Così simili così diversi
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ARBORICOLTURA CHIAVE PER IL RICONOSCIMENTO DEI PIÙ COMUNI FUNGHI AGENTI DI CARIE Carpoforo di Ganoderma resinaceum a maturità. Giovani abbozzi di Ganoderma resinaceum. Così simili così diversi Rigidoporus ulmarius. Una proposta di chiave di campo per il riconoscimento dei più importanti e diffusi basidiomiceti, agenti di carie e marciume radicale, partendo dalle caratteristiche macroscopiche. Uno strumento di riconoscimento utile per gli arboricoltori e i forestali che si apprestano a effettuare una diagnosi in campo o un VTA 47 • ACER 3/2007 funghi agenti di carie svolgono un importante ruolo ecologico negli ecosistemi forestali in quanto, come decompositori della sostanza organica, partecipano ai processi di ricircolo del carbonio e dell’azoto. Essi degradano ceppaie, residui legnosi e anche legname in opera. Molti di questi funghi sono in grado di attaccare anche piante vive, potendosi comportare sia come agenti di marciume radicale o cancri, sia come agenti di carie di alburno o durame. Le carie e i marciumi radicali sono particolarmente importanti per gli alberi con funzione ornamentale in contesti urbani e nei parchi poiché possono determinare l’instabilità delle piante con gravi conseguenze. Fatta eccezione per pochi ascomiceti (Ustulina, Xylaria, Chaetomium), tutti i funghi agenti di carie del legno sono basidiomiceti appar- I tenenti agli ordini Agaricales, Hymenochaetales, Polyporales e Russulales (10). Chiavi di riconoscimento dicotomiche sono disponibili per le Aphyllophorales lignivore europee (3), o per gruppi specifici all’interno delle Aphyllophorales, come per esempio le Corticiaceae e le Polyporaceae (2, 6). Queste chiavi di riconoscimento analitiche si basano sulle caratteristiche macroscopiche del basidioma ma soprattutto sugli aspetti microscopici relativi al sistema ifale, alle spore, alle strutture imeniali, oltreché sulla reazione delle strutture fungine a particolari sostanze. Tutto questo ovviamente sta a indicare che l’identificazione dei funghi richiede micologi specializzati ed equipaggiati con strutture da laboratorio, ma soprattutto che l’identificazione difficilmente può andare a buon fine con ▼ Testo e foto di Paolo Gonthier e Giovanni Nicolotti, DiVaPra - Patologia Vegetale, Università degli Studi di Torino ARBORICOLTURA ▼ la sola osservazione in campo. Chiavi d’identificazione delle Polyporaceae sono disponibili su appositi software (1) o sulla rete (http://biologi.uio.no/bot/ascomycetes/NorskePores_key.htm). Inoltre, schede di descrizione di funghi agenti di carie su piante in piedi, spesso corredate da chiavi semplificate per il loro riconoscimento, sono fornite assieme a manuali di campo di patologia delle piante urbane o di valutazione della stabilità delle piante (9, 11). Queste chiavi semplificate, tuttavia, permettono di giungere a livello di genere oppure sono basate su caratteristiche ecologiche dei funghi, come la preferenza d’ospite, cosa abbastanza aleatoria in quanto soltanto pochissimi funghi cariogeni sono caratterizzati da una spiccata preferenza d’ospite (12). Per contro, esistono svariate buone ragioni che imporrebbero, anche nell’arboricoltura urbana e nella valutazione di stabilità degli alberi un’identificazione accurata dei funghi che si possono riscontrare. Questo perché il comportamento degli agenti di carie, in termini di aggressività, può variare considerevolmente anche tra specie appartenenti allo stesso genere (14). Una corretta diagnosi può aiutare a formulare una corretta prognosi, a impostare adeguate strategie di contenimento e a definire, con maggior cognizione, i tempi di ricontrollo dell’albero e quindi la classe di rischio in cui deve essere inserito. È importante inoltre ricordare che l’identificazione dei funghi a livello specifico molto spesso è resa difficile dalla corrispondenza di molti caratteri morfologici tra specie diverse e dal cambiamento di questi caratteri a seconda della fase di