pdf - Fondazione Internazionale Menarini
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Minuti 374_Layout 1 08/03/16 10:25 Pagina 7 7 Henri Matisse protagonista del suo tempo “Matisse, colore, Picasso, forma. Due grandi tendenze, un solo grande fine” (Wassily Kandinsky) Henri Matisse: Autoritratto Parigi, Collection Centre Pompidou Musée National d’Art Moderne Photo: © Centre Pompidou, MNAMCCI/ Philippe Migeat/Dist. RMN-GP © Succession H. Matisse by SIAE 2015 Un centinaio di opere provenienti dal Centre Pompidou di Parigi metà delle quali coprono l’intero arco creativo di Matisse e le altre sono rappresentative della produzione di quelli che furono suoi compagni di viaggio nella straordinaria avventura della pittura francese nei primi decenni del XX secolo - sono esposte al Palazzo Chiablese di Torino fino al 15 maggio nella rassegna Matisse e il suo tempo. Allievo di Gustave Moreau, il grande pittore simbolista che lasciava al giovane Henri la libertà di sperimentare ed esprimersi in un linguaggio del tutto autonomo, Matisse trovò forse nella lussureggiante ricchezza cromatica delle tele del maestro una sintonia con il proprio gusto per il colore. Nel riconoscimento del ruolo che questa formazione esercitò sul futuro percorso creativo di Matisse, l’esposizione si apre con la sezione I “Moreau”: nell’atelier di Moreau, Matisse fece amicizia con altri allievi - Albert Marquet, Charles Camoin, Henri Manguin - e lavorò Henri Matisse: Lorette con tazza di caffè Parigi, Collection Centre Pompidou Musée National d’Art Moderne Photo: © Centre Pompidou, MNAMCCI/ Philippe Migeat/Dist. RMN-GP © Succession H. Matisse by SIAE 2015 Minuti 374_Layout 1 08/03/16 10:25 Pagina 8 8 sopra André Derain: Il sobborgo di Collioure - Parigi, Collection Centre Pompidou Musée National d’Art Moderne Crédit photographique : (c) Centre Pompidou, MNAM-CCI/Philippe Migeat/Dist. RMN-GP” © André Derain by SIAE 2015 a lato Henri Matisse: Ritratto di Greta Prozor - Parigi, Collection Centre Pompidou Musée National d’Art Moderne Photo: © Centre Pompidou, MNAMCCI/ Philippe Migeat/Dist. RMN-GP © Succession H. Matisse by SIAE 2015 insieme a loro scegliendo anche gli stessi soggetti, come nella veduta del Pont Saint-Michel che sia Matisse che Marquet dipinsero nel 1900. Il soggiorno in Provenza, a Collioure, nell’estate del 1905 segna l’inizio di quella ricerca sui colori puri che accomuna Matisse a Marquet, André Derain e Maurice de Vlaminck: al Salon d’Automne di quell’anno, le loro opere – insieme a quelle di Georges Braque e Raoul Dufy – provocano un autentico scandalo. Dalla definizione di un critico, che chiama la sala in cui i loro dipinti sono esposti “la cage aux fauves” (la gabbia delle belve), traggono il nome del movimento, fauve, appunto. Scriverà de Vlaminck: Ciò che nella vita avrei potuto fare solo lanciando una bomba – il che mi avrebbe condotto al patibolo – ho tentato di realizzarlo nell’arte, con la pittura, impiegando al massimo il colore; l’Autoritratto di Matisse e Il sobborgo di Collioure di Derain, costituiscono due esempi significativi della rivoluzione dei fauves nell’uso del colore. Pur non condividendo la svolta cubista che Braque imprime alla sua pittura nel 1908, dovuta anche all’influenza dell’amicizia con Picasso (che Matisse disapprovava esplicitamente), negli anni successivi Matisse risente comunque della riflessione sui volumi e lo spazio portata dal cubismo, come nel Ritratto di Greta Prozor del 1916; passeranno del resto molti anni prima che ammetta che “il cubismo deriva da Cézanne, il quale diceva che ogni cosa è cilindrica o cubica”. Il confronto con Picasso non condiziona l’immagine che Matisse offre già a coloro che lo frequentano negli anni parigini, quella di una figura isolata nella sua unicità, ma al tempo stesso di un maestro la cui influenza appare evidente. Questa posizione si forma fin dalle sue prima mostre, tenutesi agli inizi del Novecento, ed è chiaramente delineata nella testimonianza di Fernande Olivier, all’epoca compagna di Picasso: Matisse, molto più anziano, serio, circospetto, non aveva le stesse idee di Picasso. ‘Polo Nord’ e ‘Polo Sud’, diceva al riguardo. Il tipo del grande maestro: volto dai tratti regolari, dalla bella barba dorata, Matisse era simpatico. Sembrava tuttavia nascondersi dietro i suoi grandi occhiali, celando l’espressione dello sguardo ma parlando lungamente quando si trattava di pittura. Discuteva, dichiarava, voleva convincere. Aveva già quasi quarantacinque anni ed era molto più sicuro di sé rispetto a Picasso, che era timido, sempre un po’ imbronciato e in imbarazzo in questo genere di conversazioni. Matisse brillava e s’imponeva. Erano i due artisti dai quali ci si attendeva di più. Alla fine del 1917, Matisse lascia Parigi e si trasferisce a Nizza, dove ha modo di allargare la sua cerchia di contatti e conoscenze, con uno Minuti 374_Layout 1 08/03/16 10:25 Pagina 9 Henri Matisse: L’Algerina - Parigi, Collection Centre Pompidou Musée National d’Art Moderne Pablo Picasso: Nudo con berretto turco Parigi, Collection Centre Pompidou, Musée National d’Art Moderne Photo: © Centre