Presentazione di PowerPoint - BIOSEA
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Biocarburanti avanzati: la ricerca eni Daniele Bianchi Development, Operations & Technology Renewable Energy and Environmental R&D Center Accademia Nazionale di Agricoltura - BIOSEA Agroenergie: produzione e utilizzazioni Bologna 4 Dicembre 2014 I biocarburanti I BIOCARBURANTI ► PERCHE’? ► QUALI PRODOTTI SERVONO? ►COME PRODURLI? Perché i biocarburanti Fonti di emissione CO2 (EU-27) Le emissioni di CO2 associate al settore dei trasporti, in particolare quelli su strada, avranno in futuro un peso percentuale sempre maggiore Fonte: EC Publication “EU Energy, transport and GHG emissions trends to 2050” Perché i biocarburanti? L’unica alternativa a BREVE TERMINE per diminuire le emissioni nei trasporti sono i BIOCARBURANTI ►La direttiva europea RED richiede che, entro il 2020 il 10% dell’energia utilizzata nei trasporti dovrà provenire da biofuel, elettricità ed idrogeno prodotti da fonti rinnovabili. ►L’attuale Bozza di Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, in ricezione della proposta di Direttiva Europea prevede una traiettoria indicativa di immissione di biocarburanti: 2015 5% 2016 5,5% 2017 6,5% 2018 7,5% di cui 1,2% di advanced biofuel 2019 9,0% di cui 1,2% di advanced 2020 10% di cui 1,6% di advanced 2022 10% di cui 2,0% di advanced Lo scenario dei biocarburanti (IEA: New Policies Scenario 2013) ► Nel 2035 i biofuel soddisferanno l’8% del mercato mondiale dei carburanti (trasporto su strada), rispetto al 3% del 2011. La domanda di biofuel è attesa crescere del 5% anno rispetto al 1% della domanda globale di petrolio per trasporto. Fonte: IEA WORLD ENERGY OUTLOOK 2013 Lo scenario dei biocarburanti:la crisi delle raffinerie L’industria europea della raffinazione sta attraversando un periodo di forte crisi, già da alcuni anni, a causa del calo strutturale della domanda di prodotti raffinati e del conseguente eccesso di capacità accompagnato da crollo dei margini. La crisi è ancora più spinta per le aree MED e per l’Italia in particolare Consumi benzina e gasolio in Italia (2005-2025) Mton/a Raffinerie in Italia dal 2009 Benzina #16 -36% Bio Mton/a 6,7 0,7 6,5 0,8 5,6 2025 7,4 0,3 6,0 2020 8,3 0,2 7,0 2015 9,9 0,2 8,0 2012 Italia 60,2 13,5 2010 Mantova Ravenna Busalla -52% Roma x Roma Taranto Sarroch 2025 Gela 20,7 2,3 18,4 21,0 2,0 19,0 20,3 1,4 18,9 20,9 1,4 19,5 23,1 1,5 21,6 22,5 22,7 0,2 Italia 2020 Milazzo Milazzo 186,7 188,0 184,6 179,7 182,8 173,4 Europa 2015 Livorno Sarroch -9% 2012 Falconara Falconara Taranto 207,2 209,4 193,9 191,2 197,1 19,2 22,7 12,5 174,9 11,2 11,5 1,5 2010 Mantova Ravenna Oil Gasolio +20% 2005 xx x Busalla Livorno 2005 2010 2012 2015 2020 2025 #11 Sannazzaro Venezia Cremona Trecate Trecate 69,4 9,3 9,7 70,4 7,7 62,7 75,7 5,0 70,7 81,3 4,5 76,8 2005 90,7 4,4 Sannazzaro Venezia Cremona 86,3 108,4 Europa 109,2 0,8 2005 2010 2012 2015 2020 2025 x Priolo Augusta Gela Priolo Augusta x Chiusura annunciata nel 2014 Capacità di raffinazione chiusa in Italia -12 Mton/a (Europa -80 Mton/a) Fonte: Wood Mackenzie COSA SERVE: la domanda di biofuel in Italia ►Come nel resto d’Europa, Il consumo di biofuel in Italia è atteso in sensibile crescita nei prossimi 10 anni. ►In particolare, il biodiesel si conferma il biocarburante più richiesto dai consumatori italiani che mantengono la propria “predilezione” per i mezzi alimentati a diesel