Complicanze acute in giovani pazienti affetti da diabete mellito di
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Complicanze acute in giovani pazienti affetti da diabete mellito di
G It Diabetol Metab 2015;35:274-278 Attività Diabetologica e Metabolica in Italia Complicanze acute in giovani pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1 RIASSUNTO Le complicanze acute (ipoglicemia severa/chetoacidosi) rappresentano gli eventi più temibili nella gestione dei pazienti con diabete mellito di tipo (DMT1). Allo scopo di identificare con esattezza l’incidenza e le caratteristiche di tali complicanze nei bambini e adolescenti con DMT1 la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) ha proposto lo studio SHIP-D che ha coinvolto 29 centri di Diabetologia Pediatrica distribuiti su tutto il territorio nazionale nel periodo novembre 2011-aprile 2012. In questo lavoro sono riportati i dati raccolti nel nostro Centro di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica dell’AOU Policlinico Vittorio Emanuele con le relative analisi e un confronto con i dati nazionali. Sono stati arruolati 152 pazienti (età 11 ± 3,9 anni; maschi 55%; durata del diabete 5,1 ± 3,6 anni; media HbA1c 7,4 ± 0,9%) in cura presso il nostro Centro da almeno un anno. L’incidenza delle ipoglicemie severe e chetoacidosi e le rispettive correlazioni sono state individuate attraverso un apposito questionario somministrato ai pazienti e ai loro genitori. L’incidenza di ipoglicemie severe e chetoacidosi è stata rispettivamente di 11,2 e 3,9 per 100 casi/anno. Gli eventi di ipoglicemia severa sono stati significativamente correlati al tipo di terapia utilizzata, mettendo in risalto un rischio significativamente aumentato per quei pazienti che ricorrono esclusivamente alla somministrazione di insuline premiscelate, e al più elevato titolo di studio del padre. Gli episodi di chetoacidosi si sono dimostrati in relazione con l’età adolescenziale, con elevati valori di HbA1c (> 8,5%) e con la mancata partecipazione del paziente ad attività di gruppo educative e formative. SUMMARY Acute complications in patients with type 1 diabetes mellitus Acute complications (severe hypoglycemia/ketoacidosis) are the most dangerous events in patients with type 1 diabetes mellitus (T1DM). To evaluate the incidence and correlates of severe hypoglycemia (SH) and diabetic ketoacidosis (DKA) in children and adolescents with T1DM, the Italian Society of Pediatric Endocrinology and Diabetology (ISPED) set up the SHIP-D study, in S. Passanisi, T. Timpanaro, M. Caruso-Nicoletti, D. Lo Presti Dipartimento Scienze Mediche e Pediatriche, UO Diabetologia Pediatrica, AOU Policlinico Vittorio Emanuele, Catania Corrispondenza: dott. Stefano Passanisi, Centro di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Dipartimento di Pediatria, Università degli Studi di Catania, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Vittorio Emanuele, via Santa Sofia 78, 95123 Catania e-mail: [email protected] G It Diabetol Metab 2015;35:274-278 Pervenuto in Redazione il 07-08-2014 Accettato per la pubblicazione il 28-07-2015 Parole chiave: ipoglicemia, chetoacidosi, diabete mellito di tipo 1, incidenza Key words: hypoglycemia, ketoacidosis, type 1 diabetes mellitus, incidence Complicanze acute in giovani pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1 which 29 centers for childhood diabetes participated from November 2011 to April 2012. We analyzed data collected in our Center for Pediatric Endocrinology and Diabetes and compared it with national data. In all, 152 patients were included (mean age 11 ± 3.9 years; 55% males; diabetes duration 5.1 ± 3.6 years; HbA1c 7.4 ± 0.9%) followed in the Center for at least one year. Data were collected using a questionnaire administered to patients and their parents by a doctor during a routine visit. The incidences of SH and DKA were respectively 11.2 and 