GP di Spagna: Hekki come Mika
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GP di Spagna: Hekki come Mika
Il forum italiano dei tifosi McLaren Numero 3 - Anno 2008 TECNICA Il buco con il musetto intorno di jimclark Una straordinaria eco, quasi si trattasse della magia di uno stregone, ha preceduto di molti mesi il lancio della variante aerodinamica del musetto slottato nella F2008, e congetture tra le più disparate sono state riportate sulla stampa sportiva specializzata e non in relazione al miracoloso funzionamento di questo dispositivo, cui si attribuirebbero tutti i meriti della differenza di prestazione tra le formule mode- nesi e il resto del lotto. Non è possibile giungere a conclusioni definitive in relazione al funzionamento del muso o della sua interazione con l’aerodinamica dell’ala anteriore senza i risultati dei test in galleria o le visualizzazioni delle simulazioni fluidodinamiche computazionali, e pertanto l’unica cosa che si può fare è provare a giungere a qualche conclusione a partire dalle basi dell’aerodinamica, che di seguito ricordiamo. In primo luogo si può dividere il flusso subsonico intorno a un corpo in due zone: la prima e più estesa, che si estende pressoché all’intero flusso in moto relativo ad eccezione di una piccola buccia d’aria attorno al corpo, è la zona del flusso potenziale. In questa zona valgono le leggi di conservazione dell’energia, della quantità di moto, gli effetti cinetici sono gli unici rilevanti e il fluido viene modellato come né viscoso né conduttore: in altre parole questo fluido, detto per evidenti ragioni ideale o perfetto, non sarebbe in grado in teoria di scambiare azioni di forza con i corpi in esso immessi, secondo il celebre www.mclarenforum.altervista.org Copia gratuita GP di Spagna: Hekki come Mika di giorgio_deglianto Ci sono dei momenti nella storia della Formula 1 nei quali il tempo si ferma e ti sembra di rivivere gli stessi episodi a distanza di anni. Era il 1995 e stavano terminando le prove libere del GP di Australia sul circuito di Adelaide. Improvvisamente alla curva Malthouse Mika Hakkinen uscì di pista con la sua McLaren andando a schiantarsi contro le gomme. I commissari si precipitarono subito a soccorrere il pilota e lo trovarono privo sensi all’interno del proprio abitacolo: Mika perdeva tantissimo sangue dalla bocca a causa di una profonda ferita alla lingua e stava iniziando a diventare cianotico per mancanza di ossigeno. I dottori, coadiuvati dal delegato medico della FIA, il professor Sid Watkins (lo stesso che nel 1989 salvò Gerhard Berger), intervennero tempestivamente con una tracheotomia: fecero un piccolo taglio all’altezza della gola ed inserirono un tubicino di sfogo per consentire a Mika di continuare a respirare. Il trasporto all’ospedale più vicino fu immediato, ma le condizioni rimasero molto gravi: il pilota entrò in coma rimanendo per diverso tempo con la vita appesa ad un filo, salvo poi risvegliarsi pochi giorni anche grazie al continuo supporto della fidanzata Erja. Quello che è successo ad Heikki Kovalainen al ventidueesimo passaggio del Gp di Spagna 2008 è stato qualcosa di molto simile nella dinamica, fortunatamente molto meno grave nelle conseguenze. La paradosso elaborato dal fisico D’Alembert, per il quale un cilindro immerso in un fluido perfetto resta al suo posto, perché un fluido perfetto non è in grado di generare resistenza. Ciò che sappiamo con certezza è che il cilindro viene trascinato via dalla corrente, invece. Perchè? Perché quella buccia di fluido che circonda il corpo, e che prende il nome di strato sua McLaren è uscita lungo la tangente, senza sterzare minimamente andando a sbattere contro le protezioni ad oltre 240 km/h e rimanendovi incastrata. Subito sono giunti i commissari che però hanno dovuto attendere l’arrivo del trattore per sfilare la monoposto infilatasi al di sotto. Agghiacciante è stato il commento di Ron Dennis che ha ammesso di aver chiamato varie volte il suo pilota via radio senza ricevere risposta. Da subito si è capito che l’incidente era grave, perché in pista sono entrate la Safety Car e la Medical Car, un fenomeno non così comune nella Formula 1 di oggi. Infine dopo aver tirato i teloni sopra l’abitacolo della McLaren, Heikki è stato estratto, posto su una barella e condotto via. L’immagine più confortante è stato il braccio alzato da parte dello stesso finlandese. Nel frattempo l’altro pilota della McLaren Lewis Hamilton stava conducendo una gara positiva dopo essere riuscito a rimontare dalla quinta posizione, anche se dietro alle due Ferrari inarrivabili per tutti. La McLaren era la vettura con più benzina anche delle Ferrari anche se il ritmo di gara, che inzialmente era più lento di due decimi, è diventato di cinque-sei decimi a giro dopo metà gara. Ron Dennis aveva detto: giudicate la McLaren dopo la Spagna. La McLaren è la seconda forza del campionato e si trova in una situazione non molto diversa dal 2007 quando al Gp di Spagna perse nel confronto con la Ferrari. (Continua a pagina 2) limite, è quella che origina il Tutto. Nello strato limite il fluido è tutt’altro che perfetto, vi è viscosità e conduzione termica, generazione di attriti ed effetti dissipativi. Se tagliamo la buccia d’aria perpendicolarmente al corpo che ne è vestito vediamo che la velocità del fluido passa in uno strato molto ristretto da zero (l’infinitesimale straterello a contatto con (Continua a pagina 2) Pagina 2 Il buco con il musetto intorno www.mclarenforum.altervista.org - il forum italiano dei tifosi McLaren (Continua da pagina 1) il corpo) alla velocità del flusso potenziale più esterno. I forti gradienti di velocità determinano l’attrito, ovvero