vicende di design - Istituto Seghetti
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vicende di design in Germania in Germania: la Kunstgewerbeschule Dal 1902 al 1917 Henry Van de Velde visse a Weimar, dove fu nominato capo della nuova Kunstgewerbeschule [Scuola d'arti e mestieri]. Qui la novità dell'insegnamento stava nel fatto che gli allievi, invece di studiare l'arte del passato, erano incoraggiati a pensare in termini di bisogni del mondo moderno. Il successore di Van de Velde a Weimar fu Walter Gropius, che sviluppò queste idee nella Bauhaus. Questa associazione tedesca di artigiani [artisti, architetti, artigiani] venne fondata nel 1907 a Monaco di Baviera con lo scopo di saldare la cesura tra industria e arti applicate avvenuta nel corso del recente straordinario sviluppo economico, proponendo una nuova cultura del lavoro industriale nella quale, per ogni progetto, dovevano essere analizzati i costi di produzione, la qualità artigianale, le modalità ed i tempi di produzione. A Colonia, la progettazione del padiglione destinato ad ospitare le opere del Werkbund è invece affidato agli architetti Walter Gropius e Meyer. Eero Saarinen sarà il portavoce del movimento nel 1914 e verrà invitato all'esposizione di quell'anno, così come Bruno Taut che realizzerà il Glaspavilion, Gropius che realizzerà un modello di industria e Van de Velde il Teatro. ancora in Germania: dall’industrial design di Peter Behrens… Nel 1907 la Allgemeine Elektricitäts-Gessellschaf [AEG] assunse Behrens come consulente artistico e lo incaricò di creare la veste grafica dell'azienda, dal logo alla pubblicità alla linea principale del prodotti: si tratta del primo incarico di questo tipo, che rende Behrens il primo industrial designer della storia. I suoi allievi? Mies Van der Rohe, Gropius e Le Corbusier. Behrens creò modelli appositamente fatti per la produzione in serie e per un’immediata riconoscibilità, data la qualità e l’estetica. I prodotti AEG furono lampade, ventilatori, teiere, bollitori, orologi, trapani per dentisti. Pagina 1 di 8 vicende di design in Germania …al Bauhaus Il Bauhaus fu una scuola di arti applicate fondata a Weimar nel 1919 da una costola della Kunstgewerbeschule [fondata dieci anni prima da Van de Velde] e dell’Accademia delle Belle Arti sotto la direzione di Walter Gropius [ “maestro” di falegnameria dopo la rottura con Itten nel 1922] e costituì da subito il punto di riferimento per le successive generazioni di artisti e designer, oltreché per i metodi didattici della progettazione artistica. Una premessa Il movimento Arts&Crafts del XIX secolo aveva incoraggiato tutti i tipi di artisti, arredatori e artigiani a riunirsi per creare qualunque cosa, dai gioielli agli edifici, allo scopo di associare un revival delle tradizionali tecniche artigiane a un’analisi chiara della forma e della funzione. Per quanto l’architettura Arts&Crafts non fosse un guazzabuglio come quella Vittoriana che l’aveva preceduta, conservò un aspetto tradizionale radicato nel passato. E se gli ideali architettonici, uniti alla stretta collaborazione tra artisti, architetti e artigiani, fossero stati focalizzati su un design più moderno e più industriale? Una risposta a questa domanda venne fornita in Germania da un’organizzazione chiamata Deutsche Werkbund, fondata a Monaco nel 1907 che raggruppò designer e artisti d’avanguardia che non imitarono gli stili del passato. Un suo componente, Walter Gropius, voleva avvicinarsi maggiormente all’industria e al disegno industriale. Nel 1919 Gropius stesso venne nominato direttore della scuola d’arte applicata di Weimar, che si tramuterà presto nel Bauhaus. Gli esordi del Bauhaus Si voleva rivoluzionare il modo in cui gli oggetti venivano disegnati e prodotti e Gropius comprese che per fare questo doveva introdurre gli studenti non solo al design e alle arti applicate, ma anche a concetti come la forma e il colore. Aggiunse quindi un gruppo di pittori allo staff del Bauhaus, come Paul Klee e Johannes Itten. Johannes Itten [scontratosi definitivamente nel 1923 con Gropius] fu il responsabile del corso propedeutico. Egli fu un teorico dell’armonia tra i colori. Nel gennaio 1921, visitando proprio la classe di Itten, Klee scrisse: “Afferra un carboncino. Il suo corpo si raccoglie come se si caricasse di energia e improvvisamente […] si vedono sul foglio le forme di sue segni energici […] e i discepoli sono invitati a ripetere l’azione. Il maestro controlla i lavori, lo fa ripetere da un solo studente, controlla il gesto.” Ma per Itten il