Il carico immediato in implantologia
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Il carico immediato in implantologia
PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 IOS POSITION 16:16 Pagina 1 Il carico immediato in implantologia PAPER (0-0) *M. DEL FABBRO, **T. TESTORI, **F. BIANCHI, **F. GALLI, ***S. TASCHIERI, ****L. FRANCETTI Università degli Studi di Milano - Istituto Ortopedico Galeazzi - Dipartimento di Scienze Cliniche “L. Sacco” - Servizio di Odontostomatologia Direttore: prof. R. Weinstein *Reparto di Fisiopatologia orale, responsabile: M. Del Fabbro **Reparto di Implantologia e Riabilitazione orale, responsabile T. Testori ***Reparto di Endodonzia, responsabile: S. Taschieri ****Reparto di Parodontologia, responsabile: L. Francetti Punti chiave La revisione sistematica della letteratura e l’esperienza clinica della Scuola di Milano hanno fornito le seguenti conclusioni: 1. è possibile applicare in casi clinici selezionati le procedure di carico immediato con tassi di sopravvivenza paragonabili al carico dilazionato; 2. il tipo di superficie implantare, oltre a un’accurata selezione del paziente, può influenzare il successo del trattamento; 3. le riabilitazioni tipo overdenture e le arcate complete fisse a livello mandibolare rimangono a tutt’oggi le indicazioni più predicibili; 4. i carico immediato può essere applicato ai casi di edentulismo parziale (ponti e corone singole) sia nei settori anteriori che posteriori, ma le attuali evidenze cliniche non consentono di stabilire l’effettiva predicibilità a lungo termine; 5. si può applicare con successo il carico immediato nei siti post-estrattivi, con risultati analoghi ai siti edentuli, ma non vi sono studi con elevato livello di evidenza e follow up a lungo termine; 6. il livello di evidenza globale degli studi sul carico immediato è piuttosto modesto, e per conoscere con maggior precisione l’efficacia di tale protocollo rispetto al carico differito nelle differenti situazioni cliniche sono necessari ulteriori studi comparativi randomizzati con elevata numerosità campionaria e follow up di almeno 5 anni. ■ Key points Immediate loading in implantology ■ The systematic review of the literature and the clinical experience of our clinical team provided the following conclusions: 1. it is possible to apply the immediate loading protocol in selected clinical cases with a survival rates comparable to delayed leading; 2. the type of implant micromorphology, as well as a careful patient selection, may affect the outcome of the treatment, especially in specific clinical situations; 3. overdentures and full arch fixed prostheses are the most predictable restorations for immediate loading; 4. immediate loading can be applied to partial edentulism (bridges and single crowns) in both anterior and posterior sites; however, the available clinical evidence does not allow to establish long-term predictability; 5. immediate loading in post-extraction sites can be performed, with outcomes similar to edentulous sites; long-term studies with a high level of evidence are lacking on this topic. 6. The overall level of evidence of studies on immediate loading is poor. To estimate the efficacy of the immediate loading protocol compared to standard protocol in the different clinical situations, further randomized controlled studies are needed with large sample size and prolonged follow-up. Italian Oral Surgery 1/2005 1 PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 16:16 Pagina 2 M. Del Fabbro, T. Testori, F. Bianchi, F. Galli, S. Taschieri, L. Francetti Terminologia Non esiste attualmente un consenso generale sui tempi e le modalità di funzionalizzazione, per cui Autori diversi utilizzano diverse terminologie generando confusione e rendendo difficile e indaginoso il confronto dei lavori clinici. Gli Autori propongono la seguente classificazione: - Carico Precoce (early loading): funzionalizzazione protesica compresa tra le 6/8 settimane dal posizionamento chirurgico; - Carico Occlusale Immediato (COI) (immediate occlusal loading): funzionalizzazione protesica entro le 72 ore dal posizionamento