17 settembre 2011
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17 settembre 2011
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI l’Altopiano La voce degli 8 Comuni www.giornalealtopiano.it pag.10 ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 355 - ANNO XIV - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” ASIAGO Conco Alle elementari La premiazione di Mister ritorno a Sedano 2011: scuola in tutta sicurezza vince quello di Malga dopo i grandi Pagina 4 Vallerana lavori estivi Pagina 3 Pagina 15 I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 17 SETTEMBRE 2011 Enego FOZA Nella Piana di Marcesina ad ottobre si effettueranno le riprese di un film western In 2500 da tutto il mondo per non perdere le tradizionali Quinquennali dell’Assunta Pagina 13 Pagina 3 Pagina 4 Pagine 18, 19 Pagina 7 GALLIO ROANA Legname all’asta: il bosco preziosa risorsa per la collettività Alle Melette in arrivo un nuovo impianto di risalita Pagina 6 Recupero beni storici Pagina 9 Si vorrebbe costruire un nuovo albergo in località Appaloosa, ma il Piano di assetto territoriale non prevede aree per strutture ricettive Pagina 9 Le pietre che raccontano la storia più tutelate grazie al loro censimento Al Verena ora c’è “Il bosco degli urogalli” La La nuova nuova ee moderna moderna seggiovia seggiovia montata montata in in tempo tempo record record Pagina 13 Pagina 8 Migross al lavoro per preparare al meglio la stagione E intanto va in scena la Supercoppa Torna la Festa della transumanza Pagina 16 Grafica Altopiano Pagina 22 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 2 8 l’Altopiano Sabato 17 settembre 2011 ATTUALITA’ Al suono della prima campanella, lunedì 12 settembre, niente o poco lasciava intuire che fino ad appena qualche ora prima la scuola elementare “Monte Ortigara” di Asiago fosse un grande cantiere con squadre di operai super indaffarati per finire in tempo i lavori. Durante tutta l’estate, l’edificio scolastico di Via Bertacchi è stato oggetto, su progetto dell’architetto Enrico Vescovi, di un importante intervento di adeguamento alla normativa antincendio con la ristrutturazione dell’impianto di riscaldamento ed altri vari interventi di straordinaria manutenzione. “L’obiettivo primario – sottolinea l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Rigoni – è quello di assicurare ai nostri bambini un ambiente sempre più salutare e soprattutto sicuro. L’intervento è iniziato an- 3 Lavori alle scuole elementari di Asiago: ora l’edificio è più sicuro e un po’ più bello Eseguito un importante intervento di adeguamento alla normativa antincendio con la ristrutturazione dell’impianto di riscaldamento ed altre varie opere di straordinaria manutenzione L’archidetto Enrico Vescovi, a sinistra, insieme all’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Rigoni cora l’anno scorso creando ovviamente un po’ di caos ed è doveroso da parte mia un ringraziamento al dirigente scolastico e al corpo docenti che hanno portato pazienza. Grazie anche ai collaboratori scolastici che hanno avuto un bel daffare per sistemare e pulire la scuola. Un plauso al progettista Enrico Vescovi che ha saputo lavorare tenendo sempre un filo diretto con l’Ufficio Tecnico. Grazie la suo zelo e alla sua meticolosità siamo riusciti a terminare, o quasi , i lavori per l’inizio dell’anno scolastico”. Il costo dell’opera è di 545 mila euro, dei quali 350 mila verranno coperti da apposito contributo regionale. Al Comune rimangono 195 mila euro per i quali è stato acceso un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti. “Ancora una volta – sottolinea l’assessore – la Regione va ringraziata per l’attenzione che dimostra alle esigenze di questo territorio”. Per quanto riguar- da l’adeguamento alla normativa antincendio si è provveduto a fare le opportune modifiche sulle scale, delle uscite di sicurezza e delle vie di fuga compresa l’installazione della necessaria segnaletica integrativa. Tra gli interventi più rilevanti c’è da segnalare il recupero della zona originariamente destinata a piscina (mai usata a questo scopo e divenuta in realtà un deposito) che ora potrà essere utilizzata per attività psicomotorie. I bagni sono stati tutti rifatti, cambiando anche le porte, con la rea- lizzazione anche di un nuovo servizio igienico per i portatori di handicap. A proposito di barriere architettoniche, è stato interamente rifatto il percorso esterno di accesso alla palestra, togliendo del tutto gli scalini. E’ stata poi ristrutturata la centrale termica con l’impianto di riscaldamento, portato recentemente da alimentazione a gasolio a quella a biomasse. Sono state realizzate nuove linee di alimentazione e di distribuzione e si è fatto in modo che l’edificio possa essere riscaldato a settori e in momen- ti diversi. Tutto viene comandato dalla centrale termica. Con la coibentazione delle tubature si eviterà il problema della dispersione termica. “Da questo punto di vista – sottolinea Rigoni – la scuola era un colabrodo e quindi ora si spera anche di ottenere anche un risparmio sulle spese”. Sono stati anche apportati, laddove necessario, adeguamenti all’impianto elettrico esistente. Si è dovuto anche intervenire esternamente, con la revisione e ripassatura del manto di copertura con l’introduzione di nuovi canali di gronda in lamiera preverniciata dotati di relativi scarichi, così da evitare le infiltrazioni d’acqua dal tetto e anche lungo le finestre. Ora gli elementi di lattoneria introdotti fungono quasi da arredo esterno e insieme alla tinteggiatura di alcuni muri esterni contribuiscono a dare all’edificio un’estetica migliore. Stefania Longhini Aperto in Comunità Montana lo Sportello collaborazione familiare Dal GAL oltre mezzo milione di euro E’ aperto in Comunità Montana, ogni martedì pomeriggio e ogni giovedì mattina, lo “Sportello collaborazione familiare”. Il servizio si rivolge a tutte le famiglie altopianesi che necessitano di supporto in merito alla ricerca e assunzione di una badante o cercano risposta a tutto campo per i tanti altri problemi di assistenza. Con il supporto del Consorzio Prisma di Vicenza, lo sportello viene gestito dalla Cooperativa “Il Faggio” di Asiago e finanziato dalla Cassa Rurale e Artigiana di Roana insieme ai Comuni dell’Altopiano. Gli orari di apertura sono i seguenti: il martedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 e il giovedì mattina dalle 9 alle 12.30. Una firma anti Porcellum “Io firmo. Riprendiamoci il voto”. Si chiama così l’iniziativa del Comitato per il Referendum sulla Legge Elettorale, che ha lanciato una nuova campagna referendaria per cancellare i punti più controversi della legge Calderoli: liste bloccate, premio di maggioranza, deroghe alla soglia di sbarramento, obbligo di indicazione del candidato premier. L’obiettivo è raggiungere, entro la fine di settembre, le 500mila firme valide necessarie a presentare il referendum alla Corte di Cassazione. Una mobilitazione trasversale, che nasce nella società civile, per mettere un freno ai danni pro- dotti dal Porcellum: t r a s f o r m i s m o , frammentazione, coalizioni disomogenee e ingovernabili. Per aderire dunque all’iniziativa anti – Porcellum e per il ripristino del vecchio sistema elettorale, basta andare presso l’ufficio anagrafe del tuo Comune di residenza e mettere la tua firma. Al 15 di settembre, giorno di chiusura del nostro giornale, si era arrivati arrivati a quota 435mila firme. “Per essere sicuri, però - spiega Arturo Parisi, coordinatore politico del Comitato referendario – bisogna arrivare a 600 mila. Tante firme infatti possono non essere valide o non essere consegnate in tempo. Bisogna darsi un margine più ampio per stare sicuri”. Per questo i promotori del referendum hanno organizzato una campagna di raccolta firme per le ultime due settimane di settembre. Si chiama ’10 giorni per la democrazia’ e avrà come punto di riferimento le principali piazze delle città. L'ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE VENERDI' 30 sett.ore 21.00 - SABATO 1 ore17.00 20.00 22.00 DOMENICA 2 ore 16.00 18.00 21.00 - LUNEDI ' 3 ORE 20.45 per incentivare la piccola imprenditoria E’ stato pubblicato il 9 settembre scorso il bando del GAL Montagna Vicentina relativo alla misura 312 “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese”. L’ azione 1 “creazione e sviluppo di microimprese” prevede un totale di circa 528.000 euro di contributi erogabili. Vengono messe a disposizione importanti risorse economiche, finalizzate allo sviluppo delle aree rurali, per le seguenti attività economiche: fabbricazione di porte e finestre in legno; segagione e lavorazione delle pietre e del marmo; installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria in edifici o in altre opere di costruzione; affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, Bed & Breakfast, Residence; attività delle guide e degli accompagnatori turistici; cura e manutenzione del paesaggio. I contributi possono arrivare fino al 70% della spesa. Le indicazioni sulla documentazione da allegare alla domanda di aiuto, i criteri e le condizioni di ammissibilità dei soggetti richiedenti, nonché i criteri di selezione e molte altre indispensabili indicazioni sono presenti nel testo completo del bando GAL scaricabile dal sito www.montagnavicentina.com. La presentazione delle domande deve avvenire entro e non oltre 90 giorni dalla data della pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto. 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 4 Truffe, raggiri, furti di dati sensibili, appropriazione d’altrui identità sono reati sempre più comuni “La sicurezza in rete”: giuristi ed esperti a convegno ad Asiago Informazione, preparazione sicurezza. Sono le basi per non cadere vittime della rete. Il world wide web, meglio noto come rete o internet, ha aperto mondi, ha reso la vita più semplice sotto certi aspetti, ha abbattuto confini e avvicinato persone. Però c’è anche il rovescio della medaglia. Truffe, raggiri, furti di dati sensibili, appropriazione dell’identità di un altro sono reati sempre più comuni oggigiorno con l’uso intensivo fatto della rete con pc e smartphone per fare acquisti, compiere operazioni bancarie, socializzare. Tutti temi toccati nella due giorni di convegno “Sicurezza informatica e tutela giuridica della rete” organizzato “Con i Mandala ho trovato uno specchio per la mia anima” Incontri che avvengono per caso, mentre cerchi la tua strada e ti portano ad esplorare mondi nuovi, aiutandoti a comprendere tante cose del tuo vissuto e inducendoti poi ad esprimere al meglio l’universo che hai dentro. Nell’arte dei mandala Emanuela Minchio si è proprio imbattuta casualmente, a casa di un’amica, e da subito è stato totale coinvolgimento. Il sentirsi irresistibilmente attratta e affascinata, il voler sapere, il voler provare e sperimentare, il realizzare secondo una personale interpretazione e infine l’irrefrenabile desiderio di far conoscere e di condividere con il maggior numero possibile di persone questa meravigliosa esperienza, nonchè la conoscenza che ne deriva. Può essere sintetizzato così il cammino sulla via dei mandala di questa giovane donna asiaghese, estremamente curiosa, eclettica e creativa, che di lavoro fa la rappresentante per una ditta di cosmetici biologici ed ha pure una grande passione per il ballo caraibico che insegna nella sua scuola di ballo. Tanto ha studiato e tanto ha sperimentato su questo argomento che ne sono nati una mostra dei suoi mandala (molto bella!), tenutasi ad agosto ad Asiago, e un libro dal titolo “Mandala specchio dell’anima” che dopo le prime presentazioni, sempre ad Asiago, sarà ora oggetto di altri incontri, il primo dei quali è in programma il 27 settembre a Thiene, presso la libreria “Il Gufo” (ore 17.30). La pubblicazione, la prima, per Emanuela Minchio, non è e non vuol essere un semplice trattato su questa forma d’arte meditativa. Certo non mancano, a beneficio a chi si avvicina per la prima volta a questo universo, delle indicazioni base, ma l’autrice vuole soprattutto trasmettere ai lettori ciò che lei stessa ha vissuto, provato e sentito nello sperimentare questa forma pittorica circolare e ciclica e nel generare le sue opere. “Il libro – spiega Emanuela - è nato da alcune intuizioni o pensieri che mi venivano mentre dipingevo. Ho osservato molto i mandala che pian piano ho creato, non solo i simboli che ne sono usciti ma anche le modalità che ho utilizzato: il tratto, l’acqua, i colori, il respiro. Con tanta meraviglia trovavo dei parallelismi con il mio quotidiano. Il mandala mi rimandava indicazioni precise scoprendo che l’animo umano è unico in ogni sua espressione. Tramite il mandala ho colto che affronto la vita in ogni sua sfaccettatura con modalità similari a come disegno, dipingo, mangio, ballo e penso. Il mandala è per me uno specchio che riflette le pieghe dell’anima, è l’anello di congiunzione del mio vissuto, del presente e del futuro”. Parlando del suo vissuto, Emanuela parla inevitabilmente anche dell’Altopiano ed è veramente significativo il riferimento alla Grande Rogazione nel capitolo dedicato alle geometrie sacre. “Il mandala della mia terra d’origine” lo definisce l’autrice, dando un’interpretazione originale e sorprendentemente nuova di questa tradizione, ovvero della “sua personale geometria sacra”. Grazie a questo libro e alla mostra di Asiago, per Emanuela si stanno via via aprendo nuovi orizzonti sulla strada dei mandala. A metà ottobre terrà un mini corso a Padova presso un’associazione locale sulla sua tecnica “caos geometrico”, mentre sembra che una ditta sia intenzionata ad utilizzare i disegni dei suoi dipinti per realizzare della carta da regalo. Della serie: basta aprirsi e lasciare scorrere l’energia universale per accorgersi che la vita è una sorpresa continua. Stefania Longhini dal Ministero della Gioventù e dal Corpo Forestale dello Stato con la collaborazione della Polizia di Stato, del Comune di Asiago, dall’United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute e dalla Comunità Montana. Un convegno che ha visto numerosi partecipanti prestigiosi; dai componenti del CSM Guido Calvi e Filiberto Palombo, Simone Crolla dell’American Chamber of Commerce, Nicola Di Leone dell’Europol, Antonio Abruzzese, direttore della polizia postale, ed esponenti del mondo informatico, da Yahoo e Google a Microsoft e Symantec. Tre i grandi temi; la tutela dei minori in rete, la tutela del consumatore digitale ed i crimini informatici con relatori esponenti del mondo investigativo (come Gianluca Braghò della Corte dei Conti, Sergio Zorzo, ispettore della Guardia di Finanza dell’ufficio centrale anifrode, e Francesca Bosco dell’istituto di ricerca sul crimine emergente delle Nazioni Unite) nonché del mondo politico come Giuseppe Chiaravalloti, vice presidente dell’autorità garante della privacy, e Domenico Vulpiani consigliere del Ministro dell’Interno. “Serviva una riflessione sulla normativa italiana in materia anche a fronte della convenzione di Budapest, il trattato internazionale stilato per realizzare una politica europea comune contro i crimini informatici – spiega il magistrato Stefano Amore – La presenza al convegno dei grandi internet provider come Google e Microsoft, di un gigante della distribuzione come Ups e l’American Chamber of Commerce sono indice di quanto il proble- ma è sentito nell’ambiente”. Ovvero stabilire un coordinamento internazionale tra le varie forze di polizia e inquirenti attraverso l’intermediazione dei grandi server di internet. Un problema che, per poter essere affrontato correttamente, richiede anche di informare l’utenza che spesso invece si affaccia sul mondo del web senza le giuste precauzioni come ha ricordato Antonio Abruzzese, direttore della Polizia Postale. “Minacce che vanno dalla truffa al vero e proprio furto di identità – ha spiegato il dirigente della Polizia di Stato – Una problematica sempre più comune e da cui è molto difficile uscire”. Un caso che si accentua sempre più soprattutto con il diffondersi degli smartphone come ricordato da Antonio Forzieri di Symantec Italia. “Sia i telefoni “intelligenti” sia i fornitori del servizio telefonico mobile non hanno le protezioni che hanno i nuovi pc ed i server internet” ha spiegato. Una rete che però, se utilizzata bene e con cognizione, è anche al servizio della giustizia entrando sempre nelle indagini come ha relazionato Giampietro Lago, comandante dei Ris di Parma. “L’Italia è ben equipaggiata per affrontare le nuove sfide connesse alla rete e al cybercrime – ha illustrato Lago – La legge del 1998 contro la pedopornografia è stata precorritrice alle attuali normative europee contro il crimine informatico. Il passo successivo e impellente è ora creare un coordinamento per lo scambio di informazioni tra le varie forze di polizie, le magistrature e i service provider”. Gerardo Rigoni “La pietra nel tempo”: il concorso fotografico della Cassa Rurale e Artigiana di Roana Raccontare il territorio attraverso una fotografia. Ma non il territorio nel senso di paesaggio bensì attraverso i suoi manufatti ed i suoi particolari, mettendo così in luce il profondo legame che lega la terra al suo popolo. E’ l’idea nata all’interno del consiglio d’amministrazione della Cassa Rurale ed Artigiana di Roana poi diventata, con l’aiuto e i preziosi suggerimenti di Ermanno Olmi, un concorso fotografico. Un’iniziativa destinata a continuare nel tempo, che ha come primo tema “La pietra nel tempo”. “Le foto devono riferirsi all’uso della pietra da parte dell’uomo – spiega il presidente della Cassa Rurale, Maurizio Zovi – Il legno era usato per gli utensili ma era abbastanza prezioso perché non sussisteva la ricchezza boschiva di oggi. L’uomo quindi rivolse la sua attenzione alla pietra costruendo strade, ponti, abitazioni e terrazzamenti senza contare le “stoan platten”, le caratteristiche delimitazioni confinarie oramai divenute un po’ simbolo dell’altopiano più rurale”. Le 12 foto vincitrici (che saranno giudicate dalla giuria composta dal presidente Maurizio Zovi, dal regista Ermanno Olmi, dal giornalista Luigi Costa, dal presidente dell’Istituto Cimbro Sergio Bonato e dal fotografo pro- Sapor d’acqua natia Adesso speriamo che lei non mi faccia fare il solito tema: “Mi parli delle sue vacanze”. Vorrebbe proprio dire che siete davvero prevedibili voi insegnanti: lo chiedete il primo giorno delle scuole elementari e continuate a chiedercelo il primo giorno di ogni santo anno delle superiori. Pensare che quest’anno potrei anche stupirla se davvero le dicessi come ho passato le mie vacanze: vorrei raccontarle del romanzo di Tolkien che ho letto e della bellezza d’aver incontrato uno scrittore come Kafka quando parla dell’uomo come di un coleottero; dei 120 milioni di cellule che compongono il nostro naso e che riconoscono fino a quattromila odori. Oppure parlarle del quadro che Edmond Degas ha intitolato “Le stiratrici” che ho contemplato al museo d’Orsay di Parigi. Come vede, prof, questa volta ho optato per un’estate di studi, nonostante lei ci avesse raccomandato assolutamente di riposare per ripartire più freschi l’anno venturo. Il fatto è che a me lo studio piace, sopratutto quando nessuno me l’impone. D’esta- fessionista Graziano Dal Zotto) riceveranno un premio di 150 euro ciascuna e andranno a comporre il calendario della Cassa Rurale per l’anno 2013. Il concorso è aperto a tutti i fotografi anche dilettanti ed è a partecipazione gratuita. Le foto, legate all’Altopiano di Asiago o alla pedemontana vicentina, devono essere consegnate entro il 31/08/2012. Ogni partecipante potrà inviare un massimo di 12 fotografie digitali inedite, prive di fotomontaggi o fotoritocchi (salvo piccole correzioni di colore, contrasto o esposizione), suddivise in base allo scorrere delle stagioni. Le fotografie dovranno essere con orientamento orizzontale e in formato jpeg alta risoluzione (min. 1200x1024). Ogni fotografia dovrà riportare: titolo, nome e cognome del fotografo, luogo dello scatto, data di scatto, e-mail, recapito telefonico ed indirizzo e potranno essere inviate via mail all’indirizzo [email protected] oppure consegnate su supporto digitale presso le filiali della Cassa Rurale di Roana. Il regolamento completo è disponibile al sito www.craroana,it oppure presso le filiali della Cassa. Gerardo Rigoni Prof, facciamo un patto io e lei? te mi capitano cose stranissime che durante l’anno lei nemmeno osa più sognare: sto sveglio la notte per leggere, tengo sempre un romanzo a portata di mano, scarabocchio delle piccole poesie nel mio diario, dibatto sull’attualità con gli amici su Facebook e Twitter. Potrei quasi dirle – e lei stavolta non tarderebbe a credermi – che mi applico più d’estate che durante l’anno scolastico: sono gli assiomi indimostrabili di chi nella classe non siederà mai nella cattedra ma nell’ultima fila, quella di chi domani scriverà la storia. Le dirò che io quest’anno a scuola non ci volevo proprio tornare. Pensare che voi (lei e i suoi colleghi) mi farete perdere il primo mese di scuola per ambientarmi (è l’undicesimo anno che varco quella soglia!), che comincerete già dalla seconda ora a parlarmi degli esami di maturità quando mancano ancora tre anni, che parlerete male di Berlusca e dei suoi inservienti, che mi riempirete la testa della nuova Manovra e dell’incapacità del Governo di rappresentarci e che condirete il tutto intervallandolo con i vostri problemi familiari ed esistenziali un po’ mi fa incavolare. Perchè lei, prof, dovrebbe sapere che sotto la mia faccia da asino ci sta un alfabeto di desideri: di correre, di gridare, di piangere, di amare, di sognare, di diventare grande, di sognare da capitano. Per fare questo le sue frustrazioni mi sono più d’intralcio che d’aiuto. Scusi se glielo dico, ma se ci torno a scuola è perchè anche quest’anno – mi creda: non giochi con la bontà degli studenti – spero che la musica cambi per davvero. Io vorrei tanto vederla piangere mentre spiega la sua materia, scoprire dentro il suo sguardo la passione per quello che insegna, entrare nel suo entusiasmo per poi scoprire che lei è davvero quello che dice. Sentirmi raccontare di quando Pasteur tratteneva il fiato sopra il suo miscroscopio, di quando Cèzanne se ne stava immobile davanti alla sua tela da dipingere, di quando Platone s’accorse di consumare più olio nella lampada che vino nella coppa. Quest’estate ho sognato tante notti di entrare in classe e scoprire che la prof crede davvero che la vita abbia un senso splendido da far sbocciare, che noi non siamo qui per caso, che dentro noi c’è un microcosmo meraviglioso. Quando penso che alla mia età Mozart già componeva musica, Domenico Savio era già santo, Alessandro Magno stava per vincere la battaglia di Cheronea e Pascal già scriveva opere, sento vibrare la passione nel mio cuore. Le chiedo solamente, prof, che qualora lei non l’avvertisse questa stessa passione ci faccia il piacere di starsene a casa questa volta: s’inventi una scusa qualsiasi, ma ci faccia il favore di non scegliere ancora noi come destinatari della sua frustrazione esistenziale.Avremmo grandi aspettative noi ragazzi. E tanta speranza che qualche prof entri in classe e ci faccia finalmente innamorare delle cose più alte e nobili. Di Berlusca ne parli pure in sala docenti. Don Marco Pozza 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 