Bauhaus doveva diventare un “sacro convento” dedicato al silenzioso e mistico lavoro educativo. Vinse Gropius. Dopo il corso base gli studenti proseguivano gli studi imparando a disegnare architetture o oggetti sia per la produzione in serie che pezzi unici, ma sempre secondo un’ “estetica della macchina”. Nel 1920 il numero degli studenti era di 143. Gli allievi sono divisi in “apprendisti” e “lavoranti”: questi ultimi devono aver superato l’esame di “lavorante artigiano”. I professori invece erano maestri artigiani e maestri della forma. Pagina 2 di 8 vicende di design in Germania I suoi insegnanti [“maestri”], appartenenti a diverse nazionalità, furono figure di primissimo piano della cultura europea. Importante è il discorso di Gropius all’assemblea del 1920 in cui affermò che ci voleva maggior disciplina e che all’arte bisognava pensare il meno possibile: “[…] lavorare e tacere”. Gropius fu a capo della scuola fino al 1928, seguito da Meyer e Mies; Gropius era favorevole ad un insegnamento progettuale basato su laboratori, a Weimar prevalentemente con una dimensione artigianale. Nel 1922, in giugno, anche Kandinskij fu chiamato al Bauhaus per dirigere il laboratorio di pittura murale. Il 1923 è un anno importante e denso di appuntamenti per la scuola: viene rappresentata la prima opera teatrale [Mondspiel], si dimette Itten [già in rotta con Gropius], c’è la prima esposizione [dal 15 agosto al 30 settembre], i primi balletti degli uomini-macchina di Schlemmer, le conferenze di Kandinskij. Il 1923 è anche l’anno in cui Le Corbusier pubblica “Verso un’architettura”. Ma torniamo a Gropius e al suo Bauhaus. Georg Muche progetta la "casa modello", opera frutto della collaborazione all'interno del Bauhaus e realizzata da Adolf Meyer nello stesso anno. La casa Am Horn è itteniana nella sua semplicità silenziosa e mistica e al tempo stesso costruttivista [grazie agli influssi di Teo Van Doesburg]. Già nel 1924 la casa di Gropius sarà perquisita dall’esercito perché sospettato di “attività comuniste”. Scrisse il maestro Marcel Breuer, architetto e meister della scuola: “Noi oggi siamo orientati verso problemi funzionali, cioè alla soluzione di problemi; la questione stilistica non è più questione di tendenza, bensì di qualità. Una sedia, per esempio, non deve essere orizzontale-verticale, e neppure espressionista e neppure costruttivista e non deve adattarsi al tavolo, ma deve limitarsi ad essere una buona sedia.” E naturalmente possiamo sostituire a “sedia” qualsiasi altro oggetto domestico. I laboratori del Bauhaus diventarono rapidamente crocevia dell’ avanguardia progettuale europea, centro di elaborazione di nuove sintesi fra progetto e figurazione, percezione e rappresentazione, estetica e prodotto. Gli anni più interessanti del Bauhaus si collocano infatti nel quinquennio 1923-1928, quando l’elaborazione teorica della scuola si realizza nei progetti dei migliori allievi dei primi corsi. Nel 1925 il Bauhaus chiuse per mancanza di fondi; sarebbe stato lo stesso governo, comunque, a chiudere ben presto la sede di Weimar. Attualmente alcune aule di Van de Velde accolgono corsi dell'Università della Turingia. Pagina 3 di 8 in Germania vicende di design A Dessau [1926] A Dessau, almeno fino al momentaneamente favorevole. 1928, si approntò una stagione creativa, oltreché politica Poi venne il 1929, l’anno della Grande Depressione americana e dunque gli aiuti d’oltreoceano vennero definitivamente meno; si preparò l’ascesa del partito nazionalsocialista. La sede di Dessau, eretta tra il ’25 e il ’26, è uno degli edifici più importanti del XX secolo e incarna i concetti architettonici ampliati in seguito dal Movimento Moderno. Fu disegnato come una serie di blocchi, ciascuno con una funzione diversa: uno ospitava le aule e la biblioteca, un altro i laboratori e gli studi, un altro ancora gli alloggi per gli studenti. Questi blocchi erano collegati da una sezione in cui si trovava la sala conferenze e un ponte con gli uffici amministrativi. La suddivisione per funzioni, chiaramente espressa dai vari blocchi, ebbe un grande influsso, come pure il fatto di non avere una vera e propria facciata, ma soltanto una serie di ali. Gli spazi progettati in modo libero, l’uso manifesto del cemento armato, dell’acciaio e del vetro, e le marcate linee rette vennero copiati in lungo e in largo e applicati a moltissime costruzioni moderniste. Pagina 4 di 8 vicende di design in Germania A Dessau vennero recuperati i linguaggi delle avanguardie di inizio secolo, se ne utilizzò la loro carica