Metodologia di controllo COMMERCIO AL DETTAGLIO DI LIBRI

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Metodologia di controllo
COMMERCIO AL DETTAGLIO DI LIBRI NUOVI
Codice attività: 52.47.1
Indice
1. PREMESSA ............................................................................................................................. 2
1.1 Caratteristiche economico - aziendali del settore ..................................................... 2
1.2 Cenni sulla normativa fiscale di settore (regime speciale I.V.A. e regime del margine)3
1.3 Consuetudini commerciali ............................................................................................ 4
2. ATTIVITÀ PREPARATORIA AL CONTROLLO ........................................................................... 7
2.1 Interrogazioni dell’Anagrafe Tributaria......................................................................... 7
2.2 Altre interrogazioni e ricerche preliminari all’accesso ............................................... 8
2.2.1 - Controllo delle informazioni relative al soggetto presenti in Internet ..................... 8
3. METODOLOGIA DEL CONTROLLO...................................................................................... 10
3.1 Modalità dell’accesso ................................................................................................. 10
3.2 Controlli prioritari .......................................................................................................... 10
3.3 Controllo del volume d’affari ...................................................................................... 12
3.3.1 - Tipologie di evasione .......................................................................................... 12
3.3.2 - Indizi di evasione................................................................................................. 13
3.3.3 - Possibili approfondimenti dell’indagine ............................................................... 15
3.3.4 - Quantificazione dei ricavi omessi ........................................................................ 15
3.3.5 - Controllo di carico e scarico del magazzino ........................................................ 15
3.3.6 - Controllo del ricarico............................................................................................ 16
3.3.7 - Indice di rotazione del magazzino ....................................................................... 18
3.3.8 - Indice di produttività per addetto ......................................................................... 19
3.3.9 - Altri controlli ed analisi......................................................................................... 20
3.4 Ulteriori elementi di valutazione.................................................................................. 20
3.5 Le indagini bancarie.................................................................................................... 21
3.5.1 - Richiesta al contribuente degli estremi identificativi dei conti .............................. 22
3.5.2 - Richiesta della copia dei conti agli istituti di credito e finanziari........................... 22
CHECK LIST.............................................................................................................................. 23
Aggiornamento: Settembre 2002
Commercio al dettaglio di libri nuovi
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1. PREMESSA
Il settore in questione viene individuato dal codice attività 52.47.1 Commercio al dettaglio di libri nuovi e
comprende sia esercizi commerciali di piccole e medie dimensioni, sia punti vendita di grandi dimensioni
(ad esempio i cosiddetti “mega-store”), che pur essendo, in molti casi, diretta emanazione di una casa
editrice, presentano all’interno del proprio assortimento anche libri di altri editori.
La presente metodologia intende far riferimento soprattutto alla parte del settore economico
rappresentato dalle aziende di piccole e medie dimensioni.
Inoltre la metodologia può essere utilizzata nel caso dei controlli effettuati nei confronti dei soggetti che
svolgono attività contraddistinte da un diverso codice, come ad esempio le cartolerie e che vendono anche i
libri.
1.1 Caratteristiche economico - aziendali del settore
La seguente classificazione degli esercizi commerciali tiene conto delle dimensioni strutturali, dei diversi
canali di approvvigionamento, dei vari prodotti editoriali, dell’assetto organizzativo, della tipologia di cliente
finale e del tipo di servizi offerti.
La libreria rappresenta il canale principale del commercio librario, nonostante lo sviluppo graduale di altri
canali commerciali (book club, edicola, grande distribuzione, vendite temporanee in fiere e piazze, internet,
ecc.). Attraverso il canale “classico” della libreria giunge ai lettori circa il 75% della produzione libraria.
L’approvvigionamento delle librerie può avvenire direttamente dalle case editrici o tramite distributori
ufficiali delle stesse. Discorso a parte merita il fenomeno “remainders” (termine che in inglese significa
rimanenze). Trattasi di un mercato di “seconda distribuzione”: alcune società ritirano dalle case editrici libri
“fallati”, vecchi, libri posti fuori catalogo e li rivendono alle librerie, alimentando in particolare il fenomeno
“metà prezzo”.
La maggioranza degli esercizi commerciali del settore è costituita dalle librerie di piccole dimensioni, le
quali organizzate prevalentemente in forma giuridica di ditta individuale (il titolare è coadiuvato talvolta da
un collaboratore o da un dipendente), pur proponendo un assortimento abbastanza diversificato, vendono
principalmente libri di narrativa e di saggistica. Gli acquisti sono ripartiti tra ingrosso (per la maggior parte) e
case editrici.
Le librerie di medie dimensioni sono organizzate prevalentemente in forma societaria, vedono la
presenza di dipendenti, sono caratterizzate anche dall’offerta di servizi alla clientela (ad esempio
organizzano a fini promozionali incontri con gli autori, presentano una carta fedeltà per i clienti).
Un numero più ristretto è costituito dalle librerie di grandi dimensioni. Quasi sempre organizzate in
forma
societaria,
utilizzano
personale
dipendente.
Presentano
un
ampio
assortimento,
il
cui
approvvigionamento è garantito per la maggior parte dalle case editrici.
L’assortimento delle librerie può essere diversificato o specializzato. In particolare le cartolibrerie
rientrano generalmente tra i soggetti caratterizzati dal primo genere di assortimento e costituiscono una
tipologia molto diffusa. Offrono, oltre ai libri (per lo più scolastici), anche altri prodotti (che vanno dalla
cartoleria, agli articoli da regalo, gadget, articoli di cancelleria) e servizi (rilegatura testi e copisteria). Per il
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controllo di tali ulteriori attività si rinvia alle relative metodologie ed in particolare al commercio al dettaglio
articoli di cartoleria, di cancelleria e forniture per ufficio.
Tra le librerie specializzate rientrano quelle di testi scolastici e/o universitari. La clientela è rappresentata
soprattutto da privati (per la rimanente parte, da enti pubblici e privati). L’approvvigionamento è garantito
per la maggior parte dalle case editrici e in misura minore dai grossisti (o agenti distributori).
Anche le librerie professionali presentano un assortimento specializzato. La clientela è costituita
essenzialmente da professionisti, società, enti pubblici e privati. Gli acquisti sono realizzati in prevalenza da
case editrici e, in misura molto minore, all’ingrosso.
Negli ultimi anni l’assortimento delle librerie è andato diversificandosi in direzione delle videocassette o
altri prodotti “non book” (magliette, articoli di cartotecnica, poster).
Il “non book” (videocassette, prodotti dell’editoria elettronica, agende, ecc.), pur rappresentando ancora
una quota marginale dei ricavi, rappresenta un settore sicuramente in crescita.
Forte è la diffusione, all’interno della produzione libraria, di titoli che presentano supporti informatici o
audio-videomagnetici allegati come parte integrante del prodotto editoriale. I processi di digitalizzazione dei
contenuti editoriali hanno favorito la diffusione di tali prodotti.
Per quanto riguarda l’eventuale vendita di articoli di riproduzione video-musicale (DVD, CD, nastri), si
rimanda alla metodologia Commercio al dettaglio di dischi e nastri.
Nel settore è presente la distribuzione effettuata in franchising, che incoraggia le piccole imprese e ne
favorisce la crescita economica, permettendo all’affiliato di servirsi dell’esperienza e della consolidata
presenza sul mercato del franchisor. E’ infatti quest’ultimo a curare l’immagine complessiva (arredamento,
display, lay out), la pubblicità e l’approvvigionamento dei punti vendita affiliati.
Nel caso del franchising vi è la presenza di una pluralità di soggetti giuridici autonomi che svolgono la
propria attività utilizzando marchi, know how tecnico-commerciali, assistenza e consulenza, agevolazioni
nel riassortimento del magazzino da parte della casa madre, alla quale vengono corrisposte royaltes o fees.
Il rapporto casa madre-affiliati comporta una serie di controlli interni che dovrebbero assicurare, almeno
in parte, l’Amministrazione Finanziaria sulla veridicità degli acquisti e sull’individuazione dei fornitori.
1.2 Cenni sulla normativa fiscale di settore (regime speciale I.V.A. e regime del margine)
Ai fini I.V.A., per il commercio di prodotti editoriali è previsto uno speciale sistema monofase in cui
l’imposta viene corrisposta esclusivamente dall’editore. Le successive cessioni, effettuate dagli operatori
che intervengono nella fase della commercializzazione (edicolanti, librai, ecc.), sono operazioni “escluse”
dall’ambito di applicazione dell’imposta.
Pertanto, per le vendite di libri può non essere emesso alcun documento fiscale ai sensi dell’art. 74,
comma 1, lettera c, del D.P.R. del 26 ottobre 1972, n. 633. Tuttavia, spesso, per motivi di controllo
gestionale, gli esercenti certificano le cessioni di libri con l’emissione di scontrini anche non fiscali.