chirurgico con la protesi che presenta contatti in occlusione centrica; - Carico Non Occlusale Immediato (CNOI) (immediate non occlusal loading): funzionalizzazione protesica entro le 72 ore dal posizionamento chirurgico con la protesi che non presenta contatti in occlusione centrica. Quando il paziente serra i denti la protesi non occlude. Questo tipo di carico immediato è riservato ai pazienti parzialmente edentuli in cui l’occlusione può essere sostenuta durante il periodo di guarigione dalla dentatura naturale. Basi biologiche e cenni storici Un adeguato periodo di guarigione in assenza di carico funzionale è stato ritenuto per molto tempo uno dei prerequisiti fondamentali per ottenere l’osteointegrazione degli impianti endossei orali. Tale periodo è pari a 3 mesi per la mandibola e 56 mesi per il mascellare superiore. La lunghezza del periodo di non-carico funzionale è stata stabilita dai ricercatori della Scuola svedese, facenti capo a Brånemark (1-4). Tuttavia, sebbene il protocollo suggerito da questi Autori rimanga a tutt’oggi un valido standard di riferimento, fin dall’uscita dei loro primi lavori scientifici è stata messa in discussione l’effettiva necessità di attendere tempi così lunghi prima di consentire ai pazienti la ripresa della normale funzione masticatoria. In particolare, è stato evidenziato che i tempi di guarigione suggeriti da Brånemark erano stati stabiliti su una base empirica (4), senza che vi fossero evidenze scientifiche che dimostrassero che un periodo di attesa così lungo senza carico funzionale fosse effettivamente un requisito fondamentale per raggiungere l’osteointegrazione. In alcuni lavori sperimentali degli anni ‘70 effettuati su modello animale è stato dimostrato, mediante indagine istologica, che se certi tipi di impianti venivano caricati precocemente si aveva una guarigione con formazione di una interfaccia di tessuto fibroso attorno all’impianto, anziché tessuto osseo (5). ■ 2 1/2005 Italian Oral Surgery In realtà, agli albori dell’implantologia, in tempi leggermente antecedenti alle ricerche cliniche compiute dalla Scuola svedese, si riteneva che l’interposizione di tessuto fibroso tra osso e impianto costituisse un fattore positivo, in quanto si realizzava una struttura simile al legamento parodontale, normalmente interposto fra dente e osso alveolare (6). Tuttavia ci si rese ben presto conto che la presenza di un’interfaccia di tessuto fibroso era deleteria per la longevità dell’impianto e conduceva a una elevata percentuale di insuccessi a lungo termine (1, 7-9). Il merito della Scuola svedese fu quello di dimostrare che il successo clinico a lungo termine degli impianti dentali poteva realizzarsi solo se gli impianti erano osteointegrati, cioè se vi era apposizione diretta di osso sulla superficie implantare. Alla luce di queste evidenze, il carico precoce venne considerato deleterio, in quanto produceva interposizione di tessuto fibroso tra osso e superficie implantare, a causa di eccessivi movimenti che minavano la stabilità dell’impianto e disturbavano la normale guarigione del tessuto osseo, inducendo la differenziazione di elementi staminali in fibroblasti anziché osteoblasti (10). Una simile conclusione poteva sembrare accettabile, rendendo plausibile e giustificabile un’attesa di mesi per permettere l’osteointegrazione degli impianti; tuttavia successivi studi sperimentali hanno portato a conclusioni opposte (11-20), rendendo quindi necessario un approfondimento. PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 16:16 Pagina 3 Il carico immediato in implantologia Procedura operativa Le procedure operative relative al protocollo clinico per il carico immediato con protesi fissa ibrida (protesi fissa costituita da una struttura metallica avvitata a impianti posizionati nella zona sinfisaria) nella mandibola totalmente edentula sono semplici e di facile esecuzione. Prima della fase chirurgica il paziente viene valutato clinicamente e mediante l’utilizzo di indagini radiografiche dal protesista, che valuta i parametri di una corretta riabilitazione e dal chirurgo che valuta le fasi