Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
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FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 03/04/2015 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 02/04/2015 FarmaMese Il capitale: salvezza o dannazione? 8 02/04/2015 FarmaMese Il Premio Fenagifar alla quarta edizione 9 SANITÀ NAZIONALE 03/04/2015 Il Sole 24 Ore Tour Aboca su alimenti, peso e salute 11 03/04/2015 La Repubblica - Nazionale Insonnia Quelle notti in bianco che ci rendono egoisti 12 03/04/2015 La Stampa - Nazionale In Italia sterile o infertile il 30% delle coppie: boom di figli in provetta 13 03/04/2015 La Stampa - Nazionale "Io, prima nata in provetta ora aiuto gli altri ad avere figli" 14 03/04/2015 La Stampa - Nazionale Altro che yoga, è colorare il nuovo antistress 15 03/04/2015 Avvenire - Nazionale In 12.500 per 25 posti 17 03/04/2015 Avvenire - Nazionale «Dopo la chiusura si apre una fase delicata» 18 03/04/2015 Avvenire - Nazionale Massimiliano non è solo Sette cuori al centralino dell'ospedale del Papa 19 03/04/2015 Avvenire - Nazionale L'Italia dei genitori "vecchi" Triplicati i bimbi in provetta 20 03/04/2015 Avvenire - Nazionale Passera: piaga sociale da estirpare alla radice 21 03/04/2015 Avvenire - Nazionale Binetti: i quattro impegni? Il ddl bloccato dà risposta 22 03/04/2015 Avvenire - Nazionale Traffico internazionale di farmaci rubati: 19 arresti 23 03/04/2015 QN - Il Giorno - Nazionale Maxi-traffico di farmaci rubati:i Nas sgominano banda criminale 24 03/04/2015 Il Mattino - Nazionale Matachione: documenti «truccati» per incastrarmi 25 03/04/2015 Libero - Nazionale Indagati altri 11 medici per i falsi certificati ai vigili 27 03/04/2015 ItaliaOggi Via libera alla pubblicità 28 03/04/2015 ItaliaOggi Università, su il sipario sulle date 29 03/04/2015 ItaliaOggi Rc medica, l'accesso è per tutti 30 03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica La strage nel silenzio: nel 2014 il record dei suicidi 31 03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica DIALISI PER NEONATI: INVENTATA IN ITALIA, RICHIESTA DAGLI USA 33 03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica Come mettere a dieta i tumori 34 03/04/2015 L'Espresso Guerre ideologiche sulla pelle delle donne 37 03/04/2015 L'Espresso Alle cuffiette non rinuncio nemmeno quando dormo 39 03/04/2015 Corriere della Sera - Sette Gli antibiotici «buttano giù»? 40 03/04/2015 Corriere della Sera - Sette Una terapia che fa scalpore 41 03/04/2015 Viver Sani e Belli Obesità Arriva la pillola per combatterla 42 03/04/2015 Viver Sani e Belli LE FARMACIE AMICHE DEI VEGANI 43 03/04/2015 Medico e Paziente PROFILASSI dell'EMICRANIA con POTENZIATORI METABOLICI 45 03/04/2015 Medico e Paziente Epilessia di nuova diagnosi 49 03/04/2015 Medico e Paziente Inutile TARDARE l'inizio della LEVODOPA 51 03/04/2015 Medico e Paziente MALATTIA di PARKINSON 56 03/04/2015 Medico e Paziente IL PAZIENTE CON ATASSIA CEREBELLARE SPORADICA GENETICAMENTE DETERMINATA 59 VITA IN FARMACIA 03/04/2015 Corriere della Sera - Milano Precari e disoccupati da tutta Italia «Speriamo ancora nel posto fisso» 66 03/04/2015 Corriere della Sera - Milano La truffa dei farmaci anticancro rubati In Italia introvabili, all'estero inservibili 68 03/04/2015 La Repubblica - Milano Traffico di farmaci antitumorali, 19 arresti 69 03/04/2015 La Repubblica - Roma "Svolta nella Sanità, via 684 primariati" 70 03/04/2015 La Repubblica - Bari Dilaga la necessità di medici anestesisti concorsi in tutte le Asl 72 03/04/2015 La Repubblica - Genova Traffico di medicine, manette a una coppia di farmacisti 73 03/04/2015 La Repubblica - Napoli Ospedale del Mare torna la Astaldi nella gara d'appalto per la gestione 74 03/04/2015 La Repubblica - Napoli Barra, apparecchi rotti e vecchi di 20 anni stop agli interventi nel presidio sanitario 75 03/04/2015 Il Messaggero - Roma Pronti i piani delle Asl: risparmi da 20 milioni ripartono le assunzioni 76 03/04/2015 Il Messaggero - Ancona Medici e pazienti contro Bruciaferri 77 03/04/2015 QN - Il Resto del Carlino - Bologna «L'assistenza sanitaria è un diritto, faremo pressione sugli enti preposti» 78 03/04/2015 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Day Hospital oncologico, sì bipartisan in Consiglio Ora tocca a Regione e Ausl 79 03/04/2015 Avvenire - Milano Farmaci rubati La gang aveva base in regione 80 03/04/2015 Avvenire - Milano Carate Brianza, apre il nuovo pronto soccorso dell'ospedale 81 03/04/2015 Il Gazzettino - Venezia Nuovo pediatra, l'Ulss interviene 82 03/04/2015 Il Gazzettino - Venezia Crisi, assalto ai dentisti dell'Asl 83 03/04/2015 Il Gazzettino - Pordenone Le farmacie comunali ampliano l'orario d'apertura 84 03/04/2015 Il Gazzettino - Venezia Il nuovo Civile , tra cultura e servizi 85 03/04/2015 QN - Il Giorno - Milano Dal commissario al manager 87 03/04/2015 QN - Il Giorno - Brianza Operazione Pharmatraffic I medicinali salvavita finivano nel mercato nero 88 03/04/2015 QN - Il Giorno - Sondrio Farmaci rubati, arrestato sondriese 89 03/04/2015 QN - La Nazione - Livorno Rapina la farmaciama il bottinoè solo 30 euro 90 03/04/2015 QN - La Nazione - Pisa Pontedera La psicosi si combatteanche in farmacia:con informazioni giuste 91 PROFESSIONI 03/04/2015 Milano Finanza Gran shopping 2015 93 03/04/2015 Viver Sani e Belli UNA PERSONA SU 6 SOFFRE DI RINITE ALLERGICA 96 02/04/2015 FarmaMese È davvero PERICOLO SCAMPATO? 97 02/04/2015 FarmaMese 3, 2, 1... COSMOFARMA! 100 02/04/2015 FarmaMese Il farmacista ? UN PREZIOSO ALLEATO 102 PERSONAGGI 03/04/2015 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Brindisi Listone o terzina: le carte dei fittiani E spuntano i nomi 106 02/04/2015 FarmaMese KEYCRIME: il peggior incubo dei rapinatori 108 02/04/2015 IlFarmacistaOnline.it 11:43 Senato. De Filippo risponde su tutela sanità animale in Sardegna, precari nelle Aou e nuovi ticket 111 IN PRIMO PIANO 2 articoli 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 3 (diffusione:17700, tiratura:18000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'editoriale Il capitale: salvezza o dannazione? Lorenzo Verlato Non si registrano mezze misure nel!'affrontare il tema dell'entrata del capitale nella proprietà delle farmacie. O si è contro o si è a favore, e con toni infiammati, soprattutto da parte dei contrari, che al momento sono ipiù nell'acceso dibattito provocato dal Ddl Concorrenza del Governo Renzi. Per esempio, il segretario della Fofi, Maurizio Pace, paventa il «riciclaggio di capitali criminali- e Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo e vicepresidente Utifar, paventa per i farmacisti il rischio di diventare «tutti servi della gleba di un rinnovato Medioevo-. L'invito, quindi, è di "mettere paletti'' durante il dibattito parlamentare, per limitare l'accesso del capitale, e poi promuovere subito aggregazioni per "diventare catene di noi stessi". Chi, al contrario, sostiene che l'ingresso del capitale porterà benefici fa riferimento alle molte farmacie in difficoltà, che così si salveranno, e in generale al recupero di valore nella valutazione dell'azienda farmacia. Alla grande Convention di Alphega, tenutasi a Montecarlo, Omelia Barra -che del tema se ne intende, sia per la lunga esperienza in farmacia e nella distribuzione, sia per l'attuale posizione di vicepresidente del colosso Wallgreens Boots Alliance- ha detto a chiare lettere che il Ddl 'per la farmacia italiana sarà solo una fortuna-. Cruciale è. però, il fattore tempo: se cambia qualcosa o arriva tardi, le farmacie in crisi non faranno in tempo a salvarsi. Peraltro è quanto sosteneva Carlo Ghiani, presidente di Credifarma, e in tempi non sospetti: «Una buona legge sull'ingresso del capitale potrebbe far superare lo stato dì crisi dì tutto il comparto- (vedasi l'intervista al nostro giornale, "Farma Mese" n. 9-2013). Il sospetto di interessi privati per Omelia Barra è logico e immediato, viste le 2.700 farmacie di proprietà Boots (e lasciamo perdere la decina di ex-comunali della sua Alleanza). Ma dovere di cronaca ci fa ricordare che il suo intervento a Montecarlo è stato tutto un peana all'indipendenza dei farmacisti: «Mantenete la vostra iderttità, state indipendenti" ha detto al migliaio di farmacisti venuti da tutt'Europa. 'Faremo di tutto perché restiate indipendenti, ma forti. È un mio impegno assoluto e io le promesse le mantengo sempre-. E durante l'intervista ai giornalisti italiani ha precisato: «Noi serviamo ogni giorno 180.000 farmacie: la nostra forza sta nella farmacia indipendente». Il tempo ci dirà se il capitale sarà la salvezza oppure la dannazione. La vita mi ha, però, insegnato che non esiste tanto il bianco o il nero, quanto una gran varietà di grigi. E allora, seguendo la saggezza antica (in medio stat virtus) dovremmo forse ricordarci che la farmacìa opera sì avendo un supporto economico, ma è la professionalità il vero capitale del farmacista. È proprio questa consapevolezza, e soprattutto questo orgoglio, che vanno assolutamente difesi, senza se e senza ma. E quando si parla dì aggregazioni, non cadiamo nel banale "l'unione fa la forza". Inutile, infatti, proporre astratte aggregazioni, se non si ha ben chiaro come, dove e quando bisogna unirsi e, soprattutto, con quali strategie e tattiche. Questo il primo essenziale impegno che ora attende la farmacia. IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 03/04/2015 8 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 7 (diffusione:17700, tiratura:18000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lettere Il Premio Fenagifar alla quarta edizione cura della Redazione [email protected] Fenagifarpromuove anche quest'anno (in collaborazione e con il patrocinio della Fofi e della Conferenza nazionale direttori farmacia e farmacia industriale) il "Premio di laurea" che porta il suo nome, destinato a un giovane, laureando o neolaureato in Farmacia o Ctf, che si sia particolarmente distinto nel corso della sua carriera universitaria. Così il presidente di Fenagifar Pia Policicchio presenta l'iniziativa: «Siamo particolarmente soddisfatti di promuovere, per il quarto anno consecutivo, il Premio di Laurea Fenagifar. Vuole rappresentare un riconoscimento alla preparazione professionale e al merito dei nostri giovani colleghi che si affacciano al mondo lavorativo». Il concorso intende, infatti, dare un riconoscimento a uno studente laureando o a un neolaureato in Farmacia o Chimica e Tecnologia farmaceutiche, da considerarsi particolarmente meritevole a seguito della valutazione della tesi di laurea e del curriculum universitario. La partecipazione è aperta a studenti di tutte le università italiane, la candidatura è libera e non vi sono vincoli sul numero di domande per ateneo. I candidati dovranno, però, avere conseguito tutti i crediti formativi previsti dal piano di studi. I neolaureati devono avere ottenuto il diploma dopo il 1 ° gennaio 2014 e non devono avere preso parte a precedenti edizioni del Premio. Il vincitore sarà deciso insindacabilmente da una commissione esaminatrice formata dal presidente di Fenagifar, Pia Policicchio (o da un suo delegato), dal presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti, Andrea Mandelli, e dal presidente della Conferenza nazionale direttori farmacia e farmacia industriale, Ettore Novellino. Il prescelto riceverà un premio del valore di 1.000 euro, che gli sarà consegnato durante I lavori del Convegno Fenagifar nel corso della manifestazione FarmacistaPiù, in programma a Milano il 9 maggio 2015. Il materiale per partecipare (certificato della carriera universitaria e copia della tesi) dovrà essere consegnato alla segreteria di Fenagifar entro il 7 aprile 2015. Per ulteriori informazioni, rivolgersi a Zeroseicongressi (tei. 06.8416681 e-mail: [email protected]). IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 03/04/2015 9 SANITÀ NAZIONALE 32 articoli 03/04/2015 Il Sole 24 Ore - ed. MODA24 Pag. 18 (diffusione:334076, tiratura:405061) Tour Aboca su alimenti, peso e salute Ma.Ge. Parte da Genova il 7 aprile e prosegue fino al 10 giugno l'In-forma tour nazionale #iopesolamiasalute, promosso da Aboca, azienda specializzata in dispositivi medici e integratori alimentari a base di complessi molecolari vegetali. Un viaggio alla scoperta del proprio corpo per comprendere i meccanismi metabolici alla base del controllo del peso e dello stato in salute. Ventiquattro appuntamenti con Pier Luigi Rossi, medico specialista in scienza dell'alimentazione, inventore del metodo molecolare e autore del libro "Dalle calorie alle molecole" (Aboca Edizioni 2014), e l'attrice, doppiatrice e scrittrice Lella Costa, per affrontare i temi della corretta alimentazione e del controllo del peso in modo innovativo unendo arte, scienza, intrattenimento ed educazione. Il tour nasce con l'obiettivo di divulgare una nuova cultura della salute. L'obesità e il sovrappeso sono patologie multifattoriali che possono favorire l'insorgenza di gravi complicanze, legate a squilibri metabolici. «La salute, il peso corporeo e l'immagine estetica di ciascuno di noi nascono dalla gestione metabolica dei nutrienti alimentari e dall'ossigeno respirato all'interno delle cellule umane», spiega Rossi. Il suo approccio si propone come un vero e proprio stile di vita, duraturo, che supera i concetti base della dietologia attuale. «Attraverso la scelta dei cibi - spiega il professore - e quindi delle molecole che ingeriamo, come carboidrati, proteine, lipidi, vitamine e minerali, possiamo agire sul controllo di glicemia, insulina e lipemia, veri responsabili dell'accumulo di peso e di alcune delle più diffuse patologie dei nostri tempi. Una buona conoscenza del proprio corpo aiuta a migliorare lo stato generale di salute. Bastano due esami, insulina e glicemia, per verificare la propria salute metabolica». Il tour inizierà il 7 aprile da Genova e proseguirà fino al 10 giugno, toccando in tutto 24 città italiane. L'ingressoè gratuito. Per avere un postoa sedere riservatoè possibile registrarsi nella sezione di iscrizione sul sito www.aboca.com, dove è anche possibile trovare maggiori informazioni. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato metabolismo 03/04/2015 La Repubblica Pag. 39 (diffusione:556325, tiratura:710716) Insonnia Quelle notti in bianco che ci rendono egoisti Uno studio mostra gli effetti di poche ore di sonno: non riusciamo a essere empatici con gli altri Diminuisce la creatività, rallentano i tempi di reazione e calano anche le capacità logiche CATERINA PASOLINI DIMENTICATEVI Leonardo, capace di creare la Gioconda dormendo solo tre ore, Churchill, vittorioso in guerra nonostante anni di notti in bianco o Chuck Palahniuk che grazie alla perenne insonnia ha scritto un capolavoro come "Fight club". Alla maggior parte dei comuni mortali dormire poco fa male, vivere in costante debito di sonno ancora peggio. Uno studio dell'Università dell'Aquila, messo a punto in collaborazione con i ricercatori di Luiss, Sapienza e dell'ateneo di Genova, lo dimostra: stare in piedi una notte intera rende più egoisti, tirchi, meno empatici, più inclini al rischio se maschi, più conservatrici se donne. Le ore lontano dai sogni ci cambiano in peggio, rendono più aridi i rapporti visto che con i neuroni affaticati non riusciamo più comprendere emozioni, desideri e paure di chi ci sta davanti. Studi che fanno sperare: forse basterebbe farli dormire di più e l'incontentabile egoista, l'arido tirchio o la perenne incompresa con cui dividiamo casa o ufficio, si trasformerebbero per miracolo. «I miei studenti dopo ore insonni erano meno capaci del solito di individuare le giuste emozioni nelle immagini test mostrategli», spiega il professor Michele Ferrara del dipartimento di medicina dell'università dell'Aquila che li ha sottoposti a notti in bianco per studiare deficit e cambiamenti nelle capacità intellettuali e nella psiche. «Dal punto di vista mentale - continua - non dormire diminuisce la creatività, si ha un pensiero meno capace di trovare soluzioni originali ai problemi. Cala la capacità di passare da un compito all'altro senza compiere errori, rallentano i tempi di reazione. Si riducono le capacità logiche, di prendere decisioni e pianificare». Non solo. Notti in biancoe umor nero è il luogo comune confermato dai test. E la spiegazione scientifica ci riporta alle caverne. «C'è un principio di adattamento noto come: meglio sicuri che dispiaciuti, secondo il quale dal punto di vista evoluzionistico è più sicuro decidere che qualcosa sia un pericolo, anche se poi non lo è affatto, piuttosto che il contrario», aggiunge Ferrara. «La deprivazione di sonno viene vissuta come situazione di pericolo e sembra accrescere questa tendenza innata. Portandoci a pensare le cose più negative di quello che sono». Sottoposti a prove di generosità, dividere una certa somma con altri prima a mente riposata e poi esausta, uomini e donne si sono comportati in maniera diversa. Le donne, abitualmente generose, private del riposo hanno tenuto più soldi per sé rispetto ai compagni di corso. E nel caso di scommesse hanno preferito rischiare meno mentre i maschi hanno fatto il contrario. «Gli uomini hanno maggiore resistenza agli effetti dalla mancanza di sonno ma la donna ha innata la tendenza alla protezione della prole. E visto che la mancanza di sonno viene vissuta come pericolo, lei accaparra e sceglie di puntare sul sicuro per garantire il futuro dei figli. Anche se ha 20 anni e nessun bambino». Gli italiani e il sonno Quante ore di sonno servono alle varie età 6ore la soglia sotto la quale il sonno viene considerato di breve durata 1ora e 30 minuti il tempo di sonno perso in media dagli italiani dagli anni ottanta ad oggi So!rendo di disturbi del sonno non si rivolgono a un medico 86% So!rono di sonnolenza durante il giorno 46% Gli italiani che dormono male 39% Ricorrono all'aiuto del medico 16% Prendono farmaci per dormire 7% 9-12 anni 10 ore 5-8 anni 11 ore 3-5 anni 12 ore 10-13 anni 9ore 14- 18 anni 9ore 19- 30 anni 8ore 33-45 anni 7ore 50-70 anni 6,5 ore oltre 70 anni 6ore SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 Stili di vita 03/04/2015 La Stampa Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) In Italia sterile o infertile il 30% delle coppie: boom di figli in provetta Giacomo Galeazzi A PAGINA 17 In Italia sterile o infertile il 30% delle coppie: boom di figli in provetta ROMA Boom di bimbi in provetta. La maggior parte delle coppie va dallo specialista dopo un anno di tentativi di avere una gravidanza (53%). «E' indispensabile offrire informazioni corrette sui comportamenti che compromettono la fertilità e sulle patologie che se opportunamente trattate possono consentire comunque di avere un figlio», afferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Nel 2012, ultimo anno di cui sono disponibili i dati, sono nati con la fecondazione assistita in Italia quasi diecimila bimbi, con una crescita del 170% nei sette anni precedenti, quasi triplicate. Le famiglie nel nostro paese pensano troppo tardi a un figlio, con il rischio sempre maggiore di trovarsi di fronte a problemi di fertilità che le portano sempre più spesso nei centri per la fecondazione assistita, con i bimbi nati in provetta quasi triplicati in pochi anni. Una situazione che è tra le cause del tasso di natalità troppo basso del paese e che è stata descritta dal rapporto «Diventare genitori oggi » realizzato dal Censis e dalla fondazione Ibsa. Non è aumentato di molto invece, sottolinea il rapporto, il tasso di successo dei trattamenti, passato dal 21 al 24%. La metà degli specialisti consultati ritiene che i problemi di infertilità e sterilità colpiscano il 2030% delle coppie italiane, e la maggioranza è certa (lo pensa il 91,3% dei medici interpellati) che questi problemi siano in aumento rispetto al passato. Per quanto riguarda gli uomini, la visita dall'andrologo in circa metà dei casi è fatta tra 35 e 40 anni, mentre nell'altra metà tra 30 e 35, con una minima percentuale di più giovani. Per le donne invece la maggioranza (il 77,3%) si preoccupa dei problemi di fertilità tra i 35 e i 40, il 16,4% tra 30 e 35 mentre tra le over 40 la percentuale è del 3,6%. La maggior parte delle coppie va dallo specialista dopo un anno di tentativi e prima di due (53,3%), mentre il 32% va tra sei mesi e un anno. Il calo delle nascite non è dovuto al fatto che le italiane stiano perdendo la fecondità, ma è un problema di età e sociale, legato al lavoro e non alla crisi.I bambini in provetta % Nati nel 2005 % Nati nel 2012 % 9.800 3.650 % Coppie trattate in Italia con tecniche di procreazione medicalmente assistita nel 2005 % 30.749 % Coppie trattate in Italia nel 2012 azie - LA STAMPA 23,2 46,6 + 1 7 0 39,7 13,7 Casi in cui si arriva alla gravidanza Pazienti seguiti privatamente 54.458 Pazienti assistiti da strutture pubbliche Pazienti trattati sia nel pubblico che nel privato Aumento nascite tra il 2005 e il 2012 1983 Napoli Nasce la prima bimba concepita in provetta in Italia, è Alessandra Abbisogno, oggi mamma felice 2004 Roma La legge sulla fecondazione assistita in Italia continua ancora a fare discutere sulle nuove tecnologie 1762 Marburgo Stephan Jacobi riuscì a fecondare artificialmente uova di trote e salmoni, prelevando le uova deposte e bagnandolo con il liquido spermatico 1780 Bologna Lazzaro Spallanzani riuscì a fecondare artificialmente una cagnetta spaniel, la quale partorì tre cuccioli 1978 Londra Si ebbe la prima fecondazione artificiale in vitro su un essere umano, messa in atto dai medici ricercatori anglosassoni Patrick Steptoe e dal premio Nobel Robert Edwards SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FECONDAZIONE ASSISTITA 03/04/2015 La Stampa Pag. 17 (diffusione:309253, tiratura:418328) "Io, prima nata in provetta ora aiuto gli altri ad avere figli" Alessandra Abbisogno, concepita 32 anni fa in vitro, è embriologa "Ho partorito in modo naturale ma difendo chi si rivolge alla scienza" GIACOMO GALEAZZI ROMA «La vita vince su tutto. Nessuno più di me può capire la gioia della maternità e la scienza è lo strumento per realizzare i nostri sogni». Laureata in biologia con specializzazione in embriologia, Alessandra Abbisogno, 32 anni, è la prima italiana nata con la fecondazione assistita. Il Censis attesta che le famiglie nel nostro paese pensano troppo tardi a un figlio, con il rischio di trovarsi di fronte a problemi di fertilità che le portano sempre più spesso nei centri per la fecondazione assistita, con i bimbi nati in provetta quasi triplicati in pochi anni. «Non c'è nulla di più appagante che far nascere quei bimbi che senza un aiuto medico non sarebbero mai nati», assicura. Vive a Bologna e due anni fa è diventata mamma di Andrea.«Per vie naturali». 32 anni dopo, il boom della procreazione assistita rende universale la sua storia personalissima Da bambina le è mai capitato di sentirsi una «marziana»? «No. E' come aver sempre saputo come sono nata. I miei genitori avevano 40 e 38 anni. Mi hanno detto tutto fin da quando avevo ho potuto capire. Avevo quattro, anni. Grazie alla mamma non ho mai subito traumi: ha sempre parlato della mia nascita come di un evento del tutto normale. Adesso che sono io stessa madre capisco compiutamente la radicalità dell'esperienza. Per essere genitori si percorre qualunque strada. Il cuore ci guida, la scienza ci aiuta». Per questo è embriologa? «Sì. E' stata un po' una vocazione scritta già nella mia origine. E' maturata presto in me l'esigenza di approfondire, di tornare alla radice, di capire come funziona la procreazione medicalmente assistita. Quando sono venuta al mondo io fu un evento mai visto in Italia, oggi è prassi diffusa. In questo momento sono al parco con mio figlio e ho una certezza: molti bambini che giocano qui sono nati attraverso la fecondazione in vitro. Non è stato così per me ma molte ragazze non sanno da giovani cosa vogliono davvero. Gli anni passano. Quando si inizia a dare il giusto valore agli affetti, alla famiglia l'età biologica è avanzata». Sulla sterilità incide lo spostamento del momento in cui si decide di fare il primo figlio? «Si fanno figli troppo tardi. La maggior parte delle coppie va dallo specialista dopo un anno di tentativi. Purtroppo in Italia restano resistenze culturali alle nascite in provetta. Il dibattito sulla legge 40 lo dimostra. Io sono assolutamente contraria all'aborto e mi addolora vedere donne che negano il valore assoluto della vita. Molte di loro interrompono volontariamente la gravidanza da giovani e poi dopo parecchi anni decidono di fare la fecondazione. Se Dio dona una gravidanza, occorre accettarla. Un figlio è una benedizione. Mio figlio è una benedizione per me come io lo sono stata per mia madre». Sua madre si è sottoposta a tecniche all'epoca avveniristiche. Lo avrebbe fatto anche lei? «Non ne ho avuto bisogno. Ma è giusto e comprensibile chiedere alla scienza di fare tutto ciò che può. L'essere tanto desiderata dai miei genitori si è concretizzato in un amore immenso, persino eccessivo. Lentamente il desiderio di maternità di mia madre è diventato il mio. Non mi è servita la procreazione assistita però non ho preclusioni. Anzi ho dedicato la mia vita d aiutare le persone a realizzare il loro sogno. Nei limiti del possibile, certo. Non ti puoi accorgere a 50 anni di volere un figlio. Ma la medicina deve essere al servizio della vita». Foto: Mamma Alessandra Abbisogno SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 03/04/2015 La Stampa Pag. 29 (diffusione:309253, tiratura:418328) Altro che yoga, è colorare il nuovo antistress Adulti alle prese con fogli e matite, una moda che arriva dal Nord Europa La psicologa: "Il disegno già fatto è un contenitore che dà sicurezza" FRANCESCA ROSSO TORINO Belli da vedere, toccare, annusare. E colorare. Nella crisi dei libri di carta arriva una nuova moda da Gran Bretagna, Francia e Nord Europa: i libri da colorare per adulti. Sono simili a quelli per bambini ma hanno disegni più complessi e sorprendenti. Animali, fiori, giardini, motivi astratti ispirati all'India, al Giappone, al Messico o all'art déco e soprattutto ai mandala, i disegni circolari (dalla parola sanscrita che significa circonferenza) tracciati con polveri colorate o dipinti nella tradizione buddista e induista come percorso di meditazione e che Carl Gustav Jung ha utilizzato come immagini per inventare o rappresentare il proprio sé. Stanno arrivando anche in Italia. Le case editrici Un po' tutte le case editrici si stanno muovendo: la Logos di Modena, specializzata in arte e grafica, propone una collana per imparare a disegnare: 20 mondi per disegnare un gatto e altri 44 elementi buffi. Ci sono anche l'albero, il baffo, la farfalla. Ma qui si richiede un impegno più creativ o . S o n o usciti per Gallucci Il giardino segreto. Giochi in punta di pennino e La foresta incantata. Un intreccio a china da esplorare e colorare di Johanna Basford, che in Inghilterra hanno venduto un milione di copie. Con tanto di consigli in apertura del libro: «Trova la via del castello nascosto nel cuore della foresta, attraverso l'intreccio delle felci e dei fiori, le case magiche sugli alberi e le viti spinose». In arrivo anche ben 7 titoli di «arttherapy » da Ippocampo di Milano. «In autunno - racconta l'editore Patrick Le Noël abbiamo proposto due titoli di O'Mara e Hachette che sono andati letteralmente a ruba. Niente di nuovo sotto il sole. È l'antica arte dei mandala rilanciata in Inghilterra tre anni fa. Un successo. Il pubblico è per l'80 per cento femminile. Di ogni età». La psicologia Le quarte di copertina promettono qualità anti-stress, miglioramento della concentrazione e dell'umore. Ma perché colorare farebbe bene alla nostra mente? Nella prefazione al libro da colorare dell'illustratore spagnolo Antonio Forges, lo psicologo Luis Rojas Marcos scrive che «colorare ci conforta, ci dà pace e ci rilassa - anche se per poco, ci libera dalle nostre pressioni quotidiane... Anche se colorare per un paio d'ore non elimina tutti i problemi e le preoccupazioni, ci porta altrove, al riparo dallo stress che spesso ci assale». La psicologa e psicoterapeuta Giovannina Boeretto rincara: «il disegno già fatto è come un contenitore che dà sicurezza, un luogo che protegge ed evita dispersioni, contiene emotivamente e poi c'è la piacevolezza della gestualità, dello scegliere il tipo di colori perché un pennarello è molto diverso da un colore a tempera. Colorare permette un consapevole e fluido passaggio fra mondo esteriore e mondo interiore». Giuliana Bitelli, fondatrice del Cpp Centro di Psicologia e Psicoterapia di Torino, è più critica: «Un adulto non si metterebbe mai a colorare se non sotto proposta o tortura». Per sottolineare che il vero creativo il mandala se lo disegna da solo. «Stare nei confini - continua ha limiti e vantaggi: stai all'ombra di una cosa fatta da un altro, non è un'attività creativa se non nella scelta di materiali e colori. A livello preconscio il rosso attiva, il blu va in profondità, il verde calma. Nella nostra società c'è il pericolo di creare un'illusione di onnipotenza mentre si sta solo utilizzando il divertimento come consumo». I mandala Nessuna creatività dunque, ma un semplice eseguire seguendo le tracce lasciate da altri. Spiega la Bitelli: «La nostra società ha nei nostri confronti una preoccupazione materna con finalità di lucro. Ci tiene occupati facendoci stare nei confini, come quando coloriamo. Noi ci possiamo affidare. Diventiamo passivi e protetti. Ci deresponsabilizziamo e torniamo bambini, felici nella braccia della mammacontenitore». Molti disegni per adulti sono mandala o disegni circolari. Perché? «In senso junghiano il mandala rappresenta il sé profondo. Le forme tonde sono archetipiche, rappresentano l'unità e la continuità, la con-centrazione. Colorare un mandala ha una risonanza psichica migliore di una testa di tigre». Ma quindi colorare non fa bene come promettono le quarte di copertina? «Di certo non fa male, basta sapere che si è semplici esecutori. Colorare è un automassaggio calmante e un passatempo». Male non fa. Forse non diventeremo artisti, ma saremo senza dubbio più sereni. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tendenze 03/04/2015 La Stampa Pag. 29 (diffusione:309253, tiratura:418328) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Alla spagnola In Spagna Espasa ha pubblicato «Coloréitor», un libro che raccoglie i disegni del celebre illustratore satirico Antonio Forges, classe 1942. «Far spazio al sorriso è un rimedio molto efficace contro lo stress che accumuliamo durante il giorno» Per i più bravi È ormai difficilissimo da trovare anche online il complesso «Between the Lines. An Expert Level Colouring Book», 22 disegni realizzati a mano dall'artista Peter Deligdisch. Ma sta per arrivare (in luglio) la sua nuova attesissima opera «Color me crazy» Alla francese Arriverà per Tea «The Mindfulness Colouring Book» di Emma Farrarons, una delle più promettenti illustratrici francesi. In Francia la casa editrice Hachette propone tra l'altro una raccolta di ArteTerapia che permette di colorare farfalle, fiori, cupcake e graffiti I divi La serie «Colour me good» dell'illustratrice Mel Elliott propone da colorare i disegni di celebrities come la supermodel Kate Moss (in foto) o gli attori Ryan Gosling, Benedict Cumberbatch e James Franco. Il target qui è più adolescenziale Terapeutico «Colour Yourself Calm», una raccolta di 30 mandala che dovrebbero rilassare ma anche aiutare a sviluppare il proprio lato creativo. «Colorare è un ottimo modo per capire il concetto di pienezza mentale» dice infatti l'autore del libro Tiddy Rowan All'italiana In Italia la casa editrice Ultra ha appena dato inizio a una serie di 12 volumi, «ArtActivity - Libri per adulti che vogliono colorare». L'Ippocampo pubblica «Art Therapy - colouring book», mentre Logos Edizioni, propone «20 modi per disegnare». Foto: 1 milione di copie Vendute da Johanna Basford nel Regno Unito con i suoi due volumi Il giardino segreto e La foresta incantata Foto: Provate a finirlo voi Nella foto grande il particolare di un mandala, il disegno circolare (dalla parola sanscrita che significa circonferenza) della tradizione buddista e induista come percorso di meditazione 03/04/2015 Avvenire Pag. 2 (diffusione:105812, tiratura:151233) In 12.500 per 25 posti Sono circa 12.500 le domande arrivate all'ospedale Niguarda di Milano, per il concorso riservato agli infermieri: aperto ieri, selezionerà fino a domani i 25 migliori operatori sanitari da collocare nella struttura. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INFERMIERI 03/04/2015 Avvenire Pag. 6 (diffusione:105812, tiratura:151233) «Dopo la chiusura si apre una fase delicata» Il passaggio dagli Opg alle Rems resta sotto i riflettori, dopo l'avvio della nuova fase coincisa con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari il 31 marzo. Secondo Emilia Grazia De Blasi, presidente della Commissione Sanità del Senato, «è chiaro che si tratta di un inizio. Sono consapevole che c'è molto da fare, ma è importante che si sia cominciato a fare in tutte le regioni, tranne il Veneto che, come prescrive la legge, dovrebbe essere commissariato». Oltre al mondo politico, anche giudici e medici hanno espresso grande attenzione per un passaggio titenuto storico. «È iniziata una fase molto delicata, in cui sarà necessario prevenire vuoti di intervento e disfunzioni che creerebbero sofferenze a molti e che al primo incidente rischierebbero di rimettere in discussione le soluzioni adottate» hanno rilevato Luigi Marini, presidente di Magistratura democratica, ed Emilio Lupo, segretario di Psichiatria democratica. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Opg. 03/04/2015 Avvenire Pag. 6 (diffusione:105812, tiratura:151233) Massimiliano non è solo Sette cuori al centralino dell'ospedale del Papa La svolta dei detenuti di Rebibbia, centralinisti per il Bambino Gesù di Roma ANTONIO MARIA MIRA Ieri, nel carcere di Rebibbia, Papa Francesco ha incontrato anche alcuni suoi "dipendenti". Si tratta dei sette detenuti che lavorano al Centro unico di prenotazione dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, di proprietà della Santa Sede. Uno di loro, Massimiliano, ha addirittura fatto da chierichetto alla Santa Messa celebrata dal Papa nella cappella del carcere. Un altro, invece, Roberto, non ha potuto essere presente perché da venti giorni, grazie allo stesso progetto, è in semilibertà e lavora fuori da Rebibbia, al Centro direzionale dell'"ospedale del Papa" che si trova in via Baldelli. «Un progetto per dare concretezza all'insegnamento del Vangelo - spiega Salvatore Vecchio, direttore del personale del Bambino Gesù -. Cura dei malati e di chi ha bisogno, cura del corpo ma anche dell'anima. Per dare dignità e consistenza al percorso di riabilitazione del detenuti». E funziona. I detenuti, infatti, ci tengono a dire all'ospedale, «lavorano con un'efficienza, una professionalità e una dedizione encomiabili». Un lavoro regolarmente retribuito. I detenuti, appositamente formati, lavorano in postazioni dotate di specifiche apparecchiature telefoniche fornite dall'ospedale e approntate all'interno del carcere. I genitori che telefonano per informazioni, prenotazioni, spiegazioni, non lo sanno. Spesso sono preoccupati per la salute dei figli. E trovano nella voce dei sette lavoratori «efficienza, accoglienza, pazienza e comprensione». E non è facile. Visto il gran numero di chiamate: quasi mille al giorno, per un totale di oltre un milione e 400mila prestazioni ambulatoriali erogate all'anno. Tutto nasce nel 2011, grazie alla collaborazione tra l'ospedale, la Casa circondariale di Rebibbia e il Consorzio Sol.co che si occupa di reinserimento dei detenuti. A febbraio i primi contatti tra Bambino Gesù e carcere, grazie all'impegno proprio di Salvatore Vecchio e dell'allora direttore di Rebibbia, Carmelo Cantone. E a settembre si è partiti col corso di formazione e poi il lavoro per i primi quattro detenuti, oggi diventati sette. «Un'iniziativa spiegano ancora - che, con molta modestia, si inserisce nella tradizione di impegno e attenzione privilegiata della Chiesa e dei Pontefici nei confronti di quanti devono scontare una pena». Motivazione e professionalità. E dopo tre anni si è appena rinnovata la convenzione per lo stesso periodo. Contemporaneamente ha cominciato a lavorare il primo detenuto in semilibertà. Roberto, 50 anni, da più di 10 in carcere per una serie di rapine, ogni mattina lascia il carcere per raggiungere in metropolitana i colleghi "liberi" nel Cup vicino alla Basilica di San Paolo. E a sera ritorna in cella. «È un aiuto vicendevole - spiega Salvatore Vecchio -. I detenuti aiutano i genitori, il lavoro li aiuta a realizzare che vi sono molte strade che permettono all'uomo di migliorare, anche chi ha sbagliato». Parole importanti visto che Salvatore è figlio di Francesco Vecchio, manager catanese, ucciso a 52 anni il 31 ottobre 1990. Vittima innocente di mafia. Uno dei tanti omicidi senza colpevoli. Ma una delle piste seguite si lega proprio a carcere e lavoro. «L'azienda dove lavorava papà aveva fatto una convenzione con una cooperativa di detenuti per farli lavorare in fabbrica, ma lui si accorse che non venivano mai. Che era una sorta di "pizzo", perché erano pagati, e un'occasione per andare chissà dove. Allora impose dei controlli molto severi. Forse qualcuno si è vendicato... Anche per questo ho voluto trasformare il mio dolore in impegno. Non è stato facile, ma bisogna dare gambe alle idee. E noi lo stiamo facendo con questi detenuti». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La storia/2 Carcere, uno spazio per uomini liberi 03/04/2015 Avvenire Pag. 10 (diffusione:105812, tiratura:151233) L'Italia dei genitori "vecchi" Triplicati i bimbi in provetta EMANUELA VINAI Aumentano i bambini nati con la fecondazione artificiale, ma il dato è direttamente proporzionale al numero delle coppie che si rivolgono alla provetta per avere un figlio. E, allo stesso tempo, il tutto deriva dall'aumento dell'età di chi cerca la prima gravidanza. I fatti snocciolati dal Censis nel corso della ricerca "Diventare genitori oggi: il punto di vista degli specialisti" - realizzata su 150 esperti fra ginecologi, andrologi e urologi in collaborazione con la Fondazione Ibsa - mettono in fila questi elementi e ne traggono una conclusione univoca: il nostro Paese ha un problema di scarsa natalità e di carente informazione riguardo la fertilità. I numeri evidenziano un incremento del 170% in 7 anni dei nati a seguito di trattamenti di procreazione medicalmente assistita. I bambini "in provetta" venuti alla luce in Italia nel 2012 sono stati 9.818: nel 2005 erano 3.649. Nello stesso periodo le coppie che si sono sottoposte a cicli di Pma sono passate dalle 30.749 del 2005 alle 54.458 nel 2012 (ultimo dato ufficiale disponibile). Un'impennata che gli esperti spiegano con una tabella semplice quanto efficace: l'età prevalente dei pazienti con problemi di infertilità o sterilità è, per il 70%, compresa nella fascia 35/40 anni. Il posticipare la genitorialità per ragioni sociali, economiche o culturali sposta in avanti la percezione e la presa in consapevolezza di una serie di problematiche che ostacolano l'arrivo di un figlio e, spesso, a questo punto gli interventi non sono più efficaci o risolutivi. «In quale altra branca della medicina - ha sottolineato Andrea Lenzi, ordinario di Endocrinologia alla Sapienza di Roma e presidente del Consiglio universitario nazionale - accetteremmo una tecnica che ha poco più del 20% di casi di riuscita? Eppure per la Pma sembra perfettamente plausibile. Le donne e gli uomini oggi sono "giovanilissimi" e a 50 anni se ne sentono 30, ma non così i loro gameti». L'aumento dell'infertilità/sterilità tra le coppie non è solo una percezione popolare, ma un dato di fatto dichiarato dal 91% dei camici bianchi. Secondo i medici interpellati inoltre, l'infertilità colpisce il 20-30% delle coppie italiane, a fronte delle stime dell'Organizzazione mondiale della sanità che parlano del 10-15%. Perché questa disparità rispetto ai dati mondiali? «L'Oms fa la media su tutto il mondo - ha spiegato Felice Petraglia, Direttore della Clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Siena -, considerando quindi Paesi come l'Africa, l'Asia, il Sudamerica dove si continuano a fare figli da giovani. La caduta della fertilità in Italia è dovuta a un solo fattore: l'età». La quasi unanimità dei medici ritiene infine che la Legge 40, pur migliorabile con l'eterologa e non omogeneamente applicata sul territorio, si confermi necessaria per regolamentare un tema così delicato. Maurizio Romani, vicepresidente della Commissione Igiene e sanità del Senato, ha auspicato al più presto il varo delle nuove linee guida rimarcando però che «andrebbe facilitato il percorso adottivo». In conclusione, i medici chiedono più politiche di prevenzione da attuarsi attivando programmi regionali e nazionali di screening iniziando già in età pediatrica, per intercettare precocemente i problemi e indirizzare subito i pazienti a uno specialista. Ma, a fronte di una scarsissima informazione dei propri assistiti sia sui problemi di infertilità e sterilità, sia sulle tecniche di Pma, i camici bianchi invocano anche politiche culturali che aumentino la conoscenza e la consapevolezza del bene prezioso e fragile che è la fertilità maschile e femminile. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ricerca del Censis 03/04/2015 Avvenire Pag. 11 (diffusione:105812, tiratura:151233) Corrado Passera (presidente di Italia Unica) Caro direttore, plaudo all'iniziativa di "Avvenire" e al documento delle associazioni contro il dilagare del gioco d'azzardo. Da mesi Italia Unica denuncia questa autentica piaga sociale. La Costituzione (articolo 32) tutela la salute dei cittadini considerandola un diritto fondamentale: ebbene la ludopatia in quanto dipendenza compulsiva dal gioco d'azzardo è una vera e propria malattia, e come tale deve essere affrontata. Quello che finora si è fatto e si fa è troppo poco. Soprattutto è sbagliato immaginare le slot machine e quant'altro un terreno da arare fiscalmente da parte dello Stato per aumentare i propri introiti. La ludopatia o, meglio, il Gap (gioco d'azzardo patologico) va combattuto senza quartiere, e vanno estirpate alle radici le condizioni che lo determinano. Troppe vite individuali, troppe famiglie sono state rovinate dalla colpevole sottovalutazione di un fenomeno così grave che si sta allargando a dismisura e nella quasi rassegnazione delle autorità. Una malattia sociale, un fenomeno pericolosissimo che proprio per questo va affrontato con la determinazione necessaria. Non illudiamoci che togliere le macchinette dai bar risolva il problema: ormai si gioca online e tanti minori ne sono coinvolti sfuggendo a ogni controllo. Ben vengano maggiori poteri ai sindaci e le cure a carico dello Stato. Ma la battaglia, insisto, deve andare fino in fondo. L'allarme ormai è lanciato: ogni tiepidezza non può che diventare complicità. Foto: Paola Binetti Foto: Corrado Passera SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Passera: piaga sociale da estirpare alla radice 03/04/2015 Avvenire Pag. 11 (diffusione:105812, tiratura:151233) «La legge giace nei cassetti della Commissione bilancio, perché si è preferito dare la precedenza alla delega fiscale, in cui il primato è ovviamente la garanzia del gettito fiscale» Caro direttore, grazie ad Avvenire che in modo coraggioso si schiera sempre dalla parte del buon senso e di quel senso comune, che a tutti gli effetti appare come il meno comune dei sensi. Il gioco d'azzardo nuoce alla salute, è un fenomeno contagioso e progressivo, ad oggi scarsamente curabile perché si continua a rimandare quell'insieme di decisioni, che potrebbero prima arginarlo e poi determinare un'inversione di tendenza, fino a ricondurlo nei limiti fisiologici del gioco sociale ed occasionale. Un anno fa, il 26 giugno 2014, la Commissione Affari sociali completava l'iter di un testo di legge approvato da tutti i gruppi parlamentari. La legge, come è noto, giace nei cassetti della Commissione bilancio, perché si è preferito dare la precedenza alla Delega fiscale, in cui il primato è ovviamente la garanzia del gettito fiscale e il contrasto alla evasione fiscale. In questa chiave va interpretata la resistenza a mettere uno stop definitivo alla pubblicità e all'introduzione di nuovi giochi d'azzardo. Alle associazioni preoccupate dall'impatto che l'azzardo ha sulla vita dei cittadini, vorrei far presente che il cuore dei 4 impegni che il Manifesto definisce come inderogabili, era già contenuto nel ddl approvato dalla Commissione Affari sociali, tristemente stoppato da logiche poco comprensibili. Cito i quattro articoli: Art. 3. Livelli essenziali di assistenza per la cura del gioco d'azzardo patologico e relativa certificazione. Le attività di prevenzione della patologia da gioco d'azzardo patologico (GAP) e di cura e riabilitazione dei soggetti che ne sono affetti sono individuati nei servizi per le dipendenze istituiti dalle Regioni nell'ambito dei rispettivi sistemi sanitari regionali. Art. 6. Divieto di introdurre nuovi apparecchi e nuovi giochi d'azzardo e moratoria delle concessioni. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge è vietata l'introduzione di nuovi apparecchi e piattaforme on line per il gioco d'azzardo e di nuove tipologie di giochi per un periodo di almeno cinque anni. Art. 12. Divieto di propaganda pubblicitaria del gioco d'azzardo. La propaganda pubblicitaria diretta e indiretta del gioco d'azzardo è vietata nel territorio nazionale. Art. 15. Obblighi relativi ai luoghi per il gioco d'azzardo. I Comuni sono tenuti ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un regolamento comunale che stabilisce i criteri in materia di ubicazione, di orari di apertura, di caratteristiche logistiche e di funzionamento dei locali in cui si svolge l'attività di gioco con vincita in denaro. Lo ricordo, caro direttore, per rafforzare la posizione presa dalle Associazioni che hanno sottoscritto il Manifesto. C'è una buona politica, che ascolta i bisogni dei cittadini e si muove a tutela dei loro diritti, a cominciare dal diritto alla salute, che richiede interventi di prevenzione, di diagnosi e di cura. Per questo chiediamo di insistere perché, prima della legge sulla Delega fiscale, sia portata in Aula la legge "Disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico". Solo una legge a forte impatto sociale può dare ragione delle argomentazioni contenute nel Manifesto, che nella legge di Delega Fiscale apparirebbero comunque diluite e sfocate rispetto alla dichiarata priorità del Mef, che è quella di non ridurre il gettito fiscale prodotto dal gioco. Cordialmente Paola Binetti, deputato e relatrice della legge SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Binetti: i quattro impegni? Il ddl bloccato dà risposta 03/04/2015 Avvenire Pag. 12 (diffusione:105812, tiratura:151233) Traffico internazionale di farmaci rubati: 19 arresti Nell'operazione coinvolti farmacisti , titolari di società di commercio all'ingrosso e autotrasportatori Sequestrati beni per 23 milioni di euro TINO READELLI MONZA Rubavano medicinali rari e costosi (tra i quali antitumorali da 10mila euro a confezione) nei magazzini e nelle farmacie ospedaliere del Milanese, per poi commercializzarli all'estero grazie ad abili operazioni di riciclaggio e false fatturazioni. Un vero e proprio mercato parallelo del farmaco, in grado di generare in pochi mesi un volume d'affari di oltre 10 milioni di euro, senza tener conto dei potenziali rischi per i pazienti, i quali ignari assumevano medicine non tenute a regime di temperatura controllata, come prescritto. A sgominare l'associazione a delinquere composta da una cinquantina di persone sono stati i Nas di Milano attraverso un'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza denominata "Pharmatraffic", che ha portato all'arresto di 19 persone (6 in carcere e 13 agli arresti domiciliari) e al sequestro preventivo di oltre 23 milioni di euro tra beni mobili, immobili, titoli e conti correnti. I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere, furto, ricettazione, riciclaggio e traffico internazionale di farmaci attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti in Italia e all'estero. L'indagine prende piede nel 2011, quando i Carabinieri del Nas si rendono conto che i furti di medicinali stanno "cambiando pelle": da quelli di fascia C, i cosiddetti farmaci da banco, rubati soprattutto dai camion, ci si è spostati a medicine più costose, rare e destinate esclusivamente ad uso ospedaliero come gli antitumorali, sottratti da depositi farmaceutici o dalle farmacie degli ospedali. Nel corso delle sue ricerche, il Nucleo Anti Sofisticazioni di Milano risale ad un grossista tedesco che sta commercializzando 16mila confezioni di farmaci ad alto costo per un valore di 2,8 milioni di euro, che risultano rubati in provincia di Milano. Le informazioni assunte tramite l'Interpol e la collaborazione delle polizie tedesche, inglesi e svizzere - oltre che l'utilizzo di pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali - fanno risalire gli inquirenti ad una società all'ingrosso di farmaci di Monza, che agiva da collettore del riciclaggio, giustificando la provenienza dei farmaci mediante false fatture di acquisto da società inglesi (le cosiddette cartiere). Successive indagini hanno poi portato al coinvolgimento nell'organizzazione di alcuni magazzini farmaceutici all'ingrosso di Milano, Caltanissetta, Crotone, Genova, Pavia, Napoli e Sondrio, oltre che all'arresto, da parte dell'Autorità Giudiziaria Elvetica, di tre cittadini svizzeri e uno italiano per riciclaggio internazionale di denaro. Figura chiave dell'organizzazione è un milanese, titolare di un'azienda che commercializza farmaci all'ingrosso, attualmente sotto processo per una vicenda analoga risalente al 2008. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Milano. 03/04/2015 QN - Il Giorno Pag. 16 (diffusione:69063, tiratura:107480) Maxi-traffico di farmaci rubati:i Nas sgominano banda criminale Stefania Totaro MONZA LA PRIMA organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di farmaci ospedalieri ad alto costo, destinati alla cura del cancro e di malattie rare. Farmaci rubati da grossisti o durante la consegna negli ospedali italiani e rivenduti all'estero, a volte anche senza essere conservati alle giuste temperature. A sgominare la banda sono stati i carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni di Milano che, a conclusione dell'indagine denominata «Pharmatraffic» coordinata dalla Procura di Monza, hanno eseguito 19 ordinanze di custodia cautelare (6 in carcere e 13 agli arresti domiciliari) con le accuse di associazione a delinquere finalizzata a ricettazione, riciclaggio e commercio internazionale di farmaci rubati. A QUESTE imputazioni si aggiunge anche quella di commercio di medicinali guasti perché spesso i farmaci sottoposti al regime della temperatura controllata non erano conservati sottozero come previsto. I militari hanno anche eseguito un sequestro di medicinali per circa 3 milioni di euro e un sequestro per equivalente di beni per circa 23 milioni di euro ritenuti pari al danno complessivo causato al servizio sanitario nazionale e all'Erario. In arresto sono finiti farmacisti, titolari e addetti di società di commercio all'ingrosso di farmaci, agenti di commercio e autotrasportatori tra Lombardia, Liguria, Toscana, Campania, Calabria e Sicilia. L'indagine avviata nel 2011 - ha permesso ai carabinieri del Nas di scoprire un'associazione per delinquere composta da 50 persone che, sfruttando le rispettive cariche sociali e professionali, si erano organizzati per riciclare i farmaci, rubati in ditte depositarie e grossiste di Milano e Monza (è stata la tracciabilità di questi farmaci, obbligatoria in Italia, a mettere gli investigatori sulla loro strada e a permettere di ritrovare 16 mila confezioni di farmaci per un valore di 3 milioni di euro in Germania) attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti in Italia e all'estero, principalmente in Bulgaria, Germania, Inghilterra, Irlanda, Malta, Olanda e Svizzera. GRAZIE a rogatorie internazionali in Inghilterra e Svizzera, i militari del Nas di Milano hanno tracciato i flussi del denaro illecito (si parla di un giro di affari da 10 milioni di euro in pochi mesi) diretto verso una società centroamericana del Belize, che aveva una succursale e un conto corrente in Svizzera. L'Autorità Giudiziaria elvetica ha identificato alcuni appartenenti all'organizzazione criminale acquisendo informazioni sulla ripartizione dei proventi illeciti e, grazie alla collaborazione del Nas di Milano, che ha ricostruito le transazioni finanziarie dei conti bancari svizzeri di alcune società, lo scorso ottobre aveva già arrestato tre cittadini svizzeri e un italiano ed eseguito un sequestro per equivalente di beni per 5 milioni di euro. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MONZA L'INDAGINE DELLA PROCURA SI CHIUDE CON 19 ARRESTI 03/04/2015 Il Mattino Pag. 36 (diffusione:79573, tiratura:108314) Matachione: documenti «truccati» per incastrarmi Dario Sautto Torre Annunziata. «Non vivo a casa della mia ex moglie da oltre tre anni, i documenti trovati in quell'abitazione non sono sicuramente miei». È tornato definitivamente in libertà Nazario Matachione, il re delle farmacie, iscritto nel registro degli indagati per corruzione con alcuni funzionari regionali e due ufficiali della guardia di finanza. Ieri mattina ha ottenuto dal gip la revoca della misura dell'obbligo di dimora nella sua abitazione di Posillipo ed è tornato in provincia di Napoli, nei luoghi in cui è cresciuto e dove ha costruito le sue fortune da imprenditore del settore farmaceutico. E, naturalmente, ha fatto ritorno a Torre Annunziata, alla Farmacia del Corso. Appena arrivato, ha baciato la «M» rossa in mattonelle, simbolo della Matachione Group che si trova all'ingresso. Poi ha varcato la porta ed è stato accolto con baci e abracci da amici, parenti e dipendenti. Prima di arrivare qui, però, ci sono state delle tappe obbligate. «Prima sono andato al cimitero di San Giorgio a Cremano da mia madre, poi ho fatto visita a mio padre che sta poco bene. Ma alla fine avevo bisogno di tornare a "casa mia", a Torre Annunziata, nella mia farmacia». Le mancava la città? «Tantissimo. Qui sul corso c'è il mio primo ufficio, quello che è stato per anni la mia seconda casa. Appena ho varcato la porta ho riassaporato quel profumo di farmacia che mi mancava tanto». Un passo indietro è obbligato. C'è l'inchiesta, ci sono le indagini, ci sono le accuse di Maria Palomba. Cosa ne pensa? «Per rispetto e per l'affetto che provo per le mie figlie, io non pronuncerò mai il nome della mia ex moglie. Sono stato calunniato, ho subito una grande ingiustizia ma, per fortuna, ho avuto giustizia. Ringrazio il giudice Gallo che si è comportato in maniera corretta, ha valutato bene le carte, ha saputo ascoltare, e mi dispiace per i magistrati che sono stati fuorviati da quei racconti». Il riferimento è ancora alla sua ex moglie? «Sì, ma ripeto che non dirò il suo nome. Per quanto mi riguarda, trovo strano che ci sia una perquisizione in quella casa e non venga trovato nulla, poi una fonte confidenziale avvisa dell'esistenza di documenti scottanti e all'improvviso, dopo sei mesi, spuntano delle carte che sostengo non siano mie. E non spiego perché quella donna non sia mai stata indagata neanche per un minuto». Intanto lei è stato in carcere per oltre due mesi e poi agli arresti domiciliari. «Devo dire che si è trattato di un'esperienza formativa, che fortifica. Ho provato il carcere, ho avuto un impatto forte con quella realtà, ma ho incontrato tanta gente sfortunata, ho conosciuto storie particolari e ho aiutato tante persone che continuo ad aiutare tuttora. Ancora oggi ricevo centinaia di lettere di ringraziamenti da quei detenuti che sono stati, per me, una famiglia durante la mia detenzione. Credo che sia stata la Madonna a portarmi lì, che tutto faccia parte di un percorso, che il carcere sia stato una tappa della mia vita. Ma adesso sono tornato e mi sento più forte di prima». Quali sono le sue priorità? «Sicuramente la famiglia, gli affetti, le mie figlie. Poi ci sono le mie aziende, i miei dipendenti. Questa vicenda ha causato danni notevoli al mio gruppo, ma abbiamo le spalle forti e siamo ancora in piedi. Qui ci sono tre generazioni di imprenditori: tutto è cominciato con mio nonno nel 1929, poi è passato nelle mani di mia madre, e adesso ci sono io che ho intenzione di continuare, ancora più forte di prima. Dopo le mie aziende e i mie dipendenti c'è un'altra priorità». Quale? «Il Savoia, la squadra di calcio di questa città. Con i miei legali stiamo valutando seriamente la possibilità di poter acquistare nuovamente il club per ricominciare il percorso interrotto qualche anno fa». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'inchiesta Libero il re delle farmacie 03/04/2015 Il Mattino Pag. 36 (diffusione:79573, tiratura:108314) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quindi tornerà allo stadio Giraud? «Sicuramente. Adesso posso venire di nuovo a Torre Annunziata, quindi già alla prossima partita sarò in tribuna per il derby tra Savoia e Juve Stabia». 03/04/2015 Libero Pag. 12 (diffusione:125215, tiratura:224026) Indagati altri 11 medici per i falsi certificati ai vigili I dottori sono crollati davanti ai carabinieri e hanno ammesso di aver sottoscritto le esenzioni senza aver visitato i «pizzardoni» ANDREA VALLE ROMA Il numero dei medici coinvolti nell'inchiesta sui vigili che hanno disertato il lavoro a Capodanno sale a undici. Hanno dichiarato davanti agli inquirenti di aver firmato certificati senza aver realmente visitato i pazienti e acclarato la loro inabilità al servizio. Anche per questi dottori, come per gli altri già identificati, l'accusa è falso in certificazione medica. I certificati sospetti segnalati dal comando della Municipale romana erano 634. Gli inquirenti consegneranno ai due pm titolari deldell'inchiesta, Stefano Fava e Nicola Maiorano, una informativa con i risultati dei primi accertamenti. Gli agenti, dal canto loro, ora rischiano l'accusa di truffa. Tabulati telefonici e altra documentazione che servirà a inchiodare anche chi non ha mai ammesso di non avere visitato il paziente. Il comandante della polizia municipale Raffaele Clemente, dopo qualche giorno da Capodanno, aveva consegnato al procuratore una relazione in cui segnalava una serie di anomalie, tra le quali anche certificati sanitarie compilati in località di villeggiatura sparsi per l'Italia: dall'Abruzzo all'Umbria passando per Marche e Puglia. I primi ad essere sentiti sono stati proprio quei medici. Ma, giorno dopo giorno, i carabinieri li stanno interrogando tutti per capire se il malore esisteva davvero o se, invece, era una scusa per non presentarsi al lavoro e rimanere in famiglia a festeggiare il nuovo anno. Nominativi che allungano la lista degli indagati: oltre ai dottori ci sono anche tre «pizzardoni» accusati di tentata interruzione di pubblico servizio. Sarebbero stati loro, tramite social network e via e-mail, a organizzare l'ammutinamento che la sera del Veglione ha rischiato di mettere in crisi la città. Sarebbero stati loro ad organizzare questa forma di protesta, come ha sempre detto il comandante del corpo, contro la rotazione «anticorruzione» voluta dai vertici della municipale. ::: LA VICENDA LE ASSENZE La notte di Capodanno l'83% dei vigili urbani di Roma non si è presentato al lavoro. I certificati sospetti, segnalati dal comando del Corpo, sono 634 I MEDICI Per quella vicenda sono adesso indagati undici medici. I camici bianchi hanno ammesso di aver firmato i certificati senza aver visitato i pazienti L'ACCUSA Per i medici l'accusa è di falso in certificazione medica SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lo scandalo di Capodanno 03/04/2015 ItaliaOggi Pag. 25 (diffusione:88538, tiratura:156000) Benedetta Pacelli I medici possono farsi pubblicità. Ma questa deve essere «priva di profi li di ingannevolezza, equivocità e denigratorietà». Così i giudici amministrativi del Tar Lazio (sentenza n.4943) hanno condannato i vincoli contenuti nel Codice di deontologico approvato dalla Fnomceo, la Federazione dei medici e degli odontoiatri, confermando così l'impianto giuridico con il quale lo scorso settembre l'Agcom aveva multato lo stesso ordine dei medici, che a sua volta aveva fatto ricorso al Tar. Ma la Fnomceo non ci sta e, pure con una pena economica dimezzata, annuncia ricorso in Consiglio di stato «per portare avanti le ragioni a tutela della deontologia». Il tutto prende il via lo scorso settembre quando all'indomani dell'emanazione del nuovo codice deontologico di categoria l'Authority guidata da Giovanni Pitruzzella aveva sanzionato la Federazione con una multa di 831 mila euro per aver ostacolato l'attività pubblicitaria degli iscritti.A quel punto era scattato il ricorso davanti al Tar respinto con questa sentenza. Il tribunale infatti con la decisione di ieri innanzitutto richiama le diverse discipline intervenute in materia (Ln. 248/2006, ln. 148/2011, dpr 137/2012) che hanno liberalizzato la pubblicità sanitaria stabilendo che questa si può fare a patto che risponda ai criteri di correttezza, non ingannevolezza e trasparenza. «Sulla base delle norme primarie applicabili e dei principi comunitari vigenti in materia», dicono i giudici del tribunale capitolino, «sia la pubblicità promozionale che la pubblicità comparativa sono lecite,e non possono essere vietate, laddove prive di profi li di ingannevolezza, equivocità e denigratorietà». I giudici hanno inoltre sancito che il nuovo codice di deontologia medica «pur abbandonando il criterio del decoro quale parametro di valutazione dei messaggi pubblicitari, continua a utilizzare una serie di parametri potenzialmente idonei a produrre il medesimo effetto di una applicazione restrittiva della concorrenza, in precedenza riconducibile al richiamo al concetto di decoro professionale. Ma la Fnomceo andrà avanti. «La vera questione», dice il neoeletto presidente dell'ordine Roberta Chersevani, «è il profi lo giuridico del Codice di deontologia medica, che non è un atto regolamentare interno ad un'associazione di imprese, non potendosi ridurre il ruolo della Federazione nazionale e degli ordini provinciali a mera impresa o ad associazioni di imprese. Quando invece è ormai consolidata la qualifi cazione di questi come p.a. che svolgono funzioni in conto e per conto dello stato nella tutela di interessi pubblici». In particolare secondo la presidente «la contestazione riguardo al divieto di pubblicità comparativa non ha tenuto conto dei limiti che rendono inaffidabili la comparazione delle prestazioni mediche e odontoiatriche. Tutto portando al paradosso il rispetto dei requisiti di non denigratoria ed ingannevole pubblicità». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Via libera alla pubblicità 03/04/2015 ItaliaOggi Pag. 25 (diffusione:88538, tiratura:156000) Università, su il sipario sulle date Facoltà a numero chiuso, si alza il sipario sui test di ammissione. È stato, infatti, pubblicato, sul sito del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il calendario delle prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato a livello nazionale per l'anno accademico 2015/2016. Per le professioni sanitarie i test si svolgeranno il prossimo 4 settembre 2015. Per medicina e chirurgia in lingua inglese la data scelta è il 16 settembre. Le prove per medicina e chirurgia e odontoiatria e protesi dentaria in lingua italiana sono previste invece per l'8 settembre prossimo. Penne in mano il 9 settembre, poi, per medicina veterinaria. Per i corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico direttamente finalizzati alla professione di Architetto la data prescelta è il 10 settembre. Per scienze della formazione primaria, infine, il test è programmato per l'11 settembre 2015. © Riproduzione riservata SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TEST INGRESSO 03/04/2015 ItaliaOggi Pag. 25 (diffusione:88538, tiratura:156000) Rc medica, l'accesso è per tutti La polizza va garantita anche a chi non può permettersela BENEDETTA PACELLI Il regolamento sulla responsabilità civile e professionale delle professioni sanitarie «appare, per così dire, incompiuto rispetto agli obiettivi che si propone di realizzare» e lascia «uno spazio non coperto dalla normativa» che dovrebbe essere «oggetto di ulteriore e approfondita riflessione da parte del legislatore primario». Il Consiglio di stato (01040/2015) liquida così il dpr del ministero della salute che stabilisce la disciplina dei requisiti minimi uniformi per l'idoneità dei contratti di assicurazione per gli esercenti le professioni sanitarie. E, pur esprimendo parere favorevole, obbliga il dicastero proponente a rimetterci mano, allungando ancora i tempi di un attesa che dura da circa due anni. Cuore del provvedimento, attuativo della riforma delle professioni (dpr 137/12) prima, e della legge Balduzzi (158/12) poi, era, oltre a quello di agevolare la copertura assicurativa per le specialità a rischio, il circoscrivere le responsabilità dei camici bianchi e limitare i costi dei risarcimenti, di costituire un Fondo rischi sanitari a cui dovrebbero attingere i professionisti che dice il dpr «in considerazione del rischio derivante dall'attività professionale svolta non riescono a trovare un'adeguata copertura assicurativa ovvero che siano stati rifiutati dal mercato». La Balduzzi prevedeva che questo fondo fosse finanziato «in parte dai professionisti che ne facciano espressa richiesta» e in parte dalle imprese di assicurazione che esercitano il ramo dell'rc sanitaria nella misura massima del 4% della raccolta premi del settore dell'anno precedente. Tuttavia secondo i giudici rimane «uno spazio non coperto dalla normativa» costituito da tutte le situazioni nelle quali al mancato accesso al Fondo corrisponda anche la mancata stipula di un contratto di assicurazione da parte del professionista incapace di sostenere il costo della polizza o respinto dal mercato. Tutte situazioni che «in ipotesi non è dato di escludere nonostante l'obbligo» e su cui il ministero dovrà intervenire. Nessun rilievo invece sulle modalità di intervento del Fondo che, dice il dpr in entrata, nel caso in cui il professionista dimostri di aver corrisposto un premio assicurativo il cui importo sia superiore ai parametri definiti dal comitato, provvede a rimborsare all'assicurato il surplus rispetto al premio. Nel caso in cui il professionista dimostri di aver ricevuto tre rifiuti sul mercato assicurativo, il Fondo provvede alla ricerca di idonea polizza, assicurando che il relativo premio sarà corrisposto con l'eventuale contributo del Fondo. Il dpr, poi, prevede tra i requisiti minimi la durata non inferiore ai tre anni e un massimale minimo non inferiore a 1 mln di euro per ciascun sinistro e per ciascun anno, fatta salva la possibilità di reintegrare il massimale. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il parere del Consiglio di stato sul dpr: vanno integrate le norme sul fondo rischi sanitari 03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015 Pag. 50 (diffusione:687955, tiratura:539384) La strage nel silenzio: nel 2014 il record dei suicidi Giacomo Papi MILANO. Sono passati tre anni, ma assomigliano a decenni. C'era Mario Monti, Elsa Fornero al lavoro, e non passava giorno senza che qualcuno si suicidasse per la crisi. Non si parlava d'altro. Tv e giornali, soprattutto di Berlusconi, accusavano Monti che accusava i governi precedenti, soprattutto di Berlusconi: «Le conseguenze umane», chiosava il premier, dovrebbero «far rifettere chi ha portato l'economia in questo stato e non chi da questo stato sta cercando di farla uscire». Il compianto Giorgio Stracquadanio su Radio24 inventava l'espressione «suicidi di Stato». Poi, come accade alle cose umane, le polemiche si placarono e i suicidi passarono di moda, entrò in scena il femminicidio. Invece non fanno che aumentare - 89 nel 2012, 149 nel 2013, 201 nel 2014 - a un tasso di crescita del 125 per cento in due anni. I dati di LinkLab, il laboratorio di sociologia della Link Campus University di Roma diretto da Nicola Ferrigni, a cui si deve l'unico monitoraggio serio, raccontano che se la ripresa sta arrivando, molti sono ancora nel tunnel. Come ogni anno, i picchi sono ad aprile e luglio, «forse per bilanci e tasse», ipotizza Ferrigni. Come ogni anno, a uccidersi sono quasi solo uomini (187 contro 14 donne), soprattutto tra i 45 e i 54 anni. Ma se nel 2012 i suicidi si concentravano nel Nord, in particolare in Veneto, oggi sono distribuiti su tutto il territorio italiano. I dipendenti si sono dimezzati (erano il 12,8 per cento nel 2013, sono il 5,5 nel 2014) e per la prima volta i disoccupati (48,3 per cento) hanno superato gli imprenditori (40,3). I suicidi economici segnalano un disagio ampio e invisibile. Gli psicologi parlano di un generico aumento della depressione in un tempo che in apparenza punta sulle emozioni. Gli emoticon sostituiscono l'alfabeto e in fondo a ogni articolo puoi dire cliccando se ti sei sentito allegro, perplesso o indignato. Ma statistiche sugli stati d'animo non ne esistono. Bisogna afdarsi a indicatori indiretti come i suicidi, appunto, o il consumo di antidepressivi che sale inesorabilmente al tasso del 2,5 per cento medio annuo: nei primi nove mesi del 2014, segnala l'ultimo rapporto dell'Aifa, l'Autorità nazionale sul farmaco, gli antidepressivi sono diventati «una delle principali componenti della spesa farmaceutica pubblica». «Ci stiamo battendo per ottenere dei dati», si lamentano all'Ordine nazionale degli psicologi, «ma senza risultati». In efetti il ministero della Sanità ti rimbalza alle Asl che non rispondono se non per dirti che non hanno risposte. Unica eccezione, la Regione Lombardia dove dal 2007 al 2014 le persone che hanno chiesto aiuto al Dipartimento di salute mentale sono passate da 1200 a 1600. Stabilire quanto abbia inciso la crisi è impossibile. «Da anni si registra un decremento di pazienti privati», spiega Rafaele Felaco dell'Ordine, «i soldi non ci sono anche se le tarife sono scese. Però un confronto con lo psicologo è importante perché quando si arriva al pubblico si è già in casi avanzati». Gli ultimi dati sull'economia non fanno intravedere una prospettiva? «Noi siamo solo un'antenna», risponde, «ma la percezione prolungata di una crisi senza sbocco ha aggravato gli aspetti depressivi nelle personalità predisposte. Il formarsi di una percezione sociale richiede tempo e quindi ci vuole tempo perché cambi». È un circolo vizioso: la crisi contribuisce alla depressione che a sua volta contribuisce alla crisi. Non è patologia, è una disperazione difusa su cui la psicologia può intervenire. Si domanda Felaco: «Quanta sofferenza c'è in persone che non hanno più neppure la spe ranza di trovarlo un lavoro? Magari non presentano una patologia psichica strutturata, ma una soferenza sì, e la loro soferenza che efetti ha sulla società? È questo il contributo degli psicologi, invece si preferiscono rimedi semplici e pagabili, come gli antidepressivi che sono dannosi perché rimandano il problema». Nel 1918, al V Congresso di psicanalisi di Budapest, Sigmund Freud proclamò: «Il povero ha diritto all'assistenza psicologica come all'intervento chirurgico». Il complesso di Edipo è universale, ma per Freud la psiche non c'entra con la miseria. Antonino Ferro, presidente della Società psicoanalitica italiana, non ha dubbi: «Dubito che dal nostro osservatorio si possa inferire qualcosa sulla società. Certo, è un momento difcile, ma a Londra, sotto le bombe, i suicidi crollarono. La verità della nostra specie è la nostra mente, non il denaro. E quando la realtà diventa brutta, la nostra mente diventa più forte». Nel frattempo le tarife degli psicanalisti sono calate - «anche meno di 20 euro, a volte», conferma Ferro - e spesso si fa ricorso a terapie più brevi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato italia ANALISI 03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015 Pag. 50 (diffusione:687955, tiratura:539384) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «sarebbero necessarie 3-4 sedute a settimana» -, ma in Italia le richieste non sono diminuite, come è avvenuto negli Usa. «Non dico che è bella la crisi o che rimanere senza lavoro non conta», continua Ferro, «dico che quando il paziente mi comunica di essere stato morso da un cane, l'ultima cosa che devo pensare è che il cane lo abbia morso davvero. Perché un paziente viene a dire a me che ha perso il lavoro? Io non andrei dallo psicoanalista. Se un paziente mi dice che la sua azienda è fallita e poi si suicida, la sua azienda non c'entra. È fallita la sua azienda interna, i suoi progetti, la sua identità. Forse, prima o poi, si sarebbe suicidato lo stesso». Ammettere un rapporto tra psiche e ricchezza per la psicanalisi signifcherebbe attribuire al denaro la potenza originaria dei fantasmi. «La crisi può agire da denotazione perché diventa lo specchio in cui si vede la propria situazione interna», concede Ferro, «ma i vissuti catastrofci non appartengono mai alla sfera della realtà. La mente umana è sempre la stessa. Di volta in volta a farla crollare saranno la guerra in Gallia, le Crociate o la Grande depressione». Non ci si può ammazzare per paura di diventare poveri. Se accade - e accade - è perché questa paura avvolge dentro di sé il terrore di essere esclusi e diventare invisibili, che non a caso viene esorcizzato in decine di reality show attraverso il rito quotidiano delle nomination e del televoto. La vergogna è il sentimento che nell'adolescenza presiede all'elaborazione del senso di identità. Sul versante relazionale si traduce nell'alternativa tra l'accettazione degli altri e la pubblica disapprovazione. È la vergogna che fa di noi quello che siamo, perché implica il giudizio di un Super Io critico e si fonda sul fantasma di una platea immaginaria che ci osserva e giudica per decretare i nostri fallimenti e successi. Per questo i suicidi di tipo economico non sono mai solo economici. Si intrecciano a motivazioni profonde che hanno a che fare con l'immagine di Sé e, forse, anche con i modelli culturali che hanno contribuito a formarla. «Il fantasma degli altri è uno specchio che rimanda un'immagine intollerabile di noi stessi», spiega Ferro. Chi si vergogna vorrebbe sparire. Chi si vergogna distoglie lo sguardo, volta la testa, cerca di fare più piccolo il suo corpo nel tentativo di ritrarsi in se stesso. In molte lingue l'etimologia della parola vergogna - dal latino vereor - rimanda al nascondersi, al desiderio di scomparire per preservare se stessi dallo sguardo impietoso degli altri. L'enfasi sul successo, la crisi economica e la visibilità universale promessa dai social network, forse hanno provocato un'epidemia di vergogna, e reso più violento l'impulso a sparire. Uno degli ultimi si chiamava Davide Cantone, aveva 47 anni. Si è ucciso l'11 marzo con un colpo di pistola alla tempia nella sua azienda a Verrua Po, vicino a Pavia. Quando è successo che il lavoro è diventato il nostro specchio? Nessuno oggi sarebbe più eroico di un fallito felice. GIANLUCA PERTICONI / IPA Bologna, 2 maggio 2012: la marcia delle vedove di suicidi per la crisi economica. In primo piano, Tiziana Marrone , moglie di Giuseppe Campaniello, che il 28 marzo si diede fuoco davanti alla Commissione tributaria di Bologna Disoccupato Imprenditore Dipendente Pensionato Non specifcato TOTALE 38,9 45,6 12,8 0,7 2,0 100,0 2013 48,3 40,3 5,5 0,9 5,0 100,0 2014 31,5 55,1 7,9 5,5 0,0 100,0 2012 CONDIZIONE PROFESSIONALE SUICIDI PER CRISI ECONOMICA Senza lavoro o indebitati: i numeri della tragedia Fonte: LinkLab Foto: Per gli esperti alla radice di tutto c'è il senso di esclusione sociale 03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015 Pag. 60 (diffusione:687955, tiratura:539384) DIALISI PER NEONATI: INVENTATA IN ITALIA, RICHIESTA DAGLI USA IL NEFROLOGO IDEATORE RIPERCORRE IN UN LIBRO LA STORIA DELLA MACCHINA. E DELLA PRIMA PAZIENTE Angela Simone Quando nel 2013 la prima macchina di dialisi per neonati è entrata nella pratica medica, si è parlato di rivoluzione nella terapia pediatrica. Ora la storia di quella macchina chiamata Carpediem, da CArdio-Renal PEdiatric DIalysis EMergency (e della prima piccola paziente, Lisa) è raccontata dal suo ideatore, il nefrologo italiano di fama mondiale Claudio Ronco, in un libro, Carpediem appunto, edito da Angelo Colla (pp. 244, euro 16,50). «La macchina per la dialisi esisteva da circa settant'anni ma, come quasi sempre accade, le tecnologie per curare gli adulti non possono essere applicate così come sono, o semplicemente miniaturizzate, su bambini e neonati, vista la loro particolare fisiologia» racconta Ronco. «Arrivare a Carpediem ha richiesto un lungo percorso di studio personale tra Stati Uniti e Italia e impegno su diversi fronti». Uno dei quali è stato la raccolta fondi, cui Ronco ha fatto fronte con creatività: «Ho organizzato eventi come concerti rock e partite di hockey, di cui sono stato personalmente protagonista, per raccogliere donazioni sia per questa macchina sia in generale per sostenere l'Istituto internazionale di ricerca renale dell'Ospedale civile di San Bortolo di Vicenza (Irriv), dove Carpediem è nata e dove ormai passa la tecnologia più innovativa di questo settore, o perché viene progettata qui o perché siamo i primi a testarla». L'Istituto, creato dallo stesso Ronco, coniuga infatti cura, ricerca e didattica e raccoglie un team multidisciplinare di medici, biologi, farmacologi, ingegneri ed economisti da tutto il mondo con un'età media di 25 anni. «Un esempio virtuoso che mette insieme in modo proficuo ricerca e applicazione nelle cure e contaminazione tra discipline, che all'estero è conosciuto proprio come "modello Vicenza» sottolinea orgoglioso il nefrologo. Proprio grazie alla presenza di tecnici nell'Irriv, nel 2013 è nata quindi Carpediem come prototipo e poi come prodotto commerciale, che per volontà di Ronco non è coperto da brevetto. «Carpediem è stata pensata per curare una malattia che possiamo considerare "orfana": l'insufcienza renale neonatale per fortuna è rara, ma questo significa che le aziende non hanno interesse economico a fare ricerca e a trovare terapie. Senza brevetto poi c'è la possibilità che qualcuno modifichi e migliori ulteriormente la macchina, attraverso la ricerca» continua Ronco. Carpediem è in pratica un mini rene artificiale, che usa filtri ridotti per pulire il sangue dei neonati. La macchina è già difusa in molti centri di terapia intensiva neonatale in tutta Europa e, dopo il primo caso raccontato nel libro, sono stati già trattati trenta bambini. Presto potrebbe sbarcare anche oltreoceano. «Da poco la Food and Drug Administration, l'agenzia che regola l'utilizzo e il commercio di farmaci e terapie negli Stati Uniti, ci ha sollecitato a fare richiesta per l'uso di Carpediem anche lì, perché vogliono utilizzarla il prima possibile» conclude Ronco. «Motivo di orgoglio per noi perché l'Fda è in genere molto severa e sono i ricercatori a fare richiesta, non il contrario». AP Foto: Il nefrologo Claudio Ronco e la macchina per dialisi sui neonati al San Bartolo di Vicenza Foto: La copertina di Carpediem. Storia di una bambina, di un medico e di una macchina (Angelo Colla editore) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato scienze 03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015 Pag. 66 (diffusione:687955, tiratura:539384) Come mettere a dieta i tumori SECONDO MOLTI STUDI ALCOL, ZUCCHERO, CARNI E LATTICINI IN eccesso POSSONO FAVORIRE IN VARI MODI LA PROLIFERAZIONE CELLULARE. IN UN LIBRO LE RICETTE PER CONTRASTARLA. E PER DIFENDERSI ANCHE DA OSTEOPOROSI E ALZHEIMER Alex Saragosa I tumori, per svilupparsi nel loro modo tumultuoso e anarchico, hanno bisogno di un ambiente favorevole, ricco di stimoli chimici e di nutrienti. Come tutto nell'organismo, anche questo ambiente dipende in buona parte da ciò che mangiamo. E allora perché non combattere i tumori anche «tagliando loro i viveri», con una dieta ad hoc? Non sarà risolutivo, ma potrà forse rendere lo sviluppo della malattia più raro e lento, in modo da dare al sistema immunitario o alle cure mediche il tempo di intervenire. È un'idea semplice, che però la medicina, concentrandosi giustamente nella lotta al cancro con bisturi, radiazioni e sostanze tossiche, ha finora largamente trascurato. La ripropone, nel libro Il cibo dell'uomo (Franco Angeli, pp. 320, euro 25), il patologo ed epidemiologo Franco Berrino, 71 anni, che fino alla pensione ha diretto il Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano. Berrino è un sostenitore della dieta macrobiotica (una dieta di origine orientale, basata quasi esclusivamente su cibo vegetale), ma quando parla di relazioni fra cibo e salute preferisce mettere da parte le convinzioni personali e lasciar parlare solo i risultati degli studi scientifici condotti in tutto il mondo per tentare di capire come l'alimentazione inuenzi la malattia. «Gli esseri umani» spiega Berrino «nel corso della loro storia hanno seguito le diete più varie. In genere però hanno avuto a disposizione quantità ridotte di cibo, quasi sempre a prevalenza vegetale, assunto in parallelo a una intensa attività fisica. Oggi viviamo in una condizione unica nella storia: siamo sedentari e disponiamo di cibo a volontà, spesso troppo rafnato e sbilanciato verso alimenti ipercalorici e iperproteici. Non c'è da sorprendersi se questa inedita condizione aumenti la frequenza di alcune malattie, compresi i tumori, altrimenti, in parte, evitabili: forse un 20-30 per cento dei casi di cancro hanno una causa alimentare. Per massimizzare le possibilità di prevenirli e, nel caso, curarli, oltre a tornare a essere fisicamente attivi, è fondamentale trovare una dieta adatta alla particolare condizione in cui viviamo. Non c'è bisogno di cercare lontano, è ormai riconosciuto che questa dieta "ideale" si avvicina molto a quella tradizionale mediterranea». Però è molto difcile individuare con certezza legami fra cibo e specifiche malattie, perché gli uomini vivono a lungo, mangiano di tutto, variano la dieta nel tempo e sono esposti a molte cause di malattia. «Questo è vero, e spiega anche perché studi diversi sugli stessi temi arrivino talvolta a risultati opposti. Per questa ragione ho considerato in particolare le ricerche meglio organizzate, fatte su campioni grandi e per periodi lunghi, come l'europea Epic: questa dagli anni Novanta segue lo stato di salute di 500 mila persone che non solo riportano che cosa mangiano ogni giorno ma, in parte, si sottopongono anche a esami periodici di laboratorio. Dai dati di Epic, e di analoghe ricerche americane, sono derivate conclusioni interessanti, di cui si è parlato molto poco». Anche sulla prevenzione dei tumori? «È stato uno dei temi principali. Prima erano pochissimi i fattori di rischio "certi", per esempio erano note le correlazioni tra fumo e tumore ai polmoni e amianto e mesoteliomi. Oggi, grazie a queste ricerche, siamo in grado di associare con precisione il richio di tumori con alcune abitudini alimentari. Per esempio, l'uso di alcol aumenta di circa cinque volte il rischio di tumori del tratto superiore degli apparati digestivo e respiratorio, troppa carne rossa o conservata è associata a un raddoppio del rischio di tumore dello stomaco e del colon, troppi latticini sono associati al tumore della prostata, mentre 50 grammi di zucchero al giorno fanno crescere di 1,4 volte il rischio di tumori al fegato e lo stesso tumore sembra favorito anche da un forte consumo di latticini. Al contrario è confermata l'azione protettiva di alcuni cibi: frutta e verdura, ricchi di antiossidanti, limitano i danni al Dna indotti dai radicali liberi, riducendo l'incidenza di quasi tutti i tumori, mentre le fibre vegetali, ma anche i latticini e il pesce, proteggono dal tumore del colon e la vitamina C da quello dello stomaco. Flavonoidi e fibre riducono il rischio di cancro al seno, la vitamina D quello della leucemia linfatica cronica. Più in generale, si sono trovate molte connessioni SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato scienze PIATTI SALUTARI 03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015 Pag. 66 (diffusione:687955, tiratura:539384) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato fra obesità e cancro: chi supera il peso ideale si ammala di più di tumori al fegato, al colon, al seno, all'esofago e alla colecisti». Ma che c'entra l'obesità con i tumori? «L'obesità è spesso associata alla sindrome metabolica, vera epidemia dei nostri tempi, cioè la presenza di almeno tre di queste alterazioni: accumulo di grasso addominale, pressione alta, glicemia, trigliceridi alti, colesterolo HDL basso. Questa condizione, oltre a portare a un grande aumento del rischio di diabete e di malattie cardiocircolatorie, favorisce anche i tumori, perché l'eccesso di glucosio nel sangue ne aiuta lo sviluppo. Le cellule tumorali, infatti, hanno questo zucchero come fonte di nutrimento. Il grasso addominale è pericoloso invece perché induce uno stato cronico di infiammazione, che favorisce la proliferazione cellulare. Persone con infiammazione cronica, rivelata da alti livelli ematici di proteina C reattiva, sono risultate più a rischio per molti tumori, compresi i più difusi, come quelli del colon, del seno, della prostata e del polmone. Lo stato infiammatorio, inoltre, peggiora la prognosi». A proposito di prognosi, lei ha cercato di delineare anche una dieta da afancare alla cura dei tumori. «Sì, ma è bene specificare che prima di tutto è fondamentale seguire le indicazioni degli oncologi, intervenendo con chirurgia, chemio e radioterapia. La dieta può però essere d'aiuto, ed è molto strano che la moderna oncologia trascuri quasi completamente questo aspetto. Per esempio, come detto prima, il fatto che il tumore "ami" il glucosio dovrebbe indurci ad "afamarlo" tenendo bassa la glicemia, e di riesso anche l'insulina, che induce la crescita cellulare: per questo meglio ridurre zuccheri e farine rafnate. Così come occorre ridurre latticini e proteine animali, perché aumentano i fattori di crescita cellulare e lo stato infiammatorio indotto dal tumore, mentre possono essere utili alimenti, come le cipolle, i mirtilli o il riso integrale, che riducono l'infiammazione. Possono servire anche, come dimostrato da alcuni studi su animali, brevi periodi di digiuno, uno o due giorni a settimana prima delle cure: fanno calare glicemia, insulina e fattori di crescita, aumentando l'efcacia delle terapie». Far digiunare e tagliare le proteine in malati come quelli di tumore, che spesso dimagriscono fortemente, non troverà d'accordo molti suoi colleghi. «Molti non sono d'accordo, infatti. Ma gli studi che cito nel libro suggeriscono il contrario: non propongo certo di afamare i malati, ma solo di non sovralimentarli e di sostituire le proteine da carne rossa e latticini con quelle che vengono da pesce, cereali integrali e legumi, evitando così di aumentare i fattori di crescita cellulare e lo stato infiammatorio». E la frutta? «La frutta, con i suoi antiossidanti che contrastano l'azione mutagena dei radicali liberi, è importante nella prevenzione dei tumori. Ma quando ci si cura da un cancro troppa frutta può rendere le terapie meno efcaci, perché chemio e radioterapia producono esse stesse radicali liberi, che uccidono le cellule tumorali. Alcuni frutti, poi, come agrumi, banane, kiwi, pomodori sono anche ricchi di poliammine, che stimolano la crescita cellulare». Per concludere, la dieta «moderna» secondo lei è nociva. Ma non è quella che, in fondo, ha consentito a un numero mai così abbondante di persone di superare gli 8090 anni? Non pare che farine rafnate, zucchero, salumi o abbondanti proteine animali siano stati così deleteri. «Quel che tiene in vita gli anziani di oggi non è la dieta attuale, bensì i farmaci che ne correggono gli efetti nocivi: il solo diabete assorbe quasi il 10 per cento delle spese sanitarie europee. Inoltre chi oggi è vecchio ha seguito per gran parte della sua vita diete molto più parche e sane di quelle proposte dall'attuale industria alimentare, svolgendo più attività fisica e vivendo in ambienti in genere meno inquinati. Bisognerà vedere cosa accadrà alle generazioni attuali, esposte fin dall'infanzia a un eccesso di cibo industriale, proteine animali, carni conservate e zuccheri rafnati, e spesso, purtroppo, sovrappeso fin da giovani: purtroppo non esistono studi che chiariscano a quale età un'alimentazione sbilanciata cominci a inuire su malattie e mortalità. Nel dubbio consiglierei di migliorare la dieta nostra e dei nostri figli, secondo le indicazioni che arrivano dalla scienza». Alex Saragosa DAVID MALAN / GETTY IMAGES, © MICRO DISCOVERY/CORBIS, CORBIS RISO INTEGRALE CAVOLO E NOCI FIN DALL'INFANZIA n lieve stato infammatorio è la condizione normale dell'organismo, continuamente preso d'assalto da inquinanti e microrganismi, ma quando questo stato supera certi livelli, per esempio a causa dell'obesità, diventa uno stimolo allo sviluppo dei tumori e un ostacolo alla cura» dice il nutrizionista Paolo Bellingeri, autore di La dieta nel tumore (Edizioni tecniche nuove, pp. 214, euro 16), con informazioni scientifiche ma anche un buon numero di ricette. «La lista degli 03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015 Pag. 66 (diffusione:687955, tiratura:539384) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato alimenti che ofrono benefci è lunga. Oltre ai ben conosciuti effetti positivi degli antiossidanti di frutta, verdura, olio d'oliva, cereali integrali e degli omega 3 di pesce e semi di lino, hanno un potente effetto antinfiammatorio e antitumorale anche riso integrale, cavolo, cipolla, aglio, curry, zenzero, frutti di bosco, noci e mandorle. Validi anche rosmarino, timo e basilico. L'assunzione deve essere quotidiana, e l'ideale sarebbe partire dalla gravidanza: in questo modo gli effetti si imprimeranno nel Dna del piccolo, e ne godranno anche le generazioni future». OSTEOPOROSI PREVENIRE L'OSTEOPOROSI? MENO LATTICINI E PIÙ SPORT ranco Berrino dedica un capitolo del suo libro all'osteoporosi. La cui causa principale, sostiene, è la vita sedentaria: le ossa degli arti inferiori sono irrobustite dalla gravità (il peso), quelle degli arti superiori dal lavoro muscolare, le vertebre dai carichi portati sulle spalle. Invece, dice Berrino, il consumo di latte, yogurt e integratori di calcio non serve. «Nessuno studio serio ha mai trovato una correlazione fra alto consumo di latticini e riduzione di fratture da osteoporosi. Si sa invece, ma non si dice, che assumere troppe proteine aumenta il rischio di osteoporosi, perché le proteine acidifcano il sangue e fanno rilasciare calcio dalle ossa. Latte e derivati contengono sì calcio, ma anche tante proteine, quindi i due efetti si annullano. Contro l'osteoporosi la cosa importante è fare attività fsica regolare, avere vitamina D nel sangue, anche usando integratori, e assumere calcio da verdure e semi, che non acidifcano il sangue». ALZHEIMER DIECI CIBI AMICI PER MANTENERE GIOVANE IL CERVELLO bridando la dieta mediterranea con la dieta Dash, che è stata pensata per ridurre l'ipertensione, l'epidemiologa Martha Clare Morris, della Rush University, ha elaborato Mind, un regime alimentare pensato per contrastare il rischio del morbo di Alzheimer. Come la dieta mediterranea, Mind prevede un largo uso di cibo vegetale e pesce e, in particolare, si basa su dieci cibi «amici del cervello»: insalate, verdure, noci, mirtilli e altre bacche, fagioli, cereali integrali, pesce, pollo, olio di oliva, mentre vanno ridotti al minimo carni rosse, sale, burro, margarina, formaggio, dolci e cibo fritto. È stata provata per nove anni su un gruppo di 923 anziani di Chicago. Risultato: quelli che avevano seguito con più attenzione Mind hanno sviluppato la metà dei casi di Alzheimer del resto del campione, mentre anche solo un'adesione moderata alla dieta ha comunque abbassato di un terzo il rischio di ammalarsi. Foto: Sotto, Franco Berrino , 71 anni, che fno alla pensione ha diretto il Dipartimento di medicina preventiva dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, e il suo libro Il cibo dell'uomo. La via della salute tra conoscenza scientifca e antiche saggezze Foto: A destra, tumore al colon visto al microscopio: mangiare troppa carne rossa farebbe raddoppiare il rischio di ammalarsi di questa patologia Foto: Il grasso addominale porta a uno stato cronico di infammazione che favorisce il cancro 03/04/2015 L'Espresso - ed. N.14 - 9 aprile 2015 Pag. 11 (diffusione:369755, tiratura:500452) Guerre ideologiche sulla pelle delle donne La "pillola dei cinque giorni" senza ricetta. È un piccolo passo avanti. In un paese dove la libertà femminile è ancora troppo spesso negata Roberto Saviano IL CORPO DELLE DONNE è terreno di scontro. Lo è ovunque. Lo è quando sono oggetto di violenza, quando vengono maltrattate, stuprate e poi incolpate di essere le uniche responsabili. Lo è quando si parla di anticoncezionali, anzi soprattutto quando si parla di anticon cezionali. Lì il corpo della donna diventa elemento "biologico", carne morale o immorale, presa nel suo archetipo e mai davvero valutata nella sua complessità. La donna deve... La donna non può... La donna dev'essere in grado di... inizia no così sempre i commenti. Donna come categoria mediatica, dove i media sono ormai sempre meno in grado di accogliere una reale rifessione sulla donna. La notizia di questi giorni è di quelle importanti: l'anticoncezionale orale, ovvero la pillola dei cinque giorni dopo, potrà essere richiesto in farmacia senza ricetta medica e senza doversi sottoporre a test di gravidanza, l'unico requisito sarà la maggiore età. L'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha preso una decisione a metà strada da quella proposta dall'Ema (European medicines agency) che non prevede prescrizione per nessuno, senza limiti di età, e il parere del Consiglio su periore di sanità che suggerisce invece la prescrizione obbligatoria per tutti. Il direttore dell'Aifa, Luca Pani, ha detto che il limite della maggiore età esiste per tutelare le più giovani dal mo mento che in Italia «in ogni momento in ospedali e consultori» esiste la possibilità di prescrivere la pillola. È vero, esiste questa possibilità, ma viene di fatto rispettata? No. Sono proprio le minorenni a subire le pressioni maggiori quando decidono di interrompere una gravidanza. Spesso le pressioni non arrivano dalle famiglie, che talvolta condividono, quando avvisate, lo stato di smarrimento della minorenne che magari ha altri progetti per la propria vita che avere un fglio a 15 anni. Le fa miglie pensano a studio, carriera, alla possibilità che un fglio arrivi in un momento di maggiore consapevolezza. Ma è proprio nelle strutture pubbliche, dove le linee guida sono spesso dettate più che dalla volontà della paziente, dall'orien tamento religioso di medici e assistenti sociali, che si decide talvolta di portare avanti gravidanze più per senso di colpa che per consapevolezza. CONTRO LA POSSIBILITfi di poter acquistare in farmacia la pillola dei cinque giorni dopo senza prescrizione, a riprova di quanto dico, c'erano soprattutto i medici cattolici, per i quali si tratterebbe di "aborto mascherato" e il parere del ministro Beatrice Lorenzin, contrario alla vendita senza prescrizione per un possibile abuso del farmaco. Ancora una volta "la donna" come categoria, e non un dibattito che preveda consapevolezza, razionalità, capacità di decisione. Togliere la pos sibilità di decidere, questa era la proposta del ministro Lorenzin sulla "necessità di prescrizione" del farmaco. Ma parlare di aborto mascherato e abuso del farmaco vuol dire non farsi scrupolo nel voler determinare il corso delle vite altrui. In Italia l'aborto è lega le, ma in molte strutture (soprattutto) del Sud Italia mancano medici abortisti. C'è sempre chi mi risponde che anche obiettare è un diritto. Concordo. Ma spetta alle aziende ospedaliere stilare una lista dei medici non obiettori e fare in modo che il territorio sia coperto da un servizio che per legge è un diritto. Al Sud ancora è diffcile accedere alle liste d'attesa per la fecondazione eterologa perché il non detto è: se non puoi pro creare è per volontà di Dio. QUESTI RAGIONAMENTI , ancor più, se mascherati da fnto paternalismo, sono inaccettabili. Sono, ancora una volta, espressione di una società che non esita a mortifcare, con i mezzi che ha a di sposizione, la donna. L'invito è a evitare di parlare in nome delle donne e far parlare le donne. L'Italia è un paese vecchio e sterile, e non perché si praticano aborti o avvengono divorzi, inutile dare colpa ai diritti per manometterli. Se si vuol aiutare le famiglie a non implodere e le donne a non abortire si parta da progetti sociali, si parta dal lavoro, si parta dalle strategie fscali. La pillola dei 5 giorni dopo è uno strumen to che va nella direzione della gravidanza come scelta e non come "accadimento" e per fortuna l'ostruzionismo espressione dell'anima più retrograda del nostro paese questa volta non ha vinto. Anche se le minorenni sono lun gi dall'essere tutelate: non sarà una ricetta medica a sopperire a un dibattito che in Italia chi sa per quanto tempo ancora mancherà. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'antitaliano 03/04/2015 L'Espresso - ed. N.14 - 9 aprile 2015 Pag. 11 (diffusione:369755, tiratura:500452) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato www.lespresso.it SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 38 03/04/2015 L'Espresso - ed. N.14 - 9 aprile 2015 Pag. 82 (diffusione:369755, tiratura:500452) Alle cuffiette non rinuncio nemmeno quando dormo Carola Frediani AURICOLARI Anche chi è abituato a indossare ovunque le cuffette trova un limite fsico nel letto. E si stanno diffondendo dei modelli pensati appositamente per chi vuole usarli mentre appoggia la testa di lato. Come gli auricolari Bedphones prodotti da StackSocial, che essendo morbidi e sottili sono pensati per "scomparire" tra l'orecchio e il cuscino, e presentati come cuffe per dor mire. Anche perché sono sempre di più le persone che prima di abbandonarsi al sonno amano ascoltare non solo musica, ma anche podcast per la meditazione o programmi audio pensati apposta per rilassarsi. Eppure, un uso eccessivo delle cuffe è sconsigliato dall'Orga nizzazione mondiale della sanità, secondo la quale un numero crescente di giovani rischia di avere danni all'udito. La raccomandazione è dunque quella di tenere basso il volume di ciò che si ascolta e di limitare anche l'utilizzo quotidiano di dispo sitivi con auricolari. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato News Scienze&Tecno / IPod mania 03/04/2015 Corriere della Sera - Sette - ed. N.14 - 3 APRILE 2015 Pag. 107 Gli antibiotici «buttano giù»? Mito da sfatare, anche se alcuni possono ridurre le difese immunitarie e altri hanno effetti collaterali non trascurabili / di Luigi Ripamonti Come ti vedo stanco»! «Per forza, dopo una settimana di antibiotici, come vuoi che stia?». Beh, intanto vivo, e con ogni probabilità stanco per la malattia da cui l'antibiotico ti ha guarito. Fra i vari miti della medicina popolare uno fra quelli di maggior successo attribuisce agli antibiotici la mirabolante capacità di abbattere le energie di chiunque, fosse anche Mike Tyson. «Tutte storie, li ho presi ed ero davvero uno straccio». Già, peccato che probabilmente chi obietta li ha presi magari per una settimana, per un'infezione batterica, con febbre altra, disidratazione consistente e ovvia mancanza di appetito: la spossatezza era sicuramente colpa degli antibiotici no? «Già, però il mio intestino....». In questo caso l'obiezione è accolta: gli antibiotici alterano la fora intestinale, cioè i milioni di batteri "buoni" con cui conviviamo in perfetta sintonia e che fanno un sacco di lavoro utile per noi. Effettivamente gli antibiotici passando "di lì" non è che stiano a fare troppe distinzioni fra buoni e cattivi, col risultato che... la disidratazione aumenta e se uno perde liquidi diffcilmente poi si sentirà un leone. Sì, però, ancora una volta, non ci raccontiamo che non ci avevano avvertiti che il rimedio fosse a portata di farmacia sotto il nome di "fermenti lattici", preparati che servono proprio a evitare, o almeno a limitare, questa seccatura. Finita qui? Troppo facile. «Mio marito ha preso gli antibiotici e si sentiva i muscoli a pezzi». Una curiosità, signora: «Non è che suo marito prende anche farmaci per abbassare il colesterolo?». Perché se la risposta è sì la spiegazione è banale: alcuni antibiotici, non tutti, possono aumentare la concentrazione di questi farmaci (le statine) e dare qualche problema muscolare. Ed è soltanto una delle numerose, possibili, interazioni degli antibiotici con altri farmaci o anche altre erbe o persino con bevande, come il succo di pompelmo. Il segreto per evitarle? Farsi sempre prescrivere gli antibiotici dal medico e ricordarsi di raccontargli quali altre medicine si stanno assumendo: il dottore potrà indicare l'antibiotico più adatto o almeno avvertire che, sì, qualche disturbo potrebbe verifcarsi, ma se lo si sa prima è un'altra storia. Attenti al medico. Detto questo, va riconosciuto che alcuni antibiotici possono ridurre transitoriamente le capacità difensive del sistema immunitario», sottolinea il professor Francesco Scaglione, già presidente della Società italiana di Chemioterapia e direttore della scuola di specialità in Farmacologia clinica dell'università degli Studi di Milano, «ma è anche vero che ce ne sono alcuni capaci di stimolare il sistema immunitario». E va anche ricordato anche che alcuni antibiotici hanno effetti collaterali tosti, e i medici li conoscono (o almeno dovrebbero) e li usano (o almeno dovrebbero usarli) solo e se quando necessario. Oppure ci sono antibiotici che non danno problemi in generale ma, per esempio, non vanno utilizzati nei bambini, oppure in chi ha fegato o reni non troppo in forma. Insomma la faccenda è un po' complicata e non a caso gli antibiotici possono essere prescritti dopo aver studiato sei anni medicina. Ma che "buttino giù" tout court è un mito da sfatare. Foto: Alcuni antibiotici non danno problemi in generale,manon vanno utilizzati da chi ha fegato o reni non troppo in forma SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Piaceri&Saperi Detti & Contraddetti 03/04/2015 Corriere della Sera - Sette - ed. N.14 - 3 APRILE 2015 Pag. 56 Una terapia che fa scalpore Marijuana somministrata ai bambini. I risultati? Positivi, ma creano polemiche Nove bambini affetti da epilessia e ricoverati al Children's Health Center della capitale polacca sono stati sottoposti a una terapia sperimentale a base di marijuana. I risultati? Incoraggianti, anche se il campione di piccoli pazienti sottoposti al test è numericamente piccolo, ha detto il dottor Marek Bachanski, uno dei medici coinvolti nell'esperimento. Neuroscienziato del Dipartimento di neurologia ed epilettologia di Varsavia, Bachanski ha raccontato nel dettaglio l'esperienza con il primo bambino al quale è stata somministrata la droga: Maks, 5 anni, soffriva dai 200 ai 300 attacchi di epilessia al giorno. Da settembre dello scorso anno ha iniziato la terapia con la marijuana e oggi gli attacchi si sono ridotti del 90 per cento. Risultati meno eclatanti ma altrettanto signifcativi sono stati riscontrati anche sugli altri pazienti. Contro i benefci ottenuti, gli effetti collaterali riscontrati, ha detto il medico, sono stati minimi, solo un po' di apatia e un po' di affaticamento. Come è facile immaginare, la notizia dei test effettuati sui bambini - i cui genitori erano naturalmente tutti consenzienti - ha scatenato polemiche e critiche. In Polonia, l'uso della marijuana per scopi medici non è mai stato reso legale da una specifca legge e i sanitari che vogliono utilizzarla sui loro pazienti devono sottostare a un rigido protocollo - nel quale, tra l'altro, l'identità di ogni singolo malato deve essere dichiarata -, sottoposto all'approvazione del ministero della Sanità. Il quantitativo di marijuana ritenuto necessario viene poi importato dall'Olanda. Un meccanismo complicato che fa perdere tempo, secondo l'ex ministro della Sanità Marek Balicki, che ha fatto sentire la sua voce accanto a quella dei critici auspicando che la Polonia si doti di una nuova legge che snellisca le procedure per l'uso della droga a fni medici. «Se vogliamo parlare di diritto alla salute, allora dobbiamo rendere la marijuana disponibile a chi ne ha bisogno», ha poLonia SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Europa / di Donatella Bogo 03/04/2015 Viver Sani e Belli - ed. N.15 - 10 aprile 2015 Pag. 12 (diffusione:178924, tiratura:864000) Obesità Arriva la pillola per combatterla a cura di Maura Prianti Sarà in vendita in farmacia entro la fine dell'anno, perché la Commissione europea ne ha da poco autorizzata la vendita nei 28 Paesi Ue. Si tratta di un farmaco (il suo principio attivo è il liraglutide 3 mg) in grado di combattere l'obesità e il forte sovrappeso. Attenzione, però: questa non è la pillola magica che fa perdere chili in più senza sacrifici. Il medicinale deve essere sempre prescritto da un medico e deve essere affiancato da una dieta con poche calorie e da un programma di attività fisica. Da rispettare entrambiI Il medicinale, già in vendita in Usa e in Canada, è utile anche per le persone obese che soffrono di altre malattie, come: diabete, ipertensione, dislipidemia o apnee ostruttive durante il sonno. In questi malati perdere i chili in più non è solo un problema estetico, ma può migliorare molto il loro stato di salute generale. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato le buone notizie 03/04/2015 Viver Sani e Belli - ed. N.15 - 10 aprile 2015 Pag. 88 (diffusione:178924, tiratura:864000) LE FARMACIE AMICHE DEI VEGANI Esistono solo da un anno. Rispondono all'esigenza, sempre più sentita, di dare consigli e risposte a chi segue questa filosofia di vita Servizio di Laura Raimondi. Nel 2014 hanno aperto in Italia le farmacie per vegetariani e vegani, in linea con l'attenzione etica e salutista che spinge sempre più persone a rifiutare i prodotti di derivazione animale. Ma perché sono state pensate delle farmacie proprio per loro? Vediamo di scoprirlo. Una scelta etica I vegetariani non consumano carne ma possono nutrirsi con i derivati animali, come latticini e uova; i vegani, invece, evitano anche tutti i prodotti di origine animale, incluso per esempio il miele, basandosi essenzialmente sul consumo di legumi, cereali e frutta. * Ma "essere veg" non è solo una scelta alimentare poiché spesso è legata a motivi etici. E anche una filosofìa e uno stile di vita: nessun animale deve essere sfruttato o ucciso non solo per "dare" nutrimento, ma anche per produrre abiti, tinture, cosmetici e farmaci.!!? NON CE UNA '' MANIA '' DI OGGI Pare che i filosofi Socrate e Pitagora, e anche Ippocrati "padre" della medicina, fossero vegani, sia per motivi etiche perché l'uccisione degli animali predispone l'u alla violenza, sia per motivazioni salutistiche. Albert Einstein, in tempi ancora non sospetti, si rese conto che la sopravvivenza della Terra sarebbe stata legata a un'alimentazione pressoché vegetale. LA DIFFERENZA la fa il punto vendita Non esistono medicine o prodotti omeopatici creati apposta per i vegani. Quello che rende una farmacia "vegana" è la formazione specializzata del personale, che deve saper consigliare sia dal punto di vista alimentare, suggerendo integratori di elementi che scarseggiano nella loro dieta, sia dal punto di vista etico. «È UN PASSO AVANTI IMPORTANTE PER TUTTI» Abbiamo intervistato sul tema la dottoressa Paola Lombardi, dottore in Farmacia con master in dietetica e alimentazione vegetariana, consulente in medicina e alimentazione funzionale, docente alla formazione Calantfia e Pharmavegana. Perché si fa questa scelta? Diventare vegani può essere dettato da più motivi. C'è chi si converte al "veganesimo" per ragioni etico-filosofiche e ricerca prodotti cruelty-free, ovvero senza violenza nei confronti degli animali, non limitandosi solo all'alimentazione. Altri, per questioni salutistiche: esistono ricerche comprovate che dimostrano la correlazione tra un eccessivo consumo di carne rossa e i tumori all'intestino e i danni alla salute dovuti ai latticini, sia per la percentuale di grassi saturi sia per la quantità eccessiva, secondo alcuni studiosi, di ormoni e antibiotici somministrati all'animale. Altri ancora per tutelare l'ambiente: il consumo di carne a livello mondiale è in continua espansione e questo ha inciso sull'equilibrio ambientale attraverso l'aumento dei rifiuti e lo spreco di risorse come acqua ed energia. Perché è importante avere una figura di riferimento? Il farmacista "veg-friendly", che si specializza con corsi di alta formazione diventando anche consulente, può essere importante non solo per i vegani, ma per chiunque voglia approfondire il mondo farmacologico e alimentare. Il farmacista che consegue questo tipo di abilitazione rappresenta un valido aiuto per il consumatore, non solo per quanto riguarda farmaci e prodotti erboristici, ma anche per l'integrazione delle sostanze che non assumiamo con la semplice alimentazione, fornendo una visione a 360° L'obiettivo è di orientare un comportamento alimentare finalizzato alla prevenzione. Quali sono i componenti nei farmaci non adatti ai vegani? Tra i farmaci più comuni si trova spesso il lattosio, eccipiente diffuso soprattutto negli antibiotici o nelle pillole anticoncezionali e che viene estratto dal caglio vaccino. La gelatina perché è ottenuta da ossa e pelle dell'animale (generalmente da bovini e suini) e il magnesio stearato, ricavato dal grasso di animali come pecore e suini, usato come lubrificante nelle compresse solubili. Farmaci ?prodotti erboristici & Co È importante fare una distinzione tra farmaci e prodotti erboristici: ogni nuova molecola chimica deve essere per legge obbligatoriamente testata su animali. Tuttavia, anche parafarmaci più semplici possono avere qualche collegamento con gli animali e quindi non essere adatti ai vegani: per esempio, la propoli non è cruelty free (letteralmente "libera da crudeltà") perché per la sua produzione è SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ECO FAMIGLIA 03/04/2015 Viver Sani e Belli - ed. N.15 - 10 aprile 2015 Pag. 88 (diffusione:178924, tiratura:864000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sfruttato il lavoro delle api. * Tra i vari processi di produzione dei farmaci, parafarmaci e prodotti omeopatici, solo il produttore può certificare come siano stati realizzati. * Tra i "farmaci da banco" esistono probiotici e integratori che non sono derivati dal mondo animale, ma spesso il farmacista non è informato e non può aiutare chi, come i vegani, ha esigenze di questo tipo. LE INIZIATIVE GIÀ ATTIVE Pharmetics Pharmavegana E un progetto presentato nel 2014 dall'Associazione vegani italiani onlus (e sponsorizzato da Sitar, specializzata in prodotti di medicina naturale) per creare un network di farmacisti specializzati soprattutto per vegani e vegetariani. S Offre corsi formativi ai farmacisti che, dopo un percorso di quattro anni di studi e il conseguimento di un patentino identificativo, saranno in grado di orientare i consumatori nell'acquisto di prodotti adatti alle loro esigenze, che non impiegano derivati animali nel loro processo di produzione. E una community virtuale per un "modo etico di fare farmacia", che collega professionisti del settore, studenti, associazioni e divulga articoli per il pubblico. Il farmacista è visto come un punto di riferimento per la prevenzione e il rispetto dell'ambiente. I vegani, non consumando prodotti di derivazione animale, devono integrare soprattutto la vitamina B12, indispensabile per la salute di cellule nervose e globuli rossi, che può essere sintetizzata da batteri, funghi e alghe. ^ Inoltre, dato che i vegani generalmente consumano più frutta secca e semi oleaginosi, tendono ad avere un rapporto sbilanciato tra omega 3 e omega ó: sarebbe opportuno preferire noci, olio di canapa o olio di lino rispetto ad altri semi (zucca, girasole, sesamo...), f' Altre vitamine da integrare sono la vitamina D, responsabile del metabolismo del calcio nelle ossa, lo zinco, che si può assumere da diversi legumi (ceci specialmente) e dai semi di zucca, il ferro contenuto soprattutto nelle lenticchie. È importante prevenire anche la carenza di calcio. 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 14 (diffusione:39903, tiratura:40255) PROFILASSI dell'EMICRANIA con POTENZIATORI METABOLICI II ruolo del Coenzima Q10 Piero Barbanti, Serena Piroso L'emicrania è il prodotto dell'interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali e si caratterizza per un'abnorme elaborazione cerebrale intercritica delle informazioni sensoriali e nocicettive. Montagna fu il primo a descrivere interessanti correlazioni tra emicrania e malattie del metabolismo mitocondriale, enfatizzando la presenza di cefalea migraine-like in pazienti con patologie mitocondriali e di alterazioni istochimiche tipiche delle mitocondriopatie negli emicranici (2,3,4,18,22). Da tali considerazioni sono derivati negli anni studi di base e farmacologici che hanno portato oggi all'impiego terapeutico di sostanze (potenziatori metabolici) in grado di potenziare la fosforilazione ossidativa mitocondriale nella terapia dell'emicrania. Il cervello emicranico manifesta una condizione d'ipereccitabilità con aumentata suscettibilità alla conica! spreading depression, eccesso di trasmissione glutammatergica e disfunzione dei meccanismi neuronali di modulazione della concentrazione ionica. Il paziente emicranico presenta in condizioni intercritiche un deficit del fenomeno neurofisiologico dell'abitudine nel processamento dell'informazione: ciò comporta un'eccessiva reattività delle aree corticali sensoriali a fronte di stimoli ripetuti. La causa viene imputata a una disritmia talamo-corticale conseguente a deficit della trasmissione monoaminergica (13). L'emicranico presenta pertanto come tratto distintivo un maggiore dispendio energetico cerebrale in condizioni basali rispetto al soggetto sano. A questa peculiarità si associa, paradossalmente, un deficit del metabolismo energetico neuronaie sia in fase ictale che intendale, condizione che sta alla base del concetto di soglia emicranica: l'emicranico si trova stabilmente in una condizione ipoenergetica cerebrale facilmente scompensabile di fronte ad aumentate richieste di controllo omeostatico prodotte da variazioni dell'ambiente interno (es: stress, ormoni) o esterno (es: clima) all'organismo (20). Il risultato è lo scatenamento dell'attacco a seguito di stimoli non dolorosi. Secondo recenti vedute, questo deficit energetico sarebbe responsabile dello shift del metabolismo della tirosina dalla sua fisiologica idrossilazione (che conduce alla produzione di catecolamine) verso la sua decarbossilazione, con produzione di amine elusive quali tiramina, octopamina, sinefrina, provocando così una sorta di regressione metabolica verso forme più arcaiche di neurotrasmissione. Tale sbilanciamento di neurotrasmettitori e neuromediatori nelle sinapsi dopaminergiche e noradrenergiche della paia matrix attiverebbe il sistema trigeminale scatenando l'attacco (20). MITOCONDRI ED EMICRANIA La principale funzione dei mitocondri è la produzione energetica attraverso la catena respiratoria. Altre funzioni includono la produzione di derivati reattivi dell'ossigeno (ROS), la regolazione dell'apoptosi e dell'omeostasi del calcio. I mitocondri giocano un ruolo nel controllo del tono vasale attraverso la regolazione della concentrazione intracellulare dello ione calcio e dei ROS. In questo processo sembra essere coinvolto l'ossido nitrico (NO), potente vasodilatatore a sua volta legato dalla citocromo-ossidasi (COX). conosciuta anche come complesso IV della catena respiratoria. Quando la COX è prodotta in abbondanza può verificarsi un sequestro di NO con inibizione della vasodilatazione. L'encefalo, tessuto altamente dipendente dal metabolismo ossidativo, risulta severamente danneggiato nelle malattie mitocondriali, patologie relativamente frequenti con una prevalenza di 1/5.000. La frequenza delle 10 mutazioni patogenetiche del DNA mitocondriale più conosciute nella popolazione generale è pari a circa 1/200, suggerendo che individui con fenotipo normale possano essere portatori di mutazioni a rischio, clinicamente manifeste solo in determinate condizioni di stress. Diverse evidenze sperimentali suggeriscono che una disfunzione mitocondriale possa contribuire alla patogenesi di almeno alcuni tipi di emicrania attraverso un alterato metabolismo ossidativo (3,14,18,22). La corticalspreadingdepression, base neurofisiopatologica dell'aura emicranica. deriva da una disfunzione del ricambio neurotrasmettitoriale e da un'instabilità della membrana neuronaie, fenomeni entrambi legati al metabolismo energetico. Il riciclo dei radicali liberi risulterebbe alterato in pazienti con emicrania cronica, come suggerito dall'accumulo di ione ferroso a livello del troncoencefalo. Un importante contributo alla conoscenza del metabolismo mitocondriale SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TERAPIA 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 14 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato nell'emicrania è derivato dagli studi di risonanza magnetica spettroscopica (1). Essi hanno evidenziato nel cervello emicranico un alterato rapporto tra i livelli intracellulari di fosfocreatina e di fosfato inorganico (indice di minore disponibilità energetica cellulare), una minore concentrazione encefalica di N-acetil-aspartato (marker d'integrità neuronaie prodotto esclusivamente a livello dei mitocondri neuronali) e una riduzione Idel picco di colina a livello del talamo. Si ritiene che disfunzioni mitocondriali e anomalie del metabolismo energetico mitocondriale delle piastrine del paziente emicranico siano responsabili di aumentate concentrazioni di oftraceamina, sucastiramina, octopamina e sinefrina, neuromodulatori implicati nell'alterazione della soglia del dolore (20). Gli emicranici presentano inoltre concentrazioni ematiche di lattato e piruvato significativamente maggiori rispetto ai soggetti sani per via di una ridotta utilizzazione nel ciclo di Krebs del piruvato. ridotto a lattato dalle lattato-deidrogenasi. Un aumento dei livelli ematici e liquorali di lattato, marker di malattia mitocondriale indicante un difetto del metabolismo ossidativo, è stato riscontrato negli emicranici durante gli attacchi. All'aumento della concentrazione di lattato contribuisce anche un aumento del consumo di glicogeno e dell'attività glicolitica nei tessuti con un difetto del metabolismo aerobico. È stato suggerito che mutazioni del DNA mitocondriale possano avere un ruolo nella patogenesi dell'emicrania e della sindrome del vomito ciclico (14). Tuttavia, gli studi sono risultati finora negativi verosimilmente per ragioni diverse: a) le malattie mitocondriali sono eteroplasmiche e varie proporzioni di DNA normale e mutato coesistono in diversi tessuti; b) nei pazienti oligosintomatici la proporzione di DNA mutato potrebbe essere molto bassa, così come potrebbe essere più alta in cellule che non si dividono attivamente, come i neuroni; e) è possibile che l'emicrania possa essere associata a mutazioni del DNA mitocondriale non ancora identificate o a mutazioni del DNA nucleare che influenzino la produzione di energia a livello dei mitocondri. Una disfunzione mitocondriale può ridurre la soglia di scatenamento di un attacco emicranico attraverso diverse modalità. Innanzitutto le aree corticali a ridotta riserva metabolica mitocondriale dopo stimoli esogeni possono andare incontro a un deficit energetico che può accelerare l'aumento della concentrazione dei lattati normalmente indotto dall'attività neuronaie con possibile attivazione del sistema trigemino-vascolare. Inoltre, un difetto del metabolismo ossidativo mitocondriale nel nucleo trigeminale o nel troncoencefalo potrebbe influenzare il processamento degli input nocicettivi (10). La presenza di anomalie strutturali mitocondriali nelle cellule della parete dei vasi meningei potrebbe spiegare la loro iperresponsività a stimoli esogeni. I POTENZIATORI METABOLICI II deficit di produzione energetica neuronaie costituisce il razionale per l'impiego dei potenziatori metabolici nella profilassi dell'emicrania. L'esistenza di dati favorevoli da studi randomizzati controllati ne ha valso la considerazione e il suggerimento nelle vigenti linee guida diagnosticoterapeutiche dell'AGENAS. Il primo potenziatore metabolico studiato è stato la riboflavina. In un trial multicentrico randomizzato su 55 emicranici alla dose di 400 mg/die per 3 mesi, essa si è dimostrata superiore al placebo nella riduzione della frequenza degli attacchi e del numero di giorni di cefalea con un NNT di 2,3. Un successivo studio farmacogenetico in aperto ha evidenziato nei portatori dell'aplotipo non-H mtDNA una risposta alla riboflavina superiore rispetto agli H mtDNA, ipotizzando una associazione tra l'aplotipo H e aumentata attività del complesso I, principale target della riboflavina (5,7). COENZIMA Q10 ED EMICRANIA II coenzima Q10 (CoQlO) è un lipide idrofobico che agisce come carrier di elettroni a livello della catena respiratoria (Figura 1). All'interno dei mitocondri facilita la trasformazione di grassi e zuccheri in energia, ed è in grado di muoversi nel core idrofobico del doppio strato lipidico della membrana mitocondriale interna trasportando un elettrone per volta dai complessi I e II al complesso III della catena respiratoria. Il CoQlO protegge le lipoproteine e stabilizza l'endotelio mediante stimolazione del rilascio di NO, proteggendo la membrana mitocondriale dal collassamento e impedendo l'apertura dei pori di transizione. Il CoQlO contrasta inoltre eventi pro-apoptotici come la deplezione di ATP, il rilascio di citocromo C nel citosol, l'attivazione della caspasi-9, la depolarizzazione della membrana mitocondriale e la frammentazione del DNA. È inoltre un potente scavenger di radicali liberi ed esercita numerosi effetti antinfiammatori, modulando l'espressione dell'NFKBl. Esistono due isoforme di CoQlO denominate ubichinolo, elettrondonatore, e ubichinone, elettron-accettore. Gli elettroni rilasciati dall'ubichinolo neutralizzano i radicali liberi. La capacità 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 14 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato del CoQlO di riciclarsi da un'isoforma all'altra ne spiega l'azione protettiva su DNA, proteine e lipidi in presenza di reazioni ossidative tossiche. I livelli di CoQlO diminuiscono con l'età, verosimilmente per ridotta sintesi o aumentato consumo per aumentata lipoperossidazione. Sono stati condotti diversi trial clinici con il CoQlO nella profilassi emicranica. In un primo studio in aperto su 32 pazienti con emicrania con e senz'aura, il CoQlO (150 mg/die per 3 mesi) si è dimostrato efficace nel ridurre la frequenza degli attacchi e il numero di giorni con cefalea con una percentuale di responders del 61,3 % (9). Un successivo trial randomizzato in doppio cieco verso placebo su 42 emicranici ha dimostrato che la profilassi con CoQlO (300 mg/die per 4 mesi) induce una significativa riduzione di attacchi emicranici. giorni di cefalea e giorni con nausea a partire dal 3° mese di trattamento, con una percentuale di responders del 47,6 % e un NNT di 3 (11; Figura 2). Boles ha confrontato 22 soggetti affetti da sindrome del vomito ciclico in trattamento con CoQlO con 162 in trattamento con amitriptilina, riscontrando in questi ultimi una percentuale di risposta solo di poco superiore al CoQlO (72 % vs 68 %), ma con maggiore incidenza di eventi avversi (50 % vs 0 %) (15). In uno studio crossover, randomizzato, controllato con placebo su 120 bambini e adolescenti emicranici, il CoQlO (100 mg/die per 224 giorni) ha mostrato un'efficacia superiore al placebo in termini di riduzione della frequenza degli attacchi nelle prime 4 settimane di trattamento (16). Uno studio in aperto su 252 pazienti emicranici pediatrici con bassi livelli di CoQlO ha dimostrato che la supplementazione di CoQlO (1-3 mg/kg/die) induce una riduzione significativa della frequenza (P <0,0001) e della disabilità degli attacchi (P <0.001) (12). CONCLUSIONI II deficit del metabolismo energetico mitocondriale è un tratto caratteristico del paziente emicranico, responsabile - in associazione con la condizione d'ipereccitabilità cerebrale - della bassa soglia per lo scatenamento del dolore cefalico per stimoli non dolorosi. Ciò rappresenta il razionale d'uso dei potenziatori metabolici nella cura dell'emicrania. Sulla base di RCTs. le linee guida nazionali e internazionali riconoscono che il CoQlO e la riboflavina sono strumenti efficaci, tollerabili e sicuri per la prevenzione emicranica (23). Tali caratteristiche li rendono composti ideali per la terapia profilattica in età evolutiva e strumenti utili per il trattamento dell'adulto. L'interesse futuro dovrà essere indirizzato su trial controllati su casistiche più ampie e sulla possibilità di utilizzo dei potenziatori metabolici come "add-on therapy" a fianco di trattamenti attivi sull'eccitabilità neuronaie (es: topiramato e valproato) nelle forme emicraniche più severe, episodiche e croniche. Sarà auspicabile chiarire se i livelli di CoQlO pre-trattamento abbiano una qualche influenza sull'efficacia della terapia e identificare al meglio il dosaggio pediatrico, attualmente stimato in 1-3 mg/kg/die (21). ^Mevalonato I- Farnesilpirofosfato Note: Acetil CoA, aceti] coenzima A; HMG CoA, idrossimetil-glutaril coenzima A FIGURA 1. Biosintesi del Coenzima Q10baseline(i) 2 3 4 FIGURA 2. Frequenza media mensile degli attacchi emicranici nei gruppi placebo (triangoli grigi) e coenzima Q10 (circoli neri) La riduzione della frequenza rispetto al basale è risultata significativa per il coenzima Q1O (p=0,01), ma non perii placebo (p=0,81) Fonte: Sandor et al. 2005 BIBLIOGRAFIA 1. Chance B, Clark BJ, Nioka S, Subramanian H, Maris JM, Argov Z, Bode H. Phosphorus nuclear magnetic resonance spectroscopy in vivo. Circulation 1985; 72 (Suppl. IV):103-10. 2. Montagna P et al. Mitochondrial abnormalities in migraine. Preliminary findings. Headache 1988; 28: 477-480. 3. Montagna P et al. Migrarne as a defect of brain oxidative metabolismi hypothesis. J Neurol 1989; 236; 124-125. 