscale dal 2006 al 2009. Gli imputati del processo erano accusati a vario titolo dei reati di frode fiscale e riciclaggio. © Riproduzione riservata. EMILIO GIOVENTÙ Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 74 9 luglio 2014 Pagina 5 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Che ha fatto la legge sulla parità scolastica. Lo dice il sottosegretario alla PI, Toccafondi. Fassina contro Luigi Berlinguer Polemica sull' esenzione Imu a Tasi per le scuole private. L' esenzione Imu e Tasi alle scuole private, per la maggior parte cattoliche, stabilita da un decreto del ministero del Tesoro ed emersa nei giorni scorsi, ha fatto indignare Stefano Fassina, uno dei più autorevoli esponenti della minoranza del Pd, che ha parlato di "blitz politico". I sospetti sono caduti subito sul sottosegretario all' Istruzione, Gabriele Toccafondi, Ncd, storico paladino di quella battaglia, sia sul versante scuole sia su quello del Terzo settore in generale. Domanda. Sottosegretario, parliamoci chiaro, è lei l' autore della sortita? Risposta. Anche se la cosa mi ha fatto piacere, non posso intestarmi questo merito. D. E perché? R. Perché ha fatto tutto il ministero del Tesoro, dopo aver sentito i vari dicasteri per le parti che li riguardavano, dalla Salute al Lavoro. Certo, siamo stati sentiti anche noi dell' Istruzione. Anzi, mi stupisce che Fassina parta, lancia in resta, solo contro le scuole paritarie. D. Perché lo fa, secondo lei? R. Perché c' è una sinistra che continua a intendere per pubblico solo ciò che è statale: queste scuole, promosse da associazioni, parrocchie, cooperative di genitori, svolgono un servizio pubblico eccome. Il decreto del Tesoro ha semplicemente risolto un problema non più rimandabile e sanato un' incomprensibile disparità di trattamento tra scuole statali e paritarie. Senza dimenticare che lo Stato dovrebbe spendere 6miliardi e 300 milioni di euro per accollarsi l' istruzione erogata da quegli istituti se questi ultimi, piegati da questa tassazione, dovessero per assurdo chiudere. Ma non è solo questione di soldi. D. E cioè, di cosa? R. Della libertà di educazione, che è uno dei pilastri su cui si fonda un Paese civile. Quando si affrontano certi temi, da parte di tutti, ma in modo particolare da parte dei politici servirebbero più realismo e meno demagogia ideologica. Oltretutto D. Oltretutto? R. La legge sulla parità scolastica, in Italia, l' ha fatta un certo Luigi Berlinguer, che Fassina dovrebbe conoscere. Ecco, vada a lezione di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 75 9 luglio 2014 Pagina 5 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione riformismo dal professore. D. Fassina, ma non solo lui, ché anche Sel o quel che resta è sul piede di guerra, hanno eccepito che il limite di 7mila euro di rette annue per alunno, oltre il quale scatta il pagamento di Imu e Tasi, è troppo alto. Così,dicono, si privilegiano i ricchi R. Guardi quel limite viene indicato da una circolare del Tesoro emanata sotto il governo di Mario Monti, nel luglio del 2012, quando si doveva introdurre la differenziazione fra attività commerciali e non commerciali del settore non profit e quindi anche delle scuole, proprio ai fini della esenzione. Essendo 7mila euro il costo medio annuo allo Stato di uno studente di ogni ordine e grado scolastico, fu stabilito che, oltre quella cifra, ci fosse profitto e quindi ci si trovasse di fronte a un' attività commerciale. Ragionamento cristallino. E Fassina, che è un economista, ne dovrebbe convenire. D. Al non profit, inteso come mondo sociale, sull' Imu è andata peggio, un vero salasso. R. Credo che ci sia un errore materiale nel testo, i vari coefficienti per calcolare l' Imu sulla parte commerciali delle attività hanno un effetto moltiplicatore che è davvero singolare. Non era lo spirito di quel tavolo col Tesoro e gli altri ministeri, e credo che ci sarà una correzione. D. Più in generale, Toccafondi, che cosa c' è nella sua agenda