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Questo numero de Goccia stato La La Goccia n.è21 - 25chiuso ottobre 2008 alle ore 18.00 del 22 ottobre 2008 Sommario La Goccia n. 21- 25 Ottobre 2008 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana DEL 15 MAGGIO 1992 Registro Nazionale della Stampa n. 10084 PROPRIETÀ PRO.GE.CO. SOC. COOP. A R.L. VIA SAVOIA, 1 – GINOSA DIRETTORE RESPONSABILE: STEFANO GIOVE DIREZIONE: GIULIO PINTO ADELE CARRERA Nicola Galante... Nuove aureole… Taranto,... di Stefano Giove pagg. 4-5 Personaggi ginosini… di Giorgio Morea pag. 4 Miroglio, trattative... di Agiro pag. 6 COMITATO DI REDAZIONE MARIA C. BONELLI ROSAMARIA BUSTO ERASMO MAZZONE PALMA MARTINO DOMENICO RANALDO Resp. Red. Taranto: SALVATORE RIZZO HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: GIUSEPPE CARRERA MARIO D’ALCONZO ROBERTO MUSCOLINO GIUSEPPE PIZZULLI DON FRANCO CONTE GIANLUCA CATUCCI DAVIDE GIOVE FRANCO ROMANO PAOLO COSTANTINO ANTONELLO LOVECCHIO PIERO ZANELLI PIETRO PERRONE GIOVANNI CARDUCCI TOMMASO FRANCAVILLA MARILENA SURDO PIETRO LOSPINUSO COSIMO VAVALLO GIAMBATTISTA SASSI DANIELA DIAN PAOLO NICO ANGELA VESSIO DINO CARUSO AGIRO MICHELE PACCIANA RAFFAELE FANELLI MARINO MENZELLA GIORGIO MOREA VITO FURIO FOTO: ERASMO MAZZONE AMMINISTRAZIONE VITO CONTE IMPAGINAZIONE E GRAFICA: STEFANO GIOVE MAURIZIO FALIVENE STAMPA FALIGRAPH Miroglio, prima... di Dino Caruso pag. 6 Le favole di grim di Grim pag. 7 Versus di From di From pag. 7 Notizie flash… di Giulio Pinto pagg. 8-9 Intervista Bcc... di Michele Pacciana pagg. 10-11 Noi e il Fisco... di Mario D’Alconzo pag. 11 A Ginosa... di Stefano Giove pagg. 12-13 Il mondo della scuola... di esseggi pag.13 Note di musica… di Da Gi pag. 14 Un semplice grazie… di Angela Vessio pag. 17 Storia, tradizioni… di Adele Carrera pagg. 18-19 di redazionale pag. 19 Lospinuso... di Tommaso Francavilla pag. 20 Costantino... di Paolo Costantino pag. 22 di Da Gi pag. 35 Il parere del medico... di Piero Zanelli pag. 36 La moneta... di Giuseppe Pizzulli pag. 37 Fede e politica di Daniela Dian pag. 38 Il ginosino Carducci... di Giovanni Carducci pag. 22 Lo Stralisco… di Marilena Surdo pagg. 24-25 Replica a Iacono… di Mongelli - Toma - Dian - Fiorillo pagg. 26-27 Come la penso io di Don Franco Conte pag. 28 Beni culturali… di Giambattista Sassi pag. 29 Nasce l’ANMI di Stefano Giove pag. 39 Anche il Sindaco... di Uff. Stampa Ginosa pag. 35 Termovalorizzatore… di Cosimo Vavallo pag. 41 Stage… di Antonello Lovecchio pag. 42 Il gruppo Udc… di UDC pag. 43 Home Page di Roberto Muscolino pagg. 30 e 32 Considerazioni ginosine… di Pierino Perrone pag. 31 Proverbi ginosini… Ginosa, sbancata… di Domenico Ranaldo pag. 44 Ginosa, buon… di Domenico Ranaldo pag. 44 di Giovanni Carducci pag. 31 Ginosa, cinquina… Prassi operativa... pag. 45 di Raffaele Fanelli pag. 32 Nasce “Adesso”... di Paolo Nico pag. 35 di Domenico Ranaldo Calcio a 5... di Marino Menzella pag. 46 3 46 4 La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Taranto, l’ambiente e… la salute dei cittadini «Questo accordo non mi sta bene. Del resto non sono stato io a firmarlo ma il mio predecessore, Romano Prodi”. La frase pronunciata da Silvio Berlusconi al vertice dei capi di governo, mercoledì scorso per giustificare l’opposizione dell’Italia al pacchetto sulla riduzione delle emissioni tossiche, proposto dall’Unione europea, ha fatto infuriare non pochi dei suoi interlocutori. Per tre motivi. Il primo è che viola uno dei dogmi europei, cioè che ogni governo si faccia carico delle decisioni prese dal governo precedente. Non essendoci guerre o rivoluzioni ma un normale avvicendamento democratico, in Europa si dà per scontato il principio della continuità statuale. Il secondo motivo è che il governo Berlusconi ha confermato, a più riprese, il proprio accordo di massima sul pacchetto clima, varato dai capi di governo nel marzo 2007 ma poi regolarmente riconfermato ad ogni successivo vertice europeo, in media ogni tre mesi. Senza contare le numerose riunioni dei ministri competenti che avrebbero potuto sollevare obiezioni di merito già da gennaio scorso, quando la Commissione presentò i dettagli dell’accordo, e si sono invece svegliati solo all’ultimo momento. Il terzo motivo è che, agli occhi della Commissione e degli altri governi europei, proprio grazie a Prodi, che venne apposta a Bruxelles per negoziare discretamente la questione, l’Italia ha già ottenuto condizioni di estremo favore che molti Paesi ci invidiano e che al tempo fecero arrabbiare parecchie cancellerie.» Questa è una notizia riportata dai giornali in questi giorni e racconta del braccio di ferro tra l’Italia e la presidenza di turno della UE che è assegnata alla Francia. Il tentativo italiano di rinviare “sine die” l’accordo europeo che prevede la riduzione delle emissioni tossiche nell’atmosfera è diventato uno dei temi sui quale si alimenta il sostegno al governo italiano da parte della pubblica opinione. La posizione del Cavaliere è sostenuta dalla Confindustria della Marcegaglia e dagli altri Paesi europei (quelli rivenienti dall’ex impero sovietico), l’obiettivo è fin troppo evidente: guadagnare tempo, la salute dei cittadini viene dopo. Cosa provoca la convinzione che lo sviluppo deve essere anteposto alla tutela ambientale e a quella della salute dei cittadini, lo sappiamo benissimo noi tarantini che ci troviamo ad essere la provincia più inquinata d’Italia. Proprio su questo tema credo sia doveroso riportare quello che hanno scritto le agenzie di stampa in questi giorni: «La provincia di Taranto è la più inquinata d’Italia, seguita, ma a grande distanza, da Livorno, Nuoro, Venezia e Caltanissetta: è quanto emerge da una ricerca dell’associazione ambientalista «Peacelink» che ha aggregato i dati sulle emissioni industriali in Italia ricavati dall’Inventario nazionale sulle emissioni e loro sorgenti (Ines). Lo studio è stato fatto creando un «paniere» di inquinanti considerati cancerogeni, mutageni, teratogeni e neurotossici, vale a dire diossine e furani, mercurio, idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), benzene, policlorobifenili, piombo e arsenico. Gli inquinanti sono stati considerati, per la loro pericolosità, indicatori della potenziale compromissione ambientale. Lo studio fa quindi risultare in vetta Taranto che, con il suo macro-indicatore statistico, accumula circa 527,61 punti, frutto della somma, tra gli altri, del 92% di emissioni di diossine e furani in aria e del 95,8% di Ipa nell’aria. Al secondo posto c’è Livorno (101,20 punti) seguita da Nuoro (92,73), Venezia (82,79) e Caltanissetta (78,11).» Proprio ieri, da Torino, una nostra lettrice e già collaboratrice mi ha inviato un articolo di Carlo Vulpio che vi ripropongo nella sua totale interezza. LA STORIA LE NUOVE CIFRE DELL’INES: QUI SI PRODUCE IL 92% DEL «VELENO» ITALIANO. GLI AMBIENTALISTI CONTRO L’ILVA CHE SI DIFENDE: SIAMO IN REGOLA A 13 anni ha il tumore da fumo. «E’ la diossina» Il medico: mai visto un caso così. Industrie, Taranto città più inquinata dell’Europa occidentale. Tre mamme con il latte contaminato, cinque adulti con il livello più alto del mondo, 1.200 pecore da abbattere DAL NOSTRO INVIATO TARANTO - Tre anni fa, S. aveva 10 anni. E senza aver mai fumato una sigaretta in vita sua era già conciato come un fumatore incallito. Un caso simile, Patrizio Mazza, primario di ematologia all’ospedale «Moscati» di Taranto, non l’aveva mai visto. E nemmeno la letteratura medica internazionale lo contempla. Anche a cercare su Internet, la risposta è negativa: « No items found ». Per questo, Mazza temeva di avere sbagliato diagnosi. Invece no. Quel bimbo aveva proprio un cancro da fumatore: adenocarcinoma del rinofaringe. Come l’editoriale Pubblicità Concessionario esclusivo per la pubblicità FALIGRAPH Viale Jonio, 385 74025 Marina di Ginosa (Ta) Tel e Fax 099.8277553 e-mail: [email protected] Arretrati (costo � 2,50) I numeri arretrati si richiedono in edicola Per inviare e-mail a “La Goccia” [email protected] Per inviare lettere a “La Goccia” Le lettere al giornale vanno inviate presso: La Goccia Via Tulipani, 9 74013 Ginosa (TA) indirizzo di posta elettronica: [email protected] La Goccia on line arcipikkia.it Tel. 099.8294879 - 099.8294550 Cell. 368.3561703 - 330.624347 Personaggi ginosini di Giorgio Morea attualità tanti altri tarantini, specie quelli del Tamburi, «il quartiere dei morti viventi». A Bruxelles forse ancora non lo sanno, ma Taranto è la città più inquinata d’Italia e dell’Europa occidentale per i veleni delle industrie. L’inquinamento di Taranto, infatti, è di fonte civile solo per il 7%. Tutto il resto, il 93%, è di origine industriale. A Taranto, ognuno dei duecentomila abitanti, ogni anno, respira 2,7 tonnellate di ossido di carbonio e 57,7 tonnellate di anidride carbonica. Gli ultimi dati stimati dall’Ines (Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti) sono spietati. Taranto è come la cinese Linfen, chiamata «Toxic Linfen», e la romena Copsa Miça, le più inquinate del mondo per le emissioni industriali. Ma a Taranto c’è qualcosa di più subdolo. A Taranto c’è la diossina. Qui si produce il 92% della diossina italiana e l’8,8% di quella europea. «In dieci anni - dice Mazza leucemie, mielomi e linfomi sono aumentati del 30-40%. La diossina danneggia il Dna e un caso come quello di S. è un codice rosso sicuramente collegato alla presenza di diossina. Se nei genitori c’è un danno genotossico non è in loro che quel danno emerge, ma nei figli». Tre mamme il cui latte risulta contaminato dalla diossina, cinque adulti che scoprono di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo, 1.200 pecore e capre di cui la Regione Puglia ordina l’abbattimento, forti sospetti di contaminazione nel raggio di 10 chilometri dal polo industriale (con i monitoraggi sospesi perché sempre «positivi ») sono, più che un allarme, una emergenza nazionale. La diossina si accumula nel tempo e a Taranto ce n’è per 9 chili, il triplo di Seveso (la città contaminata nel 1976). Ma sono sette le sostanze cancerogene e teratogene che, con la diossina, colpiscono Taranto come le sette piaghe bibliche. Mentre però a Bruxelles e a Roma (e a Bari, sede della Regione) si discute, Taranto viene espugnata dalla diossina. Basta dare un’occhiata, oltre che ai dati Ines, ai limiti di emissione, il cuore del problema. Il limite europeo è di 0,4 nanogrammi per metro cubo. Quello italiano, di 100 nanogrammi. «Un vestito su misura per l’Ilva di Emilio Riva», dicono le associazioni ambientaliste. «Siamo in rego- La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 la e abbiamo anche investito 450 milioni di euro per migliorare gli impianti», replica l’Ilva, che l’anno scorso ha realizzato utili per 878 milioni, 182 milioni in più dell’anno prima e il doppio del 2005. L’Europa, però, è dal 1996 che ha fissato il limite di 0,4 nanogrammi. L’Inghilterra, per esempio, si è adeguata. E la Germania ha fatto ancora meglio: 0,1 nanogrammi, lo stesso limite previsto per gli inceneritori. Nel 2006, Ilva e Regione Puglia hanno anche firmato un protocollo d’intesa, ma con scarsi risultati. La «campagna di ambientalizzazione» procede a rilento e sembra che l’Ilva intenda concluderla nel 2014, proprio quando scadrà il Protocollo di Aarhus, recepito anche dall’Italia, che impone ai Paesi membri di adottare le migliori tecnologie per portare le emissioni a 0,4-0,2 nanogrammi. Eppure a Servola, Trieste, alle acciaierie «Lucchini», per risolvere il problema è bastato un decreto del dirigente regionale Ambiente e Lavori pubblici, che ha imposto al siderurgico, pena la chiusura, di rispettare i limiti europei. In due anni, grazie anche alle pressioni della confinante Austria, il mi- 5 racolo: dalla maglia nera, in tandem con Taranto, Servola è diventata un centro di eccellenza, con la diossina abbattuta fino al teutonico limite di 0,1 nanogrammi. Certo, con una legge regionale, o con un decreto come quello friulano, si eviterebbe anche il referendum sull’Ilva, giudicato ammissibile dal Tar di Lecce e sicura fonte di drammatiche spaccature fra i 13 mila dipendenti del siderurgico. Invece c’è soltanto una delibera del consiglio comunale di Taranto che chiede timidamente alla Regione «di fare come in Friuli». Ma la Puglia non confina con l’Austria. Al di là del mare, c’è l’Albania. Carlo Vulpio 21 ottobre 2008» Credo che ce ne sia abbastanza per cominciare a riflettere sul degrado ambientale che ci circonda e sulla necessità di dire basta. Si badi bene, il problema inquinamento ambientale non coinvolge solo Taranto e la sua provincia, esso si estende a tutta la Puglia. L’oncologo Serravezza ha detto nei giorni scorsi che “negli ultimi dieci anni i tumori in Puglia sono aumentati del 30% e sono linfomi, leucemie, tumori alla vescica e polmoni, tutti direttamente riconducibili a cause ambientali, dalla diossina sprigionata dall’Ilva agli ossidi di azoto di Cerano. Che il vento porta su tutto il Salento. E come se non bastasse, qualcuno pensa di realizzare in Puglia anche una centrale nucleare. Si parla di un sito nella zona di Manduria. Qualcuno ha dimenticato che quando si parlava di realizzare una centrale nucleare in Puglia vi era stata la scelta del sito di Avetrana. Prima di arrivare a quella scelta tra le diverse proposte vi era anche quella di un sito nel territorio di Ginosa. E mentre chiudo questo “pezzo” mi arriva il giornale e leggo: “Laterza, l’inchiesta sulla produzione della Progeva - Concime nocivo in due aziende”. Credo che ogni commento ulteriore sia superfluo. Stefano Giove 6 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 MIROGLIO, TRATTATIVE APPESE AD UN FILO Del tutto falsa la notizia di una nuova azienda che prometterebbe 400 assunzioni Nulla di fatto dal secondo incontro romano al Ministero il 16 Ottobre scorso. L’azienda piemontese snocciola in 5 minuti i suoi intendimenti: chiusura al 31 Ottobre, cassa integrazione per 24 mesi e disponibilità a riqualificare il personale. Solo generici cenni a trattative in corso per ricollocare i 234 esuberi. Nessun nome fatto a Roma, in Via Molise, sede del Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del funzionario Giampietro Càstano, nessun parlamentare di maggioranza presente, cioè Carmelo Patarino, Pasquale Nessa, Pietro Franzoso. I quali avrebbero potuto impegnare il Governo a favorire con finanziamenti e sgravi la rioccupazione. Il Ministero in questa fase ha solo una funzione di intermediaria tra le parti, ma nessuna capacità di impegno finanziario, sottolineata dall’assenza di qualsivoglia parlamentare. Compatta invece la pattuglia di rappresentanti locali a partire dal parlamentare di minoranza Ludovico Vico per finire ai consiglieri comunali ed ai Sindaci dei Comuni interessati, Montanaro di Ginosa, Quero di Mottola, Labalestra di Palagianello. Nutrita la presenza degli operai e dei rappresentanti sindacali presenti con i vertici di categoria. Presenti anche l’Assessore Regionale al Lavoro Marco Barbieri e il Dirigente Area Sviluppo Economico Davide Pellegrino nonché i due consiglieri regionali Paolo Costantino e Pietro Lospinuso. La Regione Puglia ha riconfermato la volontà di utilizzare i fondi POR per finanziare un serio Piano Industriale che però al momento non c’è. A questo punto nonostante il no secco dei Sindacati a qualsiasi ipotesi di chiusura si rischia la mobilità. Questa potrebbe partire già dai primi di Gennaio se l’Azienda ne facesse richiesta ma pare che non sia partito ancora nulla. Nemmeno quella della cassa integrazione che di fatto abbisognerebbe di un Piano industriale che non è stato presentato. Del resto il Gruppo Miroglio sembra avere in testa un preciso piano di penetrazione commerciale, non più uno industriale. La stessa filiale bulgara pare sia uscita fuori dal Gruppo Miroglio pur rimanendo in mano alla stessa famiglia. Il secondo incontro romano alla fine si è trasformato in una passerella e le contestazioni degli operai alla fine dell’incontro ne sono state il degno epilogo. Un video è stato diffuso su youtube con le urla e la disapprovazione dei 130 dipendenti giunti in pullman a Roma. A complicare la trattativa è stata anche la interrogazione fatta dal capogruppo AN alla Camera Maurizio Gasparri. La richiesta di notizie sul contenuto degli accordi ha fatto innervosire i vertici della Miroglio spingendoli a disinteressarsi ulteriormente del destino degli stabilimenti ginosini e castellanetani. Tanto altri 81 dipendenti stanno perdendo il posto a Saluzzo, sede di un’altra Filatura dello stesso Gruppo. Agiro MIROGLIO, PRIMA DI TUTTO IL LAVORO. Il Circolo del PD di Ginosa chiede chiarezza sulla vertenza Miroglio: i lavoratori e le loro famiglie hanno diritto di sapere che ne sara’ del loro futuro. Ci si chiede se ci siano interlecutori seri che non sentono soltanto l’odore di denaro ma che sono presenti in questa fase di inqiuetitudine dei lavoratori senza speculazioni politiche o strategie personali o pre elettorali. Un posto di lavoro va difeso da tutto il territorio con onesta’ intelettuale. Nell’Azienda oggi Miroglio, domani potrebbe essere Natuzzi ecc.... ci sono i nostri figli, i nostri fratelli i e i nostri amici, la nostra comunita’, lavoratori che tanto hanno dato all’azienda, perché fosse sempre piu’ competitiva sul mercato. Ginosa non puo’ essere l’Eldorado che finito l’oro si smonta tutto e si va via!! . Miroglio, per quello che ha avuto in termini di finanziamenti dallo Stato, ha l’obbligo di stare al tavolo contrattuale e trovare una o più soluzioni con le parti Sindacali con a latere le parti Politiche pronte a fare la loro parte mettendo in atto le leggi e le norme che agevolino il percorso di riconversione dello stabilimento o quant’altro. Questo serve per dare tranquillita’ ai quei lavoratori che sostengono la loro famiglia e spesso pagano il mutuo della propria casa. Il Partito Democratico, nella consapevolezza di, avere come elemento centrale la solidarieta’, rivolta specialmente alle fasce più deboli, sara’ al fianco dei lavoratori nel pieno rispetto dei ruoli e non appoggerà nessun compromesso che possa ledere la dignita’ dei lavoratori e che non tuteli a tutti lo steso diritto al lavoro. il circolo pd di Ginosa Il Coordinatore Dino CARUSO attualità VERSUS di from IL CALLO Avviso ai naviganti sinistrorsi, insegnanti e allarmisti giornalisti: il decreto è sacrosanto, com’è vero, per l’appunto, che al settanta per cento io son l’unto Cavaliere. Niente maestro unico, prevalente tutt’alpiù, nessun taglio d’insegnante, ma è meglio, sotto sotto, che se in otto vanno via solo uno assunto sia: è il turn over sbilanciato del lover tre-a-tre. Non arretro d’un centimetro, ammonisce i quotidiani: per quattr’anni ancora ballo, sentite a me, fateci il callo. La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 7 Le favole di Grim Il regno delle lanterne magiche C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhiocitrullo, in quel luogo accadde che un brutto giorno, gli uomini e le donne che lo abitavano, si svegliarono sotto l’effetto di un incantesimo che aveva tolto loro la memoria. Nessuno ricordava più malanni, fatiche e grandi sacrifici fatti per tirare a campare, per far grandi i figli, per avere un tetto sotto cui sentirsi al riparo. Sembrava che quello fosse il loro primo giorno di vita e che prima di loro non ci fossero stati padri, né padri dei padri, né padri dei padri dei padri. Sembrava che mai nessuno avesse arato i campi che mai nessuno avesse zappato le terre e che quelli e quelle avessero dato frutti per la benevolenza del cavaliere azzurro ch’era il re, signore e imperatore del regno e d’Occhiocitrullo. Al suo passaggio s’inchinavano devoti e pur non riuscendo a sbarcare il lunario i miserevoli lo osannavano come il salvatore del popolo intero. Era quello un gran mistificatore, venditore di fumo e sogni che li aveva ammaliati tutti promettendo loro quel paradiso in terra, tanto desiderato. L’unica condizione che avea posto perché tanto s‘avverasse, era il trono del regno. E quelli glielo avevano concesso. Appena a un giorno ch’era assiso sul più alto scranno del regno, fece portare a corte tutti i forzieri di cui era possessore e tanti altri ne fece costruire appositamente. Nello stesso giorno fece accendere in ogni dimora del regno una lanterna, una lanterna ch’era magica e che gli dava tutto il potere di cui aveva necessità. Di giorno, all’imbrunire e perfino di notte, la magica lanterna diffondeva nelle case visioni di un paese felice, visioni di nonne allegre, di madri sorridenti, di padri mai stanchie del lavoro, di giovani felici d’essere al mondo... insomma tutte visioni da paradiso terrestre. E quelle apparivano tante veritiere che gli abitanti del regno si sentivano di farne parte e anche uscendo di casa, lontani dalla lanterna, non riuscivano più a discernere il vero dall’incantesimo. Così accecati e così raggirati, proprio come si raccontava di quei topolini di un villaggio assai lontano che incantati dalla musica di un piffero si annegarono raggiungendo il fiume con le loro stesse zampe, gli abitanti di Occhiocitrullo e del regno intero s’avviavano verso la miseria allegramente e pieni di felicità. Sorrideva (sorrideva sempre!) l’azzurro cavaliere, insieme ai suoi dignitari, allo spettacolo che il suo popolo felice gli forniva e intanto nei suoi forzieri s’ammassavano ricchezze tanto smisurate che neanche lui riusciva più a tenerne il conto; sicché non contento d’essere tanto ricco decise che anche tutti i suoi cortigiani dovessero esserlo e, detto fatto, diede loro il suo benestare perché ogni mezzo fosse usato per impadronirsi