Pompidou, MNAMCCI/Philippe Migeat/Dist. RMN-GP © Succession H. Matisse by SIAE 2015 Crédit photographique : (c) Centre Pompidou, MNAM-CCI/Béatrice Hatala/Dist. RMN-GP © Succession Picasso by SIAE 2015 scambio di esperienze e interessi che arricchisce la sua pittura: incontra Auguste Renoir, visita spesso lo studio dello scultore Aristide Maillol, stringe amicizia con Pierre Bonnard. A questo periodo appartengono numerosi ritratti e interni con figure nei quali l’artista rimedita la grande lezione impressionista e si avvicina al classicismo, che negli anni Venti caratterizza la produzione di Derain e Picasso. I soggiorni in Marocco ispirano a Matisse una serie di dipinti sul tema dell’odalisca - già soggetto favorito degli orientalisti ottocenteschi sulla scia di Delacroix - a cominciare da L’Algerina, del 1909. I colori intensi, il decorativismo degli sfondi e la ridondanza degli arredi che caratterizzano queste opere verranno a lungo considerati i caratteri distintivi dell’arte raffinata di Matisse, e decretano il suo successo presso il pubblico. creando una vera e propria moda. Picasso, dopo la morte di Matisse dichiarava: Quando Matisse è morto, mi ha lasciato in eredità le sue odalische, ed è questa la mia idea dell’Oriente, sebbene non ci sia mai stato. In quest’ottica, il Nudo con berretto turco che Picasso dipinse nel 1955 può essere considerato un omaggio a Matisse, scomparso l’anno precedente. Gli anni Trenta segnano una svolta nel lavoro di Matisse: a questo periodo appartengono la grande decorazione murale per il dottor Barnes, La danza, e le illustrazioni delle Poesie di Mallarmé. Ora il disegno diviene più stilizzato, mentre la rappresentazione di oggetti quotidiani investiti da un’aura misteriosa, onirica, che caratterizza all’epoca le opere grafiche di Matisse, Picasso, Masson, Miró e addirittura Léger, testimonia l’influenza del surrealismo, che rappresentava l’elemento più innovativo nella poetica del tempo. Scrive Cécile Debray nell’introduzione al catalogo della mostra di Torino: La forza radicale della sua pittura, la sorprendente novità della sua opera alla svolta degli anni Trenta e, in una certa misura, il posto preponderante che, insieme a pochi altri come Picasso o Braque, egli occupa nell’elaborazione ideologica di un’arte moderna francese a partire dalla Prima guerra mondiale, spiegano l’aura eccezionale di cui gode e che lo isola nettamente dal resto del contesto artistico, che è nondimeno il suo. La pittura di interni rimane una presenza costante nell’arte di Matisse: negli anni Quaranta e Cinquanta, la raffigurazione del proprio atelier è un tema ricorrente Minuti 374_Layout 1 08/03/16 10:25 Pagina 11 11 Henri Matisse: Grande interno rosso - Parigi, Collection Centre Pompidou, Musée National d’Art Moderne Georges Braque: L’Atelier IX - Parigi, Collection Centre Pompidou Musée National d’Art Moderne Photo: © Centre Pompidou, MNAMCCI/ Philippe Migeat/Dist. RMN-GP © Succession H. Matisse by SIAE 2015 Crédit photographique : (c) Centre Pompidou, MNAM-CCI/Bertrand Prévost/Dist. RMN-GP” © Gerges Braque by SIAE 2015 nature morte una meditazione sulla pittura di Cézanne ma anche sulla più recente produzione di Picasso. Fra gli anni Quaranta e Cinquanta Matisse, così come Léger e Dufy, avverte l’influenza del linguaggio modernista di Le Corbusier e Mondrian, che si riflette nell’uso dei colori primari e nella semHenri Matisse: Natura morta con credenza verde plificazione del disegno. Parigi, Collection Centre Pompidou Alla fine degli anni QuaMusée National d’Art Moderne ranta, Matisse si rinnova Photo: © Centre Pompidou, MNAMCCI/Philippe Migeat/Dist. RMN-GP © Succession H. Matisse by SIAE 2015. ancora una volta, invenanche in altri pittori, come Braque tando la tecnica del guazzo ritae Picasso, entrambi presenti nella gliato, che gli permette di ritagliare mostra torinese con due opere che “al vivo” nel colore; allo stesso peesprimono tutta la magia di un am- riodo appartiene la serie di venti biente che per l’artista è luogo di tavole colorate, Jazz (1947), reariflessione e concentrazione, spa- lizzate con la tecnica dello stamzio fisico ma anche mentale; qui pino. Matisse continua a rielaborare nelle Alle nuove tecniche introdotte da Matisse guarderanno con attenzione gli artisti delle generazioni successive: gli espressionisti astratti come Rothko e Sam Francis, gli artisti di Supports/Surfaces come Vincent Bioulès, Claude Viallat (che nel suo Omaggio a Matisse del 1992 offre un tributo alla lezione del maestro) e Jean-Pierre Pincemin. La diffusione dell’opera di Matisse negli Stati Uniti è dovuta anche all’attività del figlio, Pierre Matisse, mercante d’arte, oltre che alle mostre realizzate dal maestro negli ultimi anni di vita, quando si dedicò anche alla creazione del complesso della cappella di Vence (1949-1951) in Provenza. Qui Matisse curò anche la parte architettonica, oltre alle vetrate a motivi floreali, alla Via Crucis in ceramica e agli arredi e paramenti sacri, realizzando quello che l’artista stesso definì “il capolavoro della sua esistenza”. lorenzo gualtieri
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