22 agosto 2009
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22 agosto 2009
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI 8 Comuni l’Altopiano La voce degli www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” N. 301 - ANNO XI - EURO 1,50 GALLIO Pag. 8 Il comune presta soldi per l’avvio di attività commerciali ed artigianali Educazione Il cimbro a scuola non si studia, ma si vive ROANA SABATO 22 AGOSTO 2009 FOZA Pag. 10 Sulle elezioni indaga la Procura Dopo le perquisizioni e gli interrogatori si attendono gli sviluppi. Il sindaco: “Nessun disturbo” I SAPORI DELLA TRADIZIONE Un capolavoro di Chiomento per il nuovo museo Pag. 15 Ad Asiago da tutto il mondo Nell’ultimo weekend di agosto, la festa degli emigranti veneti di Francesco Tognon settembre nelle scuole dell’Altopiano non accadrà nulla di particolare che già non si facesse; si cercherà solo di migliorare e di condividere le buone pratiche con il maggior numero di docenti. Innanzitutto si farà riferimento alla specificità locale, riconosciuta da una legge nazionale, di essere un territorio in cui vive una minoranza linguistica. Quello che la scuola sta cercando di attuare non è che i bambini tornino a parlare cimbro, visto che non è possibile, ma impegnarsi perché conoscano il significato dei toponimi che ogni giorno incontrano nel territorio o alcune delle espressioni cimbre più comuni. Conoscere questo patrimonio li renderà più sicuri e coltiverà un senso di appartenenza verso un territorio in cui riconoscersi e in cui ritrovare legami con chi ci ha preceduto. In questa ottica i nostri alunni continueranno a studiare sul campo, e non solo sui testi, il nostro meraviglioso ambiente e la sua storia. contina a pagina 5 Bentornati fratelli cari A Lusiana Lusiana In 2 pagine tanti flash di questa estate di Giancarlo Bortoli e Lucio Spagnolo È per noi tutti una grande gioia poter ospitare sulla nostra terra altopianese la 2^ festa dei Veneti nel Mondo. Siamo onorati ed orgogliosi di ricevere l’abbraccio di tutta la nostra Gente che nel tempo lontano o più recente, ha dovuto lasciare la propria casa per raggiungere i più diversi paesi del mondo. “ Emigranti nostalgia e speranza!” Nostalgia dei propri cari, del proprio paese, nostalgia della propria casa, degli amici. Speranza di poter costruire un avvenire migliore per sé e per i propri figli, speranza che la vita sorrida anche in paese lontano. Benvenuti! Bentornati a tutti! Vogliamo salutarvi, come fratelli cari. Bentornati fratelli, perché siamo nati nella stessa terra, perché abbiamo imparato a parlare veneto, e per noi altopianesi, prima ancora, a parlare cimbro, perché ab- biamo visto le stesse montagne, le stesse pianure, abbiamo sentito il profumo e ascoltato il silenzio degli stessi boschi! Fratelli cari ai nostri cuori e sempre presenti nel cuore di ognuno di noi! Anche se la distanza fisica è grande, anche se la geografia ci insegna che siamo magari “dall’altra parte del mondo” ci sentiamo sempre intimamente uniti a voi e vi sentiamo sempre vicini e partecipi delle nostre giornate. Che sia una festa vera, una festa intima e familiare, la vostra e la nostra festa.Grazie alla Regione del Veneto che ha voluto istituire la “Festa dei Veneti nel mondo”. Grazie a tutti voi emigranti che rendete la festa preziosa con la vostra partecipazione, con il vostro entusiasmo, con il vostro grande cuore. Boolkent! Benvenuti! Pag. 2 Pag. 16 - 17 GreenStyle Superenalotto Il pino mugo invade i pascoli d’alta quota Al via un progetto di ripristino ambientale La febbre febbre da da mega mega jackpot jackpot La contagia anche anche l’Altopiano. l’Altopiano. contagia Grafica Altopiano Pag. 6 Pag. 21 Pag. 4 Asiago I bambini e lo sport: comune, scuola e società sportive progettano insieme attività propedeutiche Pag. 5 8 l’Altopiano Sabato 22 agosto 2009 www.giornalealtopiano.it 2 EVENTI ATTUALITA’ Una valigia e del formaggio avvolto in un fagotto portato dalla madre; lo sguardo attento del padre verso il treno in arrivo; lo sguardo smarrito del bimbo che lancia l’ultima occhiata verso l’Altopiano. La statua all’emigrante, che non a caso si trova davanti alla stazione di Asiago e di fronte all’entrata della sede della Comunità Montana, ben rappresenta un’epopea, quella delle grandi ondate migratorie italiane, che a distanza di tanti anni non è possibile dimenticare. A tenere vivo un ricordo che per moltissimi veneti significa almeno un parente da qualche parte del mondo, ci pensa la Giornata dei Veneti nel Mondo. Arrivata alla sua seconda edizione (l’anno scorso si è svolta a Pedavena), la festa sarà ospitata quest’anno da Asiago, terra che tra gli anni ‘20 e gli anni ‘50 del secolo scorso ha visto molti dei suoi figli prendere spago e valigia e fuggire dalla miseria, per cercare un futuro migliore in posti lontani. Alla festa interverranno politici regionali, parla- Veneti nel mondo, la festa è ad Asiago La grande famiglia degli emigranti veneti si riunisce in Altopiano nell’ultimo weekend di agosto. Attese almeno 1500 persone. Non mancherà la delegazione della Comunità Montana di Melbourne con il suo presidente Luciano Benetti mentari veneti, amministratori comunali, dirigenti istituzionali, associazioni Veneti nel Mondo, rappresentanti di Circoli in Italia e nel mondo. E, naturalmente, i festeggiati: gli emigranti ed ex emigranti che dal Veneto partirono per l’”estero”. La giornata permetterà loro di riunirsi e di raccontare le proprie esperienze. «La Regione – spiega l’assessore ai flussi migratori Oscar De Bona – ha voluto introdurre un nuovo capitolo nei rapporti tra cittadini residenti e oriundi veneti che vivono ed operano nei cinque continenti: un’occasione di festa in cui si incontrano emigranti, ex emigranti e loro familiari e tutti coloro che sono legati al mondo dell’emigrazione, insieme alle associazioni e ai circoli». Molte le storie di questi pionieri. Tutte differenti ma tutte molto simili, storie di povera gente che, come dicevano i “veci” dovevano partire, an- Un cuco in omaggio ai più giovani È nel secondo dopoguerra che si è registrato il più alto tasso di emigrazione dall’altopiano di Asiago. Metà del paese di allora partì per trasferirsi in Belgio, Francia, America, Brasile, Argentina, Australia. Nel censimento del 1921 l’altopiano contava infatti quasi 40 mila abitanti: oggi ce ne sono 21 mila. La maggior parte degli emigranti erano persone molto giova- ni, con meno di 20 anni, in viaggio verso posti ignoti, stipati in navi che sembrava non arrivassero mai a destinazione. Basti pensare che per raggiungere l’Australia si impiegavano anche più di 2 mesi. E non era certo una crociera di piacere. I discendenti di quei viaggiatori oggi sono molti e sembra siano animati dal desiderio di conoscere le proprie origini e di visitare la patria dei loro nonni. Proprio ai loro nonni – ed anche ai loro padri – è dedicata la statua all’ emigrante, la stessa statua che l’Artista Aurelio Forte ha riprodotto in miniatura. I giovani di questa “terza generazione” che verranno ad Asiago, il 29 e 30 agosto, ritroveranno le loro radici da portare a casa assieme ad un “cucheto” preparato dal signor Valente del “Museo dei cuchi” di Cesuna in omaggio. dare all’estero per “postarse ben”. «Dicevano proprio così e a quei tempi, prima delle e-mail, in ogni casa si aspettava con ansia notizie dal postino sui famigliari lontani sottolinea Lucio Spagnolo, vicepresidente della Comunità Montana - Ho subito accettato con grande entusiasmo l’iniziativa della Regione proprio per il valore affettivo ed etico che lega l’altopiano all’emigrazione: la porta di ogni casa nei nostri paesi è stata aperta per qualcuno che se n’è andato lontano, per il mondo, e per noi è un dovere ospitare in forma solenne la festa dei nostri emigranti». La notizia della giornata dell’ emigrante Veneto ha già fatto il giro dei continenti, tanto che sono previste circa 1500 persone alla manifestazione. Alcuni di loro, circa un centinaio, fin da ora la stanno aspettando ad Asiago, in quanto hanno fatto coincidere le ferie estive proprio per essere presenti all’appuntamento. Altri ancora partiranno apposta per non mancare alla loro festa. È il caso della delegazione della Comunità Montana di Melbourne, composta da asiaghesi doc e loro discenti, il cui presidente, Luciano Benetti, sarà ospite graditissimo dell’evento. Il programma della manifestazione La Giornata dei Veneti nel mondo per l’anno 2009 è stata realizzata in collaborazione con il Comune di Asiago e la Comunità Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni. Per l’organizzazione la Giunta Regionale si è avvalsa della collaborazione dell’Ente Vicentini Nel Mondo” di Vicenza. L’apertura della manifestazione è prevista per sabato 29 agosto alle ore 20 con una serata musicale e la partecipazione di tre cori, al Centro Congressi “Millepini” e successiva premiazione, in Piazza Carli, del concorso “Formaggio Asiago sotto le stelle”. Domenica 30 agosto il programma prevede l’arrivo degli emigranti, delle delegazioni e dei rappresentanti dei Comuni. Nella mattinata, con inizio alle ore 10.30, si svolgerà la sfilata per le vie e nelle piazze di Asiago del gruppo culturale “Arti per via” di Bassano del Grappa (rassegna degli antichi mestieri della civiltà rurale veneta). Nel primo pomeriggio, dopo il pranzo servito dal gruppo Alpini e dai Gruppi di base, ritrovo ancora al Centro Congressi “Millepini” per gli interventi delle rappresentanze degli emigrati e delle autorità, tra cui il sindaco di Asiago, i presidenti della Provincia di Vicenza e della Comunità Montana e l’Assessore regionale De Bona. Seguirà la consegna del “Bronzo dell’Emigrante” alla famiglia di Mario Rigoni Stern, a ricordo dello scrittore. Alle ore 15.30 è prevista la sfilata di delegazioni, bandiere e labari, accompagnati dalla Banda Musicale “Monte Lemerle” di Cesuna, fino all’Ossario dove sarà celebrata la Santa Messa con l’accompagnamento del Coro Asiago. La giornata si concluderà con la cerimonia dell’ammaina bandiera e, a seguire, alle ore 17, con la ricostruzione di un antico mercato, spettacolo di tradizione popolare veneta del gruppo “Arti per via” in piazza Carli. “Va’ pensiero”, o “Fratelli d’Italia”? Sondaggio del Giornale Altopiano sulle preferenze dei lettori in merito all’Inno Nazionale. Basta inviare un sms allo 3339921430 con scritto: “Mameli” o “Verdi”. I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero. Per la verità cominciavamo a preoccuparci. L’assenza di un motivetto musicale con cui alimentare le paranoiche giornate di ferie cominciava a farsi sentire in queste calde giornate agostane. Ed ecco, in extremis, che il tormentone stile “Vamos alla plaja” è stato sostituito da due “dischi d’oro” della storia italiana, autori ne furono 150 anni fa Mameli e Verdi. I due brani per l’estate ci vengono offerti dal leader leghista Umberto Bossi, che, a conti fatti, si accorge di averla sparata un po’ grossa e ridimensiona le dichiarazioni fatte alla stampa, accusando i giornalisti di aver volutamente travisato le sue parole. Ma i buoi ormai son scappati dalla stalla, e quella stampa messa sul banco degli imputati ora alimenta con gusto il fuoco di paglia generato dalla scintilla che, a ragione, in molti acclamano col termine di Nazionalismo. “Va pensiero” o “Fratelli d’Italia”? Ci sono pochi anni tra le due composizioni, ma sugli spartiti insistono due chiavi diverse per gli strumenti, una ha i colori della bandiera italiana, l’altra ricorda più la facciata di teatri operistici sul modello della Scala milanese, fors’anche quell’Arena scaligera costruita durante gli splendori dell’impero romano. In fondo “Roma ladrona” qual- cosa di buono ci ha dunque lasciato. Ma gli italiani cosa ne pensano? Sembra che per i TG nazionali ad aver voce in capitolo siano solo i vacanzieri spaparanzati lungo le coste tra ombrelloni a sedie a sdraio, noi andiamo quindi in controtendenza chiedendo il parere agli amici lettori che ci leggono dall’alto dei nostri 1000 metri. Siete contenti del vecchio inno? Oppure volete cambiarlo con l’operistica aria del Nabucco? La scelta dovrebbe essere dispensata da influenze politiche, una preferenza dettata da altre variabili quali la conoscenza storica dall’unità d’Italia ad oggi, dai gusti musicali, dalla propensione che ognuno ha per il testo o l’orecchiabilità di una lirica. Affidiamo quindi ai lettori la possibilità di manifestare le predilezioni inviando un SMS al numero 3339921430, basterà scrivere sul messaggio: “Mameli” (per votare l’inno attuale), oppure “Verdi” (se si reputa giusto cambiare). I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero del giornale. Come organo di stampa rimaniamo ovviamente super partes, quindi non ci schieriamo a coorte, né siam pronti alla morte. In palio, una volta tanto, non c’è nulla, a vincere come sempre sarà solo la storia. G.D.F. Lo trovi nelle librerie di Asiago 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 3 Dopo il Water Party e il Concerto del 16 agosto, ecco uno degli appuntamenti più suggestivi ATTUALITA’ La Notte più bella è quella Nera Domenica 23 un altro evento: al Cinema Lux c’è il direttore della Mostra del cinema di Venezia Marco Mueller Quattro eventi frecompagnia: Da sinistra Alessia Danese, Alessandra schi, frizzanti e oriYuri, Matteo Rampazzo eletta ginali hanno Beccucci e i Reginetta del Bosco contraddistinto Bastard Sons 2009 e Eleonora Varotto l’agosto asiaghese. of Dioniso di X Il 14 agosto, al MuFactor, anticiseo dell’acqua, si è pati dai vincitenuto il Water Partori del proty, gradito cocktail gramma di Rai di divertimento, Due del 2008, buona musica e gli Aram cultura che si è preQuartet e da sentato come il priSergio Muniz mo vero e proprio vincitore della evento della stagioseconda edine turistica zione dell’Isoasiaghese. Nello la dei Famosi. sfondo naturale delPurtroppo, le la Località incombenti Kaberlaba, è stata nuvole non allestita una discohanno risparteca all’aperto, miato il capodove i ragazzi, acl u o g o corsi per mezzo di altopianese, un bus navetta gralasciando intuito, hanno potuto compiuto il ballare i più grandi concerto che successi della musi sarebbe Foto: Paolo Basso sica dance di tutti i concluso con tempi, accompagnati dalla dove la sedicenne di Asiago le interpretazioni di Alessangradita presenza di sei Alessandra Rampazzo è sta- dra Amoroso e Valerio Scanu cubiste/i che hanno animato ta eletta Reginetta del Bosco, di Amici. Nonostante ciò, la la serata. All’atmosfera di- la notte asiaghese è stata ri- serata ha costituito un evensimpegnata dell’esterno, si è scaldata da un concerto che to strepitoso per i giovani (e voluta accompagnare una è andato incontro al gusto dei non solo) e ha riempito le vie location più impegnata: il giovani e delle famiglie. Dopo del centro di residenti, turisti, Museo dell’acqua, visitabile i fuochi artificiali, si sono esi- musica e condivisione. a un prezzo speciale. biti sul palco alcuni volti che Si spera che in questo fine Il 16 agosto, invece, dopo la sono entrati nelle nostre case settimana le condizioni tradizionale Festa del Prunno negli ultimi mesi, tenendoci metereologiche siano buone; infatti, per questo sabato (22 agosto) è prevista la terza edizione della Notte Nera, che quest’anno celebra l’anno internazionale dell’astronomia, ricorrendo nel 2009 il quarantesimo anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna. L’evento, forse il più suggestivo tra quelli proposti, avrà quest’anno una programmazione molto densa che avrà inizio già dal pomeriggio, all’insegna dell’aggregazione, della magia e della sensibilizzazione verso la problematica dell’inquinamento luminoso. In Piazzetta Monte Zebio, avrà luogo, dalle 17, un laboratorio astronomico rivolto ai bambini, a cui farà seguito una divertente rappresentazione teatrale a loro destinata (alle ore 21). A partire dalle 21, verranno spente le luci artificiali e verranno accese quelle naturali dei candelabri; partirà così la notte Marco magica di Asiago: Mueller dalle conferenze astronomiche re- alizzate davanti al Duomo all’osservazione guidata della stelle che si terrà davanti alla chiesa si San Rocco, dagli intermezzi musicali alla presenza di artisti della notte lungo le vie del centro. Per l’occasione, rimarrà aperto anche il Museo “Le Carceri” che proporrà il raffinatissimo Scalco Party: soffusa musica jazz, banchetto galileiano e visita gratuita alla mostra antologica di Giorgio Scalco. Alle 22.30, faranno la loro comparsa le baccanti, che si caleranno dalla torre civica verso il municipio di Asiago: il momento costituirà il clou di una serata che si concluderà alle 24 circa. In caso di maltempo l’evento sarà rinviato a lunedì 24. Domenica 23 agosto, in collaborazione con l’Associazione Effetto Cinema si terrà un altro evento che porterà ad Asiago un pizzico di prestigio in più; aspettando la 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il cinema Lux ospiterà, alle ore 21, Marco Mueller, direttore della mostra che illustrerà il film Below sea level; presente all’evento sarà anche Gianfranco Rosi, regista del film che poi sarà proiettato nella sala asiaghese (l’ingresso è gratuito). “Si tratta di un evento di grande rilevanza culturale per Asiago – sostiene l’Assessore al Turismo Roberto Rigoni – un’iniziativa che potrà aprire ampi scenari di promozione per il nostro territorio e che potrà valorizzare ulteriormente la nostra grande vocazione turistica grazie alla proficua collaborazione avviata con il direttore della mostra del cinema di Venezia Marco Mueller”. Martina Rossi Sapor d’acqua natìa Completate le piazze, ora il via agli asfalti Nonostante l’attenzione dell’amministrazione comunale sia ancora focalizzata sulla stagione turistica in corso, il piano delle opere pubbliche da attuare prima dell’arrivo dell’inverno è già stato stilato. Terminati i lavori di rifacimento della piazzetta Alpini ad Asiago e della piazza di Sasso, ora l’amministrazione si concentrerà sulla bitumazione di numerose strade comunali. Le due piazze sono costate circa 200 mila euro, 130 mila quella di Asiago e 70 mila quello di Sasso, e sono frutto di una progettazione interna all’ufficio tecnico comunale. La piazzetta degli Alpini riporta al suo centro in logo dell’Adunata degli Alpini del 2006 ed è anche predisposta per un eventuale futuro monumento o altri elementi di arredo urbano. “L’ufficio tecnico ha fatto un lavoro encomiabile progettando lavori che hanno riconsegnato alla comunità due aree ora più belle e godibili – commenta l’assessore ai Lavori Pubblici Giampaolo Rigoni - In entrambe le piazze sono state rifatti i sottoservizi e poi la loro pavimentazione delimitando l’area al traffico veicolare con paletti. In più alcuni posti auto persi nella piazzetta degli Alpini sono stati recuperati nel piazzale realizzato nell’area condominiale adiacente”. Per quanto riguarda i marciapiedi già a fine agosto dovrebbero partire i lavori di rifacimento di quello che affianca i giardini pubblici fino all’inizio di Via Verdi e quello di Piazza II Risorgimento dal lato dei negozi fino all’inizio di Via Lobbia. Le strade che saranno asfaltate sono le vie Morar, Zocchi, Ebene, Oberdan e Pennar. Verrà anche completamente rifatta la strada che dalla contrada Morar porta alla zona artigianale fino ai confini con il territorio di Roana una volta che sarà completata la posa del metanodotto nel sottostrada, motivo per cui i lavori sulle strade in questa zona tardavano ad essere avviati. “Siamo consapevoli che questi lavori comporteranno qualche disagio – commenta l’assessore – Ma sono necessari oltre che segnalati e attesi dalla stessa cittadinanza”. Gerardo Rigoni “Sono un asino. Creativo, però!” L'altra faccia della scuola: quella profumata, libera, veloce e appassionata. Quella che si consuma tra il giugno delle prime spiagge e il settembre dei campi dorati di grano, tra una pagella scarabocchiata e un diario pronto per essere istoriato di graffiti, tra la fatica dell'anno passato e l'ansia di un anno a venire. Perchè tra giugno e settembre va in onda l'altra faccia della scuola, dove i programmi ministeriali sono stilati dagli studenti, i libri da acquistare dipendono dalle loro passioni, gli orari delle lezioni variano con il mutare del tempo e delle emozioni. E' il periodo dove la scuola diventa creatività, passione e inventiva, dove la mattina t'alzi col sorriso perchè t'attende quel museo da visitare, quel libro da leggere, quell'autore d'andare a scoprire, quell'escursione ideata nel silenzio della notte. O nel vespro di qualche aperitivo sorseggiato nella piazzetta in compagnia. Bella la scuola frequentata d'estate: perchè la staticità dell'apprendimento diventa mobile, la noia dello star se- duti si cancella camminando, l'apatia di certi insegnanti tramonta sotto le cuffiette di un Ipod acceso. Sarebbero da valutare anche al termine dell'estate i nostri ragazzi. Perchè tutti son capaci di studiare il giorno prima dell'esame, imparare un libro a memoria sotto l'ansia di una bocciatura, essere galanti e cortesi per ben figurare all'interrogazione. Ma il vero volto della loro curiosità lo si misura quando il tempo sta nelle loro mani. Appena ritirata la pagella li vedi imbarcarsi per Londra, Edimburgo, Cambridge e Dublino: alla ricerca di quell'inglese perfetto che li renda cittadini malleabili di un mondo in continua ebollizione. Li attende lo studio, la scuola, l'apprendimento: eppure partono fischiettando, in frotta, col sorriso nei passi. Perchè hanno scelto loro di rinunciare alla “vita del muretto” pur di non apparire stranieri nei loro sogni. E farsi trovare preparati quando il primo treno aprirà loro le porte della vita. E chi non va sulla lingua, sceglie gli stage professionali: per dare concretezza alla semplice teoria della scuola, per mettere via qualche soldino, per sentirsi più liberi di fronte a quel maglione che conquista lo sguardo sotto le luci del prossimo Natale. Ma c'è anche chi, borsa in spalla e quintali di sopportazione già allertata, sceglie le settimane sportive: per inseguire un sogno, per gustare il profumo della fatica, per affinare e affilare quel fisico che, sotto sforzo, aiuta a ideare sogni fantastici. Settimane d'allenamento, serate in cui si rincasa presto, magliette sudate al mattino e profumate nel meriggio, simulazioni e ripetute per abbassare d'un secondo il proprio record, ideare una nuova traiettoria per il goal, sfidare quello spuntone di roccia, migliorare quella prestazione in salita. Conquistarsi la fiducia di quell'allenatore. “Credere, obbedire, combattere” sta scritto ancora in quella che un tempo era una vecchia dogana, appena oltre il confine del vecchio impero austro - ungarico. E' d'estate che si crede con li- bertà alla vera passione, che si obbedisce ai sussulti del proprio animo, che ci si anima per i propri ideali. E' d'estate che il sapere ritrova il suo antico sapore: quello che dai libri t'accompagnava fin sul limite di un futuro da inventarsi da zero. Certamente ci son alunni che, asini nell'immaginario dell'insegnamento, asini rimarranno per tutti gli anni a venire e le bocciature a passare. Ma un'estate da protagonisti varrà loro, all'ingresso del nuovo anno, il titolo di “asino creativo”. Dove per creatività s'intende la voglia di conoscere, d'apprendere, di rischiare. Di mostrare che sotto quella faccia da alunno negligente c'era una curiosità pronta a farsi accendere nel caso fosse stata trafitta da una parola capace di immaginazione. E d'affettuosa comprensione. Con buona pace di chi pensa ancora che per fare una scuola basti una cattedra, un registro e uno sguardo spento ma professionale. Don Marco Pozza 8 Sabato 22 agosto 2009 ATTUALITA’ l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 4 Mega jackpot al Superenalotto Uno solo riderà, in milioni piangeranno Un sacerdote, un militare, una badante ucraina, un pensionato e un dipendente comunale. Cinque punti di vista sulla vincita da sballo. Chi sogna ad occhi aperti, chi gioca ma ha paura di vincere…. “È uscito?”