CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2015_03_17)

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CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2015_03_17)
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Corriere della Sera Martedì 17 Marzo 2015

Risponde Sergio Romano
COME COMBATTERE L’ISIS
NELLE SOCIETÀ OCCIDENTALI
di Paolo Di Stefano
La tv fa vendere i libri
(non sempre i migliori)
LETTERE
AL CORRIERE
INDENNIZZI
L’Italia e la Grecia
Leggo di una brutta aria che
circola in Grecia: chiede i
danni per l’occupazione da
parte delle truppe tedesche.
L’Italia, che ha dichiarato
guerra ad Atene il 28 ottobre
1940 e ha issato la sua
bandiera sul Partenone sino al
1943 , ha delle responsabilità e
può essere chiamata
all’appello? Il nostro credito
con la Grecia è di circa un
miliardo di euro e chi è
disperato si attacca a tutto!
Apprendiamo che l’Isis ha distrutto anche
Hatra. Leggiamo che i jihadisti bruciano persone
vive, uccidono ferocemente gli occidentali,
distruggono musei. Stanno invadendo quasi
tutti i Paesi dell’Africa. Ma veniamo a sapere che
la maggior parte dei jihadisti sono giovani che
sono stati educati in Occidente. Allora ci si
chiede: da dove nasce tutto questo odio contro gli
occidentali, contro la cultura occidentale, contro
la civiltà? Osserviamo che i giovani jihadisti
vengono reclutati quasi tutti in Occidente, che
ragazze occidentali partono per raggiungere i
loro fidanzati jihadisti. Quali sono i motivi che
spingono i giovani occidentali ad accettare di
essere reclutati dai jihadisti e quali sono i
sentimenti che albergano nella loro mente?
Potrebbe chiarire meglio ai lettori questi
concetti?
Pasquale Cutolo
[email protected]
Le lettere firmate con
nome, cognome e
città, vanno inviate a
«Lettere al Corriere»
Corriere della Sera
via Solferino, 28
20121 Milano
Fax: 02-62827579
@
[email protected]
www.corriere.it
[email protected]
Luciano Cantaluppi
Torino
Con il trattato di pace firmato a Parigi nel 1947, l’Italia pagò
alla Grecia un indennizzò pari a
105 milioni di dollari e le cedette le isole del Dodecaneso. La
popolazione delle isole era greca, ma il piccolo arcipelago
aveva fatto parte dell’Impero
ottomano sino al 1911, era stato
occupato dall’Italia durante la
guerra di Libia ed era diventato
definitivamente italiano alla fine della Grande guerra.
SCUOLA / 1
Riforma o solo parole?
Non solo la riforma della
scuola «non passa» attraverso
maggiori poteri ai presidi, ma
passa soprattutto attraverso
una seria programmazione sia
delle materie sia delle
assunzioni, mai attuata negli
ultimi decenni ma solo
annunciata. E passa anche
attraverso la ristrutturazione
degli edifici scolastici che
continuano a sbriciolarsi con
grave pericolo per chi li
frequenta tutti i giorni. Le
ultime riforme sono state solo
parole e le conseguenze si
vedono. Persino il Papa è
intervenuto in favore degli
insegnanti...
Mariagrazia Gazzato
Mirano (Ve)
La tua
opinione su
sonar.corriere.it
Nuovo attacco
contro i
cristiani in
Pakistan. È
giustificabile
l’utilizzo della
forza per
fermare questi
assalti?
Caro Cutolo,
ossiamo cercare di imparare qualcosa dal
modo in cui gli studiosi della rivoluzione
francese hanno analizzato il fenomeno
del Terrore. Nella storia dei grandi mutamenti rivoluzionari giunge sempre il momento
in cui un partito, fra quelli che si battono contro
il vecchio ordine, cerca di imporsi sugli altri e
conquistare la leadership. In questa gara per il
potere vince generalmente la fazione che dimostra maggiore intraprendenza, dinamismo,
spregiudicatezza, audacia. Nella Francia del 1792
vinse per alcuni mesi la componente più feroce
del giacobinismo; e la vittoria garantì a Robespierre e a Saint-Just, fino a Termidoro, un note-
P
SUL WEB
Risposte
alle 19 di ieri
Sì
88%
12%
No
La domanda
di oggi
I gas serra per
la prima volta
non crescono.
Secondo voi si
può essere
ottimisti?
SCUOLA / 2
Studio del latino
In Italia molti iscrivono i figli
in licei dove non è previsto lo
studio del latino. No, cari
genitori: lo studio delle lingue
morte è utile per scavare in
profondità e conoscere le
proprie radici!
