SIEC ECHO NEWS
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Periodico informatico della Novembre 2010 Società Italiana di Ecografia Cardiovascolare Edizione n. 4 SIEC ECHO NEWS EUROPEAN ASSOCIATION OF ECHO RINNOVA I DIRIGENTI IL GLOBAL LONGITUDINAL STRAIN SUMMIT EUROPEO DEI RESPONSABILI NAZIONALI DELLE SOCIETÀ ADERENTI ALL’EAE HOT NEWS FROM ESC IN ECHOCARDIOGRAPHY INTERVISTA AD EUGENIO PICANO NUOVE SFIDE DALL’ESC 2010 CORSO VASCOLARE IN TOSCANA IL PARADISO PUÒ ATTENDERE? 1 L’INTERVISTA :: Dove va l’ecocardiografia? :: L’INTERVISTA DEL DIRETTORE ANTONINI CANTERIN AD EUGENIO PICANO SUMMIT EUROPEO DEI RESPONSABILI NAZIONALI DELLE SOCIETÀ ADERENTI ALL’EAE di Pio Caso IL PARADISO PUÒ ATTENDERE? di Tonino Bombardini SONOGRAPHER CARDIOVASCOLARE (SCV) 11 UN POTENTE MARKER PROGNOSTICO NEL PAZIENTE CON INFARTO MIOCARDICO ACUTO di Antonello D’Andrea ARTICOLI AUTORI ITALIANI PER SIEC ECHO Caporedattore: A. D’Andrea Redazione: R.Citro, Q. Campi O. Vriz, L. Riegler A cura di: Progetto grafico: 12 di Rodolfo Citro 14 :: report :: ECOCARDIOINFORMATICA 2010 15 di Alfredo Posteraro e Antonino Granatelli :: news :: CORSO SIEC GENERALE BARI 29.09.2010 – 02.10.2010 di Nicola d’Amato METODICHE DIAGNOSTICHE DI IMAGING CARDIOLOGICO NON INVASIVO A CONFRONTO 16 dott.sse Ketty Savino e Maria Gabriella Pinzagli 17 OTTIMA RISPOSTA AL NUOVO SITO 18 :: report :: CORSO DI COMPETENZA IN ECOGRAFIA VASCOLARE GENERALE 19 HOT NEWS FROM ESC IN ECHOCARDIOGRAPHY 20 di Fabio Lattanzi di Olga Vriz 2 8 10 di Claudio Coletta Direttore: F. Antonini Canterin 4 NUOVE SFIDE DALL’ESC 2010 L’ECOCARDIOGRAFIA NELLA TAVI di Rodolfo Citro SIEC ECHO NEWS Direttore Responsabile: Pio Caso 3 L ’ I N T E R V I S T A D E L D I R E T T O R E Dove va l’Ecocardiografia? ANTONINI CANTERIN AD EUGENIO PICANO P rosegue l’iniziativa di dare voce ai personaggi che hanno fatto la storia dell’ecocardiografia italiana. Dopo Gian Luigi Nicolosi è la volta di Eugenio Picano. Francesco, già l’ incipit mi preoccupa. Nella storia naturale dell’ intellettuale definita in tre tappe da Edmondo Berselli, dopo lo stadio di “ brillante promessa” c’è quello del “solito stronzo” e solo in età sinodale del “venerato Maestro” - che però emana un inconfondibile odore di naftalina e di formalina. Non sarà che comincio a essere pronto per l’ imbalsamazione? Caro Eugenio, ci racconti come è avvenuto il tuo approccio all’ecocardiografia, qualche anno fa? E’ stato casuale o avevi intuito le potenzialità della metodica? Vorrei poter dire che già in calzoncini corti avevo nitidamente intravisto le potenzialità della metodica, ma non è così, devo ammettere. All’ epoca i tracciati eco erano astrusi geroglifici monodimensionali che pazientemente mi decodificava nottetempo durante le (sue) notti di guardia il mio tutor di allora, il Professor Alessandro Distante, mio Champollion personale con vero gusto e raro talento per la didattica. Non mi piaceva in particolare cardiologia o l’ecocardiografia; mi piaceva piuttosto l’ambiente dell’Istituto di Fisiologia Clinica, dove lavorava a fine anni ’70 gente molto fuori dal comune come il cardiologo Attilio Maseri, lo pneumologo Carlo Giuntini, il bioingegnere Paolo Mancini. Era uno spettacolo per me, studente del quarto anno di medicina, vedere in azione (a lezione in corsia o in laboratorio) questi quarantenni all’apice della loro curva di luce, ciascuno con i suoi eccezionali carismi. In Fisiologia Clinica si respirava un’atmosfera diversa rispetto ai paludati e rarefatti ambienti di altri istituti che si occupavano di discipline sulla carta a me più congeniali. Ai miei occhi ingenui la differenza sembrava antropologica. Da una parte, fuori da IFC, il Capo aveva sempre ragione, per quanto stram- palate apparissero diagnosi cliniche e teorie scientifiche. In IFC, allora e (purtroppo per me) anche ora, si è da sempre più attenti alla sostanza che alla forma e ai pennacchi: se si parla di ricerca e di idee, il pluridecorato Direttore e il giovane tesista partono alla pari, e arriva prima il più veloce – non raramente, e non sorprendentemente, il secondo. Quindi non scelsi una disciplina, ma un habitat intellettuale; e non identificai ad occhi aperti una metodica, ma istintivamente un maestro. In fondo, nel nostro lavoro di medici e di ricercatori, il padre – e anzi i padri, diversi nelle diverse fasi – si possono e si devono scegliere. E quando i padri cromosomici coincidono con i padri professionali, a volte nascono dei mostri. Il tuo cavallo di battaglia, l’ecostress. Una metodica ormai consolidata in clinica. Ritieni che possa dare ancora molto in termini di conoscenza fisiopatologica e di ricerca? Rimane tuttora largamente inesplorato il contributo dell’ecostress al di fuori della cardiopatia ischemica. Valvulopatie, ipertensione polmonare, cardiopatie congenite, trapianto cardiaco, cardiomiopatie : non più solo la cinetica regionale del ventricolo sinistro, ma gradienti, rigurgiti, pressione polmonare, ventricolo destro. A ciascun paziente il suo esame. Dal punto di vista scientifico, l’obiettivo perennemente sfuggente rimane la quantificazione operatore-indipendente della cinetica regionale: da opinione a numero. Ma a parte le perduranti potenzialità scientifiche, l’ ecostress è oggi una parte irrinunciabile del training clinico e della buona pratica cardiologica. E’ questo che caratterizza la vera innovazione: quello che rimane quando tutto (articoli, abstract, grant) è dimenticato. Come vedi le cosiddette nuove tecnologie: gadget per pubblicare e vendere apparecchi o veri strumenti di lavoro? Dipende. Alcune tecnologie estesamente pubblicizzate e adoperate in un recente passato 3 erano chiaramente inadeguate e perdenti, e destinate a morire dopo una breve fiammata congressuale e editoriale: ma quanto tempo perso e risorse dilapidate per ricercatori e clinici sedotti da una ecocardiografia per i congressi e per l’industria, completamente scriteriata dal punto di vista tecnologico e fisiopatologico. Altre tecnologie, come il 3-D, sono invece sicuramente qui per rimanere, anche se a tutt’ oggi non hanno raggiunto la piena maturità tecnologica e clinica. Sono comparsi sul mercato i primi ecografi palmari tascabili. Il loro costo è di poche migliaia di euro ed è destinato a calare, come per i telefonini. E’ verosimile che in pochi anni saranno una sorta di fonendo nella tasca di ogni medico. Come vedi questo scenario? Più luci o più ombre? Ci attende una grossa sfida in termini di formazione? L’ecocardiografia - e anzi meglio