intervengono in maniera diretta nella genesi della resistenza d’attrito, nonché attraverso la dissipazione dell’energia contenuta nel flusso potenziale, determinano l’inspessimento dello strato limite stesso dovuto alla dissipazione energetica e il suo distacco dal corpo. Poiché questo distacco avviene in depressione rispetto alla pressione con la quale il corpo viene investito inizialmente nella sua parte anteriore, il distacco dello strato limite dà origine alla scia, e la depressione di quest’ultima alla resistenza di scia (depressione che dà conto del fatto che chi insegue in scia è capace di velocità più alte) Il perché di questo noioso richiamo spero torni utile di seguito. In primo luogo l’ala anteriore di una vettura genera deportanza più per depressione nella sua parte inferiore che per sovrapressione nella parte di sé che i tifosi possono vedere. Questa sovrapressione esiste, ma non è così ingente da determinare un decadimento così drammatico della prestazione qualora restasse confinata sotto il muso dall’assenza del buco , anche per via del fatto che la zona è tutt’atro che sigillata. Ciò che è evidente, invece, sono altre due cose:la prima, il piano superiore dell’ala della ferrari non è a ponte, come quello della mclaren, ma è svergolato lungo l’apertura e si raccorda all’estremità del musetto in maniera piuttosto raffinata. Inoltre, lo slot si apre proprio nella zona della sospensione in cui il muso cambia pendenza. In questa circostanza al fluido che scorre sopra il muso è chiesto di compiere un recupero di pressione, condizione che può favorire un incipiente distacco della scia. In una zona dal disegno così ricco di ostacoli, il fluido stanco dopo aver corso lungo il muso non accetterebbe ulteriori insulti e se ne andrebbe via per fatti suoi originando la scia e peggiorando non solo il cx della vettura, ma anche la resa del motore costretto a respirare aria stanca. Il passaggio d’aria creato a seguito dell’apertura dello slot pompa fluido veloce e ricco d’energia nello strato limite stanco rivitalizzandolo e consentendo oltretutto al motore di respirare aria fresca e giovane rendendo di più. Inoltre si potrebbe avere più di qualche beneficio in relazione alle turbolenze generate dalla fossa dell’abitacolo, e allo sforzo richiesto al collo del pilota. In altri termini, più che aumentare la downforce, sembrerebbe che il foro diminuisca la resistenza a parità di deportanza e migliorerebbe il rendimento del motore. Effetti in rettilineo più che in curva insomma… Probabilmente però il modo migliore di persuadere di queste considerazioni è una citazione di A.H.Elridge, uno degli aerodinamici della Boeing che per la Nasa ha studiato il problema (aerodinamico) del trasferimento dello shuttle da Edwards a Cape Canaveral, e che quindi a grattacapi era messo addirittura peggio di Tombasis. “ancora una volta tra le lezioni imparate, o forse riaffermate, dalla soluzione di questi problemi vi è la seguente: cercare di ottenere flussi ordinati, stazionari e possibilmente attaccati, e separazioni vorticose amiche da tutte le superfici esterne(…)RAFFINARE OGNI LINEA E’ IL MOTTO VINCENTE DI OGNI PROGETTO AERODINAMICO, e fare in modo che né recuperi di pressione sfavorevoli, né interazioni tra onda d’urto e strato limite(ma non è il nostro caso) possano compromettere il lavoro fatto.” GP di Spagna: Hekki come Mika (Continua da pagina 1) Semplicemente la Ferrari è progredita di più. La MP4/23 non è una vettura lentissima e per ammissione di Ron Dennis avrebbe potuto correre con una tattica più spregiudicata, semplicemente le mancano quei due decimi che la renderebbero uguale alla Ferrari. Inoltre la situazione è complicata dal fatto che la F.I.A. ha bloccato lo sviluppo in certe aree di lavoro. La sensazione è che sono stati fatti dei progressi sullo sfruttamento delle gomme dopo i primi GP ma ancora manca un po’ di velocità. Il mondiale comunque è lungo e con questo sistema di pun- Nel forum: sezione TEAM & PILOTI Ultimi aggiornamenti sui team e le monoposto della stagione 2008 Nel forum: sezione TEST INVERNALI 2007/2008 Ultimi commenti sui test della stagione 2008 Nel forum: sezione FORMULA1 DEL PASSATO Indietro nel tempo... teggio le vittorie non vengono premiate. Peccato per l’incidente che ha afflitto Heikki Kovalainen, dal momento che stava conducendo la gara nei punti e avrebbe potuto dare una mano alla McLaren in classifica. Un po’ di apprensione la deve aver avuta Lewis Hamilton in quei giri dietro la SC con il compagno steso sulla barella, pensando anche al terrificante incidente del Nurburgring 2007 quando l’inglese volò fuori pista con un’analoga dinamica: un bullone all’interno del cerchione aveva causato la rottura del cerchione e l’afflosciamento del pneumatico, facendo perdere aderenza alla vettura. Per il resto la gara non ha riservato grandi emozioni a parte un fuori pista di Alonso nel giro di ricognizione e un giro di Barrichello con l’alettone sotto la vettura tanto per festeggiare i 256 GP in F1, record condiviso con il solo Riccardo Patrese. Chissà se la McLaren riuscirà a chiudere il gap nei confronti della sua rivale più diretta. Pagina 3 McLaren, tre soste per un secondo posto al GP di Turchia Hamilton perfetto; necessario però intervenire sulle sospensioni per ridurre i consumi alle gomme www.mclarenforum.altervista.org - il forum italiano dei tifosi McLaren di Amantemclaren Dopo la dimostrazione di forza da parte della Ferrari in Spagna, il circus della F1 sbarca in Turchia. La gara si svolge presso il circuito di Istanbul, un “Tilkodromo” che presenta curve piuttosto impegnative e quattro rettifili. La Ferrari, che si presenta qui senza buco nel muso, segna