di sottosegretario? R. Una delle mie priorità è abbattere quel 30% di abbandoni negli istituti tecnici e professionali. Il che significa aprire all' esterno quelle istituzioni e realizzare un' autentica alternanza fra scuola e lavoro. D. Anche perché, se un giovane fallisce in un professionale, dove va a finire? R. Esatto. Con la disoccupazione giovanile sopra il 40%, si va solo ad ingrossare il numero di quelli che non lavorano, non studiano, né si formano. D. I famosi Neet, di cui però anche lei si occupa, col fondo europeo Garanzia giovani. R. Ce ne occupiamo trasferendo i fondi alle regioni, che raccolgono progetti di recupero, attraverso i centri per l' impiego. D. Centri che non hanno mai funzionato benissimo, come ricordava spesso il premier Matteo Renzi. Lei avrebbe altre idee? R. Vorrei che quei finanziamenti, 1,5 miliardi in tre anni, fossero utilizzati anche per la prevenzione del fenomeno Neet. Nelle scuole professione e negli istituti tecnici avremmo bisogno di ammodernare i laboratori e di pagare i tutor per fare l' alternanza scuola lavoro. In questo modo, ne sono convinto, quei 30 ragazzi su 100 che ogni anno lasciano, diminuirebbero. E così i Neet. D. E invece? R. Invece la Commissione europea vincola gli interventi a giovani disoccupati da almeno quattro mesi. Speriamo di approfittare del Semestre italiano per chiedere un correttivo, ho già parlato della cosa al ministro Giuliano Poletti. D. Senta, queste esenzioni Imu sono comunque un bel risultato per voi "governisti" del Ncd, spesso bersagliati dalle ironie dei vostri excolleghi di Forza Italia, all' insegna del "che ci state a fare là". R. Infatti. Che cosa ci stiamo a fare lo si vede bene da vicende come queste, che gli elettori sapranno giudicare. © Riproduzione riservata. GOFFREDO PISTELLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 76 9 luglio 2014 Pagina 11 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Grillo ha catapultato a Strasburgo Monia Benini, ex braccio destro di Oliviero Diliberto. Una Pcd' I forma gli eurogrillini Ben 23 persone per gestire la comunicazione Ue degli M5s. Ha intitolato il suo libro: Liberarsi dalla dittatura europea. Scrutando tra le pagine più edulcorate si legge: «La vetrina luccicante dell' Europa resta quella degli ideali di amicizia, bene comune, identità di destino. Ma il negozio alle sue spalle, gestito da banchieri, carrieristi politici, logge, mafie, è pieno di merce tossica e avariata». Beppe Grillo è stato colto da entusiasmo e ha inviato l' autrice, Monia Benini, a Strasburgo, per aiutare i suoi parlamentari nel loro lavoro. Ora è tra i coordinatori dello staff, piuttosto pesante, che i 5stelle hanno messo in piedi al parlamento europeo, ovviamente a spese dei contribuenti: ma non faceva schifo il finanziamento pubblico della politica? Ben 23 persone sono state chiamate a gestire la comunicazione i s t i t u z i o n a l e d e i 1 7 parlamentari grillini. Tutte pagate (in totale, sembra, 104 mila euro al mese) da quell' Europa «tossica e avariata». La Benini, poi, è una politica di lungo corso, anche se ha solo 40 anni: è stata segretaria della federazione di Ferrara del Partito dei comunisti italiani. Quando il suo partito s' è afflosciato e i 5stelle hanno fatto boom s' è separata da Oliviero Diliberto e ha sposato (politicamente) Grillo. Per il Pdci era stata consigliere comunale a Portomaggiore, membro del consiglio d ' amministrazione di Amsefc, società pubblica che gestisce i servizi cimiteriali a Ferrara, collaboratrice parlamentare (in gergo: portaborse) del senatore comunistaitaliano Fernando Rossi, insieme al quale fondò Officina Comunista. Col disimpegno di Rossi, l' officina è diventata Movimento politico dei cittadini, poi Per il bene comune, «movimento politico di liberazione si legge nell' atto costitutivo per l' Italia e gli italiani, che subiscono l' occupazione politico, economica, militare e culturale degli Stati Uniti d' America». Ovvero quel Padese che