la ecografia - viene consegnata nelle mani di tutti, ed è non solo inevitabile, ma anche giusto così. E’ una benefica svolta epocale, culturale e tecnologica, ma certo c’è anche il pericolo dell’ecocardiografismo-leninismo: il potere al popolo può creare le premesse di un abuso e del Far-West diagnostico. Comunque non c’è scelta, ormai il vaso di Pandora è scoperchiato, e non ci resta che investire in formazione per limitare gli svantaggi e amplificare gli immensi potenziali benefici. La vedo come un’opportunità per tutti (i medici, l’industria, le società scientifiche, e soprattutto i pazienti). Come la rivoluzione informatica: ieri un computer per ogni scrivania,oggi un ecografo per ogni stetoscopio. Uno strumento di libertà e di ricchezza culturale. Poi certo, sta a ciascuno di noi imparare a evitare rischi, trappole e delusioni, e adoperare le formidabili nuove tecnologie con spirito critico e autocritico, che di solito non si acquisiscono nei pochi giorni necessari al training di base . Negli ultimi anni sei stato il protagonista di una straordinaria e molto efficace campagna di sensibilizzazione “ecologica” in Cardiologia, combattendo l’abuso ingiustificato di radiazioni ionizzanti. A che punto siamo? Sono in cantiere nuove iniziative? La necessità di includere il danno oncologico a lungo termine (per pazienti e operatori) 4 nella valutazione rischio-beneficio dei test di diagnostica per immagine era in effetti sradicante dei paradigmi diagnostici preesistenti e infatti fu inizialmente proposta (nel 2003 e 2004) tra moltissime resistenze e evocando reazioni anche spettacolari e coordinate finalizzate alla “character assassination”. A livello nazionale e internazionale si lanciarono scomuniche in affollate platee congressuali, si parlò e si scrisse - anche dai pulpiti di autorevoli società scientifiche (e poi ci lamentiamo della SIEC...) - di isterismo nucleofobico, terrorismo, affarismo, si minacciarono denunce penali e si utilizzò l’argomento per omicidi concorsuali su commissione – in concorsi che poi sarebbero stati di vivo interesse della magistratura penale. Oggi, appena pochi anni dopo, l’ idea di dover includere il danno da radiazioni nel bilanciamento rischio-beneficio di qualunque procedura diagnostica o terapeutica è di fatto pacificamente recepita con forza da tutte le linee guida e raccomandazioni di società scientifiche (American Heart Association 2009, American College of Cardiology 2010), enti regolatori (FDA February 9th 2010 e IAEA 2010) e governi (US President Cancer Panel May 2010). Non è più solo un problema scientifico, ma di politica sanitaria: bisogna trovare il modo migliore per far conoscere e trovare le strade efficaci verso una sanità più sostenibile, dove meno è meglio, e la corretta percezione dei rischi è indispensabile per la loro minimizzazione per medici e pazienti. Una politica di appropriatezza diagnostica, nel caso di test a base di radiazioni ionizzanti, è il modo migliore per fare prevenzione primaria di cancro. Se ne stanno accorgendo gli oncologi, e non a caso l’Istituto Toscana Tumori ha finanziato all’Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa un progetto di appropriatezza diagnostica in cardioradiologia per oltre 200 mila euro. E’ il progetto SUIT-Heart (Stop Useless Imaging Testing in Heart disease), che si legge come “sweetheart”, fidanzata. Se si fidanza, per amore intellettuale e per pura convenienza economica, con l’appropriatezza, il cardiologo potrà trovare le motivazioni necessarie per una dieta diagnostica, allo scopo di far dimagrire l’attuale obesità di esami e riportare il sistema al suo peso forma di equilibrio tra test deglutiti e forza diagnostica sviluppata. Sarà bene che le società scientifiche e le autorità di governo clinico si pongano il problema in maniera proattiva. In questo, gli sforzi della SIEC per promuovere l’ appropriatezza (con Alfredo Zuppiroli e Antonio Mantero e tanti altri) sono meritori e ammirevoli - visto che di campagne pur sempre difficili e tuttora impopolari si tratta, almeno se uno si limita alla dimensione puramente aziendalistica del problema. La SIEC sta facendo un importante sforzo di rinnovamento e modernizzazione (ricerca, sito WEB, nuovo GIEC, corsi di formazio- ne...). Come vedi tutto ciò? Parliamo in generale. Si tratti di SIEvvC, SIC, CNR o Università, la gerontocrazia e il familismo sono un riconosciuto male endemico del sistema-Paese e un ostacolo alla modernizzazione e alla competitività. Vedendo la SIEC dall’esterno (sono stato giustamente cancellato dall’ elenco dei soci molti anni fa per recidiva morosità nel pagamento delle quote associative)* e da lontano, e quindi con superficialità e approssimazione, l’ idea che mi sono fatto è che oggi, rispetto a prima, sia un po’ meno bunker antiatomico, e un po’ più casa di vetro. Le case di vetro, gestite con logica di trasparenza, collegialità delle decisioni, turnover delle cariche, rispetto e riconoscimento delle competenze indipendentemente dalle appartenenze, sono destinate a durare assai più a lungo e a garantire agli abitanti migliore qualità di vita, rispetto ai bunker antiatomici dove, al riparo di impenetrabili muri piombati, pochi compagnucci della parrocchietta si scambiano in gioiosa quadriglia cariche, complimenti e premi garantendosi rendite di posizione - che so, a me il giornale, a te il congresso, a lui il corso. In fondo, la SIEC dovrebbe assomigliare alla comunità scientifica di riferimento di cui è l’espressione: e poichè l’ ecocardiografia italiana è , parametri freddi alla mano, la più innovativa e produttiva del mondo, a questi standard di eccellenza internazionale la SIEC è condannata ad adeguarsi - altrimenti, perderà affiliati, rappresentatività, e decoro. Se ciò avvenisse, sarebbe una sconfitta e una perdita per l’ intera comunità della conoscenza. Se poi questo fosse avvenuto in passato, è forse bene che non si ripeta più in futuro. I tempi sono cambiati: prima era una questione di etica, e almeno di estetica: ora è la stessa sopravvivenza della società scientifica che sarebbe messa a repentaglio, e presidenti del vecchio conio rimarrebbero soli soletti con le truppe cammellate (loro sì, in regola con il pagamento delle quote associative) che si sono portati dietro per farsi eleggere. Nota Direzionale :Il Dott Picano ,risulta non cancellato dall’elenco, anche se non in regola , in quanto proposto a Socio Onorario . 