4. Montagna P et al. 31P-magnetic resonance spectroscopy in migraine without aura. Neurology 1994; 44(4): 666-669. 5. Schoenen J, Lenaerts M, Bastings E. High dose riboflavin as a prophylactic treatment of migraine: results of an open label pilot study. Cephalalgia 1994; 14:328-9. 6. Shimomura T et al. Mutation in platelet mitochondrial gene in patients with migraine. Cephalalgia 1995; 15(Suppl 13):IO. 7. Schoenen J, Jacquy J, Lenaerts M. Effectiveness of high-dose riboflavin in migraine prophylaxis. A randomized controlied trial. Neurology 1998; 50: 466-70. 8. Sangiorgi S et al. Abnormal platelet mitochondrial function in patients affected by migraine with and without aura. Cephalalgia 1994; 14:21 -23. 9. RozenTD et al. Open label trial of coenzyme QW as a migraine preventive. Cephalalgia 2002; 22: 137-141. 10. Cao Y, Aurora SK, Nagesh V, Patel SC, Welch KMA. Functional MRI-BOLD ofbrainstem struetures during visually triggered migraine. 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 14 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Neurology 2002; 59: 72-8. 11. Sàndor PS et al. Efficacy of coenzyme QW in migraine prophylaxis: A randomized controlied trial. Neurology 2005; 64: 713-715. 12. Hershey AD, Powers SW, Vockell AL et al. Coenzyme QW deficiency and response to supplementation in pediatrie and adolescent migraine. Headache 2007; 47: 73-80. 13. Coppola G, Pierelli F, Schoenen J. Habituation and migraine. Neurobiol Learn Mem.2009 Sep; 92(2): 249-59. 14. Zaki EAet al. Two Common Mitochondrial DNA Polymorphisms Are Highly Associated With Migraine Headache and Cyclic Vomiting Syndrome. Cephalalgia 2009; 29(7): 719-728. 15. Boles RG et al. Treatment of cyclic vomiting syndrome with co-enzyme QW and amitriptyline, a retrospective study. BMC Neurology 2010; 10:10. 16. Slater SK. A randomized, double-blinded, placebo-controlled, crossover, add-on study of CoEnzyme QW in thè prevention of pediatrie and adolescent migra/ne.Cephalalgia 2011 Jun; 31(8): 897-90. 17. Corderò MD. 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N.1 - marzo 2015 Pag. 18 (diffusione:39903, tiratura:40255) Epilessia di nuova diagnosi Sicurezza ed efficacia a lungo termine di zonisamide in monoterapia per il trattamento di crisi parziali in adulti A cura di STEFANO MELETTI L'epilessia è uno dei disturbi neurologici più comuni, che colpisce circa 50 milioni di persone nel mondo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che il costo per la salute dovuto all'epilessia sia lo 0,5% del carico globale di malattia, con un costo totale annuo di circa 15,5 miliardi di euro in Europa e 9,5 miliardi di dollari negli USA. In termini generali, circa il 50% dei pazienti con epilessia di nuova diagnosi dovrebbe diventare libero da crisi con la prima monoterapia. Un altro 20% può raggiungere il controllo delle crisi con un secondo farmaco o con una bi-terapia. Pertanto, è evidente che la scelta del primo farmaco antiepilettico è critica. Inoltre, la monoterapia ha una serie di vantaggi in termini di buona compliance del paziente, basso rischio di interazioni farmacologiche, e di riduzione di costi sanitari diretti e indiretti. La zonisamide è un derivato benzisossazolico chimicamente correlato ad altri farmaci antiepilettici (FAE), che mostra una varietà di meccanismi d'azione, tra cui l'inibizione dei canali del sodio e la riduzione delle correnti tipo-T dei canali del calcio. Attualmente zonisamide è approvata in Europa come monoterapia per il trattamento delle crisi parziali (con o senza generalizzazione secondaria! nei pazienti adulti con epilessia di nuova diagnosi, e come terapia aggiuntiva delle crisi parziali (con o senza generalizzazione secondaria) in adulti, adolescenti e bambini a partire da 6 anni di età. L'approvazione di zonisamide in monoterapia si è basata sui risultati di uno studio multicentrico di fase III, randomizzato in doppio-cieco, di non inferiorità [Baulac et al., Lancet Neurology 2012; 11:589-588]. In questo studio la monosomministrazione giornaliera di zonisamide ha dimostrato di essere non inferiore rispetto alla somministrazione di carbamazepina a rilascio controllato due volte al giorno, secondo i criteri di non inferiorità raccomandati dalla International League Against Epilepsy (ILAEl. Nello studio il 79,4% dei pazienti [177/223] nel gruppo zonisamide e l'83,7% dei pazienti (195/233) nel gruppo carbamazepina hanno raggiunto la libertà da crisi per^26 settimane (endpoint primario]. Inoltre, nel corso dello studio, che ha avuto una durata superiore a 1 anno come raccomandato dalla ILAE, l'incidenza di eventi avversi emergenti dal trattamento era simile per la zonisamide (60,5%) rispetto a carbamazepina (61,7%), così come l'incidenza di eventi avversi gravi (5% vs 6%). A seguito dei risultati emersi da questo studio, zonisamide è stata inclusa nelle linee guida ILAE come avente livello A di evidenza come monoterapia iniziale per il trattamento di adulti con crisi epilettiche parziali. Attualmente, solo carbamazepina, fenitoina, e levetiracetam sono gli altri FAE con questo livello di raccomandazione. Presentiamo qui i risultati dello studio di estensione a lungo termine (2 anni) nei pazienti che hanno completato il trial registrativo di fase III [Baulac et al., Epilepsia 2014; 55(10): 1534-43]. Gli obiettivi dello studio di estensione (sempre in doppio-cieco] erano di valutare (a) sicurezza/tollerabilità e |b] efficacia di zonisamide a lungo termine somministrata in monoterapia una volta al giorno rispetto alla somministrazione due volte al giorno di carbamazepina a rilascio controllato in pazienti adulti con diagnosi recente di epilessia parziale. Un totale di 295 pazienti ha partecipato allo studio in estensione dopo aver completato lo studio registrativo di fase III. Di questi, hanno completato lo studio 120/137 (87,6%) pazienti randomizzati a zonisamide e 134/158 (84,8%) pazienti randomizzati a carbamazepina. Durante lo studio, la maggior parte dei pazienti ha ricevuto un trattamento a dosi di zonisamide di 300 mg/die (82,5%) e di carbamazepina 600 mg/die (84,2%). SICUREZZA E TOLLERABILITÀ DI ZONISAMIDE A LUNGO TERMINE L'incidenza di eventi avversi [EA] correlati al trattamento è stata del 26,3% per la zonisamide rispetto al 19,6% per carbamazepina. Gli EA più frequentemente riportati sono stati una riduzione del peso (5,1% vs 0%), diminuzione dell'appetito (3,6% vs 0%), deficit della memoria [2,9% vs 3,2%). L'incidenza di EA gravi è stata pari al 5,1% per il gruppo zonisamide e del 4,4% per il gruppo carbamazepina. Non ci sono stati decessi durante lo studio. Tre pazienti hanno presentato EA che hanno determinato l'interruzione dello studio (zonisamide n =2; carbamazepina n =1). C'è stata una segnalazione di rash nel gruppo carbamazepina e non ci sono state segnalazioni di sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SPECIALE EPILESSIA 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 18 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato epidermica tossica in nessuno dei due gruppi. Infine, sono stati segnalati due casi di iponatriemia nel gruppo carbamazepina. EFFICACIA DI ZONISAMIDE A LUNGO TERMINE II parametro primario di efficacia misurato è stato la retention rate, definito come la percentuale di pazienti rimasti nello studio di estensione a ogni visita [per la popolazione intention-to-treat (ITT)]. La retention rate è stata molto simile tra i gruppi di trattamento, a tutti gli intervalli di osservazione (Figura 1). Nel complesso, 24/281 pazienti in zonisamide (8,5%) e 24/300 pazienti in carbamazepina (8,0%) si sono ritirati per mancanza di efficacia. Infine per quanto riguarda l'efficacia misurata dalla percentuale di pazienti liberi da crisi per >24 mesi, lo studio ha dimostrato risultati simili nei due gruppi: 32,3% (95% CI 26,5-38,0%) per i pazienti che assumevano zonisamide e 35,2% (95% CI 29,5-40,9%) per i pazienti in carbamazepina (popolazione ITT ). CONCLUSIONI Questo studio a lungo termine sull'efficacia e tollerabilità di zonisamide in monoterapia è notevole perché nessun altro FAE attualmente disponibile è stato valutato in monoterapia attraverso uno studio con un disegno in doppio cieco di tale durata. I risultati dello studio dimostrano che zonisamide somministrata una volta al giorno e carbamazepina a rilascio controllato somministrata due volte al giorno sono entrambi ben tollerate in Imonoterapia negli adulti con epilessia di nuova diagnosi. I due farmaci hanno simili percentuali di EA ed EA gravi. Come nello studio registrativo originale, l'incidenza di perdita di peso e diminuzione dell'appetito erano più alti con zonisamide rispetto a carbamazepina, in linea con le precedenti segnalazioni. Nel complesso non sono emersi nuovi o inattesi problemi di sicurezza con la monoterapia a lungo termine con zonisamide. Anche gli endpoint secondari hanno dimostrato che l'efficacia a lungo termine della monoterapia con zonisamide rispetto carbamazepina è paragonabile. Infatti, simili proporzioni di pazienti in ciascun gruppo di trattamento hanno interrotto lo studio a causa della mancanza di efficacia o di eventi avversi, e simili proporzioni di pazienti hanno raggiunto 24 mesi di libertà dalle crisi. Questo è un dato rilevante perché la libertà da crisi è particolarmente importante per la qualità complessiva della vita. È da notare che nessun altro studio ha confrontato i tassi di libertà da crisi in condizioni di doppio cieco a 24 mesi. In termini generali, tutti i dati presentati suggeriscono che la zonisamide è un farmaco efficace e ben tollerato per i pazienti adulti con epilessia focale. Il profilo farmacocinetico di zonisamide ha anche un certo numero di vantaggi. In primo luogo, la lunga emivita consente un dosaggio una volta al giorno, migliorando la compliance del paziente. In secondo luogo, la mancanza di proprietà inducenti implica un basso potenziale di interazioni farmacologiche. Inoltre, l'ampio spettro di efficacia nel trattamento di diversi tipi di crisi può essere vantaggioso in forme di epilessia non chiaramente classificate. Sono però necessari ulteriori dati sulla monoterapia in popolazioni speciali, come per esempio le donne in età fertile.Zonisamide - Carbamazepina Figura 1. Curva di Kaplan-Meier per la retention rate, misurata a partire dall'inizio dello studio di estensione (popolazione 314-ITT) Foto: Centro Epilessia. Dipartimento di Scienze Biomediche, Metabolismo, Neuroscienze; Università di Modena e Reggio Emilia 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 21 (diffusione:39903, tiratura:40255) Inutile TARDARE l'inizio della LEVODOPA I risultati di uno studio in pazienti de novo in Africa Lo studio qui presentato è stato condotto da un gruppo di ricercatori italiani e ghanesi e aveva l'obiettivo di valutare se la comparsa di complicanze motorie nella malattia di Parkinson (MP) era principalmente legata alla durata della terapia con levodopa oppure a fattori dipendenti dalla patologia. Sono stati studiati pazienti italiani e africani affetti da MP 1. Centro Parkinson, ICP, Milano; 2. Korle Bu Teaching Hospital, Accra, Ghana; 3. Komfo Anokye Teaching Hospital, Kumasi, Ghana; 4. Ospedale Comboni, Sogakope, Ghana; 5. Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Salerno, Salerno; 1DC Hermitage-Capodimonte, Napoli; 6. Servizio di Nutrizione e Dietetica, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia; 7. IRCCS Istituto di Scienze Neurologiche, Bologna Enoto che dopo più di 50 anni dalla sua introduzione nella pratica clinica la levodopa (1) è ancora il farmaco più efficace in assoluto per il controllo della sintomatologia motoria nella malattia di Parkinson, ma che a lungo termine la sua efficacia viene limitata dalla comparsa di complicazioni motorie ovvero le fluttuazioni motorie e le discinesie, che hanno un impatto pesante sulla qualità di vita dei pazienti (2). LO STATO DELL'ARTE SULLA LEVODOPA Molti si sono posti la domanda se la comparsa di queste complicazioni motorie sia un effetto collaterale a lungo termine del farmaco oppure la conseguenza della progressione del processo neurodegenerativo. Nell'animale da esperimento sono associate sia all'entità della perdita dei neuroni dopaminergici, che alla dose e ,alla durata della terapia con levodopa (3-5). Tuttavia, non è certo che questi dati siano validi anche nell'uomo, in quanto la patologia viene indotta con una lesione in acuto che non riflette la natura progressiva della malattia. Per questo è stata effettuata una serie dì studi nell'uomo nel tentativo di chiarire questo aspetto. Diversi studi, che hanno confrontato pazienti che iniziavano la terapia dopaminergica con levodopa subito con pazienti che posticipavano l'introduzione della levodopa assumendo prima dopamino agonisti, hanno suggerito che l'uso di questi ultimi in monoterapia nei primi anni di malattia permettesse di ridurre l'incidenza delle complicazioni motorie (6-8). Inoltre, altri studi hanno evidenziato che l'incidenza delle discinesie aumentava man mano che aumentava la dose e si allungava il periodo di trattamento con levodopa (911). Al contrario, lo studio ELLDOPA (EarLier vs Later levoDOPA ovvero levodopa prima vs più tardi), una sperimentazione condotta in doppio cieco con assegnazione randomizzata al placebo oppure a una di tre diverse dosi di levodopa non ha evidenziato una progressione più rapida della malattia nei pazienti trattati con levodopa (12). Nonostante i dati clinici non fossero univoci, i neurologi giunsero alla conclusione che le complicazioni motorie fossero un effetto collaterale a lungo termine della terapia a base di levodopa. Di conseguenza, diventava una fonte aggiuntiva di invalidità (13) e pertanto doveva essere aggiunta solo quando era diventata veramente indispensabile (12, 14). In altre parole, la sua introduzione doveva essere posticipata il più possibile, soprattutto nei pazienti più giovani, tranne nei pazienti che non tolleravano i dopamino agonisti. Del resto, lo studio che avrebbe dimostrato inequivocabilmente se la levodopa era o non era responsabile per le complicazioni motorie non era fattibile per motivi etici: serviva uno studio controllato di confronto tra pazienti trattati subito con terapia dopaminergica a base di levodopa e pazienti in cui questa terapia veniva posticipata di anni e questo non era ammissibile. Pertanto, l'evidenza che serviva veramente non sarebbe mai stata disponibile. L'AMBULATORIO PER I PARKINSONIANI IN AFRICA DELLA FONDAZIONE CRIGIONI Nel 2008 la Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson ha contribuito all'apertura di un ambulatorio per i pazienti parkinsoniani presso un centro comboniano italiano a Sogakote, in Ghana. L'Africa sta vivendo una transizione demografica e la popolazione anziana diventerà molto più numerosa negli anni a venire. Pertanto, anche lì la popolazione comincia a sviluppare le malattie neurodegenerative e i neurologi scarseggiano: secondo le stime dell'Oms, è necessario un neurologo ogni 100.000 abitanti, e in Africa ci sono solo 0,3 neurologi per milione di abitanti - in Ghana due in tutto. L'ambulatorio, oltre ad avere scopi umanitari, è stato organizzato fin dall'inizio per effettuare ricerca. Era chiaro che in Ghana ci sarebbe stato un ambiente particolare, con la presenza di fattori ambientali molto SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MALATTIA DI PARKINSON 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 21 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato diversi da quelli del mondo occidentale, nonché la possibilità di esaminare pazienti con un patrimonio genetico diverso e mai trattati con la terapia farmacologica moderna. Inizialmente le ricerche erano imperniate soprattutto sulle cause della malattia (studi genetici e sui fattori ambientali, tra cui l'alimentazione), ma ì neurologi, dopo l'osservazione di fluttuazioni motorie in pazienti de novo con una storia di parecchi anni di malattia poco dopo l'introduzione della levodopa (in una paziente di 61 anni con una storia di 6 anni di malattia di Parkinson e sintomatologia relativamente lieve-UPDRS III 19/108-addirittura dopo la prima somministrazione di 150 mg, 2,2 mg/kg) si sono resi conto che là vi era un'opportunità unica nel suo genere per comprendere il ruolo della levodopa nelle complicazioni motorie, effettuando gli studi impossibili da eseguire nel mondo occidentale. Si è così deciso di avviare uno studio con questo scopo che è ora stato pubblicato su Brain (15). L'IMPOSTAZIONE DELLO STUDIO Analisi trasversale Una casistica di pazienti parkinsoniani africani è stata confrontata con un gruppo di controllo di pazienti parkinsoniani italiani, appaiati per sesso, età e durata di malattia avente numerosità doppia ovvero vi erano 2 pazienti italiani per ogni paziente africano; successivamente è stata effettuata una analisi aggiuntiva in un sottogruppo dei pazienti italiani che stavano assumendo una terapia sovrapponibile a quella dei pazienti africani (senza dopamino agonisti e inibitori delle COMT). I Analisi prospettica longitudinale I pazienti dei gruppi descritti sopra sono stati inseriti nella analisi longitudinale prospettica se erano disponibili almeno due visite effettuate a distanza di almeno 6 mesi (Figura 1). LA CASISTICA La casistica africana comprendeva 101 pazienti reclutati tra il mese di dicembre 2008 e novembre 2012, da cui 10 sono stati esclusi perché non avevano una diagnosi di malattia di Parkinson confermata da neurologi italiani secondo criteri moderni (16,17). In caso di dubbio, il paziente veniva ricoverato per una valutazione approfondita basata su reperti clinici e di neuroimaging. Tra questi, 32 pazienti erano de novo ovvero non avevano mai assunto levodopa, 32 pazienti avevano abbastanza dati di follow-up per l'analisi longitudinale; tra questi 21 erano de novo. La casistica italiana comprendeva 2.282 pazienti visitati presso il centro Parkinson ICP a Milano nel periodo sovracitato. Di essi sono stati presi in considerazione come gruppo di controllo 182 pazienti appaiati per sesso, età e durata di malattia a quelli africani; tra questi, 50 non erano mai stati trattati con dopamino agonisti e inibitori delle COMT e 160 sono stati inseriti nell'analisi longitudinale. Il confronto tra i 91 pazienti africani e i 2.282 pazienti italiani ha evidenziato caratteristiche simili (sesso maschile 63,7 per cento in Ghana, 56,6 per cento in Italia), età media all'esordio 60,6 (range 27-91 anni) rispetto a 62,0 (range 20-89 anni), esordio prima dei 50 anni 20,9 per cento, rispetto a 15,1 per cento; storia familiare di Parkinson 20,9 per cento rispetto a 15,6 per cento, esordio a destra 51,7 per cento, rispetto a 59,4 per cento. Le principali differenze erano: mai trattati 35,2 vs 6,3 per cento e fumo di sigaretta 6,6 vs 15,8 per cento. GLI ACCERTAMENTI Oltre ai dati demografici sono state raccolte informazioni anamnestiche sulla malattia, quali anno e caratteristiche all'esordio, anno in cui è stata introdotta la levodopa. La raccolta è stata effettuata adattando le domande alla cultura locale. Per esempio, per stabilire l'anno di esordio, quando era comparso il primo sintomo, veniva chiesto se era avvenuto prima o dopo eventi importanti nella vita del paziente, come il matrimonio di un figlio, la nascita di un nipotino, il giorno in cui un nipotino aveva cominciato a camminare; dato l'elevato numero di figli e nipoti, questo metodo permetteva di collocare l'esordio nel tempo in maniera abbastanza precisa. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a un esame neurologico completo con annotazione dei punteggi sulla scala UPDRS (18), lo stadio secondo Hoehn & Yahr (19), e formulazione di un'eventuale diagnosi di demenza secondo DSM-IV-TR (20). Altri parametri erano il fenotipo motorio in OFF, la risposta alla somministrazione di 150-200 mg levodopa dispersibile/75-100 mg benserazide a seconda del peso corporeo (> 70 kg) per una durata di 4 ore. Tutti i pazienti sono stati valutati in OFF ( 12 ore dopo la sospensione della terapia) e in ON (90 minuti dopo l'assunzione della levodopa). A ogni visita veniva accertata la presenza o assenza di fluttuazioni motorie (wearing off prevedibile, fluttuazioni ON-OFF imprevedibili e periodi OFF improvvisi) e discinesie, che comprendevano movimenti involontari anormali, movimenti coreici e distonie (ma non la distonia in OFF). I pazienti venivano visitati da un neurologo italiano ogni 6 mesi e ogni 2 mesi dal medico locale, che valutava la tollerabilità, la presenza di complicazioni motorie e riforniva i pazienti di levodopa 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 21 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TERAPIA A BASE DI LEVODOPA NEI PAZIENTI AFRICANI DE NOVO La levodopa è stata introdotta subito iniziando con 50 mg xl/die e aumentando lentamente fino a 100 mg tre volte al giorno 20-30 minuti prima dei pasti. Se tale terapia era insufficiente, la posologia poteva essere aumentata ulteriormente in base alle necessità. RISULTATI I Analisi trasversale Le principali differenze tra i 91 pazienti africani rispetto ai 182 pazienti italiani erano: • maggiore durata media ± DS della malattia alla diagnosi negli africani (3,9 anni ± 2,4 anni; vs 1,1 ± 1,4 anni) (p <0,001); • maggiore durata media della malattia al momento di introduzione della levodopa negli africani (4,2 anni ±2,4 anni; vs 1,1 ± 1,4 anni) (p <0.001); • fenotipo con tremore predominante più frequente negli africani (74,7 vs 52,2 percento) (p <0,001); • la dose media ± DS giornaliera di levodopa era inferiore solo in termini assoluti (365 ± 154 mg vs 426 ± 182 mg p =0,01), ma quando i valori venivano aggiustati in base al peso corporeo la dose risultava addirittura leggermente superiore nei pazienti africani (6,5 ±3,2 mg/kg vs 6,0 ± 2,2 mg p =0,58). II tasso di fluttuazioni motorie nei pazienti africani è stato del 56 per cento, mentre il tasso di discinesie era del 14 per cento. La durata mediana di malattia quando sono comparse le complicazioni motorie era sovrapponibile nei due gruppi: africani 6.0 rispetto a 5.5 anni negli italiani per le fluttuazioni motorie (principalmente vvearing off- 90,9 per cento); 7,0 vs 6,5 anni per discinesie. La durata mediana della terapia a base di levodopa invece differiva significativamente nei due gruppi: 0,5 negli africani vs 2 anni negli italiani per le fluttuazioni motorie (p =0,001) e 1,0 vs 3 anni per le discinesie (p =0,004; Figura 2A). L'analisi è stata ripetuta tra il gruppo di 91 pazienti africani e 50 pazienti italiani non trattati con dopammo agonisti o inibitori delle COMT, per escludere il fattore confondente della diversità della terapia farmacologica. In questa analisi il tasso di fluttuazioni motorie è stato del 56 per cento in entrambi i gruppi, mentre le discinesie sono state più frequenti negli italiani (13,6 vs 34 per cento). I risultati sono stati simili. La durata mediana di malattia quando sono comparse le fluttuazioni motorie era sovrapponibile nei due gruppi (africani 6,0 rispetto a 5,5 anni negli italiani; 7,0 vs 6,0 anni per le discinesie. La durata mediana della terapia a base di levodopa invece differiva significativamente nei due gruppi: 0.5 negli africani vs 4,5 anni negli italiani (p <0,001) per le fluttuazioni motorie e 1,0 vs 5 anni per le discinesie (p =0.003; Figura 2B). L'analisi di regressione logistica ha confermato che sia lo wearing-off che le discinesie sono associate alla durata della malattia (p =0,04) e alla dose di levodopa, ma non alla durata della terapia con quest'ultima (Tabella 1). I Analisi longitudinale Durante il follow-up dei pazienti africani, la terapia a base di levodopa è stata corretta per ottimizzare il controllo della funzione motoria. Dopo un follow-up medio di 2,6 anni 10 dei 21 pazienti de novo inseriti in questa analisi (48 per cento) presentavano wearing-off e 3 su 21 (14 per cento) presentavano discinesie. Le complicazioni motorie sono comparse molto presto, dopo una durata mediana di terapia con levodopa di soli 6 mesi, mentre la durata mediana della malattia era di 7 anni. È PIÙ IMPORTANTE LA DURATA DI MALATTIA OPPURE IL REGIME POSOLOGICO DELLA LEVODOPA? Tra i due fattori che contribuiscono alla comparsa delle complicazioni motorie ovvero la durata di malattia e la dose di levodopa, appare più importante il primo, in quanto le complicazioni motorie sono comparse nei pazienti africani a una dose media inferiore alla soglia per le discinesie individuata nello studio STRIDE-PD (in media 365 rispetto alla soglia di 400 mg)(10). Inoltre, in uno studio basato su neuroimmagini acquisite con PET e il tracciante [HC]raclopride, dosi identiche di levodopa hanno indotto cambiamenti progressivamente maggiori dei livelli di dopamina nello striato man mano che la durata della malattia aumentava in seguito a un meccanismo compensatorio secondario alla riduzione della capacità di tamponamento e della ricaptazione presinaptica della dopamina che si verifica man mano che la malattia di Parkinson progredisce. CONCLUSIONI In base a questo studio in pazienti de novo dell'Africa subsahariana (Ghana) risulta che le complicazioni motorie con la terapia a base di levodopa nella malattia di Parkinson sono associate alla durata della malattia e alla dose giornaliera somministrata di levodopa, ma non alla durata della terapia con quest'ultima. peso corporeo del paziente (tenere presente il rapporto mg/kg). È importante inoltre, consigliare al paziente lo spostamento del consumo Pertanto non vi è alcun motivo per la dose di levodopa in funzione del di alimenti proteici, che interferiscoposticipare l'inizio di una terapia adeguata a base di levodopa nei pazienti affetti da malattia di Parkinson. È importante ricordarsi di prescrivere no con l'assorbimento della 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 21 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato levodopa, alla sera, in modo da poter ridurre al minimo il dosaggio di levodopa prescritto. <£Pazienti de novo (N =32) Pazienti de novo (N=21) MP in terapia cronica con levodopa (N =59) Pazienti MP in terapia cronica con levodopa (N=160) "Gruppo appaiato per terapia" pazienti con MP mai esposti a DA-A e iCOMT (N =50) Accertamenti al basale "Gruppo appaiato in modo consecutivo" pazienti con MP appaiati in rapporto 1:2 (casixontrolli) (N=182) Note: MP, malattia di Parkinson; DA-A, dopaminoagonisti; iCOMT, inibitori delle COMT Accertamenti di follow up Malattia di Parkinson idiopatica (N=91) Parkinsonismo atipico primario (N =2); parkinsonismo secondario (N =8) Pazienti con MP con almeno 2 visite effettuate a distanza di almeno 6 mesi (N =32) Pazienti con qualsiasi forma di parkinsonismo diagnosticata dal team italiano e inclusi nello studio (N =101) Pazienti consecutivi con MP idiopatica, visitati presso il Centro Parkinson di Milano dal dicembre 2008 al novembre 2012 (N =2.282) FIGURA 1. DIAGRAMMA CHE ILLUSTRA L'IMPOSTAZIONE DELLO STUDIO Casi africani Disegno dello studio e analisi Pazienti controllo italianiB | t a | i a n i Discinesie (n =64) Africani (n =33) Italiani (n =28) Africani (n =33) (1,6 anni) Levodopa (3,5 anni) Levodopa Diagnosi (4,9 anni) (5,5 anni) (5,5 anni) (6,0 anni) Discinesie Wearing-OFF Wearing-OFF Coorte MP con fluttuazioni motorie Coorte MP con fluttuazioni motorie Durata della patologia (anni) Durata della patologia (anni) ' Appaiamento per terapia (5,9 anni) (6,0 anni) (7,0 anni) Levodopa Wearing-OFF Discinesie Tempo dall'esordio alla diagnosi Tempo dalla diagnosi alla levodopa l i Durata della terapia con levodopa in assenza di complicazioni motorie I I Wearing-OFF (4,9 anni) (5,9 anni) (6,0 anni) (7,0 anni) Diagnosi Levodopa Wearing-OFF Discinesie FIGURA 2. RELAZIONE TRA INIZIO DELLA TERAPIA CON LEVODOPA E COMPARSA DI FLUTTUAZIONI MOTORIE, E INIZIO DELLA LEVODOPA E COMPARSA DI DISCINESIE IN PAZIENTI AFRICANI CON MP E PAZIENTI CONTROLLO ITALIANI CON MP CON FLUTTUAZIONI MOTORIE (A). IL GRUPPO CONTROLLO MP È STATO ULTERIORMENTE APPAIATO PER IL REGIME DI TERAPIA (B)b 2 c d a e 1 " 11 0,77 0,71 0,79 0,75 0,019 0,606 0,040 0,045 0,550 0,014 A+B+C B+C+D Valore di P TABELLA 1 Set di variabili OR (95% CI) 1,36(1,01-1,83) 1,19(1,00-1,42) 1,33 (1,05-1,68) 1,09 (0,80-1,48) 0,93 (0,73-1,18) 1,42 (1,07-1,87) Dose di levodopa (mg/kg) Modello per le discinesie Dose di levodopa (mg/kg) Modello predirtivo (AUC) Modello per le fluttuazioni motorie Fluttuazioni motorie Discinesie il modello che include il set di variabili A+B+C+D Durata della terapia con levodopa all'evento (anni) Durata della terapia con levodopa all'evento (anni) Durata di malattia alla comparsa delle fluttuazioni motorie (anni) Durata di malattia alla comparsa delle fluttuazioni motorie (anni) alla comparsa di complicanze (anni); D, gravita della malattia (stato in OFF punteggio UPDRS parte MI); Analisi di regressione: le variabili predittive di complicanze motorie A, dose giornaliera di levodopa (mg/kg); B, durata della levodopa alla comprasa di complicanze (anni); C, durata di malattia Note: 'capacità di classificare correttamente i casi positivi come quantificato dall'area sotto la curva (AUC): valori vicini a 1 sono indicativi di una migliore performance del modello; non può essere usato data l'elevata collinearità (indice di correlazione di Pearson r >0,5) tra la gravita della patologia e il dosaggio giornaliero di levodopa; i modelli predittivi migliori per le complicanze motorie sono quelli che includono il dosaggio di levodopa, durata della levodopa e durata della patologia alla comparsa; i valori in bold sono quelli statisticamente significativi (p O BIBLIOGRAFIA 1. 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L'ipotesi che la Levodopa fosse tossica è stata superata nel corso degli anni [1] così come l'idea che fosse necessario procrastinarla il più possibile per ritardare le complicanze motorie. È ormai chiaro che le fluttuazioni motorie e le discinesie sono legate all'interazione della modalità pulsatile di somministrazione della Levodopa con la progressione di malattia [2]. Per tale motivo, nel corso degli anni numerose formulazioni sono state sviluppate per consentire di migliorare l'assorbimento e la biodisponibilità della Levodopa, specie nelle fasi più complicate della malattia. L'assorbimento della Levodopa avviene in un tratto relativamente breve del duodeno e della porzione prossimale digiunale attraverso il sistema di trasporto degli aminoacidi aromatici situato nella parete intestinale e nella barriera emato-encefalica. In entrambi questi siti l'uptake della Levodopa entra in competizione con quello di altri aminoacidi aromatici. L'uso degli inibitori della Dopa decarbossilasi (carbidopa. benserazide) nelle comuni formulazioni di Levodopa è necessario per ridurre la conversione periferica a dopamina e a minimizzare gli effetti periferici. COINVOLGIMENTO GASTROINTESTINALE NELLA MP Uno dei problemi principali che condiziona la farmacocinetica della Levodopa è determinato dal fatto che Tapparato digerente è uno dei sistemi primariamente affetti dalla MP. La disfunzione gastrointestinale è comune in tutti gli stadi della MP con una frequenza dei sintomi gastrointestinali che va dal 45% nelle fasi più precoci al 75% nelle fasi più avanzate [3]. Tutto l'apparato digerente è colpito da disfunzione sia funzionale che strutturale con una vasta gamma di sintomi che includono la scialorrea, la disfagia, il rallentato svuotamento gastrico, la stipsi (Tabella 1). E noto ormai da parecchi anni come la disfunzione gastrointestinale preceda spesso l'esordio dei sintomi motori e che il sistema nervoso enterico è uno dei primi sistemi a essere coinvolto dall'aggregazione patologica di a-sinucleina, la proteina che costituisce i corpi di Lewy nigrali e la cui propagazione sembra associata alla patogenesi della MP [4]. Studi autoptici condotti in pazienti con MP o in soggetti con corpi di Lewy incidentali hanno dimostrato una più elevata concentrazione di a-sinucleina nelle ghiandole sottomandibolari, nella porzione inferiore dell'esofago, nello stomaco, nell'intestino tenue, nel colon e nel retto. Studi bioptici ottenuti dalla mucosa del colon, dalle ghiandole salivari minori e dallo stomaco hanno confermato la presenza di queste inclusioni in elevata concentrazione nei pazienti con MP [5,6]. Il rallentato svuotamento gastrico è uno dei sintomi gastrointestinali più frequenti che riduce l'assorbimento della Levodopa e che determina ritardo nell'inizio del beneficio motorio (fase ON), prolungati periodi di disabilità motoria (Fase OFF), mancata o minore risposta alla Levodopa ("dose failure" e ON subottimale) (Figura 1). Secondo una recente revisione sistematica della letteratura, il rallentato svuotamento gastrico si presenterebbe nel 70-100% dei casi con MP, sebbene in una proporzione non chiara di pazienti sia asintomatico [7]. Il meccanismo del rallentato svuotamento gastrico nella MP non è noto, ma la deposizione di a-sinucleina nel nucleo dorsale motore del vago e nel sistema nervoso enterico sin dalle fasi precoci di malattia potrebbe contribuire al disturbo della motilità gastrica. È tuttavia noto che anche nei pazienti con MP non ancora trattati farmacologicamente vi è un rallentamento dello svuotamento gastrico. Poiché la Levodopa è assorbita quando raggiunge la porzione prossimale del duodeno, la velocità di svuotamento gastrico è uno dei fattori principali che ne condizionano il suo assorbimento. La velocità di svuotamento gastrico e i livelli plasmatici di Levodopa sono correlati, supportando l'ipotesi che la gastroparesi contribuisce alle fluttuazioni motorie [8]. Altri fattori che inficiano l'assorbimento della Levodopa sono costituiti dall'infezione da Helicobacter pylori (HP) e dalle infezioni intestinali (Figura 1). La Sindrome da proliferazione SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TERAPIA 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 27 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato batterica intestinale (small intestinal bacterial overgrowth, SIBO) è una condizione in cui nel piccolo intestino si verifica un'eccessiva proliferazione di batteri appartenenti alla normale flora intestinale, spesso provenienti dal colon. La SIBO ha un'alta frequenza nella MP ed è associata al tipo e gravita delle fluttuazioni motorie [9,101; l'eradicazione della SIBO tramite terapia antibiotica si associa a un miglioramento delle fluttuazioni motorie, ma tuttavia vi è un'elevata frequenza di recidiva (circa il 40%), il che rende la terapia antibiotica insufficiente [9]. LE OPZIONI CHE FAVORISCONO L'ASSORBIMENTO DI LEVODOPA Da quanto esposto precedentemente, è evidente come in mancanza di un sistema di raccolta e sintesi della dopamina a livello nigrale così come si realizza con il progredire della MP, la causa principale che determina le fluttuazioni motorie è legata al passaggio della Levodopa dal tubo digerente al sistema nervoso centrale. Le fluttuazioni motorie sono il fenomeno clinico maggiormente studiato e associato al problematico assorbimento della Levodopa, specie per ciò che concerne il fenomeno del "delayed ON" (ritardo nella fase ON). Vi sono numerose strategie per migliorare tale delicato passaggio, sia dietetiche (limitare il consumo di proteine all'ora di pranzo) che farmacologiche. Fra le strategie farmacologiche, l'uso di formulazioni solubili di Levodopa è associato a una migliore biodisponibilità rispetto alle formulazioni in compresse solide. La Levodopa metilestere (melevodopa) è un profarmaco altamente solubile prodotto dall'esterificazione del gruppo carbossilico della Levodopa; grazie alle sue caratteristiche chimico-fisiche, melevodopa è 250 volte più solubile di Levodopa [11,12] consentendo un assorbimento più consistente e meno erratico e un'azione più rapida rispetto alle formulazioni standard di Levodopa. Uno studio recente ha dimostrato un inizio della fase ON più precoce nei pazienti parkinsoniani che assumevano melevodopa rispetto alla formulazione standard di levodopa, con una durata d'azione comparabile fra queste due formulazioni [13]. Altre strategie farmacologiche per minimizzare la variabilità nella riposta legata all'assorbimento intestinale della Levodopa sono i sistemi di infusione di apomorfina (per via sottocutanea) o di levodopa (per via enterale); tuttavia, tali procedure sono proponibili solo a una piccola percentuale di pazienti avanzati che soddisfano gli stretti criteri di selezione per tali procedure. Sebbene il ruolo dell'assorbimento enterale della Levodopa sia consolidato nei pazienti con MP e fluttuazioni motorie, non sono ancora del tutto chiari i fattori che determinano una variabilità della risposta nei pazienti in fase iniziale e stabili, indipendentemente dalla presenza di complicanze motorie. Infatti, è noto che l'entità della risposta alla Levodopa mostra variabilità interindividuale: alcuni pazienti hanno una risposta eccellente con un abbattimento quasi totale della disabilità motoria, altri invece presentano un beneficio minore. Un'iniziale buona risposta alla Levodopa spesso è predittiva di fluttuazioni motorie e discinesie; coloro che invece hanno una minore riposta spesso hanno una minore frequenza di complicanze motorie, ma un più frequente impegno assiale precoce. Uno dei fattori che condiziona la variabilità di risposta è l'età; più è avanzata, minore è la riposta in un test acuto con 250/25 mg di Levodopa/Carbidopa [14]. È altresì stato dimostrato che i pazienti con MP e disturbo del comportamento in sonno REM (RBD) presentano una minore risposta alla Levodopa [15]. Tuttavia, il ruolo dell'assorbimento intestinale della Levodopa non è stato sistematicamente studiato come variabile in grado di condizionare la grandezza della risposta nei pazienti con MP in fase stabile. Studi prospettici che valutino formulazioni solubili di Levodopa in grado di migliorare l'assorbimento sono auspicabili nei pazienti con MP che presentano una minore risposta alla Levodopa. La concomitante patologia gastrointestinale causa di alterato svuotamento gastrico e assorbimento intestinale deve essere presa in considerazione anche nei pazienti iniziali e/o stabili che mostrano minore beneficio dalle formulazioni standard di Levodopa in modo tale da poter adottare precocemente terapie con formulazioni solubili di Levodopa. ^Retto Colon Faringe Esofago Stomaco • Disfagia • Disfagia Cavo orale • Scialorrea • Dilatazione Intestino tenue • Deterioramento dentale • Reflusso gastroesofageo • Ritardato svuotamento gastrico • Stipsi • Disturbi della motilità intestinale • Volvolo • Megacolon • Perforazione • Difficoltà defecatorie TABELLA 1. Sintomi gastrointestinali associati alla malattia di Parkinson SITO DI DISFUNZIONE DISTURBO ASSOCIATO ALLA MPII rallentato transito gastrico e l'infezione da Helicobacter pylori (HP) a livello gastrico e la "small intestinal bacterial overgrowth" (SIBO) riducono l'assorbimento della Levodopa e si associano ad 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 27 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato aumentata frequenza di fluttuazioni motorie, specie imprevedibili, ritardata fase ON (delayed ON) e minore risposta alla Levodopa (ON subottimale) FIGURA 1. Fattori intrinseci alla Malattia di Parkinson che influiscono sull'assorbimento intestinale della Levodopa BIBLIOGRAFIA 1. Agid Y. Levodopa: is toxicity a myth? Neurology 1998; 50(4): 858-63. 2. Cilia R, Akpalu A, Sarfo FS, Cham M, Amboni M, Cereda E et al. The modern pre-levodopa era of Parkinson's disease: insights into motor complications from sub-Saharan Africa. Brain 2014; 137(Pt 10): 2731-42. 3. Barone P, Antonini A, Colosimo C, Marconi R, Morgante L, AvarelloTP et al. The PRIAMO study: A multicenter assessment of nonmotor symptoms and their impact on quality of lite in Parkinson's disease. Mov Disord 2009; Aug 15; 24(11): 1641-9. 4. Luk KC and Lee VIVI. Modeling Lewy pathology propagation in Parkinson's disease. Parkinsonism Relat Disord 2014; 20 Suppl 1: S85-S87. 5. Visanji NP, Marras C, Hazrati LN, Liu LW, Lang AE. Alimentary, my dear Watson? The challenges of enteric alpha-synuclein as a Parkinson's disease biomarker. Mov Disord 2014; 29(4): 444-50. 6. Shannon KM, Keshavarzian A, Dodiya HB, Jakate S, and Kordower JH. Is alpha-synuclein in thè colon a biomarker for premotor Parkinson's disease? Evidence from 3 cases. Mov Disord 2012; 27(6): 716-9. 7. HeetunZS, Quigley EM. Castroparesis and Parkinson's disease: a systematic review. Parkinsonism Relat Disord 2012; 18(5): 433-40. 8. Djaldetti R, Baron J, Ziv I, Melamed E. Castrìc emptyìng in Parkinson's disease: patients with and without response fluctuations. Neurology 1996; 46(4): 1051-4. 9. Fasano A, Bove F, Gabrielli M, Petracca M, Zocco MA, Ragazzoni E et al. The mie of small intestina! bacterial overgrowth in Parkinson's disease. Mov Disord 2013; 28(9): 1241-9. 10. Gabrielli M, Bonazzi P, Scarpellini E, Bendia E, Lauritano EC, Fasano A et al. Prevalence of small intestina! bacterial overgrowth in Parkinson's disease. Mov Disord 2011 ; 26(5): 889-92. 11. Stocchi F, Zappia M, Dall'Armi V, Kulisevsky J, Lamberti P, Obeso JA Melevodopa/carbidopa effervescent formulatìon in thè treatment of motor fluctuations in advanced Parkinson's disease. Mov Disord 2010; 25(12): 1881-7. 12. Steiger MJ, Stocchi F, Carta A, Ruggieri S, Agnoli A, Quinn NP et al. 