Mauro Mai, Rieti
INTERESSE DI TUTTI
Tutela delle minoranze
Gli attentati e le stragi contro i
cristiani nei Paesi a
maggioranza musulmana
potrebbero avere conseguenze
vole consenso popolare.
Nel grande mondo del fanatismo arabo-musulmano questo processo di continua radicalizzazione è stato enormemente favorito dalle
guerre degli Stati Uniti, vale a dire dall’esistenza
di un campo di battaglia in cui ogni ambizioso
tribuno della plebe può dimostrarsi più risoluto
e crudele dei suoi concorrenti. Abbiamo assistito così, negli ultimi anni, all’ascesa di organizzazioni sempre più estreme e al corrispondente
declino di altre (come Al Qaeda) che avevano dominato la scena per molto tempo.
Quanto ai seguaci reclutati in Occidente, mi
sembra che le cifre siano ancora troppo approssimative per consentire un ragionevole quadro
d’insieme. Il fenomeno non è sorprendente.
L’aumento della presenza musulmana in Europa, durante anni caratterizzati da immigrazione
clandestina e recessione economica, ha suscitato paure che i movimenti populisti hanno cercato di sfruttare e ha creato un clima in cui il giovane musulmano è percepito come una potenziale
minaccia. Che questo fenomeno avrebbe creato
frustrazioni nazionalistiche e allargato l’area in
cui i movimenti radicali possono pescare nuove
reclute era largamente prevedibile. Le democrazie occidentali possono conquistare la simpatia
e l’ammirazione degli immigrati per la qualità
delle loro istituzioni e della loro legislazione civile, ma possono anche apparire altere, arroganti e indisponenti. L’Isis si combatte anzitutto con
le armi, ma se vogliamo evitare che lo Stato islamico trovi nelle nostre società i suoi seguaci,
dobbiamo anche evitare di incoraggiare i loro
sentimenti di estraneità e alienazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
gravissime perché la
sparizione di minoranze
elimina la possibilità di
interagire all’interno di un
Paese e avrà la conseguenza di
formare blocchi di Paesi
cristiani e blocchi di Paesi
musulmani tra loro
contrapposti. Di certo questo
non aiuterà, per esempio, le
minoranze musulmane nei
Paesi a maggioranza
cristiana. Dovrebbe quindi
essere anche interesse degli
stessi musulmani cercare di
tutelare le minoranze
cristiane.
Vittorio Zanuso
[email protected]
LE CANDIDATURE
Elezioni amministrative
Per le prossime elezioni
amministrative assistiamo
ancora una volta a un dato
tutto italiano: la
trasformazione dei cittadini in
candidati. Quali sono le
ragioni che spingono tante
persone a spendere i propri
risparmi per fare stampare
manifesti , santini ecc? Nelle
precedenti votazioni molti non
sono andati oltre i voti della
propria famiglia!
Sergio Guadagnolo
sergioguadagnolo@
virgilio.it
INTERVENTI E REPLICHE
Lo Stato di Israele e gli ebrei
Abbiamo letto con attenzione l’analisi del signor
Sergio Romano sul fenomeno dell’antisemitismo
in Europa (Corriere, 13 marzo), rilevandovi con
nostra sorpresa una sorta di accettazione —
qualcuno potrebbe intenderla come un
ravvisamento di logicità — dei fenomeni di odio
antiebraico e di violenza contro gli ebrei in Europa.
Il fatto che vi sia un’identificazione
dell’ebraismo europeo con lo Stato d’Israele, o
che in parte alcuni ebrei possano diventare
cittadini israeliani, non può assolutamente
costituire alcuna giustificazione
dell’antisemitismo proveniente dai leader
musulmani in Europa. Non è giusto e non può
essere giustificato colpire degli ebrei per il solo
fatto di essere ebrei né degli israeliani per il solo
fatto di essere israeliani. L’appello rivolto agli
FONDATO NEL 1876
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
PRESIDENTE Angelo Provasoli
Ferruccio de Bortoli
VICE PRESIDENTE Roland Berger
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AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane
Luciano Fontana
CONSIGLIERI
Daniele Manca
Venanzio Postiglione
Giangiacomo Schiavi
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Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia,
Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti,
Laura Mengoni
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Alessandro Bompieri
Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano
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D
ice David Lodge, intervistato
domenica sulla Repubblica da Enrico
Franceschini, che per uno scrittore
stare sotto i riflettori, partecipare a incontri e
presentazioni, frequentare i festival «aiuta,
ma non trasforma un brutto romanzo in un
bestseller». È una dichiarazione solo
parzialmente vera. Anche un pessimo
romanzo, se presentato come si deve in una
simpatica trasmissione televisiva, avrà
un’impennata di vendite. Il problema è che
un programma tv invita preferibilmente gli
autori-personaggi (o quelli che hanno una
buona probabilità di diventarlo) e non gli
autori dei libri migliori. Bisogna che, a
prescindere dal libro, l’immagine biografica,
psicologica o sociale dell’autore garantisca
un’attrazione capace di non far precipitare lo
share. Ma in sé che il libro sia buono o no sul
piano letterario, stilistico eccetera non conta
nulla: semmai è utile che sia «stimolante»
(provochi discussioni o curiosità), ma lo
«stimolante» non ha niente a che fare con la
qualità letteraria anche quando l’enfasi del
momento può far pensare al capolavoro.