buoni riscontri nelle prime due sessioni di prove libere ma la McLaren sembra possedere un buon passo sul giro singolo. Le temperature fresche, che hanno caratterizzato il weekend turco (addirittura il venerdì ha piovuto) sono state amiche del team McLaren che ha mostrato maggior facilità rispetto alla Ferrari a mandare in temperatura nel giro secco le gomme. Nonostante ciò, Felipe Massa, autentico specialista di questo tracciato, ottiene la pole position davanti ad un ottimo Kovalainen ristabilito dopo il tremendo incidente di Barcellona. Dietro Massa e Kovalainen, abbiamo Lewis Hamilton e Kimi Raikkonen che scatta quindi dalla quarta posizione. Incuriosisce la scelta di Hamilton di affrontare la fase Q3 con le gomme a mescola dura: preludio di una tattica particolare seguita dal team McLaren nel corso del Gran Premio, ossia una strategia che prevede le 3 soste con i primi tre stint affrontati con le gomme a mescola dura. Per funzionare, questa tattica prevede che Hamilton e Kovalainen girino in gara molto veloci martellando giri come fossero in qualifica per poi contenere il distacco nello stint breve con le morbide (che la McLaren mp4-23 consuma eccessivamente). È una tattica solo in parte voluta perché in realtà essa risponde all’impossibilità di affrontare uno stint lungo con gomma morbida. In gara, il via di Kovalainen non è dei migliori e così il finnico perde la posizione nei confronti di Hamilton e Kubica; Kimi Raikkonen, scattato (male) dalla quarta posizione, dopo aver perso la posizione a favore di Kubica, non riesce a portare un attacco a Kovalainen ma con il suo alettone buca la gomma del finlandese della McLaren che così precipita ultimo (concluderà 12° nono- stante buoni sorpassi). Raikkonen, non solo non riesce a passare Kovalainen, ma perde pure la posizione nei confronti di Alonso. Hamilton intanto martella ottimi giri facendo funzionare la strategia, addirittura sorpassa Massa in modo da costruirsi un vantaggio sufficiente su Raikkonen (passato al terzo posto dopo i sorpassi in pista su Alonso e al box su Kubica). Così, l’inglese della McLaren con una perfetta esecuzione della strategia ottiene un ottimo secondo posto davanti al leader della classifica iridata. Ora uno sguardo alle prestazioni McLaren: l’auto continua a presentare un’eccessiva usura delle gomme, urge rivedere la sospensione anteriore inoltre è parsa un po’ in difficoltà nei tratti lenti. L’auto, comunque, presenta un discreto livello di competitività e con le giuste modifiche può migliorare e rimanere vicina alla Ferrari anche con temperature maggiori di quelle registrate in questo week end turco e con le mescole super-soft. Mezzogiorno di fuoco sul Rio della Plata (seconda parte) di jimclark ...Alla partenza il primo a ritirarsi è Kling dopo un’uscita di strada, mentre il maestro saggiamente attende il suo momento. Il puma tiene fede al suo nome impegnando un mortale duello la Lancia D50 di Alberto Ascari, in difficoltà dopo pochi giri per l’elevato peso e la tenuta di strada, già insufficiente, ancor più compromessa dall’asfalto rovente. Ascari nulla può quando perde la sua macchina in una veloce curva a destra e la distrugge su un terrapieno, rimanendo fortunatamente illeso. Il puma è davanti ma vuole stravincere per la gente che contende al maestro, cadendo così nella sua trappola. Senza alcun segnale la sua Ferrari 625 si ferma ai box, e tutti gli sono intorno a chiedergli cosa fosse successo.”Maquinha regular, Jo muy cansado”, stanco. “Ma per l’amor di Dio, torna in pista”-“no, no tu no comprendes, ho avuto deliquio, ho hablato con San Pedro”. Queste le sue ultime parole, e svenne. Al suo posto andò in pista Farina, l’uomo di Torino che corre con una gamba impacchettata nell’amianto e due iniezioni di morfina per sopportare il dolore lasciato dalla recente uscita di pista a Monza, e che a 48 anni raccoglie la disumana sfida. Nel frattempo lo sforzo ha la meglio dei puledri Herrmann e Moss, che entrambi “rompono”esausti. Il maestro attraversa il deserto dopo un solo stop, impiegato per versarsi addosso una bottiglia d’acqua, e viaggia verso la vittoria. Le forze così lungamente amministrate sono ora messe a dura prova. La temperatura dell’abitacolo, una fornace, ha superato i 70 gradi e la gamba destra, a contatto con il telaio, presenta ustioni di secondo grado. Il suo cuore è gravemente affaticato, come testimonierà un medico alla fine della corsa, biasimandolo. Nel frattempo Farina ha ceduto la macchina a Maglioli, e quest’ultimo l’ha infine resa al Puma che, rianimato con un’iniezione di stimolanti, rinviene furiosamente alle spalle del maestro, ma ormai è tardi. El chueco ha domato la bestia, anche se a un inumano prezzo. Collassato al termine della gara, viene accompagnato al cospetto del generale Peron che ne celebra e utilizza propagandisticamente il gesto, e per un attimo i suoi occhi incrociano quelli della paziente Andreina, felice e sollevata di ritrovarlo vivo. Eppure, colui che forse tra i grandi è stato il più grande, è un uomo modesto e straordinariamente pulito, come la sua guida. Qualche giorno dopo l’impresa, un coupè nero si arresta nel cortile della Mercedes Benz a Baires. I meccanici e gli operai smettono di lavorare, si puliscono le mani unte di olio e grasso e si fanno incontro alla vettura. Anche papà Loreto, appollaiato su un trabatello, posa la spatola con cui sta ritoccando la facciata della bianca costruzione e si gode i sorrisi e gli abbracci che sommergono il non più giovanissimo uomo che ne scende. E’ solo il campione che celebrano o è la seducente umiltà dell’uomo che è rimasto sempre il meccanico di Balcarce, nonostante tutto? Salutano entrambe le