eversiva con una convinzione: le forme primarie potevano meglio di altre adattarsi alla riproduzione su scala industriale. Oramai la collaborazione con l’industria era avviata e appariva fondamentale. Tuttavia il Bauhaus prospettava all’industria un’utopia: produrre oggetti definitivi, destinati a non cambiare nel tempo. Tutto nasceva dalla composizione di figure geometriche semplici [rette, piani, cilindri, sfere, prismi] che si ritenevano le uniche riproducibili dalla macchina. Significativo che già nei laboratori del primo anno si costruivano manichini, marionette, burattini geometrici a partire dai quali si progettavano i nuovi oggetti d’uso. Il programma prevedeva dunque l’edificazione della scuola, le case-atelier per i maestri, la mensa ed il teatro. L’ungherese Breuer assunse la carica di maestro di carpenteria e insegnò la progettazione di mobili: sedie e tavoli in tubolare d’acciaio suggeriti dal manubrio di bicicletta. Inoltre il metallo era a basso costo e facile da pulire. Sarà solo dopo il 1925, a seguito della scoperta delle possibilità del tubo metallico Mannesmann, che Breuer riuscirà a far coincidere geometria e costruzione in un compiuto equilibrio formale, dizione di componenti semplici, tecnologia elementare. Dal 1938 al 1941 fu in studio con Walter Gropius. Nel 1952 Breuer collaborò con Pier Luigi Nervi alla progettazione del Palazzo dell'UNESCO a Parigi. MARCEL BREUER: a sinistra la sedia WASSILY; a destra la sedia CANTILEVER La CANTILEVER è una sedia con due montanti ripiegati, collegata orizzontalmente da un tubo continuo. La forma speciale fu disegnata per la prima volta da Mart Stam nel 1926, ed è considerata un importante esempio del design del XX secolo. Altri tipi di sedia cantilever sono stati progettati da Breuer che ha presentato alcuni modelli con tubi in acciaio. E a Dessau il Bauhaus continuava la propria storia: Vaste superfici vetrate, solarium, complesse attrezzature meccaniche per alleggerire i lavori domestici, sistemi di arredi a scomparsa, divani trasformabili, armadiature a muro. E poi le sedie di Breuer, le lampade e le teiere di Marianne Brandt, gli arredi di Josef Albers. Alle pareti dipinti di Klee, Kandinskij, Feininger, Muche, Albers. Pagina 5 di 8 vicende di design in Germania Gli oggetti della Brandt sono uno splendido esempio di ricerca di semplicità nel progetto e stampaggio industriale. si distenguevano per l'utilizzo di forme primarie (sfera, cerchio, cilindro) e la combinazione di materiali diversi. Il punto di arrivo della ricerca formale compiuta in questo laboratorio fu l'estrema funzionalità dei prodotti, la rinuncia all'arte fine a se stessa. Un esempio è dato dalla teiera MT49. Oggi sono riprodotti dall’Alessi in argento ed ebano, con tempi di consegna attorno ai tre mesi. Si conferisce la massima importanza alla funzionalità degli oggetti. Per la prima volta, la pura estetica è posta in secondo piano, o meglio, la bellezza stessa viene identificata nel rapporto diretto tra edificio e scopo. Scrisse Breuer: “Allora mi era già balenata l’idea di sostituire la spessa imbottitura del sedile con un telo di tessuto teso. Inoltre volevo un’intelaiatura elastica e flessibile. In virtù dell’interazione tra il tessuto teso e gli elementi elastici dell’intelaiatura, questi mobili dovevano offrire un maggiore comfort senza peraltro risultare massicci. Cercai anche di raggiungere una certa trasparenza della forma e quindi una leggerezza tanto ottica quanto fisica. Nei miei studi sulla produzione in serie e sulla standardizzazione scoprii ben presto il metallo levigato, linee luminose e pure nello spazio come nuovi elementi costitutivi dei nostri arredamenti. In queste linee luminose e arcuate non vedevo soltanto simboli della tecnica moderna, ma la tecnica in generale“. Negli anni di Dessau furono tuttavia superate le eredità espressioniste di anteguerra e decadde l'entusiasmo dell'artigianato che aveva caratterizzato i primi anni, e non furono più previsti docenti artigiani. Inoltre finalmente nella nuova sede Gropius poté estendere gli insegnamenti anche all'architettura. Nel 1928 Gropius rassegnò le proprie dimissioni a favore del marxista Hannes Meyer. Meyer introduce il nuovo laboratorio di materie plastiche. E dunque tra mille difficoltà, date dal clima politico, nel 1932 la scuola venne spostata a Berlino, in una sede improvvisata in alcuni capannoni. Direttore Mies van der Rohe. La scuola venne definitivamente chiusa per ordine nel 1933. Quasi tutti i suoi membri emigrarono negli Stati Uniti; l’artista