gennaio 2003
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gennaio 2003
G I O V A N I R E P O R T E R GENNAIO-FEBBRAIO 2003 Gli studenti del 2003 OTTIMISTI, PESSIMISTI, IMPEGNATI, o… semplicemente realisti? Spedizione in a.p. - 45% -Art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale Genova - € 0,50 Nuovo SEGNI PARTICOLARI: LE PIACE BRILLARE, CAPELLI COMPRESI. www.lorealparis.com ABSOLUTE WET Fluid Gel Look Bagnato Perché voi valete. Fotosondaggio 4 COSA TI ASPETTI DAL FUTURO? Sei ottimista o pessimista? Che aspettative hai per il lavoro? E per il mondo? 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Martina Pupillo, 18 anni: Mi sento ottimista, non sono preoccupata e non ho eccessivi timori per il futuro: terminati gli studi vorrei viaggiare molto e fare esperienze di lavoro “ “ Althea Borio, 18 anni: Anche se penso che non sarà tanto facile raggiungere tutti gli obiettivi che mi sono posta, mi sforzo di essere ottimista a tutti i costi “ “ 1 2 Doris Hayes, 5 19 anni: Se dovessimo dar retta alle news non c’è da stare molto tranquilli. Sono invece ottimista per quello che mi riguarda personalmente anche se con qualche interrogativo per il lavoro “ “ 6 Teresa Colosimo, 18 anni: Ho un po’ di paura riguardo al futuro in generale: non sappiamo cosa ci aspetta. Sono invece ottimista e fiduciosa per ciò che riguarda il mio futuro professionale “ “ Andrea Cottone, 18 anni: Non sono molto ottimista: credo però che un comportamento corretto da parte di pochi uomini possa determinare un futuro migliore per tutti Fouzia Dhimene, 19 anni: “ “ ’95: “Sono in Italianondalsono completamente ottimista. Non sono certa infatti di poter ottenere per me stessa tutto quello cui aspiro “ 3 4 Anna Murano, 7 21 anni: Sono pessimista per la situazione in cui versa il mondo, mi preoccupa molto l’aspetto ambientale. Sono piuttosto ottimista sul futuro lavorativo. Se scoppiasse una guerra, mi arruolerei! “ “ 8 Monica Costantini, 20 anni: Sono pessimista e se guardiamo ai fatti bisogna prepararsi al peggio. Per il mio “domani” lavorativo invece sono ottimista e mi aspetto solo cose belle! “ “ Luca Bortolomai, 18 anni: Sono convinto che chi abbia dei meriti personali prima o poi emerge; sono meno ottimista nei riguardi della situazione mondiale: direi che migliorare è un obbligo! Alessia Morgillo, 18 anni: Ho una visione negativa, perchè studio in un settore, quello turistico, che entra facilmente in crisi se le cose a livello mondiale vanno male. Mi sforzo però di vedere 10 le cose in positivo “ Viola Vito, 18 anni: Sono ottimista e penso sempre che ci sia una soluzione per tutto. Trovo non sia giusto che al mondo tante persone abbiano tanto e alcune nulla. Mi sento fortunata 11 Valentina Vai, 19 anni: Sono decisamente ottimista. Spero che il futuro possa essere migliore del presente grazie allo sforzo e alla volontà di tutti. Il lavoro? Staremo a vedere! 12 Chiara Omedè, 13 18 anni: Temo che il 2003 sarà peggiore dell’anno appena trascorso. Non so bene cosa aspettarmi dal futuro, molte cose stanno cambiando, ma in meglio o in peggio? 14 Valentina Scarsella, 18 anni: Vedo un futuro grigio: secondo me le cose peggioreranno anche dal punto di vista dell’ambiente, perché tutti dicono facciamo, facciamo… e poi non fanno mai niente! Viviana Pugliese, 15 17 anni: Sono ottimista soprattutto per quanto riguarda il mio lavoro, ho una gran voglia di fare. Vedo invece abbastanza cupo il futuro del mondo. Sì, ne sono preoccupata 16 Stefania Giordano, 16 anni: Sono un’ottimista e sono consapevole che studiando mi sto costruendo un futuro. L’ottimismo e la serenità la trovo con gli amici, soprattutto con i miei compagni di classe Debora Moroni, Giampiero Oneglio, 18 anni: 18 anni: Temo che il 2003 sarà Ottimista, anche se un anno duro, peggiore c’è gente che sta peggio di quello già trascorso. di noi e se scoppiasse Sono però ottimista per una guerra le cose quello che mi riguarda peggiorerebbero! Dopo personalmente e la scuola andrò a soddisfatta degli studi lavorare con mio che ho intrapreso padre 17 18 Antonio Macchiarulo, 16 anni: Se sono preoccupati gli adulti, perché non dovremmo esserlo noi! Temo che quello che abbiamo possa svanire di colpo. Per il futuro professionale sono invece ottimista 19 Giuseppe Bisogni, 16 anni: Mi sento tranquillo, e contento dei miei studi. Colore rosa per il mio futuro; per quello del mondo invece, colore bianco: un non colore perché veramente non 20 so cosa succederà Rabi Rhoualem, 21 22 Sonia Militello, 20 anni: 18 anni: Sono certo di Non sono tanto trovare lavoro finiti gli ottimista, sono studi e questo mi da preoccupata delle ottimismo. Sono invece conseguenze e delle moralmente preoccupato sofferenze che possono per il futuro del mondo, derivare da una guerra. non ho molta fiducia che Manterrei un prudente le cose miglioreranno ottimismo Stefania Vallerio, 18 anni: “ “ 9 “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ Marina Di Fazio, 17 anni: 23 24 Sono un’ottimista di natura e appena possibile cercherò di viaggiare e imparare le lingue. Se avessi più tempo mi dedicherei al volontariato “ “ “ Mi sento ottimista soprattutto per il mio futuro lavorativo; lo sono un po’ meno riguardo al futuro del mondo: è un problema che moralmente dovrebbe riguardare tutti “ Lettere a Zai.net 8 ATTUALITA’ AL NOSTRO FORUM È ARRIVATA UNA PROVOCAZIONE: NON È VERO CHE SIAMO CONSUMISTI E DISIMPEGNATI! E VOI COSA NE DITE ? S ono una ragazza di quasi 18 anni mi chiamo Angela… già sto per raggiun- 12 gere quell'età che molti ragazzi non vedono l'ora di raggiungere ed io invece so- no seduta nella mia stanza a pensare alla mia generazione. Siamo sempre etichettati 34 quello che facciamo è stato già fatto, che le guerre che vogliamo combattere sono già state combattute, che non abbiamo ideali, che vogliamo perdere solo tempo, che non abbiamo voglia di mobilitarci. Ogni volta che sento queste cose mi sale una rabbia dentro indescrivibile. Indubbiamente la no- zi superficiali che con l'abito firmato sono 5 troppa fatica, che nei giorni di manifestazione entrano a scuola per timore della mamma oppure stanno a casa nel lettuccio. istante con i loro genitori per andare ai social forum, manifestazioni e scioperi. Siamo GABBERS & HARDCORE E’ la frontiera della musica techno. E’ più di un genre, orami uno stile di vita. Da Rotterdam all’Italia trend, info e detrattori… VENGO DA LONTANO… STUDIO QUI La lingua può essere davvero una barriera fra gli studenti stranieri e la scuola.... L’incontro di Zai.net con gli studenti stranieri in Italia si arrichisce di nuove testimonianze COSA TI ASPETTI DAL FUTURO? Sei ottimista o pessimista? INTERVISTA Ma ci siamo anche noi, quelli che vogliono 22 IL CINEMA DELLE EMOZIONI: a tu per tu con Mimmo Calopresti noi, a cui poco importa il voto scolastico, noi vogliamo la sostanza. Siamo noi quelli a cui il buonismo fa schifo. Siamo quelli che INCHIESTA ’68. Quelli a cui i cibi transgenici fanno schi- 2003: anno europeo dei disabili può migliorare. Siamo quelli che dicono basta a chi non crede in noi e spiegano ai nostri coetani che un jeans in meno può salvare una vita e urlare le proprie idee serve a farle ascoltare… Angela Maranta Foto Istituto “Albe Steiner” 25 credono che le lotte non si sono fermate nel fo. Siamo noi che crediamo che il mondo 22 TREND FACCE DA ZAI.NET stra generazione è divisa: da un lato ragaz- far sentire la loro voce, che litigano ogni MOTOCICLISMO, CHE PASSIONE! INTERCULTURA in maniera negativa, ci dicono che tutto soddisfatti, per i quali guardare un tg costa SPORT NO MORE WAR: GUERRA, VIETATO CHIUDERE GLI OCCHI Che cosa fare e cosa auspicare perché lo sia davvero? Gli interventi della nostra redazione sociale 14 PALLACANESTRO NON SOLO PER GIGANTI... 40 INTERNET AVVISI AI NAVIGANTI VIAGGI 24 LONDON CALLING GIOVANI CRITICI 47 TEATRO: I VINCITORI DEL CONCORSO PROMOSSO DAL TEATRO DELLA LIMONAIA TEST 58 SEI “AUTO” CRITICO? 56 CINEMA LA RECENSIONE VINCITRICE DEL PREMIO ZAI.NET CINEMAMBIENTE 52 OROSCOPO ASTRO CASTING Le previsioni del mese della nostra Cassandra: segno per segno tendenze e consigli presentati dagli astro testimonial... 60 L'Italia galleggia e non sa reagire SPORT di fronte a un futuro opaco E' questo il ritratto del nostro Paese stilato dal rapporto annuale del Censis. sistema che vive una prolungata bassa congiuntura e che non sa che cosa fare. Un Paese "con le pile scariche”. Il ritratto di un Di fonte a questa generale mancanza di aspettative, abbiamo deciso di condurre la nostra inchiesta intervistando oltre settecento coetanei e fotografando quelli che rappresentano l’opinione più diffusa. Il risultato? Non siamo poi tanto delusi né disillusi o intorpiditi. Abbiamo sì di fronte un’incognita inquietante che riguarda il futuro del mondo e la paura di un conflitto; siamo invece piuttosto ottimisti per le aspettative individuali. A questo proposito vi segnaliamo il bell’intervento di Elena sulla guerra, critico verso l’uomo che ancora segue il progresso senza scrupoli per il prezzo che comporta. Viene il dubbio che l’asserzione di Hobbes: “L’umanità è guidata solo dall’egoismo e rischia la distruzione”, non fosse così pessimista e irreale, anzi. 2003, ufficialmente anno europeo dei disabili, debutta la redazione “sociale” di Zai.net a Milano. I primi frutti sono l’approfondimento su Ma voltiamo pagina e passiamo alle novità. Con il proclamato disabilità e scuola che troverete su questo numero e il resoconto della straordinaria esperienza di “Dialogo nel buio”, ovvero le sensazioni della cecità vissute attraverso un percorso in totale assenza di luce. critici” con i vincitori dei due concorsi promossi in collaborazione con il Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino e il Festival Internazionale Cinemambiente. Buona lettura! E, ancora, musica, sport, trend e uno speciale “giovani Ti piace scrivere o fotografare? Vuoi diventare un giovane reporter? Con Zai.net hai la possibilità di entrare a far parte dell’unico circuito di informazione realizzato dagli studenti per gli studenti. Scrivi a [email protected] o telefona al numero 011 7072647 chiedendo di Sonia, la nostra segretaria di redazione. A presto! Attualità 12 VIETATO GUERRA. UN CONCETTO CHE TURBA, UNA PAROLA INGANNEVOLE, UNA MORALE CHE SFUMA. NE SENTIAMO PARLARE A SCUOLA, QUANDO LA STORIA NE SEGUE IL CORSO SCANDENDO EPOCHE ED EQUILIBRI. GUERRA E’ DATE, RE, VITTORIE E SCONFITTE. NE SENTIAMO PARLARE IN TELEVISIONE, QUALCHE MINUTO AL TELEGIORNALE E QUALCHE ORA NEI DIBATTITI-SCENEGGIATURE FRA POLITICI-ATTORI. GUERRA E’ CONSENSO ED ESIBIZIONE. 13 chi udere gli a ritroviamo nei racconti dei nonni, quando troviamo la pazienza e il valore di ascoltare. Guerra è testimonianza. Difficile da definire, impossibile da capire. La nostra volontà di benessere, l’informazione selezionata, la curiosità limitata ci portano a considerare la guerra come una realtà lontana e circoscritta. Ma evidenziando su un planisfero i Paesi in guerra si vede chiaramente che non solo non è poi tanto circoscritta l’area di cui si parla, ma che addirittura noi viviamo al centro di essa. Forse è conveniente chiudere gli occhi davanti ad una guerra onnipotente, barricandosi in un ipotetico spettacolo di pace, contenti di essere e di fingere di non sentirsi burattini pilotati. Al di là dei conflitti di cui la televisione ci aggiorna per farci sentire cittadini informati e liberi, ci sono vite di bambini che non conoscono la parola “pace”, i cui Paesi sono da decenni in lotta fra loro, ci sono minoranze perseguitate, popolazioni indigene che combattono per la loro identità, ci sono storie di diritti negati e di interessi imposti, di popoli calpestati e di Paesi in cerca di una conveniente imposizione economica. Tutto ciò non succede solo nei conflitti che fanno “audience”, come in Afghanistan o in Iraq, ma in molti altri Stati più “nascosti”, come in Chiapas, in Colombia, in India e in gran parte dell’Africa. (per approfondire: www.warnews.it, www.misna.org, www.unimondo.org) La guerra accompagna il passato dell’uomo dal momento in cui ha tracciato confini e dettato leggi. La guerra accompagna il presente dell’uomo che ancora segue il progresso senza scrupoli per il suo prezzo. L OCCHI MAPPE DELLE GUERRE Viene il dubbio che l’asserzione di Hobbes: “L’umanità è guidata solo dall’egoismo e rischia la distruzione”, non fosse così pessimista e irreale, anzi. Guardando la mappa delle guerre non sembra così difficile prospettarsi un futuro costellato di conflitti armati. L’egoismo delle Nazioni interessate ai confini e la supremazia di singoli individui che seguono i propri interessi economici hanno sovrastato la centralità dell’uomo e dei suoi diritti. Se questo è il mondo che l’uomo sviluppato e intelligente ha saputo costruire, forse occorre rivedere l’operato. Occorre mettere in discussione le proprie certezze, allontanandosi dal gioco falso delle apparenze e dei bei sorrisi e diffondere una cultura di pace e di comprensione. Solo così potremo evitare all’egoismo del potere di conquistare il tacito consenso della gente e continuare a propagarsi, calpestando la vita. Elena Gasparri, 19 anni Legnano (Milano) Trend 14 15 Dal techno all’HA RDCORE La storia APICE SUPREMO DELLA MUSICA RITMICA, È UN SOTTOGENERE DELLA TECHNO, CARATTERIZZATO DA UNA CASSA POTENTE, VIBRANTE E DISTORTA. a musica hardcore è stata creata a Rotterdam nel 1990: i pionieri sono stati i tifosi del Feyenoord che, con le loro teste rasate, hanno fondato una moda che è poi divenuta uno stile di vita. Nel corso del tempo l’hardcore si è evoluta in differenti stili tra cui il genere Gabber che ha un ritmo ancora più veloce e meno melodia: per le sue caratteristiche quindi, come la musica Techno, l’hardcore non raccoglie molto successo se non tra i ragazzi più grintosi e aperti a nuove esperienze musicali. Questo movimento è finalmente giunto anche in Italia (divulgato in principio dalle discoteche bresciane), dove ha as- L sunto grande importanza soprattutto negli ambienti più trasgressivi. I ragazzi che abbracciano questa moda vengono chiamati “Hardcore Warriors” (Guerrieri Hardcore) e “Gabbers” e, nel modo di vestirsi, si attengono a precisi modelli. Come attraverso la musica, anche attraverso l’abbigliamento si vuole esprimere quell’aggressività che non riesce a trovare sfogo nella società; e forse è per questo motivo che si è diffusa la leggenda secondo cui i membri del popolo Hardcore sono esclusivamente di genere maschile. Leone Fossati, Milano La musica Hardcore nasce a Rotterdam all’inizio degli anni ’90, creata dai dj Paul e dj Rob che, “giocherellando” con dei campionatori, tirarono fuori per