ospita Beppe Grillo (e Gianroberto Casaleggio) nella propria ambasciata romana in occasione dei party ufficiali. Inoltre c' è da aggiungere che forse gli italiani non anelano dal desiderio di essere salvati dall' invasore americano perché Per il bene comune si presentò alle elezioni e ottenne lo 0,33%. Ma la sua factotum non si demoralizzò e scrisse un altro libro, Sterminio segreto. La tesi che viene sviluppata? I vaccini servono in realtà per controllare la crescita della popolazione in una sorta di complotto che accomuna politici, lobby variegate, multinazionali farmaceutiche e pediatri. «È iniziata una pianificazione, diversi decenni di anni fa, per arrivare a una riduzione di 3/4 della Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 77 9 luglio 2014 Pagina 11 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione popolazione mondiale attuale scrive Monia Bonini. Questo avviene con le sterilizzazioni forzate, le vaccinazioni e le inoculazioni su larga scala da parte di associazioni come quella di Bill Gates che portano all' infertilità sia maschile che femminile. Negli Stati Uniti esiste un documento scritto in diverse lingue in cui si annuncia la necessità di portare a 500 milioni di persone la razza umana. Inoltre esistono nanomateriali nascosti negli alimenti che noi mangiamo, come i corn flakes o le noccioline ricoperte da uno strato di vetro». Non solo. Anche i matrimoni gay, come i vaccini, favoriscono il decremento della popolazione e per questo la campagna a loro favore è finanziata assicura la grillina da Goldman Sachs e JP Morgan Chase, lobby finanziarie che vogliono controllare l' andamento demografico e indirizzarlo a favore del loro business. «Sintetizzo all' osso scrive su Facebook per chi vuole ottenere una massiccia diminuzione della popolazione, ovvero governi e banche potenti, anche le leggi sull' omosessualità hanno un peso enorme». Un' altra tesi cospirazionista che sta a cuore all' inviata di Grillo a Strasburgo è quella sulle scie chimiche. «La gente afferma non si deve lamentare delle alluvioni, delle frane o di altri disastri naturali. Si devono chiedere cosa succede sopra le loro teste. C' è una élite di persone e multinazionali che nel nostro Paese ha avviato una sperimentazione di modifica climatica autorizzata e pagata dai nostri soldi. Vogliono cambiare il clima inseminando le nuvole di metalli pesanti attraverso l' aerosol». Ebbene, lei si è insediata in un ufficio del parlamento europeo. Dice: «Sì, sono stata assunta dal parlamento europeo, rivesto un ruolo tecnico che è quello di coordinatrice dell' area stampa e del knowledge base, ovvero la formazione di base». Tanti auguri a coloro che lei formerà. Non tutti i parlamentari europei 5stelle l' hanno presa bene. Anche perché è diventata ultrasostenitrice dell' alleanza con Nigel Farage, che risulta indigesta ai più, e su Facebook troneggia una sua foto insieme al leader dell' Ukip, con l' annotazione: «Sta facendo una battaglia esemplare». Un ex5stelle che la conosce bene, il ferrarese Raffaele De Sandro Salvati, che fu candidato sindaco 5stelle a Cento (Ferrara) nel 2011 ed espulso da Grillo nel 2012, le ha indirizzato una lettera, finora senza risposta, in cui chiede: «Com' è avvenuta la procedura di selezione che ha portato a preferire la sua persona? Mediante pubblico concorso, valutazione di curricula, tramite nomina, altro? Gli iscritti certificati al movimento 5Stelle sono stati informati dello status delle attività di selezione concludendo con ratifica del suo incarico espressa dal voto degli stessi iscritti? Circola un documento (sino ad ora mai smentito) dove si rileva che percepirà uno stipendio netto di 4.201,41 euro al mese. Pensa di autoridurselo al fine di allinearsi agli stessi princìpi e modelli di equità applicati dai consiglieri regionali del M5S (eletti democraticamente) che percepiscono circa 25002750 euro mensili?». D' altra parte un altro stipendio d' oro (6 mila euro al mese) è quello