Il numero di Aprile 2008
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Il numero di Aprile 2008
La Redazione risponde In causa contro l’Inps. Si attende il giudizio della Corte Costituzionale A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich A pagina 5 anno XIV - n° 4 Aprile 2008 periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi padre Flaminio Rocchi Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma Giorno del Ricordo 10 Febbraio: la partecipazione corale i messaggi pervenuti all’ANVGD Riportiamo alcuni stralci dei messaggi pervenuti all’A dell’Italia e del mondo in occasione delle celebrazioni del 10 Febbraio NVGD Sono 260 le località in Italia e nel mondo che hanno partecipato con una cerimonia – con contenuti diversificati dalla posa di corone, all’intitolazione di vie, dagli spettacoli ai concerti – al Giorno del Ricordo. Una testimonianza forte di solidarietà, di volontà di capire la nostra storia e comunque di partecipare ad un evento che apre tanti spunti di riflessione. Sia sul ruolo dell’Italia che di vicini Paesi coinvolti nella vicenda, ma anche di storici e di opinionisti. Le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ci hanno dato una grande soddisfazione perché dimostrano che la lezione della storia è stata imparata un po’ da tutti e partendo dall’intervento del Quirinale, ripreso in parte da quello dell’anno scorso, dobbiamo soffermarci a riflettere su quanto anche quest’anno è stato fatto in Italia e nel mondo dove i nostri connazionali vivono. Spesso problemi inespressi, tensioni accumulate nel corso degli anni, si sciolgono proprio nel dibattito sul 10 Febbraio che diventa, per certi versi catartico, e verifica di tematiche per troppo tempo sottaciute sulla storia nostra ma non soltanto. La vicenda degli Esuli diventa così parte del dibattito sullo spostamento di popoli che ha interessato l’Europa prima e durante la seconda guerra mondiale. Ecco perché in questo “mare grande” le considerazioni non sono mai semplicistiche, hanno bisogno di filtri intelligenti e di un approccio positivo se si vuole trasformare la sofferenza di interi popoli in energia capace di costruire nuovi rapporti e realtà pacificate. Quando diciamo che vogliamo tornare nelle nostre terre, quando affermiamo che la nostra meta e far sì che la cultura italiana delle nostre terre sia fatta propria dalle genti che vi abitano, non intendiamo avviare alcuna occupazione ma dare il nostro contributo affinché una storia ricca diventi patrimonio del mondo. Renzo Codarin segue a pagina 2 Nel suo indirizzo di saluto il Presidente del Senato, Franco Marini, sottolinea come «a distanza di tanti anni è ancora vivo il dolore per la tragica sorte toccata a quegli inermi cittadini che pagarono con la propria vita il loro essere italiani». Sui significati del Giorno del Ricordo aggiunge che «contribuisce a tenere viva la memoria di tanti connazionali e delle loro indicibili sofferenze a lungo dimenticate». Il Presidente della Camera Fausto Bertinotti ricorda come «La vicenda degli esuli giuliano-dalmati – una delle pagine più drammatiche della nostra storia recente – ha segnato la tormentata storia del confine orientale, attraverso una lunga sequenza di eventi tragici, in cui lo scontro ideologico si è unito all’intolleranza etnica, gli orrori della guerra alla follia dei totalitarismi». Nel riportare il tema storico all’attualità odierna, Bertinotti afferma che «oggi il ricordo della dignità vilipesa di quei nostri connazionali fa parte a pieno titolo del patrimonio comune di fatti, di valori e di princìpi che consente a tutte le italiane e gli italiani di riconoscersi parte di una medesima comunità». Il Presidente del Consiglio uscente, Romano Prodi, ha inteso invece sottolineare gli spunti offerti dal Giorno del Ricordo, ovvero di come «non bisogna dimenticare, bensì coltivare i semi della democrazia e della libertà nel rispetto dei diritti universali». L’inaugurazione del Monumento a Roma ha fornito l’occasione a diversi esponenti della politica e delle Forze armate di inviare significativi messaggi al Comitato presieduto da Olivero Zoia. Tra gli altri, il ministro per i Rapporti con Numerosi i messaggi pervenuti dalle istituzioni all’ANVGD in occasione del 10 Febbraio, tra i quali quelli dei Presidenti di due rami del Parlamento (nella foto Palazzo Montecitorio) segue a pagina 2 La visita del Presidente Napolitano a Trieste e a Gorizia Trieste. Il presidente della Federazione delle Associazioni Renzo Codarin (con il microfono) davanti al monumento che ricorda l’esodo dei giuliano-dalmati (foto www.arcipelagoadriatico.it) Memorie di Zara. La cartolina, di fine Ottocento, che apparirà sulla copertina del romanzo Le storie attraversano tutto il Novecento La casa di Calle San Zorzi Imminente in libreria il primo romanzo di Lucio Toth ambientato a Zara 10 de Febrero: la participación al unísono de Italia y del mundo È in corso di stampa un’opera narrativa, che uscirà nelle prossime settimane per i tipi di Sovera Editore, nella quale si raccontano le piccole storie di gente comune in mezzo agli eventi - spesso tragici e comunque sconosciuti che hanno sconvolto la Dalmazia nel Novecento, dal crollo dell’impero austro-ungarico alla dissoluzione della ex Iugoslavia. Lo scenario è Zara, la città dell’autore, Lucio Toth, e precisamente una casa dell’antico centro storico nella quale si susseguono attraverso le generazioni quattro famiglie, legate da vincoli di parentela, che le guerre disperdono e frantumano: due di nazionalità italiana e due croate, che vivono nella stessa casa, tra le stesse mura, di una città che cambia pelle attraverso i decenni, fino a far diventare stranieri a se stessi i propri figli. Il racconto si articola in quattro periodi. Il primo si svolge tra la Finis Austriae nell’ottobre 1918 e il Natale di sangue del 1920, con il quale si conclude, anche a Zara, l’impresa dannunziana. Il secondo va dalla caduta del fascismo nel luglio 1943 ai bombardamenti alleati dei mesi successivi, all’occupazione iugoslava e all’esodo della popolazione italiana. En lengua española en la página 15 segue a pagina 6 Basovizza, 10 febbraio 2008. I labari dei Comuni di Trieste e di Muggia (foto www.arcipelagoadriatico.it) February 10th: Widespread Participation in Italy and Throughout the World In english language to page 14 Nei giorni 27 e 28 marzo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è recato in visita ufficiale a Trieste e a Gorizia. In programma le visite a Monfalcone, il 27 marzo, per l’inaugurazione della mostra del centenario del cantiere, ed a Udine. Il 28 invece, a Trieste, gli incontri in Prefettura, quindi con il sindaco Roberto Dipiazza e all’Università degli Studi con il Rettore. A proposito della tappa triestina del Presidente, Claudio Boniciolli, presidente dell’Autorità portuale di Trieste, ha espresso «grande soddisfazione e un ringraziamento per la presenza del Capo dello Stato», mentre il sindaco di Trieste ha voluto «parlare immediatamente con lui del Patto per Trieste», da stipulare con il nuovo governo dopo le elezioni. La visita triestina, la prima da quando è stato eletto Presidente, avviene a due settimane dalle elezioni del 13 e 14 aprile, quando in Friuli Venezia Giulia non si esprimerà il voto solo per le politiche, ma anche per le regionali (anche comunali e provinciali a Udine). A Gorizia, sul Libro d’onore del Comune, il Capo dello Stato ha lasciato scritto: «Rendo con senso di grande partecipazione il mio omaggio alla città di Gorizia nel ricordo delle sue sofferenze e del suo sacrificio in diverse stagioni della nostra storia». Proprio in Municipio Napolitano si è quindi soffermato sulla lapide che ricorda i dipendenti comunali deportati e scomparsi nelle Foibe e dinnanzi alla targa che ricorda l’attribuzione a Gorizia della Medaglia d’oro al valor militare. d. a. 2 DIFESA ADRIATICA Aprile 2008 fatti e commenti continua dalla prima pagina continua dalla prima pagina Giorno del Ricordo 10 Febbraio: la partecipazione corale i messaggi pervenuti all’ANVGD Riportiamo alcuni stralci dei messaggi pervenuti all’A dell’Italia e del mondo in occasione delle celebrazioni del 10 Febbraio NVGD Credo che questo sia un disegno alto che da dignità al presente e ci permette di sperare ancora in una giustizia che travalica – anche se li comprende – i problemi di indennizzi e beni abbandonati. • • • Con il Giorno del Ricordo, il nostro impegno è diventato importante. La forza implosiva che ha caratterizzato l’attività delle nostre associazioni per tanto tempo, esce allo scoperto e si proietta verso nuovi, finalmente credibili, scenari. Tutto questo è reso possibile proprio dalla partecipazione corale dell’Italia a questa manifestazione. I primi anni, si voleva dare una centralità al Giorno del Ricordo, focalizzando su una città le presenze più qualificate, le cerimonie più importanti. Poi è successo un qualcosa di inaspettato, profondo, per certi versi appagante. L’Italia intera ha risposto, ha scelto di essere al fianco degli Esuli in questo momento. Perché? Quando c’è stato l’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia – i 350.000 italiani sono stati destinati in quasi 130 campi profughi sparsi in tutta Italia. Un intero popolo s’è trovato ad interagire con le realtà locali, a volte palesando la propria provenienza, altre volte celando quella che per molti era considerata non una vergogna ma comunque una situazione scomoda visto l’atteggiamento della politica italiana nei loro confronti. Gli esuli, comunque, si sono fatti conoscere, entrando nei pori della società civile, lasciando il segno. Consideriamo la risposta corale un omaggio allo spessore di queste persone che hanno portato in Italia e nel mondo i principi di una società evoluta, dedita al lavoro, legata alla sua Chiesa ed ai valori di una lunga storia di contatti col mondo circostante. • • • A Trieste, capitale morale dell’esodo, le manifestazioni sono quasi ovvie, meno in località come Venezia o Bologna dove gli esuli sono stati oggetto di contestazione e rifiuto. Ebbene, l’anno scorso, proprio con la targa apposta alla stazione di Bologna, siamo riusciti ad aprire un capitolo importante nel nostro rapporto con l’opinione pubblica. Quest’anno nella regione emilioromagnola quasi tutte le città si sono attivate per ricordare in vari modi. Dalle scuole sono arrivate richieste di materiale didattico, di testi sulla storia dell’esodo e delle Foibe, di filmati. Crediamo che questa sia la strada da percorrere. Certo non mancano le contraddizioni. C’è chi vuole approfittare di questo momento per far passare tesi negazioniste. La speranza è che la pubblica opinione riesca a distinguere i fatti dalle opinioni di parte. La storia non è fatta di certezze, di bianco o nero, per cui l’invito a tutti è di riflettere su quanto sentono dire da chi non ama la causa di questo popolo sparso e soprattutto di informarsi: negli ultimi anni è stato scritto molto, da storici seri, che non sono depositari della verità ma certo si avvicinano molto. In Slovenia e Croazia i giornali danno notizia del Giorno del Ricordo spesso con toni negativi, quasi che il Giorno del Ricordo fosse una ricorrenza contro qualcuno e così non è. Gli esuli vogliono che si parli della loro storia non per muovere delle accuse ma per un giusto riconoscimento di fatti che hanno colpito un popolo in un’Europa che oggi si è finalmente aperta senza riserve a queste riflessioni. E poi ci sono, nel resto del mondo, i comitati giuliano-dalmati che hanno saputo trasformare questa giornata in un momento di grande riconoscimento da parte della comunità nella quale sono inseriti. Personalmente è una sensazione di grande soddisfazione. Ora ci vuole un’altra legge che sancisca finalmente l’equo e definitivo indennizzo degli esuli. Ci vuole un accordo con Slovenia e Croazia per la restituzione di quei beni ancora in libera disponibilità. Certo le polemiche di questi giorni ci fanno segnare il passo ma aiutano a mettere a fuoco i nodi ancora irrisolti sui quali dobbiamo lavorare ed insistere affinché “le verità” – perché tali sono –, alla fine, abbiano la meglio su tutti i condizionamenti del passato. Renzo Codarin Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli «Una tragedia del passato per comprendere l’avvenire» Un convegno a Pescara con Gasparri e Ranieri il Parlamento e le riforme istituzionali, on. Vannino Chiti, ha scritto: «l’edificazione del Monumento è un atto di rispetto dovuto nei confronti delle migliaia di vittime di quelle terribili persecuzioni troppo a lungo taciute. Rappresenta la fine della “congiura del silenzio” e l’impegno di tutti affinché orrori del genere non si ripetano. Desidero augurare [...] agli esuli [...] di poter riportare a nuova vita il loro straordinario tessuto economico, sociale, culturale [...] nell’ambito di [...] quell’Europa nella quale l’italianità è una delle componenti essenziali» Il ministro per i Diritti e le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini: «L’istituzione del Giorno del Ricordo è stato un atto di civiltà necessario nel quale tutto il Paese si riconosce. E si unisce nell’eguale condanna di quei fatti atroci come una delle pagine più nere della nostra storia. […] Credo però che la Memoria, il Ricordo, non possano esaurirsi nella sola rievocazione dei lutti e delle tragedie. Essi hanno un senso solo se diventano l’anima di un riscatto possibile. […] Ricordare dunque non è solo un atto dovuto. È rinnovare il cammino verso l’affermazione piena della dignità della persona umana, guidando al tempo stesso ognuno all’approdo alla parte migliore di sé […]». Il viceministro degli Affari Esteri, Franco Danieli: «Mi è gradito farVi giungere il mio sincero apprezzamento per l’attività che la Vostra Associazione svolge con serietà e impegno per rappresentare i nostri connazionali fuggiti da Istria, Fiume e Dalmazia al termine del secondo conflitto mondiale. Più in generale mi preme esprimere la mia più sentita vicinanza a tutti coloro che si adoperano per tener viva e diffondere la memoria del sacrificio di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo. […] Quegli accadimenti rappresentano uno dei momenti più bui della storia recente europea. Ritengo che un’adeguata cultura della conoscenza e della storia sia indispensabile anche per evitare il ripetersi di simili atrocità e che l’impegno di ciascun singolo e delle istituzioni sia necessario per assicurare il rispetto della dignità umana e della vita in qualsiasi circostanza […]» Il sottosegretario di Stato all’Interno, Ettore Rosato: «Faccio pervenire alle Autorità, alle associazioni e soprattutto agli Esuli presenti, un pensiero di profonda partecipazione all’evento che oggi si celebra con giusta solennità. […] Il Monumento che da questo giorno in poi rimarrà a fermo ricordo delle Vittime delle Foibe rappresenta in modo appena adeguato il sentimento di pietà dovuto agli Innocenti che, nelle cavità della terra giuliano-dalmata, precipitarono incontro al loro precoce e iniquo destino. […] Dunque, ogniqualvolta la nostra Repubblica, in armonia con Regioni ed Enti locali, delibera e compie un dovuto risarcimento morale nei confronti dei propri figli, è giusto rallegrarsi». Il sen. Francesco Cossiga, dal canto suo, ha voluto esprimere la sua «affettuosa vicinanza» ai congiunti degli infoibati. «Al riguardo – ha soggiunto – mi piace ricordare che da Presidente della Repubblica fui il primo a rendere omaggio ai martiri trucidati nelle foibe, a Basovizza. Nel Giorno del Ricordo desidero inoltre aderire alle iniziative opportunamente indette da codesta Associazione per conservare e ravvivare la memoria dei tragici eventi che causarono l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati, ai quali va il commosso pensiero di tutti gli italiani». Il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha citato le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha definito «tardivo» il ricordo delle soffe- Maurizio Gasparri (AN), ex ministro delle Comunicazioni, e Umberto Ranieri, esponente del PD e presidente dell’attuale Commissione Esteri della Camera, s’incontrano il 29 febbraio a Pescara in un convegno sul tema «Una tragedia del passato per comprendere l’avvenire». Il convegno, promosso dalla Provincia di Pescara in collaborazione con il Comitato ANVGD, si inserisce nel quadro delle celebrazioni del Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo degli italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia e si è proposto di mettere a fronte la tragedia del confine orientale italiano alla fine della seconda guerra mondiale, con le attuali tensioni interetniche ed interreligiose in varie parti del mondo, ma soprattutto nei Balcani occidentali, dove la UE e la comunità internazionale devono affrontare la crisi del Kosovo. L’incontro introdotto dal presidente della Pro- renze e della tragedia vissuta dalla comunità giulianodalmata; ha quindi aggiunto che la memoria «non può più essere oggetto di una politica di parte. Non c’è dittatura che possa essere giustificata perché l’altra faccia di quelle dittature sono le persone morte». Marrazzo ha sottolineato, tra i problemi ancora irrisolti per gli Esuli, quello dell’indicazione dei luoghi di nascita, che nella loro burocratica ingiustizia offendono la loro coscienza di italiani. Ha voluto quindi sottolineare il dolore degli istriani, dei giuliano-dalmati, ma anche delle comunità ebraiche «perché il bene alberga dove ci sono dei custodi e dei difensori del bene e il dolore può essere condiviso ma resta di chi ha sofferto, mentre la memoria deve essere comune e non può rimanere chiusa nell’alveo della famiglia». Ha quindi concluso: «Se non ci fossero stati gli esuli a fuggire da quelle terre oggi noi non avremmo questa memoria. Lo sa chi è entrato in quelle famiglie: chi ha ascoltato il loro ricordo e ha sentito palpitare le ultime ore dei caduti. Alle istituzioni spetta il compito di guidare e tenere unita la comunità e quel monumento che abbiamo inaugurato, oltre ad unirci, deve farci ricordare e riconoscere quei morti come martiri della nostra identità di Paese forte, vivo e solidale». Dai vertici militari Il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Paolo La Rosa: «In questa occasione desidero esprimere la vicinanza e la solidarietà di tutta la Marina militare e mia personale. La “memoria” alimenta i valori fondanti della nostra società e costituisce incommensurabile tesoro da tramandare alle future generazioni. Nel Giorno del Ricordo, le immagini della tragedia vissuta dagli italiani vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre, saranno rese ancor più vivide grazie al monumento ad essi dedicato. […] Desidero esprimere all’Associazione l’apprezzamento di tutta la Marina Militare per l’alto impegno profuso nel conservare e rinnovare il ricordo di quei tragici eventi entrati a far parte del patrimonio storico della nostra nazione». Il Comandante Generale della Guardia di Finanza, generale di Corpo d’Armata Cosimo D’Arrigo: «Desidero esprimere a nome mio e della Guardia di Finanza i sensi della più viva ammirazione per l’impegno costante profuso dai volontari dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia affinché rimanga viva la memoria dei tanti italiani che, all’indomani del secondo conflitto mondiale, subirono vessazioni e sofferenze, fino all’orrenda morte nelle foibe. Nell’inchinarmi simbolicamente dinanzi al Monumento alleVittime delle Foibe istriane, rivolgo un commosso pensiero alle tante vittime innocenti di allora e la vicinanza ai familiari di quanti furono barbaramente assassinati o costretti a lasciare le proprie case, i propri paesi e le proprie città. E ritengo doveroso ricordare, oggi, l’altissimo contributo di sangue offerto dalla Guardia di Finanza in quel buio periodo della storia nazionale ed onorare la memoria dei tanti Finanzieri cui fu riservato l’atroce destino delle foibe, colpevoli solo di essere italiani, di servire l’Italia, sovente dopo aver coraggiosamente difeso la locale popolazione da razzie, vendette e sopraffazioni d’ogni sorta […]. Red. vincia Giuseppe De Dominicis e moderato dal presidente ANVGD Lucio Toth, si è tenuto nella sala dei Marmi del Palazzo della Provincia di Pescara. L’iniziativa va a colmare la necessità di mantenere vivo l’interesse ed il dibattito sulle tematiche riguardanti il confine orientale anche dopo la data del 10 Febbraio. E continua, idealmente, le tesi del confronto avviato a Venezia con il convegno del 1° dicembre. In quell’occasione, Lucio Toth aveva affermato tra l’altro: «Tutti devono capire l’importanza della riscoperta di questa adriaticità, da Otranto alle Marche e agli Abruzzi ma anche gli albanesi, i greci, i montenegrini e perché no, anche gli sloveni ed i croati. Ed in contesti simili non dobbiamo lasciare che ad esempio le nostre associazioni diventino di stampo reducistico bensì dobbiamo dar vita a dinamismi che permettano di portar avanti la nostra arte, la cultura, la religiosità, che sono il nostro patrimonio più grande. Dobbiamo raffrontarci con la globalizzazione e con il mondo che cambia in continuazione. Una volta la Casa rossa era il confine di Gorizia, oggi quel confine non esiste più, esiste una città piena di vita con un cuore che pulsa molto di più di quanto faccia quello della Gorizia nostra. Sono cose su cui meditare perché esistono paesi dell’area ex Jugoslava che per certi aspetti sono più avanzati di noi, la Slovenia sulla scolarizzazione ad esempio; gli atavici ormai pregiudizi che per molti anni ci siamo portati dietro come esuli abbiamo il dovere di aggiornarli, perché o cerchiamo in tutti i modi possibili di salvaguardare questa nostra dimensione culturale oppure la storia ci passerà sopra come un rullo compressore». www.arcipelagoadriatico.it Aprile 2008 3 DIFESA ADRIATICA cultura e libri LO STUDIOLO DOVE AUGUSTO DEFINÌ I CONFINI D’ITALIA Nel 16 a.C., 737° dalla fondazione di Roma, l’imperatore Cesare Ottaviano Augusto definì i confini d’Italia, cioè dell’Urbs che era al centro dell’impero, diviso nelle sue tante province, dalla Hispania Betica alla Siria. Tutti i municipi autonomi (antiche città etrusche, sannite, picene, greche, liguri, celtiche, ecc.) e le colonie latine e italiche dedotte nei secoli precedenti all’interno della cerchia alpina acquistavano quindi il diritto di prendere parte alle decisioni che la costi- tuzione romana attribuiva agli organi collegiali della Repubblica. Questo era certamente un aspetto prevalentemente formale, perchè non era facile per un senatore di Augusta Taurinorum, di Aquileia, o anche di Sulmona, intervenire effettivamente nella Curia del Foro nella valletta tra il Campidoglio e il Palatino. Ancora meno lo era per un plebeo o un «cavaliere» votare nei comizi popolari. Ma con questo provvedimento legislativo, ratificato dal Senato, tutta la nobiltà Studiare la storia, leggere la letteratura di frontiera A Perugia il secondo modulo del progetto Istria, Fiume e Dalmazia laboratorio d’Europa Si è tenuto nel capoluogo umbro, il 21 febbraio scorso, nella bella Sala Partecipazione di palazzo Cesaroni, il modulo 2 del progetto realizzato dall’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea (ISUC) e la Società di Studi Fiumani dal titolo Letteratura di frontiera, scrittori fiumani dell’esodo e scrittori della minoranza italiana in Istria e a Fiume, un corso biennale di educazione alla cittadinanza per docenti