SIEC ECHO NEWS
Transcript
SIEC ECHO NEWS
Febbraio 2013 Periodico Informatico della Società Italiana di Ecografia Cardiovascolare Edizione n. 1 SIEC ECHO NEWS 1 SIEC ECHO NEWS Direttore Responsabile: Giovanni La Canna Direttore: Paolo Trambaiolo Caporedattore: Rodolfo Citro Redazione: Federica Ferraiuolo Francesco Natale A cura di: Progetto grafico: 2 LETTERA - “Comunicare” con il prossimo Congresso SIEC Nazionale: istruzioni per l’uso!!! a cura di Paolo Trambaiolo 3 Il Messaggio del Presidente a cura di Giovanni La Canna 4 Prefazione a cura di Rodolfo Citro 5 TORINO MAGIA e……..tanto altro a cura di Mauro Giorgi 6 Storie di Cuore…. SIEC: Rodolfo Citro intervista Vitoantonio Di Bello a cura di Rodolfo Citro 15 European Association of Cardiovascular Imaging (EACVI): un importante salto di qualità nel campo dell’Imaging cardiovascolare non-invasivo. a cura di Antonello D’Andrea 17 I lavori dei giovani SIEC ad Euroecho. a cura di Ines Monti 18 Rimembranze. “Immergersi nel profondo e azzurro mare: il riflesso da immersione”. a cura di Aldo Iacono 20 Il vascolare integrato nella SIEC….. rispetto alle altre Società. a cura di Francesco Natale e Giovanni La Canna 23 Ecocardiografia e specializzandi ... a cura di Federica Ferraiuolo 24 Italiani su Pubmed leggete gente! a cura di Gennaro Provenza 26 COMUNICARE con il prossimo Congresso SIEC Nazionale: istruzioni per l’uso!!! ::: A cura di Paolo Trambaiolo ::: Il prossimo Congresso Nazionale della SIEC si terrà a Torino dal 28 aprile al 1 maggio come ormai è noto quasi a tutti. Tuttavia il “quasi” è d’obbligo in quanto non tutti sono stati ancora raggiunti dalla notizia. Poche righe per darvi le coordinate per accedere al Congresso: 1. Dal SITO SIEC cliccare sul logo del congresso e sarete trasportati “magicamente” nel sito del congresso. 2. Dalla pagina principale del sito SIEC e del sito del congresso cliccando sulla icona azzurra con la “F” si accede alla pagina SIEC di Facebook. 3 3. Alla pagina di FB chiunque può richiedere l’accesso e verrà aggiunto dal sottoscritto. 4. Dalla pagina di FB si potrà inoltre tornare sia sulla pagina del sito SIEC che su quella del Sito del Congresso. In poche parole le tre strutture sono in stretta relazione elettronica e perciò utilizzabili a secondo delle Vostre necessità. In fine sono accessibili sia da computer (Mac o Windows), che da smartphone o tablet (IOS o Android o windows) Una buona navigazione a tutti …….. Torino si avvicina!!! L E T T E R A MESSAGGIO DEL PRESIDENTE ::: A cura di Giovanni La Canna ::: Il messaggio del Presidente “Carissimi Soci, sono lieto di presentare a nome del Consiglio Direttivo il programma del Congresso SIEC 2013. In accordo con la “visione clinica” annunciata nel precedente numero di ECO News, il programma del congresso è dominato da temi di Ecocardiografia Clinica e di Imaging Multimodale. Sono inoltre previste sessioni di tecnologia ecocardiografica avanzata e di “Focused Echo” di alta specialità mirate all’impiego della metodica in temi specifici. Inoltre, in relazione alla progressiva espansione dell’Ecocardiografia, è stato programmato un corso di “Ecocardiografia di base”, per quanti si avvicinano come primo approccio o comunque intendono fruire di una sistematica e critica revisione delle applicazioni della metodica nella pratica clinica (cardiologi,medici internisti,operatori tecnici, bio-ingegneri). Le “High Lectures” moderate da P. Lancellotti (presidente EACVI) e F.Pinto (presidente ESC) saranno l’occasione di uno stimolante confronto culturale con ospiti internazionali. Disfide tra squadre “borboniche” e squadre “savoiarde”, avvincenti sedute di “Bingo Ecocardiografico”, incontri BarCamp aggiungeranno al Congresso una nota di simpatia (“imparare divertendosi”) e di libertà di espressione (“dite la vostra”). In un clima di effervescenza non poteva mancare un momento di riflessione filosofica che ci porterà importanti considerazioni su “la complessità del vivente” con un successivo intrattenimento culturale ad impronta gioiosa. Inviate le vostre comunicazioni scientifiche, perchè in un momento di limitate risorse e di riconsiderazione dei modelli di organizzazione sanitaria, dobbiamo dare sempre più forza espressiva alla nostra cultura ed all’occasione che essa può darci di gestire al meglio il paziente. La città di Torino potrà fornirci l’adeguato teatro per rafforzare il nostro senso di appartenenza alla SIEC, che si è avviata allo storico traguardo di 3.000 iscritti”. 4 PREFAZIONE ::: A cura di Rodolfo Citro ::: Cari Soci, innanzitutto desidero iniziare questo primo numero del 2013 con un augurio di buon anno a tutti voi. Confido di trovarvi più rilassati (e probabilmente più torniti!) dopo le “fatiche culinarie” delle festività natalizie. Infatti, ai più attenti non sarà sfuggita la recente metanalisi pubblicata su JAMA dal titolo “Association of All-Cause Mortality With Overweight and Obesity Using Standard Body Mass Index Categories. A Systematic Review and Meta-analysis” che rende finalmente giustizia alla “pancetta da commendatore”. Sembrerebbe infatti che al contrario dell’obesita’ di grado 2 e di grado 3 quella di grado 1 non sia associata ad incremento di mortalità da tutte le cause e che il “sovrappeso” si associ addirittura a una mortalità più bassa! Autentica gioia per le mie orecchie ……. e per il mio palato! Tutto ciò fa il paio con un altro interessante recentissimo paper su falsi miti in tema di obesità, che è l’articolo pubblicato su NEJM intitolato “Myths, presumptions, and facts about obesity” che pur riconoscendo l’importanza dell’attività fisica riabilita, se non proprio i sedentari, almeno i “moderatamente” pigri. Dopo aver fatto pace con i nostri sensi di colpa per le ghiotte libagioni natalizie che le varie tradizioni culinarie sparse dalle Alpi alla Sicilia, hanno offerto a tutti noi, proiettiamoci nel 2013 che sarà un anno fondamentale per la SIEC. È in programma infatti il Congresso Nazionale, che per la prima volta nella storia si svolgerà a Torino le cui attrazioni, meraviglie e segreti troverete mirabilmente decritti da Mauro Giorgi. La sede, all’ombra della Mole, le innovazioni tecnologiche e multimediali e un format del tutto originale caricano questo evento di grande curiosità ed interesse. È proprio quanto traspare dai messaggi di apertura sia del Presidente Giovanni La Canna che dell’inesauribile nostro responsabile della S. O. Comunicazione Paolo Trambaiolo. Troverete, inoltre, due articoli sull’ultimo Euroecho tenutosi ad Atene (uno di Antonello D’Andrea e l’altro di Ines Monti) ed un dettagliato riconoscimento dei tanti iscritti SIEC che si sono distinti in questo prestigioso congresso internazionale testimoniando il fervore e la vitalità culturale della linea verde SIEC (se qualcuno è sfuggito non se ne dolga…). Oltre alla consolidata e apprezzata rubrica “Leggete su Pubmed” curata con attenzione da Gennaro Provenza, questo numero si caratterizza per una nuova rubrica denominata “Storie di cuore …SIEC” in cui saranno di volta in volta intervistati personaggi che in varia maniera hanno caratterizzato la storia della società, raccontando storie, non solo professionali, tese a far emergere lati poco conosciuti come ambizioni, sogni, momenti particolari e difficoltà che hanno segnato i percorsi di vita di ciascuno. In questo numero ho intervistato personalmente Vitoantonio Di Bello. Il futuro Presidente della SIEC si è aperto in un racconto interessante che ci porta a conoscerlo un po’ di più, anche con qualche sorpresa! A dare voce alle aspirazioni dei giovani specializzandi in orbita SIEC ci ha pensato Federica Ferraiuolo. Infine, ho voluto includere in questo numero una lettura recentemente tenuta al III Congresso degli Allievi Iaconiani dal mio primo maestro di cardiologia il Professor Aldo Iacono, che con struggente malinconia parte da un poetico ricordo dell’età giovanile di una sua tipica giornata estiva partenopea fino a considerazioni di fisiopatologia cardiovascolare sul riflesso da immersione. Buona lettura e buona SIEC a Tutti! 