la prima volta un suono distorto dalle casse. Fu proprio a Rotterdam che questo genere di musica elettronica estrema si diffuse, prima tra piccoli negozi di dischi, poi con trasmissioni radio a tema, infine con la diffusione nei primi locali hardcore della storia. Primo bacino di utenza di questo nuovo genere furono i tifosi del Feyenoord ma ben presto l’hardcore si diffuse su tutto il territorio nazionale, grazie anche all’organizzazione di eventi tuttora esistenti che richiamano ogni volta migliaia di persone. Tra i raduni rave hardcore più famosi si possono citare i “Nightmare in Rotterdam” organizzati dallo stesso dj Paul. A metà degli anni ’90 i dj olandesi iniziarono a fare serate hardcore in Germania e da quel momento il genere invase tutta l’Europa. La sua diffusione ha comportato come conseguenza naturale il fatto che i vari dj cercassero un modo più personale ed uno stile riconoscibile rispetto agli altri. E’ così che, a circa dieci anni dalla nascita, l’hardcore si è diviso in numerosi sottogeneri ognuno con caratteristiche peculiari ed elementi distintivi. Ci si ritrova così ad ascoltare non dj hardcore, ma dj che suonano hardcore di un certo tipo (speedcore, terror,…) in base ai gusti e alle preferenze personali. Tra i dj più famosi si devono elencare, oltre ai già citati dj Paul e dj Rob, anche Neophyte, Ruffneck, Mark Acardipane, Rotterdam Terror Corps, solo per citarne alcuni. Nel panorama italiano spiccano invece i nomi di Claudio Lancinhouse, gli stunned guys, Digital Boy e tanti altri… I Generi Gabber: Hardcore veloce, bpm intorno ai 200 Happycore: Melodica e allegra, gli strumenti tipici sono il piano e le voci accelerate Industrial: Incontro tra punk e speedcore New style: Hard-house con cassa hardcore, bpm compresi tra i 120 e i 160 Old school: Comprende tutte le vecchie tracce storiche dell'hardcore Speedcore: Altissimo numero di bpm Terror: Melodia macabra e voci distorte Trend 16 17 Chi balla questa musica: i gabbers I ragazzi che ballano questo tipo di musica sono detti “Gabbers”, termine che in slang olandese significa amico, compagno. Sono generalmente molto giovani, difficilmente superano i vent’anni, si muovono in gruppi numerosi e frequentano i locali in cui i dj suonano esclusivamente la loro musica. I Gabbers si distinguono per il loro look tipico: capelli rasati, jeans stretti, scarpe da ginnastica griffate e felpe delle loro marche preferite. Tra le firme più in voga la Lonsdale London, l’Australian, la Terror Corps e la Space Trip. Ai piedi sono d’ordinanza le Nike Air Max di qualsiasi colore. Dall’Italia si è poi diffusa la moda del piercing, che nessun Gabber può non sfoggiare in più zone del proprio corpo. Accanto ai Gabber si è formata una minoranza di ragazzi che, pur ascoltando un genere musicale analogo, si distinguono per il look e il modo di ballare. Il loro nome è Hardcore Warriors, hanno un look che ricorda il punk inglese della fine degli anni ’70, anche se più curato. Sfoggiano pettinature con creste e spunzoni colorati, collari e bracciali di pelle disseminati di borchie e un pesante trucco in faccia. Il loro modo di ballare è molto più agitato e violento rispetto ai Gabbers. Gli Hardcore Warriors pogano in pista e si esibiscono nelle cosiddette piramidi umane, vere e proprie ammucchiate di ragazzi che si arrampicano uno sull’altro fino a che la base non cede e si cade tutti a terra. Gabber vocabolario Hardcore: È un’evoluzione della musica Techno, arriva da Rotterdam e definisce uno stile di vita Bpm: Battiti per minuto; sono il metro di misura della musica hardcore (e non solo!) Gabber: Compagno, amico Warrior: Alla lettera è guerriero Scavallare: Fare rissa e rubare Pogare: Spingersi e darsi spallate ballando Piramide: Una montagna umana che si forma quando tutti pogano Fuffa: Sono i "finti gabber", quelli che si vestono così solo per moda Sclerare: Diventare nervosi, facilmente irascibili Impasticcarsi: Prendere pastiglie di ecstasy o allucinogeni SI MUOVONO IN GRUPPO, SFOGGIANO IL PIERCING, HANNO I CAPELLI RASATI, I JEANS ATTILLATI E LE SCARPE DA GINNASTICA GRIFFATE… SONO I GABBERS! L’hardcore in Italia Questo genere musicale si è diffuso in Italia abbastanza rapidamente tanto che ora il nostro Paese è diventato uno dei maggiori diffusori di questa musica. L’hardcore è maggiormente diffuso nel nord-est della penisola, famosi i locali bresciani e bergamaschi che ormai presentano spesso dj di fama internazionale e nei quali sono stati inventati alcuni riti che ora fanno parte della cultura hardcore come la piramide e il look da warrior. L’hardcore è comunque in espansione e comincia a contare un certo seguito anche sul resto del territorio na- zionale. Il popolo hardcore italiano ha l’occasione di riunirsi all’“Hardcore Nation” rave party su scala nazionale che si svolge due volte all’anno, di solito a giugno e a novembre, e che attrae migliaia di Gabbers da tutta Europa. Oltre a queste manifestazioni, tutte le settimane, in locali come il Number One o il Matrix di Brescia o il Gheodrome di Rimini, solo per citarne alcuni, gli amanti dell’hardcore possono assistere alle esibizioni dei dj più bravi, sia italiani, sia stranieri. Francesco, 17 anni Discovery Zai.net 18 19 L’ANTI GABBERS iao a tutti, sono uno studente di 5° B, no soliti vestire Lonsdale ed adornare con e, nelle vesti di una sorta di Piero Anvari piercing il proprio muso di cui, se guargela, curerò mensilmente una rubrica dato attentamente, si può notare una vaga che ci permetterà di saperne di più sul fasomiglianza con quello di un essere umano. voloso regno animale. A caratterizzare questa razza è anche il basInnanzitutto, a tutti voi un caloroso benvesissimo quoziente intellettivo, fatto risconnuto in questo splendido mondo. Vado sutrabile anche dalla serie di rumori a casacbito ad introdurre la specie di cui parlerò su cio che usano ascoltare nei loro momenti di questo numero del giornalino, un mammifesvago e che prende il nome di “hardcore”. ro onnivoro discendente dall’uomo e i cui Solitamente si riuniscono in sorte di tribù primi esemplari sono stati avvistati nell’euche chiamano “balotte”, che devono essere ropa centro-settentrionale, rigorosamente “troppo in…zprecisamente in Olanda. TutUN NOSTRO LETTORE zate”, altrimenti non sanno tavia di questa specie si è di cosa vantarsi con gli amiCI PROPONE UNA potuta notare da alcuni anni ci e con le persone con cui NUOVA RUBRICA DI a questa parte una forte cretrovano da ridire. scita anche nella nostra pePSEUDODIVULGAZIONE Queste tribù usano ballare nisola, ed in particolare nella una danza, che a una prima SCIENTIFICA SULLE nostra scuola: sto parlando vista può sembrare ridicola SPECIE NUOVE E SU dei GABBER. ma che alla seconda toglie Gli habitat naturali del gabogni dubbio, che prende, QUELLE IN VIA DI ber si chiamano Gheodrome per l’appunto, il nome di ESTINZIONE. e Number One. Come di ogni “gabber”. animale, anche del gabber Per chiamarsi tra di loro, i esistono l’esemplare maschio e l’esemplare gabber usano i termini “uomo” (per chiamafemmina. Il primo è caratterizzato da pelo re l’esemplare maschio) e “uoma” (per l’erasato sulla testa, mentre la caratteristica semplare femmina). della femmina di gabber è il pelo rasato soSpesso questi mammiferi possono rivelarsi lo nella parte inferiore della testa e più lunpericolosi per l’uomo: come si fa per i cani go in quella superiore, solitamente raccolto più feroci, chi incrocia un esemplare (indiffein una coda alta o da una fascia, rigorosarentemente maschio o femmina) di gabber mente marcata Australian. Tuttavia, nella deve assolutamente evitare il suo sguardo. natura si sono riscontrati anche esemplari Infatti, nel malaugurato caso che qualcuno femmine di gabber completamente rasati a guardi anche per una sola frazione di sezero, come gli esemplari maschi. condo un gabber negli occhi, il malcapitato Indipendentemente dal sesso, i gabber sosi sentirà fermare con una frase che può va- C riare dal “…zzo guardi?” al “Che …zzo guardi?”. Da quel momento, chi osa rispondere è passibile di essere “sganciato” (la cui traduzione in italiano corrisponde a “picchiato”, “malmenato”) dalla balotta troppo in…zzata cui appartiene l’esemplare che ha subìto il torto. Perchè un’altra caratteristica di questa specie è di non combattere mai uno contro uno, bensì di riunirsi in branchi il cui numero di componenti sia almeno di tre volte superiore quello degli sfidanti. La tendenza politica di questi animali è l’estrema destra: non di rado si sono visti gabber con tatuaggi raffiguranti svastiche, croci celtiche o simboli dell’SS e del terzo reich. La cosa curiosa è che questi esseri non sono minimamente interessati nè informati sulla politica italiana o estera, semplicemente seguono la massa. Passeggiando per le vie di Bologna, ed in particolar modo in centro, si possono trovare molti esemplari di questa specie, ma si consiglia di fare attenzione in quanto, almeno per il momento, questi non sono ancora rinchiusi in gabbie e non sono nemmeno muniti di museruola. È in fase di progettazione un apposito zoo, in cui i genitori potranno accompagnare i loro bambini a conoscere questi animali senza correre alcun pericolo. Si raccomanda comunque di non dar da mangiare ai gabber, come a nessun altro animale in ogni zoo che si rispetti. I gabber si accoppiano e si riproducono esattamente come gli esseri umani, e, come per gli esseri umani, si suppone che la femmina di gabber impieghi 9 mesi a partorire. Non si hanno tuttavia ancora tracce di cuccioli di gabber, in quanto questa è una razza relativamente nuova. Se questa razza non dovesse essere sterminata prima dalle droghe ingerite e dovesse arrivare ad avere dei cuccioli, vi prometto che ne parlerò in un altro numero del giornalino. Vi ringrazio per la cortese attenzione e mi congedo dandovi appuntamento al prossimo numero, in cui vi erudirò con altre notizie sullo splendido regno animale. Nella foto, tre esemplari maschi di gabber. Effetto Musica 20 Le TASTIERE VIRTUALI Virtual Synths a dare il giusto ritmo ai loro pezzi… Prima o poi, la batteria, quella vera, arriverà! senza problemi… poi, quando hai capito cosa cerchi, basta entrare in un negozio e chiedere: “Avete il suono dei Subsonica?!!” Il mondo in un pc ANDREA E FABIO, DA QUALCHE MESE IN TRIO CON DANIELA, CONTINUANO A RACCONTARCI IL LORO VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA MUSICA… DOPO IL BATTERISTA “VIRTUALE”, CI PRESENTANO ORA IL SINTETIZZATORE, UN CONCENTRATO DI EFFETTI DAVVERO SPECIALI! “La prima volta che ho visto su una tastiera la sigla A/S/R/D mi sono detto: “Cos’è?” E’ una cosa fantastica!!! Vuol dire poter controllare come e quando suonerà una nota... per creare quei suoni spaziali che negli anni ’70 hanno cambiato la musica! …stai suonando un sintetizzatore”. Purtroppo i sintetizzatori costano…. oggi però esistono i Virtual Synths, i synth nel computer!” Andrea, Fabio e Daniela, in realtà il batterista lo stanno ancora cercando. E, con l’aiuto del computer non solo ricercano effetti speciali da grande band, ma riescono anche “Aiuto!!! Ricomincia con il computer!!!” “Accendi il pc, apri il programma di musica, scegli il virtual che vuoi e cominci… non solo synth, anche bassi, batterie, pianoforti, voci, chitarre, praticamente tutti gli strumenti!!! “Si certo, sono due anni che imparo a suonare la chitarra, ora arrivi tu, con il pc, e fai tutto da solo!!! Sai che noia…!” “Invece di suonare e divertirti con gli amici, è più il tempo che sprechi per accendere e spegnere il pc…. i computer si sa, si bloccano sempre…!!!” “Non è vero! Fino a un anno fa forse era così, ma oggi, i computer potenti sono alla portata di tutti!” Puoi usare i VST (Virtual Synth Technology) Innamorato del suono “virtuale”… “Basta Fabio, oggi non smetti più di parlare, …mi sa che ti sei innamorato… di un Virtual Synth!!!” Il prossimo mese parleremo di come scrivere una canzone con la chitarra e la voce, in acustico. E' vero che i computers sono utili, ma è anche vero che da sempre una canzone ha solo bisogno di una bella melodia e uno strumento di accompagnamento.... lo facciamo con Michele di Supervix e con Luca, un nostro amico cantante. Potrebbero darci una mano a completare la canzone che stiamo scrivendo con Daniela... “Ciao ragazzi, alla prossima.” Fabio e Andrea, Brescia Anche i dj usano i computers! In disco ancora non si fidano, ma li usano… per aggiungere batterie, rumori e voci. In studio invece i pc sono essenziali per le compilation già mixate. I programmi? Abetlon Live, Acid, Pro Tools… Intervista Il CINEMA delle EMOZIONI Intervista a Mimmo Calopresti Vedo molto i ragazzi usati o addirittura sfruttati come merce; target pubblicitari da colpire. Non mi piace l’omologazione… I giovani sono fortemente attratti dal mondo dello spettacolo. I possibili percorsi per giungere alla notorietà possono essere diversi: partecipazione al concorso per veline, spettacoli come “Saranno famosi” o il “Grande fratello”. Quale consiglio darebbe ad un ragazzo appassionato di cinema che volesse intraprendere una carriera più impegnativa come quella di regista? Quello del regista è un lavoro creativo che permette di esprimersi liberamente nel mondo. MIMMO CALOPRESTI Nato nel 1955. Nel 1985 ha vinto il 1° premio al Festival Cinema Giovani di Torino con il video A proposito di sbavature. Per la RAI ha realizzato: 1991 Paolo ha un lavoro la felicità non costa niente elle sue opere è sempre stato molto attento ai sentimenti e alla psicologia dei personaggi. In questo può essere stato influenzato da un particolare tipo di lavoro come quello di insegnante dove i rapporti umani e interpersonali sono essenziali? Non in maniera particolare perché comunque a me interessa rappresentare l’universo umano. I sentimenti e la psicologia dei personaggi sono fondamentali e il cinema ha un tipo di linguaggio che si presta molto a far emergere questo. Vista la sua esperienza di insegnante, non ha mai pensato di ambientare un film nel mondo della scuola? Più che al mondo della scuola come “struttura e organizzazione” mi interessa analizzare l’individuo come risultato di un percorso che parte anche dalla scuola. In particolare nel film “Preferisco il rumore del mare” uno N dei personaggi principali era studente del Liceo Artistico di Torino che veniva rappresentato in un contesto sociale più ampio (famiglia, luogo d’origine, amicizie). Non condivido una certa visione della scuola proposta in alcuni film con uno stile più da commedia. Le tematiche da lei trattate, problemi esistenziali, ricerca dell’amore, della felicità, sono questioni che assillano ciascuno di noi. Il messaggio che lancia il nuovo film, binomio felicità – semplicità, può essere recepito e condiviso dagli adolescenti di oggi che sognano grandi cose e credono in un mondo artificiale? Sì, me lo auguro. Tutti hanno bisogno di felicità; la felicità è un diritto, come la tendenza a star bene. E’ necessario smascherare “il teatrino della vita” perché raggiunta un’età responsabile per effettuare delle scelte si deve decidere di diventare protagonisti. Non bisogna adeguarsi agli stereotipi. Il percorso è difficile, ma il consiglio che posso dare è quello di fissare un obiettivo, una meta e puntare a quella nonostante gli ostacoli e le difficoltà che si possono incontrare. Vi possono anche essere percorsi alternativi, scorciatoie, ma il risultato non sarebbe lo stesso e soprattutto non vi sarebbe la stessa soddisfazione alla fine dell’opera. Nella mia esperienza infatti ho incontrato persone scontente per aver aggirato l’ostacolo e per aver bruciato i tempi. M. Letizia Tavone in collaborazione con la Classe V B Mercurio ITC “Russell-Moro” di Torino E’ il regista de La felicità non costa niente, da poco uscito nelle sale. Il suo cinema è fatto di emozioni, di idee, di piccoli racconti che si incuneano nella vita dei protagonisti, tutti uniti dalla coerenza, dalla volontà caparbia di non volersi adattare ad una realtà che non amano. Storie di tenacia, sentimenti, scontri. Nel suo curriculum figura anche l’esperienza di insegnante in un Istituto professionale Torinese… la felicità non costa niente 22 1992 Paco e Francesca Remzjia per la trasmissione "Storie vere" Ha realizzato per l'archivio audiovisivo del Movimento Operaio i video: 1943 La scelta 1994 '43 - '45 Pane e libertà Diversi suoi lavori sono stati presentati a Festival Internazionali. 