il dirigente e il suo contratto di lavoro oggi
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il dirigente e il suo contratto di lavoro oggi
T IONI I P S NA ZIAME I N O SI NTO S AC CONTRAT TO TRANSA Z LICEN JOB Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art. 1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00). FEBBRAIO 2016 ANNO LXIX E L E TUT N A M Il dirigente e il suo contratto di lavoro oggi e DITORIALE Romano Ambrogi Presidente Responsabilità sociale, una mission per i manager La responsabilità sociale d’impresa (CSR) ha acquisito un peso sempre maggiore negli ultimi anni. Una spinta decisiva è derivata dagli eventi che hanno coinvolto (spesso in negativo) numerose aziende. È una sfida chiave per i dirigenti, perché abbraccia tutte le relazioni dell’impresa con l’esterno: dipendenti, soci, partner, fornitori, clienti, istituzioni. E disegna, in qualche modo, il futuro sostenibile dell’impresa stessa, con attenzione alle persone e all’ambiente. Una conferma deriva da alcune recenti ricerche sul tema. La prima è stata condotta da Prioritalia, che raggruppa Cida, Federmanager, Fenda, Fidia e Manageritalia. Dalla ricerca emerge che secondo il 92% dei dirigenti italiani (su un campione di 400) il ruolo professionale comporta una precisa responsabilità nei confronti della società. Quali sono le ragioni di questa assunzione di responsabilità di chi sta al vertice? La prima motivazione indicata dai dirigenti è mettere a disposizione della collettività competenze qualificate (59%). È molto sentita però anche l’istanza di farsi portavoce delle necessità altrui presso interlocutori privilegiati (38%). In generale è considerato utile porre al servizio della collettività il network professionale e relazionale esterno all’azienda (31%). Così come offrire consulenze gratuite (25%). Fra gli obiettivi più sentiti dai manager figurano lo sviluppo della cultura della legalità (47%), il miglioramento della qualità della comunità (44%) e il trasferimento di competenze (38%). Interessanti indicazioni derivano poi dal Global Survey sulla responsabilità sociale, indagine internazionale condotta da Nielsen. La ricerca segnala che cresce ovunque nel mondo – anche in Italia – la quota di consumatori disposti a pagare un differenziale di prezzo per acquistare un brand sostenibile. Si è infatti passati dal 44% del 2013, al 45% del 2014 per raggiungere il 52% nel 2015. La media mondiale si colloca al 66%, mentre in Europa si attesta al 51%. Insomma oltre la metà dei clienti, riconosce che la responsabilità sociale è un valore e ha un costo ed è perciò disponibile a pagare un prezzo più alto quando acquista prodotti o servizi. Un premio che si riflette sulle vendite. Sempre secondo Nielsen, le imprese impegnate nella sostenibilità ambientale e sociale hanno registrato nel 2015 un incremento del fatturato intorno al 4%. Quelle meno sensibili solo il +1%. I consumatori hanno raggiunto un livello di consapevolezza molto elevato sulla responsabilità sociale e ambientale. Un fattore che sta diventando sempre più importante nell’orientare gli acquisti, con forti aspettative sul comportamento dei produttori. Prevale poi un approccio sistemico. Non si guarda solo alle caratteristiche del prodotto o servizio ma all’impegno reale e verificabile dell’impresa in campo sociale e ambientale. La sostenibilità non è più uno strumento di marketing (ammesso che lo sia mai stato) ma un fattore strategico per il successo duraturo dell’azienda. ALDAI è stata fra i pionieri nello sviluppare progetti e iniziative sul tema CSR e continuerà ad impegnarsi per la diffusione di una cultura della responsabilità sociale, a cominciare dai dirigenti industriali. Ed è infatti, in linea con questa volontà di realizzare iniziative esclusive e mirate per la categoria, che l’Associazione lo scorso novembre ha organizzato due incontri finalizzati a spiegare ai soci come è cambiato, se è cambiato, il rapporto di lavoro dei manager alla luce delle nuove norme lavorative. All’interno di questo numero di “Dirigenti Industria” abbiamo voluto dare ampio spazio ai