accrescimento del fungo. Questo lavoro propone una chiave di campo per l’identificazione a livello specifico dei più importanti e diffusi basidiomiceti agenti di carie e marciume radicale su piante in piedi, basata sulle sole caratteristiche macroscopiche dei basidiomi. Una versione in inglese della chiave è oggetto di un’altra pubblicazione (7). Materiali e metodi I funghi da includere nella chiave di riconoscimento sono stati scelti sulla base della loro frequenza e/o pericolosità su alberi in piedi (2, 3, 11, 12, 13) . Per la costruzione della chiave sono stati scelti solamente i caratteri evidenti da osservazioni macroscopiche dei basidiomi o dal loro sezionamento oppure il colore della massa di spore che a maturità il fungo lascia cadere. I caratteri selezionati sono: presenza, assenza e punto d’inserzione del gambo o stipite (per esempio laterale o centrale), la forma del basi- ELENCO DEI TAXA FUNGINI E RISULTATI DELLA VALIDAZIONE DELLA CHIAVE Taxa fungini Agrocybe cylindracea (DC.) Gillet Antrodiella semisupina (Berk. & M.A. Curtis) Ryvarden Armillaria spp. Bjerkandera adusta (Willd.) P. Karst. Cerrena unicolor (Bull.) Murrill Chondrostereum purpureum (Pers.) Pouzar Climacocystis borealis (Fr.) Kotl. & Pouzar Coniophora puteana (Schumach.) P. Karst. Daedalea quercina (L.) Pers. Daedaleopsis confragosa (Bolton) J. Schröt. Datronia mollis (Sommerf.) Donk Fistulina hepatica (Schaeff.) With. Fomes fomentarius (L.) J.J. Kickx Fomitopsis pinicola (Sw.) P. Karst. Ganoderma adspersum (Schulzer) Donk Ganoderma applanatum (Pers.) Pat. Ganoderma carnosum Pat. Ganoderma lucidum (Curtis) P. Karst. Ganoderma resinaceum Boud. Ganoderma valesiacum Boud. Gloeophyllum abietinum (Bull.) P. Karst. or Gloeophyllum sepiarium (Wulfen) P. Karst. Gloeophyllum odoratum (Wulfen) Imazeki Gloeophyllum trabeum (Pers.) Murrill Grifola frondosa (Dicks.) Gray Heterobasidion spp. Hypholoma fasciculare (Huds.) P. Kumm. Inonotus dryadeus (Pers.) Murrill Inonotus dryophilus (Berk.) Murrill Inonotus hastifer Pouzar Inonotus hispidus (Bull.) P. Karst. Inonotus radiatus (Sowerby) P. Karst. Casi di studio (n.)1 Identificazioni corrette (n., rapporto di validazione) Taxon più frequente nelle identificazioni non corrette (frequenza) 16 - 15 (0,937) - H. fasciculare (0,063) - 16 16 16 16 16 16 24 16 16 24 24 24 16 16 16 24 32 - 15 (0,937) 13 (0,812) 14 (0,875) 14 (0,875) 16 (1,000) 12 (0,750) 22 (0,917) 15 (0,937) 16 (1,000) 22 (0,917) 24 (1,000) 17 (0,708) 12 (0,750) 16 (1,000) 15 (0,937) 22 (0,917) 29 (0,906) - 16 16 24 16 16 16 24 - 13 (0,812) 16 (1,000) 23 (0,958) 15 (0,937) 15 (0,937) 13 (0,812) 21 (0,875) - P. ostreatus (0,063) C. unicolor (0,125) B. adusta (0,063) S. rugosum (0,063) S. rugosum (0,063) D. confragosa (0,083) L. betulina (0,063) F. pinicola, P. igniarius (0,042) G. applanatum (0,250) G. adspersum (0,250) G. resinaceum (0,063) G. adpersum, G. lucidum (0,042) G. trabeum (0,063) G. abietinum (0,125) G. valesiacum (0,042) I. hispidus (0,062) G. valesiacum (0,062) P. punctatus (0,125) I. dryadeus (0,083) - 1 ) Un caso di studio indica una identificazione. Il numero di casi di studio è dato dal prodotto tra il numero dei basidiomi e il numero di studenti che li ha identificati. ACER 3/2007 • 48 ▼ dioma (a mensola, resupinato, applanato, ungulato), il tipo di imenoforo (liscio, con pori o lamelle) e il suo colore, la forma dei pori e, in generale, le caratteristiche della superficie sterile, l’odore e il colore della carne del basidioma o contesto (osservato anche attraverso sezioni longitudinali del corpo fruttifero). Ciascuna specie fungina scelta è stata descritta sulla base dei summenzionati caratteri confrontando attentamente le descrizioni disponibili in letteratura (2, 3, 4, 5, 9, 11) e campioni freschi d’erbario. La chiave di riconoscimento è stata affidata a otto studenti universitari del Corso di Laurea in Scienze Forestali e Ambientali che hanno svolto un’importante attività di monitoraggio su alberate. Dopo l’identificazione in campo, i basidiomi sono stati