1987 Ripresi Fratelli minori 1990 Alla Fiat era così Nel 1994 vince il Premio Solinas per la migliore sceneggiatura con La seconda volta. Nel 1995 è regista e sceneggiatore del film La seconda volta (in selezione Ufficiale al Festival di Cannes 1995). Nel 1997 è regista e sceneggiatore del film La parola amore esiste (Festival di Cannes 1997 "Quinzaine des Réalisateurs") Nel 1998 è regista del documentario Tutto era Fiat. Nel 2001 è regista, co- sceneggiatore e interprete del film Preferisco il rumore del mare Nel 2002 è regista, co-sceneggiatore e interprete del film La felicità non costa niente Ha vinto diversi premi tra cui: - Chicago International Film Festival per la miglior opera prima; - Ciak d'oro per la migliore opera prima. La scelta Viaggio 24 LONDON CALLING È IL LUOGO DOVE FUGGIRE, LA CITTA’ DOVE TUTTO ACCADE. È SINONIMO DI MUSICA, MODA, AVANGUARDIA. MA LONDRA È ANCHE DI PIU’. nuti sono situate Covent Garden, Piccadilly Circus, Soho e le rive del Tamigi. uando sono atterrata per la prima volta in uno degli aeroporti di Londra ero felicissima, non potevo credere di aver davvero convinto i miei a portarmici. Avevo sentito parlare molto di questa città, avevo letto molti articoli e visto servizi in televisione, e ogni piccolo aspetto che arricchiva la mia conoscenza serviva per nutrire un maggiore interesse al riguardo. Non so perchè, ma tutte le volte che sono andata a Londra ho sempre trovato un bel clima, forse per pura fortuna. Vederla dal vivo è completamente diverso rispetto alle immagini delle cartoline, perchè devi proprio essere lì in mezzo per capire davvero quanto sia particolare. Q Un vero “melting pot” Ricordo le metropolitane, sempre piene di gente di tutte le razze, che danno così alla città l’aspetto cosmopolita. Proprio questo aspetto mi ha portato a un senso di venerazione per una città che è così diversa dalla mia, poter uscire e vedere ogni genere di persona, con un taglio di capelli particolare, senza essere continuamente guardata e giudicata è per me un aspetto assai strano essendo cresciuta con la mentalità di una piccola cittadina. Ricordo ancora Trafalgare Square, il mitico centro di Londra, sempre gremito di gente, dove gli inglesi si incontrano con gli amici. Qua si può visitare la National Gallery, un museo molto particolare. È un ottimo posto per fare una bella passeggiata, a pochi mi- Cibo, divertimento, musica… Come dimenticare Piccadilly Circus, il secondo centro di Londra, sempre tutto illuminato, pieno di negozi e dei conosciutissimi Fast Food e Fish’n’ chips. A Candem Town invece è possibile mangiare Messicano, Indiano, Cinese, o ogni altro cibo particolare. Per la strada si può ascoltare musica classica, jazz o rock. Non posso dimenticare di descrivervi i parchi, immense distese di prati ombreggiati da alti alberi, come St. James Park, Green Park, Hyde Park (situato nel centro di Londra), Kensington Gardens e Regent’s Park (la lista potrebbe continuare!). Se dovessi consigliarvi qualcosa da vedere di certo citerei la Casa Reale, il Big Ben e la casa del Parlamento, Tower Bridge, i magazzini Harrods, Westminster Abbey, National Gallery, il Museo delle Cere (Madame Tussauds), e il British Museum. Londra ha un’atmosfera magica, ma devi andarci personalmete per scoprire davvero il suo splendore. Se avete l’occasione e vi piacciono le città gremite di gente senza ombra di dubbio Londra fa per voi! Annelise Cirillo, 17 anni, Albenga (Sv) (redazione di Savona) Regione Lombardia nasce la più giovane redazione sociale intercultura scusi, dov’é il Midwest? eventi dialogo nel buio uno sportello dedicati ai disabili un servizio di informazioni d’avvero utili REDAZIONE SOCIALE vengo da lontano… Abbattere il primo ostacolo: la lingua 2003 anno europeo dei disabili che cosa possiamo aspettarci? inchiesta e se a scuola si iscrive un disabile La redazione sociale è sostenuta dall’Assessore a Famiglia e Solidarietà Sociale della Redazone sociale 26 Disabilità e scuola GIAN CARLO ABELLI Assessore a Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia l 2003 è stato destinato dall’Unione Europea ad iniziative ed attenzione per la disabilità. La Regione Lombardia, ed il mio Assessorato in particolare, molto volentieri ha accolto il suggerimento e ha inteso svolgere una significativa programmazione per questa categoria fragile tanto presente nel nostro contesto sociale. La scuola, il luogo più condiviso dai nostri ragazzi, davanti al tema della disabilità fisica e psichica mostra in più occasioni la difficoltà a corrispondere alle diverse esigenze degli insegnanti, delle famiglie e dei più giovani. Non si tratta solo di qualificare le strutture ambientali – spesso ancora carenti – né solo unicamente di intervenire con personale qualificato di supporto – che spesso è insufficiente, ma di procedere con ogni strumento, anche I normativo per riformare una cultura dell’accoglienza che diventi azione, punto di riferimento, concreto aiuto e novità davanti a bisogni crescenti. Questo numero di Zainet vede in veste di protagonisti gli stessi disabili/giornalisti. Il loro impegno qualifica l’indirizzo che la Regione Lombardia intende percorrere promuovendo proprio presso la redazione regionale un’apposita redazione che curi in particolare i temi della diversità e del sociale e che sia punto di riferimento per tutte le redazioni nazionali. Si tratta ad esempio di valorizzare, di far conoscere, di inserire nel quadro delle azioni di supporto le molte esperienze che ci giungono da Associazioni come Ledha ed Aias, che da ormai due anni, contribuiscono aiutando i disabili nello specifico Sportello Regionale, sia per problemi pratici sia per offrire soluzioni al tempo libero. La disabilità a scuola è innanzi tutto un problema di qualità di rapporti, di esperienza educativa possibile, in cui formazione e aggregazione svolgono un identico ruolo: una vita pienamente godibile è possibile pur in presenza di difficoltà. Una umanità che c’è e che deve rifluire nel contesto sociale portando il positivo contributo di tante energie. A questo proposito mi sembra importante segnalare che la Regione Lombardia, prima tra le Regioni italiane, poi, ha posto e più volte richiamato il tema della sussidiarietà e dell’aiuto alla famiglia (Legge 23/99). Questa riflessione ha avuto un momento forte di verifica e di confronto, dedicato al tema del rapporto tra disabilità e trasporti in un recente convegno “Muoversi” che si è tenuto a Milano e che ha visto insieme, non solo La Regione ed il Comune di Milano, ma gli stessi erogatori di servizio pubblico di trasporto sul territorio, quali ATM e Ferrovie Nord. Il risultato di partecipazione ed il livello degli interventi di associazioni e di operatori è stato indubbiamente superiore alle attese: le sessioni di lavoro e le tavole rotonde erano gremite. Il convegno è stato seguito in modo particolare dallo staff dei giornalisti di Superabile, il sito internet destinato integralmente al mon- do della disabilità, che vede una fruttuosa collaborazione con INAIL e Segretariato sociale RAI e da ora anche con Regione Lombardia. L’avvio dell’anno del disabile è stato evidenziato con una campagna pubblicitaria sui media nazionali tendente a sottolineare non solo l’impegno delle istituzioni, ma l’attiva programmazione, durante questo periodo di tempo, di iniziative di sensibilizzazione verso il tema proposto dall’Unione Europea. Ad esempio già nell’autunno 2002 l’Assessorato alla Famiglia ha sostenuto sia il Campionato Mondiale di Calcetto per Ipovedenti sia il Campionato Mondiale di tennis che si è svolto nel bellissimo scenario del Lago di Garda. In queste occasioni il binomio sport-disabilità ha avuto una efficace possibilità di manifestazione e di incontro. Gli spettatori hanno visto come è possibile abbinare una notevole qualità tecnica ad una tensione al risultato, sorprendente in quanto a vigore della tensione agonistica e della resistenza alla fatica. Infine desidero invitarvi, sia che siate vicini o lontani, a Febbraio, dal 19 al 22, alla manifestazione Progetto Città, alla Fiera di Milano in cui sarà possibile incontrare nello Spazio Espositivo di Regione Lombardia Associazioni del Terzo Settore, la Mostra di oggetti riservati ad abili e non abili, realizzata in collaborazione con l’Associazione Ar.Co. ed il Politecnico di Milano. Redazone sociale 28 Uno SPORTELLO dedicato ai DISABILI e da un lato sono sempre ro famiglie, delle associazioni e DAL 2000 LA più numerose le persone degli operatori del settore. disabili che chiedono di Il servizio è costituito dallo REGIONE integrarsi nel tessuto sociale, Sportello Vacanze (gestito da LOMBARDIA HA dall’altro sono in aumento gli AIAS Milano) che offre consuATTIVATO UN interventi delle istituzioni publenza su turismo e tempo libebliche e private in loro favore. ro “accessibile” e da InformaSERVIZIO DI Tra i molti problemi che ancora handicap (gestito da Ledha) INFORMAZIONI ostacolano questo percorso di che si occupa delle problemaDAVVERO UTILE crescita vi è la difficoltà per tiche legislative legate alla molte persone disabili di repedisabilità. rire informazioni certe e affidabili su ciò che L’esperienza di questi anni sta a dimostrare la società già oggi è in grado di offrire loro. come effettivamente lo Sportello Disabili riPer ovviare a questo problema, a partire dal sponda a un forte bisogno della cittadinan2000 la Regione Lombardia ha attivato uno za disabile. Se nel corso del 2001 il servizio sportello informativo dedicato alle persone ha fatto registrare circa 2.500 contatti, nel disabili. 2002 le richieste evase sono Si tratta di un servizio in collaborazione quasi triplicate, arrivando a con AIAS Milano Onlus (Associazione quota 6.000. Italiana Assistenza Spastici) e Ledha L’obiettivo per l’immediato (Lega per i Diritti degli Handicappati), futuro è quello di far conodue associazioni storiche del panorascere in modo ma no profit lombardo. Lo Sportello Disabili è attivo presso la sede di Spazio Regione a Milano ed è a disposizione dei cittadini disabili, delle lo- S sempre più capillare e diffuso lo Sportello, così da invogliare i cittadini ad utilizzarlo come un servizio “amico”, in grado di offrire consulenza e soluzioni alle questioni più importanti. In questa ottica è iniziato un progressivo trasferimento di competenze anche agli uffici della Regione ubicati negli altri capoluoghi di provincia, per far sì che tutti i cittadi- ni lombardi possano avere facile accesso al servizio. Infine, visto che sempre più persone disabili si rivolgono a internet per reperire comodamente informazioni da casa, le due associazioni che gestiscono lo Sportello hanno attivato due siti web in cui è possibile trovare indicazioni sulle tematiche più richieste. Più in dettaglio, il servizio Informahandicap offre consulenza e informazioni su: ze di gruppo con accompagnatori assistenza, tutela e cura sanità accertamento e benefici istruzione e formazione professionale lavoro abbattimento barriere architettoniche servizio giuridico - legale Lo Sportello Vacanze offre invece consulenza e informazioni sul turismo “senza barriere”: accessibilità ai disabili delle strutture ricettive e turistiche e dei mezzi di trasporto, organizzazioni che offrono viaggi e vacanze “per tutti” organizzazioni che propongono vacantrasporti e mobilità sul territorio SPORTELLO DISABILI C/o Spazio Regione Via Fabio Filzi, 22 - 20124 Milano tel. 02 67654740 fax 02 67655898 e-mail: [email protected] SPORTELLO VACANZE AIAS Milano onlus www.milanopertutti.it martedì e giovedì: 9 - 18,30 sabato: 9 - 13,30 Informahandicap Ledha www.informahandicap.it lunedì e venerdì: 9 - 18,30 mercoledì: 9 - 14 Redazone sociale 30 2003: anno EUROPEO dei DISABILI ti come parcheggi, quando isabile è la persona CHE COSA POSSIAMO vediamo telefoni pubblici che in seguito ad un inutilizzabili da chi sta in ASPETTARCI? evento nefasto di dicarrozzina, attraversamenti versa natura si ritrova in pedonali impossibili per chi non cammina o una condizione di impossibilità a svolgere per chi non è vedente. azioni necessarie e importanti per la sua inLa stragrande maggioranza degli edifici di dipendenza e per la sua partecipazione alla pubblica utilità è piena di barriere, ma molvita stessa. to spesso i percorsi agibili, dove esistono, Handicap è invece l’ostacolo che si interponon sono segnalati con il simbolo internane fra l’individuo disabile e l’azione che l’inzionale di accessibilità. dividuo non è in grado di svolgere. Questo La persona disabile può avere la necessità termine sta dunque ad indicare la barriera di essere parte attiva del contesto sociale in materiale e psicologica che non permette il cui vive, ma nel momento in cui trova un realizzarsi dell’azione desiderata ostacolo diventa un “handicappato”. Quali sono le cose da fare affinché il 2003 L’altro blocco è invece costituito dalle barsia in tutto e per tutto l’anno dei