di tutto quel che desideravano. «Tanto, il regno è vasto - diceva - ce n’è per tutti. Prendete a piene mani! Qui son io il padrone!» E così era, ché, in tutto il regno, la memoria persa non faceva più sapere che se n’era sparso di sangue, fra gli avi di quel popolo, per non essere più schiavi e per non aver più padroni da servire e riverire. Morale della favola: non può durare in eterno il prendere lucciole per lanterne 8 cronaca La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Notizie Flash Rubrica a cura di Giulio Pinto Corruzione, sospeso consigliere Puglia Brizio (Udc) condannato in primo grado La presidenza del Consiglio dei ministri ha notificato alla prefettura di Bari il decreto con il quale il consigliere regionale Simone Brizio (eletto in Forza Italia e poi passato nelle fila dell’Udc), viene sospeso dalle sue funzioni in quanto condannato in primo grado dal Tribunale di Taranto a due anni di reclusione per il reato di corruzione. L’atto dovrà essere inoltrato alla presidenza del consiglio regionale, che provvederà a surrogare Brizio nella prima seduta utile con il primo dei non eletti nella lista di Forza Italia, l’avvocato tarantino Donato Salinari. Il 27 giugno scorso il tribunale di Taranto condannò Brizio a conclusione di un processo a 27 persone, oltre a Brizio imprenditori, ex direttori generali, funzionari e dipendenti dell’Asl Taranto 1, ritenute colpevoli, a vario titolo, di aver pilotato appalti ed emesso fatture false per operazioni inesistenti per circa sei milioni di euro ***** Quando l’ambiente e la salute sono un optional... Maxi sequestro di compost nell’azienda Progeva a Laterza. L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Noe, in collaborazione con i loro colleghi della stazione di Laterza e della Compagnia di Castellaneta. E’ stato disposto dalla Procura di Taranto in quanto nel compost è stata rilevata la presenza di rame e di zinco che sono altamente inquinanti. I militari del Nucleo operativo ecologico hanno quindi posto sotto sequestro 1200 tonnellate di materiale ritenuto pericoloso. ***** Trivellazioni petrolifere nel Mar Jonio La notizia non è stata ancora resa pubblica ma pare che nel tratto di mare di fronte a Metaponto lido presto potrebbe essere avviata una campagna di trivellazioni per verificare la presenza di giacimenti petroliferi. È subito scattata la mobilitazione delle popolazioni locali. A Metaponto Lido c’è stato un summit operativo nella sede dell’Associazione degli operatori turistici “Leucippo”, presieduta da Gianfranco Sortiero. Vi hanno aderito, inoltre, l’Associazione No-scorie Trisaia, il Comitato dei Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto e l’Ucaib (l’Unione dei commercianti, artigiani e imprenditori bernaldesi). Si parla delle trivellazioni petrolifere già autorizzate sulla terraferma, nel territorio di Bernalda-Metaponto, e dei Comuni limitrofi ( anche Marina di Ginosa?), e dell’autorizzazione ministeriale, in via di approvazione, circa le trivellazioni in mare riguardanti quasi tutto il tratto della costa jonica lucana, tra i fiumi Sinni e Basento. Un forte no è emerso nel corso degli incontri tra popolazioni e organi politici; tenuto conto, poi, che la piana metapontina e quindi anche quella marinese è a forte vocazione agricola e turistica, in virtù dell’enorme patrimonio archeologico esistente, simili scelte di carattere estrattivo, per terra e per mare, comporterebbero cronaca una grave opera di annientamento di questi luoghi e delle loro popolazioni. Così, al posto degli ombrelloni e delle barche a vela, vedremo solo le piattaforme petrolifere. Gli ecosistemi marini, già inquinati dall’Ilva e dalla raffineria di Taranto non reggeranno l’impatto delle trivelle. Potremo perciò dire addio alla pesca, al turismo e a tutta l’economia dei comuni jonici. Il comitato No Scorie, invita tutti i Consigli comunali della zona a tenere aperti, in maniera permanente, i consessi cittadini, in segno di protesta, per chiedere al Ministero dell’Ambiente di bocciare il progetto di trivellazione petrolifera nel Mar Jonio. ***** Acqua agli sgoccioli La sentenza era stata emessa ad agosto: la poca pioggia di quei due mesi non è servita a rimpinguare gli invasi. La diga del Sinni, che alimenta mezza Puglia, contiene appena 15 milioni di metri cubi. E così da lunedì sono scattati i tagli alle erogazioni: 680 litri al secondo in meno, che diventeranno 1.150 in meno dal prossimo lunedì. E stavolta ci sarà meno acqua anche nelle abitazioni. Lunedì il Comitato di coordinamento dell’accordo di programma, il tavolo cui siedono Puglia e Basilicata, ha comunicato le riduzioni ai vari soggetti coinvolti. I 500 litri al secondo in meno che saranno erogati dal Sinni a partire da lunedì diventano in realtà 680, perché ci sono altri 180 litri/secondo destinati alla Basilicata. L’Acquedotto per il momento non parla: nei prossimi giorni l’Aqp comunicherà ufficialmente che da lunedì partiranno le riduzioni idriche. Le conseguenze non sono note, ma sono intuibili. Basti dire che per far bere i pugliesi oggi servono circa 18mila litri al secondo, e che il Sinni ne garantisce 3.600: se si scende a 3.120 (che diventeranno 2.650 dal 27 ottobre), pur considerando che d’inverno i consumi idrici calano, è evidente che qualcuno rimarrà senz’acqua almeno per alcune ore al giorno. Per fortuna al momento non è stato necessario toccare il prelievo dal Pertusillo, che dà alla Puglia 3.700 litri al secondo. Ma il Sinni disseta soprattutto il Sud della Puglia: se fornisce meno acqua, ne risentiranno soprattutto i salentini ed i tarantini. Il vero dramma è che il peggio deve ancora venire. ***** Sversamento delle acque, sequestrato il circolo velico Lo scorso numero de LA GOCCIA avevamo narrato le disavventure capitate al circolo velico. Ma non era finita. Nei giorni scorsi l’arma dei carabinieri marinesi guidata dal maresciallo Vito Capozzi ha sequestrato l’area in concessione del circolo velico ed un’area occupata dall’associazione pesca sportiva del dopolavoro ferroviario. Le due strutture, secondo quanto risultato dall’indagine, sarebbero risultate prive di adeguati impianti per lo sversamento delle acque. Due persone sono state denunciate. In particolare, dal circolo velico le acque nere e il materiale organico venivano sversate, secondo quanto sembra accertato dai carabinieri, direttamente nell’area vicina. La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 9 Auguri, Ing. Roberto Volpe Lo scorso 22 settembre 2008, presso il Politecnico di Milano, Roberto Volpe ha conseguito la laurea in Ingegneria Civile discutendo con il relatore Chiarissimo prof. ing. Marco Valente una tesi sperimentale in Tecnica delle Costruzioni dal titolo “Progetto e Verifica di un edificio in c. a. in zona sismica”. Al giovane ing. Volpe gli auguri di parenti e amici. All’ing. Roberto Volpe e ai suoi genitori Ennio e Angela gli auguri della nostra Redazione. 10 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Il presidente della BCC, Franco D’Alconzo: «Noi ci siamo salvati perché abbiamo tenuto fede alle regole antiche del credito. Non abbiamo inseguito il progresso e il guadagno facile.» Il presidente della BCC Franco D’Alconzo La crisi bancaria mondiale investe anche l’Italia, anche il nostro Territorio, con aspetti tutti ancora da chiarire e rischi tutti ancora da calcolare. Secondo l’ultimo rapporto della Banca d’Italia, gli istituti territoriali e le Banche di credito Cooperativo in particolare, stanno in parte arginando gli effetti negativi di un crollo che appare sempre più come una crisi di sistema. Perché, come? Lo abbiamo chiesto al dottor Franco D’Alconzo, presidente della Banca di credito di Marina di Ginosa, e al direttore dell’Istituto Vito Inglese. Presidente D’Alconzo,da dove nasce veramente questa crisi? «Il crollo di oggi nasce da lontano. Le prime avvisaglie di quello che sarebbe accaduto si possono ritrovare negli anni ’80, quando da un’economia di tipo industriale si passò all’esaltazione di un’economia di tipo finanziario. Tutto si finanziarizzò, si arrivò ad un’economia che creava soldi dai soldi, senza produrre nuovi beni e servizi. La pandemia economica di oggi parte di là.» Il Direttore della BCC Vito Inglese Direttore Inglese, siamo di fronte a una crisi di comparto o di sistema? «Si tratta di un fenomeno complesso, sia di comparto che di sistema, nel senso che la crisi è nata e si è propagata nell’ambito bancario statunitense, e da lisi è diffusa in ogni settore, minando l’intero sistema economico con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.» Presidente D’Alconzo, partendo dagli Stati Uniti, cosa ha verificato l’effetto domino in Europa e in Italia? «Non a caso, prima parlavo di una vera e propria pandemia… Tutto è partito dai famigerati mutui subprime, questa forma di mutui, si chiama così perché concede prestiti a debitori scarsamente affidabili, con un merito creditizio basso o molto basso, tali contratti si associano anche ad una Sottovalorizzazione dei beni ipotecati. Una delle regole principali del credito dice che quando si concede un’ipoteca, il bene sottoposto a vincolo deve valere il doppio rispetto all’ammontare del prestito, così si assicura l’eventuale rivalsa dell’istituto di credito nel caso di insolvenza del mutuatario. I mutui subprime spessissimo valutavano l’eventuale bene ipotecato al di sotto del suo effettivo valore, questo allo scopo di attrarre quanti più mutuatari possibile. Ad un certo punto chi aveva contratto mutui, non è stato in grado di pagare le rate e le banche, avendo sottovalutato il bene in questione, casa o proprietà immobiliare, non sono riuscite a rivalersi e quindi si sono trovate in una condizione di deficit. L’altro aspetto da non sottovalutare è che il rischio legato a questa tipologia di mutui è ribaltato sui risparmiatori in crediti cartolari, cioè obbligazioni “garantite” dai mutui subprime , che gli istituti di credito hanno venduto in massa. In questo modo, le perdite, allo stato di fatto, sono pagate dai risparmiatori. L’obbligazione, infatti, non è un titolo a capitale garantito in caso di fallimento dell’emittente. Questo sistema è stato poi incentivato dal attualità le cosiddette stoc options: i grandi manager delle compagnie finanziarie avevano legato i propri stipendi al valore dei titoli di borsa; più aumentava la vendita dei subprime prima, e dei loro derivati dopo, più aumentava il valore del titolo in borsa più guadagnavano. Si è arrivati quindi ad un mercato senza regole e senza controlli.» Direttore Inglese, in Italia quali sono state le conseguenze più catastrofiche? «Nessuno può ancora quantificare l’effetto della crisi. Una cosa è chiara. Il virus dei mutui americani ha infettato tutti i mercati del mondo, Anche le grandi industrie hanno investito i loro utili in eccedenza in attività finanziarie, spesso senza potenziare le loro attività industriali tradizionali. Si prenda ad esempio il caso Parmalat. Conseguentemente ci sono state perdite di valore delle quotazioni delle aziende, ricchezza che è andata bruciata, necessità di ricorrere a nuove ricapitalizzazioni. In questo contesto il sistema bancario è in crisi di liquidità, e quindi poco propenso alla concessione di nuovi finanziamenti, questo ricade negativamente su tutta l’economia che rischia di ripiegarsi su se stessa.» Presidente D’Alconzo, perché le banche di credito cooperativo non sono state scalfite dalla crisi? «Noi ci siamo salvati perché abbiamo tenuto fede alle regole antiche del credito, ieri come oggi, l’attività principale della banca è l’intermediazione creditizia. Non abbiamo inseguito il guadagno facile. Per il nostro spirito mutualistico abbiamo sempre mantenuto un rapporto diretto col cliente, lo conosciamo e rispondiamo in maniera individuale e completa alle sue esigenze. Se perdiamo il rapporto preferenziale e di responsabilità col cliente e col territorio abbiamo perso la nostra anima e la nostra ragion d’essere. Un esempio per La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 tutti: il credito cooperativo italiano produce servizi finanziari in ragione del 6% rispetto a quello prodotto dall’intero sistema bancario. Quando il cliente ci chiede un certo tipo di investimento noi effettuiamo un rigoroso screening preventivo del soggetto e delle sue competenze finanziare, della sua capacità di capire ed ottemperare ad un certo tipo di rischio. Le regole e la vicinanza al cliente sono la chiave di tutto.» Direttore Inglese, nella nostra realtà chi ci perde e chi ci guadagna da questa crisi? «Ci perdono in molti. Per fortuna stiamo arginando gli effetti. Parlando del nostro istituto, gli effetti negativi dei titoli americani ci hanno intaccato del tutto marginalmente. Tradizionalmente abbiamo sempre invitato i nostri clienti ad impiegare i loro risparmi in titoli di Stato e libretti di deposito vincolati che tutelano il piccolo risparmiatore e lo ripagano con un interesse del 3 o del 3,25% a seconda della durata. Possiamo tranquillamente affermare che i risparmi dei nostri clienti sono assolutamente al sicuro. Abbiamo neutralizzato la crisi perché abbiamo guardato soprattutto al cliente. Chi ci guadagna da questa crisi? Purtroppo soprattutto gli speculatori. Coloro che hanno operato con vendite allo scoperto, in questo contesto hanno trovato terreno molto fertile.» Presidente, che fare ora? «Qualcuno ci definiva antiquati. Ma bisogna tornare a un’etica, alle regole e ai controlli. Noi banche di credito cooperativo non possiamo fare nulla, bisogna riformare gli organi di controllo sulla Borsa ed evitare i conflitti d’interesse che troppo spesso si sono verificati.» Michele Pacciana 11 Noi e il Fisco Acquisto di Immobili Ristrutturati Agevolazioni Fiscali I fabbricati civili destinati ad abitazione, ristrutturati nel periodo 1 gennaio 2008 – 31 gennaio 2010 da imprese o da cooperative che provvedono alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile entro il 30 giugno 2011, godono della detrazione Irpef del 36%. Questa detrazione si calcola sull’ammontare forfetario pari al 25% del prezzo di vendita o di assegnazione. Tale importo non può superare in ogni caso euro 48.000 per unità immobiliare. La detrazione Irpef si applica a condizione che ricorrano le seguenti condizioni: - l’acquisto o l’assegnazione dee avvenire entro il 30 giugno 2011; - l’unità immobiliare acquistata o assegnata deve far parte di un fabbricato sul quale sono stati eseguiti gli interventi di restauro, di risanamento conservativo o di ristrutturazione edilizia, in conformità delle vigenti normative urbanistiche. Tali interventi devono riguardare l’intero fabbricato. In mancanza di tale requisito l’agevolazione non spetta. - Gli interventi devono essere eseguiti nel periodo 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010. La detrazione potrà essere applicata ripartendo l’importo spettante in 10 rate annuali oppure: - in cinque rate annuali se il contribuente supera l’età di 75 anni; - in tre rate annuali se il contribuente supera l’età di 80 anni. La ripartizione in tre o cinque anni si applica soltanto ai contribuenti che siano proprietari o titolari di altro diritto reale nell’unità immobiliare. L’agevolazione di cui innanzi non richiede particolari procedure burocratiche. E’ sufficiente conservare la documentazione probatoria. Dott. Mario D’Alconzo 12 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 A Ginosa esiste un problema sicurezza e controllo, le feste patronali lo hanno evidenziato in tutta la sua gravità L’attività di giornalista in una piccola comunità ti mette a confronto diretto con i lettori che, in qualsiasi momento, possono esprimerti le loro critiche rispetto a quello che hai scritto su un evento. Proprio questa specifica e particolare condizione ha fatto sì che, all’indomani dello svolgimento delle feste patronali, io sia stato subissato di critiche in quanto La Goccia aveva sì parlato dell’avvenimento ma soltanto in termini positivi omettendo di raccontare quanto (in quei giorni) “fosse accaduto realmente”. Sinceramente non capivo dove si volesse andare a parare. Non capivo il perché di tali critiche e mi sono giustificato dicendo che non avevo seguito “la festa” in ogni suo aspetto e che mi ero solo limitato a vedere la processione e i fuochi. Ma da cosa nascevano le critiche? È presto detto. Le lamentele venivano soprattutto dai negozianti che hanno il loro esercizio ubicato in corso Vittorio Emanuele e che si sono visti “chiudere” la loro attività da tante bancarelle di stranieri. È stato a quel punto che mi sono ricordato che avevo avuto modo di ascoltare le lamentele che un giovane commerciante esternata nel bar il martedì dopo le feste. Devo riconoscere che la mia prima reazione allo sfogo del giovane fu la silenziosa considerazione: “il solito razzista”, ma quando successivamente ho avuto modo di approfondire la questione con lo stesso commerciante, mi sono reso conto che non solo non ero di fronte ad un razzista ma che le sue argomentazioni partivano da tutt’altre ragioni. Cosa succede a Ginosa, nei giorni delle feste patronali? Succede che regna sovrana l’anarchia. Chi vuole viene e mette su la propria bancarella senza controllo alcuno e senza limiti sia del rispetto delle elementari norme di sicurezza che di quelle igieniche. La Polizia Municipa- le si giustifica dicendo che non ha gli agenti necessari per garantire il controllo di tutto il territorio. «Noi gli diciamo di andare via e quelli chiudono la loro attività. Un minuto dopo aver girato loro le spalle, ritornano allo stesso posto. Non possiamo metterci di guardia per ogni venditore straniero.» Questo è quanto mi diceva, sconsolato, un agente di Polizia Municipale. In effetti il problema della vigilanza e del controllo è un problema serio. A questo replica il commerciante: «Che senso ha mandare prima il Vigile a dire che bisogna smantellare la propria baracca e poi, ne passa un altro per il pagamento del suolo pubblico? In questo modo noi legittimiamo l’abusivismo!» Se abusivismo e mancanza di controllo la fanno da padrone, non deve sfuggirci anche un aspetto che rischia di complicare ulteriormente la faccenda. Quello che a prima vista sembra abusivismo spontaneo, con molta probabilità è, invece, assegnazione di posti da parte di “sconosciuti”. «Ho visto che ogni spazio occupato da baracche era contrassegnato da dei segni. Se quei segni non sono stati tracciati dalle autorità preposte all’assegnazione degli spazi e questo non poteva farlo in quanto non erano previsti posti per ambulanti su corso V. Emanuele, qualcuno li avrà fatti…» Il nostro interlocutore si ferma e non va oltre. Chi traccia quei segni per terra? Non vorrei che alla fine si scopra che c’è un mercato nero nella gestione di questi spazi, che sfugge al controllo della autorità. È mai possibile che a Ginosa non si possa cominciare a discutere seriamente della questione sicurezza? Quando parliamo di sicurezza vogliamo riferirci anche ad altri aspetti quali, ad esempio, quello della viabilità durante i giorni di festa. È mai possibile che di debba assistere allo scorrere del traffico nel centro cittadino anche quando esso è “invaso” da migliaia di persone? Possibile che non si riesca a definire un Piano di Intervento che garantisca la mobilità dei residenti del centro storico, attraverso la circolazione su strade secondarie? Certo, questo significa anche impedire che i veicoli vengano parcheggiati dove pare e piace al guidatore. Insomma a Ginosa tutto diventa più complicato quando si tratta di tutelare la sicurezza dei cittadini. Proprio in questi giorni alcuni cittadini residen attualità ti in via Ricciardi hanno assistito allo spostamento del cassonetto dei rifiuti in quanto il parcheggio selvaggio di alcuni residenti non consente al servizio di NU di far giungere sul posto il camion per effettuare il giornaliero svuotamento del cassonetto stesso. In questo caso, si può affermare che la soluzione del problema, a Ginosa, la si trova spostando il cassonetto e, di conseguenza penalizzando una parte di cittadini a favore di un’altra che non si fa scrupolo della inosservanza delle norme del codice della strada. Si dirà: via Ricciardi è comunque zona di periferia, non si può pretendere di avere la sorveglianza ovunque. È vero. Però qualche volta bisogna pur capire che anche le zone periferiche sono parte del territorio cittadino e non una “zona franca” dove si può fare quello che si vuole. Ad ogni modo non si può andare tanto per il sottile sull’argomento in quanto a non essere controllate a Ginosa non sono soltanto le zone periferiche, ma anche quelle del centro cittadino. Quando è stato attivato il servizio di Telecontrollo, il nostro giornale ne ha dato ampio risalto, nella convinzione che esso avrebbe rappresentato un valido supporto all’attività di controllo e di prevenzione. A distanza di circa un anno (se non per aver consentito l’arresto di un rapinatore) del servizio di telecontrollo non si avverte l’esistenza. Possibile che ci siano zone di Ginosa dove il parcheggio selvaggio dura ininterrottamente 24 ore su 24 e che nessuno intervenga? Uno di questi luoghi è l’incrocio tra via Quarto e via Matteotti. Auto in sosta sotto il segnale di divieto di fermata in ogni momento, con buona pace di tutti. E si badi bene che proprio lì è posta una delle telecamere di sorveglianza! E che dire, sempre in tema di sicurezza, di alcune situazioni di estrema gravità che non riescono a trovare adeguata attenzione? Possibile che la scalinata di una scuola ginosina debba essere luogo di bivacco permanente? Possibile che il porticato del Municipio debba essere