raccolti e sottoposti, in laboratorio, a un’identificazione con chia- Taxa fungini Laetiporus sulphureus (Bull.) Murrill Lenzites betulina (L.) Fr. Meripilus giganteus (Pers.) P. Karst. Perenniporia fraxinea (Bull.) Ryvarden Phaeolus schweinitzii (Fr.) Pat. Phellinus chrysoloma (Fr.) Donk Phellinus hartigii (Allesch. & Schnabl) Pat. Phellinus igniarius (L.) Quél. Phellinus pini (Brot.) Bondartsev & Singer Phellinus pomaceus (Pers.) Maire Phellinus punctatus (Fr.) Pilát Phellinus robustus (P. Karst.) Bourdot & Galzin Phellinus torulosus (Pers.) Bourdot & Galzin Phylloporia ribis (Schumach.) Ryvarden Piptoporus betulinus (Bull.) P. Karst. Pleurotus ostreatus (Jacq.) P. Kumm. Polyporus arcularius Rostk. Polyporus brumalis (Pers.) Fr. Polyporus ciliatus Fr. Polyporus squamosus (Huds.) Fr. Postia caesia (Schrad.) P. Karst. Postia fragilis (Fr.) Jülich Pycnoporus cinnabarinus (Jacq.) Fr. Rigidoporus ulmarius (Sowerby) Imazeki Schizophyllum commune Fr. Stereum hirsutum (Willd.) Pers. Stereum rugosum Pers. Stereum sanguinolentum (Alb. & Schwein.) Fr. Stereum subtomentosum Pouzar Trametes gibbosa (Pers.) Fr. Trametes hirsuta (Wulfen) Pilát Trametes versicolor (L.) Lloyd TOTALE 49 • ACER 3/2007 Giovane fruttificazione di Perenniporia fraxinea. Casi di studio (n.)1 Identificazioni corrette (n., rapporto di validazione) 24 16 16 16 16 16 16 16 16 24 16 24 16 24 16 16 16 24 (1,000) 13 (0,812) 13 (0,812) 13 (0,812) 15 (0,938) 14 (0,875) 14 (0,875) 14 (0,875) 13 (0,812) 22 (0,917) 14 (0,875) 20 (0,875) 13 (0,812) 24 (1,000) 15 (0,937) 14 (0,875) 13 (0,812) 16 16 16 16 24 24 16 16 16 16 16 24 14 (0,875) 16 (1,000) 15 (0,937) 14 (0,875) 24 (1,000) 21 (0,875) 14 (0,875) 16 (1,000) 14 (0,875) 15 (0,937) 16 (1,000) 21 (0,875) 992 893 (0,900) Taxon più frequente nelle identificazioni non corrette (frequenza) D. confragosa (0,012) G. frondosa (0,012) G. adspersum, G. resinaceum, R. ulmarius (0,063) M. giganteus (0,062) P. pini (0,125) F. fomentarius, P. robustus (0,062) P. chrysoloma (0,125) P. punctatus (0,188) P. pomaceus (0,083) P. igniarius (0,125) P. ribis (0,083) P. torulosus (0,125) A. cylindracea (0,063) P. brumalis (0,125) P. auricularius (0,125) P. auricularius, P. brumalis (0,063) D. confragosa (0,063) P. fraxinea (0,125) S. subtomentosum (0,083) C. purpureum (0,125) S. rugosum (0,125) B. adusta (0,063) T. hirsuta (0,083) ARBORICOLTURA Sopra, Inonotus hispidus a maturità; nel riquadro, nella fase senescente. ▼ vi micologiche analitiche. La chiave veniva considerata validata se, per ciascuna specie o taxon fungino, il numero dei basidiomi identificati correttamente sul totale dei basidiomi raccolti superava il 70% (rapporto di validazione superiore a 0,7). Risultati Nella chiave d’identificazione, che potrà essere scaricata o consultata su www.ilverdeeditoriale.com, sono stati inclusi i 64 taxa fungini elencati in tabella di pag. 72 , che riassume i risultati della validazione. I basidiomi raccolti in campo per la validazione della chiave appartenevano a 55 dei 64 taxa. Per ciascun taxon sono stati raccolti 2-3 basidiomi per un totale di 992 casi di studio (124 basidiomi x 8 operatori addetti all’identificazione). L’identificazione con la chiave di campo è risultata corretta in 893 casi di studio (rapporto di validazione = 0,9). Discussione L’elenco delle specie contemplate dalla chiave include, oltre a funghi strettamente saprofiti agenti di carie, anche patogeni radicali (Armillaria spp., Heterobasidion spp., Inonotus dryadeus, Ganoderma adspersum), patogeni dei rami (Chondrostereum purpureum, Phellinus pini, Inonotus hispidus), e funghi associati al fusto e ai contrafforti radicali (Climacocystis borealis e Perenniporia fraxinea). La chiave proposta, che è valida per campioni freschi, considera ben 17 famiglie appartenenti a tutti e 4 gli ordini di basidiomiceti cariogeni, Agaricales comprese. In generale questo rappresenta un grosso vantaggio per l’utilizzatore finale le cui conoscenze micologiche potrebbero non consentirgli la distinzione dei basidiomi