5 SUMMIT EUROPEO DEI RESPONSABILI NAZIONALI DELLE SOCIETÀ ADERENTI ALL’EAE ::: A cura di Pio Caso ::: S i è tenuta a Sophia Antinopolis (Nizza ,Francia), il 2 e 3 luglio 2010 presso la sede dell’European Society of Cardiology il Summit annuale dei Responsabili dell’ Associazioni Nazionali Europee di Ecocardiografia aderenti all’European Association of Echocardiography (EAE ). Al Summit 2011 dell’EAE hanno partecipato 50 tra Responsabili Nazionali e rappresentanti dell’EAE e staff di segreteria in rappresentanza di Spagna, Italia, Svezia, Francia, Irlanda, Portogal- lo, Croazia, Norvegia, Regno Unito, Germania, Ucraina, Lituania, Olanda, Grecia, Libano, Danimarca, Belgio, Israele, Serbia, Turchia, Polonia, Romania, Albania, Lettonia, Estonia,Armenia, Ungheria, Belgio, Bulgaria. L’incontro è stato introdotto da Dr Zamorano, Presidente dell’EAE, il quale ha illustrato gli obiettivi dell’Incontro focalizzato su armonizzazione e standardizzazione del training e miglioramento della qualità. Mentre l’EAE si aspetta dalle Società Nazionali: 1) informazioni ed attiva partecipazione;(Ciascuna Società Nazionale dovrebbero avere ambasciatori dell’EAE a livello nazionale) 2) diffusione delle conclusione del Summit; 3) incoraggiamento all’adesione all’EAE; 4) omogenizzazione dei cammini formativi nazionali con quello proposto dall’EAE. 5) accreditamento europeo dei laboratori (che sarebbe seguito localmente dalle Società Nazionali); 6) miglioramente della qualità di esecuzione e di refertazione anche nei laboratori piccoli. Le Società Nazionali aspettano dall EAE un maggior impegno 1) nella formazione per medici (in particolare negli stati dell’est Europa); 2) nel training per sonographers; 3) nei programmi di ricerca, progetti ed studi multicentrici; 4) nella diffusione dei documenti EAE nelle lingue nazionali. Due questioni aperte : la formazione di medici non cardiologi che aumenteranno con la diffusione dei portatili e gli esami per accreditamento degli operatori nelle rispettive lingue nazionali. Luigi Badano ,che dal prossimo Dicembre sarà il Presidente dell’EAE ,ha fatto proprie le linee emerse ,promettendo la realizzazione di esse e l’approfondimento delle questioni aperte. Ottima l’assistenza da parte dello staff di Segreteria che segue l’EAE. L’ EAE ha attualmente 1930 iscritti .L’Italia è la prima Società Europea in termini di adesioni all’EAE con i suoi oltre 200 iscritti ,seguita da Regno Unito, Grecia e Germania. E’ in fase di avanzata preparazione il Convegno Europeo di Ecocardiografia che si terrà a Copenaghen 8-11 Settembre 2010,che vedrà la partecipazione di una folta rappresentanza italiana. 6 7 IL PARADISO PUÒ ATTENDERE? Incremento disponibilità organi per il trapianto cuore con organo valutato mediante ecostress e prelevato da donatori di età maggiore di 55 anni ::: A cura di Tonino Bombardini ::: N on si è mai troppo avanti negli anni per donare un cuore sano. I primi risultati del Progetto “Donazione di cuore marginale” coordinato dall’Istituto di fisiologia clinica (IFC) del Cnr di Pisa e attivo in due regioni, Emilia Romagna e Toscana, sono stati molto incoraggianti (1). L’estensione del progetto a tutte le regioni italiane è stato recentemente approvato e finanziato dal Ministero della Salute (2). Nel nostro paese ogni anno quasi 800 persone sono candidate al trapianto. Nei fatti meno della metà di quei pazienti, circa 300-350, riceveranno un nuovo cuore ogni anno. Le liste d’attesa, in media 2-3 anni tanti per chi è costretto a una qualità di vita difficile, spesso legata ad una macchina, si mantengono stabili nel tempo solo perché la mortalità è alta, il 9 per cento dei pazienti ogni anno, nel frattempo muore. Il problema una volta tanto non è di tipo strutturale, infatti l’eccellenza della cardiologia e della cardiochirurgia italiana è riconosciuta a livello mondiale, quanto piuttosto dovuto a carenza di donatori. Responsabili in parte l’aumento degli anziani, sarebbero necessari cuori giovani e normali ma non ce ne sono a sufficienza tra i pazienti eleggibili per donazione, in parte i criteri di donazione piuttosto restrittivi che impongono quale età limite per la donazione del cuore (unico tra tutti gli organi) i 55 anni. In Italia nell’anno 2006 solamente il 45% dei 1234 donatori effettivi avevano un’età inferiore ai 55 anni, ritenuta ottimale per il trapianto di cuore. Appare quindi attraente e potenzialmente utile utilizzare cuori di donatori marginali (> 55 anni d’età), se si escludono coronaropatie prognosticamente significative e cardiomiopatie occulte (Fig.1). Se anche solamente un sesto dei 670 donatori per anno di età superiore ai 55 anni fosse utilizzato per il trapianto cuore il numero dei trapianti cuore potrebbe aumentare di più di 8 100 unità per anno. “La situazione è simile ovunque persino negli Stati Uniti dove solo il 7 per cento dei donatori ha un’età superiore ai 50 anni e la mortalità in attesa del trapianto supera il 10 per cento, per questi motivi – dice Giorgio Arpesella, responsabile del Centro trapianti cuore-polmone al “S’Orsola” di Bologna, - quasi cinque anni fa insieme ai ricercatori dell’IFC di Pisa, abbiamo pensato attraente l’idea di riuscire ad utilizzare donatori over 55 cosiddetti “marginali” e di studiare i loro cuori con un’indagine capace di quantificarne in modo preciso la “bontà” sotto il profilo funzionale” (3). L’esame diagnostico con il quale si è potuto in tre anni selezionare 39 donatori marginali e in 17 casi trapiantare un cuore altrimenti escluso solo per motivi anagrafici, è l’ecostress farmacologico con dipiridamolo (Fig. 2). Se il test è negativo, il cuore è idoneo alla donazione; se è positivo, il cuore viene escluso e va alla verifica cardioautoptica. La sopravvivenza dei riceventi dei cuori selezionati con eco-stress è stata buona con dati sovrapponibili a quella dei riceventi di cuore “standard” (4). I dati iniziali vanno ora estesi e verificati in scala più ampia per trasformare l’iniziale “proof of concept” in reale opzione clinica. Per estendere il protocollo a tutte le regioni italiane sarà necessario il coinvolgimento dei centri trapianto cuore del territorio nazionale, delle organizzazioni trapianti e soprattutto creando una rete cardiologica preparata sul territorio nei diversi centri di neuro rianimazione che statisticamente forniscono il maggior numero di donazioni (5). Alla fine della sperimentazione scientifica allargata, se questa avrà confermato i risultati soddisfacenti dell’esperienza-pilota, la procedura di reclutamento dei donatori marginali potrà essere normata, entrando tra le procedure standardizzate di buona pratica, e offrire per intero i dividendi medici e sociali di una procedura che ha la potenzialità di abbattere, e forse azzerare, la attuale lista di attesa per trapianto di cuore. Bibliografia 1.Leone O, Gherardi S, Targa L, Pasanisi E, Mikus P, Tanganelli P, Maccherini M, Arpesella G, Picano E, Bombardini T. Stress echocardiography as a gatekeeper to donation in aged marginal donor hearts: anatomic and pathologic correlations of abnormal stress echocardiography results. J Heart Lung Transplant 2009; Nov;28(11):1141-9. 