vissuto nel modo in cui tutti conosciamo? Crediamo che i tempi per cominciare a discutere seriamente di questi argomenti siano più che maturi. Se indugeremo ancora potremmo andare incontro a spiacevoli conseguenze. Chi ha il dovere di intervenire deve farlo con la massima sollecitudine. Stefano Giove La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 13 Il mondo della scuola si mobilita contro il decreto “Gelmini” . A Ginosa assemblea dei docenti lunedì prossimo In Italia, da diverse settimane, il mondo della Scuola è in fermento. Non passa giorno che migliaia di studenti e docenti non manifestino la disapprovazione per le norme contenute nel Decreto “Gelmini” di riforma del sistema scolastico. Alcune norme del decreto legge (voto in condotta, voti espressi in forma numerica) potrebbero essere oggetto di discussione e di confronto se l’intento fosse veramente quello di dare a insegnanti e famiglie strumenti per combattere comportamenti negativi nonché per semplificare la comunicazione sui livelli complessivi di apprendimento degli alunni, e se fossero meno frettolosi oltre che accompagnati da una seria riflessione sui reali problemi della scuola. In realtà si tratta solo di lustrini per ingannare e illudere l’opinione pubblica sulla natura di un provvedimento il cui vero obiettivo è realizzare tagli pesantissimi ai danni di un servizio pubblico che è il più importante per il futuro del Paese e delle giovani generazioni. “Otto miliardi di tagli alle spese per l’istruzione in tre anni” ha comandato Tremonti, e Gelmini, dimenticando ogni promessa fatta ad inizio legislatura, docilmente esegue. Lo fa non affrontando i veri problemi della scuola italiana ma lavorando con l’accetta sull’unico settore a cui sono state riconosciute, dalle indagini internazionali, le valutazioni più positive: la scuola elementare organizzata per moduli (i famosi tre insegnanti che operano su due classi, ma che, per farli apparire come un grande spreco, vengono fatti passare come tre insegnanti per classe). Cosa prevede il Ministro? • riduce il tempo scuola a 24 ore dalle 27 o 30 attuali • può mettere così un solo insegnante per ogni classe (se le sue ore non basteranno coprirà le altre con gli straordinari) • taglia 87.000 posti: diminuiranno insegnanti di classe, docenti di sostegno per disabili, figure destinate all’integrazione dei bambini stranieri Come sarà la nuova scuola elementare? Ci sarà scuola solo al mattino. L’attività pomeridiana (integrata dal servizio mensa), che consente tempi di apprendimento più distesi e garantisce un servizio ai genitori che lavorano, dipenderà dalla disponibilità dei Comuni, assai difficile da prevedere in tempi di difficoltà per gli enti locali. Finisce la collegialità della programmazione e della valutazione che assicura maggiore equilibrio e obiettività; finisce la specializzazione dei docenti nelle diverse discipline che li ha resi più competenti e professionali. Come ha detto anche un ministro dell’attuale governo: con l’insegnante unico dovrai sperare di essere fortunato. E in caso di assenze prolungate, ad esempio per una maternità, sarà un succedersi di supplenti senza altre figure di riferimento. Nella scuola italiana non tutto va bene: i problemi da affrontare sono molti e molto seri: dalle riforme della scuola superiore e della formazione professionale, attese da anni, alle questioni relative agli insegnanti: reclutamento, mobilità, valutazione, valorizzazione del merito. Il prossimo 30 ottobre, a Roma si svolgerà una grande manifestazione nazionale. Anche a Ginosa la mobilitazione tra i docenti è molto viva. Infatti lunedi 27 ottobre alle ore 18,30, presso la sala Montfort si svolgerà un’assemblea dei docenti per definire le modalità di partecipazione alle iniziative. Esseggi 14 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 NOTE DI MUSICHE E D’AMORE Gli “Alcànices” in Concerto per l’A.V.I.S. di Ginosa Appuntamento con “Note di musica e d’amore” il 19 ottobre nella cornice del Teatro comunale Alcanices di Ginosa. La locale sezione A.V.I.S. con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale ha presentato la serata musicale che ha visto impegnati tre giovani musicisti: il flautista ginosino Domenico Iuppariello, il soprano Ilaria Pompeo, di Montescaglioso e la pianista materana Sara Madio, compontenti del gruppo “Alcànices”. L’ensemble, nato nell’aprile del 2007 ha al suo attivo diversi concerti in Puglia e Basilicata e deve il suo nome proprio al Teatro Comunale di Ginosa nel quale si è esibito all’esordio. Tutti i componenti si sono diplomati presso il Conservatorio “E. R. Duni” di Matera e provengono da esperienze musicali diverse. Ilaria Pompeo, soprano e laureata in Archeologia, vanta collaborazioni con diverse Associazioni lucane; Sara Madio, pianista e laureanda in “Cultura Letteraria dell’età Moderna e contemporanea”, è vincitrice di diversi concorsi nazionali e collaboratrice dell’Associazione “Onyx” di Matera; Domenico Iuppariello, flautista con all’attivo diversi concerti con Orchestre di Fiati e Sinfoniche è primo flauto dell’Orchestra di Fiati Città di Mntescaglioso. Dinanzi ad una folta platea i musicisti han- no offerto un repertorio vario che, nel primo tempo, andava da “Summertime” alla “Romanza in Fa” di Beethoven, da “Sangue Viennese” di J. Strauss alla “Tarantella di Figaro” di Rossini. Un taglio, quello individuato dagli “Alcànices”, efficace per coinvolgere tutte le fasce di pubblico, con la scelta di trascrizioni di melodie celebri anziché di brani scritti in originale per flauto, soprano e pianoforte. Applausi anche per i brani del secondo tempo, aperto con la “Danza Ungherese n.5” di Brahms e chiuso con la “Tarantella Napoletana” di Rossini, passando per Morricone (“C’era una volta il west”), Mozart (Concerto per pianoforte n.21) e F.Ebb (“New York, New York”). Apprezzamento del pubblico sottolineato anche dal Consigliere delegato alla Cultura Vitantonio Bradascio che dal palco ha annunciato l’inserimento del gruppo nella programmazione natalizia con un concerto che si terrà il 26 dicembre nella Chiesa dei SS. Medici. Accanto alla musica, spazio anche agli scopi sociali dell’Avis, che a Ginosa conta circa cinquecento soci iscritti: è stato il Presidente Nicola Carenza, infatti, a ricordare la prossima giornata di donazione che si svolgerà domenica 26 ottobre, invitando tutti i presenti ad una copiosa partecipazione. Durante la serata sono stati raccolti fondi che il gruppo destinerà in beneficenza. Appuntamento, quindi, al 26 ottobre per la giornata di Donazione dell’Avis e al 26 dicembre per il prossimo concerto degli “Alcanices” che replicheranno il 30 dicembre presso l’auditorium “Gervasio” di Matera. Dagi foto Erasmo Mazzone attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 17 Un semplice grazie!!! Solitamente si scrive ad un giornale per informare di cronaca locale, nera o rosa che sia, oppure si denuncia una situazione sociale, economica… altre volte gli spazi vengono occupati da qualcuno che non vuole interloquire con o contro un’altra persona e sceglie la carta stampata per scrivere in properi, offese o allusioni;… Così… affinché lo si sappia in giro!!! Io questo spazio lo dedico invece per dire un semplice GRAZIE; voglio gridarlo forte, spero sia un’eco immensa e arrivi a toccare i cuori superficiali, sordi e insensibili di destra e di sinistra, che si sono susseguiti nel tempo alla guida della compagine marinese, senza mai realizzare ciò che invece 21 cittadini marinasi sono stati capaci, insieme a don Renzo, di creare e realizzare: un progetto che vorrei definire UMANITARIO, l’oratorio “Don Bosco”, e il suo campetto sportivo ubicato in via Pitagora. Centinaia di bambini e giovani possono usufruire GRATIS, da circa due mesi, dell’unica realtà sportiva della nostra cittadina. Finalmente i nostri figli hanno un oratorio dove vengono intrattenuti e seguiti nello sport, all’A.C.R., da volontari che donano il loro tempo impegnandosi affinché la nostra gioventù non si perda nelle strade, non si annoi buttandosi nell’alcool o nella droga, non si disperda insomma in un’età cosi delicata e difficile. Il progetto non si occuperà solo di sports ma anche di manifestazioni culturali, teatrali, religiose e non. Le idee sono tante e ambiziose, l’entusiasmo dei 21, uomini e donne, giovani e meno giovani, è moltissimo, ma come per tutte le organizzazioni ONLUS avranno bisogno sicuramente di essere supportati da tutti noi. Ora faccio un accorato appello ai gentili lettori che auspico saranno sensibilizzati da questa iniziativa e vorranno offrire il proprio contributo (morale o economico) al gruppo associato ANSPI. A tal proposito voglio ricordare il tesseramento annuale aperto a tutti, che permetterà la fruizione dei servizi, ma soprattutto darà l’opportunità importantissima di socializzare facendo sports, teatro, informatica nel- l’interesse di tutta la collettività. Il cammino non è facile, ma con l’aiuto del Signore e la Sua benedizione, sono fiduciosa, SARA’ UN SUCCESSO. Ricordo che non ci sono poltrone in palio, né cariche politiche o istituzionali da conquistare!!! Il corrispettivo consiste solo nell’aver dato e fatto qualcosa di importantissimo e necessario per questa comunità cristiana, intelligente, amicale e in crescita, Marina di Ginosa, alla quale sono fiera e orgogliosa di appartenere. AUGURI A TUTTI I 21 ELENCATI QUI DI SEGUITO: * Don Renzo Di Fonzo * Roberto Leone * Gaetano Mastrovito * Giuseppe Pascale * Michele Coratella * Daniele Dettore * Giovanni Gallitelli * Mario Rossi * Nunzio Salluce * Marco Sanapo * Gianlorenzo Antohi * Franco Frisullo * Nino Panetta * Stefania Galante * Angela Congedo * Lucia Tocci * Tonio Gallitelli * Ciro Orlando * Tonio Mastrovita * Annamaria Cifarelli * Walter Cardamone Angela Vessio 18 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Il concorso delle Confraternite ginosine Storia, Tradizione e Devozione: «esserci» nella società Alla sua seconda edizione, il concorso bandito dalle confraternite dei SS Medici e di Maria SS del Rosario, conclusosi con la cerimonia di premiazione dei lavori selezionati, ha registrato una massiccia partecipazione di pubblico, nel teatro Alcanices, la sera del 9 ottobre scorso. Per coloro che hanno seguito la prima edizione della rassegna (legata alla consegna delle borse di studio), pensata per il periodo dei festeggiamenti dei Santi patroni, è stata davvero una gradita sorpresa, notare che il concorso si avvia a diventare una tradizione nella tradizione. Pensato dai confratelli delle due confraternite ginosine, per stimolare la ricerca e il radicamento nelle giovani generazioni delle festività patronali e dei suoi protagonisti, con il patrocinio della Curia vescovile di Castellaneta e dell’Amministrazione comunale, quest’anno il tema del concorso è stato: “I confratelli nella preghiera, nel Rito Professionale e nella Attività Assistenzia- le”; una ricerca, in sintesi, del ruolo e della funzione che esercita il gruppo che fa capo alla conservazione e alla gestione del patrimonio spirituale, nel nostro territorio, dei santi patroni. La partecipazione alla manifestazione, era aperta agli studenti delle nostre scuole di ogni ordine e grado, con la produzione di saggi realizzati in forma scritta e iconografica. Una giuria composta da docenti delle scuole locali ha espresso il proprio insindacabile giudizio sugli elaborati partecipanti e la serata all’Alcanices è stata (diciamo così) quella della proclamazione dei vincitori. In palio, ricordi e pergamene per tutti i lavori selezionati; per i primi classificati anche piccole somme di denaro. All’insegnante di religione dell’Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco”, Maria Carmela Bonelli, è stato affidato il compito di coordinare la serata. Sul palco, in rappresentanza dei soggetti religiosi e laici che si impegnano per l’organizzazione delle festività patronali, erano presenti padre Gilberto e Don Domenico Danza, oltre ai presidenti delle confraternite, alcuni esponenti d’esse, il prof. Maestro Pietro D’Amelio e il vice sindaco Felice Vizzielli. Prima di passare alla rassegna dei vincitori, il presidente della confraternita del SS Rosario, Michele Natale, ha ringraziato tutti i partecipanti, i docenti, le famiglie per la sensibilità mostrata in questa occasione che testimonia un forte legame tra le confraternite e la società ginosina. Analoga considerazione ha fatto il attualità commissario della confraternita dei SS Medici, l’ing. Antonicelli, che, a conclusione, si è congratulato con i ginosini per la ritrovata unità all’interno di questa organizzazione che lui ha avuto l’onore di presiedere per due anni, in veste di commissario. Da parte del vicesindaco Vizzielli non sono mancate parole di elogio per l’iniziativa e di esortazione a continuare garantendo sempre il pieno sostegno dell’Ente Locale. A questo punto il palco è stato tutto per i premiati. Il tema del concorso non lasciava spazio ad equivoci, ha spiegato la signora Bonelli, pertanto, alcuni dei lavori presentati, seppur di pregio, sia per l’impegno degli alunni nella realizzazione sia per gli argomenti affrontati, non potevano essere considerati in tema, tuttavia la giuria ha voluto comunque premiarli per il valore in sé che gli elaborati rappresentano. È stato questo il caso degli elaborati delle Scuole dell’Infanzia dell’I. C. Carducci e S. G. Bosco per i quali hanno ritirato le pergamene, le docenti Guarnieri, Melchiorre, Costantino, Ribecco, Mianulli e Tocci (Carducci); gli alunni e le docenti Piccenna Tina, Caruso Maria, Parisi Elisa e Caruso Rosa (S. G. Bosco). Per i successivi gradi di Scuola, la scelta è stata un po’ più complessa per la giuria ma, alla fine, le motivazioni di carattere letterario, storico, grafico, pittorico e contenutistico, hanno assegnato, per la Scuola Primaria, il primo premio a Giuseppe Caruso della 4° A (Carducci); secondo premio, alla classe 3° B delle inss. Parisi Maria, Luciana Perrone, Concetta Ribecco (S. G. Bosco); terzo premio ad Alberto Tarantino e Nico Capatino, guidati dalla ins. Maria Frigiola (Carducci). Per la scuola Secondaria di 1° grado: primo premio a Rostik Balak (S. G. Bosco); secondo premio a Sakklin Ranaldo (Carducci); terzo premio a Angela Pagone, Chiara Pizzulli e Claudia Bongermino (Carducci). Il dirigente scolastico dell’I. C. San Giovanni Bosco, presente in sala, chiamato sul palco a commentare l’avvenimento ha posto l’accento su due aspetti che, a suo parere, la serata ha messo in evidenza: «la partecipazione della Istituzione scolastica alle sollecitazioni positive che vengono La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 dal territorio e la testimonianza del valore dell’impegno nell’ambito della integrazione interculturale che nella scuola viene espletato, stante fra i premiati uno studente di 19 origini non italiane». Gli ultimi a ricevere il riconoscimento della serata sono stati i ragazzi dell’Istituto Tecnico Commerciale, Bellisario: Roberta Galante, Antonella Magistro, Domenica Lombardi, Vito Matarrese, Manuela Maggiore, Roberta Russo, Antonio Donno, Giuseppe Suglia, delle classi 4° e 5° C aggiudicandosi il primo ed il terzo premio; il secondo premio, invece, è stato assegnato a Carlo Tarantini del Liceo Classico Orazio Flacco di Castellaneta. Il sipario è calato sulla seconda edizione di Storia, Tradizione e Devozione, a tutti l’appuntamento alla prossima Festa Patronale! Adele Carrera Foto Erasmo Mazzone Nuove aureole per i Santi Medici: una devota protesta per la mancata informazione Nei giorni scorsi è giunta in Redazione una lettera firmata “Una Devota”. Siamo spiacenti con l’autrice della lettera ma non la possiamo pubblicare per rimanere fermi su una scelta fatta tempo fa dalla nostra Redazione: non pubblicare lettere anonime. Vogliamo però far conoscere la questione che tale lettera sollevava. Ovvero la scelta di realizzare delle aureole d’oro per i Santi Medici in sostituzione di quelle in argento «...offerte dai conuigi Giuseppe Pirrazzo e Beatrice L’Insalata (con il contributo di altri ginosini, residenti a Brooklyn). Maria e Tina L’Insalata consegnarono aureole e altri oggetti il 4 ottobre 1951, giorno in cui S. E. Mons. Cavalla consacrava l’Altar Maggiore ai Santi taumaturghi.» (Maria Carmela Bonelli – Programma Feste patronali 2008). La Devota lamenta di non essere stata coinvolta nella scelta di “fondere circa tre chili di oro” riveniente dalla donazione dell’oro votivo. Credo che, al di là delle considerazioni piuttosto preoccupate dell’anonima Devota, qualche informazione preventiva sarebbe stato opportuno fornirla a quanti, ai SS Cosma e Damiano, hanno donato i propri oggetti di valore (anche affettivo) in segno di devozione. Così come crediamo sia giusto far sapere a quale uso sono (o saranno) destinate le “vecchie aureole”. Siamo convinti che la Confraternita darà risposte chiare che tranquillizzeranno la Devota. 20 argomenti La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Comunicati stampa Pietro Lospinuso Lospinuso (AN-PDL): “Con il taglio dell’acqua anche per usi civili Vendola conferma il suo malgoverno” “Con il taglio alle erogazioni idriche anche per usi civili il Governo-Vendola fa un altro balzo in avanti sulla strada di un malgoverno che in realtà investe tutte le sue politiche. Esso infatti era assolutamente evitabile se solo si fosse dato seguito ai grandi progetti in materia di risanamento della rete e di potenziamento degli impianti, corredati da fondi “cash” per più di un miliardo di euro, che i Governi di Centro-destra avevano approntato nel breve tempo (tre anni) in cui avevano governato l’AQP, prima commissariato e poi scippato dal Governo D’Alema. La vicenda inqualificabile dei tre dissalatori da noi progettati e finanziati che oggi Introna lamenta di non aver potuto realizzare, dopo che per tre anni e mezzo lo abbiamo richiamato costantemente quanto inutilmente ad uscire dalla fase delle chiacchiere per mettere mano alle opere, è soltanto l’ultima prova di una gestione irresponsabile delle politiche idriche da parte di questo Governo regionale, capace soltanto di occupare e moltiplicare le poltrone e le prebende a spese della sete dei Pugliesi. A tal riguardo è francamente sconsolante il Collega Maniglio, che dopo tre anni e mezzo, forse aprendo i rubinetti di casa, si ricorda di chiedere lo sblocco dei dissalatori. Se si aggiunge questa vicenda allo sfascio della Sanità, all’abbandono dell’Agricoltura, alla mancata promozione turistica, alla rinuncia ideologica ai termovalorizzatori (un caso identico a quello dei dissalatori) con conseguente trasformazione della Puglia in mega-discarica e rischio concreto di tipo campano alle porte, alla latitanza di qualsiasi reale politica industriale, agli sperperi di ogni tipo con conseguenti inasprimenti fiscali a carico di famiglie ed imprese, ben si comprende perché i Pugliesi soltanto pochi mesi fa abbiano dato ai loro governanti regionali e provinciali un pesante avviso di sfratto. Intanto giungono allarmanti quanto significative notizie sul fronte della spesa dei fondi comunitari, per la puntualità nella quale il GovernoFitto era regolarmente gratificato ogni anni con tutte le “premialità” disponibili. Francamente non credevo che riuscissero ad essere tanto devastanti”. Lospinuso (AN-PDL): “Costantino all’opposizione nei confronti di Vendola, Florido e Stefano” “Leggo non senza sorpresa le dichiarazioni del Collega Costantino, che denunciano una condizione catastrofica del nostro territorio e con essa, conseguentemente, le politiche di governo di chi amministra la Regione da tre anni e mezzo, la Provincia di Taranto da quattro anni e mezzo ed il Comune di Taranto, di fatto, da due anni e mezzo, e cioè da quando si dimise Rossana Di Bello. Con specifico riferimento all’ILVA, per esempio- presumo che, date le premesse che pone, egli si associ a noi nel denunciare l’irresponsabile distrazione dei fondi da noi destinati al risanamento dei Tamburi per un progetto organico di cui i nostri successori non sono stati capace di realizzare assolutamente nulla. Così come ci attendiamo da parte di Costantino una conseguente assunzione di responsabilità nei confronti dell’abbandono in atto dell’Agricoltura pugliese, delle gravissime omissioni sul terreno delle risorse idriche, della distrazione dei fondi per la promozione turistica ecc.ecc., che si devono tutte alle attuali Amministrazioni di sinistra. A conferma di questo nuovo ruolo di opposizione del Collega Costantino, di cui attendiamo il seguito in un Consiglio Regionale in cui finora egli è stato un soldatino iper-fedele di Vendola e compagni, l’evidente contraddizione tra le sue dichiarazioni sul gigante siderurgico e quelle del suo Governatore, che ha giudicato “irresponsabile” la proposta di chiuderlo. Mi permetto peraltro a tal riguardo di rilevare che non vorrei che, chiusa l’ILVA, Costantino ritenga di affrontare la tragedia occupazionale che ne deriverebbe come ha fatto qualche ora fa per i 234 posti di lavoro della Miroglio, che allo stato rischiano seriamente un drammatico avvenire a dimostrazione di come il nostro sistema non sia oggi in grado di assorbire un numero di esuberi pur di gran lunga inferiore a quelli che verrebbero dalla suddetta chiusura. Sulla Miroglio, Costantino è fuggito fisicamente dal tavolo del confronto, adducendo pretesti degni di una ripicca infantile, salvo poi scagliare l’ennesima, inutile frecciata nei nostri confronti e redigere la suddetta dichiarazione, nella quale di fatto irride ai 13 mila posti di lavoro prodotti dall’ILVA ed ai conseguenti dati –nonostante tutto, i più alti tra tutte le Province pugliesi- sul reddito medio dei Tarantini, che evidentemente non gli dispiacerebbe ridurre drasticamente, a cominciare- se ho capito bene- dai ristoranti. Ma la verità è che ci troviamo di fronte soltanto ad un pietoso tentativo di rilanciare la vecchia, cinica strategia del “partito di lotta (Costantino) e di governo (Vendola, Florido, Stefano)”, che ha sempre prodotto soltanto, e sta infatti producendo anche da noi, l’istituzionalizzazione del mal-governo”. LOSPINUSO (AN-PDL): “Positivo l’incontro romano sulle problematiche dell’Arsenale. Si sta concretamente operando” “L’incontro romano sulle problematiche dell’Arsenale di Taranto ha conseguito i migliori risultati che ci si poteva attendere. A fronte delle concrete ipotesi di chiusura che fino a qualche mese fa circolavano con documentata insistenza a favore di La Spezia, il Governo-Berlusconi, che era già immediatamente e concretamente intervenuto a nostro favore nella persona del Ministro Larussa come riconosciuto anche dal Sindaco Stefano, ha pubblicamente confermato, con l’autorevole parola del Sottosegretario Cossiga, che considera di grande ed attuale rilevanza strategica la nostra Struttura, dopo aver avvalorato con i fatti questa impegnativa asserzione attraverso il prossimo avvio dei lavori di messa a norma per i quali ha condotto rapidamente in porto il decreto di somma urgenza, all’uopo anche coinvolgendo, ai fini della massima celerità e garanzia di qualità, il Genio campale. Con la ripresa entro pochi mesi delle attività, si vede così finalmente la luce in fondo al lungo tunnel dal quale finora non si era stati capaci di far uscire una risorsa gloriosa e di vitale importanza per la nostra economia. Quanto alle altre richieste rispetto alle quali secondo taluni non ci sarebbe stata risposta adeguata da parte del Governo, quale quella relativa al “Piano Industriale”, mi pare francamente che, rispetto a quanto ci è stato assicurato, trattasi di un mero pretesto per dirsi comunque insoddisfatti. Se infatti il Governo riconosce un ruolo strategico al nostro Arsenale e sta già investendo a tal fine nelle sue strutture, il “piano industriale” non potrà che seguire ed è già di fatto contenuto in tale concreta affermazione di principio. Quanto alla denominazione dei “tavoli” a riunirsi, mi pare francamente una mera quanto inutile decorazione lessicale. Quel che importa comunque è che si operi. E si sta operando” Per la Segreteria - Tommaso Francavilla riceviamo e pubblichiamo La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Comunicati stampa Paolo Costantino COSTANTINO (PD) : NUOVE CASE POPOLARI IN PROVINCIA DI TARANTO La Regione Puglia stanzia 8,7 milioni euro e riconferma il completamento di 108 alloggi a Taranto, Manduria e Ginosa Il bene casa è uno dei diritti fondamentali per gli individui. Le massicce speculazioni in atto in questi anni hanno reso spesso inaccessibile questo diritto. Pertanto era più che necessario un risveglio dell’attività regionale in questo campo. 