La disciplina e le modalità applicative del regime speciale I.V.A. sono regolamentate dal D.M. del 9
aprile 1993 (pubblicato in G.U. del 14 aprile 1993, n. 86).
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Il regime è applicabile a condizione che i prodotti ceduti siano classificabili in una delle categorie di
prodotti editoriali stampati ed evidenzino il prezzo di vendita al pubblico in copertina o in apposito allegato
ove sono riportati anche il titolo della pubblicazione e l’indicazione dell’editore.
In assenza di prezzo di vendita al pubblico non si applica il regime monofase, ma le regole generali
dell’imposta sul valore aggiunto, che prevedono l’aliquota del 4%.
Sono assoggettati al regime speciale dell’editoria le cessioni dei seguenti beni: giornali quotidiani,
periodici, libri, supporti integrativi relativi ai predetti beni, cataloghi. Inoltre, rientrano nello speciale sistema
monofase anche le cessioni congiunte di giornali, periodici e libri con altri
beni diversi dai supporti
integrativi. Sono considerati supporti integrativi i nastri, i dischi, le videocassette e gli altri supporti sonori o
videomagnetici ceduti anche gratuitamente, per un prezzo indistinto e in unica confezione, unitamente a
giornali quotidiani, libri e periodici, senza essere funzionalmente connessi agli stessi.
Pertanto nel prosieguo della metodologia, con l’espressione “l’eventuale I.V.A.” si intende far riferimento
soprattutto a quella derivante dal commercio di beni diversi dai libri (articoli di cartoleria, cancelleria, articoli
da regalo, ecc.).
La cessione di libri usati acquistati da privati deve, invece, rispettare le disposizioni della disciplina del
margine introdotta con il D.L. del 23 febbraio 1995, n. 41, convertito dalla Legge del 22 marzo 1995, n. 85. I
rivenditori di beni usati applicano l’I.V.A. sulla differenza (margine) tra il costo di acquisto dei beni e il
prezzo di vendita.
Il margine per i libri usati, non di antiquariato, è stato stabilito in via forfetaria nel 25% del prezzo di
vendita. Il regime del margine non è esclusivo in quanto è possibile optare per l’applicazione del regime
I.V.A. ordinario.
1.3 Consuetudini commerciali
Nella prassi degli acquisti da parte della libreria direttamente dalla casa editrice, è possibile che sia
presente la clausola di resa, la cui percentuale varia a seconda della casa editrice e del rapporto
intercorrente tra quest’ultima e la libreria.
Una problematica specifica del settore librerie è rappresentata dallo sconto.
Per quanto riguarda gli acquisti delle librerie, lo sconto praticato dalle case editrici può essere compreso
tra il 20 e il 28% per la “varia” (intendendo con tale termine i libri non rientranti nel genere della
”scolastica”).
Per la “scolastica”, che comprende anche i testi universitari, lo sconto è di solito più basso, dal 15 al
18%.
Inoltre, possono essere previsti premi di fine anno quando la libreria cliente raggiunge un certo budget di
acquisti. In realtà tali premi consistono in semplici sconti differiti, in quanto la casa editrice madre applica su
tutte le fatture uno sconto minimo. Nel momento in cui il libraio raggiunge un certo volume di acquisti, è
possibile che tale sconto aumenti.
Sono anche presenti, come peculiarità del settore, gli sconti in natura e la cosiddetta “tredicesima copia”.
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Si tratta di libri che vengono ceduti a titolo di sconto merce. La caratteristica delle merci omaggiate è quella
di essere della stessa natura del prodotto acquistato.
In riferimento alle vendite al pubblico, l’effettuazione di vendite straordinarie e di liquidazione erano (fino
all’entrata in vigore della Legge del 7.03.2001, n. 62) disciplinate dal D.Lgs. del 31 maggio 1998, n. 114 e
successive modifiche e integrazioni. A tal riguardo l’art. 15 del citato D.Lgs. n. 114/98 fornisce distinzioni in
merito alle vendite di liquidazione e alle vendite promozionali:
i le prime sono quelle fatte da chi vuole vendere in breve tempo tutte le proprie merci o gran parte di
esse in occasione di “cessazione dell’attività commerciale, cessione d’azienda, trasferimento
dell’azienda in altro locale, trasformazione o rinnovo dei locali” e possono essere realizzate in qualsiasi
momento previa comunicazione al Comune;
i le promozionali sono invece vendite effettuate per periodi di tempo limitato.
Si evidenzia che “lo sconto o il ribasso effettuato deve essere espresso in percentuale sul prezzo
normale di vendita che deve essere comunque esposto” (art. 15, comma 5, del D.Lgs. n. 114/98). Ciò vale,
ovviamente, per le merci diverse dai libri.
Inoltre, è prevista per gli esercenti che svolgono l’attività commerciale nei comuni ad economia
prevalentemente turistica, nelle città d’arte o nelle zone del territorio dei medesimi, la possibilità di
determinare liberamente gli orari di apertura e di chiusura, derogando all’obbligo di chiusura domenicale e
festiva (art. 12, comma 1, D.Lgs. n. 114/98).
In particolare, nel settore libraio, è intervenuta la Legge del 7 marzo 2001, n. 62, intitolata “Nuove norme
sull’editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla Legge del 5 agosto 1981, n. 416”. Le disposizioni di cui
all’art. 11, così come modificato dal D.L. del 5 aprile 2001, n. 99 (convertito con la Legge del 9 maggio
2001, n. 198), disciplinano il prezzo dei libri ed hanno effetto a decorrere dal 1 settembre 2001. L’originario
periodo sperimentale della durata di un anno, è stato prorogato al 31.12.2002 dal D.L. del 2 settembre 2002,
n. 192.
L’art. 11, comma 1, della citata legge recita: “Il prezzo al consumatore finale dei libri venduti è
liberamente fissato dall’editore o dall’importatore ed è da questi apposto, comprensivo di imposta sul valore
aggiunto, su ciascun esemplare o su apposito allegato”.
Il comma 2 permette la vendita ai consumatori finali dei libri, da chiunque e con qualsiasi modalità
effettuata, ad un prezzo effettivo diminuito di una percentuale non superiore al 15% di quello fissato ai sensi
del comma 1.
I commi 1 e 2 non si applicano per i seguenti prodotti:
a)
libri per bibliofili;
b)
libri d’arte;
c)
libri antichi;
d)
libri usati;
e)
libri posti fuori dal catalogo dall’editore;
f)
libri venduti su prenotazione del lettore precedente la pubblicazione;
g)
libri pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo acquisto
dalla libreria o da altro venditore al dettaglio;
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h)
edizioni destinate ad essere cedute nell’ambito di rapporti associativi;
i)
libri venduti nell’ambito dell’attività di commercio elettronico.
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Lo sconto può superare il 15% (e precisamente, secondo quanto disposto dal comma 4 dell’art. 11, “i libri
possono essere venduti ad un prezzo effettivo che può oscillare tra l’80% e il 100%):
a) in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza internazionale, nazionale, regionale e locale ai
sensi degli artt. 40 e 41 del D.Lgs. del 31 marzo 1998, n. 112;
b) in favore di biblioteche, archivi e musei pubblici, Onlus, centri di formazione legalmente riconosciuti,
istituzioni o centri con finalità scientifiche, o di ricerca, istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado,
educative ed università, i quali siano consumatori finali;
c) quando sono venduti per corrispondenza.
La vendita di libri al consumatore finale, effettuata in difformità dalle disposizioni del presente articolo,
comporta l’applicazione delle sanzioni amministrative di cui agli artt. 22 comma 3, e 29, commi 2 e 3, del
D.Lgs. n. 114/98.
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2. ATTIVITÀ PREPARATORIA AL CONTROLLO
2.1 Interrogazioni dell’Anagrafe Tributaria
L’attività di controllo dovrà essere preceduta dalla raccolta dei dati e delle informazioni riguardanti il
soggetto da verificare.
Al riguardo, una prima fonte di notizie può essere acquisita dal sistema informativo dell’Anagrafe
Tributaria, sia in ambiente tradizionale che web, dal quale possono essere tratte le seguenti informazioni:
se trattasi di società:
i
i
i
i
i
i
principali soci;
notizie sui comportamenti dell’organo amministrativo;
redditi dichiarati dalla società e dai soci (categoria e importo);
esistenza di partite I.V.A. anche cessate, intestate ai soci;
elementi indicatori della capacità contributiva dei soci;
bilancio civilistico e relativi indici contabili;
se trattasi di persona fisica:
i
i
i
i
esistenza di partite I.V.A. cessate;
reddito complessivo dichiarato negli ultimi anni;
reddito d’impresa dichiarato negli ultimi anni;
elementi indicatori di capacità contributiva;
per tutte le tipologie di soggetti:
i
i
i
i
i
i
data di inizio dell’attività;
luogo di conservazione delle scritture contabili;
notizie sulle sedi legale ed amministrativa e/o punti vendita e/o eventuali depositi;
posizione fiscale, con dati relativi alle ultime dichiarazioni;
precedenti fiscali: controlli già effettuati a qualunque titolo, segnalazioni, ecc.;
eventuali operazioni commerciali intercorse con operatori economici sammarinesi, comunitari ed
extracomunitari.