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N.1 - marzo 2015 Pag. 6 (diffusione:39903, tiratura:40255) IL PAZIENTE CON ATASSIA CEREBELLARE SPORADICA GENETICAMENTE DETERMINATA Indicazioni per un possibile percorso diagnostico Michelangelo Mancuso Tra le atassie cerebellari ereditarie (CA), oggi si conoscono almeno 36 forme a ereditarietà autosomica dominante, 20 recessive, due atassie X -linked e numerose atassie associate a difetti mitocondriali. Nella pratica clinica, il segno atassia si può presentare come sindrome cerebellare isolata o, più spesso, associato a un ampio spettro di manifestazioni neurologiche e sistemiche. Una stretta integrazione tra i dati clinici, neurofisiologici, neuroradiologici e, in alcuni casi, biochimici, può aiutare il Neurologo nel percorso diagnostico con possibili ripercussioni terapeutiche. Alcune forme di CA sono, infatti, potenzialmente trattabili, e l'efficacia della terapia è correlata a una diagnosi precoce. Nonostante i progressi della neurogenetica, numerosi pazienti rimangono ancora senza diagnosi molecolare. La maggior parte dei casi di atassia cerebellare sono sporadici, e il work-up diagnostico rimane una sfida. In questo scritto, guideremo il lettore attraverso il labirinto delle CA, cercando di proporre un possibile percorso diagnostico Le atassie cerebellari comprendono un'ampia gamma di patologie neurologiche in cui l'atassia rappresenta il segno clinico cardine, spesso accompagnato da altri segni di disfunzione neurologica e\o di altri organi o apparati. Una volta escluse le atassie secondarie a patologie (Tabella 1), il paziente atassico deve essere indirizzato a un workup diagnostico molecolare. Le atassie cerebellari genetiche (CA) sono di solito patologie croniche e progressive, molto raramente episodiche. Tra le CA, che hanno una prevalenza di circa 9 casi per 100.000 abitanti, ci sono almeno 36 forme autosomiche dominanti (ADCAs), 20 recessive (ARCAs), due atassie Xlinked e varie forme associate a difetti mitocondriali. Nonostante i progressi delle neuroscienze, numerosi pazienti rimangono senza diagnosi molecolare (si stima circa il 40 per cento). La maggior parte dei casi di atassia cerebellare è sporadico, e il work-up diagnostico rimane una sfida. In questo scritto, guideremo il lettore attraverso il labirinto della CA sporadiche o recessive, cercando di proporre un possibile percorso diagnostico, tenendo conto che per alcune forme di CA potenzialmente trattabili, l'efficacia della terapia è correlata alla precocità della diagnosi. ATASSIE MITOCONDRIALI I mitocondri sono organelli cellulari la cui principale funzione è produrre energia sotto forma di ATP. Originando da un procariote primordiale in grado di utilizzare la fosforilazione ossidativa allo scopo di produrre energia, essi sono gli unici organelli delle cellule animali dotate di un proprio genoma, il DNA mitocondriale (mtDNA), trasmesso per via matrilineare dalla cellula uovo alle figlie. Le malattie mitocondriali (MM) sono malattie rare dovute a disfunzione della fosforilazione ossidativa, con una prevalenza calcolata di almeno 1 su 5.000. Esse sono pertanto le patologie neurogenetiche di più frequente riscontro. Gli effetti delle mutazioni che causano MM tendono a essere multisistemici ed estremamente variabili. Accanto alla variabilità delle manifestazioni cliniche (variabilità fenotipica), nel campo delle MM è nota l'estrema "variabilità genotipica", poiché sono note numerose cause genetiche diverse responsabili di MM, sia nel mtDNA che nel DNA nucleare (nDNA), causanti un fenotipo simile. Oltre a MM da mutazione del mtDNA, esiste poi un ampio gruppo di MM causate da mutazioni del nDNA (dove viene codificata la maggior parte delle proteine mitocondriali). I sistemi più frequentemente interessati dalle MM sono l'apparato muscolare e il sistema nervoso centrale e periferico, ma possono essere coinvolti, con variabile slavità e in diverse combinazioni, anche le vie visive e uditive, il cuore, le ghiandole endocrine ecc. Le "red flags" che inducono a prendere in considerazione una diagnosi di MM sono bassa statura, ipoacusia neurosensoriale, atassia, crisi epilettiche, episodi tipo stroke, ptosi palpebrale, oftalmoplegia, neuropatia assonale, diabete mellito, miopatia, cardiomiopatia ipertrofica, emicrania. Queste manifestazioni devono essere ricercate nel paziente e nei familiari. Nella sezione che segue, sono brevemente descritte le forme di MM in cui l'atassia rappresenta un segno cardine. Mutazioni puntiformi del mtDNA Le mutazioni puntiformi del mtDNA sono ereditate secondo le regole della genetica mitocondriale SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MALATTIE RARE 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 6 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato (ereditarietà materna, eteroplasmia ed effetto soglia, segregazione mitotica). Ogni cellula contiene copie multiple di mtDNA (poliplasmìa), che negli individui sani sono tutte uguali (omoplasmia). Quando si parla di eteroplasmia si fa riferimento alla coesistenza di due popolazioni di mtDNA, normale e mutato. La popolazione mutata in un dato tessuto deve raggiungere un valore soglia prima che il metabolismo ossidativo sia compromesso e porti a disfunzione. L'epilessia mioclonica con fibre ragged red fMERRFì è prevalentemente caratterizzata da mioclono, epilessia, atassia e ipoacusia neurosensoriale. Questa sindrome è stata associata a diverse mutazioni puntiformi del mtDNA, di cui le più frequenti sono TA8344G e la T8356C nel tRNA della lisina. Studi recenti del Network Italiano delle MM hanno mostrato che il mioclono è maggiormente associato all'atassia piuttosto che all'epilessia, suggerendo che la MERRF potrebbe essere meglio definita come atassia mioclonica piuttosto che come epilessia mioclonica. Encefalomiopatia mitocondriale. episodi simil-stroke e acidosi lattica (MELASI: MM a carattere progressivo caratterizzata da ripetuti eventi simil-stroke (spesso coinvolgenti il circolo posteriore), cefalea ricorrente, intolleranza allo sforzo, crisi epilettiche e acidosi lattica. Le mutazioni di più frequente riscontro in questa mitocondriopatia sono le A3243G e T3271C nel tRNA della leucina (UUR) nel mtDNA. L'atassia può essere presente, anche se non è un sintomo tipico della malattia, almeno all'esordio. Sindrome di Leigh a trasmissione materna fMILSÌ: si manifesta nei primi anni di vita con ritardo e regressione psicomotori, ipotonia, atassia, crisi epilettiche, mioclono, neuropatia, atrofia ottica e acidosi lattica. La causa più comune è la mutazione puntiforme T8993G nel gene ATP6. Se la percentuale di mtDNA mutato è <90 per cento, il fenotipo clinico è più benigno, l'esordio più tardivo ed è caratterizzato da neuropatia, atassia e retinite pigmentosa (NARP). Altre mutazioni puntiformi del mtDNA sono state associate a fenotipi neurologici complessi che includono tra le manifestazioni cliniche l'atassia; pertanto, l'analisi del mtDNA sarebbe indicata in tutte le sindromi atassiche inusuali e di difficile interpretazione, anche in assenza di una chiara ereditarietà materna. Riarrangiamenti sporadici del mtDNA Le forme sporadiche di mitocondriopatia, come l'oftalmoplegia esterna progressiva (PEO) e la sindrome di Kearns-Sayre (KSS; PEO associata a retinite pigmentosa e disturbi di conduzione cardiaca) sono causate da una delezione mitocondriale singola. La KSS è caratterizzata da retinite pigmentosa e PEO. Altri segni clinici di malattia possono essere disturbi di conduzione cardiaca e atassia cerebellare. Altri sintomi possono essere ritardo di sviluppo, bassa statura, sordità, ipostenia, endocrinopatie, tubulopatie renali e iperlattacidemia. L'atassia cerebellare può inoltre essere una caratteristica dei fenotipi "PEO plus" causati da delezioni singole del mtDNA. Atassie associate a mutazioni di POLG1 La DNA polymerase gamma (POLG) è l'unica DNA polimerasi nei mitocondri umani ed è essenziale per la replicazione e la riparazione del mtDNA. I geni nucleari codificano per le subunità 1 e 2 di questa polimerasi (POLG1 e POLGI). Le mutazioni di POLGI sono causa di malattie a trasmissione autosomica dominante o recessiva in cui si ha un coinvolgimento multisistemico spesso severo. Queste MM sono associate ad accumulo di delezioni multiple nel mtDNA. Atassia e disturbi del movimento sono manifestazioni comuni. Recentemente si è visto che mutazioni di POLGI sono di frequente riscontro in pazienti atassici dell'Europa centrale, causando atassia spesso associata a PEO, comorbidità psichiatrica ed epilessia. In particolare, la sindrome mitocondriale atassica recessiva (MIRAS) è una comune causa di CA sporadica causata dalle mutazioni A467T e W748S, talora con esordio anche dopo la VI decade di vita. Un'altra forma recessiva di CA da mutazione POLG è la SANDO, caratterizzata da neuropatia atassica sensitiva, disartria e oftalmoparesi. Atassia spinocerebellare a esordio infantile (JOSCA) La IOSCA è una grave malattia ereditaria caratterizzata da una progressiva atrofia del cervelietto, del tronco encefalico, dei cordoni spinali e da neuropatia assonale sensitiva, causata da mutazioni recessive del gene C10orf2, codificante Twinkle, un'elicasi mtDNA specifica. Deficit di coenzima Q10 Le malattie da deficit di coenzima Q10 sono un gruppo di patologie recessive che clinicamente si manifestano in cinque sindromi maggiori: (i) encefalomiopatia; (ii) malattia multisistemica severa dell'infanzia; (iii) atassia cerebellare; (iv) sindrome di Leigh; (v) miopatia isolata. Numerosi sono i geni che mutati causano deficit di biosintesi di coenzima Q10. L'atassia cerebellare è il fenotipo più comune nel deficit del coenzima Q10. Altre manifestazioni di malattia includono neuropatia, 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 6 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato crisi comiziali, ritardo mentale, emicrania, disturbi psichiatrici, ipostenia e intolleranza allo sforzo, ipotonia congenita, segni piramidali, distonia e corea, ptosi e oftalmoplegia, retinite pigmentosa, atrofia ottica, aprassia oculomotoria, ipoacusia, l'ipogonadismo e altri disturbi endocrinologici. Il precoce riconoscimento di tali pazienti è essenziale. Il deficit di coenzima Q10 è potenzialmente trattabile, indipendentemente dall'origine genetica, con alte dosi di coenzima Q10. ATASSIA ASSOCIATA A PARAPARESI SPASTICA EREDITARIA (HSP) Le HSP sono un gruppo eterogeneo di disordini causati da una degenerazione del tratto corticospinale clinicamente manifeste con la spasticità degli arti inferiori, iperreflessia e Babinski. L'età d'esordio è variabile, dall'infanzia all'età adulta. Esistono forme pure e complicate di HSP, secondo la presenza o meno di altri sintomi neurologici associati quali atassia, neuropatia periferica, amiotrofia distale, retinopatia, atrofia ottica, segni extrapiramidali, decadimento cognitivo, sordità ed epilessia. Molti casi di HSP a trasmissione dominante sono puri, mentre i fenotipi complessi tendono a essere recessivi; SPG4 (SPAST, spastina), SPG3A e SPG31 (REEP1) sono le forme più comuni di HSP pura a trasmissione dominante. Mutazioni del gene SPG7 (paraplegina) sono le cause più comuni di HSP recessiva, sia come forme pure che come fenotipi più complessi, che frequentemente includono atrofia cerebellare e segni cerebellari alla valutazione neurologica. I sottotipi di HSP che più comunemente causano "atassia spastica" sono forme recessive di SPG7 e SPG15; queste condizioni entrano in diagnosi differenziale con altre forme di CA quali l'atassia spastica di Charlevoix-Saguenay (ARSACS), e con le atassie spino-cerebellari (SCA) con spasticità (per esempio, SCA1, 3, 7, 10, 11, 12). ATASSIA DI FRIEDREICH L'atassia di Friedreich (FA), la più comune forma di atassia autosomica recessiva della popolazione caucasica, è causata da mutazioni nel gene FXN, in genere espansioni della tripletta intronica GAA. L'età d'esordio è variabile tra 5-25 anni. Il sintomo cardine è la presenza di un'atassia mista (cerebellare e sensitiva). La storia naturale di malattia è variabile, ma solitamente a 10-15 anni dall'esordio di malattia i pazienti perdono la capacità di deambulare autonomamente e di alzarsi o sedersi senza un supporto. I neuroni sensitivi dei gangli delle radici posteriori sono i primi a essere compromessi, con una degenerazione secondaria del tratto spinocerebellare e piramidale e delle colonne dorsali. FA è caratterizzata da progressiva atassia della marcia e degli arti, da disartria, perdita della sensibilità pallestesica e propriocettiva, areflessia, movimenti oculari abnormi e segni piramidali. Nel corso della malattia in genere compaiono altre manifestazioni sistemiche quali la cardiomiopatia ipertrofica, il diabete mellito e la scoliosi. La RM non mostra atrofia cerebellare, ma atrofia lieve-moderata del tronco encefalico e dei cordoni spinali. ATASSIA ASSOCIATA A DEFICIT DI VITAMINA E L'atassia associata a deficit di vitamina E è un disturbo autosomico recessivo clinicamente simile alla FA, ma in cui cardiomiopatia e diabete sono molto meno comuni. La malattia è causata da una mutazione nel gene che codifica la proteina trasportatrice dell'cc-tocoferolo. La concentrazione sierica di vitamina E, nei pazienti affetti, è bassa. La supplementazione con vitamina E può moderatamente migliorare il quadro. ABETALIPOPROTEINEMIA L'abetalipoproteinemia è una sindrome metabolica rara a trasmissione autosomica recessiva, causata dal deficit di una proteina MTP (microsomal triglyceride transfer protein) essenziale per la sintesi di chilomicroni e lipoproteine a bassa densità. Il fenotipo neurologico si manifesta prima dei 20 anni ed è simile alla FA; in questa patologia, oltre ai sintomi neurologici sono presenti malassorbimento lipidico, ipocolesterolemia, acantocitosi e retinite pigmentosa. MALATTIA DI REFSUM La malattia di Refsum è una patologia neurometabolica ereditaria recessiva, causata da una mutazione del gene fitanoil-CoA idrossilasi (PHYH), ed è clinicamente caratterizzata da atassia cerebellare, polineuropatia periferica, sordità neurosensoriale, retinite pigmentosa e anosmia con anomalie scheletriche, ictiosi, insufficienza renale, cardiomiopatia e/o aritmie. L'esordio è tipicamente intorno ai 20 anni. L'acido fitanico si accumula ad alte dosi nel tessuto adiposo e nella mielina. XANTOMATOSI CEREBROTENDINEA Questa malattia è causata da una mutazione nel gene che codifica per l'enzima 27-sterolo idrossilasi mitocondriale (CYP27), coinvolto nella sintesi degli acidi biliari, con secondario accumulo di elementi intermedi degli acidi biliari nei vari tessuti tra cui quello nervoso. I sintomi neurologici iniziano intorno ai 20 anni e includono atassia, segni piramidali ed extrapiramidali, neuropatia periferica sensitivo-motoria, crisi comiziali, disturbi psichiatrici e demenza. Altre caratteristiche sono la 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 6 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cataratta giovanile, la xantomatosi tendinea, l'osteoporosi e la diarrea cronica. La RM mostra atrofia cerebrale generalizzata e atrofia cerebellare con lesioni diffuse della sostanza bianca. La terapia si basa sull'uso di acido chenodessosicolico. MALATTIA DI NIEMANN-PICK TIPO C Con il nome di malattia di Niemann-Pick si fa riferimento a un gruppo di malattie multisistemiche da accumulo lisosomiale, autosomiche recessive, che possono presentare, in grado variabile, manifestazioni neurologiche. D'interesse neurologico è il tipo C, causato da mutazione nei geni NPC1 e NPC2. I disturbi neurologici variano con l'età e includono ipotonia, impaccio motorio, cadute, crisi comiziali, difficoltà di apprendimento, atassia, deficit cognitivi e psicosi. Elemento caratteristico di questa malattia è la paralisi di verticalità dello sguardo. Il riconoscimento precoce di questa malattia è essenziale in quanto esiste in commercio un farmaco, il miglustat, che ha mostrato un positivo impatto sul management clinico dei pazienti. ATASSIA TELEANGECTASICA L'atassia teleangectasica è una ARCA causata da mutazione di una kinasi (ATM) coinvolta nei meccanismi di trasduzione del segnale innescati da danni del DNA. La disfunzione cerebellare si manifesta intorno al 2-3 anno di vita ed è severamente progressiva; l'aprassia oculomotoria è comune. Altre manifestazioni sono la teleangectasia cutanea e oculare, l'immunodeficienza, l'aumentato rischio di leucemia e linfomi. L'alta concentrazione di alfa-fetoproteina sierica è un riscontro tipico. ATASSIA CON APRASSIA OCULOMOTORIA TIPO 1 E 2 L'atassia con aprassia oculomotoria di tipo 1 si manifesta prima dei 10 anni di età con atassia della marcia e degli arti, neuropatia sensitivo-motoria, disturbi della motilità oculare con nistagmo, disturbi della fissazione dello sguardo, aprassia oculomotoria, segni extrapiramidali e decadimento cognitivo. L'atrofia cerebellare, l'ipoalbuminemia e l'ipercolesterolemia sono caratteristici. La malattia è causata da una mutazione nel gene dell'apratassina (APTX). L'atassia con aprassia oculomotoria di tipo 2 ha un fenotipo analogo al tipo 1 ; si differenzia per l'età d'esordio che nel tipo 2 è nella prima adolescenza, e per il riscontro di normali livelli plasmatici di albumina ed elevata concentrazione sierica di alfa-fetoproteina. Essa è causata da una mutazione nel gene della senatassina (SETX), un'elicasi DNA/RNA. ATASSIA SPASTICA AUTOSOMICA RECESSIVA DI CHARLEVOIX-SACUENAY (ARSACS) ARSACS è una malattia neurodegenerativa, causata da mutazioni nel gene che codifica per la proteina chaperone sacsina (SACS); è caratterizzata da disfunzione cerebellare progressiva, segni piramidali e neuropatia sensitivo-motoria con amiotrofia. La malattia esordisce intorno a 1-5 anni di età e la risonanza magnetica mostra atrofia del verme cerebellare. ATASSIA CEREBELLARE AUTOSOMICA RECESSIVA TIPO 1,2 E 3 L'atassia cerebellare autosomica recessiva tipo 1 (ARCAI) è un'atassia dell'età adulta, lentamente progressiva, caratterizzata da disartria marcata e atrofia cerebellare causata da mutazioni nel gene SYNEl. Una forma simile di atassia pura, causata da mutazioni in omozigosi di ADCK3, è stata denominata ARCA2. Infine, mutazione nel gene codificante l'anoctamina 10 (ANO10) è stata di recente riscontrata in numerosi pazienti con CA a esordio in età adulta associata ad atrofia cerebellare e segni piramidali, in assenza di segni di neuropatia periferica. SINDROME DELL'X FRAGILE ASSOCIATA A TREMORE/ATASSIA La sindrome dell'X-fragile associata ad atassia e tremore (FXTAS) è una malattia neurodegenerativa a esordio tardivo che colpisce individui portatori della premutazioneespansione (55-200 CGG ripetute) nella regione 5' non tradotta del gene FMR1 (fragile X mental retardation 1). Tale malattia è caratterizzata da tremore intenzionale a esordio tardivo e atassia della marcia, con possibile parkinsonismo, neuropatia, disfunzione autonomica e demenza. È una delle più comuni forme di CA dell'adulto. Tipiche della malattia sono le iperintensità di segnale nelle sequenze T2, simmetriche, nei peduncoli cerebellari medi e nella sostanza bianca cerebellare. APPROCCIO AL PAZIENTE CON ATASSIA Le nuove tecniche di sequenziamento del DNA hanno consentito lo studio di una larga parte del genoma in modo rapido e relativamente economico negli ultimi anni, portando all'identificazione di numerosi nuovi geni causa di patologia, inclusi quelli correlati a CA. Tuttavia, molti casi di CA sono sporadici e a oggi un work-up diagnostico resta una sfida, con almeno il 40 per cento di pazienti senza una diagnosi molecolare. Un'anamnesi dettagliata e uno studio approfondito dell'albero genealogico sono solitamente sufficienti a discriminare le forme genetiche da quelle acquisite (Figura 1). Una volta che le forme acquisite sono state escluse, l'analisi dettagliata dell'albero genealogico può essere indicativa del modello di 03/04/2015 Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015 Pag. 6 (diffusione:39903, tiratura:40255) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ereditarietà. Nei casi di ADCAs, non trattati in quest'articolo, i test genetici devono essere mirati anche in considerazione di segni clinici aggiuntivi, che talora possono definire una forma etiologica piuttosto che un'altra (Figura 2). Nei casi sporadici, un approccio multidisciplinare è essenziale, ed è proposto in Figura 3. Il Neurologo deve sempre tenere in considerazione i seguenti punti: (i) esordio e decorso clinico della malattia (le forme più comuni dell'adulto sono la FXTAS, FA, ARCA3 e quelle correlate al gene POLG: quelle a esordio infantile AT, IOSCA, ARSACS); (ii) sintomi e segni clinici associati (neurologici, ma anche psichiatrici, oftalmologici, dermatologici; Figura 3); (iii) parametri neurofisiologici, con particolare attenzione allo studio delle conduzioni nervose e alla presenza o meno di neuropatia periferica (sensitiva o sensitivo-motoria); (iv) aspetti di neuroimaging (presenza o meno di leucodistrofia e atrofia cerebellare); (v) aspetti laboratoristici. Nonostante non tutti i test siano disponibili come esami di routine, la ricerca dettagliata di alcuni di questi parametri può portare il medico a una diagnosi corretta. Dovremmo essere tutti consapevoli che l'atassia sporadica a esordio tardivo, là dove altre possibili cause siano già state escluse, potrebbe essere dovuta a disturbi metabolici (per esempio, NP-C o malattie mitocondriali), che in alcuni casi possono essere trattati. <» 1 TABELLA 1. Cause di atassia acquisita 1 • Etanolo • Farmaci (antiepilettici, litio, antineoplastici, ciclosporina, metronidazolo, altri) • Metalli pesanti • Solventi Sindromi paraneoplastiche Ascessi, cerebelliti Ì ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ H - Stroke Trauma Tossiche Infezioni Anomalie strutturali Neoplasie Ipotiroidismo Immuno-mediate Endocrinologiche Primitive cerebrali, ripetizioni Malformazione di Chiari, agenesia, ipoplasiaSI NO Storia familiare > Esame neurologico > NCS-EMG > RM ENCEFALO > Biomarkers Esordio acuto ATASSIA ACQUISITA O SPORADICA Paziente con atassia cerebellare Figura 1. Approccio al paziente atassico Fonte: modificata da Mancuso e coli. J Neurology 2014Segni SCA6 SCA7 SCA3,17 Corea, discinesie piramidali Solo segni cerebellari SCA2,3,17,6 POLG Parkinsonismo Degenerazione retinica EREDITARIETÀ AD SCA1,3,7 SCA2 Segni clinici aggiuntivi Fonte: modificata da Mancuso e coli. J Neurology 2014 Figura 2. Approccio diagnostico differenziale al paziente con atassia cerebellare autosomica dominanteNeuroimaging ETÀ DI ESORDIO STORIA NATURALE PROGRESSIONE • Atrofia cerebellare: mt, SAN DO, AT, ARCA, FXTAS, AOA1.2 • No atrofia cerebellare: FA, AVED, abetalipoproteinemia • Leucodistrofia: Krabbe, xantomatosi cerebrotendinea ecc. ESAMI LABORATORIO SEGNI CLINICI ASSOCIATI Biochimica • Vit. E . AFP^AT,AOA2 • Abetalipoproteinemia • Ac.lattico, CK^ mt • Coenzima Q10 • (muscolo, fibroblasti) -^mt • Ossisteroli -> NPC • Colesterolo t -» AOA1 • Colesterolo J -^abetalipop • Colestanolo -^CTX • Albumina |^AT, AOA1 Velocità di conduzione sensitivo motoria • Neuropatia sensitiva -» FA, AVED, SANDO, abetalipoproteinemia • Neuropatia sensitivomotoria -* mt, AT, AOA1.2 • No neuropatia -» NP-C, ANO10 ATASSIA CEREBELLARE RECESSIVA CA SUBACUTA-CRONICA (no episodica) SPORADICA O CONSANGUINEITÀ Fonte: modificata da Mancuso e coli. J Neurology 2014 Figura 3. Approccio multidisciplinare al paziente con atassiaTEST GENETICI Coinvolgimento organi Esame ispettivo generale • Lipomi • Ittiosi • Xantomi • Teleangectasie • Angiocheratomi Neurologici: • Disordini del movimento • Oftalmoparesi verticale • Ritardo mentale • Declino cognitivo • Alterazione oculomozione • Segni piramidali • Mioclono, epilessia • Cataratta • Retinopatia • Sordità • Cardio(mio)patia • Disturbi psichiatrici • Dismotilità gastrointestinale • Splenomegalia • Scoliosi, piede cavo O RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI • Apartis E e coli. FXTAS: new insights and thè need for revised diagnostic criterio. Neurology 2012; 79: 1898-1907. • Durr A. Autosomal dominant cerebellar ataxias: polyglutamine expansions and beyond. Lancet Neurol 2010; 9: 885-894. • Emmanuele V e coli. Heterogeneity of coenzyme Q10 deficiency: patient study and literature review. Arch Neurol 2012; 69: 978-983. • Hersheson J, Haworth A, Houlden H. 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Milano Pag. 6 (diffusione:619980, tiratura:779916) Tredicimila infermieri alla preselezione per 25 contratti al Niguarda Alessandra Dal Monte Tredicimila candidati da tutta Italia. Tredicimila infermieri neolaureati, precari o disoccupati in cerca di un posto fisso in ospedale. Tredicimila iscritti per 25 contratti a tempo indeterminato. Il concorso per operatori sanitari bandito dall'ospedale Niguarda di Milano è stato sommerso di candidature (12.600, per la precisione). «Non ci aspettavamo un numero così alto di partecipanti - spiega Giuseppe Genduso, direttore sanitario del Niguarda -. All'ultimo concorso, nel 2012, per 80 posti si erano presentati in cinquemila. Comunque ci siamo organizzati: abbiamo affittato sei aule al Politecnico e abbiamo predisposto un test di preselezione». E così la fila sterminata di candidati sta svolgendo i test di scrematura all'edificio Trifoglio, in via Bonardi: si è partiti ieri e si continua oggi con quattro turni al giorno da 1.600 persone l'uno e un quiz da 30 domande su procedure sanitarie, deontologia professionale, tecniche di assistenza e operazioni d'emergenza a cui rispondere in 20 minuti. «La preselezione deciderà quali candidati potranno affrontare le prove scritte, orali e pratiche - continua Genduso -. Tutti coloro che avranno totalizzato la sufficienza (21 punti su 30) passeranno alla fase successiva del concorso». Le stime parlano di un migliaio di persone, ma potrebbero anche essere di più. Ci penseranno poi le prove successive a selezionare i 25 infermieri da assumere. La proporzione è da brivido: verrà preso un candidato su 500. Eppure gli infermieri di tutta Italia si iscrivono e tentano la sorte. Perché di concorsi ce ne sono sempre meno, e con sempre meno posti. L'ultimo, bandito a Brescia, ha registrato novemila partecipanti per tre contratti. Già una rarità: di solito sono uno o due. «Il mercato del lavoro purtroppo è bloccato: i concorsi pubblici sono pochissimi, così come le opportunità nel settore privato», racconta Mario Fratino, 37enne foggiano disoccupato da un anno. La situazione è drammatica soprattutto al Centro e al Sud: non è un caso che i due terzi dei partecipanti al concorso del Niguarda siano arrivati dal Meridione. Jessica Apponi, 22 anni, vive a Frosinone ed è fresca di laurea: «Qualche anno fa chi finiva l'università trovava subito lavoro, perlomeno tra case di riposo, cooperative o strutture private. Adesso anche quello è difficilissimo - racconta, tenendo stretto il trolley -. Aspetto con ansia la comunicazione dei risultati, il 30 aprile. Ma non ci spero: siamo veramente troppi». I giovani iscritti al concorso sono tantissimi, forse la maggior parte. Ragazzi neolaureati, oppure laureati da qualche anno, che finora non hanno visto l'ombra di un contratto a tempo indeterminato. Solo sostituzioni, chiamate, lavoretti a ore o, quando va bene, contrattini di pochi mesi. Perciò scatta la corsa al concorso: Alfredo Apicella, 26enne di Vicenza, si è iscritto a 15 prove nel giro di tre mesi. «Pur di lavorare in ospedale sarei disposto ad andare ovunque», dice, speranzoso. La sua amica Elisa Galliotto, 23 anni, fa lo stesso ragionamento: «Sto provando tutti i bandi che escono. La mia fortuna è che dalle nostre parti le strutture private chiamano ancora, ma i contratti sono brevissimi, di un paio di mesi al massimo». Gli infermieri disoccupati a livello nazionale sono 30 mila, nonostante ci sia bisogno di forza lavoro. Non ci sono i soldi per assumerli, così i neolaureati rischiano un futuro di precariato. Questi concorsi sono l'unica speranza per garantirsi un futuro stabile: 1.600 euro di stipendio base al mese, più il compenso per i turni straordinari. «Non è molto, considerando che la nostra non è una vita facile, ma sarebbe già tantissimo», raccontano in coro i candidati. L'intenzione del Niguarda - che per questo concorso tra affitto delle aule, spese di cancelleria e mobilitazione di 50 dipendenti ha sborsato 20 mila euro - è compilare una graduatoria da usare anche in futuro. «Speriamo, col tempo, di poter assumere più delle 25 persone stabilite con questo bando - spiega il direttore sanitario Giuseppe Genduso -. Useremo la graduatoria finale come database di profili cui attingere per le prossime necessità». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Precari e disoccupati da tutta Italia «Speriamo ancora nel posto fisso» 03/04/2015 Corriere della Sera - ed. Milano Pag. 6 (diffusione:619980, tiratura:779916) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 67 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato © RIPRODUZIONE RISERVATA Jessica Apponi Al Sud i concorsi neppure esistono Federico Laganà Laureato da 5 anni: mai visto un contratto Loredana Grigoras Non lavoro da sei mesi: il mercato è bloccato Alfredo Apicella Iscritto a 15 gare, difficilissimo entrare Elisa Galliotto Farei di tutto per un posto fisso in ospedale Mario Fratino Disoccupato, trovo solo impieghi «a ore» Foto: Esami Gli aspiranti infermieri al concorso di preselezione dell'ospedale di Niguarda, ieri, nelle aule del Politecnico di Milano ( foto Matarazzo ) 03/04/2015 Corriere della Sera - ed. Milano Pag. 10 (diffusione:619980, tiratura:779916) Arrestate 19 persone per il traffico di medicine «sparite» e conservate in modo scorretto Federico Berni MONZA Il grande business nasceva da piccoli furti di medicinali. Anche pochi scatoloni alla volta, sottratti dai magazzini e dai camion che facevano le consegne a Milano, provincia, e non solo. Episodi solo apparentemente slegati fra loro, ma che in realtà hanno dato vita ad un «mercato parallelo di farmaci», per usare l'espressione del procuratore aggiunto di Monza Luisa Zanetti. C'erano anche antitumorali costosissimi, oltre che essenziali, che finivano per essere venduti sottocosto e conservati malamente negli ospedali tedeschi o dell'Est europeo. Lo hanno capito i carabinieri del Nas di Milano, agli ordini del capitano Paolo Belgi, che hanno eseguito 19 ordinanze restrittive (6 in carcere, 13 ai domiciliari) nell'ambito dell'operazione denominata «Pharmatraffic» ed effettuato sequestri di beni per oltre 23 milioni di euro. Un'indagine che vede coinvolte 50 persone in tutta Italia tra farmacisti, titolari di società di vendita all'ingrosso di medicinali, autotrasportatori: 25 sono accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di farmaci e al riciclaggio. Elemento di spicco dell'organizzazione, un imprenditore milanese 50enne, attivo in questo settore, attualmente sotto processo per reati analoghi scoperti nel 2008 dal Nas, ma che intanto proseguiva negli stessi affari, anzi li aveva decisamente ampliati visto che fruttavano anche 10 milioni di euro in pochi mesi. Oltre a lui, un ruolo di rilievo lo rivestivano altri due basisti monzesi, alla cui società sono arrivati gli inquirenti due anni fa, indagando su un furto in un magazzino di Settala. Quello era solo il primo passaggio: la merce rubata passava al ricettatore, poi al primo grossista (in certi casi erano la stessa persona), e ad un «riciclatore» che dava una nuova «veste commerciale» ai farmaci rubati attraverso l'emissione di false fatture con società «cartiere» inglesi, e infine ad altri grossisti che li piazzavano sui mercati stranieri, principalmente negli ospedali di Germania, Olanda, Bulgaria e Montenegro. Questo, almeno, era il giro destinato a costosissimi farmaci antitumorali (anche 10 mila euro la confezione) per uso ospedaliero, commercializzabili all'estero, ma non in Italia. Gli indagati non avevano considerato che i lotti medicinali spariti erano «tracciati», come prevede il ministero della Salute, e per questo gli investigatori hanno potuto ricostruire «la loro vita commerciale», come ha sottolineato il colonnello Demetrio Conti, a capo del Nucleo Tutela Salute dei carabinieri di Milano. Da «semplici» sparizioni di singoli lotti nei camion che arrivavano negli ospedali italiani, gli inquirenti sono arrivati cosi a ricostruire complesse operazioni di riciclaggio per milioni di euro che finivano su conti svizzeri. Con relativo danno agli ospedali italiani, che si vedevano privati della disponibilità di preziosi medicinali antitumore, e agli inconsapevoli malati di mezza Europa ai quali arrivavano farmaci che non erano conservati in modo corretto, e quindi erano completamente inefficaci. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'indagine La Procura di Monza e i carabinieri dei Nas di Milano hanno eseguito 19 ordinanze restrittive (6 in carcere, 13 ai domiciliari) e sequestrato beni per 23 milioni di euro nell'ambito dell'operazione Pharmatraffic La banda rubava farmaci, anche costosissimi, che venivano rivenduti a prezzi bassi all'estero I lotti medicinali erano «tracciati», come prevede il ministero della Salute. Così è partita l'indagine VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 68 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La truffa dei farmaci anticancro rubati In Italia introvabili, all'estero inservibili 03/04/2015 La Repubblica - ed. Milano Pag. 11 (diffusione:556325, tiratura:710716) Traffico di farmaci antitumorali, 19 arresti Il ministro Lorenzin: "Così si garantisce la sicurezza dei cittadini" GABRIELE CEREDA RUBAVANO i farmaci più costosi sul mercato: quelli per le terapie antitumorali, li ripulivano con un giro di false fatturazionie poi li rivendevano. Ma a quel punto erano ormai privi di efficacia terapeutica, in quanto conservati in luoghi e a temperature non idonee. Non per niente il ministro della Salute Lorenzin si è congratulata con i carabinieri del Nas di Milano per l'operazione,e ha spiegato che entro il 1° luglio «l'Italia recepirà la direttiva per il contrasto alla vendita online di farmaci». Diciannove gli arresti, l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata a ricettazione, riciclaggio e commercio internazionale di farmaci rubati. La centrale era una società all'ingrosso di Monza che, attraverso false fatturazioni di acquisto da società inglesi, irlandesi e maltesi, cancellava la provenienza italiana (illecita) e immetteva i prodotti sul mercato: ospedali tedeschi, olandesi, bulgari e del Montenegro, dove i farmaci antitumorali sono commercializzabili, a differenza dell'Italia, e dove costano più di 10mila euro a confezione. Ma la rete criminale non aveva tenuto conto che quei farmaci, su disposizione del ministero, sono tracciati da numeri di serie dal momento in cui escono dall'azienda produttrice. L'operazione "Pharmatraffic", coordinata dai pm di Monza Caterina Trentini (ora a Milano) e Franca Macchia, ha portato all'individuazione di 19 persone (6 in carcere, 13 ai domiciliari), più altri coinvolti. L'indagine è partita nel 2011, dopo ripetuti furti di medicinali in alcune ditte depositariee grossiste di Milanoe provincia. Dalle informazioni arrivate da Interpol e polizie dei Paesi coinvolti, i carabinieri sono riusciti a ricostruire il traffico illegale. Nel giro di pochi mesi, le operazioni di ricettazione e riciclaggio hanno fruttato 10 milioni. I soldi finivano su conti in Svizzera e Belize. «Le menti dell'organizzazione erano i grossisti italiani, che operavano a Milano, Monza, Sondrio, Napoli, Pavia, Genova, Caltanissetta e Crotone - spiega il procuratore aggiunto di Monza, Luisa Zanetti - . I farmaci, sottratti alle aziende farmaceutiche, nei magazzini ospedalieri o durante il trasporto, venivano rivenduti grazie a fatturazioni fittizie emesse da società con sede all'estero, privando così gli ospedali lombardi a cui erano destinati». Nell'operazione sono stati sequestrati medicinali per un valore di tre milioni. Foto: Il deposito di farmaci rubati era nella sede di una società VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 69 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INCHIESTA/ RUBATI IN ITALIA E RIVENDUTI ALL'ESTERO 03/04/2015 La Repubblica - ed. Roma Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Svolta nella Sanità , via 684 primariati" Zingaretti: "Con i piani aziendali assunzioni per seicento precari Bilancio in pareggio, addio commissario" D'Amato: "Dal 2007 ospedali e Asl hanno perso ottomila addetti" MAURO FAVALE CARLO PICOZZA «RAZIONALIZZARE », «razionare» e, perché no?, «tagliare». Prima di tutto sprechi e incongruenze. Tra questi, «684 primariati», annuncia il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, commissario di governo per la Sanità del Lazio, «alcuni con un solo posto letto». Saranno così accorpati servizi e divisioni. Risultato: «Risparmi da 20 milioni» per le casse esangui del Servizio sanitario. È una delle misure adottate (in attuazione del decreto legge 158, il "Balduzzi" del 2012) nei 16 atti aziendali, i piani di ospedali e Asl, presentati ieri. All'appuntamento era attesa la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha dato forfait. Motivo, «un'influenza» (ha spiegato Zingaretti) che non le ha impedito però di presenziare, nel pomeriggio, un evento al Maxxi. Tant'è, con gli atti aziendali, i dirigenti del Servizio sanitario, sono chiamati a fare la loro parte per il «pareggio di bilancio entro il 2015». Deficit permettendo. «La sua riduzione resta l'obiettivo prioritario», ha ripetuto il governatore, «contiamo di arrivare alla verifica prima dell'estate, attestandoci sui 400 milioni». «Dopo anni», ha aggiunto, «per la prima volta il Lazio é sotto il 5% del disavanzo, la condizione per uscire dal commissariamento dopo un solo anno di risultati virtuosi». E, cifre alla mano, Alessio D'Amato, coordinatore della Cabina di regia per la sanità, ha argomentato: «Il deficit è passato da 1,7 miliardi del 2008 ai 400 milioni del preconsuntivo 2014». Ma c'è un ma: il solo gettito degli aumenti dell'addizionale Irpef e dell'aliquota Irap, quasi 900 milioni, riuscirebbe, a coprire il deficit. E con avanzi consistenti. Che, però, sono già impegnati nei servizi socio sanitari (278 milioni), nel trasporto pubblico locale (180) e in altre spese correnti. Formalmente, l'uscita dal commissariamento sembra a portata di mano con l'abbattimento del deficit sotto il 5% del saldo tra entrate e uscite. Nei fatti, però, l'impresa del pareggio di bilancio e del disimpegno dell'extragettito per la restituzione degli aumenti di Irpef e Irap ai contribuenti del Lazio, i più spremuti d'Italia, resta lontana. Complicata dalla manovra del governo Renzi che, per il Lazio, graverà ben oltrei 600 milioni.