Moholy-Nagy fondò a Chicago il New Bauhaus, ma ebbe breve durata. Bauhaus e design Il manifesto programma del 1919 [opera di Feininger] raffigurava una cattedrale intesa come simbolo dell’opera d’arte totale e dell’unità sociale in cui tutti i saperi [artistici, tecnici, intellettuali, manuali] avrebbero concorso per la realizzazione dell’opera. Insomma: COSTRUIRE [bauen] nella CASA DEL COSTRUIRE [Bauhaus], mezzo essenziale per trasformare la vita. Così la progettazione non ordina più la realtà dall'alto, ma come una serie di azioni continue sul ritmo dei fenomeni reali. Si precisano i rapporti tra architettura, urbanistica, arredamento, considerate come attività con diverse competenze. L'equilibrio tra le decisioni ai vari livelli non è mai deciso in anticipo, ma mediando ragionevolmente le varie esigenze che di volta in volta di presentano. In questa scuola si definirà anche la figura del designer come oggi la concepiamo, e si elaborerà una metodologia di progettazione comune a tutte le arti. Gropius affermava che: “I tempi nuovi chiedono un'espressione adeguata una forma esatta e non casuale, contrasti chiari, ordine nelle parti, sequenze di elementi simili nonché unità di forme e colore diventeranno in coerenza con l'energia e l'economia della nostra vita pubblica, gli strumenti estetici dell'architetto moderno”. Pagina 6 di 8 vicende di design in Germania Una parentesi italiana: il gioco futurista Balla e Depero La velocità, la luce, il movimento costituiscono le principali tematiche evocate dal movimento futurista: la società deve essere riformata, distrutta dalla tecnologia meccanica. Non appare alcuna volontà di produrre oggetti in serie: le loro case d’arte furono il crocevia di sperimentazioni che rimasero sempre entro l’ambito artigianale. Stoffe, tappeti, arazzi, ricami, patchwork, sciarpe, abiti, cravatte, cappelli: Balla e Depero ne furono i protagonisti. Anche il mondo della ceramica si sviluppò particolarmente: tazze, vasi, piatti, sculture figurative lasceranno sempre intravedere un’ironia, un sarcasmo di base [v. i giocattoli di Balla] dovuto alla segreta percezione dell’impossibilità di cambiamento e del progresso industriale. Il Futurismo si manifestò con un approccio propagandistico per stimolare il rinnovamento dell’esistenza quotidiana. Nel Manifesto di ricostruzione dell’universo del 1915 Balla dichiarava che bisognava ricostruire il mondo rallegrandolo: detto, fatto: si creano nuove “ambientazioni” [termine inventato dai futuristi] con la realizzazione di arredi, oggetti d’uso e istallazioni. Un esempio è Casa Loewenthal a Dusseldorf in cui le pareti sono trattate con estesi trattamenti grafici; e viene colorato tutto, anche gli stipiti, il soffitto, il pavimento, i paraventi “con linee di velocità”. Marinetti afferma che è importante anche la stimolazione dei sensi, il “tattilismo”. Balla per la camera della figlia introduce sagome di pupazzi che divengono elementi fondamentali di arredo. Lasciateci divertire… Pagina 7 di 8 vicende di design in Germania Germania, secondo dopoguerra Max Bill e la Scuola di Ulm Siamo nella Germania sconfitta dopo la Seconda Guerra mondiale. La Scuola di Ulm nacque con l’intento di riaprire il Bauhaus ma in seguito essa seguì una strada totalmente autonoma, oltreché diventare il laboratorio intellettuale dell’Europa. La Scuola di Ulm [Hochschule fur Gestaltung] ebbe il grande merito di riflettere sulle questioni relative alla modernità spostando tutto il suo orizzonte operativo sull’oggetto industriale. L’oggetto, da parte sua, diviene di grande purezza formale e corretto ergonomicamente valorizzandone il valore strumentale entro un’astratta perfezione per molti rassicurante; di questa l’industria ne è la cattedrale metafisica ma si ignorano le leggi del mercato. Diventerà un’utopia e la scuola venne chiusa nel 1968. La realtà era un’altra: dalla crisi delle certezze della modernità all’urgenza di sperimentare nuovi comportamenti sociali e nuovi consumi. La polemica contro la Scuola di Ulm fu alimentata anche dall’oggettiva inadeguatezza mostrata dalla sua metodologia a contenere la nuova realtà sociale e la pulsione creatrice della nuova generazione di artisti. La Scuola di Ulm contribuì invece enormemente a produrre la tipologia di oggetto che conosciamo e utilizziamo oggi: volumi grigio-perla, finiture matt, piedini regolabili, riduzione semantica delle forme e dei comandi sfociando talvolta nell’oggetto neutro e privo di una realtà autonoma. Pagina 8 di 8
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