disabili? La riere per così dire “morali”. Ancora oggi, nel nostra società sarà in grado di offrire più co2003, non siamo riusciti a raggiungere un modità, più agevolezze alle persone disabili? buon grado di rapporto e convivenza con le Le difficoltà da affrontare per eliminare persone disabili. Molto spesso esse vengol’handicap si possono racchiudere in due no emarginate dal contesto sociale e relegablocchi ben distinti fra loro. te a svolgere mansioni che non danno loro Il primo blocco è costituito dalle difficoltà alcuna soddisfazione personale. materiali che possono creare disagi alle perQueste persone, al contrario, devono a tutti sone disabili, ossia è costituito da quelle che i costi potersi inserire nell’ambiente in cui sono chiamate “barriere architettoniche”. vivono e rapportarsi agli altri in modo assoL’eliminazione delle barriere architettoniche lutamente normale, senza alcun favoreggiapresuppone che vi siano delle leggi adeguamento piuttosto che pietismo. te con criteri precisi. Attualmente esiste una È inoltre da criticare aspramente la previsiolegislazione in materia, ma non esiste ancone di “appositi spazi” per i disabili. Ciò conra una cultura adeguata che esprima la netribuisce al diffondersi di quella profonda cessità di attuare con urgenza e in modo barriera culturale che fa dei disabili dei “dicorretto tutte le modifiche ambientali indiversi” e che, come tali, hanno diritto non alspensabili. Laddove si è intervenuti, pure se la completa integrazione ma soltanto a dein pochi casi, si è ricorso a degli interventi gli “appositi settori”. parziali, a volte ricercati, a volte raffazzonaQuello che bisogna quindi aspettarsi dal ti, senza ottenere una vera accessibilità e 2003 non è l’eliminazione completa di tutte fruibilità degli spazi. queste problematiche, ma almeno un avverTutto ciò lo abbiamo sotto gli occhi ogni giortibile tentativo di fare ciò. no, quando vediamo marciapiedi inagibili Mattia Muratore, 18 anni perché sprovvisti di scivolo o perché utilizza- D STUDENTI come 31 gli ALTRI? n primo luogo la scuola non può rifiutare l’iscrizione ed ha l’obbligo di provvedere alla completa integrazione del ragazzo. Integrazione significa provvedere sia all’assunzione di insegnanti di sostegno, sia alla destinazione di spazi per lo svolgimento delle attività integrative, sia all’abbattimento delle barriere architettoniche, quali gradini d’ingresso, laboratori ai piani alti, strutture inaccessibili se non attraverso le scale, ecc. Per fare tutto questo, la scuola deve mandare la propria richiesta alla Provincia, la quale, dopo averla approvata, finanzia le operazioni necessarie. I problemi però si riscontrano sul piano pratico. Gli istituti, infatti, non preparano quasi mai dei veri e propri piani di integrazione, ma richiedono l’intervento della provincia solamente nel momento reauna descrizione dei bisogni le di bisogno, ovvero dopo PATRIZIA ARMELLINI, del ragazzo, come ad esemaver ricevuto l’iscrizione di RESPONSABILE pio la necessità di avere un un ragazzo disabile. Gli istiassistente personale. SERVIZIO SCUOLA, tuti però non sempre sono Infine, anche se le operaziocosì tempestivi da inoltrare GRUPPO STUDIO E ni “burocratiche” per l’intele richieste al momento stesRICERCA PER grazione riuscissero ad esseso dell’iscrizione, che avviere attuate e terminate in L’INTEGRAZIONE, ne nel mese di gennaio, ma tempo, rimangono i probleaspettano spesso la fine delDELL’AIAS, mi più meramente scolastici, l’anno scolastico. Questo riASSOCIAZIONE che non dipendono dai ritartardo, sommato ai lunghi iter di e dai lunghi tempi della ITALIANA ASSISTENZA d’ufficio della provincia, imburocrazia, ma dal sistema pedisce spesso che l’attuaSPASTICI, CI SPIEGA scolastico stesso. Gli insezione delle modifiche necesLE DIFFICOLTA’ gnanti di sostegno, infatti, sarie per l’integrazione sia non sempre sono qualificati D’INSERIMENTO DEI portata a termine in tempo. e in grado di soddisfare le A questo si aggiunge la diffiRAGAZZI DASABILI. esigenze di un ragazzo dicoltà della scuola d’accosabile. La loro nomina, inoltre, è annuale. glienza di andare incontro perfettamente alQuesto comporta l’impossibilità di una conl’esigenze del ragazzo, considerando che tinuità educativa, dato che in un anno, a non conosce né lui né il suo handicap spemala pena, un insegnate riesce a conoscere cifico. La scuola di provenienza, infatti, doe a farsi conoscere dal ragazzo. Per di più, vrebbe, insieme alla domanda di iscrizione, non sempre le scuole ricevono i finanziainviare alla futura scuola di destinazione I ALCUNI DATI Redazone sociale menti adatti per l’allestimento degli spazi necessari e sono costrette ad arrangiarsi sistemando come meglio riescono gli spazi che già hanno a disposizione. Tutto questo fa sì che la percentuale annua delle iscrizioni di ragazzi disabili a licei ed istituti superiori pubblici sia molto bassa. Molti, infatti, prima dell’innalzamento degli studi a 16 anni, terminavano il ciclo degli stessi con la scuola media, mentre ora la maggior parte si riversa nelle scuole professionali. Perché la scuola sta diventando sempre meno accessibile? Perché vengono aiutate scuole dove per essere ammessi è necessario pagare migliaia di euro e vengono lasciate allo sbando le scuole con il maggiore afflusso? Ci sono scuole in cui ogni anno i muri vengono imbiancati senza una reale necessità (e lo stato ne sovvenziona l’esistenza) e scuole che non possono accogliere nel migliore dei modi un ragazzo disabile per mancanza di fondi. Perché succede tutto questo? Mattia Placanica, 19 anni Degli Alunni dell'anno scolastico 1999/2000 133.029 sono in situazione di handicap pari all'1,5% del totale degli alunni: di cui 130.146 (pari al 97,8% dei disabili ed all'1,6% del totale degli alunni che frequentano scuole normali) sono iscritti e frequentano scuole normali; di cui 2.883 (pari allo 0,03% del totale degli alunni) sono iscritti e frequentano scuole speciali o normali di tipo posto speciale. Le Tendenze Nell'anno scolastico 1989/1990 gli alunni in situazione di handicap hanno rappresentato l'1,2% del totale degli alunni. Nell'anno scolastico 1999/2000 tale percentuale è salita all'1,6%, segno di una crescente integrazione degli alunni con handicap; Spicca il considerevole aumento degli alunni in situazione di handicap nel primo anno di scuola superiore del 1999/2000 (7.050 rispetto ai 4.440 dell’anno precedente), quale immediata conseguenza dell’attuazione del prolungamento dell’obbligo scolastico fino a 15 anni. Le Scuole nell'anno scolastico 1999/2000 Il totale delle scuole, (normali, speciali e normali di tipo posto speciale) in Italia è pari a 58.784; Le Scuole Speciali in Italia rappresentano lo 0,03% di tutte le scuole; Le Scuole Normali di tipo posto Speciale sono lo 0,1% di tutte le scuole. Gli Alunni promossi Il 94,2% degli alunni disabili scrutinati nelle scuole elementari è promosso rispetto al 98,9% degli alunni in totale; L'84,1% degli alunni disabili scrutinati nella scuola secondaria di I grado è promosso rispetto al 94,8 degli alunni in totale; la tendenza che si osserva nella popolazione scolastica disabile scrutinata si riscontra, quindi, anche nella popolazione scolastica generale. Impatto della legge sull'innalzamento dell'obbligo scolastico Tra gli anni scolastici 1998/99 e 1999/2000 si è assistito ad un incremento di oltre il 50% degli alunni in situazione di handicap frequentanti il 1° anno delle scuole secondarie di II grado statali; Nelle scuole medie inferiori, a seguito dell'estensione dell'obbligo scolastico a 9 anni di frequenza, si è assistito ad un decremento della leva complessiva di oltre l'1%. Per gli alunni disabili tale decremento è risultato inferiore (0,5%). Organico di sostegno nell'anno scolastico 1999/2000 44.378 sono i docenti di sostegno, pari al 5,5% del personale docente in forza nell’anno scolastico 1999-2000; In media si ha un docente di sostegno ogni tre alunni in situazione di handicap. Superamento delle barriere architettoniche Il 23,7% delle scuole statali è dotato di ascensori o scale a norma; Il 15% delle scuole statali è dotato di servizio di trasporto per alunni in situazione di handicap. (Fonte www.handicapincifre.it) I dati più recenti sono relativi all’anno scolastico 1999/2000 Dialogo nel buio Divulgare la conoscenza dell’hand SO ic ap e in ER TTRAV VIAGGIO A particolare E de R lla cecità ISITATO NI DI UN V attraverso un percorso LE SENSAZIO compiuto in totale asietra ruvida, fresco umido, rumore d’acqua che senza di lu ce. È questo scorre ed una voce per amica. Una moltitudine il “viaggio” che vuole di emozioni colta attraverso quattro sensi. re alizzare la Un senso di spaesamento per la perdita della vimostra sta e poi… per averla riacquistata. “Dialogo nel buio”, La riscoperta della capacità di vedere ad occhi ospitata a Palazzo chiusi. Reale di Mila Comprendere ed imparare a rispettare il disagio no fino al di un non vedente. 16 febbraio . L’iniziatiScoprire quanto l’uso quotidiano (a volte assillante) va è del Co mitato Diadell’immagine abbia portato all’assopimento degli allogo nel Bu tri sensi e ci abbia resi meno capaci di assaporare a pieio Onlus, in no ciò che ci circonda. Scoprire quindi la nostra cecità. collaborazi one con il Ritrovare una nuova umanità attraverso un nuovo modo Comune di Milano, Culdi rapportarsi con le persone. Tastare le pareti ed inoltu ra e musei. trarsi lentamente in luoghi visti ma mai sentiti, scontranLa durata dosi con altre persone ed aiutandosi a vincere una deldel percorso della mole più grandi paure: il buio. Un senso di solidarietà, di stra è di ci rca un’ora, vicinanza nei confronti di persone mai viste né conoattraverso sciute ed una voce soave e rassicurante che ti guida atstanze buie traverso luoghi a lei più familiari. che riprod ucono am Un esperienza unica ma non irripetibile che termina con bienti diversi, la guida che ti domanda se preferisci o no vederla alla con l’aiuto di luce, cioè conoscerla nell’unico modo in cui lei non una guida può contraccambiare. tutta partic olare - un O per rispetto nei suoi confronti o per tener fede ai non vedent e - che aiuprincipi alla base di quella bellissima esperienza io ta il visitatore decisi di non vederla… a scopri…quella mattina, infatti, non ho visto una mostra, ma re un altro modo di ve l’ho vissuta! dere attrav erso i sens i Come ultimo appello invito tutti coloro che non hanche non so no la vista. no potuto vivere questa esperienza a chiudere gli ocL’iniziativa nasce da chi ogni tanto e a farsi trasportare dagli altri sensi; un ’idea di abbiamo molto da imparare da chi non vede (attraAndreas verso gli occhi). Heinecke ed è già stata Marco Giacomini, 19 anni ospitata in molte capiMilano tali europe e, oltre che PALAZZO REALE, MILANO a Tokio e M on tr eal. DAL 16 OTTOBRE 2002 AL 16 FEBBRAIO 2003 P Prenotazione obbligatoria. Posti esauriti. Intercultura 34 Vengo da lontano... STUDIO QUI ando ascolto a certe ditutto, coloro che di quelle ABBATTERE IL PRIMO chiarazioni che appaiono culture sono portatori spasui media, si ha l’impresventano ancora molti di noi. OSTACOLO: sione che ci sia qualcuno conPresentiamo l’esperienza di LA LINGUA vinto che l’interculturalità (che due ragazze che, tramite un chiamiamo così e non altrimenti perché il preaccordo tra due istituti scolastici (l’I.T.C. Marfisso inter- significa scambio e condivisione, a tino Bassi e la S.M.S. Mercalli) di Seregno, in differenza dell’altro prefisso, multi-, che indica provincia di Milano, si stanno impegnando invece l’accostamento parallelo di più parti dallo scorso settembre ad aiutare alcuni rasenza comunicazione reciproca) che l’interculgazzini stranieri che frequentano la scuola meturalità, dicevo, in Italia sia un fenomeno del dia a imparare l’italiano. tutto assimilato e accettato senza riserve. L’apprendimento della lingua, che è privilegio Purtroppo, in un paese in cui ancora scottanti di una ristrettissima fascia di immigrati nel e per nulla celati sono gli odi tra sud e nord, nostro paese, è il primo passo per avvicinare in cui l’unificazione linguistica è appena uscita e integrare quelle diversità che tanto ci rendallo svezzamento (abbiamo una lingua veradono diffidenti e per fare in modo che, da pemente nazionale da non più di 50 anni!), in ricolo, diventino risorse culturali. cui ancora serpeggiano più o meno manifeQuando parliamo di linguaggio, non parliamo stamente velleità di scissione interna, in un soltanto di uno sterile strumento di comunipaese così non si è affatto cazione, essenziale per muoversi nella nostra preparati a ricevere con società, ma parliamo prima di tutto di un veiserenità e apertura culcolo di cultura. Tramite l’apprendimento di ture lontane, e, sopratuna lingua si impara a conoscere anche coloro che con quella lingua crescono e comunicano quotidianamente. Le strutture sintattiche, grammaticali e logiche di un codice linguistico rispecchiano quanto mai fedelmente la mentalità di chi ne fa uso. È dunque cominciando dall’insegnamento e dalla divulgazione dell’italiano che possiamo tentare di dirigerci verso una condivisione serena di quanto di buono (e di cattivo) l’umanità ha prodotto. Fabio Berio Coordinamento delle scuole di italiano per stranieri di Milano e provincia D IMPARARE LA LINGUA GIOCANDO La realtà di oggi ci proietta in un mondo interculturale. Per molte persone, nate e cresciute in contesti culturali lontani e differenti dal nostro, il processo di integrazione risulta difficile e faticoso. Noi cosa facciamo? Creiamo una barriera di indifferenza, quando non di odio, nei loro confronti? La nostra risposta è no. Anzi, per renderci utili cerchiamo di aiutare dei ragazzi provenienti da Cina, Pakistan e Perù, che frequentano la scuola media, a familiarizzare con la nostra lingua e, di conseguenza, con la nostra società. Io e altre ragazze ci alterniamo durante tutta la settimana per “insegnare” ad alcuni ragazzi, con età comprese tra i 13 e i 15 anni, a parlare, leggere e studiare la lingua italiana. La nostra è un’esperienza impegnativa ma allo stesso tempo entusiasmante. Il nostro ruolo è molto diverso da quello dei loro insegnanti, abbiamo più un rapporto di complicità e per questo riusciamo, a volte giocando, a trasmettere non solo nozioni scolastiche ma anche e soprattutto l’amore per la nostra cultura. …giocando si impara… lo scorso venerdì abbiamo deciso di impostare una lezione fuori dai soliti schemi, ma altrettanto educativa. Caos in aula: lancio di palline di carta e scherzi di ogni genere… ab- Brevi pensieri: “Zaid (Pakistan), è molto sveglio e vivace. Prima di inziare la lezione di storia e geografia, mi