Presso gli uffici verranno, inoltre, reperiti gli altri elementi di accertamento. L’acquisizione dei suddetti
dati consente ai verificatori di:
i predisporre l’accesso contemporaneo o in tempi ravvicinati nei diversi punti vendita e/o depositi;
i controllare l’esistenza di rapporti commerciali con soci soggetti di imposta aventi analogo codice attività;
i dare una prima valutazione complessiva sulla credibilità dei redditi dichiarati dalla società o dall’impresa
rispetto al “minimo vitale”;
i acquisire le prime informazioni, da completare con i dati rilevabili presso l’azienda e da riscontrare
anche mediante contraddittorio con la parte, sull’evoluzione storica del fatturato e del reddito dichiarati
nonché sui rapporti finanziari fra società e soci.
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2.2 Altre interrogazioni e ricerche preliminari all’accesso
E’ opportuno riscontrare le informazioni acquisite dall’interrogazione all’A.T. con quelle desumibili dalla
banca dati della Camera di Commercio, dell’I.N.P.S. e dell’I.N.A.I.L., relativamente a:
i
i
i
i
i
tipologia delle attività esercitate dal soggetto;
luoghi di esercizio dell’attività e di eventuali depositi;
generalità del/i rappresentante/i legale/i della società e dei soci;
situazione giuridica del soggetto: normale attività, soggetto estinto, soggetto in liquidazione/fallito, ecc.;
eventuale presenza di protesti a carico dell’impresa, sia nella provincia di residenza che nel resto
d’Italia, per valutare lo stato di salute dell’azienda e la prevedibile proficuità dell’azione accertatrice;
i controlli a carico del soggetto;
i altri dati ed informazioni.
Un altro sintomo sullo “stato di salute” dell’esercizio può essere rappresentato dalla “visibilità”
pubblicitaria del soggetto, in quanto il relativo onere normalmente risulta proporzionale alle aspettative di
crescita dei ricavi.
Nella fase preparatoria al controllo può risultare utile interrogare le inserzioni pubblicitarie presenti su
“Pagine Gialle” e “Pagine Utili”, al fine di acquisire notizie relative all’oggetto caratteristico dell’attività, alla
presenza di sedi decentrate e filiali, ecc..
Nell’ambito dell’attività preparatoria è opportuno effettuare un sopralluogo preliminare per conoscere le
caratteristiche esterne e la dimensione dell’esercizio, in particolare se è svolto in più locali, anche al fine di
stabilire il momento, la modalità dell’accesso e la composizione del nucleo di verificatori da impiegare.
2.2.1 - Controllo delle informazioni relative al soggetto presenti in Internet
Al fine di raccogliere maggiori informazioni sul soggetto da sottoporre a controllo sarà utile verificare la
sua presenza in Internet.
Tale presenza potrà manifestarsi in vari modi: dalla semplice “pagina” con poche indicazioni, al “sito”
completo di cataloghi, listini, informazioni tecniche, ecc..
Per effettuare la ricerca è sempre opportuno partire da un indirizzo specifico del soggetto (dominio) e ci
si potrà avvalere dei cosiddetti “motori di ricerca”.
Il dominio in genere si identifica con la denominazione del contribuente seguita dall’estensione (.it),
(.com), (.org).
I motori di ricerca contengono una finestra in cui è possibile digitare una o più parole per avviare una
ricerca sulla rete; il verificatore potrà digitare il nome/denominazione del soggetto e cliccare su “cerca”,
ottenendo una serie di collegamenti (link) e di pagine web contenenti la parola da lui cercata.
La presenza in Internet riguarda soprattutto aziende strutturate ed articolate nell’offerta di servizi.
La mancata individuazione di un dominio specifico non significa, necessariamente, che il contribuente è
assente dalla rete, in quanto molte piccole aziende tendono a far “ospitare” le proprie pagine in apposite
aree di siti di grandi dimensioni generalmente gestiti da Internet Provider, i fornitori di accesso alla rete, o
società che specificamente curano tali servizi ideando, costruendo e mantenendo i siti per conto di terzi.
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In questo caso si potrà tentare l’individuazione del soggetto mediante consultazione della banca dati
della Registration Authority del CNR di Pisa, che ha la gestione centralizzata dei domini “.it”; tale database
è consultabile dal sito www.nic.it.
La ricerca sarà effettuata con le diverse modalità consentite (consigliabile quella per nome e testo
libero): inserendo il nome/denominazione del soggetto da individuare, si potrà ottenere il nome del dominio
corrispondente.
Tra le informazioni consultabili vi sono quelle relative al soggetto che ha richiesto la registrazione del
nome di dominio, all’eventuale amministratore ed una breve descrizione dell’attività.
Si segnala, inoltre, che nel sito www.infoimprese.it è presente una banca contenente, per i soggetti
interrogati, alcune informazioni tratte dal registro imprese e l’eventuale link con cui operare la connessione.
E’ possibile accedere ad un motore di ricerca dei siti italiani con dominio, tramite il link di connessione
www.dominitaliani.it.
Si ricorda che è diffusa la presenza di imprese che nei loro siti hanno predisposto e/o reso già operativi
strumenti di pagamento on-line, e che dunque, tramite Internet, effettuano vendite, prestazioni o transazioni
a pagamento.
E’ difficile stimare oggi la quota di mercato rappresentata dalle vendite tramite Internet, poiché difficile
risulta quantificare gli acquirenti italiani di libri presso siti stranieri, il pubblico straniero che compra da siti
italiani ed, infine, gli italiani che comprano presso siti italiani.
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3. METODOLOGIA DEL CONTROLLO
3.1 Modalità dell’accesso
Tutte le operazioni di seguito descritte necessitano, per essere realmente efficaci ai fini delle indagini, di
un elevato grado di riservatezza, determinante per acquisire ogni elemento o documento utile per la
ricostruzione del reale giro d’affari.
Sono ipotizzabili diverse modalità di accesso in dipendenza delle differenti caratteristiche organizzative
dell’attività.
3.2 Controlli prioritari
Effettuate le formalità di rito, si procederà ad una serie di operazioni tra le quali le più importanti risultano
essere:
i
ricercare eventuale documentazione extracontabile che possa assumere rilievo ai fini dell’indagine (ad
esempio: agende, appunti, quietanze, corrispondenza, brogliacci, indirizzi di clienti che effettuano gli
ordinativi, ecc.);
i
controllare la cassa per verificare se i valori rinvenuti (denaro, assegni, ricevute di carte di credito e
bancomat) trovano riscontro con gli incassi complessivi e parziali registrati;
i
i
individuare eventuale vendita di altri prodotti, ad esempio articoli di cancelleria, cartoleria, ecc.;
individuare le ultime operazioni effettuate, ed in particolare l’ultimo D.D.T., eventuali ultimi documenti
fiscali emessi;
i
rilevare le carte di credito accettate in pagamento, anche dalle etichette esposte sulle vetrine o presso
la cassa o da altri avvisi alla clientela;
i
analizzare la quantità e la composizione delle attrezzature informatiche presenti (ad esempio: personal
computer, reti locali, particolari periferiche, ecc.).
In piccoli esercizi la presenza di apparati informatici sopra dimensionati rispetto all’attività va
giustificata dal contribuente.
Attenzione va posta sulla effettiva disponibilità, nella sede, di tutta l’attrezzatura informatica presente in
inventario: la mancanza di personal computer, soprattutto portatili e/o di particolari periferiche, quali
lettori di memoria di massa o stampanti può essere indizio della esistenza in altri luoghi di archivi
extracontabili o della gestione di contabilità parallela;
i
acquisire i supporti magnetici “floppy-disk” rinvenuti al fine di procedere alla loro successiva lettura. Se
nell’azienda vi sono personal computer, l’acquisizione e la lettura deve riguardare anche i dati presenti
nell’hard-disk dell’elaboratore.
Vanno esaminati i programmi presenti sui personal computer e, con l’ausilio del personale preposto,
vanno estrapolati, chiedendone la stampa, tutti i dati utili per il controllo: bilancio di verifica, inventario
di magazzino, giacenze. Qualora il contribuente non consenta l’utilizzazione dei propri impianti tramite
personale proprio, i funzionari che procedono all’accesso, ai sensi dell’art. 52, comma 9, del D.P.R.
n. 633/72, hanno facoltà di provvedere con propri mezzi alla lettura ed all’elaborazione dei supporti
magnetici (dischetti, CD rom, ecc.) fuori dai locali.