3.9 events/100 cases/year. SH episodes were significantly correlated with the patient’s therapeutic regimen – with higher risk for children using premixed insulin – and with the father’s higher education. DKA was more frequent in adolescence, in patients with HbA1c higher than 8.5%, and in those not participating in group educational initiatives. Introduzione La qualità del controllo metabolico e il tasso di complicanze acute (ipoglicemie severe/chetoacidosi) del diabete mellito di tipo 1 (DMT1) sono dati variabili nei diversi contesti assistenziali1. La loro variabilità dipende da: caratteristiche del paziente, regime insulinico impiegato, tipo di supporto educativo fornito dal Centro al bambino e alla sua famiglia. A tutt’oggi non è chiaro quali siano, con esattezza, l’incidenza e le caratteristiche delle complicanze acute nei bambini e negli adolescenti con diabete di tipo 1 in condizioni di normale pratica clinica. Nonostante queste problematiche siano fortemente sentite sia dai familiari sia dagli operatori sanitari, i dati italiani in quest’ambito sono piuttosto carenti. In quest’ottica il Gruppo di Studio della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatria (SIEDP) ha proposto l’indagine osservazionale multicentrica retrospettiva SHIP-D (severe hypoglycaemia and ketoacidosis in paediatric population with type 1 diabetes), a cui hanno aderito 29 centri di Diabetologia Pediatrica diffusi su tutto il territorio nazionale e che ha permesso di arruolare 2025 pazienti2. Obiettivo di tale studio è stato quello di valutare l’incidenza di ipoglicemia severa e chetoacidosi in pazienti affetti da DMT1 in età evolutiva, di identificare i sottogruppi di pazienti a rischio più elevato e i principali fattori di rischio legati al paziente, al contesto familiare e al centro di diabetologia di riferimento. Una reale conoscenza della frequenza del fenomeno, e una maggiore attenzione alle caratteristiche dei centri, dei genitori e dei pazienti che si associano a un rischio più elevato di complicanze acute, possono infatti essere di grande aiuto al fine di rassicurare i genitori ed evitare l’adozione di comportamenti impropri3,4. Inoltre permetterebbero di aumentare il livello di attenzione sui pazienti maggiormente a rischio apportando adeguate misure correttive e di aumentare il livello di accordo tra i centri sugli obiettivi del trattamento e gli strumenti educativi e terapeutici da utilizzare in base alle caratteristiche del bambino e del genitore5. Fra i risultati emersi dal lavoro di Cherubini et al.2 desta particolare interesse il riscontro di un “effetto Centro” responsabile del 33% della varianza del rischio per ipoglicemia severa e del 16% di quello per chetoacidosi. Tale risultato ci ha indotto a 275 esaminare i dati raccolti nel nostro Centro di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica dell’AOU Policlinico Vittorio Emanuele con le relative analisi nell’ottica di poterne ottenere un confronto con i dati nazionali. Materiale e metodi Il nostro campione ha compreso 152 pazienti affetti da DMT1 di età compresa da 0 e 18 anni, in cura presso il nostro centro da almeno un anno. Sono state raccolte informazioni riguardanti gli episodi di ipoglicemia severa o chetoacidosi verificatisi nei 12 mesi precedenti. Per ipoglicemia severa si è inteso qualsiasi episodio che ha determinato l’ospedalizzazione del paziente o la necessità di somministrare glucagone(5). Sono state, altresì, raccolte informazioni cliniche e socio-demografiche allo scopo di identificare il profilo dei pazienti a rischio più elevato di complicanze acute. I dati raccolti comprendevano: età, sesso, peso, altezza, stadio puberale, durata del diabete, schema insulinico utilizzato (multiniettiva basal/bolus, premiscelate, microinfusore), numero medio settimanale di misurazioni della glicemia, ultimo valore di emoglobina glicata (HbA1c), presenza di eventuali