. “No, forse sabato prossimo”. “Ma si dai, tanto è tutto truccato”. Discorsi da bar, dalla parrucchiera, sul sagrato della chiesa finita la messa della domenica mattina. In una estate che non offre gran che di tormentoni, ogni due giorni i telegiornali nazionali aprono con una serie di numeri e la previsione di un montepremi in aumento per la prossima estrazione. Il jackpot al Super Enalotto, tecnicamente definito “il 6”, agita senza limiti i sonni dei “puntatori” italiani. C’è ancora tempo per tornare a bramosie più terra terra, ai miseri 10, 100 mila euro dei Gratta e Vinci che sbancano il giornalaio sotto casa, quisquiglie al confronto degli otto zeri, insomma bruscolini. Intanto da Bolzano a Mazzara del Vallo si meditano investimenti su atolli caraibici, sfogliando giornali appoggiati in sala d’attesa dal dentista, ove si reclamizzano ville hollywoodiane con piscina a forma di cuore e fuoriserie con diamanti alle maniglie e volante in avorio, magari c’è chi prova pure a leggere Il Sole 24 e Milano Finanza, “Hai visto mai che poi con la Borsa raddoppio”. Beato il possessore della cartella che sbancherà la Sisal, e tutti gli altri giocatori giù all’inferno, nel dantesco girone degli invidiosi. Circa 300 miliardi delle vecchie lire, miliardo più miliardo meno, una camionata di soldi che però non cadranno dal cielo, ma giungono dagli stessi italiani che da mesi versano pesanti gocce nel mare del montepremi. È come se un paziente malato si infilasse l’ago della flebo al braccio, dopo essersi attaccato l’altro capo della cannetta all’arteria femorale. Un circuito chiuso dove il plasma monetario alimenta solo la speranza, il miraggio. Si perché la cieca fortuna non premierà tutti, neanche tanti per la verità. Pierre De Coubertin diceva che importante è partecipare, ma qui non si tratta di sport olimpici, fondamentale al lotto è vincere e portare a casa i soldini, tanti, troppi in questo caso. Il rischio è l’overdose pecuniaria che toglie il fiato e riempie di adrenalina il provato portafogli. Non tutti comunque la pensano allo stesso modo, in un variegato campione di intervistati c’è chi critica questa forma di arricchimento “a cascata”, c’è poi chi considera positivo far sognare i lavoratori italiani con una chimera più che virtuale, addirittura qualcuno gioca ma spera di non vincere, non così tanto almeno. Bertillo Traverso da Cesuna, classe 1930, non ha dubbi in merito: “A me piacerebbe vincerli tutti quei soldi, però non ne faccio una mania, gioco solo la schedina da due colonne, se faccio il 6 bene, altrimenti amen. Anni fa la dea bendata mi ha già baciato. Nel 1950, quando lavoravo come emigrante in Australia, vinsi 6 milioni di lire, una bella cifra per l’epoca, sufficiente a comprare sei o sette appartamenti. Col gruzzolo acquistai dei terreni, una volta lottizzati sono aumentati di valore. Ho fatto qualche viaggio, ho visto il deserto, ma ho continuato a lavorare. Se arriva nelle mie tasche tutto quel capitale, non cambierò nemmeno la mia vecchia Ford Fiesta. Se anche mi compro una macchina nuova, poi, dovrei ancora guidarla io, quindi tanto vale. Di sicuro aiuterei i parenti a risolvere i loro piccoli problemi economici e farei felici 3 o 4 banche mettendo il resto del gruzzolo al sicuro. Però niente acquisti con computer, lì qualche furbastro mi asciugherebbe il conto”. Di diverso avviso è don Stefano Margola, giovane parroco di Treschè Conca: “Come uomo di Chiesa non approvo queste estreme situazioni che portano milioni di persone a sognare l’effimero. Ho già avuto modo di affermare in una recente omelia che la fragilità umana è indotta quotidianamente a sbagliare dalle tentazioni, una è il danaro. E lo Stato non offre esempi positivi mettendo in palio cifre di questa portata, è evidente che sfrutta la crisi economica e le necessità che ha la gente di fantasticare per sanare il bilancio, quei buchi causati da sprechi, sperperi e non oculata gestione della res pubblica. Concludo ammonendo coloro che in caso di vincita assicurano di versarne buona parte in beneficenza, credo poco a queste promesse virtuali, e ricordiamoci che l’affetto delle persone non si compra con offerte che non sono costate nessuna fatica. Comunque il cruccio di sapere come spendere tutti quei soldi non rientra tra i miei problemi, non gioco al Lotto. Anche Vittorio Magnabosco mostra una sorta di scetticismo verso questa forma di arricchimento. Lavora per il Comune di Roana e confessa di puntare ogni tanto qualche colonna al Super Enalotto: “Ma ho quasi timore di vincere cifre esorbitanti – dichiara – non vorrei che tanti miliardi finissero col mettere allo sbando la mia famiglia. Ho tre figli, a loro cerco di far capire i valori che veramente contano. Se d’un tratto ci trovassimo ricchi sfondati, non saprebbero mai cosa vuol dire vivere del proprio lavoro, e la salute per i miei cari non riuscirei comunque a garantirla con i soldi. Inoltre passerei il resto dei miei giorni nel terrore di rapimenti o estorsioni. Guardiamo come vivono i magnati del petrolio o i capitani d’industria, sempre sotto scorta, scarsa intimità famigliare, libertà limitata. No, no, meglio vincere pochi spic- cioli da spendere senza angosce, senza l’invidia di chi ti abita vicino. Se proprio la fortuna mi venisse a cercare, donerei buona parte a istituti per la ricerca contro i tumori, è un investimento anche quello, a fin di bene”. Di tutt’altro avviso è Natalia Moshinska, simpatica ucraina di 39 anni, da sette anni lavora come badante in Italia e per qualche giorno rimane sull’Altopiano ad accudire una anziana signora. “Non ho mai giocato, nemmeno alle tombole – dice - nel mio paese la vostra lotteria si chiama Sport Lotto e non si è mai avvicinata a queste cifre impressionanti. Non sono fortunata e quindi butterei i soldi se provassi a giocare. Se proprio dovessi puntare qualche euro e vincere così tanti milioni, penso che donerei tanto alle nostre “Scola Internata”, l’equivalente dei vostri orfanotrofi. In Ucraina ci sono molti istituti dove vengono educati i bambini abbandonati da famiglie con problemi legati a alcol e droga. Ci sono molte storie tristi là dentro, mi stanno molto a cuore quei poveri ragazzi senza un futuro. Di sicuro tornerei subi- to in patria dai miei cari, continuerei a lavorare, aprendo un negozio tutto mio. Ma sono solo sogni”. Infine Giuseppe Luongo, militare professionista di 28 anni, in forze col suo reparto presso una caserma di fanteria motorizzata del nord Italia, per due settimane si trova a Roana in licenza estiva. Da buon napoletano verace non disdegna qualche puntatina al lotto. “d’accordo è solo un gioco – dichiara – e non deve diventare una mania. Ma come dice il proverbio “chi non rischia non rosica”. Le possibilità di azzeccare la combinazione giusta sono bassissime, ma solo puntando ci si può aspettare di vincere, fino ad estrazione avvenuta la speranza è grande e regala il piacere dell’attesa. Vincessi io i milioni di euro forse cadrei in trance dalla felicità. Col senno di poi potrei cominciare a pensare cosa farne dei soldi: subito dei regali a famigliari e amici, un po’ di beneficenza per la ricerca scientifica e investimenti sugli immobili. Tanti viaggi per visitare il mondo, ma soprattutto vacanze più lunghe sull’Altopiano, magari comprare pure una grande casa quassù per abitarci in maniera stabile”. Giovanni Dalle Fusine Ma quanto valgono 140 milioni di euro? Sono infinite le cose che si possono fare con una cifra pari a quella messa in palio dall’Enalotto, eccone una piccola carrellata. - Il Governo in carica ha fatto un regalo di 140 milioni di euro al Comune di Catania per ripianare una piccola parte del suo spaventoso e vergognoso deficit di bilancio (oltre 700 milioni di euro). - Per una priorità fondamentale come il piano casa del governo la cifra stanziata è stata di 150 milioni di euro per l’intero territorio nazionale. - L’Unione Europea ha indetto un bando da 140 milioni per la ricerca su celle a combustione e idrogeno. Si tratta di un sistema energetico eco-compatibile per far funzionare autobus a idrogeno, centrali elettriche che producano energia pulita e computer portatili che rispettino dell’ambiente. - La liquidazione inizialmente proposta da Porsche per dare il benservito al manager Wendelin Wiedeking corrispondeva a 140 milioni di euro. A rivelarlo è stato il Financial Times, che ha citato fonti anonime interne allo storico cda. - Con un piccolissimo mutuo da affiancare al Jackpot stellare di questi giorni si potrebbe comprare un nuovo Boeing 787. Benzina, piloti e personale di volo non inclusi nel prezzo. - Approssimando ad un euro il prezzo di un kg di riso di media qualità, con 140 milioni di euro si possono comprare 140 mila tonnellate di questo cereale da inviare nei paesi affamati di Africa, Sud America o Asia. - Con la vincita del montepremi si potrebbero comprare due B-52 Stratofortress. I B-52 possono volare per distanze virtualmente illimitate, il velivolo può bombardare con armi di ogni tipo e anche lanciare missili da crociera. E’ costruito da Boeing Military Airplane Co., ha 8 motori Pratt & Whitney. Nel prezzo non è compreso l’armamento. L’USAF affermava anni fa di averne ha disposizione un centinaio. - In 38 anni la legge che istituiva la società per il ponte sullo Stretto di Messina ha prodotto 14mila pagine di documenti, migliaia di tavole, 11 volumi di lavori preparatori e 2 quintali di progetti che sono costati al contribuente italiano 73 milioni di euro circa. Se a questi aggiungiamo i soldi spesi per il progetto antagonista di un tunnel sottomarino, e gli interessi passivi per queste opere mai realizzate, si arriva per lieve difetto alla somma del jackpot italiano. La classifica delle megavincite Tra le vincite più alte di sempre, si ricorda quella da ben 365 milioni di dollari finita in Nebraska nel febbraio 2006, e quella da 340 milioni dell’ottobre 2005 centrata in Oregon, in entrambi i casi grazie al Powerball. Anche il Mega Millions si è dato da fare, avendo distribuito, tra i tanti, un premio da 363 milioni nel maggio 2000 e uno da 325 milioni nell’aprile 2002. Il Mega Millions arrivò anche a raggiungere un jackpot da 390 milioni, nel marzo del 2007, ma non fu record in quanto in quell’occasione il bottino venne equamente suddiviso tra due giocatori, uno residente in Georgia e uno nel New Jersey. 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 5 Lo sport protagonista a scuola ASIAGO Dall’itinerario sportivo per gli studenti della Scuola Primaria, con l’avviamento a varie discipline, alla sensibilizzazione verso il salto con gli sci: all’insegna del recupero della tradizione sportiva. Fare entrare lo sport a scuola dalla porta principale: ecco il primo e ambizioso obiettivo del neo eletto Assessore allo Sport Franco Sella. Il 18 agosto, nella Sala Giunta del Comune di Asiago, è stato illustrato il progetto sportivo che verrà annunciato ufficialmente in occasione della prima consulta dello sport che si terrà a settembre. Il proposito di Sella è quello di promuovere l’attività sportiva a partire dalla scuola elementare; per questo ha proposto ai Presidenti delle Società Sportive del settore ghiaccio di collaborare alla realizzazione e allo svolgimento di corsi per tutte le classi della Scuola Elementare di Asiago, che investano su sport come il pattinaggio artistico e quello di velocità e l’hockey. Questo è il primo passo di un itinerario che mira ad avvicinare i giovani allo sport e, soprattutto, a quelle discipline identificanti il nostro territorio. L’intenzione dell’Assessore allo Sport è quella di proporre diverse attività per la scuola primaria; se nei primi mesi dell’anno scolastico i piccoli studenti potranno praticare sport su ghiaccio, da gennaio a marzo si cercherà di iniziarli allo sci di fondo, altro sport che caratterizza il nostro Altopiano; da aprile/maggio, Sella ha propo- portunità di ambo i sessi. Per quanto riguarda la costituzione di un Liceo Sportivo, sembra che sia un progetto di difficile realizzazione; Franco Sella ha però assicurato che gli studenti-atleti saranno agevolati dall’Istituto di Istruzione Superiore di Asiago, che si è mostrato propenso ad avvicinarsi alla realtà sportiva. Intanto si attende la partenza del progetto sportivo alle elementari, prevista per ottobre; varie sono le questioni in via di definizione: dagli istruttori disponibili all’orario (rigorosamente scolastico) in cui si svolgeranno le lezioni, dall’assicurazione dei ragazzi al calendario delle attività. Ciò che conta, per ora, è la collaborazione degli Istituti Scolastici e delle Società coinvolte e l’intenzione di creare un progetto che abbia una continuità negli anni al fine di identificare Asiago anche con lo sport che lo ha caratterizzato nella tradizione. Tutto ciò sarà possibile anche grazie alla collaborazione non solo degli enti politico-istituzionali, ma anche delle persone che vorranno collaborare al progetto. Martina Rossi sto un corso di atletica indirizzato ai bimbi di III-IV-V elementare e di psicomotricità per i più piccoli. Si punta a estendere il progetto anche agli altri Comuni dell’Altopiano, dopo una prima fase di sperimentazione che riguarderà soltanto la scuola primaria di Asiago, causa contingenti ragioni logistiche. La realizzazione del progetto verrà condotta in totale condivisione con il direttore della Scuola Elementare Francesco Tognon. Si vuole puntare sugli sport della nostra tradizione: pattinaggio e sci di fondo in primis. Manca lo sci di discesa, che sarà sicuramente valorizzato e proposto agli studen- ti più grandi, e il salto con gli sci, che merita un discorso a parte e un’attenzione speciale. A tal proposito, verrà condotta dall’Assessore Franco Sella una campagna di sensibilizzazione verso questo sport che è tra i più rappresentativi del nostro territorio e che ha portato numerose soddisfazioni ad Asiago, disciplina per cui Sella assicura di avere un occhio di riguardo; si pensa alla ricostruzione di un piccolo trampolino, alla formazione di un organico che possa seguire la preparazione atletica dei ragazzi e alla ricostituzione di una squadra maschile ma anche femminile, evidenziando così le pari op- Il formaggio sotto il cielo di Asiago Sabato 29 e domenica 30 la 9^ edizione con il “Concorso Interregionale dei Formaggi a latte crudo”. In concomitanza si terranno le mostre mercato dei prodotti vicentini Torna anche quest’anno nell’Altopiano la manifestazione “Formaggio sotto il cielo di Asiago”. L’evento, giunto alla nona edizione, viene realizzato sotto l’egida di Vicenza Qualità, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Vicenza, e con la collaborazione di Coldiretti Vicenza, ma anche di vari altri enti e Associazioni locali e regionali, nonché delle Amministrazioni dei Comuni di Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana e Rotzo e delle Proloco locali. I cultori dei prodotti lattiero caseari non dovranno perdere l’appuntamento dell’ultimo week end di agosto. Sabato 29 e domenica 30 si terrà ad Asiago l’annuale “Concorso Interregionale dei formaggi di montagna a latte crudo”; quest’anno sarà la storica Sala delle Maschere della Comunità Monta- na 7 Comuni a fare da location d’eccezione per la mostra-concorso che premierà l’eccellenza delle specialità casearie a latte crudo. Contestualmente avrà luogo la mostra del formaggio “Stravecchio di malga”, con degustazioni dei prodotti e successiva assegnazione del “Premio Città di Asiago”. Nella serata di sabato 29 è previsto anche il laboratorio didattico “Dal latte al formaggio”, a cura del gruppo di Base di Asiago, che illustrerà i vari passaggi di trasformazione e lavorazione del latte, con degustazione finale della tosela. E’ prevista anche la mostra mercato dei prodotti tradizionali vicentini, un’ occasione per scoprire ed assaggiare - oltre ai formaggi - i molti altri tesor i agroalimentari del territorio berico. “Quando una manifestazione si avvicina al traguardo dei dieci anni commenta Dino Panozzo, presidente di zona della Coldiretti e consigliere di Vicenza Qualità - significa che ha portato dei buoni risultati che, in questo caso, vanno nella direzione d e l l a valorizzazione dei formaggi di montagna. Dei prodotti ecce- zionali che diventano anche biglietto da visita per l’Altopiano. Proprio per questo, in un’ottica di valorizzazione dell’area, saranno presenti con un proprio stand l’Associazione Strada dei Vini dei Colli Berici ed il Consorzio del Formaggio Asiago”. La rassegna si arricchisce di ulteriori spunti di riflessione, con alcuni eventi che si svolgono in parallelo: oltre agli stand saranno presenti in piazza Carli il Corpo Forestale dello Stato e Vi.Energia, con propri punti informativi, per richiamare l’attenzione sui temi ambientali e sulle energie rinnovabili, al fine di accrescere la consapevolezza dello stretto legame che intercorre tra tutela dell’ambiente e tutela dei prodotti alimentari tipici. “Grazie alla Camera di Commercio, a Vicenza Qualità, alla Comunità Montana e ai comuni coinvolti - afferma Panozzo - riteniamo di essere riusciti a dare una buona immagine dell’Altopiano. E se finora siamo stati un’importante vetrina per i formaggi a latte crudo del Triveneto, se continueremo ad avere l’aiuto delle istituzioni, siamo pronti per fare un altro passo in avanti e fare di Asiago la vetrina per i formaggi a latte crudo d’Italia”. Il cimbro, una lingua antica che è storia e tradizione Quando un giornalista mi ha rivolto la domanda: “E’ vero che da settembre nelle scuole della Direzione didattica di Asiago si insegnerà il dialetto?” sono rimasto interdetto e ho dovuto cercare di capire cosa intendesse il mio interlocutore (poco prima mi aveva spiegato che voleva intervistarmi sulla notizia riportata dal Corriere del Veneto secondo la quale i bambini di terza, quarta e quinta elementare avrebbero iniziato a studiare il cimbro, antico idioma dell’Altopiano). La risposta è stata un chiaro no. Innanzitutto perché il cimbro non è un dialetto, ma una lingua parlata nel territorio Altopianese per molti secoli e le cui tracce sono ancor oggi ben presenti nei toponimi, nei modi di dire, nelle leggende, in alcuni canti tradizionali che permeano questo luogo speciale cullato dai boschi e dai racconti di Mario Rigoni Stern. In secondo luogo sono anni che i docenti più sensibili e preparati utilizzano lo spazio riconosciuto dall’autonomia scolastica per integrare il curricolo nazionale con lo studio dell’ambiente naturale, storico e culturale dell’Altopiano. L’anno scorso un progetto denominato “Maestra montagna” ha visto otre 1000 alunni lavorare sui testi di Mario Rigoni Stern e Patrizio Rigoni, naturalista e profondo conoscitore della cultura altopianese, uscire dalle aule scolastiche, immergersi nei boschi e nei prati al fine di riscoprire la ricchezza del nostro ambiente. A questo studio, a questa esplorazione è seguito l’allestimento di una mostra che ha occupato la palestra dell’Istituto superiore di Asiago (questo per dare un’idea della mole di lavoro prodotto). Credo sia stato un modo per insegnare storia, per leggere gli stati d’animo delle persone, per utilizzare la lingua, che difficilmente sarà dimenticato dai nostri studenti. Si può capire, da quanto esposto, che non aspetteremo il prossimo anno scolastico per scoprire il nostro territorio e l’antica parlata cimbra. Questa introduzione mi permette dunque di asserire che l’attenzione per le tradizioni locali, per la storia, per l’ambiente fa parte del DNA della nostra tradizione scolastica. Governi di tendenza diversa hanno ribadito l’importanza che una parte del curricolo sia scelto dalle scuole in modo autonomo e responsabile. E’ quanto abbiamo fatto in questi anni. Dunque a settembre sull’Altopiano non accadrà nulla di particolare che già non si facesse; si cercherà solo di migliorare e di condividere le buone pratiche con il maggior numero di docenti. Innanzitutto si farà riferimento alla specificità locale, riconosciuta da una legge nazionale, di essere un territorio in cui vive una minoranza linguistica. Quello che la scuola sta cercando di attuare non è che i bambini tornino a parlare cimbro, visto che non è possibile, ma impegnarsi perché conoscano il significato dei toponimi che ogni giorno incontrano nel territorio o alcune delle espressioni cimbre più comuni. Conoscere questo patrimonio li renderà più sicuri e coltiverà un senso di appartenenza verso un territorio in cui riconoscersi e in cui ritrovare legami con chi ci ha preceduto. In questa ottica i nostri alunni continueranno a studiare sul campo, e non solo sui testi, il nostro meraviglioso ambiente e la sua storia. Ma la scuola non è solo questo! In realtà il nostro sforzo, come professionisti dell’educazione, è teso ad individuare quali sono le competenze essenziali che i nostri bambini/ragazzi devono possedere al termine del percorso scolastico. La scuola deve innanzitutto offrire loro gli strumenti per esercitare la cittadinanza attiva, essere dunque persone dotate di senso critico, capaci di imparare ad apprendere e pertanto in possesso di alcuni alfabeti essenziali (lingua italiana, capacità di risolvere i problemi, padronanza di almeno una lingua straniera). Se non riusciremo in questo intento non avremo svolto il nostro dovere di educatori. Di ciò siamo consapevoli, ma crediamo che conoscere il territorio non sia in contrasto con quanto appena affermato. Essenziale è come si fa scuola, quali metodologie vengono usate. Accanto a questi alfabeti essenziali i nostri giovani devono respirare un clima che comunichi loro il rispetto per l’altro, la capacità di ascoltare e osservare, di riscoprire la bellezza della manualità, di conoscere e dare voce alle emozioni, di saper vivere come ci ricorda Delors nel libro “Nell’educazione un tesoro”. E’ una scuola che non deve essere terreno di scontro tra forze politiche, ma un laboratorio sul quale costruire il futuro delle nuove generazioni. In questo senso i temi oggi in discussione (dialetto nelle scuole; formazione degli insegnanti; curricolo nazionale e locale) vanno letti e collocati in un contesto che deve partire da questa irrinunciabile questione: quali sono le competenze essenziali che i nostri ragazzi devono possedere per essere domani dei cittadini e dei genitori responsabili, capaci di vivere in un pianeta sempre più connesso ed interdipendente, come ci ricorda Morin? Francesco Tognon Dirigente scolastico – Direzione didattica di Asiago 8 l’Altopiano Sabato 22 agosto 2009 Di Claudio Savelli Sono molteplici le attività di cui si occupa l’ufficio patrimonio ed ambiente. L’assessore Guido Carli ci parla di un progetto di cui il Comune di Asiago, in collaborazione con l’Associazione Cacciatori, si sta facendo particolarmente carico: il tentativo di arginare l’invasione del pino mugo nei pascoli di alta quota. “Innanzitutto bisogna ricordare cos’è il pino mugo: si tratta di un cespuglio aghiforme sempreverde, dal portamento prostrato, del genere Pinus, molto diffuso sulle nostre montagne. Il legno veniva impiegato come legna da ardere, per la produzione di carbone da legna e per l’estrazione della resina. Molto apprezzato anche per la preparazione del mugolio (olio essenziale ad azione balsamica, impiegato nella cura delle affezioni respiratorie), di sciroppi e di liquori utilizzando le giovani pigne e i germogli ricchi di resine. Per il nostro ecosistema rappresenta un problema, perché cresce molto rapidamente e soffoca i pascoli. Negli ultimi anni, a causa dell’espandersi di questo cespuglio, si è vista una grossa riduzione di presenze di galli cedroni, galli forcelli, di lepri, di ungulati, per non parlare della flora, dove larici, mir- www.giornalealtopiano.it Altolà al pino mugo Un progetto per fermare l’avanzata del cespuglio infestante nelle zone alte. Potrebbe essere impiegato per alimentare un nuovo impianto a biomassa. tilli, ginepri e kranebet non trovano più terreni su cui crescere. La stessa pastorizia bovina e ovina ne risente particolarmente. Molti pascoli che anni fa erano dedicati alla produzione del nostro prelibato latte per l’industria del formaggio sono chiusi, riducendo di molto i capi al pascolo e quindi anche l’indotto che può svilupparsi con una maggior produzione di formaggio di malga. Alla luce di questa non rosea situazione e spinta dal desiderio di proteggere e di salvaguardare l’ambiente d’ alta quota, l’Associazione Cacciatori si è rivolta al comune di Guido Carli assessore al patrimonio Asiago per dialogare e per orchestrare un progetto congiunto. L’obiettivo è arrestare l’invasione silenziosa del pino mugo”. “Grazie anche all’intervento e al supporto economico della Provincia di Vicenza – continua Carli - a brevissimo, si parla già di fine mese, partiranno quattro progetti paralleli per opere di “ripristino ambientale”, in cui si andranno a effettuare opere di taglio su quattro sezioni di 2000 metri quadrati ciascuna sulle pendici del monte Portule. Sono progetti obiettivamente molto limitati come superficie interessata, tuttavia rappresentano un segno tangibile ed un punto di partenza importante per affrontare questa annosa questione. La volontà quindi dell’Assessorato al Patrimonio e all’Ambiente di Asiago è quella anche di comunicare Porcini e finferli? Qui si trovano sempre! Niente da fare, almeno finora, per gli appassionati fungaioli: la stagione è piuttosto avara, e più di qualche sporadico ritrovamento non si segnala. Ma, a parte la soddisfazione impareggiabile di raccogliere personalmente i pregiati miceti, a tutto c’è rimedio: sia per deliziare il palato, che per vantarsi con gli amici del proprio fiuto, esibendo un bottino consistente nonostante la carenza di materia prima e compiacendosi delle proprie doti di cercatore. Percorrendo la strada che porta a Bassano, nei pressi della Trattoria Fontanella c’è un posto comodo comodo, che non delude mai, visto che per buona parte dell’estate vi si trovano porcini e finferli in buone quantità. A portarli ci pensa il Berto, che sull’Altopiano in tanti ricordano per avere gestito per lunghi anni un negozio di frutta e verdura in zona centrale ad Asiago; i funghi se li va a prendere direttamente in Romania, un paio di volte la settimana, ma arrivano anche dal Trentino o dalle nostre zone, quando la stagione è favorevole. E nel periodo clou della stagione estiva nei pressi staziona anche un banco che vende gli zaini idonei alla raccolta dei funghi, oltre che abbigliamento “militare” che in molti usano per andar per boschi: come dire “tutto per il fungaiolo doc, o per apparire tale”! Ma tornando ai nostri funghi, in particolare ai porcini, questi che provengono dalla Romania piacciono come quelli nostrani? E si trovano sempre in abbondanza? “Chi li acquista e assaggia – dice Berto – non trova differenze, anzi! Tanto che torna ancora, anno dopo anno: la quasi totalità degli acquirenti sono clienti affezionati. Anche in Romania ci sono periodi abbondanti e altri meno, per esempio dopo gli ottimi raccolti durati fino a metà luglio c’è stato un periodo scarso, ma nei giorni scorsi sono ripresi a crescere bene, e lì si raccolgono anche fino a novembre”. E’ dal 1992 che Berto d’estate sale con il suo camion per vendere funghi sull’altopiano, mentre negli altri periodi staziona in altri posti fissi della pianura, dove vende prodotti di stagione, come gli asparagi e le ciliegie. Qui in montagna ci torna volentieri, anche se è un po’ amareggiato perché da qualche anno a questa parte non gli è stato più concesso di stazionare al Turcio, dove la gente s’era abituata a trovarlo. Ci incuriosisce sapere se in periodi di scarsità come quello corrente, di funghi se ne vendono di più. “No, anzi – risponde Berto – quasi quasi si vende di più quando i nostri boschi sono più generosi perché c’è chi, dopo una raccolta discreta, “integra” il bottino per potersi pavoneggiare per l’ottima raccolta”. Ma c’è anche chi di cercarseli i funghi non ci pensa proprio: regole da seguire, permessi da fare, per poi magari camminare per ore senza trovare nulla…vuoi mettere la comodità di chiedere la quantità voluta e vedersela comodamente servita? Silvana Bortoli con i vari enti ed istituzione dell’altopiano, amministrazioni o la Comunità Montana, affinché si crei un dialogo comune. Ideale sarebbe anche che la Comunità Montana potesse diventare il perno coordinatore di questa iniziativa, accedendo quindi a finanziamenti europei.” L’iniziativa dell’Assessore Guido Carli è sicuramente importante, poiché, dopo molti anni dove il problema non è stato affrontato, esiste la volontà politica di implementare progetti specificatamente dedicati alla salvaguardia e al ripristino ambientale. Il grosso problema nell’ affrontare e sconfiggere questo infestante è ovviamente quello economi- 6 co. Il territorio infestato, per la sua peculiarità geografica, è ampio e poco accessibile. Cosa farne poi di tutto questo scarto di legname ? Negli anni cinquanta partivano camion carichi di mugo per alimentare le fornaci di Pederobba…ma adesso? Bisognerebbe ideare un progetto, affinché tutto questo scarto ligneo diventi una risorsa e non sia un gravoso costo. Immagino per esempio un progetto ideato e pensato sull’altopiano per un altro impianto a biomassa che potrebbe presentare una caratteristica peculiare: essere “alimentato” con il pino mugo infestante dell’altopiano e con altri scarti lignei, abbondanti nei boschi in prossimità. Sarebbe strategico ed assolutamente prioritario, già in fase progettuale di questo nuovo impianto di biomassa, collocato nella convalle, che si prendessero in considerazione anche i costi di “reperimento” e “taglio” del pino mugo. Ponendo a bilancio le attività positive, dovute alla produzione e alla vendita di energia elettrica, si coprirebbero ampiamente anche i costi di bilancio negativi per il taglio e il reperimento della “materia prima”: il nostro odiato e amato infestante. Così facendo, avremmo benefici a cascata: energia elettrica per uso locale a basso impatto ambientale e meno cara, salvaguardia dell’ambiente, protezione delle specie florafaunistiche autoctone…e soprattutto fermeremo l’avanzata del Generale Mugo. Un convegno sul sovraindebitamento delle famiglie e il rapporto con i nuovi rischi di povertà Organizzato da Cisl e Adiconsum di Vicenza, si terrà al Grillo Parlante di Asiago venerdì 28 agosto. E’una tematica di grande attualità e molto sentita quella che verrà dibattuta nel convegno in programma venerdì 28 agosto alle ore 17 al Grillo Parlante in via Monsignor Bortoli ad Asiago: “Il sovraindebitamento delle famiglie – Come difendersi dai contratti di credito e dall’usura”, organizzato dalla Cisl e dall’Adiconsum di Vicenza. “In un contesto caratterizzato dalla progressiva trasformazione delle crisi industriale e sociale nel territorio – si legge nella nota di presentazione del convegno – si pone la necessità di affrontare il tema del credito per le famiglie in difficoltà rispetto il lavoro e la liquidità. Prevenire e non solo difendersi dall’indebitamento deve essere una pratica diffusa e trasversale di tutti i cittadini, favorita anche da un impegno costante nell’informazione e nell’educazione al consumo e alla gestione finanziaria”. All’iniziativa parteciperanno il segretario generale CISL Vicenza Luigi Copiello, la Caritas Vicentina, il segretario generale Adiconsum Vicenza Mario Carollo, il segretario nazionale Adiconsum Fabio Picciolini e quello regionale Walter Rigobon. A conclusione del dibattito è previsto un buffet con prodotti tipici locali, grazie alla FAI di Vicenza. Visto l’importanza e il pericolo reale del tema trattato si auspica una partecipazione numerosa. S.B. 