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Con la larga diffusione delle nuove tecnologie è sempre più frequente lo scambio di dati ed
informazioni tramite posta elettronica (E-mail). Tali informazioni desunte dalla casella di posta
elettronica dell’azienda possono avere rilevanza ai fini del controllo.
A questo proposito si fa presente che i messaggi già “aperti”, come per la normale corrispondenza
commerciale, sono direttamente acquisibili mentre quelli non ancora letti sono da trattare secondo
quanto previsto dall’art. 52, comma 3, del D.P.R. n. 633/72 (si evidenzia che in molti programmi di
gestione della posta elettronica i messaggi aperti sono contraddistinti da una icona raffigurante una
busta aperta mentre quelli non ancora letti da un titolo in grassetto);
i
controllare l’esistenza di un eventuale sito Internet non rilevato durante la fase preparatoria al controllo
del contribuente, attraverso l’esame della documentazione reperita;
i
rilevare tutto il personale che opera effettivamente nell’impresa, con indicazione dei dati anagrafici,
delle mansioni svolte, della data di inizio dell’attività, e del rapporto che intercorre con l’azienda
(dipendente, collaboratore, associato) al fine di raffrontare i dati acquisiti con quelli risultanti dai libri
tenuti ai fini previdenziali e del lavoro, considerando l’eventuale presenza di personale precario, a
tempo determinato, in particolari periodi dell’anno (ad esempio festività natalizie);
i
i
i
verificare l’eventuale compravendita di libri usati;
individuare eventuali servizi offerti (fotocopiatura, fax, rilegatura, ecc.);
inventariare (quantità, valore e fornitore) le merci destinate alla vendita esistenti presso l’esercizio
(estendendo la ricerca anche ad eventuali altri locali a disposizione di cui si abbia conoscenza). I
verificatori si assicureranno che tutte le movimentazioni di merce vengano segnalate, sino al termine
delle operazioni di rilevazione giacenze.
La tenuta informatizzata del magazzino semplifica le procedure d’acquisto, segnalando all’esercente le
tipologie e le quantità di merce da ordinare.
Nel caso in cui il soggetto verificato tenga una contabilità di magazzino “automatizzata”, sarà utile
analizzarne il sistema di funzionamento, dal quale si potrebbero rilevare informazioni utili alla
ricostruzione del volume d’affari. In tal caso si provvederà a reperire il file relativo al magazzino, che
potrà essere trasferito in S.A.Ve. seguendo le istruzioni disponibili nella relativa guida operativa, al
capitolo “import ed export dei dati”.
Il contribuente potrebbe aver adottato un sistema che prevede il collegamento automatico tra lo scarico
della merce dal magazzino “automatizzato” (ad esempio passando il codice a barre del prodotto su un
lettore ottico) e l’emissione di un documento (ad esempio scontrino non fiscale) oppure un diverso
sistema per cui lo scarico di una merce dal magazzino “automatizzato” non comporta l’emissione
automatica di un documento. La tenuta di un magazzino informatizzato non esclude la presenza di
ulteriori merci non presenti nel database di gestione (ad esempio, per i libri posti fuori catalogo);
i
rilevare i prezzi di vendita al pubblico, in particolare quelli relativi a beni diversi dai prodotti editoriali. A
tal riguardo si rammenta l’obbligo espressamente previsto dall’art. 14 del D.Lgs. n. 114/98 di indicare in
modo chiaro e leggibile, mediante l’apposizione di cartelli o con altre modalità idonee allo scopo, il
prezzo di vendita al pubblico di tutti i beni esposti, ovunque allocati;
i
i
controllare l’esistenza e la corretta tenuta della contabilità;
rilevare e controllare i dati utilizzati e dichiarati dal contribuente ai fini dell’applicazione degli Studi di
Settore. I controlli da effettuare sono esplicitati nella circolare del 13.10.2000, n. 185/E;
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i
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rilevare, anche in contraddittorio con la parte:
x
x
tipologie di libri commercializzati più significative (scolastici, narrativa, saggistica, ecc.);
tempi e modalità di approvvigionamento della merce (con individuazione dei fornitori e condizioni
commerciali praticate da questi);
x
modalità di gestione della cassa, al fine di appurare la frequenza e l’entità dei prelievi da parte del
titolare, la data, l’importo e la causale dell’ultimo prelevamento;
x
x
x
misura e modalità degli sconti eventualmente praticati ai clienti su determinate categorie di merce;
disponibilità di altri locali utilizzati per il deposito e la conservazione della merce;
consuetudini commerciali (sconti, tredicesima copia, clausola di resa) relative ai rapporti con i
fornitori.
Altri elementi utili ad inquadrare le potenzialità reddituali dell’impresa sono:
i
i
beni strumentali e numero di automezzi impiegati;
anno di inizio dell’attività dell’impresa, titolo di possesso dei locali utilizzati, eventuali ristrutturazioni
effettuate negli ultimi anni;
i
ubicazione territoriale (centro/periferia, zona commerciale, zona di richiamo turistico) e livello di
concorrenza (presenza di altri esercizi similari nelle zone, dati sulle nuove iscrizioni o cancellazioni di
ditte del settore operanti nel territorio comunale);
i
capitale investito.
3.3 Controllo del volume d’affari
Nello specifico settore vi può essere la presenza di beni diversi dai prodotti editoriali nonché l’acquisto di
libri da canali diversi da quello dei distributori ufficiali delle case editrici. Gli acquisti senza documentazione
difficilmente possono essere realizzati dalle librerie nel caso in cui si rivolgano direttamente alle case
editrici o acquistino dai distributori ufficiali. Particolare attenzione occorre porre nel caso in cui le librerie
offrano tra i propri servizi la compravendita di libri usati. Si ricorda che è possibile la vendita di prodotti
caratteristici di altre attività di commercio al dettaglio (cartoleria, articoli da regalo, gadget, ecc.).
3.3.1 - Tipologie di evasione
Le principali metodologie di evasione adottate nel settore si realizzano attraverso l’occultamento dei
ricavi; in particolare si possono distinguere tre tipologie di comportamento strumentali al suddetto fine, che
possono essere adottate anche congiuntamente:
a) contabilizzazione e dichiarazione di incassi in misura inferiore a quelli effettivi:
si evidenzia che un occultamento delle vendite produce una sproporzione eccessiva fra gli incassi teorici
e quelli dichiarati. La riduzione (sconti) praticata dall’impresa, suscettibile in parte di giustificare tale
sproporzione, deve poter essere avvalorata da documenti in possesso dell’impresa.
Tale tipologia di evasione consente:
i di non fare emergere tutto l’utile effettivamente realizzato, facendo apparire un ricarico inferiore a
quello reale;
i di evadere l’eventuale I.V.A. sulle vendite;
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b) “magazzino gonfiato” attribuendo alle merci invendute un valore superiore a quello effettivo; in sostanza
si fa apparire tra le rimanenze finali anche parte delle merci vendute.
Tale tecnica viene adottata quando nel corso dell’esercizio non sono stati correttamente contabilizzati
tutti i ricavi per vendite e quindi il risultato d’esercizio configura un ricarico percentuale (rapporto tra utile
operativo e costo del venduto) particolarmente basso, che può costituire pertanto un sintomo di
evasione.
Con la sopravvalutazione delle rimanenze finali si perseguono i seguenti risultati:
i non far emergere perdite civilistiche e fiscali (peraltro non veritiere) che potrebbero, rispettivamente,
deteriorare i rapporti con le banche e “insospettire” il fisco;
i non ridurre eccessivamente la percentuale di ricarico risultante dalla contabilità rispetto a quella
effettiva;
i non fare emergere tutto l’utile effettivamente realizzato;
i evadere l’eventuale I.V.A. sulle vendite;
c) “acquisti e vendite non contabilizzate” :
gli acquisti di libri senza documentazione difficilmente possono realizzarsi nei rapporti diretti con le case
editrici o con i distributori ufficiali. Diversamente può accadere quando si è in presenza di prodotti che
possono provenire da canali diversi da quelli ufficiali. E’ possibile, inoltre, il mancato inserimento nella
contabilità della documentazione rilasciata dal fornitore.
La “tecnica” degli acquisti e vendite non contabilizzate consente:
i
di non ridurre eccessivamente la percentuale di ricarico risultante dalla contabilità rispetto a quella
effettiva;
i di non fare emergere tutto l’utile effettivamente realizzato;
i di evadere l’eventuale I.V.A..