a livello di ordine o famiglia, come di norma viene richiesto, a priori, dalle chiavi di identificazione analitiche. Tra tutte le specie contemplate dalla chiave, Ganoderma adspersum è stato quello con il rapporto di validazione più basso (0,708), in quanto spesso è stato confuso con G. applanatum. A giustificazione di questa sovrapposizione vi è il fatto che tra le specie esistono pochi caratteri morfologici e genetici distintivi (3, 8). Tuttavia nel contesto della valutazione del rischio sul verde urbano, questa confusione può considerarsi accettabile in quanto funghi egualmente pericolosi per la stabilità degli alberi (11). Occorre puntualizzare che la chiave non riporta la descrizione delle specie trattate e che l’utilizzatore, per fare una determinazione accurata, dovrebbe consultare monografie per verificare la descrizione della specie determinata e quella di eventuali specie che potrebbero essere con essa confuse, deducibili dalla tabella prima citata. La chiave proposta può avere una sua validità pratica per gli arboricoltori e i forestali che si apprestano a effettuare una diagnosi in campo o un VTA, ma non potrà mai sostituirsi a chiavi micologiche analitiche. ■ Bibliografia 1) A DASKAVEG J.E., D UNLAP M.R., G IL BERTSON R.L., BUTLER E.E., 1994. Development of a computerized, synoptic key for polyporoid, wood-rotting fungi of North-America. Mycotaxon 52:289-302. 2) BERNICCHIA A., 2005. Polyporaceae s.l.. Candusso edn., Alassio. 3) B REITENBACH J., K RÄNZLIN F., 1986. Champignons de Suisse, champignons sans lames. Tomo II, Mykologia edn., Lucerna, Svizzera. 4) B REITENBACH J., K RÄNZLIN F., 1991. Champignons de Suisse, bolets et champignons à lames. Tomo III, Mykologia edn., Lucerna, Svizzera. 5) B REITENBACH J., K RÄNZLIN F., 1995. Champignons de Suisse, champignons à lames. Tomo IV, Mykologia edn., Lucerna, Svizzera. 6) HJORTSTAM K., LARSSON K.H., RYVARDEN, L., 1978. The Corticiaceae of North Europe. Vol. 1, Fungiflora, Oslo, Norway. 7) GONTHIER P., NICOLOTTI G., 2007. A field key to species to common wood decay fungi on standing trees. Arboriculture & Urban Forestry, Vol. 33(6) (in stampa). 8) GUGLIELMO F., 2005. A molecular approach for the detection and early identification of wood rotting fungi as useful tool in tree stability assessment. Tesi di dottorato, Università di Firenze, Firenze, pp. 131. 9) I NTINI M., PANCONESI A., PARRINI C., 2000. Malattie delle alberature in ambiente urbano. Cnr-Ipaf edn., Firenze. 10) KIRK P.M., CANNON P.F., DAVID J.C., STALPERS J., 2001. Ainsworth and Bisby’s Dictionary of the Fungi. 9th edn.. Cab International, Wallingford, UK. 11) LONSDALE D., 1999. Principles of tree hazard assessment and management. Forestry Commission, London, UK, pp. 388. 12) NICOLOTTI G., PECOLLO D., GONTHIER P., 2004. Ecologia e grado di preferenza d’ospite dei funghi agenti di carie. Il Verde Editoriale, Milano, I parte, Acer 1/04:47-51. 13) NICOLOTTI G., PECOLLO D., GONTHIER P., 2004. Ecologia e grado di preferenza d’ospite dei funghi agenti di carie. Il Verde Editoriale, Milano, II parte, Acer 2/04:59-67. 14) SCHWARZE F.W.M.R., BAUM S., 2000. Mechanisms of reaction zone penetration by decay fungi in wood of beech (Fagus sylvatica). New Phytol. 146:129-140. La chiave di riconoscimento dei funghi è pubblicata sul nostro sito nella sezione Approfondimenti “www.ilverdeeditoriale.com/ricerche.aspx” da cui si può consultare e scaricare. Abstract So similar, yet so different A field key to species is presented for the most important and widespread European wood-rotting basidiomycetes on standing trees. Sixty four fungal taxa belonging to Agaricales, Hymenochaetales, Polyporales, and Russulales are included in the key, that was mostly based on macroscopic features of the basidiomata. The key allows for easy recognition of wood decay fungi in the field. ACER 3/2007 • 50
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Classificazione dei funghi agenti di carie secondo
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