Newsletter Assocontroller Settembre 2013.pub
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NEWSLETTER Settembre 2013 Notiziario dell’Associazione Da Federmeccanica arrivano i primi segnali positivi. «Ma nei prossimi mesi tenuta occupazionale a rischio» Sviluppare Attestare e Mettere in Contatto i Dopo sette trimestri consecutivi caratterizzati da andamenti fortemente recessivi per Federmeccanica si iniziano a vedere i primi spiragli di luce. Ma è ancora presto per annunciare l'uscita dal tunnel, poiché «in presenza di una sostanziale debolezza del quadro economico complessivo», i segnali positivi «appaiano ancora insufficienti a certificare un'inversione del trend economico». In questo quadro è a rischio nei prossimi mesi la tenuta occupazionale. Migliori Professionisti Italiani del Controllo di Gestione - Giorgio Cinciripini Assocontroller Associazione Controller Italiani costituisce punto di riferimento per chi vuole contribuire allo sviluppo della società economica verso una profittabilità condivisa, duratura e sostenibile. Di chi vuole guardare avanti, di chi vuole immaginare una economia aperta, internazionale e ad alto valore aggiunto, dove l’Esperienza e la Conoscenza siano il motore, e dove le Competenze siano condivise con altri Professionisti d’Azienda. In questo numero: • Da Federmeccanica arrivano i primi segnali positivi • Pochi manager in Italia, ecco i nuovi progetti • Immobiliare italiano rischia di collassare • Stipendi top manager: Italia al 5° posto in Europa • Assocontroller Bacheca del lavoro Anche Aldai è al lavoro per completare un progetto che prevede l'impiego dei senior manager, i quali lavoreranno come tutor per seguire i nuovi dipendenti all'interno di un'azienda. Aldai ha per ora individuato due percorsi formativi, i primi rivolti ai manager in servizio e i secondi invece a quelli disoccupati. Per informarsi a riguardo bisogna rivolgersi al servizio orientamento formazione Aldai ([email protected]). Fonte Manageronline Autore Floriana Giambarresi Pochi manager in Italia, ecco i nuovi progetti In Italia i manager sono solo 4 ogni 100 lavoratori: ecco i nuovi progetti di Fondirigenti e di Aldai per nuovi finanziamenti e impieghi. In Italia i manager sono ancora troppo pochi: circa 841 mila unità, ovvero soltando 4 ogni 100 lavoratori, contro una media europea di 6 su 100. In Gran Bretagna la media è di 10 su 100. Inoltre, a causa dell'alta pressione fiscale che grava nelle aziende, gli italiani guadagnano anche meno. «L’Italia — si legge in una ricerca di Hay Group, società di consulenza — non è un Paese per manager. Questo favorisce la fuga all'estero dei nostri manager migliori», afferma Romano Ambrogi, nuovo presidente di Aldai, l’Associazione lombarda dei dirigenti delle aziende industriali. Negli ultimi cinque anni i dirigenti Made in Italy andati all'estero a cercare fortuna sono aumentati del 40%. «Per arginare questa fuga di cervelli dobbiamo riorganizzare la formazione manageriale», sottolinea Ambrogi. Per questo motivo vi sono due nuovi progetti che i manager tricolore possono tenere in considerazione. Il primo proviene da Fondirigenti, che ha appena avviato un piano di finanziamento progettato per far sì che le piccole e le medie imprese organizzino piani formativi dedicati proprio ai manager cosiddetti "di rete". Questi manager verranno appunto formati su tutto ciò che concerne il digitale, dunque il marketing online, i social network, le strategie di rete, i modelli di business online e altre iniziative che riguardano il mondo di Internet. http://www.manageronline.it/articoli/vedi/8953/pochi-manager-in-italiaecco-i-nuovi-progetti/ Fonte Manageronline Scenario Sul fronte dei prezzi, in realta', se da un alto a livello nazionale il prezzo medio degli immobiliin vendita è diminuito del 3,2% su base annua (da giugno 2012 a giugno 2013), la contrazione dello 0,6% nella prima parte dell'anno porta a leggere con meno apprensione del solito i dati sul mattone. Detto questo, dire che l'Europa e l'Italia sono in ripresa pare assolutamente un azzardo. . Lavoce.info ha studiato l'andamento del settore immobiliare negli ultimi decenni, focalizzando l'attenzione sui fattori che hanno favorito nel tempo il settore edilizio, ovvero sui motivi che spingevano i costruttori a edificare nuove abitazioni. C'era una reale domanda di immobili, un reale desiderio di comprare casa con un finanziamento a lungo termine? La risposta è no: sembra piuttosto che ci sia stata un'enorme bolla molto duratura, i cui effetti sono andati ben oltre la semplice crisi del settore. I continui investimenti sul mattone hanno fatto sì che in Italia gli impieghi bancari fossero decisamente più sbilanciati verso le costruzioni che non sull'industria. Il fenomeno è ovviamente più visibile, secondo l'analisi, nel periodo dell'ultima bolla immobiliare degli anni 2000, ma la tendenza si manifestava già molto prima. Fonte WSI Immobiliare italiano rischia di collassare Tutti sono preoccupati per il settore immobiliare in Spagna, ma il calo del mercato italiano dovrebbe fare altrettanto paura. Come ha sottolineato Bloomberg, a Roma non si vedono