operative. Vengono rilevate delle impronte per modelli studio. In base alla ceratura diagnostica vengono preparati la mascherina chirurgica e i provvisori. La sequenza di preparazione del sito implantare tiene conto della qualità ossea evidenziata dall’esame radiografico, ma soprattutto delle rilevazioni cliniche fatte dal chirurgo durante le fasi operative: in linea generale il numero di passaggi degli strumenti rotanti si riduce quando la qualità ossea diminuisce. Viene eseguita un’incisione crestale e si estende oltre i forami mentonieri, dove si effettua un’incisione di rilasci in senso vestibolo-linguale. I forami mentonieri vengono isolati: la mascherina chirurgica viene posizionata appoggiandola sulle selle edentule posteriori e controllando il posizionamento delle flange vestibolari e linguali. Dapprima viene posizionato l’impianto più mesiale e successivamente i due impianti in posizione più distale. Vengono infine posizionati gli altri impianti, dopodiché vengono rimossi i dispositivi di montaggio degli impianti con esagono esterno. È necessario selezionare pilastri protesici tali per cui l’interfaccia pilastro-cilindro si trovi 1-2 mm sopra il margine gengivale; le piattaforme dei pilastri dovrebbero trovarsi allo stesso livello. Vengono eseguite le suture del lembo attorno ai pilastri protesici utilizzando una sutura riassorbibile. Dopo aver predisposto un foglio sterile di diga forata in corrispondenza di ciascun pilastro, vengono inseriti i cilindri provvisori sui pilastri e vengono fissati mediante viti di fissazione esagonali. Se si usano le estensioni distali, vengono inserite le barre di supporto sopra i due cilindri provvisori che si trovano in posizione più distale e posizionate in modo che supportino i denti posteriori in direzione distale all’ultimo impianto. Una volta preparata la protesi, si verifica che non ci siano interferenze occlusali con i cilindri ■ Fig. 1a - Paziente totalmente edentulo a livello dell’arcata superiore e con elementi dentali irrecuperabili dal punto di vista parodontale a livello dell’arcata inferiore e che la protesi stessa sia totalmente alloggiata. In caso di interferenza di uno o più cilindri, è necessario ridurne l’altezza del minimo indispensabile, senza preparare il cilindro a filo della protesi. Per fissare la protesi ai cilindri provvisori, si inietta la resina acrilica autopolimerizzabile nell’area di scarico della protesi e nei solchi di ritenzione attorno al cilindro provvisorio sull’impianto nella posizione più anteriore. La protesi viene estratta e vengono rifiniti i cilindri provvisori; la struttura della protesi mobile viene modificata eliminando le flange e le zone che si estendono sui Trigoni. Dopo aver riposizionato la protesi sui pilastri, viene controllata l’occlusione ; la protesi viene nuovamente rimossa per la lucidatura e riposizionata in bocca, dove viene fissata mediante viti di fissazione esagonali a osteointegrazione avvenuta, 8 settimane dall’intervento chirurgico viene approntata la protesi definitiva (figg. 1a-h). Revisione sistematica della letteratura ■ Per ricavare indicazioni sulla predicibilità del carico immediato è stata effettuata un’analisi sistematica della letteratura: sono stati indagati il tasso di sopravvivenza degli impianti sottoposti a carico immediato e l’influenza di diversi fattori sul tasso di sopravvivenza stesso. La ricerca è stata effettuata utilizzando i principali database elettronici (Medline, Embase, The Cochrane Central Register of Controlled Trials) fino al dicembre 2004, utilizzando quali parole chiave, da sole o in combinazione tra di loro, immediate loading (carico immediato), immediate function (carico funzionale immediato), immediate rehabi- Italian Oral Surgery 1/2005 3 PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 16:16 Pagina 4 M. Del Fabbro, T. Testori, F. Bianchi, F. Galli, S. Taschieri, L. Francetti Fig. 1b, c - Dopo aver eseguito l’avulsione degli elementi dentali si evidenziano i 2 forami mentonieri Fig. 1d - Dopo aver regolarizzato la cresta ossea vengono posizionati 5 impianti interforaminali; il lembo è suturato con fibre