e studenti della scuola secondaria. Il modulo 2 segue il primo, svoltosi nel corso dell’anno scolastico 20062007, che prevedeva tra l’altro un laboratorio presso il Quartiere Giuliano Dalmata di Roma e all’Archivio Museo Storico di Fiume a Roma, destinato ai docenti; un ciclo di conversazioni per docenti e studenti; un laboratorio documentario sui luoghi del Quar- tiere Giuliano Dalmata di Roma per gruppi di allievi; la presentazione di una mostra documentaria curata dall’Archivio Museo Storico di Fiume. Per l’anno scolastico 2007-2008 il modulo 2 per docenti e studenti ha avuto inizio in ottobre ed ha avuto come docenti, tra gli altri, Gianni Oliva (storico), Marino Micich, Giovanni Stelli e Franco Laicini (questi ultimi tre per la Società di Studi Fiumani), Elvio Guagnini e Raoul Pupo (Università di Trieste), Diego Zandel (scrittore, fiumano), Ingrid Sever (docente, preside della Scuola media Superiore di Fiume), Patrizia C. Hansen. I moduli sono stati curati da Dino Renato Nardelli, della Sezione didattica ISUC, e da Giovanni Stelli per la Società di Studi Fiumani. d.a. Lastovo, un biglietto per l’isola Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Mi chiamo Ermanno Dodaro, e sono figlio di una profuga dalmata (Angela Romita, mia madre, è nata a Lagosta-Lastovo nel 1940). Nel 1947, a seguito degli avvenimenti che sono ben noti, fu costretta all’esilio insieme a tutti i famigliari. Angela ha rivisto la sua isola solo nel 2004, ed anche io che sono suo figlio, ho avuto questo privilegio. Più tardi ho sentito l’esigenza di scrivere una storia sull’esilio di mia madre e su ciò che quel viaggio aveva per me rappresentato . Ora quella storia sta per uscire alle pagine del mio diario e diventare uno spettacolo teatrale. Si intitola Lastovo, un biglietto per l’isola, e si avvarrà dell’interpretazione di Simona Sanzò e della regia di Maurizio Castè. Le rappresentazioni avverranno al Teatro “Abarico”, una piccola struttura di Roma, dall’8 al 13 aprile 2008 (via dei Sabelli, 113 tel. 06.443 40 560). È la cronaca fedele di un viaggio, è un viaggio della memoria alla ricerca delle proprie radici. È la scoperta di un’isola fantastica che diventando reale non perde nulla della sua magia. È il racconto di una famiglia che si fa insieme mito e storia collettiva. È un Una romantica immagine dell’isola dalmata di Lagosta delle città al di qua delle Alpi, veniva a far parte della classe senatoria e tutti i loro cittadini diventavano cives optimo iure. Potevano cioè godere la pienezza dei diritti civili riconosciuti dall’ordinamento giuridico: la cittadinanza, la libertà personale, lo ius familiae, la proprietà e la trasmissibilità dei beni agli eredi. «Tutto quello che gli uomini possono chiedere agli dei, tutto quello che gli dei possono dare agli uomini fu procurato da Augusto. Fu ridata prosperità ai campi, onore alla religione, sicurezza agli uomini, il certo possesso dei beni a ogni cittadino » (Velleio Patercolo, Historiae, II, 89). Non sono cose da poco neanche oggi. Tanto per fare un esempio di quale sicurezza godono i cittadini italiani di oggi? E come è stato riconosciuto agli esuli il loro diritto di proprietà sui beni iniquamente e illeggittimamente espropriati? Fu allora che Tergeste e Pola entrarono a far parte dell’Italia, all’interno della Regio X « Venetia et Histria » insieme alle altre città di quella che poi sarà in gran parte la Repubblica di Venezia: Padova, Verona, Trento, Treviso, Brescia, Aquileia, Cividale, Parenzo. In quegli stessi anni Augusto, che conosceva bene il suo impero e non voleva far torto a chi era stato fedele alla Repubblica, conferiva alle colonie di Salona e di Epidauro (Ragusa) e alla città liburnica di Zara lo status di municipium di diritto italico, equiparando quindi i loro cittadini a quelli della penisola italica e della pianura padana. Tutti questi atti solenni vennero pensati e decisi da Augusto nel suo «studiolo» che è stato scoperto di recente sotto le rovine del Palatino e che in questi giorni è stato aperto al pubblico. Tra quelle pareti rosso porpora e le decorazioni a encausto che le adornano un uomo, che aveva nelle mani il destino del mondo, tracciò allora e per sempre il nostro destino di latini dell’Adriatico orientale. Forse Mesic potrebbe sollevare obiezioni. Ma le cose stanno così – come diceva una canzone di Sergio Endrigo – e nessuno storico compiacente le può cambiare. L.T. mosaico di molte voci, che si nutre soprattutto della forza di suggestione della parola, affidato alla voce sola dell’attrice, che si rifrange nell’incanto della musica, consegnata alla presenza viva del quartetto “asìcomolasflores”. È in questo delicato gioco di specchi che abbiamo teso il filo del labirinto, per guidare gli spettatori sull’isola dai molti nomi, in quel luogo dell’anima che nessuno possiede ma che già un poco ci appartiene, perché offerto in preziosa custodia a ognuno di noi. Maurizio Casté Lastovo – un biglietto per l’isola Ermanno Dodaro lo ha scritto e musicato Simona Sanzò interpreta “Asìcomolasflores” suona: Ermanno Dodaro il contrabbasso Francesco Consaga il sax e il flauto traverso Arturo Valiante il piano Luca Caponi le percussioni Maurizio Cast firma la regia Tre immagini dello «studiolo di Augusto» sul Palatino appena restaurato (immagine Oecus per il Ministero per i Beni e le Attività Culturali) Uto Ughi: «le Foibe, una tragedia» Il grande violinista Uto Ughi non ha mancato di intervenire sul Giorno del Ricordo. In una dichiarazione raccolta dall’ANSA in margine alla presentazione del suo programma radiofonico Uto Ughi racconta: grandi autori per il violino, il Maestro ha detto tra l’altro, a proposito delle Foibe e dell’esodo: «Una tragedia, che io conosco bene. I miei genitori erano infatti di Pirano, in Istria, e dovettero andare, via perdendo tutto. Sono tristi avvenimenti, ingiustizie di ogni campo e di ogni guerra. Ha fatto bene il presidente Napolitano a parlarne, perché in Italia se ne sono accorti in ritardo». Il violinista di origine istriana in un intenso ritratto fotografico di Giovanni Canitano 4 DIFESA ADRIATICA Aprile 2008 Edito per i tipi della LEG di Trieste il nuovo libro di Stelio Spadaro La cultura civile della Venezia Giulia: antologia di intellettuali giuliani (1905-2005) Angelo Vivante, Scipio Slataper, Biagio Marin, Ernesto Sestan, Giani Stuparich, Diego de Castro, Alberto Spaini, Roberto Bazlen, Claudio Magris, Fulvio Tomizza, Carolus L. Cergoly, Arduino Agnelli, Giorgio Voghera, Anita Pittoni, Enzo Bettiza, Pier Antonio Quarantotti Gambini, Elio Apih. Sono questi gli anutori presenti nell’antologia curata da Stelio Spadaro ed appena edita dalla casa editrice LEG con la prefazione di Fabio Forti e Lino Felician (collana “i leGgeri”, euro 20,00). Con Patrick Karlsen Spadaro è autore del volume L’altra questione di Trieste. Voci italiane della cultura civile giuliana 1943-1955, edito nel 2006. «La Venezia Giulia è un paesaggio umano, economico, sociale e storico che va oltre i tracciati dei confini così come li abbiamo conosciuti nel corso degli ultimi due secoli – si legge nel risvolto di copertina – . Ha rappresentato uno stile di vita e un habitus civile che affondano le radici nell’antico retaggio latino-veneziano, arricchendosi costantemente, anche grazie alla funzione di interscambio e di incontro, che sempre ha avuto l’Adriatico, degli apporti provenienti da altre culture e altre esperienze d’Europa, e non solo, amalgamate da un costume e da una moralità comuni». Del volume di Spadaro pubblichiamo un estratto dalla sua Introduzione. _________________________ I nomi degli autori dei testi qui raccolti sono noti, e celebri sono di ciascuno le riflessioni, le posizioni personali, le evoluzioni del loro pensiero nell’arco di decenni nei quali tutto cambiò. Posizioni intelligenti, sofferte, talvolta contraddittorie e poi revisionate, ma sempre frutto di esperienze personali, spesso dolorose, traumatiche. Raccolti insieme, come abbiamo cercato di fare nelle pagine di questa antologia, tali nomi mostrano qualcosa di più, le linee di una tradizione che perdura nel tempo, il filo di una continuità culturale e civile che caratterizza una parte cospicua dei giuliani italiani. I riferimenti intrecciati nei testi Lo scrittore istriano Pier Antonio Quarantotti Gambini a Trieste nei primi anni Trenta mostrano un tessuto di relazioni, di scambi, in molti casi di amicizia, un vero e proprio humus giuliano, dato da un carattere e da un temperamento che hanno qualità, e difetti, specifici. Gli autori sono italiani che hanno respirato in buona parte l’aria di alta civiltà, di decoro morale e civile, dell’ex impero Austro Ungarico. Parlano fra di loro e decidono di parlare all’Italia a proposito delle loro esperienze, della condizione politica, culturale, esistenziale dei giuliani, e più a sud dei fiumani e dalmati. Parlano, essenzialmente, del loro essere italiani in una regione plurale dal punto di vista nazionale, linguistico e culturale. Cercano di descrivere al Paese il loro modo d’essere, nello sforzo però di indicare una lezione generale, di cui tutti gli italiani possano beneficiare. La Venezia Giulia non fu semplicemente un’invenzione geografica, un’imposizione artificiale del nazionalismo italiano che si manifestò con tratti specifici e a volte particolarmente aspri al confine orientale; fu qualcosa di diverso, di più profondo. Fu un’esperienza in grado di dare vita a una ricca e ancora fertile tradizione culturale e civile, italiana ed europea allo stesso tempo. Trieste e il confine orientale sono stati spesso rappresentati nell’immaginario nazionale come un’area caratterizzata unicamente da violenze, vittime, tensioni, estremismi. Si trattava di episodi e situazioni in larga misura sconosciuti al Paese, o rimossi, che sono stati affrontati e doverosamente ricollocati nella coscienza storica e nella memoria della nazione. Del tessuto sociale e culturale giuliano va ora messa in luce la capacità di aver prodotto anche un insieme di segnali positivi, testimoni di una attualissima cultura fondata sui valori della tolleranza, della convivenza e dell’integrazione. Questi testi, scritti da illustri espo- Visignano, il Leone di S. Marco sull’arco di una porta cittadina, emblema dell’«antico retaggio latino-veneziano» Toponomastica nell’Istria oggi slovena, accolto l’emendamento Battelli sul parere vincolante dei rappresentanti italiani Si apprende dal quotidiano triestino “Il Piccolo” del 1° scorso (Slovenia: nomi italiani a vie e paesi) che «la Camera di Stato, con 58 voti a favore e 5 contrari (su 90 deputati i votanti erano 69, ndr), ha approvato in via definitiva l’emendamento del deputato italiano Roberto Battelli alla “Legge sulla delimitazione e denominazione degli abitati, delle vie e degli edifici”, emendamento che garantisce alla comunità italiana il diritto di esprimere il proprio consenso – e di conseguenza di porre il proprio veto – alle scelte delle autorità locali in materia di toponomastica. Ciò significa che i consigli comunali di Capodistria, Isola e Pirano non potranno scegliere alcun nome di via o piazza senza sentire prima il parere vincolante della minoranza italiana. Questo consenso lo daranno le Can (Comunità autogestite della nazionalità) tramite i rappresentanti italiani nei Consigli comunali». «È una storia finita bene nonostante un percorso tortuoso e accidentato», si legge sul quotidiano la dichiarazione di Battelli. «Tutto questo ci fa capire che la nostra posizione non è affatto sicura, e dovrebbe indurci a serrare le fila e a capire molto bene qual è la nostra reale posizione rispetto al passato e, soprattutto, rispetto al futuro». «Il voto del Parlamento – precisa “Il Piccolo” – ha di fatto soltanto confermato quello che esisteva già. Nella legge in materia finora in vigore, che risale al 1980, le decisioni sui nomi di abitati, vie e piazze nelle zone nazionalmente miste non potevano essere prese senza il consenso di quelle che all’epoca erano le “Comunità d’interesse autogestite delle nazionalità”. [...] Nella prima versione della nuova legge sulla toponomastica, però, questo diritto di esprimere il consenso è stato trasformato da obbligatorio a facoltativo. La minoranza, se quel testo fosse passato, avrebbe potuto continuare a dire la propria, ma senza alcun potere di bloccare eventuali soluzioni ritenute lesive della sua dignità e della sua storia. I nostri connazionali avrebbero mantenuto il diritto di rivendicare, così come adesso, la dicitura bilingue delle insegne, ma senza più la possibilità di intervenire sui contenuti. Da qui l’emendamento di Battelli, prima contestato e alla fine approvato. Nel corso del dibattito in aula, comunque, le comunità italiana e ungherese, per questa loro legittima volontà di mantenere un diritto già esistente, sono state oggetto di attacchi da parte del In vista di Trieste, l’Istria ha inizio nenti della cultura di matrice liberal- maggiormente hanno ostacolato l’indemocratica della Venezia Giulia, a serimento di questa regione all’interloro volta incarnano essi stessi la com- no della coscienza repubblicana, plessità di questa regione perché aiu- come presenza accettata e sentita partano a smentire in maniera determi- te “propria”. Ciò pone al Paese una nante la raffigurazione della Venezia domanda sulla ferita causata dalla Giulia come una terra insanguinata, sconfitta nella Seconda guerra monsimbolo di una ferita, quella della scon- diale e sulla successiva distruzione di fitta italiana nella Seconda guerra mon- una regione, avvenuta senza che l’Itadiale. [...] lia se ne sia accorta. Emerge dagli articoli come questa Questi intellettuali si scontrano con cultura, intimamente e tenacemente la debolezza della coscienza nazioliberale e democratica, si sia alimen- nale del Paese: una debolezza, prima tata nel tempo di uno spirito italiano ancora, dello Stato, che si rispecchia e ed europeo, nello sforzo costante di si ripresenta in quanto debolezza di apportare al Paese la voce di un’espe- coscienza nazionale, che al confine rienza, l’esempio di un contributo ori- orientale emerge con evidenza. È l’asginale che si riassume nell’apertura sillo, in particolare, di Giani Stuparich mentale e intellettuale maturata in e Quarantotti Gambini. questi territori, utile anche oggi al PaeSono voci che pongono al Paese se – ecco il punto – per l’elaborazione problemi di carattere generale: come di una moderna definizione di cittadi- si è calata concretamente l’idea di stananza. [...] to-nazione in un territorio plurale; Altro nodo che emerge dalle pagi- come si pone, oggi, il problema del ne di questa antologia è quello che rapporto fra cittadinanza, identità naconsente di verificare quanto il rappor- zionale, convivenza. to disturbato sinistra-nazione abbia contribuito ad alimentare gli equivoci fra la cultura democratica e repubblicana italiana e il confine orientale nel suo complesso. Il vuoto di dialogo fra la Venezia Giulia e una sinistra incapace di ascoltare ha rappresentato Il Carso in un’immagine uno dei fattori che del primo decennio del Novecento Partito nazionale sloveno e dei parlamentari del gruppo Lipa, composto da ex esponenti dello stesso partito. Il presidente del Partito nazionale Zmago Jelincic ha proposto anche un controemendamento a quello di Battelli, nel tentativo di privare le minoranze del diritto di esprimere il consenso in materia di toponomastica, ma la sua proposta è stata bocciata. Le minoranze autoctone, dopo una battaglia lunga e sofferta, mantengono pertanto il diritto di far sentire la propria voce nel dare nomi a vie ed abitati nelle aree dove sono storicamente presenti». red. Una cartolina pro Lega Nazionale del 1902 Aprile 2008 5 DIFESA ADRIATICA La Redazione risponde In causa contro l’Inps. Si attende il giudizio della Corte Costituzionale A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich Ho iniziato una causa contro l’INPS per ottenere la perequazione della maggiorazione prevista dalla Legge 140/85, con decorrenza dalla data di emanazione della legge stessa. Ancora la causa non è stata definita con sentenza. Che conseguenze potrà avere sulla mia causa, la norma di interpretazione autentica introdotta dalla Finanziaria del 2008, la quale ha affermato che la perequazione deve iniziare dalla data della domanda della maggiorazione? Lettera firmata Purtroppo l’art. 2, comma 505, della Legge Finanziaria del 2008 ha riportato quanto previsto nel progetto della Finanziaria stessa, e per la precisione che: «L’art. 6, comma 3, della Questa rubrica riporta: - le elargizioni a “Difesa Adriatica” di importo superiore all’abbonamento ordinario; - le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD; - eventuali elargizioni di altra natura; - gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”. All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della normativa sulla privacy non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da queste pagine tutti coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non comprendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’ ANVGD. ABBONAMENTI CON ELARGIZIONI A “DIFESA ADRIATICA” (ccp. 32888000) Le elargizioni si concentrano maggiormente tra fine e inizio anno, in occasione del rinnovo dell’abbonamento. L’elenco comprende gli abbonati sostenitori o che hanno versato comunque una quota maggiore dell’ordinario. GENNAIO Abram Silvia € 50, Alacevich Alessandro € 60, Alacevich Antonio € 35, Alacevich Marco € 50 in memoria del padre Dalmi Alacevich morto il 28-3-2000, Albanese Gianfranco € 50, Andreuzzi Pietro € 50, Antonini Graziella € 40, Apollonio Rosa ved. Colizza € 50, Armentani Guglielmo € 35, Bacci Morella € 50, Bani Fiorenza € 50, Barbanti Giuseppe € 50, Bedendo Moro Mirta € 100, Benussi Paolo € 50, Bernardi Teodoro € 60, Bernes Ennio € 60, Bernobich Mario € 40, Bessone Sirola Annamaria € 40, Bolzoni Cerni Fernanda € 50, Bommarco Nocetta € 100 in memoria di Giannina Petris Bommarco, Bon Domenico € 50, Boni Domenico € 40, Borghesi Claudio € 50, Borroni Antonio € 100, Bracco Bruna € 50, Bracco SpA € 50, Braico Mario € 50, Broz Klaus € 40, Brunner Dalla Palma Elisabetta € 60, Buccaran Bolla Laura € 50, Buzzi Unicem SpA € 50, Camalich Dragica € 40, Cambruzzi Giacomo € 40, Canaletti Giovanni € 35, Canaletti Immacolata € 50, Cappellani M.Pia € 50, Cardin P.Andrea Davide € 50, Castoldi Filippo € 60, Cattalini Lucio € 50, Cattich Gigliola € 50, Cattich Mario € 50, Cattich Marlene € 50, Cattich Nino € 60, Cavaliere Fernanda € 35, Ceglian Rosaria € 35 in memoria dei propri defunti, Cerlienco Guerrino € 50 ringraziando per il Vostro impegno, Cherin Arcadio € 60, Cherin Stelio € Legge 15 aprile 1985, n. 140, si interpreta nel senso che la maggiorazione prevista dal comma 1 del medesimo articolo si perequa a partire dal momento della concessione della maggiorazione medesima agli aventi diritto». Attraverso tale norma, che introduce una interpretazione autentica dell’art. 6 della Legge 140/85, è stata confermata sic et simpliciter l’interpretazione applicata dall’INPS dal 1985 ad oggi, interpretazione che non ha mai trovato il conforto della magistratura. Come sopra accennato, tale articolo comporta una interpretazione autentica della Legge 140/85 e come tale, ha efficacia retroattiva, ovvero dovrà essere applicata anche ai giudizi pendenti. Nelle varie sentenze di merito, nonché nella sentenza della Suprema Corte n. 14285 del 2005, era stato espressamente affermato che l’interpretazione proposta dall’INPS, secondo cui la maggiorazione delle Lire 30.000 si perequa a partire dal momento della concessione della maggiorazione medesima agli aventi diritto, condurrebbe a risultati irrazionali e manifestamente lesivi del principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, poiché la maggiorazione pensionistica sarebbe corrisposta nello stesso anno in misura diversa ai vari pensionati a seconda dell’anno del pensionamento. Oltre all’illegittimità costituzionale per violazione all’art. 3 della Costituzione, ovvero al principio di eguaglianza, l’interpretazione dell’art. 6 della L. 140/85 così come indicato nell’art. 2 comma 505 della legge 24 dicembre 2007, n.244 (Finanziaria 2008), verrebbe altresì a violare anche l’art. 38 della Costituzione, che sancisce l’esigenza fondamentale di garantire l’effettività e l’adeguatezza nel tempo delle prestazioni previdenziali. Sulla base delle predette considerazioni, è stata sollevata presso la Corte d’Appello di Torino e presso la Corte d’Appello di Trieste la questione di illegittimità costituzionale della norma di cui sopra. Le nostre ragioni sono state accolte sia dalla Corte d’Appello di Torino che dalla Corte d’Appello di Trieste, le quali hanno deferito la questione relativa alla noma di interpretazione autentica, introdotta dalla Finanziaria 2008, alla Corte Costituzionale, che dovrà esprimersi in merito alla legittimità costituzionale della stessa. Per tutti coloro che si trovino in pendenza di giudizio, suggeriamo di chiedere la sospensione del giudizio medesimo al fine di attendere l’esito della decisione della Corte Costituzionale. Nel caso in cui la Corte di legittimità si dovesse pronunciare dichiarando la illegittimità costituzionale della norma introdotta dalla Finanziaria, quest’ultima perderebbe ogni efficacia. ELARGIZIONI E ABBONAMENTI 50, Chersi Matteo € 80, Chiappetta Claudio € 50, Chighine M. Giuseppina € 50 in memoria della madre infoibata Libera Berdini, Cleva Clelia e Ilda € 50 in memoria dei defunti mamma, papà e sorella Maria Elena, Coceverin Antonia € 50, Coderani Giangiacomo € 50, Colani Sergio € 50 in ricordo di Severino Colani e Regina Maltese, Colli Graziella € 50, Compri Vittorio € 50, Corda Edwin e Paolo € 50, Corte Luciano € 50, Costa Liana e Grandi Giuseppe € 100, Costantini Adelia Orietta € 35 con nostalgia di Buie, Covacic Lina € 35, Crasti Luciana € 50, Crasti Vittorio € 50, Crisostomi Evimero € 50, Culino Mariano € 50, Curkovic Antonio € 35, Curto Porro Maria € 50, D’Ambrosio Riccardo € 55, Damiani Andrea € 50, Dario Enrichetta € 40 in memoria di papà mamma e fratelli Benito e Remigio Dario, Del Bianco Canzia Lina € 50, De Lombardo Claudio € 50, Del Treppo Mario € 50, De Luca Stefano € 60, De Poli Vesta € 60, Destrini Morandi Wanda € 50, De Tonetti Emanuele € 50, de Tonetti M.Grazia € 50, Dettoni Loris € 50, De Vergottini Pierpaolo € 50 in memoria di papà Tonelo-mamma Paola e Padre Rocchi, Diaco Silvana € 60, Dicuonzo Giuseppe € 40, Di Grande Foscarina € 50, Dominis M.Rosaria € 50, Dovesi Elena € 35, Ellero Iolanda € 40, Fabretto Romano € 50, Facchini Silvio € 50, Falchi Gianna € 50, Falconi Marcello € 50, Fama Nuccia € 50 in memoria dei cari genitori Ella e Giuseppe e del fratello Lelio, Ferrari Roberto € 50 in memoria dello zio Eugenio Marassovich nel 2° anniversario della morte, Filippi Carmela € 120, Fiorentin Flavio € 50, Floris Claudio € 35, Francetich Anna € 50, Fusco Chiosco Fiorella € 35 ricordando la madre Gigliola Sarinich e la nonna Gilda Carposio, Gambetti Dinelli Laura € 50, Gambos Liliana € 32, Garbin Antonio € 40, Genzo Paolo € 35 per ricordare i defunti genitori Brioni, Gherghetta Matteo € 50, Ghirardo de’ Gironcoli Luciana € 50 in memoria dei cari defunti de’ Gironcoli e Ghirardo, Gerhardinger Donatilina € 50, Giacaz Zanoli Carmen € 35, Giachin Lauretta € 50, Giacomelli Edmondo € 40, Giordani Carla € 40, Giurco Zenone Bruna € 40, Giurina Graziella € 50, Giurina Lucio € 60, Gollessi Lina € 