altre condizioni patologiche associate e partecipazione ad attività di gruppo (campi scuola o altro). In considerazione dell’importante ruolo esercitato dai genitori sulla gestione della malattia, sono state inoltre raccolte alcune informazioni riguardanti il nucleo familiare quali: età, scolarità, stato lavorativo, stato civile (sposati, separati, divorziati) dei genitori, numero di persone all’interno del nucleo familiare, presenza di altri soggetti con diabete all’interno della famiglia, distanza dell’abitazione dal servizio di diabetologia. Per individuare quali fossero i pazienti a maggiore rischio di sviluppare le complicanze acute, i pazienti sono stati suddivisi in diverse sottoclassi in base alle differenti variabili considerate. L’analisi statistica è stata effettuata utilizzando i seguenti test: – test di Student (test t) per le variabile quantitative; – test chi-quadro (χ2) per le variabili qualitative; – test di Fisher per le variabili qualitative, in caso di dimensioni eccessivamente piccole dei campioni costituenti le diverse sottoclassi. Risultati Gli episodi di chetoacidosi registrati sono stati in totale 6. Ciò si traduce in un’incidenza pari a 3,9 per 100 casi/anno. In riferimento alle fasce d’età, l’incidenza sembra più frequente negli adolescenti (Tab. 1). Le principali variabili che sembrerebbero favorire l’insorgenza di episodi di chetoacidosi sono il valore dell’HbA1c e la partecipazione a campi scuola. In particolare, è emerso che valori di HbA1c superiori a 8,5% predispongono il paziente a un rischio elevato di insorgenza di chetoacidosi (p < 0,01). Anche la mancata partecipazione ai campi scuola può essere considerato un fattore di rischio, essendo stata trovata una differenza significativa fra coloro che avevano partecipato a uno o più campi scuola e coloro che 276 S. Passanisi et al. Tabella 1 Incidenza di chetoacidosi. n (%) pz con n totale Ricovero per almeno chetoacidosi episodi un episodio Totale 6 (3,9%) 6 0-4,9 anni 0 0 5-9,9 anni 1 (2,2%) 1 10-14,9 anni 3 (4,5%) 3 15-18 anni 2 (6,1%) 2 Incidenza per 100 casi/anno 3,9 0 2,2 4,5 6,1 non avevano mai partecipato (p < 0,05). Per nessuna delle caratteristiche inerenti alla famiglia, invece, è stata osservata una correlazione statisticamente significativa con gli eventi di chetoacidosi (Tab. 2). Dei 152 pazienti reclutati nello studio, 14 (9,2%) hanno riferito almeno un episodio di ipoglicemia severa negli ultimi dodici mesi. Nel complesso gli eventi registrati sono stati 17, con un’incidenza di 11,2 per 100 casi/anno. L’incidenza degli episodi è sovrapponibile per le diverse fasce d’età, fa eccezione la fascia di età 10-14,9 anni in cui si riscontra una frequenza più bassa (Tab. 3). Per quel che concerne le caratteristiche Tabella 2 Relazioni chetoacidosi-caratteristiche del paziente e del nucleo familiare. Chetoacidosi sì Chetoacidosi no n Maschi (%) Età (anni) Classi di età (%) 6 50 12,2 ± 3,5 146 57,5 11 ± 3,9 0 50 50 6,9 ± 4,7 8,8 ± 1,2 9,6 37,0 53,4 5,1 ± 3,5 7,6 ± 0,9 ≤ 7% 7,1-8,5% > 8,5% 0 33,3 66,7 26,7 58,2 15,1 basal bolus microinfusore premiscelate 66,6 33,4 0 69,8 28,1 2,1 0-3/die 4-6/die > 6/die 16,7 66,7 16,6 18,5 71,2 10,3 16,7 16,7 0 50 4,2 ± 0,8 83,3 40 ± 5,2 3,4 8,2 9,6 52,1 4,1 ± 0,7 99,3 43,6 ± 6,3 60 40 0 43,4 49,7 6,9 100 0 100 37,2 ± 7,7 94,5 5,5 100 39,9 ± 6,1 50 33,4 16,6 56,1 35,7 8,2 33,3 66,7 32,1 67,9 83,3 16,7 0 48,8 ± 50 97,9 2,1 7,5 51,8 ± 38,2 (0-5,9 anni) (6-11,9 anni) (12-18 anni) Durata del diabete (anni) HbA1c (%) HbA1c in classi (%) Tipo terapia (%) p 0,56 0,46 0,08 0,21 0,003 0,01 0,9 Frequenza SMBG/sett (%) 0,35 Altre patologie associate celiachia tiroidite Campi scuola (%) Sport (%) Componenti nucleo familiare Padre (%) Età media padre (anni) Titolo di studio padre (%) elementare/media diploma laurea Stato occupazionale padre (%) occupato disoccupato Madre (%) Età media madre (anni) Titolo di studio madre (%) elementare/media