5 67 ° Commemorazione di Granezza ATTUALITA’ Oltre alle memorie dell’eccidio, il ricordo di Giulio Vescovi Anche quest’anno il Comitato permanente per le commemorazioni della Resistenza dell’alto vicentino ed i Comuni di Asiago, Lugo e Lusiana, con l’Associazione volontari della libertà e la Federazione italiana volontari della libertà, hanno rinnovato l’omaggio ai partigiani caduti nell’eccidio di Granezza. Una commemorazione che ha voluto essere dedicata non solo a chi è caduto nei boschi altopianesi in quel settembre del ’43 ma a tutti coloro che hanno lottato per la libertà e la democrazia: ai deportati, ai prigionieri di guerra, ai tanti cittadini che con gesti grandi e piccoli hanno favorito la democrazia e la libertà individuale. Un appuntamento annuale che non solo serve a ricordare quanto avvenne il 6 settembre 1941 quando i boschi a sud di Asiago echeggiarono di spari, di raffiche di mitra, di grida. Quel giorno avvenne il grande rastrellamento delle forze nazi fasciste che passerà alla storia come “l’eccidio di Granezza” dove 22 uomini della Divisione Alpina “Monte Ortigara” caddero sotto il fuoco nemico, aggiungendosi agli altri 230 già caduti o che cadranno durante la Guerra di Liberazione. Un appuntamento che serve anche per tenere vivo lo spirito che animò quegli uomini e donne del 1941; spirito di sacrificio, di abnegazione, di amor patrio che mai come ora servirebbe all’Italia. Un particolare momento solenne è stato riservato per Giulio Vescovi, scomparso il 18 dicembre dell’anno scorso; per anni cuore, anima e forza del Movimento partigiano vicentino che con le sue Avis, un’estate con i giovani Con l’autunno alle porte, anche per Avis Altopiano di Asiago è giunto il momento di fare il resoconto della stagione estiva 2011. Avis Altopiano infatti, costantemente accanto ai giovani del luogo, ha voluto offrire nel mese di agosto delle buone occasioni d’incontro fondate sui principi del divertimento sano attraverso lo sport e la musica. L’associazione si è fatta promotrice del progetto “E … state con Avis”, con l’obiettivo di sostenere e favorire uno stile di vita sano, all’insegna dell’attività fisica , della musica e del bere in modo responsabile, date le numerose problematiche presenti sul territorio altopianese circa l’abuso di alcool anche tra gli adolescenti. Importante per la realizzazione del progetto è stato il coinvolgimento della fascia d’età che comprendeva giovani dai 16 ai 30 anni, informandoli e allo stesso tempo stimolandoli alle tematiche del mondo avisino circa la donazione volontaria di sangue o plasma. Per pubblicizzare gli eventi di questa stagione estiva e stimolare maggiormente la popolazione alla partecipazione, sono stati creati degli appositi inviti, indirizzati a tutti gli ex diciottenni testimonianze, sostenute da ricerche storiche, ha cercato non solo di tenere vivo lo spirito partigiano ma di stabilirlo anche nelle giovani generazioni. “Nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione – aveva sempre sostenuto Vescovi - si trovano le basi storiche ed i valori civili e patriottici che hanno dato all’Italia la Repubblica e la Costituzione che ancor oggi regolano i rapporti di convivenza democratica e di solidarietà della società italiana”. “Erano giovani di vent’anni o poco più, con grandi responsabilità che non hanno esitato a fare scelte difficili, mettendo a rischio la loro vita e quella dei loro amici e familiari – ha ricordato Alessandra Moretti, vice sindaco di Vicenza parlando del nonno Italo Maniero, comandante della brigata “Loris”, grande amico di Vescovi - Erano sorretti da una grande speranza: quella di riportare la libertà e la democrazia in Italia. Il loro sacrificio e i loro ideali sono scolpiti nella memoria storica di questo paese e nel ricordo di tante persone che credono nella giustizia, nella solidarietà, nella libertà e nel rispetto della dignità umana. A loro noi dobbiamo molto e per loro ci sentiamo in dovere di continuare a difendere quei valori e quegli ideali per i quali hanno lottato e sacrificato gli anni più belli della loro giovinezza”. Gerardo Rigoni Il Coro Asiago per beneficenza in ricordo di Patrizio Rigoni dell’Altopiano degli ultimi sette anni, con i quali Avis Altopiano di Asiago ha voluto mantenere i contatti dopo l’invio a tutti degli auguri di buon compleanno e presentandosi quale realtà di volontariato. La prima iniziativa ha visto Avis Altopiano a fianco della Pro Loco di Canove per sponsorizzare i giovani avisini e i simpatizzanti che hanno voluto partecipare alla II Edizione della “Vaca Mora”, corsa podistica amatoriale e di nordic walking di 10 km in notturna. La marcia si è svolta la sera di sabato 6 agosto 2011, con partenza da Campiello di Treschè Conca ed arrivo a Canove lungo l’ex percorso della vecchia ferrovia, interamente illuminata da fiaccole che rendevano particolarmente originale e suggestivo il percorso. La seconda competizione a cui Avis Altopiano ha aderito, supportando una schiera di giovani atleti, è stata la ‘’Pedescalando Rotzo’’, una avvincente gara in salita che ha avuto luogo il 21 Agosto. Il percorso si snodava tra i pendii sovrastanti il paese di Pedescala e le abitazioni preistoriche del Bostel con arrivo nel centro di Rotzo. Oltre alle classifiche regolamentari previste in entrambe le marce, ne è stata inserita una particolare per i concorrenti “targati” Avis, presenti alle corse in circa cinquanta iscritti, i quali sono stati poi premiati con riconoscimenti specifici durante la lotteria di Treschè Conca, tenutasi nel corso dell’ultima parte del programma e svoltasi presso il Palatenda del paese la sera stessa del 21 Agosto. Per CLASSIFICHE Pedescalando Rozzo: Maschi: Cantele Davide ’93 (47’53’’); Panozzo Matteo ’95 (49’31’’); Pilati Giuseppe ’94 (52’42’’). Femmine: Fabris Marta ’91 (51’18’’); Valente Maria Nives ’96 (1:6’41’’); Rosa Debora ’95 (1:7’42’’).Vaca Mora: Maschile: Cantele Davide ’93 (36’43’’); Bertacco Simone ’94 (37’44’’); Rigoni Luca ’93 (38’28’’). Femmine: Fabris Marta ’91 (40’08’’); Lionzo Chiara ’85 (43’01’’); De Biasi Gigliola ’92 (47’01’’). l’occasione Avis Altopiano ha pensato all’organizzazione di un evento serale all’insegna della musica. Con il prezioso aiuto e la grande collaborazione della Pro Loco di Treschè Conca è stato programmato un intrattenimento serale con lotteria a premi, legati al progetto stesso e alle tematiche del volontariato, con a seguire il concerto del noto chitarrista Nick Valente, musicista locale d’eccellenza che fa parte della Band di tributo a Zucchero. Durante tutto l’evento, inoltre, è stata coinvolta in particolar modo la popolazione giovane anche attraverso la proposta di assunzione di bibite e cocktail analcolici, inventati dagli allievi degli Istituti Scolastici di Asiago e in seguito sperimentati dall’Associazione Occhi Aperti per costruire giustizia, titolare di un progetto già finanziato dal CSV che mira a promuovere il bere responsabile. In conclusione del Progetto Avis Altopiano ha voluto salutare e ringraziare tutti i ragazzi che hanno aderito all’iniziativa e partecipato ai veri eventi con un particolare augurio che prende spunto dalle parole di Don Oreste Benzi “I giovani sono terra del primo occupante”. L’auspicio rivolto ai nostri giovani, perciò, è quello di non “farsi occupare” da alcool, droga e fumo, ma di lasciar spazio alle cose che veramente contano nella vita! Valentina Isidoris Il Presidente del Coro Asiago Paolo Finco consegna l’assegno al Presidente della Cooperativa San Matteo Vittorino Rigoni Le persone che in vita hanno naturalistico didattico, è stato fatto del bene, riescono a su- tra i fondatori della Cooperatiscitare emozioni e sentimenti va San Matteo e per molti anni anche dopo la loro scompar- Presidente della Casa di Riposa. E’ con questa certezza so di Asiago. Egli sentiva che il Coro Asiago ha voluto l’altopiano come un mondo ricordare il Maestro Patrizio prorompente di energia e di Rigoni nel corso di un concer- CINEMA multiformità, cosa questa che LUX ASIAGO to tenutosi presso il Palazzo del è emersa con chiarezza nel turismo del Millepini, durante corso del concerto. Apprezzail quale sono stati letti brani menti per la serata sono vetratti dai suoi scritti, accompa- nuti dal numeroso pubblico pregnati dai canti del coro e dalle sente e dai tanti amici che bellissime immagini del foto- Patrizio aveva nella sua Asiago grafo Roberto Costa. Nel e in tutti i luoghi in cui ha vismondo della scuola, il Maestro suto e insegnato. Il Coro, in Patrizio è stato esempio di at- accordo con la famiglia, ha tenzione verso tutti i suoi alun- deciso di devolvere le offerte ni, rispettoso della loro “unici- ricevute durante la serata alla tà”. Nelle sue lezioni sapeva Cooperativa San Matteo e San comunicare i valori della vita, Luigi di Asiago, che accoglie dell’amicizia, della semplicità persone affette da handicap, ed il rispetto per tutto quello di cui il Maestro Patrizio fu che ci circonda, in particolare Presidente. Alcuni giorni fa il per la natura, che amava in- direttivo del Coro ha consegnatensamente. Nella società ci- to al Presidente della Cooperativile è stato studioso del nostro va Rigoni Vittorino, un assegno territorio e della nostra cultu- di 800 euro, frutto delle offerte ra; ha creato il museo raccolte. 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 6 Asta del legname a Roana: il bosco, patrimonio fruttuoso da salvaguardare A Roana in questi giorni si è ripetuta un’antica tradizione. Come da secoli, sono stati assegnati i lotti boschivi da tagliare ai migliori offerenti attraverso un’asta d’assegnazione la cui regolarità è stata controllata dall’ufficio comunale del patrimonio e dal Corpo forestale dello Stato. Diciotto lotti a cui hanno partecipato 17 ditte dando vita ad un’asta vivace, e fruttuosa soprattutto per il Comune, con rilanci che hanno superato anche del 20% la base d’asta. Dei lotti, uno era di faggio, in buona parte La cura e la salvaguardia delle aree boschive creano posti di lavoro; sono una quindicina i residenti roanesi impiegati per il Servizio forestale regionale o per la Comunità Montana Altri 20 lavorano nelle ditte private di coltivazione boschiva e commercializzazione del legname destinato come combustibile, mentre gli altri erano di abete bianco e rosso (tanna e pesso) destinati alla lavorazione in segheria per la fabbricazione di tavolati e pannelli. I proventi dei tagli dei boschi roanesi, di proprietà collettiva gestiti per la comunità dal Comune, vengono per la maggior parte investiti nel patrimonio comunale (boschi, malghe ed alpeggi) e comunque sempre a favore del benessere della popolazione residente. Da segnalare che dei 25 mila metri cubi di crescita annua dei boschi roanesi solamente 8 mila vengono destinati al taglio; gli altri vanno ad aggiungersi ai 5.400 ettari di bosco già presenti sul territorio comunale. In più questo patrimonio naturale crea posti di lavoro; sono Nuovi intonaci al Municipio di Roana Verde, come i boschi e come i prati che contraddistinguono l’Altopiano. E’ il colore che l’amministrazione comunale di Roana ha scelto per abbellire il Municipio che da tempo necessitava di un’opera di manutenzione straordinaria agli intonaci. Intonaci che presentavano profonde crepe e distacchi di grossi pezzi creando un inestetismo che molti cittadini hanno spesso chiesto di elimianre. Quindi, nonostante i tempi economici difficili, l’operazione è stata messa in opera proprio per dare un senso di ordine e perché i roanesi possano essere orgogliosi della loro casa comune. G.R. una quindicina i residenti roanesi che lavorano nella cura boschiva per il Servizio forestale regionale o per la Comunità Montana. Altri 20 sono impiegati nelle ditte private di coltivazione boschiva e commercializzazione del legname. Tutti i boschi di coltivazione di Roana sono certificati PEFC, ovvero è attestato che la loro lavorazione è di tipo ecosostenibile con una pianificazione di coltivazione che lascia buona parte della nuova crescita in eredità alle foreste stesse. “Il bosco è sempre stato per la gente di Roana una risorsa fondamentale – commenta Roberto Tortora, consigliere con delega al patrimonio – E’ un’importante veicolo di entrate ma anche fondamentale per il nostro ambiente montano. Il bosco non deve essere solo sfruttato ma piuttosto costantemente curato e protetto come ci insegnano i nostri avi. Per questo auspico che, anche con l’aiuto della Comunità Montana e degli enti regionali, si arrivi ad effettuare una diversa utilizzazione e gestione del patrimonio boschivo”. “Penso – prosegue – ad incentivi per effettuare interventi di pulizia delle piante in deperimento e schiantate, di interventi contro l’aggressione dei numerosi parassiti che portano sino al rinsecchimento degli alberi, ad interventi a favore del sottosuolo dei nostri boschi attualmente oggetto di eccessivi carichi antropologici con continui calpestii così come di interventi di bonifica da piante infestanti”. “Questi interventi servirebbero per far ritornare quelle specie autoctone e pregiate oggigiorno quasi del tutto scomparse come gli urogalli raccontati da Stern – conclude Tortora – L’asta appena compiuta, nonostante il periodo di crisi, dimostra che il legno è un componente ancora molto importante nella nostra società ed è per questo che tutti, cittadini, amministrazione comunale e enti pubblici, dobbiamo individuare le sinergie necessarie per una gestione mirata del bosco improntata al suo salvaguardia per le generazioni future”. Gerardo Rigoni ATreschè Conca si inaugura la nuova campana Una giornata di festa domenica 25 settembre, con la benedizione sul campanile, messa solenne e un pomeriggio di giochi e teatro A Treschè Conca tornano a suonare le campane: dopo quasi un anno e mezzo dalla rottura della cosiddetta “campana grande”, proprio in questi giorni viene ripristinata la torre campanaria della chiesa parrocchiale, grazie alla collocazione della nuova campana, del peso di 1080 kg, realizzata dalla ditta Giacometti. La decisione di sostituire completamente la campana non è stata indolore, visti i tanti ricordi legati al suo suono dolce o greve a seconda delle occasioni, ma pur con una grande stretta al cuore, dopo aver valutato l’impossibilità di una riparazione o di una nuova fusione, al suo acquisto si è arrivati grazie alla generosità dei parrocchiani, mediante una raccolta di offerte libere puntualmente riportate nel bollettino parrocchiale. “E’ stato bello vedere il paese unito con l’inten- to di riavere le proprie campane, il cui significato per una comunità cristiana è molto importante – dice il parroco don Stefano Margola - visto che richiamano i fedeli alla preghiera e scandiscono sia gli eventi quotidiani che quelli solenni. Ed è bello vedere questa unione anche ora, in preparazione alla festa che il paese si appresta a fare in occasione dell’inaugurazione della nuova campa- na”. Domenica 25 settembre infatti si festeggerà l’evento ritrovandosi innanzitutto alle 9.30 nel piazzale della chiesa, dove è prevista l’esibizione della banda musicale Monte Lemerle di Cesuna. Si passerà quindi alla benedizione della campana sul campanile, come fece il vescovo nel 1947, quando le campane vennero ricollocate dopo che erano state tolte qualche anno prima per ordini nazisti.Alle 10.30 verrà celebrata la S. Messa solenne animata dalla corale parrocchiale e al termine ci sarà un rinfresco per tutti all’esterno della chiesa. Il pomeriggio dalle 14.30 sarà animato da giochi per le famiglie e infine, alle 17.00 presso il palatenda la Compagnia del Filò, gruppo teatrale amatoriale paesano, presenterà lo spettacolo appositamente ideato per l’evento “Ocio al batocio”. Silvana Bortoli 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 7 “Il bosco degli urogalli”, la nuova sciovia del Verena Ha un nome che ispira subito poesia, che racconta della natura che trovi lassù, a quasi 2000 metri, di incontri che, con un po’ di fortuna, si possono fare tra gli alberi. E solo a pronunciarlo tornano inevitabilmente alla mente pagine di letteratura locale che hanno fatto il giro del mondo, e si rievoca una figura illustre, l’unica, che ha reso celebre l’Altopiano. “Sì, è proprio un omaggio al nostro Mario Rigoni Stern” conferma Lorena Frigo che ha voluto chiamare la nuova seggiovia del Verena, installata da pochi giorni, “Il bosco degli urogalli”. Non è certo la prima che viene montata su quei pendii che risalgono il monte fino all’omonimo forte della Grande Guerra. Nel 1991 è stata attivata la seggiovia centrale “Verenetta” e nel 2001 la “Cima Aquila” (..”91…2001…2011: che curiosa coincidenza di date!), ma mai prima d’ora in altopiano si era potuto assistere a un tal miracolo d’ingegneria impiantistica. Il montaggio in effetti è stato un autentico spettacolo a cui ha potuto assistere, ammirato, un centinaio di persone. A distanza di una settimana, se ne parla ancora con euforia al Rifugio Verenetta; i grandi occhi azzurri di Lorena brillano di emozione e soddisfazione nel racconto dell’impresa avvenuta nel pomeriggio di martedì 6 settembre. Un elicottero, con un pilota eccezionale, e una squadra di 25 uomini in perfetta sincronia hanno issato e posizionato i 9 grandi piloni con relative pulegge in soli 42 minuti. Un’esperienza davvero entusiasmante, per chi l’ha voluta, cioè Lorena, che ha dovuto combattere le ritrosie di papà Elio, anche lui però pienamente soddisfatto alla fine, e per gli operai del Verena, più i collaboratori che si sono aggiunti, coscienti di aver preso parte ad un evento storico per l’Altopiano. L’elicottero della ditta Eagle è arrivato dalla Svizzera, dopo aver fatto tappa a Madonna di Campiglio. La sua opera è costata 135 euro al minuto, ma ne valeva indubbiamente la pena. “Altrimenti – sottolinea Lorena – ci sarebbe voluto quasi un mese di lavoro, con costi elevatissimi in denaro e soprattutto in sicurezza”. L’impianto, il più moderno dell’Altopiano, ha una portata di 1200 persone all’ora, ha una velocità di 2,8 metri al secondo ed impiega 5 minuti per coprire una lunghezza di circa 1000 metri. Un’opera altamente costosa, siamo intorno ai due milioni di euro, che verranno interamente sborsati dalla “Roana 2000 Verena” e dai suoi soci. “Un investimento che può sembrare fuori da ogni logica imprenditoriale – afferma Lorena Frigo – soprattutto in considerazione dei tempi duri che stiamo attraversando, ma che è l’ulteriore testimonianza della profonda passione per il nostro lavoro al quale dedichiamo interminabili giornate, dell’impegno, dei tanti sacrifici e della volontà ferrea di portare avanti ad ogni costo i nostri obiettivi”. E quando si lavora seriamente, i risultati arrivano. “La nostra stazione – sottolinea ancora Lorena – negli ultimi anni ha avuto un costante e progressivo aumento di presenze, con il conseguente beneficio per tutta l’economia locale, e questo grazie alla collaborazione con altra gente capace di “cavare sangue dai sassi” che lavora insieme a noi per un’offerta turistica sempre più qualificata”. E proprio in quest’ottica i progetti non si fermano e all’orizzonte ci sono altre novità come un nuovo snow park che si comincia ad approntare per quest’inverno, a fianco della seggiovia Cima Aquila. Ci sarebbe anche la volontà di recuperare il forte Verena (dove fu sparato il primo colpo di cannone della Grande Guerra) che diverrebbe, grazie alla seggiovia, l’unico accessibile a chi soffre di problemi di mobilità. Intanto sul Verena, grazie ai Patti territoriali sta arrivando anche l’elettrificazione, che servirà pure la vicina zona di Campolongo. Un’opera da 1,2 milioni di euro cofinanziata dalla Regione con un contributo di 950 mila euro. Il rimanente, che dovrebbe essere a carico dei Comuni di Roana e Rotzo, se l’è intanto sobbarcato quasi interamente la famiglia Frigo (il Consorzio Rotzo, Valdastico e Pedescala ha contribuito con l’1%) per assicurasi il completamento dei lavori prima dell’inverno. Stefania Longhini Una scultura di schegge per il museo di Canove Un nuovo monumento dedicato alla Fanteria adorna il museo della Grande Guerra di Canove, la scultura è stata donata da Carluccio Zangirolami, medico chirurgo presso il comune di Portoviro (Rovigo). L’opera artistica, sistemata su ceppo di abete all’entrata del Museo, raffigura un soldato della prima guerra mondiale ed è composta da schegge rinvenute sui campi di battaglia. Zangirolami è appassionato di storia patria e da oltre trent’anni frequenta l’Altopiano diAsiago. Soldati in armi, bersaglieri e alpini sono rappresentati nelle sue composizioni, mentre per ri- cordare i caduti di Nassirya ha raffigurato per una caserma della benemerita il “Cavaliere con bambino”. “Queste statue – spiega l’artista – hanno forme irte e spigolose perché costruite assemblando schegge di bombe del conflitto 1915-18, raccolte sui fronti di Trentino e Carso. Le schegge nella loro essenza distruttiva sono ciò che ri- mane tra il momento della morte e l’inizio dell’oblio. Esse sono le ultime testimoni di tanto sangue versato e di tante vite spezzate. Recuperare questi reperti metallici, dare loro nuova forma ed espressione è un po’ come recuperare la memoria e la vita di quanti morirono in quella ormai lontana guerra. In queste sculture c’è un po’ anche della nostra storia che ci sta a guardare”. Alla cerimonia di scoprimento erano presenti numerosi soci e il direttivo del Museo, in rappresentanza del Comune è intervenuto l’assessore al patrimonio Ezio Angius. G.D.F. Concorso di lingua cimbra Al fine di incoraggiare e di sostenere l’uso scritto della lingua cimbra nelle tre varianti dei Sette Comuni Vicentini, dei Tredici Comuni Veronesi e di Luserna, è stato indetto un concorso con scadenza 11 novembre prossino. Il concorso è stato organizzato dall’Istituto Cimbro di Luserna in collaborazione con l’Istituto di Cultura Cimbra di Roana e con il Curatorium Cimbricum Veronense, ed è intitolato a Tonle Bintar, il protagonista del libro che molti ritengono il capolavoro di Mario Rigoni Stern. Le condizioni per conoscere e per partecipare a questa iniziativa, sono contenute in un bando disponibile presso gli istituti organizzatori. I premi saranno assegnati in una festa nell’ambito del Lusernar Boinichtn, il Natale di Luserna. 