3.3.2 - Indizi di evasione
Al fine di verificare l’esistenza degli indizi di evasione e ricondurli alle tipologie prima individuate, si
elencano alcuni fra i principali elementi indiziari con le relative fonti documentali sulle quali sono
riscontrabili.
a) Gli indizi di evasione attuata con il metodo della “contabilizzazione degli incassi in misura inferiore a
quelli effettivi” possono essere trovati:
i dal controllo della cassa effettuato al momento dell’accesso. Occorre confrontare il denaro e gli altri
valori rilevati al momento dell’accesso con gli incassi registrati. Una piccola differenza può essere
giustificata da esigenze di funzionamento della cassa che richiedono una giacenza minima (per dare il
“resto”, per esigenze improvvise, ecc.);
i dalla presenza nel conto cassa, in caso di soggetti in contabilità ordinaria, di saldi negativi da rilevarsi
mediante l’esame delle movimentazioni giornaliere di mastro. Un’esposizione negativa del conto cassa
è un contrasto con la realtà, in quanto l’effettiva disponibilità di contante non può essere inferiore a zero.
Il saldo negativo, di conseguenza, soprattutto in un’attività di commercio al minuto è indicativo di una
irregolare tenuta delle scritture contabili quantomeno sotto il profilo della cronologicità delle registrazioni
e può essere indice di omessa contabilizzazione dei corrispettivi;
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i dal controllo della registrazione delle operazioni attive, in caso di emissione di scontrini, è opportuno un
esame, anche a campione, delle operazioni risultanti dal giornale di fondo del misuratore fiscale al fine
di appurare la contabilizzazione degli importi scontrinati;
i dal confronto del ricarico. Occorre confrontare il ricarico che emerge dalla contabilità con quello che
scaturisce dal raffronto tra i prezzi di acquisto (al netto dello sconto, tenendo anche presente la
“tredicesima copia” omaggio) e i corrispondenti prezzi di vendita al pubblico. Utile potrebbe essere il
confronto del ricarico in un lasso di tempo che comprenda più anni, ponendo sempre attenzione sulla
presenza di eventuali altri settori merceologici trattati (nel caso di rivendita di articoli di cancelleria e
cartoleria).
b) Gli indizi di evasione attuata con il metodo del “magazzino gonfiato” possono essere trovati:
i dall’inventario fisico al momento dell’accesso. È possibile riscontrare una consistenza (quantità e valore)
effettiva inferiore a quella ricostruita contabilmente; minori giacenze di merci rinvenute sono la prova di
una sopravvalutazione del magazzino;
i dai conti cassa e banche. L’esistenza di finanziamenti all’impresa provenienti dai soci o dal titolare può
rappresentare la spia di vendite in precedenza non contabilizzate;
i dal libro inventari, dal bilancio e dalle schede contabili. Una descrizione sommaria delle rimanenze finali
ed uno scarso dettaglio nella loro classificazione rappresentano un indizio del tentativo di mascherare
una sopravvalutazione del magazzino;
i dall’indice di rotazione del magazzino. Se particolarmente basso, evidenzia un importo troppo elevato
delle rimanenze finali in rapporto al costo del venduto, ed è un indizio della sopravvalutazione del
magazzino attuata per occultare vendite non contabilizzate.
c) Gli indizi di evasione attuata con il metodo degli “acquisti e vendite non contabilizzate” possono essere
trovati:
i dall’inventario fisico al momento dell’accesso. È possibile riscontrare una consistenza (quantità e
valore) effettiva superiore a quella ricostruita contabilmente: il rinvenimento di maggiori quantità di
merci dimostra l’esistenza di acquisti non contabilizzati;
i dal conto cassa e dagli estratti conto bancari. Rilevanti giacenze di cassa inutilizzate o consistenti
prelievi bancari del titolare o dei soci, privi di una plausibile giustificazione: non sempre è possibile
finanziare “spese non documentabili” o “acquisti in nero” con fondi extracontabili; ragioni contingenti
possono costringere l’impresa a ricorrere alle risorse finanziarie “ufficiali”;
i dal conto “prelevamenti del titolare”. La mancata movimentazione conto “prelevamenti del titolare” può
costituire un indizio di evasione qualora il contribuente, che non abbia altri redditi oltre quelli provenienti
dall’attività commerciale, non sia in grado di indicare le fonti finanziarie disponibili alle quali attinge
normalmente per fronteggiare le esigenze della vita quotidiana e per il mantenimento della famiglia;
i da archivi informatici. Al momento dell’accesso, è possibile acquisire, da floppy disk o da file registrati
sull’hard disk di personal computer, elenchi di incassi, pagamenti, vendite, acquisti, nomi e consegne
non risultanti dalla contabilità e quant’altro sia sintomatico di una contabilità parallela “in nero”. Ciò
rappresenta un indizio molto circostanziato di facile approfondimento e di notevole forza probatoria.
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3.3.3 - Possibili approfondimenti dell’indagine
i Controllo incrociato nei confronti dei maggiori fornitori, in particolare per esaminare la documentazione
relativa ai pagamenti effettuati dal dettagliante;
i controllo incrociato con società di gestione di carte di credito.
3.3.4 - Quantificazione dei ricavi omessi
a) Presenza di indizi di evasione del tipo “contabilizzazione degli incassi in misura inferiore a quelli
effettivi”:
per quanto riguarda le tecniche di indagine per far emergere questa tipologia di evasione, si rinvia al
paragrafo 3.3.6, che illustra le problematiche relative alla determinazione delle percentuali di ricarico
riscontrate in sede di accesso e le ipotesi in cui tali ricarichi possono essere applicati anche ad annualità
precedenti.
b) Presenza di indizi di evasione del tipo “magazzino gonfiato”:
è possibile quantificare i maggiori ricavi applicando alla merce non rinvenuta in magazzino la
percentuale di ricarico media praticata dall’impresa o, se diversa, quella constatata in sede di verifica
(spetterà ovviamente la deduzione del costo).
c) Presenza di indizi di evasione del tipo “acquisti e vendite non contabilizzate”
occorre distinguere i seguenti casi:
1. acquisti non contabilizzati relativi all’anno dell’accesso (maggior magazzino accertato rispetto a
quello contabile). In tal caso sono contestabili soltanto violazioni ai fini dell’I.V.A. relativa a merci
diverse dai libri;
2. acquisti non contabilizzati relativi ad anni precedenti quello dell’accesso (risultanti da incongruenze
fra quantità uscite ed entrate nelle scritture di magazzino, oppure da documentazione
extracontabile). In tal caso sono contestabili maggiori ricavi applicando al valore degli acquisti non
contabilizzati la percentuale di ricarico constatata in sede di verifica (riferimento paragrafo 3.3.6),
mentre spetterà, ovviamente, la deduzione del costo;
3. vendite non contabilizzate risultanti da documentazione extracontabile o da incongruenze
documentali e contabili. Si rilevano maggiori ricavi pari agli importi rilevati.
3.3.5 - Controllo di carico e scarico del magazzino
Il controllo del magazzino può essere fatto per intero o a campione. La scelta relativa non può essere
predeterminata, ma adottata caso per caso in funzione della situazione concreta e del tempo a disposizione
dei verificatori.
Il controllo delle giacenze “a campione” deve essere effettuato scegliendo, anche in contraddittorio con
la parte e verbalizzando le relative scelte, alcune categorie di merci che siano particolarmente
rappresentative dell’intero magazzino.
In linea di massima è opportuno individuare le categorie in base al maggior concorso al fatturato.
In definitiva i casi che si possono presentare sono:
i magazzino fisico INFERIORE a quello contabile: è in genere determinato da annuale giro a rimanenze
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di parte degli acquisti ed è il risultato di aggiustamenti contabili effettuati alla fine dell’esercizio.
Accade che a fine anno il contribuente si accorga di aver omesso troppi ricavi e si trova a dover esporre
perdite di esercizio oppure utili irrisori;
i magazzino fisico SUPERIORE a quello contabile: è rivelatore della presenza di merce non
contabilizzata o per la quale non esiste documento di acquisto, che presumibilmente è destinata ad
essere rivenduta e non contabilizzata.
3.3.6 - Controllo del ricarico
Come è noto il “ricarico” è la maggiorazione che il commerciante applica al prezzo di acquisto per
determinare il prezzo di vendita.
Sulla base dei dati indicati nel conto economico o nella dichiarazione dei redditi (per le imprese in
contabilità semplificata), la percentuale media di ricarico può essere così calcolata:
% di ricarico =
Ricavi - Costo del venduto
______________________
x 100
Costo del venduto
Costo del venduto = Giacenze iniziali + Acquisti - Rimanenze finali
La principale difficoltà del controllo del ricarico risiede nella estrema numerosità dei titoli e nella diversità
dei prodotti commercializzati dalle imprese del settore, a ciascuno dei quali spesso corrisponde una diversa
maggiorazione di vendita (ad esempio, sono presenti anche articoli di cartoleria, di cancelleria, ecc.).