2. Ministero della salute. Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie. Progetto esecutivo del 28 giugno 2010 “Incremento disponibilità organi per il trapianto cuore con organo valutato mediante eco-stress e prelevato da donatori di età maggiore di 55 anni”. Coordinatore scientifico Dr. Tonino Bombardini . 3. Arpesella G, Gherardi S, Bombardini T, Picano E. Recruitment of aged donor heart with pharmacological stress echo. A case report. Cardiovascular Ultrasound. 2006 Jan 24;4:3. 4. Bombardini T. et al Extended donor criteria in heart transplantation with pharmacological stress echocardiography, 2010,560 Abs, ESC congress Stockholm. 5. Bombardini T. et al. Second-Opinion Stress Tele-Echocardiography for Aged Donor Heart Selection The Adonhers (Aged Donor Heart Rescue by Stress Echo) Project Cardiovascular Ultrasound, 2010, 8:20. Tonino Bombardini, MD, PhD Ricercatore Associato IFC, CNR, Pisa Coordinatore progetto ADONHERS (Aged Donor Heart Rescue by Stress Echo) 9 NUOVE SFIDE DALL’ESC 2010 ::: L’ECOCARDIOGRAFIA NELLA TAVI ::: ::: A cura di Rodolfo Citro ::: S appiamo dai dati dell’ Euro Heart Survey che un ampio numero di pazienti con stenosi aortica severa rimane tutt’oggi non trattata a dispetto di quanto indicato nelle linee guida ESC 2007 sulle gestione delle valvulopatie. Per molti pazienti appartenenti a questa categoria oltre ad un elevato rischio di mortalità, se non trattati, esiste un rischio elevato connesso alla terapia chirurgica. Lo sviluppo tecnologico recente ha permesso la realizzazione di protesi valvolari aortiche impiantabili per via percutanea (TAVI) che rappresentano un nuova opzione terapeutica. Negli ultimi anni un numero crescente di pazienti (specie anziani con varie comorbidità EUROSCORE ≥ 20%) sono stati trattati con questa tecnica. I risultati provvisori, derivanti da casistiche e registri che includono un numero limitato di pazienti, appaiono incoraggianti tanto da indurre alla realizzazione di studi randomizzati, tuttora in corso, dai quali si attendono dati definitivi. La gestione di questi pazienti e la decisione di eseguire o meno una TAVI è multidisciplinare e coinvolge il cardiologo generalista, quello interventista, il cardiochirurgo e l’anestesista. Accanto ad un’attenta valutazione clinica, uno screening anatomico e funzionale non solo della valvola aortica ma anche degli altri componenti dell’aorta stessa sono fondamentali sia per una appropriata selezione dei candidati a TAVI che per prevenire eventuali complicanze. Molti esperti hanno sottolineato al Congresso Europeo di Stoccolma durante un simposio satellite intitolato “The advent of transcatheter aortic valve implantation (TAVI)- An alternative option for patients with severe aortic stenosis” come l’ecocardiografia, oltre a confermare il grado di severità della stenosi, abbia un ruolo cruciale, specie nella modalità transesofagea, in diversi aspetti come: • nello studio della morfologia della valvola aortica (tricuspide o bicuspide, estensione delle calcificazioni), • nella misura del diametro dell’annulus, • nella definizione della morfologia del tratto di efflusso del ventricolo sinistro, • nella valutazione della morfologia della radice aortica (seni di Valsalva e loro rapporto con masse calcifiche), • valutazione del calibro e decorso dell’aorta toracica (eventuale presenza di aneurismi, placche complesse etc.), • nel monitoraggio della procedura (corretto posizionamento della valvola, funzionamento della protesi, insufficienza aortica residua), • nel follow-up. (SCV) :: Lettera aperta :: SONOGRAPHER CARDIOVASCOLARE (SCV) ::: A cura di Claudio Coletta ::: ROMA, 01/07/2010 A Conclusione del periodo di lavoro svolto dalla “Task Force Area Sonographer”, tenuto conto di tutte le considerazioni e proposte pervenute, nonché delle conclusioni raggiunte nel corso della riunione tenutasi a Firenze il giorno 21 maggio, in qualità di coordinatore della suddetta Task force presento le conclusioni scaturite in merito a tale questione, da sottoporre alla valutazione del Consiglio Direttivo: Si propone il termine di “SONOGRAPHER CARDIOVASCOLARE (SCV)” quale definizione indicativa di tutti i professionisti stabilmente operanti come tecnici di ecocardiografia o sonografisti presso i laboratori del nostro paese, non in possesso dalla laurea in medicina e chirurgia - A tali professionisti, previa documentazione della necessaria qualifica (vedi sotto), viene aperta la possibilità di iscriversi alla SIEC in qualità di soci effettivi con il titolo di “Sonographer Cardiovascolare”. Tale iscrizione comporta il pagamento della stessa quota annuale stabilita per i soci medici, gli stessi diritti (possibilità di voto in sede regionale e nazionale, accesso al sito WEB, ricevimento del GIEC, ecc..) e gli stessi doveri relativi alla loro appartenenza alla società; NB: In via transitoria (un anno), allo scopo di “sanare” situazioni e competenze esistenti di fatto e determinatesi in assenza di una regolamentazione, verranno altresì prese in considerazione richieste di associazione da parte di operatori non i possesso della laurea in Medicina, effettivamente operanti da almeno tre anni in laboratori accreditati presso la SIEC, subordinatamente al superamento dell’esame di competenza SIEC in ecocardiografia generale entro e non oltre 12 mesi dall’iscrizione all società; Non si ritiene opportuno istituire un’Area Sonographers all’interno della società, tuttavia è auspicabile che vengano individuati spazi di specifica competenza all’interno degli organi informativi societari e nell’ambito degli eventi organizzati (GIEC, Echo News, Congresso Nazionale, Incontri Regionali) in considerazione delle peculiari esigenze culturali della nuova professione e della utilità di riconoscere la peculiarità del loro status professionale nell’ambito di un’associazione rivolta, per statuto, a cultori della materia. - La SIEC riconosce i seguenti percorsi