cose. Salutano Juan Manuel Fangio. Pagina 4 GP di Montecarlo: la roulette www.mclarenforum.altervista.org - il forum italiano dei tifosi McLaren di riccardo Arriva la sesta gara,arriva la roulette della F1,arriva MonteCarlo. La Rocca di M...cLaren! Da molti considerato il Nostro Gp,abbiamo vinto 14 volte,segue la rossa con 8 vittorie.Ci si arriva dopo 4 vittorie rosse ,quindi più che mai atteso dai tifosi McLaren speranzosi di un successo su strade amiche.La situazione è ingarbugliata,in quanto non solo la McLaren aspetta con ansia questo tracciato,ma anche BMW e Renault.Dopo Barcellona gli sviluppi hanno avvicinato i valori dei 2 team di testa,per i quali questo gp può rappresentare una svolta,posizionato la BMW a terza forza e ridotto i gap con le scuderie di centro.Come esperienza insegna è importante la pole,ma l'imprevisto è in agguato su un circuito dove si deve correre concentrati per tutto il tempo,un marciapiede o un muretto sono sempre in agguato,Senna docet.Malgrado ciò si guida accarezzandoli costantemente, in quanto è l'unico modo per fare i tempi. L'anno passato ne ha fatto le spese Kimi in prova, pregiudicando la gara fin dal sabato,anche se poi il divario con la McLaren ha evitato strascichi, avendo subìto giorni di distacco. Quest'anno la rossa di certo si è preparata per questo Gp che, sebbene anacronistico, obsoleto, inadatto alla f1 moderna, conserva un fascino unico e resta l'evento mondano più atteso da V.I.P., sponsor e uomini dei vari team. Ci sono 4 team che reclamano la vittoria: oltre ai 2 già citati, pare che la BMW nutra ottime speranze, mentre una certa stampa accredita la Renault e il suo pilota di punta della possibilità di vittoria. Le macchine non eccezionali in aerodinamica si trovano ad avere una possibilità unica qui.Non si possono fare previsioni certe, soprattutto se dovesse piovere: in tal caso la Roulette si trasforma in azzardo puro. Non si possono raccontare i tanti episodi accaduti nel principato,ma basta citare la vittoria di Patrese, per intenderci. Tendenzialmente la rossa ad oggi, avendo accorciato il passo rispetto all'anno scorso si pone, visti i risultati sin qui conseguiti, come la pretendente maggiore alla vittoria. Vedremo se BMW e McLaren sapranno rispondergli e, soprattutto, se quest'ultima confermerà la tradizione positiva. Di Monaco sono molto interessanti alcuni dati: Anthony Nogues, ideatore del Gp nel 1929, a cui è dedicato l'omonima curva. A monaco venne adoperata per la prima volta la bandiera a scacchi per la fine gara, adottata poi universalmente. Fu istituita la griglia di partenza che oggi conosciamo,visto che la partenza ,con la corsa dei piloti e le vettura a spina di pesce era impossibile. Per me è un circuito che andrebbe eliminato da un ca- lendario di F1, ma resta il più ricco di fascino, incontestabilmente. Non è facile fare previsioni: pochi piloti gradiscono questo tracciato, quest'anno si aggiunge un altro handicap, l'assenza del TC. Finalmente il pilota ha la meglio sulla vettura; forse si tornerà ,almeno per una volta, a respirare profumo d'antico, almeno al giovedì, il venerdì riposo. E poi, tra un evento mondano e l'altro, feste con gli sponsor, i piloti trovano anche il tempo di correre. Hamilton, con una guida spettacolare e sempre al limite, e Alonso hanno dimostrato un particolare gradimento per questa pista; Raikkonen sembra trovarsi a suo agio; Massa senza il TC è un incognita; Coulthard lo conosce perfettamente, non solo perchè ci abita,come altri piloti,ma perchè durante le sue notti sembra fare parecchie prove libere,con passeggere a bordo,anche se la vettura ,quella di f1, non dovrebbe permettergli molto; Trulli si è sempre trovato bene a Monaco. Posti per sorpassare non ve ne sono virtualmente, ed il tutto è lasciato all'attimo e alla fantasia, oltre che al coraggio e alla fortuna. In ultimo ricordiamo che, essendo il circuito più corto del mondiale con i suoi 3180 metri, è quello che ha il tempo di svolgimento più alto: per cui auguriamoci 2 ore divertenti e che la Sante Devote ce la mandi buona. UNO SGUARDO ALLE ALTRE CATEGORIE INDYCAR: Danica Patrick trionfa a Motegi di Elio11 Qualche spunto a riguardo della conferenza stampa del dopo gara di Motegi. Moderatore: Quando hai realizzato che avresti vinto la tua prima gara della carriera in Indycar? DANICA PATRICK: All’inizio della gara pensavamo che se avessimo avuto abbastanza benzina avrei potuto dire la mia per un piazzamento importante, ho conservato carburante fin dal primo giro e nessuno si aspettava che stessimo facen- do una gara di conserva. Quindi sapevo che ad un certo punto della gara questo nostro vantaggio ci avrebbe permesso di scavalcare molte posizioni ed essere tra i primissimi. Però solo a metà corsa quando ho saputo che soltanto Helio assieme a me era ai box, mi sono resa conto di poter arrivare tranquillamente seconda se non avessi commesso errori di guida. Nel momento di passarlo ho realizzato che potesse finalmente arrivare il mio momento di gloria, ma ancora temevo in peggio per via di qualche bandiera gialla di caution che mi avrebbe fatto perdere tutto il vantaggio accumulato. Ho mantenuto il mio ritmo e ho pensato a fare una gara di conserva. Questa è stata la chiave di lettura della mia corsa. Moderatore: Che cosa hai sentito dentro di te quando finalmente hai visto la bandiera a scacchi? DANICA PATRICK: Di sicuro ero in uno stato confuso, tra l’ emozione del momento e l’ eccitazione. Si, credo proprio che l’andrenalina abbia preso il sopravvento su di me. In passato mi ero sempre (Continua a pagina 5) Pagina 5 UNO SGUARDO ALLE ALTRE CATEGORIE INDYCAR: Danica Patrick trionfa a Motegi gni di scuderia perchè spesso ci