Queste circostanze non devono essere trascurate in sede di accertamento, giacchè la ricostruzione
indiretta dei ricavi può superare il vaglio del contenzioso se si fonda su una percentuale media ponderata
del ricarico che tenga conto delle diversità qualitativa e quantitativa dei beni scambiati.
Negli esercizi di piccole dimensioni potrebbe già risultare difficile ricostruire analiticamente, titolo per
titolo, le quantità vendute rilevandole dalle fatture di acquisto e tenendo conto delle variazioni inventariali,
in aumento o in diminuzione, verificatesi nel tempo.
Negli esercizi di maggiori dimensioni tale operazione diverrebbe eccessivamente gravosa e complessa
anche con l’ausilio di procedure informatiche.
In tal caso il ricarico può essere calcolato con riferimento ad un campione significativo di articoli
individuati, anche in contraddittorio con il contribuente, in base alla tipologia merceologica e in base alla
percentuale di ricarico praticata.
Così, ad esempio, potrebbe risultare utile concentrare l’attenzione sulla tipologia dei prodotti editoriali
offerti (“varia”, “scolastica”, ecc.) e sulla misura dello sconto, anche in merce, ottenuto dal fornitore.
Il ricarico medio ponderato può essere calcolato come segue:
n
6 (R x p)
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Rmp
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1
=
________
100
Rmp = ricarico medio ponderato
n = numero degli articoli considerati
R = ricarico dell’articolo considerato
p = incidenza o peso del costo del venduto dell’articolo sul costo del venduto totale (o sul costo del
venduto totale del campione se l’indagine è di carattere campionario)
Ad esempio, nel caso di un campione composto da 3 articoli a, b, c, che presentano ciascuno un ricarico,
rispettivamente, del 100%, 150%, 200% ed un’incidenza sul costo del venduto totale (del campione) del
30%, 50% e 20%, il ricarico medio ponderato è uguale a:
(100x30)+(150x50)+(200x20)
(Ra xpa)+(Rbxpb)+(Rcxpc)
___________________
=
__________________________
100
=
145%
100
Quanto ai prezzi di vendita da utilizzare per il calcolo del ricarico, essi saranno rilevati dagli articoli
rinvenuti al momento dell’accesso, oppure da listini interni (nel caso di vendita di prodotti diversi da quelli
editoriali) ad uso dei commessi ovvero in contraddittorio con la parte.
Con riferimento agli articoli con prezzo al pubblico già fissato dalle imprese produttrici (prodotti editoriali,
articoli da cancelleria di particolari marche, ecc.) costituisce regola comune che al consumatore finale si
addebiti un importo non inferiore a quello pieno, imposto o da listino.
La maggiorazione sul prezzo di acquisto è pertanto misurabile in relazione alla percentuale di sconto
mediamente ottenuta dai fornitori, avendo cura di effettuare le opportune ponderazioni in relazione ai gruppi
e tipologie di prodotti con diverso sconto.
E’ possibile presumere che la percentuale di ricarico constatata per il periodo d’imposta in corso alla data
dell’accesso sia stata applicata anche al costo della merce venduta nell’annualità d’imposta oggetto di
verifica, se, dal confronto tra i due periodi, non emergono significative variazioni relativamente a:
i
i
i
i
i
tipologia delle merci trattate, tipologia dei fornitori e condizioni d’acquisto;
valore complessivo degli acquisti e delle vendite;
eventuali vendite straordinarie;
ubicazione e numero dei punti vendita;
condizioni di concorrenza.
Qualora si riscontrino le variazioni sopra menzionate, il ricarico constatato al momento dell’accesso
potrà essere esteso agli anni precedenti con le opportune rettifiche da determinare in contraddittorio con la
parte.
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Dai suddetti riscontri è necessario dare atto puntualmente nel processo verbale di constatazione, al fine
di giustificare, per l’accertamento degli imponibili relativi agli anni precedenti, l’utilizzo di una percentuale di
ricarico diversa da quella constatata all’atto dell’accesso.
Le eventuali dichiarazioni rese dalla parte in ordine ad un peggioramento della situazione commerciale
avvenuto negli ultimi anni avvaloreranno l’applicazione del ricarico, come individuato dalla rilevazione dei
dati all’accesso, agli altri anni oggetto di controllo, in quanto la ricostruzione del volume d’affari dovrebbe
risultare più favorevole al verificato.
3.3.7 - Indice di rotazione del magazzino
L’indice di rotazione del magazzino, che consente di operare delle valutazioni sull’attendibilità del
volume delle vendite e degli acquisti, è dato dal rapporto fra la merce uscita dal magazzino in una certa
unità di tempo e la giacenza media presente in esso nella stessa unità di tempo.
In simboli, cioè, si ha:
(Acq. + E.I. - R.F.)
E.I. + R.F.
2
Acq. = acquisti
E.I. = esistenze iniziali
R.F. = rimanenze finali
Il calcolo del tasso di rotazione può essere riferito ad intervalli di tempo di diversa lunghezza (mese,
settimana, trimestre, ecc.) a seconda delle esigenze.
Un indice pari ad 1 sta a significare che il magazzino viene rifornito mediamente una volta l’anno.
Un indice di rotazione delle scorte molto basso sta ad indicare un rinnovo del magazzino poco frequente
e potrebbe nascondere acquisti e vendite non contabilizzate. Per quanto riguarda le librerie che trattano la
“scolastica” si fa presente che concentrano gli acquisti in determinati periodi dell’anno. Un’oculata gestione
dei fornitori consente di non accumulare rimanenze invendute per lungo tempo.
Inoltre, un indice particolarmente basso, risultante dai dati dichiarati, potrebbe essere sintomatico della
sopravvalutazione contabile delle rimanenze finali. Il magazzino viene “gonfiato”, facendo apparire tra le
rimanenze finali anche parte delle merci vendute senza la corrispondente registrazione contabile.
Qualora il contribuente avesse effettuato delle operazioni di distruzione merce, al fine di vincere le
presunzioni di cessione dei beni non rinvenuti in magazzino, di cui al D.P.R. n. 441/97 (vedasi anche la
circolare del 23 luglio 1998, n. 193/E), sarà cura dei verificatori controllare che lo stesso abbia eseguito il
seguente iter amministrativo:
i inviare almeno 5 giorni prima dell’inizio delle operazioni di distruzione una comunicazione scritta
all’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate o, in mancanza, all’Ufficio delle imposte dirette ed all’Ufficio
I.V.A., e al Comando della Guardia di Finanza competenti territorialmente;
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i specificare il luogo, la data e l’ora in cui si procederà alle operazioni, le modalità di distruzione, la
quantità, qualità e ammontare complessivo sulla base del prezzo di acquisto, dei beni da distruggere e
l’eventuale valore residuale.
I verificatori dovranno pertanto chiedere l’esibizione del verbale da cui devono risultare i predetti
elementi, redatto o da dipendenti degli Uffici finanziari o da militari della Guardia di finanza o, in mancanza
di questi, da notai che hanno presenziato alla distruzione.
Si ricorda che per particolari beni il verbale attestante le operazioni di distruzioni merci, può essere
redatto dal personale appartenente ad altri organi amministrativi quali dipendenti A.S.L., Vigili del fuoco,
ecc..
Se l’ammontare del costo dei beni distrutti non sia superiore a lire dieci milioni (¼ è sufficiente
una dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Per quanto riguarda la perdita dei beni, dovuta ad eventi fortuiti, accidentali o comunque indipendenti
dalla volontà del soggetto, la stessa deve risultare da idonea documentazione fornita da un organo della
pubblica amministrazione, ovvero secondo quanto previsto dall’art. 16 del D.P.R. del 07/12/2001, n. 435,
(“Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica del 22 luglio 1998, n. 322,
nonché disposizioni per la semplificazione e la razionalizzazione di adempimenti tributari”) da una
dichiarazione sostitutiva di atto notorio, resa entro trenta giorni dal verificarsi dell’evento o dalla data in cui
se ne ha avuto conoscenza, dalle quali risulti il valore complessivo dei beni perduti, salvo l’obbligo di
fornire, a richiesta dell’Amministrazione finanziaria, i criteri e gli elementi in base ai quali detto valore è
stato determinato.
3.3.8 - Indice di produttività per addetto
Il numero di addetti all’interno di un’attività commerciale è, evidentemente, in stretta correlazione con la
dimensione dell’attività stessa.
Potrebbe, dunque, essere utile calcolare l’apporto di ciascun addetto in termini di ricavi:
Ricavi al netto dell’I.V.A.
I =
numero addetti
I = indice di produttività per addetto
Il risultato di detto rapporto dovrà essere coerente con l’assunto logico secondo cui ad ogni addetto
devono corrispondere ricavi che consentano un margine sufficiente a coprire almeno la rispettiva
remunerazione.