È peraltro ancora sconosciuta l'entità del fondo sanitario regionale 2015. La Conferenza Stato Regioni due giorni fa è stata aggiornata a dopo Pasqua con l'intento di abbozzare un decreto legge che indichii tagli ai singoli capitoli di spesa, dal riordino della rete ospedaliera alla farmaceutica, dagli acquisti di beni e servizi all'appropriatezza delle prestazioni. Mentre il glossario del rientro dal deficit si arricchisce di parole nuove, il mastodonte ferito della sanità regionale sembra rialzarsi. Arranca «verso l'obiettivo del pareggio entro il 2015». «Mi state annunciando», ha scherzato il subcommissario Giovanni Bissoni, «il mio licenziamento». «Dagli atti aziendali», ha detto, «ci attendiamo meno razionamento, più trasformazione e riorganizzazione». «Si aprirà la possibilità», per D'Amato e Zingaretti, «di regolarizzare i contratti per i primi 600 precari avviando, d'intesa con i ministeri di Economia e Salute, una fase di nuove assunzioni entro l'anno». «Complice il commissariamento», ha spiegato D'Amato, «la Sanità regionale, dal 2007, ha perso 8.000 addetti». Con oltre 2.000 contratti a tempo determinato e il 35% della forza lavoro con età media di 55 anni, «c'è il rischio», ha segnalato il governatore, «di escludere un'intera generazione tra medici, tecnici e infermieri: un paradosso in una regione che forma buona parte del personale sanitario italiano». LE MISURE VIA I "REPARTINI" I piani di ospedali e Asl, forti del decreto Balduzzi, prevedono l'abolizione di 684 primariati. Saranno accorpati reparti e servizi L'ABBATTIMENTO DEL DEFICIT «La riduzione del deficit resta l'obiettivo prioritario» Impresa ardua stanti gli impegni di spesa e il taglio di oltre 600 milioni al Lazio STABILITÀ PER 600 PRECARI «Entro il 2015 saranno regolarizzati 600 contratti precari tra gli oltre 2.000 in panchina: una generazione di addetti sanitari "esclusa"» PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.lazio.it www.roma.repubblica.it VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 70 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Regione 03/04/2015 La Repubblica - ed. Roma Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 71 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: LE PAROLE NUOVE Il glossario della Sanità si arricchisce di verbi: "razionare" meno "tagliare" con mira "riorganizzare" 03/04/2015 La Repubblica - ed. Bari Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Dilaga la necessità di medici anestesisti concorsi in tutte le Asl ANTONELLO CASSANO NON solo l'Asl Bat. La carenza di medici, in particolar modo anestesisti, riguarda tutta la regione e presto anche altre aziende sanitarie locali potrebbero essere costrette a fare dei bandi per selezionare medici dall'esterno, seguendo l'esempio della sesta provincia. Nei giorni scorsi, infatti, l'Asl di Barletta-Andria-Trani ha avviato un bando da 198mila euro per acquistare un pacchetto di 3mila ore di prestazioni di anestesia e medicina di urgenza dall'esterno (medici singoli o cooperative), scatenando la polemica dei sindacati. «Troppo pochi gli anestesisti disponibili in Puglia - si è difeso il dg Ottavio Narracci - dobbiamo selezionarli dall'esterno perché paghiamo anni di errori di formazione medica». Anche l'azienda sanitaria locale di Lecce non esclude a priori il ricorso a bandi per acquistare pacchetti di prestazioni da cooperative esterne. Del resto l'Asl del capoluogo salentino è stata la prima a far ricorso a questo espediente nell'estate scorsa, affidando direttamente un pacchetto di quasi 3mila ore di pronto soccorso, ostetriciae sala operatoria a due cooperative emiliane. «Al momento - dice il direttore generale Giovanni Gorgoni - possiamo contare su 115 anestesisti, ne servono almeno altri 30. Abbiamo avuto l'autorizzazione ad assumerne 13, ma fino ad ora ne abbiamo reclutati solo 6 perché c'è una effettiva carenza di queste figure professionali sul mercato. Per questo non posso escludere il ricorso alle esternalizzazioni». L'origine del problema pare essere quindi nella formazione universitaria, come sottolineano i vari direttori generali e come conferma anche il preside della facoltà di medicina dell'Università di Bari, Paolo Livrea: «Ogni anno abbiamo a disposizione 20 borse per anestesisti, ma il fabbisogno regionale è di 35. Per i medici di pronto soccorso il problema è ancora più grave visto che abbiamo ogni anno 3 borse specialistiche. Numeri irrisori. In totale le borse specialistiche per Bari sono 172 e circa 40 per Foggia. Questo vuol dire che non arriviamo neanche al 65 per cento della media italiana». Il problema però riguarda tutta la classe medica. A preoccupare maggiormente è la gobba pensionistica in arrivo nei prossimi anni. I dati forniti dall'Ordine dei medici di Bari sono allarmanti: entro il 2026 andranno in pensione 10mila medici pugliesi sugli attuali 23mila. Su Bari mancheranno almeno 3mila camici bianchi: «Bisogna urgentemente pensare a una programmazione basata su dati attendibili - avverte il presidente dell'Ordine Filippo Anelli - non si può lasciare tutto al caso». PER SAPERNE DI PIÙ bari.repubblica.it Foto: I GRANDI ASSENTI Negli ospedali pugliesi mancano anestesisti. In basso Paolo Livrea VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 72 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOPO IL CASO DELLA BAT / L'EMERGENZA 03/04/2015 La Repubblica - ed. Genova Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) Marito e moglie gestiscono la San Giacomo in via Bixio nel quartiere di Carignano (s.o.) hanno portato alla luce un maxiintrigo internazionale. Un meccanismo basato su false fatturazioni, architettato per immetterei prodotti sul mercato europeo con un'identità nuova. Tocca anche Genova, il cuore di Carignano, l'operazione "Pharmatraffic" che ha portato, in esecuzione di un'ordinanza del gip del tribunale di Monza, all'arresto di 19 persone (6 in carcere e 13 agli arresti domiciliari), al sequestro di beni mobili, immobili, titoli e conti correnti per 23 milioni e al sequestro di medicinali per circa 3. Due farmacisti e tre ex dipendenti di Pharmazena, casa farmaceutica di Sestri Ponente (completamente estranea alla vicenda) sono agli arresti domiciliari con accuse che vanno dall'associazione per delinquere finalizzata al furto, ricettazione e riciclaggio. Il provvedimento è scattato nei confronti dei farmacisti Valentina Drago e Marco Ballario Menetto, marito e moglie, entrambi 35 anni, titolare della farmacia San Giacomo in via Nino Bixio che si occupa anche della vendita all'ingrosso, del consulente della ditta di Sestri, Anne Dietze, di Stefano Casagrande, 61 anni, addetto acquisti della stessa aziendae Matteo Gavini. Sequestrati anche 200 mila euro. L'indagine è partita dopo i furti in depositi e grossisti della provincia di Milano che i carabinieri hanno rinvenuto in Germania (16 mila confezioni per un valore di 2,8 milioni di euro). I farmaci ospedalieri ad IFARMACI antitumorali rubati, venivano rivenduti all'estero attraverso società fittizie, le così dette "cartiere", e poi piazzati in tutta Europa. Una "PharmaConnection" che attraverso fatture false, usciva dai confini per arrivare in Inghilterra, Olanda, Germania, Irlanda, Svizzera, Montenegro, Bulgaria, addirittura a Malta e nel Belize, in Centro America. Seguendo le rotte di costosi farmaci rubati negli ospedali nazionali, e tracciando i flussi di denaro, i carabinieri del Nas di Milano e Genova alto costo venivano riciclati mediante false fatturazioni da parte di ditte inglesi, irlandesi, maltesie svizzere, poi reimmessi nel mercato europeo da alcune ditte di Monza, Milano, Caltanissetta, Crotone, Genova, Pavia, Napoli e Sondrio, che si occupavano di dare una veste legale, facendoli figurare come acquistati da società estere. L'importatore italiano, per esempio, liquidava la falsa fattura estera; la società estera, sull'importo ricevuto, tratteneva la propria commissione (510%) e liquidava il suo falso fornitore, sempre estero, rappresentato da una società costituita ad hoc da soggetti legati ai furti in Italia. Foto: LA COLLABORAZIONE Le indagini sono state condotte d'intesa tra le procure di Genova e Milano VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 73 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Traffico di medicine , manette a una coppia di farmacisti 03/04/2015 La Repubblica - ed. Napoli Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ospedale del Mare torna la Astaldi nella gara d'appalto per la gestione Il Gruppo edile rientra nell'affare da cui era uscito dopo una transazione con la Regione di oltre 200 milioni Lavori bloccati dal 2009 al 2012 per il contenzioso Il project financing diventa appalto ordinario GIUSEPPE DEL BELLO PRIMA vince l'appalto, poi va in contenzioso con la Regione, oggi rientra in gioco partecipando alla gara per la gestione dell'Ospedale del Mare. Nonostante centinaia di milioni ricevuti da Santa Lucia con atto di transazione. L'opera della Astaldi diventa un caso singolare. Con ordine. Tutto parte con la gara vinta dal Gruppo Astaldi undici anni fa per la progettazione e la costruzione dell'opera. Un appalto in project financing che prevede un contributo privato (in questo caso l'Astaldi) di 91 milioni 286 mila euro (43 per cento) che si aggiunge al finanziamento pubblico di 119 milioni (57 per cento). A compenso dell'impegno, la ditta (vincitrice del bando internazionale cui hanno partecipato 19 concorrenti) avrà la gestione (per 25 anni) dei servizi ospedalieri di pertinenza non sanitaria, dalle cucine all'albergo, alla lavanderia e fino alla manutenzione. Nessun problema fino al 2009, anno che vede aprirsi una lite tra Astaldi e Asl Napoli 1 aggiudicataria della gara (anche a causa di una variante in corso d'opera di circa otto milioni). Tutto, inspiegabilmente si blocca (anche se la Asl ha già erogato per intero la sua quota di finanziamento). Si arriva al commissariamento che viene affidato all'ingegnere Ciro Verdoliva, già capo dell'Ufficio tecnico del Cardarelli. Niente lavori e cantiere fermo, siamo al 5 ottobre 2012 quando la Regione pur di risolvere il contenzioso sottoscrive una transazione che trasforma il contratto di concessione da project financing in semplice contratto di appalto ordinario (solo costruzione del plesso ospedaliero). Non è particolare da poco. Significa che la Astaldi esce fuori dalla futura gestione dei servizi, non investe i 91 milioni previsti e, in più, riceve dalla Regione, a vario titolo e per il completamento dell'ospedale, circa 200 milioni. Insomma a Palazzo Santa Lucia, il cambio delle regole costa 362 milioni in più. Tutto concluso. No, appena 15 giorni fa la Soresa (società che gestisce gli acquisti di beni e servizi per le Asl campane e, quindi, anche per la Napoli 1) indice un'altra gara. Atto dovuto, visto che essendo fuori la Astaldi dalla gestione occorre individuare una ditta che se ne occupi. Ed è qui che la situazione si fa paradossale. Chi partecipa alla gara? Proprio la Astaldi, cioè lo stesso gruppo edile che aveva chiesto e ottenuto una rinegoziazione del contratto con un esborso milionario da parte della Regione. Come dire, uscita dalla porta rientrata dalla finestra. Con un'ulteriore possibilità di guadagno, visto che, in caso di vittoria della gara (cosa tutt'altro che peregrina, tenendo conto che, da realizzatrice dell'opera, ha conoscenze tecniche e informazioni che altri concorrenti potrebbero non avere) la Astaldi otterrebbe ben 33 milioni per il contratto di gestione. Tutto lecito. Resta da interpretare però, il singolare comportamento della Regione che, dopo aver sborsato tanto denaro in più per l'Ospedale del Mare, potrebbe addirittura tramite Soresa affidarne la manutenzione immobiliare e tecnologica alla stessa azienda con la quale aveva stipulato un atto transattivo con cui era stata esclusa proprio la manutenzione. E tra l'altro risulta altrettanto incomprensibile l'urgenza di un affidamento del genere. Incomprensibile perché la manutenzione dovrà essere garantita dall'ufficio tecnico della nuova azienda autonoma. Un'azienda che al momento non è ancora costituita e che deve essere ancora sottoposta a collaudo definitivo. Come dire, guardando al futuro, si perde la bussola del presente. PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.campania.it www.astaldi.it VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 74 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La sanità 03/04/2015 La Repubblica - ed. Napoli Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) Montalettighe fermo da una settimana, pazienti portati in braccio dagli infermieri I medici: "I macchinari per l'anestesia non funzionano, tempi lunghi per le liste d'attesa" TIZIANA COZZI LISTE d'attesa di più di un anno. Interventi fermi perché gli apparecchi per l'anestesia sono vecchi di 20 anni. Ascensore montalettighe rotto da più di una settimana. Pazienti portati in braccio dagli infermieri da un piano all'altro. C'è rabbia, al presidio sanitario intermedio di via Ciccarelli, a Barra. Da ieri sono stati sospesi gli interventi, chiuse le sale operatorie. Una decisione ritenuta necessaria dall'equipe dei medici che però ha provocato le proteste dei cittadini. La struttura in day hospital serve un bacino d'utenza di circa 400 mila persone tra Barra, San Giovanni a Teduccio, Ponticelli ma anche Poggioreale e l'area di Napoli Sud (Portici, Ercolano). Mille gli interventi eseguiti in un anno, centinaia i pazienti che ogni giorno si rivolgono alla struttura. Da giorni però solo disagi. «Sto aspettando da un anno per un intervento all'ernia - dice Clara, mentre è in sala d'attesa - ora che succede? Dovrò pagare per farmi operare in una clinica privata?I soldi me li date voi?». Al pianoterra sono tanti i pazienti che chiedono informazioni dopo aver letto il cartello "Interventi sospesi". Agli sportelli c'è una fila lunghissima. «Siamo fermi con gli interventi - spiega un medico - perché gli apparecchi per l'anestesia non funzionano più. Questo presidio è aperto da 20 anni, gli strumenti sono vecchi, non si trovano nemmeno più i pezzi di ricambio, non si possono sostituire. Che potevamo fare? Abbiamo chiuso, sapendo purtroppo che ora i tempi delle liste d'attesa lieviteranno con i conseguenti disagi per i cittadini». Gli apparecchi necessari per l'anestesia sono fuori uso, l'ascensore montalettighe è rotto e, sebbene sia stata chiamata la ditta, spieganoi medici, nessuno lo ha riparato. «Il risultato è che trasportiamo i pazienti in braccio - prosegue il medico - È capitato proprio l'altro giorno che una signora anziana in sovrappeso è arrivata in ambulanza. Siamo riusciti ad entrare in un piccolo ascensore del personale con una sedia a rotelle. Non credo che ce l'avremmo fatta a portarla in braccio fino al quarto piano». Il presidio ospita oltre alla chirurgia in day surgery anche gli ambulatori per la radiologia e l'endoscopia (regolarmente funzionanti). «Chiederò nelle prossime ore un incontro con il direttore Asl Napoli 1 Ernesto Esposito - annuncia Anna Cozzino, presidente della municipalità Barra, San Giovanni - bisogna intervenire subito. Sono centinaia le richieste dei cittadini». Foto: IN COSTRUZIONE L'Ospedale del mare. L'opera non è ancora completa, è in funzione il poliambulatorio Foto: VIA CICCARELLI Il presidio sanitario di Barra. Da sono ieri fermi gli interventi VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 75 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Barra, apparecchi rotti e vecchi di 20 anni stop agli interventi nel presidio sanitario 03/04/2015 Il Messaggero - ed. Roma Pag. 36 (diffusione:210842, tiratura:295190) Pronti i piani delle Asl: risparmi da 20 milioni ripartono le assunzioni Con la fine del commissariamento per la Regione si sblocca il turn-over: negli ospedali ci sono ottomila dipendenti in meno ZINGARETTI CHIEDE RISORSE AL GOVERNO PER IL GIUBILEO LA LORENZIN DISERTA «È INFLUENZATA» MA POI VA AL MAXXI Mauro Evangelisti Il disavanzo del 2014 per la sanità del Lazio si è attestato a quota 400 milioni (meno di un quarto di quello del 2008). Nel 2015 si avvicinerà a quota zero. Significa che il commissariamento potrà terminare e la Regione tornerà padrona del proprio destino. Ma soprattutto vuole dire che entro la fine dell'anno si sbloccherà il turnover, si potranno fare assunzioni, andare a colmare le lacune che si sono create, visto che rispetto al 2007 ci sono 8.000 dipendenti in meno e quelli in servizio ha una età media alta (il 35 per cento ha più di 54 anni). Ecco, per mettere in fila questi risultati serviva un altro tassello: l'approvazione degli atti aziendali delle Asl, cioè i piani dettagliati di governo scritti dai direttori generali. Mancavano da 9 anni e il governo chiedeva con forza alla Regione di mettersi in regola. Ieri il presidente Nicola Zingaretti, affiancato dal subcommissario Giovanni Bissoni, ha annunciato: «Con questi atti nelle Asl si colpiscono doppioni, sprechi, sovrapposizioni, rendite di posizione, si investe sul personale, si colpiscono quelli che noi abbiamo chiamato i feudalesimi della sanità». Un esempio: i tagli delle Uoc (unità operative complesse), vale a dire reparti con i rispettivi primari. Non significa, in questo caso, taglio di posti letto, ma stop alla follia di reparti che a volte servivano solo per dare un posto a un primario. La diminuzione è del 38%: da 1.774 a 1.090. Ad esempio al San Camillo ci saranno cinque primari in meno, al San Giovanni 35, all'Asl Roma B 10, all'Asl Roma C 74, al'Asl Roma D 8, all'Asl Roma E 64. PERSONALE Il direttore della cabina di regia della sanità del Lazio, Alessio D'Amato, dice che si tratta di «una giornata storica per il Lazio». Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, attesa alla presentazione, ha rinunciato dicendo di avere l'influenza (anche se nel pomeriggio ha partecipato a una iniziativa al Maxxi). L'attenzione comunque è tutta sulla necessità di ridare ossigeno agli organici degli ospedali. L'avvicinarsi della fine del commissariamento consentirà entro la fine dell'anno di stabilizzare 600 dipendenti precari e di partire con nuove assunzioni. Ma c'è un problema all'orizzonte: il Giubileo porterà a Roma milioni di fedeli che rischiano di mandare in tilt gli ospedali. Zingaretti: inizieremo un confronto con il governo per preparare un piano di azione. In altri termini: anche il sistema sanitario regionale avrà necessità di nuove risorse per affrontare l'assalto dei fedeli, tenendo conto che nel 2000 vi erano più ospedali in funzione e oltre 8.000 dipendenti in più. «Stiamo preparando un piano e la prossima settimana incontreremo, in sede tecnica il ministero della Salute per cominciare a fare i primi passi ed essere pronti». TASSE Il risanamento della sanità laziale ha coinciso con l'innalzamento dell'addizionale Irpef regionale. Zingaretti ha garantito una riduzione per il 2016. È ancora valida questa promessa? «Stiamo raggiungendo gli obiettivi in termini di abbassamento di fiscalità ma dobbiamo fare i conti con politiche fiscali nazionali che stressano il sistema. Se raggiungeremo l'obiettivo di un disavanzo zero, con quel monte di entrate fiscali e al netto di nessun taglio da parte del governo, confermo che la riduzione della pressione fiscale è possibile». Tradotto: se non ci saranno altri tagli alle Regioni del governo, abbasseremo l'addizionale Irpef. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 76 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ 03/04/2015 Il Messaggero - ed. Ancona Pag. 41 (diffusione:210842, tiratura:295190) JESI «L'organico del Pronto Soccorso non è affatto al completo». Giacomo Mancinelli della Cgil smentisce il primario del reparto Gilberto Bruciaferri, raccontando di un unità operativa «amareggiata e svilita dalla presa di posizione del proprio direttore medico». Qualche giorno fa medici, infermieri e oss del Pronto Soccorso hanno scritto una lettera aperta, la seconda in pochi mesi, per denunciare le difficoltà a gestire l'afflusso dell'utenza, rivelando di essere costretti a lasciare alcuni pazienti in barella anche per 36 ore. Un quadro, quello tracciato dal personale, che non combacia con quanto affermato da Bruciaferri, che attribuisce il sovraffollamento «a una tendenza nazionale e all'incremento di pazienti anziani con pluripatologie», precisando comunque che «i letti/barella sono dotati di tutti i requisiti necessari per il comfort». «Parlare di comfort su un letto barella mi sembra eccessivo - replica Pasquale Liguori del Tribunale per i diritti del malato - Se si vuole proprio dire qualcosa, si doveva forse parlare di necessità assistenziali. In un ospedale degno di tale nome il paziente dovrebbe rimanere in letto barella il meno possibile». I NUMERI Delibere e dati alla mano, Mancinelli punta invece l'attenzione sull'organico, che a detta del primario del Pronto Soccorso «può considerarsi di fatto completato, tanto da permettere a tale unità operativa, con l'assegnazione di una ulteriore unità medica, di farsi carico della guardia interdivisionale». «Di infermieri dovrebbero essercene 30 ma ce ne sono 29 in quanto vi è una maternità non sostituita - ribatte il sindacalista - Relativamente agli oss, fondamentali per la fluidità degli interventi, siamo a quota 10 mentre dovrebbero essere 12 (uno è in malattia, l'altro in procinto di andare in pensione). E ieri, tanto per comprendere le difficoltà di questa nevralgica unità operativa, 6 operatori erano in malattia. Mi dispiace che Bruciaferri abbia detto che l'organico è di fatto completo. Le sue dichiarazioni hanno creato malumore, il grido d'allarme di medici, infermieri e oss è stato come svilito. E anche liquidare le criticità con i tanti accessi impropri, in un momento di crisi e di contesti non sempre sereni, può apparire semplicistico. Non penso che, avendo mezzi economici a disposizione, tutti quelli che ora passano una giornata intera al Pronto Soccorso lo farebbero». IL SINDACO La vicenda spinge anche il sindaco Massimo Bacci a dire la sua: «Nel momento in cui questa amministrazione comunale si è insediata, la realtà sanitaria presentava tante criticità. Anche grazie ad una nuova Direzione di Area Vasta che ha mostrato sensibilità e attenzione si è riusciti ad ottenere importanti risultati, a partire dal definitivo avvio del Carlo Urbani. A questo hanno fatto seguito altri significativi riscontri, come la nomina dei primari di Cardiologia e Chirurgia. Non tutte le criticità potevano essere superate in questo breve lasso di tempo. E certamente la questione del Pronto Soccorso e più in generale dei posti letto è da affrontare e risolvere compiutamente. Siamo pronti a farlo». Matteo Tarabelli © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 77 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Medici e pazienti contro Bruciaferri 03/04/2015 QN - Il Resto del Carlino - ed. Bologna Pag. 24 (diffusione:165207, tiratura:206221) «L'assistenza sanitaria è un diritto, faremo pressione sugli enti preposti» VALSAMOGGIA «L'IMPEGNO del Comune per attivarsi presso la Regione e presso gli enti competenti su queste questioni non si è mai fermato e mai si fermerà. Questa amministrazione sarà sempre dalla parte dei cittadini che chiedono la tutela della loro salute e servizi che vadano incontro alle loro esigenze, tenendo conto in modo concreto delle possibilità che ci sono e interloquendo con tutti gli attori coinvolti per trovare le migliori soluzioni possibili». La maggioranza si affida alle parole del dottor Paolo Messina, medico chirurgo ed assessore alle Politiche Sanitarie di Valsamoggia, per commentare l'esito della votazione bipartisan dei due ordini del giorno che tendono a rafforzare il sistema di assistenza sanitaria dei cittadini della vallata. «Quello all'assistenza sanitaria è uno dei diritti essenziali del cittadino basato sui principi fondamentali della nostra Costituzione chiarisce il medico-assessore-. Ci siamo attivati fin da subito per fare pressione presso gli enti competenti per ridurre le liste di attesa per le prestazioni sanitarie, ormai a livelli intollerabili, a mettere in funzione al più presto la nuova Casa della Salute e per potenziare al massimo possibile i servizi forniti dall'ospedale Dossetti di Bazzano, primo presidio fondamentale e irrinunciabile di accesso ai servizi sanitari del nostro territorio» scrive in una nota il dottor Messina. «I due ordini del giorno aggiunge approvati lunedì sera in consiglio comunale sono incoraggianti in questo senso Il fatto che siano stati approvati all'unanimità dimostra quanto il diritto alla salute sia una tematica sentita in modo uguale da tutti i rappresentanti che siedono in consiglio» conclude anticipando l'intenzione di organizzare nuovamente l'assemblea pubblica sul tema sanitario che venne annullata dieci giorni fa. g. m. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 78 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VALSAMOGGIA LE RASSICURAZIONI DOTTOR PAOLO MESSINA, MEDICO CHIRURGO E ASSESSORE ALLE POLITICHE SANITARIE 03/04/2015 QN - Il Resto del Carlino - ed. Bologna Pag. 24 (diffusione:165207, tiratura:206221) di GABRIELE MIGNARDI BAZZANO VALSAMOGGIA unita nella richiesta di aprire a Bazzano un Day Hospital oncologico nel quale i malati di tumore del distretto di Casalecchio possano ricevere le cure periodiche necessarie al controllo della malattia. La richiesta di attivare questo nuovo servizio presso l'ospedale Dossetti fino a tre giorni fa era una semplice petizione avviata dalla lista civica Civicamente Valsamoggia e appoggiata dagli altri gruppi di opposizione e soprattutto da quasi tremila firme raccolte nelle piazze e nei banchetti aperti nei piccoli e grandi centri della vallata. Lunedì sera però, col voto unanime del consiglio comunale, e quindi con l'adesione esplicita anche del gruppo di maggioranza e del Pd, la petizione acquista una forza decisamente maggiore dal momento che impegna la giunta e il sindaco di Valsamoggia «ad attivarsi presso la Regione Emilia Romagna e l'Azienda Usl di Bologna per richiedere di avviare il servizio di Day Hospital Oncologico presso l'ospedale Dossetti di Bazzano entro l'anno 2015». IL PERCORSO per vedere l'apertura di questo servizio anche nell'unico distretto del territorio bolognese che non ce l'ha è ancora lungo. Ma alimenta la speranza dei malati che per i cicli di chemioterapia devono arrivare fino al Bellaria di Bologna o addirittura all'ospedale di Vergato. «Ci sono persone, magari di età avanzata, e malati di tumore, che devono fare oltre cento chilometri al giorno per una terapia spesso pesantissima e questo mentre ormai la metà dei posti letto dell'ospedale di Bazzano sono stati soppressi» dicono i promotori della petizione che esultano per un segno esplicito di apertura da parte della maggioranza di governo. «Nonostante le pessime premesse (tante persone ci accusavano di populismo, demagogia, addirittura di lucrare sul dolore della gente') esulta Simone Rimondi, capogruppo di Civicamente Samoggia- , nonostante le tante e diverse dichiarazioni da parte del sindaco e della maggioranza, sempre contrariata da tale idea e nonostante in questa legislatura una proposta dell'opposizione non fosse mai stata votata anche dall'amministrazione, stavolta su questo problema concreto c'è stato un cambio di rotta importante . L'altra sera è stato compiuto il primo passo per questa battaglia di civiltà e dignità, una battaglia che non vedrà vincere una determinata parte politica, ma soprattutto i malati e i cittadini del nostro Comune». ABBOZZA il sindaco Daniele Ruscigno: «Questo servizio è comunque una parte del programma di potenziamento del ruolo del nostro ospedale ed è quindi compreso nell'ordine del giorno proposto dalla maggioranza e votato anch'esso all'unanimità». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 79 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Day Hospital oncologico, sì bipartisan in Consiglio Ora tocca a Regione e Ausl 03/04/2015 Avvenire - ed. Milano Pag. 3 (diffusione:105812, tiratura:151233) Farmaci rubati La gang aveva base in regione Arrestati un milanese, due pavesi e un abitante di Monza TINO REDAELLI C`era un milanese, già indagato per analoghi reati commessi nel 2008 - per i quali risulta tuttora imputato in un processo in corso -, al vertice dell'associazione a delinquere che si dedicava al furto, alla ricettazione, al riciclaggio e al traffico internazionale di farmaci. La gang è stata sgominata dai Nas di Milano (ne parliamo in pagina nazionale ndr. ) a conclusione dell'operazione denominata "Pharmatraffic". L'uomo, tratto in arresto insieme ad altre 18 persone (6 in carcere e 13 agli arresti domiciliari) in esecuzione di un'ordinanza del Gip di Monza, attraverso la sua società di vendite all'ingrosso di medicinali, tesseva le fila di una complessa rete di persone - almeno una cinquantina - tra farmacisti, titolari e addetti di società di commercio all'ingrosso di farmaci, agenti di commercio e autotrasportatori che, sfruttando le rispettive cariche, rubavano, per poi commercializzare all'estero (principalmente in Germania, Bulgaria, Olanda, Montenegro, Inghilterra e Svizzera) costosi farmaci ospedalieri, principalmente destinati alla cura di malattie rare e di alcuni tipi di tumori. Tra gli arrestati, anche due monzesi responsabili di un magazzino all'ingrosso di medicinali, ai quali gli inquirenti sono giunti seguendo le tracce di una partita di farmaci (16mila confezioni per un valore di 2,8 milioni di euro) rubati in un deposito della provincia di Milano e rinvenuti in un distributore tedesco. Accusati di riciclaggio, invece, i titolari di alcune ditte di Pavia e Sondrio, che si occupavano di dare veste legale ai farmaci rubati, facendoli figurare come acquistati da società estere. Dalle indagini si è giunti a ricostruire l'intera filiera di quello che il pr ocuratore aggiunto del Tribunale di Monza Luisa Zanetti ha definito «un mercato parallelo del farmaco». Gli inquirenti calcolano che, nei pochi mesi in cui si è sviluppata l'indagine, il giro d'affari di questa organizzazione sia stato di 10 milioni di euro, mentre il danno complessivo causato ad ospedali (soprattutto milanesi), aziende farmaceutiche e fisco sia stato di almeno 23 milioni di euro. Foto: Gli accertamenti dei Carabinieri Foto: (Omnimilano) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 80 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il blitz dei carabinieri 03/04/2015 Avvenire - ed. Milano Pag. 3 (diffusione:105812, tiratura:151233) Dopo la chiusura del presidio di Giussano, questa struttura è divenuta strategica per il nord della Brianza PIERFRANCO REDAELLI Dopo un anno di lavori, è stato presentato ieri il nuovo Pronto soccorso dell'ospedale di Carate Brianza. All'interno dell'Azienda Ospedaliera di Vimercate-Desio, dopo la chiusura del pronto soccorso di Giussano, questa struttura è diventata strategica per il nord della Brianza. Con l'insediamento poi della cardiologia, sono circa 40mila gli ingressi annui al posto di pronto soccorso. Fra gli interventi previsti dal direttore generale dell'azienda Pietro Caltagirone, dopo la realizzazione della nuova palazzina, per portare l'intero nosocomio al passo con i tempi, è diventato preminente l'accreditamento del nuovo pronto soccorso. Il nuovo reparto di emergenza è stato raddoppiato negli spazi. A partire dalla sala d'attesa, molto più ampia e confortevole sia per i pazienti che per i parenti. Gli ambulatori specialistici sono passati da quattro a sei, con la presenza di nuove specializzazioni. «Ma innovativo - dice il direttore sanitario dell'azienda, Marco Bosio - sono i nuovi sette posti di degenza di Ps. Letti di osservazione "breve" dove i pazienti che arrivano dal triage, possono nelle 24-36 ore successive essere sottoposti ad ulteriori esami clinici per poi essere dimessi o ricoverati nei vari reparti». A conferma del rilancio di questo ospedale, va ricordato che recentemente è stata installata una Tac di nuova generazione, preziosa per la diagnosi e la cura dei degenti. Inoltre è stata potenziata con nuove e moderne macchine tutta la divisione di radiologia. Innovazioni che rendono Carate, il suo Ps, fra i punti di riferimento per la sanità a nord di Monza, al confine con le province di Como e di Lecco. Non a caso sono in costante aumento i ricoveri che arrivano da fuori provincia. Bosio si sofferma sull'efficienza delle squadre che, sotto il controllo dell'ufficio tecnico, hanno lavorato per questo ammodernamento. Il pronto soccorso di Carate è stato infatti sempre al servizio dei pazienti nell'arco delle 24 ore, tutti i giorni dell'anno. Con l'apertura del nuovo Ps e con l'arrivo da Giussano dell'ortopedia, Carate diventa strategico per la sanità lombarda. All'ospedale «Secco Borella» di Giussano, secondo i piani aziendali, a fronte della perdita di alcuni reparti, dovrebbe essere realizzato il nuovo grande centro materno infantile per tutta la Brianza. Foto: Nuovo presidio a Carate Brianza VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 81 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Carate Brianza, apre il nuovo pronto soccorso dell'ospedale 03/04/2015 Il Gazzettino - ed. Venezia Pag. 6 (diffusione:86966, tiratura:114104) Nuovo pediatra, l'Ulss interviene Ripristino dei servizi mancanti e nuovo pediatra in arrivo. Sono le rassicurazioni date dal direttore generale dell'Ulss12 Giuseppe Dal Ben, che mercoledì scorso ha partecipato ad un incontro pubblico nella sala consiliare per illustrare il futuro dei vari servizi presenti nel distretto sanitario di Cà Savio. Una riunione particolarmente sentita, alla quale hanno partecipato oltre al sindaco Claudio Orazio e gli altri candidati a sindaco, anche i rappresentanti della associazioni di volontariato del territorio a partire dal'Uildm, dalla cooperativa «Ci Siamo Anche Noi» e dai volontari del soccorso. Sotto osservazione sono dunque finiti gli argomenti affrontati nelle scorse settimane e su tutti l'arrivo del nuovo pediatra. Una vicenda scaturita ancora ai primi di novembre dell'anno scorso novembre, sollevando molte polemiche fra i genitori e gli esponenti politici locali. In particolare perché nel territorio era rimasto un solo pediatra, il dottor Righetti (che ha anche aumentato gli orari di ricevimento), al quale l'Azienda sanitaria aveva alzato la soglia di mille assistiti per far fronte all'emergenza. Per i genitori che non avevano trovato collocazione, le soluzioni prospettate erano rimaste due: o scegliere un pediatra in una zona vicina, per esempio con ambulatorio al Lido, oppure di affidarsi momentaneamente a un medico di base. Durante l'incontro è stato spiegato che l'annunciato arrivo di una nuova dottoressa per il 16 aprile non ci sarà perché tutti i medici che hanno partecipato al bando hanno rifiutato l'incarico. Per questo la stessa Azienda sanitaria ora sta scorrendo una nuova graduatoria. Tuttavia, dal prossimo 20 aprile, l'Ulss12 manderà a Cavallino-Treporti un proprio medico pediatra che in questa fase sarà presente 4 volte alla settimana. «Potrebbe sembrare una soluzione di ripiego - ha detto il sindaco Claudio Orazio - ma così non è: si tratta di una risposta importante». È stato inoltre annunciato il ripristino dei servizi legati alla medicina legale per due volte alla settimana, come il rinnovo della patente e per le vaccinazioni antitetanica. «Sarà inoltre ripristinata la presenza del logopedista e del servizio di neuropsichiatria - conclude Orazio - tra i temi discussi c'è stato poi quello legato alla realizzazione dei nuovi spazi a Cà Vio, nel centro servizi per gli anziani, in modo da migliorare i servizi: c'è la disponibilità del privato e della stessa Azienda sanitaria, ora andrà perfezionato l'accordo». © riproduzione riservata VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 82 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Giuseppe Babbo 03/04/2015 Il Gazzettino - ed. Venezia Pag. 19 (diffusione:86966, tiratura:114104) Crisi, assalto ai dentisti dell'Asl La crisi fa aumentare le prestazioni delle cure dentistiche all'ospedale cittadino e l'Asl decide di reclutare i futuri professionisti dell'università di Padova. «Abbiamo registrato un incremento di richieste di prestazioni odontoiatriche che sfiora il 40% - ha spiegato il direttore generale Carlo Bramezza - sia per lo stato di crisi che ha accentuato il riscorso al servizio sanitario nazionale, sia perché stanno aumentando i pazienti vulnerabili, ossia oncologici, cardiopatici, disabili collaborativi, psichiatrici, dializzati, ai quali l'Odontostomatologia fornisce cure mediante percorsi protetti». Ed allora, dovendo fare i conti anche con il bilancio, ecco l'idea: ricorrere alle università. Grazie a un accordo sottoscritto con l'università di Padova, da oggi l'Asl 10 può contare su quattro studenti del corso di laurea in Igiene dentale e due del corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria. «Un'azienda pubblica - continua il direttore generale - ha il dovere di dare una risposta alle persone deboli ed è così che abbiamo pensato alla convenzione con l'università». Accordo che sta già dando buoni risultati, come ha sottolineato il dottor Michele Capuzzo, direttore dell'unità di Odontostomatologia, che ha tracciato un quadro dell'attività svolta con i suoi collaboratori: 11 specialisti per 168 ore settimanali, inclusa l'attività svolta il sabato mattina, per un totale di circa 17mila prestazioni erogate nel 2014. «Con questa convenzione possiamo implementare l'odontoiatria sul fronte della prevenzione per i soggetti vulnerabili - osserva il dottor Capuzzo - come ad esempio i pazienti oncologici che assumono bifosfonati». Entro l'anno il reparto verrà trasferito in locali più ampi, con la possibilità di passare da 5 a 9 postazioni. Ed a proposito di interventi abbatti-crisi, i cittadini possono usufruire degli interventi di implantologia, in libera professione, con sconti del venti per cento. © riproduzione riservata VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 83 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Fabrizio Cibin 03/04/2015 Il Gazzettino - ed. Pordenone Pag. 11 (diffusione:86966, tiratura:114104) Le farmacie comunali ampliano l'orario d'apertura SACILE - (fs) Deliberato dalla giunta comunale un progetto obiettivo per le farmacie Comunali per garantire durante l'anno in corso il servizio festivo diurno e notturno ai cittadini. Progetto obiettivo che vedrà coinvolto il personale dipendente delle due farmacie comunali, quella di via Ettoreo, la farmacia San Gregorio e quella di via Peruch, la farmacia San Michele, che svolgeranno il servizio al di fuori del normale orario. L'impegno di spesa ammonta a complessivi 9 mila 810 euro, dei quali 8 mila 277 alla farmacia San Gregorio e mille 533 alla farmacia San Michele. Una decisione presa dall'amministrazione Comunale in considerazione del fatto che il servizio fornito dalle farmacie è imprescindibile per la salute del cittadino e che sarà regolato tramite un preciso calendario di turnazione con le altre presenti sul territorio, concordato e approvato dall'Azienda sanitaria. Servizio che deve essere obbligatoriamente effettuato pena la decadenza dell'autorizzazione all'apertura della farmacia stessa. Un progetto che per motivi d'urgenza, dovuti alla necessità di provvedere all'immediata erogazione dell'attività è già partito e la cui rilevanza economica è già stata inserita nel bilancio di previsione 2015, recentemente presentato in Consiglio Comunale, la cui approvazione sarà discussa nelle prossime settimane. © riproduzione riservata VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 84 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'amministrazione ha stanziato 10 mila euro per coprire il costo del personale nei giorni festivi 03/04/2015 Il Gazzettino - ed. Venezia Pag. 2 (diffusione:86966, tiratura:114104) Passi in avanti, negli ultimi due anni, ne sono stati fatti tanti: dalla realizzazione del nuovo padiglione Jona al recupero della Scuola Grande di San Marco. Ma ora per il Civile c'è un piano complessivo di riordino. L'Ulss 12 ha fatto censire l'intera area ospedaliera, con i suoi 24.000 metri quadri di estensione e i 350mila metri cubi di volumi, stanza per stanza, scoperto per scoperto, individuando quattro grandi areee dove ridistribuire, in una mappa finalmente logica, le varie funzioni: oltre a quella ospedaliera, il nuovo polo della sanità territoriale, i servizi, l'area monumentale-espositiva. «É stato uno studio importante - spiega il direttore generale, Giuseppe Dal Ben - per fare il punto della situazione, capire cosa c'era e cosa si può fare. Un segno dell'attenzione forte che abbiamo per il Civile». Ora il nuovo piano distributivo è all'esame di Regione, Soprintendenza e Salvaguardia per le varie autorizzazioni. Per alcune trasformazioni l'iter inizia adesso, altre sono già approvate e finanziate. Ed ecco, allora, i prossimi passi di una rivoluzione in corso, che la direzione dell'Ulss, in scadenza a fine anno, lascerà in eredità. L'AREA MONUMENTALE - Con l'apertura dello Jona, si sono liberati tanti spazi storici, finora "piegati" a un uso sanitario improprio. Per evitare il rischio abbandono, l'Ulss ha scelto di riaprirli con interventi a basso costo. «Non restauri di fondo, ma messe in sicurezza con cura e buon gusto per consentirne l'utilizzo» spiega Dal Ben. É quello che è successo per la sala dei Novizi, che in queste settimana ospita la mostra sulle epidemie. Elegante stanza a volte che era stata sezionata in tanti locali per ospitare il laboratorio analisi. Nuova vita anche per gli ex spogliatoi del personale, ora restituiti alle grandiosi dimensioni della sala degli Angeli, per eventi e mostre. Stessa sorte ora toccherà al Dormitorio dei frati (ex lungodegenza, diventerà archivio e sala lettura) e al Refettorio antico (deposito frazionato con futura destinazione museale). É il "quadrilatero di San Domenico" - dal nome dell'antico convento - che potrebbe essere pronto già a fine anno, collegando la Manica lunga alla Scuola Grande, in un unico percorso. Spazi enormi da affidare alla futura Fondazione Scuola Grande di San Marco. POLO TERRITORIALE - Altra tappa importante, la trasformazione dei due chiostri dei Mendicanti, che fino a pochi mesi fa ospitavano l'area medica, nel polo della sanità territoriale. L'ex ginecologia, una volta sistemata, potrebbe ospitare l'ospedale di comunità, 20 posti letto forse più, gestito da personale sanitario esterno. «L'augurio è che se ne occupino i medici di base. C'è un iter in corso» spiega Dal Ben. Qui troverà posto anche una medicina di gruppo integrata, con una decina di medici di base, e un presidio di guardia medica, per un servizio h24. «La guardia medica sarà sdoppiata, tra Giustinian e Civile per garantire una copertura più omogena del centro storico» precisa il dg. Tutto da completare entro l'anno. Un po' di più, invece, potrebbe volerci per creare un poliambulatorio e riorganizzare mensa e cucina, sempre ai Medicanti. NUCLEO OSPEDALIERO - E arriviamo all'ospedale vero e proprio. Tra un mese, poco più, sarà inaugurata l'attesa cavana coperta, investimento da 500mila euro. Ancor più attesa la ristrutturazione del Gaggia: 7 milioni per un anno di lavori, poco più. «Siamo pronti per andare in gara - annuncia il dg - qui resterà il polo onco-ematologico, con radiologia, radioterapia e medicina nucleare. Sarà un intervento complesso perché si lavorerà con i servizi all'interno, pezzo per pezzo». Da ristrutturare anche il Semerani: intervento da un milione per ricavare tutte stanze a due letti con servizi. Tra i piani dell'Ulss, anche una riorganizzazione del Pronto soccorso (per avere più letti e ambulatori) e la creazione di una seconda piazza coperta anche dall'altro lato della Piastra chirurgica. PULIZIE GENERALI - Ultima area quella del Canal al pianto, già ristrutturata per ospitare servizi e formazione. Ma il nuovo piano prevede anche un riordino generale dell'area ospedaliera, con l'eliminazione di tanto disordine cresciuto nel corso dei decenni. «C'è bisogno di una grande pulizia generale - spiega il dg - di eliminare tante baracche e baracchette, ma anche qualche volume da ricostruire». Come il prefabbricato che fino a pochi giorni fa ospitava ematologia, ai piedi del Gaggia. L'Ulss chiede di abbatterlo per costruire un VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 85 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il nuovo Civile , tra cultura e servizi 03/04/2015 Il Gazzettino - ed. Venezia Pag. 2 (diffusione:86966, tiratura:114104) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato edificio che magari potrebbe ospitare la direzione sanitaria. Si vedrà. © riproduzione riservata VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 86 03/04/2015 QN - Il Giorno - ed. Milano Pag. 8 (diffusione:69063, tiratura:107480) di ALESSANDRA ZANARDI VIZZOLO PREDABISSI DAL 13 APRILE l'Azienda ospedaliera di Melegnano avrà un nuovo direttore generale. Si tratta di Paolo Grazioli, attualmente al top della Asl di Sondrio. Finisce così il commissariamento del colosso sanitario dell'Est Milanese, che da maggio 2014 è retto da un organo tecnico nella figura di Marina Gerini. Era stata la Regione a stabilire il commissariamento dell'Ao dopo averne sospeso i vertici, l'allora direttore generale Paolo Moroni e il direttore amministrativo Patrizia Pedrotti, finiti tra gli indagati dell'inchiesta sui presunti appalti truccati nell'Expo e della sanità. A gennaio la stessa Regione ha decretato il reintegro dei due dirigenti, per i quali la Cassazione ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari. Solo Patrizia Pedrotti è tornata al suo posto, a Vizzolo Predabissi. Moroni è stato destinato alla Asl di Lecco. COSÌ NEGLI ULTIMI MESI l'Azienda di Melegnano è rimasta commissariata. La svolta è arrivata l'altro giorno, quando l'esecutivo Maroni ha deciso un nuovo valzer di poltrone. Grazioli si sposterà dalla Valtellina al Sud Milano, mentre alla Asl di Sondrio arriva Mauro Lovisari, già direttore generale dell'Ao di Lecco (e, nei primi anni Duemila, dell'Ao di Melegnano). In riva al Lambro sono in molti a chiedersi se questo ennesimo avvicendamento rappresenterà un ritorno alla normalità o solo un altro tassello nella travagliata storia del gruppo sanitario locale. Di certo l'Azienda melegnanese ha bisogno di stabilità, e anche di un'operazione di rilancio chiesta più volte dai sindacati. UNO SGUARDO ai numeri. Con 6 ospedali e 15 poliambulatori, l'Ao è estesa su un territorio che dal Sud Milano arriva fino ai confini con la Bergamasca. Al suo interno lavorano 2.500 persone tra medici e figure di comparto. Ogni anno l'azienda fa registrare 30mila ricoveri, 2mila nascite e 128mila accessi al pronto soccorso. Ogni anno si effettuano mediamente 13.500 interventi mentre i poliambulatori erogano oltre 4 milioni di prestazioni. Il quartier generale del gruppo, l'ospedale di Vizzolo appunto, raccoglie anche l'utenza dell'Alto Lodigiano e dell'Alto Pavese. Il presidio di via Pandina conta 313 posti-letto e 50 mila accessi annui al pronto soccorso. [email protected] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 87 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dal commissario al manager 03/04/2015 QN - Il Giorno - ed. Brianza Pag. 4 (diffusione:69063, tiratura:107480) L'inchiesta partita da una società di Monza IL PM Sorpresi che prodotti di così ingente valore consegnati a semplici vettori STEFANIA TOTARO - MONZA - È PARTITA da Monza l'indagine dei carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni di Milano che ha sgominato un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di farmaci ospedalieri destinati a pazienti malati di cancro o di malattie rare. Da una società di commercio all'ingrosso di farmaci monzese, infatti, era partita una partita di questi prodotti intercettata dai militari grazie alle informazioni assunte tramite le polizie di Interpol e ai colleghi di Germania, Inghilterra e Svizzera. Ma soprattutto grazie alla tracciabilità dei farmaci che è diventata obbligatoria in Italia rispetto ad altre nazioni europee e che ha permesso di risalire al percorso inverso intrapreso da questi medicinali rubati. LA SOCIETÀ MONZESE di commercio di farmaci all'ingrosso agiva anche da collettore del riciclaggio giustificando, a sua volta, la provenienza dei farmaci mediante false fatture di acquisto da società provenienti da queste nazioni, oltre che da Irlanda e Malta. Monzesi anche due dei destinatari delle 19 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip del Tribunale di Monza, uno finito in carcere e l'altro agli arresti domiciliari. L'inchiesta dei carabinieri del Nas è stata coordinata dal sostituto procuratore monzese Caterina Trentini e, dopo che la pm si è trasferita alla Procura di Milano, ora è seguita dalla collega Franca Macchia che, dopo gli interrogatori di garanzia in corso, porterà l'operazione denominata «Pharmatraffic» a processo. «CI HA SORPRESO che farmaci di così ingente valore fossero affidati per la consegna a semplici vettori che ben avrebbero potuto approfittare della situazione - ha commentato la pm Caterina Trentini - Negli ospedali, invece, dove venivano consegnate le scatole di medicinali, stentavano ad accorgersi che alcune scatole di farmaci in realtà erano vuote perchè i contenitori venivano riposti nelle farmacie degli ospedali e usati poco frequentemente perchè destinati alla cura del cancro o di malattie rare. Nelle indagini è stato anche scoperto che per il traffico di questi farmaci, a prescrizione limitata ma di grande profitto (quindi con poche vendite si ottenevano grossi guadagni) si era formato un 'cartello' di collaborazione tra gli indagati per riuscire tutti ad approfittare dei proventi di questa attività illecita». Alcuni di questi farmaci erano sottoposti al regime della temperatura controllata (per esempio la loro temperatura non doveva mai salire al di sopra dei 28 gradi sotto zero) e spesso questo regime non è stato rispettato. «L'UTILIZZO di questi farmaci riciclati ha quindi comportato un potenziale rischio per l'integrità dei medicinali e per la salute dei pazienti - ha invece sottolineato il procuratore aggiunto della Repubblica di Monza Luisa Zanetti - e per questo, alle accuse già formulate, abbiamo aggiunto anche quella di commercio di medicinali guasti». La vice del procuratore capo monzese Corrado Carnevali ha però precisato che nessuno di questi farmaci è stato somministrato negli ospedali italiani, rassicurando alcuni responsabili dell'Asl di Monza che si erano presentati alla conferenza stampa indetta al palazzo di giustizia monzese per ottenere rassicurazioni sulle conseguenze sanitarie di questa inchiesta. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 88 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Operazione Pharmatraffic I medicinali salvavita finivano nel mercato nero 03/04/2015 QN - Il Giorno - ed. Sondrio Pag. 9 (diffusione:69063, tiratura:107480) In carcere titolare di una ditta che commercia medicinali all'ingrosso di SUSANNA ZAMBON SONDRIO C'È ANCHE un imprenditore sondriese di 64 anni tra i 19 arrestati dai carabinieri dei Nas di Milano perché ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione, riciclaggio e commercio internazionale di farmaci, anche antitumorali. Tra i sei uomini finiti in carcere (gli altri sono agli arresti domiciliari, ndr) c'è appunto anche un valtellinese titolare di una ditta con sede nel capoluogo che si occupa di commercio all'ingrosso di medicinali. LA PROCURA di Monza, titolare dell'inchiesta denominata «Pharmatraffic», ha disposto che non vengano resi noti i nomi degli arrestati a tutela della delicata indagine avviata nel 2011 e non ancora conclusa. L'indagine ha permesso ai Carabinieri del Nas di scoprire un'associazione per delinquere composta da 50 persone (farmacisti, titolari ed addetti di società di commercio all'ingrosso di farmaci ad uso umano e veterinario, agenti di commercio nel settore farmaceutico, autotrasportatori) che, sfruttando le rispettive cariche sociali e professionali, si associavano tra loro allo scopo di commettere furti, ricettazione, riciclaggio e traffico internazionale di farmaci attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti in Italia e all'estero. L'ATTIVITÀ investigativa ha tratto origine dall'analisi di furti di medicinali ospedalieri ad alto costo, avvenuti presso alcune ditte depositarie e grossiste di Milano e provincia, che i carabinieri hanno rinvenuto in parte presso alcuni grossisti tedeschi e in parte sequestrato (circa 16mila confezioni di farmaci per un valore di 2.800.000 euro). Gli accertamenti del Nas di Milano hanno accertato numerosi furti di farmaci, che venivano successivamente riciclati mediante false fatturazioni da parte di ditte inglesi, irlandesi, maltesi e svizzere, poi reimmessi nel mercato europeo da alcune ditte di Monza, Milano, Caltanissetta, Crotone, Genova, Pavia, Napoli e, appunto, Sondrio. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 89 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmaci rubati, arrestato sondriese 03/04/2015 QN - La Nazione - ed. Livorno Pag. 7 (diffusione:136993, tiratura:176177) -LIVORNO- TORNA in azione il rapinatore solitario delle farmacie. E'accaduto nelle prime ore di ieri quando il malvivente ha fatto irruzione nella farmacia di via Giotto Ciardi nel quartiere Scopaia. Armato di taglierino si è fatto consegnare il denaro. Modesto il bottino: 30 euro. La rapina si è consumata in una manciata di minuti intorno alle 15.20 quando nella farmacia è entrato un giovane sulla trentina che taglierino alla mano ha minacciato i presenti e ha acciuffato trenta euro ed è scappato. Fortunatamente nessuno si è fatto male e non è stato necessario l'intervento del 118 per i soccorsi. In via Giotto Ciardi è intervenuta la polizia. Il primo intervento è stato fatto dagli agenti delle Volanti. Indagini in corso. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 90 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rapina la farmaciama il bottinoè solo 30 euro 03/04/2015 QN - La Nazione - ed. Pisa Pontedera Pag. 14 (diffusione:136993, tiratura:176177) La psicosi si combatteanche in farmacia :con informazioni giuste UN PIANO condiviso ed organizzato contro la meningite e organizzato in modo capillare in tutto il territorio. Le farmacie dell'Empolese Valdelsa e della zona del Cuoio (sono mobilitate per la campagna promossa dall'Asl 11 sulla prevenzione da meningococco di tipo C, che nel giro di poco più di un mese ha ucciso un 13enne, un ragazzo di 17 anni e, ultimo caso, una infermiera 34enne. Ieri a Empoli, spiega l'azienda in una nota, «si è svolto positivamente l'incontro con i rappresentanti delle farmacie del territorio servito dall'Asl 11 al fine di garantire un'ampia e corretta campagna informativa sulla malattia meningococcica». L'accordo siglato permette una «distribuzione di materiale informativo sulla malattia meningococcica all'insegna della prevenzione e di una corretta conoscenza della casistica che rassicuri la popolazione, fortemente provata sul piano emotivo dai recenti tristi eventi». Esistono vaccini polivalenti contro il meningococco A C W Y. I ceppi A W Y sono molto rari sul nostro territorio, rende noto l'Asl 11. La vaccinazione polivalente è consigliata per chi viaggia all'estero, dove questi ceppi sono più frequenti, e per i soggetti affetti da alcune patologie che provocano immunodeficienza. Questo tipo di vaccino è offerto gratuitamente agli assistiti con immunodeficienza. Negli altri casi è necessario versare un ticket di euro 34,14 ad uno sportello del Cup aziendale, quale differenza di costo fra il tetravalente e il vaccino antimeningococco di tipo C offerto gratuitamente. Intanto la Regione Toscana ha già avviato unindagine epidemiologica per meglio approfondire la circolazione del batterio del meningococco C e la sua caratterizzazione. In questi giorni i tecnici dellassessorato sono stati in stretto contatto con gli esperti dellIstituto Superiore di Sanità, che è lorganismo tecnico di riferimento delle Regioni, proprio per approfondire la situazione che si è verificata in Toscana, dove in tre mesi sono stati appunto, registrati una serie di casi di meningite meningococcica con sepsi di tipo C, di cui 3 mortali, a Empoli e comuni limitrofi. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015 91 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MENINGITE ACCORDO CON L'USL PROFESSIONI 5 articoli 03/04/2015 Milano Finanza - ed. N.66 - 3 aprile 2015 Pag. 16 (diffusione:100933, tiratura:169909) Gran shopping 2015 Manuel Follis e Stefania Peveraro C'è grande attività in queste settimane sui desk di advisor e banche, al lavoro su parecchie operazioni di m&a che vedono protagoniste aziende italiane. Alcune di queste operazioni sono state già annunciate e in via di definizione, altre sono pieno corso (ma di cui comunque si ha già notizia), mentre altre sono ancora sotto traccia. L'attività è assolutamente trasversale, trattandosi di deal da miliardi di euro come di operazioni da pochi milioni, che coinvolgono grandi gruppi industriali insieme a pmi e startup e vedono come acquirenti sia soggetti industriali sia fondi di private equity e di venture capital, italiani ed esteri. Il trend, va detto, non è solo italiano. Secondo i dati della società di analisi Dealogic il mercato europeo è ai massimi dal 2007 in quanto a operazioni di m&a (215 deal per 26,4 miliardi di dollari totali). Qualcosa rispetto ad allora è però cambiato, visto che il volume dei merger domestici è ai minimi dal 1997, mentre a farla da padrone sono le operazioni cross-region, con in testa gli Usa. Il momento di mercato è insomma particolarmente interessante. Non a caso nei giorni scorsi due importanti operazioni di m&a hanno visto coinvolti gruppi italiani. World Duty Free, oggi controllata da Edizione Holding, è stata acquisita da parte della svizzera Dufry per 1,3 miliardi, mentre la piattaforma francese Net-a-porter (principale retailer nel lusso online) ha siglato un accordo con Yoox (portale italiano dedicato all'e-commerce del lusso) che porterà alla nascita di un colosso da 1,3 miliardi di ricavi. Due operazioni che seguono di poco l'annuncio dell'ultima riorganizzazione della galassia Pirelli-Camfin, che vedrà i cinesi del gruppo statale ChemChina valutare l'azienda oltre 7 miliardi e lanciare un'opa per il delisting e controllare alla fine la maggioranza assoluta. Sono diversi i fattori che depongono a favore di un alto tasso di attività di m&a. Tra questi Marco Mazzucchelli, responsabile transaction advisory service di Ernst&Young per l'area Med (Italia, Spagna e Portogallo), ricorda «la forte disponibilità di denaro nel mondo dei fondi di private equity internazionali con focus di investimento nell'area Mediterranea, una migliorata e aumentata propensione da parte del mondo bancario nel finanziare operazioni di m&a, l'andamento del tasso di cambio dollaro/euro e l'impatto che questo ha sul flusso di capitali esteri». Sulla stessa linea anche Carlo Andrea Volpe, responsabile advisory di Equita sim, che sottolinea che «i bassi tassi di interesse da un lato riducono il costo del capitale, e dall'altro rendono più conveniente il riscorso alla leva sia per le aziende sia per i fondi di private equity . In particolare, i fondi oggi riescono ancora a essere competitivi nonostante le valutazioni attese più elevate, anche in virtù della liquidità raccolta e ancora non investita. E contemporaneamente la ricerca di rendimento da parte degli investitori sta riversando grandi liquidità sui fondi in raccolta in questi mesi, compresi i fondi specializzati negli strumenti di debito, in un momento in cui le stesse banche stanno tornando a erogare credito più volentieri». Non a caso un paio di settimane fa MF-Milano Finanza riportava un calcolo di BeBeez (il sito internet promosso da Aifi e di cui MF-Milano Finanza è media partner) che segnalava almeno 15 dossier di m&a aperti, ai quali partecipavano fondi di private equity, oltre ai 46 dossier tra private equity e venture capital annunciati ufficialmente da fine dicembre e in attesa di closing. Insomma, di soldi per finanziare nuove acquisizioni oggi ne circolano parecchi. I più ricchi sono gli americani, gli svizzeri e gli attori i cui portafogli sono ricchi di una valuta che si è rafforzata nei confronti dell'euro e che, ragionevolmente, potrebbe ancora rafforzarsi. Detto questo, ci sono comunque parecchie medie aziende italiane che oggi sono a loro volta perfettamente in grado di cogliere opportunità di m&a che possano rappresentare per loro un salto dimensionale importante. «Finalmente ci sono imprenditori più aperti a condividere l'opportunità di controllare una quota più piccola del capitale di una grande azienda, piuttosto che controllare l'intero capitale di una piccola azienda», commenta ancora Volpe, aggiungendo che «negli ultimi tempi sembra che effettivamente questa mentalità tipicamente italiana stia cambiando e che, quindi, sarà più facile vedere operazioni di aggregazione societarie, quotate e non, nell'ottica di creare gruppi più importanti e quindi in prospettiva di maggiore interesse per gli investitori globali». Quanto ai settori «caldi» sono parecchi, PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 93 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato M&A 03/04/2015 Milano Finanza - ed. N.66 - 3 aprile 2015 Pag. 16 (diffusione:100933, tiratura:169909) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 94 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato a partire da quello bancario. C'è infatti grande attesa per il risiko delle popolari, che molti scommettono si dispiegherà nei prossimi mesi a seguito della riforma della governance di questi istituti di credito introdotta dall'Investment Compact. Le potenziali operazioni sono molte, ma il mercato ha messe due in particolare nel mirino: l'aggregazione fra la Banca Popolare di Milano e il Banco Popolare e quella tra Ubi e Mps. Le combinazioni però sono molteplici e c'è chi per esempio è convinto che i banchieri veneti possano spingere per la creazione di un maxi polo bancario regionale aggregando il Banco Popolare con Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Quest'ultima in ogni caso è data come protagonista del risiko del 2015, sia da chi vede un'aggregazione con Veneto Banca sia da chi invece punta più sulla Bper. Nel frattempo l'unica ipo potenziale del settore, quella di Banca Farmafactoring, si è trasformata in un secondary buyout con il fondo Usa Centerbridge Partners (alla sua prima operazione italiana) che raccoglierà il testimone del fondo paneuropeo Apax Partners. Quest'ultimo aveva acquisito l'88,35% dell'allora Farmafactoring nel 2006, poi trasformata in banca nel 2013. Al fianco di Apax avevano investito il management (3,37%) e una serie di soggetti industriali (Bracco, Mediolanum Farmaceutici e Merck Serono Molteni), clienti della la banca italiana leader nel mercato dei crediti sanitari, che opera nella gestione e nello smobilizzo del credito verso le Aziende Sanitarie Locali, degli ospedali e della Pubblica Amministrazione e ha ampliato la sua attività dall'Italia in Spagna e in Portogallo. Advisor di Apax sono stati Morgan Stanley, Mediobanca e lo studio legale Gattai Minoli Agostinelli & Partners. Advisor finanziari di Centrebridge sono stati invece Banca Imi e Jeffries, mentre advisor legale è stato lo studio Santamaria. Dovrebbe concludersi invece entro giugno la cessione dell'intero capitale dell'Istituto Centrale Banche Popolari (Icbpi), con la dataroom che si aprirà dopo Pasqua per tre dei quattro pretendenti (tutti fondi di private equity) che nei giorni scorsi hanno depositato le loro offerte sul desk degli advisor Mediobanca ed Equita. Un'operazione valutata tra i 2 e i 2,4 miliardi di euro. Anche l'agroalimentare è tra i settori nel mirino. «I vini avranno un ruolo centrale, grazie al processo di consolidamento in atto e all'esistenza di eccellenze sul mercato italiano», ha commentato ancora Mazzucchelli, aggiungendo anche che «è previsto un certo interesse da parte di operatori asiatici per il mondo della proteina animale (carni bianche), nonché interesse di operatori stranieri sui alimentari, in particolare bio». In questo settore il numero delle pmi attive è altissimo e si scoprono realtà che nella loro nicchia sono leader mondiali. Un esempio? Giovedì 2 aprile il fondo Neip III gestito da Finanziaria internazionale sgr ha acquisto il 44,25% di Abl, società con sede a Cavezzo (Modena) che costruisce macchine per la lavorazione della frutta da consumare fresca, di cui è uno degli operatori di riferimento con il 25% del mercato mondiale. Controllata dalla famiglia Ascari, la società fattura 12 milioni di euro ed esporta il 100% della sua produzione, soprattutto negli Usa e nel Nord Europa. L'm&a nel settore food riguarda però anche le piccole startup del web. Pizzabo, una start-up bolognese di consegna di pizze e altri cibi a domicilio, lo scorso febbraio ha infatti attirato l'interesse del colosso internet tedesco Rocket Internet. Pochi giorni pri(continua a pag. 18) (segue da pag. 17) ma TripAdvisors aveva acquisito MyTable e Restopolis, entrambe società che hanno sviluppato siti internet per la prenotazione online di ristoranti. Lo scorso dicembre, infine, l'indiana Zomato aveva acquisito Cibando, piattaforma web che permette agli utenti di conoscere tutti i dettagli di un ristorante mettendo a disposizione foto professionali e descrizioni dei piatti principali e delle location. Anche le life sciences sono in grande spolvero, sia nel segmento del pharma sia in quello dell'healthcare. «Nel pharma in particolare si registrerà un consolidamento con l'ingresso di player stranieri che metteranno nel mirino eccellenze italiane per quanto riguarda la sfera Api (active pharmaceutical ingredient, ndr) e, più in generale, con l'internazionalizzazione di player italiani, l'acquisto di prodotti interessanti e la difesa dalla genericizzazione. Si registra inoltre un focus sul consumatore e un cambiamento del business model, uniti a una diffusa innovazione nel processo di ricerca e sviluppo», spiega Mazzucchelli. Di recente è stata annunciata la fusione dell'italiana Sorin con la statunitense Cyberonics attraverso un'operazione carta contro carta che valorizza la società italiana 1,2 miliardi e che darà vita a un gruppo attivo nei mercati della cardiochirurgia e della neuromodulazione quotato al Nasdaq e a Londra. Ma anche scendendo di dimensioni ci sono movimenti interessanti. Basta considerare per esempio l'operazione con la 03/04/2015 Milano Finanza - ed. N.66 - 3 aprile 2015 Pag. 16 (diffusione:100933, tiratura:169909) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 95 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato quale Wise Sgr ha acquisito l'84,75% del capitale di Ntc, società milanese produttrice di farmaci generici e dispositivi medici e nutraceutici. Con l'acquisizione di Ntc, che si aggiunge a quella di PH&T completata lo scorso gennaio, nasce un gruppo dotato di un giro d'affari annuo di circa 25 milioni. Tra le operazioni su cui punta il mercato nel 2015 c'è anche una dismissione attesa da Sigma Tau. Dopo le nozze con Alfa Wassermann, i business delle malattie rare più alcune partecipazioni finanziarie in aziende del settore pharma e malattie rare internazionali sono rimasti in capo alla famiglia Cavazza, che avrebbe la fila di fondi fuori dalla porta disposti a rilevare questi asset. Nell'healthcare, aggiunge Mazzucchelli, «si prospetta invece un fenomeno di outsourcing e di consolidamento di attività di servizio dagli ospedali, lo sviluppo di centri diagnostici e ambulatoriali e la creazione di network per assistenza continuativa e territoriale al paziente e/o all'anziano». Fashion e lusso non possono mancare all'appello. I grandi player internazionali tendono a riportare in Occidente la capacità produttiva e i brand italiani puntano a una maggiore internazionalizzazione. Il deal più atteso del momento è quello che riguarda Cavalli, con il fondo Clessidra in trattativa esclusiva dallo scorso gennaio. Una trattativa che sembra sul punto di concludersi e che dovrebbe poi dare il via a un profondo piano di ristrutturazione. «Il mondo infrastrutture e tlc resta assolutamente caldo, anche se sottoposto a influenze politiche più di altri», ricorda ancora Volpe. Le partite in divenire sono quasi troppe. Tanto per cominciare da mesi il mercato aspetta l'unione fra 3 Italia e Wind, con il gruppo che fa capo ad Hutchison Whampoa che dovrebbe controllare la maggioranza della nuova entità. Il tutto senza citare i due business di rete e torri di trasmissione. Nel primo caso è Metroweb in procinto di aprire il suo capitale a nuovi soci (in pole position c'è Vodafone). Quanto alle torri, Abertis ha acquisito quelle Wind (e punta a quella di Portugal Telecom), Ei Towers ha lanciato un'opa su Raiway mentre Telecom ha predisposto uno spin off e la quotazione entro l'estate dei suoi asset di trasmissione. In molti altri settori industriali, aggiunge Volpe, « ci sono infine parecchie aziende italiane leader mondiali nella loro nicchia e che potrebbero fare un ulteriore salto di qualità tramite aggregazione». In particolare, segnala Mazzucchelli, «sotto la lente c'è il settore del packaging, con possibili operazioni da parte di player internazionali su target italiani nel packaging flessibile del segmento food contact, con focus su segmento caffè. Attenzione anche alla componentistica automotive, bianco e aerospace driven, con aggregazioni di operatori internazionali che acquisiscono know-how e tecnologia e acquisizioni da parte di operatori italiani per ampliare la base clienti e costruire una piattaforma produttiva globale». Parlando di industria le opzioni per possibili operazioni non mancano, da Finmeccanica che, dopo aver venduto AnsaldoBreda e Ansaldo Sts, potrebbe decidere di salire al 100% di Avio Space, al momento controllata dal fondo Cinven, oppure di uscire del tutto dal capitale vendendo a un terzo. Per arrivare a Prysmian, che dopo aver inglobato l'olandese Draka qualche anno fa per gli analisti finanziari è ora una delle possibili società cacciatrici nel 2015. (riproduzione riservata) DOVE SI FA PIÙ M&A NEL MONDO Europa 207,4 mld $ (+10%) Usa 386 mld $ (+22%) Canada 14,2 mld $ (-48%) America Latina 18,4 mld $ (-22%) Asia (no Giappone) 176,2 mld $ (+36%) Giappone 14,2 mld $ (15%) MONDO 855 mld $ (+17%) Medio Oriente-Africa 12,8 mld $ (+76%) Australia 19,6 mld $ (0%) Fonte: Dealogic, Wsj Scorecard Dati da inizio anno al 2 aprile 2015 L'M&A DOMESTICO IN EUROPA Dati relativi ai primo trimestre di ciascun anno Valore M&A domestici (in mld di $) Operazioni domestiche in % su operazioni intra Europa 2014 2015 2009 2010 2011 2012 2013 2008 20% 40% 0 0% 100% 80% L'M&A DEI FONDI IN EUROPA* Dati relativi ai primi due mesi di ciascun anno 2014 2015 2009 2010 2011 2012 2007 2013 2008 120 160 180 100 200 240 220 GRAFICA MF-MILANO FINANZA Valore dei deal (in mld di $) Numero dei deal Fonte: Dealogic * Solo nuovi investimenti Foto: Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/m&a 03/04/2015 Viver Sani e Belli - ed. N.15 - 10 aprile 2015 Pag. 67 (diffusione:178924, tiratura:864000) UNA PERSONA SU 6 SOFFRE DI RINITE ALLERGICA Il dato emerge da un'indagine promossa da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione ), che ha intervistato mille persone tra i 18 e i 64 anni. Dall'analisi è emerso che il 16% ogni primavera soffre di rinite allergica, che porta a non dormire bene la notte (40%), ad avere difficoltà a concentrarsi (28,3%) e a rinunciare a stare all'aria aperta (26%). Ci sono, però, alcune regole da seguire per prevenire la comparsa delle allergie. Consultare le informazioni sui pollini presenti nell'aria della propria città. Evitare di uscire nelle ore di maggiore concentrazione pollinica o prima di un temporale. Rinunciare alle gite in campagna nel periodo di fioritura delle piante nocive. Stare lontani da parchi e giardini. Quando si è all'aperto, indossare occhiali da sole e sciarpa per proteggere occhi, naso e bocca. Non viaggiare in auto o in treno con i finestrini aperti. Evitare, se possibile, di andare in giro in motorino. Foto: Scrivete a Viversani e belli Foto: domande&risposfe salute Corso di Porta Nuova 3/A, 20121 Milano, oppure email posta® viversaniebelli.com PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 96 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato in primavera domande&risposte salute 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 12 (diffusione:17700, tiratura:18000) È davvero PERICOLO SCAMPATO? I CAPISALDI DEL SERVIZIO FARMACEUTICO SONO STATI GARANTITI, MA SI PRESENTA UNO SCENARIO IMPREVISTO. CHE COSA PUÒ COMPORTARE L'ARRIVO DEL CAPITALE DELLE CATENE? L'ANALISI E LE RIFLESSIONI DEL PAST PRESIDENT DI FENAGIFAR Claudio Distefano PASSATO LO SPARTIACQUE DEL 20 FEBBRAIO, GIORNO DI PRESENTAZIONE NEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL DDL GUIDI SULLA CONCORRENZA, CI RITROVIAMO OGGI IN UNA TERRA IGNOTA. Si attendevano, infatti, provvedimenti riguardanti modifiche degli assetti normativi o distributivi, ovvero modifiche del quorum e uscita della ricetta dalla farmacia, e scopriamo, invece, con la stesura dell'articolo 33, che chiunque può diventare titolare di farmacia, demolendo così il principio della corrispondenza tra proprietà e gestione dell'esercizio farmaceutico. Tantissimo è stato scritto e detto dalle Associazioni di categoria, da esponenti del mondo accademico e opinion leader del settore, e penso che molto di più si dovrà scrivere nelle settimane a venire, quando il Ddl comincerà il suo iter parlamentare, che, non avendo i caratteri di urgenza del Decreto legge, non presenta tempi certi di approvazione. È indubbio che l'apertura al capitale, più che un provvedimento "moderno", come l'ha definito il Ministro Guidi per valorizzarne l'impianto, sembra voler semplicemente permettere a soggetti imprenditoriali non legati alla professione di entrare in un nuovo business. Ed è altrettanto pacifico che l'ingresso di tali forze potrà avvenire a discapito dell'attività del singolo farmacista imprenditore, provocando di fatto una redistribuzione al contrario del reddito e dei profitti, riportandoli in capo a pochi soggetti o azionariati. In tal senso, è persino preferibile per tali soggetti, come già evidenziato, il mantenimento delle regole su quorum, Pianta organica e normativa sulla distribuzione (fascia C), garantendo così maggiori opportunità di concentrazioni imprenditoriali in cambio di una più complessa fase di acquisizione, che dovrà avvenire farmacia per farmacia. Stabilito che, comunque sia, va tirato un sospiro di sollievo per aver evitato i ben più pesanti temuti interventi sia sul quorum, sia sulla fuoriuscita del farmaco di prescrizione di fascia C, rimane il fatto che il nuovo Ddl invita ad alcune riflessioni. I provvedimenti politici, infatti, non sono mai neutri, altrimenti sarebbero inefficaci, ma da questi scaturisce sempre la conseguenza di privilegiare un interesse, che può andare a vantaggio di pochi o, se è buona politica, di molti. In questo caso sembra, però, che le decisioni che si dovranno assumere vadano in contraddizione con gli effetti proclamati dagli autori del provvedimento. Ci permettiamo, quindi, di sviluppare alcune considerazioni di carattere generale, cercando di far luce sulla natura dei provvedimenti ed evidenziare su quali interessi vengano costruiti. Una prima considerazione riguarda il significato più profondo che sottende a queste azioni: è una manovra contro l'indipendenza professionale. Trasferire a pochi soggetti titolari di grandi patrimoni la possibilità sic et simpliciter di monopolizzare un settore cardine del sistema sanitario, che è stato ed è garante dell'utenza in tutto il territorio nazionale in modo capillare, significa ridurre le libertà dei singoli imprenditori e provocare nella vita sociale un salto indietro. L'autonomia, infatti, di una classe sociale di professionisti è stata in Italia la forza trainante della libertà economica, sociale e politica, che si è manifestata attraverso l'espressione della cultura, la partecipazione alla vita pubblica e le attività tipiche della classe sociale media che ha rappresentato il nucleo fondante della classe dirigente. I professionisti rappresentano oggi, nel loro insieme (avvocati, medici, ingegneri, farmacisti e via dicendo), una risorsa del Paese, a cui si deve la produzione di una quota rilevante del Pii, dei consumi privati e di un indotto lavorativo che andrà a ridursi inevitabilmente, se verranno confermati gli scenari proposti. Non è sostenibile, quindi, il proposito di far passare nel convincimento dell'opinione pubblica che le professioni che si occupano dei beni e servizi alla persona rappresentino una casta arroccata a difesa di anacronistici privilegi, da considerare alla stessa stregua delle varie attività commerciali, assoggettate alla concorrenza sfrenata all'interno del mercato. Il governo, dietro questa norma, mette sullo stesso piano le attività del professionista, quale prestatore d'opera intellettuale alla persona, e l'attività imprenditoriale, che si sviluppa nel mercato dei beni di consumo. Invece, PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 97 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ATTUALITÀ Alcune considerazioni alla luce del Ddl 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 12 (diffusione:17700, tiratura:18000) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 98 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato la prestazione professionale deve tenere insieme l'interesse privato del cliente, nel caso del farmacista anche paziente, e l'interesse pubblico legato all'incidenza su beni pubblici (la salute, la giustizia, l'equità tributaria, l'ordinato andamento dei mercati), che la prestazione stessa implica. Il professionista, quindi, è votato a realizzare il massimo interesse del proprio cliente, ma lo deve fare nel pubblico interesse, cioè non deve mai colludere con questo in danno del bene pubblico, che costituisce l'obiettivo principale tutelato dal corpo professionale. Per tale scopo vengono emanati i Codici deontologici, cioè strumenti di autoregolamentazione elaborati dagli Ordini dalle singole professioni, per far sì che gli iscritti operino, oltre che nella stretta osservanza delle leggi, anche secondo i principi di correttezza e trasparenza. Il principio fondamentale è quello di garantire gli interessi generali connessi con l'esercizio della singola professione e di tutelare l'utenza che delega i professionisti a operare specifiche attività. Nel caso della professione del farmacista (ma anche, per le proprie caratteristiche, di quella del medico, dell'avvocato, del commercialista e via di seguito) la deregulation impatta e contrasta con il diritto alla salute del cittadino, il quale dovrebbe, invece, essere salvaguardato dalle regole indisciplinate del libero mercato. Il professionista abilitato ha sempre rappresentato una figura di riferimento verso la quale il cittadino si rivolge e in cui pone piena fiducia, apprezzandone la professionalità. Distruggere, quindi, l'autonomia dei professionisti e delle attività da essi sostenute è un attentato all'indipendenza che tutela la vita dei cittadini e dell'organizzazione democratica della nostra società. Si rende, quindi, necessaria una nuova e stretta alleanza tra le professioni, per portare istanze comuni all'interlocutore politico. Le catene di farmacisti Un altro aspetto che avrà rilevo riguarda il valore dell'azienda farmacia. Con l'ingresso di nuovi competitor, che si presume abbiano potenza economica e capacità contrattuali preponderanti, è verosimile che la farmacia acquisisca maggiore appetibilità economica. Ciò può rappresentare, a prima vista, un vantaggio per chi ha in essere una situazione aziendale difficile e propende per la vendita dell'attività. Ma, in realtà, c'è un risvolto della medaglia: proprio per queste situazioni il nuovo sistema potrebbe rappresentare un ulteriore motivo di tensione, poiché l'indebitamento verso soggetti esterni -siano essi fornitori, istituti di credito o simili- può accelerare la richiesta di rientro del debito, pena la necessità di dover cedere quote, oppure la totalità dell'azienda ai creditori senza grandi margini di trattativa. In tal senso diventa indifferibile rafforzare la capitalizzazione della propria azienda, riducendone le esposizioni debitorie, soprattutto a medio-lungo termine. Pertanto, assumono un ruolo di grande responsabilità le società di distribuzione intermedia di proprietà di farmacisti, che dovranno porre la massima vigilanza verso i propri soci farmacisti, al fine di non ampliare oltre misura le posizioni debitorie. La singola farmacia, inoltre, dovrà ancor di più prestare attenzione al suo valore reddituale, ponendo finalmente in atto politiche commerciali più mature ed efficaci. Diventa altresì strategico, proprio al fine di cominciare ad applicare sane economie di scala, rafforzare le reti e la cooperazione tra le farmacie che domani potremo definire "indipendenti". Se catena dev'essere, che in primis lo sia di farmacisti. Scenari futuri? Se volessimo, adesso, ampliare la visione della singola decisione governativa, allargandola a una serie di norme e dichiarazioni che si vanno susseguendo sull'efficienza del servizio farmaceutico e sulla necessità di porvi mano con modifiche di ogni tipo e natura, è assodato che non ci siano motivazioni idealistiche, né obblighi verso altre legislazioni. Possiamo anche ritenere che le reali motivazioni vadano oltre la presunta cura degli interessi dei gruppi imprenditoriali che in Italia hanno sempre appoggiato tali modifiche, ovvero le Coop rosse. È molto verosimile, invece, che l'obiettivo sia far passare il business della sanità, secondo nel mondo soltanto a quello del petrolio, dal controllo degli Stati a quello di società private. Gli Stati nazionali, infatti, non saranno più a breve in grado di finanziare lo stato sociale e il sevizio sanitario così come lo conosciamo, garantendone i livelli universali di assistenza. Pertanto, potrebbe essere in atto una politica tendente a indebolire il sistema sanitario pubblico, fino a renderlo facilmente assimilabile da nuovi soggetti, permettendo cioè l'ingresso alle forze che potranno gestirne tutte le fasi operative, dalla produzione alla distribuzione, fino alla proposta di nuove forme di convenzione attraverso modalità di compartecipazione alla spesa con la stipula di assicurazioni private. Se il Governo italiano non ha in mente tali progetti o tali scenari, è impensabile che approvi proposte di riforme così come le vediamo scritte oggi nel Ddl Guidi. Diversamente, 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 12 (diffusione:17700, tiratura:18000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato se ne assumerà la responsabilità. • PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 99 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 44 (diffusione:17700, tiratura:18000) 3, 2, 1... COSMOFARMA! E GIUNTA ORMAI ALLA XIX EDIZIONE LA GRANDE FIERA CHE RIUNISCE OGNI ANNO FARMACISTI E MONDO DELL'INDUSTRIA E CHE APRIRÀ LE PORTE A METÀ APRILE A BOLOGNA. ECCO LE NOVITÀ CHE I FARMACISTI POTRANNO ASPETTARSI DALLA MANIFESTAZIONE Chiara Verlato ORMAI CI SIAMO: MANCA POCHISSIMO E LA XIX EDIZIONE DI COSMOFARMA EXHIBITION APRIRÀ I BATTENTI A BOLOGNA -PER L'ESATTEZZA DAL 17 AL 19 APRILE-, CON UN RICCO PACCHETTO DI EVENTI E NOVITÀ IN GRADO DI INCURIOSIRE, ATTIRARE E SODDISFARE I NUMEROSI FARMACISTI CHE DECIDERANNO DI VISITARE LA PIÙ GRANDE FIERA DEDICATA ALLA FARMACIA ITALIANA. E la spinta all'innovazione si percepisce fin dallo slogan di questa XIX edizione: "II futuro è oggi". Ma oltre a questo, cosa dobbiamo aspettarci dalla manifestazione che vedrà riuniti professionisti della salute, industria farmaceutica, Istituzioni, associazioni di categoria, specialisti del settore, giornalisti? Vediamole insieme. 