racconta le sue molteplici avventure nel nostro paese” Eliana “Sarah e Josy (Perù), sono due gemelle molto unite ed intelligenti, a volte mi stupiscono perché apprendono prima ancora che spieghi le cose!” Erika biamo dato loro un momento per esprimersi con più libertà, in modo che si “sforzassero spontaneamente” a parlare l’italiano. Abbiamo notato che grazie al gioco erano più stimolati a farsi capire, perché se ci fossimo limitati a far leggere loro un libro, lo sforzo sarebbe stato più artificioso e meno produttivo. Questa “lezione” è servita tanto a loro quanto a noi, infatti abbiamo deciso tutti quanti di riproporla. …e tutto questo… lo facciamo non solo perché ci sentiamo molto utili per questi ragazzi, ma anche perché stiamo imparando a conoscere diverse culture da vicino e in modo diretto. Alla fine di un pomeriggio trascorso con loro, non solo ti senti soddisfatto per il lavoro svolto e per i loro progressi, ma anche per aver dato un contributo all’abbattimento di quel muro di pregiudizi. Noi ci sentiamo sicuramente più aperte verso gli altri grazie all’incontro di mondi con stili e realtà differenti. Francesca Mancuso Elena Palopoli, 17 anni - Seregno (Milano) di Zai.net la ogni numero su e qui”: et er ov Tr no… studio go da lonta iste a rv te in rubrica “Ven re st ando le vo nd a m i ec i. scrivet ni e stranier udenti italia coetanei, st Intercultura Per info, www.intercultura.it, oppure 36 [email protected], od ancora contattare PROSEGUONO I RACCONTI DEI RAGAZZI CHE HANNO TRASCORSO UN ANNO ALL’ESTERO GRAZIE ALL’ASSOCIAZIONE INTERCULTURA. SARA, DI ROMA, CI RACCONTA IL SUO ANNO A WASHINGTON, NEL KANSAS. telefonicamente l’associazione allo 0577 900011 ria, ma anche a mandare e-mail e a costruirmi il mio sito internet personale. Nel corso di chimica ho incontrato un sacco di amici. A vederci travestiti da scienziati col camice bianco e gli occhialoni di plastica sembriamo persone serissime, tutte prese dai nostri esperimenti con gli alambicchi e le reazioni chimiche. Scusi, dov’e’ il o vissuto per un anno negli Stati Uniti, a Washington. Sì, ma non quella a cui pensano subito tutti, la capitale. La mia Washington è una cittadina nello stato del Kansas. Potrei dirvi che è a due ore e mezza a nord di Wichita, la capitale del Kansas, ma dubito che vi darei un’idea precisa (e poi noi italiani sosteniamo di sapere bene la geografia…) e allora cercherò di descrivervela io. Vediamo …il Kansas è piatto. Sì, un’immensa pianura. E questo lo rende ideale per andarci in bici! Proprio io, che a Roma non avrei fatto 100 metri senza il mio motorino, mi sono innamorata delle gite in bici. Ed è proprio in una di queste gite che ho conosciuto lo splendido Jay dagli occhi azzurri e il fisico perfetto …ma queste è una “mia” storia e non mi va di raccontarvela! Torniamo al Kansas. H Casa, non alloggio! Tutti abitano in una “casa”. Anche a Washington e nelle città più grandi gli appartamenti sono solo per gli uffici. E tutte le case hanno i basement. Non può esistere una parola italiana per descriverli, noi li chiameremmo cantine (che fa tanto ripostiglio) o tavernette (che fa tanto fighetto). E invece sono divisi quasi sempre in tre. Una parte è il regno della mamma, che ci fa le lavatrici e stende i panni, un altro pezzetto è per i papà che come il mio hanno l’hobby del fai da te. Ma il pezzo più grande è sempre per noi ragazzi. Una bella sala grande, Midwest? come li avevo visti nei film su New York o pieni di paranoie come i ragazzi di Beverly Hills. E invece no, tutto il contrario. Bistecche, che passione immancabile la moquette per terra (su cui è d’obbligo camminare senza scarpe) un bel divano grande su cui stravaccarsi in libertà, lo stereo e gli amici. E’ talmente un’istituzione che qui nessuno invita gli amici in camera sua. Io di amici ne avevo un mare. Anche quando sono arrivata e non spiccicavo una parola di inglese. E’ facile fare amici negli USA. Il Kansas sta in quello che si chiama il Mid-West, che non è West (come la California o l’Arizona, o l’Oregon), ma non è neanche East (come New York o Boston). E nel Mid-West fare amici è davvero facile. Io mi aspettavo gli americani tutti stressati Quando mio papà… ecco, vi devo spiegare che parlo del mio papà americano, Bill, e che per me Bill e Laurie sono stati davvero papà e mamma, non “quelli che mi hanno ospitata”. Dicevo, Bill tornava a casa dal lavoro e riusciva a dimenticarsi di tutti i problemi dell’ufficio, a ridere con quella sua bella risata tuonante (è alto più di sei piedi, cioè quasi un metro e novanta) e quando era di buon umore (cioè quasi sempre) accendeva un bel barbecue su cui cuoceva delle bisteccone che saranno state di un kilo l’una. Non credo di averne mai avanzate … e meno male che poi a scuola ci andavo in bici. Anche a scuola sono tutti più rilassati. State pensando che sono tutti rilassati perché non studiano niente. E invece no. Il fatto è che ognuno si sceglie le materie che ha voglia di studiare e quindi non capita di dover studiare delle materie che non sopporti. Quello che scelgono lo studiano tantissimo. Soprattutto in maniera pratica. Io mi sono fatta un intero corso di informatica e ho imparato un bel po’ di teo- A scuola di dibattito Il corso più bello in assoluto è stato quello di “dibattito”. Ti insegna a non aver paura di parlare in pubblico, ad argomentare con efficacia le tue idee. Funziona così. Due persone discutono davanti a tutta la classe. Uno sostiene che una cosa è nera, l’altro che è bianca, su questioni soggettive. Dopo dieci minuti la classe decide chi è stato più convincente e gli assegna un punto, e il prof. spiega quali sono stati gli errori nell’argomentazione, e poi, cambio! Chi sosteneva nero, parla a favore del bianco e vice-versa. Alla fine del corso i voti vengono dati anche in base ai punti. All’inizio avevo una paura tremenda di parlare in inglese di fronte a tutti, e per provocarmi e farmi uscire dal guscio mi hanno fatto discutere su “L’Italia è meglio degli Stati Uniti”. Inutile dire che ho preso coraggio e ho difeso con forza il mio paese. Ho scoperto di amare un sacco di cose dell’Italia a cui non avevo mai pensato, e che adesso non do più per scontate. E ho scoperto quanto stavo bene in USA quando mi sono trovata a dover sostenere il contrario. E ne ho trovate di cose da dire… Io amo Roma, mi è sempre piaciuta la grande città. Non avrei creduto di poter amare così tanto la mia piccola Washington e di voler così bene alla mia famiglia americana. A loro ho insegnato l’abitudine italiana di baciarsi su una guancia quando si esce o si torna a casa, e prima di andare a dormire. Per raccontare tutto quello che mi hanno insegnato loro non basterebbero cento pagine. Sara, Roma Motociclismo Il Motomondiale è già qui... Pallacanestro Uno sport da giganti ... campioni e tifosi si preparano alle grandi emozioni su due ruote REDAZIONE SPORTIVA Anche le redazioni di Cestisti per caso Le interviste a due giovani promesse del basket italiano Zai.net sostengono la Campagna di Emergency “Uno straccio di Pace” www.emergency.it Basket e tv: Perché così poca attenzione da parte dei media? Sport 40 PALLACANESTRO: 41 uno sport da “GIGANTI” Un po’ di storia È UNO DEGLI SPORT PIU’ DIFFUSI AL MONDO, EPPURE NON HA ANCORA TUTTA L’ATTENZIONE CHE MERITA… ’inverno del 1881 del Massachussets fu molto freddo, tanto che un professore di ginnastica di nome James Naismith non se la sentiva di uscire all’aperto per svolgere le sue lezioni sulla neve. Doveva inventare qualcosa che si adattasse allo spazio ristretto della palestra per risvegliare l’entusiasmo dei suoi studenti. Non pensava ad un Football ridotto o ad un arrangiamento del Baseball, voleva trovare qualcosa di nuovo e, nel suo studio, non faceva altro che buttare giù appunti su appunti. "No, no, anche questo progetto non va bene, tanto vale gettarlo". Il foglio appallottolato centrava dritto il cestino dei rifiuti. "Per Giove! È un’idea". Due cestini da frutta, una palestra, una grossa palla di gomma, diciotto ragazzi e una mente: era nata la pallacanestro! L La diffusione in Italia Da quel giorno, questo sport si è diffuso fino a diventare tra i più praticati al mondo e anche in Italia è ormai tra le discipline più conosciute. Da noi ci sono centinaia di società, grandi e piccole, sparse su tutto il territorio nazionale che contano tra loro quasi un milione di iscritti. A fronte di questi dati, viene da pensare che la pallacanestro meriterebbe un po’ più di attenzione da parte di tutti i media visto che Sport attualmente l’unico modo per seguire questo sport è avere un abbonamento ad una pay-tv. Ma se non si ha la pay-tv, allora ci si deve accontentare di vedere qualche secondo tempo trasmesso una volta ogni tanto dalle reti nazionali. Possibile che non ci sia una trasmissione in cui ci dicano solo risultati e classifica? In cui non si analizzino, anche solo in maniera generale, anche altri aspetti del campionato o di questo sport? Senza arrivare al paradosso delle trasmissioni calcistiche, nelle quali si discute per ore e ore su particolari insignificanti che accadono dentro e fuori dal campo. E se il campionato italiano e le coppe europee sono sempre stati trascurati, negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva diminuzione delle trasmissioni che parlano della mitica NBA, la National Basket Association americana, progenitrice e massima espressione di questo sport. Ne da conferma il fatto che siano più conosciute, spesso anche tra i giovanissimi, le stelle del passato come Magic Johnson e Larry Bird, piuttosto che i nuovi talenti, tra cui Allen Iverson o Kevin Garnett. Il gioco La pallacanestro è sicuramente uno sport valido sotto molti punti di vista; essendo uno sport di gruppo, è molto utile per la socializzazione e per l’inserimento in un ambiente di coetanei: in una squadra è importante che si sia prima amici, e poi compagni che giocano per un obiettivo comune. Il basket è uno sport situazionale, in cui cioè non si devono svolgere automaticamente e sempre gli stessi movimenti (come ad esempio accade nel nuoto o nell’atletica), ma si deve reagire in tempo reale alle diverse situazioni che si presentano durante la partita. E’ vero che ci si deve attenere ad un regolamento dettagliato e a schemi predefiniti, ma l’improvvisazione sul campo risulta spesso essere l’arma in più che distingue il campione dal bravo giocatore. Lo dimostra il fatto che tutti i grandi del passato siano ancora ricordati perché hanno “inventato” un nuovo modo di giocare, creando situazioni alle quali gli avversari non erano in grado di reagire adeguatamente. Giocare a pallacanestro significa giocare ad uno sport che permette di esprimersi se- condo le proprie caratteristiche. Ci sono diversi ruoli, molto differenziati tra loro; è utile essere alti, ma non è indispensabile. In alcuni ruoli si è favoriti dall’altezza, ma in altri può diventare addirittura un’handicap: per fare il portatore di palla, ad esempio, è meglio essere più piccoli e rapidi, piuttosto che dei giganti relativamente goffi e impacciati. Spud Webb, campione a stelle e strisce di qualche anno fa ne è l’esempio più significativo: era alto 168 cm e giocava nell’NBA! Senza dilungarsi su regole o aspetti tecnici, e senza voler dimostrare quanto sia avvincente ed esaltante giocare a pallacanestro, si può solo aggiungere che, a differenza del calcio, nel basket sono forse rispettati maggiormente quei valori e quei principi di onestà e di divertimento che caratterizzano (o dovrebbero caratterizzare) le discipline sportive in generale. Ogni volta che finisce una partita c’è solo un vinto e un vincitore; senza polemiche. Non si vanno a cercare interessi oscuri e congiure che hanno influito sul risultato del campo, forse perché nel basket non ci sono quegli enormi interessi economici che ormai “infestano” il calcio; o forse perché, più semplicemente, nel basket ci sono sempre stati due arbitri, da quest’anno addirittura tre! Cestiti per caso… Abbiamo intervistato 2 giovani atleti che si dedicano con entusiasmo alla pratica di questo sport. Il primo è Giacomo, un quattordicenne di Livorno che gioca a basket dall’età di otto anni. La sua passione per questa disciplina è nata grazie al fratello maggiore, che attualmente gioca ad alto livello, e che sin da piccolo lo portava a vedere le sue partite. “La caratteristica che più mi piace di questo sport è che, essendo un sport di squadra, mi permette di passare del tempo con dei coetanei e stabilire delle amicizie. Prima di essere compagni di squadra, infatti, si deve essere buoni amici, perché solo così si possono ottenere dei buoni risultati in campo”. Diego ha 16 anni e gioca per una società torinese. Ha iniziato a praticare questo sport quasi per caso; infatti nel suo ultimo anno delle elementari ha frequentato un corso obbligatorio di minibasket che era stato organizzato dalla sua scuola come sostituto delle tradizionali ore di ginnastica. Ha così conosciuto la pallacanestro e se ne è appassionato. “Del basket mi piace soprattutto il fatto che, essendoci la possibilità di segnare molti punti, il risultato resta sempre incerto fino alla fine e si può assistere a dei rapidi cambiamenti dell’andamento della partita”. Sport Bandiera a scacchi APPENA CHIUSA LA STAGIONE “02”, SI APRE IL MOTOMONDIALE. ED I GRANDI CENTAURI SI STANNO GIA’ PREPARANDO. l 3 novembre si è conclusa sul circuito di Valencia la stagione di motociclismo 2002. La bandiera a scacchi ha chiuso così il sipario su un mondiale che gli appassionati di moto e gli amanti di motociclismo (per dirla alla Guido Meda) ricorderanno per le derapate alla McCoy del dottor Rossi, per l'invasione "selvaggia" dei tifosi al Mugello, per i baci a quel cielo lontano lanciati da Melandri ma anche per quei due piloti giapponesi, Testuya Harada e Noboru Ueda che hanno deciso di lasciare "il mondo degli eroi" per tornare in quello degli uomini. Ogni classe una storia, ogni suo campione un'emozione: Rossi è diventato il primo campione della neonata Motogp, l'amico Melan- I dri ha trovato nella 250 quel giusto mix di grinta e coraggio che gli permette oggi di essere il numero uno della sua classe, e infine Vincent, quel piccolo grande uomo della 125, capace di disegnare con le sue traiettorie una stagione perfetta. Archiviata questa nuova pagina della storia, il Motomondiale è pronto ora ad aprire un nuovo capitolo; ed è per questo che i piloti si stanno già preparando: Loris Capirossi, dopo una stagione da dimenticare, cerca la riscossa che, si spera avverrà, con la rossa Ducati, mentre il suo ex compagno di squadra Alex Barros cederà la sua Honda, vincitrice dell'ultimo Gp, all'altro