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 7 Con “Libera”nelle terre della mafia ASIAGO Non so se i lettori ricorderanno, ma durante quest’anno, nei giorni festivi, era presente davanti il Municipio di Asiago un piccolo stand, nel quale gli interessati potevano acquistare olio, vino, pasta, sottolii e sottaceti, insomma, tutti prodotti coltivati da volontari sulle terre sequestrate alla mafia, in base ad una legge dello Stato, la 109 del 1996, che assegna l’usufrutto di tutti gli innumerevoli terreni delle cosche ad associazioni di volontari o cooperative agricole con lo scopo di promuovere lo sviluppo agricolo e lavorativo di tali aree depresse. Nell’ambito di questo progetto, alla base del quale si colloca una ben precisa associazione, retta dalla forza e dal carisma di don Luigi Ciotti, “Libera. Associazioni, nomi e L’esperienza di Martina Sartori che ha lavorato come volontaria a Polistena (Reggio Calabria) numeri contro le mafie”, una ragazza di Asiago, Martina Sartori, ha deciso come volontaria, di andare in quelle terre, con tanti altri ragazzi della medesima età, a svolgere tutti quei lavori e tutte quelle attività che garantiscono la genuinità dei prodotti che Libera rivende per finanziare attività contro la mafia ma, soprattutto, per creare occupazione nel Meridione. La cooperativa presso la quale Martina ha lavorato si trova a Polistena, in provincia di Reggio Calabria ed è specializzata nella coltivazione di prodotti della terra come le melanzane. Con Martina, un gruppo di 28 volontari che, dopo un viaggio lungo tutta la Penisola durato ben 16 ore, è arrivato in questi luoghi tanto diversi dalla nostra Asiago, con usi e costumi spesso così differenti da farci dimenticare che, in fondo, se pur con tante diversità e peculiarità, siamo sempre e comunque tutti italiani. Dopo questo lungo viaggio, animato anche dalla gran curiosità di visitare questi luoghi e queste realtà, il gruppo, ormai unito e ben consolidato dall’intento di raggiungere gli stessi obbiettivi di solidarietà e crescita interpersonale, è arrivato a destinazione, alloggiato durante la settimana in una scuola, adibita per l’occasione a dormitorio. “È stato un viaggio molto faticoso, ma ricco di spunti sui quali riflettere” racconta Martina appena arrivata. Occasione di riflessione, nuove realtà a contatto, nuove esperienze da acquisi- re, nuove amicizie ed attività da condividere: anche questo vuol dire fare un’esperienza con l’associazione “Libera contro le mafie”. Martina ci parla di Francesco, un autista di Reggio Calabria che, durante il periodo di ferie estive, saliva ancora su un pullman per portare i giovani volontari dalla scuola dove alloggiavano fino ai campi e agli stabilimenti produttivi il cui motto è: “Io non sono qui per lavorare, ma per combattere”. Esempi significativi che fanno comprendere che, anche in una terra vittima, ma spesso anche complice della mafia, vi sono ancora molte persone disposte a combattere e a lottare per cercare nuovi orizzonti ed un futuro migliore per i loro figli. “Un’ esperienza - dice Martina - che fa riflettere anche su tutti quei pregiudizi e luoghi comuni che spesso animano noi del Nord nei con- fronti di quelli del Sud”, mossi soprattutto da un vero e proprio odio razziale e da una paura discriminate nei confronti del “diverso”, non ricordando che anche noi siamo profondamente simili a loro, che anche noi qui abbiamo delle forme di mafia, una mafia molto diversa, che non uccide, come i corleonesi o la ‘ndrangheta, ma che comunque esiste e va fermata”. “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine” diceva Giovanni Falcone. Anche da una frase come questa è stato animato il viaggio di Martina, ma anche da tutte quelle persone che, come lei, con umiltà, sacrificio e desiderio pulsante di contribuire a creare un mondo senza nessuna mafia, si danno da fare, ogni giorno. Alessandro Baù La Messa al Cimitero della Brigata Sassari Un momento di grande emozione che si ripeterà l’anno prossimo nell’ultimo venerdì di luglio Non eravamo in tanti venerdì 31 luglio, al tramonto, al Cimitero della Brigata Sassari del Monte Zebio, terra sarda sull’Altopiano, alla Santa Messa che don Roberto, parroco di Asiago, ha celebrato in memoria e suffragio dei caduti della Brigata e di tutti gli eserciti che si sono fronteggiati sulle nostre montagne. C’era l’Associazione dei Fanti dell’Altopiano guidata dal suo presidente, il Cav. Marco Ambrosini, credo l’unico altopianese ad aver prestato servizio nella Sassari. C’erano gli assessori Guido Carli e Franco Sella del Comune di Asiago. C’era il generale di Divisione Enrico Pino, comandante R.F.C. Regione Veneto, già comandante della Brigata Sassari. C’era il luogotenente Antonio Pinna, memoria storica della Brigata e custode fedele dei suoi figli caduti. C’erano gli amici del Rifugio dell’Angelo con la loro leggendaria ospitalità. E c’erano altri amici avvertiti dal passaparola dei giorni precedenti. L’idea di ricordare i Sassarini e gli altri giovani che hanno bagnato la nostra terra col sangue compiendo con il loro sacrificio la vera unità d’Italia che oggi tanti sembrano di- menticare, è sorta tra un gruppo di amici durante lo scorso lunghissimo inverno quando, durante un’escursione sullo Zebio, fermandosi per una preghiera al cimitero della Sassari coperto da 4 metri di neve, decisero di tornare d’estate per onorarli adeguatamente. Alcuni di loro cantano nella corale del Duomo di Asiago, la Schola Cantorum San Matteo che, sempre diretta da Andrea Pinaroli, ha animato la Messa. La luce del tramonto, il vento tra gli abeti, il raccoglimento dei presenti e le note del coro hanno creato un momento di grande emozione culminato al termine della Messa quando il luogotenente Pinna ha chiamato per nome all’appello tutti i caduti sepolti nel cimitero sulle note del Silenzio della tromba di Alessandro Pretto. Il Generale Pino ha ringraziato tutti i presenti e si è augurato ci possano essere altre occasioni per onorare quei giovani sardi. Durante il semplice momento conviviale al vicino Rifugio dell’Angelo, insieme ai fratelli Stern e agli amici del Rifugio che ci hanno generosamente ospitati, abbiamo stabilito che la Santa Messa al cimitero della Brigata Sassari dovrà diventare annuale. Così ci siamo dati appuntamento per il giorno 25, ultimo venerdì di luglio del 2010. Chiunque crede in questi valori si senta invitato. Per quei giovani sardi e per tutti coloro che sono caduti combattendo per ciò in cui credevano, la terra sarà più lieve e il nostro ricordo li farà vivere per sempre. Giampaolo Strazzabosco Foto di Luciano Costa 8 l’Altopiano Sabato 22 agosto 2009 www.giornalealtopiano.it 8 Un piano per rivitalizzare il commercio GALLIO Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale di Gallio, partendo dal fatto che negli ultimi anni sono state chiuse una trentina di attività commerciali e molti spazi sono stati trasformati in uffici o abitazioni, ha voluto incontrare i commercianti locali. Allo stato attuale risultano 23 negozi sfitti di varie metrature, pertanto l’amministrazione intende fare ogni sforzo per Verranno istituiti, in via sperimentale, i “prestiti d’onore” per l’apertura di nuove attività commerciali e artigianali. L’importo massimo complessivo sarà di 10.000 euro da restituire a rate. ravvivare il paese dal punto di vista commerciale. A tale proposito è stato incaricato un professionista del settore per la redazione del nuovo piano commerciale degli esercizi pubblici. Le linee guida puntano a incentivare la costituzione e l’attivazione di nuove attività commerciali. Il primo atto concreto è stato la delibera N.120 del 27/07/2009 che ha stabilito di procedere ad una sperimentazione comunale di “Prestiti sull’Onore” per l’apertura di nuove attività commerciali e artigianali con prestiti, dell’importo massimo complessivo di 10.000 euro da restituire entro cinque anni con rate annuali di euro 2.000. Il prestito dovrà essere rimborsato in rate costanti semestrali da euro 1.000 a partire dal 31 agosto dell’an- Successo per il tradizionale appuntamento estivo con il Grest Per ben tre settimane, dal 20 luglio al 9 agosto, il Centro Parrocchiale è stato la splendida “location” e cornice del Grest, subendo per così dire la festosa ed allegra invasione dei bambini e ragazzi che anche quest’anno hanno aderito numerosi all’ormai tradizionale appuntamento di questa iniziativa della Parrocchia che ha allietato e ravvivato con musica, canti, balli, giochi ed allegria i caldi pomeriggi di questa estate galliese. Una novantina i partecipanti di ambo i sessi e di età compresa fra i 6 ed i 13-14 anni che hanno vissuto quotidianamente (dalle 14,30 alle 18) qualche ora di esperienza comune “una formula collaudata – come ha confermato il parro- co, don Lauderio Dal Bianco – fatta di molti giochi semplici ed adatti a tutti, di qualche momento quotidiano di riflessione e di attività di gruppo condivise anche per preparare la serata conclusiva del 9 agosto, uno <spettacolo> di chiusura vissuto per e con genitori, nonni, parenti ed amici”. “Una bella esperienza di amicizia – ha sottolineato don Lauderio – che ha coinvolto sia i ragazzi fra di loro che con gli animatori (una ventina, dai 15 ai 25 anni, di diverso grado di esperienza ma accomunati da una positiva voglia e da impegno e buona volontà encomiabili) in uno spirito di serenità e di genuino di- vertimento”. Don Lauderio, sempre presente là in “prima linea” con lo spirito di un adolescente in mezzo ad uno stuolo di coloriti e festosi ragazzini, tiene altresì a sottolineare “per me é motivo di grossa soddisfazione constatare come sia cresciuto il senso di responsabilità ed il grado di autonomia di un gruppo di giovani, già impegnatisi lo scorso anno ma capaci di dimostrare in questa estate, sia nella gestione del Grest che del torneo di calcetto, un impegno in prima persona, un forte coinvolgimento ed una crescente capacità di gestire responsabilmente questi momenti”. C.P. no successivo in cui si è perfezionato. Per finanziare il “Prestito d’Onore” l’amministrazione ha istitu- ito un fondo a rotazione di 30.000 euro. Ai prestiti potranno accedere le persone o i nuclei famigliari che ab- Mangiar buono a Gallio Il 22 e il 23 agosto l’associazione Festa (Fantasia ed Eccellenza di Sapori delle Tipicità Alimentari) con il patrocinio del Comune organizza “Il mercatino del Mangiar Buono”, una due giorni a Gallio dedicata ai migliori sapori d’Italia. Si potranno assaggiare i prodotti dalle 9 alle 20 nella Piazzetta dei giardini. E.Z. biano la residenza anagrafica nel Comune di Gallio da almeno 10 anni, siano maggiorenni, e con una situazione finanziaria tale da permettere la ragionevole capacità di restituzione del prestito. La spesa troverà copertura nel bilancio di previsione 2009 provvedendo ad una apposita variazione al Bilancio. Stoccareddo, la croce ricollocata sullo Spitzknotto Il Santo Padre PIO XI° dichiara il 1933 ANNO SANTO per ricordare i 1900 anni della morte di Cristo. In quell’anno, tutto il mondo cristiano è invitato a porre, in luoghi significativi e visibili anche in lontananza, una croce come simbolo di fede in Cristo Risorto. Anche a Stoccareddo si danno da fare per collocare una croce e scelgono lo Spitzegonotto (Spitzknotto-pietra piatta sulla punta) che sovrasta la Val Frenzela, un po’ più a nord dell’ inizio della Calà del Sasso. Forse scelsero quei massi sovrapposti per sfatare l’antica credenza di luogo quasi sacro abitato da gnomi e basilischi adoratori della dea celtica Frea. I principali protagonisti di quella ostentazione furono quattro nostri nonni o bisnonni di grande fede: Pietro Baù, (detto Piero pierun), nella cui falegnameria nasce la croce; Cristiano Baù (detto Roner- Finco); Bortolo Baù ( detto Gasparin); Giobatta Baù (Gasparini-Titon); e Don Vittorio Silvagni (curato di Stoccareddo dal 1929 al 1935). La Croce in legno inserita nella roccia resta in piedi fino al 1959 quando, a causa della base marcia, cade. Nessuno pensa di rimettere ancora la croce; solo nell’agosto del 1978, il parroco don Gianfranco Lazzarin volle collocarvi un crocifisso in ferro di 70 cm., donatogli da un compaesano di Sasso, con alla base un residuato bellico (75 cc) anche per ricordare l’orrore della Prima guerra mondiale. Qualche anno fa Onorio Baù, un emigrante in terra di Francia, visita lo Spitzgonotto, sito riemerso anche grazie a Giancarlo Bortoli che ne narra le vicende nel racconto natalizio del 2003 “Il Terzo Altare”, e lancia la proposta di rimettervi la croce che lui ricordava molto bene, impegnandosi a pagare eventuali spese. Alcuni parrocchiani, incoraggiati da Don Marco Gobbati, si danno da fare per esaudire questo desiderio accolto con interesse anche da gran parte dei paesani e finalmente dopo 50 anni si può rivedere la Croce sullo Spitzeknotto, detto anche terzo altare dell’Altopiano. (Il primo altare è l’AltarknottoRotzo, il secondo è l’Hanepos-Malcesina) La Croce in larice, alta 3 m. x 1.50, è offerta dalla Segheria dei f.lli Omizzolo (Barba) dei Lazzaretti di Foza; viene installata, non senza difficoltà, il 5 agosto 2009, da un gruppo di stocarechi amanti del loro paese ossia: Livio, Elio, Elvio, Amerigo e Giovanni Baù, Armando Scaggion e dai f.lli Marco e Mariano Rossi del Sasso. La Croce è simbolo di Amore anche verso coloro cui sembra dare fastidio che si ostenti il segno del Cristianesimo, religione del Perdono. A.B. 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 9 Alla scoperta del mondo magico della micologia Adrenalina e acrobazie Torna nel primo weekend di settembre la manifestazione interamente dedicata ai funghi all’aria aperta Sarà anche quest’anno il “ 4° Week End del Fungo”, in programma a Gallio dal 3 al 6 settembre, a catalizzare l’interesse degli appassionati micologi di tutta Italia. L’Ufficio Informazioni Turistiche del Comune di Gallio, visto il grande successo degli anni passati ed in particolar modo dello scorso in cui si sono avute più di 2000 presenze, ha organizzato tale manifestazione in cui grandi e piccini potranno esplorare il misterioso mondo dei funghi , da avvicinare lentamente e da scoprire con ammirazione. La manifestazione vedrà la presenza di alcuni specialisti del settore, come il prof. Roberto Galli, esperto micologo di fama internazionale, il disegnatore Fabrizio Boccardo e gli scultori Fabrizio Muraro e Massimo Fracaro, che, con opere lignee, illustreranno le specie fungine del nostro territorio. Questa è senza dubbio un’occasione per suscitare l’attenzione di turisti e residenti sul tema ambientale, così importante sul nostro Altopiano. L’appuntamento verterà su diversi aspetti: il primo e il più importante è quello dell’educazione alla conoscenza e al rispetto per la natura e per l’ambiente circostante. Il prof. Roberto Galli, inoltre, illustrerà, nel corso delle due serate di giovedì 3 e sabato 5 settembre, nella Sala Consiliare del Comune di Gallio, alle 20.45, il mondo dei funghi nelle sue peculiarità, illustrandolo con una serie dia- positive a tema. Domenica 6 settembre, invece, è in programma un’escursione guidata (gratuita, ma con iscrizione obbligatoria presso l’Ufficio Informazioni Turistiche) alla scoperta di questo misterioso regno e del suo ecosistema, il cui equilibrio è dato dalla fondamentale opera di tutela che l’uomo deve esercitare su di esso. Infine, come ultimo aspetto, dopo quello didattico e scientifico, c’è quello culturale. Infatti, sarà abbinato all’esposizione delle immagini foto- grafiche provenienti dal Concorso “L’affascinante mondo dei funghi!”, le opere pittoriche, dell’esperto disegnatore Fabrizio Boccardo, presente durante la mostra. L’esposizione si terrà alle Scuole Elementari di Gallio, dal 3 al 6 settembre, e vanterà riproduzioni fedeli, con la tecnica ad acquerello e tempera, di diversi esemplari di funghi. Infine, si potrà apprezzare, grazie agli artisti altopianesi, Massimo Fracaro e Fabrizio Muraro, un angolo dedicato alla scultura, che riprodurrà questo mondo così piccolo, ma così importante per l’equilibrio biologico del bosco. Gallio, dunque, offre un weekend imperdibile per gli amanti della natura e per tutti coloro che vogliono conoscere meglio il mondo della micologia, immergendosi nell’incantato mondo dei boschi dell’Altopiano! Per Info: Ufficio Informazioni Turistiche di Gallio, tel. e fax 0424.447919, email: [email protected] . Per gli incontri con l’autore arriva Sergio Rizzo La rassegna culturale “Incontri con l’Autore”, tenuta dal Comune di Gallio in collaborazione con la Libreria Giunti al Punto di Asiago, sta ormai volgendo al termine e si concluderà domenica 23 Agosto alle ore 17.30, quando, nel nuovo Auditorium Palasport di Gallio, sarà presente Sergio Rizzo alle ore 17.30 per presentare la sua ultima opera: “Rapaci”. L’autore, responsabile della redazione economica romana del Corriere della Sera e che in passato ha lavorato per Milano Finanza, Il Mondo e Il Giornale, è diventato celebre al grande pubblico per essere stato coautore, con Gian Antonio Stella, del libro-inchiesta sul mondo politico italiano “La casta”, che con oltre un milione di copie e ben 22 edizioni è stato uno dei volumi di maggior successo del 2007 e ha aperto un vasto dibattito sulla qualità della classe dirigente nazionale e sul suo rapporto con i cittadini-elettori. Nella sua ultima opera, Rizzo si confronta con il fantasma del nuovo statalismo, che è tornato ad aggirarsi per l’Europa, mentre nel nostro paese è sempre stato di casa, trasformandosi, negli ultimi anni, in una “manomorta pubblica che ammorba l’economia.” È quindi il caso delle migliaia di imprese locali, controllate dai Comuni, dalle Regioni e dalle sempre più inutili Province, oppure di Società per fare autodromi di Formula Uno, per amministrare le eredità lasciate ai ciechi, perfino per comprare agenzie di pompe funebri dai privati. Non poteva mancare l’attacco allo Stato centrale, dove in vent’anni si sono sperperati più di 5 miliardi dei nostri euro nell’Alitalia e dove si resuscitano società estinte soltanto per piazzare amici e famiglie. Una pubblicazione, insomma, che unisce il diritto di conoscere dei cittadini al dovere di partecipare ad uno Stato, sempre più spesso delegato e mal amministrato dai soliti noti. Scacchi: una stagione piena d’emozioni Domenica 9 agosto, dopo una piacevole introduzione musicale, eseguita dal complesso musicale Bellini, organizzato dal Circolo Scacchistico Altopiano dei Sette Comuni e dal Comune di Gallio, si è tenuto sulla Terrazza Comunale il 2° Palio di Scacchi Giganti, meravigliosi pezzi di legno di teak dell’altezza di 90 cm, che riproducono alla perfezione gli elementi del nobil gioco. Il torneo si è disputato tra i quattro comuni altopianesi di Gallio, Asiago, Roana e Lusiana. La prima sfida si è tenuta tra Gallio e Roana, portando quest’ultima alla finale contro Lusiana, che aveva precedentemente battuto Asiago e che infine si è aggiudicata la vittoria. La squadra vincitrice, composta da Ettore Maino, Luciano Villanova e Federico Scarsella di 12 anni, sta costituendo una vera e propria Pagina a cura del GOL scuola di gioco, organizzando numerosi corsi, anche per i più piccoli, e forma numerosi atleti per le diverse dispute che si tengono durante l’anno. Gallio e gli scacchi sono un binomio conosciuto e quest’anno il Comune ha proposto diversi momenti: dalle simultanee per bambini, a quella con il maestro internazionale Daniele Genocchio, riscontrando un notevole successo tra ospiti e residenti, come dichiara Vinicio Rigoni, responsabile del Circolo Scacchistico Altopiano dei Sette Comuni, che si mostra molto soddisfatto anche della partecipazione da parte del pubblico galliese, in cui comincia a farsi strada una sorta di “sentimento agonistico” per uno sport, al momento, poco conosciuto e ritenuto di nicchia. “Il Circolo – dice con fiducia Rigoni - si augura di coinvolgere all’interno del gruppo un numero sempre maggiore di partecipanti, o per lo meno attirare un pubblico sempre più numeroso in ogni attività proposta”. Si ricorda, infine, che, come ultimo appuntamento per la rassegna scacchistica estiva, domenica 23 agosto alle 17, in Terrazza Comunale, ci sarà il TrofeoAltopiano vs Villeggianti, Gara di Scacchi Giganti. Per maggiori informazioni rivolgersi all’Ufficio Informazioni Turistiche di Gallio, tel. e fax 0424/ 447919. Anche quest’anno Gallio sarà attraversato da sconvolgenti “brividi d’estate” offrendo nuovamente ai suoi ospiti e residenti una giornata indimenticabile! Visto l’enorme successo riscontrato lo scorso anno, in cui si sono potute ammirare le acrobazie aeree di atleti del calibro di Davloschi Fuser, Vivian Gartners, Fabio Ubaldini e William Van der Putten, che hanno incantato con i loro salti mozzafiato, le lo performance e molti colpi di scena, l’Ufficio Informazioni Turistiche ha deciso di riproporre il “Freestyle contest” con un pizzico di pepe in più, aggiungendo alle spericolate evoluzioni delle moto da cross anche quelle dei quad. Un atleta d’eccezione, Daniele Serblin, l’unico italiano in grado di fare il salto “trick” con il quad, la cui impresa non è stata ancora imitata in Europa, sarà presente insieme a moltissimi altri, per farci provare emozioni straordinarie, domenica 30 agosto al parcheggio Ghelpack (rotatoria di Gallio) a partire dalle 16. Ma cos’è il Freestyle Motocross? E’ una recente variazione del motocross e del supercross. Questa specialità non si concentra sulla velocità o sulla gara ma sull’abilità dei piloti di fare acrobazie in aria. I corridori si esibiscono in salti fino a 45 metri di lunghezza arrivando ad altezze di circa 8 metri. Le maggiori categorie di questa specialità sono il Big Air e il Freestyle Motocross. E’ appunto in questa seconda disciplina che si concentrerà la manifestazione “2° Freestyle Contest”, unica tappa in Veneto, un evento straordinario, che combina evoluzioni di freestyle motocross e quad. Esperti motociclisti, infatti, si esibiranno in strabilianti evoluzioni aeree, salti mozzafiato e colpi di scena, sfoggiando tutta la loro abilità, il loro coraggio e, soprattutto, sangue freddo!! La manifestazione permetterà di assistere all’esibizione di atleti in grado di eseguire salti particolari, come il backflip, il whip o il sidewinder. Sarà una pioggia di energia pura che si scatenerà in un evento a cui non si potrà assolutamente mancare, una manifestazione di grande suspence che lascerà tutti a bocca aperta e che traasmetterà una scarica di adrenalina fortissima!! Il programma inizierà a ritmo di musica con Dj e complessi musicali e prevederà l’apertura alle ore 16.00. Alle 16.30 si terranno le prove libere, mentre alle 17.30 finalmente si entrerà nel vivo del 1° Free Contest, che vedrà i diversi atleti battersi fino all’ultima accelerazione per arrivare alle 18.30, orario nel quale daranno il massimo per aggiudicarsi la palma di miglior freestyler nel 2° Free Contest. C’è chi lo vive per l’adrenalina, chi per la gioia, chi per il successo, noi lo vivremo per lo spettacolo! 