di Claudio Messora, collaboratore dal 2009 della Casaleggio & Associati, catapultato a responsabile della comunicazione 5stelle al Senato e poi in Europa. La Benini lavorerà al suo fianco. Messora ha fatto palare di sé varie volte, l' ultima quando mise in rete un twitter contro la presidente della Camera, Laura Boldrini: «Cara Laura, volevo tranquillizzarti, se noi del blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori, tu non corri nessun pericolo». Il lupo perde il pelo ma non il vizio, ed è bipartisan. Infatti, in precedenza, aveva pubblicato sul suo blog uno scritto intitolato «Una cosetta a tre, con la Carfagna, la Gelmini e la Prestigiacomo», con tanto di scena delle tre accanto a lui, disteso nudo sul letto. Cose passate? Speriamo. Adesso lui si deve occupare dei parlamentari europei 5stelle, insieme a Monia Benini e agli altri. Del nutrito staff fanno parte anche Filippo Pittarello (altro collaboratore della Casaleggio & Associati), Margherita Pacileo (già assistente 5stelle al Senato), Magda Andreola (excandidata alle elezioni regionali in Lombardia), Emanuele Sanguineti (exassistente dell' exeuroparlamentare Susy De Martini, Forza Italia), Cecilia Arvedi (exassistente di Gino Trematerra, exparlamentare europeo dell' Unione di centro), Monia Albertini (exassistente dell' exeuroparlamentare Pino Arlacchi, Idv poi Pd). Benvenuti in Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 78 9 luglio 2014 Pagina 11 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione Europa, pentastellati. Twitter: @gponziano. GIORGIO PONZIANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 79 9 luglio 2014 Pagina 26 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Entrano nel vivo alla camera le votazioni sull' Artbonus. Ok al credito del 65% a favore della cultura Credito d' imposta del 65% (nel 2014 e 2015) e del 50% (nel 2016) per gli interventi di «manutenzione, protezione e restauro» del patrimonio artistico pubblico, nonché per il sostegno e la realizzazione di nuove strutture, il potenziamento delle fondazioni lirico sinfoniche e dei teatri senza scopo di lucro. E Cassa depositi e prestiti, insieme a banche e dicastero dei beni culturali, siederà ad un tavolo ad hoc per individuare «misure utili a garantire la sostenibilità del debito gravante sulle fondazioni liriche ed il contenimento degli oneri finanziari». Entra nel vivo la votazione, in Aula a Montecitorio, del decreto 83/2014 (Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo), nato con l' obiettivo di dare ossigeno al settore dell' accoglienza dei visitatori e della tutela artistica del nostro paese, creando anche nuove opportunità occupazionali, favorendo gli investimenti nella digitalizzazione, ammodernando gli impianti ed eliminando le barriere architettoniche; il testo, il cui esame da parte dei deputati proseguirà anche oggi, deve passare a palazzo Madama ed essere convertito in legge entro il 30 luglio, pena la decadenza. Considerata la scarsità di risorse pubbliche, pertanto, con l' articolo 1 del provvedimento si usa la leva delle agevolazioni fiscali per «premiare» i privati che decideranno di riportare all' antico splendore siti ed aree di interesse storico e culturale; un altro incentivo, poi, riguarda i vecchi cinema, giacché passa l' emendamento del Pd che estende il credito d' imposta del 30% (per il biennio 20152016) sui costi per il restauro e l' adeguamento strutturale e tecnologico delle sale a quelle esistenti almeno dal 1° gennaio 1980, e non più esclusivamente a quelle dotate di non più di due schermi, come in precedenza stabilito. Via libera, inoltre, al coinvolgimento dell' Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) nei procedimenti per stabilire le modalità di attuazione degli interventi finanziati con le risorse del decreto «Destinazione Italia» (legge 9/2014, pubblicata in Gazzetta Ufficiale nel passaggio dal governo di Enrico Letta a quello di Matteo Renzi) destinati alle amministrazioni, per