italiano Max Biaggi. Sarà però l'arrivo di Marco Melandri la vera novità della stagione foto ANSA 2003. A far crescere l'attesa contribuiscono anche i movimenti della classe 250: Manuel Poggiali, messa da parte la delusione per la perdita del titolo iridato 125 all'ultimo Gp, guarda con occhi sognanti al suo imminente salto di categoria. L'anno di gavetta del sanmarinese sarà affiancato da quello che si preavvisa essere un derby tutto spagnolo Elias-Nieto anche se le speranze di noi italiani sono riposte nel "gas" del torinese Roberto Rolfo. Pronti a ripartire anche nella classe 125, ormai da anni sinonimo di bagarre e babycampioni: Barbera, De Angelis e Bianco, che non arrivano a 56 anni in tre, sono i piloti che nella stagione passata hanno più im- pressionato chi per la determinazione e chi per i risultati, ottenuti o sprecati per la troppa voglia di strafare. A meno di quattro mesi dallo start le piste di quasi tutto il mondo si stanno preparando ad accogliere tifosi e campioni, donne e motori, team e giornalisti perchè il motomondiale non è solo lo show che si vede ma è anche il duro lavoro di meccanici e uomini che 365 giorni all'anno lavorano nel silenzio per realizzare quello show. E allora buon lavoro a tutti! L'appuntamento è per il 6 aprile, tutti incollati allo schermo per fare impennare gli ascolti! Alice e Nora Cestari, 17 anni Asti internet le web novità del 2003 film ma che colpa abbiamo noi Frida cinemambiente la recensione vincitrice del concorso GIOVANI CRITICI libri l’avvocato di strada il maestro e Margherita teatro della Limonaia i testi vincitori del concorso “Giovani Critici” test sei “auto” critico? Teatro 48 SARANNO ANCHE “GIOVANI CRITICI”, MA DIMOSTRANO TALENTO E ORIGINALITÀ. APPASSIONATE E VIVACI LE RECENSIONI DEGLI SPETTACOLI DEL CARTELLONE DEL FESTIVAL INTERCITY CHE GLI STUDENTI DELLE SCUOLE DI SESTO FIORENTINO HANNO SCRITTO NELL”AMBITO DEL CONCORSO PROMOSSO DAL TEATRO DELLA LIMONAIA. BRAVI!!! INNO NAZIONALE Testo di Silvia Calamai e Michael Marmarinos ibertà dalle convenzioni. Sembra questa la parola d’ordine di “Inno Nazionale”. E così il pubblico è a tavola con gli attori, beve e mangia con loro in un bizzarro convivio; il camerino non è più abilmente celato ma illuminato e ben visibile; il tecnico del suono entra nella finzione scenica interpretando se stesso; gli spettatori sono coinvolti, partecipi; diventano interlocutori, attori, ballerini. Se Brecht aveva eliminato la “quarta parete”, qui si elimina la partizione scena-platea, attori-pubblico, recitazione attiva - ricezione passiva. Il “convitato” è immerso nell’azione, nella discussione… e nella musica, filo rosso, questo, di tutto il dramma. Sì, perché è l’inno, l’inno nazionale, il tronco centrale da cui tutti gli altri si ramificano. ni, le sue ere, le sue rivoluzioni, i suoi “inni”, appunto, colonne sonore di un’esistenza… All’idea di “individuo-nazione” si allaccia quella di “ corpo - cartina geografica”. Qui nasce lo stridente contrasto tra l’oggettività, l’univocità e la rigorosa scientificità della descrizione fornita della “nazione Donna” e la natura oscura, impenetrabile, inafferrabile, indefinibile di ogni essere umano (“Nessuno può credere di sapere tutto di lei, è impensabile anche solo pensare di conoscerla per intero, da tutti i lati”). Forse un’eco pirandelliana? “Uno, nessuno e centomila” sembra permeare queste parole. E poi un altro contrasto, quello tra la comicità della descrizione pseudo-scientifica, “geografica” della “nazione Donna” e la pro- L’inno nazionale è lo scrigno della memoria di una pagina di storia di un popolo. Ma che cos’è, oggi, per noi, la memoria? che valore ha in un mondo che mercifica tutto? “Good quality memories at a price you can afford”. E’ ridotto a bene di consumo, a semplice oggetto che obbedisce alle leggi di mercato, sembra dirci lo slogan con cui si apre lo spettacolo. Ma la memoria può essere anche un film di cui siamo, allo stesso tempo, attori e registi, come Daniela… Poi la domanda del giornalista: “Cos’è per voi l’Inno Nazionale?”. Da qui l’idea di “inno individuale” e dunque di individuo come nazione, con le sue regio- fondità di alcuni spunti di riflessione tutt’altro che banali che emergono in modo del tutto imprevisto da quest’ultima. Inno nazionale. E se la nazione fosse un romanzo? E se fosse l’eroina di un libro a prender voce, e a desiderare come nuova “patria” il mondo esterno al libro (“Tu potresti diventare la mia patria e io il tuo estero”)? Ma la figura del personaggio che “esce” dal libro (o dal dramma) confrontandosi con i viventi non sarà forse ancora una volta un’eredità pirandelliana, reminescenza di “Sei personaggi in cerca d’autore”? Qui però il tema sfocia in una riflessione esistenziale nuova: “Sei proprio sicuro di non essere il L Concorso GIOVANI CRITICI frutto della fantasia di qualcuno? Sei sicuro che la Tua vita non sia una pura invenzione?”. Insomma: sei sicuro di non essere anche tu, lettore, un personaggio di un libro, creazione dell’immaginazione di un artista? “Che cos’è l’Inno Nazionale?”; “Quello che fate significa qualcosa per la gente che vive in questa città?”; “Che cos’è una città?”: queste alcune delle domande poste dal giornalista agli attori. Sì, agli attori, non alle personae, ai personaggi. Perché “Inno Nazionale” è, tra l’altro, un esempio di “teatro nel teatro”, eredità, anche questa, del Pirandello di “Sei personaggi in cerca d’autore”. Ma è anche un esempio di scrittura “simultanea”, attuale al massimo grado: nella definizione degli attori della “città” compaiono riferimenti a persone (es.: Giuliano o l’ “angelo custode” di p.zza Ginori di Vincitrice Sesto) e luoghi (Sesto, Firenze…) di cui ogni giorno ciascuno di noi può Valentina Gori fare esperienza. Quotidianità che si fonde con citazioni colte tratte da Segnalati Brecht e Barthes. Perché è teatro anche (anzi, soprattutto, per MarmariEleonora Cantini nos) il mondo nel quale viviamo ogni Lorenzo Gasbarri giorno, la città in cui ci muoviamo. Ma soprattutto, è un esempio di teTommaso Tanini sto “corale”: nessuna voce, qui, Caterina Viti prevale sulle altre; è l’insieme che emerge. Partecipanti “Inno Nazionale” è inoltre un testo che lascia spazio a molteplici interSilvia Barducci pretazioni… e a mille dubbi. Ad Martina Taci esempio: va intesa come maschera pirandelliana quella raffigurante un Eva Maciocco porcellino e indossata da Daniela Alice Giachetti verso la fine dello spettacolo? Chiara Filippini E infine: perché la canzone “Sapore di sale” ripetuta all’infinito? Forse Tommaso Tanini un inno alternativo, disimpegnato, in cui la gente si può riconoscere, privo di un bagaglio storico e culturale che la gente non sente più? O forse la metafora di tutte le parole futili, superflue, vuote, di tutto il parlare senza in realtà comunicare che caratterizza la nostra epoca? (<<“Non siamo nemmeno capaci di fare silenzio… se non abbiamo il valore del silenzio.”; “Eppure non c’è niente da dire…Allora stiamo zitti”; segue un minuto di silenzio con conteggio dei secondi…>>). Mille domande assalgono il “convitato” a fine “cena”, a fine spettacolo. Ma in fondo non è questa la grandezza dell’arte, di non fornire mai una soluzione univoca? Valentina Gori (Liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino) La giuria: Masolino d’Amico (La Stampa) Gianni Manzella (Il Manifesto) Massimo Marino (L'Unità) Laura Montanari (La Repubblica) Sonia Renzini (Il Corriere di Firenze) coordinata da Luca Scarlini …Cos’é l’oblio? …Lithi… “Lithi” di Dimitri Dimitriadis regia di Theodoros Terzopoulos Compagnia Attis di Atene Era buio; sì era buio anche questa volta… delle parole proiettate su un muro nero, erano bianche e… Così tremendamente lontane, semplici, prive di ogni attrattiva, proprio come un vecchio ricordo che ha lasciato solo una labile traccia e che ormai non desta più nessuna emozione. Poi un uomo e una donna, un incontro quasi d’amore tra una musa greca e un comune mortale. Così forte il tono delle parole prima dell’uomo e poi della donna: sembravano ardere dal desiderio di descrive emozioni provate in modo fortissimo e passionale, i movimenti del loro corpo sembravano parlare e dire: “Ho voglia di vivere, ho voglia di amare”. …Non potevo capire le loro parole: la loro lingua era diversa dalla mia, ma se è vero che tutte le lingue sono universali, se si segue il dolce e sfumato linguaggio del corpo, probabilmente ho capito più di quanto potessi immaginare, forse per fantasia, forse per sentimento, non so… So soltanto che ho “visto” parlare d’amore, ma non di un amore platonico o divino, di un amore terreno, di un amore già vissuto e finito, di un amore che ha dato gioia ma che ora lascia tanta amarezza, a tal punto da voler uccidere l’altro con un coltello che poi, però, per un sentimento d’affetto e desiderio di provare quell’amore coinvolgente, già provato una volta, si trasforma in una piuma con cui andare a corteggiare la persona desiderata. Tante cose che meriterebbe ricordare per evitare di soffrire nuovamente d’amore, spesso vengono lasciate all’oblio e si fa finta di non conoscerle, di non averle mai provate, perché amare è bello, è coinvolgente, significa ardere e non avere più i piedi per terra… È come se ci fosse il rifiuto dell’accettazione del dolore che questo può portare. Tante volte però non vogliamo nascondere il nostro dolore da infatuazione troppo potente, e ci disperiamo davanti a tutto e tutti, ci lasciamo divorare da un vortice di grida al buio che non ci permette di costruire niente nella vita… La vita è breve e va goduta e gestita nel modo migliore… Cosa c’è dopo la morte non lo sappiamo: possiamo conoscere solo la nostra carnalità e amarla, seguire il nostro cuore e cercare di capire quello degli altri finchè l’oblio della morte non ci catturi: “oblio”, saremo noi a non ricordare o sarà tutto ciò che è di carne a non ricordare più noi? Come passeremo all’olio? Sarà musica dolce come i battiti sincroni del nostro cuore… o cos’altro? …Secondo la musa greca vestita di nero ci saranno “voci in gruppo tenendo il ritmo con i battiti del cuore” che canteranno… Eleonora Cantini, Liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino IL TEATRO E LE SUE EMOZIONI ATTRAVERSO SAGGI DEI GIOVANI CRITICI SEGNALATI DALLA GIURIA… OPERA DOPO OPERA, EMOZIONI, PENSIERI ED OPINIONI CHE NASCONO DALLE PAROLE CHE PRENDONO VITA IN SCENA. La corte dei miracoli “La corte dei miracoli” di I. Kambanellis Compagnia Teatro della Limonaia mise en espace a cura di Barbara Nativi Nella lettura del testo di Kambanellis s’intrecciano le vite dei caratteri più diversi. Grecia, anni ’50, un gruppo di case popolari che si affacciano sullo stesso cortile… la “corte dei miracoli” appunto. Tutto mi richiama alla mente il bianco e nero di molti film già visti, comicità mista a crudo realismo nella descrizione dei nostri tempi. La convivenza forzata lega le storie e le azioni degli inquilini. Donne che tentano di sfuggire alla solitudine con pettegolezzi, analizzando e commentando tutto che accade, come la signora Annetò, abbandonata dalla figlia trasferitasi in Inghilterra, che rivelerà poi a Stelios il tradimento della moglie. Uomini che vivono nel ricordo delle glorie passate, nel tempo che li ha visti protagonisti attivi, come Jordanis che passa tutto il suo tempo sul tetto e che ormai con il suo fucile ha la possibilità di sparare solo a noiosissimi gatti. Yannis, figlio di Jordanis, innamorato di Dora, giovane che vive nell’attesa di un amante immaginario. Ma tra tutti i personaggi creati da Kambanellis spiccano Olga e Stelios, forse per il tragico epilogo della loro storia. Nella coppia, che si sta mano a mano sgretolando si riconoscono le illusioni e le frustrazioni di un utopico rinnovamento del paese reso ancor più aspro dai molteplici e sempre falliti tentativi di lasciare la Grecia per costruire una nuova vita in Australia. Il rinnovamento ci sarà… ma solo dal punto di vista edilizio. La corte dei miracoli verrà infatti demolita per far posto a più moderne costruzioni e gli inquilini dispersi. Caterina Viti, Liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino GIOVANI CRITICI Notturno “Notturno” di Sophia Dionisopoulou regia di Barbara Nativi con Renata Palminiello Un uomo, una donna. Penelope rinchiusa dalla propria tela. Ulisse perso dalle proprie paure. Una visione in cui i ricordi rimangono attaccati alla ragnatela che rinchiude la scena in uno stretto, lungo corridoio. Lentamente si mette a fuoco una figura, un vecchio, una donna. Una donna rinchiusa nella propria vita. Un dialogo interiore, un mondo diviso in due. Ulisse torna e uccide, libera. Il dolore di aspettare, la prigione della pazienza. Il terrore di non voler sapere. Tutti i fili sciolti da Penelope la tengono rinchiusa in una notte eterna, e sprigionano tutto l’odio, la paura con il quale erano stati cuciti. È arrivato il felice ritorno, brindiamo alla nuova gioia, venuta col sangue. Un ritorno sospeso, incredulo, che appare come un sogno di una Penelope perduta, incastrata tra le proprie congetture fino a non riconoscere il marito, fino a dubitare dell’atteso ritorno, fino a confessare un presunto tradimento, per dimostrare di essere viva, per non rimanere chiusa nella propria visione e trasformare il proprio nome, a lungo sequestrato dalle bocche altrui. Un Ulisse barcollante di fronte al ritorno, che rinnega la verità e innalza la menzogna come mezzo delle proprie vittorie. Ma il suo fuoco è ormai spento, Penelope è riuscita a cancellare la sua sicurezza. “Te ne sei andato e mi hai portato via il respiro.” “Sono ritornato, e mi rubi la vita.” Lorenzo Gasbarri, Liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino Quarta dimensione “Quarta Dimensione” recital di e con Elisabetta Pozzi da testi di Costantinos Kavafis e Ghiannis Ritsos Due monologhi, recitati su uno sfondo scarno, a testimonianza che sono sufficienti le tematiche affrontate a riempire il palco di poesia. Una storia triste, di una donna disperata, che dalla rassegnazione della sua sigaretta accesa, ci racconta l’ipocrisia del suo matrimonio, nel quale passione ed entusiasmo sono stati sostituiti da maschere artificiali, che la costringono ad essere insieme attrice e spettatrice di una crudele commedia, nella quale è il suo cuore a sanguinare. Dai toni più malinconici è il secondo racconto, che profuma di antico e di esotico e che narra di certi grandi velieri che trasportavano preziosi tesori. Sono navi che non attraccano mai nei porti, forse per il loro carico proibito e che quindi scomparivano veloci all’orizzonte. Di tanto in tanto però puoi sentire nell’aria una dolce