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 10 La Procura indaga sulle elezioni ROANA Attesi per i prossimi giorni gli sviluppi dell’inchiesta, avviata in seguito all’esposto della lista Insieme, su alcune presunte irregolarità avvenute in occasione delle ultime amministrative Le reazioni: ecco cosa ne pensano elettori, sindaco e minoranza In seguito alle denunce depositate dalla minoranza presso il Tar (che si pronuncerà il 22 ottobre prossimo) e alla Prefettura, la Procura della Repubblica ha intanto messo in moto la sua macchina. Nelle scorse settimane la Polizia Giudiziaria, su mandato della Procura, ha infatti perquisito alcuni uffici del comune di Roana (pare sequestrando del materiale) e alcuni dipendenti sono stati interrogati per far luce sulle questioni di incompatibilità dei presidenti di seggio dell’ultima tornata elettorale. «Sono al corrente delle perquisizioni effettuate - conferma il sindaco Valentino Frigo – ma la cosa non ci disturba affatto. Siamo certi che non siano stati operati brogli elettorali così come non sia stato manomesso alcun documento. Sono stato contattato dalla procura per alcune informazioni e mi sono messo a completa disposizione per fornire delucidazioni qualora si ritenga necessario. Tutto è iniziato per via della denuncia depositata dal gruppo di minoranza ma sono certo che tutto si risolverà nel migliore dei modi». Decisamente più stigmatizzato il commento del capogruppo di minoranza Da- Fabris Frigo vide Bolzon che non si sbilancia perché «è in atto un procedimento giudiziario e non vorrei compromettere le indagini. Dico soltanto che ho piena fiducia nella magistratura e attendo serenamente l’esito delle indagini. Se qualcosa di sbagliato è stato fatto verrà di sicuro a galla». Le reazioni degli elettori e il parere di due consiglieri Intanto il comune è politicamente sempre più spaccato in due. E gli elettori, da ambo le parti, si barricano dietro le proprie liste e difendono i candidati. «Il sindaco è stato eletto e nei verbali elettorali non è stata segnalata alcuna contestazione – affermano i sostenitori del neo primo cittadino – anche se di due soli voti Frigo ha vinto: questa è la democrazia». Di parere nettamente opposto i sostenitori di Bolzon. «Una denuncia al Tar, una in prefettura, schede elettorali già segnate, presidenti di seggio e dipendenti comunali interrogati dalla procura e la finanza che perquisisce gli uffici del municipio: qualcosa non torna – reagiscono i bolzoniani - la partita è ancora aperta e siamo certi che le istituzioni faranno il loro lavoro». «Spero solo che il comune venga commissariato perché ci sono troppi elementi perché il Tar non ci dia ragione – commenta Mauro Panozzo, consigliere di minoranza -; a noi non interessa vincere ma vogliamo che ci sia equità di trattamento. Va bene essere sconfitti per due voti ma a perdere con i brogli non ci sto». Nella maggioranza sembra regnare la serenità. «Francamente ho l’animo in pace – stigmatizza Valerio Fabris, consigliere di maggioranza e papà dell’olimpionico Enrico – anche se ritengo improbabile che nel nostro comune possano accadere brogli elettorali. Penso ci sia un accanimento da parte della minoranza che si è vista sconfitta. Va bene che ha perso per due voti ma è come per un atleta perdere per un centesimo. Se dovessero essere ricontate le schede e ci dovessero revocare il mandato per me non cambierebbe nulla: sono in amministrazione per il bene comune non per interessi privati». Luigi Frigo Bettinado Sono attesi per la prossima settimana gli sviluppi dell’indagine della Procura della Repubblica di Bassano su alcune presunte irregolarità avvenute attorno alle elezioni comunali a Roana. Appena riprenderà appieno l’attività del tribunale bassanese, il magistrato Monica Mazza deciderà se proseguire con le indagini oppure archiviare il tutto, dopo gli accertamenti avvenuti all’inizio del mese. Le perquisizioni in Municipio a Roana da parte della Guardia di Finanza e le interrogazioni di una decina di persone, tra cui alcuni dipendenti comunali, sentite in qualità di persone informate sui fatti, sono avvenute in seguito alle denunce della lista “Insieme” di presunte irregolarità elettorali verificatesi durante le ultime amministrative del 6 e 7 giugno vinte dalla lista “Iniziativa Civica Roana” del sindaco Valentino Frigo per due voti. Ai primi di agosto la Procura ha inviato nella sede municipale di Roana una squadra di polizia giudiziaria che è rimasta alcune ore nella sede municipale acquisendo numerosi dati tra cui alcuni floppy disk, dei documenti e altro materiale informatico. Parte della documentazione pare riguardi il lavoro straordinario di alcuni dipendenti comunali nel periodo pre elettorale. In seguito il sostituto procuratore Mazza ha convocato a Bassano le persone ritenute utili alle indagini. Da quel poco che è emerso dalle indagini svolte fino ad ora pare che la lista “Insieme” abbia denunciato delle irregolarità procedurali sia prima, sia durante, sia ad elezioni avvenute. Irregolarità che avrebbero chiaramente favorito la lista avversaria. Già durante le prime due sedute del consiglio comunale l’opposizione ha più volte sottolineato che si sarebbe astenuta da ogni tipo di attività amministrativa fino a quando la giustizia non avrebbe espresso la propria opinione a riguardo. Oltre all’esposto alla Procura, la lista “Insieme” ha firmato una richiesta di riconteggio alla Prefettura e anche un ricorso al TAR che sarà preso in considerazione a metà ottobre. Tra le irregolarità che l’opposizione ha segnalato durante le sedute consigliari, il fatto che il sindaco Frigo abbia dichiarato che non c’era- no ragioni di incompatibilità che potessero costituire motivo di inellegibilità alla carica di primo cittadino mentre, di fatto, aveva una causa legale in atto con il Comune, causa poi stralciata solo ad elezioni avvenute. Inoltre a Tresché Conca pare che ad un elettore sia stata consegnata una scheda già votata; durante lo spoglio, in più di un seggio, alcune schede sono state attribuite alla lista sbagliata mentre altre sono state ritenute valide nonostante dei segni sulla scheda rendessero il voto individuabile. Infine pare che due presidenti di seggio abbiano inviato un fax appena nominati a maggio dichiarando la loro non compatibilità con la carica. Fax che doveva essere spedito immediatamente alla Corte d’Appello per nominare subito i sostituti, ma che sarebbe invece rimasto misteriosamente in Municipio fin al giorno prima delle elezioni, facendo scattare una sorta di procedura di emergenza per la nomina. Insomma sono numerose le piste che la Procura potrebbe seguire. A breve dovrebbero essere comunicati i risultati. Gerardo Rigoni La piazza di Roana si anima con la tradizionale Keese Fest Panozzo Un’occasione d’incontro per tanta gente, di spettacolo, di folklore e di cultura, un modo per far conoscere come viene prodotto il formaggio sull’Altopiano e per valorizzare questo e altri prodotti tipici del nostro territorio. E’ la Keese Fest che anche quest’anno viene proposta a Roana, organizzata dalla locale Pro Loco in stretta collaborazione con la Comunità Montana. La manifestazione si terrà domenica 23 agosto in Piazza Santa Giustina (inizio alle 9) con l’esposizione e la vendita di prodotti tipici locali. Ci sarà l’Associazione Artigiani della Provincia di Vicenza che proporrà “I Mestieri in strada”, mentre davanti al Palatenda verrà rappresentata la vita d’altri tempi con la partecipazione della Pro Loco di Correzzola. Grazie alla presenza della trattoria “Due spade” di Sandrigo, si potrà anche degustare il baccalà e ci sarà la partecipazione straordinaria del procuratore sportivo ed esperto di calcio Claudio Pasqualin. Nel pomeriggio alle 15 è programmata la dimostrazione della produzione del formaggio con illustrazione delle varie fasi di lavorazione a cura di Riccardo Rela dell’azienda agricola Waister. Ad accompagnare il pomeriggio, l’animazione con musica a manovella del cantastorie veneto Gianni Buniolo (Nane Stoppa). Alle 17, balli Folkloristici con i Grutzigar accompagnati dal gruppo musicale Vellar. Sia a mezzogiorno, dalle 12.30, che a sera dalle 19.30, al palatenda, funzionerà lo stand gastronomico con specialità tipiche tra le quali formaggio fuso con polenta e funghi, canederli ai funghi, allo spek , cotechino con polenta e contorni vari. Dalle 21.00 serata musicale con i Tequila Band.(musica latino americana). A Cesuna il8 raduno campestre dei Vacaretti Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 11 ROANA Il 26 luglio scorso nello spiazzo della casara degli Ostarei c’è stato il raduno campestre dei vacareti, in prevalenza attempate signore, che dopo ’50 anni di oblio sono tornati per ricordare lo Zovetto di un tempo. Il più giovane dei vacareti, Alvaro Ambrosini Campanaro, con una capra e una mucca addobbata a festa, ha guidato il corteo dalla sede della Pro Loco fino alla casara. Un gruppo di paesani e turisti ha portato sul luogo, con mezzi appropriati, le signore malferme di gam- Ritrovo alla casara degli “Ostarei” Un simpatico incontro, al quale hanno partecipato paesani e turisti, per ricordare lo Zovetto di 50 anni fa be, ma agilissime di mente, tra cui la veterana novantacinquenne Maria della Pasqua. Non hanno avuto bisogno d’autisti il Solidio e suo cugino Lino Cachi (1924), che conoscono quelle terre come le loro tasche e che nei ricoveri di fortuna della Prima guerra L’ufficio della Pro Loco Cesuna aperto grazie al volontariato È un servizio importante quello offerto dalle tre volontarie che in questo periodo tengono aperto al pubblico l’Ufficio per il Turismo, due ore al mattino e altrettante al pomeriggio permettono ai villeggianti di Cesuna di ottenere consulenza su manifestazioni, percorsi storico culturali e informazioni sulle possibilità di soggiorno presso la frazione roanese. “Non si trovava nessuno disponibile a tenere aperto l’ufficio della Pro loco – dice Laura Visentin, che assieme alle colleghe Anna Sterchele e Petronilla Valente si alternano dietro alla scrivania – i turisti entrano per prendersi dei depliant, acquistano i volumi dove è narrata la storia del paese o le cartine per le escursioni a piedi e in mountain “La gara degli affamati” Molto ben riuscita la festa patronale tenutasi domenica 16 agosto presso la frazione di Treschè-Cesuna. Durante la manifestazione dedicata a San Rocco si sono svolti numerosi giochi volti ad intrattenere ospiti e residenti accorsi in gran numero. Il clou si è raggiunto in serata con la “gara degli affamati”, tradizionale competizione dove i concorrenti devono saziare l’appetito con un piatto di pastasciutta senza l’ausilio della posateria. Dunque mani dietro la schiena e chini su tavolo per consumare la pietanza nel minor tempo possibile. Per la cronaca la sfida è stata vinta dal giovane Sileno Panozzo, nipote del ben noto “Bepi della Furba”, classificatosi primo con il tempo di 1 minuto e 35 secondi. bike. Noi cerchiamo di rispondere con cortesia, ma anche con la competenza di chi vive da tempo in questi luoghi, conosce gli angoli più caratteristici e le zone del territorio meritevoli di essere visitate. Se qualcuno ci avvisa su disfunzioni o difetti della proposta turistica, o ci fa presente una critica relativa al territorio; noi segnaliamo il tutto agli uffici che stanno più in alto,e se serve anche al Comune. Certo qualcuno degli ospiti è più esigente di altri e succede che la nostra pazienza sia messa a dura prova da alcuni villeggianti. Con costoro applichiamo la nostra pazienza per risolvere le piccole problematiche che sorgono. Pur non essendo dei professionisti cerchiamo di accontentare tutti, per il bene del turismo. Importante – conclude Laura – che le critiche siano costruttive, ben vengano se servono a migliorare l’ospitalità di Cesuna”. G.D.F. si nascosero durante il drammatico periodo della seconda, dopo l’armistizio. La giornata è stata dedicata a don Antonio Magnabosco Vani che quei pascoli videro fanciullo piangente salutare la mamma per il collegio da cui poi partì per laurearsi a Pisa in lettere classiche ed insegnare in prestigiosi istituti scolastici. Don Antonio ha trasmesso le sue memorie in più libri che sono stati letti e commentati la sera stessa al teatro Palladio di Cesuna. Sullo spiazzo a fianco della casara, il parroco dei vacareti ha celebrato la messa:” Ora lascia Signore che il tuo servo vada in pace, perché ha potuto dir messa dove una volta guardava le bestie”. In prima fila “giovani” vacareti con in testa Menego Corà, Catinela dalla Costa, Renato e Piera Campanari, Rina Cai, Milena Porra, Maria Ton, Vittorio Poi, Giannina Pevara, Rina Rocca, Fernando Bulo, Edo Gianela, Gigi Zanchi, Gianni Beo e Marisa Campanara, Gianna e Flavia Xausa, el maestro Franco, Silvana Baiz in vece della madre Nineta Palta, Edoardo Rostan, Giorgio Calgaro, Gabry del Toni Longo, il maratoneta Fernando Zena e Piero Rocco, che, costruendo per l’occasione una tavola e due panche con due bore, tronchi d’abete, segati a mano, ha dimostrato come si può ancora utilizzare l’abete rosso, el Pezzo, la pianta regina dei nostri boschi, con ammirevole perizia. In particolare abbiamo avuto il piacere di avere la presenza di Gioventina Frigo da Mosson, che proprio in questa casara nel 1937 trascorse un’estate a servizio dell’Angelo Ostarelo, mai più dimenticata. Giorgio Spiller Ostarelo 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano Babi non fa in tempo a salire le scale della scuola che Pallina le salta addosso: «Be', com'è andata? Sei scomparsa...» «Bene, siamo andati ad Ansedonia.» «Fin laggiù?» Babi annuisce. «E l'hai fatto?» «Pallina!» «Be', scusa, siete andati fin laggiù, sarete scesi in spiaggia, no?» «Si.» «E non avete fatto niente?» «Ci siamo baciati.» «Yahoo.» Pallina le salta addosso. «Ma dai! Mortacci tua, ti sei beccata il più fico di tutta la città.» Poi si accorge che Babi è un po' giù. «Che c'è?» «Niente» «Dai, non dire bugie, tira fuori il problema. Forza, confidati con Vasco Rossi - il rocker emiliano tante volte additato come profeta di generazioni cresciute fischiettando Albachiara - nel testo di Una nuova canzone per lei scrive: «rimani così, intontito a guardare, qualche cosa che forse non potrai raccontare». Ma quando ci sentiamo muti in fronte alla vita, è il nostro corpo a venire in aiuto. Quando le parole vengono meno, sono i gesti a rimetterle in piedi. E a farle esplodere. La mimica, gli atteggiamenti e i gesti sono l'alfabeto di quel linguaggio elementare - forse la prima forma di comunicazione con la quale veniamo in contatto - che tutti parliamo pur magari senza averne coscienza. Non possiamo non accennare qui al celebre esempio del sorriso della madre verso il suo bambino firmato dal teologo svizzero Hans Urs von Balthasar. Nella sua opera Solo l'amore è credibile parla della forza comunicativa dello stupore evocando l'inizio della coscienza personale dell'uomo che capita nel bambino quando la madre lo vede e lo tocca: «Quando la mamma per giorni e settimane intere ha sorriso al suo bambino, giunge il giorno in cui il bambino le risponde con un sorriso. Essa ha destato l'amore nel cuore del suo bambino e il bambino, svegliandosi all'amore, si sveglia alla conoscenza. La conoscenza comincia ad operare perchè l'amore è stato messo preliminarmente in moto dalla madre». Per il filosofo francese Cartesio l'atto iniziale della coscienza era una sorta di auto-possesso; per Balthasar tutto accade dopo, anche l'incontro con Cristo che, in un certo modo, rende esplicito qualcosa che è già implicito nel bambino. In Cristo, d'altronde, l'Essere appare sotto le sembianze del dono e lo stupore è dunque la risposta giusta a tale dono: nulla fa avanzare l'esistenza più della meraviglia. Tornando a noi con questa immagine, è interessante notare come in caso di conflitto - le parole dicono una cosa e il corpo ne attesta un'altra - la persona sia più propensa a dare ascolto alla dimensione corporea. Il corpo, quindi, è visto come un limes, un confine dell'anima, uno specchio di ciò che svolazza vagabondo nella nostra mente, la possibilità di espressione dei sentimenti più intimi e reconditi. La parola ha una potenza inaudita, un grado di percussione inavvicinabile, una capacità d'espressione altissima: eppure, in fronte agli affetti e alle emozioni, spesso ci lamentiamo della povertà delle parole. E proviamo necessità di tradurre in gesti i sentimenti, gli affetti e le emozioni. Come sarebbe povero l'amore se alle parole di una dichiarazione non seguisse la tenerezza di un bacio, il calore di un abbraccio, la potenza di uno sguardo! I gradini della “nostra” chiesa, a ben guardare, sono una liturgia colorata di gesti: baci, abbracci, carezze. Sospiri, sguardi e gesti in codice. Piantonamenti, mimiche indecifrabili e occhi che accennano a complicità. Ma è una liturgia che celebra veramente la pienezza www.giornalealtopiano.it 12 la tua vecchia e saggia amica Pallina. L'avete fatto, vero?» «Noooo! Ci siamo solo baciati, ed è stato bellissimo. Però...» «Però...?» «Però non so come siamo rimasti» Pallina la guarda perplessa. «Ma ha provato a...” Spinge il pugno due volte verso il basso in maniera eloquente». Babi scuote la testa sbuffando: «No» «Allora è veramente preoccupante.» «Perchè?» «Gli interessi» «Dici?» «Sicuro. Di solito se le fa tutte la prima sera» «Ah, grazie, sei rincuorante» (F. Moccia, Tre metri sopra il cielo, Feltrinelli 200426, p. 212) che raccontano di carneficine, di massacri e di sangue o queste piccole storie sentimentali che graffiano e feriscono la zona inconscia dell'affettività. Richiamare l'attenzione sul ruolo della spontaneità non significa disprezzarne la sua valenza di freschezza, di creatività e di originalità. Ma semplicemente mostrare come anche un gesto abbia bisogno di tempo - quel tempo non intaccato dalla fretta - per essere conosciuto meglio, venir approvato con l'esecuzione e lasciare come orma di passaggio un significato durevole. La distorsione della gestualità, se inserita nel nostro percorso, potrebbe avere a che fare molto da vicino con il fatto cristiano che, nel dispiegarsi di una tradizione millenaria, s'è sempre aggrappato alla potenza dei simboli e dei gesti per celebrare la sua fede nel Risorto. Basti pensare alla celebrazione di una liturgia per rendersi conto che, una volta svuotati i gesti, anche il contenuto diventa ostico da comprendersi. Fino a ritenerlo insignificante perchè quei gesti non evocano più dimensioni profonde dell'interiorità umana: i campanili - ma forse anche i pulpiti - sono diventati muti. Direbbe Lorenzo Cherubini, al secolo Jovanotti, sono diventati come «un film straniero senza sottotitoli» (Fango, 2007). La celebrazione della messa, ad esempio, non avviene solo attraverso la ripetizione di formule e preghiere ma anche attraverso un linguaggio del corpo che dovrebbe aiutare ad entrare più in profondità nel mistero che si celebra. Lo stare in piedi, segno caratteristico del Risorto (Gal 5,1), dice attenzione e rispetto ed è la posizione di chi prega. Lo stare seduti è la posizione di chi ammaestra e di chi, attento, apprende. Lo stare in ginocchio è segno di penitenza e profonditas. E accanto a queste tre dimensioni del corpo, tutti gli altri gesti che arricchiscono e compongono la celebrazione: il segno della croce, il bacio dell'altare, il battersi il petto in segno di contrizione, il dialogo con il sacerdote, la processione iniziale e offertoriale, le mani lavate in segno di purificazione, lo spezzare il pane, l'abbraccio di pace, l'accostarsi adoranti all'eucaristia, l'amen, la benedizione. C'è un'altissima simbologia a caratterizzare la ritualità propria del cristianesimo. E il motivo lo riassume Giovanni Paolo II nella Lettera alla Congregazione per il Culto Divino del 21 settembre 2001: «La celebrazione liturgica è un atto della virtù di religione che, coerentemente con la sua natura, deve caratterizzarsi per un profondo senso del sacro. In essa l'uomo e la comunità devono essere consapevoli di trovarsi in modo speciale dinanzi a Colui che è tre volte santo e trascendente. Di conseguenza l'atteggiamento richiesto non può che essere permeato dalla riverenza e dal senso dello stupore che scaturisce dal sapersi alla presenza della maestà di Dio. Non voleva forse esprimere questo Dio nel comandare a Mosè di togliersi i sandali davanti al rovo ardente?» Accostando questi due modi di firmare i gesti - quello del mondo secolarizzato e quello della liturgia - potrebbe apparire chiaro come una delle cause da addurre alla mancanza di comprensione - e quindi di interesse e di passione - del fatto cristiano sia proprio l'irrilevanza dei gesti di cui si compone. Come spiegare l'abbraccio con cui si firma il segno della pace a giovinezze abituate ad abbracciare tutto, tutti e ovunque? Come poter spiegare il gesto dell'adorazione eucaristica (dal latino ad-os-ire, lett. «portare la bocca verso») a giovani che del bacio stanno impoverendone il valore e la pregnanza? Come poter rendere fascinoso lo stare in ginocchio a gente avvezza alle pose da spiaggia o al bivaccare dei muretti? O, impresa titanica, come dispiegare la potenza di quell'amen dalla forte pregnanza esistenziale a biografie costruite sul “dipende, se me la sento, vedremo”? Annoverare tra i propri fedeli dei catecumeni non pronti a questa liturgia, è una sfida che interpella le comunità credenti, i ministri depositari del sacro, gli educatori preposti all'arte d'ordinare il cuore delle nuove generazioni. Ci sono dei simboli e dei segni che sono stati feriti nel cuore delle masse, c'è un'immaginazione che si va spegnendo con il trascolorare delle esperienze, s'avverte una fiacchezza persino nella vita degli affetti e delle emozioni. Quasi fossimo condannati ad abitare la primavera che già ci abita. Pur consapevoli che un'abitudine ai gesti si traduce presto in una non-attrazione verso l'Assoluto. D'altronde sono gli stessi Vangeli ad attestare che il Figlio dell'Uomo sedusse (secum-ducere, lett. “portare verso di se')) non con la sua eternità ma con i suoi gesti d'amore, gesti folli di un Dio che «pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Liberare i gesti per ringiovanire un'affettività impolveratasi. Don Marco Pozza Il sapore del bacio, il calore dell'abbraccio, l'incomprensione della liturgia del gesto o una parodia della quale l'abitudine e l'imitazione si sono erette a garanti dell'autenticità? Prima di rispondere concentriamo un istante la nostra attenzione su due tra i gesti più usati e abusati: l'abbraccio e il bacio. L'abbraccio (che letteralmente significa «cingere le braccia») è gesto che parla di accoglienza, di vicinanza tremenda e fascinosa, di permesso d'entrata dell'altro in uno spazio abitualmente rivestito di gelosia. Basti pensare al fastidio che arreca il contatto fisico in un bus stipato di gente alla quale non siamo legati da nessun sentimento. Il cingere e, susseguentemente, lo stringere dicono un senso di vicinanza che nessuna poesia è ancora riuscita a pareggiare. Il bacio - non per nulla legato alla sensibilità delle labbra nell'immaginario collettivo - gioca un ruolo ancor più marcato: dice la voglia di gustare il sapore, carpire il respiro, carezzare il tocco dell'altro con cui ci troviamo faccia a faccia. Profondo più dell'abbraccio, il bacio trattiene l'abisso di una vicinanza estrema. Pertanto, celebrare una liturgia facendo uso di gesti altissimi - nella loro profondità - come l'abbraccio e il bacio significa riconoscervi molto più di un semplice contatto fisico. Significa riconoscere la portata di emozioni, promesse e sentimenti molto importanti ed eloquenti. Tant'è vero che con i gesti si unisce e si ferisce. Quello che a noi interessa portare a livello di coscienza è la distorsione della gestualità arrecata dalla grande informazione di massa. Basterebbe tradire per qualche ora i gradini di quella chiesa per tuffarsi nel divano di casa assieme a loro e creare confidente frequentazione con i programmi dai quali attingono cultura. Tra questi totem televisivi, tutti parlano dell'amore. Ma, ad uno sguardo più profondo e meno sentimentale, s'avverte che pochissimi - vogliamo essere ottimisti - parlano di un'affettività legata ad emozioni profonde, magari romantiche pure, a sentimenti forti. Lo capisce anche la bambina che ha appena tradito le Barbie per il suo compagno di banco il messaggio nascosto: «Se ti va di dare un bacio, dallo. Se ti va di mimbastire un rapporto, fallo. Se ti piace, usalo». Sta qui la distorsione di cui parlavamo: nell'attimo in cui si erge la spontaneità a garante della verità s'impedisce ad un'emozione di diventare gesto, avendone affrettato i movimenti. Chissà se sono più pericolosi i film di guerra 8 Sabato 22 agosto 2009 ENEGO Una serata senza dubbio diversa, che si ricorderà, quella dell’inaugurazione del nuovo cinema teatro di Enego, un’opera che si dice nuova perché è finalmente ritornata a nuova vita dopo anni di fatiscenza e abbandono. Una serata delle grandi occasioni, alla quale hanno partecipato, con vero entusiasmo, non solo i paesani, ma anche molti ospiti. Una struttura che da moltissimi anni esiste, prima era il cinema parrocchiale, poi venne ceduta al comune, dal parroco, in cambio della casa che è diventata la canonica, ma poi tutto è stato accantonato, fino ad una decina di anni fa quando si pensò di recuperare quello storico edificio, offrendo nuovamente al paese la preziosa opportunità di usufruire di un luogo di cultura ed incontro. Da allora, come ha spiegato il sindaco Rodeghiero, si sono alternate 3 Amministrazioni, ed infatti erano presenti a testimonianza anche gli ex sindaci: Bertizzolo e Goller, la strada per avviare tale progetto, metterlo in opera e consegnarlo finalmente alla popolazione, è stata lunga, tortuosa, piena di difficoltà di ogni tipo, ma finalmente l’8 agosto 2009 si è giunti a vedere l’opera ultimata. l’Altopiano 13 L’ex cinema parrocchiale diventa il Palazzo della cultura e del turismo Il Palazzo della cultura e del Turismo, come è stato battezzato, è molto bello, accogliente, la modernità si fonde armoniosamente con le caratteristiche artistiche ed architettoniche tipiche delle costruzioni di montagna. Un luogo che mancava ad Enego e che tutti si augurano venga sfruttato al massimo, per offrire non solo momenti di cultura, ma anche occasioni di ritrovo di socializzazione, di confronto e comunque di crescita. Dopo la presentazione di sabato sera, l’inaugurazione vera e propria è avvenuta la sera successiva, domenica 9, con una prima teatrale, organizzata in collaborazione con Operaestate Festival Veneto: “Angelo Roncalli