IMPERO ROMANO D`ORIENTE LA METÀ DIMENTICATA

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IMPERO ROMANO D`ORIENTE LA METÀ DIMENTICATA
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Corriere della Sera Venerdì 17 Aprile 2015

Risponde Sergio Romano
IMPERO ROMANO D’ORIENTE
LA METÀ DIMENTICATA
di Massimo Gaggi
La civiltà digitale
sorride di meno
LETTERE
AL CORRIERE
IMMIGRATI
Operazione Triton
Caro Romano, le richieste di
soccorso dei barconi sono
raccolte solo dalla nostra
Marina. E gli altri Paesi
mediterranei?
Paolo Preci, Milano
I Paesi che partecipano all’operazione Triton sono oggi,
oltre all’Italia, Francia, Germania e Spagna. Collabora anche
l’Islanda.
Mia figlia di 11 anni, frequentando la prima
media, mi ha chiesto un aiuto per una ricerca
su Giustiniano. L’imperatore bizantino riuscì a
ricomporre, seppur marginalmente, quanto
era rimasto dei territori dove un tempo si
diceva con orgoglio «civis romanus sum».
Le vorrei chiedere se anche lei ha l’impressione
che le vicende storiche dell’Impero romano
d’Oriente vengono studiate in modo non dico
superficiale, ma di certo marginale. Pur
capendo la «visione romanocentrica» della
storia patria, è indubbio che si parla pur
sempre della continuazione dello stesso impero
dei nostri avi; sopravvisse quasi altri 1.000
anni e mantenne molte tradizioni latine prima
di soccombere anch’esso alla propria
decadenza.
Mario Taliani
[email protected]
Le lettere firmate con
nome, cognome e
città, vanno inviate a
«Lettere al Corriere»
Corriere della Sera
via Solferino, 28
20121 Milano
Fax: 02-62827579
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www.corriere.it
[email protected]
NEL MEDITERRANEO
Atti di pirateria
La pirateria non è solo
nell’Oceano Indiano: da
qualche tempo c’è anche nel
Mediterraneo. Quando uno
scafista minaccia con le armi
una nave della nostra Marina
militare per recuperare una
barca o un gommone,
commette un evidente atto di
pirateria. Occorre quindi dare
loro la caccia.
Otello Baldini
[email protected]
MINORANZA PD / 1
Critiche continue
Non capisco perché i leader
della minoranza pd
pretendano modifiche al testo
della legge elettorale votato e
approvato in direzione. In
democrazia la maggioranza
vince. Renzi non vuole
ridiscutere ciò che è stato
approvato e perdere tempo,
come è stato fatto per anni.
La tua
opinione su
sonar.corriere.it
Papa Francesco
contro la teoria
gender:
«Esprime
frustrazione».
Siete
d’accordo?
SUL WEB
Risposte
alle 19 di ieri
Sì
85%
15%
No
La domanda
di oggi
Romano Prodi
sui modi di fare
politica:
preferisco il
cacciavite di
Letta al trapano
di Renzi. Siete
d’accordo
con lui?
munità nazionale di cui devono andare orgogliosi. Buona parte dell’insegnamento, quindi, è
dedicato alla ricerca delle radici storiche di questa comunità. Come le famiglie reali europee,
nel Medioevo, si proclamavano discendenti di
antichi personaggi storici o mitologici, anche le
nazioni hanno bisogno di antenati e quarti di
nobiltà. Per quelle sorte in terre che furono occupate e amministrate da Roma, questa «caccia
all’antenato» è caduta, ovviamente, sull’Impero
romano d’Occidente. Beninteso ogni nazione
deve esaltare la propria individualità. Per buona
parte dell’Ottocento abbiamo assistito così al ritorno in scena di antichi gruppi etnici che avevano il merito di conferire a ogni nazione la sua peculiarità: gli angli, i sassoni, i galli, i goti, i longobardi, i daci, i belgi, gli unni e i latini. Ma il riferimento comune continuò a essere, per tutti,
l’Impero romano d’Occidente.
Con quello d’Oriente, nel frattempo, i legami
continuavano ad allentarsi. Più passava il tempo,
più le due metà dell’Impero romano avanzavano
lungo percorsi sempre più divaricati. Mentre la
nascita del Sacro Romano Impero creava nuovi
vincoli fra le sue province occidentali, l’Impero
bizantino diventava uno Stato asiatico.