diploma laurea Stato occupazionale madre (%) occupata casalinga Genitori (%) sposati - conviventi separati - divorziati Altre persone con DMT1 in famiglia (%) Distanza casa - Centro Diabetologico (km) 0,21 0,42 0,05 0,62 0,85 0,07 0,2 0,35 0,49 0,28 0,26 0,63 0,15 0,1 0,5 277 Complicanze acute in giovani pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1 Tabella 3 Incidenza ipoglicemie severe. n (%) pz con n totale Incidenza Ipoglicemie almeno episodi per 100 totali un episodio casi/anno Totale 14 (9,2%) 17 11,2 0-4,9 anni 1 (14,3%) 1 14,3 5-9,9 anni 6 (13%) 6 13 10-14,9 anni 4 (6%) 5 7,6 15-18 anni 3 (9,1%) 5 15,2 dei pazienti, si è evidenziata una correlazione statisticamente significativa fra ipoglicemie e tipo di terapia utilizzato: i pazienti che ricorrono alla somministrazione di insuline premiscelate presentano infatti un significativo aumentato rischio di ipoglicemia (p < 0,01). Per quanto riguarda le caratteristiche della famiglia, è stata individuata una relazione statisticamente significativa fra livello culturale del padre ed episodi di ipoglicemia severa: in particolare, si è osservato che i pazienti con padre laureato sono quelli che presentano un maggiore rischio di insorgenza di un evento acuto ipoglicemico (p < 0,005) (Tab. 4). Tabella 4 Relazione ipoglicemia-caratteristiche del paziente e del nucleo familiare. Ipoglicemia sì Ipoglicemia no n Maschi (%) Età (anni) Classi di età (%) 14 35,7 10,3 ± 4,7 138 58,7 11,1 ± 3,9 14,3 42,8 42,8 5,6 ± 4,6 7,3 ± 0,8 8,7 43,3 55 5,2 ± 3,5 7,6 ± 1 ≤ 7% 7,1-8,5% > 8,5% 35,8 57,1 7,1 25,4 57,2 17,3 basal bolus microinfusore premiscelate 78,6 14,3 7,1 69,9 29,7 1,4 0-3/die 4-6/die > 6/die 21,4 57,1 21,4 18,2 72,5 9,4 0 14,2 7,1 50 4,2 ± 1,2 100 44,3 ± 6,6 4,3 8,7 9,4 52,2 4,1 ± 0,7 98,6 43,4 ± 6,3 50 21,4 28,6 59,8 35,8 4,4 92,8 7,2 100 39,6 ± 7,3 94,9 5,1 100 39,9 ± 6 50 35,7 14,3 35,5 35,5 7,9 21,4 78,6 33,3 66,7 100 0 0 36,1 ± 34,9 97,1 2,9 7,9 52,9 ± 38,9 (0-5,9 anni) (6-11,9 anni) (12-18 anni) Durata del diabete (anni) HbA1c (%) HbA1c in classi (%) Tipo terapia (%) p 0,09 0,47 0,68 0,65 0,26 0,14 0,01 Frequenza SMBG/sett (%) 0,1 Altre patologie associate celiachia tiroidite Campi scuola (%) Sport (%) Componenti nucleo familiare Padre (%) Età media padre (anni) Titolo di studio padre (%) elementare/media diploma laurea Stato occupazionale padre (%) occupato disoccupato Madre (%) Età media madre (anni) Titolo di studio madre (%) elementare/media diploma laurea Stato occupazionale madre (%) occupata casalinga Genitori (%) sposati - conviventi separati - divorziati Altre persone con DMT1 in famiglia (%) Distanza casa - Centro Diabetologico (km) 0,55 0,37 0,62 0,88 0,59 0,82 0,63 0,002 0,59 0,87 0,65 0,27 0,67 0,1 0,12 278 S. Passanisi et al. Discussione Nel caso degli eventi ipoglicemici gravi i nostri dati di incidenza sono superiori a quelli nazionali (11,2 ogni 100 casi/anno vs 7,7 ogni 100 casi/anno)2. A tale proposito c’è però da considerare che l’estrapolazione dei dati locali ci ha consentito di valutare, rispetto ai dati nazionali, una media dell’HbA1c inferiore nel nostro Centro (7,4% ± 0,9 vs 7,9% ± 1,1). È evidente che il perseguimento di un compenso glicemico ottimale esponga maggiormente i pazienti al rischio di ipoglicemie. Certamente in relazione alle diverse fasce di età potrebbe essere utile perseguire target diversificati di compenso glicemico e di HbA1c così come suggerisce l’American Diabetes Association6. In particolare modo nei pazienti in età prescolare, gravati da un maggiore rischio di complicanze neurologiche gravi in conseguenza a eventi ipoglicemici severi ricorrenti, sarebbe auspicabile evitare obiettivi terapeutici eccessivamente restrittivi7. Il dato dell’utilizzo di insuline premiscelate come fattore favorente dell’evento ipoglicemia avvalora l’utilità dello schema “basal bolus” classico in tutte le fasce di età con l’unica eccezione dei più piccoli (età < 5 anni) in cui la necessità di dosi piccole di insulina e di una stretta copertura basale, rendono il microinfusore terapia di elezione tale da garantire il migliore compenso glicemico riducendo, nel contempo, il rischio di ipoglicemie. Non è facilmente spiegabile la correlazione da noi trovata fra eventi ipoglicemici e “padre laureato”. Tale correlazione non trova riscontro nell’indagine a livello nazionale: presumibilmente il più elevato tasso culturale fa sì che il padre sia più motivato nella ricerca di nozioni sulla malattia, e tenda di conseguenza a perseguire target terapeutici più restrittivi ponendo però, nel contempo, il figlio a un maggiore rischio di ipoglicemia. La nostra analisi statistica, infine, non ha confermato la relazione inversamente proporzionale fra gli episodi di ipoglicemia e l’età della madre2. I nostri dati relativamente all’incidenza di chetoacidosi, invece, si discostano seppure non significativamente dai dati nazionali (3,9 per 100 casi/anno vs 2,4 per 100 casi/anno)2. L’incidenza maggiore riscontrata nella fascia di età dei teenager è verosimilmente attribuibile al forte impatto piscologico della malattia nell’adolescente che sovente si appalesa con un’inosservanza delle regole, compresa quella di seguire un’alimentazione equilibrata e soprattutto di praticare regolarmente la terapia insulinica. Il livello socioculturale familiare ha un basso impatto sulla ricorrenza di chetoacidosi diabetica e in realtà i dati in letteratura ribadiscono come un’adeguata capacità di autogestione non dipenda tanto dal livello culturale, quanto dalle capacità di coping, cioè di far fronte agli eventi negativi, e da qualità quali ordine e costanza8. Infine i nostri risultati sottolineano l’importanza di attività di gruppo, quali campi scuola, gruppi di autoaiuto, weekend educativi, necessari strumenti di educazione terapeutica ed empowerment del paziente in età evolutiva. Da ciò deriva l’importanza del lavoro in équipe (rappresentato dal team diabetologico) e del sostegno da parte delle istituzioni alle varie attività di educazione terapeutica allo scopo di ufficializzare questo tipo di approccio ormai convalidato nella gestione della malattia diabetica. Conflitto di interessi Nessuno. Bibliografia 1. Cimino A, Fava D, Giorda CB, Meloncelli I, Nicolucci A, Pellegrini F et al. Annali AMD 2010 e indicatori di qualità dell’assistenza diabetologica in Italia. Torino: Kino 2010. http://infodiabetes.it/ files/ANNALI2010.pdf 2. Cherubini V, Pintaudi B, Rossi MC, Lucisano G, Pellegrini F, Chiumello G et al.; SHIP-D Study Group. Severe hypoglycemia and ketoacidosis over one year in Italian pediatric population with type 1 diabetes mellitus: a multicenter retrospective observational study. Nutr Metab Cardiovasc Dis 2014;24:538-46. 3. Barnard K, Thomas S, Royle P, Noyes K, Waugh N. Fear of hypoglycaemia in parents of young children with type 1 diabetes: a systematic review. BMC Pediatr 2010;10:50. 4. Cryer PE. Hypoglycemia is the limiting factor in the management of diabetes. Diabetes Metab Res Rev 1999;15:42-6. 5. American Diabetes Association. Standards of medical care in diabetes - 2012. Diabetes Care 2012;35(suppl. 1):S11e63. 6. Silverstein J, Klingensmith G, Copeland K, Plotnick L, Kaufman F, Laffel L et al; American Diabetes Association. Care of children and adolescents with type 1 diabetes: a statement of the American Diabetes Association. Diabetes Care 2005;28:186-212. 7. Blasetti A, Chiuri RM, Tocco AM, Di Giulio C, Mattei PA, Ballone E et al. The effect of recurrent severe hypoglycemia on cognitive perfomance in children with type 1 diabetes: a meta-analysis. J Child Neurol 2011;26:1383-91. 8. Jaser SS, Faulkner MS, Whittemore R, Jeon S, Murphy K, Delamater A et al. Coping, self-management, and adaptation in adolescents with type 1 diabetes. Ann Behav Med 2012;43:311-9.
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