8 l’Altopiano Sabato 17 settembre 2011 8 GALLIO Un nuovo albergo in località Gastagh? Individuata l’area in cui realizzare una nuova struttura ricettiva, resta un problema: nel PAT non è prevista nessuna cubatura a questa destinazione. La commissione al lavoro Da un turismo dei beni (seconde case) a un turismo dei servizi, basato sullo sviluppo di strutture turistico ricettive. E’ quanto prevedono le linee guida del documento preliminare della variante al PAT di Gallio, approvato lo scorso 26 aprile. Un obiettivo, quello di incentivare la costruzione di alberghi, che l’amministrazione di Gallio è determinata a perseguire. A tal proposito, nel consiglio comunale del 2 settembre scor- so, si è provveduto all’individuazione di un’area comunale da mettere in vendita per la realizzazione di una struttura turistico ricettiva con ristorante, zone benessere e relax, e ampi spazi verdi. L’area I gemelli savoiardi di Ugine in visita a Gallio e Stoccareddo E’ oramai entrato nella storia, seppur recente, della Comunità di Gallio il forte legame che la unisce ad Ugine, graziosa cittadina dell’alta Savoia francese che prende il nome dalla grande acciaieria presso la quale si è sviluppata. L’idea del gemellaggio tra i due paesi nasce nel 1993 con l’allora sindaco di Gallio Danilo Dalla Bona, per creare un legame con le tante famiglie Baù e Marini (83) ospiti di quella comunità in seguito all’intensa emigrazione del dopoguerra. Il Dalla Bona colse l’occasione per accogliere per la prima volta Ugine a Gallio nei giorni dell’inaugurazione ufficiale del Ponte nuovo sulla Val Frenzela, ponte che diede un impulso vitale specialmente a Stoccareddo e Zaibena. In quell’occasione gli amici francesi arrivarono con la loro Banda Musicale. Negli anni tanti furono gli scambi di visite con numerosi incontri divenuti amichevoli fra le famiglie. Come da tradizione, venerdì scorso gli amici di Ugine sono arrivati a Gallio e sono stati accolti a braccia aperte. Per sabato il Comitato galliese per il gemellaggio aveva previsto una giornata turistica a Pedavena e Feltre con visita guidata alla famosa birreria e pranzo. Giornata splendida sia per il tempo come per la numerosa presenza della comunità di Gallio che ha riempito un pulman a seguito dei gemelli francesi. L’intenso programma di domenica ha prima portato gli Uginesi a visitare il Museo dell’Acqua recentemente allestito in Asiago e poi all’atteso incontro con la gente di Stoccareddo e Zaibena nella tensostruttura, per il generoso pranzo preparato dallo staff femminile della La comunitá di Ugine consegna un contributo alla “Baschirotto” Un evviva degli uginesi alla polispotiva Stoccareddo per l'accoglienza di circa 10 mila metri quadrati è situata nei pressi dell’Appaloosa Horses Gastagh (Colle del Gastagh), corrispondente al vecchio Appaloosa, e sarà messa in vendita a prezzo modesto, dando poi la possibilità all’acquirente (sembra ci sia già l’interessato)di costruire anche alloggi, in base ad una percentuale ancora da stabilire (ad Asiago, per esempio è pari al 20%), da mettere poi sul mercato. In pratica, viene applicato l’istituto della perequazione per consentire a chi intende investire di poter rientrare almeno in parte con le spese. Ma c’è prima un problema da risolvere. “La precedente amministrazione, con il PAT approvato a gennaio 2009 – spiega il sindaco Pino Rossi – non aveva purtroppo previsto nessuna cubatura a favore delle strutture alberghiere, è dunque chiaro che i 165.676 metri cubi previ- sti dal dimensionamento del PAT erano tutti stati destinati ad uso residenziale, salvo prevedere un eventuale aumento di cubatura per chi avesse trasformato una residenza esistente in B&B o altro. Ora, questa amministrazione vuole, seppure con enorme difficoltà, invertire questa tendenza e per poter costruire alberghi si dovrà provvedere a introdurre le opportune modifiche al piano”. Per discutere sul tema e portare avanti il progetto, l’apposita Commissione consiliare, composta dal sindaco, dall’asses- sore all’urbanistica Giorgio Dalla Bona, dai consiglieri di maggioranza e minoranza più giovani Giorgio Tagliaro e Fabio Gloder, dai progettisti del PAT dello Studio Fantin e Pellizzer, dal responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale architetto Dall’Osto, si è riunita anche nei giorni scorsi. “E’ comunque incredibile – commenta Rossi – che un Comune come Gallio, situato in una zona ad alta vocazione turistica, non abbia previsto aree destinate a strutture ricettive”. Stefania Longhini Università degli anziani: dieci anni all’insegna della cultura e del territorio Polisportiva. L’incontro è inevitabilmente finito fra canti balli e fisarmonica. E’ poi seguito l’incontro ufficiale nelle bella sala consiliare di Gallio per i discorsi ufficiali e il tradizionale scambio di doni. Il sindaco Pino Rossi ha sottolineato come sia indispensabile coinvolgere di più i giovani delle due comunità per scambi culturali e sportivi, anche con la possibilità di accoglienza presso le famiglie. La rappresentante della comunità di Ugine, ha ravvisato lo stesso interesse per i giovani, per questo era presente anche la delegazione dello Sci Club Ugine proprio per conoscere ed invitare lo Sci Club Gallio a partecipare ad eventuali gare magari iniziando nel 2012 in occasione del 20° anniversario della Olimpiade invernale di Albertville che si trova a pochi km da Ugine. In quella Olimpiade un Galliese, Ivan Lunardi, si classificò 4° nel Salto. Inoltre è stata invitata ad Ugine una squadra di “boscaiolispaccalegna” per i prossimi Campionati europei che si svolgeranno in Savoia. La Comunità di Ugine, essendo stata coinvolta nella ricerca genetica sui Baù, per la folta presenza degli stessi in Ugine, ha voluto devolvere un’offerta in denaro alla B.I.R.D. “Fondazione Mauro Baschirotto” per il proseguo della ricerca.Giuseppe Baschirotto ha invitato gli Uginesi a visitare i laboratori di ricerca a Longare-Costozza. La domenica è terminata con la cena presso il Ristorante i Mulini del Garten Hotel di Gallio. Come da tradizione lunedì mattina c’è stato un breve incontro per l’arrivederci a Ugine. Amerigo Baù Martedì 20 settembre, l’Università degli anziani organizzerà una giornata intensa e ricca di proposte, in occasione dei suoi dieci anni d’età. Festeggerà l’importante traguardo raggiunto con un incontro rivolto a tutti gli aderenti del Vicentino. La festa di compleanno avrà inizio alle 9.30 del mattino presso l’Auditorium di Gallio, dove le autorità accoglieranno i presenti. Alle ore 10.30, sarà proiettato il DVD L’Altopiano delle meraviglie, che presenterà le foto di Roberto Costa raccolte nell’omonima pubblicazione ed emblematicamente corredate da citazioni di Mario Rigoni Stern, il conterraneo che ha portato in alto il nome del nostro Altopiano e che meglio ha narrato vicende di straordinaria quotidianità. Sempre nel ricordo di Rigoni Stern, si terrà in mattinata un concerto, Canzoni di guerra e d’amore, un omaggio realizzato da Alessandra Viola (testi) e da Maurizio Pagiaro (musiche) che vale la pena di ascoltare e che sembra ricalcare i due grandi temi di uno dei romanzi più belli, anche se non certo il più famoso, dell’autore nostro conterraneo, Amore di confine. Non esiste festeggiamento senza un momento conviviale, che si terrà nel momento del pranzo, in vari ristoranti dell’Altopiano e all’insegna della nostra tradizione culinaria, proprio perché alla base di questa Associazione, da dieci anni, c’è una profonda considerazione per il nostro territorio. Nel pomeriggio, i partecipanti potranno aderire a visite guidate presso strutture e luoghi emblematici dell’Altopiano, iniziativa che coinvolgerà più comuni del territorio; infatti, potranno scegliere se recarsi ad Asiago per spaziare dall’astronomia (all’Osservatorio) alla storia (presso il Sacrario Militare), dall’ambientalismo (Museo dell’acqua e Museo naturalistico) all’arte (presso la Comunità Montana e il Museo ‘Le Carceri’). I partecipanti potranno anche seguire visite al Museo della Grande Guerra (Canove) e al Museo di Cultura Cimbra (Roana) o passeggiare lungo il Sentiero del Silenzio (Gallio) e nell’Archeopercorso del Bostel (Rotzo). Che dire? Allo spegnimento di queste dieci candeline non poteva mancare la supervisione della cultura territoriale. Martina Rossi BIRRERIA PIZZERIA Scambio di omaggi fra Sci Club Ugine e Sci Club Gallio GRAFICA ALTOPIANO NON SOLO PIZZA MA ANCHE TANTE GUSTOSE SPECIALITA’: PRIMI PIATTI, GRIGLIATE ecc. Ristorante CASA ROSSA località Kaberlaba - Asiago info 0424-462017 Dopo le ferie, riapriamo il 21 settembre! 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 9 GALLIO In arrivo altri investimenti sulle piste da sci Dopo il Verena, anche sulle Melette nuovo impianto di risalita. Partirebbe dall’arrivo della seggiovia biposto “Solaia - Meletta Davanti” e porterebbe a località Buson con nuove piste lungo il tracciato Approvata in linea di massima la nuova sciovia alle Melette. Nell’ultima seduta del consiglio comunale la richiesta di autorizzazione da parte della Melette 2000 srl di realizzare una nuova sciovia sul comprensorio che sovrasta Gallio è stata approvata in via preliminare. Dopo le valutazioni finali dell’ufficio tecnico, la richiesta tornerà in consiglio per la sua definitiva approvazione. Il nuovo impianto di risalita, che servirebbe alla società per risolvere alcuni problemi nell’organizzazione del demanio sciabile attuale, partirebbe dall’arrivo della seggiovia biposto “Solaia - Meletta Davanti” e porterebbe alla località Buson. Lungo il tracciato saranno realizzate anche altre piste da discesa. “Un nuovo tassello nell’ammodernamento dell’impiantistica delle Melette – commenta il sindaco Pino Rossi – Adesso attendiamo il parere definitivo dell’ufficio tecnico comunale per dare il via ai lavori”. “Questi lavori, che si sommano a quelli realizzati per l’innevamento artificiale al Kaberlaba di Asiago l’anno scorso e alla nuova seggiovia del Verena – commenta il sindaco di Asiago Andrea Gios che da tempo assieme ai suoi colleghi altopianesi sta cercando di mandare avanti negli uffici romani progetti altopianesi di potenziamento del comparto dello sci alpino – dimostrano, contrariamente a quanto alcuni vorrebbero far credere, che gli imprenditori della neve sono fiduciosi nel continuo sviluppo dell’altopiano quale località sciistica alpina – Dimostrano anche che sul territorio ci sono imprenditori disposti a spendere fondi propri investendo nelle proprie attività e, conseguentemente, nell’intero comparto turistico.” Gerardo Rigoni Un’estate di salti sui gonfiabili Ex colonia Cadore e parco Croseta: tutti i dubbi della minoranza Perché si dà il via alla progettazione della ristrutturazione di un edificio non ancora di proprietà e perché da due anni sono fermi i lavori di riqualificazione del parco Croseta? Son le due domande poste al sindaco di Gallio Pino Rossi da parte della minoranza consigliare attraverso delle interpellanze depositate dal capogruppo d’opposizione Danillo Finco. Per quanto riguarda l’ex colonia Cadore, i consiglieri si chiedono se la Giunta si sia comportata correttamente nell’affidare la progettazione definitiva dei lavori di ristrutturazione del fabbricato prima che sia terminato l’iter di compravendita dello stabile stesso. In pratica il Comune ha avviato da tempo una contrattazione di acquisto dell’edificio di 1747 mc, oggi in condizioni fatiscenti, di proprietà del Comune di Sandrigo. Il prezzo è stato fissato a 640 mila euro (250 mila in meno rispetto a qualche anno fa; cifra che aveva bloccato ogni negoziato tra i due Comuni), dei quali 300 già pagati da Gallio e il rimanente che sarà liquidato il prossimo anno dopo che il Comune avrà acceso un apposito mutuo per pagare il saldo. Nel plesso il Comune vuole realizzare uno spazio da dedicare a museo, biblioteca o sala civica. Rifacimento che il sindaco prevede di far realizzare a privati in cambio della cessione dei piani superiori da destinare a residenze private. Un “bruciare le tappe” che la minoranza vuole capire, visto che il Comune appalta la progettazione della ristrutturazione ancora prima di entrare in possesso dello stabile che, tra l’altro, è sottoposto a vincolo alberghiero – turistico. Per il parco “Croseta” l’opposizione si chiede, dopo 2 anni di l’Altopiano Sabato 17 settembre 2011 L’Altopiano srl - Società unipersonale Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi) Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Giovanni Dalle Fusine, Cesare Pivotto, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Virginia Gianello, Aurora Carli, Valentina Isidoris, Amerigo Baù, Paolo Finco, Sergio Bonato, Giorgio Rigoni Candida, Stefano Rigoni, Serena Baù, Renato Angonese Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione giornale: Davide Degiampietro Foto: Archivio Giornale Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova attesa, cosa l’amministrazione intenda fare dell’area adiacente a Villa Giovanna dopo che erano stati tagliati tutti gli abeti e poi sospesi i lavori. Uno stato d’abbandono che ha destato le critiche di residenti e turisti. “Sulla questione dell’ex colonia abbiamo intanto fatto partire la progettazione così appena firmato il contratto di compravendita possiamo subito partire con i lavori – spiega il sindaco Rossi – Per quanto riguarda invece il parco ci è stato chiesto dall’associazione onlus “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” di poter effettuarne la riqualificazione in memoria delle tre nostre giovani concittadine che non ci sono più. Il progetto è già stato depositato e a breve dovrebbero iniziare i lavori da parte dei volontari”. G.R. Foto Diego Lunardi Dopo un’estate di salti e divertimento, è stata chiusa martedì 14 settembre l’area riservata ai gonfiabili, al Parco della Fratellanza. E’ tempo dunque di bilanci per una iniziativa del tutto nuova a Gallio. “Nonostante un inizio di stagione caratterizzato da pioggia e freddo, l’iniziativa dell’estate 2011 ha riscosso un grande successo – sottolinea l’assessore delegato alla Politiche giovanili e allo sport Giorgio Tagliaro – Un arricchimento dell’offerta turistica che ha avuto anche una ricaduta sulla promozione dell’occupazione in paese, in quanto sono stati impiegati nella gestione dell’attrazione due ragazzi di Gallio, Domenico Sartori e Fabio Pertile che hanno saputo rappresentare al meglio l’accoglienza del nostro Altopiano . L’interazione con il territorio si è manifestata anche nella collaborazione con il Grest Parrocchiale, che ha potuto usufruire gratuitamente di alcuni momenti specificamente dedicati ai ragazzi che partecipano all’attività estiva della Parrocchia galliese”. ”Abbiamo cercato – continua Tagliaro - di portare un po’ di allegria in questi mesi estivi ai bambini presenti a Gallio e alle loro famiglie e siamo certi, considerato il supporto e l’incoraggiamento avuto, di esserci riusciti!” Importante al fine del buon esito dell’iniziativa, l’appoggio degli uffici comunali sport e turismo, cosi come fondamentale è stata la cooperazione con l’hotel Gaarten, il quale ha gentilmente concesso l’area del Parco della Fratellanza, attualmente di sua gestione. 8 l’Altopiano Sabato 17 settembre 2011 10 Tra storia, cultura e folklore LA SFILATA DEI “CARETINI A MAN” Un’iniziativa spontanea che ha suscitato grande interesse e curiosità rievocando la vita dei boscaroli di una volta Una mattina di luglio, passando per “l’incrocio della Pesa”, fui attratto da un “caretin a man” carico di legna, parcheggiato davanti al negozio del Bepi Pinaroli. Mi venne un “tuffo al cuore” e subito mi avvicinai per contemplare meglio quell’opera d’arte; una folla di pensieri e ricordi di tanti anni fa mi passarono per la mente,quando tantissima gente s’inoltrava per la Valle del Barenthal alla ricerca di legna per casa o per vendere. La legna era talmente ricercata che a volte i boscaioli se la contendevano e aspettavano che i falciatori con il “segon” abbattessero un abete per poi recuperare “este”, “scorsa” e “gropi” che risultavano dall’allestimento del legname. Quel carrettino, carico di le- gna, era stato riprodotto autenticamente da mano esperta, con sotto il “rasciar” (un palo sporgente da dietro che ,se fatto raschiare sul terreno, fa da freno), legato con l’artificio del “strensarolo”, con sopra “menara”, “cortelasso”, “boraccia dell’acqua”, e perfino con un “canfin” attaccato ad una stanga di traino. Quante volte mio padre mi diceva che il mattino, ancor buio, “ghe La matina presto che gera ancora scuro se alsava lesto lesto e partiva el boscarolo, tirando el caretin con passo sicuro xò par la Cuba, al lume del canfin. Polenta e companadego dentro el tascapan, boracia de acqua fresca e un bon sogato san. Menara e cortelasso con cura ben limà sicuro che la legna i gavaria taià. Dopo l’ospedale coi so pensieri in suca el ciapava a destra girando par la Luca e via pal Barenthal fin dentro al Reintaltal. Un giorno su pai Lemble un giorno in Rogabisa, el rincurava “este” e anca qualche brisa. Un giorno dentro al Torle un giorno su pal Haco, el rincurava gropi metendoli nel saco. El sercava “derar” e stanghete rabaltae taiandole de “pasetto” dopo ben ramae. S’el guardia no sentiva el taiava xò un fagaro pensando con lusinga de farse un bon legnaro. Coi chenchele e coi este el faseva ‘na cargheta, però con quei più lunghi el faseva ‘na “slesceta”. Tute ‘ste operasion el faseva in armonia, sensa provare stress, quasi con devosion. El se toleva el tempo de sercare un gnaro, de avere amirasion davanti a un formigaro. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ NOSTALGIE D’UN “CARETIN A MAN” A viaio ben cargà el tirava el strensarolo, girandolo a elica come un “corgnolo”, e così, la soga rodolà ghe garantiva el ritorno in gran trnquillità. Par tute ‘ste fadighe a taiare e ramar piante polenta e formaio i gera el carburante, e se l’acqua de la boracia la saria finia el saveva dove trovarghene in t’una galeria. Con gran sodisfasion ritorno el faseva, tirando in salita e frenando ad arte col “rasciar” in discesa. Te ringrasio caro boscarolo che no te me ghè rotamà gerimo un’anima e un cuor solo, forse par questo te me ghè rincurà. Quante volte che te me ghè cargà e a casa, contento, sempre riportà. Insieme, in bosco, quasi tuti i giorni te me tiravi energico pai corni. A volte te me ghè parfin parlà e prima de partire te me davi oio così che l’asso no gavaria cigolà. Ormai son vecio e un poco carolà, ma grasie a le to cure a son ancora qua. Grasie caro amico, grasie amico mio, scuseme, s’el cuor ritorna indrio, ma se no son andà in malora xè par merito tuo che no te me ghè lassà de fora. E così, da rento la baracca podarò vedare ancora d’inverno la brosema a posterno, e sentire anca el canto del Raset, grasie caro Giorgio, grasie Giorgio Bet !!! Giorgio Rigoni Candida gera ‘na procession de caretini a man dentro pal Barenthal”! Dopo qualche giorno ripassai di là ed il carrettino non c’era più: chiesi spiegazioni al Pinaroli il quale mi disse che a prepararlo era stato il Giorgio Bet e che aveva suscitato talmente tanto interesse e apprezzamento da parte di paesani e turisti che gli fu chiesto o imposto di piazzarlo all’entrata dell’Hotel Sporting e di lasciarlo esposto per tutta l’estate. L’idea mi sembrò buona. La settimana successiva andai qualche giorno in vacanza, ma pur trovandomi in un “posto di mare” avevo sempre nella mente quel carrettino e mille ricordi legati alla vita del “boscarolo”. Pensai: “Se quel carrettino potesse parlare chissà quante cose avrebbe da dirci”! E chissà quanto piacere avrebbe il Giorgio Bet di risentire la sua voce. Così gli diedi la parola ed il carrettino, attraverso la mia penna, mi manifestò i suoi ricordi tramite queste sue “Nostalgie” (vedi la poesia qui a fianco). Un appassionato dialogo tra “caretin” e boscaiolo che poi feci pervenire al Giorgio Bet dopo averlo applicato su una corteccia di abete rosso, sagomata a forma di cuore ed egli, compiaciuto, la espose sul caretin davanti allo Sporting. La storia, come sempre, fa il suo corso, e queste notizie rimbalzarono di boscarolo in boscarolo tanto che alcuni, orgogliosi di possedere ancora questo cimelio, pensarono di organizzare la “Sfilata dei caretini a man”. Mi sembrò una buona occasione per fare non soltanto “folklore”, ma anche “cultura” sulla vita dei nostri padri e dei nostri nonni, cultura da trasmettere alle nuove generazioni e ai tanti turisti che amano il nostro Altopiano e la sua storia. L’evento venne fissato per sabato13 agosto, ore 17,30, con partenza dalla Piazzetta dello Sporting. Per essere coerente con le “Nostalgie del caretin” preparai una “cargheta de este e de chenchele (rami di abete e di faggio) e una “cargheta de scorsa (corteccia de pesso) che furono caricate su “slitarin a man”, (altro compagno di vita dei nostri padri); poi una “slescia” con “este” più lunghi (da trainare), nonché vari attrezzi come “scintar” (usato per scortecciare gli alberi), “sapin” (usato per rimuovere i tronchi), “boracio” dell’acqua (botticella in legno che si usava mettere “in fresca” tra le felci) ecc. Grazie agli altoparlanti installati dal Giorgio Bet è stato possibile spiegare al numeroso pubblico presente tutte queste cose e far sentire a viva voce “Le nostalgie del caretin a man”, una struggente storia conclusa con l’abbraccio tra “el caretin” ed il suo padrone che ha avuto il buon cuore di non “rottamarlo”. E’ seguita la sfilata per le vie centrali del paese, accompagnata da tanti applausi, bevute in compagnia offerte da bar e ristoranti, ed espressioni di consenso da parte di tanta gente che quella sera ha avuto occasione di assistere ad un revival tanto originale. La tappa principale si è svolta all’ incrocio della pesa, ospiti del Bepi Pinaroli, che ha offerto una cena alla boscaiola con pane, formaggio, sopressa , funghi e vino a volontà. La serata si è conclusa al punto di partenza, tra canti di montagna e racconti di storie e poesie sulla vita rurale e boschiva dei nostri avi. A notte inoltrata, paghi di tante fatiche, i boscaioli con i loro mezzi han fatto ritorno alle loro case, inoltrandosi per una selva oscura......che la diritta via era “quasi” smarrita! Giorgio Rigoni Candida Per gli amici del caretin a man Manca poco alla “Festa dei gemelli” Sta per scadere il termine per prenotarsi alla Festa dei gemelli dell’Altopiano del 2 ottobre prossimo Affrettatevi: entro il 20 settembre! Ad Asiago presso Interoffices e Basso calzature; a Canove presso pasticceria gelateria Panda; a Gallio presso pasticceria gelateria “La piazzetta”. Novita’: c’e’ la possibilità di prenotarsi per partecipare anche solo al pomeriggio dalle ore 14:00 per l’intrattenimento adulti e bambini. 