riassorbibili, nell’attesa di posizionare la protesi provvisoria Fig. 1e - La protesi provvisoria viene posizionata il giorno dopo la fase chirurgica litation (riabilitazione immediata), early loading (carico precoce), dental implants (impianti dentali), endosseous implants (impianti endo-ossei). Un’ulteriore ricerca manuale è stata condotta sulle principali riviste di implantologia (Clinical Oral Implants Research, The International Journal of Oral & Maxillofacial Implants, The International Journal of Periodontics & Restorative Dentistry, Implant Dentistry, Journal of Periodontology, Clinical Implant Dentistry and Related Research) dal 1990 a dicembre 2004; infine è stata condotta una ricerca nelle voci bibliografiche delle review e degli articoli più rilevanti. I criteri di inclusione dei lavori sono stati: 1. la protesi è stata applicata entro 48 ore dal posizionamento degli impianti; 2. almeno 10 pazienti trattatati o 20 impianti posizionati, indipendentemente dal tipo di riabilitazione protesica; 3. follow up di almeno 12 mesi; 4. impianti endo-ossei in titanio di forma anatomica; 5. numero, posizione e tempistica degli eventuali fallimenti chiaramente indicati; 6. tasso di sopravvivenza implantare indicato o calcolabile; 7. Drop-out inferiore al 5% durante i primi 12 mesi di follow up. I dati ricavati da questa revisione sistematica della letteratura sono stati: • numero di pazienti trattati; • numero totale di impianti inseriti (a carico immediato e sommersi); • numero di impianti a carico immediato e loro posizione (mandibola, mascellare superiore, anteriori, posteriori); • tipo di restauro protesico; • durata del follow up; range, valore medio; • numero di impianti a carico immediato e posizione degli impianti falliti, tempistica e ragione dei fallimenti; • tasso di sopravvivenza implantare; • tabelle di sopravvivenza (life table analyses) a 4 1/2005 Italian Oral Surgery PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 16:16 Pagina 5 Il carico immediato in implantologia Fig 1f, g - Protesi ibrida definitiva con struttura metallica in titanio Architech PSR™ (3I Implant Innovation, Palm Beach – FL Usa) eseguita con tecnologia Cad-Cam; gli elementi dentali sono in resina composita; visione frontale (f) e occlusale (g) Fig. 1h - Ortopantomografia del caso ultimato intervalli di un anno (se presenti); • tipo di impianti utilizzati e tipo di superficie implantare; • tipo di studio: studio controllato randomizzato (rct), studio controllato non randomizzato (ct), serie di casi (cs), analisi retrospettiva (retro), altro (es: revisioni della letteratura, articoli tecnici). La variabile primaria considerata è stata il tasso di sopravvivenza implantare. I dati sono stati raggruppati in quattro classi principali in base al tipo di restauro protesico: A) overdenture, B) riabilitazioni fisse di arcata intera, C) ponti su impianti, D) corone singole. All’interno di ciascun gruppo, a eccezione delle overdenture, i dati sono stati ulteriormente divisi in due sotto-gruppi: • impianti posizionati a livello mandibolare, • impianti posizionati a livello del mascellare superiore. I dati relativi ai ponti su impianti e alle corone singole, inoltre, sono stati ulteriormente separati in due sotto-gruppi: settori anteriori e settori posteriori. Per le corone singole è stato considerato l’effetto determinato dal posizionamento degli impianti in siti post-estattivi o in siti edentuli. L’effetto del tipo di superficie implantare è stato esaminato dividendo i dati di ogni gruppo e sottogruppo in due classi: superficie liscia e superficie ruvida. Quest’ultima comprendeva tutti i tipi di superficie ruvida, indipendentemente dal grado di ruvidità e dal procedimento fisico-chimico impiegato per irruvidire la superficie di titanio. Nel caso di studi eseguiti sia con impianti a superficie liscia che a superficie ruvida, i dati sono stati separati, laddove è stato possibile. Se ciò non è stato possibile, l’articolo non è stato incluso nell’analisi relativa alla superficie implantare. L’analisi comparativa statistica tra i tassi di sopravvivenza degli impianti relativa a