in arte Papa Gioan”, un monologo molto apprezzato, sostenuto con ritmo e grande abilità e bravura da Eugenio De’Giorgi Un’ inaugurazione seguita da una settimana che ha offerto appuntamenti di vario tipo, ma sempre molto graditi e gettonati dal pubblico. Mercoledì, un prete missionario, originario di Fosse di Enego e da anni impegnato nelle missioni in Thailandia, don Bruno Rossi, ha presentato e raccontato il suo operato in quella terra lontana e bellissima, dove tuttavia la povertà impera e dove fondare scuole ed aiutare i numerosi bimbi ed anziani dei tanti villaggi costa troppo per l’economia del paese. E proprio per aiutare i villag- Un calendario a scopo benefico Realizzato dall’Associazione Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori. E’ stata presentata ufficialmente il 18 agosto ad Asiago la nuova iniziativa a scopo benefico dell’Associazione no profit Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori: un calendario 2010, le cui vendite contribuiranno al pagamento della nuova auto medica della Protezione Civile. “C’è qualcosa di originale in un’associazione no profit che propone un calendario per la raccolta di fondi per realizzare i propri scopi? E’ fantasioso decidere di fotografare corpi nudi di donne in un contesto sociale che spesso ha spogliato la bellezza del suo significato e del suo intrinseco legame con l’arte e la cultura, per idolatrarla senza il rispetto che il corpo, tempio della sacralità, meriterebbe? Consapevoli di rischiare un’operazione che potrebbe scadere nel banale o nel déjà-vu, abbiamo deciso di tentare un accostamento insolito e provocatorio”. Sono le parole di introduzione del calendario realizzato dall’Associazione stessa, www.giornalealtopiano.it che con questa idea si propone ai propri sostenitori con un progetto differente da quelli portati avanti finora. “Nudo e solidarietà: attraverso gli scatti che ritraggono particolari di corpi femminili – continua la presentazione - vogliamo provare ad esprimere suggestivamente la nostra idea di solidarietà, a partire dalla percezione visiva di una interpretazione artistica della naturale bellezza del nudo. Un particolare del corpo, ritratto senza veli nella sua essenzialità, può diventare la metafora dello spirito che anima le azioni benefiche cui la nostra asso- ciazione tende; per intraprendere qualsiasi iniziativa che abbia come scopo la solidarietà, è necessario spogliarsi delle anguste prospettive che fretta ed egoismo talora impongono. Pensiamo che la purezza del nudo sia in grado di ingentilire gli animi e rappresenti per sua natura un primordiale strumento di comunicazione che rimanda all’essenzialità delle cose e dei sentimenti”. Le foto che accompagnano i vari mesi, di grande qualità e sobrietà, sono state realizzate da un fotografo bresciano, amico degli “Amici”, Giovanni Vanoglio, immagini che saranno anche esposte in una mostra durante le prossime festività natalizie alla Galleria Busellato di Corso 4 Novembre ad Asiago. Il calendario, in vendita a 10 euro, è già disponibile in alcuni punti vendita dell’Altopiano, che saranno integrati subito dopo il periodo estivo; chi volesse acquistarlo può anche rivolgersi ai responsabili dell’Associazione, indichiamo un numero di telefono utile per maggiori informazioni: 349 8744357. Silvana Bortoli gi dove don Bruno opera, giovedì sera, sono saliti sul palco i simpatici e generosi Rispaar di Asiago, per uno spettacolo di beneficienza, dal titolo “Osteria dala zia!”, che ha fatto registrare il secondo tutto esaurito, dopo quello della prima. Di altro genere, ma comunque molto apprezzata, anche la serata di musica classica, sempre inserita nel programma di Operaestate, con l’abile chitarrista Alberto Mesirca. Ha ottenuto un grande suc- cesso, raccogliendo l’approvazione di tutti, anche l’iniziativa del coro La Rondine Enego, di portare le voci e le canzoni di montagna in giro per le contrade. Un’ iniziativa, quella di portare le voci del coro “a domicilio”, che è piaciuta tantissimo, in quanto ha creato, in diversi angoli del paese, una atmosfera particolarmente suggestiva e coinvolgente. La sera di ferragosto inoltre, proprio al maestro Riccardo Baldi, che da anni dirige il coro eneghese, il sindaco Rodeghiero ha conferito un riconoscimento per il suo prezioso operato ad Enego. Nella settimana di Ferragosto inoltre si è svolta una rievocazione storica, una festa decisamente originale, che era caduta nel dimenticatoio ormai da tempo immemorabile, la festa delle candele. Un usanza che risale al 1300, ma che ha radici probabilmente molto più antiche, alla quale i malghesi tenevano molto, in quanto si trattava di offrire ed accendere ai piedi della torre scaligera, pri- ma di salire con le bestie nei pascoli estivi, delle candele che fossero di buon auspicio per la stagione andavano ad iniziare. Alla serata hanno partecipato dei figuranti in abiti medievali; la piazza, in veste particolarmente romantica, era illuminata dalla sola luce delle candele, ed il prof. Bortoli, fra i promotori di questa rievocazione, ha riassunto le origini di questa festa dimenticata. La serata di ferragosto invece, oltre alla seconda edizione del Balcone Fiorito, riconoscimento che va’ a premiare il balcone più bello, è stata diversa dalle solite, il ferragosto di quest’anno ad Enego, dopo anni di tradizionale tombola e fuochi d’artificio, ha presentato uno spettacolo originale, dove protagonista è stata l’acqua, accompagnata da musica e colori: le fontane danzanti ovvero leggiadri giochi d’acqua al ritmo di musica. Uno spettacolo inedito, ma che è riuscito a catalizzare l’attenzione di un folto pubblico. Stefania Simi 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 14 L’arte del patchwork incanta i visitatori Successo per la mostra organizzata ad Asiago da QuiltArte. La più fortunata tra i visitatori della mostra “…un po’ di noi…” curata da QuiltArte di Venezia e tenutasi ad inizio agosto ad Asiago presso la Sala della Reggenza della Comunità Montana è stata una signora romana in vacanza sull’Altopiano, che si è aggiudicata il bellissimo lavoro patchwork messo in palio dall’associazione no profit: suo infatti il biglietto sorteggiato tra i tanti dati a coloro che nel visitare la mostra ad ingresso libero hanno voluto fare un’offerta a scopo benefico. L’incasso è stato devoluto al Rotary dell’Altopiano che lo utilizzerà per regalare una vacanza di quindici giorni ad Albarella il prossimo anno a un disabile altopianese e a un suo accompagnatore. E’proprio la beneficienza uno degli scopi delle mostre dell’Associazione, oltre a quello di far ve- dere i lavori che con tanta passione vengono realizzati. Il logo di QuiltArte è una tavolozza con dei ritagli di tessuto colorato e due aghi infilati al posto dei pennelli, e quello che scaturisce dalle mani di queste artiste del cucito sono dei “dipinti” meravigliosi. Stupisce oltre alla pazienza e alla perfezione nel cucire insieme una miriade di ritagli di tessuti diversi, la fantasia con cui si scelgono i soggetti, la capacità di abbinare disegni e colori dei tessuti, la creatività nel realizzare coperte, pannelli, cuscini, tovaglie, ma anche cose originalissime, come un calendario, un grande puzzle o un libro di fiabe. Le signore di QuiltArte hanno accolto i visitatori della stupenda mostra accompagnandoli nella visita e spiegando come nascono le idee, come si creano i manufatti, quali sono le tecniche usate. Sono quattordici le socie del gruppo veneziano, di età molto varie, che si ritrovano una volta al mese per decidere il tema da portare a termine, confrontarsi, e lavorare insieme, ed è molto interessante sentir raccontare come riescono con il lavoro di tutte a creare dei veri capolavori, ad esempio con la tecnica del round robbin nel quale ognuna crea un modulo che unito agli altri formerà poi il lavoro finale. Difficile descrivere quanto ha proposto la mostra di Asiago, se non dicendo che i lavori, anche molto diversi tra loro per tecniche e temi, hanno lasciato a bocca aperta i numerosi visitatori che non si sono lasciati scappare l’occasione di ammirare cosa si riesce a fare con ago, filo e ritagli di tessuti, alcuni dei quali di particolare pregio. Il pannello intitolato ai bambini del mondo, quello del gioco dell’oca con i personaggi tanto cari ai bimbi, lo stupendo libro delle favole, il grande calendario 2008, il puzzle con tanto di scatola La signora vincitrice della creazione patchwork della foto personalizzata, il pannello di un metro per un metro formato interamente da pezzetti da un centimetro quadrato, le creazioni che utilizzano un unico colore, quelle che rappresentano la laguna di Venezia….e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. Esposta anche una bellissima coperta formata da un’infinità di moduli e realizzata da una signora esterna all’associazione, che dedicandosi a questo hobby riesce a superare i dolori fisici di cui soffre. Ora le signore di QuiltArte stanno già lavorando a un nuovo tema per creare i manufatti per la prossima mostra, in programma a novembre a Venezia. Silvana Bortoli Scotolati ad Asiago con il suo “Niente” Mostra ironica dell’artista vicentino all’ex pensione Bassano in via Cavour Consigli comunali straordinari, summit dei vertici del mondo agricolo, artigianale e imprenditoriale, giovini chiuse in casa, anziani che rispolverano la doppietta caricata a sale. L’Altopiano tutto è in subbuglio per un avvenimento che non ha paragoni con qualsiasi altra vicenda storica di questa terra già martoriata. No, non si tratta di tumulti di piazza, di un popolo in rivolta, di un PAT ancora più restrittivo, di una buttada di brise. Si tratta piuttosto dell’arrivo ad Asiago di Scotolati, arguto e imprevedibile artista vicentino che ha spudoratamente deciso di esporre la sua ironica e dissacrante arte nei locali del- l’ex Pensione Bassano in via Cavour. La mostra si inaugura oggi a qualsiasi ora, e si inaugurerà ogni giorno fino alla fine delle inaugurazioni. La mostra è un’esposizione postuma d’arte superflua dal titolo “Niente” ed è dedicata al famoso ma sconosciuto pittore asiaghese G. Scotolati (1852-1908). L’amministrazione comunale ha di fatto rigettato la richiesta di esposizione fatta per tempo dall’artista l’indomani dell’inaugurazione per poi, nella più rappresentativa delle capriole politiche, incoraggiare la mostra una volta capito che non avrebbe gravato in alcun modo sulle casse comunali. La mostra intende commemorare l’illustre ciò nondimeno ignoto artista con un tutto un po’ del niente complessivo del suo percorso artistico statico. Nonostante l’accoglienza a braccia conserte della comunità che ha così espresso tutta la sua calorosa indifferenza nei confronti dell’evento mediatico e radiofonico la mostra rimarrà aperta ininterrottamente dalle 0 alle 24 in Contrà Cavour 7 ad Asiago con ingresso libero obbligatorio tranne quando ritenuto meno opportuno dall’artista stesso. Scotolati non mancherà di stupire anche con le sue performance per strada ma anche sui marciapiedi o tra i boschi del Prunno prodigandosi nelle sue celebri caricature/ritratti “con la mano sinistra”. Gerardo Rigoni 8 l’Altopiano il lavoro dell’uomo, il paesaggio, le FOZA: Un Sabato altorilievo in tiglio colorato, rappresenta stagioni www.giornalealtopiano.it 22 agosto 2009 15 Il capolavoro di Marino Chiomento È nato un capolavoro, uno di quelli creati prima di tutto col cuore, poi mettiamoci pure arte, maestria, abilità d’intaglio e di colore, ma in quest’opera si coglie l’anima, l’attenzione alla propria terra, la passione per le piccole cose, che l’artista Marino Chiomento ha reso grandi. Domenica 9 agosto, nel nuovo Museo di Foza, è stato presentato al pubblico un grande quadro che occupa una parete della sala multimediale. È un altorilievo in “linta”: legno di tiglio colorato. È un’opera mozzafiato di m 2.90 per m 1.60, ma che con la cornice è lunga m 3.50 ed alta m 2.24. Come ha fatto a passare per le porte? È stato montato sul posto e “ci è voluto un intero pomeriggio” afferma l’autore. Un’opera come questa non nasce su commissione, ci vuole qualcosa, molto di più. Marino con semplicità, sorridendo nel ricordo, spiega: “Guardavo Dario Oro e Severino Menegatti che co- struivano una grande “mea” di fieno ed ho cominciato a disegnarli… La fienagione è stata sempre un momento importante dell’economia di Foza. È vita per il bestiame e quindi per i contadini. Un buon raccolto fa affrontare l’inverno con più serenità. La grande “mea” al centro dell’altorilievo indica il lavoro, la fatica, ma anche la sicurezza che l’uomo crea con le proprie mani”. A sinistra e a destra della “mea” sono state ricavate le due valli più significative di Foza, i luoghi che più si prestano alla fienagione. A sinistra si ammira la Valcapra d’inverno, a destra la Valpiana d’estate. L’inverno è il passato remoto. Lo si desume dalle aste “platten” confinarie. L’estate è il passato dal dopoguerra in poi, quando si è cominciato a recintare le terre con paletti e filo spinato. A sinistra l’opera è delimitata da un larice: pianta forte, resistente, che dà l’idea di chi si adatta alle difficoltà della montagna; a destra da un faggio: pianta spontanea, caratteristica di Foza, tanto da esserci anche nello stemma, che fissa le sue radici tra le rocce e l’aromatica “ligabusa”. In basso, ad indicare il trascorrere delle stagioni, spuntano la rosa di Natale, i bianchi crochi primaverili, gli estivi “bisachesi” (i cardi selvatici). Anche la cornice, larga 20 cm è tutta da scoprire. Il motivo principale è dato dalle pigne di abete rosso che uniscono sei riquadri floreali che rappresentano in basso: la leggiadra soldanella, il ciclamino, la stella alpina; in alto: il garofanino alpino, il cardo selvatico e la genziana. Il Rubens esalta il sedano bianco di Rubbio abbinandolo ai sapori della Sardegna In occasione della tradizionale sagra del sedano bianco che si tiene a Rubbio ogni anno in coincidenza con la ricorrenza della natività di Maria Bambina, patrona del paese, al Rubens viene organizzata la sera del 7 settembre una serata enogastronomica che di volta in volta celebra l’ortaggio tipico abbinandolo ad altri prodotti gastronomici. La fantasia di Marisa, che assieme ai suoi figli e al marito Raffaele si occupa dell’ideazione di anno in anno di nuovi sorprendenti menù, quest’anno è stata solleticata dalle proprie origini sarde, dando vita a nuovi abbinamenti di sapori per un’esaltante e creativa proposta culinaria. “Il Sedano, tra Rubbio, Sardegna e Innovazione” è il titolo scelto per l’11^ edizione della rassegna, che prenderà il via alle 20.30 con il buffet di benvenuto, con tartelle al parmigiano con ricotta di capra e sedano di Rubbio, quiche di sfoglia con sedano e speck, crocchette di riso al sedano e zafferano, focaccia sarda con sedano e pomodorini sardi, coste di sedano con crema di pecorino dop, crostino di pane casereccio con formaggio e marmellata di sedano. E ancora: l’Ambulau, polenta d’orzo morbida con seppie al nero e sedano croccante, polenta d’orzo e sedano ai ferri con seppioline, sedano, basilico e vaniglia. E siamo solo all’inizio! Con la trilogia di primi verrà onorato il titolo della serata: Rubbio verrà interpretato da una zuppetta di fagioli con sedano marinato e crostini di pane carasau, la Sardegna omaggiata da culingiones ripieni di menta e patate panati al pecorino sardo, mentre l’Innovazione sarà rappresentata da bigoli al ragù di agnello cotto a bas- sa temperatura e ragù di sedano bianco di Rubbio. Il sedano sarà l’ingrediente anche del sorbetto, dopo del quale saranno serviti agnello sardo al forno con insalatina di sedano e limone candito e la lombatina di agnello in crosta di olive sarde e pomodori secchi, cous cous al sedano bianco di Rubbio e marmellata di pere senapate del Rubens. Sorpresi da tanta varietà e originalità? Vi manca di leggere il nome del dessert: pappai biancu e biscottata di torta de brocciu al sedano caramellato, con salsa inglese alla liquirizia! E per finire il caffè con correzione e degustazione di dolci tipici sardi, grappe e distillati a base di sedano. Se la ricchezza e la singolarità del menù vi hanno fatto già fatto venire l’acquolina in bocca e soprattutto la curiosità di tradurre in sapori certi nomi, ricordatevi che per poter assaggiare tutte queste specialità è necessaria la prenotazione, per informazioni potete chiamare il n. 0424 709012. In ricordo della serata verrà data in omaggio marmellata a base di sedano. Servizio redazionale L’idea iniziale di Marino era di realizzare tre quadri per la Sala consigliare di Foza. L’amministrazione comunale, però, ha ritenuto di valorizzare maggiormente l’opera dell’artista chiedendogli di ripensarla per il Museo, perché sarebbe stata messa in un posto più accessibile ai visitatori, dato che la sala si trova al piano terra. Dopo che ha avuto l’incarico dall’Amministrazione, quanto tempo ha impiegato per realizzare l’opera? “Circa sette mesi, dai primi di gennaio 2009” Quali difficoltà ha incontrato? “È stato il mio primo altorilievo di grandi dimensioni. Il pericolo era che il legno si curvasse… ho sentito pesante la responsabilità di ciò che mi ero proposto di fare, ma volevo fare qualcosa di bello, qualcosa che restasse..” Perché ha scelto il legno di tiglio? “Perché è facile da trovare. Si usava fin dal 1500 per fare cornici. È più duro da intagliare del cirmolo, legno che viene usato in Val Gardena, ma io lo preferisco, perché permette di curare di più i particolari e poi non ha nodi, non è resinoso. I colori ad olio risaltano bene”. Come tutti gli artisti, anche Marino Chiomento, classe 1954, nato a Foza il 9 gennaio, tenterebbe di dire che avrebbe potuto fare… meglio? di più? Può anche darsi. Intanto il paese gli è grato per quanto ha prodotto ed è orgoglioso del suo Artista. Maria Rossi 8 Sabato 22 agosto 2009 LUSIANA l’Altopiano 16 Festa dell’emigrante, rinviata la consegna della targa all’ingegnere Federico Faggin La strada degli Alpini per “Tre Fontane” Al rifugio Tre Fontane di Galmarara di Lusiana è stata inaugurata la strada che dalla strada sterrata porta al rifugio, realizzata dal gruppo alpini Matteo Bonato di Santa Caterina. Ha tagliato il nastro il sindaco di Lusiana Antonella Corradin e il parroco di Santa Caterina don Giovanni Crivellaro ha celebrato la messa a cui sono seguiti l’alzabandiera e i discorsi delle autorità. E.Z. www.giornalealtopiano.it Il taglio del nastro per l’inaugurazione della nuova strada che porta al rifugio Tre Fontane. Banda in concerto per il trentennale La Giornata dell’Emigrante si è svolta a Lusiana in due momenti. Nel pomeriggio alla sala consiliare del Palazzon si è svolto un incontro con tema sulle “Prospettive dell’identità italiana all’estero”. Ha relazionato padre Luciano Segafreddo, direttore dell’edizione italiana per l’estero del “Messaggero di S. Antonio”. Alle 18 alla chiesa degli emigranti di Velo è stata celebrata la messa con tre sacerdoti: padre Luciano Segafreddo, mons. Danilo Serena vicario generale della diocesi di Padova e don Valentino Grigliante parroco di Lusiana. Al termine il sin- Un momento della cerimonia della Festa degli emigranti a Velo. daco Antonella Corradin ha spiegato che la “41.a Lusiana Targa d’oro” quest’anno è stata assegnata all’ing. Federico Faggin, originario di Vicenza, distintosi all’estero per la sua genialità e inventiva e in- ventore del microchip. Poichè lo scienziato sarà in Italia a fine mese, ha osservato il primo cittadino di Lusiana, la targa gli verrà consegnata il pomeriggio del 30 agosto nella sala consiliare del Comune al Palazzon. E.Z. Che strane queste patate! Le piante di patate crescono in modo strano a Lusiana. In un orto di via Cobbaro le piante di patate bianche presentano tra le foglie frutti a grappoli, come se si trattasse di uva. A Santa Caterina, nell’orto di Lorenzo Tescari, le piante di patate di Rotzo di colore viola sono cresciute per più di due metri di al- tezza. Resta, in entrambi i casi, la curiosità di vedere se anche sotto terra le piante hanno prodotto patate in abbondanza. Lo si scoprirà nei giorni prossimi, quando inizierà la raccolta. E.Z. Nelle foto, patate a grappolo a Cobbaro e la pianta di Tescari alta più di due metri. Per festeggiare il trentennale di rifondazione, la banda musicale “Alberto Ronzani” di Lusiana ha proposto due concerti estivi. Alle 21 del 23 luglio ha eseguito una serie di brani nella piazzetta del Palazzon in una serata intitolata “Provando sotto le stelle”. Il 31 luglio, in piazza IV Novembre, la banda del presidente Gianni Passuello Berti, diretta dal maestro Claudio Villanova, ha offerto un concerto intitolato “Note d’estate”. La banda “Ronzani” ha visto recentemente l’entrata di 10 nuovi allievi ed è seguita da due nuovi maestri di Conservatorio. E. Z. I giocatori del Vicenza alla prova del calcio balilla Al termine del ritiro di Gallio i giocatori del Vicenza calcio sono stati ospiti del club biancorosso “Mario Ronzani” nella sede del ristorante Conca Verde e tanto per stare in allenamento si sono dati al calcio balilla. E.Z. Nella foto Sgrigna, Margiotta e Tulli in azione. La compagnia “Lampo ai piedi” nella storia di Nane Pandolon La storica compagnia teatrale “Lampo a piedi” è tornata alla ribalta al teatro Comunale alla fine di luglio mettendo in scena una gustosa commedia di Carlo Frello dal titolo “Vita morte e miracoli de Nane Pandolon”. Il lavoro ha riportato alla ribalta i sentimen- ti e i valori di una volta che ai tempi nostri vengono messi da parte. Il personaggio principale è “Nane pandolon” interpretato da Stefano Lupato a cui ruotano attorno un sacerdote, Antonio Cantele (Toni Veraro), un angelo (Agustina Bozic), un dottore (Denis Cogo), Torquato, un gigolò (Gaetano Tescari), uno strillone (Loriana Busa) e altri personaggi minori interpre- tati da Emma Tedesco, Michela Nicolini e Annabel Tescari. Domenica 9 agosto si è svolta la seconda replica con successo e viste le richieste la compagnia ripropone per sabato sera, 22 agosto, alle 21 la terza replica sempre al teatro Comunale di Lusiana prima de esibirsi in altri centri dell’Altopiano e della Provincia. E.Z. Il prete Antonio Cantele (Toni Veraro) e Ruffina (Emma Tedesco) in scena. 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it Un piccolo museo a Valle di Sopra 17 Festa del capitello in via Bose Raccolti oltre mille euro per l’asilo parrocchiale Tratta della civiltà rurale locale ed è stato curato da Egidio Abriani In occasione della festa della Madonna della Neve di Valle di Sopra a Lusiana, è stato realizzato un museo della civiltà rurale locale curato da Egidio Abriani. Il museo è stato ricavato nei locali retrostanti la chiesa e comprende foto antiche della zona e attrezzi che venivano usati un tempo per lavorare i campi e il bosco. Un angolo è dedicato alla lavorazione della paglia. E’ stato ricostruito in scala un mulino con annessi, in movimento, i marchingegni per la lavorazione del ferro, della farina e dell’orzo. Ricostruiti anche pozzi e fontanelle della zona. E.Z. Settino, i lusianesi fanno man bassa Al “Tacabanda” si è svolto il decimo “Master del barbiere” di settino, giocato con il sistema escogitato dal barbiere Sergio Pesavento di Lusiana che prevede l’inserimento anche dei singoli giocatori che hanno perso una gara al meglio delle cinque partite. Ha vinto Luca Ronzani di Lusiana che ha battuto in finale Mariano Mosele di Asiago. Terzo si è piazzato Ruggero Ronzani, quarto Franco Boscardin, entrambi di Lusiana. Il giorno di Ferragosto, come da 12 anni a questa parte, in via Bose di Lusiana si è svolta la “Festa del capitello” che ha visto i fratelli don Valentino e don Lorenzo Grigliante celebrare la messa. Con un nutrito rinfresco si è svolta anche la classica raccolta di fondi tramite la “stima della porchetta” e la lotteria di beneficenza che ha visto la raccolta di 1.034 euro che sono state consegnate al parroco di Lusiana, don Valentino, per l’asilo parrocchiale. E.Z. A Lusiana la prima simultanea di scacchi Il comitato genitori Scuole Lusiana, in collaborazione con il circolo scacchistico Altopiano e con il circolo scacchistico di Marostica, organizza, con il patrocinio del Comune di Lusiana la “1^ simultanea di scacchi Città di Lusiana”. La manifestazione si svolgerà dalle 15,30 di sabato 22 agosto in via Roma a Lusiana ed è aperta ad una trentina di giocatori (lusianesi e ospiti) che “masticano” di scacchi. Tutti gli scacchisti saranno sfidati contempora- neamente (in simultanea) da un grande giocatore di scacchi. Sarà infatti ospite il maestro internazionale Carlo Rossi. In caso di cattivo tempo le gare si svolgeranno nella sala consiliare del Palazzon. E.Z. Teo, segugio da primo premio A Monte Corno si è svolta la gara per cani da seguita che ha visto la partecipazione di 250 segugi in due giorni, organizzata dai “Segugi & seguisti”, sezione altopianese. Nella classe singolo, ha vinto il cane Giuliano e la figlia Rosalba Faccin con i giudici alla premiazione Al bar “Fina” di Asiago si è svolto il “Quarto trofeo di settino all’aperto” che ha visto in lizza 32 coppie. L’hanno fatta da padroni i settinisti di Lusiana che, come gli anni scorsi, si sono insediati nelle prime posizioni del podio. Ha infatti vinto la coppia formata da Francesco Cantele e Giampaolo Grazian (Pippo e Perfua) e come seconda coppia si è classificata l’accoppiata Angelo Frello e Luciano Ronzani (Issa e Sacheta). Terza posizione per il duo Franco Rigoni e Andrea Mosele. Quarta si è classificata una coppia di Foza formata da Antonio Gheller e Riccardo Oro. E.Z. Teo di Mario Lunardi con 35 punti e un !”buono”!. Nelle coppie, ha vinto Giuliano Faccin con Olga e Brina, condotti dalla figlia Rosalba Faccin che ha totalizzato 40 punti e un giudizio “molto buono”. Per la categoria “mute”, ha prevalso Giuseppe de Agostani con Pina, Lea, Fiume e Bosco che ha totalizzato 40,5 punti e un giudizio “molto buono”. E.Z. Quindici squadre per il Memorial Pasin A Valle di sopra si è svolto il torneo di calcetto “2.