5 TORINO MAGIA e…….. tanto altro! ::: A cura di Mauro Giorgi ::: Situata sul 45° parallelo, ovvero esattamente sulla metà del nostro emisfero, il capoluogo piemontese ha sempre mantenuto la sua fama di città magica, collocata al vertice di un “triangolo bianco”, insieme con Lione e Praga, ma anche di un “triangolo nero”, con Londra e San Francisco. Forse perché sorge nel punto d’incontro di 3 fiumi, due di caratteristiche “femminili”, la Dora Riparia e la Dora Baltea ed uno di caratteristiche “maschili”, il Po ovviamente: quindi si trova al di sopra di un importante nodo energetico, centro sacro di energie telluriche. Si dice sia stata fondata dagli Egizi (Fetonte, figlio di Iside, che dedico il luogo al culto al dio Api, che gli Egizi raffiguravano con le sembianze di un toro): non a caso, a Torino vi è il secondo Museo Egizio a livello mondiale (dopo quello del Cairo), con tutti i suoi significati esoterici. Inoltre Torino fu il centro di potere della dinastia sabauda, i cui legami con l’esoterismo sono stati più volte individuati e sottolineati. E non a caso la città divenne meta di personaggi del calibro di Paracelso, Cagliostro e del misterioso Conte Foto 1 - Piazza Statuto: di Saint-Germain, nonché di Nostradamus, che per un certo la Fontana del Frejus periodo fu invitato appositamente a Torino, dalla Francia, dalla regina Margherita di Valois. Torino diede, inoltre, nel secolo scorso i natali a Gustavo Rol, sensitivo e veggente contemporaneo, una delle figure esoteriche più discusse di questi ultimi tempi. Alla città di superficie, poi, si sviluppa quasi parallelamente una città sotterranea, universo parallelo di gallerie, cripte, cunicoli ed ambienti ipogei, tra i quali le leggendarie Grotte Alchemiche, luogo segreto di potere situato all’incrocio di Foto 2 - Il Rondò della Forca importanti linee geomantiche, che si dice si trovino da qualche parte nei sotterranei di Palazzo Madama. Un tour nella Torino magica può iniziaredalla nigredo, dal punto più “nero” di Torino, Piazza Statuto. Considerato sin dall’antichità come luogo negativo, era sede in epoca romana di una grande necropoli, quindi luogo consacrato alla morte. Al centro della piazza si trova la Fontana del Frejus (foto 1), un monumento in pietra nera che ricorda le vittime sul lavoro per la costruzione del traforo del Frejus. Le figure umane, in candida pietra che spicca su quella del monumento, appaiono adagiate e sofferenti; sulla cima, una figura alata reca in testa una stella a cinque punte. Secondo la leggenda la fontana celerebbe nientemeno che la “Porta degli Inferi”, e la figura alata sulla sommità non sarebbe altri che Lucifero, il “portatore di luce”, l’angelo caduto in seguito alla ribellione verso i Creatore. Leggenda o realtà, in Piazza Statuto è collocata 6 la sala comando dell’intera rete fognaria nera della città (l’antica cloaca), e quindi metaforico, se non altro, punto di accesso dell’inferno… Foto 3 - Piazza Savoia con l’obelisco Poco distante da questo monumento c’è un giardinetto al centro del quale è collocato un obelisco bianco (quasi occultato dalla vegetazione), voluto da Napoleone Bonaparte e dedicato al prof. Beccaria, considerato un punto geodetico di energia negativa. Sulla sommità è posizionato un astrolabio e dovrebbe indicare che in questo punto passa il 45° Parallelo. Lasciando Piazza Statuto, attraverso C.so Valdocco (nome che deriva dal latino “vallis occisorum”, la «valle degli uccisi»), si giunge in un grande spiazzo circolare, al centro del quale si trova un’aiuola incolta: è il Rondò della Forca (foto 2), che deve il suo nome al fatto che in passato era il luogo designato alle esecuzioni capitali. Non lontano, lungo un’altra traversa, si trova Piazza Savoia, dove svetta un alto obelisco (foto 3). Oltre che richiamo alla civiltà egizia, l’obelisco è un potente simbolo occulto legato alla generazione ma anche al potere. Si rientra verso il centro imboccando Via Garibaldi (una delle più estese vie interamente pedonali d’Italia, animata da centinaia di negozi, caffetterie, pasticcerie ed altre attività commerciali), dove incontriamo la Chiesa della Misericordia, che conserva al suo interno strumenti di esecuzione capitale. Troviamo a circa metà percorso l’antica farmacia “Tullio Bosco”, la cui facciata adorna di simbologia richiama alla mente le famose “dimore alchemiche” descritte da Fulcanelli. Uno sguardo, infine, alla Chiesa dei SS. Martiri, dedicata a Solutore, Avventore ed Ottavio: sulla facciata chiara sono incastonate in quattro nicchie altrettante statue femminili, delle quali solo la prima, che raffigura Maria Maddalena, sembra legata al contesto religioso, mentre le altre tre raffigurano delle dee pagane, testimoni di quel culto che la Chiesa stessa, nei primi secoli della sua affermazione, faticò a reprimere o a rimpiazzare. Si giunge, quindi, in Piazza Castello, enorme e splendida nella recente risistemazione effettuata in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006. Siamo giunti nel cuore “bianco” della città, il centro delle energie positive e benefiche. Su questa piazza affacciano il Palazzo Reale (foto 6), il Teatro Regio, l’Armeria Reale, il Palazzo del Governo, la Biblioteca Reale, l’Archivio di Stato e il Palazzo della Giunta Regionale. Nel centro, si trova il già citato Palazzo Madama, con l’annesso castello che dà il nome alla piazza (foto 7). Degne di nota, tra le altre cose, le statue dei due Dioscuri, i gemelli Castore e Polluce: ritroviamo sul capo di uno di essi la stessa stella a cinque punte che avevamo visto sulla testa nell’angelo nel monumento di Piazza Statuto; l’altro gemello, probabilmente, ne aveva una uguale che poi si è persa nel tempo. 7 Foto 4 Chiesa della Misericordia Foto 6 - Piazza Castello: l’ingresso di Palazzo Reale Foto 5 - Chiesa dei SS. Martiri Foto 7 - Piazza Castello: Palazzo Madama (retro) 8 Si giunge, quindi, in Piazza Castello, enorme e splendida nella recente risistemazione effettuata in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006. Siamo giunti nel cuore “bianco” della città, il centro delle energie positive e benefiche. Su questa piazza affacciano il Palazzo Reale (foto 6), il Teatro Regio, l’Armeria Reale, il Palazzo del Governo, la Biblioteca Reale, l’Archivio di Stato e il Palazzo della Giunta Regionale. Nel centro, si trova il già citato Palazzo Madama, con l’annesso castello che dà il nome alla piazza (foto 7). Degne di nota, tra le altre cose, le statue dei due Dioscuri, i gemelli Castore e Polluce: ritroviamo sul capo di uno di essi la stessa stella a cinque punte che avevamo visto sulla testa nell’angelo nel monumento di Piazza Statuto; l’altro gemello, probabilmente, ne aveva una uguale che poi si è persa nel tempo. Foto 8 - La cupola della Real Chiesa di San Lorenzo Sulla stessa piazza si trova anche l’entrata laterale della Real Chiesa di San Lorenzo. Progettata dall’architetto Guarino Guarini, lo stesso che realizzò la Cappella della Sindone, nel vicino duomo, è stata la prima chiesa ad ospitare il prezioso telo dal momento del suo arrivo a Torino, prima della collocazione attuale nel duomo. Ricca di simbologia, la Real Chiesa affascina soprattutto per la sua cupola “metamorfica”. Vista da una posizione non centrale, infatti, la decorazione della cupola la fa apparire come una serie di volti ghignanti, quasi mostruosi, che sembrano scrutare dall’alto il “malcapitato” osservatore. Se ci si pone al centro della volta, invece, si vede uno splendido fiore ad otto petali. Nel vestibolo della chiesa troviamo una piccola Scala Santa, ispirata a quella ufficiale che si trova nel Palazzo Lateranense, a Roma. Anche in questo caso la scala centrale va percorsa rigorosamente in ginocchio, per ottenere un’indulgenza, mentre le due scalinate laterali possono essere salite a piedi, per ammirare la cappella posta sulla sommità, dove si trova una statua della Pietà. Attraverso una viuzza laterale, si giunge al cospetto del Duomo di San Giovanni, uno degli edifici religiosi più importanti di Torino, in quanto ospita al suo interno la reliquia della Sacra Sindone: è il telo che avvolse il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla Croce, e sul quale, dopo la Resurrezione, è rimasta miracolosamente impressa la sua immagine, portata a Torino dai Cavalieri Templari. 