35, Gorlato Gramegna Lucilla € 50, Gottardi Sauro € 50, Gropuzzo Domenico € 40, Guetti Miletich Marta € 40, Hausbrandt Ermanno € 50, Jelich Fioretta € 50, Jurman Nadia € 50, Kail Giovanni € 100, Kucich Raimondo € 50, Labianca Antonia € 50, Lauri Tullio € 50, Lemessi Maria Fiorenza € 50, Lemessi Maria Luisa € 50, Liuni Perni Silvana € 35, Livio Iolanda € 35, Malnich Lauro € 40, Mariotto Italio € 60, Martini Clemente € 35, Martinoli Cavazzi Sonia € 50, Maso Roberto € 60 in ricordo dei nonni Guerrino e Dinora Comici di Albona e Fiume, Menesini Silvana € 50, Mesnich Gasparina € 60, Miani Mario € 50, Mirelli Savinetti Consuelo € 50, Mizzan Antonio € 50, Montagner Jurlina Regina € 50, Moscheni Omero € 40, Nacinovich Giuseppina (Mary) € 50, Nagel Mirella € 50, Nicolich Vittorio € 50, Niero Marco € 60, Pace Furio € 40, Paniek Albino € 40, Pellegrini Alessandro € 55, Pentericci Giorgio € 80, Perich Fiorella € 40, Petricca M.Grazia € 50 in memoria della madre Gina Vlat-kovic † 2-92004, Piccini Giuliano € 50, Pirovano Anna Maria € 50, Pisani Franco € 50, Pizzinat Giovanni € 50, Poso Benvenuto € 40, Pucikar Imberti Nerina € 50, Pus Franco € 60 in memoria dei genitori Corrado Pus e Anastasia Filak, Quarantotto Luciano € 50, Randich Antonio € 50, Ratissa Graziano € 50, Ratzenberger Egone € 50, Riboli Marco € 50 in ricordo del papà Cesare Riboli, Ricciardi Elio € 50 in memoria del fratello Livio , Rigutto Antonia € 50, Rismondo Anna € 50, Rocconi Leonardo € 50, Rolando Adriana € 50 nel ricordo del marito Mario Rolando, Romagnoli Roberto € 50, Rossi Valerio € 50, Rubbi Silva € 50, Rubbi Luciano € 50, Rudan Testa Giovanna € 50, Runco Luisella € 50, Rusalen Francesco € 50 in memoria di Antonio Rusalen, Salvini Finestra M.Pia € 50, Santulin Tonina € 40, Sauco Elisa € 50, Sbona Bortolanza Marinella € 40, Sceusa Gioacchino € 60, Schiattareggia Sebastiano € 50, Schiattino Domizio € 60, Schippa Eleuterio € 50, Scolozzi Umberto € 50 in memoria della madre Augusta Lidia Possa parenzana, Sichich Aldo € 50 in memoria dei genitori Jolanda e Giovanni Sichich, Sifari Virgilio € 60, Sigovich Concetta € 50, Soletti Grusovin Olga € 60, Soppa Alvaro € 50, Sorgarello Grazia € 50, Spadaro Ghersini Rosamaria € 35, Stefani Silvia € 50, Stocco Moretti Silvia € 35, Suran Emilio € 50, Tacco Randich Alessandrina € 100 in memnoria del marito Otto Randich, Tamino Melita € 60, Teja Cristaudi fam. € 80, Tietz Giorgio € 50, Tomatis Nicolò € 50, Toppan Fornale M. Pia € 50, Trapani Maria Pia € 50, Trevisan Antonio € 40, Vaccaro Gemma € 40, Valenti Um-berto € 50, Venezia Luigi € 50, Vocetti Salvi Mercede € 50, Zaitz Archide € 50, Zanetti Matteo € 35, Zanini Iginio € 40, Zerauschek Guido € 100, Zurich Vladimiro € 35, Zvietich Vittorio € 35. ELARGIZIONI PRO CLAUDIO D. (ccp. 52691003) Elenchiamo le offerte pervenute dopo il nostro appello in favore di Claudio D. (“Difesa Adriatica” di luglio), nativo di Pola e in precarie condizioni a Roma, dove vive in un centro di accoglienza. I dettagli dell’iniziativa sono contenuti nel nostro numero del luglio scorso. Chi volesse far pervenire delle offerte può versare la somma che ritiene opportuna sul conto corrente postale 52691003 intestato Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Roma, indicando nella causale “pro Claudio”. Gennaio P.H. € 50. ELARGIZIONI PRO ELENA (ccp. 52691003) Elenchiamo le offerte in favore di Elena (“Difesa Adriatica” di agosto-settembre), zaratina, da 50 anni residente in Brasile e che sogna di tornare almeno per una volta nella sua Zara. Se le somme raccolte non fossero sufficienti a realizzare questo sogno, il ricavato le sarà utile per alleviare la sua disagiata condizione economica che la costringe a sopravvivere con l’unico sostegno del locale consolato italiano. Chi volesse far pervenire delle offerte può versare la somma che ritiene opportuna sul conto corrente postale 52691003 intestato Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Roma, indicando nella causale “pro Elena”. Gennaio M.P. € 10. ELARGIZIONI PRO JOLANDA (ccp. 52691003) Elenchiamo le offerte in favore di Iolanda (“Difesa Adriatica” di novembre), zaratina 79enne residente a Vercelli e che desidera rivedere la sua città natale, mai più visitata dopo l’esodo. Con la pensione minima non può permettersi questo viaggio. Le somme raccolte saranno destinate ad organizzarle un breve viaggio a Zara, così da realizzare questo piccolo sogno. Chi volesse far pervenire delle offerte può versare la somma che ritiene opportuna sul conto corrente postale n. 52691003 intestato Associazione NazionaleVenezia Giulia e DalmaziaRoma, indicando nella causale “pro Iolanda”. Dicembre M.C. € 25. Gennaio F.T. € 30. ABBONAMENTI ORDINARI A “DIFESA ADRIATICA” (ccp. 32888000) Il rinnovo degli abbonamenti si concentra maggiormente tra fine e inizio anno, quando i lettori ricevono insieme al giornale il bollettino postale precompilato. L’elenco comprende solo coloro che hanno versato la quota ordinaria di abbonamento. GENNAIO Addario Giovanni, Andretti Luciano, Anelli Fabiano, Anelli Marianna, Aniceti M.Luisa, Annoscia Adriana, Antonelli Elsa, ANVGD Comitato Belluno, ANVGD Comitato Novara, ANVGD Comitato Pisa, Anzil Maria, Apollonio Luigia Teresa, Apollonio Steffè Giuliana, Artelli Edoardo, Arvali Luigi, Ausilio Claudio, Babic Annabella, Baborsky Eneo, Baici Mara, Balanzin Lidia, Ballarin Norberto, Barbato Querini Veglia, Barbieri Matteo, Barca Vincenzo, Barcellesi Piero, Barnobi Rina, Bascelli Miriam, Basilisco Mirella, Battaja Caldato Edda, Battilana Laura, Belci Delzotto Lina, Bellemo M.Vittoria, Belletich Giuseppe, Belletti Luigi, Belletti Pietro, Benedetti Sebastiano, Benigni Giorgio, Bensi Flora, Benussi Franca, Benussi Giordano, Benussi Teresa, Benvenuto Carmen, Benzan Gabriele, Benzoni Stelia, Bernardon Loretta, Bernetti Korman Domenica, Berni Adelma, Berretti Almerigogna Fiorella, Bertotto Iginio, Bevilacqua Andrea, Bevilacqua Barbara, Biagini Glauco, Biagini Nevio, Bianco Romano, Biasiol Aprà Maria, Bibalo Pierina e Rita, Bidoli M.Luisa, Biloslavo Giuliano, Bilucaglia Luigi, Bittner Ilda, Bizzarri Delzotto Iolanda, Blascovich Attilio, Blasevich Franco, Blasich Bianca, Blecich Liliana, Blecich Tarentini Annamaria, Boi Filiberto, Boico Mary, Bonacini Giovanna, Bonamini Carmen, Bonassin Ferruccio, Boncompagno Annamaria, Bonelli Giuseppina, Bonfiglio Casimiro, Bonifacio Ezio, Bonifacio Tutti Bianca, Bontempi famiglia, Bonuccelli Fernanda, Borsi Maurizio, Bortoluzzi Mirco, Bosar Elio, Bosi Norbedo Norma, Bossi Antonio, Bottura M. Grazia, BozicVittorio, BozzettiAndrea, Branka Publisher srl, Bratti Giovanni, Brenco Dario, Bressanello Arpad, Brugin Roberto, Brussi Alma, Budicin Negriolli M. Luisa, Buri Paolo, Burlini Guido, Busechian Ondina, Bussani Liliana, Calegari Silvana, Califfi Joffrette, Caluzzi Roberto, Camalich Ileana Affatati, Canaletti Luciano, (segue) Canciani Andrino [...] 6 DIFESA ADRIATICA Aprile 2008 Fedesuli: « libertà di avviare un grande progetto di salvaguardia della nostra realtà » La casa di Calle San Zorzi continua dalla prima pagina Le storie attraversano tutto il Novecento Imminente in libreria il primo romanzo di Lucio Toth ambientato a Zara Il terzo periodo è collocato all’inizio degli anni Settanta, al tempo della prima crisi del regime comunista iugoslavo, sullo sfondo della contestazione del ’68 e della guerra in Vietnam. Il quarto racconta le vicende di quella che i croati chiamano «guerra patriottica», cioè del conflitto interetnico del 19911992. I personaggi e gli eventi sono inventati ma tutti, evidentemente, nascono dalla memoria autobiografica dell’autore. Poiché non sono alberi, ma uomini e donne, le loro storie si snodano nei diversi luoghi dove le vicende personali e collettive li hanno portati: dalla Fiume del 1919 alla Venezia dei campi-profughi; dall’Appenino ligure durante la guerra partigiana alla Milano del secondo dopoguerra; dalla Parigi degli anni Settanta agli altipiani della Lika sul fronte croato-bosniaco del 1992. Ma come in una spirale simbolica il destino dei personaggi passa sempre per la città natale, si incrocia nelle sue strade, tra quelle quattro mura, la Casa di Calle San Zorzi, che dà il titolo alla narrazione. red. Buenos Aires, gli Esuli in Argentina per il Giorno del Ricordo È il sesto anno consecutivo, ancor prima dell’istituzione della Legge 92/ 2004, che ci riuniamo per onorare i nostri Esuli ed Emigrati giuliano-dalmati, deceduti per differenti motivi, in Italia, ed all’estero. Molti dei nostri Esuli, nonostante il priodo estivo, hanno preferito rimandare le vacanze per accorrere ad assistere alla commemorazione del Giorno del Ricordo già fatto carne in tutti noi. La commemorazione si è svolta nella Chiesa Mater Misericordiae di Buenos Aires, la prima chiesa italiana della metropoli. L’alta temperatura estiva si è fatta sentire, ma i nostri Esuli non si sono scoraggiati, accorrendo numerosi. Nessuno è mancato, anzi, fra tanti volti, si sono riviste persone che da anni erano assenti dagli incontri giuliani. Tanti abbracci, tanti capelli imbianchiti dal tempo, e pure tante assenze!… La legge della vita. Un’imponente striscione era stato steso all’entrata del Tempio, e vi si leggeva: «Esuli ed Emigrati Giuliano-Dalmati di Buenos Aires. Giorno del Ricordo 10 febbraio 1947- 2008». All’inizio del rito, aperta la porta principale, alle prime note dell’Ave Maria otto esuli, disposti come alfieri, hanno fatto il loro ingresso portando ognuno, orgogliosamente, le nostre care insegne. Applaudite, entrano insieme le bandiere dell’Argentina e dell’Italia, quest’ultima con un nastro nero in segno di lutto per il dolore che gli Esuli portano in sé da tanti anni. Seguono poi, una ad una, le bandiere di Zara, Fiume, Istria, Trieste, Gorizia e della Regione Friuli Venezia Giulia. Il sacerdote, don Sante Cervellin di Venezia, attendeva davanti all’altare per benedire le bandiere inviate recentemente dall’Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste. Lampeggiano i flash delle macchine fotografiche, si desidera mantenere vivo questo momento, anche sia in un pezzetto di cartone. Ha inizio la cerimonia religiosa, il sacerdote si rivolge agli Esuli con parole di comprensione e rispetto. Nel momento del raccoglimento, s’ode lo squillo chiaro e forte di una tromba che intona magistralmente il tema del Silenzio degli autori Rosso e Brezza. Impossibile frenare tanta emozione! Annamaria Marincovich ha dato quindi lettura di una riflessione «[...] C’era una volta… forse cosí qualcuno dei nostri figli vorrà raccontare ai loro nipoti, la storia degli Esuli Giuliani. [...] Poi, venne la bufera, durò molti anni portandosi via le cose piú belle: membri della famiglia, case, la tranquillità. Città e paesi si spopolarono come petali di un fiore strappati dal vento. Dove furono? Di qua e di là del mondo. Poco per volta i petali invecchiarono, sentendo la nostalgia della Corolla Madre persa, irraggiungibile [...]. Così fu la vita di questa gente giuliana che, benché soli e in esilio, seppero amare la loro Terra e rispettarla fino all’ultimo momento. Coloro che ancora vivono, ormai anziani, cercano di stendere la mano per stringere un’altra mano giuliana, ed in quella stretta poco valgono le parole, ed i ricordi quasi comuni riaffiorano [...]». La cerimonia si è conclusa con il Va’ pensiero accompagnato dall’organo e dalla tromba . Tra i presenti il sig. Lopresti, presidente della “Società Italiana” di San Martìn (provincia di Buenos Aires), il sig. Granzotto, vice presidente del “Circolo Ricreativo della Trevisana”, la sig.a Vollarich, in rappresentanza del “Club Italiano di José C Paz”. Ha dato la sua adesione il “Circolo Giuliano di Córdoba”. Un ringraziamento particolare alla sig.a Brunella Cadìn, per aver portato i nastrini con il nostro Tricolore, donatole dal consigliere della Regione Friuli Venezia Giulia, dott. Adriano Ritossa. Annamaria Marincovich Livio Giuricin Gruppo Esuli ed Emigrati giuliano-dalmati, Buenos Aires Buenos Aires, due immagini dei convenuti nella Chiesa Mater Misericordiae per la celebrazione del Giorno del Ricordo Intervista a Renzo Codarin in margine al 10 Febbraio Sessant’anni di silenzio, poi una manifestazione che diventa, per legge, momento di riflessione di un’intera nazione sull’Esodo e le Foibe, non senza perplessità, aspettative, speranze e delusioni. Un Giorno del Ricordo in evoluzione? Lo chiediamo al Presidente della Federazione degli Esuli, Renzo Codarin. «Direi proprio di sì. Penso ai primi anni, in cui volevamo dare una centralità alla manifestazione, focalizzando su una città le presenze più qualificate, le cerimonie più importanti. Poi è successo un qualcosa di inaspettato, profondo, per certi versi appagante. L’Italia intera ha risposto, ha scelto di essere al nostro fianco in questo momento». Quale spiegazione avete dato a questo fenomeno? «Quando c’è stato l’esodo dalle nostre terre – Istria, Fiume e Dalmazia – i 350.000 italiani sono stati destinati in quasi 130 campi profughi sparsi in tutta Italia. Qualche anno fa abbiamo realizzato una cartina geografica con i nomi di tutti i centri e non c’è un angolo d’Italia che rimanga scoperto. È un popolo intero che s’è trovato ad interagire con le realtà locali, a volte palesando la propria provenienza, altre volte celando quella che per molti era considerata non una vergogna ma comunque una situazione scomoda visto l’atteggiamento della politica italiana nei nostri confronti. Gli esuli, comunque, si sono fatti conoscere, entrando nei pori della società civile, lasciando il segno. Considero la risposta corale un omaggio allo spessore di queste persone che hanno portato in Italia e nel mondo i princìpi di una società evoluta, dedita al lavoro, legata alla sua Chiesa ed ai valori di una lunga storia di contatti col mondo circostante». Questa spontaneità non ha dappertutto il medesimo impatto sull’opinione pubblica… «È vero, a Trieste, capitale morale dell’esodo, le manifestazioni sono quasi ovvie, meno in località come Venezia o Bologna dove gli esuli sono stati oggetto di contestazione e rifiuto. Ebbene, l’anno scorso, proprio con la targa apposta alla stazione di Bologna, siamo riusciti ad aprire un capitolo importante nel nostro rapporto con l’opinione pubblica. Quest’anno nella regione emilio-romagnola quasi tut- te le città si sono attivate per ricordare in vari modi. Dalle scuole sono arrivate richieste di materiale didattico, di testi sulla storia dell’esodo e delle Foibe, di filmati. Crediamo che questa sia la strada da percorrere. Certo non mancano le contraddizioni. C’è chi vuole approfittare di questo momento per far passare tesi negazioniste. Il mio augurio è che la pubblica opinione riesca a distinguere i fatti dalle opinioni di parte. Sappiamo che la storia non è fatta di certezze, di bianco o nero, per cui invito tutti a riflettere su quanto sentono dire da chi non ama la nostra causa e soprattutto di informarsi: negli ultimi anni è stato scritto molto, da storici seri, che non sono depositari della verità ma certo si avvicinano molto». Che risultato siete riusciti ad ottenere con le scuole? «È un processo lungo e difficile ma ci stiamo lavorando, impegnando gli uomini di buona volontà negli incontri con i ragazzi, preparando materiali – libri, mostre e Dvd – per le scuole, confidando nella sensibilità degli insegnanti. Viviamo in democrazia, le cose non si possono imporre, cerchiamo allora di far arrivare giuste indicazioni». [...] E all’estero, che cosa succede in questa occasione? «Ci sono due diversi momenti di lettura. In Slovenia e Croazia i giornali ne danno notizia spesso con toni negativi, quasi che il Giorno del Ricordo fosse una ricorrenza contro qualcuno e così non è. Noi vogliamo che si parli della nostra storia non per muovere delle accuse ma per un giusto riconoscimento di fatti che hanno colpito un popolo in un’Europa che si è finalmente aperta senza riserve a queste riflessioni. Dall’altra parte abbiamo nel resto del mondo i comitati giulianodalmati che hanno saputo trasformare questa giornata in un momento di grande riconoscimento da parte della comunità nella quale sono inseriti. Personalmente è una sensazione di grande soddisfazione». Un voto bipartisan ha permesso di dare concretezza alla memoria, che cosa si può fare per le richieste degli Esuli in attesa di soluzione da sessant’anni? «Ci vuole un’altra legge che sancisca finalmente l’equo e definitivo indennizzo degli esuli. Ci vuole un accordo con Slovenia e Croazia per la restituzione di quei beni ancora in libera disponibilità. Abbiamo bisogno che questo succeda quanto prima, che ci venga tolta questa palla al piede che non ci permette di correre incontro al nostro futuro. E noi abbiamo bisogno di poter immaginare come e dove saranno la nostra cultura, la testimonianza della nostra civiltà tra decenni, dobbiamo avere la libertà di avviare un grande progetto di salvaguardia della nostra realtà con le genti di queste terre ovunque esse siano. Gli Stati devono decidere di renderci liberi dal fardello che la guerra ha caricato sulle nostre spalle». Le divisioni all’interno del mondo degli esuli non aiutano questo processo… «È vero strategie, metodologie, linguaggio ci differenziano ma le mete sono le stesse. Quando ci si trova ai tavoli di lavoro con il Governo non c’è divergenza sulle richieste, tutti vogliamo le medesime cose, quelle di sempre, per le quali si sono battuti i nostri predecessori in momenti in cui il dialogo con le istituzioni era anche più difficile e gravoso. A loro, in modo particolare, va il nostro pensiero nel Giorno del Ricordo che non hanno conosciuto e che sarebbe stato di grande consolazione e conforto». Rosanna Turcinovich Giuricin (l’intervista integrale su www.arcipelagoadriatico.it) Dall’Australia il Ricordo Il Giorno del Ricordo in Uruguay Nella gremita Chiesa della Missione Cattolica Italiana a Montevideo, durante la S.Messa il Parroco don Antonio Bagnara (veneto) ed il Presidente del Circolo Giuliano dell’Uruguay, ing.Gianfranco Premuda (esule fiumano) hanno commemorato il Giorno del Ricordo dell’Esodo dall’Istria, Fiume e Zara, elevando una prece in memoria delle Vittime delle Foibe e degli Esuli deceduti lontano dalla loro Terra perduta. Ha aderito alla celebrazione la locale Associazione Nazionale Combattenti e Reduci Italiani (A NCRI ) con il suo presidente Cav.Giovanni Costanzelli, con la Bandiera a mezz’asta. Furio Percovich Canberra. Alcuni convenuti alla cerimonia religiosa in memoria degli Infoibati e degli Esuli defunti. Il signore con la bandiera di Isola d’Istria è Livio Chicco, che ci ha inviato queste fotografie Anche in Australia, nella città di Canberra, gli Esuli giuliano-dalmati colà residenti hanno voluto commemorare il 10 Febbraio, stretti alla cara memoria dei luoghi natali. Il presidente dell’Associazione Giuliani di Canberra depone una corona al Monumento dedicato a tutti i Caduti italiani in guerra e pace che la comunità italiana ha eretto nel 2004 Aprile 2008 7 DIFESA ADRIATICA dai comitati Prosegue la pubblicazione delle cronache pervenuteci nel frattempo dai Comitati Provinciali. Altre seguiranno sul prossimo numero di “Difesa”. Imperia, Prefettura. Da sin.: il sig. Pietro Goina, nipote di Pietro Goina, Vittima delle Foibe; il sig. Domenico Goina, figlio di Pietro Goina, il prefetto di Imperia, dott. Maurizio Maccari, Pietro Tommaso Chersola, presidente Comitato Provinciale di Imperia ANVGD e vicepresidente della Consulta Regionale della Liguria DELEGAZIONE DI BARLETTA Il 21 marzo, presso l’ex convento dei Domenicani di Ruvo di Puglia, l’Associazione culturale “Novarcadia” ha promosso in collaborazione con la Delegazione ANVGD di Barletta un incontro-dibattito al fine di mantenere vivo nella coscienza dei cittadini ruvesi gli accadimenti di quei tragici giorni. Questo il programma: inizio alle ore 19.00 con introduzione del presidente Rossella Scarongella, a seguire lettura di un componimento commemorativo a cura di Valerio Gattulli accompagnata dal brano «Il silenzio» a cura di Giandomenico Lospoto; quindi, la proiezione del film-documentario di Michele Pinto «L’esodo e le foibe»; al termine dibattito con il prof. Giuseppe Dicuonzo, Delegato ANVGD, e con il prof. Salvatore Longo, moderatore l’avv. Vito Angelo Ippedico. COMITATO DI BERGAMO La cerimonia in ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli italiani si è svolta nella cornice del Parco delle Rimembranze nella Rocca di Bergamo per iniziativa congiunta di Preettura, Comune, Provincia, Comitato ANVGD. Hanno preso la parola, nell’ordine: il sindaco di Bergamo Roberto Bruni, l’assessore Tecla Rondi per l’ Amministrazione provinciale e Vincenzo Barca per l’ANVGD. A far da cornice alla cerimonia gli alfieri con i labari di associazioni combattentistiche e d’Arma, nonché numerosi cittadini. Tutti gli interventi hanno evidenziato il carattere violento e disumano dell’intervento titino sullaVenezia Giulia, sul quale per decenni è pesata una coltre inamovibile di silenzio. Giusto, pertanto, hanno concordato tutti gli intervenuti, aver istituito il Giorno del Ricordo. Vincenzo Barca, uno degli esuli istriani arrivati a Bergamo nell’immediato dopoguerra, ha voluto riconoscere alla città una grande generosità nell’accoglienza. La comunità istriana di Bergamo, ha sottolineato, si è inserita con orgoglio e senso del dovere nella società bergamasca, giungendo a ricoprire ruoli e funzioni di rilievo. E una commemorazione si è tenuta anche nella vicina Seriate, uno fra i primi Comunin italiani ad intitolare una via alle Vittime delle Foibe. Nella Sala consiliare del Comune sono intervenutii rappresentanti del Municipio, gli studenti dell’ITIS “Majorana”, del Liceo “Mascheroni” di Bergamo, un centinaio di alunni delle scuole medie e il rappresentante del Comitato ANVGD, Barca, il quale ha lanciato un appello: «Ci sono morti che aspettano sepoltura, un fiore, una croce, un nome. Le foibe devono diventare luogo dove meditare e imparare cosa significa l’odio». M. Elena De Petroni Florio nuovo presidente del Comitato bergamasco Dopo le recenti elezioni del Comitato provinciale, il rinnovato Esecutivo provinciale ha eletto Maria Elena De Petroni Florio nuovo presidente provinciale. Sostituisce il dimissionario Vincenzo Barca, che è stato eletto per acclamazione presidente onorario. Coordineranno il nuovo Esecutivo anche il vicepresidente Mario Mates- COMITATO DI GORIZIA Barletta, 9 febbraio. Nella Sala Rossa del Castello svevo la commemorazione del Giorno del Ricordo da parte delle istituzioni e del Delegato ANVGD prof. Giuseppe Dicuonzo. Da sin.: la prof.ssa Mariagrazia Vitobello, presidente Commissione Cultura del Comune, Patrizia C. Hansen, il prof. Dicuonzo e mons. Giuseppe Paolillo, vicario episcopale sich, il delegato all’Amministrazione Edoardo Uratoriu e i consiglieri Santa Carloni e Laila Nyaguy. Al presidente Barca i ringraziamenti della comunità giuliano-dalmata bergamasca, alla quale ha dedicato tanti anni del suo impegno. Alla neopresidente De Petroni Florio l’augurio per un fruttuoso lavoro assistenziale ed organizzativo. applaudita con notevole, evidente commozione. Le manifestazioni si sono concluse con uno stupendo concerto di musica classica ( Beethoven e Chopin) che ha avuto come protagonisti di grande bravura la giovane pianista Chiara e il fratello Giovanni Bertoglio, violinista, istriani a metà in quanto di madre polesana e padre torinese. COMITATO DI CUNEO DELEGAZIONE DI FROSINONE Il 