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 11 Al Ristorante con ill’Altopiano Caseificio Pennar Asiago 8 Sabato 17 settembre 2011 12 Formaggio grigliato con polenta: il segreto Crespelle ripiene di porcini saltati e Asiago fresco dei Pennar, si chiudono a ventaglio, si coprono con un abbondante strato di besciamella è quello di cuocerlo in fetta lasciando la scorza. e una spolverata di Gran Pennar grattugiato e si passano in forno fino a quando, belle dorate, sono pronte da servire. Ristorante Pizzeria Camping Ekar da Pilly e Francesco Pilly in cucina, Francesco al forno delle pizze: sono loro gli artefici delle bontà che si possono gustare al Ristorante Pizzeria Camping Ekar di Asiago, che visitiamo in questo appuntamento in compagnia del Caseificio Pennar. E’ una lunga tradizione quella della cucina del locale, nato come ristorante e al quale la pizzeria si è aggiunta dopo. Ed è una lunga tradizione culinaria anche quella della famiglia Costa che gestisce l’ambiente ormai da 6 anni. L’abilità in cucina di mamma Pilar, spagnola trapiantata ad Asiago e da tutti conosciuta come Pilly, è piuttosto rinomata: ha gestito numerose attività, ma ha anche lavorato alle dipendenze di altri, lasciando ovunque il suo personale tocco e il ricordo della bontà dei suoi piatti, grazie alla sua creatività e inventiva. Anche Francesco ha all’attivo altre esperienze, fatte prima di prendere in mano il Ristorante Pizzeria Camping, dove si occupa praticamente di tutto oltre che della pizzeria, per la quale ha inventato personalmente un numero davvero notevole di pizze golose. A dare una mano nei week-end arriva Pierone, fratello di Francesco, e per citare la famiglia al completo non possiamo non nominare papà, il “Paolo vigile”. Al “Camping”, la cui capienza è di un centinaio di posti, vengono organizzate parecchie cene di compagnie, anche per festeggiare varie ricorrenze. Oltre alla gente del posto che ben conosce il locale, vi ci arriva molta clientela di passaggio, trovandosi proprio lungo la strada che da Gallio porta al Turcio e poi a Bassano. Dalla cucina si sprigiona un mix di profumi invitanti Entrando in cucina per farci illustrare alcune ricette, veniamo avvolti da un invitante miscuglio di profumi: sui fornelli stanno cuocendo un sugo “allo scoglio” e uno “alla cimbra”,in fase di preparazione ci sono poi numerosi piatti che prevedono fra gli ingredienti i formaggi del Caseificio Pennar, la cui sede storica è nelle immediate vicinanze. “Spesso la gente si ferma da noi – dice Pilly – anche per chiederci come arrivare allo spaccio del Caseificio, sono in molti infatti che prima di far ritorno a casa fanno scorta dei suoi buoni prodotti”. Una delle specialità per il cui il locale è più conosciuto è la paella, ci sono poi i piatti ti- pici, il capriolo, la selvaggina, la carne ai ferri, i piatti di pesce. Con i formaggi dei Pennar, oltre a ricchi taglieri di misti, al fresco grigliato, alla tosela al burro e salvia, vengono preparati gnocchi ri- pieni, crespelle con fresco e porcini, carpaccio di bresaola con fiocchi di ricotta fresca, filetto con speck e Asiago fuso e altre pietanze buonissime. Anche il gusto di molte pizze è impreziosito dai prodotti del Pennar, siano quelle con l’Asiago fresco che con il Mezzano dolce, o il Gran Pennar a scaglie o grattugiato; per non parlare poi dello specialissimo tocco in più che dona la ricotta, utilizzata con salsiccia e peperoni in una pizza che si chiama proprio “Pennar”. Quella “alla montanara” viene preparata invece con casatella e salsiccia, e anche la squisita crema di formaggi già pronta viene spesso utilizzata. Come sempre in questo spazio, vi riveliamo come preparare alcuni piatti con i prodotti del Pennar, in particolare degli gnocchi di patate di grandi dimensioni con un cuore di saporito formaggio. Asiago Stagionato Prodotto della Montagna, una squisitezza dalle qualità eccezionali Pizza Pennar, con ricotta, salsiccia e peperoni Tagliere di formaggi misti dei Pennar E’ così chiamato perché si presta a prolungata stagionatura, da quattro mesi fino a tre anni. Può essere “Mezzzano”, “Vecchio” o “Stravecchio”. Dai trenta ai centoventi grammi ogni giorno di formaggio Asiago stagionato del Caseificio Pennar, inseriti in una dieta bilanciata assieme ad alimenti freschi e naturali, sostituiscono alla perfezione bustine proteiche, compresse vitaminiche ed integratori vari. L’utilizzo, due, tre volte alla settimana del formaggio Asiago come “piatto principale” in alternativa a carne o pesce, accompagnato da una bella porzione di verdure, si inserisce a pieno titolo in una dieta sana ed equilibrata. In poche parole, un ottimo prodotto, apprezzato anche dai palati più esigenti, che allo stesso tempo fa anche bene. GUSTA LA DIFFERENZA! la ricetta Gnocchi di patate ripieni di Asiago fresco in cestino di Gran Pennar Si prepara l’impasto tradizionale per gli gnocchi di patate, tagliandolo poi a fette che vanno lavorate formando dei rotoli piuttosto grossi, dai quali ricavare gli gnocchi anche questi di grandi dimensioni. Lavorando l’ impasto in palline per formare gli gnocchi, inserirvi dell’Asiago dei Pennar fresco precedentemente grattugiato con la grattugia a fori larghi, o tagliato a piccoli dadini. Arrotolare fra le mani fino a chiudere bene lo gnocco con il suo cuore di formaggio. Cuocere in acqua bollente salata fino ad affioramento e condire con burro fuso e salvia (oppure con fonduta di formaggi o altro sugo a piacere). Per completare il tutto, gli gnocchi vanno serviti in cestini di Gran Pennar, ricavati facendo fondere un leggero strato di formaggio grattugiato in una pentola antiaderente e passandolo subito sull’esterno di una coppetta in modo che raffreddandosi prenda la forma. 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 13 Censite le pietre che raccontano la storia Le lapidi, i cippi e i monumenti della Grande Guerra presenti sul territorio altopianese sono stati censiti e catalogati per consentirne una adeguata salvaguardia. Un patrimonio storico immenso che grazie al progetto “Anche le pietre parlano” recentemente portato a termine, è ora maggiormente conosciuto e più facilmente localizzabile. “Soprattutto – sottolinea Isidoro Furlan, coordinatore distrettuale del Corpo Forestale dello Stato – potrà essere maggiormente tutelato. Chi da oggi in poi sottrae qualcuna di queste pietre (e nel tempo ne sono state rubate molte!), sarà infatti punibile penalmente, così come chi le acquisterà dovrà rispondere di ricettazione”. Iniziato nel 2009 e proseguito nel 2011, il censimento ha visto all’opera il Corpo Forestale dello Stato di Asiago, con la collaborazio- ne di tre studenti tirocinanti, dei volontari del «Gruppo di ricerca e ripristino lapidi e scritte di guerra», della Sezione CAI Altopiano 7 Comuni di Asiago e della Comunità Montana “Spettabile Reggenza dei 7 Comuni”. Và specificato che già a partire dall’anno 2007, ad opera della Comunità Montana, era stata intrapresa un’opera di questo tipo nel- l’ambito del progetto di Tutela e Valorizzazione del Patrimonio Storico della Prima Guerra Mondiale nelle Prealpi Vicentine. Il lavoro, condotto in particolare dai tirocinanti Samuele Sassella e Giorgio Sandonà, entrambi padovani della Facoltà di Agraria - tecniche forestali, e Matteo Conti (di Gallio), studente all’Istituto di Studi Superiori “Antonio Dalla Lucia” di Feltre, con la guida e l’assistenza dell’agente forestale incaricato Michele Vescovi, si è svolto in diverse fasi. Prima si è provveduto alla localizzazione cartografica, sulla base di informazioni precedentemente acquisite ad opera di appassionati e storici locali, degli elementi (cippi, lapidi, iscrizioni) presenti sul territorio. “E qui va detto – specifica ancora Furlan – che il Gruppo di ricerca e ripristino, in modo particolare i coniugi Marchetti con i loro collaboratori, hanno fatto un’opera immensa e preziosa e ci hanno dato una grossa mano. Quello che loro hanno fatto, dedicandoci una vita, con profonda passione, usando solo gli scarponi, le matite e la macchina fotografica, ora è stato in pratica rifatto con il supporto delle nuove tecnologie”. Dopo l’individuazione sul posto, sono state ripristinate le iscrizioni presenti per assicurarne la leggibilità; poi si è proseguito con il rilievo fotografico e rilevazione delle coordinate cartografiche di ubicazione mediante GPS; sono quindi state compilazione le schede di rilevazione cartacee e tutti i dati sono stati trasferiti in un inventario informatico con la creazione anche di una mappa virtuale di tutti gli elementi rilevati. In totale ne sono stati censiti 335, ovvero: 196 lapidi commemorative e monumenti; 109 iscrizioni su opere risalenti alla Prima Guerra Mondiale (vasche di raccolta d’acqua, entrate gallerie, etc…); 30 cippi di confine tra l’impero Asburgico e la Repubblica di Venezia. “Il sapere che era confinato tra pochi appassio- nati, ora diventa di tutti – rileva Giuseppe Fincati dirigente area tecnica della Comunità Montana – Queste testimonianze è bene vengano conservate. Ora sappiamo quante sono e dove sono. Una cosa innovativa di questo progetto, di cui dobbiamo fare tesoro, è la sinergia che si è sviluppata tra ente pubblico e i privati”. Stefania Longhini 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 14 LUSIANA IL PARCO DEL SOJO ZONAMISTICA? In occasione del 23° Salone Internazionale del naturale SANA di Bologna è stato presentato al numeroso pubblico il video realizzato da M. Tafferini, e A. Pianezzola: “Momenti al Parco del Sojo”. Tre sono stati i parchi invitati al SANA per rappresentare l’Italia: per il nord il “Parco del Sojo” Arte Natura di Covolo di Lusiana, per il centro il Parco delle sculture del Chianti, in provincia di Siena, e per il sud, il Parco Musaba in provincia di Reggio Calabria. Il Parco del Sojo è stato scelto a rappresentare il Nord Italia perché considerato uno dei luoghi più misteriosi, mistici e silenziosi fra tutti quelli presenti nel territorio. Con la vicina contrada del Covolo, con la bianca parete rocciosa del Sojo, questo luogo mistico, abitato sin dai tempi antichi del tardo neolitico,fonde cultura arte, tradizione, con scorci naturali dai quali emergono le installazioni realizzate da artisti italiani e stranieri. Opere che colpiscono il visitatore per la loro forza, per il messaggio che propongono, per il rapporto con l’intorno a volte mimetico e di perfetta simbiosi con il verde e con i suoi elementi, a volte stridente. Paesag- gio, antico e moderno immersi nella natura e sopra a tutto regna il “silenzio” rotto soltanto dai rintocchi bronzei delle campane della Chiesa del Covolo. La caratteristica, principale, che ha reso il Parco del Sojo unico nel suo genere è stato il rispetto portato verso l’ambiente. Un entrare in punta di piedi senza sconvolgere le preesistenze, anzi valorizzandole metodicamente con l’ausilio della fitta rete di percorsi pedonali che segnano l’intera zona. Il sito ed il parco emanano un qualcosa di mistico, una forza misteriosa indefinibile, che si può percepire percorrendo i sentieri nelle varie ore del giorno, magari nella luce fioca del tramonto o frizzante dell’aurora. Ad ogni ora del giorno nei boschi del parco puoi incontrare persone desiderose di “respirare” il silenzio, di trovare momenti di riflessione lontani dal caos della vita ordinaria. La natura spontanea poi ci mette del suo, infinite sono le essenze arboree, i fiori, le erbe aromatiche che in ogni stagione inondano con i loro aromi e profumi il bosco di noccioli e carpini. Egidio Zampese Terminati i lavori della casetta Stage estivo e non solo…grande al giardino botanico di Monte Corno impegno per i ragazzi di Lusiana Il gruppo di volontari che segue La casetta all’entrata del giardino alpino del Monte Corno. il giardino alpino botanico di Monte Corno ha terminato i lavori di copertura della casetta posta all’entrata del giardino stesso. I lavori erano stati sospesi perché non si trovavano gli abeti adatti al ricavo delle scandole in legno per la copertura. Dopo una ricerca in zona, gli abeti sono stati trovati e una volta ricavate le scandole è stato possibile terminare la copertura. E.Z. Anche quest’anno il Comitato Genitori Scuole di Lusiana in stretta collaborazione con l’ Istituto Comprensivo P.M. Pozza ha organizzato un periodo di stage estivo per i ragazzi dei primi anni della scuola superiore che volevano sperimentarsi in un’attività lavorativa nel proprio paese. Il progetto si è svolto durante il periodo estivo dal 16 luglio al 31 agosto. Si tratta di un’opportunità che il Comitato vuole offrire ai più giovani per fare un’esperienza di alternanza scuola-lavoro sganciata dai periodi di tirocinio che vengono organizzati dalla scuola. I ragazzi che quest’anno hanno preso parte al progetto sono stati: Natasja Callegari presso il supermercato “Tuttidì” , Matilde Coquinati al Ristorante “Valle dei mulini”, Marco Passuello presso la Biblioteca, Marco Villanova presso il Museo di Lusiana, Giacomo Broglio presso l’ Ufficio tecnico comunale, Simone Cantele presso la Pasticceria Cantele, Fabio Tescari e Riccardo Marolla con la squadra operai del Comune di Lusiana. “Tutti i ragazzi hanno dato prova di grande impegno e responsabilità dimostrando maturità e disponibilità a lavorare nei vari contesti, un grazie a loro per il lavoro svolto e alle aziende ed enti che li hanno ospitati” dice il presidente del Comitato Genitori Guido Frezza. Un grazie da parte anche dell’amministrazione co- munale ai ragazzi che hanno svolto il tirocinio presso il Comune e che si sono dimostrati molto motivati e disponibili ad imparare. Quest’anno tra l’altro non tutti hanno scelto come sede del tirocinio l’ufficio tecnico piuttosto che la biblioteca o il museo ma qualcuno ha voluto affiancarsi alla squadra operai per svolgere lavori prettamente manuali. “Un grazie particolare - dice l’assessore Sabrina Passuello - a Fabio e Riccardo che hanno riverniciato e sistemato i parchi gioco comunali come attività di volontariato a favore del paese e non come punizione per qualche guaio combinato! Bravi ragazzi, un bell’esempio per tutti!” 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 15 CONCO Sedano bianco di Rubbio, il migliore si coltiva a Malga Vallerana Sono stati 23 i partecipanti alla 24.a mostra mercato del sedano di Rubbio. La giuria, formata da esperti della Comunità montana di Asiago, ha valutato lo sviluppo vegetativo delle canne dell’ortaggio, l’imbianchimento, la consistenza e il peso dei prodotti formulando una graduatoria che ha visto al primo posto i tre mazzi di sedano prodotti nell’orto della malga Vallerana da Corrado Perin. Al secondo posto è giunta Ermelinda Cortese di Rubbio (da anni sul podio del concorso) e la terza piazza è stata conquistata da Domenico Cortese anch’egli di Rubbio. Nel premiare i vincitori, il sindaco di Conco Graziella Stefani ha sottolineato come il sedano di Rubbio sia un prodotto riconosciuto a livello provinciale come la patata di Rotzo e il broccolo fiolaro dei colli berici ed è quindi un prodotto da valorizzare come risorsa anche economica del territorio. E.Z. Nella foto i partecipanti alla 24.a mostra del sedano di Rubbio con le autorità. L’Autunno letterario di Lusiana e Conco I Comuni di Lusiana, assessorato alla cultura, e Conco, con il Comitato biblioteca, insieme ad Albatros Gruppo biblioteca, organizzano la prima edizione dell’Autunno letterario di Lusiana e Conco. Si tratta di una serie di incontri letterari che prenderanno il via sabato 24 settembre, alle 20.45, nella sala consiliare al Palazzon di Lusiana con Graziella Canapei, autrice di Valdagno, e il suo primo romanzo “Il tempo del sogno”. Venerdì 30 settembre a Conco, nella sala “Luigi Poli”, incontro con il giornalista Antonio Di Lorenzo che presenterà “Perché ci chiamano vicentini magnagati e le mille vite del gato vicentino” (sempre alle 20.45). Venerdì 7 ottobre si torna al Palazzon (sala consiliare, 20.45) per una serata di lettura di poesie di Zaccaria Bellotto, Gianluca Cappellazzo e Marco Marrone. Altri successivi incontri sono ancora in fase organizzativa. Mostra dei prodotti tipici Sapori e tradizione . E’ il titolo dell’iniziativa che viene proposta domenica 18 settembre in Piazza San Marco a Conco. Si tratta di una mostra dei prodotti tipici del territorio organizzata dal Comune di Conco in collaborazione con la Pro loco comunale. Dalle 8 alle 12 si potrà fare un giro tra le bancarelle per conoscere ed apprezzare diverse tipologie di prodotti che nascono in Altopiano e nel Vicentino. Passeggiata lungo gli antichi sentieri CONCERTO D’ESTATE “BOSCHI - PRATI - MUSICA” Sabato 27 agosto in località Val Biancoia , si è tenuto il Concerto titolato “Boschi – Prati - Musica” promosso dall’Amministrazione Comunale, con la partecipazione della Banda “Attilio Boscato” di Fontanelle di Conco e della Corale “F. Girardi” di Conco. Lo scopo del concerto era quello di valorizzare e far scoprire angoli del territorio comunale particolarmente suggestivi e in grado di suscitare belle emozioni, sottolineate dai brani musicali eseguiti dalla Banda e dal Coro. L’anfiteatro naturale, circondato da boschi di faggio e sovrastato da un cielo azzurro intenso ha fornito una cornice straordinaria a un evento molto apprezzato dal pubblico di residenti e turisti. Dopo l’esecuzione dell’inno di Mameli il Sindaco ha rivolto il suo saluto ed ha spiegato le motivazioni del concerto. Lo spettacolo ha preso avvio con la lettura di un brano, “Il Faggio”, tratto dal libro di Mario Rigoni Stern “Arboreto Salvatico”. La Banda di Fontanelle ha poi eseguito una prima parte di brani di musiche popolari. E’ L’Amministrazione Comunale, il gruppo Alpini e Donatori Sangue di Conco hanno organizzato per domenica 11 Settembre una passeggiata a conclusione delle tante attività estive svolte nel territorio comunale. Il percorso, della durata di circa 4 ore, si è snodato lungo gli antichi sentieri del Comune di Conco, visitando malghe, attraversando faggete, raggiungendo zone panoramiche. Complice la bella giornata e il percorso non impegnativo, numerosi sono stati i partecipanti che hanno potuto ammirare la bellezza del bosco, la pianura, la laguna, i colli Berici, gli Euganei e da ultimo pranzare al palatenda di Rubbio con menù a base di sedano nella giornata conclusiva della sagra del Sedano di Rubbio. seguita la lettura de “L’Abete” sempre di Mario Rigoni Stern , quindi la Corale “F. Girardi ha cantato pezzi del Maestro Bepi De Marzi, sapientemente scelti per il luogo e l’ora. La lettura de “il Sorbo” ha introdotto la seconda parte dell’esibizione della Banda e in chiusura il brano “Signore delle Cime “ è stato eseguito insieme dalla Banda e dal Coro. La musica prodotta dall’uomo si è fusa con l’armonia della natura e nel pomeriggio luminoso si è avuta, almeno per un po’, l’impressione che la vita fosse “partico- larmente leggera e facile” come si augurava nel 1888 Anton Cechov raccontando ad un amico di avere trasformato un terreno incolto in un luogo bello e civile e sognando che in futuro la terra si sarebbe trasformata in un bosco fiorito. I maestri Giordano Dalle Nogare e Alberto Dinale hanno raccolto la soddisfazione e i complimenti dei presenti, molti dei quali hanno lasciato anche dei commenti scritti. Il più bel complimento ricevuto è stato che “non servono budget milionari per fare delle belle cose”! 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 16 Torna la grande festa della Transumanza TRADIZIONI La singolare e tradizionale sfilata partirà da Valmaron e attraverserà Foza, Gallio ed Asiago Toccherà Foza, Gallio e Asiago la grande Festa della Transumanza programmata per venerdì 23 settembre. Il ritorno a valle dopo l’alpeggio dei bovini dei fratelli Pagiusco, di Bressanvido, è tra i più importanti d’Italia: comprende infatti il maggior numero di capi (oltre 250 mucche prevalentemente di razza bruna alpina) e copre il più lungo tragitto (80 km). Il giorno prima i bovini vengono radunati in prossimità della malga V° lotto Marcesina di Enego; la sera stessa si festeggia, con tutti i mandriani, l’ultimo giorno di malga. La partenza è fissata presto al mattino con gli animali agghindati a festa accompagnati dai mandriani a piedi e a cavallo. All’arrivo della mandria è festa grande nei paesi dell’Altopiano ed è folto il pubblico che si raduna e attende lungo le vie, specialmente ad Asiago. Il Comune annuncia il passaggio della transumanza con grandi manifesti in cui sono riportati gli orari indicativi. Se tutto va secondo programma, intorno alle 14.30 la mandria dovrebbe giungere in località Rendola dove è prevista una sosta. Verso le 16 si riparte alla volta del centro di Asiago che sarà attraversato intorno alle 17 (lungo Viale Matteotti, Via Marconi, Piazza Carli, Viale Trento e Trieste e Via Ad Enego l’appuntamento è per domenica 25 settembre Settembre, l’estate volge ormai al termine, le giornate inesorabilmente si accorciano, il sole è sempre meno convinto e l’aria mattutina e serale è senza dubbio più frizzante e fresca. Anche le vacche al pascolo sentono che si avvicina il momento di rientrare in stalla e così, per quelle che saranno protagoniste di quell’antico e coinvolgente rito che è la transumanza, non ci saranno problemi a metterle in strada e dirigerle verso casa; la memoria e l’istinto le indirizzeranno. Anche quest’anno ad Enego è attesa la transumanza, che è per il paese una tradizione; la organizzano i fratelli Andrea e Paolo Dalla Palma, che dalla malga I° lotto Valmaron Stazio, domenica 25 settembre alle ore 9.00 partiranno con tutte le vacche al seguito. La demonticazione e la transumanza, rappresentano una vera festa, negli ultimi anni l’appuntamento raduna un numero sempre crescente di partecipanti, e, come è naturale che sia, particolarmente entusiasti si dimostrano i più piccoli. Nella loro azienda di Enego poi, i Dalla Palma organizzano un pranzo, al quale partecipano centinaia di persone, felicissime di aver vissuto un’esperienza decisamente diversa che riporta ad un tempo passato, quando i ritmi erano decisamente altri. Quest’anno però il tragitto della transumanza subirà una variazione, purtroppo gli animali agghindati a festa, con le loro belle e colorate ghirlande di abete, fiori, fiocchi e campane, non passeranno per la piazza del paese, in quanto causa lavori in corso, un tratto della strada solitamente percorsa, è chiusa. Un peccato che la piazza non faccia da sfondo alla transumanza, ma la festa si preannuncia comunque piacevole ed affollata come ogni anno. Una brillante chiusura di stagione per i Dalla Palma, che durante il periodo estivo hanno vivacizzato la loro malga con numerose ed interessanti iniziative: escursioni storico – naturalistiche; giornate didattiche sulle attività della malga, dedicate ai più piccoli; le esibizioni del falconiere, ma anche un pomeriggio culturale, che ha richiamato un pubblico entusiasta. Protagonista simpatico e coinvolgente Mauro Corona che, fresco di premio Bancarella 2011 con il libro “La fine del mondo storto”, ha chiacchierato con il caloroso pubblico e con l’abile intrattenitore Diego Dalla Palma. Stefania Simi Garibaldi). Com’è ormai tradizione, davanti alla Comunità Montana ci sarà la consegna ai fratelli Pagiusco del tradizionale campanaccio. La Transumanza proseguirà per contrada Pennar con sosta e degustazione di prodotti presso il Caseificio Pennar. All’arrivo in località Turcio, la sosta più lunga, quella per la notte. Sabato 24 settembre alle 8 la partenza per Bressanvido dove l’arrivo è previsto per le 16.30 di domenica 25 settembre, momento clou della grande Festa della Transumanza. Mancano pochi giorni alla fine dell’alpeggio Ultime mungiture per le mucche prima del ritorno alle stalle Ultimi giorni di alpeggio per mucche e malgari dell’Altopiano. Ancora qualche giorno, poi i pascoli si svuoteranno delle mandrie. Nelle giornate a ridosso della canonica data del 21 settembre (San Matteo) vedremo lunghe file di quadrupedi in marcia verso le stalle di pianura, e i camion a far la spola tra le malghe e i tornanti che per secoli hanno fatto da testimoni alla transumanza. Una tradizione che si ripete da tempi immemorabili, leggermente intaccata dal progresso, laddove cambiano i mezzi di trasporto e gli strumenti per la mungitura. Eppure, come mostra l’immagine, c’è ancora chi non cede alle innovazioni tecniche che oramai hanno attaccato anche il mondo agricolo. La signora Annamaria da Lusiana, che con la fami- glia ha in gestione malga Mandrielle, lungo l’alta Val di Campomulo, si affida alle mani per mungere. L’arcaico movimento stimola nell’animale la fuoriuscita del latte, mentre chi opera sta comodamente seduto sullo sgabello a tre gambe. Tutto come una volta, la testa appoggiata al bovino, il secchio tra le ginocchia con la giusta inclinazione per meglio ammortizzare i bianchi spruzzi ed evitarne la fuoriuscita; solo lo sgabello pare anacronistico: evoluzione di uno scranno più adatto a tinelli e soggiorni di pianura, piuttosto che ad un pascolo montano. “Su questi terreni erbosi resi soffici dall’umidità – dice sincera Annamaria - già è difficile stare in equilibrio con quattro gambe, figuriamoci se usiamo quelli di una volta, che avevano un solo punto di appoggio. E poi se la mungitura si fa sul piano, sta più comoda anche la vacca, e si fa levare il latte più volentieri”. G.D.F. 