9 Foto 9 - Il Duomo di San Giovanni Foto 11 - La Chiesa della Gran Madre di Dio Foto 10 - La Mole Antonelliana Imbocchiamo Via Po con i suoi portici e seguiamo la sua direzione. Con una piccola deviazione si giunge alla Mole Antonelliana (167,5 m di altezza), dalla quale si può godere della splendida vista panoramica di tutta la città. Superando Piazza Vittorio (la più grande piazza porticata d’Europa) e il ponte sul Po, si giunge alla Chiesa della Gran Madre di Dio, anch’essa ricca di simbologia occulta e nota per l’accostamento al mistero del Santo Graal: infatti, una delle due statue poste ai lati dell’edificio, quella della Fede, tiene un calice elevato nella sua mano sinistra. Secondo la leggenda il suo sguardo indicherebbe il luogo in cui sarebbe sepolto il Sacro Calice. Peccato che la statua non abbia le pupille e pertanto risulta assai arbitrario attribuire una direzione al suo sguardo! Foto 12 - Museo Egizio: il Libro dei Morti di Kha 10 Foto 13 - Museo Egizio: la Mensa Isiaca Torniamo indietro sui nostri passi, e rechiamoci in Via Accademia delle Scienze, dove ha sede il prestigioso Museo Egizio. Furono i Savoia a sostenere ed a diffondere nella capitale del loro regno l’interesse per l’egittologia, così come quello per l’occultismo e l’esoterismo in genere. Il Museo venne fondato nel 1824 da Carlo Felice di Savoia, che acquisì per l’occasione alcune famose e ricche collezioni di reperti, tra cui si distinguono per importanza la tomba intatta di Kha e Merit (foto 12), il tempio rupestre di Ellesija, il Canone Reale, conosciuto anche come Papiro di Torino, una delle più importanti fonti sulla successione dei re egizi ed infine la Mensa Isiaca (foto 13), una tavola ispirata alle tradizioni religiose dell’Antico Egitto, con al centro raffigurata la dea Iside: secondo alcuni esoteristi la tavola in questione ispirò le forme dei Tarocchi, la cui ideazione viene tradizionalmente attribuita al dio egizio Thot. Foto 15 - Via Lascaris: i curiosi occhi sul marciapiede Ci si dirige ora in Piazza Solferino e la sua Fontana delle Quattro Stagioni, nota anche come Fontana Angelica (foto 14). L’opera, costruita secondo i dettami della Massoneria, venne commissionata dal Grande Ufficiale Pietro Bajnotti e realizzata negli anni ’20 dallo scultore torinese Giovanni Riva. Si compone di quattro gruppi statuari, ciascuno rappresentante una diversa stagione dell’anno. Ai lati del monumento, siedono due figure femminili, allegorie della Primavera e dell’Estate, mentre al centro si trovano erette due figure maschili, l’Autunno e l’Inverno, che versano acqua da degli otri, e guardano uno ad oriente ed uno ad occidente. Lo spazio tra le due statue, in realtà, è ben delineato e sembra demarcare un immaginario portale. Secondo l’interpretazione esoterica, infatti, i due giganti rappresentano Jachin e Boaz, i sostenitori delle colonne d’Ercole, ma anche i nomi delle due colonne del tempio di Salomone e, per transizione nella simbologia massonica, i due principi fondamentali dell’uomo, le basi della Sapienza: Stabilità e Forza. Foto 14 - Piazza Solferino: la Fontana Angelica È proprio qui, intorno a questa piazza, che si concentrano le più ardite curiosità “occulte” della città. Percorrendo la traversa denominata Via Lascaris, non sfuggano all’attenzione i curiosi “occhi” dal taglio maligno che si aprono ai piedi del palazzo d’angolo (foto 15). Antica sede di una Loggia Massonica, le feritoie sono in realtà delle prese d’aria e di luce per i locali sotterranei, dove si tenevano le segrete riunioni di Loggia. La facciata dell’omonimo Palazzo Lascaris è disseminata di volti, a volte grotteschi, che prospettano sulla strada. Questa caratteristica la ritroviamo in molti altri palazzi di città. Tra i volti raffigurati, destano maggiore attenzione le varie raffigurazioni di Hermes (il cui nome è legato da sempre alle scienze occulte o, appunto, “ermetiche”) e quelle dei cosiddetti “Green Men”, o «uomini verdi»: volti circondati da fogliame o altri vegetali che fuoriescono dalla bocca o da altri orifizi del viso, cui è legata una complessa simbologia 11 Foto 16 I curiosi demoni-lampada di Via Arsenale Foto 17 - Il Portone del Diavolo: particolare del battente Lungo la vicina Via Arsenale due figure demoniache sorreggono le lampade ai lati del portone di un antico palazzo che oggi ospita una banca (foto 16). Si dice che furono messi lì per fronteggiare, irriverentemente, i due edifici ecclesiastici posti di fronte, il Palazzo della Curia e la Chiesa dell’Immacolata Concezione, in un’epoca (XIX-XX sec.) in cui l’ingerenza ecclesiastica nella vita comune era pesantemente avvertita dalla comunità laica. Sulla stessa strada, all’incrocio con Via dell’Arcivescovado, spicca un’altra “chicca occulta” della città: il Portone del Diavolo (foto 17). Questo palazzo, oggi sede di un istituto bancario, venne fatto costruire nel 1675 dal ministro delle Finanze di casa Savoia, Giovan Battista Trucchi di Levaldigi. Il portone, istoriato di figure occulte ed ornato da un battente che riproduce una testa demoniaca, è ispirato alla carta n° 15, il “Diavolo”, per l’appunto. La leggenda racconta che il ministro, esasperato dalle continue dicerie sul suo conto, alimentate dal fatto che aveva fatto costruire tanti palazzi in pochi anni con denaro di dubbia provenienza, pensò di giocare un bello scherzo ai suoi concittadini, facendo giungere il portone già finito da Parigi, e facendolo installare a notte fonda. La mattina dopo, in molti asserirono che soltanto il diavolo poteva avere fatto un siffatto prodigio! Foto 18 - Via Gioberti: il Quadrato Magico del SATOR 12 Tornando verso Porta Susa, si passa in Via Gioberti, dove, sulla facciata di un palazzo situato al civico n° 23, spiccano due rappresentazioni del Quadrato Magico del SATOR, la più famosa struttura palindroma (una frase latina di cinque parole di lettere, inscritte in un quadrato, che si può leggere in tutti i sensi). Ma anche i dintorni di Torino celano qualcosa di magico: le cinque principali residenze sabaude sembrano collegate da linee virtuali a formare un pentacolo. Ciascuna dimora corrisponderebbe poi ad un elemento naturale: la reggia di Venaria al fuoco, la basilica di Superga (mausoleo dei Savoia) alla terra, la Palazzina di caccia di Stupinigi all’ acqua, il castello di Rivoli all’aria e quello di Moncalieri al metallo. A circa 20 km dalla città si trova il monte Musinè, che viene annoverato fra i luoghi misteriosi per alcune ragioni: 1) sede di “masche” (streghe), che ogni 1° maggio si ritrovano in una grotta segreta, 2) in questa zona in cielo apparvero a Costantino la croce fiammeggiante e la scritta “In Hoc Signo Vinces”, segni che convinsero l’imperatore a convertirsi al Cristianesimo, 3) gigantesco catalizzatore di energie benefiche secondo gli esoteristi o “finestra” aperta su un’altra dimensione, 4) “cono d’ombra” cioè zona di interferenza che oscura qualsiasi trasmissione radio, 5) strana distribuzione della vegetazione, ricca ai piedi del monte, ma quasi assente in cima: la credenza popolare spiega il mistero con la processione continua di anime dannate che salgono e scendono il monte senza sosta, 6) le pendici sono ricche di d’incisioni rupestri e di grandi pietre disposte in modo rituale, 7) sede di uno stranissimo obelisco che acquistò fama mondiale grazie ad un libro di Peter Kolosimo (“Astronavi sulla preistoria”): sulla superficie compaiono alcune croci che rappresentano probabilmente cinque persone, un cerchio in alto a sinistra con un punto al centro e due semicerchi tagliati nella parte inferiore che assomigliano in modo clamoroso ai moderni dischi volanti. Secondo lo scrittore sarebbe una sorta di rappresentazione delle evoluzioni di macchine aeree che furono viste in cielo dai nostri antichi progenitori. Quasi difronte al Musinè si trova la Sacra di San Michele sulla Via Angelica, che la collega a Mont St. Michel e che si dice tracciata da San Michele nella lotta contro il demonio. Si racconta che San Giovanni Vincenzo, nel X secolo, volesse costruire un’abbazia sul Monte Caprasio, difronte. Cominciò così a costruire, ma i lavori non andavano mai avanti: ogni giorno posavano le prime pietre della costruzione e ogni notte queste sparivano. Così San Giovanni decise di rimanere sveglio per svelare il mistero. A sorpresa, scoprì che non si trattava di ladri di materiale, ma di angeli. I messaggeri celesti comparivano con il buio e trasportavano le pietre sul monte Pirchiriano. Fu così che San Giovanni decise di costruire l’abbazia dove sorge ancora adesso. La Leggenda della Bell’Alda. Alda era una ragazza molto bella, pia e devota. Mentre stava andando al santuario per pregare, venne assalita da soldati di ventura. Per fuggire alla violenza si gettò da una torre del monastero: quel gesto di purezza e sacrificio impietosì talmente tanto gli angeli e la Madonna che la salvarono, facendola arrivare a valle sana e salva. Purtroppo la ragazza si fece prendere dalla superbia, raccontando a tutti di come era stata salvata dagli angeli e di come fosse “protetta” dal cielo. Nessuno le credeva e così, per vanità, la bell’Alda tornò sulla torre e si gettò nel vuoto. Visto il futile motivo per cui la ragazza si era buttata questa volta, non ci fu nessun intervento divino a salvarla e la ragazza si sfracellò a terra. 