valorizzare i beni in vista dell' Expo che si terrà a Milano nel 2015. © Riproduzione riservata. SIMONA D' ALESSIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 80 9 luglio 2014 Pagina 31 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Centrale unica acquisti senza scappatoie Sulla centralizzazione degli acquisti, niente da fare per i comuni non capoluogo di provincia. Infatti, in assenza di deroghe legislative, la disposizione contenuta nel decreto legge n.66/2014 che impone il ricorso ad una centrale di committenza escludendo l' affidamento diretto, deve intendersi tassativa e di carattere speciale, quindi prevalente alle disposizioni in materia contenute nel codice dei contratti pubblici. La querelle sull' obbligo di centralizzazione degli acquisti prevista dall' articolo 9 del decreto Irpef, pertanto, si completa con un nuovo tassello che giunge dal parere n. 144 rilasciato pochi giorni fa dalla sezione regionale di controllo della Corte dei conti Piemonte. Come si ricorderà la norma sopra richiamata p r e v e d e c h e i comuni non capoluogo di provincia procedono all' acquisizione di lavori, beni e servizi nell' ambito delle unioni d e i comuni, ove esistenti, ovvero costituendo un apposito accordo consortile tra i comuni medesimi e avvalendosi dei competenti uffici anche delle province, residuando lo spazio per negoziazioni dirette solo a mezzo degli strumenti elettronici di acquisto gestiti dalla Consip o da altro soggetto aggregatore di riferimento. Che il quadro sia prossimo alla paralisi è anche dato dal fatto che la norma in questione ha cancellato la deroga introdotta dalla legge di stabilità 2014 per gli acquisti inferiori a 40 mila euro spiazzando, di fatto, la maggior parte dei comuni, tenuto conto che l' obbligo sino ad oggi ha riguardato i comuni con meno di 5 mila abitanti. È pur vero (si veda ItaliaOggi di ieri) che, per sbloccare l' impasse dopo l' allarme lanciato dal presidente Anci, Piero Fassino, il legislatore si sta muovendo con una soluzione. Ovvero l' inserimento di un emendamento ad hoc, al testo di conversione di un decreto legge attualmente in discussione in parlamento (i boatos danno favorito il ddl di riforma della p.a.), che rinvii l' operatività della norma del decreto Irpef in due scadenze. La prima, al 1° gennaio del prossimo anno, per quanto riguarda gli acquisti di beni e servizi, la seconda al 30 giugno 2015 per l' acquisizione di lavori. A chiudere il cerchio, come detto, il parere della Corte dei conti piemontese che, in risposta ad una richiesta del comune di Torre Canavese (To), ha giustamente sottolineato il carattere tassativo della disposizione richiamata, non potendo ammettere deroghe a favore dell' affidamento diretto, così come previsto dall' articolo 125 del codice dei contratti pubblici. Secondo la magistratura contabile piemontese, la ratio della nuova disciplina è quella di soddisfare le esigenze di semplificazione dei centri di acquisto, inserendosi nel solco dell' indirizzo comunitario (il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 81 9 luglio 2014 Pagina 31 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione riferimento è alla direttiva Appalti 2014/24), che ha registrato nei mercati degli appalti pubblici della Ue, «una forte tendenza all' aggregazione della domanda da parte dei committenti pubblici, al fine di ottenere economie di scala». Quindi, ha rilevato la Corte, dal tenore letterale della disposizione si conferma l' aggregazione obbligatoria per i comuni non capoluogo di provincia, per le procedure contrattuali relative all' affidamento dei contratti di lavori, servizi e forniture. Non ci sono pertanto margini che possano aprire ad alcuna deroga. I comuni interessati sono tenuti a costituire la centrale di committenza nell' ambito delle unioni di comuni, ove esistenti, oppure si siedono attorno ad un tavolo e sottoscrivono un accordo consortile avvalendosi dei propri uffici. In conclusione, per