formativi per l’accettazione, come socio ordinario, del “Sonographer Cardiovascolare”: 1) Soci ordinari Cardiologi 2) Soci ordinari Sonographer Cardiovascolari 3) Soci Aggregati a) Diploma Universitario di Master di I livello per Tecnico di Ecocardiografia o equipollente, conseguito nel nostro paese; L’unica modifica di statuto necessaria per l’ingresso dei SCV in SIEC sconsiste nella ridefinizione dei soci secondo la seguente definizione: Distinti saluti, Claudio Coletta b) Diploma Universitario di Sonographer Cardiovascolare o equipollente conseguito in uno dei paesi della Comunità Europea o, se in USA, presso una delle scuole riconosciute dall’ARMDS; Protesi Edwards SAPIEN per TAVI Protesi autoespansibile CoreValve di taglia (23 mm e 29 mm). Sfruttando la maggiore versatilità dell’ecocardiografia, rispetto alle metodiche radiologiche, sarà possibile dare una spinta alla definitiva implementazione della TAVI nella pratica clinica contribuendo a raggiungere una eccellente conquista terapeutica in cardiologia. Appare evidente che gli ecografisti debbano accogliere questa nuova stimolante sfida! 10 c) Certificazione di competenza in Ecocardiografia Generale rilasciata dalla European Association of Echocardiography; d) Certificazione di competenza in Ecocardiografia Generale rilasciata dalla SIEC. 11 Il Global Longitudinal Strain UN POTENTE MARKER PROGNOSTICO NEL PAZIENTE CON INFARTO MIOCARDICO ACUTO ::: A cura di Antonello D’Andrea ::: UOC Cardiologia Seconda Università Napoli I l messaggio che emerge da una serie di studi recentemente pubblicati è “forte e chiaro”: il Global Longitudinal Strain (GLS), parametro ecocardiografico espressione della capacità di deformazione longitudinale “in toto” del cuore, valutato in maniera semplice e ripetibile con lo strain bidimensionale (2DSE), è un potente marker prognostico nel follow-up del paziente dopo sindrome coronarica acuta (SCA) !! I risultati di questi studi sottolineano con chiarezza il valore incrementale dello studio del GLS nella stratificazione prognostica complessivamente di più di 1000 pazienti con recente SCA. Ciò che colpisce è che nei diversi studi il valore del GLS rimane costante indipendentemente dalla tipologia di infarto (STEMI o NSTEMI), dal timing dell’evento (acuto o subacuto), dalla strategia riperfusiva (trombolisi o PTCA). In particolare, l’analisi con 2DSE si è dimostrata in grado di rilevare una deformazione miocardica peggiore nei segmenti acinetici che non recuperano la loro funzione contrattile dopo terapia di rivascolarizzazione. E’ stata dimostrata, inoltre, una significativa associazione dell GLS misurato mediante 2DSE sia con il picco di troponina I che con il WMSI, rilevando un ruolo di tale metodica nella definizione dell’estensione dell’area infartuale. Inoltre, un GLS peggiore in basale ed il suo mancato miglioramento precoce dopo PTCA risultavano essere predittori indipendenti di sviluppo di rimodellamento negativo del ventricolo sinistro e di eventi cardiaci al follow-up. In particolare, un valore di GLS oscillante nei vari studi tra < -12 e < -15 % ha dimostrato una sensibilità tra l’80 e il 90% ed una specificità tra il 75 e l’85% nel predirre il mancato recupero della funzione contrattile del ventricolo sinistro. Infine, un valore < - 15% di GLS post SCA ha dimostrato capacità di identificare la presenza di un’area di scar > 20% alla cardio RMN, ed un rischio di 4 volte superiore di mortalità cardiaca ad un follow-up di 12 mesi. Considerando che il calcolo del GLS in mani esperte è altamente riproducibile e rapido (meno di 5 minuti), al cardiologo ecocardiografista che lavora in UTIC suggeriamo: pochi minuti di acquisizione, ed avrai tra le mani uno strumento “prognostico” teoricamente più potente della frazione di eiezione….!!! BIBLIOGRAFIA 1.Sjøli B, Ørn S, Grenne B, Vartdal T, Smiseth OA, Edvardsen T, Brunvand HComparison of left ventricular ejection fraction and left ventricular global strain as determinants of infarct size in patients with acute myocardial infarction. J Am Soc Echocardiogr. 2009;22(11):1232-8. 2.Antoni ML, Mollema SA, Atary JZ, Borleffs CJ, Boersma E, van de Veire NR, Holman ER, van der Wall EE, Schalij MJ, Bax JJ. Time course of global left ventricular strain after acute myocardial infarction. Eur Heart J. 2010;31(16):2006-13. 3.Antoni ML, Mollema SA, Delgado V, Atary JZ, Borleffs CJ, Boersma E, Holman ER, van der Wall EE, Schalij MJ, Bax JJ.Prognostic importance of strain and strain rate after acute myocardial infarction. Eur Heart J. 2010 ;31(13):1640-7. 4.Eek C, Grenne B, Brunvand H, Aakhus S, Endresen K, Hol PK, Smith HJ, Smiseth OA, Edvardsen T, Skulstad H. Strain echocardiography and wall motion score index predicts final infarct size in patients with non-ST-segment-elevation myocardial infarction. Circ Cardiovasc Imaging. 2010;3(2):187-94. 5.D’Andrea A, Cocchia R, Caso P, Riegler L, Scarafile R, Salerno G, Golia E, Di Salvo G, Calabrò P, Bigazzi MC, Liccardo B, Esposito N, Cuomo S, Bossone E, Russo MG, Calabrò R. Global longitudinal speckle-tracking strain is predictive of left ventricular remodeling after coronary angioplasty in patients with recent non-st elevation myocardial infarction. Int J Cardiol. 2010 Sep 13. [Epub ahead of print] 12 13 LISTA ARTICOLI AUTORI ITALIANI PER SIEC ECHO NEWS ::: A cura di Rodolfo Citro ::: :: Aortic Root Dimensions in Elite Athletes :: Antonello D’Andrea, Lucia Riegler, Rosangela Cocchia, Raffaella Scarafile, Gemma Salerno, Rita Gravino, Enrica Golia, Olga Vriz, Rodolfo Citro, Giuseppe Limongelli, Paolo Calabrò, Giovanni Di Salvo, Sergio Cuomo, Pio Caso, Maria Giovanna Russo, Raffaele Calabrò, Eduardo Bossone Am J Cardiol. 2010 Jun 1;105(11):1629-34. I ranges di normalità dell’aorta nell’atleta. La radice aortica è significativamente maggiore negli atleti di elite che praticano sport di potenza rispetto agli atleti di endurance, confrontati sia per età che per sesso. Tuttavia una significativa dilatazione dell’aorta ascendente e un rigurgito aortico non sono riscontrati comunemente. :: Prevalence and Clinical Significance of Aortic Root Dilation in Highly Trained Competitive Athletes :: Antonio Pelliccia, Fernando M. Di Paolo, Elvira De Blasiis, Filippo M. Quattrini, Cataldo Pisicchio, Emanuele Guerra, Franco Culasso, and Barry J. Maron Circulation. 