9 febbraio scorso a Savigliano, nella bellissima cornice di Palazzo Taffini d’Acceglio, si è tenuta la cerimonia di commemorazione del Giorno del Ricordo alla presenza delle più alte autorità. Nel primo pomeriggio è stata deposta una corona di alloro vicino alla palina di Via Martiri delle Foibe. Alle cerimonie hanno partecipato un folto pubblico di oltre 150 persone e le associazioni d’Arma con le relative rappresentanze con i loro labari e rispettive bandiere. Il presidente del Comitato di Cuneo ANVGD, comm. Bernardo Gissi, ha svolto la relazione commemorativa, con la quale ha ripercorso molto dettagliatamente le varie fasi della nostra tragedia, ed è stata lungamente Il sig. Sergio Viti è stato nominato Delegato ANVGD per la provincia di Frosinone. Fiumano, già dipendente dell’Enel, è consigliere del Libero Comune di Fiume in Esilio e Presidente della Lega Fiumana di Roma. Nel suo nutrito passato associazionistico anche la militanza nei Gruppi Giovanili Adriatici. Di famiglia originaria dell’isola di Cherso, il padre era ufficiale della Marina e la madre lavorava al Comune di Pola. È nipote di Ettore Viti, infoibato. Vanta al suo attivo numerosi interventi sui quotidiani, alcuni interventi nella rubrica «Prima pagina» di RAITRE e tuttora svolge una meritoria opera di divulgazione della nostra storia nella provincia di Frosinone e a Fiuggi, dove vive. Due immagini della prolusione del presidente del Comitato di Cuneo, Bernardo Gissi, nella cornice di Palazzo Taffini d’Acceglio a Savigliano Nell’ambito delle iniziative volte a celebrare il Giorno del Ricordo dell’esodo e delle Foibe, lunedì 4 febbraio, presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ed il Comune di Gorizia, in collaborazione con la Lega Nazionale di Gorizia hanno presentato il libro, edito dall’ANVGD di Gorizia, dal titolo 1947-2007: istriani, fiumani e dalmati esuli da 60 a Gorizia per rimanere italiani. L’opera, realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, è stata illustrata dal presidente Rodolfo Ziberna, ed introdotta dal sindaco di Gorizia Ettore Romoli, con le testimonianze dei sindaci che si sono succeduti dal dopoguerra ad oggi: Franco Gallarotti, Antonio Scarano, Erminio Tuzzi, Gaetano Valenti ed Ettore Romoli. Diversi gli autori che hanno concorso alla realizzazione del libro: Diego Kuzmin, Francesca Santoro, Maria Grazia Ziberna, Guido Rumici, Rodolfo Ziberna ed Antonio Lauriti. Il libro contiene una contestualizzazione sull’esodo, approfondimenti sull’unico campo profughi di Gorizia (le «casermette»), sul villaggio dell’esule della Campagnuzza e molte testimonianze di esuli residenti a Gorizia che narrano il “loro” esodo e l’arrivo a Gorizia. Completano il libro diverse “schede” di esuli e loro discendenti. Il libro è stato dedicato al compianto Pasquale De Simone, già sindaco di Gorizia e per 40 anni direttore de “L’Arena di Pola”. COMITATO DI IMPERIA Attestato e medaglia in memoria di Pietro Goina Nella sede della Prefettura di Imperia si è svolta la cerimonia di consegna di attestato e medaglia commemorativi al sig. Domenico Goina, figlio di Pietro, vittima delle Foibe, conferiti dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano ai sensi della Legge 30 marzo 2004 n. 92. Alle ore 9.45, presso i giardini «Martiri delle Foibe», alla presenza delle autorità civili e militari e dei rappresentanti dell’Anvgd, guidati dal presidente Chersola, si è svolta la cerimonia di deposizione di una corona davanti al monumento in memoria delle vittime. Alle ore 10.30, presso l’Ufficio Territoriale del Governo, il prefetto di Imperia, dott. Maurizio Maccari, ha consegnato al sig. Domenico Goina, figlio di Pietro Goina, una medaglia commemorativa e un attestato conferiti dal Presidente della Repubblica. COMITATO DI LATINA Il Comitato pontino ha curato anche alcune manifestazioni nell’intera provincia oltre che nel capoluogo (si veda il numero di marzo). La rappresentanza ANVGD guidata da Benito Pavazza ha commemorato il Giorno del Ricordo a: Bassiano, Cisterna di Latina, 8 febbraio, Liceo Scientifico “G .B. Grassi”. La lezione per gli studenti curata dal Comitato pontino. Il tavolo dei relatori e una veduta dell’Aula magna gremita di allievi 8 DIFESA ADRIATICA Aprile 2008 dai comitati Latina, Fondi, Formia, Pontinia, Proverno, Roccagorga, Terracina, con la partecipazione di autorità regionali, provinciali e comunali, delle scolaresche e della cittadinanza. COMITATO DI LIVORNO Su invito del Comune di Fauglia (Pisa), una delegazione del Comitato Provinciale livornese ha partecipato, la mattina del 9 febbraio, alla conferenza tenuta dall’Ammiraglio di Squadra (r.) Antonio Molli a favore degli alunni della locale Terza Media. L’argomento «Foibe ed Esodo» si è sviluppato con un cenno storico sull’Istria dal II secolo a.C. all’immediato ultimo dopoguerra e la proiezione del Dvd «Ritorno a casa», entrambi seguiti con attenzione dagli studenti e dagli insegnanti accompagnatori ai quali, al termine dell’incontro sono stati consegnati copie della “Difesa Adriatica” e dell’opuscolo ad essa allegato, insieme a pubblicazioni varie attinenti all’argomento. Nel pomeriggio, nei locali del Circolo Ufficiali Marina Militare di Livorno, cortesemente messi a disposizione di questo Comitato, è stata ripetuta analoga manifestazione alla quale ha partecipato una cinquantina tra soci, simpatizzanti e invitati. Le interessanti parole dell’amm. Molli e le immagini del filmato, a tratti commoventi, hanno innescato un caloroso applauso finale alla felice iniziativa di commemorare in tal modo il Giorno del Ricordo. Domenica 10 febbraio, deposizione di un cuscino di fiori, dai colori del nostro tricolore, al Monumento ai Caduti Giuliano-Dalmati con la viva partecipazione di un folto gruppo di soci e simpatizzanti che hanno rivolto agli scomparsi La preghiera dell’Esule ed un minuto di raccoglimento. È seguita una S. Messa nella Cappella dedicata a Santa Barbara in Accademia Navale, officiata da Don Aldo Nigro, Cappellano militare della Marina. Nell’omelia egli ha ricordato anche la nobile figura di Giovanni Palatucci, il questore di Fiume, che salvò dai lager nazisti innumerevoli ebrei, ma venne deportato e morì a Dachau il 10 febbraio 1945 e per il quale è in corso la causa di beatificazione. La Messa officiata nella Cappella dell’Accademia Navale è stata particolarmente sentita dagli esuli in quanto su una parete troneggia la Stella Maris, denominazione della Madonna protettrice dei marinai. La stessa pala bronzea era conservata nella Chiesa della Marina delle Scuole CREMM di Pola fino al 1947, momento dell’esodo, giunta esule tra gli esuli qui a Livorno. Mario Cervino DELEGAZIONE DI LUCCA La Delegazione per la Provincia di Lucca, rappresentata dalla dott.ssa Viviana Dinelli, ha organizzato numerosi incontri per celebrare il Giorno del Ricordo, con il supporto del Dvd «Ritorno a casa» distribuito dalla sede centrale di Roma. Il primo incontro ha avuto luogo il 6 febbraio presso il complesso di San Micheletto. La delegata Dinelli ha brevemente introdotto il significato del Giorno del Ricordo ed ha spiegato l’importanza della memoria storica e della sua trasmissione alle nuove generazioni per poter crescere civilmente nella società contemporanea. È stato così proiettato il Dvd «Ritorno a casa»: le persone presenti in sala hanno apprezzato la proiezione e successiva- mente ci sono stati alcuni significativi interventi della sig.a Casalino e del sig. Cervai, esuli istriani, che hanno raccontato alcuni episodi della propria vicenda umana e della tragedia delle foibe. In occasione del Giorno del Ricordo, il Comune e la Provincia di Lucca hanno organizzato la consueta deposizione della corona di fiori presso P.zza XX Settembre alle ore 12.00: hanno partecipato rappresentanti della Provincia di Lucca, alcuni assessori del Comune, il Sindaco sig. Favilla, il prefetto della città, alcune delegazioni di alpini ed ex combattenti con la propria bandiera e naturalmente la delegata Dinelli ha portato anche la bandiera dell’Associazione. La giornata di lunedì 11 è stata utilizzata dal Comune di Lucca per un incontro con le scuole superiori della città presso la Biblioteca civica-Centro Culturale Agorà di Lucca per parlare del Giorno del Ricordo e della tragedia degli esuli: titolo dell’incontro «Foibe, esodo e confine orientale». Ha organizzato e introdotto l’assessore all’Istruzione e Servizi Scolastici, Biblioteche, Archivi e Musei dott.ssa Donatella Buonriposi; la prof.ssa Carla Sodini dell’Università degli Studi di Firenze ha tenuto una relazione sulle vicende storiche del confine orientale. Durante l’incontro sono intervenuti padre Cerri nato a Zara e parroco di Lunata (Lucca) che ha raccontato la propria dolorosa esperienza di esule e di come le vicende delle foibe e della pulizia etnica degli italiani è stata vissuta in prima persona dalla sua famiglia; il sig. Armando Spinelli, anch’egli di Zara, ha raccontato la propria esperienza di esule. Alle ore 15.00, sempre all’interno della Biblioteca Civica è stato proiettato il Dvd «Ritorno a casa». La delegata Dinelli ha quindi organizzato, sempre la mattina dell’11, un incontro con alcune classi del Liceo Classico di Lucca “Machiavelli” ed alcune classi dell’Istituto Magistrale L. Paladini di Lucca: l’aula Magna del Liceo classico lucchese ha permesso alla delegata Dinelli di introdurre la questione dell’esodo e della tragedia delle foibe da un punto di vista storico soffermandosi sulle vicende del 1943-’45 e il periodo successivo dell’esodo. Si ringraziano le classi presenti e i relativi professori che hanno accompagnato gli alunni e alla disponibilità dimostrata dal prof. Paolo Razzuoli, che ogni anno partecipa attivamente al dibattito lucchese della questione dell’esodo istriano-giuliano-dalmata. Si segnala infine l’iniziativa del Comune di Lucca che nel Consiglio Comunale del 12 febbraio ha commemorato il Giorno del Ricordo e la trasmissione televisiva «Palazzo Ducale», curata dallo staff della Provincia di Lucca, che ha dedicato l’intera puntata al Giorno del Ricordo per approfondire i fatti storici dell’epoca e il significato attuale che gli eventi tragici dell’esodo e delle foibe hanno per la Provincia di Lucca e per tutti i cittadini: sono intervenuti in particolare il presidente della Provincia di Lucca sig.Baccelli e il segretario nazionale dell’ANVGD Fabio Rocchi. V. D. • • • «La ricorrenza del 10 febbraio, Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata, assume anche in questo anno, una valenza importante per non dimenticare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe nel secondo dopoguerra. Nel corso del 2007 in questa logica di giustizia storica e di sensibilità verso coloro che hanno vissuto in prima persona questi drammi, si sono susseguiti continuamente in tutta Italia manifestazioni a carattere culturale all’interno delle scuole, convegni, seminari, che durante il corso dell’anno, hanno aiutato a sensibilizzare l’opinione pubblica nello studio e nell’approfondimento di uno spaccato di storia italiana. Ritengo che sia necessaria una conoscenza approfondita ed uno studio accurato degli eventi storici che hanno portato l’Italia ad essere in prima linea durante la seconda guerra mondiale e di un periodo politico italiano post-bellico che ha portato all’abbandono definitivo (Trattato di Osimo del 1975) di terre italiane, dimenticando la sofferenza di migliaia di cittadini italiani. Le terre istriane hanno sempre contribuito e partecipato attivamente ai principali eventi storici che hanno condotto l’Italia verso una unità territoriale e politica, che vide il suo compimento alla fine del conflitto bellico della prima guerra mondiale: tutto questo in virtù della radicata italianità che la popolazione istriana e giulianodalmata ha sempre conservato nel corso della propria storia. Se analizziamo la storia dei confini d’Italia in Istria e Dalmazia gli errori politici furono quindi molteplici. L’odio etnico prevalse comunque mascherandosi dietro a mire espansionistiche e a scalate di potere politico ed economico che portò ad un abbandono in massa di terre storicamente italiane. La legislazione della Repubblica Italiana riconosce quindi il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo, come dimostrano tre recenti leggi approvate dal Parlamento quasi all’unanimità: la Legge n. 92 del 30 marzo 2004 “Istituzione del Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale”, la Legge n. 193 del 28 luglio 2004 “Tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dell’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia” e la Legge n. 124 dell’8 marzo 2006 “Diritto di cittadinanza degli italiani nati nelle ex province della Venezia Giulia e Dalmazia dopo la cessazione della sovranità italiana”». Viviana Dinelli COMITATO DI NOVARA Domenica 10 febbraio, nella Chiesa di S. Giovanni Battista Decollato, è stata celebrata una Messa di suffragio in ricordo dei Martiri delle Foibe e dei 350.000 italiani esuli da Fiume, Istria e Dalmazia. La partecipazione è stata notevole, con la presenza del prefetto, del Novara, Chiesa di S. Giovanni Decollato. Il Gonfalone del Comune e le rappresentanze d’armi al rito religioso per le Vittime delle Foibe questore, dell’assessore del Comune, della rappresentante la Provincia, di associazioni d’arma con Labari e Bandiere, di personalità civili e militari con i Gonfaloni della Città e della Provincia di Novara. Durante il rito religioso la prof.ssa Nerea Pagani à letto la preghiera dell’esule di mons. Santin, quindi un trombettiere ha suonato il Silenzio. Sono state benedette la Bandiera dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e la Bandiera diTrieste, inviataci dal Sindaco di Trieste, e le stesse sono state deposte nella Cappella dedicata ai Caduti per la Patria. Al termine della S. Messa, presso il Largo Martiri delle Foibe, al Villaggio Dalmazia in Novara, si è tenuta la cerimonia della posa delle corone con la partecipazione del sindaco di Novara avv. Massimo Giordano. Hanno preso la parola l’assessore alla Cultura del Comune di Novara, il vicepresidente della Provincia di Novara, l’on. Gianni Mancuso, l’on. Cotta, il prefetto di Novara, il presidente A NVGD di Novara, al suono del Silenzio e con un minuto di raccoglimento è terminata la cerimonia. Nel ciclo dei programmi del Giorno del Ricordo, il giorno 8 febbraio presso l’Aula Magna dell’Università del Piemonte convegno “Donne memorie e confine” (si veda la breve cronaca in altra pagina), e il giorno 16 febbraio presso l’Auditorium della Banca Popolare di Novara, conferenza su Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume e, a seguire, conferenza di Piero Tarticchio, presidente Comitato di Milano. Antonio Sardi DELEGAZIONE DI PERUGIA Ottima riuscita della conferenza tenuta dal Delegato Franco Papetti presso l’Istituto Tecnico Commerciale “Vittorio Emanuele” di Perugia in occasione del Giorno del Ricordo. Lusinghiera la partecipazione sia degli studenti che gli insegnanti, i quali hanno rivolto al relatore numerose domande di approfondimento. La settimana precedente il Delegato ANVGD ha presenziato, nella sede della Provincia, alla cerimonia della consegna delle medaglie ai congiunti degli infoibati. Il delegato ANVGD per la provincia di Perugia, Franco Papetti, di origine fiumana, tra un gruppo di studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “Vittorio Emanuele” Aprile 2008 9 DIFESA ADRIATICA dai comitati Il 10 febbraio a Roma le manifestazionio curate la Comitato ANVGD Le celebrazioni a cura del Comitato ANVGD della capitale guidato da Oliviero Zoia non si sono imitate all’inaugurazione del monumento alle Vittime delle Foibe, che comunque è stato l’evento saliente, ma si sono articolate in una serie di manifestazioni delle quali diamo di seguito la cronaca. Il 9 febbraio, alle ore 16.00, è stata deposta una corona di alloro al monumento ai Caduti giuliano-dal-mati sulla via Laurentina a cura della nostra Associazione con l’intervento del vicepresidente prof.ssa Donatella Schürzel, del vicepresidente del XII Municipio Matilde Spadaro e del presidente dell’Associazione Triestini e Goriziani in Roma Roberto Sancin. Con le bandiere delle due associazioni e nazionali, era presente una nutrita folla di Esuli e di rappresentanti dei sodalizi d’arma. La cerimonia, semplice ma suggestiva, è terminata con il Va’ Pensiero, intonato dal socio Franco Gaspardis ed eseguito con commozione da tutto il pubblico presente. Le bandiere poste sui pili retrostanti il monumento erano abbrunate e così sono rimaste sino a tutto il successivo giorno 10. Alle ore 16.30, nel Teatro Sammarco si è tenuto un concerto del Maestro fiumano Francesco Squarcia alla viola e di Nona Kovavic al pianoforte in occasione della cerimonia di consegna dell’onorificenza al compositore istriano Luigi Donorà, della quale riportano la nota a parte. Alle ore 19.00 è seguita la S.Messa, officiata dal parroco Annibale Marini, che all’omelia ha sottolineato la necessità di ricordare la tragedia del confine orientale. Per la prima volta, le letture e le preghiere dei fedeli con testi estrapolati e ricomposti dalla Preghiera dell’Esule, di Mons. Santin, sono state lette da esuli e da figli di esuli. Al termine del rito religioso, Ferruccio Conte ha intonato la Preghiera del profugo del M.o Ludovico Zeriav, che i presenti hanno poi cantato coralmente. Durante la Messa il M.o Paolo Verrecchia ha eseguito alcuni brani per oboe. Il M° Verrecchia è figlio di una esule dignanese che lo ha avviato all’amore della musica. Domenica 10 febbraio una delegazione del Comitato composta dai signori Cergnul e La Rocca ha partecipato con labaro alla deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti di Monteverde vecchio. Martedì 12 febbraio, alle ore 16.30, si è svolta la commemorazione ufficiale del Giorno del Ricordo da parte del XII Municipio: sono intervenuti il presidente Patrizia Prestipino, il vicepresidente Matilde Spadaro ed altri consiglieri, Marino Micich presidente dell’Associazione per la Cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio e direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume in Roma, Emiliano Loria, segretario della predetta Associazione cullturale, Donatella Schürzel, vicepresidente del Comitato ANVGD di Roma e Giorgio Marsan, consigliere del Comitato stesso. Nell’occasione, è stato consegnato al Municipio un filmato contenente interviste ad esuli, realizzato dall’Associazione per la Cultura istriana, fiumana e dalmata nel Lazio; è questo un documento importante, il primo di una lunga serie prevista. Nella Sala consiliare, Emilio Scalfarotto aveva allestito una mostra di pannelli sulla storia delle terre giuliano-dalmate. Numeroso il pubbli- co presente, che ha vivamente apprezzato gli interventi. Mercoledì 13, il Comune di Ciampino ha voluto commemorare per la prima volta il Giorno del Ricordo. La cerimonia, svoltasi nella Sala consiliare, è stata aperta dal presidente del Consiglio comunale, Vitaliano Giglio e dall’assessore alla cultura del Comune, Mauro Testa. Dopo la proiezione di filmati relativi all’esodo è intervenuta la vicepresidente Schürzel (promotrice e organizzatrice della manifestazione col Comune di Ciampino) con un intervento critico-letterario sui testi letti da Forti e Zavadini, evidenziando diversi aspetti della cultura triestina ed istriana, nell’ottica della storia, ma soprattutto del forte senso di giustizia che da ogni autore si può percepire e dalla coralità della dimensione umana che cerca la riconciliazione prima in sè stessa e poi rispetto agli altri. Ha sottolineato l’importanza della storia, della memoria nonché della cultura che nelle terre giulianodalmate da sempre si è sviluppata e continua tuttora a produrre grandi esempi di arte e di apertura civile agli altri, indipendentemente da questioni di etnie, religioni e politica. Hanno portato la loro testimonianza il gen. Colussi, Sergio Schürzel, Plinio Martinuzzi, presidente della Consulta ANVGD del Lazio, Maria Ballarin ed Emilio Scalfarotto, che ha curato anche in questa circostanza la mostra sulla storia delle terre giuliano-dalmate. Sono interventuti amche Marino Micich e Gianclaudio de Angelini, quest’ultimo vicepresidente dell’Associazione per la Cultura istriana, fiumana e dalmata nel Lazio. L’iniziativa, che ha visto la presenza di numeroso pubblico, ha rivecuto ampi consensi e sarà ripetuta dal Comune di Ciampino nei prossimi anni. Giovedì 14, nella sede romana della Regione Friuli Venezia Giulia l’Associazione Triestini e Goriziani in Roma ha organizzato un incontro di carattere culturale dal titolo Per ricordare: testimonianze di un dramma. L’iniziativa era curata da Marcello Forti e da Giuliana Zavadini. Per l’ANVGD sono intervenuti il presidente nazionale Lucio Toth e la vicepresidente del Comitato di Roma Schürzel, che ha porttao con sé diversi allievi del Liceo “Blaise Pascal” di Pomezia, nel quale è insegnante. Venerdl 15 febbraio, nella sede del Senato della Repubblica, è stato organizzato a cura della Società di Stutdi Fiumani, un convegno per commemorare i Senatori di Fiume Icilio Bacci e Riccardo Gigante, trucidati dai comunisti jugoslavi. Sono intervenuti Amleto Ballarini e Marino Micich, rispettivamente presidente della Società di Studi Fiumani e direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume; il gen. Alberto Ficuciello, consigliere militare della Presidenza del Consiglio dei Ministri e presidente della Commissione per l’attribuzione degli attestati ai congiunti degli Infoibati; i proff. Fulco Lanchester e Augusto Sinagra dell’Università “La Sapienza” di Roma, il prof. Giuseppe Parlato, Rettore dell’Università “S. Pio V” di Roma. Ha aperto l’incontro il Maestro Squarcia che ha eseguito ottimamente alla viola alcuni brani del repertorio classico. Folto il pubblico presente, composto anche dagli alunni dei Licei “Blaise Pascal” di Pomezia, “Stanislao Cannizzaro” di Roma e “Michelangelo Buonarroti” di Frascati (Roma), accompagnati dalle rispettive docenti Schürzel, Balalrin e Pezzini. Il 18 febbraio, a Colleferro, Silvano Moffa, Marino Micich e Franco Gaspardis sono intervenuti alla conferenza-dibattito dal titolo 10 febbraio: il diritto alla memoria. Plinio Martinuzzi All’istriano Luigi Donorà le insegne di Cavaliere dell’OMRI Dìgnano d’Istria è dunque benedetta fra le cìttà della nostra terra e dell’Italia poiché dà sovente i natali a musicisti di altissimo rango. Ancorché nato a Pola è infatti di Dignano Antonio Smareglia, fra i migliori operisti italiani di fine ’800 e in quel periodo rappresentato frequentemente alla Scala. In una biografia del geniale compositore francese d’opera Massenet (Werther, Manon, Thaïs, Don Chisciotte) lessi di uno spostamento di date concernente una sua opera da rappresentare a Milano, perché in cartellone vi era un’opera dì Smareglia. Oggi la memoria del compositore dignanese si è attenuata; non sparita però, perché chi conosce le sue Nozze istriane sa che ci troviamo dinanzi ad una grande pagina di musica. Tornerà, tornerà certamente lo Smareglia e il destro verrà dato probabilmente dagli ascolti in concerto, perché i costi di allestimento di un’opera non conosciuta sono moto alti e le conoscenze operistiche meno diffuse di un tempo salvo che per le più popolari. E di Dignano è Luigi Donorà, festeggiato a Roma il 9 febbraio scorso alla vigilia del nostro Giorno del Ricordo che ha visto inaugurato la domenica