rispondere al parere formulato dal primo cittadino di Torre Canavese, la Corte ha rilevato che la nuova disposizione di finanza pubblica ex articolo 9 del dl n. 66/2014, assume nell' ordinamento carattere di specialità e, quindi, di prevalenza rispetto alla norma generale ex art. 125 del codice dei contratti pubblici che, allo stato attuale, non è percorribile. ANTONIO G. PALADINO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 82 9 luglio 2014 Pagina 31 Italia Oggi Pubblica Amministrazione dal 1° ottobre. Milano lascia Equitalia Dopo 14 anni di gestione affidata ad Equitalia, il comune di Milano volta pagina e dal 1° ottobre 2014 gestirà direttamente l' attività di riscossione, volontaria e forzata, delle proprie entrate. Lo stabilisce la delibera, approvata ieri dal consiglio comunale con 35 voti favorevoli, 1 astenuto e nessun contrario. La gestione diretta del comune fa venir meno l' aggio dovuto a Equitalia, ossia la percentuale sulle somme riscosse, fissato dalla legge all' 8% a titolo di remunerazione omnicomprensiva per il lavoro svolto. L a riscossione diretta da parte del comune prevede invece solo l' addebito dei costi vivi s o s t e n u t i d a l l ' ente (indicativamente un massimo di 12 euro per atto). Anche le spese di notifica sono destinate a ridursi grazie alle notifiche tramite posta elettronica certificata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 83 9 luglio 2014 Pagina 31 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Pagamenti p.a., sconti Patto da comunicare entro il 21/7 Entro il prossimo 21 luglio, gli enti soggetti al Patto dovranno comunicare al Mef l' importo dei pagamenti che ritengono necessario escludere dai relativi vincoli per estinguere i propri debiti in conto capitale certi liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2013. Con la circolare n. 22/2014, diffusa ieri, la Ragioneria generale dello stato ha avviato un monitoraggio degli spazi finanziari, a valere sul Patto di stabilità interno, di cui necessitano le regioni e le province autonome, i comuni con più di 1.000 abitanti e le province per poter estinguere nel 2014 i debiti maturati alla fine dello scorso anno e ancora in essere. L' operazione è finalizzata a quantificare il fabbisogno complessivo per la definizione di future disposizioni normative volte ad allentare i vincoli del Patto. Si tratta, in pratica, del completamento della seconda tranche di sblocco dei debiti pregressi avviata con il dl 66/2014 e che finora ha potuto contare solo su anticipazioni di liquidità, oltre che sulle misure di smobilizzo attraverso le cessioni prosoluto garantite dallo Stato. Gli enti che hanno ancora fatture da pagare sono tenuti a comunicarlo entro il termine perentorio del 21 luglio 2014 attraverso la piattaforma telematica per la certificazione dei crediti. Attenzione, però: la comunicazione deve essere coerente con i dati già trasmessi entro lo scorso 30 aprile 2014, per cui la procedura di rifiuterà le richieste di importo superiore. Ovviamente saranno, invece, ammissibili le richieste di importo inferiore, tenendo conto dei eventuali pagamenti sostenuti fra maggio e giugno. Per adempiere, gli enti dovranno accedere all' apposita funzione che sarà disponibile sulla piattaforma dall' 11 luglio, seguendo le istruzioni operative pubblicate nella sezione guide, presente sulla home page del sistema. Al momento non sono previste sanzioni, ma la circolare avverte che gli enti inadempienti «potrebbero restare esclusi dai riparti di ulteriori spazi finanziari messi a disposizione nel corso del 2014 da futuri interventi normativi». A fini conoscitivi, inoltre, sempre entro il 21 luglio e sempre attraverso la piattaforma, dovranno essere comunicati l' ammontare dei debiti (anche di parte corrente) maturati al 31 dicembre 2013 che non rientrano tra quelli certi, liquidi ed esigibili, per i quali è stata emessa regolare fattura di pagamento ma non sussistono ancora i presupposti alla liquidazione degli