13 Infine, l’abbazia ispirò il libro il Nome della Rosa di Umberto Eco e qui vennero girate alcune scene. Insomma, tra le streghe del 1° maggio ed Umberto ECO, esiste pure qualche riferimento “magico” al nostro congresso! 14 “STORIE DI CUORE… SIEC” Intervista al Prof. Vitantonio Di Bello, Presidente Nazionale Eletto della SIEC ::: A cura di Rodolfo Citro ::: Com’era Vito da bambino? Si interessava già alle scienze e alla medicina? Sono nato a Brindisi il 13 maggio 1952, sin da piccolo ho sempre avuto un forte interesse per le materie scientifiche, dalla matematica alle scienze naturali. In particolare durante le scuole elementari, a seguito di un episodio familiare (un attacco di angina pectoris di mia nonna) , mi convinsi che dovevo tentare la strada per diventare medico. Quand’è che hai pensato di fare il cardiologo? O eri un predestinato (nel senso che c’erano già cardiologi in famiglia)? Premesso che nessuno in famiglia aveva fatto mai questo percorso di studi, la mia passione per la cardiologia si è sviluppata durante il corso di studi Universitario (Laurea con lode in Medicina e Chirurgia presso l’ Università di Pisa) a seguito della partecipazione alle lezioni magistrali del Prof. Luigi Donato (allora Patologo Medico) , in particolare quelle che vertevano su argomenti cardiologici. La fortunata presenza nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa , nel periodo fine anni 70, di professori del calibro di Moruzzi e Pompeiano per la Fisiologia Umana e quali il prof. Mario Mariani, il prof. Attilio Maseri, il prof. Costantino Giusti per la Cardiologia, con una offerta formativa davvero strabiliante, mi convinse che proprio la Cardiologia avrebbe rappresentato il settore del mio massimo interesse scientifico e clinico. Pertanto sia motivi culturali che logistici (svolgimento del tirocinio post-laurea presso la Clinica Medica II , “Gabriele Monasterio” allora sede della Specializzazione in Cardiologia ) mi orientarono 15 decisamente nella scelta della Specializzazione in Cardiologia. Chi è il maestro al quale ti senti più legato? E perché? Da lì l’incontro con quello che ritengo sia stato il mio maestro: il prof. Giusti Costantino. Il prof. Giusti, Direttore dell’Istituto di Clinica medica II dell’Università di Pisa, ha creduto sin dal primo momento in me e mi ha sempre incoraggiato a continuare anche durante il lungo periodo di precariato universitario. Ho trascorso così un lungo periodo (circa 20 anni) sotto la guida del prof. Giusti che coniugava, in maniera mirabile, una grande conoscenza della semeiotica fisica, della fisiopatologia e della clinica del paziente cardiopatico , assieme ad una estrema curiosità per le allora nuove tecniche di diagnostica per immagini (ecocardiografia, cardiologia nucleare, radiologia), il tutto gestito con un tratto di grande umanità. Quali sono gli episodi o l’episodio che hanno per così dire segnato la tua carriera professionale? Dopo aver conseguito la specializzazione in Cardiologia, Medicina Nucleare e Medicina dello Sport ed un lungo periodo di precariato universitario sono riuscito ad entrare ufficialmente nel personale strutturato universitario come Tecnico Laureato. Il trasferimento in Cardiologia, avvenuto nel 2000, mi ha consentito di approfondire la conoscenza di un altro grande professore di Cardiologia , il prof. Mario Mariani. Quest’ultimo mi ha definitivamente spinto sulla strada dell’imaging cardiovascolare , permettendomi di interagire in un ambito più specialistico sia per quanto riguarda la ricerca che la clinica e la didattica. Poi ho vinto il concorso per Ricercatore Universitario in Cardiologia presso l’Università di Pisa e successivamente (2006) quello di Professore Associato in Cardiologia presso la stessa Università, ruolo che ricopro tutt’oggi. Qual è la diagnosi o il caso clinico che ti ha visto coinvolto che ricordi più volentieri? E perché? Dei tanti casi clinici che hanno segnato la mia carriera professionale ne voglio ricordare due dei più salienti. Il primo caso si realizzò durante il servizio di guardia medica (Friuli 1980): fui chiamato a domicilio di un soggetto di 90 anni in stato soporoso (in realtà erano già pronti i ceri per la veglia funebre!) , in tale contesto posi diagnosi sulla base della visita clinica (semeiotica fisica e fonendoscopio) di fibrillazione atriale tachicardica, crisi ipertensiva severa accompagnata da broncospamo. Tutto si risolse a domicilio con il pieno recupero del paziente dopo una adeguata terapia rappresentata da un cocktail digitalico-diuretico-aminofillinico e da eparina sc ( con rapida scomparsa dei suddetti ceri). Il secondo caso in cui, grazie all’ausilio prezioso dei colleghi della cardiologia di Brindisi (in particolare il dr. Ignone), ho letteralmente salvato la vita di mia madre che versava in un gravissimo stato di shock rilevatosi poi di natura setticemica. Se non avessi fatto il medico, cosa ti sarebbe piaciuto fare? Mi sarebbe piaciuto approfondire materie teoriche quali la matematica o la filosofia. Chi è che ti ha parlato per primo della SIEC? E stato il prof. Alberto Balbarini, che ha sempre dimostrato nei miei confronti una profonda stima (peraltro reciproca ), onorandomi della sua amicizia e del suo incondizionato appoggio nel farmi conoscere la vera essenza dello spirito societario SIEC e nel consigliarmi come muovermi in un mondo così complesso. Nella prossima primavera ti appresti a diventare il presidente della SIEC. Cosa ritieni che bisogna cambiare e cosa ritieni che bisogna conservare nell’impostazione della società? Apprestandomi a diventare nella prossima primavera il Presidente della SIEC, non vi nego 16 che ho un po’ di apprensione per il periodo di profonda crisi economica e non solo che stiamo attraversando; è inutile negarselo, questa crisi ci coinvolge profondamente. Ma potete stare certi che ce la metterò tutta affinché le circolazione libera di idee e di cultura , prevalgano sempre e comunque. Per fare questo però ho bisogno davvero dell’aiuto di tutti voi soci , dal primo all’ultimo. I miei obbiettivi durante il periodo della Presidenza saranno fondamentalmente: a) Riportare l’ecografia cardiovascolare al centro del processo clinico cardiologico , come strumento utile che aiuti il cardiologo o qualsiasi figura specialistica o professionale che usi questa tecnica in maniera appropriata, a curare meglio il paziente da un punto di vista diagnostico, terapeutico e prognostico; b) Ricucire e rinsaldare il rapporto fra la Società e la periferia, dando voce a quest’ultima ( vi farò una proposta a sorpresa al Congresso di Torino), rilanciando in maniera alta il processo di formazione e di disseminazione della cultura ecografica cardiovascolare applicata alla clinica. c) Continuare nell’opera di rinnovamento nella gestione societaria portata avanti con tanta passione e competenza da Pio Caso e Giovanni La Canna che mi hanno preceduto nella carica di presidente e che voglio sperare continueranno ad aiutarmi in questo difficile momento. Quali sono i tuoi hobbies o passioni? I miei hobbies sono la musica (suono la chitarra jazz) , la vela, la lettura ed i viaggi. I miei gusti musicali abbracciano il blues , il jazz e la fusion . Qual’ è Il tuo libro preferito? il Signore degli Anelli Chi inviteresti a cena tra Roberto Benigni, Riccardo Muti ed Eugenio Scalfari? Senz’altro inviterei Roberto Benigni Per concludere, posso chiederti qual è il tuo sogno nel cassetto? La creazione di un Centro /Scuola di Diagnostica Cardiovascolare che spazi dall’imaging molecolare fino all’imaging convenzionale (Ultrasuoni, RMN,Nuclerare, Radiologico). Grazie Vito, arrivederci a Torino. European Association of Cardiovascular Imaging (EACVI): UN IMPORTANTE SALTO DI QUALITÀ NEL CAMPO DELL’IMAGING CARDIOVASCOLARE NON-INVASIVO ::: A cura di Antonello D’Andrea ::: Nel corso del recente congresso EUROECHO svoltosi ad Atene nel Dicembre 2012, il Prof. Patrizio Lancellotti, in qualità di nuovo presidente per il biennio 2012/14, ha presentato il nuovo assetto dell’European Association of Echocardiography(EAE), trasformata in European Association of Cardiovascular Imaging (EACVI). L’Associazione Europea di Ecocardiografia (EAE) è stata fondata nel 2003 e guidata dal suo primo presidente, il professor Fausto Pinto. Fin dal suo inizio, EAE ha sperimentato molte iniziative a sostegno della sua missione: rafforzare il ruolo dell’ecocardiografia nel decision-making, e diventare uno strumento culturale sempre più attraente tra gli ecocardiografisti europei. EAE ha organizzato un incontro annuale (EUROECHO), che è diventato uno dei più grandi congressi eco in tutto il mondo. Dal 2003, EAE ha gestito il sito web più visitato tra la cinque Associazioni della Società Europea di Cardiologia (ESC), con circa 20 000 visite al mese. Nel 2004, l’ EAE ha inoltre proposto la certificazione individuale e, nel 2007, l’accreditamento europeo dei laboratorio ecocardiografici. Nonostante questo successo, il Consiglio EAE ne 2008-2010 si rese conto che, a causa dei continui cambiamenti dello scenario tecnologico ed economico europeo, e delle nuove esigenze diagnostiche sia per i pazienti e medici, l’Associazione doveva necessariamente 17 evolversi. Di conseguenza, il professor Zamorano ei suoi Consiglieri cominciarono a pensare di cambiare il campo di applicazione EAE, e passare da una associazione puramente “ecocardiografica” ad un’associazione rivolta ad ampio spettro al campo dell’Imaging. Gli obiettivi di tale metamorfosi dovrebbero essere: - sottolineare pregi e difetti di tutte le modalità di Imaging cardiovascolare, da sole ed in combinazione, per trovare il miglior rapporto costo-beneficio per ogni singola malattia cardiovascolare; - fornire un sistema di istruzione più ampio e dettagliato nel campo dell’Imaging cardiovascolare. Lo scopo finale della nascente EACVI sarà quindi quello di promuovere e rappresentare tutte le modalità e le potenzialità dell’ecocardiografia e di altre modalità di Imaging cardiologico sia all’interno che al di fuori dell’Europa. L’EACVI si impegnerà, in collaborazione diretta con i Gruppi di lavoro sulla Risonanza Magnetica Cardiovascolare, la cardiologia nucleare la TC cardiaca, nel fornire un elevato standard di eccellenza professionale, offrendo programmi di formazione adeguati in Imaging Cardiovascolare al servizio dei membri dell’associazione, con la finalità ovviamente di “ ridurre l’impatto delle malattie cardiovascolari in Europa’. Quindi, compito dell’esperto di Imaging del futuro sarà quello di allargare il proprio orizzonte culturale alle nuove, enormi potenzialità dell’Imaging Integrato…!! EUROECHO Athene 2012 ::: A cura di Ines Monti ::: Molta partecipazione anche quest’anno ad Euroecho, presenti molti giovani e, in particolare, molte presenze di giovani soci SIEC (i nostri under 40) nelle comunicazioni e nei poster. Di elevato interesse tutti i contributi selezionati, espressione della vivace attività e del lavoro dei gruppi in tutto il territorio. 267. Characterization and long-term outcome of hypertensive dilated cardiomyopathy. A. Iorio, B. Pinamonti, M. Bobbo, M. Merlo, G. Barbati, L. Massa, G. Faganello, A. Di Lenarda, G. Sinagra (Trieste, IT) P181. Loss of ventricular longitudinal function reserve is coupled with increased arterial stiffness during exerciseecho. M. Cusma-Piccione, C. Zito, E. Imbalzano, A. Saitta, D. Donato, A. Madaffari, G. Luzza, V. Pipitone, R. Tripodi, S. Carerj (Messina, IT) P190. Three-dimensional echocardiography in different types of heart disease: a comparison study to MRI and 64slicesCT in a real world population. A. Squeri, S.M. Binno, E. Ferdenzi, C. Reverberi, M. Baldelli, A. Barbieri, D. Iaccarino, M. Naldi, S. Bosi (Cotignola and Parma, IT) evolutions in the short-term between hypertensive dilated cardiomyopathy and idiopathic dilated cardiomyopathy receiving optimal medical treatment. A. Iorio, B. Pinamonti, M. Bobbo, M. Merlo, G. Barbati, L. Massa, G. Faganello, A. Di Lenarda, G. Sinagra (Trieste, IT) P434. Evaluation of left atrial appendage function and thrombi in patients with atrial fibrillation: from transthoracic to real time 3D transesophageal echocardiography. P. Colonna, E. Michelotto, W. Genco, M. Rubino, S. Pugliese, A. Belfiore, M. Sorino, M.P. Trisorio Liuzzi, G.F. Antonelli, G. Palasciano (Bari, IT) P442. Assessment of volumes and myocardial deformation properties of the normal right ventricle in young people by three-dimensional echocardiography and speckle tracking. R. Ancona, S. Comenale Pinto, P. Caso, M.G. Coppola, O. Rapisarda, R. Calabro’ (Naples, IT) P455. Abnormal cardiac mechanics in children with heterozygous familial hypercholesterolemia. G. Di Salvo, L. Baldini, F. Del Gaizo, A. Rea, V. Pergola, P. Caso, G. Pacileo, B. Fadel, R. Calabro, M.G. Russo (Riyadh, SA; Naples, IT) P357. Left ventricular rotational dynamics in beta thalassemia major: A speckle tracking echocardiographic P458. The prognostic value of normal stress cardiac study. S. Buccheri, S. Leggio, I.P. Monte, V. Bottari, A. MRI in patients with known or suspected coronary artery Blundo, S. Licciardi, C. Tamburino (Catania, IT) disease: a meta-analysis. P. Gargiulo, S. Dellegrottaglie, D. Bruzzese, O. Scala, C. D’amore, D. Ruggiero, C. Marciano, P368. Left atrial function in the assessment of risk profile E. Vassallo, E. Pirozzi, P. Perrone Filardi (Naples, IT) of asymptomatic patients with severe aortic stenosis. C. Zito, M.C. Todaro, M. Cusma-Piccione, G. Falanga, P468. Echocardiographic estimation of pulmonary G. Di Bella, E. Acri, A. Pardeo, V. Virga,C.M. Barbaro, vascular resistance: comparison and clinical validation S. Carerj (Messina, IT) among several formulas. A RIGHT1 substudy. C. Magnino, P. Omede’, W. Grosso Marra, M. Chiarlo, D. Presutti, C. P390. Relationship between increased arterial Bucca, C. Moretti, F. Gaita, F. Veglio, A. Milan (Turin, IT) stiffness and mild left ventricle diastolic dysfunction in asymptomatic subjects with cardiovascular risk factors. P510. Early cardiovascular remodelling in Fabry disease. M. Mohammed, C. Zito, M. Cusma-Piccione, G. Di L. Costanzo, S. Buccheri, I.P. Monte, G. Curatolo, Bella, N.M. Taha, D. Zagari, A. Oteri, A. Quattrone, I. P. Crapanzano, L. Di Pino, M. Rodolico, A. Blundo, S. Leggio, C. Tamburino (Catania, IT) Boretti, S. Carerj (Messina, IT; Minia, EG) P402. Right heart structure, function and pressure: exploring the physiologic spectrum in the general population. A. D’andrea, L. Riegler, R. Cocchia, M.G. Russo, E. Bossone, R. Calabro (Naples and Milan, IT) P420. Comparison of clinical and echocardiographic 18 P535. Ascending aortic dilatation, arterial stiffness and cardiac organ damage in essential hypertension. F. Tosello, A. Milan, C. Magnino, D. Leone, M. Chiarlo, G. Bruno, I. Losano, J. Burrello, C. Fulcheri, F. Veglio (Torino, IT) P538. Role of longitudinal strain by automated function imaging for detection of coronary artery disease in patients undergoing dipyridamole stress echocardiography. C. Zito, S. Tripepi, M. Cusma-Piccione, G. Di Bella, M. Mohammed, L. Oreto, R. Manganaro, M. D’angelo, F. Pizzino, S. Carerj (Messina, IT) echography and electroanatomic mapping in ablation procedures of ventricular arrhythmias. E. Soldati, A.I. Corciu, G. Zucchelli, A. Di Cori, L. Segreti, R. De Lucia, L. Paperini, S. Viani, A. Vannozzi, M.G. Bongiorni (Pisa, IT) P999. Is dipirydamole stress echocardiography able to induce schemic cascade in patients with chronic stable P757. High quality Doppler signal and a better alignment angina? A. Sestito, P. Lamendola, A. Di Franco, C. improve the non invasive assessment of systolic pulmonary Lauria, G.A. Lanza (Rome, IT) artery pressure. A RIGHT1 substudy. C. Magnino, P. P1012. 