Un tocco di zenzer - Associazione Colori e Sapori
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ASSOCIAZIONE COLORI E SAPORI c/o Casa del Popolo via Risorgimento 18 – Brescia RASSEGNA CINEMATOGRAFICA “CINEMA: CIBO PER L’ANIMA” Un tocco di zenzero (2003) Regia, soggetto,sceneggiatura:Tassos Boulmetis Titolo originale Politiki kouzina Genere Drammatico Produzione Grecia, Turchia 108 minuti circa Data uscita 15 aprile 2005 Durata Interpreti :Georges Corraface (Fanis), Tassos Bandis (nonno Vassilis), Basak Kokuklava (Saime). Musica Evanthia Reboutsika Fotografia Takis Zervoulakos Dopo i primi anni di vita trascorsi ad Istanbul, il giovane Fanis è costretto a trasferirsi ad Atene a causa delle tensioni politiche tra Grecia e Turchia. La sua famiglia è di origine greca, il nonno Vassilis, cui il ragazzo è particolarmente legato decide di rimanere nella capitale turca perché proprietario di una piccola bottega per le spezie. Fanis cresce aspettando una visita del nonno - che ha acceso nel suo cuore la passione per l'arte culinaria e l'astronomia - e di Saime, la sua compagna di giochi. Purtroppo l'attesa è vana, così Fanis, sempre più infelice, si dedica in modo ossessivo alla cucina, con grande disappunto della famiglia, delle autorità scolastiche e clericali. Passano gli anni, Fanis è diventato professore di astrofisica e finalmente arriva la notizia che suo nonno sta per arrivare ad Atene. Tuttavia Vassilis non lascerà mai più Istanbul a causa di un ricovero in ospedale. Sarà Fanis a raggiungere l'anziano e al suo capezzale, dopo 35 anni, ritroverà i ricordi del passato grazie anche a Saime, l'amica d'infanzia che lui non ha mai dimenticato... "'Un tocco di zenzero', attraverso il cibo, parla in realtà di famiglia, d'amore e di politica. (...) Il film, uno dei migliori incassi in Grecia a memoria d'uomo, rappresenta la patria ai prossimi Oscar. Dichiaratamente autobiografico, da una parte mostra delle ingenuità e una certa tendenza al sentimentalismo, dall'altra, però, riesce a mettere a fuoco lucidamente un complicato periodo storico, attraverso le vicende umane dei protagonisti. In più, stiamo parlando di un film super-sovversivo. In un'epoca in cui la famiglia è dipinta come l'asse del male, il regista ci racconta la storia di un uomo che, grazie alla sua famiglia, ha imparato la cosa più importante del mondo: che gli imprevisti nella vita non si possono evitare ma, con un pizzico di zenzero e di ironia, si possono almeno affrontare." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 18 marzo 2005 "'Un tocco di zenzero' è l'altra faccia di 'Super Size Me' e 'Mondovino'. Mentre i due documentari indipendenti denunciano i pericoli per la salute del fast food e gli effetti nocivi della globalizzazione sul mercato vinicolo, il film del regista pubblicitario Tassos Boulmetis di coproduzione greco-turca riconcilia con i sapori e gli odori genuini del cibo, con il peso che può avere un modo di mangiare e bere sui rapporti umani, esistenziali, sentimentali. Il film campione d'incassi e premiato in Grecia va oltre la ritualità dei pranzi e delle cene, la valenza socioantropologica del gusto, l'uso del cibo come mezzo di comunicazione o metafora, per fondere meglio il piacere della buona tavola e i piaceri della vita, per dare spessore filosofico alla fantasia culinaria con i sapori e gli odori del cinema e viceversa. (...) Strutturato come un lungo flash-back con la voce narrante di Fanis adulto (in italiano Roberto Pedicini), 'Un tocco di zenzero' è una favola che oscilla tra commedia e dramma, un'opera impregnata di nostalgia che, senza trascurare il contesto storico-politico, dà metaforicamente allo zenzero il magico valore di una spezia necessaria per la vita." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 9 aprile 2005) Emanuele Pierozzi Un tocco di zenzero” miscela, sinceramente in maniera un po’ leziosa, poesia, nostalgia e amore. L’arte della cucina viene vista come la metafora della vita dove il cibo diviene mezzo per interpretare le sfaccettature che compongono la nostro anima. Seppur efficiente e brioso nella sua costruzione, colorito e pittoresco nella descrizione dei personaggi che caratterizzano la famiglia di Fanis, rimane convenzionale nella ‘scrittura’ soprattutto quando si immette nel fantastico. Centrale ma fin troppo proposto è il tema della ricerca della felicità attraverso i rapporti umani dove la cucina o l’abilità del cucinare e gustare sono il luogo di confronto. Molto interessante invece lo spaccato dei difficili rapporti tra Greci e Turchi negli anni Sessanta che fa da sfondo alla vicenda. È lo stesso regista a precisare che nel titolo originale Politiki kousina, "politiki" è scritto tutto in maiuscolo per non fare capire dove si trova l'accento lasciando così aperto il significato. Infatti, Polìtiki kousina significa cucina di Istanbul, mentre Politikì kousina significa "cucina politica", e allude all'influsso che i fatti politici hanno nelle loro vite. Leggero e mai pretenzioso è un film dedicato, quindi, agli amanti della buona cucina che amano le storie a lieto fine Massimo Lastrucci : Ciak Il regista Tassos Boulmetis ribadisce a ogni occasione che la tenera storia filosofico-culinaria (dichiaratamente autobiografica) si deve leggeri come una favola. In patria è piaciuta assai (8 premi nazionali), tanto da rappresentare la Grecia ai prossimi Oscar. Da noi è difficile che non faccia pensare un po’a un affresco alla Tornatore, una di quelle cavalcate nel tempo, tra Storia e storia privata, che non sfuggono mai alla malinconia, alla lacrima e al sentimentalismo.
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