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 17 L’archeologia a Rotzo: tra protostoria e attualità Avviato il progetto del Museo Archeologico dell’Altopiano dei Sette Comuni e inaugurato il restauro della “Casetta A” ROTZO Lo scorso 20 agosto, Rotzo è stata teatro di un duplice evento: l’inaugurazione del restauro di una delle casette rinvenute nell’area del Bostel più di qua- rant’anni fa e la presentazione al pubblico del progetto Museo Archeologico dell’Altopiano dei Sette Comuni. Le autorità hanno prima accolto i presenti nella futura sede del Museo, spiegando la natura dell’iniziativa. Il sindaco di Rotzo e presidente della Comunità Montana, Lucio Spagnolo, ha sottolineato come questi interventi rientrino nella più ampia inten- zione di rendere l’archeologia una disciplina non solo vissuta, ma anche vivibile. Il professor Alberto Broglio, docente presso l’Ateneo ferrarese, ha illustrato quelli che saranno i contenuti della sala nel seminterrato: sarà dedicata ai reperti archeologici presenti nel nostro territorio. Questa intenzione dimostra che l’interesse dell’iniziativa è rivolto a tutto ENEGO La Piana di Marcesina scenario ideale per girare un film western Ad ottobre le riprese della pellicola diretta dal vicentino Stefano Pozzan che sarà probabilmente intitolata “Il grande sole rosso”. Il regista: “Impressionante la somiglianza con la Virginia del 1850” Il Inizieranno ad ottobre a Marcesina di Enego, le riprese del nuovo film del regista vicentino Stefano Pozzan. Si tratta di un western intitolato, molto probabilmente “Il grande sole rosso” e parlerà del rapporto padre e figlio, di intolleranza e razzismo, di pregiudizi e incomprensioni. “Un sogno che avevo da tanto nel cassetto – afferma il regista - un film western ambientato nell’altopiano di Asiago. Alla Mostra del Cinema di Venezia, lo scorso anno, avevo potuto parlare anche con Aurelio De Laurentis che mi ha dato consigli utili perché questo film si potesse realizzare”. Intorno al progetto per questa pellicola si sono riuniti diversi piccoli produttori cinematografici che hanno voluto collaborare per rendere realtà uno dei primissimi western girati in Veneto. “A Marcesina gireremo tutti gli esterni – regista Stefano Pozzan spiega Pozzan - mentre gli interni saranno costruiti a Cinecittà a Roma. E’ davvero impressionante la somiglianza tra il panorama dell’altopiano di Asiago e quello della Virginia del 1850". “Il grande sole rosso” narrerà la storia di un figlio che ritorna al paese natale per l’omicidio del padre. Tornando in città vivrà dei flashback che ripercorrono il rapporto conflittuale con la figura paterna, sfociato nell’abbandono del figlio per assecondare un amore scomodo con una ragazza indiana”. Un genere che Pozzan ha voglia di rivisitare secondo i propri canoni. “Vorrei rivoluzionare il western sia come estetica che come trama - continua il regista - non ci saranno deserti ma strade infangate, non mancheranno i duelli ma saranno più verbali”. Sulla piana di Marcesina, per le riprese, dovranno arrivare almeno trenta cavalli, oltre al cast, alla troupe e agli stuntman. In più per la scena dell’assalto al forte serviranno diversi cannoni. Il cast è in via di completamento ma i nomi principali sono ancora top secret. Come sempre, affianco agli attori professionisti ci saranno volti della strada. “Vorrei presentare il film alla Mostra del Cinema dell’anno prossimo - confessa Pozzan - intanto a breve faremo dei casting nel vicentino. La protagonista femminile, Erika Pasquali l’ho trovata passeggiando al mercato di Marostica”. La Protezione Civile si esercita ad Enego Dopo una due giorni di formazione teorica a Veggiano (Pd), 150 volontari della Protezione civile dei distretti dell’Altopiano dei Sette Comuni e di Padova Ovest, insieme ad altri 80 iscritti al progetto internazionale Skipass, saranno impegnati, sabato 17 e domenica 18 settembre, in esercitazioni pratiche ad Enego. L’obiettivo di questa iniziativa, che rientra nel progetto a carattere europeo, è quello di avere una protezione civile sempre più coordinata e professionale per gestire le emergenze, in questo caso particolare quelle montane, e diffondere quindi una serie di procedure condivise in grado di realizzare un “sistema di gestione manageriale dei disastri”. L’ambiente esercitativo eneghese si estende su 40 kmq, con quota slm dai 213 m. ai 1650 metri, e coinvolge tipologie di territorio come il fiume Brenta, zone prative e boschive e sentieri di roccia. Interventi forestali, ricerca di persone scomparse, laser navigation, pratiche di soccorso alpino, sala operativa per le emergenze, sistema di controllo E.P.C. multicottero, sono solo alcuni dei test a cui saranno sottoposti i partecipanti sotto la visione attenta di personale esperto e del responsabile del progetto e tecnico, nonché sindaco di Eengo, Igor Rodeghiero. La Protezione Civile è fatta in buona parte dall’impegno e dalla dedizione di tanti volontari ma, di fronte al numero sempre maggiore di catastrofi naturali che colpiscono la terra, è cruciale una preparazione adeguata. Per questo la Regione del Veneto con l’Assessore alla Protezione Civile Daniele Stival e l’Ing. Roberto Tonellato, Dirigente Unità di Progetto di Protezione Civile della Regione Veneto, hanno deciso di aderire al progetto Skipass: perché attraverso studi, comparazioni con esperti di altri Paesi europei e simulazioni sul campo, che coinvolgano amministratori tecnici e volontari, le procedure di emergenza siano tempestive ed efficaci. l’Altopiano, partendo dal Bostel di Rotzo per arrivare sino all’area di Val Lastari e Marcesina. Successivamente, il professor Armando De Guio dell’Università di Padova ha sottolineato la provenienza dei reperti che andranno a costituire la sala della protostoria: il Bostel e la Longalaita di Rotzo e il Corgnon di Lusiana. Carlo Bressan, direttore del Museo, ha sottolineato le tappe fondamentali della formazione di questa struttura, sottolineando anzitutto l’importante contributo della Fondazione Cariverona, specialmente nel restauro dell’immobile, ribadendo l’importanza del Museo e del sito archeologico come presenza viva e valorizzante nel territorio. Il secondo intervento presentato lo scorso 20 agosto riguardava il restauro della “Casetta A”, risalente al I millennio a. C. e per la quale si era reso necessario un intervento di manutenzione, reso possibile, come ci ha spiegato Bressan, grazie all’intervento della Regione Veneto e all’apporto del Comune di Rotzo e della Comunità Montana. Scopo del restauro, come si è detto, è stato quello di risistemare un’area ai fini di renderla viva, sia a scopo turistico che didattico. Distrutto dai Romani, il villaggio fu rinvenuto nel 1969 dall’archeologo Frescura; la prima casetta che fu ritrovata era proprio la A, un’abitazione di cinque metri per quattro le cui mura perimetrali erano rimaste praticamente intatte. Successivamente, lo scavo fu coperto per qualche anno, per essere ri- portato alla luce solo nel 1993 dagli archeologi dell’Università di Padova. Accanto a questa prima casetta, vicino a una trincea della Grande Guerra, furono ben presto rilevate delle mura fortificate e, successivamente, altri due edifici un po’ più ampi, l’uno adibito alla fabbricazione di ceramiche e l’altro costruito a scopo di abitazione. Si è rivelato interessante notare anche i reperti rinvenuti in questi due nuovi siti: da un lato ceramiche impreziosite da vere e proprie iscrizioni, dall’altro la presenza di vasi di terracotta e di lingotti d’oro, oltre che di una chiave di ferro e osso poste all’ingresso. Questi dettagli sono tutt’altro che superflui, non solo dal punto di vista della ricerca, ma anche per capire l’importanza di questo sito archeologico, che avvicina secoli e secoli di storia, immergendoci in una strabiliante attualità. Martina Rossi 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 18 FOZA A Foza da tutto il mondo per le Feste quinquennali dell’Assunta Rinnovato il voto con 2500 partecipanti. Portata in processione l’originale statua in legno Domenica 21 agosto la comunità di Foza ha rinnovato il suo voto quinquennale a Maria Assunta, con la presenza di circa 2500 persone alzatesi di buon mattino per partecipare alla cerimonia, cominciata alle ore 6.30 con la celebrazione di una prima messa nella chiesa parrocchiale dedicata alla Vergine. All’uscita dalla chiesa il folto gruppo di partecipanti, guidato dai sacerdoti e dai “cappati” che trasportavano vessilli sacri, si è diretto in processione lungo il colle centrale del paese. Quest’anno è stata portata in processione l’originale statua in legno del XIV sec., venerata nell’Alto Vicentino già da secoli prima del voto e scolpita da un autore anonimo: ciò non succedeva dal 1926, poiché a partire dal 1931 fu stabilito l’impiego di una più recen- te scultura. La statua della Madonna è stata trasportata, come da tradizione, dalle ragazze nubili vestite di bianco, coadiuvate dai giovani del paese. Facevano parte del gruppo di testa anche alcuni rappresentanti del mondo della pastorizia, elemento fondamentale dell’economia locale all’epoca in cui ebbe ori- gine la festa votiva, tant’è che era rinomata la pecora “Foza”, recentemente riselezionata. Sotto il caldo sole di quella bellissima domenica il corteo ha raggiunto, dopo circa un’ora di cammino, la chiesetta di San Francesco, davanti alla quale è stata celebrata una seconda Messa. Va altresì fatto notare che in 175 anni di storia non è mai caduta la pioggia a Foza durante la processione, nemmeno quando stava piovendo nelle contrade e paesi vicini. Lungo la strada che porta dalla piazza del paese fino alla chiesetta di San Francesco è stato possibile per tutti ammirare gli archi votivi, costruiti in legno ricoperto da rami di pino, le cosiddette “dase”, e rappresentanti le contrade, a ciascuna delle quali viene assegnato un punto prestabilito dove erigere l’opera lignea. La processione ha successivamente ripercorso il cammino verso il centro di Foza, dove i fedeli sono stati nuovamente accolti nella chiesa di Santa Maria Assunta per una terza funzione, celebrata questa volta dal vescovo della diocesi di Padova, monsignor Mattiazzo. Prima della Grande Guerra si camminava sino all’estremità del promontorio sul quale sorgono Foza e alcune sue contrade; si giungeva infatti alla località attualmente conosciuta come “Croce”, da cui si domina la Val Brenta, in quanto lì era allora situato l’eremo di San Francesco. La chiesetta venne ricostruita dopo i bombardamenti del 1915-18 nella sua attuale sede, diverse decine di metri più indietro rispetto alla collocazione originale. Questa decisione tuttavia provocò non poche polemiche tra il parroco di allora e i capifamiglia, che non vedevano di buon occhio tale cambiamento. La celebrazione delle feste quinquennali in onore dell’Assunta patrona di Foza rappresenta per tutti i partecipanti un momento di aggregazione che riporta alla condivisione di sentimenti, tradizioni e valori mai dimenticati. La grande festa votiva celebrata a cadenza quinquennale è arrivata quest’anno alla 35ª edizione ed ha riunito ancora una Da ritagliare e presentare al bar volta i paesani tornati a casa da molte zone del mondo. La maggior parte dei circa 2500 presenti era infatti rappresentata dai figli di quell’emigrazione che, nel corso dei decenni, ha costretto molte famiglie a lasciare il paese in cerca di miglior fortuna, sia in Italia che in Europa ma anche in paesi lontanissimi come l’Australia, la Nuova Zelanda, il Brasile, il Venezuela, gli Stati Uniti, il Canada. Gabriele Menegatti 8 Sabato 17 settembre 2011 FOZA 19 Una lunga storia, cominciata nel 1837, dai significati profondi che vanno rinsaldati La prima processione avvenne il giorno 10 settembre 1837, un anno dopo il voto fatto alla Vergine, in un’epoca in cui in tutto l’Altopiano dei Sette Comuni si parlava la lingua cimbra e in cui nella chiesa e nella popolazione di Foza era ancora viva la memoria del legame con il monastero benedettino di Campese. Il voto fu istituito sotto l’onda emotiva del pericolo rappresentato da un’epidemia di colera con la conseguente decisione dei capi famiglia e del parroco don Marco Faganello di affidarsi alla protezione della Madonna. Si dice che in seguito a questo atto di fede nessun “fodato” morì più per il colera e di conseguenza la tradizione venne mantenuta e rinnovata, con l’eccezione del 1916, a causa della prima guerra mondiale. Nel 1921 vi erano ancora i marcati segni del conflitto, al punto che, come raccontano le cronache di allora, vi era ancora una baracca laddove si sarebbe poi costruita la chiesa parrocchiale. Nel corso dei decenni la manifestazione di fede ha assunto un significato sempre più profondo estendendo il suo valore da quello puramente religioso al senso di attaccamento alle radici di famiglia. Il voto unanimemente espresso di onorare Maria Assunta in forma solenne nella ricorrenza quinquennale mobilita e coinvolge l’intero paese, inteso non solo come territorialità ma soprattutto come appartenenza di sangue e legame affettivo. Ciò coinvolge anche chi non è fisicamente presente per l’avveniRicordo molto bene la “gita” a Foza per la 23esima Grande Processione del 19 agosto 1951. La sveglia alle 4:30 del mattino, una breve colazione e via, la doccia “collettiva” l’avevo fatta la sera prima in cucina nel mastello grande insieme a mio fratello e a mia sorella: una bella insaponata ed una sciacquata finale da togliere il respiro con l’acqua rimasta. Eravamo entusiasti di andare a Foza con la mamma e la nonna, naturalmente a piedi. Da Stoccareddo siamo scesi quasi di corsa, alla luce di una mezza luna, fino al Santuario del Buso per poi salire lungo il sentiero che s’inerpicava appena dopo il campanile su fino a Costalta, intanto albeggiava. Bisognava arrivare a Foza prima dell’uscita della Madonna dalla Chiesa. La mamma e la nonna intanto finivano il secondo rosario; l’ansia (adesso si dice adrenalina) per me di 6 anni, alla prima importante “uscita”, era al massimo. Indimenticabile il magnifico suono delle campane a festa per la Messa delle 6,30. Verso le 7 arriviamo in paese: siamo in tanti, quasi una processione; chi arrivava da Gallio, chi da Asiago, chi da Lusiana, chi dalla Riviera (Roana, ecc.). Con difficoltà riusciamo ad entrare in una piazza già stracolma (la cronaca di allora parla di quattro mila fedeli) in attesa della Madonna. Naturale è lo stupore mio e dei miei fratelli. Non si possono dimenticare le preghiere, i canti, la banda (di Cogollo del Cengio) che guida il ritmo della processione preceduta da numerosi “capati” e gli l’Altopiano mento. E’ proprio per questo che, a distanza di tanti anni, rimane viva la partecipazione degli emigranti a questa tradizione locale che viene ricordata e celebrata dai “fodati” nei rispettivi paesi. Non è sicuramente un caso se nella lontana Australia le donne originarie di Foza si ritrovano per celebrare idealmente Due giornate speciali stendardi delle varie associazioni e confraternite. Finalmente arriva Lei bellissima sorretta dalle ragazze vestite di bianco. Un’estasi! Credo non causata dalla presenza del Ministro-Vice presidente del Consiglio di allora On. Piccioni presente assieme al Prefetto di Vicenza. Ricordo inoltre che terminata la processione di ritorno, ci siamo seduti in un prato vicino la strada con vista su Stocarè per gustare l’altrettanto desiderata colazione con pane e mortadella e cipolline, il salame di casa era già terminato con la fienagione. Un pezzo di dolce cotto sotto la cenere la sera prima dalla mamma terrena ed un’aranciata chiude un “pranzo” indimenticabile. Dopo sessant’anni, domenica 21 agosto scorso, mia moglie ed io decidiamo di recarci a Foza per riassaporare le Feste Quinquennali giunte alla 35esima edizione, anche per ripetere, da nonno, quella esperienza mai dimenticata. Oh, Dio! Sono già passati 60 anni. Ci alziamo alle 6.00; l’auto la parcheggiamo presso la contrada Labental, così da simulare l’arrivo in piazza a Foza a piedi. Anche stavolta le campane suonano a festa, la piazza è meno gremita di sessant’anni fa ma lo spirito che ti pervade in attesa dell’uscita della Madonna è lo stesso. La banda c’è come allora, in più ci sono gli Alpini per il servizio d’ordine, i Forestali a cavallo che precedono la processione, tutti pronti; finalmente si aprono le porte della Chiesa ed “appare” Lei, accolta da un lungo ed intenso applauso. Ci inseriamo nella processione solenne, sistemati come da tradizione in due file ai lati della strada, si prega guidati dal parroco Don Valentino Miotto ver- so la chiesetta di S.Francesco. La processione ha qualche rallentamento dovuto al passaggio sotto i magnifici archi che si susseguono lungo tutto il percorso, archi costruiti con maestria, quasi una gara d’idee fra le 30 contrade di Foza. E’ bello vedere con quale impegno le ragazze bianco vestite si sforzino anche fisicamente a portare la Madonna. Questo è un impegno che le donne di Foza si sono assunte fin dalla prima processione del 1837. Commovente la Messa sul colle di S. Francesco sul palco altare rivolto verso nord, in ideale collegamento, anche visivo, alla Chiesa Madre. La celebrazione è officiata da don Alessandro Omizzolo, nativo di Foza e concelebrata da don Tiziano Cappellari già parroco di Foza. Don Tiziano nell’omelia ci sprona ad essere più coraggiosi nel testimoniare l’amore alla Madonna prendendo esempio dai nostri avi. Loro non ebbero nessun dubbio ad affidarsi completamente alla Mamma Celeste sicuri di essere esauditi. I “fodati” sono stati preservati dalla terribile peste perché grande era la fede nella loro “antica” Madonna. Verso le ore 11:00 la processione finisce con la ricollocazione della Madonna in chiesa dove il vescovo di Padova mons. Mattiazzo chiude, con la Messa Solenne, l’intensa giornata di fede. Tutto è stato spiritualmente commovente, come succede quando si visitano i luoghi dove la Madonna è apparsa siano essi Lourdes, Fatima o Medjugorje. Grazie gente di Foza! Amerigo Baù gli antichi voti aggrappate nostalgicamente alla loro chiesa e all’antica statua di legno raffigurante la Madonna. Anche nella chiesa di Foza, recentemente affrescata, non manca, per volontà dell’attuale parroco don Valentino, una rappresentazione altrettanto forte dell’emigrante carico del dolore e della nostalgia di dover lasciare persone e luoghi amati per portarsi in terre straniere. Questo forte legame dell’emigrante si manifestava attraverso le comunicazioni inviate a Foza, soprattutto quando si avvicinavano le celebrazioni della festa dell’Assunta ed arrivava la comunicazione del bollettino parrocchiale, fonte di letizia e di informazioni. In questa occasione il pensiero dell’emigrante si rivolgeva più intensamente al proprio paese ed alle sue tradizioni. Le testimonianze di fede degli emigranti, anche se le difficoltà economiche spesso consentivano loro soltanto una misera offerta, sono rappresentate da centinaia di scritti spediti al parroco di Foza e conservati nell’archivio parrocchiale di Foza: arrivavano da ogni parte del mondo, unite a struggenti lettere cariche di nostalgia e affetto, le offerte in dollari, scellini, sterline, franchi, marchi, pesos e altre monete ancora. Questa unione con la gente di Foza sparsa in tutto il mondo veniva continuamente espressa e rinnovata e oggigiorno, con i mezzi attuali, in primis internet, tale legame deve essere rafforzato. Per dare un senso a tutto ciò è auspicabile la creazione di un comitato permanente, formato da persone del paese e persone che amano il paese, creando nuovi stimoli, pure per coloro che vi abitano, e raccogliendo idee provenienti anche da chi vive lontano da Foza ma che, utilizzando gli strumenti che la tecnologia moderna ha messo a nostra disposizione, può dare il suo contributo in maniera costruttiva. Molte sono le cose da fare, a cominciare dal restauro dell’antica statua in legno rappresentante la Vergine Assunta. Da pochi anni è stata recuperata la tradizione dei “cappati” e andrebbero recuperate altre usanze antiche: un tempo, ad esempio, si faceva a gara per illuminare le abitazioni e luoghi come il Col dei Carpenedi e il Capon splendevano la sera, rischiarati da numerosi fuochi. Un comitato sarebbe utile anche per diffondere la conoscenza e la storia del paese presso le nuove generazioni, sia quelle locali, sia quelle che discendono dai nostri emigranti. Solo in questo modo potranno essere rinsaldati e coltivati l’affetto e l’attaccamento alle radici, infondendo uno spirito nuovo ma al tempo stesso legato alla tradizione e alla fede. Gabriele Menegatti 8 l’Altopiano Sabato 17 settembre 2011 20 MUSICA E SPETTACOLI “Il Canto della terra”: trionfale accoglienza nel Duomo di Asiago per l’Opera Musicale di Giovanni Bonato Un grande trittico musicale, strumentale e vocale, composto dal musicista di Schio Giovanni Bonato, è stato commissionato da Roberto Brazzale e presentato nella serata culminante dell’Asiago Festival 2011. Un’opera in tre quadri, ispirati a tre testi significativi in lingua cimbra, appartenenti alla tradizione religiosa di Asiago. Un’opera che “è entrata nel cuore degli asiaghesi, raccontando con A Canove la 9^ rassegna teatrale Comune di Roana Ad ottobre il sabato sera fa rima con teatro Sarà la compagnia teatrale lusianese “Lampo a piedi”, al debutto in quel di Canove, ad aprire la sera del 1° ottobre con la commedia “Tutta colpa de ‘na busia” la 9^ Rassegna teatrale Comune di Roana, che si tiene presso la sala del cinema teatro parrocchiale. Quattro date nei sabato di ottobre dall’1 al 22, per un appuntamento che quest’anno dà largo spazio alle compagnie locali: tre su quattro dei gruppi che proporranno gli spettacoli sono infatti altopianesi. L’8 ottobre sarà la Compagnia del Filò di Treschè Conca, anche questa per la prima volta presente nel cartello della rassegna, a presentare lo spettacolo “Ocio al Batocio”, con testi e regia propria. Unico gruppo “foresto”, la Compagnia di prosa Montebello di Teolo – Bresseo- Treponti che il 15 ottobre porterà in scena la commedia brillante in tre atti di Oscar Wulten “1X2”. Ultimo appuntamento il 22 ottobre con I Lacharen di Roana che proporranno “Imbambolai par le bambole”, testi e regia propri. Come sempre sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento alla rassegna al costo di 30 euro per i quattro spettacoli, il cui ingresso singolo costa invece 10 euro. Il ricavato della rassegna sarà devoluto in beneficenza. Qualche parola di presentazione per la compagnia che dà il via all’appuntamento: il gruppo “Lampo a piedi”di Lusiana ha preso vita nel lontano 1944, durante la 2^ guerra mondiale quando alcuni giovani si riunivano ed esibivano nei locali sotto la canonica nelle serate di coprifuoco. Successivamente la compagnia si dilettava in commedie e operette su vari palcoscenici, come quelli dell’Arena di Montemerlo, di Pove del Grappa, Valstagna, Thiene e tutto l’Altopiano. Fu a Conco, in occasione di una di queste recite, che accadde un episodio che diede origine al nome del gruppo: un paio di ore prima dello spettacolo ci si accorse che nessuno degli attori aveva portato con sé un copione. Toni Oci, un componente della compagnia di allora, riuscì prendendo delle scorciatoie a presentarsi al regista con il copione in mano solo un quarto d’ora prima dello spettacolo e questi, stupito, gli disse “Sei un lampo!”