contributi di tutti i protagonisti dei due convegni che hanno incontrato un forte consenso in termini di partecipazione e di apprezzamento, segno questo di come ALDAI si confermi in linea con le esigenze di una realtà manageriale sempre più attenta e consapevole. ■ DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 1 ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI SEDE E UFFICI Via Larga, 31 - 20122 Milano M1 Duomo - M3 Missori Mezzi di superficie: 12 - 15 - 27 - 54 APERTURA Lunedì / Venerdì Dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e dalle 13.30 alle 17.30 CENTRALINO 02.58376.1 FAX 02.5830.7557 SITO WEB www.aldai.it PEC [email protected] Chi siamo e che cosa facciamo L’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali che fanno capo alla Federazione Nazionale (FEDERMANAGER). Al fine di perseguire i propri scopi istituzionali di tutela e promozione dell’immagine e del ruolo dei dirigenti industriali, l’Associazione si occupa delle problematiche collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale che sia la loro condizione: dirigenti in servizio, inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo professionale. Tra i vari servizi, prestati gratuitamente, ricordiamo: îil Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti supporto ed assistenza nell’ambito di tutte le problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di carattere fiscale e previdenziale; îil Servizio FASI/ASSIDAI che fornisce consulenza ed assistenza in merito alla stesura ed alla presentazione delle pratiche di rimborso oltre che di iscrizione ai due Fondi; îil Servizio Orientamento e Formazione per i dirigenti interessati: alla ricerca di nuove opportunità professionali, al bilancio delle competenze e ai percorsi formativi di sviluppo professionale, all’analisi delle criticità manageriali con il “Tutoring” dei colleghi Senior al Servizio Multibrand e alle iniziative di riqualificazione e ricollocazione per i dirigenti inoccupati. Ricordiamo infine le convenzioni sanitarie, commerciali e formative, le iniziative di carattere culturale (organizzazione di conferenze, convegni, corsi, concerti, visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire l’aggregazione tra i soci (viaggi). Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni per poter stabilire gli opportuni contatti. Servizi e contatti ALDAI - ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI Presidenza Presidente: Romano Ambrogi - [email protected] Vicepresidente: Silvana Menapace - [email protected] Vicepresidente: Bruno Villani - [email protected] Tesoriere: Patrizia Giorgetti Direzione - [email protected] Direttore: Annalisa Sala îSegreteria Presidenza e Direzione - [email protected] Silvia Romagnoli 02.58376.204 îComunicazione e Marketing - [email protected] Chiara Tiraboschi 02.58376.208 Servizio Sindacale Cristiana Bertolotti - [email protected] îConsulenze sindacali su appuntamento Lorenzo Peretto - [email protected] Annalisa Sala - [email protected] îSegreteria sindacale Valeria Briganti 02.58376.221 Maria Caputo 02.58376.225 Francesca Sarcinelli 02.58376.222 Su appuntamento: îSalvatore Martorelli - Consulenze previdenziali 1°, 2°, ultimo lunedì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30 3° mercoledì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30 îRosanna Versiglia - Consulenze previdenza complementare / INPS martedì e giovedì dalle 9.00 alle 14.00 îSilvia Barbieri - Consulenze convenzione ENASCO / INPS Tutti i venerdì dalle 9.00 alle 12.00 3° lunedì di ogni mese dalle 14.00 alle 17.00 solo domande di pensione îGabriele Astolfi - Consulenze fiscali - martedì pomeriggio 2 DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 Servizio FASI/ASSIDAI Cristiana Scarpa 02.58376.224 - [email protected] Salvatore Frazzetto 02.58376.206 - [email protected] îRicevimento degli iscritti su appuntamento Telefonate solo martedì, giovedì e venerdì ore 14.00/17.00 Servizio Orientamento e Formazione Silvia Romagnoli 02.58376.204 - [email protected] Servizio Amministrazione - Organizzazione - [email protected] Michela