A tal fine, sarà utile determinare l’intero costo aziendale per i dipendenti e la remunerazione corrisposta
agli addetti.
Ogni volta che ci si trova di fronte ad un costo per addetto sproporzionato rispetto agli incassi sarà
necessario indagare su eventuali vendite “in nero”.
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3.3.9 - Altri controlli ed analisi
Il controllo incrociato tra i pagamenti effettuati con carte di credito e/o bancomat e i documenti contabili
consente di rilevare se sussiste corrispondenza tra i corrispettivi introitati e quelli registrati.
Nonostante tale forma di pagamento renda più difficoltoso l’occultamento dei ricavi, potrebbe risultare
opportuno l’esame con i riepiloghi contabili delle società di gestione delle carte di credito o i tagliandi
P.O.S..
Nella maggioranza dei casi gli estratti conto delle società di gestione delle carte di credito, aventi in
genere periodicità mensile, contengono le date e gli importi per singola transazione avvenuta, con distinto
addebito delle commissioni dovute per il servizio.
Pertanto, l’acquisizione degli estratti conto delle movimentazioni di pagamenti effettuati con “moneta
elettronica”, o, in mancanza, la richiesta degli stessi (mediante questionario) alle società di gestione di carte
di credito, consente di verificare la veridicità dei ricavi contabilizzati.
Potrebbe, altresì, risultare utile distinguere gli incassi a seconda del mezzo di pagamento nei vari mesi,
per verificare se il loro ammontare è proporzionale al totale degli introiti.
Un confronto semplice si può effettuare rapportando il dato mensile emergente dalle contabili delle carte
di credito con il dato mensile dei corrispettivi: se tale rapporto calcolato su base mensile varia nei singoli
mesi in modo consistente, è opportuno concentrare il controllo su quei mesi in cui il valore è più elevato,
ossia è maggiore l’incidenza degli incassi con carta di credito sul totale dei corrispettivi mensili.
Tale elaborazione non si presenta utile quando la percentuale di incassi con carta di credito è
particolarmente bassa.
Sarà valutata caso per caso l’opportunità di un controllo incrociato nei confronti dei maggiori fornitori per
esaminare la documentazione relativa ai pagamenti effettuati dall’impresa verificata (con l’indicazione del
numero dell’assegno e della banca trassata), alla ricerca di eventuali assegni ricevuti da clienti per
prestazioni non contabilizzate e “girati” dall’impresa al fornitore.
Per le imprese che operano in franchising particolare attenzione sarà riservata all’analisi dei costi,
considerato che i controlli eseguiti dall’affiliante sono tali da garantire, almeno in parte, la veridicità del
fatturato attivo.
Qualora siano stati dedotti importi rilevanti per pubblicità, promozione, rappresentanza occorre verificare
se alcuni di essi siano stati rimborsati dalla casa madre.
3.4 Ulteriori elementi di valutazione
Un’ultima serie di indizi può essere considerata al solo fine di valutare l’attendibilità della dichiarazione,
ovvero la congruità minima di quanto accertato in base agli elementi in precedenza descritti.
Il capitale investito nell’azienda (attrezzature, magazzino, automezzi), il possesso a titolo di proprietà dei
locali utilizzati per l’esercizio dell’attività e la retribuzione figurativa del titolare e degli eventuali soci
impegnati a tempo pieno nell’azienda, costituiscono altrettanti elementi aventi un carattere indiziario. Si può
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infatti porre a confronto il reddito dell’impresa con quello conseguibile da un impiego alternativo dei fattori
produttivi che concorrono a realizzarlo.
In altri termini il reddito dichiarato non dovrebbe mai collocarsi (quantomeno in modo ricorrente e
tendenziale) al di sotto di quello costituito dalla somma:
i dei proventi ottenibili da un impiego alternativo (ad esempio in titoli di stato) del capitale investito
nell’azienda;
i del fitto figurativo dei locali (ovviamente se di proprietà) ove si svolge l’attività;
i della retribuzione conseguibile, in posizione di lavoro dipendente, nello stesso settore di attività.
Eventuali scostamenti negativi perduranti nel tempo devono essere considerati contrari ad ogni logica
economica e contribuiscono a rafforzare il giudizio di inattendibilità sostanziale delle risultanze contabili,
ovvero convalidare la ricostruzione dei ricavi operata con i controlli descritti nei precedenti paragrafi.
E’ evidente, infatti, che le attività commerciali svolte in zone particolarmente vantaggiose potrebbero
produrre redditi elevati anche in caso di affitto (dei locali e/o delle licenze); il reddito derivante dalla
gestione diretta dovrebbe essere quindi proporzionato agli ipotetici canoni di locazione.
Altri elementi indiziari, come specificato nella parte dedicata alle attività preliminari, possono essere
costituiti da manifestazioni di capacità contributiva (possesso di auto, imbarcazioni, acquisto di immobili,
ecc.), riferibili al titolare dell’impresa e/o ai soci, particolarmente stridenti con l’ammontare del reddito
dichiarato.
In tale caso, soprattutto qualora non sia stato possibile effettuare una convincente ricostruzione del
volume d’affari, si potrà procedere, sia pure ai soli fini dell’imposizione diretta, all’accertamento sintetico del
reddito complessivo delle persone fisiche in vario modo coinvolte nella gestione dell’impresa, secondo la
procedura di cui all’art. 38, comma 4, del D.P.R. n. 600/73.
3.5 Le indagini bancarie
Gli accertamenti bancari costituiscono uno strumento molto incisivo per l’esame della posizione fiscale
del contribuente, in particolare delle persone fisiche, delle associazioni tra professionisti, delle società di
persone e delle società di capitale a ristretta base azionaria.
Il loro impiego deve rispondere a principi di economicità e di prevedibile proficuità dell’azione di
controllo.
L’indagine bancaria è certamente consigliabile in presenza di gravi indizi di evasione, ovvero qualora
permanga un significativo divario tra il volume d’affari ed i redditi ricostruiti con la metodologia in
precedenza descritta e quanto fondatamente attribuibile al contribuente sulla base delle condizioni di
esercizio dell’attività, della sua potenziale capacità reddituale, della consistenza del suo patrimonio ovvero
di altri elementi di valutazione.
Peraltro, la Legge 28 dicembre 1995, n. 549 consente di graduare l’indagine in relazione sia all’entità
degli indizi di evasione riscontrati che alle esigenze di progressivo approfondimento del controllo
eventualmente scaturite dall’analisi degli elementi acquisiti nel corso della verifica.
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Sono quindi delineabili diversificati percorsi d’indagine, che potranno essere seguiti anche in via
alternativa.
3.5.1 - Richiesta al contribuente degli estremi identificativi dei conti
(artt. 32, 1° comma n. 6-bis del D.P.R. 600/73 e 51, 2° comma n. 6-bis del D.P.R. n. 633/72)
In tal caso viene richiesta alla parte, previa autorizzazione del Direttore Regionale dell’Agenzia delle
Entrate, la dichiarazione della natura, del numero e degli estremi identificativi dei rapporti intrattenuti con
aziende di credito, con l’amministrazione postale, con società fiduciarie ed ogni altro intermediario
finanziario.
Di conseguenza agli operatori finanziari segnalati dovrà essere richiesta la copia dei conti denunziati dal
contribuente e l’indicazione di tutti gli altri eventuali rapporti con lui intrattenuti.
3.5.2 - Richiesta della copia dei conti agli istituti di credito e finanziari
(artt. 32, 1° comma n. 7 del D.P.R. n. 600/73 e 51, 2° comma n. 7 del D.P.R. n. 633/72)
Indipendentemente dall’esercizio della facoltà di cui al punto precedente, i verificatori possono
richiedere, sempre previa autorizzazione del Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate, la copia dei
conti direttamente agli istituti di credito ed agli intermediari finanziari.
Tale modalità d’indagine appare particolarmente opportuna quando siano stati frapposti ostacoli
all’azione dei verificatori o dell’ufficio, ovvero quando le violazioni e le omissioni e le false indicazioni
contabili siano così gravi e i dati a disposizione così scarsi, da rendere difficile la ricostruzione degli
imponibili fiscali.
Le indagini dovranno comunque essere condotte secondo selezionate opzioni investigative che
restringano la forbice costi-benefici dell’azione di accertamento (banche che hanno sportelli nella città ove
operano il contribuente e i suoi familiari più stretti, nelle province contigue, nel luogo di nascita, nella località
ove possiede residenze secondarie o comunque dove si supponga l’esistenza di conti).
L’indagine può coinvolgere anche altri soggetti (familiari e non) motivatamente sospettati di essere
intestatari di comodo di conti riferibili al contribuente o di cui il medesimo abbia la disponibilità.