° memorial don Antonio Pasin” che ha visto in lizza 15 squadre suddivise in due gironi, organizzata dai “Boce della fontanella” di Valle di Sopra di Lusiana. Ha vinto la compagine della “Locanda Centrale” di Lusiana che ha prevalso per 2 a 0 (reti siglate da Alessandro Miotti) nella gara finale sulla “Clinica del sorriso” di Tiene. Al terzo posto la formazione dei “Mitici della Valle di Sopra” che ha piegato di misura l’inquadratura del “Salcedo City”. E.Z. Soffitto cemento armato Calzasri anti-scintilla 8 l’Altopiano Sabato 22 agosto 2009 www.giornalealtopiano.it 18 Stufa Forti dell’Altopiano di Asiago e degli Altipiani trentini a confronto La prima cosa che salta all’occhio, dopo una visita accurata in alcuni dei forti di entrambi gli schieramenti, è la presenza del cemento armato in quelli austro-ungarici e la sua totale assenza in quelli di casa nostra. Si sa che da noi quanto rimasto in piedi è stato smembrato dai recuperanti dagli anni ’20 del secolo scorso in avanti, per estrarre le parti metalliche dalle strutture murarie. Questo vale anche per le cupole sovrastanti a protezione dei cannoni, letteralmente fatte a pezzi, per estrarle e poi venderne il metallo. Il recente rifacimento del forte di Campolongo, quello in corso di forte Interrotto e quello sistematico da parte dei proprietari, di forte Corbin, consentono comunque di farsi un’idea ben precisa della macchina bellica approntata per l’evento mondiale dal nostro genio militare. Anche i forti trentini sono stati svuo- tati dai recuperanti, all’infuori del Belvedere di Lavarone: ho appreso, leggendolo su una tabella di forte Belvedere o Gschwent, l’ordine scritto del nostro re, Vittorio Emanuele III, per cui, quel particolare forte non andava smontato del metallo, in quanto opera di alta ingegneria e quasi...d’arte! Strano che per nessuno di quelli di casa nostra, si sia pensato di applicare altrettanta tutela, aldilà delle oggettive condizioni. Successivamente, le amministrazioni consentirono l’asportazione, perchè i tempi erano duri, ciononostante, le strutture principali rimasero integre. Il nostro fuoco poi, aveva fatto danni insanabili, basti visitare il Busaverle a Vezzena, mentre allo Geschwent di Lavarone, costruito a “prova di bomba”, le strutture hanno resistito all’usura del tempo e un sapiente recupero (prima da parte dei proprietari negli anni ’70 ’80, poi da parte delle Amministrazioni), le ha riportate allo statu quo. Ci è stato riferito che si sarebbe potuto benissimo andarci a vivere, finita la guerra, tanto buono era lo stato di conservazione di alloggi, servizi e impianti tecnici: tutto era perfettamente funzionante. Certo è che visitandolo, ti pare di vivere la guerra in prima persona. E non solo per l’abile e ultramoderno allestimento di effetti digitali acustico-visivi, di cui tutta la struttura è stata dotata (con tanto di deflagrazioni, ordini in tedesco, personaggi in divisa d’epoca); c’è proprio qualcosa di compenetrato nei muri, nella roccia: assieme all’umidità persistente percepisci la paura, la fatica, il sangue. L’effetto spettacolare delle location è pari a quelli contrapposti e la Valdastico è un fondale perfetto. C’è da chiedersi come abbiano fatto a costruirli, così appollaiati sulla roccia e poi a viverci, magari con 4 metri di neve! Il forte Verena, anche per la sua posizione, era considerato imprendibile: caso volle che un piccolo proietto nemico, facesse saltare la santabarbara, rendendolo inservibile. Valutando invece forte Corbin, il meglio attrezzato strutturalmente per l’epoca e il meglio conservato (anche grazie al fatto che Pareti in cemento armato in realtà non vi è stato sparato quasi colpo, essendo stato abbandonato dai nostri dopo il crollo del ponte di Roana nel maggio del ’16 con la Strafexpedition, occupato per un mese dal nemico e subito abbandonato, in quanto privo ormai di valore strategico, quindi da noi rioccupato solo come magazzino), si possono rilevare varie correlazioni. Intanto, il fatto che a livello architettonico (nel Belvedere meno, poichè è la fortezza più moderna e tecnologica arrivata quasi intatta fino a noi), tutti i forti hanno uno stile medioevale, con tanto di castello, di cofano e fossato di gola, di piazza d’armi, casamatte e fortini, che farebbero pensare che dal ‘500 in poi, nella penisola, di fortificazioni ne siano state costruite ben poche. A livello tecnico poi, simili i blocchi delle batterie e le postazioni delle mitragliatrici e i vari sistemi di comunicazione interna/esterna; solo, più sofisticati quelli nemici, proprio grazie all’istallazione del telegrafo ottico, che permetteva la comunicazione fra i forti, con sistema Morse ottico, attraverso fasci di luce, come in marina e l’adozione, per ogni settore di: linea telefonica, citofono acustico, condotti per le stufe, latrine. All’interno dei fortini e delle batterie nemici, in dotazione, contro i gas emanati, bombole di ossigeno. Curiosità in comune: l’uso di calzari di corda, nei pressi delle batterie e delle munizioni, per evitare strofinii a rischio di scintilla, di cui nella parte musiva del Gschwent si conserva un campione, oltre al sistema parafulmini, che ricopriva i forti come una gabbia di Faraday e che scaricava a terra. Tutti i forti erano inoltre dotati di cupole lenticolari (nelle aree di sparo a copertura dei cannoni), che sia a Campolongo (in cemento) sia a Lavarone (in ferro), sono state ricostruite. Altro aspetto comune, che si rileva oggi solo da immagini d’epoca: l’allestimento sui fianchi scoperti dei forti, di file e file di cavalli di Frisia e filo spinato, di cui non rimane traccia. Lo stesso vale per la sagoma esterna delle strutture, sempre rotondeggiante, per impattare di meno i proiettili e nel contempo seguire al meglio la linea delle roccie ed elevare la mimetizzazione. Il forte Belvedere era inoltre servito da una sorgente attraverso una condotta nella roccia a 200 mt dall’entrata, che alimentava le vasche di contenimento all’interno. (Nei nostri, compresa la postazione di Bocchetta Portule, in captazione, l’acqua era fatta salire con pulegge idrauliche e poi inviata con teleferiche alle prime li- nee, come quella dell’Ortigara. A Campolongo c’è tuttora una vasca di raccolta nei pressi della fortificazione, come anche in molti altri punti delle linee italiane in cui esisteva una sorgente). Nelle costruzioni militari di entrambi gli schieramenti, un grosso gruppo elettrogeno alimentato da un motore diesel e benzina e un compressore (di cui a Lavarone rimangono visibili la base di cemento armato e il condotto per il raffreddamento e la fuoriuscita dei fumi), rendevano le strutture completamente autonome. Anche l’energia elettrica di riserva era ivi prodotta da un grossa batteria di accumulatori. Ma non c’è niente da fare: la tecnologia e la tecnica bellica austro-ungarica ci era nettamente superiore, impressioni che ti vengono non solo visitando il Belvedere di Lavarone, ma anche andando a vedere le postazioni scelte per la difesa del sud-Tirolo e del lago di Garda, come la fortificazione di Nago, il fortino di Riva, gli sbarramenti della Valsugana, il forte sul Tonale, l’osservatorio dello Spitz di Levico, i forti di Folgaria. Noi eravamo più aggessivi, più spacconi, andavamo all’attacco; loro più organizzati, più disciplinati, a simbolo delle mentalità che ancor oggi ci contraddistinguono. Se non fosse stato per lo sfondamento del fronte russo, che ha richiamato dalle linee a sbarramento della pianura padana quasi tutte le risorse austro-ungariche, c’è da chiedersi come quella guerra abbiano potuto perderla. Info Lavarone: www.fortebelvedere.org 0464/780005 – Asiago: IAT 0424/462221 Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 22 agosto 2009 ARTE Lunedì 17 agosto è morto Tullio Kezich, se n’è andato all’età di 80 anni, esalando l’ultimo respiro nella sua casa romana. Giornalista, scrittore , scenografo, critico cinematografico, sono solo alcune attività per cui il poliedrico uomo di cultura triestino sarà ricordato. Fu apprezzato autore di decine di pubblicazioni, fra il 1962 e 1964, con tanti personaggi di spicco della “culture” l’Altopiano www.giornalealtopiano.it L’addio a Tullio Kezich Intellettuale di cinema e teatro milanese, diede vita alla produzione indipendente della «22 dicembre» collaborando alla realizzazione di alcuni film di registi esordienti, molti dei quali firmati come produttore. L’accostamento all’Altopiano non è fuori luogo, Kezich era legato a questa terra dalle amicizie e dai soggiorni trascorsi in compagnia di Ermanno Olmi e Mario Rigoni Stern, da cui nel 1969 scaturì la sceneggiatura del film “I Recuperanti”. Per ben 62 anni (1946-2008) fu gior- nalista e critico accreditato alla Mostra del Cinema di Venezia, nonché collaboratore stimato di Panorama, Repubblica, Sipario e firma storica tra le pagine del Corriere della Sera. Nell’introduzione ad un suo libro del 1983 Kezich scrisse: “Andare al cinema è un piacere, andare molto al cinema può diventare un vizio (ma le statistiche avvertono che è ormai vizio poco diffuso e da vecchi vizio- Pro-Loco Treschè Conca estate 2009 Brandelli di storia del nostro passato Circa quattrocento persone hanno assistito alla rappresentazione in uno scenario incantevole Anche quest’anno grande successo ha riscosso la compagnia il “filò dai Sèja” con la rappresentazione del “El Testamento” raccontato dalla gente di Treschè Conca: storie e racconti d’altri tempi messi in scena in chiave ironica con l’accompagnamento del Maestro Pierangelo Tamiozzo. Il gruppo amatoriale “Il filò dai Sèja” è nato tre anni fa, con la nascita del (HOGA ZAIT) Festival Cimbro da parte del Comune di Roana. La storia di questo gruppo è un salto indietro nel tempo. Lo scopo è il recupero è la proposta di storie e fatti “de Sti ani”. Il bello di questo gruppo è l’unione di persone d’età ed estrazione sociale diverse in un unico interesse. Il divertimento! La replica della prima si è svolta il giorno nove agosto alla presenza di un numeroso pubblico che ha risposto con ripetuti applausi all’interpretazione degli interpreti che pur non essendo dei professionisti hanno saputo dare il meglio del loro repertorio. Il tema è stato un pò condizionato dalla data proposta dagli organizzatori del Festival, “venerdì 17 luglio”. La storia è improntata sulla sfortuna che questo numero nefasto, condita con l’intrigo di un testamento che doveva essere letto dal notaio nella famiglia proprio in quella sera con uno dei pretendenti dell’eredità tornato appunto dall’America lusingato dalla promessa dello zio Checo. Il defunto da sempre gli aveva promesso che lo avrebbe ricordato nel suo testamento. La delusione di Mario figlio di Guglielmo fratello del defunto al quale è andata la preziosa “bigolina” La conclusione, amara per tutti perché secondo le ultime volontà testamentari “del Checo” in italiano Francesco la casa e il bosco andavano alla chiesa e alle suore dell’asilo per i voti fatti a S. Luigi e Sant’Antonio in momenti di pericolo. Il personaggio che ha tratto beneficio da tutto questo è stato il notaio pagato profumatamente, grazie un empirico sistema di conteggio, messo in atto dal suo perfido assistente. Il notaio ha terminato con una dotta citazione, che per essere veramente devoti nella vita bisogna fare ameno do voti “intesi religiosamente” La conclusione naturalmente in musica la tratta l’amico della Compagnia dai Sèja Pierangelo cantando: La morale de tutta sta storia: “ che “L’Altopiano dei Sette Comuni” 600 pagine di natura, storia, morfologia, tradizioni, dedicate a Patrizio Rigoni Al Teatro Millepini si è tenuta nei giorni scorsi, la presentazione del libro: “L’Altopiano dei Sette Comuni”, il compendio più completo che mai sia stato pubblicato sul nostro territorio. Nato, quasi per gioco, in casa del compianto Patrizio Rigoni, con “le gambe sotto la tavola” e Mauro Varotto ospite: proprio lui, ne ha raccolto e fatta sua la volontà. Un’opera poi divenuta enciclopedica, che ha richiesto oltre 3 anni di lavoro, la selezione di migliaia di immagini (di Roberto Costa, Pierluca Grotto, Daniele Zovi, etc.), la lunga ricerca storico-bibligrafica e topografica, la stesura dei testi e quant’altro necessiti il produrre un lavoro di tale portata. E’ peraltro un libro bellissimo, cui ti accosti con timore quasi reverenziale, ma se ami l’Altopiano, non puoi non leggerlo. (E’ in vendita in tutte le 19 librerie, anche se la promozione viene come sempre, dalla sapiente regia di Paola Brazzale di “Giunti al Punto”). Tre i relatori, presentati dal Sindaco Gios che ha aperto l’incontro: Mario Isnenghi, Mauro Varotto e Dario Zampieri, referenti rispettivamente in merito all’aspetto socio-culturale, rappresentato dalle caratteristiche degli autoctoni, dalla reazione “a chi viene e di chi viene da fuori”, dalla storia tra le due guerre, dal profugato, dalla ricostruzione; alla progettazione e alla realizzazione appunto, dell’opera; all’aspetto geomorfolgico dell’area. Il volume tratta in modo circostanziato di tutti gli aspetti del territorio, visto sia come contenitore che come contenuto: di quello fisionomico, dei paesaggi, degli ambienti animali e vegetali, della storia dalle origini ai gior- ni nostri, di quello economicocommerciale passato e presente, delle guerre, del turismo, dell’uso e abuso del territorio (comprese le attività estrattive), degli usi civici, della tradizione e della leggenda. Compendio, dunque: pensi di trovarci un fungo? C’è. Pensi di trovare una marmotta? C’è. Pensi ad una nevicata? C’è. Pensi a un soldato in guerra? C’è. Pensi alla pianura? C’è... Mai opera letteraria e fotografica sull’Altopiano è stata più completa ed informativa ma al contempo chiara e di facile lettura, anche se la sua “mole”, dapprincipio spaventa. Di certo attraente per chi ama e conosce storia e natura locali, perchè ha ascoltato, letto, vissuto di persona, per chi conosce e si riconosce e che di certo invoglierà anche chi di Altopiano, sapeva poco o nulla. Beppa Rigoni se vinsa che se perda, meio fare baldoria….e senza dire strambotti…bevarghe sora quattro goti!!!!! Complimenti a tutta la compagnia per il successo avuto anche quest’anno grazie alla loro fantasia. Panozzo Silvio Tile Tullio Kezich e Andreino Carli alla presentazione del film I Recuperanti, Asiago 19 dicembre 1969 si vorremmo aggiungere ahimè). Vedere un buon film può alzare il tono di una serata, dare gioia e magari provocare intorno al televisore nuove curiosità e discussioni interes- santi; ma saltabeccare da un canale all’altro manovrando nevroticamente il comando elettronico ci manda a letto frastornati e insoddisfatti”. G.D.F. 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 20 Finito l’incubo diploma, comincia quello delle scelte universitarie “Sono Gossip Girl, l’unica fonte di notizie sulle vita scandalose dell’élite di Manhattan...” No, in realtà no, ma da quando gli esami sono finiti, tra lavoro e festine varie, resta sempre il tempo per bruciare un po’ di neuroni davanti al pc. Nel mio caso, i siti di telefilm on streaming hanno avuto la meglio sui libri di filosofia, biologia, chimica e fisica. Ma in compenso sto imparando un sacco di slang americano...:) Niente più compiti delle vacanze, nessun debito da saldare...era da tanto che aspettavamo quest’estate, no? Tuttavia, per i neodiplomati come la sottoscritta, c’è lo stesso una cosa di cui preoccuparsi: la fatidica scelta post-diploma. Quella che magari avete aspettato dal secondo giorno delle elementari (solo perchè il primo di solito si giocava e basta), quella sotto cui ci vedete scritta la parola “LIBERTÀ” a caratteri cubitali. E che ora, magari, vi crea un’angoscia mostruosa... C’è chi ha deciso già da piccolo, chi riprende in mano alternative abbandonate nel corso degli anni e chi ancora non ha la minima idea di cosa rispondere quando gli adulti affondano il coltello nella piaga chiedendo con un ghigno: “Allora, che farai adesso che hai finito la scuola?” La parola chiave è orientamento, che in genere viene fatto per primo nelle scuole. Incontri collettivi, in cui vengono pre- sentate le facoltà e il funzionamento dell’ateneo sotto il punto di vista burocratico, ma per procedere nella scelta, il percorso da fare è certamente individuale. Prima di tutto, Matrix insegna: “TEMET NOSCE”. Conosci te stesso. Il primo passo è valutare le proprie aspirazioni, i propri interessi. Magari può sembrare una cosa scontata da dire, ma in realtà non lo è. È facile farsi influenzare quando ci sono mille pareri discordanti, che non aiutano certo a trovare una soluzione definitiva nella confusione che si ha in testa. E so come ci si sente a smarrire la strada quando ci si trova davanti a un’espressione che sembra dire “Ah, ma allora vai a laurearti in Scienze delle Barbie...” Alla fine è una scelta importante, e non deve dipendere da nessun altro se non il diretto interessato. Anche se fosse davvero Scienze delle Barbie. Se comunque ancora non si ha un’idea precisa del campo in cui ci si vuole impegnare, in rete si trovano centinaia di test più o meno affidabili per capirlo, tra cui quello proposto da Almalaurea (http://www.almalaurea.it/lau/ orientamento): illuminante per chi non ha neanche un’idea riguardo il proprio futuro, decisivo per chi ha solo bisogno di una conferma. Nei siti dei vari atenei ci si può anche mettere alla prova con i test d’ingresso degli anni precedenti alle facoltà a numero chiuso: il tempo messo a disposizione non basterà sicuramente per svolgere una prova decente, ma se non altro ci si rende conto del genere di richieste in cui ci si può imbattere. :) Il secondo passo è il colloquio individuale, possibilmente nell’ateneo o negli atenei prescelti. Molto spesso mi rendo conto che la scelta della città in cui studiare precede la scelta della facoltà, per questioni vincolate alla minor distanza da casa: pur essendo di parte, credo che l’ideale sarebbe scegliere la città in funzione di ciò che si vuole studiare e di COME lo si vuole studiare. Infatti ci sono classifiche annue che, facoltà per facoltà, mettono in fila le migliori università italiane, basandosi sulla qualità del’insegnamento o delle strutture. La più famosa (e di conseguenza la più criticata) è quella del Censis, reperibile molto facilmente in qualsiasi forum studentesco. Ultimo passo? Quello decisivo: preiscriversi, sostenere l’eventuale prova e attendere la risposta. E una volta ammessi, considerare le borse di studio, tra cui segnalo il progetto Diamogli Credito (www.diamoglicredito.it), che premia gli studenti diplomati con un voto uguale o superiore all’80/100. Le scelte degli studenti altopianesi Ora che il tempo per le preiscrizioni è praticamente terminato, ho chiesto ad alcuni coetanei altopianesi di rispondere a qualche domanda riguardo la loro “ora delle scelte”...mezzo utilizzato? Facebook, naturalmente, dove tutti sono reperibili 24 ore su 24. Ma tra l’iscriversi a gruppi antiemo, antidequa e antidelà, oltre agli aggiornamenti ossessivi riguardo i propri stati emozionali, i miei conterranei non hanno trovato nemmeno un secondo (diciamo così) per considerare vagamente l’idea di rispondere, salvo due o tre (su esattamente 63 persone contattate). Fortunatamente, qualcun altro l’ha fatto, ed ecco cosa è emerso dal sondaggio rivolto anche a chi già frequenta l’Università: “Io ho deciso per l’anno sabbatico, ora è un casino con gli appartamenti a Verona, dove vorrei andare a fare grafica pubblicitaria...” “Ciao! Io ci sto pensando e non so assolutamente che fare, anche perchè non so quanto tempo ho ancora per decidermi...ma non so proprio se andare a Trento o a Venezia o dove,insomma,un incubo!haha” “Allora,vediamo...io ho scelto lingue e culture per il commercio internazionale a Verona ormai da più di un anno..ho scelto questa facoltà perchè mi prendevano molto le materie, ma anche perchè offre molte possibilità lavorative..per quanto riguarda la città a me non importa k sia Padova o Verona, ho scelto Verona semplicemente perchè a Padova non esiste questa facoltà...poi riguardo ad influenze dei genitori,posso dire di aver scelto autonomamente senza sentirmi obbligata..infine dire che l’anno sabbatico sia una buon cosa peri ancora è confuso ma siccome io mi sento sicura della mia scelta,non mi fermerei un anno poichè poi è dura riprendere a studiare...” “Beh io mi sono diplomato nel 2008 ed ho frequentato il primo anno di Ingegneria a Vicenza sotto l’università di Padova. Frequento ingegneria meccatronica perché ho voglia di studiare qualche cosa di nuovo ed innovativo...” “Alla fine ho scelto per infermieristica a Vicenza (esame d’ammissione permettendo)... la mia scelta è ricaduta lì per due motivi principali: uno perchè è vicino a casa e quindi facendo avanti e indietro posso anche lavoricchiare e due perchè c’è tanta richiesta di infermieri.. vista la crisi che c’è meglio studiare un paio d’anni per avere poi un posto sicuro...” “Anch’io ho valutato GLI SBOCCHI LAVORATIVI e anche la VICINANZA.. ma, cosa molto importante, il mio corso di non è sovraffollato come a Padova o Milano... sono corsi da 50-60 persone.. le lezioni si seguono bene...al contrario di amici a Padova che se non arrivano in aula ore prima della lezione si trovano in fondo e non leggono e sentono niente della spiegazione... Studio all’Università di Padova, ma il mio corso di INGEGNERIA MECCATRONICA lo fanno solo nella sede staccata di Vicenza...ho finito il terzo anno, e sto facendo gli ultimi esami incubo che ho lasciato indietro per puntare ad una media alta! a ottobre comincio la specialistica, sempre a Vicenza di meccatronica, ma x entrare ci vuole un voto minimo di 90/110 della triennale!! Per quello devo favorire la media alta più che la quantità di esami! :) Ma è un incubooooooo!!!” Se pensavamo che l’incubo fosse finito insieme all’ultimo giorno di esami, dobbiamo quindi ricrederci? :) A questo punto non mi resta che augurare a tutti coloro che devono sostenere le prove di ammissione in bocca al lupo...e salutarvi come farebbe Gossip Girl... “xoxo!” Iceskater 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 21 In attesa dell’ufficializzazione della Migross come nuovo main sponsor HOCKEY L’Asiago puo’ pensare in grande Qualità ed entusiasmo per la nuova squadra - L’analisi del preparatore atletico Raffaele Tendi C’è un alone di grande entusiasmo “dentro e fuori” il nuovo Asiago 2009/10; si è ravvivata la fiamma degli estimatori di questo sport ed in piazza parlare di hockey è tornato ad essere normale. La caccia allo scoop, alla novità, alla notizia in anteprima è tornato ad essere “sport nello sport” e così, fra chiacchiere da osteria e notizie fondate, ci si prepara con crescente curiosità e fiducia alla nuova stagione. Di fatto si sa ancora poco di ufficiale su quello che sarà il lotto dei nomi nuovi (rispetto al 2008/09) della squadra di coach Harrington, anche se le indiscrezioni raccolte e già rese note dovrebbero (condizionale tuttora d’obbligo) essere almeno in buona parte presto confermate dalla dirigenza giallorossa. Nemmeno il capitolo dello sponsor che grifferà le maglie giallorosse 2009/10 è stato chiuso; attesa ad ore (quando scrivo) la firma del contratto, l’anticipazione attendibile (pur se ancora ovviamente ufficiosa) è che dovrebbe trattarsi della Migross S.P.A. di Bussolengo (VR), l’azienda dei fratelli Mion “nata negli anni ’70 come naturale sviluppo delle antiche tradizioni di famiglia, che opera nel settore alimentare fin da inizio secolo” e che oggi vanta una rete di vendita formata da 3 cash&carry, 40 supermercati e 50 superette ad insegna John Di Pace potrebbe essere tra i nuovi rinforzi giallorossi Fresco Mio sparse in tutto il nord Italia: Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia ed Emilia Romagna. Dopo A&O ed Emisfero (marchi della famiglia Cestaro) non cambierebbe (condizionale ancora d’obbligo) così il settore merceologico, quello della distribuzione alimentare, a cui si appoggiano i destini ed il futuro dell’hockey asiaghese. Se non abbiamo ancora avuto modo di confrontarci col nuovo allenatore (lo faremo presto, penso, in un’attesa conferenza stampa); ci parla di lui e di questa preseason Raffaele Tendi, preparatore atletico dei giallorossi ormai da un decennio, particolarmente motivato e convinto “Harrington è un uomo fantastico ed anche come allenatore ha già fatto vedere di sapere il fatto suo. Determinato, punta decisamente in alto e non ho dubbi sul fatto che saprà gestire al meglio la squadra anche nei momenti di pressione. Ha trovato qualità nei nostri ragazzi di cui è contento, anzi entusiasta. Con loro stiamo già svolgendo un intenso programma di preparazione ed ora andiamo anche sul ghiaccio una volta al giorno; anche per i non più giovanissimi erano stati preparati programmi di lavoro <personalizzati> che sembra stiano producendo buoni risultati; ho sentito in questi giorni Lehtinen, ad esempio, e mi ha detto che da molti anni non si sentiva già così in forma”. Gli stranieri arriveranno tutti fra fine agosto ed i primi di settembre (l’ultimo dovrebbe essere Dave Borrelli a cui facciamo i nostri migliori auguri visto che, nella settimana pre-ferragostana, si è sposato con Mindi) ma il discorso cade sugli asiaghesi “Come ho detto John (Harrington) ne è stato favorevolmente colpito; io mi attendo, specie dai più giovani, una grande risposta e mi aspetto un netto salto di qualità ed una dimostrazione di quelle qualità che indubbiamente hanno”. “Sono sicuro – ha concluso il popolare <Raffa> – che quest’anno, raccogliendo i frutti di quanto abbiamo seminato di buono (pur spesso masticando amaro) nelle ultime stagioni e torneremo a divertirci ed a toglierci non poche soddisfazioni”! Altra notizia ufficiosa è quella che vuole Franco Vellar, 43enne ex attaccante giallorosso per quasi vent’anni e capitano dell’Asiago dello scudetto, chiamato sulla panchina a fare da allenatore in seconda ad Harrington; mossa interessante nel dichiarato obiettivo di valorizzare le risorse umane disponibili in loco e per programmarne un sempre migliore utilizzo nell’interesse dell’hockey di casa nostra. Sfuma invece la paventata ipotesi di vedere il 22enne attaccante oriundo Vince Rocco ad Asiago; nei giorni scorsi, infatti, è stato annunciato il suo ingaggio da parte Circolo Pattinatori, una stagione proprio ricca di soddisfazione Un terzo posto di Mariachiara Carli alla gara internazionale “Coppa dell’Amicizia” dove Ilenia Rossi e Giulia Povoledo si sono classificate entrambe al 7° posto nelle rispettive categorie e dove Diletta Busin ed Elisa Leone si sono piazzati ottimamente. Nel campionato Triveneto Free, con la sommatoria delle quattro gare