Domanda nazionale di biofuels kt/a 3.500 +5% 3.000 2.740 2.500 1.710 242 1.500 1.592 227 biogasoline 1.772 344 2.026 1.000 0 837 714 2.000 500 3.165 200 200 2005 1.468 1.365 1.428 2010 2012 2015 2.328 0 2020 2025 biodiesel COME PRODURLI: la materia prima 1a generazione Biocarburanti avanzati Biomasse Lignocellulosiche La ricerca eni di sui biocarburanti: pool DIESEL Gasificzione/ liquefazione BtL diesel zuccheri Fermentazione olio Rifiuti Organici Alghe olio Idrogenazione bio-olio Liquefazione Green diesel La ricerca eni di sui biocarburanti Greendiesel di seconda e terza generazione Processi per Biodiesel di 1° generazione MeOH Transesterificazione Estrazione olio Purificazione glicerolo Piante oleaginose Fatty Acid Methyl Ester (FAME) Il biodiesel come fuel I vantaggi del biodiesel ► Processo semplice con bassi costi di investimento Gli svantaggi ► E’ un prodotto ossigenato (potere calorifico inferiore al diesel fossile) ► Proprietà a freddo non ottimali ► Limitata stabilità all’ossidazione (presenza di doppi legami) ► E’ biodegradabile (può causare problemi di biofouling) ► Ha proprietà solventi (degrada parti in gomma ed elastomeri) ► Emissioni di NOx superiori al diesel convenzionale ► Limiti nel blending (max 7%) Impossibile soddisfare target 2020 (10% in termini energetici) Il GREEN DIESEL: Hydrogenated Vegetable Oil (HVO) H2 Idro-deossigenzione Trigliceridi / acidi grassi H2 Idro-isomerizzazione Processo EcofiningTM Distillazione Green diesel (prodotto NON-ossigenato, analogo al diesel fossile) GREEN DIESEL: il processo EcofiningTM Green GPL Green nafta Green Jet Green diesel Materie prime: ►oil vegetali di bassa qualità ►grassi animali ►oli usati ►oli algali Il progetto Green Refinery - Venezia La raffineria di Venezia è stata riconvertita in bio raffineria Un impianto con tecnologia Ecofining è stato avviata a Gennaio 2014, producendo globalmente circa 360.000 ton/anno di biocarburanti. Nella prima metà del 2015 la bioraffineria raggiungerà la sua massima capacità produttiva, pari a circa 500.000 ton/anno di biocarburanti. Il progetto Green Refinery - Venezia • nel L’idea fondante del Progetto Green Refinery è oggetto di un brevetto depositato da eni 2012 con il titolo: “Metodo per convertire una raffineria convenzionale di oli minerali in una bioraffineria” • La nuova soluzione tencologica prevede la conversione delle due unità di idrodesolforazione gasoli (HDS) già esistenti in un’unità ECOFININGTM. • Le principali modifiche comprendono la sostituzione del catalizzatore e del sistema di scambio termico • La tecnologia è replicabile per la riconversione di raffinerie tradizionali Il progetto Green Refinery - Gela Un’iniziativa analoga a quella di Venezia è stata annunciata anche per la riconversione della raffineria di Gela dove è previsto per il 2017 l’avviamento di un secondo impianto Ecofining in grado di trattare 750 kt/anno di oli vegetali e/o di scarto. GREEN DIESEL: la disponibilità delle materie prime Per soddisfare la richiesta di diesel è necessario partire da MATERIE PRIME ALTERNATIVE http://www.ars.usda.gov/sp2UserFiles/Program/307/biomasstoDiesel/RobertBrown&JenniferHolmgrenpresentationslides.pdf GREEN DIESEL di seconda generazione sviluppato da Saccarificazione zuccheri Fermentazione Lisi/Estrazione Biomasse Lignocellulosiche (scarti agricoli, forestali, energy crops) Lieviti oleaginosi Oli microbici Trigliceridi EcofiningTM Green diesel