3D echo and speckle tracking in patients with Omede’, E. Avenatti, M. Chiarlo, D. Presutti, C. Bucca, C. arrhythmogenic right ventricular cardiomyopathy Moretti, F. Gaita, F. Veglio, A. Milan (Turin, IT) (ARVC) and in their relatives allow to assess new findings P778. Parallel improvement of left ventricular geometry about ventricular and atrial function. R. Ancona, S. and filling pressure after transcatheter aortic valve Comenale Pinto, P. Caso, M.G. Coppola, O. Rapisarda, implantation: a standard echo Doppler evaluation. A. C. Cavallaro, F. Vecchione,A. D’onofrio, R. Calabro’ Santoro, F. Costantino, E. Dores, G. Tarsia, M. Di Natale, P. (Naples, IT) Innelli, V. Schiano Lomoriello, F. De Stefano, M. Galderisi P1016. Left atrial morphology and function in atrial (Naples and Potenza, IT) amyloidosis: a 2D feature strain echocardiographic. G. P811. Three dimensional strain identify regional Di Bella, C. Zito, F. Minutoli, A. Madaffari, M. Cusma myocardial dysfunction in territories supplied by coronary Piccione, A. Mazzeo, R. Massimo, M. Pasquale, G. Vita, S. artery with severe stenosis. V. Parisi, G. Galasso, G. Festa, Carerj (Messina, IT) R. Piccolo, G. Rengo, R. De Rosa, G. Pagano, P. Iacotucci, P1031. Bicycle exercise Doppler-echocardiography D. Leosco, F. Piscione (Naples, IT) using 3DEcho in coronary artery disease. A. Blundo, S. P844. Long-term prognostic role of left ventricular Buccheri, I.P. Monte, S. Leggio, C. Tamburino (Catania, end-diastolic sphericity index as expression of IT) reverse remodeling in patients with idiopathic dilated P1041. A comparative analysis of intraventricular vortex cardiomyopathy receiving tailored treatment. D. Stolfo, rings: from healthy subjects to dilated cardiomyopathy. S. M. Merlo, B. Pinamonti, G. Barbati, A. Di Lenarda, G. Cimino, G. Pedrizzetti, G. Tonti, E. Canali, V. Petronilli, F. Sinagra (Trieste, IT) Cicogna, L. Arcari, L. De Luca, C. Iacoboni, L. Agati (Rome, P878. Periaortic abscess and pseudoaneurysm Trieste and Sulmona, IT) associated with infective endocarditis. Comparison P1050. Right atrial volumes and deformation properties of transesophageal echocardiography and computed in dilated cardiomyopathy: three dimensional and speckle tomography in the diagnosis of periaortic complications. tracking study. R. Ancona, S. Comenale Pinto, P. Caso, A. Squeri, G. Macri’, F. Anglano, S. Censi, R. Conti, M. F. Arenga, M.G. Coppola, O. Rapisarda, R. Calabro’ Pizzarelli, U. Trecroci, S. Bosi (Cotignola, IT) (Naples, IT) P882. Prognostic value of early-diastolic left ventricular P1053. The prognostic value of speckle tracking untwisting in asymptomatic patients with chronic echocardiography for predicting outcome in asymptomatic degenerative mitral valve regurgitation. C. Zito, young patients aged with isolated moderate to severe M. Cusma-Piccione, M. Miceli, G. Di Bella, M. aortic regurgitation. G. Di Salvo, A. Rea, A.F. D’aiello, F. Mohammed, L. Oreto, I. Di Matteo, P. Crea, G. Alongi, Del Gaizo, V. Pergola, A. D’andrea, P. Caso, G. Pacileo, R. S. Carerj (Messina, IT) Calabro, M.G. Russo (Riyadh, SA; Naples, IT) P894. Left ventricular systo-diastolic function P1062. Global and regional longitudinal strain assessed improvement in CRT patients. A. Di Molfetta, F. Musca, by two-dimensional speckle tracking echocardiography L. Fresiello, L. Santini, G.B. Forleo, M. Lunati, G. Ferrari, F. identifies transmural extent of delayed enhancement in Romeo, A. Moreo (Rome and Milan, IT) patients with acute myocardial infarction. S. Cimino, E. P900. Early vascular changes in subjects with Canali, V. Petronilli, F. Cicogna, L. Arcari, L. De Luca, M. cardiovascular risk factors and normal carotid intima- Francone, C. Iacoboni, L. Agati (Rome, IT) media thickness: an ultrasonographic study. M. Mohammed, C. Zito, M. Cusma-Piccione, G. Di Bella, F. Antonini-Canterin, N.M. Taha, V. Di Bello, O. Vriz, P. Pugliatti, S. Carerj (Messina, Pordenone, Pisa and San Daniele del Friuli, IT; Minia, EG) P935. The role of image- integration using intracardiac 19 “Rimembranze - Immergersi nel profondo e azzurro mare: il riflesso da immersione” Lettura introduttiva al “III Congresso di Cardiologia ALLIEVI IACONIANI” Napoli, 25 Gennaio 2013 Come di consueto, dovendo aprire nel Circolo Canottieri Napoli, per la terza volta, il nostro seminario, desidero soffermarmi su alcune rimembranze, ricordando la bellezza del mare di Napoli e l’importanza del riflesso da immersione, che si verifica ogni volta che abbiamo il piacere di tuffarci nelle sue ancora splendide e tiepide acque. Nella seconda metà degli anni ’40, terminata la seconda guerra mondiale, a Napoli, noi appena “teenagers” potemmo riappropriarci pienamente del nostro azzurro mare. Dalla collina, con la bruma mattutina, si potevano osservare i vaporetti, i “postali”, che avevano ripreso un modesto servizio, regolare, per raggiungere le isole di Capri e di Ischia, spesso circondati da flotte di delfini festanti. Il tutto sembrava sospeso nello spazio, in un orizzonte non ben distinguibile, che non consentiva di distinguere il mare dal cielo, con le navi che fluivano come piccoli, lenti, lontani dirigibili. Il fumo del loro fumaiolo indicava la direzione del vento e poteva annunciare la buona giornata. In estate, in oltre due ore, era possibile raggiungere le Isole, e per noi “teenagers” passare una giornata al sole di Ischia o di Capri diventava un piccolo paradiso. In barca a remi da Marina Grande si raggiungeva la Grotta Azzurra; era facile, liberamente, entrare nella grotta stesi nella barca, spingendosi nell’interno mediante una corda aerea posta sull’entrata della grotta, ed immergersi nelle limpide acque che circondavano i “rari nantes” rendendoli “fosforescenti”. Ad Ischia, per pendii assolati, saltellando e spillucchiando dai cespugli le more e dagli alberi i fichi, si raggiungeva la spiaggia dei Maronti, verso Sant’Angelo, solitaria, larga, lunga quasi due chilometri, con le sabbie calde di “fumarole”, ove si potevano cuocere patate e uova, per una rapida colazione, e farsi il bagno nelle ter20 me abbandonate della Cava Scura. Ancor meglio, si poteva, al Sorceto, cuocere un saporoso fresco pescato, formando con le pietre un piccolo bacino di acqua marina, quasi bollente, che gli dava sapore. Ma il mare bagnava anche Napoli. Da Mergellina, con poche lire, i marinai davano volentieri una barca a remi per tutta la giornata. In quattro o cinque, senza dimenticare il “sapone di piazza” per ungere le secche corde degli scalmi di sostegno ai remi, si portava da casa la colazione con pomodori e frutta, lavati ed assaporati nella allora limpida acqua di Posillipo. Il mare salava a sufficienza il cibo e smorzava il dolce dei nostri pomodori con il suo contenuto di sali di potassio. Si raggiungeva la spiaggia di Trentaremi a capo Posillipo esplorando le grotte dei pescatori. Ci si fermava al Palazzo Donn’Anna, al Cenito, ove un barcaiolo forniva, per poco, acqua gasata e panini con melanzane ed altro. Di obbligo la visita alla casa degli Spiriti, allo scoglio di San Francesco, da dove ci si tuffava, e si poneva qualche soldo nel cestino, che la mano di una piccola statua del Santo offriva ai naviganti. Si procedeva con forti e sicure remate, velocemente , e con frequenti “agguanta” per evitare rotte di collisione con altre barche o per un rapido tuffo. Bello, era immergersi alla Gaiola ed a Marechiaro, per poi tornare all’imbrunire, aiutati dal maestrale, stanchi ma contenti, a Mergellina. Verso la fine degli anni ’50, frequentando un corso post-laurea a Boston, USA, presso il Mass. Gen. Hospital dell’Harvard Med. School, per la prima volta appresi che un accesso di tachicardia parossistica sopra-ventricolare, poteva essere bloccato rapidamente con l’immersione in acqua fredda del viso del piccolo paziente. Come mai? Si studiava la fisiopatologia del riflesso da immersione! Quante volte si sarà