. “Sì, ma a piedi!”, fu la risposta dell’attore che non aveva avuto neppure a disposizione una bicicletta. Successivamente la compagnia teatrale si allargò alla presenza femminile, con la prima commedia mista “La veste rossa”. Tutte le commedie presentate ad oggi sono state scritte da componenti della compagnia rifacendosi a usi e dialetti vicentini. Lo spettacolo che verrà presentato a Canove, ambientato prima a Lusiana e poi a Venezia, racconta delle avventure amorose di alcuni sconsiderati dongiovanni dell’Altopiano, convinti di non invecchiare mai e desiderosi di una vita un po’ piccantina, che per questo si inventano una serie di bugie a danno delle proprie famiglie.Alla fine tutto si risolverà per il meglio, come potrà scoprire il pubblico la sera del 1° ottobre a Canove. Silvana Bortoli La compagnia “Lampo a piedi” in scena Concluse le attività estive dell’Associazione Artemusica di Roana, è quindi il momento dei bilanci e delle considerazioni. E’ stata una stagione ricca di appuntamenti e decisamente complessa, che ha visto i membri dell’Associazione impegnati nell’organizzazione e nella realizzazione di concerti, master classes e spettacoli di vario genere. Gli appuntamenti proposti al pubblico di villeggianti e residenti hanno visto un’alternanza di generi e tematiche: dalla musica kletzmer ai brani classici, dagli spettacoli circensi ed equestri alla letteratura e all’epica tradizionale. Nel corso di questi ultimi anni, infatti, le attività organizzate da Artemusica sono divenute sempre più numerose e articolate e si suoni, emozioni, timbri e dinamiche musicali la loro terra. Il trittico si è aperto con “In armakot un Vriise” (In povertà e freddo), un brano per viola solista, coro ed orchestra. Il testo è tratto dal canto di Natale “Darnach”, documentato nel 1500 in una Visita Pastorale del Vescovo di Padova ad Asiago. Esso parla della povertà e del freddo nella stalla di Betlemme, ma anche della povertà e delle immense sofferenze patite in passato da tante generazioni ad Asiago e sull’altopiano. L’Accademia Musicale di Schio diretta da Filippo Maria Bressan ha fatto sentire con forza i momenti maggiormente evocativi, accompagnata dall’orchestra impegnata in effetti sonori particolarmente suggestivi (come il canto del Cuculo…). Musica descrittiva, poetica, carica spesso di raffinate risonanze che danno imprevisti e impensabili sviluppi a temi e a modi della tradizione. Il secondo affresco si è rifatto a un canto di Pentecoste scritto ad Asiago nel 1700, “Dar Gaist ist hoite kemmet” (Lo Spirito è oggi venuto). Un affresco pieno di primavera in cui viene esaltato il miracolo della natura, rapportato al miracolo della discesa dello Spirito Santo che scende a rinnovare il mondo. Un pezzo per violoncello (solista Jiulius Berger), coro e orchestra , che ha vinto il primo premio al concorso internazionale Reina Sofia di Spagna, con esiti di valore di primo piano nel panorama della musica contempo- Giovanni Bonato ranea. Straordinari i cantori dei tre complessi corali (Coenobium Vocale, Laetetur Cor, Ensamble la Rose), che disposti lungo le navate del duomo hanno cantato, recitato, sussurrato i testi cimbri e hanno imitato i rumori degli animali e della natura, in una dimensione di nuova musica spaziale. Un timbro intensamente coinvolgente ha incantato il pubblico che gremiva il duomo con il terzo quadro dal titolo “Slegar” (Asiaghesi), ispirato al canto pasquale “Maria de bil tzarte “, (Maria infinitamente dolce), documentato anch’esso negli atti di una Visita Pastorale ad Asiago nel 1500. E’ il canto che Mario Rigoni Stern nel suo libro L’anno della Vittoria, ricorda che fu cantato nella Pasqua 1919 tra le macerie del centro di Asiago, sentito come segno di risurrezione e di speranza. La nuova elaborazione dell’antico canto compiuta da Giovanni Bonato è stata salutata come possibilità di resurrezione e di speranza per conservare e rinnovare l’antica tradizione secondo i Chiusa la ricca stagione di Artemusica Un totale di 25 appuntamenti: 17 concerti, 4 corsi di perfezionamento per giovani talenti più gli incontri dedicati all’arte e alle letteratura sono rivolte a più generi artistici: alla musica classica si sono aggiunte, di volta in volta, le arti figurative, la danza, il teatro, la letteratura, le acrobazie equestri e circensi. Iniziata nell’ambito del festival cimbro Hoga Zait, la stagione concertistica di Artemusica si è conclusa a fine agosto dopo aver proposto 17 concerti e 4 corsi di perfezionamento per giovani talenti che hanno trovato modo di raffinare la loro tecnica ed il loro stile interpretativo, all’interno di un contesto familiare ma allo stesso tempo decisamente stimolante. Si è rinnovato il suc- cesso dei “Martedì dell’arte” realizzati da Davide Apolloni mentre alla letteratura è stato riservato lo spazio della Piccola merenda letteraria e dell’”Aperitivo d’autore” che ha avuto come protagonista Umberto Matino con “L’ultima anguana”. Eventi del tutto speciali e, bisogna dirlo, spettacolari, sono stati il pomeriggio di acrobazie equestri realizzato dai cavalieri di Erick Ranch e lo spettacolo “Parole dipinte: le donne, i cavalieri, l’arme e gli amori” ispirato all’”Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto prodotto interamente da Artemusica. Meno fortunato, invece, “Il sentiero dei miti perduti”, spettacolo realizzato da Artemusica assieme alla compagnia di circo contemporaneo Norwegianfood, annullato a causa del maltempo ma magistralmente sostituito da una esibizione di acrobazie e giocoleria che ha incantato grandi e piccoli. Ad arricchire ulteriormente un programma già fitto, si è poi presentata l’occasione di inaugurare il restauro di un antico pianoforte. Durante la serata “Suoni ritrovati: dal restauro di un antico pianoforte” del 18 agosto scorso il protagonista è stato il pianoforte di marca Gaveau di proprietà della parrocchia di Roana. Questa gloriosa fabbrica francese, attiva dal 1847 fino agli anni ´80 del 1900, ha prodotto strumenti di alta qualità e di rara raffinatezza, rifiniti quasi sempre con legnami esotici di pregio. Il pianoforte della parrocchia, con mobile in pregiato palissandro brasiliano, è dell´anno 1921 ed è stato oggetto di un restauro integrale, riguardante la parte fonica, meccanica ed estetica. Il restauro è stato eseguito con grande maestria e passione da Stefano Rogledi, tecnico ac- modi e le esigenze dei nostri tempi. Tra i versi in lingua cimbra del canto pasquale si sono inserite le Litanie della Grande Rogazione, cantate con le loro arcaiche modulazioni da due cori di Asiago disposti sull’altare maggiore del duomo. Le litanie della Grande Rogazione sembravano diventare il Canto della Terra, Dar Gasang bon dar Earden, il canto che accompagna Asiago lungo tutti i giorni della sua vita. Un insieme di voci, di suoni (con nuovi strumenti), di rumori (vento, campane…) che hanno creato una commozione profonda e un nodo alla gola non solo nei numerosi Slegar presenti, ma anche in molti partecipanti a questa serata indimenticabile. Applausi fragorosi e consensi unanimi per i concertisti, per i cori, per gli organizzatori e particolarmente per il compositore Giovanni Bonato, così qualificato nella sua competenza musicale e insieme così intimamente vicino alla tradizione di Asiago e dell’altopiano. Sergio Bonato cordatore-restauratore di pianoforti di Pavia, che ha potuto portare a termine la delicata opera di restauro e conservazione grazie all’intervento e alla sensibilità di un anonimo benefattore che ha finanziato l’intera operazione. Alla fine di una stagione così ricca ed impegnativa (in totale 25 appuntamenti), non resta dunque che ringraziare quanti l’hanno resa possibile, in particolare l’Amministrazione comunale e la Parrocchia di Roana, assieme al pubblico che continua a dimostrare di apprezzare le proposte culturali di Artemusica. Si segnala infine che, al consueto sito www.artemusicaroana.it si aggiunge, a partire da quest’anno, il sito dedicato all’arte www.imartedidellarte.it. Nicoletta Manfrin 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 21 LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA Emozioni e sentimenti: una parte di noi indispensabile per vivere pienamente Provare emozioni fa parte della nostra esperienza quotidiana. Anche in questo momento, nel leggere l’articolo, state provando una qualche forma di emozione, anche se blanda o non consapevole. Non si può, infatti, non provare emozioni, perché siamo fatti per reagire a qualunque stimolo si presenti alla nostra coscienza, nel bene o nel male. Capita a volte di percepire solo la conseguenza dell’alterazione psicofisiologica, come il sintomo somatico (ad es. il classico “groppo in gola”), non riconoscendo l’emozione che sta dietro. Nell’affrontare questo brano, ogni parola stimola il vostro cervello a creare significati e ciò provoca un’alterazione a livello psichico e somatico dopo che avete “inquadrato” la situazione. Se vi dico “esame”, “incidente”, “mare”, in un lampo il cervello si sintonizza su diverse tonalità emotive catapultandovi nell’immaginazione di situazioni o pensieri evocati dalle parole. La risposta emotiva, se congrua con lo stimolo e di intensità adeguata, ci aiuta a monitorare il delicato equilibrio tra interno ed esterno, dando senso all’esperienza psichica. Chi non prova emozioni rischia grosso! Gli stati psico-fisiologici rapidi e contingenti che chiamiamo emozioni sono accompagnati da sensazioni più tenui ma continuative e di sottofondo che costituiscono il tono umorale e i sentimenti (potremmo esplorarli chiedendoci come stiamo in questo periodo). Tutte queste componenti si fondono nel nostro vivere quotidiano facendoci sperimentare una complessa alchimia di sensazioni ed emozioni che si mescolano e costituiscono il variopinto flusso di coscienza. Potremmo ad esempio essere felici per le ferie che si avvicinano, contemporaneamente essere preoccupati per l’esito degli esami del Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] sangue e arrabbiati per uno screzio con il vicino di casa. Gli studiosi dicono che le emozioni servono a farci sopravvivere. Ci danno il carburante per combattere il nemico o “volare” via per evitarlo (si parla del modello fight or flight). La spinta motivazionale delle emozioni ci fa agire. Se fossimo senza emozioni o se provassimo solo sensazioni negative di scoramento e d’incapacità, perderemmo tutto il potere d’azione. Ciò accade ad esempio nella depressione. La componente biologica dello stato umorale è molto importante. Pensate che le espressioni facciali e i correlati fisiologici delle emozioni di base sembrano essere universali. Gioia, rabbia, tristezza, paura, disgusto e sorpresa (c’è chi aggiunge l’aspettativa e la fiducia) sono dei “pacchetti” di reazione agli stimoli interni (ad es. un ricordo) ed esterni (un film) comuni a tutte le culture e agli animali più evoluti. La capacità di provare emozioni origina dalla parte più primitiva e antica del sistema nervoso (il sistema limbico). Lo sviluppo della parte “moderna” del cervello (la neocorteccia) ha conferito all’essere umano capacità prima impensabili. In primis la capacità di comunicare e di relazionarsi con i propri simili con livelli di sofisticazione impensabili all’uomo primitivo. L’aspetto culturale (e linguistico) ha finito per predominare su quello biologico conferendo nuovi ruoli all’intelligenza emotiva, per dirla con Goleman. Innanzitutto l’emozione influenza le funzioni mentali, talvolta potenziandone le capacità e talvolta compromettendole (pensate alla facilità di rievocare un ricordo coinvolgente come il primo bacio o alla difficoltà di ricordare e di parlare se fortemente impauriti come durante un esame). Inoltre, l’emozione ha anche una fondamentale funzione sociale. Essa coadiuva la comunicazione analogica, non verbale, cioè priva del linguaggio. Il tono della voce, l’atteggiamento espressivo del volto e del corpo, la postura, accompagnano la parola informando l’interlocutore attraverso la modulazione emotiva, che non mente mai. Molti esperimenti ci dicono ad esempio che non possiamo simulare un’emozione perché non siamo in grado di ricrearla “artificialmente” controllando il corpo. La funzione espressiva dell’emozione è fondamentale per entrare in contatto con gli altri e vivere una completa esperienza interpersonale. Ciò vale anche nel rapporto con se stessi. L’informazione veicolata dall’emozione funge da “feedback”, un segnale retroattivo che ci aiuta a capire cosa sta succedendo dentro di noi e ci fornisce elementi di autoregolazione. Pensate che mimare espressioni facciali di gioia o di paura modifica le funzioni vitali quali la pressione e la frequenza cardiaca! Le sensa- zioni provate durante la mimica facciale evocano stati emotivi percepiti come reali. Siamo quindi distanti anni luce dall’idea che le emozioni sono solo “sfoghi” del corpo, manifestazioni che muovono dal “dentro al fuori” come direbbe l’etimologia (ex – moveo). Senz’altro è ancor valida l’idea che la mancanza di espressione delle emozioni o l’incapacità di percepirle (alessitimia) crea un disequilibrio che può pre- giudicare il benessere psicosomatico dell’individuo. D’altro canto, anche le manifestazioni francamente eccessive (ad esempio di rabbia o impulsività) sono segno di una non integrazione del proprio sistema mente – corpo. Al di là dei franchi deficit di attivazione somatica (“iper” o “ipo” che siano), per star bene con noi stessi è importante imparare a riconoscere le diverse sfumature emotive di cui siamo protagonisti, affinare la capacità introspettiva e trovare modalità adeguate di espressione delle stesse. Si tratta di acquisire vere e proprie competenze, ovvero di diventare esperti in emozioni proprie e altrui. In fin dei conti, noi siamo quello che…sentiamo! L’AVVOCATO RISPONDE LA REINTRODUZIONE DEI TICKET SANITARI Il Decreto Legge n. 98 del 2011, in sede di conversione nella legge n. 111 del 2011, ha ripristinato il ticket sanitario di 10 euro sulle visite specialistiche, che già era stato introdotto nel 2007 e poi abolito nel 2008. Lo stesso decreto conferma il ticket di 25 euro applicabile ai codici bianchi per le visite in pronto soccorso, come anche la possibilità per le Regioni di decidere autonomamente se applicarlo o meno, nonché di prevedere ticket propri, come quello sui farmaci. Le polemiche e la confusione conseguenti a questa reintroduzione del ticket sanitario sono dovute al fatto che, a prescindere da considerazioni sul merito della scelta politica ed al di là di quanto prevedono le normative nazionali, i ticket sanitari vengono in realtà gestiti a livello regionale e, pertanto, ogni Regione, con norme proprie, può prevedere costi diversi o diverse applicazioni dello stesso. Per far maggiore chiarezza sulla novità giuridica introdotta occorre aver presente che esistono tre tipi di ticket: quello sui farmaci, quello sulle prestazioni di pronto soccorso e quello sulle prestazioni specialistiche ed analisi ambulatoriali. Il ticket sui farmaci è di esclusiva competenza regionale. La legge nazionale si limita a permettere alle Regioni di prevedere misure mirate al contenimento della spesa farmaceutica per aumentare le entrate di bilancio ed ad indicare su quali categorie di farmaci può gravare il ticket, ovvero: sui i farmaci di fascia A (medicinali essenziali e per le malattie croniche) le Regioni possono richiedere una compartecipazione alla spesa sanitaria a carico dei cittadini, con fasce di esenzioni decise dalla regione stessa; mentre i farmaci di fascia C (medicinali non considerati essenziali, che curano patologie minori o di lieve entità) possono essere gravati da un ticket deciso a livello regionale per il loro intero costo. La stessa classificazione vale per i farmaci equivalenti (o generici). Il ticket sulle prestazioni di Pronto Soccorso prevede, invece, che per le visite in pronto soccorso a cui non segue un ricovero ed a cui è stato assegnato un codice bianco (non critico, pazienti non urgenti) si preveda un ticket fisso di 25 euro, applicabile ai maggiori di 14 anni. Non tutte le regioni applicano questo ticket nella misura prevista dalla legge. Il ticket sulle prestazioni specialistiche (visite) ed analisi ambulatoriali, infine, è stato reintrodotto nella quota fissa di 10 euro sulle ricette delle visite specialistiche, a carico dei soggetti non esenti. Nonostante le voci di rimodulazione, per ora è questa la cifra che le Regioni sarebbero obbligate ad applicare. Sembrerebbe però che alcune Regioni si stiano opponendo a questa reintroduzione, considerata un’intromissione alla propria autonomia decisionale, preferendo l’applicazione di un ticket più leggero e progressivo rispetto al costo della prestazione. Per il momento la situazione è ancora piuttosto caotica, e ciò in considerazione del fatto che l’entrata in vigore della legge di riferimento è datata solamente 17 luglio ultimo scorso. Questo ticket, ad ogni buon conto, si va ad aggiungere a quello previsto per la fruizione delle prestazioni a carico del SSN (servizio sanitario nazionale), il cui importo massimo e’ di 36,15 euro. Rimangono valide, però, le esenzioni previste dalla legge e dalle normative locali per età e reddito; per i disoccupati, pensionati sociali e pensionati al minimo e i loro familiari a carico, con basso reddito; per i malati cronici e i cittadini affetti da malattie rare in possesso dell’attestato della Asl; e per gli invalidi civili, di guerra, per lavoro e per servizio. Sono inoltre sempre esenti da ticket: il test HIV eseguito in strutture pubbliche (che e’ anche anonimo); le visite periodiche, analisi ed accertamenti diagnostici per le donne in gravidanza; e le diagnosi precoci di alcuni tumori (mammografia biennale per le donne tra i 45 e i 69 anni, PAP test triennale per le donne tra i 25 e i 65 anni, colonscopia quinquennale per i cittadini di età superiore ai 45 anni). Avvocato Serena Baù I lettori che vogliano sottoporre domande su qualsiasi questione di carattere legale al nostro avvocato possono inviare una mail all’indirizzo [email protected] o scrivere a “L’avvocato risponde – Giornale Altopiano, Via Jacopo Scajaro, 23 36012 Asiago (Vi)” 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 22 Agli ordini di Tucker Migross al lavoro per preparare al meglio la stagione Mercoledì la Supercoppa, sabato il via al campionato di Cesare Pivotto Si lavora alla grande in casa Asiago, per gettare le migliori basi possibili alla preparazione che dovrà sostenere le ambizioni giallorosse di una stagione ormai alle porte. Nell’hockey d’estate sono arrivate note positive sul piano dei risultati ed indicazioni utili per coach Tucker, alle prese con un roster da reimpastare visti i numerosi avvicendamenti usciti dal mercato. Dicevamo della pre-season e dei relativi risultati. Dopo il doppio confronto ferragostano con l’Alleghe (4-3 a Corvara per gli agordini, 6-4 per i giallorossi all’Odegar), i Campioni d’Italia si sono assicurati il 20 agosto il “2° Trofeo Migross” di Boscochiesanuova, battendo l’Ev Bozen (2-0) e i Falchi Bosco (3-0). Nella trasferta ungherese del 3-4 settembre a Székesfehérvár per il “Memorial Gabor Ocskay”, la Migross ha prima battuto in semifinale i romeni del Miercurea Ciuc (42) ma è stata battuta in finale dai padroni di casa del Sapa Fehérvár AV 19 (1-7). Infine i giallorossi si sono aggiudicati la “Wurtharena Cup” di Egna disputata dal 9 all’11 settembre, battendo prima il Cortina (4-3) e poi i Wild Goose Egna (2-1 ai rigori). Questo il ruolino di marcia che poco o nulla ha da dire se non per quanto riguarda la squadra e le necessità di giocatori e tecnici di rodare condizioni, caratteristiche, qualità per elaborare il miglior “piano di battaglia” per una stagione che si presenta quanto mai intensa e che vedrà ancora una volta la formazione altopianese impegnata su ben 4 fronti: dalla Supercoppa Italiana al Campionato, dalla Coppa Italia alla Continental Cup, diventata quest’ultima pallino particolare ed obiettivo di primo livello da perseguire. Sul sito ufficiale della società l’allenatore John Tucker fa il sintetico punto della situazione “Possiamo dire che la pre-season potrebbe dividersi in due parti. Nella prima, ovvero nel torneo ungherese, pur avendo mostrato buone cose eravamo molto rimaneggiati: ci mancavano quattro giocatori chiave ed eravamo molto più indietro nelle preparazione rispetto a loro. Più positivo è stato il torneo di Egna dove, con il lineup quasi al completo, abbiamo affrontato squadre al nostro livello di preparazione. Comunque siamo ancora ben lontani dai livelli massimi che possiamo ottenere ma sono fiducioso che nei prossimi 2-3 mesi li raggiungeremo”. Settimana di lavoro intenso, come detto, quella passata, in attesa che si sblocchi la situazione burocratica relativa al passaporto di Pitton (così è almeno al momento in cui scriviamo) e che l’attaccante possa dunque aggregarsi alla sua nuova squadra. Ma dai prossimi giorni si entra nel vivo della stagione. Come noto mercoledì 21 a Brunico andrà in scena la Supercoppa Italiana, trofeo che il sodalizio di via Stazione ha già messo in bacheca nel 2003 ma che lo scorso anno ha dovuto consegnare nelle mani del Renon; quest’anno l’avversaria sarà il Val Pusteria in una sorta di rivincita degli altoatesini dopo la finale scudetto persa dopo sei intense e funamboliche gare. Anche la formazione Questo il calendario della regular season 2011-12 dei giallorossi: 1° girone di andata Sab. 24.09.11 ore Gio. 29.09.11 ore Sab. 01.10.11 ore Gio. 06.10.11 ore Sab. 08.10.11 ore Gio. 13.10.11 ore Sab. 15.10.11 ore Gio. 20.10.11 ore Sab. 22.10.11 ore Migross Asiago –Pontebba Vipiteno – Migross Asiago Migross Asiago – Valpellice Val di Fassa – Migross Asiago Migross Asiago – Renon Bolzano – Migross Asiago Migross Asiago – Cortina Val Pusteria – Migross Asiago Migross Asiago – Alleghe 1° girone di ritorno Mar. 25.10.11 ore 20.30 Pontebba – Migross Asiago Gio. 27.10.11 ore 20.30 Migross Asiago – Vipiteno Sab. 29.10.11 ore 20.30 Valpellice – Migross Asiago Gio. 03.11.11 ore 20.30 Migross Asiago – Val di Fassa Sab. 05.11.11 ore 20.30 Renon – Migross Asiago Mar. 15.11.11. ore 20.30 Migross Asiago – Val Pusteria (anticipo 17° turno per impegni Continental Cup) Gio. 17.11.11 ore 20.30 Migross Asiago – Bolzano Sab. 19.11.11 ore 20.30 Cortina – Migross Asiago Mar. 13.12.11 ore 20.30 Alleghe – Migross Asiago (posticipo 18° turno per impegni Continental Cup) 2° girone di andata Gio. 01.12.11 ore 20.30 Sab. 03.12.11 ore 20.30 Mar. 06.12.11 ore 20.30 Gio. 08.12.11 ore 20.30 Sab. 10.12.11 ore 20.30 Gio. 15.12.11 ore 20.30 Sab. 17.12.11 ore 20.30 Gio. 22.12.11 ore 20.30 Lun. 26.12.11 ore 20.30 Migross Asiago – Pontebba Vipiteno – Migross Asiago Migross Asiago – Valpellice Val di Fassa – Migross Asiago Migross Asiago – Renon Bolzano – Migross Asiago Migross Asiago – Cortina Val Pusteria – Migross Asiago Migross Asiago – Alleghe 2° girone di ritorno Mer. 28.12.11 ore 20.30 Ven. 30.12.11 ore 20.30 Mar. 03.01.12 ore 20.30 Gio. 05.01.12 ore 20.30 Sab. 07.01.12 ore 20.30 Gio. 12.01.12. ore 20.30 Sab. 14.01.12 ore 20.30 Gio. 26.01.12 ore 20.30 Sab. 28.01.12 ore 20.30 Pontebba – Migross Asiago Migross Asiago – Vipiteno Valpellice – Migross Asiago Migross Asiago – Val di Fassa Renon – Migross Asiago Migross Asiago – Bolzano Cortina – Migross Asiago Migross Asiago – Val Pusteria Alleghe – Migross Asiago pusterese, pur senza stravolgere lo spogliatoio, ha cambiato abbastanza, a partire dall’allenatore con Teppo Kivelä subentrato a Stefan Mair finito a Cortina; partiti Helfer, Sirianni, Desmet, Loyns, Pichler e Nikkilä, in casa altoatesina sono arrivati, per ora, Marek Posmyk, Giulio Scandella, David Ling e tre giovani come Daniel Glira, Likas Crepaz e Benno Obermair. Riprende l’attività del Sakura Karatè Club Stanno per riprendere le attività sportive del “Sakura Karatè Club” di Roana che, guidato da Antonello Pulga, cintura nera 3° Dan, si prepara ad una stagione densa di impegni. Ispirato alla pratica del Karatè tradizionale, il Sakura Karatè Club si propone di diffondere il karatè non solo come disciplina sportiva, ma anche come arte marziale basata sul rispetto dell’avversario e sull’autocontrollo. Le attività si svolgeranno con due modalità diverse: la proposta del karatè come pratica sportiva a scuola, durante alcuni pomeriggi che saranno concordati con gli insegnanti, e gli allenamenti serali, rivolti sia a sportivi già esperti, sia ai principianti che desiderino avvicinarsi alla pratica del karatè. Aperti a bambini, ragazzi e adulti, la frequenza sarà interamente gratuita: gli allenamenti si svolgeranno il martedì e il giovedì dalle 18 alle 20 presso la palestra delle scuole elementari di Roana a partire dal 27 settembre prossimo. Chi fosse interessato può telefonare al numero 347.0186944 o scrivere a [email protected] Nicoletta Manfrin 20.30 20.30 20.30 20.30 20.30 20.30 20.30 20.30 20.30 Discesa panoramica verso Lusiana e la pianura Sarà una bella sfida, sostenuta da molte motivazioni anche se si dovrà ancora fare i conti con una preparazione ancora tutta da rifinire su entrambi i fronti. Digerito questo primo trofeo, sabato prossimo 24 settembre si inizia la lunga stagione che porterà all’assegnazione dello scudetto n° 78 e che i Campioni d’Italia inizieranno (stavolta in casa) affrontando all’Odegar il Pontebba. 