a cui hanno partecipato, Elisa Leone si è classificata al primo e Diletta Busin al terzo posto della categoria esordienti, Marta Stefani al 4° e Giulia Povoledo al 5° posto della categoria principianti mentre Ilenia Rossi si è classificata prima nella categoria novis A imitata da sua compagnia di squadra Martina Rossi nella categoria novis B ed infine Giulia Panozzo si è classificata al 3 posto nella categoria juniores. Sono solo alcuni dei risultati prestigiosi che gli atleti del Circolo Pattinatori Asiago hanno raccolto nella stagione agonistica appena passata. Un gruppo di giovani promettenti che si apprestano ad iniziare la fase preparatorio in vista della stagione agonistica prossima. “Essendo alle porte di una nuova stagione, per riconoscenza verso gli atleti, le maestre ed i collaboratori della società sentiamo il dovere di elencare i risultati raccolti nella stagione passata, una stagione ricca di soddisfazioni soprattutto perché nuovi giovani si sono cimentati con successo nelle competizioni,” spiegano i dirigenti del CPA. “Anche nelle gare intersociali i successi non sono mancati – spiega il presidente Giambattista Forte – Ad Alleghe Erica Ambrosini e Diandra Tumolero sono risultate rispettivamente 1° e 2° nella categoria fanciulle mentre a Feltre Giacomo Costa ha conquistato il primo posto nella categoria fanciulli emulato da Valentina Vellar nella categoria fanciulle trovando sul secondo scalino del podio la compagna Diandra Tumolero. Primo posto anche per Luca Dalle Molle e buoni piazzamenti per Giada Leone, Giada Baù, Denise Rossi e Valentina Barbara.” Nella gara nazionale Open di Cavalese si sono distinte Mariachiara Carli, Ylenia Rossi e Giulia Panozzo a cui si aggiunge un 5° posto conquistato da Elisa Leone al finale di Coppa Italia svoltasi a Courmayeur. Infine da segnalare il secondo posto del CPA nel Trofeo Città di Feltre, gara in cui si sommano i punti degli atleti di ogni società. “Non vogliamo ridurre il nostro intervento ad un freddo elenco di risultati piuttosto la nostra vuole essere un ringraziamento ai nostri giovani atleti che con costanza e sacrificio praticano questo sport – dicono i dirigenti – Ringraziamo ancora i genitori che seguendo i loro figli rendono possibile la nostra attività”. Gerardo Rigoni dell’Alleghe. Altro rumors tutto ancora da verificare per il mercato è quello che indica come possibile ulteriore rinforzo giallorosso l’italo americano John DiPace, 27enne attaccante da 181 cm x 86 kg, nelle ultime due stagioni nella IHL con Flint Generals e Muskegon Lumberjacks (144 partite, 61 reti e 76assist, oltre a 478’ di penalità). Infine un’anticipazione sugli impegni della pre-season; l’Asiago parteciperà al “Memorial Bogo”, triangolare che prevede venerdì 18 settembre l’incontro Alleghe - Valpellice, sabato 19 Asiago – Valpellice e domenica 20 Alleghe - Asiago (tutte le partite con inizio alle 20,30). Cesare Pivotto GOLF La “Louisiana dell’amicizia” aiuta i bambini cardiopatici Nella giornata di lunedì 17 agosto si è svolta al golf di Asiago una simpatica manifestazione denominata “ Louisiana dell’amicizia “. Alla gara hanno partecipato 160 giocatori che oltre alla competizione sportiva si sono impegnati nel sostenere le varie iniziative del dott. Alessandro Frigiola, che attraverso la onlus “Bambinicardiopaticinelmondo” ( www.bambinicardiopatici.it ) persegue lo scopo di assistere i bambini affetti da cardiopatie, effettua missioni mediche all’estero, forma medici locali e fornisce apparecchiature e materiali tecnico-scientifici. Prima della premiazione con una toccante presentazione, il prof. Frigiola ha illustrato i progetti principali che interessano Siria ed Iraq ( era presente il primo cardiochirurgo iracheno formato e laureato in Italia ), ed il progetto presentato all’Aquila all’ultimo G8 che ha avuto l’adesione di 35 Stati per dotare il continente africano di 15 centri cardiologici di tre diversi livelli di assistenza. Per raccogliere dei fondi è stata organizzata una lotteria che grazie ai numerosi omaggi messi a disposizione dei tanti amici del prof. Frigiola ed all’intervento della Brazzale spa (www.brazzale.com ) che ha omaggiato tutti i partecipanti con una confezione di formaggio “ Verena “ e con la degustazione di Gran Moravia, ha permesso di consegnare un contributo importante per continuare a dare una speranza ai bambini cardiopatici nel mondo. Sergio Vellar Da sinistra Sergio Vellar, il presidente del Golf Club Asiago Nereo Sartori e Alessandro Frigiola La prima squadra classificata HOCKEY INLINE A1 l’Altopiano 8 Sabato 22 agosto 2009 www.giornalealtopiano.it 22 Foto Carlo Dal Sasso Stadio Odegar, “covo” delle Vipere anche nel 2010 A volte ritornano. E’ il caso degli Asiago Vipers, che anche nel 2010 disputeranno la fase finale del campionato italiano di hockey inline Serie A1 allo stadio Odegar di Asiago, generalmente “casa” degli sport del ghiaccio. Ad annunciarlo, attraverso un comunicato ufficiale, è stato Fabio Forte, presidente del club più titolato dell’inline italiano. << Dopo l’indubbio successo dello scorso maggiogiugno – spiega nella nota il presidente Forte – in termini di visibilità e persone avvicinate alla nostra disciplina, abbiamo riposto ogni scetticismo su questa iniziativa propostaci inizialmente dal Sindaco Gios. Se, infatti, rimane indubbio che le operazioni di montaggio e smontaggio della pista, oltre ad avere costi non indifferenti, siano davvero un “lavoraccio”, è altrettanto palese che i benefici che abbiamo tratto da tale trasloco siano superiori alle difficoltà incontrate. Ecco quindi che, valutati tutti i pro e i contro, abbiamo optato per provare a ripetere l’esperienza inoltrando con ampio anticipo una domanda per il periodo che va da metà aprile a metà giugno del 2010 >>. Nella realtà le date non sono ancora certe in quanto legate a quanta strada saprà compiere l’Asiago Hockey nella massima serie del campionato di hockey su ghiaccio, che si concluderà al massimo il 24 aprile 2010 (eventuale gara 7 di finale). Ma il presidente dei Vipers guarda oltre gli impegni della prima squadra e rilancia. << La location dell’Odegar – continua Forte – si è rive- lata ideale per poter ospitare i playoff scudetto del 2009, ma con l‘inizio anticipato della stagione agonistica abbiamo dovuto prendere in considerazione quanto potesse essere utile trasferirci per la sola, eventuale finale scudetto (quasi un mese prima) e allora abbiamo deciso di avanzare in Federazione una sorta di pre-candidatura per poter ospitare le due principali manifestazioni giovanili del nostro movimento: il Trofeo delle Regioni e le Finali nazionali. Manifestazioni che, al di là del puro aspetto agonistico, potrebbero avere un importante riscontro in fatto di presenze per la città di Asiago, visto che oltre all’ampio numero di atleti impegnati (circa 350 nel Trofeo delle Regioni e oltre 500 nelle Finali nazionali) è solitamente “importante” anche quello di genitori e famiglie al seguito degli atleti di tutte le età e regioni italiane. 1.200 presenze registrate a Forlì nell’edizione 2009 del Trofeo delle Regioni e 2.000 quelle di Molina di Quosa nelle Finali nazionali >>. Numeri importanti, soprattutto se accostati a parole chiave per Asiago e l’Altopiano come sport e turismo. Numeri e prospettive che, messi sul piatto della bilancia con un’altra proposta pervenuta al Comune, hanno esercitato un “peso specifico” notevole nella scelta di accettare la domanda dei Vipers. In ballo, nello stesso periodo, c’era anche la possibilità per Asiago di essere sede del raduno di preparazione (incluso un test con la Russia campione del mondo) al Mondiale della nazionale italiana di hockey su ghiaccio. << Lo stadio è una struttura pubblica – spiega l’Asses- Corsa in montagna Salto con gli Sci - Gara al Pakstall il 23 agosto A Gallio l’8° Memorial “A. Pertile” Mentre si attende un rilancio asiaghese del salto con gli sci, lo straordinario sport continua a essere praticato con devozione e passione da alcuni atleti altopianesi e il nostro territorio proporrà, questa domenica, l’ottava edizione del Memorial A. Pertile e i Campionati Italiani Femminili-Giovani. L’iniziativa, organizzata dallo Sci Club Gallio in collaborazione con il Comune di Gallio, ha indetto per domenica 23 agosto una gara nazionale giovanile tra i giovani che praticano le discipline di Salto e Combinata Nordica, riservata alle categorie promozionale, ragazzi, allievi e aspiranti; in concomitanza con il Memorial, si svolgeranno anche i Campionati Italiani Femminili (Giovani) sul trampolino HS 66. La gara sarà individuale e vedrà la partecipazione di atleti sloveni, austriaci, canadesi e italiani, ma anche nostrani, a dimostrazione che la disciplina non è morta, ma che andrebbe rivitalizzata e incentivata. Il programma della gior- nata è davvero molto intenso. La domenica dedicata al salto con gli sci inizierà alle nove del mattino con la riunione del capi squadra; a seguire si svolgerà il salto di prova della categoria promozionale e di quella dei ragazzi sul trampolino HS 21. Dopo le 9:30, seguiranno i due salti di gara. Successivamente ci saranno il salto di prova e i due salti di gara della categoria allievi dal trampolino HS 33 e, per concludere, i salti della categoria aspiranti e dei Campionati Femminili dal trampolino HS 66. Per il pomeriggio (ore 14:30), invece, è prevista la gara di corsa per la Combinata Nordica: 1 km per la categoria promozionale, 1.5 per quella dei ragazzi, 3 km per gli allievi e 4 km per gli aspiranti. A conclusione della giornata, si terranno le premiazioni sul campo di gara. L’intensa programmazione per questa giornata, giunta ormai alla sua ottava edizione, dimostra l’attenzione ancora riservata al salto dal nostro territorio. Per toccare con mano l’interesse che suscita tale sport basterà seguire questa gara; il salto con gli sci è ancora uno sport in grado di suscitare curiosità, di stimolare l’immaginazione, di incarnare le suggestioni del nostro territorio e della nostra gente. Bisognerebbe valorizzare a 360° la nostra coscienza di popolazione e tenere presenti gli sforzi sore allo Sport Franco Sella, fautore di questo Vipers bis all’Odegar – e quindi appartiene ai cittadini di Asiago. La scelta di accettare la richiesta dei Vipers va ricondotta a vari fattori: un doveroso riconoscimento ai continui successi, in campo nazionale ed internazionale, ottenuti in questi anni, ma anche allo spirito, quasi famigliare, che anima questo gruppo di persone, che siano dirigenti oppure giocatori. Inoltre, la proposta dei Vipers di organizzare qui i due più importanti eventi a livello giovanile per quanto riguarda l’hockey inline potrebbe rivelarsi davvero importante per tutta la nostra comunità. Due appuntamenti così, in un periodo non certo di alta stagione come aprile e maggio, garantirebbero benefici tangibili a molte attività commerciali, senza dimenticare la conferma del ruolo di Asiago quale realtà legata allo sport. Per quanto riguarda l’altra proposta – conclude Sella – ci è stato presentato un progetto su base triennale con un considerevole impegno economico da parte del Comune. Non disponiamo di cifre di quell’entità e così non abbiamo accettato. E’ stata una scelta ben ponderata, nell’interesse dei cittadini, valutando ovviamente anche i possibili benefici, ma mai come di questi tempi bisogna muoversi con estrema cautela >>. Gli azzurri dell’hockey su ghiaccio dovrebbero, comunque, calcare il ghiaccio asiaghese in febbraio (dall’11 al 13) in occasione di una tappa del torneo “Euro Ice Hockey Challenge” con Italia, Francia, Ucraina ed Austria. Insomma, tra ghiaccio e inline le emozioni, all’Odegar, non mancheranno. Stefano Angonese di atleti che, contro l’onda delle mode, scelgono di praticare uno sport per passione, per soddisfazione personale e non per celebrità o popolarità come ci insegnano i nostri tempi. Bisognerebbe non fare passare in sordina quella grande opera che è un salto con gli sci. Le soddisfazioni non mancano; basti pensare all’atleta di Gallio Michael Lunardi, che lo scorso 7 agosto si è classificato tredicesimo su novantadue atleti nella FIS Cup tenutasi a Predazzo (con 246 punti, a soli sei dal primo classificato) e quindicesimo su ottantanove nella gara a Oberwiesenthal (Germania), primo fra gli italiani in gara. I risultati parlano da sé e speriamo che incoraggino le autorità a intraprendere un cammino di rilancio dello sport in questione, consci che la strada non è totalmente in salita: a rendere più corto il tragitto è la passione degli atleti, sono i risultati che essi ottengono in una disciplina che di fatto è ancora amata e seguita. Martina Rossi Arriva la 2^ edizione di PedescalandoRotzo Dopo il successo dello scorso anno la PedescalandoRotzo tenta di migliorarsi sul piano tecnico e della presenza numerica con la sua seconda edizione in programma domenica 23 agosto. Si va per antichi sentieri dal fondovalle al centro di Rotzo con due attraversamenti della strada provinciale “del Piovan” per un totale di 8,4 km e seicento metri di dislivello. Ammessi alla gara anche gli appassionati del nordicwalking con partenza differita di cinque minuti e classifica a parte rispetto a quella dei podisti fissata le 10. Cinque le categorie anagrafiche ammesse alla prova. Lo scorso anno fu proprio Marta Fabris (Gsa Asiago), fondista di Rotzo, ad inaugurare l’albo d’oro femminile. Fra i maschi ad emergere su tutti Dennis Grasselli corridore di Santorso in forza al Gsa Vicenza. Ad organizzare la manifestazione , molto apprezzata sin dal suo esordio, le Pro Loco dei due centri con il supporto degli enti locali altopianesi e valligiani e di promozione turistica. Renato Angonese 8 l’Altopiano Sabato 22 agosto 2009 TIRO A SEGNO Esile ma determinata, un fisico asciutto ma ben temprato da palestra e lunghe corse sui sterrati di Cesuna, al momento di prendere la mira la mano ferma con cui impugna la pistola ben si allinea con i grandi e vigili occhioni. Cristina Volpi fa ancora parlare di se a livello agonistico continuando a salire sul podio nelle gare di tiro al bersaglio. Dopo l’esperienza per il T.S.N. di Asiago e Thiene, da due anni gareggia per la società patavina con i cui colori si è presa belle soddisfa- www.giornalealtopiano.it Per Cristina tanti centri in vista dei Campionati Nazionali Assoluti zioni ai campionati italiani di Bologna nel 2008: a giugno di quest’anno seconda classificata a Padova nella “P 10” aria compressa, un terzo posto a Verona con la pistola sportiva calibro 22 mm, quindi in giugno a Vittorio Veneto ancora seconda miglior tiratrice al Campionato Regionale. “Per soli due punti non ho portato a casa il titolo che credevo di avere già in tasca – dice Cristina – in questo sport la concentrazione è fondamentale, nessun risultato viene dato per scontato. Con grande impegno ho partecipato al “Walter Trophy” ad Ora, una gara importante del circuito a cui prendono parte i migliori tiratori nazionali e internazionali. Il mio 7° piazzamento in quella gara può considerarsi un’ottima prestazione, pensiamo che tra le concorrenti c’era la grande iraniana Ahmadi Elaheh, che ha ottenuto l’incredibile risultato di 400 punti su 400, sempre 10 punti ad ogni tiro, compresi quelli di prova”. Da segnalare in ordine di tempo il 1° Trofeo Internazionale Città di Jesolo, dove Volpi è giunta 6a assoluta, con accesso alla finale che consisteva in ulteriori 10 tiri. Purtroppo la tiratrice altopianese non ha completato la gara per forti dolori alla spalla, ma la pausa estiva fa ben sperare in un pronto recupero per i Campionati Italiani di fine anno. G.D.F. Cristina Volpi Calcio a 5 – Quinta edizione del Torneo “Ekkele” Il calcio in vacanza Trionfano i bianchi del Wunderbar Sfida sotto la pioggia tra residenti e zaleti Tanta gente e calore attorno all’erba sintetica del Centro Parrocchiale Sono state 14 serate (dal 22 luglio all’8 agosto) sempre molto seguite da un numeroso e caloroso pubblico quelle che hanno scandito il programma del 5° Torneo “Ekkele” di calcio a cinque, promosso dal Centro Parrocchiale ed organizzato da un gruppo di volonterosi che hanno saputo esprimere un’organizzazione efficiente ed attenta. Anche il livello tecnico espresso dalle dodici squadre iscritte (Allianz Ras, Cac Pac, Calzature Munari, Fighters, Hotel Concordia, Lokomotiv Cesuna, Millennium, Opa Team Segheria, Panificio Topatigh, Pizzeria Wunderbar, Stoccareddo e Vipers) al torneo ha pienamente rispettato le attese e soddisfatto il palato sempre più raffinato dei competenti appassionati. Le semifinali giocate venerdì 7 hanno visto Stoccareddo aggiudicarsi di misura (4-3 dopo i supplementari) il diritto alla finale a spese delle “Calzature Munari” di Gallio, mentre più netto il successo, 7 a 3, della Pizzeria Wurderbar di Asiago sul “Panificio Topatigh” di Gallio. 23 Sabato 8 agosto le programmate gare decisive. Nella combattuta ed equilibrata finalina per il terzo posto è il “Panificio Topatigh” che, nel derby galliese con le “Calzature Munari”, la spunta di misura, 3 a 2, nei supplementari. Spazio poi per la grigliata organizzata dagli Alpini, prologo all’attesa finale. Nell’attesa finale, gara intensa e combattuta, vittoria perentoria e mai in discussione della Pizzeria Wunderbar, già in vantaggio 2 a 0 dopo il primo tempo e capace alla fine di chiudere con un inequivocabile 5 a 0. Premiazioni sul campo precedute dal saluto del parroco don Lauderio (che ha fra l’altro ribadito, oltre a quanto di buono espressi in campo e fuori durante il torneo, la bellezza di vedere quest’angolo di paese ben tenuto, “dove si coltivano valori”) e da quello del sindaco Pino Rossi (“la comunità parrocchiale e quelle civile coincidono, secondo il mio modo di vedere” ha sottolineato ribadendo la volontà di un contatto privilegiato e di una particolare attenzione per la Parrocchia). Sono stati quindi premiati come miglior portiere Ganriele Lunardi e come capocannoniere Davide Rigoni (entrambi della Pizzeria Wunderbar); la Coppa Fair Play è stata assegnata alla “Calzature Munari”. Quindi le coppe al “Panificio Topatigh” (3°), a “Stoccareddo” (2°) ed alla “Pizzeria Wunderbar” 81°) che si è aggiudicata il trofeo biennale non consecutivo e che iscrive il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione, dopo quello di “Calzature Munari” Gallio (2005), Vipers Asiago (2006), All Star Team Rotzo (2007) e Vipers Asiago (2008). Quindi la musica con Cesco e Manuel ha allietato la serata proseguita in allegria. Ringraziamenti finali degli organizzatori anche per chi li ha in qualche modo sostenuti ed aiutati, da don Lauderio ai Ragazzi di Gallio ed agli sponsor, oltre ai vari Enrico, Salvatore e Cesare. Parte del ricavato dall’intensa kermesse verrà devoluto in beneficenza alla neo costituita “Amici di Silvia, Lisa e Roberta Onlus”. Cesare Pivotto Grande il divertimento, vince la compagine di cesuna per 7 a 2 Il poster che annunciava la partita amichevole di calcio residenti contro ospiti prometteva spettacolo, e così è stato. Le premesse per assistere ad uno simpatico scontro tra le due compagini c’erano tutte, ma su ogni cosa è valsa la voglia di divertirsi. Sovvertiti i pronostici che, almeno sulla carta, davano favoriti gli ospiti “Zaleti” giunti allo stadio Pineta di Cesuna caricati al massimo, ma anche incoraggiati dai numerosi cambi a disposizione con cui sostituire gli atleti nei vari settori del campo. Tuttavia dai primi minuti di gioco i bianchi locali hanno fatto capire che pur trattandosi di una amichevole, non avrebbero certo lesinato nell’agonismo. Il 7 a 2 del risultato finale la dice lunga sulla supremazia dei vari Valente, Magnabosco e Spiller, contro la quale a poco sono servite le rincorse sulle fasce dei pur bravi “perle”. Ottimo l’arbitraggio dell’imparziale Giovanni Zigrossi, esperto fischietto della FGC, e pure caloroso sugli spalti il tifo dei tanti turisti che, giunti quassù per qualche giorno di vacanza, hanno sfidato la pioggia per sostenere i propri beniamini. A fine partita strette di mano tra gli avversari e l’impegno di ripetere l’esperienza nella prossima estate, magari con ai piedi le adeguate scarpe da calcio e non le lisce e scivolose ginniche da passeggiatina in corso. U.S. Cesuna: Canacia B., Francesco Jr Pepe, Massimo Momo, Paolo Ciacio, Luca Caki Magnabosco, Nicola Valente, Andrea Pepe, Gabriele Valente, Superpippo Zordan, Cristian Pietrobon, Giulio Valente, Renzo Killer Valente. Zaleti-Perle F.C.: Juan Castagno, Alberto Pavanello, Paolo Novello, Doriano Manfrin, Matteo Buggio, Vito Scapolo, Luca Faedo, Massimo Colombara, Valerio Radames, Giovanni Difoe, Aldo Sodoma, Fabrizio Duse, Riccardo Morelli, Giulio Salamone, Luca Vanzan, K. Clementi, Umberto Rubini. G.D.F. 8 Sabato 22 agosto 2009 SPORT C’è un ragazzo ad Enego, classe 1988, uno sportivo, che merita di essere tenuto d’occhio, perché potrebbe, tra non molto, raccogliere risultati importanti per la sua carriera. Andrea Pasqualon, ciclista, in questa stagione ha ottenuto risultati indubbiamente interessanti e soprattutto in crescendo: 6 All’internazionale San Geo (a febbraio); 2 ° Memorial Gerry Gasparotto a Schiavon(Vi) il 18/04; 10° Internazionale Trofeo Alcide de Gasperi il 02/06; 2 ° Internazionale Città di Brescia il 07/07; 3° Cavaso del Tomba(tv) il11/07; 1 °Fossalta di Piave il 17/ 07; 2 °foto finish al Memorial Ricardo Brunello il 23/07. Appassionato di sci alpino, iniziò fin da subito a promettere bene, ottenendo i primi buoni risultati quand’era ancora piuttosto piccolo. Con l’US Enego Lisser raccolse vari successi di prestigio come il campionato regionale giovanissimi e numerose vittorie a livello regionale. Poi a 16 anni , come spiega egli stesso: “… ho deciso di buttarmi sul ciclismo perchè la bici mi era l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 24 Andrea Pasqualon, “professionista” della bicicletta Il giovane eneghese, che molti nell’ambiente definiscono già come un corridore completo, ha una caratteristica particolare: quella di essere uno specialista in notturne. sempre piaciuta sin da bambino e anche perchè lo sci costringeva i miei genitori a sacrifici enormi a livello economico”. Ma, come si dice, se uno è portato è portato. Andrea ha sicuramente il fisico da sportivo, ma soprattutto la mentalità dello sportivo e per di più vincente e attenzione, cosa che non guasta ed anzi aumenta il valore della persona, il ragazzo senza nulla togliere allo sport , ha raggiunto, nei tempi canonici, anche il diploma di ragioniere. Come si diceva, cambia disciplina, ma non cambiano i risultati, che anzi sono in continua crescita. Come ciclista, da Allievo, ha vestito la maglia dell’Unione Ciclistica Borgo Valsugana per due anni poi è stato Juniores all’Utensilnord di Vicenza, dove ha ottenuto anche i primi beneauguranti piazzamenti. Senza perdere tempo, è quindi passato dilettante con una squadra trevigiana di Cavaso del Tomba, la Termopiave, dove ha raccolto una trentina di piazzamenti sui primi dieci nel corso del primo anno, quindi già nel secondo è riuscito ad aggiudicarsi 5 podi. Da quest’anno, terzo come dilettante, fa parte della squadra Zalf di Castelfranco Veneto, una formazione di spessore, famosa per aver tenuto a battesimo tanti giovani talenti che sono entrati a far parte del grande ciclismo, fra questi: Ivan Basso, Damiano Cunego, Emanuele Sella. Insomma un salto che fa ben sperare, per questo giova- ne eneghese, che molti nell’ambiente definiscono già come un corridore completo, con una caratteristica particolare, quella di essere uno specialista in notturne. Già, Andrea va’ fortissimo in questo tipo di gare molto tecniche perché si svolgono in circuiti cittadini, dove saper guidare con abilità la bici è fondamentale. Si corre a medie altissime, malgrado i circuiti siano ricchi di curve anche a 90°. Le difficoltà sono quindi notevoli, tanto che alla fine, i corridori che restano in gara sono sempre pochissimi. Incoraggianti successi però Andrea li ha ottenuti anche in gare del tutto diverse da quelle notturne, prove che si svolgono su un continuo sali scendi, prove ad hoc per un passista – scalatore; insomma un corridore versatile che sa dare il meglio in ogni occasione. La prossima meta da raggiungere è diventare professionista. “Un sogno – dice Andrea - che spero si realizzi alla fine del prossimo anno, anche se ora penso solo a fare delle grandi cose in questa categoria”. Andrea però, si può già definire un “professionista” serio, perchè lavora duro, si allena dalle 6 e più ore al giorno e, come raccontano le sue gare, non ha paura di far fatica e soprattutto ha capito che i muscoli non sono tutto, come spiega: “… ho scelto il ciclismo in quanto è uno sport che regala delle emozioni fantastiche in cui non contano solo le gambe ma soprattutto la testa.., e quest’anno con la mia squadra, la Zalf , mi trovo molto bene, ci sono tecnici esperti che mi stanno insegnando al meglio questo, che ormai considero, il mio lavoro”. Stefania Simi Presto al via i corsi di DanzAsiago Sport e festa in una bella giornata di sole A Conco si è svolta la prima gara di mtb per bambini e ragazzi con alcune importanti novità organizzata dalla neonata Associazione Polisportiva Dopo aver rapito e stupito gli spettatori che da anni sono fedeli ai saggi di fine anno, con lo spettacolo “Parigi, …la danza in ogni cosa” (coreografie di danza classica di Valeria Stringa e di Sandra Rossi ) e “Different styles” (coreografie di Angela Bassetto, Elena Gios, Mauro Rizzotto), proposto in due serate che non sono bastate per accontentare tutte le richieste, il Centro per la formazione della danza classica e moderna “DanzAsiago” è pronto per il nuovo anno accademico. La scuola, nata 14 anni fa con l’obiettivo di creare sull’Altopiano una salutare e professionale opportunità educativa finalizzata all’impostazione di un corretto ed armonioso sviluppo fisico, continua il cammino di perfezionamento tecnico e da settembre avrà tra i propri docenti Silvia Rinaldi, già ballerina e solista al teatro Alla Scala di Milano e all’Arena di Verona, che collaborerà con Valeria Stringa e Sandra Rossi, per quanto riguarda il dipartimento di danza classica. Michael Fields con Elena Gios per la sezione Hip-Hop, e Maria Slongo con Elena Gios per il modern-jazz e la danza contemporanea. Tutto ciò per la volontà della direttrice Sandra Rossi di