suppor- passato molto tempo”. Ho avuto almeno tiamo a vicenda. La mia vittoria oggi è un paio di opportunità l’anno scorso di ripromessa che in tali frangenti avrei anche loro. vincere, ma il destino ha voluto diversamantenuto freddezza e concentrazione, mente. Ora sono felice e non rimpiango invece all’ultimo giro mi sono completa- Moderatore: Se non siamo troppo discre- più le occasioni avute. mente sciolta e non potevo credere a ti, possiamo sapere almeno una parte di Comunque ora è tempo di pensare al quello che stava accadendo. Quando ho quello che vi siete detti con la tua fami- futuro, perchè nel nostro lavoro, non ci contattato via radio il box la mia voce era glia appena scesa dall’abitacolo? possiamo cullare sugli allori , non penso fioca e le lacrime di gioia a mille. Non ho che questa vittoria serva a cambiare il saputo dire altro che “grazie di cuore a DANICA PATRICK: E’ stato un festeggia- mio carattere, l’unica cosa che cambierà tutti”. E i miei pensieri sono corsi a mo- mento abbastanza veloce; soltanto po- nella mia vita sarà leggere domani il mio menti che ho vissuto anni fa quando vinsi che parole da parte loro perchè ero un nome su molti articoli, ma solo per un la mia prima gara in assoluto. Questo fiume in piena. E pensare che non li ve- giorno solo. pensiero di vincere era frustrante, da devo tutti da tanto tempo, ma in quel tempo mi chiedevo “Chissà quando arri- poco di tempo passato assieme prima Moderatore: Prima di concludere qualche verà il mio momento..” e ad ogni gara tra abbracci e qualche lacrima scesa da- dato statistico. Danica è la prima donna che passava, mi sentivo tanta pressione gli occhi, ho parlato, parlato .. sembrava a vincere una gara ufficiale di una delle addosso perchè le aspettative su di me un monologo.. e non mi ricordo poi che tre competizioni più importanti della non si realizzavano in conferme concre- cosa mi hanno detto, era un momento di storia dell’automobilismo a ruote scoconfusione, la fine della gara, la pressio- perte. La data di riferimento è il 1909. te. Ora finalmente l’incubo è finito. ne che si scioglie, l’emozione del mo- Danica Patrick è alla sua cinquantesima mento. Non ricordo con precisione quali gara nella Indycar Series. Il suo risultato Moderatore: Congratulazioni. Quando ti sono state le loro congratulazioni, in migliore è stato un secondo posto nel immaginavi la tua prima vittoria in IRL/ questo momento non riesco a ricordare 2007 a Detroit. Indycar, le circostanze, lo scenario attor- le loro parole, in un momento di lucidità no a te, come era? Rispecchia quanto spero di farlo, perchè sono momenti che Abbiamo appena terminato una breve accaduto nella giornata di oggi? vorrei sempre tenere dentro la mia me- intervista alla vincitrice del gran premio moria, da non scordare mai. Mio padre, odierno. Non ho null’altro da chiederti se mi sembra abbia detto che oggi è stato il non un’ ultima domanda. Poi per oggi è giorno più bello della sua vita. veramente tutto. www.mclarenforum.altervista.org - il forum italiano dei tifosi McLaren (Continua da pagina 4) Moderatore: Questa è stata la tua cinquantesima gara ufficiale. Secondo te è stata lunga o tremendamente breve? Cosa hai pensato mentre piangevi dopo aver conseguito la vittoria? DANICA PATRICK: Ehm.. non saprei. A dire la verità non ho mai pensato ad “immaginare” ed a vivere virtualmente una mia potenziale vittoria. Non mi sono mai immedesimata nelle emozioni che si sarebbero manifestate dentro di me, nè avevo un’idea precisa del contesto esterno: circuito, piloti, premiazione e cosi’ via. Mi sono limitata sotto questo punto di vista a sperare ed a credere che il momento sarebbe arrivato prima o poi, soprattutto con l’opportunità giusta. Se non avessi avuto determinate persone attorno non ce l’avrei fatta nonostante gli sforzi. Il supporto dei miei fans, di chi mi conosce, degli uomini del team che lavorano sempre duramente tutti i weekends oggi non saremmo qui a festeggiare. Ed un abbraccio anche ai miei compa- DANICA PATRICK: Bè mi sono sentita come non accadeva da tempo. Davvero, questo genere di emozioni non me le sentivo dentro da tanto tempo. Credo che il momento più difficile , ma anche il più dolce , della mia carriera, sia stata per ironia della sorte proprio quella a Motegi nella stagione del debutto, nel 2005. Mi ero qualificata davanti, ero veloce, ho concluso in quarta posizione, ma solo perchè arrivò una caution e molti piloti rimasero a secco con la bandiera gialla e i box chiusi. E poi se avessi trionfato ad Indy alla mia prima … Queste sono state le mie primissime gare, la terza e la quarta in assoluto. Ne è passato di tempo da allora in termini di gara disputate, ora siamo a cinquanta, sapevo che prima o poi me lo avreste chiesto, e la mia risposta è “si, è Hai fatto qualche allenamento speciale per oggi? DANICA PATRICK: No. Tutti i piloti, me compresa, ci alleniamo per la stagione, non specificatamente per alcune gare da correre. Le gare su circuiti stradali sono più difficili da affrontare dal punto di vista fisico, questa non lo è stata.As drivers we usually train for the season, but not for this specifically. Fin da quando ho iniziato a correre non ho mai pensato ai risultati degli altri diretti concorrenti, non sono mai cresciuta professionalmente, prendendo come riferimento le prestazioni altrui. Ho sempre visto il bicchiere mezzo pieno anche quando andava male e mi dicevo “Bè perlomeno sono stata la migliore fra le donne”. Ho corso sempre con l’attitudine giusta per migliorarmi e diventare competitiva. Devo ringraziare la mia famiglia per avermi sempre sostenuto. Grazie a tutti voi, e grazie ai fans giapponesi. Ho sempre sentito un