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 23 Oro ed argento mondiale per Frau SCI D’ERBA Da parecchi anni ormai Edoardo Frau è “la bandiera” dello sci d’erba azzurro grazie alle tante vittorie acquisite che, di fatto, lo collocano ai vertici planetari della disciplina. L’asiaghese, convocato per l’ennesima partecipazione ai Campionati del Mondo aveva quest’anno, più che in passato, un conto sportivo da saldare con un grande “competitor” dei pendii verdi, il campione ceko Jan Nemec: mai in questa stagione era risucito a batterlo. A Goldingen, in Svizzera, proprio nella prova di chiusura, piazza però gara giusta al momento giusto vincendo l’oro in “gigante”. Le premesse per questo suo ennesimo exploit iridato tro- L’atleta asiaghese a Goldingen, in Svizzera, proprio nella prova di chiusura dei Campionati del Mondo, piazza la gara giusta nel gigante. Il giorno prima era giunto secondo nella super combinata vavano però solide radici nella penultima giornata dove “scaldava il motore” con l’argento in super-combinata (supergigante e slalom speciale) chiudendo alle spalle dell’emergente elvetico Miko Hueppi avanti a lui di soli 23/100. Nella gara fra le porte larghe, il vicentino ripete l’impresa vincente messa a segno sei anni fa a Dizin in Iran portando ad undici i podi mondiali sui quali è salito in carriera. Un bottino di tutto rilievo tale da farne uno degli azzurri con più medaglie nella storia di questo sport rimasto, purtroppo, sempre di nicchia no- nostante l’Italia sia, complessivamente, nazione leader ed a questo traguardo abbiano contribuito oltre all’alpino altopianese anche altri atleti dei Sette Comuni. Primo fra tutti Stefano Sartori. Il colpo grosso di Edoardo Frau premia innanzitutto la sua capacità nel non farsi condizionare dalle ripetute vittorie ottenute sin qui in stagione dal campione ceko e sintetizza un dato del tutto evidente: caratura di atleta dall’assoluto valore internazio- nale. Strettamemte legata è la sua grande tenacia nel perseguire gli obiettivi, anche quelli più impegnativi. Quest’anno il maggiore era quello di mettersi alle spalle il campione ceko che, fino all’appuntamento elvetico eveva lasciato agli avversari soltanto i gradini più bassi del podio. C’è riuscito ed a trentun anni questo risultato lo avvalora ulteriormente. Il suo oro 2011 arriva con 29/100 di margine sul campione ceko finito nella tenaglia azzurra materializzatasi nella grande prova del veterano bellunese Fausto Cerentin terzo a 45/100. A conclusione di quest’ennesimo “mondiale” ben condotto dagli azzurri non sfugge però una constatazione: mentre in alcune zone d’Italia la disciplina presenta qualche buon rincalzo sul futuro della specialità in altopiano esiste invece un grosso interrogativo. C’è il rischio, concreto, che, per una serie di motivazioni, sia difficile trovare gli eredi di Stefano Sartori e di Edoardo Frau e sarebbe davvero un peccato. Per il momento è comunque tempo di festeggiare il neoiridato che muovendo i suoi primi passi da atleta come saltatore dal trampolino è poi riuscito a trovare la sua miglior collocazione nello “sci verde”. R.A. A Gallio è tornato il “grande salto” Una gara internazionale sui trampolini del Pakstall mancava dal 2002: digiuno interrotto nel primo weekend di settembre con l’International Ladies Cup A Gallio una gara di salto a partecipazione internazionale mancava da quasi un decennio. Un bel po’ davvero visto che in precedenza gli appuntamenti di Continental Cup, gli ultimi in ordine di tempo, si susseguivano abbastanza regolarmente portando sul maggior trampolino del Packstall grandi atleti provenienti da parecchie nazioni, non solo europee. Per gli appassionati locali, così come per gli organizzatori dello Sci Club Gallio, “digiuno” interrotto nel primo weekend di settembre grazie all’irrompere sulla scena della disciplina delle saltatrici. In attesa del loro esordio olimpico, previsto ai giochi russi di Sochi 2014, le ragazze, oltre che nel circuito invernale loro riservato si stanno impegnando nell’International Ladies Cup versione estiva. La gara in rosa andata in scena sull’impianto altopianese era in calendario già lo scorso 12 e 13 febbraio, ma la carenza di neve l’aveva fatta saltare. Nessun problema invece per suo il recupero, sempre impostato su due giornate, con l’utilizzo del trampolino Hs 66, quello medio.In abbinata anche il Campionato Italiano Femminile. All’invito degli organizzatori galliesi hanno risposto oltre una ventina di ragazze provenienti da Slovenia, Germania, Austria, Francia e Svizzera. Con loro anche alcune fra le azzurre di maggior futuro.Nella prima giornata l’International Ladies Cup, categoria juniores, mette in evidenza le sicure doti della slovena Barbara Klinec prima con 224.3 punti. E’ allenata da quel Primoz Peterka, molto noto agli appassionati locali, capace di rivelarsi protagonista nella Continental Cup dove, fra l’altro, riuscì anche a stabilire il record dal K 95 per poi proseguire con una brillante carriera in Coppa del Mondo conclusasi appena qualche mese fa. Al secondo posto la francese Anais Geoffray (212.5) seguita da Lucienne Hoppner ( 208.6) rappresentante della scuola tedesca. Prima delle azzurre, quinto posto, la trentina Veronica Giammoena. Fra le “allieve” prevale invece l’austriaca Elisabeth Raudaschl, 203.2 punti per lei, sulla gardenese Manuela Malsiner (198.9) e sull’ elvetica Giannina Ernst (186.3). Nella replica del giorno seguente è ancora la slovena Barbara Klinec a dettar legge centrando quindi la doppietta.Varia però la composizione complessiva del podio dove salgono, nell’ordine, un’altra gardenese, Evelyn Insam, mentre Lucienne Hoppner è terza. Cambia invece la vincitrice fra le “allieve”. Qui a centrare il bersaglio è Manuela Malsiner: ottimo dunque il suo week-end galliese. E’ prima davanti a Pauline Herbler tedesca ed all’ austriaca Elisabeth Raudaschl. Il titolo di Campionessa Italiana di salto 2010-11 va a premiare Evelyn Insam nettamente avanti rispetto a Veronica Giammoena e Manuela Malsiner. Per il trio azzurro una buona prestazione complessiva però in vista di Sochi 2014 tutte le azzurre dovranno lavorare ancora parecchio perché, da quel che si è visto a Gallio, la concorrenza è davvero tosta. Il fine settimana al Packstal consente anche di trarre un Il titolo di Campionessa Italiana di salto 2010-11 va a premiare Evelyn Insam (foto) bilancio sullo “stato dell’arte” per quanto riguarda la disciplina sia a livello nazionale quanto in termini casalinghi. “Il gruppo delle ragazze – commenta Cristina Bellante, responsabile di settore per la Fisi - non è molto folto ma, piano piano, stiamo crescendo. Gli obiettivi da raggiungere sono ancora lontani tuttavia con il contributo di tutti sapremo arrivarci” Molto soddisfatto Giorgio Tagliaro Assessore allo Sport di Gallio: “L’Amministrazione Comunale - commenta – è molto impegnata nel rilancio del salto disciplina sportiva “storica” per il nostro paese. Una gara internazionale mancava a Gallio dal 2002: abbiamo ripreso con le ragazze ed è già buon segno. Ora ci stiamo concentrando sul rifacimento dei due trampolini più piccoli e siamo sulla buona strada. Per quanto riguarda l’impianto maggiore c’è un progetto molto interessante allo studio: ricavare sulla struttura stessa un “campo” per l’arrampicata: un modo nuovo per utilizzare ancor meglio una struttura di cui disponiamo in via pressochè esclusiva”. Contento anche Marcello Lunardi papà di Andrew e Michael i due saltatori galliesi attualmente nel giro azzurro coinvolto come sempre in ambito organizzativo. “In quest’ultima parte delle gare estive stanno migliorando: è di buon auspicio per il prossimo inverno”. Per parte sua Paolo Pertile, giovane presidente dello Sc Gallio in carica da meno di due anni, così sintetizza questa due giorni: “Il bilancio è positivo sia per la partecipazione straniera, sia in relazione ai risultati tecnici arrivati, fra l’altro, senza infortuni di sorta. Come società cerchiamo di ripartire col reclutamento iniziando dai bambini di prima elementare ma – conclude – dobbiamo anche rinnovare i nostri impianti più piccoli e, sotto questo profilo, stiamo lavorando a stretto contatto con l’amministrazione comunale”. Renato Angonese 8 l’Altopiano Sabato 17 settembre 2011 24 Il Canove Calcio inizia il campionato con il piede giusto Due gol, qualche buona occasione e tanta sofferenza hanno regalato al Canove Calcio i primi 3 punti del girone C del campionato di Prima categoria. Una partita, quella contro il Due Monti, che ha anche permesso di vedere qualche sviluppo e una miglior intesa tra i giocatori gialloblu dopo che molto è stato cambiato durante l’estate. Due gol frutto di due belle azioni portate a conclusione da Cortese sempre più a suo agio lungo la fascia e che hanno fatto vedere un Andrighetto più padrone del gioco. L’intesa tra il centrocampista centrale e il duo Rigoni e Fontana non può che migliorare. Anche la compagine dei Baù si sta ben inserendo nel contesto e Fioretto si sta mostrando sempre più uomo fondamentale per l’attacco, anche senza palla. Bene Strazzabosco mentre sono oramai delle certezze Sterchele, Pace, Pilati e Thomas Baù, tanto che anche il portiere Zanfardin sta mostrando maggior intraprendenza man mano che migliora l’intesa con la retroguardia. Che ci sia ancora lavoro da fare il mister ne è completamente conscio, ma solo giocando i ragazzi potranno affinare affiatamenti e conoscenza. Per quanto riguarda la partita, il Canove ha sofferto l’intraprendenza e l’esperienza della squadra di Montegalda tanto che nel primo tempo è stato molto guardingo; una tattica attendista che ha dato i suoi frutti colpendo entrambe le volte in contropiede. E’ stato quando i gialloblu si sono sbilanciati in avanti che si sono notate di più le difficoltà. Troppo spesso gli attaccanti avversari sono arrivati al limite dell’area anche se la bravura (e freschezza) dei giocatori del Canove non ha permesso agli ospiti grandi azioni in fase conclusiva. Negli ultimi minuti un plauso al Canove che, messo sotto assedio dal Due Monti con ripetuti attacchi alla porta difesa da Zanfardin, non ha ceduto, ha mantenuto la calma ed è riuscito a portare a casa il bottino pieno. Ora avanti così; domenica 18 il Canove ospita il Leodari Vicenza SBF alle 15.30, mentre domenica 25 gioca fuori casa contro il Quinto Vicentino. I ragazzi vi attendono numerosi sugli spalti. Forza Canove. G.R. Il mister Sandro Baù L’ALBA DEL CALCIO AD ASIAGO Le origini del calcio in Altopiano sembra siano tutt’altro che recenti. Sono infatti già passati sessant’anni da quando venne scattata questa fotografia gentilmente fornitaci, attraverso Santino Rossi, da uno dei protagonisti di allora: Tommaso Dal Molin. La storica immagine risale, secondo il proprietario, all’anno 1950 ed è stata scattata allo stadio Andrea Zotti, anch’esso dunque ormai storico per Asiago. La squadra si chiamava “Alba” ed indossava una divisa di colore verde. Narra Dal Molin che non c’erano soldi per acquistarla e quindi il gruppo ha provveduto a raccogliere scille e poi a venderle per avere il budget necessario, tanta era la volontà di creare una squadra degna di questo nome. I giovani calciatori qui ritratti sono: in piedi da sinistra, Sandro Gios Tuncali, Vittorio Rigoni Rendola, Domenico Rodeghiero Nichetto, Giancarlo Bonomo (tipografia), Nini Pesavento Fontanaro e Giampaolo Scaggiari (nelle veste di dirigente); accosciati da sinistra troviamo Ivan Busolo, Tommaso Dal Molin, Luigi Stefani Pècara, Bepi Stefani Pècara e Terenzio Rodeghiero (Rechar). Il Rugby Bassano si allena a Gallio In contemporanea alla Rugby World Cup, aspettando la gara denominata “Delle 6 Nazioni”, fino al 19 settembre 2011, l’Assessorato allo Sport del Comune di Gallio ospita la squadra di Rugby di Bassano, che alloggia al Gaarten. Allenamenti e partite si svolgono nel vicino campo Sportivo, gestito sempre efficientemente dall’AC Gallio, che nell’occasione lo ha reso disponibile, mettendo così in evidenza come esso possa essere considerato polivalente nel suo uso, potendo ospitare anche altre attività tecniche e sportive correlate al cugino calcio. Una collaborazione tra Comune, Ac Gallio e Rugby che rende visibilità ad uno sport non prettamente legato al territorio altopianese, ma che dimostra la possibilità di una presenza fin d’ora considerata di difficile attuazione, ma che in realtà potrebbe perfino portare a costituire una squadra legata al nostro territorio, come si augura l’assessore allo sport di Gallio, Giorgio Tagliaro. La società giallorossa può contare 300 tesserati, un nucleo dirigenziale dinamico che punta sulla crescita del settore gio- vanile e, visti i numeri, il vivaio rappresenta un vero fiore all’occhiello. Le punte dell’iceberg sono rappresentate dalle compagini della serie C Elite, guidata da Ambrosio Horacio, e dall’under 23, del duo Canazza/Cenere, recentemente introdotta dalla Federazione Diretto il presidente Mocellin: “ Dobbiamo puntare alla promozione e pure diretta con la serie C, il che significa concludere la stagione al primo posto. L’under 23 avrà l’obiettivo di qualificarsi per la seconda fase , il che significa salire sul podio nella prima.” Immancabile l’appuntamento con il ritiro precampionato, occasione importante per perfezionare la preparazione atletica in corso e un’indispensabile tappa per creare la giusta amalgama e rafforzare lo spirito di squadra. “La location scelta quest’anno è la vicina Gallio – spiega il presidente Mocellin – tramite un atleta che ha casa in quelle zona abbiamo preso contatti con l’amministrazione che si è rivelata disponibile ad accogliere le nostre richieste e trovata accogliente sistemazione non ci abbiamo pensato due volte”. Il settore giovanile del Bassano nella cornice dello stadio di Asiago Si consolida sempre di più il rapporto tra il Settore Giovanile del Bassano Virtus e l’Altopiano di Asiago. Sono ben otto i giocatori altopianesi che giocano nelle squadre giovanili giallorosse. In particolare uno di questi, Filippo Fracaro (classe 1992), appartiene alla rosa della Prima Squadra e 4 alla rosa degli Allievi Nazionali: Alessandro Stella, Davide Longhini, Marco Rigoni e Daniele Peruzzo. Si è pensato così di mettere in evidenza l’importante esordio in campionato della squadra di mister Paganin, gli Allievi Nazionali appunto, contro il Chievo portandolo in scena in questo vicino territorio sempre più amico dei colori giallorossi. La partita è in programma domenica 18 settembre allo Stadio Andrea Zotti di Asiago alle 15. Molto soddisfatto dell’iniziativa il responsabile del Settore Giovanile del Bassano Michele Nicolin “L’Altopiano di Asiago – sottolinea Nicolin nel sito ufficiale del Bassano Virtusè da sempre fucina di grandi talenti non solo calcistici ma anche di molti altri sport. Nella mia oramai ventennale esperienza nei settori giovanili dei professionisti ho apprezzato “la fame sportiva” che appartiene alla gente di questa terra.Disputare questa partita in Asiago conferma quanto sia forte il legame della nostra Società con tutto il territorio dell’Altopiano ed inoltre vuole essere un ulteriore segnale della presenza della Virtus per quei ragazzi che dovessero avere la possibilità di fare un’esperienza con noi. Di questo mi sento di ringraziare particolarmente il presidente asiaghese Federico Longhini”. Per doverosa informativa si comunica che le altre partite di campionato della squadra Allievi Nazionali verranno disputate durante l’intera stagione sportiva presso il Campo Comunale di Sant’Eusebio di Bassano del Grappa 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 25 I DSA, Disturbi Specifici di Apprendimento: un mondo a parte all’interno della scuola? Nell’ultimo decennio, nella scuola è stata rivolta un’attenzione particolare al linguaggio, sia verbale che scritto. Sono stati messi a punto numerosissimi test standardizzati in grado di misurare le svariate competenze del bambino nel suo percorso evolutivo. Ciò ha permesso di individuare e definire molte delle difficoltà che il bambino incontra nel processo di apprendimento, delineando strade e interventi per favorirlo. Il bambino che vent’anni fa a scuola faceva molti errori quando scriveva, che leggeva con una persistente lentezza, che non imparava le tabelline... oggi prende un nome: è un bambino DSA. Ed è su questo punto che voglio porre una prima riflessione: per tutto il percorso scolastico quel bambino sarà accompagnato da questa definizione, che andrà a far parte della propria identità. Ma siamo sicuri che il bambino, poi ragazzo DSA, intelligente, con una notevole consapevolezza quindi delle sue difficoltà conviva bene con questa etichetta, con questa diversità, resa così esplicita nel gruppo classe, tra i suoi coetanei? A partire dalla scuola primaria e successivamente in quella secondaria, laboratori pomeridiani e interventi riabilitativi individuali sosterranno questi bambini. Periodici controlli monitoreranno l’andamento evolutivo. Il percorso scolastico sarà lungo e molto impegnativo, forse troppo impegnativo! Ce la faranno a resistere con questo ritmo fino alle scuole superiori o odieranno ancora di più tutto quello che sa di scuola? Non capisco perché tutte le conoscenze e gli studi sull’apprendimento non debbano arricchire e far parte della normale didattica della classe, una classe composta da allievi con livelli di apprendimento diversi, ma soprattutto, abilità e propensioni diverse. Gli strumenti per fare, per imparare, sono nel cassetto dell’insegnante e li può mettere a disposizione di tutta la classe, a seconda delle necessità: in questa ottica non è più importante distinguere il bambino “in difficoltà”, perché sarà un bambino che ha bisogno, per fare, di un determinato strumento, piuttosto di un altro e non si sentirà “il diverso”, “l’inferiore”. Nei casi di dislessia severa il bambino-ragazzo potrà, per esempio, utilizzare nello studio i libri digitali. Ma in un mondo così informatizzato, come quello attuale, perché non aprire questa opportunità a tutti gli studenti? Perché creare didattiche personalizzate e invece non adottare una didattica più flessibile che può giovare anche ad altri bambini? Se un bambino alla scuola elementare necessita per esempio della tavola Pitagorica, perché non lasciarla a disposizione di tutti, una volta c’era nei nostri quaderni. Giorno dopo giorno il bambino la memorizzerà, si creerà dei riferimenti, si costruirà delle strategie per ricordare. Lo stesso per la calcolatrice. Perché non introdurla, in una determinata fase dell’apprendimento, come uno strumento in più per tutta la classe? Sorge, poi, il problema valutativo. Ma tra tutte le verifiche che si fanno non è possibile inserire delle verifiche per tutti con la calcolatrice o la tavola Pitagorica, oppure predisporre una verifica che preveda compiti diversi, cioè con l’uso o meno di questi strumenti? Allora qualsiasi bambino in difficoltà vedrà che alcune cose le sa fare o comunque si potrà osservare meglio se è proprio quell’aspetto ad essere carente. A volte mi sembra che venga dato per scontato l’uso di determinati strumenti, senza un riscontro concreto della loro utilità e, quindi, i limiti sono posti dall’adulto. Per questi bambini-ragazzi quanto importanti saranno le spiegazioni orali degli insegnanti, per esempio in storia, scienze e geografia, spiegazioni che non potranno mai essere dimenticate per il modo con cui sono state raccontate. Quello che mi preoccupa del mondo scolastico, è che si sta creando un mondo DSA e non so quanto ciò possa favorire un vissuto positivo del bambino-ragazzo con queste difficoltà. Si stanno mettendo tante energie per sostenere i diritti di questi bambini, i diritti di un percorso scolastico meno faticoso, più dignitoso, dove possano emergere le loro capacità. Allora perché prima di tutto non allarghiamo gli orizzonti, impariamo a guardare i bambini anche per quello che sanno fare meglio, dando a questo un valore primario e non secondario? Valori preziosi come l’onestà, la trasparenza, la legalità, il senso critico costruttivo, il rispetto non nascono dal nulla. Coltiviamoli veramente nella famiglia e nella scuola come valori essenziali, perché forse in questi possiamo trovare il significato vero della nostra vita. A me sembra che oggi, qualsiasi bambino con diagnosi di disturbo specifico di apprendimento debba seguire un determinato percorso, indipendentemente dalla gravità o meno del suo disturbo. Ma perché oggi un bambino dislessico deve per esempio sentirsi obbligato ad usare per scrivere il computer e se non lo usa vuol dire allora che non accetta e riconosce il suo disturbo? Ma se per lui sentirsi diverso, emotivamente lo preoccupa, lo fa sentire a disagio, lo ostacola nell’esprimere se stesso? Ma se vuole sperimentarsi così? Non può essere sufficiente una valutazione sui contenuti e non sulla forma? Ci deve proprio essere un piano didattico personalizzato per definire questo? Ma perché deve sentirsi obbligato a leggere con la sintesi vocale? E se la voce della sintesi vocale lo disturba e lo distrae? E poi non potrà portarsela con sé per tutta la vita. Sarà sempre comunque importante, continuare ad allenare la lettura silenziosa. La tecnologia può sicuramente aprire a nuove possibilità, ma prima di tutto qualsiasi bambino in difficoltà, con qualsiasi difficoltà, non deve sentirsi solo nell’affrontare ciò che per lui rappresenta un problema. Il sostegno concreto, paziente e sereno dei genitori, sarà sempre molto importante. Mi pongo tutti questi interrogativi soprattutto pensando ai casi di dislessia lieve, dove è sufficiente per esempio dare un po’ di tempo in più ed utilizzare fin dalla prima elementare una didattica semplice, chiara, essenziale. In molti casi ciò potrebbe essere sufficiente, aiuterebbe molto e non andrebbe ad appesantire un percorso scolastico già faticoso. Perché vogliamo insegnare loro strategie particolari? Ma se sono intelligenti potranno forse, con il tempo, costruirsele da soli e molto più efficaci. Lasciamo loro il diritto del tempo e il diritto di credere che giorno dopo giorno miglioreranno. Non c’è il rischio che, se li racchiudiamo troppo precocemente in un’etichetta, perdano la motivazione a migliorarsi, tanto diranno “siamo fatti così!”