Scarica l`intero giornale in formato
Transcript
Scarica l`intero giornale in formato
Settimanale d’informazione ANNO LVII- N. 35 www.vocedellavallesina.it euro 1 contiene ip Jesi, domenica 17 ottobre 2010 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi a San Francesco d’assisi missioni Si stanno svolgendo le celebrazioni per il 50° anniversario Foto Photo In di Crisafulli e Maiolatesi Il pensiero dei giovani Ciò che si spende per la formazione non va considerato come “costo”, ma come “investimento”. Un investimento non solo sul futuro dei più giovani, ma dell’intero Paese: è quanto chiedono i giovani e gli studenti dell’Azione Cattolica e gli universitari della Fuci nella loro “Agenda di speranza”, offerta come contributo all’imminente Settimana sociale (Reggio Calabria, 14-17 ottobre) e alla riflessione che la Chiesa italiana sta conducendo intorno al tema del bene comune. In particolare, il contributo vuole segnalare “alcune questioni prioritarie che, mentre guardano al bene delle nuove generazioni, possono risultare importanti per la ripresa e la crescita morale e materiale di tutto il Paese”. L’agenda dei giovani di Ac, del Movimento studenti di Azione Cattolica (Msac) e della Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci) è in continuità con il Documento di sintesi del “Forum nazionale dei giovani verso le Settimane Sociali” e raccoglie l’invito dello stesso Documento preparatorio all’appuntamento di Reggio Calabria. Formazione e “cultura del lavoro”. È per questo motivo che i giovani di Ac, gli studenti del Msac e gli universitari della Fuci chiedono, “a fianco a un moderno welfare sociale (fatto di maggiore tutela per i lavoratori a progetto, misure economiche di sostegno per chi perde il lavoro, anche per lavoratori atipici, o per chi ha necessità di accedere ad un mutuo), anche un duro lavoro educativo che aiuti a costruire un progetto di vita fondato sui talenti e sulla lettura del contesto”. In sintesi, perché il lavoro sia espressione di un “progetto di vita” occorre innanzitutto “formare i giovani a una ‘cultura del lavoro’ in cui centrali siano rigore, onestà, competenza, applicazione”. No alla “retorica dei rimpianti”. “Non sia la retorica dei rimpianti e di chi crede che i giovani di oggi siano privi di speranze e opportunità a dettare l’agenda del nostro Paese”, ammoniscono i giovani firmatari dell’“Agenda”, secondo i quali “per guardare lontano serve rieducarsi alla pazienza, alla tenacia, alla lungimiranza, alla giustizia”. Nella scuola, ad esempio, bisogna “dare fiducia agli adolescenti e al loro protagonismo”, perché “sarebbe un controsenso scommettere sulla scuola senza dare fiducia a chi ogni giorno quei banchi li abita”. La politica e il ruolo dell’associazionismo. L’impegno educativo per i giovani, secondo i promotori dell’“Agenda”, “richiede oggi di mettere al centro alcuni temi specifici: la legalità, la giustizia, la solidarietà, il rispetto e l’integrazione con le altre culture e religioni, la partecipazione diretta alla vita politica”. All’interno della comunità cristiana, ciò richiede “un investimento massiccio e prioritario per formare in modo integrale educatori portatori sani di un’autentica spiritualità laicale”. impresa Il 23 ottobre la veglia missionaria diocesana a San Francesco d’Assisi 11 9 lavoro Inaugurata la nuova sede della cooperativa sociale Tadamon di Paola Cocola cultura Gli affanni di quest’epoca fanno ritrovare il senso della vita 2 di Gabriele Gabrielli 5 Il 18 ottobre saranno consegnati i Federichini 2010 di Augusta Franco Cardinali 13 Le conclusioni del vescovo Gerardo al convegno pastorale sull’eucarestia e la società La traccia del cammino per la comunità a cura di Anna Paola Cardinali Il Convegno pastorale della Diocesi di Jesi, conclusosi sabato 2 ottobre, ha immediatamente trovato risonanza nelle riflessioni di quanti vi hanno partecipato (il confronto, anche sulla formula che quest’anno ha sacrificato i cosiddetti “laboratori” di discussione, continua nelle nostre comunità parrocchiali). Allo stesso modo è stata immediata la sintesi presentata dal nostro Vescovo proprio nella serata del 2 ottobre, sulle linee emerse dalle tre sere. Lo schema, come forte spinta a considerare con creatività la percorribilità delle strade della condivisione, così come indicato dal sottotitolo del Convegno, “Esperienza eucaristica e maturità del cristiano”, parte dalla necessità di vivere una vita eucaristica. Pur nella pochezza di ognuno di noi, confortati dalla grazia di Dio che si china con amore sui più piccoli e, agli occhi del mondo, insignificanti, don Gerardo ci ha invitato a considerare tre preziosi pani da spezzare, da condividere e di cui nutrirci: il pane della Parola, il pane dell’Eucarestia e il pane della Carità. La Parola di Dio: la sintesi del Vescovo ha presentato sollecitazioni e al tempo stesso comunicazioni di quanto già si sta facendo in Diocesi, nelle singole comunità parrocchiali. Come sollecitazioni ha indicato la necessità di fortificare la dimensione della spiritualità, sottolineando è necessario concentrare attenzione ed energie alla formazione integrale degli educatori, giovani e non, come segno di attenzione e di cura di ognuno verso tutti e perché l’Annuncio non sia mortificato dall’incoerenza come nucleo importante il centro “Sul Monte” di Castelplanio con la comunità delle Adoratrici del Sangue di Cristo che lo anima, come pure l’esperienza già avviata in alcune comunità parrocchiali, della lectio divina. In questa direzione va anche la necessità di concentrare attenzione ed energie alla formazione integrale degli educatori, giovani e non, come segno di attenzione e di cura di ognuno verso tutti e perché l’Annuncio non sia mortificato o, peggio tradito, dall’incoerenza o dall’assenza di testimonianza. Gli stessi intenti sono espressi dai percorsi già avviati dell’accompagnamento vocazionale e della formazione di coppie che si sono rese disponibili a camminare con i fidanzati per la valorizzazione del loro cammino anche in vista del nisteriale, cioè di servizio, della comunità tutta. matrimonio. A questo proposito il Vescovo ha ricordato che Il pane dell’Eucarestia: non c’è altro il corso per Ministeri, concluso nel suo percorso sostegno che permetta di trovare il triennale, ha voluto essere una strada per “l’abisignificato più profondo dell’apparte- litazione di fondo al servizio” donata dal “vivere nenza alla comunità dei fratelli in Cri- una vita eucaristica”. sto. “Vivere” la celebrazione del giorno Don Gerardo ha completato la sua sintesi ridel Signore, la Domenica, diventa per- portando con forza la riflessione che proprio il ciò fondamentale ed ogni celebrazione “vivere una vita eucaristica necessariamente pordeve animarsi anche con ciò che è la ta a non sopportare più le strutture di peccato” vita di tutti i fedeli, così come il parroco come le ingiustizie, la povertà, lo scempio della ed il gruppo liturgico sanno impegnarsi dignità umana e dell’ambiente. a raccogliere e a coniugare con la Parola Nel ricordare la 46° edizione delle settimane di Dio che si fa carne. sociali dei cattolici (dal 14 al 17 ottobre 2010 a La presenza eucaristica è gustata piena- Reggio Calabria) sul tema “Cattolici nell’Italia di mente nell’adorazione e la possibilità di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro”, il Verenderla continuativa, di sottolinearla scovo ha indicato nella Commissione per la Pacon le cosiddette settimane eucaristiche, è un storale sociale e il Lavoro, nata come parte del intento che nasce dalla condivisione delle te- Consiglio Pastorale Diocesano, come possibile matiche del Convegno pastorale. valore aggiunto all’educazione delle coscienze, Il pane della carità: questo terzo pane indica anche nella possibilità di organizzare una scuola esplicitamente, attraverso le parole del vescovo di formazione sociale o politica. Gerardo, l’atteggiamento fondamentalmente eu- Il cammino della comunità diocesana jesina è caristico della corresponsabilità. In esso ognuno quindi tracciato e per esso sono irrinunciabidi noi assume in prima persona l’impegno di li, secondo la conclusione del Vescovo, la prorendersi competente e quindi attivare al meglio spettiva del Congresso Eucaristico e quella del il servizio a cui è chiamato nella comunità e nel- documento della Cei sull’educazione, come tela società. stimonianza e sollecitazione a percorrere con Nasce da questa premessa la raccomandazione la Chiesa e nella Chiesa la storia di ogni nostro di dar vita in ogni parrocchia al Consiglio Pasto- giorno e di questo nostro tempo, forti di un’aurale, al tempo stesso espressione e operosità mi- tentica vita eucaristica. Afghanistan chiede il sacrificio di altri militari e Israele non assume le sue responsabilità E la Cina fa affari con l’Occidente nel disprezzo dei diritti umani Quello che ormai, senza retorica ma in nome della realtà costantemente presente sotto i nostri occhi, possiamo chiamare il “secondo Vietnam”, ha chiesto all’Italia altre quattro vite umane in nome di una guerra che tale non si vuol chiamare e che è fatalmente destinata a concludersi con la sconfitta delle forze occidentali. Una realtà che, da ormai un decennio, ci ha sempre più diviso dal mondo islamico e che, per riconoscimento “ufficiale” anche da parte degli Usa, trova la sua prima origine nella martoriata Terra Santa, dove due popoli, da oltre sessanta anni, si contendono lo stesso territorio. Gli sforzi di Obama, dopo l’ennesimo tentativo di pacificazione, rischiano di subire ancora una sconfitta per la testardaggine israeliana di continuare gli insediamenti coloniali in Cisgiordania, una Cisgiordania già ridotta, politicamente e fisicamente, ad una gruviera che prelude alla realizzazione della grande Israele. Ma perché Netanyahu in- siste ancora con gli insediamenti abusivi, la sospensione dei quali è condicio sine qua non per proseguire le trattative di pace? Perché, ci risponde Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, nascono sempre più figli. Rispondiamo che i palestinesi di figli ne generano ancora di più degli ebrei e tuttavia rimangono soffocati in fazzoletti di territorio sempre più stretti. Si attende una più energica presa di posizione dell’Europa che però tarda a venire. Non tarda, almeno da parte della Germania e della Francia, una esplicita e totale condanna della Cina di fronte al suo disprezzo dei diritti umani e politici più elementari evidenziati, questa volta, dall’assegnazione del premio Nobel al prof. Liu Xiaobo, eroe e mediatore nella tragedia di piazza Tienanmen, condannato a undici anni di carcere solo per aver tentato pacificamente di esprimere convinzioni politiche in contrasto con quelle dei dittatori cinesi. Gli italiani si aspettano che anche l’Italia assuma una posizione più ferma chiedendo l’immediata scarcerazione del docente e dei tanti politici in galera da anni. Si può anche accettare che Berlusconi, qualche volta, trasformi la diplomazia internazionale in amicizia personale con i vertici, ma non si può accettare che egli accusi costantemente un presunto e fantomatico pericolo comunista in Italia e chiuda gli occhi di fronte alle repressioni, tuttora spaventose, sia in Cina come nella Russia di Putin. Hanno un sapore troppo machiavellico le edulcorate generiche espressioni di condanna del nostro ministro degli esteri Frattini. *** C’è - diciamo così in compenso – una importante notizia positiva offerta proprio da Berlusconi, sia pure in contraddizione con il recentissimo passato di tante sue dichiarazioni: “no alle elezioni an- ticipate”. Sia che lo faccia perché teme la concorrenza della Lega o perché un’eventuale crisi potrebbe aprire le porte ad un governo di emergenza per il cambio delle legge elettorale o perché sarebbe comunque un gran male per l’Italia una crisi di sei mesi in un momento tanto critico sul piano economico e sociale, sta di fatto che appare veramente opportuno allontanare lo spettro di elezioni anticipate. Ne guadagna l’Italia in generale. Certo, il rinvio comporta che le vere grandi riforme – Fini permettendo - vadano avanti e che, ad esempio, non si intenda per vera riforma della giustizia il ritorno perenne su leggi ad personam, ma si intenda il prendere veramente il toro per le corna: aumento dei mezzi finanziari e degli organici a favore della magistratura e radicale semplificazione (sburocratizzazione?) delle procedure dei codici civile e penale. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 Del più e del meno Il “Premio” cancellato di Giuseppe Luconi Cento anni fa nasceva Orti per anni e che ebbe, io feo Tamburi, il pittore jesino credo, un ruolo importante più importante del nostro temnel riavvicinamento del pitpo. Qualcuno, anni addietro, tore alla sua Jesi. lo aveva collocato nel ristretto gruppo dei “grandi” (De ChiriRicorrendo il centenaco, Picasso, per intenderci). Io rio della nascita ho ripreso ho avuto il privilegio di entrain mano le lettere che mi re in corrispondenza con lui, aveva scritto, lettere che di averlo conosciuto di persoaiutano a capire meglio il na, di essere stato per diversi personaggio Tamburi, il anni - in quanto direttore di suo carattere, la sua deterJesi e la sua Valle - il suo “conminazione, e soprattutto tatto” con la città natale, dalla chiariscono bene lo scopo quale mancava praticamenper cui aveva voluto e dote da quando l’aveva lasciata, giovanissimo, con una borsa di studio, alla volta del liceo artistico di Roma. Come ho avuto occasione di scrivere, al momento di lanciarmi nell’avventura di Jesi e la sua Valle (si era nel 1962) avevo subito pensato di partire con un’intervista a Tamburi, che allora sarebbe stato uno scoop (l’artista era in “rotta” con la sua città, per motivi che ignoravo e che ignoro). Ma io ero uno sconosciuto e davo per scontato che Tamburi non avrebbe accettato di essere intervistato da tato il “Premio Jesi - Rosa Papa Tamburi”: uno sconosciuto. “creare una Galleria d’Arte moderna al fine Proprio quell’anno era uscito il libro di un di arricchire Jesi di opere e quindi di un pasacerdote jesino, don Clemente Ciattaglia, trimonio artistico”. Non era stato capito, lo si che era stato parroco a San Pietro Apostolo era contestato, si era cercato - lui vivente - di e con il quale avevo collaborato quando era cambiare lo scopo del Premio; poi, - lui morcorrispondente da Jesi del quotidiano “L’Av- to - si era cancellato addirittura il “Premio”, di venire d’Italia”. Don Clemente era diventa- cui non si è saputo più niente. to vice assistente centrale del Movimento Laureati Cattolici, si era trasferito a Roma (a In questi giorni è stato ricordato ufficialRoma, tra l’altro, per molto tempo, commen- mente, con una mostra, il centenario della tò dai microfoni della Rai, nell’apposita rubri- nascita di Tamburi. Credo che il modo mica, il Vangelo della domenica). gliore per ricordarlo sarebbe stato quello di Nel 1962 aveva raccolto le sue “riflessio- ripristinare il “Premio Jesi - Rosa Papa Tamni” in un volume di ben 620 pagine, “Cristo buri”, recuperando i beni che aveva lasciato è presente”, con illustrazioni - guarda caso allo scopo, trovando la forma meno costosa - proprio di Orfeo Tamburi. “Il pittore - scri- per il Comune, magari con la partecipazioveva don Clemente nella prefazione - ha so- ne di privati, ma secondo la formula stabilita stato con amore sulle Beatitudini e le ha dall’artista, nel pieno rispetto della sua voloncommentate con la sensibilità e con i mez- tà. zi - in lui personali e squisiti - dell’uomo di Nelle foto: la copertina del libro di don oggi, aiutandoci a capire, anche mediante il Clemente Ciattaglia illustrato da Tamburi; un linguaggio dell’arte, come Cristo sia veramomento della prima edizione del “Premio mente presente anche nel nostro tempo”. Jesi – Rosa Papa Tamburi” (da sinistra: Orfeo Fu così che, coinvolgendo don Clemente, Tamburi, il sindaco arrivai a Tamburi. E con Tamburi iniziò quel prof. Vittorio Massaccesi colloquio a distanza che doveva andare avane il pittore Renato Guttuso). Auguri agli sposi Sabato 2 ottobre nella chiesa di San Giuseppe si sono uniti in matrimonio Sergio Tiberi, infermiere professionale dell’Ospedale “Carlo Urbani” e Maria Antonella Schiavone, psicologa della Casa di Cura Villa Serena. Agli sposi gli auguri più sinceri da parte dei genitori. Voce della Vallesina Cultura e società 17 ottobre 2010 Tadamon, nuova sede per guardare al futuro Crescere, nel sociale e come impresa Uffici, spazi comuni ariosi e funzionali, un’officina per effettuare piccoli lavori di manutenzione alle attrezzature e ai mezzi di lavoro, un ampio parco indispensabile non solo alle esigenze dello spirito ma anche della formazione riguardo al verde, alla cura delle piante. Spazi adeguati, insomma, perché ogni operatore possa sentirsi parte di una realtà che funziona, che riesce ad essere competitiva anche dal punto di vista imprenditoriale. Dalla nuova sede di via Cappannini, inaugurata nella serata di sabato 8 ottobre, la nota cooperativa sociale di tipo B, Tadamon Onlus, presente in Vallesina dal 1997 e attiva nel settore dei servizi - in particolare di giardinaggio, pulizie, igiene urbana, manutenzione aree per clienti pubblici e privati - volge lo sguardo al futuro e lancia la sua sfida: continuare a crescere, nella tutela del sociale e come impresa. “La nostra è una cooperativa con una doppia natura: sociale, perché attraverso l’erogazione di vari servizi, riesce ad integrare nel lavoro e nella società giovani che vivono una situazione di svantaggio e di disagio, rendendoli soggetti attivi nella vita pubblica. Imprenditoriale, con clienti che appartengo a tutto il territorio: diversi Comuni della Vallesina, enti, imprese e istituti bancari” ha esordito il consigliere anziano Loretta Zingaretti, nelle veci del presidente Enrica Priori, impossibilitata a presenziare perché da poco mamma di una bambina, Emma. “Nel 2009 sono state impiegate stabilmente una settantina di persone di cui un buon sessanta per cento costituito da soggetti in difficoltà. Il fatturato raggiunto è stato di un milione e quattrocentomila euro” ha puntualizzato ancora il consigliere. “Tadamon è una realtà importante, è un patrimonio dell’intero territorio della Vallesina, anche se la sua sede è a Jesi - ha commentato il sindaco Fabiano Belcecchi - Ciò lo testimonia anche la presenza qui, stasera, di rappresentanti importanti a partire dal presidente della Provincia, dai consiglieri regionali, da alcuni sindaci della Vallesina”. “In periodi come questi, carichi di difficoltà e di problemi legati all’occupazione, apprez- ziamo maggiormente il valore di queste realtà che non solo offrono lavoro, ma soprattutto riescono a dare una risposta concreta a tante persone che in altre realtà, in altri luoghi, in altri posti di lavoro, non ne troverebbero - ha continuato il primo cittadino - Ringrazio tutti gli operatori per il lavoro qualificato e professionale che svolgono, e soprattutto ringrazio chi dà vita e ha dato vita a questa realtà importante, chi porta avanti questa impresa. Il mio augurio è che questo investimento dia una prospettiva nuova, migliore per tutti: per chi vi lavora e vive del pane che questa impresa dà”. Dopo il taglio del nastro e la benedizione impartita dal parroco della chiesa di San Giuseppe don Giuliano Fiorentini, la cerimonia si è conclusa con un piccolo rinfresco. Fotoservizio Paola Cocola Il 16 al teatro di San Marcello “Alice, che dice?” Sabato 16 ottobre alle ore 21 l’artista jesino Antonio Lucarini porterà in scena, nel magnifico teatro comunale “Ferrari” di San Marcello, lo spettacolo, in anteprima regionale, “Alice, che dice?”