verificato nei nostri tuffi nel mare di Napoli, quando, giovani e spensierati, li si faceva spesso gareggiando tra noi, a chi rimaneva per più tempo in immersione ed in apnea raggiungendo anche i 60 secondi. Il riflesso per l’immersione del corpo nell’acqua determina una riduzione della frequenza cardiaca per aumento dell’attività vagale sul cuore e, frequentemente, è associato ad una vasocostrizione in selezionati letti vascolari per aumento del tono simpatico periferico. Esso è il più potente riflesso autonomo conosciuto in fisiologia, e costituisce un importante meccanismo di difesa per l’organismo, avendo implicazioni cliniche importanti, non sempre conosciute. Il riflesso è sostenuto da una complessa rete nervosa interessante i sistemi respiratorio e cardiovascolare, con iniziale stimolazione dei recettori delle fibre afferenti trigeminali situate sulla fronte, nella regione periorbitale e nasale. La bradicardia da immersione è stata osservata in tutte le classi dei vertebrati che respira- Il prof Iacono con alcuni suoi allievi; alla sua destra nell’ordine Angela Magliaro, Rodolfo Citro e Pio Caso, alla sinistra Angelo Auricchio. no, sia mammiferi che anfibi. Questo fenomeno è modulato dall’apnea ed è accentuato dalla completa immersione in acqua. La risposta è variabile nelle diverse razze animali, anche se tale risposta è più frequente nei mammiferi: i leoni marini, le foche, gli ippopotami, le balene, possono avere una riduzione della frequenza cardiaca anche del 60% in immersione e ciò consente di mantenere l’apnea in acqua, anche per oltre 60 minuti, in piena attività motoria e di caccia. I recettori nasali e delle vie aeree superiori iniziano la via afferente di stimolo cui segue la via efferente vagale e l’effetto sul cuore e sui vasi (il pretrattamento con atropina inibisce la risposta bradicardica). La frequenza cardiaca si ri21 duce maggiormente nell’immersione prolungata. La bradicardia si associa a vasocostrizione periferica. E’ interessante osservare che, negli animali, in presenza di un atto minaccioso si sommano due diversi riflessi vagali, da immersione e da allarme, che possono condurre all’arresto cardiaco. Nell’uomo, la risposta all’immersione provoca bradicardia, riduzione della gettata sistolica e vasocostrizione in alcuni sistemi vascolari, con conseguente aumento della pressione arteriosa e ridotto flusso nel letto capillare periferico. La risposta all’immersione si può, come accennato in precedenza, ottenere già con l’immersione della faccia in acqua fredda; il contatto diretto della fronte, degli occhi e del naso riduce la frequenza cardiaca dal 15 al 40%, ed in alcuni soggetti si può determinare un effetto maggiore, con frequenze inferiori ai 20 battiti/minuto. Nelle persone non allenate, si può osservare nell’immersione del corpo in toto, in apnea, una bradicardia estrema, con meno di 15 battiti al minuto, ed un aumento della pressione arteriosa sistolica oltre i 200mm/Hg. L’apnea che si accompagna all’immersione prolungata, aumenta ulteriormente la pressione arteriosa e la bradicardia, mediante un riflesso diverso, stimolato dai recettori polmonari da tensione e dai chemiocettori periferici, sensibili alle variazioni del PO2 e del CO2. Inoltre, si osserva un aumento della concentrazione dell’emoglobina (del 3-4%), per contrazione splenica, ed aumento del trasporto di O2. Nella riemersione, rapidamente, i parametri emodinamici si normalizzano. Gli effetti dell’immersione sono più pronunciati nei giovani e nelle persone non abituate ad immergersi; l’allenamento, infatti, tende a ridurre di oltre il 20% l’entità del riflesso considerato. In effetti, il riflesso da immersione riduce il consumo di O2 dell’organismo, così da preservare la riserva di ossigeno. La bradicardia migliora la perfusione coronarica ed il flusso di sangue miocardico in un momento di ridotta disponibilità di O2. Inoltre, la intensa vasocostrizione dei precapillari periferici e viscerali, e la diminuzione della gettata cardiaca riducono il consumo di O2 a livello tissutale. La vasocostrizione favorisce la ridistribuzione del flusso sanguigno negli organi più sensibili alla sottrazione di O2, come il cuore ed il cervello, mentre si riduce il flusso a livello renale e splenico. Ciò consente di prolungare i tempi di immersione, in apnea, nell’uomo ben allenato, anche oltre i sei minuti. La risposta all’immersione può avere implicazioni cliniche. Essa, in effetti, costituisce un meccanismo di difesa, ma, come altri meccanismi di adattamento, potenzialmente, può determinare effetti negativi. Nell’uomo, una correlazione con il riflesso da immersione la si osserva nell’apnea notturna da ostruzione delle vie aeree e nella morte improvvisa del bambino. Come dimostrato nell’animale, anche nell’uomo la caduta non prevista in acqua gelida, in condizioni estreme, provoca l’associazione del riflesso da immersione con lo stress dovuto alla paura, “bradicardia da allarme”, con pause cardiache prolungate, che possono condurre a 22 gravi disturbi della funzione cerebrale ed alla morte improvvisa. Come in tutte le avventure fisiopatologiche del nostro organismo, solo il costante e ben eseguito allenamento è il mezzo atto a superare i pericoli che tutti i fenomeni di adattamento, se troppo intensi o prolungati, provocano nel singolo individuo (vedi l’evoluzione dell’insufficienza cardiaca). La prevenzione è attualmente considerata la base della nostra azione medica ed è necessaria per ottenere positivi risultati nel combattere sin dall’inizio le varie condizioni patologiche che il medico deve affrontare. Tuttavia lo studioso non può prescindere dall’acquisire, per tutte le malattie, una profonda e dettagliata conoscenza dei fenomeni, fisiopatologici e clinici, che si manifestano nel loro divenire, per raggiungere risultati terapeutici sempre più mirati, accurati ed efficienti. Prima di dare la parola agli illustri e cari relatori che seguiranno nel programma, desidero, come ho sempre fatto negli anni precedenti, lasciarvi il titolo di un libro ed un aforisma da ricordare. Il libro è di Erri De Luca: “I pesci non chiudono gli occhi” – Feltrinelli 2011, che si adatta all’argomento trattato oggi, così come l’aforisma di Mark Twain che afferma: “Quando ero un ragazzo di quattordici anni, mio padre era così ignorante che io a stento potevo sopportarlo intorno a me. Ma quando io raggiunsi i ventuno anni, rimasi molto sorpreso nel constatare quanto lui abbia potuto apprendere in soli sette anni”. Grazie, Aldo Iacono* *Professore Emerito di Cardiologia Seconda Università degli Studi di Napoli (SUN). IL VASCOLARE INTEGRATO NELLA SIEC RISPETTO… ALLE ALTRE SOCIETÀ ::: A cura di La Canna / Francesco Natale ::: In accordo con una visione di sistema (insieme di elementi coordinati tra loro in una unità funzionale) l’intero articolo 2 dello statuto della società include la parte vascolare fra gli scopi dell’associazione integrando di fatto la diagnostica vascolare nella SIEC. Attualmente la società SIEC offre spazio alla diagnostica vascolare con: 1) i corsi di formazione in ecografia vascolare generale e in ecografia cardiovascolare generale (naturalmente con uno spazio ridotto rispetto al primo) 2) la stesura di linee guida per lo studio dei vasi (disponibili on line) Questo aspetto, della formazione, contraddistingue la SIEC rispetto alla American Society of Echocardiography (ASE) e l’European Association of Cardiovascular Imaging ( EACVI). La European Association of Cardiovascular Imaging e l’American Society of Echocardiography pur avendo tra i loro obiettivi lo studio con ultrasuoni del cuore e del sistema vascolare non prevedono corsi e linee guida indirizzati allo studio dei vasi in maniera precipua. Le peculiarità della SIEC potrebbero essere implementate attraverso collaborazioni con altre società scientifiche che si occupano di cuore e vasi o di malattie ad essi correlati (vedi diabete SID; ipertensione arteriosa SIIA e dislipidemie SISA). Al fine di migliorare questi rapporti può essere utile la stesura di documenti di consenso congiunti tra società scientifiche e corsi monotematici in collaborazioni. Di aiuto al potenziamento della diagnostica vascolare potrebbe essere inizialmente: 