seguente, sulla via Laurentina cara al ricordo del martirio di San Paolo apostolo, il monumento ai nostri martiri infoibati. Ricevendo la Croce di Cavaliere OMRI, Luigi Donorà è entrato anche formalmente nella schiera degli italiani che hanno ben meritato della Patria. Che hanno ben meritato di questa terra dell’arte e della musica, mentre al contempo Donorà è altresì l’aedo della sua patria istriana. Ed egli si colloca, unitamente allo Smareglia, nella scia di altri grandi della musica istriana come Tartini «de Piràn» - che dovremmo tutti conoscere meglio - o Dallapiccola, che fu maestro di Donorà . Figlio del preside trentino Roma, 10 febbraio, davanti il Monumento alle Vittime delle Foibe (foto Marchiolli/Univertical) del liceo istriano di Pisino, Dallapiccola si senti assolutamente figlio della nostra penisola e trasse da essa, ruvida, dalla terra rossa costellata da forre, doline e fiumi talora incerti, un’ispirazione asciutta, versata in note discontinue, non armoniche, di bellezza geometrica. Il Donorà ha proseguito, ha superato la lezione del compositore pisinese, coniugando l’ampliamento degli orizzonti musicali perseguito dalla musica del ’900 con le ricchezze tramandateci dai decenni, dai se- coli precedenti conseguendo sorprendenti risultati di armonie e musiche modernissime (Là del Quarnaro, L’urlo delle Foibe). In cui egli prosegue ed amplia la lezione del Puccini - da Donorà amatissimo - esprimendola e completandola in una bellezza a lui peculiare. Benvenuto sia quindi questo riconoscimento che ci invita ad ancora meglio conoscerlo, dandogli sempre più la nostra naturale ammirazione. Molti auguri, Cavaliere. Egone Ratzenberger Di Franco Marchiolli le immagini dell’inaugurazione a Roma Il servizio fotografico sull’inaugurazione a Roma del monumento alle Vittime delle Foibe, parzialmente pubblicato sul numero di marzo, è di Franco Marchiolli/Univertical. «Materia insostituibile alla costruzione del sapere e della verità storica» Riproduciamo alcuni passaggi del saluto rivolto dal vicepresidente del Comitato di Roma, prof.ssa Schürzel, in occasione dell’inaugurazione del monumento alle Vittime delle Foibe. Oggi, Giorno del Ricordo, ci troviamo qui per inaugurare il Monumento ai Martiri delle Foibe istriane. [...] Questo Monumento è stato fortemente voluto dal Comitato Provinciale di Roma, di cui ringrazio i più stretti collaboratori, che hanno speso ogni energia e profuso il massimo impegno per la sua realizzazione, unitamente ai rappresentanti delle istituzioni locali, ed in special modo del Municipio di Roma XII e del suo presidente. È importante che proprio nella città di Roma, dove già nel 1947 il municipio già pulsava del cuore degli esuli che, con l’animo ancora gonfio di immensa sofferenza e al tempo stesso di aspettative e speranze, qui avevano trovato i primi alloggi che potessero dirsi tali, oggi sia stato eretto questo Monumento, a memoria di quanto di indicibile sia avvenuto nella recente storia italiana e a monito di quanto non dovrebbe mai più accadere. Il Ricordo, la Memoria di fatti, valori, convinzioni e sentimenti con un forte impatto emotivo, quali sono le vicende riguardanti i giuliano-dalmati, offre materia insostituibile, non solo alla costruzione del sapere e della verità storica, ma anche, soprattutto dell’identità, che è qualcosa che, al di la delle collocazioni geografiche, è dentro di noi e ovunque può essere sentita, si può ritrovare ed affermare. [...] Il 10 febbraio 2008, Giorno del Ricordo, finalmente rende onore con questo monumento alle Vittime delle Foibe che simbolicamente rappresentano tutte le vittime delle terre giuliano-dalmate e riunisce nel senso più completo del termine gli esuli istriani, fiumani e dalmati, questi italiani di altissima fede verso la Patria, a tutti gli italiani in una memoria giusta e condivisa, in un unico grande sentire che è quello dell’Italia tutta. Donatella Schürzel 10 DIFESA ADRIATICA Pubblichiamo le cronache di alcune manifestazioni promosse in Italia. Un elenco naturalmente parziale, considerando che oltre 200 città (fonte ANSA) sono state teatro di commemorazioni ufficiali. CAMPOBASSO La Presidenza della Regione Molise e l’Associazione Nazionale Dalmata hanno promosso congiuntamente la commemorazione del Giorno del Ricordo, alla presenza del presidente della Regione, Michele Iorio, del presidente nazionale ANVGD Lucio Toth, del prof. Onorato Bucci, dell’Università del Molise, e di Guido Cace, presidente dell’A ND . «In questa opccasione – ha detto tra l’altro l’on. Iorio – abbiamo ritenuto di organizzare una mostra fotografica con materiali inediti riguardanti gli infoibati per mantenere sempre viva la memoria di quella scellerata violenza [...]. Abbiamo realizzato un filmato, [...] interviste di testimoni, di sopravvissuti, di parenti delle vittime». L’11 febbraio, nel Convitto di Campobasso, si è tenuto dunque il convegno con i rapperesentanti delle associazioni esuli e delle istituzioni, nel corso del quale è stata conferita dalla Presidenza della Regione una medaglia d’oro alla memoria di tre infoibati originari del Molise. «Abbiamo voluto invitare anche i tanti profughi – ha rimarcato il presidente Iorio – che in quegli anni furono costretti ad abbandonare le loro case e le loro attività economiche». Prima dell’inizio dei lavori del convegno, cui hanno presenziato le massime istituzioni regionali, i rappresentanti del mondo economico e sociale della Regione e varie delegazioni degli studenti molisani, è stato presentato il filmato realizzato dall’editore Palladino di Campobasso. La Presidenza della Regione Molise, considerato l’alto contenuto storico-culturale delle immagini e della parte narrativa, ha inteso distribuire successivamente la pellicola a tutte le scuole del Molise per dare agli studenti un valido supporto per l’approfondimento di quei fatti che caratterizzarono i mesi successivi alla fine della seconda guerra mondiale in quella particolare parte d’Italia. È stata quindi presentata la ristampa anastatica, voluta dalla Presidenza della Regione Molise, di alcune copie del “Giornale d’Istria” che documentava la cronaca quotidiana degli eccidi in Istria. La mostra «Foibe: martiri dimenticati» è stata allestita presso la Cappella del Convitto “Mario Pagano” di Campobasso, ed è rimasta aperta sino alla fine del mese. CASERTA Piena riuscita nel capoluogo campano del convegno «Fuga dal confine orientale, memorie di un esilio», promosso dall’assessorato alla Cultura della Provincia di Caserta, in collaborazione con il Centro studi “Francesco Daniele” e l’Istituto Storico della Resistenza. L’incontro è stato dedicato alle vicende delle popolazioni istriane e dalmate, vittime di indiscriminate persecuzioni e di feroci rappresaglie, culminate con gli eccidi nelle foibe, e costrette a un dolorosissimo esodo dai territori del confine orientale. Dopo il saluto del vicepresidente della provincia Domenico Dell’Aquila, è stato proiettato il video «Voci in esilio», curato da Emiliano Loria dell’Associazione per la Cultura istriana, fiumana e dalmata nel Lazio, contenente recenti interviste e testimonianze di esuli giuliano-dalmati. Il folto pubblico presente in sala ha poi seguito con grande attenzione gli interventi dei due relatori. Lo storico Aprile 2008 Il Giorno del Ricordo in Italia Francesco Soverina dell’ICSR “Vera Lombardi” su «Storia e memoria delle popolazioni dell’Istria e della Dalmazia» ha fatto un’analisi ampia e approfondita delle vicende storiche nell’Adriatico orientale, dal 1918 agli anni ‘90. L’avv. Vittorio Giorgi ha relazionato su «L’Istria, Fiume e la Dalmazia nei trattati internazionali. La condizione giuridica degli esuli»: ha illustrato la specifica identità culturale latina-veneta delle regioni dell’Istria e della Dalmazia, quindi ha esaminato il trattato di Parigi, il Memorandum di Londra e il trattato di Osimo che hanno segnato la cessione di interi territori alla Jugoslavia di Tito, causando l’inevitabile esodo degli italiani. Ha infine esposto la questione giuridica degli indennizzi e della restituzione dei beni agli esuli, purtroppo ancora irrisolta. I lavori sono stati coordinati dallo storico Felicio Corvese, presidente del Centro studi “Francesco Daniele”, che ha sottolineato l’antico carattere multiculturale e multietnico delle regioni dell’Adriatico orientale. Al termine c’è stata una toccante testimonianza di un esule da Zara, da molti anni residente a Caserta. Davanti al tavolo dei relatori, in bella mostra, le bandiere dell’Istria, Fiume e Dalmazia, fornite dall’ANVGD. La notizia del convegno è stata diffusa dai giornali casertani e dai giornali web prima e dopo il convegno. Le immagini dell’incontro e le interviste ai relatori sono state trasmesse dal telegiornale di RAI3 Regione e da Teleluna. FRASCATI (ROMA) Venerdì 22 febbraio, presso le scuderie Aldobrandini a Frascati, l’Associazione per la Cultura Fiumana, Istriana e Dalmata nel Lazio e l’Archivio Museo Storico di Fiume , con il patrocinio del Comune di Frascati hanno organizzato un convegno su «Istria, Fiume e Dalmazia: L’esodo e le foibe» indirizzato agli alunni delle scuole medie superiori locali. Ha introdotto e moderato la prof.ssa Maria Luisa Botteri e sono intervenuti il dott. Marino Micich (presidente Associazione per la Cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio) che ha parlato su «L’italianità in Istria, Fiume e Dalmazia» e l’on. Lucio Toth (presidente nazionale ANVGD) su «Il dovere della memoria». È stato inoltre presentato il testo La questione del confine orientale italiano a cura delle autrici prof.sse Patrizia Pezzini, Mirella Triboli e Maria Luisa Botteri. Il vicesindaco Frascatani ha porto i saluti del Comune che si compiace di celebrare tutte le giornate della memoria anche in ricordo dei propri morti dell’8 settembre 1943. È stata quindi la volta della proiezione del filmato a cura del dott. Emiliano Loria «Voci in esilio» seguita dalle testimonianze degli esuli giuliano-dalmati Franco Gaspardis e Niella Penso . Sono seguite le domande degli allievi e gli interventi delle professoresse accompagnatrici. Interessante in particolare l’intervento della prof.ssa Barberio del Liceo classico “Cicerone”. Al dibattito finale hanno contribuito i relatori, anche per rispondere alle domande sia dei ragazzi dell’Istituto tecnico “Buonarroti” che del Liceo di Frascati. ISERNIA Nel Giorno del Ricordo dedicato alla memoria delle vittime delle Foibe il vicesindaco e assessore alla pubblica istruzione del Comune di Isernia, Giovancarmine Mancini, è intervenuto sul significato di tale giornata. «L’eccidio delle foibe è stata una delle pagine più tristi della storia italiana recente. Furono migliaia i nostri connazionali uccisi e moltissimi i profughi costretti a fuggire dalle terre occupate dai comunisti titini. Fu una vera e propria pulizia etnica. Una strage per decenni dimenticata, una dimenticanza tanto colpevole da apparire oggi come una congiura del silenzio». Mancini ha programmato una iniziativa tesa a sensibilizzare le nuove generazioni al ricordo di quella tragedia: «Il prossimo 7 marzo, presso la scuola media “Giovanni XXIII”, interverrà l’on. Lucio Toth, presidente nazionale dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, il quale, incontrando gli studenti, parlerà loro delle vittime delle foibe e degli italiani cacciati dalla Venezia Giulia e dalle coste dalmate». Il vicesindaco ha annunciato il proposito di fare un gemellaggio con Zara, città che, nel novembre 1943, fu rasa al suolo dai bombardieri delle truppe alleate, in modo analogo a quanto subito da Isernia due mesi prima. (fonte addetto stampa Mauro Gioielli) PALERMO Nella splendida Chiesa di S. Eugenio Papa, esuli e autorità civili e militari hanno commemorato, sabato 9 febbraio, il Giorno del Ricordo con una Messa officiata da padre Angelo Carrara. Nel corso della cerimonia religiosa è intervenuto Gino Zambiasi, profugo da Fiume, il quale ha richiamato le ragioni della memoria, il clima di violenza e di intimidazione imposto dal regime jugoslavo di Tito per indurre la popolazione italiana all’esodo, le deportazioni e le soppressioni di innocenti ad opera dei partigiani comunisti. Assieme ai rappresentanti delle Isti- tuzioni pubbliche, quali l’assessore al Turismo e sport Raul Russo e il Vicequestore dott. Antonucci, erano presenti al rito le diverse associazioni d’arma con i loro presidenti, il gen. Gualtiero Consolini, presidente Comitati d’Intesa, e il presidente regionale dei Bersaglieri, col. Giacomo Alfano. Domenica 10 febbraio, alle ore 17.00, da Piazza Politeama s’è mosso un corteo con numerosi partecipanti, con medaglieri, labari e bandiere, prime fra le quali quelle di Fiume, dell’ Istria e della Dalmazia. Tutti stretti attorno a don Andrea Di Paola, cappellano militare capo Guardia di Finanza Comando Regionale Sicilia, che sulla scalinata del monumento del Milite Ignoto in Via Scarlatti, prima di benedire la corona ha voluto ricordare ai presenti i motivi della cerimonia e della presenza degli esuli. Gino Zambiasi MONTE COMPATRI (ROMA) Ancora in Provincia di Roma un incontro ed una mostra dedicata al confine orientale con il patrocinio del Comune, della Provincia e della Regione Lazio. Presenti il sindaco, avv. Marco De Carolis, il vicesindaco avv. Fabio d’Acuti, l’assessore ing. Patrizio Ciuffa, il professor D’Acunzo dell’Università di Cassino e l’avv. Rolando Grossi, moderatore dell’incontro dedicato all’Istria, Fiume e Dalmazia nel ricordo della tragedia. Promotrice dell’iniziativa, in veste di rappresentante dell’Associazione Nazionale Dalmata e come responsabile della Commissione cultura della Pro Loco di Monte Compatri, la prof.ssa Maria Luisa Botteri, che ha svolto una relazione su Zara e una sulla romanità nell’Adriatico orientale. È seguito un dibattito al quale sono intervenuti molti dei presenti con domande appropriate. Palermo, 10 febbraio. Alcuni dei partecipanti all’omaggio ai Caduti in occasione delle cerimonie per il Giorno del Ricordo (foto A. Modesto) NOVARA «Donne, memoria e confine: voci dalla letteratura femminile istriana», questo il titolo del convegno tenutosi nell’Aula magna dell’Università di Novara, ricavata nella già caserma “Perrone”, che fu dopo l’esodo uno dei più grandi campi profughi in Piemonte. L’incontro, presieduto dall’assessore provinciale alla Cultura, Paola Turchelli, ha visto gli interventi di Mauro Begozzi, Anna Cardano, dell’esule istriana Romana Sansa, di Alessandra Argenti Tremul (per la Società di studi storici e geografici di Pirano), di Carla Rotta, scrittrice, e della prof.ssa Elis Deghenghi Oluiijc, docente di italianistica nell’Università di Pola e autrice di numerosi pregevoli saggi sulla letteratura istriana “al femminile”. Il convegno ha avuto il patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e delle Pari Opportunità. Ricordiamo che a Novara è insediata una cospicua comunità di esuli per i quali venne realizzato nel dopoguerra il «Villaggio Dalmazia». Folta la rappresentanza di esuli che ha voluto seguire l’incontro. Novara, convegno «Donne, memoria e confine: voci dalla letteratura femminile istriana», in primo piano, da destra, la prof.ssa Elis Deghenghi Olujic, alla sua destra Alessandra Argenti Tremul Il pubblico presente nell’Aula magna dell’Università per assistere al convegno Aprile 2008 RECANATI (MACERATA) Anche quest’anno la città di Recanati ha celebrato il Giorno del Ricordo. Due sono state le iniziative. La prima, l’11 febbraio, nell’Aula magna del Palazzo comunale, organizzato dal Comune in collaborazione con l’A DES e l’ASI , prevedeva lincontro con Pietro Crasti, presidente ADES. La seconda l’illuminazione artistica della residenza municipale dall’8 al 12 febbraio. Il monumento più rappresentativo della città, sede delle istituzioni, è stato dunque di nuovo una sorta di testimonial del 10 Febbraio. Dopo aver celebrato la Giornata della Memoria il 28 gennaio, con una mostra sulla Shoah e l’apposizione di pannelli illustrativi in via Montevolpino, dove sorgeva l’antico ghetto di Recanati, e in vicolo Sebastiani, luogo di insediamenti ebraici, Recanati ha voluto assumere l’iniziativa di commorare le Foibe e l’esodo. Un’Aula magna gremita di studenti ha fatto dunque da cornice all’incontro con Pietro Crasti, nipote di un semplice agronomo, ucciso dai partigiani di Tito. Ad introdurre l’intervento di Crasti è stato il sindaco Fabio Corvatta, che ha ricordato ai giovani il dramma delle foibe e l’oblio che per sessant’anni ha coperto la vicenda. Ha ricordato anche quando, nel 2000, l’assessore alla Cultura on. Franco Foschi, che era anche presidente di un’associazione di rifugiati, organizzò un convegno per ricordare quei fatti. «In quel contesto facemmo la scelta di intitolare una via ai Martiri delle Foibe. Una scelta – ha osservato il sindaco – coraggiosa e sulla quale, meno di otto anni fa, non trovammo condivisione. Oggi è il presidente della Repubblica Napolitano a rendere merito, con saggezza e responsabilità, a quel grande lutto». Il Giorno del Ricordo in Italia lineato la signora Stocchi – ci aiuta a capire perché tanti hanno preferito l’esilio piuttosto che rinunciare alla propria identità culturale. Una fiumana di donne, bambini, vecchi, uomini di ogni età e condizione attraversò l’Istria e laVenezia Giulia, direttaverso la stessa unica meta: la libertà. Andavano a Pola e a Trieste, lì attendevano le navi che li avrebbero portati in Italia, come se già non ci fossero, in Italia. Coloro che si salvarono vennero nella penisola, a volte furono accolti bene, più spesso malvolentieri; altri si dispersero in tutte le parti del mondo. Oggi, nei loro cuori è ancora vivo l’amore per la terra che li ha visti nascere e non li vedrà morire. Essi non dimenticano chi sono e da dove sono venuti, insegnano ai loro figli le antiche nenie e le vecchie tradizioni,a rispettare le altre culture e a far conoscere la propria, raccontano la Storia così come loro l’hanno vissuta». A Tarquina (Viterbo), nessuna commemorazione un commento di Romeo Manfredi Rotelli Nessun Ricordo, e nessuna Memoria, in quel di Tarquinia. Lo rileva con rammarico Romeo Manfredi Rotelli, figlio di profuga da Zara, che in un corsivo sul periodico locale “L’Extra del ‘la Lestra’” così commenta la latitanza della municipalità. «Riflettevo con mestizia, agli inizi di quest’anno, che la consueta celebrazione del Gìorno del Ricordo presso la sala consiliare della Civica residenza non avrebbe visto la presenza di mia madre e di Elda Mazzarol, entrambe venute a mancare anche alla piccola comunità locale di istriani, fiumani e dalmati. E fantasticavo sull’opportunità, offerta dalla circostanza, di poter commemorare le Scomparse, svelando agli intervenuti quella loro calma fortezza che le avrebbe spinte a guerra appena conclusa, una sola valigia alla mano, ad abbandonare le ridenti e prospere città native, e gli averi, gli affetti e i morti nel camposanto, per un futuro ricco solo d’asperità e d’incognite, pur di rimanere Italiane. [...] Contrariamente, però, alle aspettative, e ai luminosi dettami d’una legge dello Stato, il 10 febbraio scorso non s’è tenuto, a Tarquinia, alcun Giorno del Ricordo, così come, del resto, il 27 gennaio precedente non era stato promossa alcuna Gìornata della Memoria dell’Olocausto. Niente rievocazioni, quindi [...]. Dinanzi alla sconfortante realtà dell’ablazione delle due solennità civili, e secondando un imperioso moto dell’animo, ho così deciso di deporre un mazzo di fiori, completo di nastro tricolore con il mio nome, sul Monumento ai Caduti di viale Dasti – mancando, in città, luoghi più adatti – quale personale onoranza alle vittime del nazismo e del titoismo e di tutti gli altri “ismi” sanguinari che hanno funestato lo scorso secolo. [...] Obiettivamente, “rebus sic stantibus”, è già tanto che nessuno mi abbia perseguito per manifestazione non autorizzata o, magari, per indebita occupazione di suolo pubblico». Red. Danneggiata da ignoti l’insegna del Centro culturale «Carlo Combi» di Capodistria Capodistria. Ennesimo atto vandalico ai danni di un’istituzione della Comunità italiana nell’Istria oggi slovena. L’insegna del Centro culturale «Carlo Combi» di Capodistria, è stata infatti danneggiata da ignoti a metà febbraio. «Si tratta di un ennesimo caso di vandalismo nei confronti di un’istituzione italiana», ha detto a caldo Flavio Forlani, presidente della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana. «Non potrebbe essere diversamente, visto che ci sono quattro tabelle all’entrata dell’edificio dove operano varie istituzioni, ed è stata presa di mira soltanto quella minoritaria». La denuncia è stata sporta per atti vandalici nei confronti di ignoti. La tabella era stata affissa in occasione dell’inaugurazione della sede, lo scorso dicembre. «Sono cose che preoccupano», ha rimarcato Forlani, «e che seguono la scia dei fatti di Pirano, con la segnaletica cancellata e l’imbrattamento all’elementare italiana». SULMONA (L’AQUILA) «È giusto che la scuola e le istituzioni si facciano un dovere di informare i giovani riguardo quelle tragiche pagine della nostra storia relative alle foibe e che non sono menzionate sui testi di storia». Così si è espressa la sig.a Maria Antonietta Stocchi, figlia di un esule giuliano, intervenuta alla celebrazione organizzata a Sulmona da AG. Erano presenti anche il presidente provinciale A NVGD Livio Gobbo, esule istriano, che ha portato la sua testimonianza e la vice presidente prof.ssa Maria Luisa Aniceti. «Conoscere questi fatti – ha sotto- 11 DIFESA ADRIATICA Recanati, l’illuminazione artistica della residenza municipale. Le normali luci di piazza Giacomo Leopardi sono rimaste spente mentre era in funzione un’illuminazione tenue, emanata dall’interno del Palazzo da appositi punti luce curati dalla ditta “iGuzzini illuminazione” (fonte assessore Roberto Bartomeoli, Comune di Recanati) Da est a ovest: la «Bancarella» da Trieste a Torino Il Salone del libro dell’Adriatico orientale, la «Bancarella», la manifestazione ideata ed organizzata dal CDM (Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana e Dalmata) e coordinata da Rosanna Turcinovh Giuricin, presenta ormai da qualche anno, a Trieste, il meglio dell’editoria e della divulgazione della civiltà italiana dell’Adriatico durante cinque giornate di incontri, dibattiti, musica e spettacoli, alle quali partecipano autori ed editori, autori, studiosi e pubblico. Ora, per la prima volta, la «Bancarella» è stata ospitata a Torino nei giorni 27, 28 e 29 marzo 2008 nella sede prestigiosa del Circolo dei Lettori di Palazzo Graneri della Roccia, in collaborazione con l’Associazione culturale Istriani, Fiumani e Dalmati del Piemonte. Il programma ha registrato interventi su Pier Antonio Quarantotti Gambini e FrancoVegliani, con lettura a cura del “Teatro della Caduta”, concerti del Mitteleuropa Ensemble Chamber Quartet, l’evento multimediale di musica e poesia Musica Popolare dell’Istria veneta - canti dell’Esodo istriano e i grandi poeti istroveneti del Novecento, e presentazioni al pubblico torinese di prodotti della cultura eno-gastronomica dell’Istria e della Dalmazia («Sapori e profumi dell’Adriatico Orientale»). Nell’ambito della “tre giorni” è stato presentato il vo- lume di Daria Garbin Salona negli scavi di Francesco Carrara (se ne parlerà in uno dei prossimi numeri di “Difesa”) ed è stata data un’anticipazione dei molti appuntamenti previsti nel corso della «Bancarella» 2008 a Trieste. red. Capodistria, la piazza veduta dalla Loggia Da Trieste a Torino, la prima “uscita” della «Bancarella» curata dal CDM 12 DIFESA ADRIATICA Aprile 2008 PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI (D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196) Note dolorose... Laura Orlich ricorda la zia materna La sorella Nair e la nipote Patrizia con Guglielmo ricordano con immutato affetto la cara Etta Bommarco morta a Genova il 2 agosto 2007. Era nata a Cherso nel 1914, si era sposata giovanissima ed era vissuta a Fiume, fino all’esodo nel 1946. Ricordava sempre il Suo Quarnaro e vi tornava quando poteva. Orgogliosa della sua italianità, leggeva molto, anche “Difesa Adriatica” Il 31 dicembre 2007 è deceduto a Torino il Odense Nerini esule da Fiume mancata a Roma nel 1994. Ne serbano intatto il ricordo dell’intelligenza, della bontà d’animo e della non comune cultura, l’amore per la quale ha saputo trasmettere a quanti Le sono stati vicini. Fedelissima al ricordo di Fiume, ha saputo guardare al mondo attraverso l’arte con generosa sensibilità. In Sua memoria offrono un’elargizione all’ANVGD. Geom. Livio Laudani Era nato a Pola nel 1920. Lascia nel profondo dolore la moglie Nives Benussi, le figlie Luciana e Maura con i rispettivi mariti e nipoti. Dopo l’esodo si trasferì a Torino dove risiedeva in C.so Peschiera, 142. Fu un marito e padre affettuoso, sempre allegro, sereno, amante della compagnia e della musica, riconosciuto quale ottimo pianista e professionalmente stimato disegnatore nell’ambito di lavoro. Vasto cordoglio ha suscitato fra i polesani a Torino, in particolare negli ambienti legati all’esodo e nell’impiego avendo per moltissimi anni esplicato la sua molteplice attività. Dotato di una grande umanità, oltre che di qualità morali, ha sempre riscosso affetto e simpatia da parte di tutti gli amici polesani e non, ricordando fino all’ultimo la Sua amata Pola. È con grande dispiacere che la triste notizia verrà recepita da tutti coloro che Lo hanno conosciuto e stimato per la Sua integrità morale e la Sua infinita bontà. Alla cara Signora Nives, amica d’infanzia e sempre di mia moglie, e a tutta la Sua famiglia, porgiamo le più affettuose e sentite condoglianze. Bernardo Gissi Col pensiero rivolto alla Sua cara Istria, ha chiuso la Sua vita terrena il 6 gennaio 2008 Giuseppe Pelletti di anni 92. Nato il 13 marzo 1915 a Dignano d’Istria, inizia la Sua vita di esule a pochi giorni dalla nascita. Quasi tutta la popolazione di quella terra, zona di guerra, viene trasferita in Boemia. A fine conflitto, ritorna in Italia e la famiglia di ricompone con tanti sacrifici. A 20 anni entra in Aeronautica, ma dopo pochi anni l’Italia è coinvolta in un nuovo conflitto mondiale, con nuovi lutti e distruzioni. Sua mamma un giorno scompare, come tanti altri italiani. Verrà poi ritrovata in una foiba. Nel 1947, a malincuore, è costretto a lasciare la Sua casa per trasferirsi in Italia, e dopo il matrimonio si stabilisce in provincia di Milano. Forma la Sua famiglia, nascono tre figli e più avanti quattro nipoti. Nel 1975, dopo 40 anni di servizio, lascia la carriera aeronautica. Inizia così la vita di pensionato e d’uomo, che ha concluso il 6 gennaio scorso, dopo 58 anni di matrimonio. La moglie, signora Vittoria, i figli con le rispettive famiglie, i nipoti, con rimpianto e nostalgia così Lo ricordano. I famigliari tutti e l’amica Giuly ricordano con affetto la cara A Bologna è mancato all’affetto dei Suoi cari e della grande famiglia della S.G. Fortitudo il Can. Dott. Don Corrado Mengoli cognato di Liliana Martissa Mengoli, Esule dall’Istria e autorevole componente del “Coordinamento Adriatico” di Bologna. In un comunicato ufficiale la S.G. Fortitudo ha dato notizia della perdita di Don Corrado Mengoli. Le esequie si sono svolte a Bologna martedì 19 febbraio 2008 nella Palestra della Fortitudo in Via San Felice 103, celebrate da S.E. Card. Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna «La S.G. Fortitudo piange Don Corrado Mengoli Si è spento ieri sera nella Sua abitazione don Corrado Mengoli, nominato fin dal 1953, dal Card. Nasalli Rocca direttore dell’opera, nata nel 1901 per volontà di don Mariotti e per dieci anni Giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale Flaminio e in precedenza per tantissimi anni avvocato del tribunale stesso. Don Corrado era nato a Bologna il 7 febbraio 1924 e ordinato sacerdote il 10 agosto 1946. Fin dai tempi del seminario era noto il suo amore per lo sport, tanto che la domenica quando il Bologna giocava in casa, i suoi compagni seminaristi ricordano che riusciva sempre a capire quando la squadra segnava. Con la nomina a Direttore della S.G. Fortitudo la sua passione si trasforma in quotidiana offerta della vita [...]». «Con don Corrado – afferma Giancarlo Tesini, presidente dell’S.G. Fortitudo – scompare una figura storica della Fortitudo». Ciao Claudio! Sono contenta della tua rubrichetta, finalmente qualche babezzo… Bene, sai cosa ti volevo dire? Sai cosa ho combinato? A settembre 2007 mi sono iscritta a un corso serale di croato, qui a Milano. Ci sono altri esuli, non tutti con nomi italiani (o italianizzati, come il mio) e anche gente “italiana”. In tutto poca gente. Ci ho pensato per molto tempo: i miei si rivoltano nella tomba. Io però penso che una buona volta bisogna accantonare e andare avanti, per evitare che Storia e le brutte storie si ripetano… Ciao! Tullia Pace fiumana nata in via Bolzano, 8 il 27 gennaio 1946 e arrivata a Milano in un cestino Cara amica Tullia, grazie per il Suo contatto simpatico, vivo e vibrante. Non male come percorso il Suo. Si è iscritta a un corso di croato? Francamente (e con il cuore) La promuovo a 100 punti. Perché? Semplice. Mi ha colpito positivamente la modernità, l’attualità della frase «...evitare che Storie e le brutte storie si ripetano…». Anch’io lo ripeto: quelle terre trasuderanno sempre l’antica presenza culturale e storica della nostra civiltà. Lei, in un istante, ha trasmesso l’idea che ci si può innalzare da ricordi nostalgici, spesso dolorosi. Innalzarsi per poter rivedere con dignità il nostro futuro. Quelle terre vivono speranze in evoluzione; l’importante è Myriam Voncina ved. Kauten e in memoria offrono un’elargizione a “Difesa Adriatica” È mancato all’affetto della Sua famiglia Carlo Pozzi Lo annunciano con dolore e immutato affetto la moglie Laura Goacci e i figli Mauro. È mancato il 21 gennaio 2008 Nino Milazzi di anni 92, consorte della capodistriana Duilia Godignani Milazzi. Era nato in Friuli ma abitante e studente a Trieste fin da bambino e fino al matrimonio con la sig.ra Duilia. Gli amici ricordano la passione patriottica del caro Nino, che gli ha sempre fatto difendere le posizioni dei profughi istriani e partecipare ai loro travagli. Per ricordarLo agli amici lontani e a quanti Lo hanno, magari molto tempo fa, conosciuto e ritenendo di fare ciò che il nostro Nino avrebbe desiderato di fare, inviano euro 125,00 in memoria i sigg. Vittorio e Livia Gobbo, Pino e Fioretta De Forza, Maria Ulessi. CLAUDIO PER VOI ricordarle, viverle, riviverle con occhi nuovi, costruttivi, senza farsi toccare da polemiche e rimpianti. Mi fa piacere constatare che lei sia Acquario. Segno lungimirante, moderno, non banale. Spero che coltivi qualche contatto con la Sua terra d’origine, quest’anno potrebbe donarLe una nuova, intensa pagina da scrivere. Una sincera stretta di mano. P.S. I Suoi cari non si stanno rivoltando nella tomba ma la osservano con affetto. Sono orgogliosi di Lei! • • • Ho letto la rubrica “Claudio per voi” sul numero di febbraio di “Difesa Adriatica”. Ho notato l’accortezza e la sensibilità del sig. Claudio nel predisporre la risposta. Mi chiedo quindi, da figlia di profughi, perché i miei genitori (e tanti altri da quello che so) ci hanno celato per tanti anni una cruda realtà storica che noi scopriamo quasi solo oggi? Non è una piacevole sensazione quella di farsi raccontare la propria storia da altri, mentre a casa nessuno ha mai avuto il coraggio di farlo. Giovanna H. La seguente informativa le viene resa ai sensi e per gli effetti del Decreto Legislativo 30 giugno 2003 n. 196 in materia di protezione dei dati personali e concerne i dati forniti all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in relazione agli abbonamenti alla rivista “Difesa Adriatica”. Categorie di dati personali oggetto di trattamento, scopi e modalità del trattamento stesso. Le finalità del trattamento dei Dati Personali sono le seguenti: a) permettere la corretta esecuzione delle obbligazioni contrattuali da noi assunte nei confronti degli abbonati e viceversa, nonché degli adempimenti contabili e fiscali seguenti, b) permettere l’adempimento agli obblighi previsti da leggi, regolamenti e normative comunitarie, ovvero a disposizioni impartite da autorità a ciò legittimate della legge e da organi di vigilanza e controllo, c) permettere di svolgere attività di informazione circa nostri ulteriori prodotti e/o servizi, nonché attività promozionali, commerciali e di marketing; attività di rilevazione del grado di soddisfazione degli abbonati. Il trattamento avverrà mediante supporti sia telematici che cartacei, entrambi eventualmente organizzati anche come banche dati o archivi, e comporterà, ove necessario, l’uso di comunicazioni postali, telefoniche e telematiche. I Dati Personali verranno gestiti dal personale addetto che, nominato responsabile e/o incaricato del trattamento secondo la vigente organizzazione aziendale, è preposto al loro trattamento al fine del raggiungimento degli scopi precedentemente indicati. I Dati personali verranno posti a conoscenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Via Leopoldo Serra 32, Roma di Caterini Editore Società a.s. – Via Ambrogio Traversari n. 72, Roma - nonché di Spedis S.r.l. – Via dell’Omo n. 128 Roma, nominate responsabili del trattamento, che sono preposte al loro trattamento in outsourcing nel rispetto delle finalità come sopra elencate. Eccetto alle sopraccitate persone, fisiche o giuridiche, enti o istituzioni, non è in alcun modo prevista la comunicazione dei Dati Personali a terzi, ovvero la loro diffusione. Natura obbligatoria dei conferimenti dei Dati Personali e conseguenze in caso di mancata risposta Il conferimento dei Dati Personali ed il relativo trattamento per le finalità indicate sub a) e sub b) nel precedente paragrafo sono strettamente funzionali alla ricezione della Rivista “Difesa Adriatica” e pertanto costituiscono condizione necessaria per poter dar seguito alla spedizione della rivista indicata. Il conferimento dei Dati Personali ed il relativo trattamento per le finalità indicate sub c) nel precedente paragrafo sono invece facoltativi. Conseguentemente, la mancata prestazione del consenso al trattamento comporterà l’impossibilità per l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di svolgere le attività ivi indicate, e pertanto, di fornire i beni e/o servizi ivi indicati. Diritti dell’interessato L’art 7 del codice le garantisce i seguenti diritti: 1. ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali a Lei relativi ed ottenere la comunicazione in forma leggibile; 2. ottenere l’indicazione dell’origine dei Dati Personali; delle finalità e delle modalità del trattamento; della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici; degli estremi indicativi del titolare del trattamento e dei responsabili del trattamento; dei soggetti, o delle categorie dei soggetti ai quali i dati Personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di responsabili del trattamento o di persone incaricate del trattamento; 3. ottenere l’aggiornamento, la rettifica o l’integrazione dei Dati Personali, la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge; l’attestazione che le operazioni indicate in precedenza sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i Dati Personali sono stati comunicati o diffusi; 4. opporsi, in tutto o in parte, al trattamento di dati per motivi legittimi, anche se i dati sono pertinenti allo scopo della raccolta; al trattamento di dati ai fini di invio di materiale pubblicitario, di vendita diretta, per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale. Titolare del trattamento e disponibilità della lista dei responsabili del trattamento Il titolare del trattamento dei Dati Personali è ll’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con sede in Roma, Via Leopoldo Serra, 32, nella persona del Direttore Responsabile, D.ssa Patrizia C. Hansen. Qualsiasi comunicazione o atto ufficiale potrà essere inviato presso la sede dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nella persona del Direttore Responsabile, D.ssa Patrizia C. Hansen, nominato responsabile del trattamento anche per consentire agli interessati l’esercizio dei diritti di cui all’articolo 7 del codice. Una lista completa dei responsabili del trattamento dei Dati Personali è disponibile presso la sede dellAssociazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Via Leopoldo Serra, 32 Roma. Il modello di consenso sarà spedito a tutti gli abbonati per posta ordinaria o come supplemento a “Difesa Adriatica”. Carissima Giovanna, grazie per il contatto e le parole che mi hanno scaldato il cuore. Impressionanti sono le analogie, interiori ed esteriori, che tutti noi figli di profughi abbiamo sperimentato ed integrato nel nostro Dna umanitario, spirituale. Ti propongo una riflessione. Non banale, non superficiale. Ascolta con il cuore, ti prego. Pensa a una coppia, un amore che si sta evolvendo, ricco di speranze, di entusiasmo, di timori e incertezze, eccetera. Questa coppia ha investito molto nei propri figlioli, per un futuro ottimista e consapevole. Ma…qualcosa sta per accadere… Qualcosa che modificherà per sempre la loro vita. Un futuro sgretolato da profondi e anche ingiustificati sensi di colpa. Verso se stessi (troppe domande senza risposta) e verso i figli (come sarà il loro domani? Avremmo potuto fare qualcosa? Ma cosa? Perché è accaduta questa tragedia? Perché questo odio?). Ecco…secondo me, la chiave di lettura sta proprio in questo senso di colpa vissuto nello sradicarsi da certezze ataviche per affrontare nebbie dolorose e intrise da incomprensioni che partivano anche dai figli. Quindi… questa tragedia aiuta amori a consolidarsi ma ne frantuma altri, provoca conflitti generazionali per motivazioni drammatiche (le radici, il passato non risolto mischiato con un presente molto fragile, brandelli di spiegazioni politiche e sociali, eccetera). Ma qualcosa si è davvero spezzato… Ecco perché penso che se scattasse una vera solidarietà generazionale da tutte le parti, l’affetto e la rinascita potrebbero creare un futuro di riscatto, ricco di sorprese costruttive e di propositi equilibrati. Tutto ciò può avvenire anche per le nuove persone che si avvicineranno alla nostra storia, senza pregiudizi ma con comprensione e, ripeto, solidarietà. Aprile 2008 13 DIFESA ADRIATICA ANCHE LA BANCA MI VUOLE NATA ALL’ESTERO A dicembre ho pagato l’ICI tramite Internet sul sito della mia banca. Al momento dell’inserimento dati riguardanti la città di nascita, non mi è stato accettato la scritta Fiume FU. Alle mie rimostranze la banca mi ha suggerito di scrivere EE al posto della sigla della mia città. Non esiste una legge del 1989 che ci tutela da queste ingiustizie? La banca interpellata ulteriormente mi ha suggerito di provare con la sigla FM perché FU non passa. Per gli esuli, difficili spesso Cosa devo fare? anche i rapporti Annamaria Mihalich, con gli istituti di credito mail Le invio la circolare del Ministero dell’Interno del 2007 che, citando la Legge 54/1989, obbliga tutte le amministrazione a modificare i propri sistemi informatici per permettere di registrare Fiume come città italiana, per chi vi è nato prima del 15 settembre 1947. Se neanche questo documento smuovesse il consueto immobilismo tipico delle banche italiane, allora segnali l’accaduto alla mail [email protected], indicando precisamente nomi, fatti e circostanze. Sarà il Ministero ad intervenire direttamente sui vertici dell’istituto di credito. NIENTE PENSIONE IN ARGENTINA Mi chiamo Luciana Bellina, nata a Fiume nel 1945. Ho saputo che c’è una pensione per gli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati. Anche se minima sempre è un aiuto e piú ancora per persone di 62 e 70 anni come io e la mia sorella. Insieme alla nostra famiglia abbiamo sofferto l’esodo nel 1947, al quale la Jugoslavia ci ha costretto, ed abbiamo dovuto cercare rifugio in altri Paesi. Io ero piccola, non mi ricordo tanto, però la LA GENTE CHE CI CAPISCE Ho appena ascoltato la conferenza della prof. Adriana Ivanov a Battaglia Terme e devo riconoscere che pur conoscendo la questione dalmato-istriana, non conoscevo i particolari e i dettagli evidenziati dalla brillante professoressa. Il Vostro dramma non va assolutamente dimenticato e spero che tutti gli italiani debbano inchinarsi al vostro dolore per aver colpevolmente taciuto in nome di un’ottusa logica partitica. Simone Angrisani, mail Lettere al giornale FERMO POSTA di Fabio Rocchi I quesiti (possibilmente brevi) possono essere inviati alla Redazione (Via Leopoldo Serra 32, 00153 Roma, fax 06.5816852, e-mail [email protected]). Alcuni vengono tratti da più ampie interrogazioni che giungono alla sede nazionale dell’Anvgd. mia sorella Ana Maria aveva 9 anni ed ha sofferto lo sradicamento come tanta altra gente, lasciando scuola, amiche, nonni, parenti, casa dei miei genitori, tutto... Non so a chi devo rivolgermi per Giuliano-dalmati in Argentina. la domanda di La legge italiana non prevede pensione. una pensione ad hoc Voi potete darmi questa informazione? Abbiamo il certificato di profughi. Il nostro Paese di residenza e l’Argentina. Cordiali saluti. Luciana Bellina, mail Ci dispiace ma il fatto di essere profughi e di avere la relativa qualifica, non costituisce per l’Italia diritto di pensione, né per i residenti in Italia né per i residenti all’estero. L’agevolazione pensionistica di una piccola integrazione è prevista solo per chi è già titolare di una pensione INPS. Si sta facendo largo, a partire dal Giorno del Ricordo, quel sentimento perfettamente espresso qui da questo lettore. L’opinione pubblica comincia finalmente a capirne qualcosa. Al di là del fatto che molto c’è ancora da fare, sono comunque segnali positivi – questi – che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta. QUALIFICA DI PROFUGO SENZA SCADENZA L’attestato di profugo giuliano-dalmata (che posseggo) è ancora valido ai fini delle priorità in caso di concorsi/graduatorie pubbliche? Non ne ho mai usufruito in quanto ho sempre lavorato nel settore privato. Ma attualmente opero nel settore pubblico (scuola) e la cosa mi potrebbe eventualmente tornare utile. A.V. - Pordenone Tra i molti documenti utili alla vita lavorativa e professionale, L’attestato è sempre anche il certificato di profugo valido in quanto la qualifica di profugo non è un dato personale che può essere tolto o modificato all’individuo. Può quindi utilizzarlo in tutti quei casi in cui consente un punteggio in graduatorie o altre agevolazioni. A Missoni la cittadinanza onoraria di Trieste Ottavio Missoni riceve la cittadinanza onoraria dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza Se esiste qualcuno capace di sdrammatizzare una cerimonia a Trieste, quel qualcuno è sicuramente Ottavio Missoni, accolto fastosamente nella sala del Consiglio comunale per ricevere la cittadinanza onoraria da parte del sindaco Roberto Dipiazza. Si è trattato di un riconoscimento raro Gorizia, quando la stazione ferroviaria aveva la stella rossa Un nostro attento e gentile Lettore, Claudio Rossi, ci segnala che la foto a pagina 6 di “Difesa Adriatica” dello scorso febbraio non riproduce la famosa ed odiosa «Casa Rossa», «simbolo della mutilazione di Gorizia ma bensì la gloriosa stazione ferroviaria principale di Gorizia (Stazione Transalpina) annessa alla Jugoslavia e che fino a qualche anno fa beffava i goriziani, con una grande stella rossa montata sul tetto e per molti anni con le finestre murate verso l’Italia», come rievoca il nostro abbonato. Egli, precisa, è un goriziano di 67 anni che vive a Roma con la moglie orfana di padre infoibato. Ringraziamo il signor Claudio della segnalazione, che provvediamo a “girare” a tutti i Lettori. per le abitudini della città, concesso per i meriti particolari di un esule dalmata zaratino che è stato capace di costruirsi una solida fama mondiale, prima nello sport e dopo nella moda, un uomo che condivide con Trieste “lo stesso dialetto, lo stesso mare e lo stesso turpiloquio”. O forse lo condivide con il “capoluogo dalmata” perché, dice il vecchio Tai, “ noi zaratini non eravamo legati tanto a Venezia quanto a Trieste, la stessa città che ci ha accolto come esuli e ancor prima come armatori e capitani”. Tra le motivazioni lette dal Sindaco Roberto Dipiazza dinnanzi all’intero corpo consigliare, riunito per una sessione tra l’ordinario e lo straordinario, Missoni si è visto riconoscere la cittadinanza “in nome dell’alto merito dei risultati raggiunti nel settore della moda, affermando un marchio in tutto il mondo sinonimo di stile, eleganza e fantasia. Ma soprattutto, in considerazione di una vita segnata dall’esodo dalla nativa Dalmazia, che ha forgiato un uomo vincente dapprima nel mondo dello sport e poi in quello dell’impresa”. Poco dopo la lettura delle motivazioni Missoni inizia a raccontare la sua storia di vita e il suo amore per la città [...]