melodia, la stessa che un tempo intonavano i marinai al passare di questi vascelli dalle vele di seta. Tommaso Tanini, Liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino La giuria: Masolino d’Amico (La Stampa) Gianni Manzella (Il Manifesto) Massimo Marino (L'Unità) Laura Montanari (La Repubblica) Sonia Renzini (Il Corriere di Firenze) coordinata da Luca Scarlini Cinema 52 IL CONCORSO PROMOSSO DA ZAI.NET E CINEMAMBIENTE HA PROCLAMATO IL SUO VINCITORE: LA GIOVANE CRITICA DESIRÈE CHE HA RECENSITO UN FILM CHE GIA’ DICIASETTE ANNI FA’ DENUNCIAVA LE TRAGICHE CONSEGUENZE SUI PIU’ POVERI DELLA SOCIETA’ GLOBALE LA FORESTA DI SMERALDO a prima immediata riflessione sul film “La foresta di smeraldo” è molto semplice: l’ingegnere americano, simbolo di una visione del mondo imperialista e colonizzatrice (oggi forse si direbbe globalizzatrice) si “converte” a mezzo del figlio ritrovato riconoscendo la priorità dei sentimenti sui principi dello sfruttamento e del progresso (la diga). Il messaggio è chiaro: l’uomo si deve integrare nella natura senza stravolgerla, conservandola intatta e rispettando le tribù che con essa interagiscono da secoli. La parola che sinteticamente riassume meglio la filosofia del film è rispetto: per l’etnia indigena, per la foresta di smeraldo e ciò che essa contiene, per ciò che il figlio bianco oramai integrato nella natura sceglie. Questa riflessione iniziale porta però ad ulteriori considerazioni. Pur datato (il film è stato L estremo all’altro. È indubbio che questo processo di unificazione culturale, sociale ed economica ha radici lontane che risalgono al dopoguerra e che sono esplose con la caduta del mondo comunista facente capo all’allora Unione Sovietica. Le multinazionali del legno, così come tutte le grandi industrie dei paesi occidentali, non hanno certo sposato la posizione dell’ingegnere del film. Il profitto e l’espansione selvaggia hanno portato all’inquinamento indiscriminato dell’ambiente; oggi con le alluvioni e l’effetto serra stiamo pagando le conseguenze di questo sfruttamento delle risorse naturali del nostro pianeta. Le popolazioni indigene sono state integrate forzatamente al mondo “civilizzato”. Gli aborigeni australiani, i lapponi in Groenlandia e tante altre minoranze Premio Zai.net CINEMAMBIENTE girato diciassette anni fa) il lungometraggio pone una problematica divenuta attuale all’inizio del nuovo millennio: la globalizzazione. Il fenomeno della globalizzazione ed i gruppi che ad essa più o meno violentemente si oppongono, sono notizia quotidiana con saggi, articoli, pareri con una gamma di schieramenti che vanno da un etniche si sono dovute adeguare o sono scomparse. In pochi decenni hanno dovuto cambiare lingua, religione, sistema economico, perdendo un’identità secolare e tradizioni millenarie. Ovviamente questa globalizzazione nelle società più vicine alla nostra si è manifestata meno violentemente, ma se andiamo ad analizzare le nostre abitudini quotidiane, ci accorgiamo che anche noi ne siamo stati colpiti: i nostri padri non avevano McDonald o Mtv mentre per noi è naturale ascoltare la stessa musica degli inglesi, dei francesi o dei canadesi e vedere gli stessi programmi televisivi o indossare gli stessi abiti. Coloro che difendono a tutti i costi la situazione attuale invocano il cambiamento come “progresso” in senso positivo. Certamente in campo sanitario, culturale e sociale la globalizzazione ha portato tanti aspetti positivi. L’informatica è ormai indispensabile per il nostro sistema economico e tra pochi decenni parleremo forse tutti una sola lingua (ovviamente l’inglese). Le nostre case sono comode e piene di confort, abbiamo negozi ove si trova di tutto e scuole all’avanguardia, abbiamo auto di lusso e divertimenti di ogni tipo. Ma mi chiedo se il prezzo pagato e da pagare sia veramente necessario, mi chiedo se lo sviluppo edilizio ed agricolo che ha distrutto le foreste di smeraldo in Amazzonia abbia portato benessere alle popolazioni locali o profitti nelle tasche di pochi, mi chiedo se il nucleare indispensabile al progresso industriale non creerà un’altra Chernobil e bambini ucraini affetti da tumori che trasmetteranno ai loro figli e ai figli dei loro figli. Mi auguro che l’uomo ritrovi la saggezza e valuti sempre l’impatto ambientale che ogni scelta può provocare sull’ecosistema anche a lungo termine, poiché una diga che pare un’opera costruttiva e fonte di benessere spesso si trasforma nell’impoverimento della natura e nella scomparsa dei deboli: il film inviava un messaggio di speranza; purtroppo il tempo ha dimostrato che pochi sono stati sensibili a questa e simili riflessioni. Siamo ospiti di questa terra, ma ci stiamo comportando da padroni ciechi e sordi che stanno distruggendo la loro stessa casa. Speriamo che il progresso culturale porti ad una necessaria inversione di tendenza. Desirèe Bertolotto, classe 2ª C I.I.S.S. “Oscar Romero”, Rivoli (To) 53 La giuria: Lidia Gattini (Zai.net) Flavia Gotta (I ragazzi del 2006) la redazione di Torino di Zai.net. Coordinatore: Gaetano Capizzi (direttore Festival Internazionale Cinemambiente) Ma che colpa abbiamo noi Italia 2002 Regia Carlo Verdone Cast C. Verdone, M. Buy, A. Caprioli, A. Catania, L. Sardo Verdone torna dietro la macchina da presa per raccontare le difficoltà di otto personaggi, alle prese con turbamenti, ansie e fobie, che si ritrovano a fare psicoterapia di gruppo presso un’anziana psichiatra. Nessuno di loro ha problemi trascendentali se non il bisogno di parlare e parlare per superare l’incomunicabilità che si è creata con amici, mogli, parenti, amanti. Sono talmente presi dal raccontarsi che neanche si accorgono del decesso, sotto i loro occhi, della loro analista. Incapaci di andare avanti senza un sostegno psicologico il gruppo decide, dopo averle provate tutte, di continuare la terapia di gruppo autogestendosi e ogni settimana si vedono a casa di uno di loro per parlare, parlare e parlare. Ben presto questa terapia fai da te si dimostrerà fallimentare e il gruppo deciderà di perdersi di vista. Il tragico suicidio di uno di loro li farà piacevolmente rincontrare e sarà l’inizio, forse, di una nuova vita. Un motivo per vederlo: il film rispecchia bene le fragilità del nostro vivere quotidiano. Un motivo per non vederlo: se la psicoterapia e la demenza psicologica vi annoiano. L’avvocato di strada Autore John Grisham Editore Mondadori Prezzo 15,34 euro Dati 370 pag. Per Michael Brock non sembrano esserci ostacoli nella vita: è dei uno dei più brillanti avvocati dello studio legale più in vista di Washington, è ricco e nel giro di pochi anni potrebbe diventarlo ancora di più, grazie alla prospettiva di una carriera in ascesa. Quando però un homeless prende in ostaggio lui e altri otto avvocati e viene poi ucciso dalla polizia, la sua mente crolla sotto misteriosi interrogativi. Chi era veramente quell’uomo? Cosa lo ha spinto a compiere quel folle gesto? Da quel momento la vita di Michael avrà una svolta, comincerà ad indagare e scoprirà un’amara realtà, quella degli homeless, e un doloroso segreto che lo porterà a compiere un’aspra battaglia contro i suoi ex potenti colleghi. Un libro intenso che fa capire che i veri valori della vita non sono i soldi e il successo e che tutti possiamo compiere azioni che non avremmo mai pensato di saper fare. Un motivo per leggerlo: per chi vuole leggere un giallo appassionante, “L’avvocato di strada”, uno dei migliori romanzi di Grisham, vi lascerà con il fiato sospeso fino all’ultima riga. Un motivo per non leggerlo: se non si ha il sangue freddo per immergersi in un crudele viaggio in un mondo sicuramente a molti sconosciuto, quello dei senzatetto, che affascinerà e stupirà e che forse farà riflettere sulla vita “normale” che ciascuno di noi conduce. Marty, 17 anni Milano GIOVANI CRITICI Frida USA 2002 Regia Julie Taymor Cast S. Hayek, A. Molina, G. Rush, A. Judd, A. Banderas, E. Norton, V. Golino E’ una bravissima Salma Hayek, quella che riesce in pieno nel difficile compito di incarnare lo spirito di Frida, la cui femminilità viene stroncata da un grave incidente che le frammenta gran parte delle ossa. Frida è una pittrice dotata e carismatica, la prima donna ad esporre un proprio quadro al Louvre di Parigi, che vive però nell’ombra del grande e stimato pittore Diego Rivera, passionale, donnaiolo e profondamente egoista. I due sono indissolubilmente legati da una grande storia d’amore e nonostante la lunga malattia, è Frida che rappresenta la passione e la vitalità. Attraverso la pittura, specchio della propria anima, Frida ci narra la sua vita, sé stessa e il mondo che la circonda, dall’amore per il grande pittore al dolore per i tradimenti, al sofferto aborto spontaneo che la condurrà verso una profonda crisi depressiva. Il caldo e colorato Messico, tanto amato dalla pittrice, fa da sfondo con i suoi cromatismi violenti e accecanti, gli stessi che ritroviamo nelle tele di Frida. Un motivo per vederlo: un film ricco non solo di amore e passione ma anche di ironia e arte. Un motivo per non vederlo: un racconto contagioso, sofferto e amaro che non lascia indifferenti. Zai.net è per il diritto di critica… vota, consiglia, stronca Il maestro e Margherita Autore Michail Bulgakov Editore Einaudi Prezzo 8,55 euro Dati 386 pag. Il maestro e Margherita è un libro imperdibile e profondo, un capolavoro della letteratura russa, anche se non di facile lettura. Con la sua abilità l’autore riesce a intrecciare presente e passato, a dare luce a numerosi personaggi diversi tra loro e a far sì che non ci sia un vero protagonista all’interno di tutta la storia. Anzi è possibile che volti l’ultima pagina e ancora non ti rendi conto delle sensazioni e delle impressioni che il libro ha avuto su di te. È capace di darti diversi sentimenti: divertimento, meditazione e malinconia. Ciò è dovuto alla vastità della fantasia di Bulgakov che però potrebbe complicare la vita al lettore e potrebbe spaesarlo già a metà dell’opera. Un motivo per leggerlo: per chi vuole perdersi nella vastità di idee di Bulgakov e riflettere su temi come la vanità umana, la passione e la letteratura corrotta degli anni trenta. Un motivo per non leggerlo: se ci si vuole negare un grande capolavoro della letteratura classica... Marty, 17 anni Milano f i l m , l i b r i , m u s i c a e a l t r o s u l s i t o w w w. z a i . n e t VUOI SCAMBIARE OSPITALITA’ CON COETANEI STRANIERI? CONOSCERE LE NOVITA’ DISNEY O LE PREVISIONI SUL MONDO DEL PC FINO AL 2010? ECCO I SITI CHE FANNO PER TE! Anno nuovo computer vecchio? Pare proprio di no. L'evoluzione dei processori sembra non arrestarsi mai. IBM ha annunciato che nel primo trimestre del 2003 avvierà la produzione di Big Blue, il nuovissimo processore da 0.09 micron (i processori attuali sono fabbricati con tecnologie a 0.13 micron). Questa riduzione di dimensioni consente di incrementare la “densità” dei chip, che saranno sempre più veloci. Il nuovo processore di IBM dovrebbe essere in dotazione agli Apple Mac fra il 2003 e il 2004. E i pc? Intel e AMD non stanno certo a guardare, pronti a lanciare rispettivamente il Pentium 4 Prescott e la seconda generazione di Claw Hammer. Tron 2.0: ritorno al futuro Era il 1982. La Walt Disney investì in un progetto che all’epoca aveva dell’incredibile, frutto dell’enorme inventiva di un uomo capace di precorrere i tempi, Steven Lisberger. Il risultato fu il film Tron, primo vero esempio di film in cui si mescolano animazioni ed effetti speciali digitali. La storia forse vi ricorderà qualcosa: esistono due universi paralleli, quello del mondo reale e quello dei software. Un esperto programmatore si ritrova catapultato in quest’ultimo e diventa parte di una serie di videogames utilizzati per addestrare le truppe dal Master Computer Program, una sorta di dittatore elettronico che vuole controllare il mondo degli umani. Poco considerato dal pubblico del tempo, rivela oggi tutta la sua forza innovativa. E il 2003 è pronto a proporre due grandissime novità. Lisberger starebbe lavorando al sequel, con titolo di lavorazione “Tron Killer App”: viste le premesse e considerata l’evoluzione tecnologica degli ultimi vent’anni, è lecito aspettarsi qualcosa di spettacolare. Ancora nessuna notizia è trapelata dal set (chissà, magari è tutto virtuale…) Contemporaneamente, la Monolith e la Disney Interactive sono quasi pronte a rilasciare Tron 2.0, videogame per Pc che, con i suoi trenta livelli di gioco, i suoi elementi di RPG (seppur minimi) e le splendide animazioni cinematografiche, promette davvero bene. GIOVANI CRITICI Vacanze gratis Un’altra rivoluzione potrebbe coinvolgere una delle più importanti invenzioni dell’era moderna: la vacanza. Sì, perché viaggiare gratis si può. Soprattutto se provate a visitare il sito www.veitkuehne.de che, a scapito dell’estensione teutonica, ha la sua brava e chiara versione inglese. L’idea del ventiquattrenne Veit Kuehne è semplice e vincente al tempo stesso: creare una comunità online di persone disposte a offrirsi gratuitamente come guide turistiche dei loro paesi, o anche solo a dare a qualche visitatore un posto letto. Per avere in cambio lo stesso trattamento quando decideranno di viaggiare a loro volta. Fare in modo che questa comunità – assolutamente senza scopo di lucro – arrivi a contare perlomeno un milione di viaggiatori è l’obiettivo finale di Veit, che viaggia da più di un anno in autostop, utilizzando questo metodo, e – ci tiene a sottolineare – non è uno sbandato, anzi, ha ultimato gli studi in una delle più prestigiose facoltà di Economia in Germania. I referenti italiani sono una decina; iscriversi è semplicissimo, poi se volete che la vostra ospitalità sia testata, non avete altro da fare che invitare Veit o un altro dei viaggiatori già inseriti in questa grande famiglia virtuale. Potrete subito dopo godere degli stessi benefici. Il futuro secondo Bill Gates Odiato-amato a seconda della militanza informatica, Bill Gates delinea un quadro di come sarà il nostro futuro tecnologico in un articolo su “The World in 2003”, prontamente pubblicato (in inglese, ovviamente) sul sito della Microsoft (ecco il link: http://www.microsoft.com/presspass/ofnote/11-02worldin2003.asp). I “vaticini” di Gates mostrano un futuro che non si discosta poi molto da quello a cui ci hanno abituato letteratura e cinematografia di fantascienza. Alla base delle sue previsioni sta il “disappearing computer”. Il suo esordio: “Entro il 2010 saremo circondati da computer di ogni tipo, ma spesso nemmeno ce ne accorgeremo”. Insomma, i computer finiranno per accompagnare ogni istante delle nostre vite, al punto che verranno dati per scontati; diventeranno il punto di partenza dell’economia di intrattenimento, conferendo a internet un ruolo sempre più centrale, e soprattutto finiranno per essere interfacciati con tutta una serie di oggetti di uso quotidiano, al punto che la gente non si renderà nemmeno conto di avere a che fare con qualcosa che può assomigliare a un pc. In effetti è quello che già accade con i modelli più evoluti di telefonia mobile. C’è da augurarsi che questo scenario, già caro a celebri autori quali Philip Dick e Asimov, non si porti dietro tutti i problemi che può causare un eccesso nella diffusione tecnologica (matrix docet) Alberto Puliafito, 23 anni Genova Cliccare, scoprire e par tire: ecco le rotte più interessanti per i navigatori che non vogliano perdersi nella rete... Test 58 Sei “auto”critico? 