diversi tipi di superficie è stata condotta utilizzando il test chi-quadrato o il test di Fischer, a seconda delle indicazioni. P=0,05 è stato considerato il livello di significatività. Italian Oral Surgery 1/2005 5 PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 16:16 Pagina 6 M. Del Fabbro, T. Testori, F. Bianchi, F. Galli, S. Taschieri, L. Francetti 50 45 40 N. di articolo 35 30 25 20 15 10 5 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Anno di pubblicazione Fig. 2 - Andamento del numero di articoli sul carico immediato pubblicati per anno, dal 1990 al 2004 Risultati L’analisi della letteratura ha fornito un totale di 216 articoli relativi al carico immediate o precoce degli impianti endo-ossei. La figura 2 mostra il numero di pubblicazioni dal 1990 al 2004 relative al solo carico immediato (191 articoli). Di questo pool iniziale di articoli, 56 erano compatibili con i criteri di inclusione per l’analisi quantitativa dei dati (21-76). Nella tabella I sono riassunte le principali caratteristiche degli articoli inclusi, suddivisi per tipo di disegno sperimentale. Questi comprendono otto studi randomizzati (14,3%), sei studi controllati (10,7%), 38 serie di casi (67,9%) e quattro studi retrospettivi (7,1%). I 56 articoli sono stati pubblicati in un periodo di tempo di 21 anni, dal 1983 al 2004, e hanno fornito i dati relativi a 2511 pazienti e a 8041 impianti a carico immediato. Deve essere sottolineato che tra questi studi, quelli pubblicati prima del 1997 sono relativi esclusivamente ad overdenture mandibolari, mentre i lavori che riguardano ponti parziali e corone singole su impianti a carico immediato sono più recenti. Il tasso di sopravvivenza complessivo è pari al 95,72%; il follow up più lungo è di 13 anni. ■ 6 1/2005 Italian Oral Surgery Questo tasso medio di sopravvivenza, per quanto eccellente, fornisce informazioni limitate riguardo alla performance delle diverse superfici implantari, in diversi settori del cavo orale, restaurati con tipi diversi di riabilitazione protesica. Overdenture mandibolari Quattordici articoli pubblicati tra il 1983 e il 2004 soddisfacevano i criteri di inclusione. I dati si riferivano a 930 pazienti per un totale di 3505 impianti, tutti posizionati nella regione intraforaminale. Il tasso di sopravvivenza complessivo per le overdentures a carico immediato è stato del 95,13%. Tra tutti gli impianti presi in considerazione, il 96,5% era a superficie ruvida, perlopiù plasma-sprayed. Data la ridottissima percentuale di impianti a superficie liscia, non è stata eseguita alcuna comparazione di dati in base alla superficie implantare. Ponti fissi su impianti – edentulismi totali Gli articoli che sono stati esaminati hanno fornito dati relativi a 530 arcate mandibolari (21 articoli) e 61 arcate mascellari (9 articoli) immediatamente riabilitate mediante ponti fissi supportati da un totale di, rispettivamente, 2329 e 499 impianti a PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 16:16 Pagina 7 Il carico immediato in implantologia Tabella I - Principali caratteristiche degli articoli inclusi nell’analisi Autore, anno Adriaenssens e Herman 200121 Chiapasco et al. 200122 Gatti & Chiapasco 200223 Romeo et al. 200224 Degidi e Piattelli 200325 Mau et al. 200326 Rocci et al. 200376 Testori et al. 200363 Spiekermann et al. 199529 Schnitman et al. 199730 Tarnow et al. 199731 Ericsson et al. 200132 Cannizzaro e Leone 200333 Testori et al. 200434 Schroeder et al. 198335 Ledermann et al. 198436 Babbush et al. 198637 Dietrich et al. 199338 Wöhrle 199839 Brånemark et al. 199940 Horiuchi et al. 200041 Kinsel e Lamb 200042 Buchs et al. 200143 Chaushu et al. 200144 Chow et al. 200145 Glauser et al. 200146 Grunder 200147 Ganeles et al. 200148 Hatano 200149 Hui et al. 200150 Cooper et al. 200251 Ibanez e Jalbout 200252 Van Steenberghe et al. 200253 Calandriello et al. 200354 Calandriello et al. 200355 Chiapasco e Gatti 200356 Glauser et al. 200357 Groisman et al. 200358 Hatano et al. 200359 Henry et al. 200360 Kan et al. 200361 Maló et al. 200362 Testori et al. 200363 Wolfinger e Balshi 200364 Cornelini et al. 200465 Drago