I microorganismi oleaginosi Proprietà dei lieviti oleaginosi: ► Alta produttività in lipidi (fino al 70% sul peso secco della cellula) ► Alta produttività in biomassa (>100 g/l) ► Capacità di crescere sia su tutti gli zuccheri (C5 e C6) derivati da biomasse lignocellulosiche ► I lipidi prodotti sono equivalenti agli oli vegetali e possono essere utilizzati nei processi per biodiesel o greendiesel I lipidi sono endocellulari e sono immagazzinati come riserva di energia nei lipid bodies Cryptococcus curvatus GREEN DIESEL di seconda generazione Scale-up del processo 7 liters 20 liters 200 liters 1.500 liters Target: 1.000 m3 Impianto pilota presso il Renewable Energy and Environmental R&D Center (Novara) GREENDIESEL di terza generazione: LE MICRO ALGHE Sono organismi fotosintetici in grado di accumulare fino al 70% in peso di oli all’interno della cellula Microalga Oil content (% dry weight) Botryococcus braunii 25–75 Chlorella sp. 28–32 Crypthecodinium cohnii 20 Cylindrotheca sp. 16–37 Nitzschia sp. 45–47 Phaeodactylum tricornutum 20–30 Schizochytrium sp. 50–77 Tetraselmis suecia 15–23 Fonte: Y. Chisti / Biotechnology Advances 25 (2007) 294–306 GREEN DIESEL di terza generazione Emissioni industriali CO2 CO2 ossigeno riciclo acqua acqua nutrienti addensamento inoculo Green diesel EcofiningTM Oli algali estrazione Processo per produzione di fuel da alghe I vantaggi ► Assenza di competizione con suolo e acqua ► Possono utilizzare acque reflue come fonti di nutrienti (N, P) ► Possono utilizzare acque salmastre e di falda ► Elevata produttività rispetto alle biomasse terrestri I problemi aperti ► Coltivazione adatta solo per zone ad elevato irraggiamento ► Sezione di downstream della biomassa complesso e costoso (la densità cellulare in uscita dai pond è ~ 1 g/l peso secco) ► Elevato costo di produzione dell’olio algale Coltivazione alghe: impianto pilota raffineria eni di Gela 2 vasche da 1000 m2 1 vasca da 2000 m2 Avviato nel 2011 4 vasche da 50 m2 4 vasche da 200 m2 Processo per produzione di fuel da alghe: LA PRODUTTIVITA’ MICROALGHE (Gela) 20 Produttività biomassa annua (Open Ponds) ton/ha anno 88 Produttività biomassa giornaliera g/m2 giorno 24 Contenuto Lipidico ton/ha anno 23.3 Dewatering Microfiltrazione/ Flottazione Fino a 60 g/l Downstream Estrazione con solvente Risultati medi sito di Gela La ricerca eni di sui biocarburanti Waste to Fuel Processo Waste to Fuel: la materia prima In Italia la produzione attuale di rifiuti organici (stima peso umido) è la seguente: ► frazione umida + potature (FORSU) 10.000.000 t/anno di cui già differenziate 4.500.000 t/anno ► rifiuti agroalimentari 6.500.000 t/anno ► fanghi 3.000.000 t/anno 14.000.000 t/anno Fonte: ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani 2013 Processo Waste to Fuel: la materia prima Raccolta differenziata rifiuti urbani Raccolta umido/verde Fonte: ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani 2013 Opzioni per smaltimento/valorizzazione dei rifiuti organici Discarica Produzione di gas serra Compostaggio Fertilizzanti Energia frazione umida (FORSU) Digestione anaerobica Liquefazione Processo di liquefazione dei rifiuti organici Sviluppato da Biomasse umide (~65% H2O) Liquefazione Frazione organica rifiuti urbani 100 bar, 310 °C 1 ora Scarti industria agroalimentare Fanghi depurazione reflui urbani Separazione Acque (74%)
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