1 SEI CRITICO: a) “Solo verso me stesso e c’è molto da criticare...” b) “Gli altri mi danno molti spunti… è come sparare sulla croce rossa!” c) “Verso tutto e tutti: criticare è razionale, non fa distinzioni” 1 2 QUANDO GUARDI IL TG PENSI: a) “Se lo dice Fede sarà vero” b) “Meglio prenderli con le molle questi giornalisti, tanto fumo e niente arrosto” c) “PORCuyuejdrègfhS!!! …Meglio mordersi la lingua 2 3 TI SENTI COME: a) Un critico cinematografico ad un festival del cinema trash b) Uno chef al fast food all’americana (panino pazzo, patate fritte, coca assiderata) c) Pinocchio nel paese dei balocchi, vorrei avere più senso critico, ieri Annibal the cannibal mi ha chiesto una mano e io gliel’ho data 3 4 TI DICONO CHE CRITICHI TROPPO: a) “Io non critico, esprimo pareri, do opinioni, non sono per niente d’accordo con chi mi rivolge certe accus…” b) “Io non critico, semplicemente sono sincera/o e dico ciò che penso” c) Raramente, il dubbio che Babbo Natale portasse i regali attraverso il camino, che non abbiamo, mi è venuto a 17 anni. 4 5 GUARDANDOTI ALLO SPECCHIO: a) “Questa zampa di gallina non vuole andare via, l’occhio destro è più chiuso del sinistro, la pelle non ha un colore uniforme… o non esco o aspetto carnevale!” b) “Specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame? Sono così irresistibile che posso finire la ceretta al mento quando torno” 5 1 A 1 B 5 C 3 2 1 3 5 3 5 3 1 4 3 5 1 5 5 1 3 6 5 1 3 7 1 5 3 pu nt eg gio gi te o n pu CRITICO A ACRITICO RISPONDETE ALLE SEGUENTI DOMANDE, CALCOLATE LA SOMMA DEI VOSTRI PUNTI E AFFRONTATE LA VOSTRA SITUAZIONE. c) “Prima di uscire forse è meglio levarsi quella cispa che mi nasconde l’occhio destro, per il resto non è che gli altri alle 8.00 siano dei gran pezzi di…” 6 CRITICHI PIU’ SPESSO: a) L’ipocrisia, tipo chi si butta nei bidoni per non salutarti e poi ti dice: “non ti avevo visto” b) La disorganizzazione, tipo la sorella che al mattino si trucca, poi si lava poi si ritrucca… c) Le cose futili, perché le cose serie che non vanno sono talmente tante da schiacciarti col senso di impotenza 6 7 TI AUTOCRITICHI: a) Quando canni di brutto, tipo uscire con le mutande sopra ai pantaloni… b) Nei periodi di depressione, quando penso che i fiori servano a fare venire le allergie… c) Ho il fascino di una latrina pubblica, se non sfrutto un po’ di autoironia acida al punto giusto… Marco Bazzica, 20 anni Genova 7 La mancanza di spirito critico è un’ottima difesa dal gran nervoso che si fanno i brontoloni, d’altronde è dagli errori propri e altrui che si migliora e allora… meglio sforzarsi di cercare il rovescio della medaglia. Il tuo motto è: “Ama dio e non fallire, fai del bene e lascia dire” (tratto dai proverbi da mura di campagna) ICO ILOSOF FFILOSOFICO Il confine tra critica costruttiva e brontolio è sottile, ti sforzi di non sconfinare conscio che il Pensiero razionale è critico per sua stessa natura, muove dal dubbio verso l’irraggiungibile verità. Il tuo motto è: “cogito ergo sum” ONE RONTOL BBRONTOLONE A Genova si chiama mugugno, è la propensione ad avere sempre qualcosa da ridire, anche contro se stessi, tra se e se. Spera solo di non ritrovarti tra 40 anni a dire agli operai dei cantieri pubblici: “finire entro Natale? Ah ma non ce la farete mica se….” Il tuo motto è: “ meglio criticare che essere criticati” Oroscopo 60 casting ASTRO Antonio V. - 16 anni Enrica G. - 14 anni Ogni mese Cassandra seleziona per voi il volto più rappresentativo di ciascun segno zodiacale… a cura di Cassandra Simone - 19 anni Annamaria G. - 18 anni Sara M. - 15 anni Valentina G. - 15 anni 61 Emilia B. - 18 anni Rocco D.G. - 18 anni ARIETE TORO GEMELLI CANCRO LEONE VERGINE BILANCIA SCORPIONE 21 marzo - 20 aprile 21 aprile - 21 maggio 21 maggio - 21 giugno 22 giugno - 22 luglio 23 luglio - 23 agosto 24 agosto - 23 settembre 24 settembre - 22 ottobre 23 ottobre - 22 novembre CUORE CUORE Sei alla ricerca di un nuovo amore? Allora è il tuo “golden moment”, perché anche le stelle ti aiuteranno. E per chi è in coppia, serate romantiche e momenti di gioia da vivere col partner… meglio di così proprio non potrebbe andare! AMICI AMICI Non essere d’accordo con gli altri non significa esternarlo con tutta questa forza! Controllati di più. E, se davvero ti trovi in difficoltà, chiedi aiuto ad un amico più vecchio: la sua esperienza sarà davvero preziosa, vedrai. Ahi, non ammettere i propri errori potrebbe anche bloccare i rapporti, interrompere il dialogo, mettervi ai ferri corti col gruppo, insomma… Tentate di mediare, e non preoccupatevi, errare è umano! Gli altri capiranno. CONSIGLIO CONSIGLIO CUORE Periodo di contrasti: alternerai momenti di grande dolcezza ad estrema acidità… Evitate di essere stressanti, pignoli e perfettini, e l’amore andrà a gonfie vele! Per i single: attenzione, c’è una possibile preda in avvicinamento. (non richiesto) Perché non provi lo yoga? Ti darebbe la calma di cui hai così bisogno… Prova almeno a rilassarti e a cercare la calma dentro di te! CUORE Accipicchia: c’è una new entry che non ti da pace: è entrata nei tuoi pensieri e non puoi far altro che desiderare di rivederla… Occhio, perché ti darà del filo da torcere: sarà una conquista lunga e difficoltosa. Ce la farai, ma ci vorrà tempo, tanto tempo. Avrai abbastanza pazienza? AMICI AMICI Il periodo non è dei più semplici. Per risolvere quel dubbio che ti attanaglia, l’unica via di uscita è il consiglio del tuo amico più saggio… Solo lui ti conosce abbastanza bene per aiutarti con sincerità. Anche se tutto non sta proprio andando come avevi sperato, non disperare, i tempi stanno per cambiare. Eppoi qualche gran bel voto arriverà giusto in tempo per restituirti il sorriso e la voglia di stare con i tuoi amici CONSIGLIO (non richiesto) Leggetevi qualche bel racconto di Stefano Benni: vi restituirà il buon umore, la voglia di sognare e di stare con gli altri. CUORE Questo nuovo amore ti travolge, ma non ti stravolge… riesci finalmente ad essere romantico e dolce, pieno di ottimismo, ma certo non passionale. Attenzione però a non farti distrarre da altri interessi e continua a dedicare al cuore tutto il tuo tempo: ne vale la pena! CONSIGLIO (non richiesto) Hai bisogno di fare molto sport. E’ l’unica soluzione per risolvere tutti quei noiosi disturbetti che non ti lasciano in pace. CUORE Hai bisogno di stare solo per decidere il da farsi. Risolvi tutti i tuoi dubbi prima di conquistare una nuova conoscenza. Anche perché, lo sai bene, la tua preda ha proprio voglia di lasciarsi catturare… AMICI Come al solito non vuoi ammettere i tuoi torti e quindi ti becchi le reazioni che provochi (più che giustificate) nei tuoi “antagonisti”… Essere i leader significa dare la giusta importanza agli altri ed ascoltare anche le loro esigenze. Potrebbero altrimenti cercare un nuovo punto di riferimento… CONSIGLIO (non richiesto) Dedicati un po’ di più agli altri e al volontariato: potrebbe aiutarti a recuperare le giuste dimensioni del tuo ego. Il partner qualche volta può apparire insopportabile, nervoso e pesante come un macigno. Ricorda però che bisogna sopportare per essere sopportati. E poi prova a mostrargli il lato ludico della vita e vedrai che ti sorriderà, smettendo di ringhiare… Hai un’unica via per risolvere tutti i tuoi guai: parlarne col partner! Se invece sei single, datti una mossa ed esci di casa! Come puoi pretendere di trovare l’anima gemella rimanendo in camera tua? AMICI AMICI AMICI Tutto bene, però… stai attento alla fretta, che potrebbe essere davvero una cattiva consigliera. Ti potrebbe infatti mettere nei guai proprio con gli amici di vecchia data. E questa volta sarà difficile convincerli della tua buona fede. CONSIGLIO (non richiesto) Leggiti la Banda dei Brocchi di Jonathan Coe: è un romanzo divertente e romantico, perfetto per farti tornare il buon umore. CUORE CUORE Il tuo cuore batte forte, per il partner, se ce l’hai, o per la new entry del gruppo. Hai tanta energia, sprigioni positività e l’allegria e la tua risata sono contagiose. Punta tutto sul buon umore e sulla tua favolosa capacità di comunicare. Non sbaglierai! Un prof, davvero insospettabilmente, ti darà il consiglio giusto al momento giusto per uscire da una situazione spinosa. E questo ti farà molto piacere. Non farti innervosire dai contrattempi, davvero i tuoi amici non ne hanno colpa! CONSIGLIO (non richiesto) Una buona lettura? Leggi d’un fiato Ritorno a Stomersee di Boris Biancheri. Realtà e gioco di specchi, riflessi e riflessioni… Quanta energia! Così tanta che non solo sarai il più attivo del tuo giro, ma aiuterai anche gli amici in difficoltà. La tua sicurezza ed il tuo savoir faire ti renderanno il punto di riferimento per tutti, il centro dell’attenzione. CONSIGLIO (non richiesto) Rilassati con musica altamente piacevole come quella dei The Penguin Cafè Orchestra. Fidati: ti rimetterà a nuovo! (non richiesto) Vuoi leggere un romanzo fuori dagli schemi? Scegli C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo, di Efraim Medina Reyes. nostro or nche tu il v oscopo olto protagonista del tuo segno nel Diventa a Oroscopo Per essere scelti a rappresentare il proprio segno occorre: una foto ben riuscita una autorizzazione alla pubblicazione una faccia espressiva un po’ di CUL.* ASTROcasting Valentina M. - 14 anni *...tura, naturalmente Grazia S. - 14 anni Ilaria S. - 14 anni SAGITTARIO CAPRICORNO ACQUARIO PESCI 23 novembre - 21 dicembre 22 dicembre - 20 gennaio 21 gennaio - 19 febbraio 20 febbraio - 20 marzo CUORE CUORE D’accordo che vuole sempre avere ragione il tuo partner, ma in fondo state insieme da una vita! Sopporta. Per i single è invece difficile scegliere: le opzioni papabili sono almeno due… L’unico che può aiutarti è il tuo amico più caro. CUORE Non prender sul serio l’ex che ribusserà alla tua porta così come gli atteggiamenti antipatici del tuo partner: sono entrambi passeggeri… Tutto questo potrebbe renderti nervoso: tu invece resisti e sforzati di sorridere. AMICI AMICI La paura di non farcela e di apparire sciocco ti attanaglia e ti paralizza. Anche in questo caso è l’amico vero e di una vita quello che può aiutarti a superare questa situazione difficile. Non aver paura di chiedere aiuto a chi ti apprezza. Ascoltare gli altri e le loro esigenze è buona norma, e se sono proprio i tuoi amici più cari ad avere bisogno di te, quasi un obbligo. I tuoi consigli saranno preziosi: datti da fare ad aiutare chi ne ha davvero bisogno. CONSIGLIO CONSIGLIO (non richiesto) Piazza nel cd Plastic Fang dei Jon Spencer Blues Explosion, e vedrai che energia e gioia di vivere nasceranno dalle note! Jessica P. - 18 anni CUORE Non sei di buon umore: hai una persona in mente e non riesci a renderti conto che è già troppo lontana da te. Ma non ti preoccupare. Uscendo con gli amici gli incontri non ti mancheranno e soprattutto una persona ti colpirà dritto al cuore. E forse forse... AMICI Hai una voglia matta di uscire, di ridere, di divertirti. Ma anche la scuola ha le sue priorità. Quindi non esagerare e dedica più tempo agli studi. Gli amici ti capiranno. Finalmente riesci ad essere sincero e spontaneo con il tuo partner, che, diciamolo, davvero non aspettava altro. Alla tua apertura corrisponde il suo slancio e la sua voglia di stare con te. Insomma, farete scintille! AMICI Dopo un periodo un po’ litigarello, anche con il gruppo torna il sereno. Avrai anche quel pizzico di fortuna che ti aiuterà ad avere buoni voti e quel certo fascino che ti rende da sempre uno dei “grandi”… CONSIGLIO (non richiesto) Next di Alessandro Baricco è la lettura che ti farà riflettere. E tu ora hai proprio bisogno di pensare per rilassarti e riprender fiato. CONSIGLIO (non richiesto) Per frenare la tua iper - energia fai dei lunghi bagni caldi e profumati dagli oli essenziali prima di andare a letto. Presto! (non richiesto) Potresti davvero sentirti giù di tono: melio andare a letto presto, almeno durante la settimana. Ti aiuterà a essere in forma! Sul sito www.zai.net le istruzioni per partecipare Direttore responsabile Lidia Gattini Vice direttore Renato Truce Coordinamento redazionale Simonetta Verdi Segreteria di redazione Sonia Fiore Coordinamento redazioni scolastiche Edy Abete, Lucia Rapisarda, Pietro Farneti Redazione nazionale corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To) tel 011.7072647 - 7072283 - fax 011.7707005 e-mail: [email protected] Redazione di Genova via XX Settembre, 33 - 16121 Genova tel 010.5958866 - fax 010.5499582 e-mail: [email protected] Redazione di Roma via Nazionale, 5 - 00184 Roma tel 06.47881106 - fax 06.47823175 Redazione di Milano via Vittadini, 3 - 20123 Milano tel 02.58317883 / e-mail: [email protected] Redazione di Bari via Abate Gimma, 147 - 70122 Bari tel 080.5242006 / e-mail: [email protected] Hanno collaborato Alessandro Milieri, Fulvio Nebbia, Marco Bazzica, Alberto Puliafito, Carlo Mathis, Benedetta Verdi, Jngo Finkelberg, Simonetta Mitola, Marco Occhipinti, Kristian Correnti, Flavia Gotta, Supervix, Federico Minetti, Gaia Sempreverde, Mattia Placanica, Alfonso Mastrantonio, Francesca Tuccillo, Leone Fossati, Romano Gemma, Mariella Scionti, Emila Mangone Zai.net offre gratuitamente i suoi spazi per dare informazione sulle campagne di Emergency Impaginazione Manuela Pace (progetto grafico) Illustrazioni Alessandro Pozzi Fotografie e fotoservizi gli studenti fotoreporter dell’Istituto Alber Steiner (To), gli studenti fotoreporter dell’Istituto Virginia Woolf (Roma), Michele D’Ottavio, Luigi Bertello, Lucilla Ruffinatti, Guido Redoano, ANSA Le foto della redazione di Zai.net sono state realizzate con NIKON COOLPIX 880 Sito web: www.zai.net Davide Lattanzio, Marianna Montalbano, Francesco Tota Editore Mandragola Editrice via Nota, 7 - 10122 Torino Stampa Stige S.p.A. - via Pescarito, 110 - 10099 S. 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