Bitetti - [email protected] Giordano Bergomi 02.58376.235 Stefano Corna 02.58376.234 Viviana Cernuschi 02.58376.227 Laura De Bella 02.58376.231 Gruppo Giovani Dirigenti - [email protected] Coordinatore: Luigi Napoli ARUM S.R.L. - SOCIETÀ EDITRICE E SERVIZI ALDAI Presidente: Fabio Pansa Cedronio îRedazione “DIRIGENTI INDUSTRIA” - [email protected] Gabriella Canuti 02.58376.237 COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO DIRIGENTI PENSIONATI Presidente: Mino Schianchi - [email protected] FONDIRIGENTI Agenzia Lavoro - [email protected] UNIONE REGIONALE FEDERMANAGER LOMBARDIA Presidente: Francesco Castelletti - [email protected] COORDINAMENTO CIDA LOMBARDIA Presidente: Romano Ambrogi - [email protected] S Sommario FEBBRAIO 2016 ANNO LXIX FOCUS Il dirigente e il suo contratto di lavoro oggi © Sergey Nivens - Fotolia.com EDITORIALE 1 Responsabilità sociale: una mission per i manager Romano Ambrogi FOCUS 4 Il dirigente e il suo contratto di lavoro oggi Chiara Tiraboschi Presentazione del convegno Agostino D’Arco Introduzione Salvatore Trifirò Nuova disciplina delle mansioni (articolo 2103 codice civile) Stefano Trifirò Transazione e patto NASPI di non concorrenza Marcello Giustiniani Lorenzo Peretto La tutela dei dirigenti ai tempi del Jobs Act: riflessioni per un’equilibrata lettura delle nuove norme Stefano Bartalotta Il licenziamento individuale e collettivo Marco Paoletti MANAGEMENT 16Le donne dirigenti sui tavoli istituzionali per contribuire al cambiamento Paola Poli Elisabetta Borrini 18Social media marketing Luigi Napoli VITA ASSOCIATIVA 38Le priorità dei manager lombardi Franco Del Vecchio NOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO 20Un nuovo team per la rivista 40Nasce ManagerNoProfit Augusto Calderoni dell’ALDAI e non solo SERVIZI AGLI ASSOCIATI 22Giovani, opportunità e lavoro. OPINIONI 42La diserzione dalle urne In una parola: CINA Chiara Tiraboschi Sergio Bollani 24Convenzioni Commerciali CULTURA E TEMPO LIBERO 43Buongiorno Bail In! Rinnovo 2016 26Rinnovo quota associativa 2016 28Convenzione Assocaaf 2016 Assistenza fiscale Prima parte SINDACATO 30Sindacato: non è GdL Cultura ALDAI 44Sinfonica e Cinema con l’Orchestra Verdi Francesca Cremonini 45I viaggi ALDAI 2016 Vladimiro Sacchetti 46I libri di febbraio 2016 una brutta parola Manuela Biti LAVORO 33Le Società per il Placement convenzionate con ALDAI PREVIDENZA 34Pensioni: quale domani? • Cent’anni dopo recensione di Mario Garassino • Il tempo della Misericordia recensione di Gianni Fossati • Sono ancora qui con voi, Davide recensione di Mario Garassino Mario Giambone 36Tagliare le pensioni? Non ce lo chiede l’Europa! Antonio Dentato DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 3 OCUS - IL DIRIGENTE E IL SUO CONTRATTO DI LAVORO OGGI Il dirigente e il suo contratto di lavoro oggi Come cambia il rapporto di lavoro dei manager alla luce delle nuove norme legislative Chiara Tiraboschi c Giornalista Responsabile Servizio Comunicazione e Marketing ALDAI i si conosce, ci si frequenta, scatta un’empatia fisiologica, non sempre però c’è l’happy ending. Le dinamiche delle relazioni umane ben si possono adattare, oggi più che mai, anche alla dimensione professionale e nello specifico al rapporto di lavoro. Alla luce delle nuove norme legislative di un mercato del lavoro in continua evoluzione, ALDAI ha organizzato lo scorso novembre due incontri mirati e specifici per la categoria: due appuntamenti con 4 DI giuslavoristi esperti del settore per esaminare le ricadute delle novità legislative sul rapporto di lavoro dirigenziale. Oltre ai due Vice Presidenti ALDAI, al Direttore e al team del Servizio Sindacale, erano presenti al convegno l’avvocato Stefano Bartalotta (Studio Legale Boaretto Bartalotta De Bernardi), l’avvocato Marcello Giustiniani (Studio Legale Bonelli Erede), l’avvocato Marco Paoletti (Studio Legale Ichino Brugnatelli) e l’avvocato Stefano Trifirò (Studio Legale Trifirò & Partners Avvocati). Per entrambi gli appuntamenti, figura chiave è stata quella dell’avvocato Salvatore Trifirò DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 (Studio Legale Trifirò & Partners Avvocati), moderatore cha ha assunto un ruolo centrale all’interno della discussione e del confronto su un tema attuale, delicato e molto sentito dalla nostra categoria. Sono stati due incontri-confronti molto attesi, che hanno visto un’ampia partecipazione da parte dei soci in servizio e delle RSA, nel corso dei quali si sono analizzate le fasi di costituzione, svolgimento e cessazione del rapporto lavorativo, sempre con un approccio pragmatico e diretto. Nello specifico, il primo incontro, svoltosi lunedì 23 novembre 2015, ha visto la OCUS partecipazione di: Marco Paoletti, che ha affrontato il tema dei licenziamenti collettivi e licenziamenti individuali, approfondendo l’argomento con mirati riferimenti al Jobs Act; Marcello Giustiniani, che ha illustrato gli accordi transattivi e il patto di non concorrenza; di Lorenzo Peretto del Servizio Sindacale ALDAI con un intervento mirato sulla Naspi. La settimana successiva, lunedì 30 novembre 2015, si è invece chiuso il cerchio con Stefano Trifirò, che ha illustrato l’articolo 2103 CC e l’articolo 16 del CCNL Dirigenti Aziende Industriali e i controlli a distanza. Stefano Bartalotta ha infine approfondito i temi relativi alla negoziazione delle clausole di tutela, all’istituto contrattuale ferie e ai nuovi contratti di collaborazione. Gli argomenti trattati dai relatori sono stati approfonditi nel corso del dibattito conclusivo che ha tenuto alta l’attenzione dei presenti e ha fornito spunti di riflessione sul ruolo del dirigente oggi. Molto apprezzata l’iniziativa: agli oltre 200 partecipanti agli incontri, è stato inviato un customer care che ha visto una redemption di circa il 40%. Gli associati hanno definito gli incontri in linea con DI le loro aspettative, i contenuti coerenti con gli obiettivi annunciati, sottolineando anche l’importanza di aver ottenuto in questo contesto informazioni utili e pertinenti. Nel corso dei due appuntamenti, si è palesata l’esigenza da parte dei dirigenti in servizio di continuare ad approfondire le varie tematiche di natura sindacale attraverso nuovi incontri e nuove occasioni di confronto. A tal proposito, ALDAI sta lavorando attivamente per poter procedere con nuovi eventi che rispondano alle diverse istanze della categoria. ■ DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 5 ❱❱ OCUS - IL DIRIGENTE E IL SUO CONTRATTO DI LAVORO OGGI Presentazione del convegno Riportiamo l’introduzione del moderatore degli atti del convegno Salvatore Trifirò e gli interventi dei relatori sulle tematiche oggetto del convegno e con l’occasione informiamo i nostri associati che tutto il materiale dibattuto è reperibile sul sito ALDAI. ❚ Seguiremo con attenzione l’evoluzione della disciplina dello ius variandi nel nostro ordinamento giuridico e l’eventuale ricaduta sul contratto dei dirigenti. Allo stato, superata la nozione di “funzioni equivalenti con il parametro oggettivo dello stesso livello e categoria legale di inquadramento delle ultime mansioni effettivamente svolte”, appare di non facile applicazione la nuova normativa codicistica ai dirigenti industriali che, come è noto, hanno un inquadramento unico nell’ambito di una sola categoria legale senza alcuna suddivisione al proprio interno tra alti livelli. I relatori soffermandosi diffusamente sulla legittimità dell’adibizione a mansioni diverse purché coerenti con la categoria di livelli di inquadramento, hanno sottolineato la criticità con il nostro contratto che, come già detto, inquadra il dirigente in una sola categoria legale. Alla giurisprudenza il compito di sciogliere i vari nodi. Certo, se dovesse prevalere la linea che le mansioni nell’ambito della stessa categoria legale possono anche essere non più omogenee tra loro nello svolgimento nel tempo da parte del 6 DI Avv. Agostino D’Arco dirigente della sua attività lavorativa, allora – a parere di un altro giuslavorista, l’avv. Alberto Sbarra – l’articolo 16 del CCNL (mutamento di posizione) assumerà in futuro un importante ruolo di salvaguardia del dirigente non solo in chiave di