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Check List
N° processo
verbale
Codice Ufficio
Anno
Da compilare manualmente dopo l’acquisizione del Processo Verbale
Check List versione nuova
Categoria Economica - COMMERCIO AL DETTAGLIO DI LIBRI NUOVI
Codice Attività:
DATI VERIFICATORI
Verificatore 1 - Nome e Cognome
Ente Verificatore
Verificatore 2 - Nome e Cognome
Cod. Ufficio I.V.A.
Cod. Ufficio II.DD.
DATI GENERALI
DATA INIZIO VERIFICA
(gg/mm/aaaa)
Cod. Fisc. Contribuente
Aggiornamento: Settembre 2002
DATA FINE VERIFICA
(gg/mm/aaaa)
Part. IVA Contribuente
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Commercio al dettaglio di libri nuovi
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SI: Controllo effettuato anche se con esito negativo
NO1: Controllo non effettuato per mancanza del presupposto da accertare
NO2: Controllo non effettuato perché non ritenuto proficuo
CONTROLLO
SI
NO1
NO2
Nota
SI
NO1
NO2
Nota
ATTIVITÀ PREPARATORIA AL CONTROLLO
Attraverso il sistema informativo dell'A.T.:
1
è stata effettuata un'interrogazione contabile completa?
2
sono state acquisite le ultime dichiarazioni disponibili?
3
è stata rilevata l'ubicazione della sede e degli altri locali utilizzati per
l'esercizio dell’attività?
4
è stato rilevato il luogo di conservazione delle scritture contabili e
l'eventuale soggetto depositario?
5
sono stati individuati gli elementi indicatori di capacità contributiva
(compresi gli atti del Registro) del soggetto verificato, dei familiari
conviventi, di eventuali associati nonché nel caso di società, dei soci e
dei loro familiari conviventi?
6
si è proceduto a verificare la presenza di protesti attraverso la banca
dati della Camera di Commercio?
7
è stata rilevata l'esistenza di partite I.V.A. cessate (anche intestate ai
soci)?
8
Si è proceduto ad accertare l'esistenza di precedenti controlli e l'inclusione
in liste di segnalazione?
9
Sono stati acquisiti tutti gli elementi d'accertamento in possesso
dell'ufficio?
10*
Sono stati accertati i canali pubblicitari utilizzati?
ATTIVITÀ DI CONTROLLO
ACCESSO
Si è proceduto a:
11
effettuare la ricerca della documentazione extracontabile (appunti,
agende, brogliacci, corrispondenza, ecc.)?
12
accertare se viene effettuata la vendita di articoli di cartoleria,
cancelleria e articoli da regalo, gadget, ecc.?
13
accertare se viene effettuata la compravendita di libri usati?
14
accertare l’esistenza di prestazioni accessorie (ad esempio fax,
copisteria, rilegatoria, ecc.)?
15*
verificare la presenza in Internet del soggetto?
16
rilevare il numero, la qualifica e le mansioni dei dipendenti presenti al
momento dell’accesso?
17
rilevare il numero dei soci, dei familiari e degli altri collaboratori che
prestano la loro opera nell’impresa?
18
acquisire i “floppy disk” e gli altri supporti magnetici rinvenuti?
19
acquisire i dati presenti nell' hard-disk dei PC rinvenuti?
20
rilevare i beni strumentali, le attrezzature e gli arredi posseduti?
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Commercio al dettaglio di libri nuovi
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21
inventariare la merce in vendita (anche a campione)?
22
rilevare i prezzi di vendita dei beni diversi dai prodotti editoriali?
23
rilevare il denaro e gli altri valori in cassa?
24
individuare i documenti relativi alle ultime operazioni effettuate?
25
rilevare le carte di credito accettate in pagamento?
26
controllare l’esistenza della contabilità e la sua corretta tenuta?
27
effettuare il controllo dei dati dichiarati per gli studi di settore?
Si è proceduto a rilevare, anche in contraddittorio con la parte:
28
le tipologie di libri più significative?
29
la prassi con i fornitori (sconti, “tredicesima copia”, clausola di resa)?
30
la misura e le modalità degli eventuali sconti ai clienti?
31
la disponibilità di altri locali utilizzati per il deposito delle merci?
32
le modalità di approvvigionamento?
33
le modalità di gestione della cassa (frequenza dei prelievi ed ultimo
prelevamento)?
CONTROLLO DEL VOLUME D’AFFARI
SI
NO1
NO2
Nota
Si è proceduto a:
34
accertare se i dati rilevati dalla documentazione extracontabile trovano
riscontro nella contabilità e nei documenti emessi?
35
accertare
36
effettuare la lettura dei dati contenuti nei supporti magnetici ed il loro
l’attendibilità
dei
compravendita di libri usati?
ricavi
rivenienti
dall’eventuale
riscontro con le scritture e la documentazione contabile?
37
riscontrare se il personale rilevato al momento dell’accesso o
comunque risultante in forza all’impresa sia regolarmente registrato nei
libri previsti in materia del lavoro?
38
verificare se le rimanenze sono state descritte in maniera sommaria
e/o presentano uno scarso dettaglio nella loro classificazione?
39
raffrontare la consistenza effettiva del magazzino con quella ricostruita
contabilmente?
40
accertare se vi sono merci non coperte da documento di acquisto?
41
verificare se i valori rinvenuti in cassa trovano riscontro con gli incassi
registrati?
42
individuare i periodi di vendite straordinarie e promozionali (soprattutto
in presenza di vendita di beni diversi dai libri)?
43
accertare le riduzioni di prezzo accordate in tali periodi?
44
accertare l’esistenza di rilevanti ed inutilizzate giacenze di cassa
ovvero prelievi bancari, a favore del titolare e dei soci, privi di una
plausibile giustificazione?
45
verificare l’esistenza di finanziamenti da parte del titolare o dei soci?
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calcolare il ricarico medio ponderato, separatamente per tipologia di
prodotto commercializzato?
47
calcolare l’indice di rotazione del magazzino?
48
calcolare l’indice di produttività per addetto?
49
effettuare un controllo tra i documenti contabili ed i riepiloghi delle
società di gestione di carte di credito?
50*
effettuare un controllo incrociato con società di gestione di carte di
credito?
51*
eseguire un controllo incrociato con i fornitori?
52
effettuare i relativi controlli sulla base delle specifiche metodologie in
presenza di altre attività?
53
controllare, in caso di gestioni in franchising, le principali voci di costo
e verificare se alcune di esse (pubblicità, promozione
rappresentanza) siano state rimborsate dagli affilianti?
e
ALTRI CONTROLLI E RISCONTRI
SI
NO1
NO2
Nota
SI
NO1
NO2
Nota
Si è proceduto a:
54
esaminare il rapporto tra mezzi propri ed affidamenti bancari?
55
appurare quali garanzie siano state offerte per ottenere gli affidamenti?
56
accertare il titolo di possesso dei locali utilizzati per l’esercizio
dell’attività?
57
calcolare il capitale investito nell’attività (arredi, attrezzature,
automezzi, magazzino, ecc.)?
58*
calcolare il presumibile valore commerciale dell’esercizio?
Si è proceduto a valutare il reddito ritraibile da:
59
un impiego alternativo del capitale proprio investito ovvero di quello
conseguibile dalla vendita dell’esercizio?
60
l’affitto di locali di proprietà utilizzati per l’esercizio dell’attività?
61
lo svolgimento di un’attività di lavoro dipendente nel settore?
62
Si è proceduto a determinare il reddito accertabile in via sintetica (al
titolare o ai soci) sulla base delle manifestazioni di capacità contributiva
accertate?
INDAGINI BANCARIE
63
(1)
Vi sono gravi indizi di evasione ovvero indizi tali da far ritenere che quanto
accertato diverga significativamente dall’effettiva capacità contributiva del
soggetto verificato?
Si è proceduto a:
64*
richiedere al contribuente l'indicazione dei conti intrattenuti con banche
e istituti finanziari?
65*
acquisire ed esaminare la copia dei conti segnalati ed esibiti dal
contribuente?
66*
richiedere copia dei conti agli istituti di credito e finanziari?
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Commercio al dettaglio di libri nuovi
67*
52.47.1
interessare istituti bancari operanti in località diverse da quelle di
residenza?
68*
estendere le indagini bancarie ad altri soggetti?
*Controllo facoltativo.
(1)
NOTA: in caso di risposta affermativa, i successivi controlli rivestiranno carattere obbligatorio.
Indici di riscontro
PERCENTUALE DI
RICARICO CONSTATATA
INDICE DI ROTAZIONE DI
MAGAZZINO
PRODUTTIVITÀ PER
ADDETTO (in milioni di Lire)
ANNO DI
RIFERIMENTO
%
%
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