segnali di un miglioramento, con la fase di deterioramento dei prezzi che prosegue senza interruzione e viene affiancata dalla carenza di operazioni di acquisto. Nonostante la svalutazione delle proprieta' immobiliari, le cifre sulle vendite di case restano deprimenti. Le persone di eta' compresa tra i 30 e i 40 anni non comprano piu' e sara' cosi' fino alla fine del decennio. Come si vede nel grafico allegato, le operazioni di acquisto di una casa hanno avuto un andamento strettamente correlato a quanto ha fatto questa fetta specifica della popolazione, solitamente la piu' attiva nell'immobiliare. La contrazione è stata di oltre 1 milione di persone dal 2005 a oggi (e calera' a 8,5 milioni entro il 2020). Nel frattempo i prezzi continuano ad abbassarsi. Certamente, come e' normale che accada, le autorita' sottolineano che il ribasso del valore degli immmobili non fara' che spingere i 30-40enni ad accendere un mutuo o comprare un immobile. Ma questo concetto si scontra con iltrend demografico lungo dieci anni. Stipendi top manager: Italia al 5° posto in Europa Secondo una classifica europea, i top manager italiani delle principali aziende quotate in Borsa sono al quinto posto per l'entità dello stipendio. Non se la passano male i top manager delle principali grande aziende italiane quotate in Borsa: una classifica stilata a livello europeo li colloca al quinto posto in termini di stipendi percepiti. La media nazionale degli executive, infatti, quadagna 3,3 milioni di euro l'anno, con punte naturalmente in alto e in basso che comunque sono diametralmente opposti a quanto percepiscono i dipendenti che, in base a una statistica effettuata dall'Ocse in aprile, sono tra i meno remunerati situandosi al 23° posto su 43 Paesi in lizza. I dati sugli stipendi dei top manager, derivanti da uno studio effettuato dalla società di ricerche Expert Corporate Governace Sercvices (Ecgs) e relativi al 2011, contengono sia gli emolumenti fissi sia quelli variabili come bonus, premi produzione e gratifiche. Sotto la lente i vertici delle 400 maggiori società quotate nei listini del Vecchio Continente. La cosa curiosa è che la posizione in classifica dell'Italia sia tra le più elevate nonostante la fase congiunturale collochi il Paese molto indietro a livello di PIL. Ma non solo: gli executive della Penisola si collocano subito dietro ai loro "colleghi" spagnoli, altra economia che sta perdendo fatturato oltre che posti di lavoro. I super dirigenti italiani inclusi nel gruppo sono 38: il più pagato è risultato Marco Tronchetti Provera, a cui la Pirelli ha versato 22 milioni di euro. Altra cosa singolare che riguarda i "boss" italiani è che quasi sempre - a fine mandato - ricevono trattamenti economici da fare invidia ai migliori allenatori di calcio europei e nordamericani, dove Cesare Geronzi di Generali ha perceputo un tfr da 16 milioni di euro. Molto di più di quanto ha guadagnato il 38° top manager italiano, Michele Buzzi di Unicem, che nel 2011 si è messo in tasca "appena" 310mila euro. Con questo atteggiamento, le grandi aziende italiane disattendono 2 raccomandazioni dell'Unione europea e del Financial Stability Board: una del 2009 e una del 2010, chiedevano di rivedere in senso restrittivo le politiche sul trattamento economico di fine rapporto. http://www.manageronline.it/articoli/vedi/7523/stipendi-top-manager-italia-al-5-posto-in- Fonte Manageronline Autore Andrea Barbieri Carones Contattaci Per altre informazioni non esitare a contattarci Assocontroller via Repubblica S.Marino 1, 20157 Milano +39 348 3792.338/339 [email protected] Visita il nostro sito Web: www.assocontroller.it BACHECA DEL LAVORO Il nostro cliente, importante gruppo multinazionale operante nel settore dei beni di largo consumo ci ha incaricati di ricercare un/a: CONTROLLER Il candidato deve aver maturato un’esperienza di 4-5 anni nel controllo di gestione di aziende appartenenti al settore energetico (produzione/trading). La risorsa deve aver svolto analisi di investimento di impianti di produzione energetica a fonti tradizionali e rinnovabili. Il ruolo prevede le attività di: • Planning • Budgeting • Reporting • Variance analysis Si richiede: - Conoscenza dei fondamentali del mercato energetico e delle logiche di Business del settore; - Laurea in Economia e Commercio; - Conoscenza del sistema SAP (moduli FI-CO) e Business Intelligence Tools (Hyperion preferibilmente); - Ottima conoscenza di Excel incluse le funzioni avanzate (es. macro); - Inglese e Italiano fluente. La conoscenza della lingua tedesca costituisce un titolo preferenziale. Sede di lavoro: Lussemburgo disponibilità a viaggiare 30-40% del tempo Il ruolo prevede la possibilità di crescita all’interno della funzione. I candidati interessati possono inviare un dettagliato curriculum, corredato di autorizzazione scritta al trattamento dei dati personali ai sensi del D.L. 196/03, citando il Rif. c/w/mo La ricerca è rivolta a candidati di entrambi i sessi (L.903/77). Coloro che entro 60 giorni non riceveranno risposta, dovranno ritenere conclusa la presente ricerca. Proposte S.r.l MILANO Via F. Turati 26, 20121 Tel. +39 02 45422511