legittimazione alle dimissioni qualificate, ma anche risarcitoria. ❚ Nel quadro di rimodulazione delle tutele del Jobs Act, Stefano Bartalotta ha richiamato l’importanza del contratto collettivo della nostra categoria che, benché risenta del generale clima di abbassamento delle tutele, è pur sempre una garanzia essenziale ed irrinunciabile. Certo, ha concluso il relatore, “il contratto collettivo dei dirigenti va ripensato anch’esso nel quadro evolutivo del diritto del lavoro perché possa svolgere la funzione integrativa che gli è propria. Ritenerlo, come qualcuno sostiene, un inutile orpello del passato a favore di una contrattazione individuale che non tutti i dirigenti sono in grado di sostenere con adeguato potere negoziale, sarebbe una follia”. ❚ Sul licenziamento del dirigente, Marco Paoletti ha fatto notare che le ricadute dei recenti interventi legislativi sul rapporto di lavoro dirigenziale sono state piuttosto modeste ritenuto che il dirigente rimane escluso dall’ambito di applicabilità della gran parte delle disposizioni delle legge Fornero e an- DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 che del Jobs Act. Anche se, aggiunge, considerato il contesto generale che ha visto assottigliare le tutele per tutti i lavoratori, non è da escludere che la giurisprudenza si orienti più rigidamente nelle controversie del rapporto di lavoro dirigenziale. ❚ Sul tema delle transazioni e patto di non concorrenza, l’intervento di Marcello Giustiniani, tecnicamente perfetto, è stato di estrema utilità e ha fornito ai dirigenti preziosi suggerimenti da tenere presente all’atto della firma. Naspi, Lorenzo Peretto ha dettagliatamente illustrato i requisiti necessari per beneficiare del trattamento economico in caso di perdita involontaria del posto di lavoro. Ha precisato i termini da rispettare per l’avviamento della pratica, il periodo massimo di trattamento nonché la richiesta in un’unica soluzione per chi vuole intraprendere un’attività imprenditoriale. ❚ Sulla ❚ Il Direttore avv. Annalisa Sala – mem- bro tecnico della Delegazione trattante – si è soffermato brevemente sulle difficoltà incontrate dalla nostra Delegazione nelle varie fasi del complesso negoziato che ha portato al rinnovo del contratto 31 dicembre 2014. Ricordato la posizione pregiudiziale che Confindustria aveva espresso sin dal primo incontro: (“per la situazione in cui sono le aziende, il rinnovo è possibile solo a costo zero”); la formale disdetta del Contratto Collettivo da parte di Confindustria, prima ed unica volta nella nostra storia delle relazioni sindacali, ed infine l’orientamento espresso via via durante i vari incontri da alcuni significativi comparti imprenditoriali di tentare l’azzeramento del CCNL e di mettere in discussione la figura stessa del dirigente con l’obiettivo di superare la contrattazione collettiva ed affermare un rapporto individuale fra imprese e manager; la Federazione, valutati i pro e i contro, ha opportunamente ritenuto di procedere alla sottoscrizione del contratto. ■ OCUS Introduzione Introducendo questo seminario non posso fare a meno di rilevare come la figura del dirigente risulti penalizzata rispetto al passato. I benefici che la precedente contrattazione collettiva – che costituisce la “fonte” della disciplina del rapporto di lavoro con il dirigente e che, indirettamente, ne esaltavano la di lui figura posta al vertice della piramide aziendale – sono stati fortemente ridimensionati. I patti della contrattazione collettiva su cui il dirigente faceva affidamento per l’ipotesi di ingiustificata risoluzione del rapporto di lavoro sono venuti meno essendo stati sostituiti da altri patti meno favorevoli. Ciò, peraltro, in un contesto in cui Jobs Act che definito a “tutele crescenti”, in realtà ha comportato una generalizzata decrescita delle tutele per tutti i lavoratori subordinati. Influirà davvero positivamente questa Avv. Salvatore Trifirò riforma – ed in particolare il ridimensionamento delle tutele dirigenziali – sulla economia reale e sul benessere collettivo agevolando la ripresa? A mio avviso no. La ripresa