Credo che siano queste, caro Taliani, le ragioni per cui le scuole medie dell’Europa occidentale, con l’ovvia eccezione delle scuole greche, trascurano generalmente l’Impero bizantino o si limitano a parlarne con riferimento all’opera giuridica di Giustiano. Questo non significa che la
storia di Bisanzio sia trascurata nelle Università
dove esistono, anche in Italia, eccellenti studiosi. Significa più semplicemente che la storia bizantina non è considerata indispensabile per la
formazione del cittadino europeo.
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PIACEVOLE SORPRESA
Modulo 730 online
23 APRILE
Giornata della lettura
Una Femen, con falsa tessera
di giornalista, si è accreditata
a Francoforte presso la
conferenza di Mario Draghi. E
se al posto dei pezzetti di carta
avesse lanciato sostanze
pericolose? Evidentemente, i
controlli non sono così stretti
nemmeno in Germania.
Nei giorni scorsi ho letto
diverse critiche, prima che
venisse messo online, sul 730 e
quindi sono entrato, nel sito
dell’Agenzia dell’Entrate, con
il timore di trovare mille
difficoltà. Invece ho potuto,
digitando solo due codici,
leggere il mio 730 e trovarlo
aggiornatissimo. Devo solo
inserire, dal 1° maggio, le
visite mediche ed i ticket
farmaceutici. Ho l’impressione
che mettiamo sempre, per
criticare, il carro davanti ai
buoi.
Il 23 aprile, anniversario della
morte di Shakespeare e di
Cervantes, è la giornata
mondiale della lettura
promossa dall’Unesco. In
molte scuole si faranno dei
flashbookmob (ritrovi in cui
ogni bambino leggerà il
proprio libro). Un possibile
modo di celebrare questa
giornata è leggere un libro con
il proprio bambino, o
regalargli un libro da leggere
da solo. Il 23 aprile sia quindi
un giorno senza tv, per
imparare ad amare la lettura!
Carlo Radollovich
Annibale Antonelli
Lorenzo Picunio
[email protected]
Formia (Lt)
[email protected]
che ora la faccenda si riduca al
ricatto del segretario/premier
Renzi: o fate come dico io, o si
va alle urne e non vi ricandido.
Mauro Chiostri
[email protected]
Genova
Da un partito che si
autodefinisce democratico fin
nel nome, ci si aspetta che al
suo interno la dialettica sia
ampia e profonda, assegnando
ai contenuti e ai loro estensori
la dovuta considerazione per
poter giungere a una sintesi
che includa tutte le anime del
partito. È squallido constatare
Caro Taliani,
suoi sentimenti sono condivisi, con buone
ragioni, da molti studiosi in quasi tutti i Paesi dell’Occidente. È vero che nelle scuole europee e americane non viene dedicata alla
storia dell’Impero bizantino l’attenzione che il
soggetto meriterebbe. Ma è probabile che alle
origini di questa disattenzione vi sia un problema di politica culturale.
Da quando la scuola si è aperta alle masse,
nella seconda metà dell’Ottocento, l’insegnamento della storia ha immediatamente assunto
una funzione pedagogica. Nello Stato moderno,
dove il cittadino è chiamato periodicamente alle
armi, per difendere la patria, e alle urne, per
conferire ai governi una sorta di legittimità democratica, occorre dimostrare ai giovani, sin
dalle scuole medie, che sono membri di una co-
I
Franco Delle Piane
MINORANZA PD / 2
Dialettica indispensabile
 Visti da lontano
GERMANIA
Controlli insufficienti
Q
ualche tempo fa Richard Kearney,
docente di Filosofia al Boston College,
notava sul New York Times come lo
sviluppo di una dimensione digitale delle
nostre vite abbia modificato, per molti, anche
i meccanismi della conoscenza carnale: se
cerchi il partner con Match.com, OKCupid o
Tinder diminuisce, o scompare, lo spazio per
corteggiamenti, seduzioni culinarie, scambi
di messaggi basati sul tatto come le carezze.
Niente di strano: Internet ha cambiato le
nostre vite, può incidere anche sulle
esperienze sensoriali.
Ma forse non ci rendiamo ancora ben conto
della rapidità e della profondità dei
cambiamenti in atto. I mutamenti dei
meccanismi dell’apprendimento indotti dalla
civiltà del web modificano i circuiti cerebrali,
ma nessuno ci fa caso. Cambiano anche i
comportamenti quotidiani più banali: sei
anni fa leggevi ancora di uomini d’affari
scandalizzati perché, mentre discutevano col
fondatore di Google, Larry Page, lui guardava
spesso lo schermo del suo telefonino. Chi ci
fa più caso oggi?