feeling particolare venendo a correre qui. Pagina 6 UN SALTO NEL PASSATO Il sorriso rassicurante di Michele (prima parte) www.mclarenforum.altervista.org - il forum italiano dei tifosi McLaren di Elio11 L’immagine sorridente di Michele campeggia nei nostri ricordi . Giusto il tempo di dimenticarsi di come passa inesorabile e veloce il tempo , ritrovandoti consapevole di essere di fronte ad un passato che inizia a diventare troppo remoto. I pensieri sono il lato oscuro del nostro carattere. Comprendere la personalità che si cela dietro le nostre emozioni, credere di riuscire a carpirla da un’azione, dalle parole, dal minimo gesto, un cenno , un sorriso. Riusciremo soltanto a conoscere tutto ciò con approssimazione. Latente per giunta. Fugaci ed inafferrabili. Tristi e melanconici. Appaiono qualificabili in tal modo quelli con cui ha dovuto convivere Alboreto nel corso della sua carriera. Ha sofferto la perdita di molti suoi compagni di avventura e questo è stato sempre un duro colpo da sopportare per un pilota che si è battuto sempre per la lotta alla sicurezza nelle competizioni agonistiche. Lo stordimento che aleggia su di noi fin da quando ci ha lasciati, non ci ha reso ancora consapevoli del tassativo distacco impostoci. Vola il tempo, e dalla separazione avvenuta, ormai sono passati ben sette anni fa. Ricordando sia l’uomo che il pilota . Un casco giallo-blu, con una visiera abbassata. Non lascia trasparire le emozioni sulla griglia di partenza, ma dietro al suo “elmo” con cui si accinge a prendere parte alla battaglia, c’è l’uomo con tutte le sue paure e debolezze affrontate con una fierezza d’animo insita per natura in Michele. Già un casco. Anche quello un doveroso tributo a chi se ne era andato ancora prima, per uno scherzo del destino e per la negligenza di altri esseri umani. Nel momento della verità, quello dell’esperienza dello scontro tra la vita e la morte, in cui potenzialmente si spera, di dover assistere al trionfo ed alla sopraffazione della prima. La battaglia della velocità non si combatte soltanto con il piede e l’accelleratore, ma anche con la testa. La miglior medicina, oltre al controllo ed alla freddezza, il non piegarsi mai e scendere a patti con un senso di morte interiore. La dura legge delle corse, correre sapendo che un tuo amico o compagno è morto o sta per morire mentre tu continui a correre. Una consapevolezza, quella di credere nell’amicizia vera, ha contribuito a rendere nel corso degli anni l’espressione del suo sguardo corrucciato, ormai consapevole dell’ineluttabiltà della flebilità dell’esistenza. Gilles,Riccardo, Elio, Roland, Ayrton. Cinque parole basterebbero per descrivere il significato di questo articolo. Ognuno con una propria storia diversa alle spalle. Tutti accumunati dallo stesso destino. Michele Salviati Albereto nasce due giorni prima del Natale del 1956. La sua carriera agonistica inizia nelle formule minori nel 1976. Lui e i suoi amici fondano un team privato per gareggiare nella Formula Monza, chiamato “CMR”. La macchina nonostante la passione riversata e gli sforzi anche di natura economica si rivela non abbastanza competitiva , ma le sue prestazioni generose gli garantiscono un sedile in una categoria maggiore, la Formula Italia, dove con una March inizia a collezionare le sue primissime vittorie. Due anni dopo fa il grande passo verso la F3 italiana ed europea con una scuderia privata sempre della March , questa volta non ufficiale però. Al suo debutto è secondo in classifica finale del campionato nazionale, e sesto in quello europeo. Per lui anche tre trionfi. Nel 1980 dimostra di avere talento e vince l’alloro europeo,mentre ironia della sorte in Italia è soltanto terzo ma comunque sul podio. Farà anche un’apparizione nella F3 britannica, da sempre fucina di talenti. Il successo nella Formula Tre gli consente di salire di grado ulteriormente e tentare la scalata fino in F1. Sarà in F2 con il team Minardi, e per lui un solo trionfo a Misano e un ottavo posto finale in campionato. Dal 1980 al 1983 è impegnato parallelamente, in categorie che non sono campionati automobilistici a ruote scoperte. Albereto viene scelto dalla Lancia per far parte della squadra del campionato mondiale Marche, disputando gare non concomitanti con i suoi altri impegni. E’ attivo anche nella categoria rally n “Gruppo 5” con una Lancia Beta Montecarlo, alternandosi con Walther Rohrl ed Eddie Cheever in quattro occasioni durante il 1980. Per un totale di tre secondi posti ed un quarto. La Lancia LC1 lo porterà al successo tre volte nel World Endurance Championship 1982. Anche nel 1981 si prospetta per lui partecipazioni su due fronti: alla F2 inoltre si aggiunge il coronamento di un sogno, la Formula Uno. In questa stagione partecipa la prima volta alla prestigiosa 24h di Le Mans. Un ottavo posto, secondo nella sua classe, il miglior risultato della Lancia quell’anno. Subito dopo una vittoria all’appuntamento seguente, la 6H di Watkins Glen assieme ad un altro giovane pilota già da tempo affermato in F1, Riccardo Patrese. Alboreto finisce in cinquantaduesima posizione nella classifica piloti, ed è il miglior pilota della Lancia. Quando la Lancia decide nel 1982 di fare il passo avanti verso una categoria diversa di endurance, con la LC1 ed il pilota Milanese, arrivarono più successi ed il fatto di disputare meno gare, quasi tutte europee, gli permise di essere competitivo su tutti i fronti in quella stagione . Sebbene la LC1 soffrisse di problemi meccanici al debutto, Albereto e Patrese furono abili nel ribaltare presto i pronostici conquistando la vittoria alla 1000km di Silverstone. Teo Fabi si uni’ a loro a partire dalla 1000km del Nurburgring, dove