dipende da altri fattori e cioè da un aumento della domanda che a sua volta dipende dall’aumento del circolante che si può realizzare solo con la riduzione delle imposte e delle spese correnti. Soggiungo, per mia lunga esperienza professionale – avendo seguito sin dagli anni ’50 l’evolversi della figura del dirigente sotto il profilo economico e normativo (originariamente considerato l’alter ego dell’imprenditore) – che un non augurabile uso spregiudicato delle nuove norme legali e collettive potrebbe influire negativamente sul fattore “motivazione” che è l’indispensabile punto di forza per la crescita della comunità dell’impresa. ■ DI I patti della contrattazione collettiva su cui il dirigente faceva affidamento per l’ipotesi di ingiustificata risoluzione del rapporto di lavoro sono venuti meno essendo stati sostituiti da altri patti meno favorevoli. DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 ❱❱ 7 OCUS - IL DIRIGENTE E IL SUO CONTRATTO DI LAVORO OGGI Nuova disciplina delle mansioni Avv. Stefano Trifirò (articolo 2103 codice civile) Il relatore ponendo a confronto il vecchio testo dell’articolo 2103 codice civile (il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito ovvero ha mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte senza alcune diminuzione della retribuzione) con il nuovo articolo 2103 (per il quale il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto… ovvero a mansioni riconducibili allo stesso livello e categoria legale di inquadramento delle ultime effettivamente svolte) ha sottolineato la sostanziale modifica introdotta. Non si fa più riferimento al concetto di equivalenza delle mansioni ma ad un parametro puntuale ed oggettivo: lo stesso livello e categoria legale di inquadramento delle ultime mansioni effettivamente svolte, non suscettibile di interpretazione da parte del giudice. Il vecchio articolo 2103 cod. civ. era stato riformulato dal legislatore nel 1970 (art. 13 statuto lavoratori) come una norma volutamente indeterminata che dava al giudice una certa discrezionalità anche in ordine ai criteri da adottare ai fini della comparazione tra mansioni di provenienza e quelle di destinazione. “In passato, sottolinea il moderatore, l’equivalenza delle mansioni costituiva una sorta di clausola generale che il giudice doveva riempire di contenuti, in sostanza il giudice era chiamato alla formazione giudiziaria delle regole da applicare al caso concreto, contemperando interessi e diritti contrapposti e non ignorando, a volte, il contesto economico nel quale si inseriva il caso concreto”. Oggi la nozione di “funzioni equivalenti” – continua Stefano Trifirò – è superata. Il datore di lavoro può nel legittimo esercizio dello “jus variandi” adibire il lavoratore a qualsiasi mansione purché riconducibile allo stesso livello di categoria e di inquadramento. Inoltre “in casi di modifica degli assetti organizzativi aziendali, che incide sulla posizione del lavoratore, lo stesso può essere 8 DI assegnato a mansioni appartenenti a livello di inquadramento inferiore, purchè rientranti nella medesima categoria legale”. Accordi individuali di modifica delle mansioni, della categoria legale e del livello di inquadramento e della relativa retribuzione potranno infine essere stipulati nell’interesse del lavoratore per causali specifiche e tassative: a)conservazione dell’occupazione; b)acquisizione di una diversa professionalità; c)miglioramento delle condizioni di vita. Ma come impatteranno queste nuove disposizioni sulla categoria dei dirigenti d’azienda, atteso che il dirigente ha un inquadramento unico nell’ambito di una sola Categoria legale, senza alcuna suddivisione al proprio interno, tra altri livelli?! Come verrà superata questa criticità? Ci si chiede: il datore di lavoro potrà far svolgere al direttore generale mansioni di direttore di finanza o direttore commerciale? Sarà come sempre compito della giurisprudenza fornire adeguate risposte. Quanto poi al mutamento di posizione previsto dall’articolo 16 del CCNL Dirigenti Aziende Industriali, (il dirigente, a seguito di mutamento della