. Dopo quattro anni di attività Lucarini si segnala come una realtà nel panorama artistico regionale, apprezzato dalla critica per lo stile surreale – divertente riuscendo a dare una propria chiave di lettura della società attuale. Con lui, che si segnala per la scrittura del testo, sceneggiatura e regia, lavorano nello spettacolo Fiorenza Montanari, Andrea Quatrini e Pino Gullace. Le prossime tappe saranno Apiro il 23 ottobre, Montefano il 6 novembre, Ostra il 4 dicembre e Montecarotto il 20 febbraio. Il biglietto di ingresso per lo spettacolo è di 10 euro. f.f. Nella prima foto il dirigente della Tadamon Marco D’Onofrio, il consigliere regionale Raffaele Bucciarelli, il sindaco Fabiano Belcecchi, la presidente della provincia Patrizia Casagrande, l’assessore regionale Marco Luchetti, il sindaco di Maiolati Spontini Giancarlo Carbini e la consigliera della Tadamon Loretta Zingaretti; nella seconda foto il gruppo dei dipendenti e dei dirigenti. Benvenuta alla vita Lo splendente sorriso, a due anni di età, di Alice Bulgarini, gioia di babbo e mamma, dei nonni paterni e materni Duilio e Giuseppa, di Vincenzo e signora e dell’intera famiglia Bulgarini. Rallegramenti e auguri vivissimi dalla grande famiglia dei lettori di “Voce” perché cresca in età e grazia. Voce della Vallesina libri Scusate il bisticcio (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it ADDENDUM Quando canta Fabri Fibra (ch’è del segno della Libra) tutto l’uditorio vibra come quando segna Ibra. QUI PRO QUO Assonanze… traditrici All’origine di molti nostri lapsus memoriae - è noto - vi sono delle assonanze fuorvianti. Una clamorosa conferma a questa affermazione l’abbiamo avuta molto di recente. Quel professore di musica che, ostentando un po’ infelicemente un ironico cinismo, suggeriva di portare i disabili sulla rupe Tarpea, ha confuso quest’ultima con il monte Taigeto. Dalla prima, infatti, gli antichi Romani non gettavano i disabili, ma (unicamente) i traditori della patria. è da un dirupo del monte Taigeto, invece, che gli Spartani precipitavano i loro neonati malformati o malaticci (e quindi, da adulti, inabili alle armi). Superfluo sottolineare la forte assonanza - nonché allitterazione - esistente tra i vocaboli TArpEa e TAigEto. TRA GUERRA E PACE Sciarada... stagionata (2+4=6) A capo sta di un regno il mio primiero. Del fascismo era il capo il mio secondo. “Tornato dalla guerra”: ecco l’intero. *** Soluzione del gioco precedente Chi, sia pure blandamente, si sorprende del fatto che il nipote del celebre Mao si chiami Mao a sua volta, parte dall’errato presupposto che Mao sia il nome personale dei due personaggi. Mentre è quello di famiglia (insomma: il cognome). L’uso cinese infatti, diversamente dall’ occidentale, è quello di anteporre il cognome al nome. Ci sarebbe quindi, semmai, da meravigliarsi se il figlio (Mao Anqing) e il nipote (Mao Xinyu) del Grande Timoniere (mah!) non si chiamassero, a loro volta, Mao. La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli La vita è una cosa seria È inutile rifugiarsi nei sogni e nelle illusioni perché la vita è una cosa seria, dato che il tempo è veloce nel suo scorrimento. È sempre un aiuto efficace la fede che rafforza la vita quotidiana e dà speranza al suo superamento. Ma la vera fede è anche riconoscimento esplicito e sincero di quella fuga del tempo contro la quale l’uomo deve lottare. Nicola Abbagnano (1901-1990), dal suo ultimo articolo su “Il Giornale” dell’11 agosto 1990, riproposto dallo stesso quotidiano il 30 settembre 2010, p. 34. La Pulce Pur inesperti della lingua omerica, eravamo informati che la maggior parte delle misteriose titolazioni delle medicine erano frutto della combinazione di vocaboli di origine ellenica. Qualche perplessità ci è peraltro venuta tempo fa di fronte ad una vetrina di farmacia che reclamizzava due prodotti denominati No-gas e Diar-stop. C’è qualche grecista che sappia illuminare l’enigma linguistico? 17 ottobre 2010 “Storie al margine” del giovane autore jesino Tommaso Giancarli Ricerca e originalità tra l’Adriatico e i Balcani Inquadrarlo in una precisa categoria è opera veramente difficile: racconti? storia? curiosità del ‘600? ricostruzioni fantasiose? Non so dirvi. È che il libro di Tommaso Giancarli uscito in questi giorni (ed. Exorma. pag. 120 - € 14,00) è un po’ tutto questo. Comunque trattasi di una originalità offerta al lettore curioso che vuol conoscere, senza annoiarsi, con l’aiuto di documenti del ‘500 e del ‘600, tanti episodi che ti fanno rivivere la vita commerciale e cittadina del nostro medio Adriatico tra la fine del sec. XVI e la prima metà del sec. XVII, quando ormai il Mediterraneo aveva perso la sua centralità commerciale a favore dell’Atlantico e dei mari del Nord. L’originalità del testo consiste nel fatto che l’autore ci offre, con un linguaggio sereno, suadente, scorrevole, ricco e facile insieme, una trentina di brevi racconti che trovano lo spunto in autentici documenti dell’epoca, ricercati dal Giancarli con pazienza certosina nelle varie biblioteche delle città adriatiche. Ma si badi bene: non sono documenti di rilievo in termini storici, ma semplici cronache, magari appena abbozzate, di vita quotidiana dei pescatori, dei commercianti, dei marinai, degli schiavi, della vita portuale di Ancona e delle Bocche del Cattero, degli affari e dei drammi degli ebrei di Ancona, delle imprese giornaliere di pirati e di corsari (tra parentesi: sapete voi la differenza tra pirati e corsari? Lo saprete se leggerete il libro!). Lo spunto è offerto sempre da questo o da quell’antico documento che diventa, sotto la fervida penna di Giancarli, un piacevole, ricco e, a volte, gioioso racconto quasi di favola perché la fantasia dell’autore ci fa rivivere nel luogo e nel alberghiero, Luciano Bardella, che si è distinto per la qualità dell’offerta tanto da ricevere il primo premio nazionale Isnart “Qualità e Ospitalità Italiana” nella sua categoria, i tre stelle. Il presidente del Consorzio Grotte di Frasassi, Filiberto Cecchi, ha detto che le Grotte, una perla del territorio marchigiano e del centro Italia non sono una banca da sfruttare, ma un patrimonio da far fruttare investendoci. tempo il modesto avvenimento pieno ora di pathos, ora di contemplazione della bella natura marchigiana, ora di dramma nel mare, nelle carceri, nella schiavitù, nelle persecuzioni politiche e religiose, nei roghi, negli arrembaggi, nelle vendette, nelle rapine corsare, nei matrimoni, nella battaglia di Lepanto, nei tradimenti della propria gente, nell’avidità di danaro e di merci. Senza dire dell’affiorare, vero e discreto, del rapporto costante, ora di preminenza ora di equilibrio, tra Venezia e l’Impero Ottomano. Un periodo storico che si palpa in tutte le pagine, ma che non domina mai la scena; la lascia solo intravedere attraverso “storie al margine”, storie vere, arricchite da una fantasia capace di farci rivivere la vita quotidiana e i problemi di tutti i giorni che, in un tempo lontano, si sviluppano lungo le coste adriatiche delle Marche e della Dalmazia. v.m. Storie al margine Il XVII secolo tra l’Adriatica e i Balcani di: Tommaso Giancarli collana: Scritti Traversi ISBN: 978-88-95688-23-7 Sabato a palazzo Bassi la presentazione dei libri di Cortese e di Tiberi Pioggia di libri a San Paolo di Jesi Nell’ambito della campagna Ottobre piovono libri, promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali attraverso il Centro per il libro e la lettura, il Comune di San Paolo di Jesi organizza sabato prossimo alle ore 16, presso la sala di Palazzo Bassi, un incontro per la presentazione dei libri di due autori marchigiani: “Non dobbiamo perderci d’animo” di Massimo Cortese e “Il diritto alle informazioni ambientali” di Roberto Tiberi. Il primo è una raccolta di dieci racconti sull’Italia di ieri e di oggi: “È un libro pensato per il 150° Anniversario dell’Unità, un atto d’amore verso il Paese – spiega il sindaco Sandro Barcaglioni - Il motivo conduttore è la speranza, sentimento che non deve mai mancare soprattutto nei momenti più difficili”. Di altro genere è l’opera di Roberto Tiberi, avvocato, che propone un testo sul diritto dei cittadini ad accedere alle informazioni e a partecipare ai processi decisionali avviati dall’autorità pubblica che comportano un impatto am- Tirotta dell’Istituto “B. Gigli”, bientale: “L’opera è un con- con un intervento sul tema tributo al tema dell’informa- “La speranza e la fiducia in se zione divulgativa – continua stessi come antidoto ai mali il sindaco Barcaglioni – il vo- del nostro tempo”, il dott. lume si segnala all’attenzione Roberto Oreficini Rosi, diretnon solo di magistrati, avvo- tore generale Arpam con un cati, amministratori pubblici, contributo dal titolo “Il diritpolitici e tecnici dell’ambien- to all’informazione ambiente ma anche a privati cittadi- tale e il ruolo dell’ Arpam”, ed ni e comitati che intendono Enzo Giancarli, consigliere tutelare il loro diritto all’in- regionale, che relazionerà formazione”. le “Linee di intervento per Oltre ai due autori e al sin- la tutela dell’ambiente nella daco di San Paolo di Jesi Bar- Regione Marche”. Tutti gli incaglioni, prenderanno parte teressati sono invitati a parall’incontro la prof.ssa Mara tecipare. Ingresso libero. Il 17 un concerto d’organo a San Paolo di Jesi Una proposta della scrittrice Maria Lampa Si svolgerà domenica 17 ottobre alle ore 18 il penultimo concerto della XVI Rassegna Organistica “Suoni dal Passato”. L’appuntamento sarà questa volta nella Chiesa di S. Paolo Apostolo a S. Paolo di Jesi, che ospita un organo Feliciano Fedeli del 1737, il più antico tra gli strumenti utilizzati nel corso della Rassegna. Da vari anni, fra tutti i concerti della manifestazione, ne viene inserito almeno uno in cui l’organo, normalmente conosciuto in veste “solistica”, viene affiancato a un altro strumento. Questa volta infatti si esibiran- La seconda edizione di “Incontriamoci tra le righe” si svolgerà al Klass Hotel di Castelfidardo domenica 24 ottobre. Sarà una giornata di festa per incontrare scrittori, poeti, giornalisti, rappresentanti di istituzioni, editori e tanti lettori in modo amichevole con la possibilità di scambiare esperienze, progetti e confrontarsi su temi di interesse specifico, accomunati dalla passione per la “parola scritta”. La mattinata sarà dedicata al convegno sul tema “Il pensiero scritto”, guidato da autorevoli personalità della cultura, con inizio alle ore 9.30. Seguirà il pranzo a buffet per il quale è necessaria la prenotazione. Nel pomeriggio è previsto uno spazio personalizzato per presentare alcune opere da parte degli autori. Università degli Adulti no l’organista Sauro Argalia e l’oboista Andrea Andreani. Entrambi sono originari di Ancona. Il primo si è esibito in numerosi paesi europei ed extraeuropei, il secondo ha fatto parte di importanti formazioni orchestrali e cameristiche. Il programma prevede sia brani per oboe e basso continuo (eseguito all’organo), sia brani per organo solo. Gli autori delle musiche sono G. P. Telemann, B. Marcello, G.F. Handel, J.S. Bach, A. Vivaldi. Il concerto, organizzato dall’Associazione Organistica Vallesina, è dedicato all’Università degli Adulti Media Vallesina. Per informazioni e prenotazioni: Maria Lampa tel. 335-8374212 oppure [email protected] Inaugurato il nuovo Anno Accademico della Luaj Riconoscimento della Regione “Un esempio concreto vale più di mille parole”. Ha sintetizzato così il presidente Gian Mario Spacca il senso della giornata che ha visto la giunta regionale riunita in seduta ordinaria presso l’Hotel Le Grotte di Genga nell’ambito dei consueti incontri che l’esecutivo regionale conduce nelle diverse realtà locali. L’occasione della presenza della giunta all’Hotel le Grotte voleva significare un attestato di merito ad un imprenditore 3 L’itinerario di un ideale viaggio letterario in Sicilia è stato tracciato dalla prof.ssa Ulla Schrøder Musarra nella prolusione con la quale il 10 ottobre è stato inaugurato il nuovo Anno Accademico della Luaj. La relatrice ha presentato e commentato una selezione, illustrata da immagini video, di passi tratti da opere di grandi autori siciliani: Stefano d’Arrigo, Giovanni Verga, Elio Vittorini, Vitaliano Brancati, Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Giuseppe Tommasi di Lampedusa. Ulla Schrøder è danese e ha maturato esperienze letterarie diverse in ambito europeo: come docente universitaria, studiosa e ricercatrice, scrittrice e saggista. Rimandiamo al prossimo numero del settimanale un più approfondito commento sull’affascinante tema da lei trattato. a.f.c. Nella foto: il prof. Giancarlo Vecci, presidente della Luaj e la relatrice, prof. Ulla Schrøder Musarra Api-Colf L’associazione “Api-Colf”, attiva a Jesi da oltre trenta anni, svolge la sua attività a servizio delle collaboratrici e assistenti domiciliari e dei datori di lavoro. Inoltre è disponibile all’accoglienza, nel rispetto della legalità. L’ufficio Api-Colf, sito in piazza Federico II, numero 8, al palazzo Ripanti, offre la documentazione necessaria per accedere all’attività lavorativa. La sede è aperta nei giorni di lunedì e di giovedì dalle ore 17 alle 19. Per eventuali appuntamenti si può telefonare al numero 338 6372214. 4 Voce della Vallesina attuALITà 17 ottobre 2010 Gli avvoltoi poco nascosti dietro l’informazione di Remo Uncini Non c’erano molti giovani al convegno diocesano. Perché la Chiesa non riesce a coinvolgerli? Anzi, la Chiesa viene vista dai giovani prigioniera di vecchie logiche, quelle che la identificano simile a qualsiasi altro potere. Essi non vedono differenze tra i messaggi del mondo e quelli della chiesa. Vivono spesso immersi in terre senza ideologie, senza utopie, catturati dai mass-media, dal consumismo, dall’individualismo. La Chiesa deve interrogarsi. Come il suo messaggio può interessare i giovani? Quanto la sua presenza nella società riesce ad essere testimone del Risorto? Il Convegno che abbiamo vissuto, con il suo tema di fondo Lasciarsi coinvolgere, ci ha introdotto anche all’aspetto educativo, quindi alla formazione dei giovani, alla loro vita, alla dimensione della fede. La Chiesa deve essere sensibile concretamente ai giovani. E domandarsi: dove vivono? Come avvicinarli? Creando anche luoghi intermedi dove la sua presenza sia discreta, proponendo esperienze di educazione alla fede che tengano conto degli aspetti concreti della loro vita: l’amicizia, la condivisione, i sentimenti. Valorizzando la componente emotiva e cercando di armonizzare la dimensione psichica e quella spirituale. Facendo sentire loro che la fede non è un ostacolo alla realtà che vivono, ma una risorsa preziosa. La fede non può essere estranea alle ansie, alle paure, alle aspettative di chi comincia ad investire nel futuro. I giovani sentono lontana la Parola di Dio. Oggi tutto è immediato, conquistabile, mercificato. Rompere questa gabbia dell’immediatezza ed educare alla durata significa dare un’impronta di stile alla propria vita: un modo nuovo di vivere, di sentire, di percepirsi, di relazionarsi. Un modo di guardare l’altro. Un modo di considerare il futuro. Il Vangelo è un seme che deve attecchire nel cuore, dentro la vita che conducono. Bisogna accorgersi, poi, delle loro sofferenze, che incidono sul corpo, sull’anima. Per non essere una chiesa dell’aldilà incapace di comunicare, che rischia di parlarsi addosso, con troppi teologi, filosofi, studiosi che non riescono a parlare linguaggi comprensibili ai giovani. C’è bisogno di una chiesa capace di ascoltare, di impegnarsi a rispondere ai temi dell’educazione affrontando le questioni antropologiche, spirituali, socio-economiche, culturali comprese nella sfida educativa che ci pone la realtà sociale oggi. Assediata dalle nuove culture, paurosa di ideologie, religioni e costumi diversi, timorosa del cambiamento e del nuovo, oggi la chiesa rischia di rifugiarsi nel passato e nella tradizione. Ma essa, lungi dall’essere un struttura già perfetta e compiuta, si trova oggi nella necessità di adeguare le sue strutture alle mutate condizioni del mondo, di vivere e comunicare il rapporto con il Fondamento attraverso nuovi linguaggi espressivi e modalità efficaci e capaci di coinvolgere, entusiasmare, sensibilizzare soprattutto i giovani. Perché è verso di loro la responsabilità dell’educazione alla fede. A Cingoli, contro la violenza Per alunni e genitori Da lunedì 11 ottobre nelle scuole cingolane, ha preso il via il progetto “Seconda settimana contro la violenza”, una settimana in cui si attiveranno laboratori per gli alunni, incontri di informazione e sensibilizzazione per i genitori, incontri formativi con gli insegnanti volti a contrastare la violenza in ogni sua declinazione. Il progetto, grazie al lavoro della Consulta per le pari Opportunità e alla partecipazione dell’Istituto Comprensivo “E. Mestica”, del Liceo Linguistico e Socio-Psico-Pedagogico “G. Leopardi” e dell’Istituto I.P.S.S.A.R.T. “G. Varnelli” si inserisce in un programma nazionale patrocinato dal ministero delle Pari opportunità. Sono infatti ben più di cento le scuole che prendono parte a questa iniziativa in tutta Italia, ma nel territorio marchigiano solo Cingoli ha aderito al programma. Il sindaco Saltamartini dichiara in merito: “Questo progetto è particolarmente rilevante soprattutto in riferimento ai recenti fatti di cronaca considerando che le scuole sono i primi recettori dei problemi delle giovani generazioni, anche in relazione alla trasformazione della tradizionale modelli sociali di riferimento”. Diffondere la cultura del rispetto tra giovani generazioni, prevenire i fenomeni di violenza a partire dalle scuole: è questo l’obiettivo da raggiungere. Per realizzarlo, a Cingoli interviene il Telefono Azzurro, che presta la propria consulenza nel corso della manifestazione, proponendo diverse iniziative. I laboratori per gli alunni sono incentrati su quattro temi a scelta: il fenomeno del Bullismo, Prevenzione dell’abuso e del maltrattamento all’infanzia, Sicurezza ed uso consapevole di Internet, Multiculturalità. Con i funerali di Sarah Scazzi celebrati nel pomeriggio di sabato scorso, 9 ottobre, speriamo (ma ormai non ci credo molto) che si abbia un po’ più di ritegno nella copertura mediatica di un fatto certamente orribile. Ci spieghiamo. Dalla notte del 6 ottobre, per tre giorni interi l’informazione televisiva è stata monopolizzata, su tutti i canali, dalla vicenda di Sarah, scomparsa il 26 agosto e ritrovata la mattina del 7 ottobre, dopo che, nella notte del 6, suo zio ha confessato di averla uccisa lo stesso giorno della scomparsa, di averla violentata dopo morte e di averne nascosto il cadavere. Un delitto orribile, come si diceva, come quei tanti che ci vengono raccontati ogni giorno. Di questo però l’informazione se n’é impadronita, lo ha fatto diventare quasi unico, come Annamaria Franzoni, la mamma di Cogne accusata e condannata per aver ucciso suo figlio Samuele. Ed è stato fatto uno scempio di tutte le persone implicate. Senza alcun rispetto né dei morti né dei vivi. La notizia doveva essere data, ma l’insistenza quasi ossessiva su ogni particolare del delitto (particolari che diventavano di ora in ora “notizie”, che a sua volta come “notizie”, dicono i saputi protagonisti dell’informazione che decidono SPIGOLATURE Alla ricerca dei giovani (nel Convegno diocesano) di Riccardo Ceccarelli cosa sia una “notizia”, dovevano essere date), i linguaggi usati, gli scavi sulle persone, le reiterate consulenze su come sia potuto accadere, le discussioni infinite, i dubbi, le non risposte, le illazioni. Il tutto in nome della libertà di informazione e di dare “notizie”. Senza accorgersi (ma veramente non se ne accorgono?), di usare violenza e di fare violenza su chi ascolta o vede. Molti hanno protestato nei confronti della trasmissione “Chi l’ha visto?” che ha dato in diretta alla madre di Sarah la notizia della morte della figlia. Ma non è stata solo quella una violenza, è quella continuata, e che continua ancora, con le trasmissioni di cronaca o di “approfondimento” su ogni canale, facendo diventare un delitto, una tragedia, la morte violenta, uno spettacolo. È ora di dire basta a queste trasmissioni che non servono a niente, salvo a dare la stura ai “guardoni” televisivi, a chi in maniera quasi morbosa cerca di sapere, “cerca notizie” sulla morbosità dei delitti. La richiesta significata dal numero dei telespettatori fa aumentare la proposta e la proposta la richiesta. Un circolo vizioso alimentato dai professionisti dell’informazione. Basta. Tutto questo non contribuisce a nulla, non ad evitare altri possibili delitti, non a comprendere psicologie spesso malate, né a capire il “mistero” che Mi compero un bebé L’assegnazione del Premio Nobel per la me- dicina a Robert Edwards, pioniere della fecondazione artificiale, è stata applaudita da alcuni, criticata da altri. Il Vaticano già da tempo si è pronunciato sulla fecondazione in vitro. Prevedibile quindi che avrebbe avanzato riserve. “Ma il Vaticano esprime una morale cattolica, non un’etica laica” ha osservato qualcuno. Già; ma se effettivamente fra queste esista differenza è ancora da provare. La questione dovrebbe essere esaminata con dei ‘distinguo’. L’ottantacinquenne Robert Edwards ha dedicato tutto il suo interesse scientifico allo studio di malattie genetiche e alla lotta contro la sterilità. Grazie al successo delle sue ricerche, per le quali però ha utilizzato anche embrioni umani, oltre quattro milioni di ‘bimbi in provetta’ sono nati dal ’78. C’è chi esulta, chi, appellandosi a principi di assoluta libertà personale, dichiara che debba essere lecito qualsiasi mezzo per procurarsi un figlio; chi si indigna chiedendo di separare nettamente le ragioni della morale da quelle della scienza di cui è proclamata una supremazia assoluta. Calma: per tutti possono valere poche, semplici, essenziali valutazioni. La prima riguarda la liceità di una manipolazione genetica senza frontiere. Potrebbe permettere di creare anche dei mostri o degli esseri viventi da esperimento o da destinare solo a trapianti di organi, o persino da usare per selezionare una ‘razza pura’. Ogni riferimento ad ipotetiche ideologie naziste non è puramente casuale. Ma si possono avanzare riserve anche d’altra natura. Ci si rivolge alla scienza per avere un figlio in casi limite di sterilità accertata, ricorrendo però a pratiche estreme come la compravendita di ovociti e di spermatozoi o di uteri a cui affidare, ovviamente dietro lauto compenso, una gestazione sicura. A questo e a tanto altro oggi a volte si è ricorso pur di avere, o meglio, di ‘possedere’ un figlio. Perché in realtà proprio di questo si tratta; della volontà di ‘acquistare’ a tutti i costi un bambino che abbia un marchio di fabbrica garantito e dichiarare: ‘E’ mio’. Sappiamo intanto che ci sono al mondo milioni di bambini poveri, indifesi, abbandonati, malati, moribondi, disumanamente sfruttati e violentati. Desiderano non ricchezze, ma affetto e protezione. Invece di ‘pagare’ allora come un bene materiale un bambino sarebbe certo un gesto di vera generosità, molto più nobile e molto meno egoistico, adottare una di queste creature. E tanto anche per una ‘morale laica’ dovrebbe valere. Augusta Franco Cardinali si nasconde nelle persone. Dovrebbe, ma non ci riesce. Sono spettacoli che non hanno finalità catartiche, cioè purificatrici. Lo ha detto bene Aldo Grasso sul “Corriere della Sera” del 10 ottobre: “I media non sono soltanto strumenti del comunicare, ma rappresentano un nuovo ambiente in cui viviamo, nuotiamo, galleggiamo”. Un ambiente dove la pietà è morta, dove le lacrime sono fittizie, dove i fiori sono di plastica. La morte violenta, il delitto più orribile, meglio ancora se è a sfondo sessuale, è diventato intrattenimento. Da Vermicino del 1981, dove non si riuscì a salvare il piccolo Alfredino caduto in un pozzo, fino al caso di Sarah, le dirette e quant’altro hanno “alimentato trasmissioni che hanno trasformato la tragedia in entertainment: il “Novi Ligure show”, il “Cogne show”, l”Erba show”, il “Garlasco show” e via elencando”. Morta è la pietà, scomparso il rispetto per il dolore e la morte. Anche la pietà ed il rispetto per il dolore e la morte sono di plastica, fittizi, ipocrisia spettacolarizzata. Lo spazio, troppo spazio, è quello degli avvoltoi che si nascondono dietro un’informazione spesso inutile. Nel nostro cielo non possono volare solo questi. Speculare sul dolore o su particolari spesso morbosi di un delitto è solo spazzatura. Da discarica, non da programmi o servizi televisivi. PILLOLEdiRISORGIMENTO di Massimo F. Frittelli Le difficoltà economiche e l’insoddisfazione per l’ordine esistente stavano contaminando anche la Penisola italiana. La crisi del 18461847 aveva colpito, insieme a tutta l’Europa, anche gli Stati italiani investendo prima il settore agricolo, poi quello industriale e commerciale. L’agricoltura in Italia era povera e si caratterizzava per una grande varietà di assetti produttivi. Nelle regioni del Nord esistevano ampie proprietà e piccole realtà a conduzione familiare. Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento numerose imprese agricole “moderne” si erano sviluppate nella zona irrigua della Pianura Padana. L’“imprenditore” univa al lavoro nei campi l’allevamento del bestiame e la gestione dell’azienda era affidata a manodopera salariata. Nell’Italia centrale prevaleva il sistema della mezzadria, un accordo privato abolito nel 1964. La terra era divisa in poderi (con annessa abitazione) di piccole e medie dimensioni che il mezzadro e la sua famiglia lavoravano per dividere il ricavato con il concedente, il proprietario. Un po’ del prodotto dei campi non usciva dai poderi perché auto-consumato dalla famiglia colonica, mentre quanto spettava ai padroni era in parte utilizzato per i bisogni familiari dei proprietari e dei loro collaboratori e la fetta maggiore commercializzata. Non necessitando di grandi investimenti, la mezzadria ha costituito un freno all’introduzione di metodi imprenditoriali nell’agricoltura, mantenendo bassa la produttività dei terreni. Nel Mezzogiorno convivevano due realtà: quella delle colture specializzate e quella del latifondo. Un fenomeno che nei paesi dell’Europa occidentale regredì rapidamente, mentre nell’Italia meridionale si conservò a lungo, fino alle riforme agrarie degli anni ’50 del Ventesimo secolo. Il latifondismo è un sistema economico-sociale il cui utile proviene dalle rendite derivanti dall’estensione del terreno e non dagli investimenti dei latifondisti per aumentarne la produttività. Le grandi proprietà terriere potevano essere incolte, adibite a colture estensive, usate per il pascolo. Erano amministrate con canoni feudali, con contratti agrari ancora arcaici e con il rapporto, tra il signore e la manodopera, fortemente caratterizzato da intense e gravi forme di dipendenza personale. continua La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha concesso al nostro settimanale l’utilizzo del logo ufficiale delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia per l’iniziativa giornalistica “Pillole del Risorgimento ” a cura di Massimo Frittelli. Voce della Vallesina Gestione Ambientale Monsano protagonista Nei giorni scorsi il comune di Monsano ha ottenuto il rinnovo della certificazione ambientale EMAS. Si tratta di un traguardo prestigioso, che conferma, attraverso l’analisi ed il lavoro di un verificatore esterno, il rispetto degli obbiettivi inseriti nella Dichiarazione Ambientale di Monsano, unico nella provincia ad essere in possesso di questa certificazione. Il rinnovo della certificazione ambientale EMAS premia il lavoro svolto dall’Amministrazione e da tutti i dipendenti - afferma il Sindaco di Monsano e Presidente dell’associazione, Gianluca Fioretti -. Monsano, pur trovandosi ancora a gestire un grave caso di inquinamento da cromo nella sua zona industriale, compresa nella zona AERCA (Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale) della bassa e media Vallesina, inserito tra gli obbiettivi della Dichiarazione Ambientale, continua a dimostrare con i fatti di saper gestire il territorio, riuscendo a monitorare e a tenere sotto controllo tutte le attività dirette e indirette che vi vengono attuate, con una attività di monitoraggio e di programmazione, non solo ambientale. Ringrazio la Giunta, e tutto il personale comunale”. sociologia 17 ottobre 2010 5 Nel mondo del lavoro: appunti di viaggio di Gabriele Gabrielli* La crisi ci fa riscoprire le “motivazioni intrinseche”. Si apre un nuovo spazio per l’economia sociale, civile e di comunione Viviamo un’epoca di straordinari cambiamenti. Può sembrare retorica, ma è anche il segno dell’acquisita consapevolezza che occorre girare pagina senza indugi, cercando nuovi approcci per il governo della società, della politica, dell’economia. La globalizzazione e l’accentuata dimensione della mobilità di popoli e persone, le nuove e inconsuete modalità di produzione della ricchezza fondate sulla conoscenza e i suoi effetti moltiplicativi, il permanere di problemi associati alla necessità di individuare più sostenibili meccanismi di distribuzione della ricchezza, insieme alla evidente crisi del lavoro e dei sistemi di welfare nell’occidente, sono soltanto alcune delle questioni che stanno rompendo con il passato impegnando governi, istituzioni e società civile a un ripensamento senza precedenti. Gli affanni di quest’epoca allora ci aiutano a ritrovare, guardando il lato positivo della vicenda, il senso delle cose. Stanno gettando una nuova luce sul significato dell’economia e del suo indubbio valore, mettendone a nudo, però, anche i suoi limiti quando è costruita su una visione della crescita insostenibile e una concezione dell’uomo miope e senza anima. Con la crisi ci siamo risvegliati bruscamente, ricordandoci che “l’economia è importante, la felicità di più [Bruni L., L’economia la felicità e gli altri, Città Nuova, Roma, 2004]. Ma la felicità non può essere misurata soltanto con metriche limitate e discutibili come la crescita del reddito di un paese, di una regione o di una intera economia. Un numero sempre maggiore di studiosi sta dimostrando con ricerche approfondite che la crescita del prodotto non produce sempre un aumento di benessere. Un valore importante, anche in chiave economi- ca, ce l’hanno invece i rapporti interpersonali, la fiducia e i legami. Si rispolverano così beni che illuminano una concezione dell’uomo non tanto e non solo come agente oeconomicus, ma prima di tutto come “persona” guidata da motivazioni intrinseche che vanno ben oltre gli incentivi monetari [Frey B. S., Non solo per denaro, Bruno Mondadori, Milano, 2005]. Sono davvero numerosi i laboratori multidisciplinari di economia sperimentale che stanno lavorando su questo aspetto. Una vera e propria “riscoperta” che interessa non solo la scienza, ma anche il giornalismo più attento a cogliere le dimensioni del cambiamento e dell’innovazione a livello antropologico e sociale. Scrive Luca De Biase, uno tra i più competenti ed appassionati lettori dei legami tra felicità e dinamiche dello sviluppo, commentando alcune iniziative fondate sulla collaborazione gratuita e discreta: “Sta di fatto che tutte queste attività funzionano e le persone le portano avanti, pur senza incentivi monetari e senza una chiara razionalità economica. Sicché anche l’impresa sociale potrebbe essere presa in considerazione come un fenomeno meno marginale per la vita delle persone” [“Non sempre l’homo é solo oeconomicus”, Il Sole 24 Ore, 19 settembre 2010]. La vecchia teoria economica, insomma, deve fare i conti con l’evidenza: le persone assegnano un significativo valore ai beni relazionali, ai rapporti con gli altri, ai legami con il territorio, alla fiducia, alla reciprocità. E la loro ricerca motiva comportamenti e decisioni che la tradizionale teoria economica non riesce a spiegare. Non si tratta in verità di dimensioni nuove, tutt’altro. Ma l’esperienza di quest’epoca ce le ripropone con significati e potenzialità diverse, lasciando immaginare per esse un ruolo ben diverso anche nell’economia. Ci sono molte energie che possono aiutare la società a crescere attraverso la produzione e distribuzione di “beni” che non diventano “mali” [Bruni L., Crivelli L., a cura di, Per una economia di comunione. Un approccio multidisciplinare, Città Nuova, Roma, 2004], fondati su una visione dell’uomo aperta ed accogliente. Tra queste risorse c’è indubbiamente la motivazione “non economica” ad agire, ossia quella non sostenuta da incentivi monetari. C’è tanto lavoro da fare, allora, a tutti i livelli per valorizzare questa consapevolezza che richiede ora molta organizzazione. Certamente è necessario ed opportuno riscrivere regole e incentivi, policy e normative. Ma quello che più manca, e rischia di bloccare il Paese, è una leadership diffusa che sappia “raccontare” con forza e passione questa nuova visione dello sviluppo sostenibile per attrarre investimenti e risorse, costruendo attorno ad essa un progetto e significati condivisi. Occorrono per questo grandi capacità di governo a tutti i livelli, nelle istituzioni e organizzazioni, nelle imprese e nelle associazioni di rappresentanza per non disperdere questa fertile consapevolezza e per “metterla a terra”, traducendola in programmi, piani azioni, scelte di amministrazione, competenze organizzative e di management. Per far questo c’è bisogno anche di un profondo, esteso e coerente progetto di educazione capace di formare giovani e meno giovani alla costruzione responsabile di una società fondandola non soltanto su prezzi e incentivi monetari, su tecniche e metriche, ma su una visione e su significati condivisi, sulla genuinità dei rapporti interpersonali e su un’antropologia che guarda all’uomo prima di tutto come soggetto che è in e che ricerca la relazione con gli altri. La crisi ci sta offrendo la possibilità di intravvedere una “seconda modernità” costruita a misura d’uomo, aprendo un ampio spazio per le imprese sociali e per la cooperazione. L’economia di mercato, quella sociale, quella civile –ma anche quella di “comunione”, secondo l’intuizione di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari- possono tutte concorrere al benessere realizzando finalità umane e sociali. (*) Docente Università Luiss Guido Carli www.gabrielegabrielli.com Si comunica che sono state recentemente realizzate al piano terra e al primo piano di Palazzo Bisaccioni (Piazza Colocci n. 4 – piazza ove è sita la Biblioteca Comunale) due sale museali, la prima per l’arte contemporanea e l’altra per l’arte antica e moderna. La visita, con l’illustrazione della guida, è gratuita e per ottenere il giorno e l’ora dell’attuazione della stessa basta semplicemente telefonare al numero della Segreteria: 0731/207523 (n. 4 linee) 6 Ricerca sulla concezione della vita di Gesù Hegel ci offre una “gesuologia” Ci è giunta in redazione, per iniziativa dello stesso autore che ringraziamo sentitamente, il testo “Gesù per Hegel” edito da Ancora - prima ed.1997 pag. 265. Il teologo Gian Franco Poli, artefice dell’opera, sviluppa il testo in due parti. “Nella prima esamina gli scritti di Hegel giovane, il suo itinerario formativo, la sua posizione critica nei confronti del cristianesimo. Nella seconda, più sistematica, considera l’influenza determinante di Kant sul pensiero del giovane Hegel e le conseguenze sulla concezione cristologica della Vita di Gesù”. La formazione giovanile del grande idealista viene evidenziata soprattutto nella incidenza della religione illuministica, nella religiosità “razionale”, nei legami con Lessing, nell’influenza luterana. Non si trascura il quadro culturale connesso con le nuove idee e con l’ondata rivoluzionaria a cavallo dei due secoli XVIII e XIX che lo ha visto protagonista. Le prime critiche al cristianesimo sono di carattere storico, socio-psicologico e teologico: “la violenza sulle coscienze da parte delle istituzioni della Chiesa e dei riformatori; un’ascesi concentrata sull’io secondo lo spirito del pietismo… caratterizzata da una negatività tormentosa, l’autoritarismo e la pretesa di erigersi a giudice dei costumi”. Per Hegel sono anche gli stessi cristiani ad offrire argomenti contro il cristianesimo. Egli concepisce una religione razionale, popolare, positiva che non ammette l’esistenza o, comunque, la presenza del soprannaturale. Va sottolineato il fatto che il testo riporta, in appendice, la Vita di Gesù scritta da Hegel ad appena 25 anni, sotto l’influenza determinante del criticismo kantiano e, in particolare, della Critica della ragion pratica. Scrive il giovane filosofo: “La ragione pura, che non tollera alcun limite, è la stessa divinità… Tra i giudei fu Giovanni che rese di nuovo gli uomini attenti a questa loro dignità… Più merito, però, si Voce della Vallesina psicologia e società 17 ottobre 2010 è acquistato Cristo per il miglioramento delle massime corrotte degli uomini e per la conoscenza dell’autentica moralità…”. Così tutta La vita è una totale interpretazione dei vangeli alla luce della coscienza kantiana, del dovere per il dovere, di una morale fondata sulla ragione, fondata dall’uomo e per l’uomo allo scopo di realizzare una positiva convivenza sociale. Trionfa il puro razionalismo per cui i miracoli, di ogni tipo e genere, sono totalmente ignorati, mentre vengono abbondantemente sottolineati gli insegnamenti etico-pratici completamente avulsi da una prospettiva dell’Aldilà. Insomma, per fare qualche esempio, il giovane Hegel apprezza molto gli insegnamenti che ci vengono dall’episodio “umano” di Nicodemo, dall’incontro con la samaritana, dal discorso delle beatitudini e cioè da tutti gli episodi e parabole di Gesù, che Hegel lega ai lumi della ragione, avulse da una qualsiasi concezione trascendente della realtà. Ed è così preso dall’insegnamento di Kant che - sempre sulla Vita di Gesù - arriva a mettere in bocca al Cristo questa predicazione: “Agite secondo una massima tale che possiate volere che essa valga come legge universale tra gli uomini anche per voi. Questa è la legge fondamentale dell’eticità, il contenuto di tutte le legislazioni e dei libri sacri di tutti i popoli”. Più kantiani di così non si può perché Hegel fa pronunciare a Gesù una delle più famose formule etiche di Kant trasformandola in vero e proprio comandamento del Cristo. Hegel non stravolge l’insegnamento etico di Gesù (una volta chiarito che egli come ateo in senso religioso non poteva certo accettare miracoli e una concezione trascendente), ma semplicemente lo adatta alle tesi etiche kantiana aggiustando o cambiando completamente tante espressioni dei quattro vangeli. Il teologo Poli ci offre una ricerca utilissima per conoscere un aspetto molto trascurato del pensiero hegeliano, quello religioso-cristianocattolico considerato alla luce del suo razionalismo. E, a buon ragione, conclude che Hegel accetta un Gesù esclusivamente “umano, storico”, ignorando completamente ogni aspetto divino, soprannaturale. Per cui possiamo concludere che la concezione hegeliana di Gesù è una Gesuologia (vale solo l’uomo storico, “vero uomo”) e non una Cristologia (non ha senso parlare di “vero Dio”, di divino). v.m. l’oro o la sapienza? di Sono monotono, direte. E avete ragione. Lo stesso titolo della settimana scorsa. Però qualcosa ho cambiato: avevo scritto L’oro e la sapienza, oggi è L’oro o la sapienza? Una O al posto della E, e un punto interrogativo alla fine. è una domanda triste, lo so. Il fatto è che è successa una cosa importante e come si fa a non rifletterci insieme? Un ‘piccolo’ paese (neanche cinque milioni di abitanti), la Norvegia, ha avuto il coraggio di assegnare il Nobel per la Pace ad un uomo che ha trascorso una buona metà dei suoi cinquantaquattro anni nelle carceri del governo cinese. Dove tuttora sta scontando l’ultima condanna, a undici anni, per aver espresso il suo dissenso dalla politica, repressiva e indifferente ai più elementari diritti umani, che governa la Cina di oggi. La ‘grande’ Cina, da un miliardo e mezzo di abitanti. Liu Xiao Bo, questo è il suo nome. Un nome poco conosciuto per noi occidentali, ma non per questo meno importante. Il governo cinese, naturalmente (!), si è subito precipitato a dire che un tale riconoscimento è “un’indecenza”. Non solo, sembra che abbia già messo in campo minacce di possibili ricatti, politici ed economici, nei confronti della Norvegia. Certo, sembra fatto apposta, anche se in realtà è una coincidenza: proprio il giorno prima dell’assegnazione Federico Cardinali del Nobel, i nostri governanti avevano incontrato il premier cinese Wen Jiabao con tutti gli onori e tutto l’entusiasmo di chi sa che con la Cina si possono fare buoni affari. Affari d’oro. Purché non si parli di diritti umani. E i nostri politici se ne sono ben guardati. Ancora una volta quelli nelle cui mani sta il governo del paese, si sono mostrati con tutta la loro ‘dignità’ di politici coerenti con la loro scala di valori. Al primo posto sta l’economia: gli affari innanzitutto. E a qualunque costo. Che importa se il prezzo da pagare è che il popolo cinese deve sottostare ad un governo che impedisce l’espressione delle libertà più elementari. Se la pena di morte è prassi corrente e viene eseguita nel silenzio più buio. Se la stampa e gli altri mezzi di comunicazione sono controllati e pilotati perché certe informazioni non devono essere date. Questi giorni, appena apparsa la notizia dell’assegnazione del Nobel ad un suo prigioniero politico, il governo ha oscurato internet e tutte le reti televisive occidentali. Niente libertà di pensiero, o libertà di pa- rola, o libertà religiosa. La parola libertà è parola proibita, bandita dal vocabolario del cittadino cinese. Il governo di Pechino non ha neanche la dignità di riconoscere che da oltre cinquant’anni sta tenendo sotto occupazione militare un popolo e una nazione libera come il Tibet. Eppure la Cina è ormai una delle maggiori potenze economiche mondiali. Allora dovremmo chiederci perché questa contraddizione. Leader nell’economia e fra gli ultimi nel rispetto della libertà umana. Come se l’intelligenza, le capacità di lavoro, le risorse fisiche e mentali fossero tutte indirizzate soltanto a produrre beni materiali. Incapaci di guardare l’essere umano nella sua dignità di persona. Forse, però, una riflessione analoga dovremmo farla anche in casa nostra. Diversi sono i contenuti, certo, ma credo sia necessario chiederci se quella ‘scala di valori’ che sostiene la Cina nelle sue contraddizioni, non sia poi piuttosto simile a quella che sempre più emerge nella nostra politica. Nella politica italiana e in quella di altri paesi occidentali. Pur di fare buoni affari con questa grande potenza economica, chiudiamo occhi, orecchi, naso, voce per non vedere, non sentire e non dire di fronte al fatto che i diritti umani sono ignorati e continuamente calpestati. I diritti degli uomini, i diritti di un popolo. Il Nobel per la pace è stato assegnato ad un uomo, prigioniero politico, “per la sua lunga e non violenta battaglia in favore dei diritti umani fondamentali in Cina. Questo Comitato (= che assegna i Nobel) ritiene da tempo che ci sia uno stretto legame tra i diritti umani e la pace. Tali diritti sono un prerequisito per la fratellanza fra le nazioni della quale Alfred Nobel scrisse nel suo testamento”. Io penso che questo Nobel è una buona occasione per farci interrogare sulla nostra scala di valori. Riflettevamo la settimana scorsa sulle parole di Socrate a proposito dell’oro della sapienza. Io temo che se non apriamo bene gli occhi, ci lasciamo catturare dall’oro e basta. Oro che si chiama produzione, affari e interesse privato. A qualunque costo. Liu Xiao Bo, da solo, può soltanto continuare a mettere in gioco sé stesso e la sua vita per i valori in cui crede. Ma la battaglia per la libertà e la pace fra i popoli ha bisogno del sostegno e della condivisione del mondo. Del mondo della politica, del mondo dell’economia e, non ultimo, anche del mondo delle religioni. In fine, poi, io credo che quest’uomo coraggioso, disposto a pagare con la sua vita per un ideale, chiede anche la solidarietà e la condivisione di ciascuno di noi che, nel nostro piccolo, siamo come tante gocce d’acqua che insieme formano il mare. Il mare del cambiamento e della speranza. Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI Senigallia: il 28 ottobre a Palazzo del Duca la storia del Ginnasio Pio Una istituzione voluta dal beato Pio IX Il Circolo d’Iniziativa Culturale “Sestante” e il Centro Cattolico di Cultura/Palazzo Mastai per il prossimo 28 ottobre, alle ore 18 presso la Sala del Trono, Palazzo del Duca a Senigallia propongono la tavola rotonda dal titolo “Senigallia, il Ginnasio Pio”. L’incontro sarà introdotto e moderato dallo scrittore e critico prof. Fabio Ciceroni ed avrà per oggetto la recente pubblicazione “Un Quadro e una Storia. Il Ginnasio Pio” di Gilberto Volpini e Fabrizio Chiappetti, Edizioni Villadiseriane, settembre 2010. Accanto ai due coautori sono previsti gli interventi di Franco Porcelli della redazione di “Sestan- te” e di Giancarlo Sagramola, vice Presidente della Provincia di Ancona. Come annota nell’introduzione don Alfredo Pasquali, direttore di Palazzo Mastai, la pubblicazione e la conseguente tavola rotonda – che nascono dal recente ritrovamento del carteggio riguardante la committenza di un quadro nel 1846 al pittore Nicola Bozzi, da parte del Comune di Senigallia - intendono, nella ricorrenza del decimo anniversario della Beatificazione di Papa Pio IX, ricordare “tutta la Sua attenzione e premura per una giusta e puntuale risposta educativa, problema allora emergente.” IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 - www.fazibattaglia.com Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 Voce della Vallesina vita ecclesiale LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Giovedì 14 ottobre Ore 9.30: Incontro Clero per aggiornamento Sabato 16 ottobre Ore 15: Monsano: Inaugurazione dell’Oratorio Ore 18: S. Maria del Piano, celebrazione nell’inizio dell’anno catechistico, processione Domenica 17 ottobre Ore 11: Parrocchia Amore, S. Messa e Cresima Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale Lunedì 18 ottobre Ore 21: Seminario, Commissione catechistica Martedì 19 ottobre Ore 15: Il vescovo, dalle 15 in poi, riceve senza appuntamento in Duomo - cappella di San Floriano - per colloqui, confessione ecc. Ore 21.15: Riunione della Commissione per la pastorale familiare Giovedì 21 ottobre Ore 9.30: Riunione del Consiglio presbiterale Ore 21: Parrocchia di San Francesco d’A. Incontro con i fedeli Venerdì 22 ottobre Pellegrinaggio a Bolsena Lunedì 23 ottobre Ore 21: Parrocchia di San Francesco d’A. Veglia missionaria Domenica 24 ottobre Ore 11.15: Parrocchia San Giuseppe, S. Messa e conferimento del Lettorato Pomeriggio: Ritiro con il Gruppo di discernimento vocazionale Alla chiesa dell’Adorazione Tre sere di preghiera Alla chiesa dell’Adorazione, in piazza della Repubblica a Jesi, sono previste tre sere di adorazione. Nei giorni 18, 19 e 20 ottobre alle ore 17,30 sarà celebrata la Santa Messa, alle ore 18 l’Adorazione e la preghiera del santo Rosario meditato. Mercoledì 20 sarà presente il vescovo Gerardo. L’iniziativa rientra nel programma di preparazione al pellegrinaggio a Bolsena. Sono invitati tutti gli amici della Chiesa dell’Adorazione, gli adoratori e coloro che partecipano al pellegrinaggio eucaristico del 22 ottobre. Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Parola di Dio 17 ottobre 2010 7 17 ottobre 2010 - 29a domenica del tempo ordinario - anno c è necessario pregare sempre senza stancarsi mai Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8) Gesù diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Commento I discepoli si trovano in un momento di difficoltà: grandi afflizioni, persecuzioni degli avversari di Gesù, tentazioni di rinnegare la propria fede… quando giungerà la salvezza definitiva? Gesù richiama la necessità della preghiera instancabile e perseverante, perché la più grande delle promesse si possa attuare. È facile farsi sorprendere dallo scoraggiamento per non essere esauditi, come pure stancarsi e annoiarsi. Mi soffermo su due espressioni: Anche se non temo Dio e non ho riguardo (in greco: ev-trèpo) per alcuno…; e: E Dio non farà forse giustizia (in greco: ek-dikèo) ai suoi eletti… Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno… Provo a tradurre alla lettera: E se non mi spavento di Dio e non mi vergogno (evtrèpo) di alcun uomo… Si tratta di un giudice ateo: non credendo in Dio, agisce di conseguenza solo attraverso le leggi. Si può supporre che umanamente sia un giudice onesto, eppure la legge ebraica narra in modo diverso la missione di un giudice: «Difendete il debole e l’orfano, al povero e al misero fate giustizia! Salvate il debole e l’indigente, liberatelo dalla mano dei malvagi!» (Sal 82,3-4). E Isaia ricorda ancora: «Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova» (Is 1,16b-17). La vedova è la tipica figura del povero: priva della protezione del marito, non può difendersi in tribunale. La Parola di Dio richiama il dovere di difendere queste creature abbandonate nelle mani dei più potenti. C’è il caso in cui il giudice può prendere in mano la difesa dell’indifeso, quando si tratta di un debito in denaro o di un’eredità; ma qui appare chiaro che egli non vuole difendere la vedova nei suoi diritti, è sordo alle esigenze di Dio e degli uomini. Da ciò nasce la difficoltà della vedova a convincerlo ad intervenire con il suo potere: poiché non ha possibilità di fargli dei doni, l’unica strada è agire con insistenza, pressare il giudice fino a che non rimane seccato. La mia preghiera è veramente così insistente davanti a Dio, cioè fatta con la forza della fede? E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti… Il verbo fare giustizia qui è espresso in greco con ek-dikèo e non con dikaiòo. Che differenza c’è tra i due verbi? Il verbo dikaiòo si riferisce al giustificare, mentre ek-dikèo ha più il senso della punizione, della vendetta, del giudizio già avvenuto. Questo sposta, quindi, l’attenzione, non tanto sulla costanza nella preghiera, ma sull’esaudimento della stessa. Se questa vedova insiste per essere esaudita, per avere subito il giudizio di condanna verso l’avversario, tanto più Dio è capace di ascoltare ed esaudire la preghiera dei suoi figli amati! La parabola vuole rimarcare che l’insistenza della vedova è semplicemente un esempio umano per portarci al discorso di Gesù sulla preghiera, come è detto nell’introduzione: è necessario pregare sempre, senza stancarsi mai. Ai figli amati, che gridano a lui giorno e notte, Dio di certo farà giustizia. Siamo di fronte alla preghiera dell’oppresso di tutti i tempi, come è detto nel libro del Siracide: «La preghiera del povero attraversa le nubi, né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità» (Sir 35,21-22a). Siamo di fronte ad una preghiera particolare che in questi ultimi anni viene definita preghiera gridata: quella che sale a Dio da tutti gli oppressi di tutti i tempi, credenti e non credenti, che non hanno alcun appoggio umano, ma confidano solo in Dio. Questo loro dolore morale e spirituale è una preghiera gradita a Dio e sarà di certo esaudita sia nel mondo di quaggiù e sia nel mondo di lassù. La mia preghiera è veramente un prendere su di me ogni grido dell’oppresso? P. Silvio Capriotti ofm Montecarotto: concluse le festività del patrono san Placido Una festa di famiglia missionaria Quest’anno la ricorrenza del santo patrono è stata vissuta con profonda intensità dalla popolazione di Montecarotto. La giornata di sabato 9 è stata caratterizzata da due appuntamenti importanti. Il primo è stato la messa vespertina delle ore 19, dedicata ai volontari delle associazioni civili e religiose. A loro, nell’omelia, don Gianfranco ha detto: “Il vero amore è gratuito. Voi volontari siete strumenti dell’amore di Dio. Donare agli altri è un arricchimento, una salvezza per sé stessi e gli altri”. Il parroco ha poi concluso: “Nessuno diviene santo in un solo giorno. Occorre tutta la vita. Voi, con la vostra vocazione al servizio, rendete la vostra vita più bella e ricca di beni eterni”. Ad animare ed allietare la liturgia è stato il gruppo dei giovani con suggestivi canti accompagnati dal suono delle chitarre. Alle 21, nel teatro comunale, grande successo ha riscosso il concerto proposto dal gruppo “Shalom” di Castelplanio dal titolo “Una luce di pace”, testi di don Mariano Piccotti, musiche di Giordano Tittarelli e Simone Sebastiano, danze a cura di Noemi Donati. Domenica 10 ottobre numerose persone hanno partecipato alla pro- dai canti eseguiti con maestria dal coro cessione dietro l’urna e le reliquie del parrocchiale. Il vescovo nell’omelia ha santo. Lungo il percorso per le vie del invitato l’assemblea a fidarsi di Gesù, paese, dalla collegiata fino all’ospedale sempre, come hanno fatto i 10 lebbrosi e ritorno, sono state proposte riflessioni dei quali parlava il vangelo del giorno. su come vivere la nostra vita di cristia- Essi lo hanno incontrato e Lui ha trani alla luce del primato di Dio e sformato la loro vita. Di quei 10 uno del Suo amore. I brani sono stati solo è tornato indietro a ringraziarLo. accompagnati da musiche inter- Nel lebbroso c’è stata una conversione pretate dal complesso bandistico del cuore, è nata la vera fede. Egli ha “L’Aurora” di Castelplanio e Pog- capito che Dio è l’unica salvezza di vita. gio San Marcello. Alla processio- “Chi si innamora di Dio offre la vita per ne è seguita una solenne concele- il Signore. La festa del patrono è la festa brazione presieduta dal vescovo di una famiglia missionaria che crede in mons. Rocconi, da mons. Giusep- Gesù quale unico salvatore del mondo” pe Quagliani, da mons. Anselmo ha terminato don Gerardo. San Placido Rossetti, da don Gianni Giuliani, quest’anno ha veramente fatto sentire dal parroco don Gianfranco Ceci comunità i suoi montecarottesi, uniti in e dal vice parroco don Feliciano Cristo e rinati con forza nella fede. Okeya. La liturgia è stata animata Maria Cristina Coloso Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. 8 Voce della Vallesina attualità 17 ottobre 2010 LORETO: 90° Anniversario della Proclamazione della Madonna di Loreto a “Patrona degli Aeronauti” L’iconografia della “Traslazione della Santa Casa” in mostra Con l’inizio delle Celebrazioni del 90° Anniversario della Proclamazione della Madonna di Loreto a “Patrona degli Aeronauti” si è aperta sin dallo scorso 25 marzo la mostra “Antica iconografia della Santa Casa con Madonna in volo” situata presso la Sala degli Svizzeri del Museo-Antico Tesoro di Loreto. Sarà ancora possibile visitare l’esposizione fino al 10 dicembre 2010, secondo gli orari d’apertura del Museo. La mostra, promossa dal Centro Studi Lauretani, indaga l’iconografia che tra il Cinquecento e il Settecento, in particolare nel contesto adriatico, ha attinto alla tradizione secondo la quale la casa nazaretana fu “traslata” per cielo fino a Loreto. L’esposizione raccoglie un numero limitato ma accuratamente selezionato di stampe e dipinti che in parte si conservano nello stesso Museo-Antico Tesoro lauretano e in parte provengono da collezioni private. L’apertura dell’esposizione è affidata all’”Annunciazione” di Antonio Mazzone dei Domenichi da Faenza, dipinta nel 1514-1515 su due scomparti da usare come portelle dell’organo della Basilica di Loreto, necessaria per ricordare il valore della casa di Maria: tra quelle mura “il Verbo si è fatto carne”. Il percorso espositivo, che è anzitutto cronologico, prosegue con la xilografia del XV secolo intitolata “Traslazione della Chiesa di Santa Maria di Loreto”, una delle più antiche rappresentazioni del trasporto miracoloso. Di grande rilievo ed esposti per la prima volta a Loreto, sono i dipinti di Bonifacio de’ Pitati, la cui opera non è immune dall’influsso di Giorgione e Tiziano e di Joseph Heintz il Giovane, pittore tedesco attivo a Venezia fin dal 1625. Queste opere, come del resto le incisioni di Anonimo e di Claudio Duchetti in mostra, rielaborano, secondo la cultura e la sensibilità degli artisti, un modello iconografico consolidato che prevedeva il punto d’osservazione collocato a sud/sud-est e doveva rappresentare all’interno di un’unica immagine le quattro tappe del trasporto miracoloso: il viaggio della Casa con Madonna e Bambino tra cielo e mare fino a Tersatto, l’arrivo nella selva recanatese con l’aggressione dei briganti ai pellegrini, il litigio tra i fratelli proprietari del colle e infine la collocazione della dimora lungo una pubblica strada. Il grande dipinto dell’anconetano Francesco Foschi, collocato a parete nella Sala degli Svizzeri, testimonia come ormai nel Settecento, in particolare nel contesto adriatico, la rappresentazione del trasporto miracoloso avesse ormai abbandonato il modello delle quattro scene e piuttosto si concentrasse sul solo tema del volo angelico. Prova ne è anche l’affresco realizzato da Giambattista Tiepolo nel 1745 per la chiesa di Santa Maria di Nazareth, detta “degli Scalzi”, a Venezia. Di come fosse la mirabile pittura a fresco del Tiepolo, andata purtroppo distrutta il 15 ottobre 1915 durante un bombardamento dell’aviazione “Giornata del malato” a san Francesco d’Assisi Gesù, medico dell’anima e del corpo austriaca, si sono conservati solo una memoria fotografica e due “modelletti” dello stesso Tiepolo, uno dei quali, proveniente dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, è presente in mostra. Anche se solo attraverso di esso, s’intendono distintamente la fantasia dell’invenzione ed i mirabili effetti di pittura aerea ottenuti dall’artista veneziano. È proprio il perduto affresco tiepolesco a consentire un improvviso e tutt’altro che causale salto nel Novecento. La “Traslazione della Santa Casa” esposta e attribuita a Mariano Fortuny, uno spagnolo a lungo residente a Venezia, realizzata probabilmente dopo il 1915, è sostanzialmente fedele al bozzetto oggi conservato nella Galleria dell’Accademia di Venezia eseguito dallo stesso Tiepolo per l’affresco andato poi distrutto. Pochi anni dopo la distruzione dell’affresco tiepolesco la storia ha voluto che la Chiesa, attraverso papa Benedetto XV, decidesse di andare incontro alla propria epoca, proiettata ormai verso la conquista del cielo, indicando come “patrona principale” degli aeronauti proprio la Madonna di Loreto. Era il 24 marzo 1920. Rosa Coscia 2° Anniversario 12° Anniversario 1998 30 ottobre 2010 Alba Benini in Bravi Dal salmo 15: “Mi indicherai il sentiero della vita: gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”. Nel dodicesimo anniversario della tua dipartita da questa terra, non possiamo non ricordarti anche in questo modo per dirti il nostro riconoscente amore per quanto ci hai dato nella tua vita. Purtroppo non ci è stata data la grazia di averti per un più lungo tempo di quanto il Signore ha invece voluto, ma dobbiamo ugualmente sempre ringraziarlo per averti avuto. Sempre ti amiamo e speriamo di meritare di ricongiungerci nel suo Regno. Il marito Fernando, i figli Marco, Carlo e Paolo e le loro famiglie 19-11-1927 17-10-2008 dell’Unzione dei malati. Come ha precisato don Aldo, questo sacramento si può ricevere più di una volta nella vita: quando una persona si trova in pericolo di morte, nella condizione di malattia o di vecchiaia. Il sacramento viene ammi10° Anniversario nistrato mediante l’unzione con l’olio benedetto sulla fronte e sulle mani del malato, accompagnata dalla preghiera del sacerdote, che implora la grazia speciale di questo sacramento. L’Unzione associa il malato alla Passione di Cristo, donandogli conforto, pace e coraggio; se la persona non ha potuto o non può confessarsi, con l’Unzione riceve anche il perdono dei peccati. Il Fiorello Boria sacramento degli infermi agisce sullo stra sofferenza diventa salvifica. Come spirito e sul corpo e consente, se Dio lo comunità cristiana rinnoviamo la no- vuole, il recupero della salute fisica. In Resterà per sempre nel cuostra fede in Cristo, che è sollievo nel do- ogni caso l’Unzione sacramentale pre- re di quanti gli vollero bene. lore e ci purifica da ogni scoria insediata para il malato e il morente al passaggio I suoi cari lo ricordano a nel nostro spirito. Il Signore è la nostra nella Casa del Padre. quanti l’hanno conosciuto Luce e la nostra Speranza: per chi vive A tutti i partecipanti è stato donato il e apprezzato per l’impegno Maria Anita Gregori affidandosi a Gesù, l’ultima parola non “Tau”, simbolo francescano in legno, sul della sua vita di sposo, pain Catani è la croce, ma la risurrezione. La croce quale era posto un piccolo Crocifisso dre, cristiano e cittadino segna il cammino e il passaggio verso la dorato. esemplare. pienezza di vita nella Casa del Signore. Dopo la Celebrazione l’incontro fraterI familiari e le figlie RaffaelTutti siamo chiamati a diventare sem- no in sala per gustare insieme il rinfrela e Chiara la ricordano con Il Sinodo pre più una comunità che si dona, nella sco offerto dalla Parrocchia, ha contanto affetto e nostalgia. In in Medio Oriente carità, ai fratelli che vivono l’esperienza cluso la serata nel segno dell’amicizia e suffragio, è stata celebrata del dolore, in tante situazioni difficili». della gioia. “Dobbiamo lavorare tutti in- una santa Messa il 18 setLa celebrazione è proseguita con il rito Roberta Maiolatesi Zega sieme per preparare un’alba tembre nella chiesa di San nuova per il Medio Oriente Giuseppe. usando i talenti che Dio ci ha TV 2000: “Mentre” in diretta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 16 dato. Certo, è urgente favorire la soluzione del tragico con4° Anniversario flitto israelo-palestinese ed operare perché terminino le “Good morning, Nairobi!”. “Good bo) apre la scuola di musica Juppiter sente un “creativo” (scrittore, pittore, correnti aggressive dell’Islam”. 24-9-1934 9-10-2006 morning, Rome!”. Il filo diretto con per offrire percorsi di creatività risco- musicista, fumettista...) che aiuterà ad Lo ha detto il card. Angelo l’Africa è la chicca di “Mentre”, la no- prendo i gesti semplici. L’idea di fondo, alimentare il dialogo interattivo, ma Sodano, decano del Collegio vità editoriale di TV 2000 in onda dal che ha raccolto l’interesse anche della interpreterà i racconti anche attraver- cardinalizio, che è intervenulunedì al venerdì: in diretta dalle ore Fondazione Missio, “è quella di offrire, so la propria arte: con la tavolozza dei to ai lavori del Sinodo dei ve15 alle ore 16; e in replica in seconda una piazza mediatica in cui possano colori o con uno strumento musicale scovi per il Medio Oriente, il serata alle ore 22,30 (il venerdì alle confluire esperienze significative at- in studio, tanto per fare alcuni esempi. 12 ottobre. “Dovremo sempre ore 22,50). traverso i cosiddetti new media”, sot- “Mentre” scorre la diretta, dietro le chiedere rispetto per la liberIn particolare, ogni giorno sono previ- tolinea Stefano De Martis, direttore quinte preparano il programma il re- tà religiosa di tutti i credenti sti quattro collegamenti web-cam: dal dell’informazione di TV 2000 e Radio gista Paolo Ferrazza e le producers – ha rimarcato il cardinale – è mondo delle missioni e dell’impegno Inblu. Anna De Simone, Antonella Becciu, una missione difficile quella laico. E proprio attraverso la web-cam, Dunque, ogni giorno racconti di vita Concetta Malatesta, Dolores Gangi, che voi, pastori della Chiesa in Medio Oriente, dovete “Mentre” apre una finestra su persone per far emergere non solo cosa stan- Francesca Baldini e Paola Buonomini. che nella contemporaneità raccontino no facendo e per conto di chi lo stan- Nella prima settimana di trasmissio- svolgere in un momento stoil loro quotidiano: “mentre” Massimi- no facendo, ma soprattutto il perché ni, venerdì 22 ottobre dalle 15 alle rico così drammatico. Sapliano in Bolivia aiuta una cooperativa delle scelte che si rinnovano giorno 16 saranno protagoniste subito le piate che non siete soli nella a produrre mobili dopo aver lasciato dopo giorno. In particolare dall’Afri- Marche, con il collegamento tramite vostra sollecitudine quotidiaOtello Paoloni la toga di avvocato a Foggia, la Mis- ca, i frammenti di umanità saranno skype con la redazione del settima- na per preparare un avvenire sionaria dell’Immacolata suor Silvia raccontati dalla sede del “New People nale diocesano Emmaus di Macerata: migliore alle comunità”. Nel in Brasile porta avanti una fabbrica Media Center” dei Missionari Com- la caporedattrice Francesca Cipolloni suo discorso il decano del “Non si perdono mai colore di pannolini per ridare speranza alle boniani a Nairobi, in Kenya, dove si racconterà la sua esperienza profes- collegio cardinalizio ha, inol- che amiamo, perché possiadonne delle favelas; “mentre” Emma, avvicenderanno testimonianze di mis- sionale all’interno di uno strumento tre, richiamato “ad una stretta mo amarli in colui disabile, a Lamezia Terme (Catanza- sionari e laici. di comunicazione, quale appunto Em- unità con la Chiesa di Roma” che non si può perdere”. ro) promuove progetti di legalità, Sal- Nello studio di TV 2000, oltre al con- maus, così importante per la vita della i pastori e i fedeli in Medio (Sant’Agostino) Oriente. vatore tutti giorni a Capranica (Viter- duttore Maurizio Di Schino, sarà pre- nostra Chiesa. Una delle iniziative per il 50° anniversario di fondazione della Parrocchia di san Francesco d’Assisi, a Jesi, è stata “La giornata del malato e del disabile”. Nel pomeriggio del 9 ottobre, padre Valentino Natalini, Ministro dei Frati Minori della Provincia Picena ha presieduto, nella chiesa parrocchiale, la Liturgia eucaristica, concelebrata dal Cappellano dell’Ospedale di Jesi, don Aldo Anderlucci, con l’assistenza del diacono Antonio Quaranta. Nell’omelia padre Valentino Natalini si è rivolto all’assemblea con parole di consolazione e di speranza: «Ricordiamo nella preghiera tutti coloro che vivono l’esperienza del dolore, della vecchiaia, i presenti ma anche quelli che vivono nelle strutture ospedaliere o in casa, perché il Signore, medico dell’anima e del corpo, sia la loro consolazione. Gesù vuole essere vicino a noi in ogni momento, soprattutto nel momento del dolore. Egli ha salvato il mondo con la Croce e la Risurrezione; e noi mediante la fede possiamo unire tutti i nostri dolori alla sua Passione. Ecco perché la no- Il 22 ottobre dalla redazione di Emmaus Voce della Vallesina pastorale Al Vescovo don Gerardo e agli amici della Diocesi di Jesi Don Luigi ci scrive dal Brasile Carissimi, sono già passati tre mesi da quando sono venuto in Italia. Mi ha fatto molto piacere, dopo quattro anni di assenza, rivedere tanti amici, con molti ero periodicamente in contatto, di altri avevo perso notizia. Ho ringraziato personalmente tutti coloro che ho visto, ho visitato alcune parrocchie, incontrato gruppi, celebrato dove mi é stato possibile, volevo fare anche di più ma il tempo era poco e non potevo trattenermi di più, le Comunità qua reclamavano e aspettavano il mio ritorno. Ho ancora vivo il ricordo della Veglia di Pentecoste, é stato per me il momento più bello della mia breve permanenza in Italia; la Chiesa piena, la presenza del Vescovo, l’invocazione dello Spirito Santo perché continui a chiamare, a inviare non solo preti ma tutti i battezzati per “la missione” tanto in Diocesi come fuori. Confesso che in quell’occasione mi sono sentito come inviato di nuovo dalla mia Diocesi, così come é successo 17 anni fa in Cattedrale proprio il giorno di San Settimio. So che avete appena concluso il Convegno Pastorale, sarà stata certamente un’occasione per riprendere l’attività pastorale con rinnovato spirito eucaristico e missionario. Noi qua andiamo verso la fine dell’anno pastorale e ci prepariamo con l’assemblea parrocchiale di fine mese a fare il punto della situazione e programmare il prossimo anno. Insomma... tutti siamo impegnati nella costruzione del Regno del Signore. La giornata missionaria che presto celebreremo ci aiuti a pregare e aiutare tutti i missionari della nostra Diocesi sparsi per il mondo (non solo don Luigi). Anch’io ricorderò molto volentieri tutti voi: il Vescovo, i confratelli sacerdoti, i tanti amici e Padre Roberto, sacerdote novello, celebra a san Francesco d’Assisi Dio è l’unico che non ci tradisce mai 9 Il Ministro generale dei Frati Minori a Jesi per il 50° della parrocchia Avanti, con il cuore di Francesco! “La benedizione del Padre generale sia di auspicio per continuare il nostro cammino…” Così il Ministro della Provincia Picena “San Giacomo della Marca”, padre Valentino Natalini, il 9 ottobre, nella chiesa di san Francesco d’Assisi, ha salutato padre José Rodriguez Carballo ofm che presiedeva la solenne Liturgia eucaristica, concelebrata da circa quindici sacerdoti dell’Ordine, fra i quali la mia Diocesi al Signore padre Vincenzo Brocanelli, perché alimentati dall’Eu- Consigliere generale, padre caristia possiamo vivere in Francesco Francisco, Segretapienezza la nostra vocazio- rio personale del padre Carballo, e il parroco padre Brune e la nostra missione. no Fioretti, felice di vedere Un grande abbraccio a tutti, don Luigi Carrescia 1 ottobre 2010, festa di Santa Teresina del Bambin Gesù, patrona delle Missioni La veglia missionaria diocesana sarà il 23 ottobre alle ore 21,15 nella chiesa di san Francesco d’Assisi a Jesi Nella foto, don Luigi Carrescia nel corso dell’incontro con la popolazione di Maiolati, lo scorso maggio. 