2010 Aug 17;122(7):698-706, Una dilatazione della radice aortica >40mm e >34mm, rispettivamente in atleti ed atlete altamente allenate non è comune, è improbabile che 14 rappresenti la conseguenza fisiologica dell’allenamento, ed è più probabile che sia l’espressione di una condizione patologica, tale da raccomandare uno stretto controllo clinico. :: Second-opinion stress tele-echocardiography for the Adonhers (Aged donor heart rescue by stress echo) project :: Daniele Franchi, Davide Cini, Giorgio Arpesella, Sonia Gherardi, Italo Calamai, Giuseppe Barletta, Serafina Valente, Emilio Pasanisi, Stefania Sansoni, Caterina Ricci, Walter Serra, Eugenio Picano, Tonino Bombardini Cardiovasc Ultrasound. 2010 Jun 1;8:20. Una seconda opinione ottenuta grazie alla tele-ecocardiografia può essere ottenuta in rete con l’obiettivo di ampliare con sicurezza il parco dei donatori per trapianto cardiaco. :: The PFO anatomy evaluation as possible tool to stratify the associated risks and the benefits arising from the closure :: Giovanni Fazio, Giovanni Ferro, Patrizia Carità, Monica Lunetta, Alessandro Gullotti, Renato Trapani, Adele Fabbiano, Giuseppina Novo, and Salvatore Novo Eur J Echocardiogr. 2010 Jul;11(6):488-91 E’ possibile ipotizzare che non tutti i PFO abbiano lo stesso valore prognostico. La valutazione di due caratteristiche anatomiche (grandezza e presenza di recessi embrionali) può permetterci di identificare quali di questi PFO sono ad alto rischio e quindi quali pazienti potranno avere un maggior beneficio dalla sua chiusura. Timing and magnitude of regional right ventricular function: a speckle tracking-derived strain study of normal subjects and patients with right ventricular dysfunction. Meris A, Faletra F, Conca C, Klersy C, Regoli F, Klimusina J, Penco M, Pasotti E, Pedrazzini GB, Moccetti T, Auricchio A. J Am Soc Echocardiogr. 2010 Aug;23(8):823-31. Epub 2010 Jun 19. Lo “speckle tracking” non solo rende possibile quantificare la funzione ventricolare destra globale e ma anche di identificare la fisiologia della contrazione ventricolare destra ed il pattern di attivazione regionale. Lo strain misurato tramite “speckle-tracking potrebbe diventare un nuovo importante strumento di valutazione e di follow-up dei pazienti con funzione ventricolare destra compromessa e con ipertensione polmonare. :: report :: ECOCARDIOINFORMATICA 2010 ::: A cura di Alfredo Posteraro e Antonino Granatelli ::: o scorso 14 ottobre si è tenuto a Roma il convegno Ecoc@rdioinformatica 2010. Lo spunto che ha dato vita a tale occasione di incontro nasce dal tentativo di dare risposta ad una domanda sempre più importante nell’ambiente cardiologico: perché oggi un medico cardiologo dovrebbe auspicare l’informatizzazione del governo clinico dei propri pazienti? Ecoc@rdioinformatica 2010 quindi è nato con l’intento di raccogliere le esperienze e le proposte operative di chi, misuratosi con i problemi e le contraddizioni della nostra attività lavorativa quotidiana, ha cercato soluzioni avvalendosi della tecnologia informatica e per sollecitare una adeguata sensibilità collettiva verso i problemi gestionali in Cardiologia. Poiché l’evoluzione tecnologica della diagnostica per immagini ha costretto gli operatori a confrontarsi con lo sviluppo della gestione digitale dell’imaging, la prima parte della giornata ha avuto lo scopo di fornire ai partecipanti l’opportunità di apprendere e valutare i vantaggi della digitalizzazione del laboratorio di ecocardiografia e le modalità pratiche per attuare tale processo. Ciò è avvenuto mediante una selezione di relazioni mirate ed una ampia dimostrazione pratica del flusso di lavoro nei laboratori di ecocardiografia ed emodinamica dalla quale è emersa in modo inequivocabile la necessità di integrare non solo le varie modalità di imaging, ma anche le informazioni cliniche critiche del paziente, allo scopo di dimostrare come il corretto utilizzo degli strumenti informatici può migliorare drasticamente la gestione clinica dei pazienti e rappresentare uno strumento irrinunciabile di riduzione dei costi assistenziali. Nella seconda parte dell’evento l’analisi è stata estesa alla necessità di avere a disposizione sistemi all’interno dei quali siano integrate e disponibili tutte le informazioni critiche per la gestione clinica del paziente, che consentano una vera integrazione tra ospedale e territorio e che siano utilizzabili ed interrogabili anche al di fuori del sistema (dipartimentale, aziendale, regionale, nazionale) che le ha prodotte e cioè in qualsiasi luogo e situazione sia necessario per la salute del paziente. Il contributo fattivo alla riuscita dell’evento che è arrivato dai vertici della SIEC (Pio Caso e Giovanni La Canna) e da chi nella nostra So- cietà si stanno occupando di Health Technology Assesment (Gianni Tonti), Area Sonographer (Claudio Coletta) e Formazione (Paolo Pino), unito alla sensibilità dell’università (Maria Penco) alle problematiche aperte sull’argomento, al coinvolgimento di IHE Italia (Roberto Silverio) ed alla comunione di intenti con l’Area Informatica di ANMCO (Guido Giordano, Antonio Mantero, Mimmo Di Girolamo e Paolo Barbier), con il GISE (Carlo Trani) e con tutti gli amici e colleghi (Fabrizio Ammirati, Piero Amodeo, Nadia Aspromonte, Orazio Bonaccorso, Roberto Donati, Giuseppe Ferraiuolo, Costanza Goffredo, Vincenzo Guido, Paolo Trambaiolo) che hanno voluto contribuire ad approfondire tali tematiche sono sicuramente un importante presupposto per lo sviluppo di importanti strategie comuni future in questo campo. Infatti, solo con la consapevolezza delle opportunità tecnologiche a nostra disposizione, con il dialogo costruttivo con l’ingegneria clinica, con gli sforzi congiunti delle Società Scientifiche e con scelte di politica sanitaria adeguate e condivise potremo avere la chance di governare un processo che potrà migliorare la nostra attività lavorativa quotidiana. In altre parole la clinica non potrà fare a meno dell’informatica se aiuteremo quest’ultima a sviluppare soluzioni in grado di assicurare a noi operatori ed ai nostri pazienti gradi sempre maggiori di semplicità, qualità e sicurezza. A breve l’intero slide-set del convegno nonché la clip relativa alla live-session saranno disponibili su piattaforma web dedicata con accesso libero per tutti i soci; le modalità di collegamento verranno comunicate via mail. 15 :: news :: CORSO SIEC GENERALE BARI 29.09.2010 – 02.10.2010 ::: A cura di Nicola d’Amato ::: :: Convegno ARCA SIEC a Perugia :: METODICHE DIAGNOSTICHE DI IMAGING CARDIOLOGICO NON INVASIVO A CONFRONTO ::: A cura delle dott.sse Ketty Savino e Maria Gabriella Pinzagli ::: S i è concluso a Bari il Corso per la