e Lazzara 200466 Locante 200467 Norton 200468 Proussaefs et al. 200469 Stricker et al. 200470 Testori et al. 200471 van Steenberghe et al. 200472 Chiapasco et al. 199773 Maló et al. 200074 Maló et al. 200375 Rocci et al. 200366 Tipo di studio rct rct rct rct rct rct rct rct ct ct ct ct ct ct cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs cs retro retro retro retro Tempo tra chirurgia e carico Stesso g. 2gg <24h 2gg stesso g. <48h stesso g. 1g <1g stesso g. stesso g. <1g stesso g. sd/1g 1g <1g 2-3gg <1g stesso g. stesso g. stesso g. 1g <1g stesso g. stesso g. stesso g. <24h <2gg stesso g. stesso g. stesso g. 1-2gg stesso g. stesso g. stesso g. 1g stesso g. stesso g. stesso g. stesso-1g stesso g. stesso g. stesso/36h stesso g. <24h stesso g. stesso g. stesso g. stesso g. 1g stesso g. stesso g. 1g stesso g. stesso g. stesso g. Arcata Mx Md Md Md both Md Md both Md Md both both both Md Md Md Md Md Mx Md both both both both Md both both Md Md both Md both Mx both Md Md both Mx Md Md Mx both Md Md Md both both Mx Mx Md Md Md Md both Md Mx Tipo di protesi st over over over tutti over fpp fpp over ffp,fpp ffp st st,fpp ffp over over over over st ffp ffp ffp st,fpp st ffp tutti ffp ffp ffp st ffp ffp ffp st,fpp,ffp st over st,fpp,ffp st ffp ffp st st,fpp ffp ffp st st st st st over ffp ffp over st,fpp ffp st,fpp Tipo di sup. impl. M M M R M/R R M/R R R M M/R M/R R R R R R R R M M R R R M M R R M M R R M M R M/R R R M M R M R M R R R R R R R M R M M M N. paz. 25 10 10 10 152 163 44 14 11 10 10 14 14 19 14 138 129 106 14 50 17 22 93 24 27 41 10 27 35 24 10 11 8 26 44 82 38 92 43 51 35 76 15 34 30 36 86 25 10 10 62 45 226 49 44 46 N. IL imp. 37 40 40 40 646 652 121 52 36 28 69 14 46 116 53 476 514 421 14 150 132 151 142 26 123 127 91 161 105 24 48 87 61 50 50 328 102 92 129 153 35 116 92 184 30 90 86 28 10 20 325 135 776 94 176 97 ISR % 94.6 97.5 100 100 98.8 91.9 90.9 96.2 97.2 85.7 97.1 85.7 100 96.9 98.1 91.2 96.1 92.5 100 98 97 98 93.7 92.3 98.3 82.7 92.3 99.4 97.1 100 100 100 100 98 100 97.6 97.1 93.5 98 91 100 95.7 98.9 92.9 96.7 97.8 98.8 96.4 100 20 99.4 92.7 98.1 95.7 97.2 90.7 Durata del follow up 12 m 24 m 24 m 24 m 2-60 m 60 m 12 m 6-32(19.5)m up to 10a up to 10a 1-5 a 60 m 24 m 8-65(37.8)m 5-48(17)m 1-81 m up to 5.5a 6m / 5a 9-36m(21m) 6-36 m up to 2 a <1 to 5 a 10-29(20)m 6-24(14.3)m 3-30 m 12m 24 m 13-41(25)m 2-36(19)m 1-15(9)m 6-18(12)m >12-30m 12 m 12-36(18.1)m up to 12m 36-96(62)m 12 m 24 m 3-49 m 12 m 12 m 12 m 25-74(48)m up to 8a 12 m 18 m 12-42m 3-30(20.3)m 36 m 4-36(29.8)m 6-60(27.8)m 12 m 2-13 a 6m-4a(2.5a) 0-3 a 36 m Rct=studi randomizzati; ct=studi controllati; cs=serie di casi; retro=studi retrospettivi; Md=mandibola; Mx=mascellare superiore; ffp= protesi totali (fixed full prosthesis); fpp=protesi parziali, ponti (fixed partial prosthesis); over=overdenture; st=corona singola (single tooth); M=superficie liscia (machined); R=superficie ruvida (rough); ISR=tasso di sopravvivenza implantare (implant survival rate); h=ore; g=giorno; m=mese; a=anno. Italian Oral Surgery 1/2005 7 PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 16:16 Pagina 8 M. Del Fabbro, T. Testori, F. Bianchi, F. Galli, S. Taschieri, L. Francetti carico immediato. Il numero medio di impianti a carico immediato per ciascuna riabilitazione era di 4,39 per la mandibola e 8,18 per il mascellare superiore. Il tasso di sopravvivenza implantare era simile, con un valore di 97,04% per la mandibola e 96,59% per il mascellare superiore. La performance degli impianti a superficie ruvida (99,09% per 883 impianti) è stata significativamente migliore rispetto a quella degli impianti a superficie liscia (95,30% per 1298 impianti) a livello mandibolare. A livello del mascellare superiore, invece, la differenza nel tasso di sopravvivenza non è risultata statisticamente significativa. dalla superficie, non è stata rilevata una differenza statisticamente significativa nel tasso di sopravvivenza implantare tra i settori anteriori e posteriori. Nei settori posteriori del mascellare superiore, il tasso di sopravvivenza per le superfici liscie e ruvide è stato, rispettivamente, pari