. Un uomo che ha vissuto la prigionia e l’esodo e che ricorda le terre adriatiche solo con l’affetto dell’appartenenza e con il ricordo delle gioie della giovinezza, degli esordi, degli allenamenti sportivi a san Sabba. [...] Un riconoscimento che lo fa sorridere di fronte alla moglie Rosita Jelmini, presente in sala, che “si meriterebbe per prima di ricevere un premio, come Nelle tinte di Ottavio Missoni i colori e le sfumature della nativa Dalmazia ci è già capitato all’estero. In Italia mi hanno fatto Cavaliere del Lavoro: A mi?! No gò mai capì come – ha affermato Missoni divertito, sapendo di dover molto di sE stesso e del suo lavoro all’operosa moglie con la quale aprì il primo laboratorio di maglieria proprio a Trieste. [...] Oltre a ricevere qualcosa, il Missoni giuliano-dalmata porta sempre anche qualcosa in dono. e.m. (la cronaca integrale su www.arcipelago adriatico.it) Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro studi padre Flaminio Rocchi DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia C. Hansen Editrice: ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma - 06.5816852 Abbonamenti: Annuo 30 euro Socio Sostenitore 50 euro Solidarietà a piacere Estero 40 euro (non assegni stranieri) Una copia 1 euro - Arretrati 2 euro C/c postale n° 32888000 Intestato a “Difesa Adriatica” Con il contributo della legge 72/2001 Redazione e amministrazione Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma - 06.5894900 Fax 06.5816852 Grafica e impianti: CATERINI EDITORE (Roma) Servizi Integrati per l’Editoria e la Comunicazione Tel. 06.58332424 Fax 06.97255609 E-mail: [email protected] Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 91/94 dell’11 marzo 1994 Spedizione in abbonamento Postale di ROMA Stampa: Beta Tipografica Srl (Roma) Finito di stampare il 31 marzo 2008 14 DIFESA ADRIATICA Aprile 2008 February 10th: Widespread Day of Remembrance: Participation in Italy Some Messages Received and Throughout the World at ANVGD Headquarters The February 10th Day of Remembrance was celebrated in 260 different places, in Italy and worldwide, with ceremonies ranging from the placement of commemorative wreaths to street naming, shows and concerts. A strong witnessing of solidarity, and will to understand our history, as well as the desire to participate in events that open the way for various kinds of reflection: the roles of Italy and neighboring countries in these events, and the roles of historians and opinion makers as well. Italian president Giorgio Napolitano’s speech was a great satisfaction for us, as it showed that the lessons of history have been widely learned, at least to a certain extent. From the President’s speech, which was partially repeated from last year’s, it is time for us to reflect on what was done this year, in Italy and among our immigrant communities throughout the world. Oftentimes, problems that have gone unexpressed, and tensions accumulated through the years, find a vent in the debate surrounding February 10th, which becomes a font of emotional cleansing and a base for discussing themes, and not only about our Exodus, that were kept in silence for too long. The events surrounding our Exodus become part of a much larger discussion on the movement of populations within Europe before and during the Second World War. This is why, in this “vast sea”, considerations made are never simplistic: they need intelligent filters and a positive approach if one wishes to convert the sufferings of an entire people into energy capable of building new relationships and pacification. When we state that we want to return to our homeland, when we affirm that our goal is to allow our homeland’s Italian culture to be absorbed by the people who now live there, we are not speaking of setting up an occupation: we are merely doing our part to assure that a rich history becomes part of the treasure of the world. I believe that this is a noble plan which gives dignity to the present, and allows us to hope for a kind of justice that goes above and beyond, while always understanding, the injustices of confiscated properties. • • • With the Day of Remembrance, our commitment has become important. The implosive force that characterized our associations’ activities for a long time has now come out into the open, and projects itself toward new, finally credible, scenarios. This is all possible due to the ample participation in this year’s events throughout Italy. In the first few years, the central theme of this Day was prevalent: in one city only, we brought together the highest authorities and most important ceremonies. Then something unexpected, profound, and, in some ways, satisfying, happened: the whole of Italy responded, and chose to be by the Exiles’ side in this moment. Why? When the Istrian, Dalmatian and Fiume Exile occurred, the 350,000 Italians were scattered among 130 refugee camps situated throughout Italy. An entire population found itself in the position of having to interact with specific local situations, sometimes revealing their origins, sometimes hiding them, not so much out of shame, but because of the uncomfortable situation brought about by the attitude toward them in Italian political circles. In any case, the Exiles allowed themselves to be recognized, entering into local life and making their mark in civil society. We must consider this current outpouring a homage to these people who brought to Italy and the world the principles of an evolved society, committed to work, tied to its Church and to the values of a long history of contact with its surrounding world. • • • In Trieste, the moral capital of the Exodus, it was almost a given that Day of Remembrance events would be widespread. It was less expected in cities such asVenice or Bologna, where in the past Exiles had been a source of argument and refusal. Even so, last year, with a special plaque dedicated at the Bologna train station, we managed to begin an important chapter in our relationship with public opinion. This year, in the Emilia-Romagna region, nearly every city participated in remembering in different ways. Schools made requests for educational material, textbooks on the history of the Exile and the Foibe, and documentaries. We feel that we are on the right path. To be sure, there is no lack of contradictions. There are those who, taking advantage of the focus on these issues, want to advance their theories of negation. Our hope is that the public will realize the difference between facts and partial opinions. History is never black and white, and therefore we invite everyone to reflect on the information they hear from those who are against the cause of this dispersed people, and above all we invite people to be informed, to seek out information: in the past few years, vast amounts of information have been written and published, by serious historians who, while not holding a monopoly on the truth, come very close indeed. In Slovenia and Croatia, newspapers give very negative accounts on the Day of Remembrance, as if this Day were “against” something, and this is simply not true. The Exiles want to speak out about their history, not to make accusations, but rather for a just recognition of the facts and events that struck a people, in a Europe which today is finally open without reserve to these reflections. In the rest of the world, too, there are local committees of Giuliani and Dalmatians who have taken this Day and transformed it into one of great recognition by the communities in which they now live. Personally it gives a sense of great satisfaction. Now, a law is needed that ratifies, finally, equal and definitive compensation for the Exiles. There needs to be an agreement with Slovenia and Croatia for giving back those properties which are still available. It is sure that recent disagreements may slow our pace, but they also help us to focus on the still unsolved problems that we need to work on; they help us, also, in insisting that “the truths” – because that is what they are – triumph over the conditionings of the past. Renzo Codarin President of the Federation of the Associations of Exiles We offer our readers some of the messages that we received on the occasion of the February 10th Day of Remembrance of the Exile of the Italian population from Venezia-Giulia and Dalmatia, and of the Foibe. In his welcoming speech, Franco Marini, the President of the Italian Senate, underlines how “at a distance of many years, the pain is still alive for the tragic destiny of those unarmed citizens who paid their being Italian with their own lives”. On the meanings of the Day of Remembrance, he adds that it “contributes to keeping alive the memory of many Italians and their untold suffering that was kept quiet for such a long time”. The President of the House of Deputies, Fausto Bertinotti, reminds us how “the story of the Giuliani and Dalmatian exiles – one of the most dramatic stories in our recent history – marked the tormented story of our Eastern border, through a long sequence of tragic events in which the clash of ideologies was united with ethnic intolerance, and the horrors of war were united with the follies of the totalitarianisms.” Discussing the modern relevance of an historic theme, Bertinotti affirms that “today the memory of the scorned dignity of our fellow Italians has its place in full in the common treasure of facts, values and principles which allows all Italian women and men to recognize themselves within the same community”. The Premier, Romano Prodi, intended to underline some thoughts that come to mind in marking the Day of Remembrance, namely that “we must not forget, but rather we must cultivate the seeds of democracy and freedom in the respect of universal rights” . The inauguration of the Monument in Rome furnished the occasion for many key exponents of political and military spheres to send meaningful messages to the Committee and its president, Oliviero Zoia. Among these, Vannino Chiti, Minister for Parliamentary Ties and Institutional Reform wrote that “the act of erecting a monument is one of respect due to the thousands of victims of those terrible persecutions kept silent for too long. It represents the end of the ‘conspiracy of silence’ and the commitment of all people so that similar horrors are not repeated. My wish for the exiles is that they can bring their extraordinary economic, social and cultural fiber to a modern ot Europe, in which being Italian is an essential component”. The Minister for Rights and Equal Opportunities, Barbara Pollastrini: “The institution of the Day of Remembrance is a necessary act of civility, which the entire country can recognize.The entire country can unite in an equal condemnation of those atrocious facts as one of the darkest pages of our nation’s history. I believe, though, that Memory, that Remembrance, cannot be confined solely to the evoking of mourning and tragedies. They have a sense only if they become the spark that ignites possible redemption. Remembering is not only an act of duty. It means a renewal of the path towards the full affirmation of the dignity of the human being, while, at the same time, guiding every individual toward making the most of him or herself” . Franco Danieli, theVice-Minister for Foreign Affairs “I am pleased to send you my sincere esteem for the activities that your Association carries out with seriousness and commitment in representing our fellow Italians forced to flee Venezia-Giulia and Dalmatia and the end of the Second World Conflict. More generally, I feel pressed to express my heartfelt closeness to all those who strive to keep alive and diffuse the memory of the sacrifice of all the victims of the foibe and the exodus. Those events represent one of the darkest moments in the recent history of Europe. I believe that an adequate knowledge of history is vital in order to avoid the repetition of similar atrocities, and that the commitment of individuals and institutions is necessary to ensure the respect for human digniry and life in any and all circumstances” . The Undersecretary for Internal Affairs of State, Ettore Rosato: “To the authorities, the Associations, and most of all to the Exiles present, I send my heartfelt participation in the event that today is being commemorated with rightful solemnity. The Monument which, from now on, will serve as a constant reminder of the Foibe Victims represents, only just adequately, the sentiment of pity due to the Innocents who, in the cavities in the earth, were hurled toward their untimely and iniquitous destiny. Whenever our Republic, together with Regional and local representatives, brings about such a moral compensation towards its own, it is right to rejoice”. Senator Francesco Cossiga wanted to express his “affectionate closeness” to the family of foibe victims. “On this subject,” he noted, “I am glad to call to mind that as President of Italy, I was the first president to render homage at the Basovizza Foiba. On this Day of Remembrance, I wish moreover to adhere to the initiatives promoted by the Association to preserve and renew the memory of those tragic events Rome, February 10th, 2008. Part of the solemn inauguration of the monument dedicated to the Foibe victims, which took place with major civilian and military authorities in attendance, along with a strong representation of exiles from Rome and the surrounding areas which caused the exodus of the Giuliani, Fiumani and Dalmatians, towards whom the heartfelt thoughts of all Italians spring forth”. The President of the Region of Lazio, Piero Marrazzo, cited the words of President Napolitano, who described as “late in coming” the memorial of the tragedy. He added that “memory cannot continue to be politically partisan. No dictatorship can be justified, because on the other side of that dictatorship there are the dead” . Marrazzo stressed that, among the unsolved problems of the exiles, there remains the matter of incorrect place of birth on documents. This offends their consciousness as Italians. He then went on to emphasize the pain of these Italians, and also of the Jewish communities “because goodness is kept where there are people willing to defend it, and the experience of pain can be shared but it lingers in those who have suffered, while memory must be shared in common and cannot be restricted and confined within the family.” He concluded that “if there hadn’t been for the exiles who fled those lands, we would not have a collective memory today.Those who have entered into those exile families know this, having listened to their story and heard about their experiences. The government institutions have the duty of keeping the community together, and the monument that has been inaugurated, besides uniting us, must let us remember and recognize those fallen as martyrs of our identity as a strong, living and compact nation”. From the highest Military Authorities The Head of the General Staff of the Italian Navy, Squadron Admiral Paolo La Rosa: “On this occasion I wish to express the closeness and solidarity of the entire Navy as well as my own. ‘Memory’ feeds the values at the base of our society, and builds inestimable treasure to be passed on to the future generations. On the Day of Remembrance, the images of the tragedies experienced by the Italian martyrs of the foibe and those forced into exile will be rendered all the more vivid thanks to this monument dedicated to them. I wish to express to the Association the appreciation of the entire Navy for its strong commitment in preserving and renewing the memory of those tragic events whch have entered into our shared national heritage” . The Chief Commander of the Financial Guard, General Cosimo D’Arrigo: “I wish to express, on my own behalf and on that of the Financial Guard, the highest admiration for the constant and profuse commitment carried out by the volunteers of the ANVGD to keep memory alive of the many Italians who, at the end of World WarTwo, went through terrible turmoil and suffering, to the point of horrible death in the foibe. As I bow symbolically in front of the monument dedicated to the Istrian Foibe victims, I send a heartfelt thought to the many innocent victims, and to the family members of those who were so savagely killed or forced to leave their houses, towns and cities. And I feel that it is right, today, to remember the many Financial Guardsmen whose blood was shed in this dark period of our national history, and to honor those among them whose cruel destiny was to die in the foibe, guilty only of being Italians, of serving Italy, often after having courageously defended the local population from raids, vendettas, and abuses of every kind. Red. (traduzioni di Lorie Ballarin) Aprile 2008 15 DIFESA ADRIATICA 10 de Febrero: Día del Recuerdo, la participación al unísono algunos mensajes de Italia y del mundo arribados a la ANVGD Son 260 las localidades de Italia y del mundo que han participado con una ceremonia – con contenidos diversificados desde la puesta de coronas, al nombramiento de calles, desde los espectáculos a los conciertos – al Día del Recuerdo. Un testimonio fuerte de solidaridad, de voluntad de entender nuestra historia y de todas maneras de participar en un acontecimiento que abre tantos puntos de reflexión. Sea sobre el papel de Italia como del de los Países cercanos involucrados en los percances, pero también sobre el de historiadores y críticos. Las palabras del Presidente de la República Giorgio Napolitano nos han dado una grande satisfacción porque demuestran que la lección de la historia ha sido aprendida un poco por todos y comenzando por la intervención del Quirinale, retomado en parte de la del año pasado, tenemos que pararnos a reflexionar sobre lo que también este año se ha hecho en Italia y en el mundo donde nuestros coterráneos viven. A menudo problemas no expresados, tensiones acumuladas en el transcurso de los años, se disipan justo en el debate sobre el 10 Febrero que se demuestra, en cierto modo catártico, y verifica temáticas que han estado demasiado tiempo silenciadas en nuestra historia y no sólo en la nuestra. La odisea de los Desterrados se convierte así en parte del debate sobre el movimiento de pueblos que ha afectado Europa antes y durante la segunda guerra mundial. Esto es por lo que en este “mar grande” las consideraciones nunca son simplistas, tienen necesidad de filtros inteligentes y de un acercamiento positivo si se quiere transformar el sufrimiento de pueblos enteros en energía capaz de construir nuevas relaciones y realidades pacificadas. Cuando decimos que queremos volver a nuestras tierras, cuando afirmamos que nuestra meta es hacer que la cultura italiana de nuestras tierras este hecha por la gente que vive en ellas, no queremos poner en marcha una ocupación sino dar nuestra contribución para que una historia rica llegue a ser patrimonio del mundo. Creo que esto es un modelo alto que da dignidad al presente y nos permite esperar todavía una justicia que traspase – aunque los comprenda – los problemas de indemnizaciones y bienes abandonados. • • • Con el Día del Recuerdo, nuestra labor se ha vuelto importante. La fuerza implosiva que ha caracterizado la actividad de nuestras asociaciones durante tanto tiempo, sale al descubierto y se proyecta hacia nuevos, finalmente creíbles, escenarios. Todo esto ha hecho posible la participación al unísono de Italia a esta manifestación. Los primeros años, se quería dar una centralidad al Día del Recuerdo, focalizando en una ciudad las presencias más cualificadas, las ceremonias más importantes. Después ha sucedido algo inesperado, profundo, en cierto modo satisfaciente. Italia entera ha respondido, ha elegido estar al lado de los Desterrados en este momento. ¿Por qué? Cuando se dio el éxodo de Istria, Fiume y Dalmazia – los 350.000 italianos fueron destinados a casi 130 campos de prófugos esparcidos por toda Italia. Un entero pueblo se ha encontrado con tener que interactuar con las realidades locales, a veces revelando la propia proveniencia, otras veces encubriendo la que para muchos era considerada no una vergüenza pero si una situación incómoda visto el comportamiento de la política italiana de cara a ellos. Los desterrados, de todas maneras, se han dado a conocer, entrando en los poros de la sociedad civil, dejando la huella. Consideramos la respuesta al unísono un homenaje a la relevancia de estas personas que han traído a Italia y al mundo los principios de una sociedad evolucionada, dedicada al trabajo, unida a su iglesia y a los valores de una larga historia de contactos con el mundo circunstante. • • • En Trieste, capital moral del éxodo, las manifestaciones son casi obvias, menos en localidades como Venecia o Bolonia donde los desterrados han sido objeto de disputa y rechazo. Pues bien, el año pasado, propio con el letrero apostado en la estación de Bolonia, hemos conseguido abrir un capitulo importante en nuestra relación con la opinión pública. Este año en la región emilio-romagnola casi todas las ciudades se han movilizado para recordar de diversas maneras. De las escuelas han llegado peticiones de material didáctico, de textos sobre la historia del éxodo y las Foibe, de películas. Creemos que es este el camino a recorrer. Es verdad que no faltan las contradicciones. Hay quien quiere aprovecharse de este momento para hacer pasar textos que niegan la realidad histórica. La esperanza es que la opinión pública consiga distinguir los hechos de las opiniones de partidos. La historia no esta hecha de certezas, de blanco o negro, por lo que la invitación a todos es la de reflexionar sobre lo que oyen decir a quien no ama la causa de este pueblo esparcido y sobretodo de informarse: en los últimos años se ha escrito mucho, historiadores serios, que no son depositarios de la verdad pero se le acercan mucho. En Eslovenia y Croacia los periódicos dan noticia del Día del Recuerdo a menudo con tonos negativos, como si el Día del Recuerdo fuera una conmemoración contra alguien y no es así. Los desterrados quieren que se hable de su historia no para mover acusaciones sino para tener un justo reconocimiento de hechos que han herido un pueblo en una Europa que hoy se ha abierto finalmente sin reservas a estas reflexiones. Y además están, en el resto del mundo, los comités giuliano-dalmatas que han sabido transformar esta jornada en un momento de grande reconocimiento por parte de la comunidad en la que están inseridos. Personalmente es una sensación de grande satisfacción. Ahora hace falta otra ley que decrete finalmente la justa y definitiva indemnización de los desterrados. Hace falta un acuerdo con Eslovenia y Croacia para la restitución de los bienes aún en libre disponibilidad. Claro que las polémicas de estos días nos hacen marcar el paso y ayudan a poner en el asador los problemas que aún no se han resuelto sobre los que tenemos que trabajar e insistir para que “la verdad” – porque esto es –, al final, acabe lo mejor posible sobre todos los condicionamientos del pasado. Renzo Codarin Presidente de la Federación de las Asociaciones de los Desterrados Roma, Palazzo del Quirinale, 10 de Febrero 2008. El Jefe de Estado on. Giorgio Napolitano se dirige a pronunciar su discurso a los familiares de las víctimas de las Foibe como convenido para la solemne celebración del Día del Recuerdo y la entrega de las condecoraciones en memoria (Foto Presidencia de la República) Referimos algunos recortes de mensajes arribados a la Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con ocasión de las celebraciones del 10 de Febrero, Día del Recuerdo del Éxodo de la población italiana de Venecia Giulia y de Dalmazia, y de las Foibe. En su discurso de saludo el Presidente del Senado, Franco Marini, subraya como «a distancia de tantos años todavía está vivo el dolor por la trágica suerte tocada a aquellos inermes ciudadanos que pagaron con la propia vida su ser italianos». Sobre los significados del Día del Recuerdo añade que «contribuye a tener viva la memoria de tantos coterráneos y de sus indecibles sufrimientos olvidados durante mucho tiempo». El Presidente de la Cámara Fausto Bertinotti recuerda como «La odisea de los desterrados giuliano-dalmatas – una de las páginas mas dramáticas de nuestra historia reciente – ha marcado la atormentada historia del confín oriental, a través de una larga secuencia de eventos trágicos, en los que el choque ideológico se ha unido a la intolerancia étnica, los horrores de la guerra a la locura de los totalitarismos». En el traer el tema histórico a la actualidad de hoy, Bertinotti afirma que «hoy el recuerdo de la dignidad humillada de aquellos compatriotas nuestros forma parte con pleno derecho del patrimonio común de hechos, de valores y de principios que consiente a todas las italianas y a los italianos reconocerse parte de una misma comunidad». El Presidente del Consejo saliente, Romano Prodi, ha procurado sin embargo subrayar los temas ofrecidos por el Día del Recuerdo, es decir como «no hay que olvidar, sino mas bien cultivar la semilla de la democracia y de la libertad en el respeto de los derechos universales». La inauguración del Monumento en Roma ha proporcionado la ocasión a distintos exponentes de la política y de las Fuerzas armadas de