8.712.224€ sono la cifra totale che l’Istituto Autonomo Case Popolari di Taranto impiegherà per completare 108 nuovi alloggi. Gli interventi sono stati localizzati a Taranto per complessivi 72 alloggi, Manduria per 36 alloggi e Ginosa con 30 alloggi. 5.369.112€ sono stati destinati a Taranto di cui 3.343.112€ di ulteriori finanziamenti. Sono finanziamenti rivenienti dalla Legge 457 del 1978 e dalla Legge 67 del 1988. La Delibera di Giunta Regionale, la n° 1736 del 23 Settembre 2008 punta a finanziare come già detto il completamento degli interventi edilizi già in atto assegnando ulteriori risorse allo IACP di Taranto. Con alcune spiacevoli esclusioni. Il Comune di Martina Franca non dando riscontro alle richieste dell’Assessorato all’Urbanistica e dell’IACP circa la disponibilità delle aree degli interventi originari are ha perso un finanziamento di quasi 2 milioni di euro. Il finanziamento è stato rediretto a Taranto e Manduria. In quest’ultimo caso la Regione ha stanziato ulteriori 91.237€ per la realizzazione dei lavori di ripristino ed adeguamento dei 36 alloggi in parola. Più di una volta questi interventi di edilizia residenziale pubblica sono finiti all’attenzione delle trasmissione satiriche nazionali come Striscia la Notizia, facendo adirare più che ridere per lo spreco di risorse pubbliche. Nessuno si illude infatti di contenere con questo provvedimento la domanda abitativa che sale dalle famiglie più svantaggiate ma è importante il fatto che la Regioni utilizzi tutte le somme a disposizione e non le faccia dormire in qualche piega di bilancio. Ora lo IACP ha 13 mesi di tempo per pervenire all’inizio dei lavori, a decorrere dalla data di pubblicazione sul BURP, Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. Costantino (PD) : senza un modello di sviluppo siamo destinati a rimanere sudditi Taranto in bilico tra Bhopal e Bilbao La città deve affrancarsi dal siderurgico, chi ci lavora godere della piena agibilità Nessuno pensa di chiudere l’ILVA nei prossimi anni ma il Gruppo Riva non può considerare Taranto come la Bophal d’Italia. Per chi non lo ricordasse nel 1984 uno stabilimento chimico uccise in India “ufficialmente” 1754 persone. Vent’anni dopo la contaminazione è ancora attiva. Oggi le 1.600 pecore da abbattere per la contaminazione di diossina dei terreni circostanti l’ILVA, domani la compromissione della zootecnia e dell’agricoltura ionica se è vero che la diossina è stata individuata anche a 10 Km agli stabilimenti siderurgici. Delle morti bianche sappiamo tutto, sempre frequenti gli incidenti sul lavoro, notevole l’incidenza di malattie respiratorie e dei tumori polmonari, malattie connesse all’inquinamento. Polveri sottili, diossine e PCB stanno compiendo una strage nemmeno tanto silenziosa. Ci chiediamo se corrisponda a verità che dopo la privatizzazione dell’Ilva gli strati filmanti (vernici ricoprente) non sono più applicati sui parchi minerari, che i filtri dei camini ILVA non sarebbero più sostituiti regolarmente? Che siamo di nuovo all’anno zero del trattamento fumi? I dati pubblicati sul Bollettino Epidemiologico Regionale relativi a Lecce e Provincia dimostrano che non è quella jonica, la sola provincia disastrata. Anche il Salento paga direttamente i danni dell’aria dell’ILVA, i venti che spirano verso sud portano polveri sottili e cancerogene nonostante la provincia leccese abbia scelto una economia diversificata. Si prospetta un danno ambientale permanente per la Puglia con la possibilità, ancora una volta che sia lo Stato, cioè noi a pagare, una volta dismesso lo stabilimento. In uno Stato federalista che l’attuale Governo sta disegnando immagino che questi soldi li dovrebbero tirare fuori i Pugliesi, ovvero la Regione Puglia. Quindi profitti al Nord e inquinamento e sfruttamento al Sud: niente di nuovo sotto il sole. Uno sport ben praticato dal Gruppo Riva, il quale nel 1995 acquistò il siderurgico lasciando allo Stato i debiti contratti dalla precedente gestione. Film che si è rivisto con l’Alitalia al cui “salvataggio” ha partecipato lo stesso Riva. Anche lì lo stesso copione: aerei, slot e personale formato al privato, debiti a tutti noi. E’ arrivata l’ora che la città intera decida, non singole parti illuminate: Taranto si sprema le meningi e progetti da sola un nuovo futuro. Non glielo regalerà nessuno. Innanzitutto quindi creare un legame profondo con il suo territorio, con la sua Provincia. Si può sforare certo, ma non di anni. Se a Bari la data del 6 Dicembre è quella della riapertura del Petruzzellis, allora a Taranto 21 si progetti l’esposizione completa e definitiva in un unico luogo di tutti i suoi formidabili reperti archeologici. Riva irrise chi voleva riprogettare la città. Sul principale quotidiano della città testuale disse: “siete in grado di assumere 13.000 bagnini”? Ora no, ma diversificando l’economia è possibile. Altre città come Bilbao l’hanno fatto. Il successo della riconversione ha attirato fin lì una delegazione di amministratori e imprenditori toscani. “Firenze nella competizione europea” questo il progetto. E Taranto? Vuole continuare ad essere la città dei fumi e delle polveri? Una cosa va detta chiaramente: il rilancio di Taranto è una questione nazionale. Questa città produce da cinquant’anni ormai acciaio e raffina petrolio. Tre anni di dialoghi senza un nulla di fatto, non possono rimanere senza sanzione. Senza contare che va esaminato tutto il pesante dossier del rispetto dei diritti dei lavoratori all’interno dello stabilimento. Il caso della Palazzina Laf e i ricatti occupazionali non saranno dimenticati. Serve a poco essere la Provincia di Puglia con il più alto reddito pro-capite (19.726€). Non voglio essere ripetitivo ma è il caso di studiare a fondo il modello Bilbao e lo faremo nei prossimi giorni per capire quali parti di quel progetto di rilancio possano essere da noi riutilizzate. Nel contempo evitare una nuova Bagnoli. Sono due casi di smantellamento di una economia basata sull’acciaio. Uno di successo, l’altro di stagnazione e declino. E’ una scommessa forte, che potrebbe anche non passare per la cessazione delle attività. Ma il tutto deve passare per limiti di emissione ferrei. Il Friuli Venezia Giulia ha adottato come Regione i limiti europei alla diossina, lo stesso può fare la Regione Puglia. L’Ilva fermi il suo ciclo e si adegui: la produzione continua non è un comandamento. Al di là dei dati positivi del prodotto interno lordo pugliese, c’è una provincia che sopravvive sulle macerie di un progetto economico. In crisi l’agricoltura, militarizzato l’Ilva, ridotto a chiedere l’elemosina l’Arsenale, insufficiente e marginale il settore turistico, ancora da sviluppare l’indotto universitario. Uno scenario agghiacciante, soprattutto se si pensa al futuro. Al di là della immagine illusoria dei ristoranti pieni al sabato e del consistente mercato di beni di lusso non c’è strategia, non c’è idea di futuro. Serve un Piano Strategico a medio-lungo termine, sviluppo industriale sì ma sostenibile. Taranto non può più essere la pattumiera siderurgica d’Europa! La Regione Puglia non rimarrà inerte. Il Consigliere Regionale del PD Paolo Costantino 22 dal palazzo di Città La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Maratona del fumetto: 24 hour contes Il ginosino Giovanni Carducci ai primi posti nella kermesse nazionale del fumetto. e le 14 di domenica 19. In questa edizione che è appunto per me la prima; ho avuto la fortuna di classificarmi tra i primi in Italia e primo assoluto a Lecce. Credo che mi abbia sorpassato di poco uno sceneggiatore Bonelliano. Ma per quanto mi riguarda le pagine le ho consegnate alla postazione che registrava il momento esatto del lavoro terminato; dicevo appunto sono arrivato a fine fatica alle 3 e 55 il che sta a significare che ho finito il tutto per la cronaca in un tempo totale di 12 ore e 55 minuti con i crampi alle dita e la testa che cominciava a girare, visto che dopo le ore 24 e dopo l’una la concentrazione si neutralizza. Tutto sommato credo che il mio risultato non e’ male se pensiamo che sono un esordiente ma essendo uno che ama sia Disney e il fumetto umoristico ho voluto sintetizzare la storia della mia vita in una storia rappresentata da due palloncini ed uno di questi rappresentava lo stereotipo del rompiscatole che interrompeDa diversi mesi Giovanni Carducci collabora si è svolta dalle 14.00 di sabato 18 ottobre va di continuo il protagonista. Ritengo che con il nostro giornale attraverso la pubblicatirando un po’ le somme questa zione di vignette che illustrano noti esperienza e’ stata massacranproverbi ginosini. te ma appagante dato che le Giovanni ha partecipato ad una macrisi di sonno e derivati si soratona del fumetto che si è svolta su no fatte sentire fino a lunedì 20 tutto il territorio nazionale e questa In occasione della pubblicazione e presentazione del ottobre. Credo, a parte la bella partecipazione è stata premiata con libro di “Renato Dell’orco” sono alla ricerca di videoe estenuante esperienza, che un prestigioso risultato. Ma lasciail fumetto dovrebbe comunque mo che sia lui stesso a raccontarci film, in cui appare Renato. essere riconsiderato nel nostro di questa esperienza. Gli eventuali possessori, se vogliono, possono recarsi bel Paese italiano visto che la «Sono appena ritornato da una presso “Studio Project” di Graziano Moro in via Roma crisi di mercato si aggiunge comaratona del fumetto meglio conoa Ginosa. Da questi verrà estrapolato un film-docume un peso di zavorra a questa sciuta come 24 hour contest, che mentario che sarà presentato nella serata di presenforma di arte come dicono in in Italia si è contemporaneamente Francia. svolta in sei sedi sparse per la notazione del libro stesso. A presto con i proverbi ginosistra nazione ossia: Napoli, SarzaRingrazio tutti per la collaborazione. ni. na (SP) , Reggio Emilia, Palermo, Compagno-Gino Pizzulli Giovanni Carducci» Lecce, Terni con altri partecipanti da casa tramite internet. La maratona Avviso 24 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Lo Stralisco: salutarci a colori Il Circolo Arci “Il Ponte” di Ginosa realizzerà con alcuni artisti ginosini la decorazione del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Castellaneta. Intervista a Rosa Perrone redattrice del progetto che si ispira al racconto di Roberto Piumini. L’importanza della pittura.. certo ad alcuni potrebbe venire in mente l’atto del dipingere inteso come arte, per altri invece la pittura potrebbe essere vissuta come il momento in cui si “rinfrescano” le pareti della propria casa… ed invece c’è un altro modo di intendere questa arte di pura manovalanza: pitturare artisticamente le pareti del reparto pediatrico di Castellaneta. La manovalanza, è proprio partendo dalla modestia di questo termine, che fa venire in mente l’artigiano che con lentezza e maestria curava il proprio lavoro, che, quasi ricercando un sentire più sociale, vede collaborare membri sanitari, artisti ed associazioni, come l’ARCI – Il Ponte di Ginosa, per “riscaldare” un ambiente di per sé necessariamente sterile, come quello di un ospedale. Questa è l’idea di base dalla quale si è mossa una grande macchina organizzativa, ma l’ideatrice di tutto è la docente Rosa Perrone, socio del circolo locale ARCI “Il ponte” di Ginosa e da poco anche membro del suo direttivo. Come racconta l’insegnante Perrone: “…sono socio sin dalla fondazione del circolo in Ginosa, il cui esordio è datato 25 aprile 2005, un battesimo per l’Associazione di tutto rispetto. Dopo lunghi anni il tema della Liberazione dell’Italia dal Fascismo ad opera del movimento della Resistenza partigiana si riappropriava di uno spazio vitale per la crescita di una comunità: la Piazza. Per l’occasione oltre all’esibizione del teatrino dei burattini, divenuta oramai compagnia stabile, l’ARCI organizzò un dibattito sul tema Le Donne, la Resistenza, la Costituzione, tema che fu sviluppato anche attraverso una mostra fotografica e la elaborazione di un DVD, da me personalmente curata, in cui la trattazione del tema assumeva un taglio storico e didattico. Tante le attività portate avanti dal gruppo locale ARCI, che conta oggi 80 soci iscritti: in 3 anni il circolo ha organizzato svariati dibattiti in teatri, piazze e scuole, ha presentato libri e ha incontrato gli autori, ha promosso eventi di musica, concerti. Il Ponte offre ai propri soci corsi di musica, di danza di recitazione di pittura e di arti figurative. Collabora con gli Enti, le Istituzioni e le Associazioni del territorio. Ha allestito una vera e propria compagnia di Burattini Il Flauto Magico che ha messo in scena spettacoli svolti nelle piaz- ze, nelle scuole e case di riposo, raccogliendo anche fondi per beneficenza. Ha ideato e promosso la Festa de la “Terre de u’ Munachicchie” che si svolge nel Rione Casale da tre edizioni”. Ma la signora Perrone per maturare questa idea, di dare vita alle pareti del reparto pediatrico di Castellaneta, è partita da un’esperienza personale: “ …ho dovuto assistere una mia parente ricoverata nell’ospedale di Castellaneta e durante questo periodo ho avuto modo di notare come all’interno dell’ospedale tra i medici, gli infermieri, gli ausiliari i volontari del reparto e i parenti dei pazienti ricoverati si instaurano relazioni, si scambiano informazioni, l’ambiente diventa cioè cooperativo, tutti concorrono secondo ruoli e competenze differenti ad occuparsi della salute del paziente, della sua guarigione. Tutti ma non tutto! I muri, per esempio, quelli non aiutano granché, non “esprimono” emozioni, sono spogli, senza quadri, senza immagini, numerosi metri quadrati di nulla che rattristano e angosciano.”. E continuando: “Durante una riunione raccontai di tali riflessioni ai soci dell’ARCI. Successivamente una coppia di soci ha dovuto ricoverare la figlia presso il reparto di Pediatria dello stesso ospedale. Per fortuna la permanenza della ragazza, Federica, durata brevemente ebbe una felice risoluzione, ma fu in quel momento che si avvertì il desiderio di dare un contributo co attualità me Associazione a questo centro ospedaliero, noto purtroppo ormai più per gli eventi tragici che l’avevano colpito mesi addietro, che per la competenza e la professionalità dei molteplici operatori che quotidianamente sono attivi e zelanti ”. Nasce così Lo Stralisco – SalutArci a Colori. Ma, cosa è lo Stralisco? “Il nome del progetto “Lo Stralisco” è preso in prestito dal titolo di un romanzo di Roberto Piumini, il noto scrittore di filastrocche, poesie, poemi, fiabe, racconti, romanzi e testi teatrali nel campo della letteratura per ragazzi. “Stralisco” è una parola strana, che non è rintracciabile sui dizionare: è infatti una parola, un nome, che fa parte del gioco di Madurer e di Sakumat. In una Turchia antica e fantastica vive un bambino affetto da una rara malattia, che gli impedisce di godere dell’aria aperta e della luce del sole. Suo padre, ricco signore delle Terre del Nord, chiama un famoso pittore, Sakumat, da una regione lontana per fargli affrescare le stanze del piccolo Madurer. Insieme, il bambino e il pittore iniziano un progetto grandioso: rappresentare sulle pareti colori e forme del mondo, della vita. Lo Stralisco è una favola sulla possibile felicità di chi accetta fino in fondo quel patto d’attenzione verso il mondo e verso sé. Posso anticipare che lo scrittore Piumini, contattato dal Presidente dell’ARCI Stefano Giove, nell’autorizzare l’adozione del titolo verrà a farci visita per ammirare le opere dei Maestri pittori e ci allieterà con una lectio magistralis sulla scrittura creativa. Lo scorso giovedì 16 ottobre siamo stati accolti dal Dott. Mario Cetera, Direttore Sanitario del Polo Occidentale Mottola, Massafra e Castellanteta, e dalla Coordinatrice Signora Biagia Vagali, a seguito del sopraluogo il gruppo degli artisti, la sottoscritta, il presidente Stefano Giove e il vice presidente Maurizio Calabrese, ha potuto predisporre il piano dei lavori. Il giorno della festa di Ognissanti, muniti di pennelli e tavolozze, gli artisti saranno tutti ai nastri di partenza. Le decorazioni saranno ultimate entro un arco di tempo breve per evitare intralci al lavoro della équipe sanitaria. Cosa sarà usato? Colori acrilici polycromi in dispersione acquosa atossici inodore e protezione con vernice ad acqua atossica trasparente. Chi sono gli artisti che realizzeranno concretamente le opere? Damiano e Patrizia Bitetti, Arcangelo Carrera, Pietro D’Amelio e Vito Furio affiancati da altri giovani artisti, Lisa D’Amelio, Gianna Latorre e Giorgio Morea. La loro disponibilità, concessa in verità con grande convinzione, è stata, per così dire, carpita dall’instancabile Stefano Giove. Tutta la progettazione si pregia inoltre del contributo delle dottoresse Maria Marangi Pedagogista e Maria Cafolla Psicoterapeuta. Interessanti e rilevanti le loro lezioni sul ruolo dell’immagine e sull’uso dei colori che hanno arricchito di spessore e di importanza l’attività che ci si appresta a realizzare. Altri soggetti supporteranno l’ARCI in occasione della festa di inaugurazione che avverrà il giorno 8 Dicembre presso il reparto: la Compagnia dei burattini Il flauto Magico, il dottor Pasticcio, clown terapeuta noto ai ginosini col nome di battesimo Mino Danuzzo, Alessandro Morea e tutti i soci del Circolo Arci che ringrazio di cuore. Vorrei aggiungere che il progetto ha ricevuto il sostegno della Fondazione “Ing. Luigi Sarno” che metterà a disposizione la “materia prima”: il colore. Marilena Surdo La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 25 26 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Marina di Ginosa: in tanti replicano alla lettera del dottor Gabriele Iacono Giuseppe Mongelli, Mario Toma e Daniela Dian rispondono e polemizzano con il rappresentante del CAV marinese Giuseppe Mongelli Risposta allo Scrittore di pag 26 (ultima ed. de LA Goccia), Giuseppe Mongelli già presidente della Comunita MONTANA Murgia Tarantina, uomo libero per scelta e non asservito ad emanazioni pseudo-parrocchiali che si enfatizzano propugnatrici di fede e verità,scrive per dovuto. L’ articolo che indirettamente tocca la mia modesta figura di ex-presidente della c.m.m.t. è stato evidentemente scritto senza che l’autore abbia avuto cognizione di causa di quanto affermato. . Il modesto ed anacculturato expresidente della c.m.m.t. non proviene da studi sofistici correlati da citazioni di classici del pensiero , ma ha vissuto il proprio momento politico ispirato da semplici valori inculcatigli dalla propria Madre e dal proprio Padre, quelli semplici del