stessi. MATTEO BARBERO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 84 9 luglio 2014 Pagina 32 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Lo prevede il decreto sulle semplificazioni p.a. per le grandi opere. Appalti supermonitorati Conti dedicati e solo bonifici per le ditte. Rafforzato il monitoraggio finanziario sulle imprese che partecipano ai grandi appalti. Gli aggiudicatari dovranno avere conti dedicati per i pagamenti e utilizzare solo bonifici. Previsto un prelievo dello 0,6 per mille sull' importo del contratto, che andrà a finanziare il sistema di monitoraggio. È quanto prevede l' articolo 36 del dl 90/2014 (decreto p.a. ), all' esame della camera, che interviene sulla disciplina del monitoraggio finanziario dei grandi lavori infrastrutturali (opere della ex legge Obiettivo), stabilendo che si seguano le modalità e le procedure, anche informatiche, individuate dalla delibera Cipe n. 145 del 2011 (che dovrà però essere aggiornata). La disposizione stabilisce inoltre un obbligo per le stazioni appaltanti di adeguamento degli atti generali di propria competenza rispetto alle modalità di monitoraggio indicate nella delibera n . 4 5 d e l 2 0 1 1 e a i s u o i f u t u r i aggiornamenti. Si prevede anche una opportuna disciplina transitoria per i contratti stipulati anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto legge (25 giugno 2014), consentendo l' adeguamento delle modalità di controllo dei flussi finanziari di cui alla delibera 45/2011 entro sei mesi. Come accennato, con una nuova delibera del Cipe saranno dettate le disposizioni di aggiornamento delle modalità di esercizio del sistema di monitoraggio finanziario contenute nella delibera n. 45/2011, allo scopo di dare attuazione alla norma e di recepire le indicazioni contenute nei decreti legislativi n. 228 e n. 229 del 2011 (sul monitoraggio ex ante ed ex post delle opere) e nella delibera del Cipe n. 124 del 2011. Per l' implementazione del sistema di monitoraggio finanziario viene autorizzata una spesa di 1.321.000 euro per l' anno 2014 alla cui copertura si provvede con una quota del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell' usura. Agli oneri per la gestione ordinaria del sistema, che vengono quantificati dal governo in 617.000 euro annui, si provvederà invece con le risorse derivanti da una percentuale dell' importo dei contratti, nella misura dello 0,0006 per cento, che devono essere versate dai soggetti aggiudicatari annualmente e fino alla messa in esercizio degli interventi medesimi, a decorrere dall' anno 2014. Il monitoraggio dei flussi finanziari delle grandi opere è previsto dall' articolo 161, comma 6bis del codice dei contratti pubblici (con riguardo all' uso del sistema Siope Sistema Informatico delle operazioni e degli enti pubblici) e l' articolo 176, comma 3 dello stesso codice Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 85 9 luglio 2014 Pagina 32 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione rinvia al Cipe per i dettagli attuativi e operativi. La delibera n. 45 del 2011, fra i diversi oneri, stabilisce l' obbligo istituzionale di «conti correnti dedicati», da utilizzare per tutti gli incassi e i pagamenti relativi alla realizzazione dell' opera, l' obbligo di pagamento solo tramite bonifici elettronici Sepa (Single euro payments area) e l' obbligo, per i titolari dei suddetti conti dedicati, di richiedere alla propria banca di fornire un servizio di «esito» dei singoli pagamenti e di comunicare gli estratti conto all' ente che cura il monitoraggio. Nella medesima delibera si precisa, inoltre, che le attività svolte e i risultati ottenuti sono stati utilizzati per l' elaborazione del «progetto Capaci» (Creating automated procedures against criminal infiltration in public contracts), che è stato cofinanziato dall' Unione europea e che la sperimentazione del monitoraggio finanziario prosegue in sede di attuazione del progetto Capaci, con l' obiettivo di mettere