Certificazione di Competenza Generale. Sono soddisfatto per riuscita ed altrettanto lo sono i corsisti. Devo dire che il gruppo è stato molto ordinato, attento e puntuale. Persone tutte molto motivate. E’ stato un corso sponsorizzato da più aziende e ci sono stati paganti in proprio, segno questo della difficoltà economica di questo periodo, ma anche del confermato gradimento dei nostri corsi. Per contenere le spese ho organizzato il corso presso l’Ospedale Di Venere (dove lavoro) e questo ha reso le cose più faticose per me, in quanto ho dovuto personalmente seguire passo passo tutte le fasi. I docenti (Tota, D’Amato, Colonna, Marotta, Galgano, Manuppelli, Greco, Pisacane) si sono privati senza farlo pesare della comodità di un’unica sede (hotel + sala convegno). Un ringraziamento particolare alla nostra Elvira. Con la sua incontenibile esuberanza, sempre accompagnata dal sorriso, ha animato, stimolato e condotto a buon fine il lavoro di tutti. Ha saputo attirare nuovi soci, riacchiappare i vecchi, richiamare l’interesse per tutti i prodotti ed attività della nostra società, anche con sponsor di passaggio. Ribadisco la necessità di autorizzare il Delegato Regionale a nominare docenti anche fuori dall’albo dei docenti e soci SIEC, specie quando per varie ragioni si deve contare solo sulle forze locali. Se la selezione è contenuta e corretta si possono coinvolgere, in modo meno ingessato, validi e conosciuti docenti. Non è escluso che alcuni di essi potranno in seguito proseguire il cammino nella SIEC. Il DR Puglia e Basilicata Nicola D’Amato 16 I l giorno 16 ottobre 2010 presso la Sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia – Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia, e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Perugia – Facoltà di Medicina e Chirurgia, Azienda Ospedaliera di Perugia, ASL 3 – Umbria, e della SIMG sezione di Perugia si è svolto il Convegno Nazionale congiunto SIEC – ARCA. Il convegno è iniziato con il saluto del Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Prof. Adolfo Puxeddu, del Direttore Sanitario Prof. Giuseppe Ambrosio e dei Presidenti della SIEC - Dott. Pio Caso e dell’ARCA - Dott. Giovanni Zito. Presidente della SIEC - Dott. Pio Caso e dell’ARCA - Dott. Giovanni Zito. Nel corso delle varie sessioni i Relatori hanno preso in considerazione caratteristiche, vantaggi e limiti delle e sono stati discussi i percorsi diagnostici più appropriati per ogni cardiopatia al fine di ottenere una diagnosi accurata e precoce. Oggi, il cardiologo, ha la possibilità di effettuare indagini di diversi livelli con l’obbiettivo di individuare la metodica più appropriata per ciascuna patologia cardiovascolare, sia per ottimizzare i tempi che i costi di ciascun iter diagnostico. Nel susseguirsi degli interventi scientifici sono state affrontate tutte le tematiche legate all’utilizzo dei diver- si livelli delle metodiche diagnostiche: ecocardiografia standard, ecocardiografia tridimensionale e quantizzazione mediante speckle tracking bidimensionale, scintigrafia miocardica, TC coronarica e RM cardiaca. Dal confronto delle esperienze dei relatori e dalla discussione collegiale non è emerso un conflitto tra le indagini strumentali ma una integrazione delle stesse al fine di rispondere a tutti i quesiti di diagnosi e stratificazione del rischio cardiovascolare. Nel corso del Convegno sono state presentate due Letture Magistrali la prima del Prof. Giuseppe Ambrosio dal titolo “La componente microvascolare nella cardiopatia ischemica”, la seconda del Dott. Luigi Badano dal titolo “La multi modalità nel laboratorio di ecocardiografia”. Il Convegno ha ottenuto un notevole successo confermato dall’articolata discussione che ogni intervento ha suscitato e dall’ampia presenza dei cardiologi umbri, degli Specializzandi in Cardiologia e degli studenti del V e VI anno di Medicina. Piena soddisfazione dalla giornata hanno espresso. 17 :: report :: CORSO DI COMPETENZA IN ECOGRAFIA VASCOLARE GENERALE ::: A cura di Fabio Lattanzi ::: Delegato Regionale SIEC Toscana OTTIMA RISPOSTA AL NUOVO SITO oltre 80% dei soci ritiene valido il nuovo assetto del sito, LE VISITE SI SONO TRIPLICATE NELL’ULTIMO MESE Visite Periodo: 26/08/2010 - 25/09/2010 18 S i è svolto in Toscana, a Pisa dal 14 al 16 ottobre 2010, il primo Corso di Competenza in Ecografia Vascolare Generale. Questa prima edizione del corso, peculiare per la presentazione di un nuovo programma con materiale inedito, e per le sponsorizzazioni multiple, ha avuto un ottimo successo in ordine di iscrizioni e di gradimento dei partecipanti . Hanno partecipato 42 allievi, provenienti da varie regioni (Lombardia, Friuli, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Campania, Sicilia, oltre ovviamente la Toscana), di cui circa 1/3 privati non sponsorizzati, a testimonianza dell’interesse nell’argomento. Il materiale presentato è stato di alta qualità, come tutte le lezioni. I video clip e le prove pratiche, rese possibili dalla disponibilità di 3 ecografi, offerti gentilmente dalla Philips, sono state particolarmente gradite dagli allievi, ai quali, al termine del corso sono stati consegnati i CD con le slides ed il materiale didattico relativi alle lezioni. Gli attestati di gradimento hanno sicuramente ripagato delle fatiche non indifferenti nell’organizzazione del corso. Un ringraziamento a tutti i docenti (Anna Marotta, Umberto Conti, Fabio Mori, Alberto Balbarini) ed in particolare a Danilo Giannini, del Settore Formazione, responsabile scientifico del corso e di buona parte del materiale presentato. Una esperienza senz’altro da ripetere, considerando che anche tra i cardiologi sta crescendo l’interesse e la volontà ad interessarsi delle patologie “periferiche”, acquisendo, così, una autonomia gestionale ed un approccio diagnostico integrato al paziente con patologia cardiovascolare. 