al 73,53% e al 90,70% (P=0.045), mentre non è stata rilevata alcuna differenza significativa a livello dei settori anteriori. Questi dati indicano che per i ponti parziali in settori in cui la qualità ossea è scarsa (settori posteriori del mascellare superiore), la performance delle superfici ruvide è significativamente superiore di quella delle superfici lisce. Ponti fissi su impianti – edentulismi parziali Dieci studi hanno fornito dati relativi a ponti parziali supportati da impianti a livello mandibolare, per un totale di 135 pazienti e 405 impianti a carico immediato. Il tasso di sopravvivenza complessivo è stato di 95,31%. 3 articoli hanno descritto ponti parziali a livello dei settori anteriori della mandibola, per un totale di 27 casi e 80 impianti. A livello dei settori posteriori della mandibola, invece, sono stati riportati i dati relativi a 106 ponti supportati da 311 impianti a carico immediato. Senza tener conto del tipo di superficie, il tasso di sopravvivenza implantare nei settori posteriori della mandibola non differiva in maniera significativa da quello dei settori anteriori, essendo rispettivamente 98,75% e 94,21%. Considerando la superficie implantare, invece, gli impianti a superficie liscia presentavano un tasso di sopravvivenza sigrificativamente differente da quelli a superficie ruvida nei settori posteriori (P=0.004) essendo, rispettivamente, pari all’87,37% ed al 97,10%. Nei settori anteriori, invece, non è stata rilevata alcuna differenza significativa. 8 studi si riferivano a ponti parziali a livello del mascellare superiore, per un totale di 101 pazienti e 300 impianti a carico immediato. Il tasso di sopravvivenza complessivo era pari al 92,67%. 4 studi si riferivano a ponti parziali a livello dei settori anteriori del mascellare superiore, per un totale di 37 casi e 102 impianti, con un tasso di sopravvivenza pari al 95,10%. Per quanto riguarda i settori posteriori del mascellare superiore sono stati ricavati i dati relativi a 37 ponti supportati da 119 impianti a carico immediato, con un tasso di sopravvivenza pari all’89.08%. Considerando tutti gli impianti indipendentemente Corone singole Tredici studi si riferivano a 200 corone singole su impianti a carico immediate a livello mandibolare per un totale di 171 pazienti. Il tasso di sopravvivenza complessivo è stato del 97,50%. Nei 54 pazienti (54 impianti a carico immediato) in cui gli impianti erano stati posizionati a livello dei settori anteriori della mandibola, il tasso di sopravvivenza è stato del 96,30%, mentre nei 112 pazienti (132 impianti a carico immediato) in cui gli impianti erano stati posizionati a livello dei settori posteriori della mandibola, il tasso di sopravvivenza è stato pari al 97,73%. Se si prende in considerazione il dato relativo alla superficie implantare a livello dei settori posteriori della mandibola, il tasso di sopravvivenza è stato dell’88,24% per gli impianti a superficie liscia e del 99,13% per gli impianti a superficie ruvida (P=0.044), mentre non è stata rilevata alcuna differenza a livello dei settori anteriori della mandibola. Diciannove studi si riferivano a 557 corone single su impianti a carico immediato a livello mascellare per un totale di 487 pazienti. Il tasso di sopravvivenza complessivo è stato del 95,33%. Nei 396 pazienti (454 impianti a carico immediato) in cui gli impianti erano stati posizionati a livello dei settori anteriori del mascellare superiore, il tasso di sopravvivenza è stato del 96,48%, mentre nei 49 pazienti (58 impianti a carico immediato) in cui gli impianti erano stati posizionati a livello dei settori posteriori del mascellare, il tasso di sopravvivenza è stato pari al 91,38%. Se si prende in considerazione il dato relativo alla superficie implantare, non è stata rilevata una differenza significativa tra impianti a superficie liscia ed impianti a superficie ruvida, sia nei settori anteriori che nei settori posteriori del mascellare. 