a punto alcuni applicativi informatici, tra cui in particolare quelli concernenti un sistema di warning automatico. © Riproduzione riservata. ANDREA MASCOLINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 86 9 luglio 2014 Pagina 32 Italia Oggi Pubblica Amministrazione la proposta. Autoriforma del sistema camerale Una profonda razionalizzazione del sistema camerale italiano che preveda accorpamenti di camere di commercio e aziende speciali, l' introduzione di costi standard (in grado da soli di portare risparmi a regime pari a 300 milioni), la riduzione del numero dei consiglieri. Questa in sintesi la proposta avanzata dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, in occasione dell' audizione svoltasi davanti alla I commissione affari costituzionali della camera sul «Decreto p.a.». Dardanello ha ricordato tutti i compiti assegnati dallo stato alle camere di commercio nonché quanto previsto dalla legge d i stabilità c h e i m p e g n a l e c a m e r e d i commercio a finanziare i Confidi per almeno 70 milioni l' anno per il prossimo triennio. «Le camere», ha spiegato ancora Dardanello, «versano al bilancio dello stato circa 80 milioni annui fra risparmi di spesa e imposte e che sostengono direttamente le spese delle attività sanzionatorie delegate dallo stato (circa 15 milioni di euro annui)». Il decreto 90/2014 prevede a partire dal 2015 che per ogni regione rimanga operativa una sola camera di commercio. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 87 9 luglio 2014 Pagina 38 Italia Oggi Pubblica Amministrazione venezia. Aziende tlc insieme in Europa Per la prima volta le aziende di tlc si presentano all' Ue con un documento comune, pronte a creare un tavolo di discussione europeo su un tema cruciale come quello delle reti. Ad annunciarlo, parlando a Digital Venice, di fronte anche al premier Matteo Renzi, l' a.d. di Telecom Italia, Marco Patuano. «Quello di oggi è un evento epocale: per la prima volta nella storia, le telco europee si presentano con una posizione unica all' Ue. Non è mai successo prima, siamo tutti uniti nel fare», ha detto. Patuano ha sottolineato che Telecom è stata un' azienda «collaborativa» e che lo sarà anche in futuro. «Ora c' è un documento, di una sola pagina, che rappresenta il pensiero di m o l t i d e i player a q u e s t o t a v o l o » , h a continuato, citando fra gli altri, la stessa Telecom Italia, France télécom, Vodafone e altri. Nel documento, tra le altre cose, si chiede all' Ue di supportare lo sviluppo della rete e di creare una «cornice regolatoria che favorisca gli investimenti, semplificata e amica del digitale»; di sostenere e promuovere «la riallocazione dello spettro verso le industrie della telecomunicazione». Inoltre, il documento chiede «di assicurare la cittadinanza digitale», con una digitalizzazione della p.a., superando colli di bottiglia dovuti a una mancanza di interoperabilità o portabilità dei dati e di «stimolare la creazione di lavoro», con una policy che «incoraggi gli investimenti degli operatori in Ict» e di supportare «politiche di welfare che promuovano il cambio qualitativo delle abilità richieste dal mercato del lavoro». «Nel mondo delle tlc europee servono regole uguali per tutti». Ha detto a sua volta l' a.d. di Vodafone, Vittorio Colao, «un' Europa digitale è un' Europa dinamica, capace di tornare a crescere». Secondo il top manager, «sono tre le condizioni necessarie per far sì che l' Europa ritrovi il ruolo di leader nelle tlc: un contesto normativo che incentivi e non ostacoli lo sviluppo di nuove tecnologie e servizi evoluti; regole comuni per operatori di tlc che vadano oltre l' attuale proposta in tema di net neutrality al vaglio della Commissione; l' impegno dei governi a garantire la sicurezza dei cittadini nel rispetto della loro privacy e attraverso una governance condivisa di internet». © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 88
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