Cristianesimo genuino che non si rifà alle edotte allocuzioni dell’illuminato autore dell’articolo di p. 26.Ci sono stati in passato uomini , per esempio Giorgio La Pira, che hanno saputo tradurre la loro Cristianità nell’impegno politico; ebbene sappia che indegnamente chi scrive ha cercato di fare, senza enfatizzare , la propria opera comunque in silenzio ed umiltà. Provi , pertanto , lo stimato ed illuminato scrittore di p. 26 a non denigrare, ma abbia il coraggio di proporsi anche nelle sedi decisionali , forte dei propri ideali e convinzioni cattoliche. Solo cosi diverrà credibile, e non sembrare il suo scritto un latrato nella notte.Sappia, inoltre , che profetare elucubrazioni non ha senso se non si conoscono i fatti : vada-veda-legga e mediti……gli archivi della Comunità Montana da me umilmente presieduta sono visibili al pubblico e prenda atto di quanto in silenzio e senza vanagloria è stato fatto anche per lei, signor cicerone che certo non ha lo stile delle Filippiche e delle altre opere erudite.Lo scrivente poco ricorda di Platone o di Aristotele però ricorda l’insegnamento di Don Luigi Sturzo di cui l’erudito forse non ha memoria poiché ama parlar male a prescindere……….In quanto alla BIBBIA, l’indegno scrivente ha veramente bisogno che ella lo conduca sulla retta via a che non possa confondere la libertà con il libertinaggio senza provare immotivate nostalgie , non avendo avuto da piccolo la formazione “BIZZOCA” che traspare dal suo scritto di p. 26 . Prendo simpaticamente atto del suo lessico forbito, variopinto , a volte istrionico ma che denota , inesorabilmente , che non è ancora arrivato a leggere il brano Evangelico della pagliuzza e della trave.Comunque cristianamente non le porterò rancore per avere insultato il mio operato, e possa questa mia buona azione non essere fraintesa dai Lettori perché lo faccio veramente con il cuore. Termino ricordandole di non aver mai fatto opportunistiche apparizioni elettorali ma di aver accettato la dura strada dell’opposizione e dell’isolamento politico laddove non era possibile scendere a patti con la mia coscienza Tanto le dovevo e non me ne voglia il MAESTRO comune se ho peccato di iracondia. Giuseppe Mongelli Mario Toma Gentile Direttore, con educazione e senza mancar di rispetto a nessuno, attraverso le pagine de La Goccia ho chiesto spiegazioni circa l’effettivo impegno del C.A.V. di Marina di Ginosa alla luce di una “ chiave di lettura” fornita sull’ operatività dei C.A.V. sul territorio da un pieghevole di S.E. Mons. Fragnelli. Sono veramente deluso dalla risposta del Dott. Iacono, responsabile del C.A.V. lo- cale. Le spiegazioni di “ regole di vita comunitaria locale” le accetto volentieri, da tutti, non accetto la pretesa di “ volerle spiegare “ da parte di chi non è nato e non ha vissuto in Marina di Ginosa o da parte di chi è giunto appena l’altro giorno. Ciò che viene “ letto “ come “malizioso “ nella mia richiesta di chiarimento è solo un modo di erigere “barricate“ , creare “cortine fumogene“ , dando corso a pseudo - vittimismo che non ha campo se, come qualcuno dice, tutto è limpido e trasparente... Probabilmente avrò colpito nel segno, questa sì , mi perdoni Dott. Iacono , è malizia , valutata la reazione spropositata “guarnita“ da attacchi personali veramente superflui e fuori luogo. Non guasterebbe un pò di cautela circa i giudizi sul “Nostro Natale Insieme“ che è storia e tradizione di una Comunità che, devo dirlo, qualcuno dimostra di non conoscere. Non so chi abbia commesso grossolani errori di valutazione. Per uno scritto scarno costituito da domanda semplice forse non era il caso di dar luogo ad un prolisso “trattato di guerra“ facendo sfoggio del sapere, di incarichi, dando corso ad una gratuita inventiva contro la classe politica locale. Di intelletuali... “virgolettati“ credo di conoscere qualcuno: gli altri spero me li presenti il Dott. Iacono. Di politici ne conosco diversi ma conosco anche la reazione verso il politico di chi chiede e non ottiene e di chi si comporta come quella famosa volpe che “non arrivando all’uva diceva fosse acerba“. Chiedo scusa Dott. Iacono, Platone, Aristotele sono al massimo piccoli punti di partenza: è necessaria la preparazione storica del politico, la conoscenza dell’economia e della politica economica, attualità delle problematiche del lavoro e sindacali, delle tecniche di comunicazione, oltre naturalmente alla piena coscienza e consapevolezza dell’aspetto territoriale su cui muoversi ed incidere... altrimenti discutiamo solo di aria fritta. Non so dove qualcuno attinga le informazioni: sono alla Comunità Montana da poco più un anno, da 7-8 mesi la nostra Comunità Montana è obiettivo di “scorribande“ dei media e si parla solo di chiusura, di soppressione dell’ Ente. Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella non potevano certo occupare 286 pagine per affermare che in Italia tutto funziona: non avrebbero venduto neanche una copia del loro libro. Il loro limite sta nel non aver voluto dar spazio a ciò che una Comunità Montana riesce, nel suo piccolo, a realizzare: eppure ci sono atti, delibere da cui attingere spunti e rispondere anche alle insinuazioni. La mia breve permanenza all’ Ente, la “mia presenza“ l’hanno notata alcune associazioni locali, alcuni operatori commerciali e turistici attraverso le importanti vetrine internazionali della Fed- Cup nel Villaggio Valentino, della Bit di Milano. A qualcuno è “sfuggito“ anche un convegno organizzato a Marina di Ginosa per la presentazione di un progetto di recupero e fruizione della Pineta Regina, candidato dalla Comunità Montana per un valore di 1.000.000 di euro nell’ ambito di Area Vasta. Il bilancio di questi mesi lo faccia lei, Dott. Iacono, io non so se è troppo, troppo poco o nulla. Certo, se lei pensa che far ballare quattro brasiliane in piazza è una cosa che si nota subito e la programmazione come la promozione turistica non si vedono e non si toccano... Se tutto è limpido e trasparente perchè non rispondere, perchè trascendere in inventive personali “fuori tema“. Quel che è stato chiesto viene da molto lontano, molti avrebbero qualcosa da dirle, possibile non se ne sia reso conto? Di chi l’errore di valutazione? Rifletta prima di dar fuoco alle polveri . Firmato, nessuno si dispiaccia , Mario Toma. La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Daniela Dian Vorrei tramite la Goccia dire due parole al dottor. Gabriele Iacono, che invece di rispondere ai quesiti del consigliere comunale Mario Toma in maniera semplice e formale, ha riempito due pagine de LA GOCCIA di insulti a tutta la comunità dimostrando quello che lui è, e cioè, quello che dice agli altri di essere. Travestito da Super eroe, il dottor Gabriele Iacono crede di essere la “parte sana” di Ginosa Marina, così facendo si copre di ridicolo anche per il lessico contorto da tubolario anni ‘70. Chi negli anni ‘70 c’era, può ricordarsi di quel tubo in vendita per un certo periodo nelle librerie, un tubo suddiviso in settori secondo il criterio dell’analisi logica. I vari settori scorrevano rispettivamente attorno al tubo e, secondo il criterio dell’analisi logica, davano in ogni caso una frase di sen- 27 so compiuto che oggettivamente non aveva nessun senso. Si potevano comperare tubi con il linguaggio ”politichese” oppure “ medichese” o “giornalistichese”. Essendo tubi di cartone, ogni tanto qualche settore si scassava per cui non si ottenevano nemmeno più frasi analogicamente corrette. Il linguaggio del dottor Iacono è come quello di un tubolario scassato. Non è bello che un dottore scriva su un giornale in quel modo. Eppure l’analisi logica si studia alle scuole medie! E per analisi logica non intendo una composizione armoniosa di soggetti, verbi, predicati verbali e complementi, per analisi logica intendo una analisi intellettuale volta alla comprensione della logica di un discorso. Per cui la prossima volta che pubblica qualcosa sulla Goccia, visto che a Ginosa Marina ci sono solo intellettuali da cortile, vada fuori zona e si cerchi qualcuno competente che le aggiusti un po’ i suoi strafalcioni! Daniela Dian Vincenzo Fiorillo Invito il dott. Gabriele Iacono a rispondere ai quesiti del consigliere comunale Mario Toma. Dalla sua tiritera confusa non traspare nessuna risposta se non il chiaro tentativo, tra l’altro riuscitissimo, di non rispondere. Vincenzo Fiorillo Perchè alcune lettere non sono state pubblicate In merito a questa vicenda sono giunte in redazione altre lettere che allargavano la questione anche ad altri aspetti che non si riferivano soltanto a quanto scritto nel numero scorso dal dottor Iacono. Si è ritenuto di non pubblicare tali lettere in quanto rischiavano di trasformare un confronto, anche se aspro, in qualcosa di diverso. Il nostro giornale non intende, in nessun modo, diventare partigiano di cause personali o di gruppi di persone. Se vi sono dei problemi che riguardano alcune istituzioni di Marina di Ginosa è bene che tali problemi vengano affrontati e discussi nelle sedi opportune con le figure istituzionali che hanno conoscenze e competenze. Noi possiamo riportare quanto emerge da tale confronto e non divenire strumenti impropri. Chiediamo, pertanto, scusa a coloro i quali non si sono visti pubblicare la propria lettera. Crediamo che quanto innanzi espresso sia sufficientemente chiaro e sgombri il campo da ulteriori polemiche. 28 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Rubrica a cura di don Franco Conte “Un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di confessare di aver avuto torto: è, infatti, un po’ come dire - in altri termini - che oggi egli è più saggio di quanto non lo fosse ieri”. Così consigliava Jonathan Swift (16671745). Sì, il celebre autore de I VIAGGI DI GULLIVER. E il suo monito merita attenzione perché il riconoscere un errore personale è un atto di per sé dovuto, eppure è tanto difficile da compiere. In agguato, infatti, c’è sempre l’orgoglio che si leva imperioso e che spinge fino al ridicolo nel tentativo di autogiustificarsi sempre e comunque. I dittatori, come è noto, “hanno sempre ragione”, con sprezzo della ragione stessa. Il mondo ci vuole aggressivi, sicuri di noi, infallibili. Gli errori sono effetti collaterali. E, comunque, almeno un po’, sono colpa degli altri. Perché chi sbaglia paga e noi non vogliamo avere debiti con nessuno. Mi perdoni il mio unico lettore questa breve digressione che mi porta a farne quasi una premessa sul caso di una ventiduenne californiana, con tutti gli attributi e le curve che il Signore le ha regalato, la quale vorrebbe laurearsi in psicologia con un sistema economicamente molto valido ma moralmente devastante: vendere in diretta la sua verginità alla modica cifra di un milione di dollari. Mi sembra un po’ cara la laurea in psicologia e un po’ troppo costosi i testi sui quali la signorina in… oggetto (ecco quando un modo di scrivere si adatta benissimo a quanto si vuol significare!) dovrebbe cimentarsi per gli esami. Battutaccia un po’ cretina, lo ammetto, ma l’ho fatta giusto per sollevarmi lo spirito a fronte di una storiaccia così squallida ed umiliante! Confesso che ho tergiversato non poco prima di scrivere questo pezzo. Parlarne sui giornali, oggi come oggi, significa solo fare propaganda deleteria. Ci sono lettori a volte immaturi e qualcuno piuttosto acritico rispetto alle notizie: sono quelli che leggono, ingurgitano, digeriscono e voltano pagina. Ma il fatto che ho sopra citato è così penoso che mi ha quasi obbligato a reagire, almeno verbalmente. Fosse stata mia figlia, credo che non mi sarei fermato solo alle parole. (mi perdoni il mio unico lettore, ma notizie di questo genere – come si dice dalle nostre parti?- “mi toccano il sistema nervoso”!). Come la penso io …dalla A alla Z V - VERGINITÀ Il fascino e il bisogno di arrivare in fretta al massimo delle fortune con il minimo della fatica, in qualche giovane, potrebbe far breccia. Molta stampa e televisione che conosce Howard Stern, definito “guru del microfono” e personaggio famoso per le sue provocazioni, in parte banalizzano e in parte si in- curiosiscono nel tentativo di capire quanto questa sia solo una provocazione o una nuova ipotesi per mantenersi negli studi senza pesare sui genitori. Davanti alla carriere e davanti alla televisione viene immolato “di tutto, di più”. In questo caso sarebbe stata messa a disposizione addirittura una macchina della verità e si parla di un minuzioso esame ginecologico per garantire che non si tratti di verginità incerottata o ricostruita (sic!). Il succitato guru ha il coraggio di dire che l’idea della balda studentessa è straordinaria: “È molto meglio sfruttare ciò che Natura le ha dato per pagarsi gli studi, anziché limitarsi a un incontro fugace con il primo venuto nel sedile posteriore di un’auto di quart’ordine”. Chi conosce il provocatore (stavo per scrivere maialone!), sospetta che l’operazione “studentessa in cerca di laurea” sia frutto della sua mente maniacale alle prese con il calo di ascolti e di pubblicità (e, quindi, di soldi!). Le persone che hanno un briciolo di coscienza a fronte di queste notizie vengono prese da profonda tristezza. Non vorrei che, camminando per la strada e imbattendosi in ragazze belle e disinvolte, pensassero le “studentesse in cerca di laurea” non siano soltanto californiane. Per fortuna le mie ex alunne del Liceo, che ora frequentano l’università, mi consta che tutte faticano e non poche di esse hanno il coraggio di lavorare e studiare per portarsi a casa i quattro soldi necessari per riuscire a laurearsi, così quante (e sono davvero tante) ne ho conosciuto nei dieci anni di mia permanenza ministeriale in quel di Bari. Il mondo giovanile è molto più sano di quanto appare: giovani che lottano per cambiare questo mondo, giovani che non si tirano indietro davanti la fatica, giovani che hanno deciso che si può vivere senza bisogno di calarsi, di uccidersi giorno dopo giorno, giovani che hanno degli ideali, che tutti i giorni, tutti i santi giorni, vanno ad aiutare l’anziana vicina di casa a fare le scale, che investono positivamente la loro vita e non provano alcuna attrazione per lo stereotipo dello sballo a tutti i costi. Giovani che hanno capito che la vita non è una conversazione da bar, non è una cosa da chiacchiera continua, come quella che pervade da ogni sito, da ogni radio, da ogni schermo, la nostra vita e specie quella meno riparata: la loro, appunto; giovani che sanno che l’anima è incancellabile nella natura umana, anche se tale “fiato vitale” a volte sembra svanire lasciando spazio al vuoto. Vuoto che si sente, anche dietro ai bagliori del successo, ai riflessi colorati degli onori civili o sociali; quel vuoto o deserto che, diceva il poeta Eliot, non è lontano ma è “pressato sul treno della metropolitana”. Siamo marci invece noi, adulti, partendo da questo guru istrionico e vergognosamente proiettato a farsi ascoltare ad ogni costo. Lui pronto, molto più di quella studentessa, a vendersi per molto meno di un milione di dollari; la Chiesa, remando controcorrente e quasi sempre in solitaria, a non stancarsi mai di annunciare che l’amore umano, quello vero, non è soggetto al commercio ma è un dono. C’è una prostituzione del corpo, ma c’è un’altra tipologia di prostituzione più raffinata, ipocrita e maledetta: il signor Stern ne è il portabandiera. Avesse almeno il coraggio di ammetterne non fosse altro che la ridicolaggine. attualità Beni culturali. La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Rinascimento Rupestre storia. Come se nella nostra psicologia collettiva la gravina, popolata nelle sue ultime fasi dai ceti meno abbienti, dovesse essere cancellata al fine di negare quella miseria che ci aveva costretto a risiedervi. Rubrica a cura di Giambattista Sassi Il punto di vista Vi sono luoghi e scenari che caratterizzano un borgo a tal punto da divenirne un marchio, distintivo indissolubile dal nome del borgo stesso. Luoghi della memoria nei quali la storia ha scavato un profondo solco in cui è possibile leggere la stratificazione delle umane vicende degli individui che quelle terre hanno vissuto e modellato. A Ginosa l’orma della storia si è impressa violentemente nei rioni rupestri, là dove generazioni d’individui hanno modellato la roccia per adattare scomodi antri sino a trasformarli in comodi abituri. Sì come le orme dei dinosauri rinvenute ad Altamura rischiavano di essere definitivamente cancellate dai lavori di sbancamento di una cava, i nostri villaggi in grotta da più decenni, ovvero dopo il loro definitivo spopolamento negli anni Cinquanta, erano e sono oggetto di un cruento processo di trasformazione che porta, come conseguenza, una deformazione di questi antichi nuclei abitativi. Là dove il Medioevo aveva consentito lo svilupparsi della vita, in quegli antri dove la gente aveva vissuto, pregato, praticato riti magici ed infine aveva trovato estrema sepoltura, ovili e vecchiare hanno risagomato il masso nell’osceno tentativo di negare la 29 Ora, lentamente, finanziamenti comunitari consentono la realizzazione di un primo restauro della Rivolta. Qui, lungo i pietrosi sentieri, ho incontrato l’assessore ai lavori pubblici Vincenzo Di Canio, accompagnato dal geometra Michele De Luca, responsabile della ditta che sta eseguendo i lavori di restauro, ponendogli quei pochi quesiti che realmente mi stanno a cuore. Assessore, dopo anni di degrado e abbandono, come mai avete deciso di concentrare la vostra attenzione sulla rivalu- tazione di questi luoghi? «Come in più occasioni abbiamo sottolineato, la nostra attenzione come Amministrazione è sempre stata forte nei confronti dei Beni Culturali. Già durante il suo primo mandato il Sindaco Montanaro aveva investito ingenti risorse economiche per la riqualificazione dei luoghi d’interesse storico e dei siti archeologici. Oggi, invece, stiamo beneficiando di fi- nanziamenti ottenuti grazie all’impegno e alla costante attività politica. Al di là dei proclami, mi creda, noi crediamo fortemente in questo progetto di rinascita culturale.» Cosa può esserci oltre il restauro, ovvero i nostri Beni Culturali possono costituire una risorsa in termini d’impiego? «Se dicessi si tout court sarebbe una presa in giro. Sicuramente qualche posto di lavoro potrà crearsi per chi dovrà rendere fruibili questi luoghi o curarne la manutenzione. Tuttavia per arrivare ad una maggiore incidenza sull’economia locale dovrà trascorrere del tempo. È necessario che si sviluppi il comparto turistico dell’entroterra, oltre quello della Marina, e per far ciò dobbiamo anzitutto aumentare l’offerta ricettiva.» Abbiamo appreso nei giorni scorsi dell’imminente arrivo di un nuovo grosso finanziamento pari a tre milioni di euro. Qualcuna di queste risorse è destinata anche ad opere di restauro? «Premesso che di questi 3 milioni il 60% sarà investito sostanzialmente in infrastrutture ed edilizia residenziale pubblica mentre il 40% è vincolato ad opere di urbanizzazione, entrambi gli ambiti di finanziamento, però, investono anche il centro storico e le risorse culturali. Per esemplificare, saranno sistemate alcune abitazioni in Via San Giovanni, si cercherà di restaurare altri ambienti del castello e sarà acquisita al patrimonio comunale la Casermetta.» Un lento processo di rinascita, dunque, sembra dover investire da qui agli anni futuri il comparto culturale del nostro territorio. Il mio augurio all’assessore Di Canio è che possa continuare nell’arduo compito di attirare finanziamenti utili alla riqualificazione urbana di Ginosa, ovvero che gli stessi siano spesi in maniera oculata e seria. Giambattista Sassi 30 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Perché Vista Esistono cinque versioni di Vista che differiscono per tipologia di utilizzo e per funzionalità, due per la casa, due per l’ufficio e l’azienda, e una, la Ultimate, che racchiude in sé tutte le funzionalità presenti nelle quattro precedenti. Il primo pensiero che viene, avendo utilizzato altri sistemi operativi, è che Microsoft finalmente sia arrivata ad avere funzionalità presenti già da tempo per esempio in Mac OS X, come la funzione di ricerca integrata, l’interfaccia grafica o i gadget. Del resto sono passati ben cinque anni rispetto al rilascio di Windows XP, un lasso di tempo che giurano in Microsoft non si ripeterà più per le future versioni. E allora iniziamo a vedere quali sono le novità di Vista, confrontandolo con Windows XP e cercando di scoprire se e perché conviene passare al nuovo sistema operativo, anche aiutati da una tabella in cui mettiamo a confronto le due versioni. Punta decisamente sulla sicurezza in rete, lo slogan di Windows Vista è “confident, clear, connected”: sono le tre “C” con le quali Microsoft inizierà a commercializzare anche qualunque cosa sia correlata con il nuovo sistema operativo. Sia a casa che in ufficio Microsoft promette un sistema, in primo luogo, molto più sicuro rispetto al passato. Microsoft ha infatti rinforzato tutti i possibili punti d’attacco: dalla gestione degli account e dei relativi permessi alla navigazione sul Web. L’interfaccia è stata razionalizzata e sono stati apportati miglioramenti dal punto di vista della connettività di periferiche e del PC in una rete. Poniamo a confronto Windows XP e Windows Vista: Browser Windows XP Versione browser: Internet Explorer 6 Controllo antiphishing : no Navigazione a schede (“tabs”): no Lettura e gestione feed RSS: no Casella per ricerca is antanea: no Blocco pop-up: si Windows Vista Versione browser: Internet Explorer 7 Controllo antiphishing: si Navigazione a schede (“tabs”): si Lettura e gestione