1) la redazione di un angolo dedicato al vascolare sulla pagina del nostro sito internet 2) la redazione di un documento di consenso sulla necessità e sulla fattibilità della valutazione routinaria dell’aorta addominale in corso di ecocardiogramma transtoracico magari suffragato da uno studio con il settore di ricerca sui vantaggi di tale valutazione ai fini di una miglior prevenzione 23 C’èUnaVoltaUn Sogno... ::: A cura di Federica Ferraiuolo ::: Nella vita tutti abbiamo dei sogni. Alcuni siamo riusciti a realizzarli, altri sono ancora lì nel cassetto e abbiamo perso la speranza di realizzarli; altri forse non li realizzeremo mai. Quello che proverò a raccontare in poche righe è l’inizio della realizzazione del sogno di una giovane specializzanda in Cardiologia. Tutto è iniziato due anni fa. E la prima volta che ho visto il cuore attraverso un monitor di un ecocardiografo mi sono emozionata. Per me è straordinario come serva davvero poco per riuscire a vedere e ad analizzare in tutte le sue parti il motore del nostro corpo e del nostro spirito: il cuore. In questo modo giorno dopo giorno, mi sono appassionata all’ecocardiografia: la metodica diagnostica basata sugli ultrasuoni per vedere direttamente il cuore nella sua conformazione e nel suo funzionamento attraverso un’immagine dinamica sullo schermo di un monitor. Tante sono le informazioni che possiamo ricavare attraverso tale metodica: la contrattilità del cuore nelle varie fasi, sia nella sua globalità che nei suoi vari segmenti, la condizione delle valvole, i flussi valvolari sia in termini quantitativi che qualitativi, il pericardio. 24 La metodica ecocardiografica attualmente presenta innumerevoli vantaggi legati alla sicurezza, per il paziente e per l’operatore, alla maneggevolezza, oggi straordinaria, delle apparecchiature, alla precisione dell’immagine, alle indicazioni che è già in grado di offrire. Sono stati fatti notevoli passi avanti nel campo dell’ecocardiografia. Mi viene in mente l’ecocardiogramma 3D e lo speckletracking; attraverso queste tecniche ecocardiografiche abbiamo la possibilità di cogliere e di evidenziare le sfumature, le differenze di conformazione, di struttura e di funzionamento che contraddistinguono ciascun cuore, sano o affetto da qualsiasi patologia. L’ecocardiografiainoltreriveste un ruolo essenziale nelle procedure percutanee valvolari, la TAVI e l’applicazione di clip mitralica. È anche un valido supporto per il chirurgo, il quale, se, come spesso accade, riceve l’indicazione all’operazione da un altro specialista cardiologo, deve conoscere, con la massima esattezza possibile, le condizioni interne del cuore che deve operare, sia per l’esecuzione dell’intervento sia, nel caso d’impianti di valvole artificiali, per l’eventuale scelta di materiali o tessuti. Quello su cu vorrei però porre l’accento, pur essendo forse un concetto scontato e banale, è l’importanza dell’ecocardiografia nella decisione dell’iter diagnostico terapeutico dei nostri pazienti. L’ecocardiogramma è indispensabile, secondo me, tanto quanto un elettrocardiogrammaed un esame obiettivo. Bisognerebbe infatti che tutte le informazioni acquisite venissero correlate con l’età, i fattori di rischio, la storia clinica e la sintomatologia del paziente. Allora avremmo sicuramente un quadro chiaro della situazione clinicae potremmo prendere delle decisioni sia diagnostiche che terapeutiche più mirate e corrette. È impensabile che un cardiologo, neospecializzato, non abbia la padronanza di tale metodica. Auspico quindi che durante gli anni della scuola di specializzazione, questo sogno di diventare cardiologi “a tutto tondo” non rimanga tale ma possa divenire realtà. Masoprattutto mi auguro che, per chi come me avesse una passione, come quella dell’ecocardiografia, possa avere la possibilità di formarsi e di aggiornarsi. Mi piacerebbe imparare a saper usare nel modo giusto un ecocardiografo: da una parte ci sono molteplici funzioni che spesso molti neo-cardiologi non conoscono; dall’altra parte spesso non si sa neanche impostare e regolare sui parametri corretti un ecocardiografo, perché non si conosce il significato di tanti luminosi e colorati pulsanti presenti su 25 apparecchi sempre più tecnologici. E poi mi sono sempre chiesta l’utilità degli ecocardiografi portatili. Anche in questo campo queste macchine sono sempre più avanzate e tecnologiche, ma hanno la stessa validità, da un punto di vista delle informazioni, degli ecocardiografi normali? Sono affidabili? E poi…… c’è un’altra questione che mi sta molto a cuore. I medici quando parlano tra di loro devono capirsi, devono parlare lo stesso linguaggio. Ovviamente questo discorso vale per qualsiasi ambito di specializzazione. E allora mi chiedo: come oggettivizzare il più possibile le tante informazioni che ricaviamo ogni giorno da un esame ecocardiografico. Si potrà parlare un domani di informazioni che potremmo definire “standard” a seconda della patologia? Potremmo forse avere delle informazioni generali che tutti i cardiologi dovrebbero saper acquisire per inquadrare i diversi quadri patologici della cardiologia: dal paziente ischemico, a quello con valvulopatie fino ad arrivare al paziente in insufficienza cardiaca. AUTORI ITALIANI SU PUBMED… LEGGETE GENTE! ::: A cura di Gennaro Provenza ::: Cari soci, con il nuovo anno si rinnova l’appuntamento con la letteratura ecocardiografica ITALIANA. Vi segnalo alcuni articoli comparsi su PUBMED da novembre a metà gennaio. Buona lettura a tutti. • Francesco Fulvio Faletra, Siew Yen Ho, François Regoli, Marta Acena, Angelo Auricchio. Realtime three dimensional transoesophageal echocardiography in imaging key anatomical structures of the left atrium: potential role during atrial fibrillation ablation. Heart 2013;99:133-142 Calabrò, Maria Giovanna Russo. Right Ventricular Morphology and Function in Top-Level Athletes: A ThreeDimensional Echocardiographic Study. Journal of the American Society of Echocardiography Volume 25, Issue 12 , Pages 1268-1276, December 2012 • Jan O. Mangual, Alessio De Luca, Loira Toncelli, Federico Domenichini, Giorgio Galanti, Gianni Pedrizzetti. Three-Dimensional Reconstruction of the Functional StrainLine Pattern in the Left Ventricle From 3-Dimensional Echocardiography. Circulation: Cardiovascular Imaging. 2012; 5: 808-809 • Eduardo Bossone, Antonello D’Andrea, • Maria Chiara Todaro, Indrajit Choudhuri, Michele D’Alto, Rodolfo Citro, Paola Argiento, Marek Belohlavek, Arshad Jahangir, Scipione Francesco Ferrara, Antonio Cittadini, Melvyn Carerj, Lilia Oreto, Bijoy K. Khandheria. Rubenfire, Robert Naeije. Echocardiography New echocardiographic techniques for in Pulmonary Arterial Hypertension: evaluation of left atrial mechanics. Eur Heart from Diagnosis to Prognosis. Journal of the J Cardiovasc Imaging (2012) 13 (12): 973-984 American Society of Echocardiography Volume 26, Issue 1 , Pages 1-14, January 2013 • Lauro Cortigiani, Fausto Rigo, Sonia Gherardi, Francesco Bovenzi, Sabrina Molinaro, • Lilia Oreto, Maria Chiara Todaro, Matt M. Eugenio Picano, Rosa Sicari. Coronary Flow Umland, Christopher Kramer, Rubina Qamar, Reserve During Dipyridamole Stress Scipione Carerj, Bijoy K. Khandheria, Timothy Echocardiography Predicts Mortality. Am E. Paterick. Use of Echocardiography to Coll Cardiol Img. 2012;5(11):1079-1085 Evaluate the Cardiac Effects of Therapies Used in Cancer Treatment: What Do We • Simone Frea, Virginia Bovolo, Serena Know? Journal of the American Society of Bergerone, Fabrizio D’Ascenzo, Marina Echocardiography Volume 25, Issue 11 , Pages Antolini, Michele Capriolo, Federico Giovanni 1141-1152, November 2012 Canavosio, Mara Morello, Fiorenzo Gaita. Echocardiographic Evaluation of Right • Antonello D’Andrea, Lucia Riegler, Salvatore Ventricular Stroke Work Index in Morra, Raffaella Scarafile, Gemma Salerno, Advanced Heart Failure: A New Index? Rosangela Cocchia, Enrica Golia, Francesca Journal of Cardiac Failure Volume 18, Issue Martone, Giovanni Di Salvo, Giuseppe Limongelli, 12 , Pages 886-893, December 2012 Giuseppe Pacileo, Eduardo Bossone, Raffaele 26
Documenti analoghi
SIEC ECHO NEWS
se si parla di ricerca e di idee, il pluridecorato Direttore e il giovane tesista partono