ancora una volta riuscirono a trionfare. Fu solo per problemi al propulsore che questi risultati non furono ripetuti anche a Le Mans. A Spa non riesce a vedere la bandiera a scacchi a causa di altri problemi verso gli ultimi giri. Poi una vittoria, la terza, al Mugello con un nuovo compagno di squadra, Ghinzani. Le ultime due gare vedono entrambe il triste di ritiro del pilota italiano. Alla fine soltanto una quinta posizione finale in classifica piloti. La Lancia cambia ancora classe e vettura per il 1983. Tuttavia Albereto rimane il pilota di punta. Porta la nuova Lancia LC2 a nono posto finale alla 1000km di Monza, evento inaugurale della stagione, poi soltanto delusioni nelle quattro gare successive. Per finire la sua prima parte di carriera in questa categoria un undicesimo posto alla quinta gara. La Lancia non prenderà parte (Continua a pagina 7) Pagina 7 Il sorriso rassicurante di Michele (prima parte) www.mclarenforum.altervista.org - il forum italiano dei tifosi McLaren (Continua da pagina 6) agli eventi restanti dell’annata, ed Albereto decide di dedicarsi a tempo pieno alla F1. Torniamo indietro di due anni, 1981. All’età di ventiquattro anni, un’ età abbastanza giovane a quei tempi, Michele debutta in F1. Il suo primo gran premio è quello di San Marino ad Imola. Il suo team la Tyrrell. Infatti Ricardo Zunino non aveva convinto appieno Ken Tyrrell che decide di porre termine al rapporto professionale con il brasiliano, licenziandolo dopo il gran premio di Buenos Aires, valido per il gp argentino. L’inizio non è dei migliori, ed un contatto con Gabbiani lo mette fuori gioco dopo trentun tornate. Nel 1981 non arriva nessun punto iridato, la sua migliore prestazione è una nona posizione a Zandvoort. Nel 1982 è tutt’altra storia. Il milanese conquista il suo primo podio nel celeberrimo gran premio di San Marino vinto da Pironi su Villeneuve Gilles. Scherzo del destino, i tre piloti che salirono sul podio quell’anno, non ci sono più ora. “Sono troppo triste per esprimere un’ opinione. E’ la prima volta da quando corro che mi accade di perdere un collega, un amico, è terribile, terribile..”- dirà all’indomani della morte del canadese. Nell’ultimo round della stagione arriva la sua prima vittoria a Las Vegas, seconda e ultima apparizione del Caesar’s Palace in F1. Se nella prima annata lo score totale era stato abbastanza scarno, con zero punti, nel 1982 chiude ottavo a venticinque punti , migliore degli italiani, davanti ad Elio de Angelis sulla più competitiva Lotus e Patrese sulla macchina campione del mondo in carica dopo il 1981, la Brabham. Nel 1983 approfitta del ritiro di Arnoux e del calo di potenza della Brabham di Piquet per trionfare ancora una volta negli USA, stavolta a Detroit, GP Usa Est. Sarà l’ultima vittoria di un motore Cosworth DFV. Ed anche l’ultima della scuderia Tyrrell, arrivata con il modello 011. Un altro piazzamento a punti in Olanda gli consente di conquistare dodici punti finali a fine annata. Quanto basta per togliere le ultime remore ad Enzo Ferrari per mettere nuovamente un italiano al volante della Ferrari. Prende il posto di Tambay a partire dal 1984. La nuova stagione iniziata con la 126C4 e prosegue senza risultati eclatanti nel corso della stagione con la versione “M2”. Di certo la Ferrari si aspettava di lottare per il campionato piloti come accaduto nell’annata precedente, e di difendere quello costruttori di cui era detentrice in carica. Arriva comunque una importante vittoria, quella di Zolder, Belgio, la prima di un pilota italiano dopo Bandini. Il gran premio del Belgio quell’anno è il terzo appuntamento stagionale. Altri podii conquistati sono nell’ordine Austria, terzo, e Monza, secondo, e Nurburgring sempre sul secondo gradino più alto del podio. Per lui 30,5 punti a fine stagione, dove i punti decimali erano stati assegnati a seguito della gara di Monaco interrotta dopo un’ora di corsa dal direttore di gara , Jackie Ickx. Nel 1985 arriva la consacrazione definitiva dopo le già ottime stagioni in Tyrrell. Vince anche grazie alla poca accortezza di Prost, su Mclaren, il gran premio di Germania, sul circuito nuovo del Nurburgring. Ma già prima aveva dato dimostrazione di una forza immensa e di gran cuore. Accade a Monaco, gara che lo vede protagonista di una gara superlativa, dove preso il comando saldamente a seguito del ritiro di Senna su Lotus e di un bel sorpasso ai danni di Mansell su Lotus, è poi costretto ai box a causa di detriti lasciati in pista dall’incidente Patrese (Alfa Romeo) e Piquet (Brabham). Perso tutto il vantaggio perde la testa della corsa a vantaggio di Prost. Ritorna prepotentemente a suon di giri veloci, e di guard-rails appena sfiorati dalla sua 156/85 sulla scia di Prost e dopo neanche averlo studiato, compie un sorpasso in un punto difficile del circuito senza neanche lasciare il tempo al francese di rendersene conto. E’ nuovamente ai box per altri problemi nonostante la gara generosa, ma è scaraventato in quarta posizione dietro la Ligier di De Cesaris. Ora i distacchi si sono allungati e lo stesso Elio de Angelis sul Lotus, in seconda posizione sembra irraggiungibile. Michel inizia una rimonta incredibile mettendo giù giri veloci consecutivi , prima il sorpasso a De Cesaris repentino, poi verso la fine della corsa giunge alle spalle del romano della Lotus visibilmente più lento forse a causa di un cedimento delle gomme. Questa volta il milanese studia l’avversario per alcuni giri prima di tentare il sorpasso, inaspettato anche stavolta sia per via della distanza che separava i due, sia per la modalità con cui viene condotto. Dopo il traguardo, alla St Devote, imposta la curva a seguito del sorpasso