feed RSS: si Casella per ricerca is antanea: si Blocco pop-up: si Sicurezza: Windows XP Protezione antispyware: Installabile separatamente Controlli sul software installato ed in esecuzione: no Controllo presenza software antivirus e firewall aggiornati: sì (“Centro sicurezza PC”, a partire dal Service Pack 2) Firewall: Integrato (a partire dal Service Pack 2) Backup e ripristino: sì (solo file e cartelle) Antivirus: no Parental control: no Restrizioni relative ad orari d’uso del PC e applicazioni consentite: no Restrizioni relative ad orari d’uso del PC e applicazioni consentite: no Windows Vista Protezione antispyware : Integrata (Windows Defender) Controlli sul software installato ed in esecuzione: si Controllo presenza software antivirus e firewall aggiornati: si Firewall: integrato Backup e ripristino: sì (e possibilità di creare immagini del disco fisso) Antivirus: no Parental control: si Restrizioni relative ad orari d’uso del PC e applicazioni consentite: si Restrizioni relative ad orari d’uso del PC e applicazioni consentite: si Client e-mail Windows XP Programma: sì (Outlook Express) Antispam: no Antiphishing: no Gestione attività e appuntamenti (PIM): no Windows Vista Programma: sì (Windows Mail) Antispam: sì (protezione di base) Antiphishing: si Gestione attività e appuntamenti (PIM): si(Windows Calendar) Gestione file e cartelle Windows XP Sincronizzazione file da PC a PC e tra PC e dispositivi mobili: no Migrazione di dati personali, archivi di posta ed impostazioni del sistema: no Funzionalità desktop searching: no Rete: no Network Center: no Windows Vista Sincronizzazione file da PC a PC e tra PC e dispositivi mobili: sì (Sync Center) Migrazione di dati personali, archivi di posta ed impostazioni del sistema: sì (procedura guidata con Windows Easy Transfer) Funzionalità desktop searching: si Rete: si Network Center: sì (un’unica sezione per la gestione della connettività) Produttività Windows XP Collaborazione: no Supporto formato XPS: no (installabile separatamente) Gestione scansioni e fax: sì (procedure guidate di base) Riconoscimento vocale: Parzialmente supportato Windows Vista Collaborazione: sì (Windows Meeting Space) Supporto formato XPS: si Gestione scansioni e fax: sì (un vero e proprio software “ad hoc”: Windows Fax and Scan) Riconoscimento vocale: sì (possibilità di dettare testi e comandi) Multimedia Windows XP Masterizzazione CD e DVD: si Media Center: no Windows Media Player: sì (versioni 9/10) Movie Maker: si Gestione foto e video: no (solo acquisizione guidata) Windows Vista Masterizzazione CD e DVD: sì (migliorata la procedura passo-passo e il supporto UDF) Media Center: si Windows Media Player: sì (versione 11) Movie Maker: sì (ampiamente ottimizzato) Gestione foto e video: sì (possibilità di organizzare foto e video, applicare effetti, creare slideshow,...) Aggiornamento e risoluzione di problemi Windows XP Windows Update: si segue a pag. 32 l’opinione La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 31 Le considerazioni ginosine di Pierino Perrone19 U BAGGNE DE SABBIA La psammatoterapia consiste nell’utilizzare la sabbia marina e le sue componenti saline per la cura delle affezioni reumatiche ed osteoarticolari. Queste cure vengono praticate negli stabilimenti termali spesse volte con costi elevati. Ai miei tempi la psammatorerapia veniva semplicemente chiamata u baggne de sabbia ed ognuno ne poteva usufruire a costo zero. Sicuramente se una persona non conosceva il rito del baggne de sabbia, trovandosi sul posto, avrebbe pensato di aver scoperto una nuova necropoli. Infatti le donne, quando il sole incominciava a riscaldare la sabbia, scavavano u fuósse per far sì che la postazione fosse ben asciutta al momento de prucuà colui che doveva effettuare questa terapia. Le fosse venivano scavate una vicina all’altra in modo tale che gli usufruitori potessero parlare tra di loro e socializzare. Le donne armate di un attrezzo chiamato u ruòtele preparavano u fuósse su misura. Quando la postazione era ben calda il paziente veniva prucuàte lasciando fuori solo la testa. Le teste dei pazienti venivano ben protette da un ombrello nero con il manico infilato nella sabbia. L’ombrello serviva non tanto per proteggersi dai raggi solari, che comunque passavano, attratti anche dal colore nero dell’ombrello, ma soprattutto per evitare che i bambini giocando a pallone scambiassero le teste per la palla. Dopo qualche ora di bagno di sabbia i pazienti venivano sprucuàti ed immediatamente ndrucchiulàte in d’amande (non la cummàre ma una coperta di lana) e subito accompagnati nel pagghiàre. Questo per evitare che accaldati com’erano potessero prendere aria e scongiurare così eventuali broncopolmoniti. ***** SUA ALTEZZA ‘U CRIATÙRE Ben sappiamo che, quando al giorno d’oggi nasce un bambino, molte sono le attenzioni particolari a lui dedicate. Molteplici sono, per esempio i prodotti per la cura dell’igiene del bimbo: olii, saponi neutri, bagni schiuma, shampoo che non irritino gli occhietti e così via. Anche per quanto riguarda l’alimentazione relativa allo svezzamento c’è da sbizzarrirsi: omogeneizzati di ogni tipo e marca, succhi e latte in scatola, bottiglia eccetera. Non parliamo di tutti i tipi di ciucciotti per i vari palati, per le varie età, per le bimbe e per i pro verbi gino sini raccontati da Giovanni Carducci maschietti. Articoli anche abbastanza costosi che un tempo di certo non esistevano. Anche la pediatria è cambiata: fino a qualche anno, per esempio, si sconsigliava di allattare il bambino al seno perchè allora si diceva che il latte materno non era nutriente e che l’allattamento provocava alla neo mamma un abbassamento di vista. Il pediatra consiglia anche di aver cura di posizionare la gambine del neonato in modo tale che siano sempre ben distanziate per evitare il problema alle anche utilizzando a tale scopo quei bei pannoloni usa e getta che aiutano di sicuro tale posizione. Attandanne attandanne réte, quando ero giovane io, il bambino veniva allevato senza l’ausilio di tutti questi nuovi prodotti tanto pubblicizzati dalle case farmaceutiche. Per quanto riguarda l’alimentazione, quando il latte della mamma non era sufficiente, si pensava alla balia, o, quando questa non era disponibile, benpresto si integrava con ‘u panecúotte. Il ciucciotto allora non esisteva: si usava ‘u pudiédde, fatto con delle pezzuole imbevute in acqua zuccherata o camomilla. Se il bambino non si calmava direttamente si utilizzava la papàggne. Dopo aver lavato il neonato semplicemente con acqua e sapone il bimbo veniva mbassàte con delle striscie di stoffa (mbassàture) che venivano riutilizzate dopo essere state accuratamente lavate. Era un’operazione che richiedeva molto tempo e quindi non la si faceva più volte al giorno: il bambino rimaneva quindi per molto tempo ben racchiuso insieme ai suoi bisognini. Il neonato dopo la fasciatura sembrava una mummia egiziana: tutto il corpo era stretto nella fasciatura e solo la testina era libera nei movimenti. Per noi bambini la cosa strana era l’altezza: non ci spiegavamo come, nonostante fosse appena nato, era più alto di noi. ***** ‘U MATREMÓGGNE I ragazzi di oggi qualora dovessero presentare la propria fidanzata oppure il proprio fidanzato sono soliti usare l’espressione: “Ti presento la mia amica Katia” oppure “Lui è il mio amico Jonathan”. Forse questo è un modo per sentirsi più liberi e meno vincolati. Ma, già nel 1956 Riccardo Pazzaglia, descriveva, attraverso la famosa canzone “Io mammeta e tu” musicata da Domenico Modugno, lo stato d’animo dei futuri sposi ‘ condizionati dalla presenza di mamma, sorella e parenti vari, ogni qualvolta si recavano a passeggio. Cerco di spiegare come un tempo avveniva il primo approccio con l’amata. Il ragazzo si procurava un pezzo di tronco d’albero “‘u cìppe” e di notte lo posava davanti alla porta della casa della ragazza, accertandosi di essere visto da qualche vicino. Al mattino, aprendo la porta, il padre ad alta voce esclamava: “ci vol’ acciuppunà la figghia mè?”. Chi aveva assistito alla posa del ceppo rivelava il nome dell’artefice del fatto. Dopo essersi consultato in famiglia e se il ragazzo era ben accetto il padre portava in casa il tronco, in caso contrario il ceppo veniva lasciato sul posto. Quando il ragazzo, passando davanti alla casa della ragazza, non trovava il ceppo, si riteneva praticamente fidanzato. Ma se il legno era ancora lì... doveva caricarselo a spalle e riportarlo a casa. In caso de matremóggne i genitori dei ragazzi decidevano cosa i figli avrebbero portato come dote: solitamente per i ragazzi si parlava di quantità di terreni, mentre la dote delle femmine consisteva in capi di biancheria. Se si stabiliva che il corredo doveva essere a 20 o a 25 ciò stava a significare che la donna doveva portare in dote 20 lenzuola, 20 camicie da notte, 20 mutande, 20 reggiseni, 20 asciugamani, 20 fazzoletti e così via. Il corredo non veniva improvvisato ma era pensato e realizzato fin dalla nascita della figliola. I capi erano il più delle volte ricamati a mano dalle mamme e dalle nonne oppure, in altri casi, venivano commissionati a delle ricamatrici. I lavori erano delle vere e proprie opere d’arte. La festa del fidanzamento veniva fatta in casa e precisamente nella camera da letto da dove venivano rimossi i mobili dando così spazio al posizionamento delle sedie per gli invitati che venivano serviti con leccornìe di ogni tipo. Una settimana prima del grande giorno il corredo veniva, con grande orgoglio, esposto in casa per poter essere ammirato da parenti e amici. Era una vera e propria fiera campionaria e come tale dava modo ai visitatori di esprimere anche delle critiche sul numero e sulla qualità del corredo. 32 La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 riceviamo e pubblichiamo Pubblicato per la prima volta il Manuale di corretta prassi operativa e HACCP per le imprese agricole mare ed orientare gli agricoltori, i tecnici consulenti e gli operatori pubblici (come le ASL) preposti ai controlli aziendali. Raffaele Fanelli ([email protected]) Home page …da pag. 30 Dopo essere stati validati dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, con il supporto tecnico dell’Istituto Superiore di Sanità, nella Gazzetta Ufficiale n.213 del 11.09.2008 sono stati pubblicati i seguenti Manuali di corretta prassi operativa e HACCP ritenuti conformi alle disposizioni del Regolamento (CE) n.852/2004: 1)Manuale per l’industria molitoria redatto da: Italmopa - Associazione Industriali Mugnai e Pastai d’Italia; 2)Manuale per le imprese agricole redatto da: C.I.A. Confederazione Italiana Agricoltori; 3)Manuali per gli allevamenti di ovicaprini, di bovini da latte e di bovini da carne redatti da: A.I.A. - Associazione Italiana Allevatori. Il Manuale per le Imprese Agricole redatto dalla C.I.A è il primo in Italia ad avere un riconoscimento del genere nel settore. Il Manuale è articolato in tre parti. La prima riguarda le Linee guida che descrivono i pericoli fisici (come frammenti di vetro, terra o foraggi nel latte), chimici (residui di fitofarmaci), biologici (microrganismi patogeni) e le misure preventive e di controllo da adottare; la seconda, Schede di buona prassi (vengono schematizzate in tabelle le fasi critiche, le misure preventive e le necessarie evidenze documentali); la terza parte, invece, concerne l’Appendice (relativa ad implementazioni del metodo HACCP). Il Manuale della C.I.A. è in grado di fornire informazioni ed un supporto operativo alle aziende operanti nel settore primario delle filiere alimentari; di diffondere ed accrescere ulteriormente la cultura della buona prassi igienico-sanitaria; di favorire l’adozione di sistemi semplici, ma efficaci, di prevenzione dai pericoli igienico-sanitari nelle diverse tipologie aziendali in agricoltura. Contemporaneamente, tale Manuale rappresenta un valido riferimento anche per i soggetti pubblici per validare, nelle loro ispezioni, i sistemi di autocontrollo predisposti dalle aziende agricole, con l’obiettivo comune della sicurezza igienico-sanitaria per la salute ed il benessere dei consumatori. D’altra parte, garantire standard elevati di sicurezza igienico-sanitaria e’uno dei principali obiettivi dell’Unione Europea ed e’ oggetto di un insieme organico di regolamenti emanati in questi ultimi anni, meglio noti come “pacchetto igiene” per una migliore tutela della salute pubblica. Il Manuale sarà messo a disposizione di tutti sui siti internet del Ministero della Salute e della C.I.A.in modo da infor- Procedure per la risoluzione di problemi: Ripristino configurazione di sistema e Recovery Console Windows Vista Windows Update: sì (migliorato l’aggiornamento dei driver di periferica) Procedure per la risoluzione di problemi: Ripristino configurazione di sistema, creazione dell’immagine del disco, Windows Recovery Environment La prima cosa che colpisce nell’utilizzo di Vista è di sicuro l’interfaccia grafica. In Microsoft hanno speso molto per rendere il tutto più accattivante con trovate d’effetto ma che si rivelano anche utili, basti pensare alla funzionalità windows flip 3D, che aggiunge al comando ALT+TAB, comunque migliorato con miniature delle finestre al posto delle icone generiche, l’alternativa Start+TAB che permette di poter selezionare la finestra aperta, visualizzandone il contenuto in un ambiente tridimensionale. La funzionalità Windows Aero, è basata su Avalon il nuovo sottosistema grafico che potrà fare uso per esempio di grafica vettoriale. Aero non sarà disponibile nella versione Basic di Vista e avrà dei requisiti base abbastanza impegnativi da raggiungere per computer di precedenti generazioni: si parla per esempio di una scheda video compatibile WDDM che supporti in hardware le DirectX 9 e il Pixel Shader 2, per fare un esempio stiamo parlando dei nuovi chip di Ati famiglia Radeon 9000, X1000 e X300 e successivi, e nVidia Geforce FX 5000. Oltre alla scheda video importante sarà anche la quantità di memoria RAM installata nel sistema almeno 1 GB soprattutto se si utilizzano chip integrati nella motherboard, come il GMA950 di Centrino. Infine è da sottolineare che la funzionalità Aero sarà disponibile solo per quegli utenti che hanno superato il controllo WGA (Windows Genuine Advantage), il controllo sull’autenticità della copia di Windows installata. Attivando Aero tutto sembra traslucido, l’effetto glass sulle finestre con trasparenza dà risalto al contenuto delle stesse e permette di vedere a grandi linee cosa c’è nella finestra sottostante. Sulla barra delle applicazioni l’icona delle finestre aperte permette un’anteprima in miniatura della finestra delle cartelle o del programma, passando con il puntatore del mouse sopra di essa. Novità anche nel menu di avvio, cambiato il pulsante Start diventato solo un cerchietto con il logo di Vista, l’elenco dei programmi è inserito nella stessa finestra e ciò elimina i pannelli che si aprivano a cascata, e spesso coprivano tutto il desktop che si ritrovano nel menu di XP. Dopo i widget di MacOS X e quelli di Konfabulator, ora diventato Yahoo Widgets, anche Microsoft si lancia nell’offrire la piattaforma aperta agli sviluppatori per creare piccole applicazioni più o meno utili da inserire all’interno del desktop: troviamo orologi, utility per monitorare le performance del PC, lettori di RSS, e molti altri si possono scaricare da questo indirizzo. Continueremo a discutere su Vista , le sue specifiche sono tante ed i miglioramenti apportati sono veramente importanti. attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 35 Nasce “Adesso”, il nuovo mensile della Diocesi di Castellaneta Nasce “Adesso”. Dopo la pubblicazione del numero zero del giugno scorso, il nuovo mensile della Diocesi di Castellaneta inizia la regolare pubblicazione. Il nuovo giornale ha un formato tabloid ed uscirà in vendita abbinata al Nuovo Dialogo in tutta la provincia di Taranto a partire da venerdì prossimo. Sarà a disposizione dei fedeli gratuitamente nelle parrocchie della Diocesi a partire da domenica 19 ottobre. Il nuovo mensile si propone radicalmente rinnovato ai fedeli, rispetto alla precedente esperienza di “Contatto”, la rivista mensile della Diocesi che ha terminato le pubblicazioni nel 2006. E’ il frutto della collaborazione con il mensile della diocesi tarantina in base al “Progetto Communio”, promossa dalla FISC ( Federerazione Italiana Stampa Cattolica) che mette in contatto le testate delle diocesi italiane. La redazione è composta da laici e religiosi provenienti dai sette paesi della diocesi per dare voce all’inte- ro territorio. Nuovo anche il nome della testata “Adesso”, che il quindicinale del dopoguerra di Don Primo Mazzolari, sacerdote carismatico e profetico. Con le sue idee, esposte in numerose opere, anticipa, a volte di decenni, alcune delle grandi svolte dottrinarie e pastorali del Concilio Vaticano II, in particolare relativamente alla “Chiesa dei poveri”, alla libertà religiosa, al pluralismo, al “dialogo coi lontani”, alla distinzione tra errore ed erranti. In questo primo numero la foto-notizia di apertura è dedicata alla Missioni di cui domenica ricorre la giornata mondiale. In primo piano la crisi occupazionale che sta investendo il territorio della diocesi, mentre ampio spazio è dedicato al convegno diocesano che si è tenuto il mese scorso. La visita pastorale è il tema della vita delle parrocchie, mentre, tra le rubriche, interessante è quella della guida in internet. Paolo Nico Nicola Galante ai campionati nazionali cadetti di Atletica Leggera Il giovane ginosino si piazza 8° sotto gli occhi di atleti medagliati a Pechino 2008 di dagi G r a n d e esperienza sportiva per l’atleta ginosino Nicola Galante. Il giovanissimo cadetto, iscritto presso la “Fidal Basilicata” (zona di allenamento “Polisportiva – Rocco Scotellaro” di Matera) appena quindicenne aveva già partecipato a tre edizioni delle gare nazionali di atletica leggera. Il 12 ottobre scorso, per la quarta volta, il ginosino è stato impegnato durante le ga- re nazionali svoltesi nella splendida cornice nientemeno che dello stadio Olimpico di Roma. Al termine della sua prestazione agonistica che lo ha visto in gara con giovani provenienti da tutte le regioni italiane, con un tempo di 2’53’’, Nicola Galante si è attestato all’8° posto assoluto. Ad impreziosire ulteriormente l’esperienza dell’atleta, la presenza, nello stadio, di atleti italiani vincitori di medaglie nelle Olimpiadi di Pechino 2008, da poco concluse. Tra gli incoraggiamenti e i complimenti ricevuti, Nicola di certo non dimenticherà facilmente quelli ricevuti dal campione di salto in lungo Andrew Howe, del quale conserverà una foto che immortala l’incontro e un autografo sulla sua pettorina. Di certo non è solito, a soli 15 anni, vantare l’emozione di aver cavalcato piste e pedane dello Stadio Olimpico di Roma durante i Campionati Nazionali Cadetti di Atletica Leggera. Al giovane ginosino, che già tante soddisfazioni sta ricevendo dal suo impegno constante nel mondo dell’atletica leggera, va l’augurio che l’8° posto conquistato a Roma sia solo una piccola tappa di un lungo viaggio denso di gioie e successi! 