4 i Focus speciali L'offerta espositiva e convegnistica di Cosmofarma 2015 ruota su 4 argomenti cardine: in primo piano ci sarà il comparto dell'automedicazione, così importante per il farmacista e il cittadino, seguito dalla dermocosmesi, che con il suo fatturato di 2 miliardi di euro è un settore fondamentale per l'economia dell'azienda farmacia. Terzo focus nell'anno di Expo2015 sarà l'alimentazione e, in particolare, la stretta correlazione tra cibo e prevenzione delle più diffuse patologie. Infine, in un'edizione che punta tanto sul futuro non poteva di certo mancare un'attenzione particolare alla tecnologia per la farmacia e alle soluzioni innovative che mette a disposizione per la quotidiana attività del farmacista dietro al banco e per la sua sempre più evoluta clientela. Convegni e iniziative Molto ricco e stimolante anche il pacchetto congressuale che Cosmofarma metterà a disposizione dei visitatori, a partire dai due convegni politici di Federfarma e Sunifar: nel primo verrà presentato uno studio dell'economista Federico Spandonaro sulla sostenibilità economica della farmacia in prospettiva Convenzione, mentre nel secondo troverà spazio un'indagine sulla ruralità e sulle attese delle piccole farmacie. Il convegno "Dermocosm-Vita Cutis" vedrà, poi, coinvolti dermatologi, chirurghi plastici, medici estetici, aziende e farmacisti per parlare di benessere e salute della pelle, dai convegni organizzati dal professor Enrico Roda dell'Istituto Scienza e salute di Bologna, che avranno come tema centrale l'alimentazione, e dagli eventi gestiti da Cosmetica Italia (tra i quali segnaliamo per la prima volta a Cosmofarma, la presenza di "La forza e il sorriso", progetto che organizza laboratori di bellezza gratuiti per le donne colpite da tumore e sostenuto da diverse aziende cosmetiche del canale farmacia). Tornano, poi, l'Osservatorio Cosmofarma, giunto alla sua terza edizione, quest'anno in collaborazione con Doxa Pharma -sarà organizzata una tavola rotonda con protagonisti quattro aziende e quattro farmacisti che discuteranno sugli sviluppi futuri della farmacia italiana e sulle possibilità di partnership concreta con le aziende del settore- e l'International Buyer Program, spazio ideato per facilitare i contatti tra buyer ed espositori tramite appuntamenti programmati. Grande novità è, invece, Make Up in Farma, l'area dedicata alle dimostrazioni di Stefano Anselmo, make up artist che realizzerà dal vivo trattamenti di camouflage per i farmacisti presenti in fiera. Altra novità è la prima edizione del Premio "Innovazione e Ricerca", per accendere i riflettori su quelle particolari iniziative aziendali che hanno portato un concreto contributo allo sviluppo della farmacia e alla crescita professionale del farmacista. Anche "Go International, 4 strategie per 4 mercati" è una nuova iniziativa di Cosmofarma: si tratta di una tavola rotonda organizzata con Cosmetica Italia e Camera del Commercio Italo-Germanica in cui si parlerà di export e internazionalizzazione con le aziende interessate ad andare all'estero. All'interno di Cosmofarma Startup Village by WelIcare, invece, i visitatori potranno sperimentare il futuro del mondo farmaceutico attraverso gli occhi di giovani imprenditori e ricercatori. Altre aree di particolare interesse all'interno della fiera saranno Farmacia Prestige, dedicata alle aziende e ai marchi di alta gamma, e Beauty Farma, che offrirà dimostrazioni live e approfondimenti sull'estetica in farmacia, particolarmente interessante per quelle con cabina riservata. Infine, PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 100 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Al via la grande fiera della farmacia, PROFESSIONE 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 44 (diffusione:17700, tiratura:18000) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 101 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato anche quest'anno Cosmofarma Exhibition collabora con la Fondazione Francesca Rava -presente in fiera con uno stand, un convegno e un approfondimento sulla nutrizioneper "In farmacia con i bambini", iniziativa di sensibilizzazione e raccolta di tarmaci e prodotti pediatrici per la Giornata mondiale dei diritti all'infanzia. Tanti, insomma, i motivi per non mancare a Bologna dal 17 al 19 aprile: oltre al piacere di girare per gli stand e incontrare colleghi e uomini del mondo dell'industria farmaceutica, parafarmaceutica e cosmetica, del comparto alimentare, naturale, dietetico e dei servizi per la farmacia, molti gli eventi di crescita professionale e culturale per il farmacista. Mille e un motivo, dunque, per essere presenti anche alla XIX edizione di Cosmofarma Exhibition. • Qui tutti gli eventi, i congressi e le novità 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 8 (diffusione:17700, tiratura:18000) Il farmacista ? UN PREZIOSO ALLEATO MYLAN FESTEGGIA L'ANNIVERSARIO DEI SUOI 15 ANNI IN ITALIA PROPONENDO UN IMPORTANTE SERVIZIO CHE VALORIZZA LA FARMACIA, FAVORISCE LA COLLABORAZIONE CON IL MEDICO E AIUTA SIA IL PAZIENTE SIA IL SISTEMA SANITARIO. I TRAGUARDI RAGGIUNTI, I NUOVI OBIETTIVI E LA PARTNERSHIP CON LA FARMACIA RACCONTATI DALL'AD DELL'AZIENDA, CINZIA FALASCO VOLPIN Lorenzo Verlato E una storia affascinante quella che l'anniversario della Mylan, multinazionale del farmaco equivalente che nel 2015 festeggia il suo 15° compleanno di presenza in Italia, ci permette di ricordare. Nel 1961, in una piccola cittadina del West Virginia (White Sulphur Springs), due amici di vecchia data ed ex-compagni d'armi, Milan (Mike) Puskar e Don Panoz, lanciano in aria una monetina, per vedere chi darà il nome all'azienda e chi sarà il primo presidente. Vince Milan (con la " i " e nessun legame con la squadra di calcio italiana) e nasce così la piccola azienda che, utilizzando una vecchia Pontiac Bonneville, distribuisce tarmaci a medici e farmacisti. Oggi Mylan (con la "y") è una delle aziende farmaceutiche leader a livello mondiale nella produzione di farmaci equivalenti e di specialità medicinali, presente in 145 Paesi di tutto il mondo. Sembra la trama di un film americano stile "nuova frontiera", eppure è realtà riprodotta anche in Italia, dove in questi 15 anni la società è cresciuta fino a conquistare i primi posti del mercato degli equivalenti. E ora non solo, dato che Mylan ha recentemente acquisito la divisione di Abbott dedicata ai farmaci equivalenti branded e specialistici nei mercati a economia matura al di fuori degli Stati Uniti, e destinata a espandersi ulteriormente. Ma come? Ne parliamo con il suo amministratore delegato, la dottoressa Cinzia Falasco Volpin (nella foto). • Partiamo dall'anniversario: lo festeggerete anche con la farmaria? F rnmp? Quest'anno ricorrono i quindici anni della nostra presenza in Italia, prima con il marchio Merck e poi con quello Mylan Italia. Quindici anni molto intensi, ma di grandi successi, grazie all'impegno e alla passione di tutti noi e della fiducia dei nostri clienti. Proprio la passione è ciò che ci guida da sempre e che ci ha portati anche verso un impegno sociale, come la creazione di iniziative a favore di associazioni e fondazioni, che hanno coinvolto tutti i nostri dipendenti. Per citare soltanto un esempio, che tutti voi ricorderete, lo spettacolo musicale ispirato al famoso musical "Mamma Mia" per finanziare la Fondazione "Aiutare i bambini" e, in particolare, il progetto "Latte e pappe in Guinea Bissau", rivolto a prevenire la trasmissione del virus Hiv dalle mamme ai bambini durante l'allattamento. Tornando al nostro anniversario, certamente avremo modo di festeggiarlo con un evento a fine anno e una serie di iniziative interessanti anche per il farmacista, che abbiamo deciso di concentrare proprio in questo particolare anno. Primo tra tutti un libro per tutti i nostri clienti, un breve e avvincente racconto che vede come protagonista il farmacista e Mylan. Ciò che mi auguro è la possibilità di festeggiare il nostro anniversario ogni singolo giorno, grazie alla partnership che ci lega ai nostri clienti. Il farmacista è stato, ed è tuttora per noi, un prezioso alleato, compagno di viaggio, che grazie alle normative, al suo impegno e determinazione, ha saputo dare un grande supporto al nostro settore. • Sappiamo che avete pronta un'interessante iniziativa, un software innovativo che offrirete anche alla farmacia e che si chiama "Segui la terapia". Ci può indicare il suo scopo e le sue caratteristiche? Il "Progetto aderenza" è molto più che un software innovativo. È un'ambiziosa iniziativa con un grande risvolto etico e sociale, dato 9 il tema molto attuale e di grande rilevanza professionale, dell'aderenza alla terapia, come dimostrano anche gli ultimi dati Oms, Aita e le ricerche effettuate proprio sui pazienti. Un tema che sento particolarmente, un impegno per la promozione della qualità, non soltanto dei prodotti, ma anche dei servizi che un'azienda come la nostra non deve certo tralasciare, in quanto operatore nel mondo della salute. L'aderenza alla terapia è per noi in Mylan un tema importantissimo, che già approcciamo da diversi anni. Ne è esempio il nostro packaging che, grazie a un sistema di pittogrammi di semplice e immediata comprensione, comunica a prima vista informazioni utili al paziente e a coloro che se ne prendono cura. Un percorso di comunicazione, cominciato qualche anno fa e in continuo sviluppo, che ha previsto in primis l'introduzione di confezioni a codice colore differenziato, in PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IMTERVISTA Abbiamo incontrato Cinzia Falasco 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 8 (diffusione:17700, tiratura:18000) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 103 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato funzione del dosaggio farmaceutico. Questo è solamente un esempio, dall'apparenza banale, ma di grande importanza per favorire l'aderenza alla terapia. Troppo spesso, infatti, in Italia i malati interrompono le cure perché si dimenticano di assumere il farmaco o sbagliano i dosaggi. Il nostro impegno per favorire l'aderenza alla terapia è molto più ampio e prevede anche una serie di iniziative dedicate al consumatore, come materiali educazionali e il progetto "Segui la terapia". I materiali educazionali, disponibili presso le farmacie, saranno realizzati con il prezioso contributo di esperti, per supportare il paziente nella gestione della patologia non soltanto da un punto di vista farmacologico, ma toccando anche altri importanti aspetti, come lo stile di vita e l'alimentazione. "Segui la terapia" è un progetto pilota, che prevede un innovativo portale a disposizione del farmacista per offrire un servizio al paziente. Nostro obiettivo, infatti, è promuovere l'aderenza al fine di salvaguardare l'efficacia delle terapie farmacologiche e aiutare a diminuire l'incidenza degli interventi di assistenza sanitaria, la morbilità e la mortalità. In ultima analisi, è un impegno a favore di tutti: pazienti, sistema sanitario, società. • Ma come potrà il farmacista partecipare all'iniziativa Come dicevo, si tratta di un progetto pilota, quindi in fase di test, che prevedere inizialmente il coinvolgimento di farmacisti e medici tramite le loro Associazioni territoriali, dove verrà implementato. Ma, attenzione, pur trattandosi al momento di un progetto pilota, esso prevede anche in questa fase iniziale numeri importanti, visto che saranno coinvolte, dal lancio dell'iniziativa alla fine di questo anno, molte farmacie e numerosi pazienti. Ovviamente, prima di implementare alla grande l'iniziativa, ci sembra opportuno valutare i primi feedback, per verificarne l'accoglienza e individuare le strade migliori da seguire e per misurarne a fondo l'efficacia. Al riguardo devo dire che sono molto ottimista, perché credo fermamente nell'efficacia di "Segui la terapia", ma l'entusiasmo deve sempre essere confortato da risultati concreti. • Come giudica il mercato dei farmaci equivalenti in Italia e, soprattutto, il ruolo dei farmacisti per il suo sviluppo? In Italia, rispetto al resto d'Europa, il farmaco equivalente stenta ancora a decollare, nonostante siano passati ormai 15 anni dalla loro prima apparizione nel nostro Paese e nonostante l'attenzione che le aziende del settore pongono nella qualità dei farmaci che immettono sul mercato e nella comunicazione al pubblico. L'indice di penetrazione sul totale della spesa farmaceutica, infatti, nel nostro Paese è soltanto del 19%, rispetto a una media europea del 50%. Certamente stiamo assistendo a un trend positivo e costante, anche se lento, sintomo del grande lavoro di sensibilizzazione che ancora c'è da fare per colmare il gap culturale sui tarmaci equivalenti. Un compito innanzitutto nostro, da affrontare anche con una chiara e corretta informazione. Ma anche i farmacisti svolgono un ruolo centrale nello sviluppo e nella diffusione dell'uso e della cultura del farmaco equivalente. Il loro è un contributo fondamentale, sia per superare i pregiudizi sulla qualità del "generico", sia per favorire la consapevolezza da parte del cittadino delle opportunità offerte da questi medicinali, e non soltanto in termini di risparmio. I farmacisti, peraltro, sono i garanti della salute, sempre più preziosi per il cittadino, e a loro è affidato il compito di rassicurare il paziente sull'efficacia, sicurezza e qualità dei tarmaci equivalenti. Ed è proprio grazie alle farmacie se i cittadini stanno cominciando a ragionare non più in termini di nome commerciale, ma di principio attivo, cosa sicuramente non facile. • L'acquisizione dei tarmaci Abbott allargherà i vostri interessi e, quindi, comporterà molte innovazioni. Come vi state prepaL'acquisizione della divisione di Abbott dedicata ai tarmaci equivalenti branded e specialistici nei mercati a economia matura al di fuori degli Stati Uniti, è senza dubbio per noi una grande opportunità. Una transazione altamente complementare, che aggiunge al nostro portfolio globale oltre 100 tarmaci, tra cui alcuni coperti da brevetto, nuovi e di complessa produzione. Inoltre, questa acquisizione rafforza la nostra presenza in cinque importanti aree terapeutiche: cardiovascolare, gastrointestinale e metabolica, anti-infettiva/ respiratoria, sistema nervoso centrale e dolore, salute femminile e maschile. Sicuramente rappresentano diverse e importanti novità, che stiamo approcciando man mano con una serie di tavoli tecnici per far sì che la collaborazione tra le nostre due realtà sia complementare. Garantisco che è un impegno che ci prende tutti, ma che rappresenta una grande opportunità, non soltanto per noi, ma penso anche per i nostri farmacisti. • Che cosa riserverete, quindi, ai farmacisti a breve e medio termine? In primis la tranquillità di operare con un'azienda che ha sposato il concetto della qualità e dell'innovazione, in tutte le sue forme. Certamente questi due aspetti si 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 8 (diffusione:17700, tiratura:18000) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015 104 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sono rafforzati grazie alle ultime acquisizioni, basti pensare ai numeri di oggi: quasi 30.000 dipendenti nel mondo, 1.400 prodotti diversi sul mercato a livello globale e più di 3.400 in attesa di approvazione dalle autorità competenti nelle varie parti del mondo e ben 2.900 persone nello staff regolatorio e scientifico. E ancora, 145 Paesi coinvolti, 39 stabilimenti in ^ più in 10 nazioni e una capacità di ricerca e sviluppo applicata a una vasta gamma di forme farmaceutiche e di sistemi di somministrazione. Tutto questo siamo noi oggi, a garanzia di un servizio di qualità per i nostri clienti. • E che cosa vi attendete da loro? Mi auguro di continuare a camminare insieme a loro, di condividere la passione che ci contraddistingue per lavorare sempre più in partnership, a favore di una salute migliore per tutti. L'impegno di tutti i collaboratori Mylan e mio personale è di continuare a dimostrare concretamente la nostra vicinanza, insieme alla volontà di condividere un percorso che ci possa portare tutti insieme verso una fase di crescita reciproca. In fin dei conti, abbiamo gli stessi obiettivi: diventare un riferimento sempre più importante per il cittadino e supportare l'accessibilità ai tarmaci e ai servizi. • Foto: Volpin, amministratore delegato di Mylan Foto: Cinzia Falasco Volpin, mentre riceve a Cosmofarma 2014, dal presidente di Federfarma Annarosa Racca, il premio per "Uimpegno sociale di Mylan". Foto: Un'immagine della Ad Cinzia Falasco Volpin con l'astronauta Maurizio Cheli, intervenuto all'ultima Convention di M.ylan sull'importanza del team e della condivisione degli obiettivi. PERSONAGGI 3 articoli 03/04/2015 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - ed. Brindisi Pag. 2 Listone o terzina: le carte dei fittiani E spuntano i nomi I volti in lizza d Due scenari, a questo punto entrambi plausibili. Due scenari, e nessuno dei due dovrà spiazzare i fittiani: il diktat dell'eurodeputato e re dei dissidenti-ricostruttori è questo. Al punto che ieri ha motivato gli eserciti, consegnando loro "il piano A" e il "piano B". Il primo scatterebbe nel caso in cui Forza Italia dovesse sottoscrivere la resa e piazzarsi sulla scia di Francesco Schittulli e dei fittiani: la lista orchestrata dall'ex ministro, e promessa ieri, sarebbe di impianto prettamente (ma non solo) civico, perché i big "ricostruttori" troverebbero spazio nelle schiere forziste. Il "piano B" invece è quello di stampo più battagliero, da dispiegare in caso di strappo con Fi e con il suo timoniere pugliese Luigi Vitali: sarebbe guerra elettorale con Forza Italia, che avrebbe un suo candidato governatore, e a quel punto - come ha spiegato ieri Fitto ai suoi - «ci divertiremo». Tradotto: tre liste fittiane, una delle quali sarebbe la tanto strombazzata "Oltre", e tutta la potenza di fuoco (compreso qualche parlamentare) sulla linea di tiro per potersi così misurare e pesare. "Piano A" o "piano B", i nomi comunque già circolano. La giornata odierna spiegherà quale dei due schemi bisognerà applicare. Ieri Fitto, a colloquio con i fedelissimi, ha tracciato la rotta: «Se tutto si ricompone e anche Forza Italia sarà con Schittulli, a quel punto la nostra lista civica non sarà molto dissimile dall'esperienza di "La Puglia prima di tutto" nel 2005 e nel 2010: un valore aggiunto, in cui candidare esponenti della società civile oppure dirigenti locali di Forza Italia. Ma se si dovesse arrivare a una spaccatura con Vitali e i suoi, allora avremo la necessità di pesarci. E così cambiano molto le cose...». Al momento la seconda opzione è quella più in voga, anche perché - ha spiegato Fitto nel conclave di ieri «Berlusconi non vuol nemmeno sentire il mio nome. Va fuori di sé solo se qualcuno gli parla di me». Il divorzio regionale da Fi è lo scenario che più fa schizzare verso l'alto l'umore della truppa fittiana. Autorizzando, con spazi fisiologicamente più vasti, i sogni di gloria e candidatura di più di qualcuno. I consiglieri uscenti, innanzitutto. Degli otto fittiani, due sono destinatari di esplicito "decreto di epurazione" di Vitali: Luigi Mazzei e Ignazio Zullo, entrambi destinati in ogni caso alla candidatura nella lista fittiana. Per tutti gli altri (Saverio Congedo, Antonio Barba, Michele Boccardi, Gianmarco Surico, Arnaldo Sala, Giuseppe Pica) la presenza nella lista Fi è aggrappata alla rottura o meno tra Schittulli e Vitali. A Lecce scaldano i motori Antonio Gabellone, Silvano Macculi, Damiano D'Autilia (capogruppo Fi al Comune di Lecce), Mino Frasca (presidente Sgm), Angelo Tondo (consigliere comunale a Lecce): alcuni di loro saranno comunque della partita, magari in Fi (è il caso di Gabellone) o nella lista civica fittiana, gli altri invece verrebbero precettati solo in caso di frattura con Forza Italia. Eventualità che a Brindisi e a Bari potrebbe addirittura suggerire la candidatura alle regionali di parlamentari di stretto rito fittiano, da Nicola Ciracì e Vittorio Zizza (nella provincia messapica) a Luigi D'Ambrosio Lettieri (nel capoluogo), per dare man forte alla battaglia fittiana. Nel Brindisino in rampa di lancio anche Massimiliano Oggiano (consigliere comunale a Brindisi), i consiglieri provinciali Bebè Anglani e Vincenzo Attorre. Anche a Taranto grandi manovre (certo della candidatura è Renato Perrini, in lizza anche Luigi Morgante), così come nel nord della regione (Francesco Ventola, ex presidente della Provincia Bat). I focolai di guerra intanto s'accendono ovunque: a Taranto Mario Cito è stato nominato capogruppo al Comune al posto del fittiano Antonino Cannone, e Cito ha anche annunciato la sua candidatura al Consiglio regionale nella lista forzista di Vitali; a Lecce il gruppo consiliare Fi del capoluogo ha rifiutato l'adesione di Paride Mazzotta, neo-acquisto (in arrivo da Ncd) messo a segno da Vitali e da lui subito nominato coordinatore provinciale del partito azzurro in funzione anti-fittiana. F.G.G. Scontro sempre aspro e alta tensione, anche sui livelli locali, in Forza Italia. E resta sullo sfondo il possibile strappo tra fittiani e berlusconiani alle regionali Congedo, Zizza, D'Autilia, Oggiano, Gabellone Mazzei, Ciracì, Perrini, Macculi, D'Ambrosio PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015 106 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LE STRATEGIE I "ricostruttori" e due piani alternativi in base alle scelte di Forza Italia 03/04/2015 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - ed. Brindisi Pag. 2 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Prima ipotesi Nessuna frattura con Fi e sigla di sostegno come nel 2005 e 2010 Seconda ipotesi Rottura totale e liste piene di big per misurarsi PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015 107 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 36 (diffusione:17700, tiratura:18000) KEYCRIME: il peggior incubo dei rapinatori RISCUOTE SUCCESSO ADDIRITTURA IN AMERICA L'INNOVATIVO SOFTWARE UTILIZZATO DALLA POLIZIA DI STATO, CHE PERMETTE DI CATALOGARE DATI, VIDEO E TESTIMONIANZE DOPO UNA RAPINA, CON ALTISSIME PROBABILITÀ DI RINTRACCIARE, POI, IL COLPEVOLE ED EVITARE CHE CI RIPROVI. QUESTO FIORE ALLOCCHIELLO DELLA LOTTA CONTRO IL CRIMINE HA, PERÒ, BISOGNO DI FINANZIAMENTI PER EVOLVERSI, A BENEFICIO DI TUTTE LE FARMACIE Basilio Candisi LA NUOVA FRONTIERA NEL CONTRASTO ALLE RAPINE È LA COSIDDETTA PREDICTIVE POLICING, CIOÈ L'ANALISI AL COMPUTER DEI REATI, CHE PERMETTE DI INDIVIDUARE I COLPEVOLI E PREVENIRE NUOVI ATTACCHI. Gli Stati Uniti sono all'avanguardia in questo settore, ma l'italia ha fatto un passo avanti tale che l'università di Los Angeles si è messa subito al lavoro per studiare il nuovo software utilizzato dalla Questura di Milano. Si chiama KeyCrime e il suo inventore è Mario Venturi, assistente capo della Polizia di Stato. Risultato: le rapine nelle farmacie milanesi, sia private sia comunali, sono diminuite: da 270 del 2013 a 207 nel 2014, con un calo del 23%. E per il futuro ci sono nuovi progetti. «È pronta un'ulteriore estensione di KeyCrime, KeyCrime Cube, e la distribuzione mi auspico possa essere a livello nazionale» ci ha anticipato Mario Venturi, nato a Udine 50 anni fa e arrivato alla Squadra Volante di Milano nel 1987. C'è un solo lato negativo in questo progetto all'avanguardia: il programma potrebbe essere esteso su più ampia scala e potrebbe anche essere ulteriormente migliorato, ma purtroppo come spesso accade nel nostro Paese mancano i fondi. re di sorveglianza e la descrizione fisica del criminale (persino il vestiario, il profumo e l'accento del malfattore). Raccoglie anche le testimonianze rilasciate alle forze dell'ordine dal titolare della farmacia, dai clienti e dai passanti a distanza di 12/24 ore, perché lo stato di choc può compromettere il ricordo dei testimoni, che, quindi, vanno sentiti a più riprese. Con KeyCrime per ogni rapina, vengono inseriti circa 20.000 dati, successivamente confrontati con l'archivio per ricercare analogie. Ogni dettaglio è fondamentale per ricostruire il modus operandi di un sospettato, per collegare eventi criminosi e per prevederne la serialità. Basti pensare che da soli 3 secondi di filmato di una telecamera di sorveglianza possono essere ricavati 60 indizi. Le analogie riscontrate dal sistema assegnano, poi, un codice alfanumerico al reato, che diventa un marchio distintivo, come un'impronta digitale lasciata dal malvivente. Ottimi ì risultati La sperimentazione di KeyCrime è partita nel capoluogo lombardo nel 2007. Allora la Questura di Milano risolveva circa il 27% dei casi di rapina, mentre l'anno seguente, grazie anche al software, i successi sono passati al 45% e nel 2009 addirittura al 56%. Tra le prime beneficiarle di questo software ci sono proprio le farmacie, che nel 2011 balzarono in testa alla classifica degli esercizi più rapinati, seconde soltanto ai negozi della Grande distribuzione, e che anche negli anni seguenti rimasero sempre tra i luoghi più derubati (2,7% del totale, più del doppio dell'1,2% degli uffici postali). KeyCrime sta dando i suoi frutti: le rapine nelle farmacie milanesi sono state 207 nel 2014, rispetto alle 270 del 2013, con un calo del 23%. Oltretutto il beneficio non è portato soltanto dall'arresto in sé, ma anche dall'interruzione di una serie di atti criminosi, visto che il software punta a catturare i rapinatori seriali: la memoria storica di KeyCrime e la sua capacità di collegare i diversi episodi permettono, infatti, di contestare al rapinatore tutta la serie di crimini che ha commesso e non solamente quello per cui è stato catturato. I primissimi dati del 2015 «Registrano un ulteriore trend negativo nel settore delle rapine» anticipa Venturi. «Questo programma mi è costato quasi dieci anni di sacrifici, ma mi ha dato anche tante soddisfazioni». Keycrime Cube «I criteri di analisi di KeyCrime possono essere ulteriormente raffinati: per questo stiamo lavorando all'estensione del programma, che abbiamo chiamato "Cube"» spiega Venturi. «Si tratta di un'evoluzione del processo e di un'estensione a livello nazionale. Se, infatti, il progetto potesse arrivare anche in altre città, i dati delle rapine potrebbero essere confrontati con molti più casi e, quindi, offrire una soluzione migliore e in più breve tempo». Cube, però, al momento è fermo, mancano i fondi. «Abbiamo ricevuto un contributo da Confcommercio e Ossif, ma non basta, stiamo cercando ulteriori finanziamenti» PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015 108 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lo strumento utilizzato dalla Polizia NOTIZIE 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 36 (diffusione:17700, tiratura:18000) PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015 109 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato conferma Venturi. È un vero e proprio investimento per il futuro, perché la messa a punto di Cube porterà enormi benefici economici. Con KeyCrime la mappa di Milano sul computer della Polizia di Stato è costellata di puntini rossi collegati da una linea che segue un preciso itinerario temporale: è il percorso criminale svolto da un rapinatore, colpo dopo colpo. Immaginiamoci cosa potrebbe diventare KeyCrime Cube se la mappa fosse quella dell'Italia: non ci sarebbero più confini territoriali per seguire i passi di un criminale e le vie di fuga dei delinquenti si assottiglierebbero in modo esponenziale. Il professor Giovanni Mastrobuoni, economista esperto di sicurezza e docente all'università dell'Essex in Gran Bretagna, ha definito «straordinari» i risultati raggiunti dalla Questura di Milano grazie a KeyCrime. Mastrobuoni ha presentato le sue ricerche ali'"Economics of crime working group" del National Bureau of Economy Research del Massachusetts, stimando i vantaggi economici derivanti dall'utilizzo del software: impiegandolo in una grande città, si potrebbe arrivare a 1.000 rapine in meno all'anno e si salverebbero 3 milioni di euro di bottino. Il ragionamento è questo. Se prendiamo una grande città come Milano, le nuove rapine ogni anno statisticamente potrebbero essere circa 300 e almeno un terzo di queste saranno le prime di quella che diventerà un'attività seriale, con una decina di colpi stimati all'anno. Ogni colpo frutta in media 2.800 euro: se, quindi, venissero fermate almeno le rapine seriali, il guadagno complessivo per le categorie vittime di furti sarebbe attorno ai 3 milioni di euro. Il questore e Federfarma KeyCrime per ora opera soltanto a Milano, in attesa che arrivino fondi adeguati all'ampliamento del progetto ad altre città. «Potremmo fare grandi cose su scala nazionale» dichiara Mario Venturi, l'inventore del software. La conferma delle potenzialità di KeyCrime arriva dal Questore di Milano in persona, Luigi Savina: «Sicurezza partecipata e tecnologia: seguendo le linee guida dettate dal ministero dell'Interno, che mirano a rafforzare e saldare il rapporto tra le Istituzioni e la collettività, la Polizia di Stato ha ottenuto soddisfacenti risultati nel contrasto alle rapine ai danni di farmacie. Il comune impegno, unitamente all'impiego da parte delle forze di Polizia di nuove e sofisticate tecnologie per l'analisi di eventi criminosi, come, appunto, il software KeyCrime, ha permesso di raggiungere ottimi risultati nel contrastare le rapine nelle farmacie». I progetti per la sicurezza messi in campo dalla Questura sono molteplici. Savina ha incontrato i farmacisti del territorio per esporre le "regole d'oro" per il contrasto al crimine e nel corso del 2014 le Forze dell'Ordine (Polizia dello Stato e Carabinieri) hanno tenuto sedici corsi in Federfarma, cui hanno partecipato 785 farmacisti, insegnando loro la gestione del rischio durante una rapina, la corretta raccolta delle prove e la migliore disposizione delle telecamere per un'efficace videosorveglianza. «Queste differenze in controtendenza sono un chiaro indice dell'efficacia dell'attività delle Forze dell'Ordine e della intensa collaborazione con le farmacie» ha commentato Annarosa Racca, presidente di Federfarma nazionale e dell'Associazione di Milano, la provincia più colpita dalle rapine. «Un anno fa siamo partiti con un piano specifico, elaborato con la Questura e i Carabinieri, che sta dando i primi importanti frutti. Intendiamo proseguire su questa strada fino a stroncare questa piaga criminosa. In Federfarma teniamo sotto controllo il numero e le caratteristiche delle rapine delle farmacie associate e questo trend positivo mostra una diminuzione delle rapine anche sul territorio della provincia di Milano e Lodi, dove esiste da vari anni il protocollo, e nella provincia di Monza e Brianza». Interesse in Italia e anche all'estero KeyCrime è stato approvato dal Viminale (ministro Roberto Maroni) e la speranza è che possa essere presentato anche in altre Questure italiane. Se è vero, infatti, che la Lombardia è da sempre la regione più martoriata per quanto riguarda le rapine in farmacia, è altrettanto vero che la situazione è preoccupante un po' ovunque. Pensiamo al Lazio, per esempio (193 rapine nel 2012, +2,1%), al Piemonte (126, +34%), alla Sicilia (122, +8,9%) e alla Campania, dove recentemente due colleghi sono rimasti feriti. Altre regioni registrano un numero relativamente basso di rapine, ma con un incremento percentuale davvero impressionante: nel 2012 +180% in Abruzzo (da 5 a 14 episodi), +42% in Veneto (da 24 a 34), +41% in Toscana (da 39 a 55). Oltretutto, con la diffusione di KeyCrime a livello nazionale, si potrebbe anche dichiarare guerra ai rapinatori seriali che agiscono in città diverse, grazie alla condivisione dei dati tra più Questure. All'estero, invece, non è soltanto la Gran Bretagna ad aver mostrato interesse per KeyCrime: «Abbiamo diversi contatti con gli Stati Uniti, che si 02/04/2015 FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015 Pag. 36 (diffusione:17700, tiratura:18000) PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015 110 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sono mostrati molto interessati al nostro software di analisi» conferma Venturi, che ha anche partecipato a un progetto di ricerca per l'Università Use di Los Angeles. Anne Milgram, exprocuratore distrettuale del New Jersey, in occasione dell'annuale conferenza della Ted (Technology entertaiment design) ha contestato il sistema americano di prevenzione del crimine, ancora troppo basato su metodologie investigative fondate più su giudizi soggettivi che su prove oggettive. Secondo le sue ricerche la maggior parte degli uffici giudiziari non ha un archivio in grado di essere messo in relazione istantaneamente con delitti appena commessi: in gran parte degli Usa manca, insomma, quello che Milano ha grazie a KeyCrime. «Stavamo cercando di combattere il crimine con dei post-it gialli» ha dichiarato Milgram. Per una volta l'Italia è all'avanguardia. «Le trattative con l'estero per esportare il nostro software sono ancora riservate, ma a buon punto» spiega Venturi. «Certo, sarebbe una bella occasione per portare il sapere italiano oltreoceano, ma anche per puntare i riflettori sul fatto che un sistema così richiesto non ha ancora i fondi per continuare la sua evoluzione e per poter arrivare in ogni provincia della penisola». Dopo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, KeyCrime ha conquistato anche altri Paesi europei: Spagna, Germania e Francia, dove la stampa ha parlato molto del software milanese. • Come funziona? Il software è in grado di catalogare i dati di tutte le rapine che avvengono in città. È capace di immagazzinare e studiare i dati geografici e territoriali, le informazioni mandate dalla prima pattuglia che interviene, i video delle telecame-Le foto sono state scattate alla fiera internazionale della sicurezza dove, nello stand della Polizia di Stato, è stato ricreato l'ambiente farmacia, per poi simulare lo svolgimento di una rapina. Rapinatore seriale arrestato grazie a KeyCrime Gli investigatori della Questura di Milano lo avevano soprannominato "Rocco Barbaro", come il comico di Zelig famoso per la battuta "Faccio quello che voglio", frase che Gianfranco Orrico, pregiudicato di 46 anni, sarebbe stato solito ripetere durante le rapine per cui adesso è accusato. Lo scorso anno è stato individuato e arrestato grazie al sistema KeyCrime. Orrico è ritenuto responsabile di 11 rapine tra dicembre 2013 e marzo 2014, portate a termine sempre con la stessa modalità: secondo l'accusa, entrava tra le 17.30 e le 19, indossava un copricapo e minacciava il farmacista con un coltellino o una pistola finta. Negli ultimi tre episodi sarebbe poi scappato su una Fiat Punto grigia. La serialità gli è stata fatale. KeyCrime ha messo insieme tutte le testimonianze, i video e i dati ricavati dalle pattuglie intervenute e li ha elaborati, fino a rintracciare la targa dell'auto e a dare un nome al sospettato. Il 14 marzo Orrico ha tentato un nuovo colpo, questa volta in una farmacia di Cervignano d'Adda (Lodi). Ma gli agenti, grazie al software, erano preparati e l'hanno aspettato all'uscita, dove l'hanno arrestato mentre stringeva in mano la pistola finta. Foto: per fermare, nel Milanese, i malviventi seriali Foto: L'assistente capo Mario Venturi, ideatore di KeyCrime 02/04/2015 11:43 IlFarmacistaOnline.it Sito Web Il Ministero della Salute ha pronta una bozza di protocollo sperimentale per la spedizione di prodotti suini cotti provenienti dalla Sardegna per l'Expo. Quanto all'attività libero-professionale prestata dai medici per sopperire alle carenze di organico, verrà valutata la necessità di eventuali interventi normativi sul precariato in sanità. Gli esenti dal ticket per patologia pagheranno una quota fissa graduata in funzione del reddito del nucleo familiare. 02 APR - Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, è intervenuto questa mattina in commissione Igiene e Sanità al Senato per rispondere a tre interrogazioni. La prima, presentata da Silvio Lai (Pd), riguardava la tutela della sanità animale in Sardegna in vista di Expo 2015. De Filippo ha sottolineato come la richiesta di poter commercializzare al di fuori dell'Isola prodotti suini sardi trattati termicamente, seppur rispondente ai requisiti della normativa vigente (Direttiva 2002/99/CE), debba tener conto dei dati epidemiologici e delle azioni intraprese dal Governo della Sardegna per una valutazione del rischio della situazione sanitaria. Per venire incontro alle richieste della Regione, il sottosegretario ha spiegato che è stata predisposta una bozza di protocollo sperimentale per la spedizione, canalizzata e ad esclusiva utilizzazione dei prodotti suini cotti provenienti da aziende della Regione, in ambito Expo Milano 2015. Questa la risposta integrale di De Filippo: "Premesso che il Ministero della salute è a conoscenza della procedura di termizzazione - cui l'interrogazione fa riferimento - che consente di garantire carni sicure, riferisce che in data 1° agosto 2013 è stato rilasciato il nulla osta al 'Protocollo operativo' predisposto dall'Assessorato alla sanità della Regione Sardegna, finalizzato alla messa in atto di procedure autorizzative per aziende suine e stabilimenti di macellazione e trasformazione per la produzione di carni e prodotti a base di carne suina sottoposti a trattamento termico. Precisa che il Protocollo in questione è un documento tecnico, contenente le modalità operative a cui si devono attenere i soggetti della filiera dei prodotti cotti, senza la previsione di specifici impegni del Ministero, se non di tipo autorizzativo su apposite istanze, proprio perché trattasi di un elaborato di settore. Al paragrafo 5 del 'Protocollo operativo' sono programmati controlli, da parte dei Servizi veterinari delle ASL, sugli allevamenti, mattatoi e stabilimenti di trasformazione aderenti alla cosiddetta 'filiera dei prodotti cotti'. Peraltro - segnala il Sottosegretario- di tali attività ispettive regionali il Ministero non ha contezza. Fa presente, quindi, che la normativa comunitaria in materia di Peste suina africana (direttiva 2002/60/CE e decisione di esecuzione 2014/709/UE) prevede l'adozione di misure cautelative e di salvaguardia, finalizzate a prevenire la diffusione della malattia su tutto il territorio europeo, tenendo in considerazione quanto previsto anche dal Codice sanitario dell'Organizzazione mondiale della sanità animale.Il territorio europeo, in conseguenza dei focolai di Peste suina africana confermati in altri Stati membri, oltre alla Regione Sardegna (Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia), nel 2014 è stato differenziato sulla base del livello di rischio. Le diverse parti dell'allegato I alla decisione n. 2014/709/UE sono state suddivise tenendo conto della situazione epidemiologica relativa alla malattia. La Sardegna è stata inserita nella parte IV dell'allegato, stando a significare l'endemicità della malattia su tutto il territorio regionale, e non solo in parte di esso, nonché la presenza di contatti tra la popolazione suina domestica allevata e quella selvatica, cinghiali e suini ferali (allevati allo stato brado)". "Pertanto - osserva il Sottosegretario - la richiesta di poter commercializzare al di fuori dell'Isola prodotti suini sardi trattati termicamente, seppur rispondente ai requisiti della normativa vigente (Direttiva 2002/99/CE), deve tener conto dei dati epidemiologici e delle azioni intraprese dal Governo della Sardegna per una valutazione del rischio della situazione sanitaria, requisito indispensabile per una applicazione in sicurezza del regime derogatorio. Tale asserzione trova fondamento nel fatto che le attività di eradicazione straordinarie della Peste suina africana, approvate a livello comunitario con decisione del 30 gennaio 2015, e trasposte in un provvedimento regionale nel mese di febbraio 2015, di fatto, non sembrano essere né particolarmente efficienti né applicate rapidamente, con precipuo riferimento alla lotta al suino allevato illegalmente, misura che rappresenta il pilastro per fondare le basi di una efficace e proficua azione di contrasto alla malattia in PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015 111 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Senato. De Filippo risponde su tutela sanità animale in Sardegna, precari nelle Aou e nuovi ticket 02/04/2015 11:43 IlFarmacistaOnline.it Sito Web PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015 112 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato questione. Per quanto attiene ai protocolli, inoltre, ricorda che è stata condotta una proficua attività, durata alcuni anni e consistita in trattative e mediazioni sotto il coordinamento dell'Unione Europea, seguita con un forte interesse dall'industria di trasformazione italiana, la quale ha potuto apprezzare il lavoro svolto e beneficiare, negli ultimi tempi, dell'incremento di "export" di prodotti tipici italiani. In conclusione, assicura che il Ministero della salute da tempo tiene nella massima considerazione le richieste pervenute dalle Autorità della Regione Sardegna; a riprova di ciò, fa presente che è stata predisposta una bozza di protocollo sperimentale per la spedizione, canalizzata e ad esclusiva utilizzazione dei prodotti suini cotti provenienti da aziende della Regione, in ambito EXPO Milano 2015". E' stato poi il turno di Lucio Romano (Aut), e della sua interrogazione sull'attività libero-professionale prestata dai medici presso gli ospedali universitari per sopperire alle carenze di personale. Questi impieghi, mediamente della durata di 6 mesi, non prevedono l'istituto della proroga; nella realtà, però, vengono prorogati nella maggioranza dei casi senza soluzione di continuità. De Filippo ha spiegato come il rapporto di collaborazione professionale che la giurisprudenza riconduce alla cosiddetta parasubordinazione sembrerebbe equiparabile a quello di cui è titolare chi esercita la professione sanitaria alle dipendenze del Ssn. Il sottosegretario ha dunque assicurato che il Ministero della salute valuterà la necessità di eventuali interventi normativi per affrontare complessivamente ed in modo organico il problema del precariato in sanità. La risposta di De Filippo: "Faccio presente, quanto alla tipologia dei rapporti di lavoro in questione, che la giurisprudenza utilizza il termine 'parasubordinazione' per designare i rapporti di incerta definizione, che presentano caratteristiche intermedie tra quelle del lavoro subordinato e quelle del lavoro autonomo. In particolare, l'esercente la professione sanitaria, ancorché conservi una ragionevole sfera di autonomia, rende le sue prestazioni all'interno delle organizzazioni aziendali/universitarie, sotto le direttive e il coordinamento dei vertici aziendali. Pertanto, il rapporto di collaborazione professionale che la giurisprudenza riconduce alla cosiddetta parasubordinazione sembrerebbe equiparabile a quello di cui è titolare chi esercita la professione sanitaria alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale. Tali considerazioni - soggiunge il Sottosegretario - potranno essere approfondite e costituire spunto di riflessione ai fini dell'applicazione, da parte delle regioni e delle stesse strutture universitarie, delle disposizioni del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri previsto dall'articolo 4, comma 10, del decreto-legge 31 agosto 2013, n.101, convertito dalla legge n. 125 del 2013, che è alla registrazione della Corte dei conti: il predetto decreto, in attuazione di quanto previsto dalla norma primaria, disciplina apposite procedure concorsuali riservate esclusivamente al personale titolare di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato in possesso di determinati requisiti di anzianità previsti dal legislatore. In conclusione il Ministero della salute valuterà la necessità di eventuali interventi normativi per affrontare complessivamente ed in modo organico il problema del precariato in sanità". Infine, Luigi d'Ambrosio Lettieri (Fi) ha illustrato la sua interrogazione concernente la revisione della disciplina in materia di esenzione dai ticket sanitari. De Filippo ha spiegato che, con i nuovi ticket, gli esenti per patologia, pur non essendo tenuti a partecipare alla spesa per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale - come già accade sarebbero, invece, tenuti a pagare una quota fissa ridotta e graduata in funzione del reddito prodotto dal loro nucleo familiare. Il sottosegretario ha poi spiegato che la proposta è stata sottoposta al Ministro per le necessarie valutazioni tecnico-politiche, ma per la sua traduzione operativa sarebbe, comunque, necessaria una modifica legislativa delle norme vigenti. La risposta di De Filippo: "Ricordo anzitutto che l'articolo 8 del nuovo Patto per la Salute 2014-2016 affida ad uno specifico gruppo di lavoro, costituito da rappresentanti del Ministero della Salute, del Ministero dell'Economia e delle Finanze, delle Regioni e dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), la definizione dei contenuti di una proposta di revisione del sistema di partecipazione alla spesa sanitaria che, a parità di gettito, garantisca l'equità e l'universalismo nell'accesso ai servizi e l'unitarietà del sistema. Faccio presente che, in ottemperanza a quanto previsto dal Patto, il Gruppo di lavoro ha formulato una proposta che introduce nuovi sistemi di calcolo delle quote di partecipazione per le prestazioni di assistenza specialistica e farmaceutica, graduando l'importo delle quote da pagare in relazione alla condizione reddituale del nucleo familiare fiscale dell'assistito, con esclusione degli esenti per patologia. 02/04/2015 11:43 IlFarmacistaOnline.it Sito Web PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015 113 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Per l'assistenza specialistica, inoltre, tale importo rimarrebbe comunque al di sotto del valore tariffario della prestazione, per evitare che gli assistiti possano trovare, in regime privato, le medesime prestazioni ad un prezzo inferiore alla tariffa. Per quanto riguarda l'assistenza farmaceutica, la proposta parte dal presupposto che la maggior parte delle Regioni ha già autonomamente introdotto quote di partecipazione (per lo più sotto forma di quota fissa per confezione) di importo ridotto per gli assistiti in possesso di esenzione per patologia. Coerentemente a tale impostazione, la proposta del Gruppo di lavoro prevede l'introduzione di una quota fissa per ciascuna confezione di farmaci, di importo ridotto per gli esenti per patologia e, comunque, graduato in funzione della condizione reddituale dell'assistito. Con specifico riguardo alle questioni poste dall'interrogante, chiarisce che gli esenti per patologia, pur non essendo tenuti a partecipare alla spesa per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, come già accade, sono, invece, tenuti a pagare una quota fissa ridotta e graduata in funzione del reddito prodotto dal loro nucleo familiare. Da ultimo, rilevo che la proposta è stata sottoposta al Ministro per le necessarie valutazioni tecnico-politiche, ma per la sua traduzione operativa sarebbe, comunque, necessaria una modifica legislativa delle norme vigenti".
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