17 ottobre 2010 nell’assemblea liturgica la sua comunità parrocchiale attenta e partecipe: gruppi, famiglie, giovani, bambini, anziani in preghiera e in festa. Fra’ José, 57 anni, spagnolo, sacerdote dal 1977, da giovane si è specializzato in Sacra Scrittura all’Università “Antonianum” di Roma; è stato Ministro provinciale dell’Ordine dei Frati Minori in Spagna e presidente dei Ministri provinciali d’Europa, poi Definitore generale e Segretario dell’ufficio Formazione e Studi, a Roma. Dal 2003 è Ministro generale dell’Ordine. Non un discorso retorico quello del padre Carballo, ma chiaro, essenziale, rivolto alla comunità parrocchiale di san Francesco. Sullo sfondo l’icòna evangelica del lebbroso samaritano, l’unico dei 10 lebbrosi guariti che ringrazia e loda Gesù, il Salvatore (Lc 17,11-19). Di qui l’invito a “tornare indietro come quell’uomo, a ringraziare il Signore per il dono della fede ricordando con la memoria del cuore gli innumerevoli doni ricevuti in 50 anni di vita”: il contributo di tanti Frati ben preparati nello Studentato della Provincia Picena; le catechesi, i battesimi, le comunioni, i matrimoni, i molteplici servizi offerti alla parrocchia da gruppi o da singole persone nel corso degli anni. Un pensiero riconoscente del Padre generale va ai Parroci: padre Virgilio Dottori, p. Giancarlo Mandolini, p. Sanzio Giovannelli, p. Alberto Peloni. p. Libero Cruciani, p. Aldo Marinelli, p. Bruno Fioretti, il Parroco attuale che, già missionario in Argentina, “ha iniettato lo spirito della missione nei cuori”. L’eredità di un cammino di fede da custodire e trasmettere alle nuove generazioni. Le sfide di oggi Dalla memoria storica all’impegno nel presente per aprire con fiducia le porte al futuro tenendo conto della “evoluzione pastorale” che procede nel senso della “corresponsabilità dei laici per una Chiesa-famiglia in cui ognuno, al suo posto, sia responsabile del bene di tutti”. Tre le principali sfide da affrontare oggi: la globalizzazione informatica, il progressivo abbandono della pratica religiosa, la fragilità delle nuove generazioni. Ribadito l’appello ai laici per portare la buona notizia nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, alle varie categorie sociali, per far conoscere Cristo e il suo amore. Oggi bisogna dare “il primo annuncio” della nostra fede, la morte e risurrezione di Cristo, perché “non siamo in una società cristiana”. Quindi l’invito ad impegnarsi con nuovo slancio per l’onestà, la verità, la giustizia, la pace Dopo un percorso spirituale sereno e fecondo che lo ha condotto alla professione solenne nell’Ordine dei Frati Minori e poi al Diaconato nel 2009, fra’ Roberto De Luca, 30 anni, di Caldarola, è stato ordinato presbitero a Macerata il primo maggio scorso. Domenica 10 ottobre il novello sacerdote ha celebrato per la prima volta l’Eucaristia a Jesi e, visitando i luoghi della sua adolescenza francescana, ha incontrato con gioia la Fraternità dei Minori e la comunità di san Francesco d’Assisi nel 50° anniversario della Parrocchia. Alle 11,30, con il canto “Ti esalto, Dio mio Re…” è iniziata la celebrazione della Messa L’unica persona che vi ama, che non vi trae padre Roberto ha espresso il suo “grazie” al disce, non sono il marito, la moglie, i figli, gli Signore e al Parroco, padre Bruno Fioretti, per amici; é Dio che ha accettato liberamente di l’invito a celebrare l’Eucaristia nella comunità morire per noi. In Lui possiamo amare tutdove è cresciuto. ti. Se chiudiamo le porte a Dio, non potremo Commentando il brano del vangelo di Luca amare l’altro. Anche la Messa può diventare che parla della guarigione miracolosa dei dieci un’abitudine… lebbrosi (Lc17,11-19), padre Roberto ha sotto- Ma come ringraziare il Signore? Mettendo in lineato che uno solo fra i dieci torna a ringra- pratica il Vangelo e partecipando alla Messa: ziare Gesù; ed è uno straniero, un samaritano, “Eucaristia” significa offerta e rendimento di escluso dalla comunità ebraica. grazie. Gesù continua a incarnarsi per noi nell’Eucaristia e salva l’intera persona: spirito, Quando l’io primeggia anima e corpo. Invochiamo lo Spirito Santo “A che punto è la nostra fede? Riconosci Cri- perché ci risvegli, altrimenti diventeremo lasto nella tua vita? Nella vita della tua famiglia dri dei doni di Dio». e fra i tuoi amici?…”. Il giovane presbitero di- Dopo la Messa ho rivolto qualche domanda “Impegniamoci nelle Comunità uniamo i continenti” è uno dei precetti che il Rotary chiara con convinzione: «Se mettiamo al cen- al giovane sacerdote: tro della nostra vita Grazie, padre Roberto, per aver celebrato l’Eu- International Club di Fabriano ha applicato l’ “io”, non c’è posto per Dio. Gesù ha fatto caristia e aver comunicato a tutti un messag- nel service di sabato 9 ottobre all’Hotel Janus, cose straordinarie, ma nessuno lo ha rico- gio di gioia e di speranza. Ma c’è stato qualche dove soci, consorti e ospiti hanno incontrato nosciuto… Così anche oggi: neppure il mira- momento critico nel tuo cammino verso il sa- suor Maria Antonietta Marchese, che ha parlato del suo impegno nel Benin. Piccolo stato colo giova a far riconoscere Dio che è mor- cerdozio ministeriale? to in croce per noi. Dobbiamo ringraziare il Sì, quando conti solo su te stesso e subentra dell’Africa occidentale che si trova sul Golfo Signore per i doni che riceviamo. Un tempo il dubbio di avere veramente la vocazione… di Guinea, vicino all’equatore a confine con il si benediceva Dio prima dei pasti, prima del perché sei solo con te stesso e non ti affidi Togo, Burkina Faso, Niger e Nigeria e dell’uso fatto dei fondi versati dal Rotary, ben 12.000 lavoro, per i frutti della terra… San Francesco totalmente a Dio. ci ha insegnato: “Restituite tutto a Dio!”. Quali consigli daresti ad un giovane che voglia euro raccolti insieme agli altri Club di Alta Vallesina Frasassi, Gubbio e Jesi, a sostegno di Noi che viviamo la fede in modo concreto e seguire un itinerario vocazionale? fervente, a volte possiamo allontanarci… per- Fede in Dio e nella Chiesa; fedeltà; abban- un progetto di recupero di bambine (dai 6 ai ché il nostro io tende a primeggiare anche su dono fiducioso a chi ha la responsabilità 16 anni) vendute dalle famiglie (nel caso citato da suor Maria, Rosin sei anni venduta per Dio. Chi si converte al Signore, lo ringrazia della tua formazione. sette euro ed un lenzuolo di stoffa) e ridotte per tutta la vita. Nulla è scontato. Se pen- Grazie, padre Roberto, in schiavitù. L’ospite, prima insegnante e presiamo che tutto sia dovuto, il nostro cuo- e tanti auguri! re si indurisce e non siamo capaci di amare. Maria Crisafulli side a Torino, da sei anni vive in questo picco- nello stile francescano di fraternità con tutti e in particolare con gli ultimi. «La parrocchia di san Francesco ha molto da dire alla società di Jesi e dell’Italia. Sia una parrocchia francescana e missionaria! Guardiamo avanti verso il futuro dove ci spinge lo Spirito del Signore». Dopo la benedizione finale padre José si è rivolto così ai giovani: «Dovete essere evangelizzatori della vostra generazione… Non abbiate paura: con la fede Gesù non toglie nulla e se entra nella vostra vita, vi dà tutto. Siate evangelizzatori!». Ai genitori: «Se voi non trasmettete i valori evangelici ai vostri figli, in parrocchia si potranno mettere solo delle toppe, fare dei rattoppi… Dovete assumervi la vostra responsabilità!». Concludendo la sua visita fraterna alla parrocchia, padre José ha invitato tutti a pregare per il Sinodo aperto a Roma sulle questioni del Medio Oriente. L’Ordine francescano sarà rappresentato da quattro Vescovi e da due Frati (il custode della Terra Santa e il Padre Generale dei Frati Minori): «Pregate per la pace e per il dialogo ecumenico in quella Terra dove si soffre e si muore». Un frate che, giunto ai vertici istituzionali dell’Ordine, si apre al dialogo con la semplicità e la naturalezza di chi è riuscito a coniugare, nello spirito del serafico umile padre Francesco, autorità e servizio, azione e contemplazione, verità e carità, comunione e missione. Maria Crisafulli Foto Gilberto Sassaroli Il sostegno alle suore salesiane Radio Duomo Senigallia in Blu (95,2 Mhz) lo paese molto povero dove coordina le suore salesiane di don Bosco presenti dal 1992. Nella foto da sinistra suor Maria Antonietta, don Tonino Lasconi, mons. Giancarlo Vecerrica e il presidente del Club di Fabriano Edgardo Verna. Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20 10 pastorale 17 ottobre 2010 Il pellegrinaggio a Lourdes nel segno della Croce con Bernadette Testimonianze di fede e impegno Si è svolto, dal 27 settembre al 3 ottobre, il tradizionale pellegrinaggio nazionale dell’Unitalsi, l’associazione che si occupa del trasporto degli anziani e malati a Lourdes e negli altri santuari internazionali. Anche dalla diocesi sono partiti una settantina di persone tra volontari, ammalati, pellegrini guidati, in assenza del presidente, dalla tesoriera Antonia Giordano e che hanno seguito le varie celebrazioni orientate sul tema pastorale dell’anno “Fare il segno della croce”. Centro del pellegrinaggio rimane la visita alla Grotta di Massabielle dove i pellegrini hanno pregato confidando a Maria le loro ansie, le preoccupazioni e i pensieri del loro cuore. La Messa internazionale, la processione eucaristica e la processione aux flambeaux sono stati gli altri momenti comunitari che hanno completato il pellegrinaggio al quale erano presenti circa 14mila italiani. Da segnalare, durante la fiaccolata, la partecipazione di alcune personalità che, con la loro esperienza, hanno testimoniato l’impegno e la propria fede racchiusa in un unico gesto, il “segno della Croce”. L’impegno missionario di padre Giulio Albanese, la volontà di riuscire a superare gli ostacoli più duri di Giusy Versace priva degli arti inferiori eppure campionessa paraolimpica sui 100 metri; la testimonianza di Simona Atzori, nata senza gli arti superiori, fatto che non le ha impedito di avvicinarsi alla pittura e alla danza. Prima della benedizione finale, Simona ha offerto ai presenti un numero del suo repertorio ballando davanti alla Basilica del Rosario con la prima ballerina del teatro alla Scala di Milano. Altra testimonianza molto toccante di perdono, quella di Carlo Castagna, l’uomo che, nella strage di Erba dell’11 novembre di quattro anni fa, ha perso la moglie, la figlia e il nipotino Youssef. Giovedì 30 settembre, al centro città di Lourdes, è stato allestito uno spazio per la “merenda italiana” in cui ogni regione aveva preparato degli stand con assaggi delle proprie specialità. Al termine del pellegrinaggio il saluto del presidente nazionale Antonio Diella. Ora, per la sottosezione, si avvicina una scadenza importante: il rinnovo del consiglio direttivo. Per statuto, infatti, il presidente ed i consiglieri rimangono in carica cinque anni e per il consiglio guidato da Giancarlo Rossetti è l’ultimo anno. Roberto Corsetti Nella prima foto due volontari unitalsiani con l’attrice e pittrice Simona Atzori, nella seconda un gruppo davanti l’ospedale di Saint Frai a Lourdes. Giornata diocesana del Malato e dell’anziano con il vescovo in cattedrale Vivere con fiducia anche nella sofferenza Ammalati e volontari delle diverse associazioni ecclesiali, accanto a Gesù e alla sua croce: il filo conduttore della giornata diocesana del malato e dell’anziano, voluta da padre Oscar Serfilippi e che, nella seconda domenica di ottobre, permette di ritrovarsi attorno all’Eucarestia e di rafforzare la propria fede. La celebrazione di domenica 10 ottobre in Cattedrale è stata presieduta dal vescovo Gerardo con don Aldo Anderlucci e l’assistenza dei diaconi: erano presenti i volontari dell’Avulss e dell’Unitalsi, le suore e alcuni ospiti della casa di riposo di Maiolati e della casa di cura Villa Jolanda, del centro “Divertirsi insieme” dell’Avulss e tanti altri che hanno accolto l’invito della Commissione Diocesana della Pastorale della Salute. “La sofferenza c’è ed è importante vivere con fiducia anche questi momenti, fidandoci di Gesù che è capace di darci la forza durante la malattia” ha detto il Vescovo invitando a pregare perché la vita di ogni persona sofferente possa essere una continua intercessione affinchè nessuno sfugga all’amore di Cristo. Dopo la celebrazione eucaristica è stata presentata la croce del pellegrinaggio dell’Unitalsi a Loreto dello scorso agosto: davanti alla Croce di Cristo vediamo la nostra miseria ma anche l’amore di Dio che ci abbraccia e di accompagna. Unitalsi diocesana: il cammino formativo dei giovani impegnati “Voi prestate il cuore a Gesù” “Il Vangelo va letto con amore, l’ascolto della Parola di Dio è capace di scaldare il nostro cuore perché Gesù cammina con noi”: con queste parole il vescovo Gerardo ha invitato i giovani dell’Unitalsi diocesana ad avere il coraggio della propria fede e ad alimentarla ogni giorno. Venerdì scorso, nei locali della parrocchia di Moie, si è svolto il terzo incontro formativo per i giovani, tenuto dal vescovo. La lettura del brano dei discepoli di Emmaus e di quello sulla Pentecoste, la sottolineatura di alcuni aspetti, la riflessione in gruppi, la cena, il gioco, la condivisione e la preghiera finale: i momenti che hanno scandito le tre ore, dalle 19 alle 22. “Non vi qualifica lo spingere una carrozzina o dar da mangiare a qualcuno ma il fatto che voi prestate il cuore, le mani, i piedi a Gesù: ecco perché è importante la preghiera, il silenzio, l’adorazione”: questo il forte invito del Vescovo a vivere coerentemente la vita di fede perché il cristianesimo, prima ancora di aiutare a vivere bene, è un innamoramento nei confronti del Signore. “Solo se siamo innamorati di Gesù, sappiamo trasmettere la gioia: questo è il primo passo del cristiano, non il servizio. Gesù è presente in chi è servito e in chi serve: più è forte la nostra unione a Gesù e più siamo capaci di testimoniarlo”: l’invito del Vescovo a vivere assiduamente la propria fede e ad avvicinarsi con frequenza ai sacramenti. Anche don Aldo Anderlucci ha partecipato alla prima parte dell’incontro invitando i giovani ad avere sempre nel cuore l’Unitalsi. Autoscuole Corinaldesi s.r.l. Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215 Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi) Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia Voce della Vallesina Dopo il convegno pastorale Andiamo al cuore La volta scorsa ho con- Cristo. Solo così i cristiani cluso con alcune doman- saranno capaci di vivere de sulla partecipazione nel quotidiano, nel feriale “scarsa” (a mio parere) al – fatto di famiglia, lavoro, Convegno Diocesano di studio, tempo libero – la inizio ottobre. Non vo- sequela del Signore, fino glio darmi la risposta. a rendere conto della speVorrei che il Consiglio Pa- ranza che li abita (cf. 1Pt storale diocesano al pros- 3,15). (n. 50) . simo incontro provasse a É segno di immaturità darsela con semplicità . una liturgia celebrata e Lo scopo del nostro Con- partecipata senza bisogno vegno 2010, il quarto da di consapevolezza. quando c’è il Vescovo É segno di immaturità Gerardo, era scritto nel una Eucaristia improvdepliant. Vorrei riassu- visata e senza coinvolgimerlo con una espressio- mento. ne: “Andare al cuore”. La É segno di immaturità vita della nostra comunità l’incapacità ad “attualizcristiana in questi anni zare” quanto la Parola ci ha voluto puntare sulla annuncia. “corresponsabilità”, ricu- è su questi obiettivi che perando anche all’interno il Congresso Eucaristico della sua vita la presenza di Ancona vuole e deve preparata dei laici, data puntare: l’Eucaristia per anche la irreversibile di- la vita quotidiana. minuzione dei sacerdo- Dunque: andare al cuore! ti. Non voleva essere un C’è una “abilitazione” urabbassare l’azione voca- gente per ogni credente, zionale (ne riparleremo!) prete o laico che sia, che ma un venire incontro è il “fare unità di tutto in alla vita della comunità Cristo”, ma non una unità con i suoi servizi. Ma la (o identità) esterna, che crescita del laicato (e an- conduce al fondamentache del prete e diacono) lismo, ma una unità interichiede sempre più chia- riore, profonda, nel cuore. ramente la maturità uma- Abbiamo tutti apprezzato na e cristiana. Nel conve- le tre personalità che ci gno abbiamo toccate tre hanno proposto le loro note. L’elenco può essere sintesi (Campanini, Bilungo. 1) La capacità di gnardi, Accattoli) propocorresponsabilità, frena- ste proprio come laici che ta anche dall’individuali- hanno una sintesi, matusmo e dall’efficienza dei rata nella loro professione risultati. 2) La forza della e insieme nella loro medisperanza nelle situazioni tazione. Al di là delle madi fragilità-fallimenti che niere di porsi di ognuno si fa vicinanza illuminata di loro (è proprio ridicolo dalla fede, frenata da una criticare uno o una per il visione dell’uomo alquan- tono della voce!!), al di là to riduttiva. 