36 l’opinione La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Le malattie della Terza Età rubrica a cura del dottor Pietro Zanelli specialista in Geriatria e Gerontologia clinica Disturbi cognitivi: demenze e delirio I disturbi della cognizione risultano molto comuni con l’avanzare dell’età; comunque tale alterazione non rappresenta una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento. Un deterioramento permanente e progressivo della memoria o di altri aspetti cognitivi caratterizzano la demenza. Le tre cause più comuni di demenza sono la malattia di Alzheimer, la demenza dei corpi di Lewy e la demenza multinfartuale. La malattia di Alzheimer è caratterizzata dalla perdita graduale ed insidiosa delle funzioni cognitive nel corso di alcuni anni. La demenza dei corpi di Lewy esordisce con parkinsonismo, chiare allucinazioni e deficit cognitivi. La demenza multinfartuale generalmente progredisce a gradini con periodi di deterioramento acuto della sfera cognitiva alternati a periodi di funzione cognitiva relativamente stabile. Il delirio rappresenta uno stato acuto di confusione caratterizzato da livelli alterni di coscienza. I sintomi di accompagnamento spesso comprendono disorientamento, perdita di memoria e allucinazioni. In genere si riesce ad identificare una causa specifica per il delirio, quale un’infezione, un dolore, un’alterazione idro-elettrolitica, gli effetti indesiderati di un farmaco, un intervento chirurgico o patologia acute. Una terapia quindi per il delirio ri- chiede la diagnosi ed il trattamento di patologie sottostanti. Altri interventi dovrebbero focalizzare l’attenzione su modifiche ambientali non farmacologiche. Misure aggiuntive quali una supervisione infermieristica per un maggiore controllo, provvedere ad attività ricreative e facilitare le interazioni sociali possono aiutare a ridurre l’agitazione. L’immobilità andrebbe evitata perché aumenta la morbilità e solleva seri aspetti etici. Se la modifica ambientale risulta poco efficace nel controllare un grave stato di agitazione, potrebbero rendersi necessari interventi di tipo farmacologico. Comunque tutti i farmaci disponibili, non sono scevri da effetti collaterali potenzialmente gravi, e l’efficacia potrebbe essere discutibile. Possono essere somministrate piccole dosi di anti psicotici,comunque è in fase di acclaramento se tali farmaci possano influire sulla prospettiva reale della vita. Va ricordato comunque che il trattamento farmacologico può indurre sonnolenza. Molto usate sono le benzodiazepine, a causa della minore possibilità di indurre effetti collaterali ma talora, sia pur raramente, esse inducono un effetto paradosso nell’agitazione dei pazienti confusi. In definitiva, ogni trattamento farmacologico, nelle mani dello Specialista Geriatra o Neurologo o psichiatra, deve essere sospeso o rimodulato non appena compaiono tali effetti. argomenti La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 37 RUBRICA A CURA DI GIUSEPPE PIZZULLI La moneta forte che non teme svaluta Stiamo assistendo ad una delle più gravi crisi economiche mondiale, e forse si dirà più tardi: la più grande in assoluto che ci sia stata nella storia. In passato si sono avuti anche dei crolli finanziari, di titoli, di azioni, di monete, ma mai come in questo tempo che stiamo vivendo. Il mondo degli affari subisce gravi perdite, bruciando migliaia di miliardi di EURO con tremende scossoni giornaliere e sbalzi impressionanti. Finanzieri senza scrupoli hanno coniato titoli azionari ingannevoli, e molti incauti investitori sono caduti nella trappola perdendo i loro sudati risparmi. Tutte le monete sono in fibrillazione, agenti di borsa e faccendieri sono in allerta, i mercati azionari vanno in picchiata, il “Serpentone Monetario” fluttua sfidando le economie Mondiali. Statisti ed economisti sono seriamente preoccupati e studiano per arginare il problema, che rischia di travolgere anche le monete più forti, con gravi ripercussioni su tutto il Pianeta. Attualmente è in atto un’altra “guerra di valori”: il Male in opposizione al Bene, la Verità in lotta con la Menzogna, come la Luce e le Tenebre, il Regno di Dio in espansione e gli eserciti Demoniaci che cercano di ostacolarne l’avanzata. E’ una guerra senza quartiere che coinvolge tutto il genere umano. Il Diavolo, il Serpente Antico, il padre della menzogna ha scatenato la sua offensiva, ora più che mai, sapendo che il suo tempo volge al termine (Ap.20,1-3). Le sue armi sono l’inganno, le speculazioni filosofiche, la contraffazione della Verità, nonché l’imitazione di Essa, sotto pretesto di verità, per creare smarrimento e confusione nelle menti e nei cuori. Satana è un grande “falsario” e trafficante di anime, che con le sue millenarie astuzie cerca di gareggiare contro il Vangelo di Cristo, tramite dottrine somiglianti alla Verità, surrogati, mistificazioni, che al confronto non reggono. Satana è l’artefice delle contraffazioni, proprio come certi falsari riescono a stampare banconote e monete false che sembrano verosimili, tanto da essere scambiate per autentiche. Attenti alle astuzie del Maligno, non lasciatevi ingannare. Il nostro Signore Gesù Cristo ha affidato ai Suoi fedeli servitori i “preziosi talenti” (Mt. 25,14-30), una moneta forte che non teme confronti. I servitori di Dio sono tutti coloro che annunziano l’Evangelo con fermezza, quali collaboratori di Dio per la Salvezza dei peccatori. Ogni credente avveduto è chiamato ad essere un testimone di Cristo, (At.1,8),“un agente di borsa” per trafficare nel mondo degli affari del Regno dei Cieli, secondo le proprie capacità, per far fruttare i talenti affidatigli. Satana, il principe delle tenebre di questo mondo, ha “coniato pure le sue monete” e le ha messe nel vasto giro del mondo. Le sue “società per azioni” sono le sette sataniche, le logge massoniche, le mafie, le false religioni sparse in tutto il mondo. I credenti si trovano a fronteggiare “codeste false monete”, che “agenti di commercio” di Satana, diffondono e spacciano. Molte persone sono cadute nella rete perdendo tutto il loro “patrimonio morale”, e molti individui seguendo certi Guru, santoni e falsi messia, sono stati indotti al suicidio di massa. Tanta gente è sgomenta di fronte al grande marasma di religioni, di sette, di strani movimenti, e sono smarriti nel vedere che il Male cresce, l’illecito avanza e sembra che sovrastino il Bene. Quante persone sono cadute nel tranello di Satana seguendo falsi miraggi e miracoli di menzogna, senza mai realizzare quella Pace del cuore che tanto bramano. Intanto noi credenti fedeli a “Tutto l’Evangelo”, da buoni “agenti di borsa del Regno di Dio, non temiamo delle raffinate astuzie del Diavolo, ne delle sue malefiche insidie, perché disponiamo di una “MONETA FORTE” che non subisce perdite, di fronte al “Serpentone dei falsi titoli”, che fluttua e trascina molti alla perdizione. La Verità dell’Evangelo di Cristo è la SUPERMONETA che non arretra, ma resta incrollabile. Mentre il Maligno cerca la rovina e la perdizione delle anime, Gesù Cristo salva l’uomo dal baratro del peccato in cui è caduto. Cari amici lettori o lettrici, se non volete restare delusi o vittime del Maligno, aprite gli occhi alla Verità del Vangelo di Cristo, invocate Gesù ed Egli v’illuminerà e vi salverà. Venite a Gesù, perché Lui solo può donarvi la vera Pace, perdono, liberazione, conforto, Speranza, Vita Eterna. L’Eterno vi benedica. “Beato l’uomo che ha trovato la Sapienza…poiché il suo guadagno è migliore dell’argento e il suo frutto vale più dell’oro. Essa è più preziosa delle perle e tutte le cose più deliziose non la eguagliano. Lunghezza di Vita è nella sua destra, ricchezza e gloria nella Sua sinistra. Le sue vie sono dilettevoli e tutti i suoi sentieri sono Pace”.(Pv.3,13-17). 38 attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Fede e politica, convegno a Laterza. In data 10 ottobre 2008, alla Cittadella della Cultura di Laterza, l’Unione di Centro insieme all’Ufficio Mondo Cattolico e Realtà Ecclesiali, ha organizzato un incontro sul tema FEDE E POLITICA. L’incontro è stato caldamente voluto da Franco Frigiola, presidente del Consiglio Comunale di Laterza e Responsabile provinciale dell’Ufficio Mondo Cattolico e ha visto l’intervento di Antonio Scalera (Commissario UDC della provincia di Taranto) e Angelo Sanza (Commissario UDC della regione Puglia). Saltato purtroppo l’incontro con Rocco Buttiglione che a causa di un trattenimento alla Camera, ha avvisato con dispiacere Franco Frigiola della sua impossibilità ad intervenire. Non tutto il male comunque viene per nuocere. Infatti l’imprevisto vuoto lasciato da Rocco Buttiglione è stato colmato dai vari esponenti delle realtà cattoliche presenti sul nostro territorio diocesano che hanno raccontato ad uno ad uno, la propria esperienza di fede, il proprio coniugare fede ed opere, il proprio pensiero circa l’essere politici cristiani. E’ stato veramente edificante ascoltare esponenti di Azione Cattolica, Neocatecumenali, Rinnovamento nello Spirito, o semplici operatori parrocchiali, esprimere le proprie opinioni nella semplicità e in un clima veramente fraterno. Tra i vari interventi è emerso il desiderio di fare corpo tra le varie esperienze del mondo cattolico per essere solidali e forti su quelli che sono i punti fondamentali circa i valori sull’uomo e la società. Ognuno con il proprio carisma, ognuno con il proprio ministero ma uniti nell’obbiettivo finale: costruire una società più umana attraverso valori condivisibili con tutti. L’importante è farsi usar da Cristo e non usare Cristo a scopi politici, come a volte purtroppo succede quando si vuole usare un marchio che qualifica la nostra immagine. La parola d’ordine quindi risulta “coerenza”. Coerenza con la propria vita. Vorrei adesso condividere con i lettori della Goccia, un intervento un po’ particolare che ha concluso tutti gli interventi. Per l’occasione ho esposto un quadro che ho dipinto per l’apertura dell’anno Paolino in cui vengono rappresentati due episodi biblici contemporaneamente sulla stessa tela: La lotta di Giacobbe con Dio sul fiume Iabbok ( Gen12) e la conversione di Paolo (At 9). Parlando con Franco Frigiola, , ci è sembrato pertinente raccontare questo quadro in quella occasione perchè le riflessioni che ne emergevano erano strettamente connesse al tema FEDE E POLITICA. Giacobbe combatte con Dio sul fiume Iabbok e paradossalmente, dice la scrittura, Giacobbe vince. La vittoria di Giacobbe su Dio però non è da intendersi alla maniera umana. Egli infatti “vince Dio” nel senso che lo assimila a sé a tal punto che cambia il proprio nome da Giacobbe in Israele. Questo è un episodio importante nella storia della salvezza in quanto segna il passaggio dalla dimensione personale a quella comunitaria; il Dio trino comunica a Giacobbe il suo nuovo nome, un nome che lo rende partecipe di un piano più alto in cui egli è guida e condottiero del popolo, un popolo il cui nome rimane scritto dentro di sé. Per tutta la vita, Giacobbe conserverà un segno della sua battaglia con Dio, un segno indelebile che lo costringerà nel suo peregrinare ad appoggiarsi al bastone del Buon Pastore. Si tratta della slogatura al nervo sciatico che lo renderà più fragile e bisognoso. Contemporaneamente, sulla scena del dipinto, avviene la caduta di Paolo da cavallo e la sua conversione. La conversione di Paolo rivoluzionerà la sua vita a tal punto che egli ai Galati affermerà: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”, in un certo senso si fa Cristo egli stesso. Anche Paolo come Giacobbe ha la sua debolezza, il suo “pungolo”. La scrittura non ci rivela di quale debolezza si tratti, ma proprio grazie all’accettazione di quella debolezza, Paolo riceve forza da Cristo riconoscendo che senza di Lui non può fare nulla. Nella scena emergono in ordine sparso le lettere che formano le due parole Kristos e Israele. Le lettere non sono collegate tra loro ordinatamente perchè la battaglia è ancora in corso. Esiste però un solo modo per formare la parola Kristos (dimensione personale), e la parola Israele (dimensione comunitaria). Infatti se le singole lettere vengono spostate, capovolte, sostituite o addirittura omesse, le parole Kristos e Israele non si compongono. Ho usato la metafora delle lettere per indicare che c’è una verità sull’uomo (Kristos), e una verità sulla società (Israele). La verità sull’uomo, sul suo stare insieme, sulle sue relazioni, sul suo creare la società, (qualsiasi società, anche la Chiesa) si conquista al prezzo di una battaglia, che non è combattuta con armi chimiche, nucleari o bianche, ma in una dimensione che è puramente spirituale (cf Ef 6,10-18). Nella società di oggi, dove relativismo e nichilismo alimentano la nostra cultura, il cristiano, e a maggior ragione l’uomo politico cristiano, deve combattere ogni giorno sul piano spirituale per salvaguardare la verità sull’uomo e sul suo relazionarsi. Una verità che prima di rispondere a un credo religioso, risponde a un ordine naturale universale di cui come cristiani dobbiamo ancora impararne i vari linguaggi per poter comunicare in modo nuovo, ciò che invece è antico è immutabile. Il Vangelo di Gesù Cristo possiede la grande capacità dell’acqua: quella di assumere la forma del recipiente che la contiene. Credo sia molto importante allora studiare nuovi recipienti per dare nuove forme a contenuti la cui sostanza continua ad avere un valore eterno. Alla fine del convegno ho voluto lasciare un piccolo segno: la foto del quadro con a retro riportata l’armatura di Dio descritta in Efesini 6,10-18. Credo profondamente che senza l’armatura di Dio, il cristiano e qualunque uomo cristiano voglia costruire la società, non vada da nessuna parte. Vorrei ancora ringraziare Franco Frigiola perchè ha promosso un’iniziativa come questa. Mi auguro che tutto ciò dia imput ad altre occasioni di confronto. Daniela Dian attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 39 Nasce a Ginosa l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia Intervista al presidente il Maresciallo Giovanni Marsili Giovanni Marsili A Ginosa si lo scorso 15 febbraio 2008 è costituita l’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia). L’Associazione che conta un centinaio di soci, ha ratificato l‘organismo dirigente lo scorso 16 luglio e ha eletto il maresciallo maggiore Giovanni Marsili suo presidente. L’Associazione ha espletato i “doveri istituzionali” incontrando le autorità civili e militari della città e ha cominciato a svolgere il suo ruolo nelle attività sociali. Abbiamo incontrato il maresciallo Marsili che gentilmente ha risposto ad alcune nostre domande. Maresciallo Marsili, quali sono gli obiettivi che si propone la vostra associazione? «Gli obiettivi che ci siamo prefissati sono diversi. Il primo in assoluto è quello di stare insieme, di rivivere le nostre esperienze passate con il personale in servizio di oggi; gli altri sono quelli di creare momenti di convivialità con le nostre famiglie attraverso l’organizzazione di cene sociali, viaggi culturali e attività di confronto culturale. Abbiamo anche la disponibilità di alcuni medici che possono aiutarci in queste iniziative. Le iniziative sono tante e, tra queste, vi è quella che abbiamo già avviato con il sindaco Montanaro, quella di mettere in opera un “Monumento al Marinaio”, scultura che dovrebbe essere collocata sul lungomare di Marina di Ginosa. Si tratta di un’Ancora monumentale. Come vede le idee non mancano e i soci anche. Adesso che ANCHE IL SINDACO SOCIO DELL’ANMI Da ex marinaio qual è, il sindaco di Ginosa, Luigi Montanaro non poteva non diventare socio effettivo dell’ANMI, l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – Gruppo di Ginosa, costituitasi lo scorso 15 febbraio, con un Direttivo ratificato ufficialmente lo scorso 16 luglio. Nei giorni, scorsi, c’è stata la presentazione ufficiale della neonata associazione alle autorità istituzionali del posto; pertanto, prima una tappa al Comune, dove la delegazione degli ex marinai è stata accolta dal primo cittadino e dall’assessore al Bilancio Carmine Malvani. “Ho sempre nel cuore l’ancora e non potevo esimersi, sia per il ruolo istituzionale che ricopro sia per un passato, comunque legato alla Marina, dal far parte di questa associazione”. Così ricordando anche i mesi che lo videro impegnato a Maritele, a Taranto, presso l’Ufficio Postale, quando il servizio di guardia consisteva nel prestare servizio al telegrafo, il sindaco Montanaro ha accolto appieno lo spirito degli ex marinai di Ginosa ed, entrando a far parte dei 120, che compongono il gruppo, ha preso seri impegni con il Direttivo. Il presidente dell’ANMI Gruppo di Ginosa, Giovanni Marsili ed il sindaco hanno già condiviso due obiettivi: realizzare sul lungomare di Marina di Ginosa siamo operativi cominceremo a trasformare le nostre idee in atti concreti.» A chi è venuta l’idea di dare vita all’ANMI a Ginosa? «Tre anni fa gli venne in mente al Sindaco Montanaro. Me ne parlò ed io dissi che ci avrei pensato. All’epoca ero solo. Poi, piano piano, ho cominciato a ricercare i ginosini che erano stati marinai e ho visto che a Ginosa vi erano una quarantina di marescialli e con loro abbiamo trasformato l’idea in realtà. Queste persone si sono dimostrate fattive e hanno collaborato per raggiungere questo obiettivo. Devo dire che anche il sindaco ha fatto la sua parte e ha concretamente lavorato per questo risultato. Siamo 120 iscritti solo a Ginosa. Mancano i Marinai di Marina di Ginosa con i quali mi sentirò quanto prima. Mi risulta che sono una cinquantina gli ex marinai di Marina di Ginosa. Pensiamo di costituire una sezione aggregata a Marina di Ginosa che faccia capo alla sezione di Ginosa.» Avete già individuato la sede dell’Associazione? «Siamo in trattative con una persona che non risiede a Ginosa e che dispone di una proprietà immobiliare che soddisfa le nostre esigenze. Crediamo di portare in porto questa trattativa e di avere, al più presto, una nostra sede. Siamo convinti che entro il mese prossimo avremo risolto anche questa “pratica”.» Maresciallo Marsili, quali sono gli impegni più immediati dell’Associazione? «Gli impegni più immediati sono il consolidamento del gruppo dirigente dell’Associazione e con l’aiuto del Ministero della Difesa (noi dipendiamo dal Ministero della Difesa) ed in particolare con il sostegno dell’Ammiraglio Manganiello che è il nostro supervisore, delegato regionale che risiede a Taranto, metteremo a fuoco un programma di attività per i prossimi mesi.» Stefano Giove un monumento al Marinaio e, poi, con un intento prettamente culturale e storico, recuperare gli affreschi della chiesa di Santa Barbara, in gravina, per poterli adottare come associazione e comunità. Parte, dunque, in positivo, la navigazione tutta ginosina dell’ANMI, guidata dal “capitano” Marsili, coadiuvato dal vice presidente Pietro Giancipoli e dai consiglieri Giuseppe Masi, Raffaele Barbaro, Giuseppe Basta, Antonio Guarino ed Eduardo Maggiore. Impegnati come revisori, Leonardo Calabrese, Domenico Cito e Damiano Malvani. Dopo aver fatto tappa al Comune, il Direttivo marinaro ha portato il suo gagliardetto anche al comandante dei Carabinieri di Ginosa, il luogotenente Francesco Capobianco e al comandante dei Carabinieri di Marina di Ginosa Vito Capozzi. Chiamando a raccolta tutti coloro che sono appartenuti o appartengono, senza distinzione di grado, alla Marina Militare, l’associazione si attiverà, come sul resto del territorio nazionale, per mantenere vivo il culto della Patria e l’attaccamento ai valori e alla Marina Militare, per difendere quello spirito, che permea la vita marinara e le sue tradizioni, per promuovere e sviluppare l’assistenza morale e materiale grazie a sentimenti di reciproca solidarietà. “Una volta marinaio … marinaio per sempre”. Ufficio Stampa Comunale attualità La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 41 Termovalorizzatori? (seconda parte) Nell’ultimo articolo, ho parlato dei termovalorizzatori, del loro impiego, del loro costo e della ricaduta sulla popolazione; ne è stato descritto il funzionamento e i motivi per cui non sarebbe meglio costruirne altri, sia alla luce della serie innumerevole di studi medici pubblicati, sia alla luce del contributo scientifico dato da chimici e biologi molecolari autorevoli, che hanno dimostrato come le nanoparticelle possono causare molti irreversibili problemi dopo essersi introdotte nel nostro organismo; il tutto alla luce di una legislazione a livello europeo che pecca ancora di superficialità. In ogni modo, il problema dei rifiuti rimane e non è sicuramente utile alla comunità offrire un contraddittorio senza parlare della possibile soluzione. Attualmente l’Italia detiene il record mondiale per la raccolta differenziata. Voi penserete come quantità minima pro capite; invece vi sbagliate: Capannoni, vicino a Lucca in Toscana, è stato il primo comune in Italia ad aderire al programma “RIFIUTI ZERO”. Ha raggiunto l’83% di raccolta differenziata. Il primo paese al mondo. In più ci sono altre 1000 comunità in Italia che riciclano più del 50%, altre più del 60, 70 e 80%. A Treviso c’è un consorzio di 22 comunità passate dal 27% a una media del 76% di raccolta differenziata in soli 5 anni. Di fronte a questi dati mi meraviglia sentire parlare i nostri amministratori di “efficienza” della raccolta differenziata, quando raggiungiamo a stento il 9,23%1; mi chiedo: ”non dovrebbe essere più ambizioso il nostro obiettivo?” Il rapporto dell’A.E.A. (Agenzia Europea Ambiente) afferma che le risorse da distruggere le dobbiamo recuperare con il ritiro porta a porta, compostaggio, riciclaggio, riutilizzo e riparazione. Questo riduce di 45 volte le emissioni di gas serra nell’ambiente, rispetto ai termovalorizzatori. Come fare? L’alternativa agli inceneritori esiste. E’ un ciclo integrato tra Riduzione alla fonte, Raccolta differenziata Porta a Porta, compostaggio e TRATTAMENTO BIOLOGICO MECCANICO “A FREDDO”. La raccolta differenziata si fa Porta a Porta consentendo di arrivare al 65%/85%, assolutamente irraggiungibile con il sistema dei cassonetti stradali. Non è un utopia se pensate a San Francisco dove vivono 850.000 abitanti, molti grattacieli e poco spazio disponibile, dove servono tre lingue (inglese, spagnolo e cinese) per comunicare con i cittadini, nel 2000 differenziava il 50%, nel 2004 il 64%, l’obiettivo per il 2010 è il 75%.......per il 2020 il 100%, “rifiuti zero”. Dopo la raccolta differenziata c’è il riciclo e compostaggio. I materiali separati vengono avviati alle filiere del riciclo per produrre nuovi oggetti e materiali e l’organico agli impianti di compostaggio per produrre fertilizzante. Tutto quello che non è riciclabile può essere avviato al trattamento meccanico biologico senza combustione, senza incenerire evitando di inviare in discarica ceneri tossiche o materiale putrescibile, pericoloso per il percolato che produce. I rifiuti selezionati vengono biodegradati in bioreattori chiusi con biofiltri che essiccano a 40-60° ciò che rimane. Il tutto senza bruciare. Con la fermentazione si può produrre biogas utile per far funzionare l’impianto stesso o da mettere in “Rete”. Il materiale così essiccato è ridotto del 50% rispetto alla massa d’ingresso, inoltre è inerte non è più putrescibile, non è nemmeno cenere tossica come quella prodotta dagli inceneritori che deve essere stoccata in discariche speciali. Può essere al contrario utilizzata per fondi stradali, si può stoccare in discariche come materiale inerte, si può produrre cdr per creare combustibile sostitutivo da usare in cementifici o industrie eliminando una fonte di emissione. Un inceneritori produce 400 nanogrammi di diossina per tonnellata bruciata, mentre il trattamento meccanico biologico SOLO 0.1 NANOGRAMMI. Il 60% dei materiali che scartiamo è biodegradabile, l’altro 30% è fatto di materiali inerti come il vetro e i metalli, solo il 10% è costituito da plastica che è l’unico elemento non biodegradabile, forse è opportuno trattare questo 60% con sistemi biologici perché