? Io penso che la scuola sia disorientata tra continui cambiamenti e richieste che arrivano da tutte le direzioni; credo abbia paura di sbagliare, di non svolgere sufficientemente bene il difficile compito di insegnare-educare: nel peggiore dei casi non si pone nessuna domanda e applica, quanto le viene richiesto, per esimersi da qualsiasi responsabilità. Adriana Pinaroli “A Conco manifestazioni obsolete e pochi sorrisi”… da parte di chi? Egregio Signor Baratella, anche a me viene spontaneo rispondere all’articolo pubblicato con la sua firma sull’ultimo numero del Giornale dell’Altopiano, per una doverosa replica a quanto lei ha scritto. Innanzitutto devo rilevare che pretestuosamente si riferisce al contenuto della mia precedente lettera al Direttore del giornale, lettera che proponeva delle riflessioni sul dialogo non sempre facile tra i comuni dell’Altopiano, in particolare su problematiche cui lei stesso afferma di essere estraneo. Lei prende spunto dal mio articolo per parlare di altro, permettendosi di offendere non solo la mia comunità ma, in particolare, l’impegno di decine e decine di volontari di tutto il Comune che, con grande generosità, nel corso dell’estate hanno dato vita a diverse manifestazioni, a proposte di vario tipo, cercando di migliorare sempre più la qualità dell’offerta per i residenti e i turisti. Lei evidentemente non conosce gli aspetti paesaggistici e ambientali offerti dal nostro territorio e non ha avuto modo di conoscere o di partecipare alle iniziative sportive, culturali, enogastronomiche e di svago che, se a lei sono apparse obsolete o “in voga nella prima repubblica “( citazione che qui proprio non c’entra), da molte, moltissime altre persone sono state condivise, frequentate, lodate. Si permette di interpretare in modo arbitrario il transennamento di una proprietà privata e ancora offende i vigili definendoli gabellieri. Vede, se l’Amministrazione avesse deciso di far cassa con le sanzioni nei confronti di chi viola il Codice della Strada, avrebbe messo più vigili e per più ore sul territorio comunale , invece di fare soprattutto prevenzione nel periodo estivo, quando c’è Riqualificazione di Piazza Carli: un’opera ben riuscita Sono un “foresto” assiduo frequentatore dell’altipiano ( con la i come amava chiamarlo il nostro Mario) . Vorrei congratularmi con l’Amministrazione Comunale per l’importante e a mio avviso estremamente ben riuscita opera di riqualificazione di Piazza Carli . La vista ora spazia dalla piazza alle vie adiacenti e viceversa dando un ampio respiro a tutta l’importante zona centrale e valorizzando gli edifici circostanti . Complimenti davvero ! Dario Danieli maggiore traffico e ci sono automobilisti indisciplinati. Il turista che ama l’Altopiano dovrebbe avere, prima di tutto, rispetto delle persone e dei luoghi, non comportandosi, in vacanza, come se non ci fossero regole o come se il luogo che frequenta fosse meno civile di quello da cui proviene. E mi viene da pensare infine che i pochi sorrisi forse sono i suoi se, per caso, le è stata data una multa. Distinti saluti. Graziella Stefani Sindaco di Conco Hockey Inline Sabato 17 settembre 2011 8 l’Altopiano 26 a cura di Giovanni Dalle Fusine Da sabato 17 a venerdì 30 settembre 2011 Il 17 settembre è il 260° giorno del calendario Gregoriano, mancano 105 giorni alla fine del 2011 Sabato 17 S. Roberto Domenica 18 S. Sofia Lunedì 19 S. Gennaro Martedì 20 S. Eustachio Mercoledì 21 S. Matteo Giovedì 22 S. Maurizio Venerdì 23 S. Pio da Pietrelc. Sabato 24 S. Pacifico Domenica 25 S. Aurelia Lunedì 26 S. Damiano Martedì 27 S. Vincenzo Mercoledì 28 S. Venceslao Giovedì 29 S. Michele Venerdì 30 S. Gerolamo Sabato 17 settembre: il sole sorge alle ore 6:22 e tramonta alle ore 19:46. I nati il 17 di settembre appartengono al segno della vergine. Saranno persone brillanti e altruiste, meticolose sul lavoro, tuttavia eccessivamente critiche nei confronti degli altri, sono corretti nei rapporti di coppia e molto riflessivi prima di prendere delle decisioni. Dal punto di vista della salute potranno avere problemi di digestione. Il colore fortunato è il grigio, la pietra porta fortuna è l’agata, il giorno fortunato il mercoledì. I nati il 30 di settembre appartengono al segno della Bilancia. Hanno un grande senso estetico, sono persone equilibrate e con virtù di diplomazia. Non hanno pregiudizi, nella vita sociale sanno essere simpatici e amati, rifuggono la solitudine ed amano circondarsi di amici. In amore sono monogami, cercano la stabilità affettiva. Dal punto di vista salutare possono avere disturbi di natura psicosomatica. Il colore fortunato è il giallo, la pietra porta fortuna la malachite, il giorno fortunato il sabato. L’aforisma del mese: “Al mondo non ci sono che due modi per fare carriera: o grazie alla propria ingegnosità o grazie all’imbecillità altrui” (Jean De La Bruyère) Accadde il 20 settembre 1958, chiuse le case di tolleranza, approvata la legge Merlin. Fu la deputata e senatrice socialista Angelina Merlin a portare avanti la battaglia volta alla chiusura Angelina delle circa 590 case di tolleranza Merlin (conosciute anche con decine di sinonimi quali case chiuse, case di piacere, casini, bordelli, lupanare ecc.) italiane. Dopo 10 anni di discussioni, la legge Merlin venne votata il 29 luglio 1958 con 385 voti favorevoli e 115 contrari ed iniziò la sua decorrenza il 20 settembre, cancellando di fatto il decreto del governo Crispi del dicembre 1883 in cui si regolamentava il servizio della prostituzione. La nuova legge Merlin, oltre a far chiudere le case di tolleranza, decretò il reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione pur non configurando la prostituzione come reato. Un santo per volta: San Gennaro. Dal latino Jauna = porta, da cui deriva il nome del dio Giano, protettore di Roma, che le dedicò uno dei sette colli, il Gianicolo. Patrono di Napoli ed Ercolano, Procolo Gens Januaria nacque nella seconda metà del III secolo da una famiglia gentilizia di Vibo Valentia, fu vescovo di Benevento, molto amato dalla comunità dei fedeli cristiani. Morì martire a Pozzuoli, decapitato, nel 305. La storia del suo martirio si colloca nell’ultimo periodo dell’impero dell’Imperatore Diocleziano, durante una delle più cruente persecuzioni dei cristiani. In quel periodo Gennaro, in compagnia del diacono Festo e del lettore Desiderio, si trovava a Pozzuoli; venuti a conoscenza dell’arresto del diacono Sosso, vollero andare a visitarlo in carcere in incognito, ma furono scoperti ed arrestati. Condannati a morte furono decapitati nel foro di Vulcano, presso la famosa solfatara di Pozzuoli. La leggenda racconta che una donna di nome Eusebia avesse raccolto in due ampolle il sangue del vescovo. Oltre un secolo dopo le reliquie di San Gennaro furono trasportate nelle catacombe di Capodimonte a Napoli. San Gennaro è conosciuto in tutto il mondo sia per i suoi prodigiosi interventi in occasione di calamità naturali quali terremoti, pestilenze, eruzioni del Vesuvio, sia per il famoso miracolo della liquefazione del sangue coagulato contenuto nelle antiche ampolle. Questo miracolo si ripete, più o meno puntualmente, tre volte l’anno: il primo sabato di maggio, in ricordo del trasferimento da Pozzuoli a Domenica 18 settembre CONCO: OMV – Via Cappellari 12 MEZZASELVA: IP – Via XXI Maggio Domenica 25 settembre ASIAGO: Q8 – Località Mosele FOZA: TOTAL – Via Lazzaretti Napoli, il 19 settembre, ricorrenza della decapitazione e il 16 dicembre in memoria dell’eruzione del Vesuvio del 1631, bloccata dopo le invocazioni al Santo. Non sempre il prodigio è avvenuto in tali date, a volte il sangue non si è sciolto e a volte è stato trovato già liquefatto. Il “miracolo di San Gennaro” è stato oggetto di numerosi studi, ma non sono mai state date spiegazioni scientifiche né la Chiesa si è mai pronunciata ufficialmente in proposito Modi di dire, spieghiamoli un po’. -Voltar gabbana: essere opportunisti; cambiare idea, opinione o partito secondo la convenienza. La gabbana è la giubba. Si dice che in passato i soldati che disertavano l’indossassero a rovescio per non essere riconosciuti, dal suo colore, come appartenenti a una determinata parte. Il detto esiste anche in altre lingue. -Andare a manetta: andare molto in fretta; correre; fare qualcosa con grande foga. La manetta in questione è quella del gas, che su alcuni veicoli comandava un tempo l’afflusso del carburante e quindi incideva sulla velocità del mezzo. -Andare in malora: guastarsi, rovinarsi, deteriorarsi; perdere funzionalità, non servire più; riferito a un’azienda o a una persona, andare in rovina, fallire. È probabile che il detto derivi dalla corruzione delle parole latine “mala hora”, cioè “ora cattiva” e quindi momento funesto. Corrispondeva alle ore tra le 2 e le 4, cioè alla notte fonda che incuteva più paura, e in cui si riscontrava il maggior numero di decessi tra i malati e gli anziani. Il periodo di tempo è diventato poi un luogo fisico e quasi geografico. -Per quattro palanche: a bassissimo prezzo, per una misera somma, soprattutto nel senso di svendere un bene essendovi costretti. La palanca era una moneta di poco valore in uso in alcune regioni d’Italia, tra cui la Repubblica Veneta. -Paganini non ripete: si dice più o meno scherzosamente quando non si vuole ripetere quanto si è già detto. Usato anche per accompagnare una minaccia che s’intende eventualmente mettere in pratica senza ulteriori ammonizioni. Il detto ha origine in un episodio avvenuto nel 1825 al Teatro del Falcone, quando il re Carlo Felice, assistendo a un concerto di Paganini, fece pregare il maestro di ripetere un brano che gli era particolarmente piaciuto. Ma Paganini, che amava improvvisare molti pezzi che pertanto risultavano impossibili da ripetere, gli fece rispondere con la frase “Paganini non replica”, il che gli costò l’espulsione per due anni dagli Stati del re. Curiosità su fiori e piante. La salvia: in antichità era usato come antisettico, antiastenico, regolatore termico. Inoltre con i suoi infusi si possono combattere gli ingorghi del sistema linfatico. Le foglie a macero nell’acqua del bagno tonificano, le foglie fresche sostituiscono il dentifricio. Il Ficus Benjamin (Ficus benjamina) ha scarse esigenze di luminosità e ciò ne fa una pregiata pianta d’appartamento. Il veleno sta nelle foglie e nelle radici: un “latice bianco” a cui conviene fare attenzione perché provoca allergie e infiammazioni della pelle. Niente di grave, sebbene nei paesi tropicali venisse usato per costruire frecce velenose (ma anche per la colla e la gomma). Nessuno si sognerebbe di “assaggiarlo”, ovvio. Ma chi ha bambini o animali in casa è bene che faccia attenzione. Ancor di più chi pensa di farlo crescere accanto a un altro albero. Alcune specie del ficus, tra le 800 esistenti, vengono chiamate “assassine”: la sinistra fama si deve al fatto che i suoi semi germinano su altri alberi fino a soffocarli. Il melograno (Punica granatum): il nome deriva dal latino malum punicum, cioè melo fenicio, perché Plinio, ritenendola di origine nord africana per errore, la chiamava così. Di origine indiana è la credenza che il succo di questo frutto combatta la sterilità. Nella mistica cristiana questo simbolismo si arricchisce di significato spirituale, fino a considerare il frutto, e i suoi semi, espressione della perfezione divina. L’alberello, detto botanicamente Punica granatum proviene in realtà dall’India ma fin dall’antichità si era diffusa in Asia Minore e successivamen- te nei paesi Mediterranei. Secondo un mito greco questa pianta nacque dal sangue di Dioniso. Side è un altro nome del melograno che ricorda la fanciulla con questo nome, sposa di Orione, che la gettò nell’Ade perché aveva sfidato Era ad una gara di bellezza. I miti in cui compare il Melograno sono molti altri ed in ogni caso viene proposto il ciclo di morte-sacrificio, da cui nasce la vita. Anche nell’Antico testamento il frutto del melograno ha simboleggiato la femminilità. E’ usanza per le spose turche scagliare un suo frutto per terra ed il numero di chicchi uscito dal frutto indicherà il numero di figli che partoriranno. In Dalmazia invece lo sposo trasferisce dal giardino del suocero al suo una pianta di melograno. Dalle ore 8.45 di sabato 17 alle ore 8.45 di sabato 24 settembre ROANA: Farmacia di Roana sas della dr.ssa Silvia Passuello, Piazza S. Giustina 23 FOZA: Farmacia della dr.ssa Gilda Scaffidi Militone, Via Roma 7 Dalle ore 8.45 di sabato 24 settembre alle ore 8.45 di sabato 1 ottobre GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano Dalla Valle, Via Prestinari 34 ROTZO: Farmacia della dr.ssa Anna Bottura, Via Roma ARIETE Vi potete permettere di cambiare idea anche se avete fatto una promessa, che potete non mantenere adducendo una scusa credibile. Non fatevi condizionare dalle idee degli altri, e puntate a quello che vi sta a cuore. Nettuno sta per entrare nel vostro segno e vi porterà eccitanti novità, che dovrete sapere attendere senza sollecitare un destino che ne sa più di voi. TORO Senza esagerare, potete osare: l’amore, il sesso, gli svaghi più diversi sono a vostra disposizione: ancora per poco respirerete aria di vacanza. Scegliete quello che sentite più necessario e mantenete un atteggiamento disponibile alle novità. L’amore può regalarvi una piacevole sorpresa, come pure segnare il passo: sta a voi decidere. GEMELLI Sapete come farvi capire anche da chi fa finta di non sentire ragioni. Ma invece di parlare, stavolta è meglio agire con decisione: i fatti spiegano più di ogni parola, specie in un rapporto affettivo disturbato dall’opposizione di Marte. E domandatevi francamente se non siete forse un po’ troppo esigenti. Nel caso, chiedete il consiglio di un vero amico. CANCRO Non fatevi sfuggire un’occasione per fare festa in famiglia o con gli amici: all’amore penserete poi, in un futuro non immediato, sulla base di nuovi elementi per valutare un rapporto che è prematuro sollecitare. Il destino vi darà un segno al momento giusto. Nel frattempo godete in pace di quello che avete, senza fare progetti troppo impegnativi. LEONE La vostra impaziente voglia di novità potrebbe costarvi cara. Ma, se proprio ne vale la pena, concedetevi il lusso di rischiare la vostra stabilità affettiva, offrendovi qualche stravaganza di fine stagione. Soprattutto per chi è in vacanza ora, qualche eccezione alle severe regole abituali è concessa. Evitate invece di impegnarvi troppo sul piano finanziario. VERGINE Con la vostra generosa disponibilità , potrete dare una mano a qualcuno che ha bisogno di un sostegno, specialmente se ha quattro zampe. Nell’amore non avete che da chiedere quello che desiderate a un partner particolarmente ben disposto nei vostri confronti e a cui farete bene a dimostrare anche in modo tangibile il vostro affetto. BILANCIA Non cedete di fronte a una tentazione solo in apparenza interessante, e valutate a fondo se vale la pena di mettere in crisi un rapporto tranquillo per buttarvi a capofitto in una avventura che non sapete bene come gestire. Evitate inutili discussioni su un tema che in fondo non vi interessa, e non prendete impegni finanziari senza consultare un esperto. SCORPIONE Se volete rischiare, il destino vi concede una scelta coraggiosa, per fare una bella figura con chi ci interessa: Sole, Mercurio e Venere vi danno una mano per raggiungere il successo, sia nell’amore che nell’amicizia, ma soprattutto negli acquisti insoliti, che fanno parte dei piaceri della vita. Prima di sovvertire le regole, valutate le possibili conseguenze. SAGITTARIO Approfittate della presenza di Marte nel vostro segno, che vi regala un insolito desiderio di misurarvi con il partner. Potrete prendere l’iniziativa per fare chiarezza negli affetti o nelle amicizie, favoriti dall’atmosfera favorevole che si avverte nell’aria. Se non avete esaurito le risorse finanziarie, offritevi un ricordo tangibile di un momento speciale. CAPRICORNO Vi aspetta un periodo da dedicare al piacere, anche trascurando relativamente il dovere, specie se sentite il bisogno di novità. Potete cercarle non soltanto nell’amore, ma anche nei rapporti di amicizia o in viaggi insoliti che possono soddisfare le vostre curiosità. Senza mai perdere di vista le occasioni di nuove esperienze, anche nelle soddisfazioni di gola. ACQUARIO Potete ancora contare sulla presenza di Giove nel vostro segno, che aumenta il vostro prestigio e la vostra libertà: approfittatene per accettare una proposta interessante, anche se costosa. Potrebbe riguardare l’amore, o le solite piacevolezze di stagione. Non dovete temere un confronto che, se vi impegnate, si risolverà a vostro vantaggio. PESCI Questo è il momento giusto per rilassarvi con la compagnia che preferite, godendo di quel che avete, senza porvi troppi problemi. Nella’amore puntate a una evoluzione positiva del rapporto: pur riprendendo le abituali occupazioni, ritagliatevi dello spazio per piccoli passatempi piacevoli. Specialmente se si tratta di acquisti di stagione. Citazioni Francescane a cura della fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Roana "...Un uomo che resta in collera verso un'altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore?..." dal libro del Siracide (27,33 28,9) 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano Cento anni e non sentirli, la ricetta di Domenica Bonato Una memoria di ferro, una salute ammirevole, uno spirito imbattibile. Tutto questo e ancora di più è Domenica Bonato, 100 anni festeggiati il 7 settembre scorso alla casa di riposo di Roana dove oggi è ospitata dopo una vita spesa per gli altri. Che forse è il primo ingrediente della sua specialissima ricetta della longevità che include poi il “mangiare sano, bere bene e stare zitti”. Ma quest’ultimi sono detti con una luce negli occhi che ti fa pensare che è principalmente l’aiutare il prossimo, la bontà d’animo, la filosofia del fare che mantiene giovani. E Domenica si è dato tanto da fare nella sua vita. Nata il 7 settembre 1911 in via Ecchelen ad Asiago a 5 anni va profuga come tutti gli asiaghesi. Dopo il profugato trascorso nel modenese, al ritorno ad Asiago Domenica si prodigò per raccogliere fondi per la costruzione della facciata del Duomo San Matteo e, nel frattempo, insegnava catechismo al patronato maschile. Un impegno in puro spirito cristiano che Domenica proseguì fino a pochi anni fa 27 Bentornato ad Asiago Valerio Finalmente dopo tanti anni di lontananza dalla terra natia, sei tornato ad Asiago con Lynda, nella casa che nel 1955 avevi lasciato per cercare fortuna nelle lontane foreste canadesi.Tutti assieme vogliamo ringraziarvi per il regalo che ci avete fatto con il vostro arrivo e ci auguriamo che nei prossimi anni ci siano ancora occasioni di incontro, magari in Canada. Grazie Lynda e Valerio. Vi vogliamo bene. At last you and Lynda are back in Asiago after so many years far from your home town. You are back in the house you left in 1955 to seek your fortune in the distant Canadian woods. All of us want to thank you for coming back and we hope we’ll have another chance to meet up in the future, maybe even in Canada. Thanks again Lynda and Valerio. We love you. Elvira con Sergio, Lucia con Diego e Sara, Giorgia e Tomas, Maria Cristina con Massimo e Domenico. quando si ruppe una gamba e decise di trasferirsi nella struttura roanese. Tra i tanti aneddoti che Domenica ama ricordare (a dimostrazione della sua memoria) c’è la visita del Gen. Luigi Cadorna che tranquillizzava la popolazione asiaghese sulle sorti dei combattimenti. “Il giorno dopo fummo evacuati – racconta – Qualche giorno dopo ancora Asiago fu distrutta dall’artiglieria austroungarica”. Il traguardo è stato festeggiato (con una festa preparata perfettamente) con la presenza di tutti i suoi famigliari e dei suoi “compagni di avventura” della casa San Giuseppe. A festeggiare Domenica c’erano pure il vice sindaco di Asiago Roberto Rigoni (il cui nonno è stato ricordato dalla signora Domenica) accompagnato dall’assessore alle Politiche Sociali Diego Rigoni. Entrambi hanno espresso gratitudine a Domenica per quanto ha fatto nella 18 settembre 2011 A Federico Bagnara che compie 5 anni gli auguri più belli con affetto dagli zii Alessandro, Giorgia, Elisa, Carlo e da nonna Carla sua vita rappresentando un modello per tutta la comunità e elogi per la struttura roanese per come tutto il personale è riuscito a far sentire a casa anziani ancora attivi e volenterosi di essere parte attiva della società. G.R. Tanta felicità a Ilaria e Marco Sabato 24 settembre, alle 10.30, nella chiesa di Treschè Conca, Ilaria e Marco Panozzo pronunceranno la loro promessa matrimoniale. Alla nostra collaboratrice occasionale e al suo promesso sposo l’augurio sincero di una bellissima giornata e di una vita felice insieme. Il Perdon d’Assisi celebrato nella Porziuncola dell’Altopiano Sabato 6 agosto presso la “Porziuncola dell’Altopiano di Asiago”, in una splendida cornice di abeti, alcune Fraternità Francescane della zona, 150 Terziari Francescani, hanno celebrato il Perdon d’Assisi. Preceduta da numerose confessioni (con tre confessori a disposizione), ha avuto luogo la celebrazione della Messa, animata da canti francescani e presieduta dall’assistente regionale Padre Michele Munari. Concelebranti il cappuccino Padre Ugo Biasin, il parroco di Rotzo don Pierangelo Panozzo e don Martino Pradina di Malo. Immersi nella natura, tanto amata da San Francesco, la celebrazione è stata seguita con profondo raccoglimento. Anche le nuvole che minacciavano pioggia hanno concesso una tregua quanto mai opportuna per una celebrazione all’aperto . Dopo l’omelia di Padre Michele, la sorella Alda ha letto la preghiera del Congresso Eucaristico Nazionale. E’ seguito il pranzo presso il vicino ristorante. La bella giornata non poteva concludersi senza un omaggio alla Madonna. Nel pomeriggio, presso la bella chiesetta dello Spillek di Roana, dedicata alla Madonna di Lourdes, si è recitato il Rosario. Gli onori di casa sono stati fatti dalla fraternità O.F.S. di Roana. SPAZIO CINEGHEL Momentaneamente chiuso per ferie Trovate la programmazione anche sul sito www.parrocchiadigallio.it 8 Sabato 17 settembre 2011 l’Altopiano 28
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