Inutile lamentarsene. È sempre stato così
e sempre lo sarà. Il bravo conduttore andrà a
cercare l’autore la cui «simpatia» sia già
collaudata, anche se la sua presenza
ricorrente genera un vago senso di
ripetitività. Essere estroversi non è una
conditio sine qua non: lo scrittore invitato
può essere solare, ombroso, orso al punto
giusto, freddo, emotivo, intenso, evocativo,
poetico, pazzo, buono, ironico, ammiccante,
bello, brutto, cattivo, impegnato, autorevole,
purché il suo carattere sia capace di
diventare un «cliché», riconoscibile come
tale. Diverso il discorso dei festival, dove tutti
gli scrittori, prima o poi, troveranno uno
spazio per appagare il proprio legittimo
bisogno di gratificazione e dove il pubblico
troverà il suo momento di soddisfazione
emotiva nell’ascolto e nell’incontro diretto.
Appuntamenti spesso estasianti, per gli uni
e per gli altri.
Ma. C’è il solito «ma». La domanda se la
pone, nella stessa pagina di Repubblica,
Michele Serra: che cosa rimane del testo
dopo tanto piacevole contesto? La risposta è:
molte belle sensazioni da una parte e
dall’altra, una sorta di compiaciuta e
contagiosa beatitudine. I festival sono degli
utilissimi centri benessere dello spirito
individuale e collettivo diffusi su tutto il
territorio nazionale. Poco importa che gli
effetti salutari passino dopo un’oretta, e
sarebbe folle pensare di curarti la sciatica o
l’ernia del disco con un massaggio rilassante.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ebrei a trasferirsi in Israele è una pietra fondante
della stessa nascita dello Stato d’Israele. Gli ebrei
che scelgono di continuare a vivere in Europa,
dove vivono da generazioni e dove la loro vita è
profondamente radicata e inserita nel modo di
vivere europeo, sono cittadini leali e con pieni e
pari diritti rispetto a qualsiasi altro cittadino
francese o italiano.
La parte finale delle parole del sig. Romano,
dove viene posto un nesso fra le politiche dei
governi israeliani e l’antisemitismo, è anch’essa
soggetta a essere interpretata come tendente a
giustificare il fenomeno. Il governo israeliano è
eletto con elezioni democratiche che riflettono la
volontà della maggioranza dei cittadini d’Israele.
Colpire gli ebrei in Europa per via delle azioni di
un governo in Israele è pura espressione di un
«nuovo antisemitismo», che colpisce gli ebrei per
© 2015 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI
VICEDIRETTORI
 Il piccolo fratello
il solo fatto di essere ebrei, nascondendosi però
dietro il pretesto di un’opposizione al governo
d’Israele. La verità, invece, è purtroppo semplice:
si tratta di odio per tutto ciò che è ebraico, incluso
l’odio per l’unico Stato ebraico al mondo, e ciò
esige contrasto e condanna, e non certo
accettazione e tentativi di spiegazioni logiche.
Amit Zarouk
Nidasio
Consigliere Ambasciata d’Israele in Italia
Ornella Vanoni e Twitter
Domenica era apparsa su Twitter una
dichiarazione di Ornella Vanoni sulla polemica
tra Elton John e gli stilisti Dolce & Gabbana. Il
«tweet», riportato dalle agenzie di stampa, e
citato ieri dal Corriere (pag.19), non è però da
attribuire alla cantante il cui unico account
Twitter è @ornellavanoni. Ci scusiamo. (m. per.)
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La tiratura di lunedì 16 marzo è stata di 349.823 copie
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