enviar significativos mensajes al Comité presidido por Olivero Zoia. Entre otros, el ministro de Relaciones con el Parlamento y las reformas institucionales, on. Vannino Chiti, ha escrito: «la edificación del Monumento es un acto de respeto debido hacia las miles de víctimas de aquellas terribles persecuciones por demasiado tiempo silenciadas. Representa el final de la “conjura del silencio” y el compromiso de todos para que horrores de este tipo no se repitan. Quiero desear [...] a los desterrados [...] el poder traer a nueva vida su extra-ordinario tejido económico, social, cultural [...] en el ámbito de [...] aquella Europa en la que la italianidad es una de las componentes esenciales» El ministro de Derechos e igualdad de Oportunidades, Barbara Pollastrini: «La institución del Día del Recuerdo ha sido un acto de civilidad necesario en el que todo el País se reconoce. Y se une en la igual condena de aquellos hechos atroces como una de las páginas más negras de nuestra historia. […] Creo que la Memoria, el Recuerdo, no se pueden extinguir con la sola evocación de los lutos y de las tragedias. Estos tienen un sentido sólo si se convierten en el alma de un rescate posible. […] Recordar por tanto no es solo un acto debido. Es renovar el camino hacia la afirmación plena de la dignidad de la persona humana, guiando al mismo tiempo a cada uno a alcanzar la parte mejor de sí […]». El viceministro de Asuntos Exteriores, Franco Danieli: «Me agrada haceros llegar mi sincero aprecio por la actividad que Vuestra Asociación desenvuelve con seriedad y tesón para representar a nuestros compatriotas huidos de Istria, Fiume y Dalmazia al final del segundo conflicto mundial. Más en general me urge expresar mi más sentida cercanía a todos los que trabajan por tener viva y difundir la memoria del sacrificio de todas las víctimas de las foibe y del éxodo. […] Aquellos acontecimientos representan uno de los momentos más oscuros de la historia reciente europea. Sostengo que una adecuada cultura del conocimiento y de la historia sea indispensable también para evitar que se repitan símiles atrocidades y que la constancia de cada individuo y de las instituciones sea necesario para asegurar el respeto de la dignidad humana y de la vida en cualquier circunstancia […]» El subsecretario de Estado de Asuntos Internos, Ettore Rosato: «Hago llegar a las Autoridades, a las asociaciones y sobretodo a los Desterrados presentes, un pensamiento de profunda participación al evento que hoy se celebra con justa solemnidad. […] El Monumento que desde este día en adelante permanecerá para el recuerdo de las Víctimas de las Foibe representa de manera parcamente adecuada el sentimiento de piedad debido a los Inocentes que, en las cavidades de la tierra giuliano-dalmata, precipitaron al encuentro de su precoz e inicuo destino. […] Por consiguiente, cada vez que nuestra República, en armonía con Regiones y Entes locales, delibera y cumple un debido resarcimiento moral de cara a los propios hijos, es justo alegrarse». El sen. Francesco Cossiga, por su parte, ha querido expresar su «afectuosa cercanía» a los allegados de los enfoibados. «En relación – ha replicado – me gusta recordar que como Presidente de la República fui el primero en rendir homenaje a los mártires destrozados en las foibe, a Basovizza. En el Día del Recuerdo deseo además adherir a las iniciativas oportunamente sugeridas por esta Asociación para conservar y reavivar la memoria de los trágicos eventos que causaron el éxodo de sus tierras de los istrianos, fiumanos y dalmatas, a los cuales se dirige el conmovido pensamiento de todos los italianos». El presidente de la Región Lazio, Piero Marrazzo, ha citado las palabras del Presidente de la República, Giorgio Napolitano, que ha definido «tardío» el recuerdo de los sufrimientos y de la tragedia vivida por la comunidad giulianodalmata; ha por tanto añadido que la memoria «no puede ser más objeto di una política de partido. No hay ninguna dictadura que pueda ser justificada porque la otra cara de las dictaduras son las personas muertas». Marrazzo ha subrayado, entre los problemas todavía sin resolver de los Desterrados, el de la indicación de los lugares de nacimiento, que en su burocrática injusticia ofenden su conciencia de italianos. Ha querido por tanto subrayar el dolor de los istrianos, de los giuliano-dalmatas, y también de las comunidades hebreas «porque el bien alberga donde hay protectores y defensores del bien y el dolor se puede compartir pero permanece de quien lo ha sufrido, mientras la memoria debe ser común y no puede quedarse encerrada en la matriz de la familia». Ha concluido entonces: «Si no hubieran sido los desterrados a huir de aquellas tierras hoy no tendríamos esta memoria. Lo sabe quien ha entrado en aquellas familias: quien ha escuchado su recuerdo y ha oído palpitar las últimas horas de los caídos. A las instituciones corresponde la tarea de guiar y tener unida la comunidad y el monumento que hemos inaugurado, además de unirnos, debe hacernos recordar y reconocer a aquellos muertos como mártires de nuestra identidad de País fuerte, vivo y solidario». De las cumbres militares El Jefe de Estado Mayor de la Marina, almirante de escuadrón Paolo La Rosa: «En esta ocasión deseo expresar la cercanía y la solidaridad de toda la Marina militar y la mía personal. La “memoria” alimenta los valores fundacionales de nuestra sociedad y constituye un inconmensurable tesoro que transmitir a las futuras generaciones. En el Día del Recuerdo, las imágenes de la tragedia vivida por los italianos víctimas de las foibe y del éxodo de sus tierras, llegarán a ser todavía más vivas gracias al monumento dedicado a ellas. […] Deseo expresar a la Asociación el aprecio de toda la Marina Militar por el grande ahínco prodigado en conservar y renovar el recuerdo de aquellos trágicos eventos que han pasado a formar parte del patrimonio histórico de nuestra nación». El Comandante General de la Guardia de Finanza, general del Cuerpo de la Armada Cosimo D’Arrigo: «Deseo expresar en mi nombre y en nombre de la Guardia de Finanza el sentimiento de la más viva admiración por el tesón constante prodigado por los voluntarios de la Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia para que per-manezca viva la memoria de los muchos italianos que, inmediatamente después de la segunda guerra mundial, soportaron vejaciones y sufrimientos, hasta la horrible muerte en las foibe. Al inclinarme simbólicamente ante el Monumento a lasVíctimas de las Foibe istrianas, dirijo un conmovido pensamiento a las tantas víctimas inocentes de entonces y la cercanía a los familiares de cuantos fueron bárbaramente asesinados u obligados a dejar las propias casas, los propios pueblos y las propias ciudades. Y sostengo el deber de recordar, hoy, la grandísima contribución de sangre ofrecida por la Guardia de Finanza en aquel oscuro periodo de la historia nacional y honrar la memoria de los muchos Guardias a los que fue reservado el atroz destino de las foibe, culpables solo de ser italianos, de servir a Italia, frecuente después de haber defendido con coraje la población local de redadas, venganzas y engaños de todo tipo […]. Red. (traduzioni di Marta Cobian) 16 Pubblichiamo alcune delle notizie apparse in tempi recenti sul nostro sito www.anvgd.it, così da rendere edotti e aggiornati anche coloro che non utilizzano internet per avere informazioni dalla nostra Associazione. Il Comune di Nicolosi cerca una famiglia di Pola martedì 12 febbraio 2008 Nell’ambito delle iniziative tese a celebrare il Giorno del Ricordo dell’Esodo istriano-dalmata, il Comune di Nicolosi ricorda che, nel febbraio-marzo 1947, ha accolto la famiglia SfecciFachin profuga dalla città di Pola. Il signor Giovanni Omero Sfecci era nato a Pola il 12 dicembre 1905 e di professione faceva l’artigiano (imbianchino), aveva un unico figlio, Angelo Bruno, nato un anno dopo il suo matrimonio con Velina Fachin, originaria della Carnia (nata a Preone e vissuta a Socchieve), celebrato nel 1935 ad Abbazia luogo dove era nato il figlio il 6 gennaio 1936. I due si erano conosciuti a Trieste dove Evelina era in servizio presso una famiglia. Giunsero a Nicolosi il 6 marzo 1947 e purtroppo nello stesso giorno del loro arrivo, Bruno ebbe l’occasione di salire sull’Etna con una comitiva di americani a bordo di un camion e sulla strada del ritorno, a seguito della rottura dei freni, fu sbalzato fuori dal camion e morì sul colpo. Fu una tragedia nella tragedia, il padre Omero morì di crepacuore due anni dopo, mentre la moglie Evelina riuscì a sopravvivere alla tragedia, grazie anche all’aiuto e al conforto datogli dalla famiglia Caruso-Spinelli che le diedero lavoro e ospitalità. Morì quasi novantenne a Nicolosi il 25 novembre del 2000. Nel salutarvi vi chiediamo, facendo appello alla vostra sensibilità e soprattutto alla vostra rete di contatti con i vostri associati, di reperire notizie ulteriori sulla famiglia Sfecci-Fachin. Giuseppe Mazzaglia Assessore alla Cultura del Comune di Nicolosi (Catania) Mons. Cassari nuovo Nunzio apostolico in Croazia venerdì 15 febbraio 2008 Benedetto XVI ha nominato Nunzio Apostolico in Croazia mons. Mario Roberto Cassari, Arcivescovo titolare di Tronto, finora Nunzio Apostolico in Costa d’Avorio. Lo ha reso noto questo giovedì la Sala Stampa della Santa Sede. Nato a Ghilarza (Oristano) il 27 agosto 1943, l’Arcivescovo è stato ordinato sacerdote il 27 dicembre 1969. Laureato in Teologia, è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede il 5 marzo 1977, prestando la propria opera presso le rappresentanze pontificie in Pakistan, Colombia, Ecuador, Sudan, Africa Meridionale, Giappone, Austria, Lituania, ex Jugoslavia. È stato trasferito alla nunziatura apostolica in Bosnia ed Erzegovina, il 9 dicembre 1996. Giorno del Ricordo: un successo a macchia d’olio martedì 19 febbraio 2008 A dati oramai quasi completati, il censimento delle località che hanno istituzionalmente celebrato il Giorno del Ricordo quest’anno, ha riscontrato un ulteriore passo in avanti su tutto il territorio nazionale. Sono più di 280 le città interessate e circa 160 quelle con la presenza attiva dell’ANVGD, che ha prestato il proprio contributo in mezzi, uomini e idee. Dalle cronache giunte in questi giorni si registra alle oltre 600 manifestazioni la presenza stimata complessiva di circa 250.000 cittadini, a cui vanno aggiunti alcuni milioni di spettatori che hanno assistito ai vari programmi televisivi. Sono numeri che rappresentano ogni anno con maggior chiarezza la strada da percorrere affinché la nostra storia entri finalmente a pieno titolo nella coscienza nazionale. Un particolare merito e ringraziamento va ai comitati, ai dirigenti, ai delegati, agli uomini e alle donne del- DIFESA ADRIATICA Aprile 2008 La rubrica di “Difesa” www.anvgd.it l’Associazione NazionaleVenezia Giulia e Dalmazia, che in ogni angolo d’Italia hanno donato gratuitamente il loro tempo e il loro impegno per testimoniare la loro presenza e la loro storia a beneficio di tutti gli italiani. Alla ricerca delle proprie origini martedì 26 febbraio 2008 «Da tempo desidero conoscere dove si trova o si trovava il paese d’origine della mia famiglia; ho pensato di rivolgermi a voi per ottenere delle indicazioni utili a soddisfare il mio desiderio. Io sono nata a Dignano d’Istria e dall’albero genealogico risalente al 1740, sarei originaria di San Matteo dei Cevi. Se qualcuno ha notizie su questo centro, mi piacerebbe avere qualche indicazione utile. Ringrazio con tanta riconoscenza». Anna Maria Giorgini [email protected] Monselice Una guida fiumana a Napoli e dintorni martedì 26 febbraio 2008 «Salve a tutti, sono Guido Sanza, nato a Fiume il 24 dicembre 1938, residente a Napoli. Per passione faccio la guida naturalistica nell’oasi del WWF “Cratere degli Astroni”. Sono disponibilissimo per accompagnare chiunque sia interessato alla conoscenza di particolari siti di Napoli e Provincia». Di seguito, elenco i siti visitabili. I vulcani dei Campi Flegrei: Agnano, Astroni (Oasi del WWF), Solfatara, Monte Nuovo, Lucrino, Averno, Cratere del Vesuvio. Siti archeologici : Baia, Castello Aragonese, Museo Archeologico dei Campi Flegrei. – Bacoli, Piscina Mirabile, Cento Camerelle, Miseno. – Cuma, Parco Archeologico di Cuma, Baia, Terme imperiali di Baia. – Fuorigrotta, Mergellina, Cripta Neapolitana, Tomba di Virgilio, Acquedotto Augusteo. – Pozzuoli, Anfiteatro Flavio, Tempio di Serapide e di Nettuno, Rione Terra. – Napoli, Castro Luculliano, Monte Echia, Castel dell’Ovo. - Napoli sotterranea, Duomo, Santa Restituita. - Neapolis greca e romana, Decumani, Teatro Romano, Tempio dei Dioscuri, San Lorenzo, Cappella San Severo (Cristo velato). Scavi di Pompei. - Scavi di Ercolano. – Oplonti,Villa di Poppea. – Bagnoli, Grotta di Seiano, Parco Archeologico di Pausillipon. Per contatti: 081.593 28 28 – 333.647 504. ANVGD online: un successo che si diffonde mercoledì 27 febbraio 2008 Continua ad amplificarsi l’onda informativa che parte dal nostro sito internet. Sono ad oggi 321 gli utenti iscritti al nostro sito, che possono così (gratuitamente) consultare tutte le sezioni, le informazioni recenti e d’archivio, ed inviare eventuali richieste. 196 sono gli iscritti alla Newsletter settimanale (gratuita), che consente di ricevere ogni settimana comodamente nella mail il riassunto delle principali notizie, la rassegna stampa e tutti i link utili. Sono invece 185 gli abbonati online a “Difesa Adriatica”, il nostro giornale mensile che viene inviato in versione PDF direttamente nella mail. In questo caso il lettore può leggere a video tutto il giornale 10-15 giorni prima degli utenti cartacei, può stamparsi anche solo gli articoli che lo interessano, può conservarsi tutti i numeri senza occupare alcuno spazio fisico. Per l’abbonamento è sufficiente versare 10 euro sul conto corrente postale 32888000 intestato “Difesa Adriatica – Roma” e indicare nella causale la propria mail (l’abbonamento online è gratuito per i residenti all’estero). Chi ha già un abbonamento cartaceo può chiedere con una mail a [email protected] di trasformarlo in online. Ricerca carabiniere scomparso in Istria domenica 2 marzo 2008 La figlia di un carabiniere scomparso in istra nel ’45, cerca notizie del padre, del quale non ha mai saputo più nulla. Ecco tutti i dati. Per eventuali informazioni scriveteci a [email protected]. Ecco i dati conosciuti. Cacciola Antonino, di Gaetano e Ucciardello Maria, nato a Messina il 22 marzo 1910, in servizio alla stazione Carabinieri di Sanvincenti (Pola) fino al 5 luglio 1944, quando transitò nella M.D.T. 2° Rgt. Istria. Alla fine di aprile del 1945, da Dignano partì per ignota destinazione. Fu presumibilmente catturato dai partigiani titini e da allora non si ebbero più sue notizie. Nonostante numerose ricerche fatte negli ultimi anni, il suo nome non risulta in nessun elenco ufficiale e non. Un’Esule da Spalato cerca conterranei lunedì 3 marzo 2008 «Mi piacerebbe che mi contattasse qualcuno che ha abbandonato tanti anni fa Spalato, come la mia famiglia. Purtroppo non mi è capitato di fare tale incontro le volte che ho partecipato alle riunioni dell’Associazione (non tante, a causa del mio pesante impegno lavorativo di medico ospedaliero). Ci spero!» Rita Smolcich [email protected] Ancora sulle pensioni INPS martedì 4 marzo 2008 A Trieste l’Unione degli Istriani ha attaccato l’iniquo provvedimento della Finanziaria 2008, che stronca ogni diritto economico degli Esuli pensionati INPS; è stato inoltre annunciato che la Corte d’Appello di Trieste ha demandato alla Corte Costituzionale la questione. L’argomento è stato da noi trattato più volte, e riportiamo un passaggio della nostra News del 16 dicembre scorso: «A loro (politici, ndr) il nostro sentito biasimo per aver creato una fittizia copertura ad un provvedimento fuorilegge e l’appuntamento nei tribunali dove porteremo l’incostituzionalità di questa normativa, creata appositamente per danneggiarci e soprattutto per togliere dai portafogli degli Esuli più anziani quei pochi spiccioli che il diritto aveva loro garantito». Al momento non vi è notizia delle manifestazioni di piazza che l’Unione aveva annunciato lo stesso 16 dicembre come già in fase di organizzazione. Mazzaroli candidato al Senato con l’IDV martedì 4 marzo 2008 Il Gen. Silvio Mazzaroli, sindaco del Libero Comune di Pola in Esilio, alle prossime elezioni politiche è capolista al Senato per il Friuli Venezia Giulia con l’Italia deiValori, formazione di centrosinistra. Ecco uno stralcio della notizia apparsa sul quotidiano “Il Piccolo” del 4 febbraio: «Ma la novità più interessante è rappresentata dal capolista del Senato, Silvio Mazzaroli. Generale degli alpini impegnato in missione di pace in Kosovo, Mazzaroli “da servitore dello Stato farà il soldato politico” ha detto Di Pietro. E in qualità di cariche come quella di Sindaco del Libero Comune di Pola in esilio, di presidente della famiglia polesana e vicepresidente dell’Unione degli Istriani, “porterà all’attenzione nazionale la questione degli esuli istriani”». Del gen. Mazzaroli ricordiamo la militanza attiva contro la casta dei politici, soprattutto contro coloro che avrebbero usato gli Esuli come trampolino di lancio nella politica, tanto che su “L’Arena di Pola” del dicembre 2006 dichiarava di non «assurgere al ruolo di timoniere della condotta politica nei confronti dei problemi che ci assillano». Ma il tempo cambia gli uomini ed ecco che lo scorso novembre, sempre su “L’Arena di Pola”, Mazzaroli si esprime in maniera che oggi appare assolutamente profetica: «(…) possiamo ancora sperare di avere un giorno giustizia da questo Stato che, anziché consolidare vieppiù la propria democraticità, anziché essere espressione del diritto svela, con crescente arroganza e senza pudore alcuno, il proprio carattere mercantile e di casta? Ricordiamocene quando dovremo esercitare il nostro diritto di voto; quando saremo chiamati ad esprimere la nostra preferenza per questo o quel politico». La ciliegina sulla torta appare invece su “L’Arena di Pola” del 29 febbraio, solo 3 giorni prima che venga resa nota la candidatura. Parlando del Giorno del Ricordo, Mazzaroli critica in maniera aspra gli «atteggiamenti delle parti politiche più moderate e responsabili, sia di destra che di sinistra, che, stante la riapertura della stagione venatoria al voto degli elettori, ancora cercano il nostro consenso». Ma il capolavoro appare poco più in là, quando afferma che «Qui il discorso, oltre che etico, si fa politico o, meglio, rivelatore della diversa strategia seguita dalle due anime delle Associazioni degli esuli: l’una, quella della Federazione, tutta rivolta ad accattivarsi i favori del mondo politico italiano (...); l’altra, quella delle cosiddette “Associazioni triestine”, tese ad accentuare la loro autonomia dai partiti politici, perché stanche di vuote promesse e di elemosine». Francobollo “Combi” Capodistria: il materiale disponibile venerdì 7 marzo 2008 La Sede nazionale ANVGD ha a disposizione il meteriale filatelico legato all’emissione del francobollo dell’ex Liceo “Combi” di Capodistria, che esce l’8 marzo. Ecco le disponibilità. - Francobollo semplice € 0,65 - Bollettino illustrativo con riproduzione del francobollo € 1,03 - Cartolina affrancata con timbro primo giorno di emissione € 1,17 - Tessera filatelica (formato bancomat) con francobollo incastonato € 0,89. Il materiale è ordinabile via telefono o fax (06.58 16 852) o via mail ([email protected]) indicando le quantità, nome e indirizzo. Insieme al plico giungerà il bollettino postale per il pagamento. Gli importi applicati sono quelli ufficiali di Poste Italiane, a cui vengono aggiunti 2 euro di spese postali. Clemente lascia la presidenza dei Triestini e Goriziani sabato 8 marzo 2008 Il cav. gr. cr. Aldo Clemente, già se- gretario generale dell’Opera Profughi, ha lasciato la carica di storico presidente dell’Associazione Triestini e Goriziani di Roma. In una emozionante ed affollata cerimonia presso la Sede di rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia di Roma (Piazza Colonna), Clemente ha passato il testimone a Roberto Sancin, triestino, operatore economico nel campo del trasporto aereo merci. Nell’occasione, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ha inviato il seguente messaggio di saluto. «Da oltre quarant’anni l’Associazione triestini e goriziani in Roma costituisce un importante punto di riferimento per tutti coloro che, provenienti dalla Venezia Giulia, vivono e operano nella capitale. L’Associazione ha saputo in questo lungo periodo mantenere vivi i legami dei corregionali con la propria terra d’origine e con le istituzioni regionali. Ed è in questo senso significativo che l’assemblea generale dell’Associazione si svolga proprio nella sede della Regione a Roma. Oltre a coltivare le radici, l’Associazione ha promosso una serie di meritorie iniziative per far conoscere ai romani il patrimonio culturale e la storia, spesso tormentata e tragica, dellaVenezia Giulia, per tanti anni terra di confine e oggi di nuovo posta al centro di un’Europa finalmente riunita e riconciliata. Un sentito ringraziamento va in particolare al presidente uscente Aldo Clemente, che è stato sin dalla costituzione l’animatore e l’autentica anima dell’Associazione triestini e goriziani in Roma. Desidero esprimere a nome della Regione Autonoma FriuliVenezia Giulia, e mio personale, un ringraziamento per la dedizione e l’impegno con cui il presidente uscente ha operato in tutti questi anni. Aldo Clemente ha costruito un patrimonio di rapporti e di esperienze prezioso per le nuove generazioni. Riccardo Illy». Nel corso della medesima cerimonia, l’ANVGD ha consegnato ad Aldo Clemente un simbolo dell’affetto di tutta la comunità degli Esuli verso colui a cui tanti giuliano-dalmati devono una casa, costruita con la tenacia, la fermezza e la volontà di un uomo che ha sempre interpretato nella maniera più generosa - e continua a farlo - il senso del servizio verso i più bisognosi. La perequazione INPS alla Corte Costituzionale domenica 9 marzo 2008 A seguito dell’ingiusta interpretazione data dalla Legge Finanziaria 2008 alla perequazione INPS per gli Esuli, il Comitato ANVGD di Torino ha pubblicato la delibera della Corte d’Appello del capoluogo piemontese che rinvia alla Corte Costituzionale la disamina della questione. Tale nuovo passo, avviato in diversi tribunali su tutto il territorio nazionale e già annunciato in occasione dell’approvazione dell’iniquo provvedimento, farà da battistrada per tutte le cause già in corso e anche per coloro che non hanno avviato un procedimento giudiziario. Ringraziamo il Comitato di Torino per il testo fornito, che leggete qui di seguito. « Visti gli artt 134 Cost. e 23 l. 11.3.1953 n.876 dichiara rilevante non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art 2 comma 505 della legge 24 dicembre 2007 , n.244 in relazione all’art.3 Costituzione; dispone l’immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale; ordina che, a cura della cancelleria, la presente ordinanza sia notificata alle parti nonchè al Presidente del Consiglio dei Ministri, e sia comunicata ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica; sospendere il giudizio in corso. Così deciso all’udienza del 29 gennaio 2008. Il Presidente Estensore Dott.ssa Rita Sanlorenzo»
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