calcolando al millimetro le distanze irrisorie che lo separavano dal probabile ritiro qualora avesse sbattutto (e forse avrebbe provocato anche quello di Elio che gli era accollato agli scarichi ). Giunge secondo a sette secondi dal primo, tentando un’eroica rimonta proprio su quel pilota, Prost appunto, a cui fece perdere una ventina di secondi di vantaggio sulla Toleman di Senna, nella precedente edizione del gran premio monegasco. Anche prima della gara di Montecarlo Alboreto aveva dato dimostrazione di saper e poter essere altamente competitivo anche a Imola. Ed anche qui si era reso protagonista di un sorpasso alle Acque Minerali molto difficile sempre su De Angelis. Al trentesimo giro però sarà costretto al ritiro. Nel corso della stagione anche una vittoria a Montreal ed una forte candidatura alla vittoria finale del mondiale dopo la gara del Nurburgring appunto. Nella seconda metà della stagione sarà costretto a frequenti ritiri con conseguente perdita di punti preziosi per lottare alla pari della Mclaren di Prost. Giunge a fine stagione davanti ad Elio de Angelis che come lui quell’anno aveva accarezzato il sogno di consacrarsi definitivamente nell’olimpo dei più grandi dopo la stupenda annata del 1984. Il 1985 rappresenta però l’apice della carriera in Ferrari di Michele, perché la nuova vettura , la F1/86 non è prestazionale come la Williams FW11, la stessa Mclaren ennesima versione, la “C” della Mp4-2, o la Lotus 98T. Addirittura anche la Benetton B1986, cenerentola del mondiale, si pone prepotentemente nelle vesti di co-protagonista di quell’anno, e del futuro prossimo. Alboreto perde anche il confronto con il suo compagno di scuderia, lo svedese Johansson, che sin da Portogallo 1985 lo aveva affiancato, dopo che Arnoux era stato silurato da Enzo Ferrari per motivi ancora ignoti alla stampa e al grande pubblico, dopo Jacarepaguà gara iniziale di quell’anno. In Austria però arriva un podio, grazie al ritiro delle super Williams di Mansell e Piquet... La seconda parte del racconto nel prossimo numero del McLaren Forum Magazine Pagina 8 Uno sguardo ai prossimi Gp: GP di Monaco Montecarlo www.mclarenforum.altervista.org - il forum italiano dei tifosi McLaren Orari: Qualifiche 14:00 / Gara 14:00 In onda su: RaiUno / Sky Sport 2 Il circuito di Monaco e' forse il piu' conosciuto nel mondo dei Gran Premi. É anche il piu' famoso al mondo, ed ha lasciato immagini memorabili nella mente degli appassionati. Lo stesso circuito passa per le strade dei miliardari che abitano nel Principato, ma nonostante questo fascino, non e' certo il circuito favorito di piloti e scuderie. Anche se molti piloti risiedono proprio a Montecarlo, il circuito puo' essere un grattacapo per loro, a causa della configurazione stretta, non solo della pit lane spostata di recente. In questo circuito, le macchine sono sempre assettate con il massimo carico aerodinamico e sollevamento da terra e non raggiungono quasi mai la massima potenza. A causa delle strade strette della pista cittadina, e' fondamentale ottenere un buon piazzamento nella griglia di partenza. Tuttavia, il numero di giri e il numero di curve sono una sfida esigenza per le monoposto, specialmente per la scatola del cambio. Allo stesso tempo, e' necessaria la massima concentrazione dei piloti; il minimo errore può costare un contatto con le barriere di protezione. Ordine di partenza dell’edizione 2007 Ordine di arrivo dell’edizione 2007 Si ringrazia f1grandprix.it per l’immagine e la descrizione del circuito; formula1.com, per i tempi relativi al 2007 Pagina 9 Uno sguardo ai prossimi Gp: GP di Canada Gilles Villeneuve - Montreal www.mclarenforum.altervista.org - il forum italiano dei tifosi McLaren Orari: Qualifiche 19:00 / Gara 18:00 In onda su: RaiUno / Sky Sport 2 Il circuito intitolato a Gilles Villeneuve, e' un circuito piuttosto veloce, caratterizzato da due curve chiuse nei lati estremi della pista. Fu battezzato con questo nome in onore del piu' grande pilota canadese della storia della Formula Uno. Il padre di Jacques Villeneuve perse la vita in un incidente durante le prove del GP del Belgio, sul circuito di Zolder. Il circuito semicittadino di Montreal mette a dura prova le vetture che devono prepararsi a violente frenate e a rapide accelerazioni. Il circuito, come detto, e' per meta' urbano e per l'altra meta' ricavato da una pista permanente, con una tracciato caratterizzato da ostacoli particolarmente impegnativi. Spesso e volentieri, il tratto più impegnativo e' quello che va dalla partenza alla prima curva, molto lenta. La necessita' di mantenere alta la velocita' della macchina nelle sezioni più rapide comporta l'utilizzo di bassi carichi aerodinamici, che però rendono ancora più difficile il controllo della vettura nelle curve chiuse. E questo e' un circuito molto esigente, anche per quanto riguarda freni e pneumatici. Ordine di partenza dell’edizione 2007 Ordine di arrivo dell’edizione 2007 Si ringrazia f1grandprix.it l’immagine e la descrizione del circuito; formula1.com per i tempi relativi al 2007 Pagina 10 Ultime discussioni nel forum: Sezione Team & Piloti: I Team di F1 preoccupati di imbattersi in Mosley al GP di Monaco Novità per Magny-Cours e Singapore Barrichello torna a parlare della disparità di trattamento subita in Ferrari Piquet in pericolo alla Renault? Deve fare meglio e in fretta... e tanto altro... Sezione Tecnica: Recupero energia anche per la Formula1 “KERS” Rumors ad Istanbul sul motore Ferrari Nuova sospensione Renault e tanto altro... Sezione Formula1 del passato: Curiosità in F1 Mika Hakkinen Ayrton Senna Andreas Nikolaus Lauda e tanto altro... 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