11 Settembre 2014 Oggetto: Impatto del progetto Route
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11 Settembre 2014 Oggetto: Impatto del progetto Route
11 Settembre 2014 Oggetto: Impatto del progetto Route Nazionale RS 2014 sulla popolazione di Lycosa tarantula presente nella Tenuta di San Rossore. A seguito dei risultati del monitoraggio sulla popolazione di Lycosa tarantula (Linnaeus, 1758) presente nella Tenuta di San Rossore, ed in particolare nel prato arido mediterraneo sito tra Cascine Vecchie e Cascine Nuove, è emerso chiaramente come le tende e le strutture scout, i 4 giorni di intenso calpestio da parte dei 32.000 partecipanti, le settimane di allestimento e smantellamento del campo con l’ausilio (documentato) di mezzi pesanti, abbiano avuto un’innegabile dannoso effetto. Il monitoraggio pre-evento avvenuto la seconda settimana di luglio, nonostante sia stato realizzato in pochissime ore a causa dell’imminente chiusura al pubblico del parco, ha fornito dati preliminari su una popolazione di L.tarantula numerosa e in buona salute. Risultato non dissimile dalle osservazioni fatte dai firmatari nelle precedenti visite all’area dei Cotoni. In circa 95000 m2 (9,5ettari) sono state censite 112 tane attive di esemplari adulti o sub adulti, almeno 56 esemplari vivi ed in salute documentati nell’area campione. Il monitoraggio post-raduno ha invece fornito dati allarmanti. Delle 112 tane censite e georeferenziate prima dell’evento, soltanto 33 sono state ritrovate intatte, ovvero il 28%. Le rimanenti sono state distrutte dalle attività sul campo, dai lavori effettuati con ruspe e camion, dalla falciatura delle erbe. Di queste 33, 21 apparivano inattive: non è stata riscontrata la presenza del ragno nè dei tipici elementi che ne caratterizzano l’attività. Soltanto 12 esemplari sono stati trovati in vita, l’11% rispetto alle tane attive censite prima dell’inizio dei lavori. Di questi, solo una femmina è stata vista con ovisacco al seguito. Lycosa tarantula è una specie che, come già accennato nella nostra memoria pre-raduno, non ha molti mezzi per rispondere a repentini squilibri. A differenza della maggior parte dell’araneofauna italiana, L.tarantula ha uno sviluppo molto lento, pluriennale, e in dettaglio la maturità delle femmine avviene solo dopo 2 anni di accrescimento, 3 anni in ambienti meno ospitali. Una femmina adulta poi può vivere mediamente per ulteriori 2 anni, il che equivale potenzialmente a sole due deposizioni e conseguenti schiuse. Ogni schiusa annuale consta di 80-100 piccoli, soggetti nei primi mesi di vita ad un alto tasso di mortalità. A questo si aggiunge la scarsissima capacità di dispersione, non viene infatti sfruttato il filo aeronautico per spostarsi, dovuta anche alla vita sedentaria dei giovanissimi che occupano fratture del terreno e ripari di fortuna. La popolazione di San Rossore, oltre che per le caratteristiche sopracitate proprie della specie, è fragile anche per motivi ambientali. Il prato arido mediterraneo dei Cotoni rappresenta a tutti gli effetti una piccola oasi idonea alla vita di L.tarantula, area in cui rimane confinata non esistendo corridoi ecologici che colleghino questa popolazione ad altri ambienti tipici o ad altre popolazioni. Nessuna delle aree adiacenti, verso il mare o verso le aree coltivate al limite della riserva, nè il fiume Arno a sud, le permettono di espandersi o spostarsi. Non per ultimo il fatto che questa particolare popolazione rappresenta il limite settentrionale dell’areale italiano di distribuzione della specie in area costiera. Solo sporadiche e piccolissime popolazioni relitte, resistenti sui prati sommitali appenninici, si spingono così a nord. 1 Alla luce di tutto ciò è facile capire come i dati emersi dal monitoraggio, e in particolar modo l’assenza di ragni in attività e la sola femmina con ovisacco riscontrata, siano preoccupanti. Le attività e l’allestimento del campo scout hanno distrutto gran parte delle tane presenti, sancendo di fatto il decesso degli esemplari che le abitavano. Hanno anche impedito ai maschi adulti, erranti sul terreno dopo aver abbandonato la tana, di cercare e trovare femmine recettive con cui accoppiarsi. Nel periodo post raduno, quello coincidente con il secondo monitoraggio, la gran parte delle femmine avrebbe dovuto presentare ovisacchi o addirittura già la prole sul dorso. Tutto ciò invece non è stato documentato, a simboleggiare non solo un danno diretto alla popolazione presente ma anche indiretto nei confronti delle prossime generazioni che soffriranno per molto tempo quest’anomalia nel ciclo delle nascite. Non ci è possibile infine fare previsioni sul futuro della popolazione di Lycosa tarantula nella Tenuta di San Rossore in quanto i fattori che ne determineranno la ripresa sono molti e non direttamente controllabili. Possiamo solo augurarci che sia in grado di affrontare questa improvvisa difficoltà risollevandosi nell’arco di alcuni anni. Ci auguriamo inoltre che chi ha responsabilità dirette se ne assuma l’onere per non aver sufficientemente protetto un'area protetta. Rimaniamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Carlo Maria Legittimo - Enrico Simeon - Piergiorgio Di Pompeo - Alessandro Kulczycki - Paolo Tongiorgi - Marco Isaia - Paolo Pantini - Andrea Rossi - Malayka Picchi 2
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