3) La libertà dei diversi passaggi del di essere se stesso nei loro intervento o delle didiversi contesti del mon- verse prese di posizioni… do in cui si vive, frenata era importante e lo è andall’opportunismo e dallo cora, accettare la loro “tespirito camaleontico, in- stimonianza” di maturità dice di motivazioni inte- cristiana. riori poco profonde. Andare al cuore significa Al cuore di tutto c’è una vivere e crescere nella vita faticosa ma irrinunciabile spirituale. Che è prima di sintesi personale tra fede- tutto personale. Se la nocelebrazione-vita che era stra azione pastorale non richiesta in un bel testo mira a questo, non offre della CEI. “Comunicare il stili di incontri, contenuti Vangelo in un mondo che e organizzazioni di atticambia”: Mi preme ricor- vità che non tiene conto dalo ancora, perché parte di questo… rischia di gioproprio dell’Eucaristia. care come il mondo. Che La valorizzazione della non mira altro che all’imliturgia non mira a sot- magine, non alla relaziotrarci al rapporto vitale ne significativa e vera con con il mondo di ogni gior- la realtà. Io non voglio no, nel quale sono pre- che la gente quando viesenti opportunità per la ne in chiesa o incontra la nostra crescita cristiana, chiesa rimanga incantainsieme a sfide che non ta dalla nostra “potenza” rendono agevole la nostra (!!!) ma che riceva senso, fedeltà ai valori evangeli- luce, speranza, sapienza ci. Per questo, ci sembra e gusto di vivere come il importante che la comu- Signore vuole. nità sia coraggiosamente Don Mariano Piccotti aiutata a maturare una NB. Chi intende offrire un fede adulta, «pensata», contributo per gli ATTI capace di tenere insieme del Convegno, stando i vari aspetti della vita ai temi, lo faccia presto. facendo unità di tutto in Grazie. Voce della Vallesina regione Monte Roberto: A Pianello Vallesina si è svolta la festa della scuola I cinquant’anni dell’Istituto professionale “Salvati” Con tutta probabilità, il più soddisfatto sarebbe stato lui, Serafino Salvati, se avesse potuto essere presente sabato 9 ottobre, ed ascoltare le parole e vedere i numerosi intervenuti alla celebrazione del 50° anniversario dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura, subentrato alla Scuola Pratica di Agricoltura da lui fortemente voluta con lascito testamentario nel 1923, un anno prima della sua morte. Una celebrazione concretizzatasi nella pubblicazione di un corposo volume di oltre 150 pagine e che è stato presentato davanti a Villa Salvati, una delle più belle ville neoclassiche d’epoca napoleonica delle Marche, nei pressi della quale l’Istituto sta offrendo ai giovani una preparazione di alta qualità. La dirigente dell’istituto, prof. ssa Costantina Marchegiani, porgendo il saluto agli ospiti ha ricordato come dal 1960 la scuola ha offerto non solo traguardi di professionalità ma anche valori solidi legati alla tradizione ed aperti al futuro, realtà messe in luce e proposte nel volume realizzato in sinergia con studenti, corpo docente e studiosi. Hanno portato il loro saluto la dott. Nardiello in rappresentanza del direttore dell’Ufficio scolastico regionale dott. Michele Calascibetta impossibilitato, la presidente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande Esposto e l’assessore provinciale Maurizio Quercetti, i sindaci di Monte Roberto Olivio Togni e di Castelbellino Demetrio Papadopoulos, il presidente nazionale degli agrotecnici Roberto Orlandi e il presidente regionale Gabriele Santoro, la presidente della Fondazione Salvati Gelsina Bartoloni: tutti evidenziando il ruolo dell’istituto in questi anni e la sua importanza nel settore dell’agricoltura. Riccardo Ceccarelli, autore del profilo storico dell’istituto inserito nel volume, ha legato la vicenda del Salvati come ultimo anello di una secolare attività promozionale nel settore agricolo che ha caratterizzato Jesi e la valle dell’Esino dalla fine del Settecento e che ha visto la famiglia Salvati come protagonista per tutto l’Ottocento. Il prof. Rodolfo Santilocchi preside della facoltà di Agraria dell’Università Politecnica di Ancona ha sottolineato l’evoluzione verifica- tasi nel mondo agricolo marchigiano dalla mezzadria all’agriturismo, dove le professionalità dell’istituto Salvati sono altrettanto necessarie come nella gestione delle aziende agricole. Alunni ed ex alunni hanno portato poi la loro testimonianza sulla scuola da essi frequentata. La prof. Miranda Celli che ha coordinato il volume, nel ringraziare tutti i collaboratori, ha messo in risalto come il libro non vuole solo essere celebrativo ma tracciare l’attuale profilo di un istituto con le sue eccellenze dei laboratori scientifici e quelli “a cielo aperto”, insomma una scuola superiore per una preparazione tecnico-professionale nell’agricoltura e dell’ambiente aperta alle sfide del futuro: una scuola per la nostra terra e per appassionati dell’agricoltura, risorsa unica, necessaria ed ineludibile. Non poteva esserci celebrazione migliore: nel volume c’è il presente della scuola ed in esso ci si sono ritrovati alunni, docenti e dirigenti che in concreto hanno fatto la scuola. Ad altri ovviamente scrivere… i prossimi cinquant’anni! r.c. foto Biagio Antonelli 17 ottobre 2010 11 150° anno della spedizione dei mille Mostra e convegno Nel 150° anno dalla Spedi- Pancrazio di Roma; il zione dei Mille, e nell’av- professore Gilberto Piccivicinarsi dell’anniversario nini, presidente della Dedell’Unità d’Italia, anche putazione di storia patria Castelbellino rispolvera delle Marche; il professor la storia. L’Associazione Marco Severini, docente Veterani e reduci Garibal- di Storia contemporanea dini, nella sua sezione lo- all’Università di Macerata. cale intitolata a Garibalda Ma non finisce qui il denCanzio, organizza con il so programma in spirito patrocinio del Comune il “camicie rosse” della sezioconvegno “Cavour, Gari- ne locale dell’Associaziobaldi e la spedizione dei ne Veterani e reduci garimille”, sabato 16 ottobre baldini, presieduta dall’ex alle 16.30 al teatro Gigli. sindaco Giovanni Caruso, Castelbellino omaggia con vicepresidente il procosì anche una sua cele- fessor Sandro Franconi, bre e amata concittadina, che è anche coordinatoche ormai riposa al cimi- re dell’evento. Alle 18.30 tero comunale, la nipote al museo civico di Villa dell’Eroe dei due mondi, Coppetti sarà inaugurata Garibalda Canzio. Ultima la mostra “Album della dei sedici figli di Teresa guerra d’Italia 1860-1861” Garibaldi e Stefano Can- di Gustavo Strafforello, zio, rispettivamente figlia precedentemente ospitata e ufficiale di Giuseppe a Castelfidardo, a cura del Garibaldi, morta nel ‘69, Comitato del 150° anniGaribalda era molto ama- versario della battaglia di ta a Castelbellino: donna Castelfidardo e della Fongentile e disponibile che dazione Ferretti. lasciò dietro di sé una po- Il percorso didattico-visisitiva scia, sempre pronta vo documenta il paesaggio ad accettare gli inviti delle italiano nel Risorgimento, scuole per parlare di suo dopo la spedizione dei nonno agli alunni. Mille, offrendo un percorSaranno relatori del con- so storico di lettura attravegno: la pronipote del verso le immagini. Generale, Annita Gari- Sarà presente il gruppo baldi Jallet, figlia di Sante, storico dell’Accademia di nipote di Ricciotti (uno Oplologia e Militaria di dei tre figli di Giuseppe Ancona. Garibaldi), che da anni La mostra resterà aperè cittadina onoraria di ta tutti i giorni fino al 24 Castelbellino ed è anche ottobre, dalle 17.30 alle direttrice del museo ga- 19.30. ribaldino di Porta San Simona Santoni AIMC in cento piazze lancia nuove sfide nell’ambito dell’educazione e della solidarietà Sessantacinque anni di attività a sostegno di alunni e insegnanti La lavagna sulle spalper coloro che erano analfabeti. suoi sessantacinque anni di vita e le, la passione nel Nell’attuazione di questa missionella celebrazione della giornata cuore, pochi soldi ne si è andati avanti fino agli anni mondiale dell’insegnante, che riin tasca: i maestri Ottanta, assieme alla realizzaziocorre il 5 ottobre. itineranti andavano ne di un’altra iniziativa imporL’iniziativa, intitolata appunto così, per le campatante: quella della preparazione “Cento piazze per la sfida educagne e per i pascoai concorsi magistrali”. tiva”, è stata attivata in collaborali della Sardegna e Oggi l’associazione punta a riemzione con l’Ufficio nazionale per della Sicilia, negli pire un altro vuoto istituzionale: l’educazione, la scuola e l’Univeranni subito a ridosquello della preparazione sul piasità della Cei, e proposta all’inso del dopoguerra, no pratico delle future maestre (i tero Paese e ai singoli territori per portare a giovamaestri sono rari). Le studentesse come occasione e riflessione su ni e a meno giovani del quarto anno del Liceo Socioquello che è un tema imprescinl’opportunità di alfaPsico-Pedagogico hanno in effetti dibile per il futuro della società: betizzarsi. Erano gli l’opportunità di approfondire la l’educazione; come “un modo per anni in cui anche gli didattica e la metodologia grazie e del sostegno alla nascente de- richiamare l’attenzione di tutispettori scolastici, in alla disponibilità e all’impegno di mocrazia. Si vuole reagire con ti sulla necessità di considerare quelle zone impervie, alcune docenti, in pensione e non, forza alle carenze drammatiche l’educazione priorità irrinunciaespletavano i loro che fanno parte dell’associazione della scuola elementare ed alla bile su cui investire in corresponcontrolli spostandosi e che hanno messo volentieri a insufficiente formazione degli in- sabilità, tutti e ciascuno”. a cavallo da una sede loro disposizione esperienza e segnanti dando vita ad una asso- Docenti, genitori, adulti, bambini all’altra. conoscenze capitalizzate in di- ciazione che chiama tutti i mae- e ragazzi hanno potuto trovare “Io incominciai la versi anni di lavoro nella scuola. stri a raccolta e mira a soddisfare nei gazebo allestiti per l’evento mia carriera proprio ogni esigenza di vita del maestro, anche in piazza della Repubblica, in Sardegna alla fine L’AIMC nasce nell’immediato della sua formazione, della sua materiale informativo e la nuodegli anni cinquanta dopoguerra in continuità con personalità e della sua azione”. va iniziativa “Un quaderno per - racconta Enzo Batgli scopi dell’Associazione Ma- “In tutti questi anni abbiamo co- amico”, finalizzata alla raccolta di tistelli (nella foto), gistrale Italiana Nicolò Tomma- stituito un vero e proprio centro fondi per la costruzione di aule di ex direttore didattiseo, operante dal 1900 al 1926, di ricerca permanente – spiega una scuola della comunità “Proco del terzo Circolo e sciolta a seguito delle norme ancora Battistelli - che ha appor- getto famiglia” in Burkina Faso, di Jesi - Ricordo che il direttore cordo che ho di alcune maestre restrittive fasciste. Fondata da tato continuamente idee, sug- Paese del centro Africa; al sostedella scuola in cui ero a disposi- di Jesi - tra cui mia moglie - che Maria Badaloni e Carlo Carret- gerimenti, proposte operative gno di educatori della cooperativa zione come supplente, mi presta- la sera, subito dopo cena, saliva- to vede confluire al suo inter- su tutto il territorio nazionale il “Piccolo principe” dei Frati capva la sua auto per raggiungere la no sulla 600 di un autista paga- no l’esperienza associativa delle affiancando strettamente - fino a puccini della Custodia di Romania sede di servizio e attendeva che to dall’AIMC e andavano nelle sezioni dei maestri dell’Azione qualche tempo fa - l’operato del e all’istituzione di borse di studio io rientrassi per poter fare a sua scuole di campagna e di collina Cattolica, unica forma di asso- Ministero. Possiamo considerarci per giovani laureati su tematiche volta ritorno a casa”. - tra cui Venetica, Mazzangrugno, ciazionismo consentita durante il i padri fondatori del Tempo Pie- legate all’educazione o all’associa“Questa dell’Alfabetizzazione su Piandelmedico - e insegnavano ai ventennio fascista. Il primo Con- no qui a Jesi. Le nostre esperienze zionismo professionale. tutto il territorio nazionale è sta- giovani che partecipavano ai cor- gresso Nazionale si ha dal 3 all’8 hanno dato vita, assieme ad altre Le esibizioni di un clown, la letta una delle tante opere meritorie si di alfabetizzazione o di richia- settembre 1946. A Jesi viene fon- condotte in tutta Italia, all’elabo- tura di fiabe da parte di alcune che l’AIMC (Associazione italia- mo. Erano tempi in cui non esi- data nel 1947, per opera del mae- razione dei Programmi del 1985”. maestre, la scrittura di messaggi na maestri cattolici) ha promos- stevano strutture istituzionali che stro Goliardo Radi, originario di Domenica scorsa l’Associazione, dedicati alla scuola di ieri e di oggi, so e attuato - continua Battistel- assolvessero a questa funzione di Fossombrone. rinnovata grazie alla adozione di l’esposizione di bellissimi disegni li - Era veramente commovente accertamento delle competenze “L’idea aggregante è quella di ope- un nuovo Statuto, ha rilanciato la e il lancio dei palloncini, ha alliel’immagine dei maestri itineranti, per chi aveva la terza o la quinta rare una scelta impegnativa sul sua sfida educativa in cento piaz- tato e divertito grandi e piccin così come commovente è il ri- elementare, e di alfabetizzazione piano del riscatto professionale ze italiane nell’anniversario dei Fotoservizio Paola Cocola 1923 12 Voce della Vallesina jesi 17 ottobre 2010 Pasquinaccio: esuberante, dinamico, ironico. In mostra fino al 17 al Palazzo dei Convegni Arte per gioco, arte per passione Una mostra allestita per ricordare e commemorare un artista scomparso anche da secoli non è un evento raro. Lo è invece quella dedicata a Rodolfo Pasquinelli, in arte ‘Pasquinaccio’, le cui opere, a distanza di due anni dalla morte, per la prima volta sono state presentate a Jesi. La singolare iniziativa è di sua moglie Bruna e di suo figlio Luca. La mostra, inaugurata il 9 ottobre, resterà aperta fino al 17. Una sorpresa per il visitatore che già al primo impatto visivo si trova investito come da un’esplosione di gioiosa vitalità: colori squillanti che richiamano quelli dei giocattoli di legno di altra epoca, linee curve, arrotondate, fluide, scattanti o sfuggenti; proporzioni esasperate, poderose; forme grottesche, goffamente pompose. Potrebbero far pensare a Botero, ma hanno un’impronta di dinamismo, non di pigrizia e di staticità ieratica come è per lo scultore colombiano. Il segno dell’ironia appare evidente. Ha forse suggerito il nome d’arte, affettuoso e amichevole, s’intende, di ‘Pasquinaccio’; come quello dato ad un monello impertinente, pronto a prendersi gioco di qualcuno. La signora Bruna sembra attendere con trepidazione che la porta del Palazzo dei Convegni si spalanchi per far entrare i primi visitatori. Con squisita gentilezza si presta a fare da guida. Perché solo ora si è pensato all’allestimento di questa mostra? Mio marito è mancato due anni fa. Era nato in questa terra, dove però non aveva mai avuto occasione di esporre. Ho voluto portare qui la sua arte che non era giusto confinare solo nel Veneto: per completare un ciclo, per farlo ritornare da dove era venuto. Come mai vivevate lontani dalle Marche? Ci siamo conosciuti da ragazzi, a Treviso, dove suo padre lavorava e dove anche lui per lavoro si è stabilito. Era dirigente d’azienda, ma la scultura e la pittura sono state la sua passione più autentica, coltivata da autodidatta e approfondita attraverso studi, ricerche, sodalizi. Che rapporto aveva suo marito con la nostra città? Era anconetano di nascita, ma si sentiva soprattutto jesino. Qui abbiamo parenti ed amici. Rodolfo amava moltissimo questa regione che l’ha comunque ispirato, se pure da lontano e indirettamente. Le linee ondulate che caratterizzano tante sue opere richiamano in realtà i profili delle colline marchigiane. Un soggetto che ha spesso e in molti modi rappresentato è il cavallo. Perché una scelta ricorrente così particolare? Rodolfo pensava che il cavallo avesse la stessa età dell’uomo; che questo animale fosse stato sempre presente nel tempo e nel con la famiglia. Riusciva a dare corso dell’evoluzione dell’umanità. significato e valore anche a brevi Nel cavallo vedeva un simbolo di momenti vissuti insieme. forza, potenza, equilibrio, dinami- Una sezione particolare della smo. Tanto ne era convinto da tra- mostra è dedicato alle ‘Sirene’; sferire le sue linee anche in altre creature flessuose, sfuggenti che forme. si inabissano. Sembrano rivestiChe materiale è stato usato per te di incrostazioni di verderame. realizzare le sculture? Sono le ultime opere, nemmeno Sono state costruite con strati di terminate. Il tuffo nel mare sta a listelli di legno pazientemente ac- significare il suo incontro con la costati, pressati, modellati, coperti morte”. di stucco e di colori. Una tecnica Ha parlato con gli occhi lucidi, del tutto personale, simile a quella come trattenendo le lacrime, ma usata per la costruzione delle navi. la voce non si è spezzata. Si accoChe significato, che importanza sta a suo figlio, lo abbraccia: ha avuto l’arte per suo marito? “Mi è costato tanto preparare queDapprima è stato un gioco; poi sta mostra, ma sono convinta di una ricerca inesauribile di forme aver interpretato la sua volontà. dinamiche. Rodolfo era sicuro che un giorno o Quale era il carattere dell’uomo l’altro sarebbe ritornato qui”. e dell’artista? Fotoservizio Rodolfo era infaticabile, spesso Augusta Franco Cardinali lontano dall’Italia. Non so come Nella foto facesse a fare tante cose, ma a teLuca e Bruna, figlio nere comunque un forte rapporto e moglie di Pasquinaccio È morto il pittore spagnolo Josè Guevara, marchigiano di adozione La sua vita, una appassionata avventura È scomparso il noto pittore spagnolo José Guevara, uno dei protagonisti dell’Informale iberico degli anni Sessanta del secolo scorso. I forti e costanti legami con l’Italia e segnatamente con Le Marche (fino a pochi mesi fa aveva un atelier a Jesi nel Chiostro Sant’Agostino) sono iniziati nel 1967 allorché vinse una borsa di studio per lo studio della ceramica faentina. Ha dato la notizia del decesso il prof. Armando Ginesi che, da oltre quaranta anni, è stato il suo critico di riferimento in Italia e che ha presentato tre anni fa la sua grande mostra parigina, presso l’Espace Châtelet Victoria al n. 19 dell’Avenue Victoria. Il decesso è avvenuto a Huelva (in Andalusia), la città che gli aveva dato i natali nel 1926 e dove l’artista si era ritirato negli ultimi cinque anni. Victor Pulido, artista andaluso e suo grande amico, così lo ricorda: “Non fu solo un pittore ma un artista completo e complesso che fece della sua vita un’appassionata avventura intellettuale e sociale. Per questa ragione diventa difficile definire il confine tra il maestro pittore, come lo chiamavano in Italia, e il maestro poeta e drammaturgo “di grande interesse e di grande talento” come lo definì George E. Wellwarth, uno degli esponenti più autorevoli del teatro sotterraneo e underground. Dell’Informalismo materico (aveva aderito alla corrente dell’Abstractiòn Dramàtica teorizzata dal grande critico madrileno Luis Gonzàlez Robles) Guevara rappresentò la linea intimistica, quasi mistica, attraverso l’invenzione di una tecnica che il critico Carlos Areàn chiamo “òleo pòr combustion del pigmento”. Dopo l’esperienza astratta – le cui opere girarono il mondo in una serie interminabile di mostre ufficiali che lo stato spagnolo presentò nei cinque continenti accanto a quelle di Tapies, Iglesias, Saura, Rueda, Vela, Muñoz, Genovès ed altri giganti del genere – approdò gradualmente ad un figurativo nel quale, tuttavia, l’interesse per l’autosignificanza della materia si rivelò essere sempre Autori alla Biblioteca Effemme 23 l’obbiettivo principale della sua ricerca. Guevara ha soggiornato in diverse parti del mondo (esponendo nelle più importanti Biennali, da quella di Venezia a quella di San Paulo del Brasile, da quella di Alessandria d’Egitto a quelle di New York e Parigi): Stati Uniti, Francia, Argentina, Brasile, Italia, Uruguay, aprendo studi a Parigi (dal 1961 al 1972), Madrid, Toledo e Algodòr (dal 1960 al 1997), Milano (1969-72), Jesi (1968- 2010). Nelle Marche, ove ha abitato ripetutamente tra un giro e l’altro per il mondo, soprattutto a Pollenza, Urbisaglia, Pianello Vallesina, Majolati Spontini e Jesi, ha contato un numero elevato di amici e di collezionisti. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del globo. Foto Anna Vincenzoni Al via la stagione teatrale 2010-2011 in cinque teatri della Vallesina Al palasport il musical Jesus Christ Superstar Ventinove appuntamenti da dicembre a maggio compongono il cartellone della Stagione teatrale della Fondazione Pergolesi Spontini realizzato in collaborazione con l’AMAT e gli assessorati alla Cultura di Jesi, Maiolati Spontini, Montecarotto, Monte San Vito e San Marcello e con il contributo di Banca Popolare di Ancona e Sogenus. Il cartellone dei cinque teatri della Fondazione - ognuno con la propria identità e in rapporto con gli altri così da integrarsi e dar vita ad un’unica grande stagione teatrale - comprende anche alcuni degli spettacoli programmati per Scompagina/4 libri in scena con dedica a Valeria Moriconi. Il Teatro Pergolesi propone in abbonamento sei spetta- coli. Si apre il 5 dicembre con Jesus Christ Superstar, celeberrima opera rock degli anni ’70 che sarà allestita al Palasport, con la partecipazione della Associazione Missione Brasile onlus, con orchestra dal vivo e con interpreti inconsueti. Segue il 22 e 23 gennaio il Teatro Nero di Praga con la storica compagnia di Jiři Srnec, la più rappresentativa di que- sta tecnica teatrale a livello internazionale: in Dreams presentano il meglio del loro repertorio in uno spettacolo di figura pieno di magia, divertente e adatto a tutte le età. Per informazioni: Biglietteria del Teatro G.B. Pergolesi, dal martedì al sabato, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30 - tel. 0731 206888, [email protected]. DAL 1923 Poesia, arte e filosofia Continua la rassegna dal titolo “Intrecci di poesia, arte e filosofia”, promossa dal Comune di Maiolati Spontini e che ha come sede, come splendida cornice, la biblioteca di Moie Effemme23. L’iniziativa ha come scopo quello di promuovere i talenti di casa nostra, la marchigianità che si lega al mondo dell’arte e della filosofia. Una vetrina importante che l’assessorato ha deciso di allestire per assecondare le numerose richieste che sono pervenute da artisti, scrittori e studiosi della nostra regione. Dopo l’artista Andrea Cangemi di Santa Maria Nuova, che ha presentato “Figlio di un canto anarchico - Poesie e disegni”, il secondo incontro è stato incentrato su “Percorsi di narrativa femminile nelle Marche”. Protagonisti tre libri e tre autrici: “Alba nuova” di Sofia Bolognini, “Il quaderno di A.” di Ada Giannella e “Foglie d’autunno” di Maria Massani, introdotte da Carla Giaccaglini, titolare della casa editrice falconarese “L’orecchio di Van Gogh”. L’appuntamento del 13 ottobre è stato dedicato ad Annunziata Cavallucci, di Moie, e al suo libro “Parole del cuore”. Il 20 ottobre sarà presen- tato il libro “La norma di Zanzotto nell’Ipersonetto” dell’autrice filottranese Guglielma Giuliodori, introdotta da Massimo Raffaeli. Mercoledì 27 ottobre Riccardo Dottori, ordinario di Ermeneutica filosofica all’Università romana di Tor Vergata, presenterà “L’arte e il gioco dell’esistenza”, evento multimediale con musiche e versi. La rassegna si chiuderà mercoledì 3 novembre con “Ogni cosa al posto giusto” di Alessandro Morbidelli, con suggestioni pittoriche di Chris Rocchegiani. La biblioteca Effemme23 ha in cantiere numerose altre iniziative, grazie anche a collaborazioni con altre realtà associative e culturali del territorio. Sono in programma, infatti, due rassegne di cinema: una in collaborazione con il Cag Mondrian di Moie, rivolta per lo più agli adolescenti, ed un’altra organizzata insieme all’Università per adulti della Media Vallesina, rivolta ad un pubblico più ampio e che sarà incentrata su una serie di biografie che diversi registi hanno deciso di voler raccontare. Sulle prossime uscite forniremo maggiori informazioni al riguardo. Andrea Antolini Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it Voce della Vallesina cultura 17 ottobre 2010 13 I candidati scelti dalle tre Fondazioni Federiciane di Jesi, di Palermo e di Göppingen che saranno premiati il 18 ottobre XII Premio Internazionale ‘Federichino 2010’ Sono stati resi noti tutti i nomi dei candidati scelti dalla Fondazione Federico II di Jesi e da quelle gemellate di Palermo e di Göppingen per l’assegnazione del X Premio Internazionale ‘Federichino 2010’. Il riconoscimento sarà consegnato nell’Auditorium dell’Hôtel Federico II, lunedì 18 ottobre (ore 18,30). Seguirà nella Sala Musicisti dello stesso Hôtel una cena medievale in onore dei premiati, segnalati per meriti speciali in vari settori: industria, giornalismo, musica, spettacolo, studi medievali. Di ognuno ecco un breve curriculum. Candidato della Fondazione di Göppingen: Per la storia degli Hohenstaufen: Prof. Franz Weber. Laureato in legge, segretario personale di Roman Herzog, già Ministro degli Interni della regione Baden Wttemberg e poi Presidente della Repubblica Federale Tedesca, viene eletto nel 1985 Presidente della Giunta Provinciale di Göppingen, carica ricoperta per 24 anni. Sempre molto interessato alla Storia Patria, specie di epoca sveva, ha contribuito alla costituzione delle fondazione federiciana, di cui è presidente fin dal 2009, favorendo la diffusione dell’interesse per questo grande capitolo della storia europea. Ha raccolto i suoi studi in un libro pubblicato nel 1994 dal titolo: “Gli Svevi: solo storia?”