Le dimensioni del cambiamento le ho
percepite all’improvviso durante una recente
visita a Cuba. Un vero e proprio «viaggio nel
tempo», in un’isola nella quale non solo non
c’è Internet (salvo nelle lobby degli alberghi
internazionali) ma anche i cellulari sono
pochi e vengono usati con parsimonia, un po’
per l’alto costo del servizio, un po’ perché la
sorveglianza del regime è ancora stretta. Vai
in giro e tra tanti fattori deprimenti —
povertà, burocrazia asfissiante, mancanza di
ogni rispetto per il consumatore —
percepisci che c’è anche qualcosa di meno
cupo che non è solo il sole e la vitalità di un
popolo che ha la musica nelle vene. Ti accorgi
che le persone si guardano negli occhi e
parlano tra loro, ovunque: sui marciapiedi, in
autobus, nei parchi, in fila in banca. Nessuno
ha gli occhi fissi su uno schermo o le cuffie e
lo sguardo perso nel vuoto come i due terzi
dei viaggiatori del metrò di New York: tutti
chiacchierano, ridono, si arrabbiano,
sbuffano, cantano. Nessun equivoco:
Internet è uno strumento indispensabile che
porta libertà e prosperità. Ma dobbiamo
riflettere di più su come stiamo cambiando.
Non possiamo aspettare che a scoprire
quanto sia negativo stare con gli occhi
incollati sul touchscreen sia Google. Che lo fa
quando pensa di lanciare i suoi occhiali che
consentono di stare su Internet «a testa alta».
Poi i glasses tornano in cantiere e lo sguardo
fisso sul telefonino smette di essere una
brutta abitudine.
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INTERVENTI E REPLICHE
Opere pubbliche e denunce di irregolarità
Torno sulla vicenda, riportata dal Corriere del
10 aprile, delle denunce anonime sulla
realizzazione di una galleria nell’ambito del
progetto Quadrilatero Marche-Umbria.
Sebbene siano state rilevate incongruenze nelle
dichiarazioni, l’episodio fa riflettere sulla
necessità di cambiamenti, anche con piccoli
passi, che devono però portarci a traguardi più
ambiziosi. Nonostante siano attuati controlli
puntuali sulla esecuzione delle opere, esistono
strumenti che potrebbero offrire agli stessi
lavoratori la possibilità di segnalare l’eventuale
presenza di anomalie. Le «Disposizioni per la
prevenzione e la repressione della corruzione e
dell’illegalità nella Pubblica amministrazione»,
contenute nella legge n. 190 del 2012,
prevedono che le società pubbliche adottino
un sistema di tutela del dipendente che segnali
illeciti. Il whistleblowing, finalizzato a consentire
l’emersione degli illeciti stessi.
Tale sistema potrebbe essere esteso dal
legislatore alle imprese private che gestiscono gli
appalti pubblici, per permettere ai propri addetti
nei cantieri di segnalare irregolarità di qualsiasi
natura, ed avviare le conseguenti verifiche.
Occorre in sostanza che il sistema normativo
agevoli quel salto culturale che porti
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progressivamente al controllo diffuso da parte
di chiunque. Non è una missione impossibile.
In una delle maggiori metropoli statunitensi mi
sono imbattuto in un cartello apposto fuori
da un cantiere edile che invitava il passante a
chiamare un numero telefonico nel caso
avesse visto situazioni di pericolo. È il
controllo dal basso. Un primo passo per
contribuire a «normalizzare» un settore
che, nonostante le straordinarie competenze
realizzative proprie del nostro Paese, è in grande
sofferenza.
Guido Perosino, presidente
Quadrilatero Marche-Umbria S.p.A.
Meglio la pensione, malgrado leggi ballerine
Ha fatto notizia l’ipotesi inglese di concedere ai
55enni l’opzione tra accettare la pensione e il
ritiro di quanto versato. «Alla nostra vecchiaia ci
pensiamo noi » scrive sul Corriere del 9 aprile un
lettore che è d’accordo nel ricevere la somma
accumulata perché non si fida dello Stato!
Ahimè ha in parte ragione perché l’incertezza
delle nostre leggi ballerine è grande, ma
dopodomani che potrebbe succedere a chi ha
incassato, ma anche speso ( le ragioni possono
essere molte ) e si ritrova a bussare alle porte
della solidarietà generale?
Amedeo Principe, [email protected]
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prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 1,00 + €
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La tiratura di giovedì 16 aprile è stata di 417.996 copie
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ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7971 del 9-2-2015
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