elevare qualitativamente ed artisticamente il livello delle proprie allieve ed allievi. La scuola ha aderito anche al Progetto Corsi Professionali Balletto di Vicenza, che riunisce giovani danzatrici selezionate da Alessandro Bigonzetti, Consulente Artistico di tale progetto. Quest’anno verrà attivato, visto le innumerevoli richieste, un corso di Hip-Hop per bambini/e dai 7 anni ed un corso di danza modern-jazz rivolto a chi ama la danza e vuole migliorare l’elasticità muscolare e tonificare il proprio corpo ballando. Riprenderanno anche i corsi di Pilates, tale metodo è un programma di allenamento che permette di ottenere, rapidamente e senza traumi, il potenziamento e il tono muscolare grazie ad esercizi semplici e naturali. Si incrementa il tono muscolare (in particolare per addominali e glutei), l’elasticità, e si ottiene una postura corretta e perfino un portamento più aggraziato ed elegante. Per informazioni telefonare al n. 380 3543007. Giulia Rossi In una soleggiata e piacevole mattinata, domenica 16 luglio a Conco ha avuto luogo la prima gara di mountain bike per bambini e ragazzi, competizione promozionale organizzata dalla neonata Associazione Polisportiva di Conco, in collaborazione con l’U.S. Fausto Coppi di Montecchio Precalcino. Al campo sportivo del paese, nel quale era stato preparato il tracciato della gara, si sono ritrovati ben 135 partecipanti, fra maschi e femmine di età compresa fra i 4 e i 14 anni, fra questi 80 tesserati e 55 non tesserati. Divisi in sei categorie in base all’età, a partire per primi sono stati gli atleti tesserati, seguiti poi dai principianti non tesserati, che hanno condotto la gara con altrettanto entusiasmo. Questi i primi classificati per ogni categoria: G1 maschile Omar Ferrari del G.S. Villaverla; G2 m. Federico Carlesso della Scuola di Ciclismo di Piovene R. Rampon; G2 femminile Alice Torresan dell’A.S. Giovani Ciclisti Sandrigo; G3 m. Emanuele Rela della Scuola di Ciclismo Piovene; G3 f. Carlotta Zanin (G.S. Villaverla); G4 m. Mattia Raccani (Scuola Ciclismo Piovene); G4 f. Giulia Bonaguro (Scuola Ciclismo Piovene); G5 m. Andrea Crosara (U.S. Fausto Coppi Montecchio Precalcino); G5 f. Elena Tombolato (Bici Sport); G6 m. Riccardo Brianti (U.S. F. Coppi Montecchio P.); G6 f. Jessica Cremasco (V. Club Bassano 1892). Fra i non tesserati invece sono giunti primi nei vari gruppi: Davide Bizzotto (anno 2004), Tommaso Marangoni (2002), Lorenzo Rigoni (2000), Dario Frigo (1998), Sebastiano Platinì (1996). Tutti i partecipanti e loro accompagnatori hanno potuto godere di una giornata dedicata non solo allo sport, ma anche alla festa, grazie all’allestimento di uno stand gastronomico a base di prodotti tipici locali, bibite e buon vino. Negli obiettivi principali del gruppo della Polisportiva c’è proprio quello di avvicinare i ragazzi alle varie discipline sportive, facendo loro capire che anche una competizione può trasformarsi in un momento di condivisione e di divertimento e, quindi, di crescita personale: obiettivo che con l’organizzazione della gara di mountain bike con tutto il suo contorno è stato perfettamente centrato. Sono numerose le iniziative messe in atto nei primissimi mesi di vita della nuova associazione di Conco, nata, come indicato nel sito www.polisportivaconco.org, per “dare una risposta valida alla vostra voglia di sport”. Avremo modo di conoscere meglio l’associazione in uno dei prossimi numeri del nostro giornale, intanto collegandosi al sito è possibile prendere visione degli appuntamenti futuri, come la serata con l’alpinista vicentino Tarcisio Bellò, che il 29 agosto presso la Sala Don Italo racconterà i suoi viaggi anche con l’ausilio di immagini fotografiche e video, o l’escursione in programma il 6 settembre quando si percorreranno le vecchie vie dei contrabbandieri lungo la Calà del Sasso e le vecchie contrade di Valstagna. Sempre nel sito si trovano tutte le informazioni per tesserarsi all’associazione e aderire alle iniziative. Silvana Bortoli 8 l’Altopiano Sabato 22 agosto 2009 www.giornalealtopiano.it 25 CALCIO Le barriere antisuicidio non sono un deterrente Ho letto sul Giornale dell’Altopiano del 25 luglio scorso la proposta già fatta in precedenza di installare una barriera antisuicidio sul ponte di Roana, divenuto tristemente famoso per una serie di suicidi che sembra non aver fine. Credo infatti che siano oltre 40 le persone di tutte le età che si sono tolte la vita gettandosi nel vuoto, persone che per la maggior parte vengono dai paesi e dalla città del Veneto e chissà per quali ragioni scelgono proprio di farla finita sul ponte di Roana. Recentemente il Sindaco di Roana ha rilasciato un’intervista sulla stampa, asserendo che bisognerà trovare una soluzione, poiché questi suicidi hanno proiettato sulla Comunità di Roana e sulle sue Istituzioni una cattiva fama. Sono già intervenuto su questo argomento sul Giornale di Vicenza in data 10 aprile 2009, mettendo a confronto i centauri, che per le loro folli corse vanno a schiantarsi lungo la strada del Costo e quelli che invece si gettano dal ponte di Roana. Mentre i primi suscitano non grandi sentimenti di pietà, per i secondi invece il sentimento è ben diverso. Ho scritto testualmente: “Perché non si interviene su queste persone sicuramente afflitte dalla depressione e dalla disperazione, al punto a indurle a farla finita? Possibile che nessuno se ne accorga che sono entrate nel tunnel della morte preannunciata?”. Il caso più eclatante si è verificato qualche mese fa, quando un sessantenne sostò sul parapetto del ponte per qualche ora e si rese necessario dirottare il traffico proveniente da Roana e da Canove, poiché le Forze dell’Ordine e altri volontari per qualche ora hanno tentato invano di dissuaderlo. Addirittura, così almeno hanno riferito i giornali, l’aspirante suicida ha ricevuto una telefonata dal figlio, ma anche questo non è bastato. Dopo alcune ore si è gettato nel vuoto e sappiamo che il recupero della salma normalmente effettuato dal Soccorso Alpino non è cosa tanto semplice. Sono del parere che eventuali barriere antisuicidio non costituiscano un deterrente. Mi è infatti capitato alcuni anni fa, imboccando la strada del ponte, di vedere un tale che si stava aggrappando con l’intento di gettarsi. Sono sopraggiunto appena in tempo, questione di secondi per afferrarlo per le gambe e tirarlo giù dal parapetto. Ho tentato in tutti i modi di farlo parlare, di chiedergli perché volesse fare quel gesto estremo, come si chiamava, da dove veniva, mi fissava dietro quegli occhiali scuri senza dire una parola. Intanto il traffico sui due lati aveva bloccato il ponte. Ad un certo punto questo giovane sui trent’anni con passo lesto si è diretto verso l’estremità del ponte dove aveva parcheggiato la sua auto, e salito prese di gran carriera verso Canove. L’indomani ho letto sul Giornale di Vicenza che a distanza di un paio d’ore aveva raggiunto il ponte sulla Val Gadena verso Enego, che ha un’altezza doppia rispetto al ponte di Roana, era riuscito a scavalcare le barriere e a gettarsi nel vuoto. Sono pertanto arrivato alla conclusione che l’installazione di barriere antisuicidio sul ponte di Roana non eliminano il problema dei suicidi. In quell’articolo che ho scritto all’epoca ho fatto anche presente che costituirebbero dal punto di vista architettonico una bruttura sopra un ponte, che ha un grande pregio artistico e soprattutto per la sua storia. E’ risultato poi che l’installazione di barriere, considerate le correnti d’aria che soffiano sulla Valdassa, potrebbero danneggiarlo seriamente, facendo crollare interi tratti di parapetto. Credo che per salvare queste persone ci voglia ben altro, soprattutto la vicinanza e la comprensione da parte delle persone che convivono con loro e da parte delle strutture socio sanitarie, che devono farsi carico di questi problemi esistenziali. Edoardo dr. Sartori Come funziona la raccolta dei rifiuti sull’Altopiano? Egregio Direttore, la difficoltà di gestire i rifiuti non riguarda solo certe città, come vediamo alla televisione, ma anche l’Altopiano. ETRA sta facendo una forte campagna per sensibilizzare le persone alla raccolta differenziata. Ma le cose non funzionano bene. Come si fa, infatti, a smaltire rifiuti ingombranti (es. vecchie TV, reti, vecchi sci, ecc.)? Mistero. Eppure chiamando l’ETRA la suadente voce registrata dice: premete il tasto 2 per il ritiro di rifiuti ingombranti. E così ieri ho fatto. La signorina, alla mia richiesta di dover smaltire due vecchie reti del letto, sta in silenzio. Mi ha sentito? Chiedo. Si, ma sto pensando. Come sta pensando?, dopo un po’ la risposta, suona così: “guardi per queste cose deve chiamare il Comune dove abita (Gallio) le do’ il numero e chieda della Sig.ra Marina, lei le darà risposta”. Chiamo il numero del Comune e risponde l’Anagrafe! Mi dicono che chi si occupa del ritiro degli oggetti ingombranti è la ditta RDR. Stupito e incuriosito chiamo la RDR. Molto gentilmente una signora mi chiede cosa devo smaltire, due reti vecchie, bene mi dice, allora la prenoto per l’ultima settimana di novembre. Ho capito bene? Fra più di tre mesi? Come è possibile? Mi spiega che loro sono sub fornitori di ETRA la quale li ha incaricati di effettuare al massimo 12 ritiri al mese (sic!!), quindi hanno prenotazioni fino a novembre. Dico che sono disposto a portare io le vecchie reti in una ricicleria (o isola ecologica, come oggi vengono chiamati i centri per la raccolta differenziata delle cianfrusaglie di cui tutti prima o poi dobbiamo li- berarci nelle nostra cantine). Niente, mi dice che, tranne Conco e Lusiana, gli altri Comuni dell’Altopiano non si sono dotati di ciò che, ormai, tutti i comuni hanno, e cioè di una ricicleria. Se voglio capirne di più (cioè, alla fin fine, di come liberarmi delle reti senza lasciarle per strada!) potrei chiamare l’Ufficio Tecnico del Comune di Gallio. Cosa che faccio. Risponde una signora che mi dice che anche altri hanno chiamato non sapendo come fare a liberasi di vecchi oggetti. Sa che ci sono questi problemi e in via eccezionale mi dice di lasciare il materiale vici- no ai cassonetti e personale del Comune domani passerà a ritirarlo. Ringrazio della cortesia e entrambi concordiamo che non si può fare una tale propaganda sulla raccolta differenziata e poi non si riesce a conferire gli oggetti che tutti dobbiamo eliminare dalla nostra casa. Spero che questa lettera possa servire a far decidere verso una più razionale politica di smaltimento dei rifiuti in Altopiano, il vostro giornale potrà farsi parte attiva in questa campagna, anche perché vorremmo tutti evitare in futuro di trovare nei boschi un vecchio televisore, o qualcosa di simile. Roberto Filippini A Forni di Valdastico una bella mostra fotografica sulla Grande Guerra Vorrei mettere in luce la mostra fotografica sulla Grande Guerra, inaugurata il 4 luglio dal gruppo Alpini di Forni di Valdastico con la presenza anche di Massimo Bonomo, presidente della sezione M. Ortigara, e di una delegazione di alpini dell’Altopiano. Il capogruppo di Forni, Luciano Lorenzi, assieme ai suoi alpini e il curatore della mostra Delmo Stenghele sono riusciti a proporre una sorta di riassunto a mezzo stampa, cartoline, lettere e stemmi del periodo di guerra che va dal 1914 al 1918, in particolare da Arsiero a Lastebasse. La cerimonia semplice ma significativa dà rilievo a un periodo storico che non si può dimenticare. La sera stessa dell’inaugurazione ho fatto un rapido giro della mostra, anche perchè ci aspettava un rinfresco luculliano, riproponendomi però di tornare e di rivedere tutto con calma. Domenica 13 agosto, visto il bel tempo, sono tornato a visitare la mostra e qui ho trovato Luciano Lorenzi e Delmo Stenghele, oltre a un paio di alpini di Forni. Delmo Stenghele ha voluto farmi da cicerone e, assieme ad altre persone, ci ha illustrato con grande passione tutto ciò che era rappresentato nella mostra. Due ore sono trascorse, con mia sorpresa, senza che me ne accorgessi, visto l’interesse e la passione suscitati in me dalla mostra. Voglio ancora ringraziare il Gruppo Alpini di Forni, Delmo Stenghele per aver messo a disposizione di tanta gente un pezzo di storia, per conoscere e capire che tutto ciò non si può dimenticare. La mostra rimarrà aperta fino al 23 agosto. Per contattare, telefonate al 3474262824 o 3400080733 e sarete sempre graditi ospiti. Armando Panozzo Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Via Monte Sisemol n.9 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano Da sabato 22 agosto a venerdì Di Giovanni Il 22 agosto è il 234° giorno del Calendario Gregoriano. Mancano 131 giorni alla fine del 2009 Sabato 22 agosto. S. Fabrizio Domenica 23. S. Rosa Lunedì 24. S. Bartolomeo Martedì 25. S. Luigi Mercoledì 26. S. Alessandro Giovedì 27. S. Monica Venerdì 28. S. Agostino Sabato 29. Martirio di Giovanni B. Domenica 30. S. Pammachio Lunedì 31. S. Abbondio Martedì 1 settembre. S. Egidio Mercoledì 2. S. Elpidio Giovedì 3. S. Gregorio Venerdì 4. S. Rosalia Un santo per volta: San Pammachio (Roma, 340 409). Figlio del senatore Bizante, frequentò in gioventù la scuola di retorica di Gerolamo e attorno al 385 sposò una donna di nome Paolina, figlia di santa Paola: fu uno dei capi del partito cristiano in senato. Mantenne sempre un fitto rapporto epistolare con Gerolamo, con cui discuteva di questioni teologiche, e che gli dedicò alcuni dei suoi scritti: tentò, senza successo, di indurlo a moderare il linguaggio che usava contro i suoi oppositori (contro Gioviano). Nel 401 Agostino gli inviò una lettera (Ep. LVIII) per ringraziarlo di aver scritto ai cristiani di Numidia (dove Pammachio possedeva numerose proprietà) invitandoli ad abbandonare lo scisma donatista. Quando sua moglie morì di parto (387), Pammachio si fece monaco e iniziò a dedicarsi all’attività caritativa: insieme a santa Fabiola fondò lo xenodochio di Porto, presso la foce del Tevere, destinato ad ospitare gratuitamente i pellegrini poveri e i malati; nel 398 fondò anche la basilica dei Santi Giovanni e Paolo (in origine chia- mata titulus Byzantii o Pammachii), che inglobò quella che doveva essere l’abitazione della sua famiglia (ancora visibile nei sotterranei della chiesa), adibita a domus ecclesiae sin dalla fine del I secolo. Successe il 1° settembre 1939 : un venerdì di 70 anni fa scoppiava la Seconda Guerra Mondiale. La Germania di Hitler, insieme alla Russia di Stalin con la quale, firmò, il 23 agosto 1939, il patto di non aggressione “MolotovRibbentrop” ed anche con un piccolo aiuto da parte della Slovacchia, il primo settembre 1939 varcò i confini della Polonia attaccandola da più punti, pur senza averle dichiarato guerra ufficialmente. L’attacco sarebbe dovuto partire il 26 agosto 1939, ma dato che il giorno prima, il 25 agosto, la Polonia firmò un trattato di alleanza con il Regno Unito, Hitler preferì posticipare, nella speranza di riuscire a dissuadere il Regno unito ad intervenire. La scusa fu data da una serie di confusi attacchi Polacchi ai danni della Germania (come il famoso incidente di Gleiwitz), in realtà inscenati dagli stessi tedeschi. Venne così attuato il famoso Piano Bianco (Fall Weiss) posto in opera dal generale Franz Halder dalla Wehrmacht. In meno di un mese l’esercito polacco venne annientato dalla enorme superiorità militare tedesca ed il 6 ottobre 1939 la campagna di invasione ebbe fine (anche se il governo polacco, effettivamente, non si AFFITTASI A PREZZO INTERESANTE IN CENTRO AD ASIAGO (ZONA POSTE) LOCALI PER UN TOTALE DI 70 METRI QUADRI DA ADIBIRE AD UFFICI, AMBULATORI O ALTRO. PER MAGGIORI INFORMAZIONI CHIAMARE IL N. 347 – 79.86.346. “Ingegnere per zona Altopiano e province di Padova, Rovigo e Venezia, responsabile qualità e RSPP, abilitato moduli A-B-C, disponibile per consulenze o collaborazioni continuative per attivare certificazione qualità ISO 9001:2008 e/o mantenimento per successivi audit e per gestione sistema di sicurezza. Tel. 380 3183662.” 4 Fusinesettembre Dalle arrese mai). Di fatto, due giorni dopo l’invasione tedesca, il 3 settembre 1939, la Francia e l’Inghilterra dichiararono guerra alla Germania consegnando un documento ultimatum che naturalmente venne da Adolf Hitler disatteso. Seguì l’entrata in guerra del Canada, dall’Australia e dalla Nuova Zelanda. Ebbe così inizio la Seconda Guerra Mondiale. Storia e cultura del una miscela degli stessi. Di certo è composto da vino bianco e acqua (o selz), ma per il resto dipende dal barista che lo prepara...o dai propri gusti. Il risultato finale però deve essere di colore rosso. Va servito con ghiaccio e scorzetta di limone o mezzaluna di arancio. La gradazione finale è variabile tra i 12 e i 30 gradi, la media si attesta attorno ai 16. (fonte: “eppi-Veneto”) Veneto: Lo spritz veneto. Origini: aperitivo alcolico di origine veneta / friulana / austroungarica, amatissimo nel nordest, viene comunemente denominato anche Spriss, Spriz o Sprisseto. Un ipotesi sulle origini della bevanda vede gli occupatori austriaci cercare di bere il vino veneto, ritenuto da molti troppo forte, e allungarlo con l’acqua. Non contenti, i veneti, per dargli un po’ “di tono”, lo allungarono con del liquore e così nacque la bevanda che gli austriaci chiamarono appunto spritz che significa iniezione/aggiunta. Negli anni vi sono state apportate varie modifiche fino a renderlo un vero e proprio aperitivo. La sua ricetta :40% di vino bianco, 30% di acqua minerale gasata, 30% di Aperol ma si può preparare anche con altri liquori, quali il Gin, il Campari o il Select, Cynar. Con uno solo di questi o con Le ricette di mezza estate con i funghi. 1)Patate e porcini, ingredienti - 1 kg. di patate; 100 gr. di funghi porcini secchi; formaggio grat-tugiato; santoreggia (“erba cereia”); olio; burro; vino bianco; sale. Strizzare bene i funghi messi a bagno nell’acqua tiepida. Metterli a cuocere in un tegame con l’olio e il burro. Aggiungere la santoreggia, il sale e spruzzarvi sopra a tratti il vino. Cuocere fino ad avere un sugo piuttosto denso. Friggere a parte le patate. Scolare poi l’olio eccedente e versare il sugo sulle patate e poi cospargere con il formaggio. 2)Insalata con funghi porcini. Ingredienti - alcuni funghi porcini molto giovani e sani; insalatina fresca; groviera tagliata a dadi piccoli; 2 uova sode; olio; sale; pepe e olive nere e 1/2 limone. Pulire e tagliare dell’insalata fresca. Pulire i porcini e ta-gliarli a sottili fettine. Disporre in una terrina l’insalata, i funghi, la groviera, le uova tagliate a fettine e le olive nere. Preparare con l’olio, il sale, il pepe, il limone una salsina e versare sull’insalata. N.B.: attenzione, i funghi consumati crudi in abbondanza possono provocare, in alcuni casi, lievi disturbi all’apparato digerente. Proverbi in dialetto veneto: www.giornalealtopiano.it 26 -Pan, vin e zoca, lassa pur che’l fioca. -Par el seco xe bona anca la tenpesta. -Par San Barnabà el dì pì longo de l’Istà. -Par San Matio le jornade torna indrio. -Pèrsego e melon tuto ala so’ stajon. -Piova d’Istà, beati che che la ga. -Piove pì àneme al’inferno che neve de inverno. -Primavera de Jenaro la ruina el persegaro -Primo de Agosto, capo de inverno. -Quando che piove el dì de San Gorgon, piove par na stajon. -Quando che te magni la nèspola, pianzi. -Quando che’l sorgo rosso el mostra el muso, xe ora de tore la roca e el fuso. -Quando el Venda fa el pan, se no piove oncuò, piove doman. -Quando le done fa la lissia sola via, l’inverno sbrissa via. -Se piove a San Gregorion, piove tuta la stajon. -Stajon de erba, stajon de merda. -Stropa longa, inverno longo; stropa curta, inverno curto. -Vin, done e maroni bisogna gòdarli so’ la so stajon. I neolaureati dell’Altopiano Lo scorso 27 luglio 2009 Alessandra Bertacco di Conco si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Padova con una tesi dal titolo “Miastenia gravis: aspetti clinici ed intervento di timectomia”. Papà, mamma, Francesco, parenti ed amici si complimentano e ti augurano un brillante futuro professionale. l’Altopiano Sabato 22 agosto 2009 L’Altopiano srl - Società unipersonale Via Monte Sisemol ,9 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli Domenica 23 agosto: GALLIO: OMV – Via Camona 1/B Domenica 30 agosto: GALLIO: OMV – Via Kemplen 2 Dalle ore 8.45 di sabato 22 alle ore 8.45 di sabato 29 agosto: ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato – Viale Matteotti Dalle ore 8.45 di sabato 29 agosto alle ore 8.45 di sabato 5 settembre: CANOVE: Farmacia del dr. Leonardo Bosio – Via Roma 33/A CONCO: Farmacia della dr.ssa Monica Federici – Piazza S. Marco 23 In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado, Giovanni Dalle Fusine Cesare Pivotto, Giulia Panozzo, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Claudio Savelli, Virginia Gianello, Amerigo Baù, Alessandro Baù, Pietro Rossi, Giampaolo Strazzabosco, Giorgio Spiller, Maria Rossi, Giulia Rossi, Sergio Vellar, Silvano Panozzo Tile, Renato Angonese Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano Foto: Foto Bergamaschi - Archivio Giornale Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova Signora si rende disponibile per lavoro di stiraggio anche a domicilio. Per informazioni contattare la redazione al 348/3138606 Festa dei gemelli dell’Altopiano Sabato 22 agosto 2009 L’idea è stata delle mamme e già l’avevamo anticipata nel numero scorso del nostro giornale: organizzare una festa riservata ai gemelli dell’Altopiano e alle loro famiglie. Ora dell’appuntamento si conoscono tutti i particolari e sono attese tutte le famiglie con gemelli, di tutte le età, che risiedono nel nostro territorio. Sarà un’occasione per conoscersi, scambiarsi esperienze e notizie e divertirsi. L’appuntamento è fissato per domenica 20 settembre 2009 presso la casa Sant’Antonio in Via Valgiardini ad Asiago. Il ritrovo è previsto per le 10.30. Dopo la registrazione dei partecipanti, alle 11.30, ci sarà la Santa Messa. Seguirà il pranzo presso l’annesso ristorante, mentre il pomeriggio sarà dedicato ai giochi vari che coinvolgeranno non solo i bambini ma anche gli adulti. La quota di partecipazione è di 12 euro da versare al momento dell’iscrizione. Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi ai seguenti numeri di telefono tra le ore 18 e le 21: 0424 449874 / 463028 / 460871 / 340 2776241. Sasso di Asiago: secondo round per la Festa dei Gianesoni Domenica 9 agosto, si è tenuta la seconda edizione della Festa dei Gianesoni. Questa iniziativa è nata dalla volontà degli abitanti della frazione Sasso di passare una giornata insieme, in quella contrada che porta a vedute fantastiche dell’Altopiano e a un pezzo di storia nazionale: il Col del Rosso. Un vasto gruppo di persone (quasi tutte le famiglie del Paese, non solo i residenti ai Gianesoni) hanno organizzato, cucinato e mangiato assieme, accompagnati da buona musica, dapprima assemblata dal DJ Manuel Baù e poi suonata dai Blonde Brothers, con la speciale e ormai consueta partecipazione di Angelo Baù (“Postin”). Anche quest’anno un sentito applauso va ai tre organizzatori: in primis “Zill” che con la sua cordialità ha messo tutto l’impegno necessario per la realizzazione della festa che celebra il suo paese; a “Jo” che, seppur trapiantato ad Asiago dopo il matrimonio, ha tenuto a organizzare la festa con la sua proverbiale simpatia; e last but not least a Manuel che ha animato la festa con la sua musica oltre che dare il suo prezioso aiuto nell’organizzazione. Non sono da dimenticare i cuochi e le cuoche che hanno preparato un menu degni delle grandi sagre. Una festa che riconferma il valore intrinseco di un paese, dove l’individualismo non è ancora riuscito a spazzare via la voglia di stare insieme. Martina Rossi 8 A settembrel’Altopiano il raduno dei Cunico Il 12 settembre ad Asiago si incontreranno nuovamente i Cunico di tutto il mondo dopo il primo incontro avvenuto tre anni fa. Nel 2006 ad Asiago sono arrivati oltre 300 Cunico da varie parti del mondo; se buona parte arrivavano da paesi europei, non mancava una nutrita rappresentativa statunitense e canadese mentre l’arrivo più clamoroso è stato da Singapore. Per questa riunione l’organizzatore Barth Cunico preannuncia l’arrivo di un folto gruppo di Cunico sudamericani, principalmente da Argentina e Brasile. Tutte le informazioni relative alla riunione sono reperibili al sito web: www.bcunico.com/ REUNION/ reunion.htm dove si può anche reperire, e contribuire alla sua compilazione, dell’albero genealogico che Barth e sua famiglia sta realizzando da oltre 10 anni. Albero che nel frattempo si è arricchito con numerosi contributi dei Cunico sparsi per il pianeta e che Barth assicura riserverà qualche sorpresa per i partecipanti. G.R. VA LASCIATO COSI’ UN PRATO DOPO UN PIC-NIC? GALLIO: In queste calde giornate ferragostane un vero e proprio esercito di turisti ha pacificamente invaso prati, boschi e montagne per godere del nostro clima radioso, fresco e ventilato, per trascorrere ore serene ed allegre. Per fortuna non tutti sono stati come quel gruppo di ragazzi che hanno trascorso ore felici e spensierate nel verde per poi andarsene lasciando sui pascoli, poco lontano da dove brucavano tranquillamente l’erba le mucche del nostro amico Marco Sartori, un vero e proprio immondezzaio di cartacce, borsette, piatti, bottiglie, lattine, … Ci vuole poi così tanto raccogliere il tutto e portarlo via, lasciando prati e boschi così come si sono trovati? C.P. ULTIMA ORA: Suwww.giornalealtopiano.it “l’Altopiano” 27 sono arrivati i tanto attesi porcini! Al momento di andare in stampa il nostro inviato speciale che si occupa di cronaca fungina ci testimonia con questa foto che i pregiati miceti hanno finalmente deciso di comparire! Vacanze in montagna A volte basta sapersi accontentare, e allora per giocare con secchiello e paletta può andar bene anche un cumulo di detriti, fra cui poco salutari pezzi di vecchio asfalto, come sta facendo la bimba della foto, scattata nello spiazzo di via F. Baracca dove tra altri mucchi di materiali, il cassone di un camion e una gru, stazionano numerosi camper. Una curiosità: di fronte ai cumuli di macerie spiccano i cartelli con scritto “Divieto di scarico”! 8 Sabato 22 agosto 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 28
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