. Candidato della Fondazione di Palermo: Per il giornalismo: Dr Vincenzo Morgante Giornalista professionista, dal 2003 è capo della redazione siciliana della Rai dove ha svolto attività di cronista politico-parlamentare, conduttore del TG e inviato speciale. Nel 2000 in occasione del Giubileo è stato chiamato a Roma come vaticanista per il TG3. Prima di essere assunto in Rai è stato corrispondente dalla Sicilia per i quotidiani ‘Il Sole 24 ore’ e ‘Avvenire’. Laureato in Giurisprudenza, è docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Palermo e di ‘Dottrina sociale della Chiesa’ presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia. É cittadino onorario del Comune di Racalmuto (Agrigento) I candidati della Fondazione di Jesi: Per l’industria alimentare: Sig. Giovanni Fileni. Imprenditore (Jesi AN) Nato da una famiglia di mezzadri della Vallesina, a 25 anni, nel 1965, incomincia ad interessarsi di allevamento avicolo, sperimentando il primo sistema di allevamento di animali da cortile nella campagna di Monsano. Un anno dopo costruisce un piccolo stabilimento, aprendo un primo negozio per la vendita diretta. Rapidamente l’azienda si ingrandirà: capannoni e negozi si moltiplicheranno, la vendita al dettaglio si trasformerà in grande distribuzione e in commercializzazione di prodotti pronti. Nel 1995 darà vita alla filiera completa della lavorazione delle carni, con stabilimenti a Cingoli e Castelplanio. La crescita del fatturato è costante. Oggi il Gruppo Fileni esporta in Grecia, Germania, Olanda ed è indicata come una delle 100 Aziende Eccellenti segnalate nel 2° Rapporto Eurispes. Primo produttore in Italia di carni avicole, ha tra i suoi clienti la Coop, Esselunga, Autogrill, Ikea, Unilever e Plasmon. Impegnandosi anche nello sport, sponsorizza l’Aurora Basket di Jesi. Nel 2009 Giovanni Fileni ha ricevuto in Campidoglio il Premio ‘Marchigiano dell’anno’ . Per la musica lirico/sinfonica: Dott Gianfranco Mariotti, Presidente del Rossini Opera Festival (Pesaro PU) Due sono i grandi interessi che Gianfranco Mariotti è riuscito a conciliare: gli studi di medicina e la musica. Sovrintendente del Rossini Opera Festival sin dalla sua fondazione, è anche laureato in Medicina e Chirurgia, con specializzazioni in Ginecologia e Ostetricia, Pediatria e Puericultura, Oncologia. Nella sua carriera medica si segnalano importanti tappe: come la pubblicazione di 46 testi scientifici e l’attività presso l’Ospedale S. Salvatore di Pesaro dove organizza nel 1965 e dirige successivamente il Servizio per la prevenzione dei tumori femminili. Da un suo progetto che coniuga ricerca musicologica e restituzione teatrale nasce nel 1980, d’intesa con la Fondazione Rossini e il Conservatorio pesarese, il Rossini Opera Festival. Immediato è il successo, destinato a crescere nel tempo, tanto da richiedere la costituzione di un Ente autonomo di cui viene nominato Sovrintendente, incarico ancora oggi da lui ricoperto. Nel giro di pochi decenni verrà scoperto un Rossini sconosciuto o misconosciuto, anche inedito e ritenuto spesso ineseguibile per la mancanza di cantanti adeguatamente formati. L’indotto economico, turistico, commerciale e di promozione dell’immagine costituisce oggi anche un caso esemplare di investimento produttivo su un bene culturale. Per la musica strumentistica: M° Marco Poeta, fadista Singolare è l’esperienza artistica di Marco Poeta. Il fato (o il ‘fado’) ha voluto che nascesse a Recanati, città in cui poesia e musica si sono incontrate con Leopardi e Beniamino Gigli. Una vocazione naturale precocissima. A quattro anni, da autodidatta, inizia a suonare la fisarmonica; a cinque la chitarra che diventerà il suo inseparabile strumento. Modesti gli esordi. Inizia negli anni ’70 a suonare nelle balere e nei night club. Ha in repertorio canzoni napoletane e o di cantautori moderni come Bruno Martino. Si specializza però nel genere della Bossa Nova. Giungerà presto a collaborazioni con jazzisti di fama internazionale con i quali effettuerà numerosissime tournée. Conosce Sergio Endrigo: un sodalizio artistico e un’amicizia che dureranno a lungo. Grazie a lui frequenta Toquinho, Chico Buarque, Gilberto Gil, Caetano Veloso, Baden Powell con il quale perfeziona la tecnica chitarristica. Nel 1998 incontra più da vicino il ‘fado’ e ne diventa un insuperabile interprete. Non si contano i riconoscimenti avuti anche in terra portoghese dove il fado è il genere musicale nazionale, i concerti, le incisioni, gli eventi eccezionali a cui ha partecipato, i brani che ha composto. Il progetto che egli stesso oggi ritiene sia il più ambizioso è l’interpretazione, su chitarra acustica a 12 corde, di brani ispirati al 500 inglese composti da lui stesso. Per la Storia medievale: Prof. Luigi Morganti, Presidente Istituto Superiore di Studi Medievali ‘Cecco d’Ascoli’ (Ascoli Piceno) È nato e risiede ad Ascoli Piceno, dove è titolare della cattedra di Storia dell’Arte e Disegno presso il Liceo Scientifico “A. Orsini”. Componente della Commissione di Arte Sacra della diocesi di Ascoli Piceno, è stato incaricato dalla CEI di preparare l’Inventario dei Beni Ecclesiastici. Ha tenuto corsi di formazione per ‘Operatori dei Beni Culturali Ecclesiastici’ organizzati dalla Conferenza Episcopale Marchigiana. Componente nazionale della Commissione Culturale della Federazione Italiana Giochi Storici, è stato nel 1993 regista della Quintana di Ascoli Piceno. Collabora con giornali e riviste di Storia dell’arte pubblicando saggi critici di arte locale antica e moderna. Ha diretto nel 2001-2002 il Comitato per la Tutela e la Valorizzazione della Storia e delle Tradizioni Picene presso l’Assessorato alla Cultura della sua città. Dal 2006 è Presidente dell’Istituto Superiore di Studi Medievali ‘Cecco d’Ascoli’. Per l’industria calzaturiera: Dott. Vittorio Virgili. Imprenditore (Fermo) É nel ’68 che Vittorio Virgili fonda, in società con un altro imprenditore, una ditta produttrice di calzature da uomo. Nel 1981 la società si scioglie. Virgili decide di continuare da solo l’attività. Si specializza nel settore e, prestando attenzione alle esigenze di mercato, nel corso di 15 anni incomincia a produrre anche calzature femminili eleganti, pregevoli per la lavorazione a mano, i particolari ricercati, lo stile, la scelta di un materiale sempre di ottima qualità. Attualmente la ditta Vittorio Virgili è licenziataria dei marchi Sartore, Ice, Ice Iceberg e, naturalmente, Vittorio Virgili. Membro della Confindustria di Fermo, Vittorio Virgili è Direttore generale e Amministratore unico dell’azienda che oggi esporta il 90% della produzione soprattutto in Francia, Svizzera, Olanda, Germania, Russia, Giappone, America. Per l’industria dei distillati: Dott.ssa Orietta Maria Varnelli. Imprenditrice É titolare, con la madre e le sorelle, della Distilleria Varnelli SpA, antica azienda liquoristica fondata nel 1868 nell’entroterra maceratese. Prima di occuparsene ha affrontato esperienze lavorative anche nel settore turistico. É stata Responsabile del Tour Operator Incoming dell’Alitalia ricevendo poi molti altri prestigiosi incarichi, tra i quali quelli di Consigliere di Amministrazione della Rocchetta Acque Minerali; di Presidente del Giovani Imprenditori di Confindustria Marche e della Sezione Agroalimentare di Confindustria Macerata. E’ stata Vicepresidente della Banca dei Sibillini, Membro del Comitato Locale Marche di Unicredit e del Comitato Scientifico istituito dalla Provincia di Macerata per le politiche relative allo sviluppo turistico del territorio. E’ entrata anche nel Consiglio Direttivo della ActionAid International che opera in oltre 40 paese per interventi di carattere umanitario. Nel 2003 le è stato conferito il Premio ‘Consorte del Presidente della Repubblica’ riservato a donne che si siano particolarmente distinte nell’ambito della loro attività. Augusta Franco Cardinali Da giovedì a sabato una proposta del gruppo micologico jesino Per conoscere la natura e i funghi Il gruppo micologico jesino organizza le “Giornate Micologiche jesine” alle quali partecipa il prof. Roberto Galli, direttore della rivista internazionale “Funghi e natura” ed autore di numerose monografie micologiche. Il programma prevede l’incontro con l’esperto sul tema “I funghi in cucina, gastronomia e conservazione”, giovedì 14 ottobre, dalle ore 21,30 nella sede dell’associazione in piazza Federico II, 8 La mattina di venerdì 15, alle ore 8, escursione micologica con il prof. Galli e il micologo Fabrizio Fabrizi, presidente del gruppo jesino; il ritrovo è all’area di servizio Total dell’uscita Jesi Ovest della statale 76. In serata alle ore 21,30 incontro di approfondimento sul tema “Alberi e funghi: sim- bionti e saprofiti”. Sabato 16 ottobre dalle ore 8 escursione micologica e in serata, presso la sede, relazione del prof. Galli su “Funghi ed ambienti tropicali”. Latte Fresco Alta Qualità 14 IL PALAZZO E DINTORNI Concordo al 100x100, però... Questo settimanale ha avuto l’onore di aprire il dibattito sulla necessità che la chiesa-monumento di san Nicolò abbia finalmente libera l’abside dalla stretta tenaglia dell’edifico ex suore Giuseppine. Sono seguiti interventi di associazioni e di quotidiani. Ora noto la presa di posizione – anzi, ri-presa di posizione dopo quella degli anni ’70 – dell’infaticabile creatore Gian Franco Berti, mio simpaticissimo amico. Lui ha una intelligenza audace che io definisco da scoiattolo perché è capace di arrampicarsi (o almeno tenta) sulle pareti più ardite. Spesso vince. Magari vincesse anche questa! Dice: macchè liberazione dell’abside! Lì bisogna sradicare tutto l’edificio: che sia il comune a demolirlo dopo averlo acquistato dall’attuale proprietà. Si avrà un recupero straordinario di una bella piazza nel cuore del centro storico che esalterà ancor più sia il gioiello romanico sia il monumento di Pergolesi. Chi non concorda con la proposta – straordinaria – di Berti alzi la mano! Nessuno. Lo sapevo. Io concordo insieme con voi, anzi più di voi. Però quello di Gian Franco è veramente un sogno ardito, tanto ardito che si rischia il naufragio. Lui, insomma, vuole la gallina e subito. Io propongo l’uovo stasera. Per la gallina vedremo. E già, perché con i tempi che corrono (il comune non ce la fa a chiudere i conti dell’anno) chi può pretendere dal comune una spesa di tanto rilievo? Secondo me bisogna andare con il metodo della politica del carciofo: una fogliolina alla volta, un passo per volta. Proprio come è stato fatto per il graduale acquisto del palazzo Pianetti-Tesei. Oggi godiamo la Galleria e godiamo la pinacoteca ed altro ancora. Naturalmente se il comune riuscirà e venire incontro alla richiesta di Berti, tutta la città super-applaudirà e Berti e il sindaco. Ma se questo, per ora, non è possibile, facciamo il primo passo come già richiesto: liberiamo la chiesa dalle ultime incrostazioni murarie. Si può ottenere patteggiando con la proprietà e con modica spesa, visto che mala tempora currunt. Ma c’è di più. Una persona (oddio! non ricordo il nome: si faccia avanti che lavoreremo insieme) mi ha proposto che si dovrebbe lanciare un appello a tutta la popolazione per raccogliere un congruo contributo allo scopo di incoraggiare il comune ad andare avanti. Un po’ come si fece negli anni ’60 per la costruzione del monumento ai Caduti. Magari anche con l’aiuto di qualche generoso amante dell’arte, della cultura e della città. Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum est. v.m. La mia stupida parte Terre Elementari di spettatore sorpreso Qui, di fronte al foglio bianco, dico a me stes- secondi”… l’altro, di rimando, borbottando so che non c’è niente da scrivere. Oppure … irritato: “E per tre secondi toglie il parcheggio io non ho niente da scrivere. La seconda ri- a chi ne ha bisogno”. Tutto dura pochi secondi sposta è quella vera. E allora mi metto a cam- e le ultime battute mi arrivano mentre passo minare in mezzo ai ricordi e alle memorie di avanti ed esco dal parcheggio. Una manciata di altri secondi… ed ecco che mi si avvicina quello che accade attorno a me. È come sfogliare un album, dove però, in re- un ragazzo di colore con un mazzo di calzini altà, le fotografie non esistono in quanto tali, in mano da vendere. Sorride – la gentilezza sono soltanto quelle che noi decidiamo di del vù compra, mi dico – e prima di avviciguardare. Ogni foto è un fatto, una sensazio- narmi per proporre l’acquisto dice: “Che il ne, un sentimento provato, una parola detta o Signore ti benedica, te e la tua famiglia”. Mi ascoltata, un gesto compiuto o non compiuto, sorprende e io rispondo sollevando le buste una conoscenza nuova o una rinnovata. Cola- per dirgli che non posso (?) comprare nienzione, pranzo, cena, sonno. Nubi o sole, piog- te da lui. Anche lui solleva la sua merce e mi gia o vento, traffico, silenzio, supermercati. E sorride ancora. Non insiste e rinnova la sua poi le notizie dalla tv e le notizie dai giornali. benedizione verso di me. I due episodi sono Le notizie che arrivano anche da amici e co- accaduti in una manciata di secondi, a poca distanza l’uno dall’altro. Ho fatto la mia stunoscenti, da parenti o da sconosciuti. Mi sembra di essere come una specie di ber- pida parte di “spettatore sorpreso”. Nel prisaglio, un contenitore da riempire, tanti e tali mo caso fingendo che niente accadesse. Nel sono gli stimoli che arrivano da tutte le parti. secondo caso respingendo al mittente quella E poi bisogna anche considerare che io stesso “benedizione” che, seppure detta per avvicinare un probabile compratore, è pur sempre sono “stimolo” per gli altri. Già. È una piccola scoperta che si abbina – un un modo di “dire bene” un saluto. caso? – ai ricordi di due piccoli fatti quoti- Non ho niente da scrivere? Macchè: la verità diani di cui sono stato testimone attivo e pas- è che questi due episodi li avevo sul gropposivo. Ecco il racconto. Un venerdì di settem- ne della mia memoria corta: pesanti, a suggebre, ore dodici, ingresso di un supermercato. rirmi di pesarne bene il valore educativo. Per Mentre sto uscendo con due (solo due) buste me, soltanto per me, si capisce. di plastica, arriva un’automobile fuoristrada. Un invito a ripetermi che in ogni momento La conducente si ferma e scende veloce. Una si può “scrivere” la vita, resistendo alla tentavoce, dietro di me, le dice: “Si è accorta che zione che ci invita a fare finta di niente. Fare occupa un parcheggio per l’handicap?”. La finta di niente è come non aver niente da giovane conducente chiude a chiave la sua scrivere… no? auto e risponde: “…va bene, ci metto solo tre Silvano Sbarbati Prima partita di campionato per la Baldi Rugby Jesi Serie D nio sia per l’inesperienza dimostrata da alcuni giovani, e i leoncelli cominciavano a macinare gioco e portarsi nella metà campo avversaria. Nel secondo tempo Jesi entra in campo con tutt’altro piglio e continua a creare tanto gioco che però non porterà ad alcuna segnatura, complice una buona difesa parmense ma soprattutto per i troppi errori “alla mano” in fase conclusiva dei locali. In conclusione possiamo dire che la Baldi Carni Jesi ha combattuto con onore fino alla fine con un avversario ben organizzato e cinico, concedendo un tempo agli avversari per poi riorganizzarsi e giocando un secondo tempo alla grande; sicuramente gli infortuni hanno influito sul risultato finale ma ci sono ampi margini di miglioramento… siamo appena all’inizio. Domenica prossima la Baldi Rugby Jesi è attesa in una difficile trasferta a Ferrara, altra squadra favorita per il passaggio di categoria. Ilaria Latini Rosora: nel fine settimana la Festa della Sapa Sfilate storiche e cantine Torna a Rosora la festa della Sapa, dal 15 al 17 ottobre, per riscoprire le antiche tradizioni. Questa sedicesima edizione, organizzata dall’associazione turistica Pro Loco e dal comune di Rosora, prende il via venerdì 15 alle ore 20 con l’apertura delle cantine e in piazza, alle ore 21, la commedia “Tutta l’nonneso” proposta dalla compagnia teatrale dilettantistica di Castiglioni di Arcevia. Dalle ore 22 ci sarà il concerto del gruppo cover band “Ligalive”, karaoke e piano bar. Sabato 16 si inizia con il convegno sul tema “Il vino tra salute e mercato”, dalle ore 10 a palazzo Luminari, moderato da Riccardo Ceccarelli, con l’introduzione del sindaco e la presenza di docenti universitari. Sarà possibile poi pranzare nelle cantine; nel pomeriggio apertura anche del borgo medievale con le botteghe e i maestri artigiani all’opera. Alle ore 21,30, nella chiesa parrocchiale, il gruppo Detego presenta “Grazie alla vita fra suoni ed armonie… le poesie di Giannetta Grizi. Dalle 23 concerti e piano bar. Il programma di domenica 17 prevede nel pomeriggio la sfilata d’epoca “Alle nozze della figlia del Moro” con il gruppo Detego e la Lg2 Vallesina Twirling di Moie, l’esibizione del gruppo storico con il Palio di San Floriano e il gruppo folcloristico Urbanitas di Apiro. Dalle ore 19 lo spettacolo di cabaret con Lando e Dino, karaoke e piano bar. L’ingresso a tutte le manifestazioni è libero. Nell’ambito della festa potranno essere degustati i piatti tipici e tanti dolci conditi con la sapa. Nei giorni di sabato e di domenica funzionerà il servizio di bus navetta. Presso il palazzo Luminari è allestita una illustrazione storica della festa della Sapa. CALCIO Domenica trasferta a Ferrara Prima partita di campionato per la Baldi Rugby Jesi che purtroppo “stecca” perdendo per 24 a 0 contro un avversario sicuramente più quotato ma che comunque non è sembrato tanto superiore quanto possa indicare il punteggio. I punti parmigiani sono stati segnati tutti nel primo tempo, complice un’eccessiva disorganizzazione difensiva jesina, che si faceva superare per ben tre volte nella prima mezz’ora. Mister Montesi operava diversi cambi, sia per infortu- Voce della Vallesina pagina aperta 17 ottobre 2010 La squadra leoncella in zona Capracotta è consapevole della difficile trasferta ammannita dal calendario: Agnone che si presenta come duro ostacolo da scavalcare con umiltà e carattere. Già al 6° il nostro bomber Negro colpisce la traversa con una bordata che fa tremare. I molisani immediatamente approfittano di un assist di Rossi, che serve erroneamente l’agnonese Milozzi; ed il nostro Niosi, che respinge come può, viene battuto senza scampo: 1-0 ai locali. Ed ecco i nostri ragazzi che non si abbattono né si intimoriscono, chè anzi impongono il loro, in attesa dell’occasione propizia, che giunge al 34’ con un capolavoro del nostro Bediako, ed è 1 ad 1 sull’angolino opposto al bomber jesino. Dopo il riposo, i padroni di casa si buttano a testa bassa e Niosi para alla grande su tiri di Pesce e di Galuppi. La Jesina regge all’urto e si presenta in area molisana: assist di Sebastianelli verso Costantini, che lascia partire un siluro possente ed è per noi la vittoria 1-2. I locali infatti perdono le staffe e rimangono in dieci, mentre Negro colpisce ancora un legno che gli impedisce nuovamente la soddisfazione del gol. Grande festa al termine per un centinaio di fans che inneggiano a questa capofila a quota 16. Nel prossimo turno viene il Rimini (punti. 