sono gli unici che presentano un basso impatto ambientale. Cosimo Vavallo Pd Ginosa 1 http://www.rifiutiebonifica.puglia.it/ datipercomune.php 42 argomenti La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Stage di Difesa personale all’Agilform di Marina di Ginosa Un folto gruppo di partecipanti ha trascorso 7 ore di full immersion sotto la guida del National Teacher Ciro Varone Si è tenuta Sabato 11 Ottobre la prima delle tre sedute del Corso di Difesa Personale a Marina di Ginosa, presso la sede in via Fiume della storica palestra marinese Agilform. Ricordiamo che l’Agilform opera nel territorio da ormai 23 anni circa e, come ci spiega uno dei gestori dell’attività, il sig. Vito Minei, da qualche anno ha adottato nuove politiche organizzative occupandosi di tutte le discipline che apportano benefici al fisico e allo spirito, fatta eccezione per il fitness, organizzando un corposo programma che vede la palestra attiva per tutta la settimana. Nell’ambito del programma di Arti Marziali è stato inserito il corso di Difesa Personale a cura del maestro Ciro Varone, bresciano, Direttore Tecnico Nazionale del Settore Difesa Personale della FESIK e DA (Federazione Sportiva Italiana Karate e Discipline Associate). La giornata organizzata in un full-immersion di sette ore ha visto una buona partecipazione e, a quanto pare, sono state superate in pieno le aspettative dei partecipanti stessi, che hanno potuto far tesoro degli insegnamenti del maestro Varone e acquisire quelle capacità tecniche che oggi più che mai soddisfano l’esigenza di sicurezza non solo in campo professionale, ma anche nella vita quotidiana. A riprova, la presenza anche di rappresentanti del gentil sesso che, dalle statistiche e da quanto si apprende dai media, è la categoria che subisce maggiormente i disagi legati alla sicurezza personale. Da annotare anche la presenza di due ragazzi, Livia e Massimo Balbino, figli del celebre Pietro, a dimostrazione dell’attenzio- ne espressa, anche in età adolescenziale, all’emergenza sicurezza. Il Coordinatore Nazionale del Settore Difesa Personale Cataldo Taricone ci spiega che c’è una forte richiesta di corsi di questo tipo in quanto l’emergenza sicurezza diventa ogni giorno più impellente. Il corso è stato seguito da tecnici FESIK e da operatori del settore sicurezza che collaborano con la Agenzia Colella che da anni opera nel territorio. “ Chi opera nel settore della sicurezza, spiega Taricone, molto spesso non è preparato e, di conseguenza, non sa perfettamente come agire in presenza di determinate situazioni. Oggi, invece, si cerca di superare questa fase ed è grazie alla sensibilità di istruttori come il maestro Nunzio Colella che si cerca di formare gli operatori insegnando loro le tecniche per riuscire a bloccare una persona senza fargli e farsi male. Ci si augura che tanti altri istruttori seguano l’esempio del maestro Colella perché il settore si arricchisca sempre più con gente professionale.” Il sig. Tarricone ha messo in evidenza anche l’ambivalenza di questo tipo di discipline in quanto, oltre a garantire un buon equilibrio fisico, conferiscono a chi le pratica una serie di nozioni utili per la vita di tutti i giorni in merito al discorso di sicurezza personale. Ciò a cui si punta è in primo luogo la formazione dei tecnici, poi, attraverso diversi protocolli specifici, formare chi opera per la sicurezza pubblica, quindi anche le forze dell’ordine, con corsi appositi in cui le nozioni teoriche di medicina generale, nonché criminologia e legislazione in materia di legittima difesa. Altro progetto è quello denominato “donna sicura” fatto apposta per le donne, che consta di insegnamenti anche di carattere psicologico al fine di scoraggiare, assumendo un atteggiamento adeguatamente sicuro, l’aggressione da parte di malintenzionati. Il sig. Taricone ha tenuto a puntualizzare che in ognuno dei progetti e degli stages si punta a valutare il grado di Customer Satisfaction e nella giornata di Sabato 11 il verdetto unanime dei partecipanti è stato “stanchi ma soddisfatti”. Grande la soddisfazione del National Teacher Ciro Varone, del Coordinatore Nazionale del Settore Difesa Personale, Cataldo Taricone, del maestro Nunzio Colella e di tutto lo staff dell’Agilform e ci si aspetta lo stesso riscontro anche per le altre due sedute dello stage che avranno luogo sempre a Marina di Ginosa fino al prossimo mese di maggio. Antonello Lovecchio attualità Il gruppo Consiliare Udc per il voto di preferenza GRUPPO CONSILIARE UDC COMUNE DI GINOSA I Consiglieri Mario Toma e Giuseppe Cazzetta, Gruppo UDC - Unione di Centro in seno al La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 Consiglio Comunale, PREMESSO: che l’art. 1 comma 2 della Costituzione Italiana recita che ‘ La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”; che la Democrazia rappresentativa è fondata sullo stretto e necessario rapporto fra eletto ed elettore; che l’art. 49 della Carta Costituzionale recita che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la Politica Nazionale”; che fra i principi Statutari del nostro Auguri a Claudia e Saverio Gli amici e i parenti rivolgono i più sinceri e affettuosi auguri a Claudia e Saverio Matarrese per aver coronato il loro sogno d’amore. 43 (comune/provincia/regione)vi è quello della promozione alla partecipazione alla vita democratica del Paese, quindi di favorire con ogni utile iniziativa l’espressione democratica dei cittadini. ATTESO: che già in occasione delle elezioni politiche i cittadini sono stati privati della possibilità di scegliere i loro Parlamentari e tale scelta è affidata esclusivamente ai leader di Partito che hanno il potere di compilare le liste e determinano anche la elezione dei Parlamentari; che nell’ambito di una riflessione sul ruolo dei partiti e la loro forma democratica, l’esclusione del voto di preferenza rischia di alimentare una dèriva leaderistica estranea alla tradizione popolare; che è all’ordine del giorno dei lavori parlamentari una proposta di revisione della legge elettorale per le elezioni Europee che escluderebbe la possibilità per i cittadini di scegliere i propri eletti eliminando del tutto le preferenze. TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO IL CONSIGLIO COMUNALE DI GINOSA chiede il mantenimento della possibilità per i cittadini alle elezioni Europee di scegliere i Parlamentari, anche riducendo ad una sola le preferenze, e chiedendo altresì di introdurle la preferenza nell’attuale legge elettorale per il Parlamento Italiano c da mandato al Presidente dell’Assemblea Consigliare di inviare ai Presidenti della Camera dei Deputati e Senato della Repubblica e delle Commissioni Parlamentari competenti, la Deliberazione in oggetto. 44 La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 eventi sportivi SECONDA CATEGORIA / La matricola biancazzurra sente odore di primato Ginosa, sbancata Strudà: vetta ad un solo punto I biancazzurri del tecnico Pizzulli, grazie ad una prestazione maiuscola, espugnano il terreno dello Strudà con una rete del cannoniere Papapietro e si piazzano in seconda posizione ad una sola lunghezza dal Torre capolista sconfitto in casa dal Surbo. Il Ginosa sbanca Strudà grazie ad una rete del solito Papapietro e vola al secondo posto ad una sola lunghezza dal Torre capolista sconfitto in casa dal Surbo. Gara sostanzialmente equilibrata con i biancazzurri più cinici in fase avanzata. La prima frazione risulta avara di emozioni. Al 10’ una punizione dai 25 metri calciata da Quarta sorvola di poco la traversa, mentre al 15’ Paiano raccoglie un cross dal fondo di De Biasi e di testa impegna Gaetani. La ripresa vede gli ionici più determinati alla ricerca del successo. All’8’ un tiro-cross di Sambito mette in difficoltà l’estremo difensore locale che si salva con un colpo di reni, mentre al 20’ la replica dei salentini è affidata a Carlino il cui tiro ravvicinato trova pronto Larocca che si oppone con bravura. L’ingresso di Papapietro vivacizza la fase d’attacco ospite e la mossa del tecnico Pizzulli si rivela vincente. Al 36’ i biancazzurri vanno a segno: Papapietro, ben servito da Paiano, gira di testa verso la porta con la sfera che incoccia sul palo e sul tap-in il cannoniere ginosino è lesto ad infilare Gaetani. I padroni di casa si sbilanciano alla ricerca del pari e lasciano ampi spazi alle ripartenze degli ospiti. Su una di queste al 43’ Paiano viene steso in area e l’arbitro indica il dischetto: Papapietro, però, si fa ipnotizzare da Gaetani che neutralizza il penalty. I biancazzurri, comunque, controllano con ordine sino alla fine e portano a casa una preziosa vittoria, mantenendo l’imbattibilità e vantando la migliore difesa del torneo. La matricola ginosina inizia a sentire odore di primato e ad incutere paura alla compagine brindisina del Torre. Tabellino della gara (Strudà-Ginosa 0-1) STRUDA’: Gaetani, Rosato, Carrozzi, Bonuso, De Giorni (17’ st Conte), Della Torre (10’ st Porciello), Longo, Zippo, Giannone, Quarta, Carlino (29’ st Castelluzzo). A disp.: Sciotti, Ingrosso, Antonacci. All. Faraco GINOSA: Larocca, Bozza Fra., Giampetruzzi, Bozza Fab., Chiedi, Zorico, Lovecchio, Innato, Paiano, De Biasi (23’ st Papapietro), Sambito (48’ st Manicone). A disp.: Lapiscopia R., Putignano, Calabrese, Orfino, Lapiscopia P. All. Pizzulli (squalif.) ARBITRO: Lillo di Brindisi. RETE: 36’ st Papapietro. NOTE: Ammoniti Carrozzi, De Giorni, Della Torre e Conte (S), Lovecchio e Innato (G). Al 43’ st Papapietro fallisce un rigore. Domenico Ranaldo (www.asginosa.it) COPPA PUGLIA / Derby d’andata senza vincitori: al “De Bellis” termina 1-1 Ginosa, buon pari a Castellaneta La compagine biancazzurra, con alcune seconde linee in campo, strappa un prezioso pari sul rettangolo verde dei cugini biancorossi e guarda con fiducia al match di ritorno. Al vantaggio ginosino firmato da De Biasi risponde il castellanetano Cecere con la complicità del portiere biancazzurro Di Gioia che compie una mezza papera. Termina in parità l’andata del derby di Coppa Puglia al “De Bellis” tra Castellaneta e Ginosa. Il tecnico Pizzulli dà spazio ad alcune seconde linee tenendo a riposo alcuni titolari quali Larocca, Chiedi, Paiano e Sambito. Gara combattuta ed a tratti spigolosa. La prima frazione risulta più avvincente. Al 12’ Tanzarella, sugli sviluppi di un corner, lambisce il palo con un tocco sottomisura, mentre al 24’ Lapiscopia scocca un fendente dal limite che trova pronto Resta tra i pali. Un minuto dopo ancora Lapiscopia, su calcio piazzato, chiama l’estremo difensore locale ad una respinta non facile in corner. Sul susseguente corner, Orfino schiaccia di testa e De Biasi, di rapina, trafigge Resta: 0-1. I biancorossi valentiniani reagiscono e nel giro di cinque minuti pareggiano. Al 29’ Cecere, dalla distanza, impegna severa- mente Di Gioia che si salva in due tempi, mentre al 31’ ancora Cecere lascia partire un fendente dalla distanza sul quale l’estremo difensore biancazzurro compie una mezza papera lasciandosi sfuggire la sfera che termina in rete. La ripresa vede un equilibrio in campo, con il Ginosa che, nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Lapiscopia, sfiora il colpaccio in due occasioni. Al 24’ Francesco Bozza, su punizione dalla distanza, impegna severamente Resta, mentre al 42’ Chiedi, su calcio piazzato dal vertice sinistro dell’area, coglie la traversa. Giovedì 23 ottobre return-match al “Miani” di Ginosa: ai biancazzurri basterebbe anche un pari a reti bianche per passare il turno. Tabellino della gara (Castellaneta-Ginosa 1-1) CASTELLANETA: Resta, Trotolo (10’ st Caffè), Riformato, Cefalo, Lippolis V., Di Pippa (27’ st Salluce), Cecere, Salamida, Tanzarella, Bongermino, D’Onghia. A disp.: Leoncino, Ippolito, Pagliari, Policarpo, Laterza. All. Lippolis W. GINOSA: Di Gioia, Manicone, Calabrese, Bozza Fab., Orfino, Zorico (1’ st Bozza Fra.), Lovecchio (41’ st Putignano), Innato, De Biasi, De Tommaso (23’ st Chiedi), Lapiscopia P. A disp.: Lapiscopia R., Paiano, Sambito. All. Pizzulli (squalif., in panchina Pavone) ARBITRO: Cagnazzo di Lecce. RETI: pt 26’ De Biasi (G), 31’ Cecere (C). NOTE: Ammoniti Bongermino (C), Calabrese e Lovecchio (G). Espulso al 29’ st Lapiscopia P. per gioco scorretto. Domenico Ranaldo (www.asginosa.it) La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 eventi sportivi 45 SECONDA CATEGORIA / Al “Miani” la sonora vittoria sui leccesi vale il primato nel girone Ginosa, cinquina al Lizzanello e primato in classifica La matricola ginosina, grazie ad una prova superlativa, travolge tra le mura amiche il malcapitato Lizzanello a suon di gol e vola in vetta alla classifica, condivisa col Pro Gioia. A segno, oltre a Innato, Lomagistro e Lapiscopia, anche il bomber Paiano che firma i primi due gol in campionato. Domenica impegno probante in trasferta contro la Virtus Latiano che, finora, ha sempre vinto sul proprio terreno. E’ un Ginosa solido e concreto: vince, convince e guarda tutti dall’alto, vantando la migliore difesa del torneo (una sola rete subita in cinque incontri). Al “Miani” i biancazzurri travolgono il malcapitato Lizzanello con un perentorio 5-0 e conquistano il primato del girone in condominio col Pro Gioia. Il risultato finale è frutto di una prestazione convincente del collettivo che raccoglie gli applausi a fine gara del numeroso pubblico presente in tribuna. La gara fa registrare un netto predominio dei tarantini che concedono poco o nulla agli avversari. Dopo una prima fase di studio, al 20’ Lapiscopia, su cacio piazzato dalla distanza, impegna Spagna che si rifugia con qualche affanno in corner. Sul susseguente angolo Paiano incorna sottomisura ma l’estremo difensore ospite si oppone con bravura e sul tap-in Innato calcia a botta sicura trovando l’opposizione sulla linea di un difensore. Il Ginosa insiste ed al 41’ sblocca il risultato con Paiano che, ben servito da Sambito, stacca imperiosamente in area e non lascia scampo a Spagna. Nella ripresa i biancazzurri alzano il ritmo della gara e dilagano, approfittando anche degli ampi spazi lasciati dai salentini. Al 5’ su azione di rimessa una rasoiata di Lapiscopia trova la deviazione sottomisura di De Biasi che esalta le doti di Spagna. Il raddoppio è nell’aria e giunge al 9’ grazie ad un’azione ben orchestrata da Paiano e Sambito e finalizzata da Innato che infila il portiere in uscita. Al 19’ su azione di contropiede Innato serve De Biasi che fugge sull’out sinistro e serve in area l’accorrente Paiano il quale trafigge l’incolpevole Spagna per il 3-0 firmando la doppietta personale. Al 29’ il Ginosa cala il poker: Spagna travolge in area Putigna- no e l’arbitro espelle il numero uno ospite ed indica il dischetto; in porta va un giocatore (sostituzioni esaurite) che respinge il rigore calciato da Chiedi, ma sul tap-in Lomagistro è lesto ad insaccare. Infine al 48’ Lapiscopia fissa il punteggio sul 5-0 finale con un forte e preciso diagonale che fa secco l’improvvisato portiere ospite. Domenica trasferta insidiosa in quel di Latiano contro una squadra che, finora, sul proprio terre- no ha sempre vinto. Sarà un impegno probante, ma il Ginosa visto all’opera contro il Lizzanello, in cui ha mostrato “attributi” da prima della classe, lascia ben sperare per un risultato positivo: sarà indispensabile scendere in campo con umiltà e convinzione nei propri mezzi. Tabellino della gara (Ginosa-Lizzanello 5-0) GINOSA: Larocca, Giampetruzzi (23’ st Bozza Fra.), Orfino (35’ st Calabrese), Zorico, Chiedi, Innato, Lapiscopia P., Lomagistro, Paiano, De Biasi (19’ st Putignano), Sambito. A disp.: Lapiscopia R., Bozza Fab., Lovecchio, Manicone. All. Pizzulli LIZZANELLO: Spagna, Paladini, Panico, Caretta (16’ st Puce A.), Greco, Manti, Rizzo, Tamborrino (1’ st Palmarini), Cannoletta, Petrelli, Lattante (3’ st Mingiano). A disp.: Puce F., Tundo. All. Mingiano ARBITRO: Amato di Bari. RETI: pt 41’ Paiano; st 9’ Innato, 17’ Paiano, 29’ Lomagistro, 48’ Lapiscopia P. NOTE: Ammoniti Innato (G), Rizzo e Spagna (L). Espulso al 27’ st Spagna (L) per doppia ammonizione. Risultati 5a giornata (19/10/08): Cisternino-Ischiataranto 0-1; F.S. Monteroni-Torre 3-3; Ginosa-Lizzanello 5-0; Lizzano-Anspi Talsano 3-1; Pro Gioia-Virtus Latiano 3-1; Squinzano 2006-Pezze 2-2; Strudà-Gioventù Campi 0-2; SurboReal S. Pietro Vernotico 3-3. Classifica: Ginosa 11; Pro Gioia 11; Torre 10; Ischiataranto 9; Surbo 8; Squinzano 8; Gioventù Campi 8; Real S. Pietro Vernotico 7; Cisternino 7; Virtus Latiano 7; Lizzano 6; Pezze 5; Strudà 4; Lizzanello 4; F.S. Monteroni 3; Anspi Talsano 0. Prossimo turno (26/10/08 ore 14,30): Anspi Talsano-Surbo; Gioventù Campi-Squinzano 2006; Ischiataranto-Lizzano; LizzanelloStrudà; Pezze-Cisternino; Real S. Pietro Vernotico-F.S. Monteroni; Torre-Pro Gioia; Virtus LatianoGinosa. Programma 7a giornata (02/11/08 ore 14,30): Cisternino-Squinzano 2006; F.S. Monteroni-Anspi Talsano; Ginosa-Torre; LizzanelloGioventù Campi; Lizzano-Pezze; Pro Gioia-Real S. Pietro Vernotico; Strudà-Virtus Latiano; SurboIschiataranto. Domenico Ranaldo (www.asginosa.it) 46 eventi sportivi La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008 CALCIO A CINQUE Continua il buon avvio del Team Ginosa che ottiene un punto contro l’ostico Noci e viene fermato solo dalla pioggia a Laterza L’avvio del campionato è di quelli promettenti, l’affiatamento tra vecchi e nuovi compagni di squadra sembra iniziare a prendere la strada giusta, da ciò si può dedurre che gli ingredienti ci sono tutti per assistere ad un ottimo campionato della squadra allenata da Mister Noia agguerrito più che mai a imporre su ogni campo il proprio modulo di gioco e la giusta cattiveria agonistica per conquistare in ogni partita punti preziosi. Proprio come quello ottenuto in casa contro l’ostico Noci reduce dalla vittoria contro il PALAGIANO e che, seppur in caso di serie D dove avrebbe dovuto militare per via delle retrocessione maturata la scorsa stagione sportiva e poi ripescato, ad ogni partita tira fori gli artigli anche in situazioni di difficoltà come quella in cui il TEAM GINOSA l’aveva costretta. Infatti la gara senza dubbio sarebbe andata al TEAM GINOSA che l’ha condotta dall’inizio alla fine sia sul piano del punteggio che su quello del gioco ma a volte la sorte gioca brutti scherzi e sul 2-1 per la compagine Ginosina, grazie alle reti, una per tempo, di RUSSO e D’ANGELO, un calcio di punizione, concesso molto benevolmente alla squadra barese, innocuo dal punto in cui veniva battuto trovava l’impercettibile deviazione di SPINELLI che ingannava l’incolpevole PIZZULLI per la rete del definitivo pareggio. Senza considerare poi gli errori dal dischetto del tiro libero, che sembrano essere una bestia nera per la formazione ginosina, pensate in tre gare, tra campionato e Coppa Puglia, ne sono stati falliti ben sette, che hanno inciso senza dubbio sul punteggio. E così bisogna accontentarsi del 2-2 finale che muove la classifica e pone la squadra a quattro punti in classifica a ridosso del trio di testa, BRUNDA, ELEVATORI BRINDISI, FUTSAL TARANTO, che viaggiano a punteggio pieno. Pari dunque da non disprezzare che ha evidenziato i progressi della squadra e le intese tra compagni vecchi e nuovi messe in evidenza contro il LATERZA campo dove il TEAM GINOSA non conquista punti da diversi anni. E sabato sembrava essere la volta buona in quanto la squadra nella prima frazione di gara metteva in luce un ottimo gioco attento in fase difensiva e spietato in fase offensiva che permetteva di colpire ben due volte grazie ad un autogol su un ottima azione iniziata e finalizzata da CARRERA e con CIRIELLO che trovava finalmente la via del gol. Nel finale di primo tempo la solita disattenzione permetteva ai padroni di casa di accorciare le distanze e portarsi sul 2-1 punteggio che si avviava a chiudere la prima frazione di gioco quando un violento nubrifagio abbattutosi su LATERZA al 29’ minuto del primo tempo impediva di continuare costringendo l’arbitro a non fare altro che sospendere la gara a data da destinarsi. Proprio quando il TEAM GINOSA sembrava aver imbrigliato il LATERZA ci si è messa l’alluvione a impedire ai ginosini di portare a casa il successo. Seppur si era solo al primo tempo la determinazione messa in campo e il modo di giocare facevano ben sperare. Ora si attendono le decisioni del giudice sportivo che dovrà pronunciarsi su quando la gara dovrà riprendersi, si pensa a una data lontana visto gli impegni infrasettimanali di Coppa Puglia, e salvo diverse decisioni si ripartirà dallo 0-0. Il prossimo turno di campionato vedrà il TEAM GINOSA impegnato sul proprio Palazzetto contro un’altra bestia nera che è il PALAGIANO reduce da una batosta subita dal COCOON FASANO che vince la sua prima gara dopo trentadue sconfitte consecutive. MARINO MENZELLA 2ª GIORNATA SERIE C2 GIRONE C COCOON FASANO – FUTSAL TARANTO 0-11 EDEN MANDURIA – BRUNDA C5 5-7 GIOVENTU’ MARTINA – A. GINOSA 4-3 BRINDISI ELEVATORI – A. MONOPOLI 4-2 PALAGIANO – A. LATERZA 2-2 SOCCER PUTIGNANO – FK PUTIGNANO 1-3 TEAM GINOSA - NOCI AZZURRI 2-2 3ª GIORNATA SERIE C2 GIRONE C ATLETICO GINOSA - FUTSAL TARANTO 3-6 ATLETICO LATERZA - TEAM GINOSA rinviata A. MONOPOLI – SOCCER PUTIGNANO 2-3 BRUNDA C5 – G. MARTINA 8-4 FK PUTIGANANO - EDEN MANDURIA 6-4 NOCI AZZURRI – BRINDISI ELEVATORI 0-2 PALAGIANO – COCOON FASANO 3-9 CLASSIFICA ELEVATORI BR 9 FUTSAL TARANTO 9 BRUNDA C5 9 FK PUTIGNANO 6 A. LATERZA * 4 NOCI AZZURRI 4 TEAM GINOSA* 4 A. GINOSA 3 COCOON FASANO 3 SOCCER PUTIGNANO 3 G. MARTINA 3 PALAGIANO 1 EDEN MANDURIA 0 AUDACE MONOPOLI 0 *TEAM GINOSA e A. LATERZA una partita in meno
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