19 HOT NEWS FROM ESC IN ECHOCARDIOGRAPHY ::: A cura di Olga Vriz ::: A ll’ESC 2010 di Stoccolma è stata sottolineata l’importanza dell’ecocardiografia sia transtoracica (TTE) che transesofagea (TEE) in alcune situazioni cliniche molto comuni come la ricerca di fonti emboligene, ma anche sono state presentate alcune nuove metodiche che dal laboratorio di ricerca stanno entrando nella pratica clinica. “ Management of sources of embolism: the role of echocardiography”. L’ecocardiografia ha un ruolo determinate nella ricerca di foci emboligene di origine cardiogena (PFO, ateromasia aortica, masse cardiache, AF) ma con indicazioni diverse. La sessione sulle fonti emboligene di origine cardiaca si è aperta con il punto di vista del neurologo (IM Ferro, Lisbona, PT) per quale il TTE/TEE non è un esame che ha un marcato impatto sulla gestione terapeutica del paziente (trombolisi) o sulla stratificazione prognostica ma ha un suo spazio, secondo il neurologo, in situazioni non chiare come la ricerca di un patent forame ovale (PFO). PFO. Nel PFO ed aneurisma del setto inter-atriale (ASA), P Amarenco (Paris, F) ha indicato l’utilizzo del TEE/TEE solo quando le indagini precedenti sono negative visto che a tutt’oggi non ci sono chiare indicazioni sull’opportunità della chiusura del PFO. Infatti uno studio ha dimostrato un rischio annuo di stroke del 4% in soggetti con PFO+ASA ed una recente metanalisi ha evidenziato un RR per il PFO di recidiva di stroke dello 0.52-1.74. Aorta. A Evangelista (Barcellona, SP) ha proposto una classificazione TEE dell’ateromasia aortica: grado I normale intimamedia thickness (IMT); grado II da 1-3.9 mm; grado III: Ateroma; grado IV: trombo fluttuante. Tale classificazione dovrebbe contribuire all’approccio terapeutico. Il PICSS study ha infatti dimostrato una associazione del 65% tra ateroma dell’arco aortico e stroke embolico e una incidenza alle recidive del 16.4% vs 15.8% (p=0.03) nei paziente trattati con aspirina o warfarin e non. Masse cardiache. RP Martin (Atlanta, USA) descritto il ruolo dell’ecocardiografia nella ricerca di masse cardiache come fonte di embolizzazione:’endocardite, tumori cardiaci primitivi (mixoma) e metastatici. Il relatore ha sottolineato l’importanza della gestione del paziente con fibrillazione atriale (AF) argomento che è stato ulteriormente approfondito nella sezione: “Cardiac imaging for atrial fibrillation management”. La AF è la forma di aritmia piu’ frequente (prevalenza del 0.4-1% nella popolazione generale, 8% della popolazione sopra gli 80 anni). Lueng (Liverpool, UK) ha proposto dei parametri ecocardiografici predittivi di insorgenza di AF: volume atriale > 24 ml/m2, deformazione atriale (strain 20-25%) e Sitges (Barcellona, SP) ha proposto dei parametri ecocardiografica per l’approccio te20 rapeutico: atrio sinistro molto grande (32 ml/m2), bassa velocità a livello di auricola, indice di deformazione basso fanno propendere per il controllo della frequanza piuttosto che del ritmo cardiaco. Il dr P Colonna (Bari, IT) ha sottolineato l’utilizzo dell’ecocardiografia, in particolare del TEE, nella gestione della terapia anticoagulante. Il TEE può: 1) accorciare i tempi di scoagulazione pre-CVE; 2)individuare i pazienti ad alto rischio di stroke che necessitano terapia anticoagulante (presenza di trombo in atrio sx, placche ateromasiche complesse in aorta, contrasto spontaneo e bassi flussi in auricola); 3) un TEE ad 1 settimana da una CVE che dimostri una buona contrattilità dell’auricola puo’ ridurre i tempi di scoagulazione (in condizioni normali 4 settimane). Ci sono state un paio di sessioni sulle metodiche emergenti e che dal laboratorio di ricerca stanno entrando nella pratica clinica. “Speckle tracking echocardiography: a new window into coronary artery disease”. R Hoffmann (Aachen, DE) ha illustrato la possibilita’ di analizzare la disfunzione sistolica e diastolica attraveso lo strain e lo studio della disfunzione diastolica a funzione sistolica conservata. Hoffmann ha dimostrato che la metodica e’ in grado di discriminare un infarto trasmurale da uno non-transmurale con l’analisi dello strain regionale radiale a livello di endo-mid ed epicardio ed i suoi dati di vitalita’ con lo strain sono paragonabili ai risultati ottenuti con la MRI. GA Derumeaux (Bron, FR) concentrava la sua presentazione sul significato prognostico dell’analisi speckle tracking perche’ definisce le dimensioni dell’infarto, della riserva contrattile e le modificazione dinamiche nel tempo della regione infartuata. Lo speckle tracking individua l’area infartuale ma anche la zona peri-infartuale che e’ ad alto rischio in occasione di un nuovo evento ischemico. La conclusione e’ che lo speckle tracking ha un potere prognostico superiore ai paramtri ecocardiografici tradizionali (frazione di eiezione e wall motion index). “How to assess left ventricular function?” Dr Voigt (Belgio) ha esposto l’utilizzo del global strain per la misurazione della funzione globale del ventricolo sinistro (VS). Ad esempio il global longitudinal speckle strain potrebbe essere utilizzato nella definizione delle alterazioni precoci della funzionalità del VS come ad esempio nella cardiomiopatia da chemioterapia ed è molto piu’ sensibile della EF e wall motion index. Monaghan (UK) ha sottolineato il ruolo del 3D per la defizione della funzione di pompa globale e segmentaria del VS. E’ stato stressato il fatto che la tecnologia è molto migliorata con risultati 3D “migliori” del 2D inoltre l’aquisizione del full volume ora avviene da un singolo battito. Inoltre l’accuratezza e la riproducibilità del 3D per la determinazione dei volumi delle camere cardiache e della funzione di pompa sono paragonabili alla MRI con bassa variabilità inter e intra osservatore. Il 3D pare ormai una metodica consolidata nella pratica clinica per la determinazione della funzionalità del ventricolo sinistro. 21 CENSIMEN TO DEI LABORATO RI DI ECOGRAFIA CARDIOVAS COLARE E Si segnala c he è in corso la fase finale censimento del laborato del r i. S i ricorda che i Laboratori tutti censiti sia A ccreditati SIE non accredit C che ati faranno parte di una colare sezion partie del sito. La chiusura del simento avv cenerrà il 31 Dic embre ,affre scaricare e c tt a rsi a ompilare il m odulo dedica to EUROPEAN ASSOCIATION OF ECHO RINNOVA I DIRIGENTI Al voto per le posizioni di Presidente Eletto, Tesoriere ,Segretario e Consigliere dell’European Association of Echo sono chiamati i 240 iscritti Italiani all EAE. Vi alleghiamo la lista dei candidati con le rispettive posizioni per cui concorrono .Accanto ai nostri Maurizio Galderisi e Stefano Rigo vi sono tanti valenti colleghi che hanno dato lustro all’ecocardiografia europea ,selezionati dall’apposito comitato per le candidature dell’EAE. Si voterà dal 15 ottobre al 15 Novembre per via elettronica e vincano i migliori... 22 23
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Antonello D’Andrea, Francesca Martone, Biagio Liccardo, Anna Lisa Licciardi,§ Mariano Mazza, § Anna Nunziata, Enza di Palma,
°Massimo Romano, *Nicolino Esposito, *Rosario Zappalà, **Eduardo Bossone...