8 1/2005 Italian Oral Surgery PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 16:16 Pagina 9 Il carico immediato in implantologia Tabella II - Classificazione degli impianti falliti in base al tempo di carico e al tipo di ricostruzione protesica Tot. Md. Tot. Mx Ponte Md Ponte Mx CS Md CS Mx N.D. N. Totale Percentuale Ant Post Ant Post N.S. Ant Post Ant Post N.S. 0-6m 54 >6-12m 14 >12-24m 1 >24-36m 0 >36m 0 Totale 69 12 0 18 4 9 4 2 3 15 5 5 13 144 83,7% 4 1 0 1 4 0 0 0 1 0 0 1 26 15,1% 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 1,2% 0 0,0% 0 0,0% 17 1 18 5 13 4 2 3 16 5 5 14 172 100% Tot.=protesi totali, Md=mandibola, Mx=mascellare superiore, CS=corona singola, m=mesi, Ant=anteriore, Post=posteriore, N.S.= non specificato (Ant o Post), N.D.= non determinabile (in 2 studi i dati da diversi tipi di ricostruzione sono stati considerati come un singolo gruppo) (43,62) Siti post-estrattivi È stato anche esaminato il tasso di sopravvivenza delle corone singole inserite in siti post-estrattivi e sottoposte a carico immediato, rispetto a quelle inserite in siti edentuli. Soltanto cinque degli articoli selezionati includevano sia siti post-estrattivi che siti edentuli nei loro protocolli (24, 30, 4648), mentre gli studi di Groisman et al (38) e Kan et al. (41) hanno trattato solo casi postestrattivi. Il tasso di sopravvivenza complessivo era di 95.3% per 236 impianti inseriti in siti postestrattivi, e di 98,5% per i siti edentuli (134 impianti). Sebbene impianti a carico immediato in siti post-estrattivi presentino eccellenti risultati, sono necessari ulteriori studi prospettici comparativi per determinare la loro predicibilità nel lungo termine. Fallimenti La tabella II riporta il tempo in cui sono stati riscontrati i fallimenti implantari, per i vari tipi di ricostruzioni protesiche fisse. Come si può notare, oltre l’80% dei fallimenti di impianti a carico immediato avviene nei primi 6 mesi di carico, e il 98,8% durante il primo anno. Soltanto due fallimenti, tra quelli riportati nei lavori analizzati, sono avvenuti dopo il primo anno di carico funzionale. Conclusioni ■ Da una attenta analisi della letteratura sul carico immediato di impianti endossei orali nell’uomo, si possono trarre alcune considerazioni. Possiamo notare per esempio che le prime sperimentazioni cliniche sul carico immediato sono state effettuate con overdenture mandibolari; queste, basandosi su un elevato numero di casi presi in considerazione (quasi 4000 impianti complessivamente inseriti in circa 1000 pazienti), hanno dimostrato una eccellente percentuale di successo a lungo termine. Successivamente il protocollo a carico immediato è stato utilizzato anche per le arcate complete fisse, soprattutto a livello mandibolare, raggiungendo percentuali di successo almeno pari se non addirittura superiori alle overdenture, considerando follow up fino a 10 anni. Invece per le riabilitazioni totali a livello dell’arcata superiore e altri tipi di costruzione protesica quali corone singole e protesi fisse monolaterali, sebbene i dati sinora disponibili forniscano risultati assai incoraggianti, è consigliabile attendere ulteriori evidenze scientifiche che dimostrino la reale predicibilità a lungo termine. Si può concludere che le riabilitazioni tipo overdenture e le arcate complete fisse a livello mandi- Italian Oral Surgery 1/2005 9 PositionPaper_IOS_3/05 29.4.2005 16:16 Pagina 10 M. Del Fabbro, T. Testori, F. Bianchi, F. Galli, S. Taschieri, L. Francetti bolare rimangono a tutt’oggi le indicazioni più predicibili secondo i dati della letteratura e gli studi clinici condotti dalla Scuola di Milano. Bibliografia 1. Brånemark PI, Breine U, Adell R, Hansson BO, Linström J, Ohlsson A. Intraosseous anchorage of dental prosthesis. I. Experimental studies. Scand J Plastic Reconst Surg 1969; 3: 81-100. 2. Brånemark PI, Hansson BO, Adell R et al. Osseointegrated implants in the treatment of the edentulous jaw. Experience from a 10-year period. Scand J Plastic Reconstr Surg 1977; 16: 1-132. 3. Adell R, Lekholm U, Rockler B, Brånemark PI. A 15-year study of osseointegrated implants in the treatment of the edentulous jaw. Int J Oral Surg 1981; 10: 387-416. 4. Brånemark PI, Zarb GA, Albrektsson T. 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