14). Vir anagrafe Nati a Jesi, salvo diversa indicazione, dal 14 al 29 settembre Arianna Abatelli, Desiré Giovine, Benjamin West Omogiade, Noemi Rosus, Yousra Taoussi di Prato, Raid Md, Riccardo Giuliani, Yutong Wu, Rachele Miglio, Alessandro Chebbi, Osarhenhen Godstime Egharevba, Riccardo Molinari, Michele Petrolini, Marco Wang, Nicola Ciriaci, Gabriele Ciriaci, Mattia Ragaglia, Anna Zannotti, Sara Ghergo, Rui Cheng Shang, Maddalena Grilli, Julia Fidson Deraina, Yasser Cherbal, Samuele Piccini. Deceduti a Jesi, salvo diversa indicazione, dal 14 al 29 settembre Ferdinando Gennarini (70 anni), Vincenzo Bocchini (75), Ivo Tilio (84), Amelia Pennacchietti (82) di Monte Roberto, Duilio Fenucci (82), Fabio Fornaroli (76), Annita Valeri (86) di Castelbellino, Sandrina Amici (71), Dina Manoni (93), Elvira Ceccarelli (82) di Maiolati Spontini, Guglielmo Santini (95), Massimo Graziosi (52) di S. Marcello, Gino Federici (89), Mara Bianchetti (82), Norma Rosa Teresa Ricci (70) di Filottrano, Maria Zucchi (87), Iolanda Rigucci (85) di Cupramontana, Alvaro Paolucci (86) di Castelplanio, Franca Francioni (69) di Filottrano, Aldo Iencinella (85) di S. Maria Nuova, Aida Boari (67) di Cupramontana, Giuseppe Lanari (57) di Belvedere Ostrense, Gabriele Fanesi (53) di Ancona, Olindo Fiorentini (88) di Castelplanio, Renato Rossetti (45), Irene Belcecchi (98) di S. Marcello, Sandrina Fileni (78), Luisa Cavalletti (85) di Morro d’Alba, Palmira Genangeli (86) di Monte Roberto, Rolando Barchiesi (75), Grazietta Di Millo (71) di Frontone, Umberto Spadari (88). Voce della Vallesina educazione e sport aperto l’anno associativo gruppo scout Maiolati Spontini 1 17 ottobre 2010 15 BASKET-FILENI BPA Presentata l’iniziativa “Score with english” È anche educazione alla cittadinanza Al PalaTriccoli arriva il Casale Il gruppo in bici: un programma divertente, a tappe, di mobilità alternativa ed ecologica. Questo il fil rouge dell’incontro di apertura per il nuovo anno associativo del gruppo scout “Matteo Mazzanti” Maiolati Spontini 1. Due giornate- 9 e 10 ottobre - per il Clan e il Fuoco, con la cerimonia dei passaggi dei nuovi rover e delle nuove scolte. Tutti insieme nella giornata di domenica: coccinelle, lupetti, guide ed esploratori, lungo la via dei tesori e la zona equestre di Moie. «Abbiamo organizzato giochi di agilità, corse, staffette: educazione stradale per tutti.» ha spiegato la capo gruppo Milena Cesaroni. Per incentivare il diritto a muoversi autonomamente nel proprio ambiente e risvegliare la voglia di fare dei divertenti e salutari giochi insieme. Per sviluppare la capacità di orientarsi e aumentare l’attenzione verso l’ambiente evitando i rischi della strada. E per contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico, con azioni concrete che promuovono una mobilità sostenibile. L’esperienza scout è anche educazione alla cittadinanza attiva e responsabile: un impegno vissuto nel segno del gioco e della festa, per la costruzione della città ecologica e so- lidale. Il pianeta, l’ambiente, la società, l’uomo possono continuare a esistere solo cambiando modo di vivere, evolvendosi, maturando risposte e atteggiamenti che possono migliorare le condizioni della terra, della natura, dell’ambiente, del clima. Oltre ottanta biciclette hanno attraversato il percorso ciclabile durante la giornata. Oltre ottanta scout hanno vissuto la propria relazione con il mondo nella direzione di vivere la terra come l’unica casa. Una casa accogliente, ricca di spazi colorati, luce, calore. Angoli di mondo per ospitare La Vite–Monteschiavo e lo champagne Qualità e tradizione la gioia di essere insieme, di correre lungo la vita l’uno accanto all’altro. «Una giornata bellissima!» gridavano alcune coccinelle correndo incontro ai genitori, arrivati anche loro in bicicletta per la messa conclusiva, celebrata da don Luca Giuliani. Un momento di chiusura per dire grazie. «Dire grazie vuol dire essere riconoscenti, vuol dire essere felici.» ha detto don Luca agli scout. Tiziana Tobaldi A Jesi il presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano Uno sport per la vita In occasione del tour Casa Comitato il presidente nazionale del Csi Massimo Achini, accompagnato dal consulente ecclesiastico mons. Claudio Paganini e da Daniele Paoletti, nel giorno 28 settembre ha fatto visita alla città di Jesi per incontrare il comitato provinciale di Ancona e quello di Ascoli Piceno. Lo scopo dell’incontro è stato far conoscere le varie realtà territoriali: il presidente provinciale Luca Giampaoletti ha fatto conoscere alcuni oratori cittadini con la presentazione del “Progetto Oratorio”, curato dal comitato dorico. Hanno fatto seguito una serie di incontri per favorire il confronto tra le persone convenute e dunque raccontare le esperienze dei dirigenti e le innumerevoli attività e progetti avviati dal comitato. La giornata è culminata nel convegno che ha avuto luogo presso il Teatro Studio Valeria Moriconi e che ha avuto come tema “Uno sport per la vita – La Chiesa impegnata nella sfida educativa”sul quale si sono confrontati il presidente Achini e il vescovo di Jesi Rocconi. Ad introdurre e fare gli onori di casa Luca Giampaoletti, seguito da una breve e significativa prolusione di don Claudio Paganini che ha sottolineato quale vuole essere la posizione del Csi nei confronti della persona: con lo sport si rafforzano prima il cuore, la mente, poi i muscoli, quindi l’intera persona che viene accolta con la sua Per festeggiare la prima vittoria in campionato, la Fileni Bpa ha dovuto attendere una settimana. Sabato scorso gli arancio-blu hanno espugnato il campo di Verona vincendo 82 a 75. Decisiva per il successo in terra veneta, la prestazione di Andrea Pecile (nella foto), autore di 20 punti. “Mancandoci Maggioli (appena 4 punti, ndr) – ha detto coach Cioppi - siamo stati in difficoltà, ma la squadra ha reagito e tutti hanno dato il loro contributo. Con Reggio Emilia avevamo giocato gli ultimi 15 minuti in modo superficiale. A Verona no”. La classifica dopo la seconda giornata di an- data: Udine, Venezia, Pistoia 4 punti; Casale Monferrato, Veroli, Casalpusterlengo, Reggio Emilia, Rimini, Scafati, Barcellona, Forlì, Imola, Fileni Bpa Jesi 2; Verona, Ferrara, San Severo 0. Oggi, domenica 17 ottobre, gli arancio-blu ritrovano al PalaTriccoli (ore 18.15) il Casale Monferrato, già incontrato poche settimane fa in Coppa Italia. In quell’occasione vinsero i piemontesi (74-71), allenati dall’esperto coach Crespi. Punti di forza della rosa sono i due statunitensi Taylor e Hickman. La trasferta di Verona ha segnato il debutto della Fileni Bpa su Rve, che continuerà ad essere la radio ufficiale dell’Aurora. È possibile ascoltare Rve sulle frequenze 99.3 e 88.0 ma anche on-line, collegandosi al sito radiovallesina.it. Giovedì 7 ottobre presso gli stabilimenti della Caterpillar Hydraulics in via Roncaglia, è stata presentata l’iniziativa “Score with english”, giunta al terzo anno. Il progetto permetterà ai ragazzi iscritti al settore giovanile aurorino di frequentare un qualificato corso di inglese scontato del 50 per cento presso la “The Victoria Company”. Giuseppe Papadia domanda di ricchezza umana, per farla crescere, cioè per far venir fuori i carismi donati. Il Vescovo ha richiamato l’attenzione sulla portata dell’espressione “Emergenza educativa”, sostenuta da considerazioni riguardo alle cause che si possono intravedere sullo sfondo di questa sfida che richiede alleanze: le difficoltà delle fa- chi è parte dell’associazione: miglie che vivono situazioni “in difesa” ha posto l’identità di disagio, le linee educative del Csi fondata sull’appartedivergenti dei vari ambien- nenza alla Chiesa, la coerenti frequentati dai ragazzi, il za nella testimonianza, la relativismo che permea la competenza, il progetto e le cultura che viviamo. Il Papa alleanze. Al “centro campo” ha affermato che “i giovani la testimonianza di servizio portano una sete nel cuo- dentro la Chiesa, cioè il Csi re, cercano una compagnia a servizio della diocesi -e di affidabile” e il Vescovo ha questo, ha sottolineato Achiindicato una strada da per- ni, la provincia di Ancona e correre per diventare que- le Marche sono un’eccellensta compagnia, attraverso za-, la testimonianza nella un atteggiamento di amore, società e la testimonianza attraverso la capacità di ri- nello sport. “In attacco” ha spondere alle domande con messo due punte di rilievo: la vita e attraverso l’aiuto a la costituzione e la dottrina saper accettare le prove della sociale della Chiesa. La stravita senza facilitare la strada. da da percorrere è la fedelPer il cristiano che con la tà ad uno sport che educa fede ha “una marcia in più”, alla vita e poiché educare è sarà possibile indicare Gesù un rischio, non si deve avecome persona realizzata e re la presunzione di farcela, matura che ha saputo ama- perché il frutto può arrivare re. La relazione forte di chi solo per Grazia. educa con Cristo è il punto A conclusione, prima deldi partenza per instaurare lo scambio dei doni, Luca con i ragazzi rapporti umani Giampaoletti ha ripreso i autentici, capaci di amicizia punti cardine delle relazioni: e di forza che permetta loro “rapporti umani autentici”, di andare contro corrente “essere una compagnia affiper rispondere ai diktat del dabile”, “Csi a servizio della mondo volere-potere-avere diocesi” ed ha sottolineato con il servizio, la sobrietà, come la serata trascorsa abl’umiltà e la gioia nel donarsi bia rafforzato l’impegno del propri di Gesù. Il presidente Csi nella sfida a cui è chiaAchini ha “messo in campo” mato ogni giorno. i valori imprescindibili per Giovanna Ortolani Dalla terra dello champagne alla terra del Verdicchio: l’azienda Monteschiavo, per ampliare i prodotti offerti alla clientela, ha siglato un accordo con la cantina Charles de la Milanière. Azienda familiare alla quinta generazione, produce vino ed accoglie anche i visitatori ed i turisti, produce con metodo tradizionale ed è riuscita a mantenere una qualità costante nel tempo. Attualmente le vendite dello champagne stanno andando bene, la richiesta del mercato, sia in Italia che in Europa, è in aumento ed ecco il motivo per cui la cantina Monteschiavo ha deciso di commercializzare champagne, attivando una collaborazione esclusiva con la famiglia di produttori francesi che utilizzano le vecchie presse tradizionali a legno e non la catena del freddo ed hanno cantine sotterranee. Sono arrivati anche riconoscimenti per la Monteschiavo: il Verdicchio dei Castelli di Jesi doc Classico Superiore Pallio di San Floriano 2009 ha conquistato il traguardo dei Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia 2011 edita dal Gambero Rosso. Nella foto, Otello Renzi: sommelier e ex presidente dell’Associazione Sommelier delle Marche. “Quando lo si sente è già festa” Dalla tragedia di Chernobyl all’impegno della comunità di Jesi In tanti con Legambiente per i bambini Una delegazione del circolo Legambiente “Azzaruolo” di Jesi, dal 3 al 10 ottobre scorsi, è stata in Bielorussia per proseguire il progetto di solidarietà verso le popolazioni colpite dalla nube radioattiva, 24 anni fa e per cercare di aprire nuove opportunità per le imprese locali. L’azienda sanitaria con il dott. Claudio Martini, il consiglio comunale con l’assessore Gilberto Maiolatesi, la Cna con il segretario Elisabetta Grilli: insieme per un progetto che va oltre l’accoglienza estiva dei bambini. Vincenzo Russo di Legambiente Jesi ha spiegato le motivazioni dell’impegno nella raccolta di risorse per rendere felici questi bambini non solo per un periodo ma per offrire loro delle opportunità più ampie. La Bielorussia è stato il paese più colpito dal disastro nucleare ed a questo paese arrivano, da alcuni anni, gli aiuti e la solidarietà di Jesi. Nel corso della recente permanenza, è stato acquistato un pulmino con cui accompagnare i bambini dalle loro case a un centro di risanamento vicino alla capitale. Legambiente Jesi con i suoi 60 soci continua così il suo impegno: dopo la fornitura di una ambulanza, di un apparecchio medico, di una mensa ora questo ulteriore passo verso la comunità. L’Azienda Sanitaria ha continuato ad offrire la sua collaborazione per gli scambi professionali avviati lo scorso anno. “Questa piccola iniziativa ha una cassa di risonanza anche per le aziende della Vallesina ed è un dare concretezza alla solidarietà che fa parte dell’etica delle nostre imprese”: ha detto la portavoce della Cna. Il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria, zona di Jesi, Claudio Martini ha sottolineato la condivisione del progetto: “Già nel 2008 abbiamo iniziato la collaborazione nel settore sanitario accogliendo, per uno stage, una collega pediatra, l’anno successivo un chirurgo e un infermiere; quest’anno un altro chirurgo e una infermiera; un nostro medico, il dott. Franco Iantosca ha inoltre prestato una collaborazione per un mese all’ospedale di Vetka. Continueremo a garantire la nostra disponibilità anche grazie all’impegno della direttrice dell’ospedale, Virginia Fedele.” L’assessore Gilberto Maiolatesi ha rin- graziato Legambiente che, insieme a tanti partner, crea iniziative che hanno un duplice e forte valore: essere operativi nell’accoglienza e migliorare la qualità della vita di quel popolo così colpito dalla tragedia nucleare. Daniele Fancello, a nome dell’Anpi e Cristiano Bernardi per l’Arci hanno evidenziato l’importanza di questo progetto che promuove anche scambi culturali. b.t. Sono partner di questo progetto: Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, Banca Popolare di Ancona, Sogenus, Enerprog, Multiservizi spa, Effe Auto, Unipol Jesi di Corsetti e Ragni, Italcook, Cna, Premio Vallesina, Ristorante da Pepito, Ristorante Mynonna e Paradise Playcenter, Arcadia Stampa digitale. Hanno dato il loro patrocinio il comune di Jesi, la provincia di Ancona, la Regione Marche, l’Asur 5, l’Anpi, l’Unirr, i Vigili del Fuoco di Jesi e di Ancona e l’istituto superiore Volterra/ Elia di Ancona. 16 Voce della Vallesina esperienze 17 ottobre 2010 Italia - Russa: si rafforzano i rapporti commerciali, culturali, economici e sociali Inaugurato un servizio doganale In piedi per ascoltare l’inno nazionale russo e quello italiano e dare il via al Progetto Italia. La sala conferenze della Zipa di Jesi ha accolto il convegno di presentazione che ha preceduto l’inaugurazione, all’Interporto, della filiale italiana dell’Ente Statale Federale Unitario (Fgup) Rostek del servizio federale doganale russo. Un progetto che cerca di rafforzare la collaborazione tra l’Italia e la Russia e di facilitare gli scambi grazie alla semplificazione delle procedure doganali. È stato promosso dal consolato onorario della Federazione Russa di Ancona, da Interporto Marche, dall’Associazione Amici delle Marche e della Russia e dalla Camera di Commercio ItaloRussa in collaborazione con Banca Marche, Zipa e hotel Federico II. La cerimonia ha visto la partecipazione delle autorità civili, militari e religiose e dei rappresentanti delle istituzioni coinvolte che hanno voluto incoraggiare e conoscere meglio Progetto Italia. Erano presenti come ospiti il vescovo Gerardo Rocconi, il padre Viacheslav (religioso ortodosso), l’assessore del comune di Jesi Daniele Olivi, l’onorevole Carlo Ciccioli, il consigliere regionale Raffaele Bucciarelli, il presidente di Confindustria Ancona Giuseppe Casali e della Vallesina Andrea Pieralisi, gli imprenditori, amministratori dei comuni della Vallesina e del comune di Ascoli Piceno. Madrina dell’evento l’attrice Natasha Stefanenko, volto noto della televisione italiana e russa e che rappresenta idealmente i due paesi. Nel corso del convegno, coordinato dal presidente dell’associazione Amici delle Marche, l’avvocato Marco Ginesi, sono state approfondite le finalità del progetto ed i vantaggi che potrà portare alle imprese. Progetto Italia è stato definito una rivoluzione nel sistema degli scambi doganali tra l’Italia e la Russia: per la prima volta il personale della Rostek opererà fuori dalla Russia e porterà una ripercussione favorevole per il transito di merci verso la Russia. Il sottosegretario Gianni Letta ha inviato un messaggio per la giornata, anche a nome del presidente del Consiglio, sottolineando come l’avvio di questo progetto faciliti gli scambi tra i due Stati, già arrivati a livelli di eccellenza e che potrà essere ancora valorizzato in occasione del prossimo vertice bilaterale Italo-Russo, che si svolgerà a Sochi il 3 dicembre prossimo. Il console Armando Ginesi, nel suo saluto, ha ringraziato tutti i presenti ed ha aggiunto: «In questo evento confluisce una storia breve ma intensa: il 18 dicembre 2009 l’ambasciatore Ministro Plenipotenziario della Federazione Russa in Italia, visitando l’Interporto, ebbe l’idea di aprire un servizio per il disbrigo delle pratiche doganali ed ora, dopo nove mesi, siamo a questa inaugurazione». Ginesi ha poi annunciato le prossime sfide del consolato nell’incrementare il rapporto di natura turistica tra la Russia e le Marche. La regione Marche sta seguendo da anni una politica per rafforzare i rapporti con la Russia ed è la quarta regione per interscambio commerciale con questo paese e la prima nel settore calzaturiero: ha spiegato il dirigente del servizio internazionalizzazione della regione, Raimondo Orsetti che ha definito l’iniziativa come una grande opportunità offerta nelle Marche alla nostra regione e al sistema Paese. «Il 2011, anno della cultura e della lingua italiana in Russia e della cultura e della lingua russa in Italia, è un binario sul quale la nostra regione si è già attivata – ha aggiunto Orsetti - abbiamo attivato anche una collaborazione tra la casa museo Tolstoj e la casa museo Leopardi». Nelle foto di Anna Vincenzoni alcuni momenti del convegno e dell’inaugurazione Majolati Spontini: Via Colmorino di nuovo chiusa, fondamentale alternativa per la viabilità cittadina Una strada antica, panoramica e ancora utile A causa di un assestamento del terreno, da alcuni mesi, è nuovamente chiusa Via Colorino, l’antico tracciato che mette in collegamento il territorio del Comune di Majolati Spontini con quello di Cupra Montana. Effettivamente questa strada ha subito spesso dei disagi causati dal fondo argilloso e, a monte, da una vegetazione sempre più ridotta. Dopo importanti lavori di manutenzione, dall’anno 2002, questa strada era tornata perfettamente praticabile, rappresentando una valida alternativa alla strada provinciale Castelli, che soffre di simili condizioni d’instabilità. Considerando che la strada provinciale Castelli, nel tratto doppiato da via Colmorino, ha almeno due punti critici che potrebbero, in caso di dissesto idrogeologico, determinarne la chiusura, si ritiene di sollecitare il ripristino di questa antica strada. Ora via Colorino è di nuovo chiusa, dopo una precedente e lunga chiusura, nel 1997-98 erano stati effettuati consistenti lavori di ripristino con una serie di pali in cemento armato che avevano consolidato un tratto della sede stradale. Nel novembre del 1998, quando i lavori si erano conclusi e si sarebbe dovuto aprire il tracciato all’utenza, una nuova frana, questa volta staccatasi a monte, rendeva impraticabile via Colmorino. Successivamente con un contributo regionale di circa sessantamila euro si era provveduto alla sua riapertura. In quell’occasione si era spostata la linea telefonica, si era realizzata una protezione vegetale, erano stai collocati dei cestoni con blocchi in cemento e si era provveduto alle canalizzazioni delle acque. In verità è mancata la manutenzione delle acque, dei fossi e dei pozzetti che più volte sono stati trovati ostruiti dalla terra e questo non ha permesso un deflusso regolare delle acque che scendono dalla collina soprastante. Per la raccolta delle acque sotterranee, nel passato, si sono posizionati tubi di drenaggio, ma non sono risultati del tutto efficaci. Ora, prima che giunga l’inverno, si potrebbe intervenire con semplici opere di ripristino dei fossi e dei pozzetti; con alcuni camion di stabilizzato si possono colmare gli avvallamenti che si sono creati tra due tronconi della strada. Veramente la riapertura di questa strada necessiterebbe di lavori modesti, qualche metro cubo d’inerte tanto per allineare i due tratti della strada. In verità da alcuni giorni, disattendendo la segnaletica di divieto, alcuni automobilisti hanno rimosso parte delle transenne e transitano ugualmente in via Colorino dimostrando che i lavori di ripristino potrebbero essere di piccola entità. Majolati ha in tutte le direzioni una doppia viabilità, per questo bisogna mantenere le doppie opzioni per le emergenze; solo Via Gaspare Spontini, la via principale del paese, non ha, al momento, alternative in caso di chiusura. Via Colorino è molto importante, non solo perché è antica, pianeggiante e naturalisticamente interessante, ma anche perché offre un’alternativa alla provinciale Castelli, che di tanto in tanto palesa segni di dissesto. Nel caso che via Colorino non sia più percorribile e in caso di concomitante chiusura della provinciale Castelli, si rivivrebbe la devastante esperienza di chiusura totale della viabilità come, similmente, è capitato al centro urbano di Majolati dal dicembre 1998 e a cui non è stata data soluzione. Marco Palmolella
Documenti analoghi
Scarica l`intero giornale in formato
21 presso la Chiesa Cattedrale la consueta Veglia
della Pace. Invitiamo tutti a partecipare a questa