propria attività sostanzialmente incidente sulla sua posizione, risolva entro 60 giorni il rapporto di lavoro e avrà diritto, oltre al trattamento di fine rapporto, anche ad un trattamento pari all’indennità sostitutiva del preavviso spettante in caso di licenziamento), non sembra che la nuova disciplina legislativa possa incidere sulla facoltà di recesso che il contratto riconosce al dirigente nella fattispecie. Infatti la norma contrattuale è volta a tutelare meramente il disaccordo del dirigente al mutamento della mansione, a prescindere dalla legittimità o meno del cambiamento. Il controllo a distanza dopo il Jobs Act Articolo 4 Statuto Lavoratori. Il vecchio Statuto, osserva il relatore, vietava l’uso di impianti audiovisivi e DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza delle attività dei lavoratori. Con le nuove norme non esiste più un generale divieto di utilizzare strumenti di controllo, ma è necessaria l’individuazione delle condizioni e delle finalità per l’utilizzo di tali strumenti. Quanto ai limiti dell’utilizzo dei dati acquisiti, i controlli a distanza e le informazioni raccolte devono rispettare i principi previsti dal codice della privacy e delle linee guida del Garante (codice privacy). Ai lavoratori deve essere data adeguata informazione delle modalità d’uso degli strumenti di effettuazione dei controlli (policy aziendale). Controlli difensivi Per quanto concerne i controlli difensivi, vale a dire quei controlli volti ad accertare comportamenti illeciti commessi dal lavoratore in occasione dello svolgimento della prestazione a tutela del patrimonio aziendale, l’avvocato sottolinea che la giurisprudenza ne ammette la liceità. La Cassazione (10 ottobre 2015 n. 20440) ha affermato infatti che “i divieti previsti dall’articolo 4 Statuto Lavoratori riguardano il controllo sui modi di adempimento dell’obbligazione lavorativa, ma non i comportamenti del lavoratore lesivi del patrimonio e dell’immagine aziendale”. A chiusura del suo intervento il legale, oltre a fornire alcune massime della giurisprudenza in materia, richiama anche la Raccomandazione del Consiglio d’Europa CM/REC 2015 sul trattamento dei dati nel contesto del rapporto di lavoro che per brevità non riportiamo sulla rivista ma che sono reperibili sul sito ALDAI, dove peraltro è disponibile tutto il materiale del convegno. ■ Oggi la nozione di “funzioni equivalenti” è superata. OCUS Avv. Marcello Giustiniani Transazione e patto di non concorrenza La transazione Il relatore, dopo aver premesso che la transazione ex articolo 1965 codice civile “è un contratto con cui le parti, facendosi reciproche concessioni do ut des pongono fine ad una lite già cominciata o prevengono una lite che può sorgere tra loro”, ne illustra le caratteristiche essenziali richiamando l’attenzione dei presenti sull’importanza di alcune clausole, riportate di seguito, che andrebbero inserite nell’atto transattivo al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Il relatore precisa che il contenuto della transazione è libero e flessibile nel senso che è possibile prevedere tutto ciò che la legge non vieta, sottolineando che per essere valida deve essere stipulata in “sede protetta” altrimenti è annullabile entro sei mesi dalla stipulazione. Precisa altresì: la transazione nel rapporto di lavoro può avvenire per risoluzione consensuale o a seguito di licenziamento; ❚ che l’importo concordato come incentivo all’esodo è esente da contribuzione ed è soggetto a tassazione separata con la stessa aliquota del TFR; ❚ che il termine di cessazione del rapporto di lavoro sia in caso di licenziamento sia in caso di risoluzione consensuale può essere immediato o a data futura certa; ❚ che con la transazione il dirigente rinuncia all’impugnazione del licenziamento, ad ogni altra eventuale domanda, diritto o pretesa comunque connessa al rapporto nei confronti della società e delle altre società del gruppo tra cui: differenze retributive, ❚ che rimborsi, compensi, bonus, demansionamento, domande risarcitorie; ❚ che la società rinuncia a qualsivoglia domanda, diritto e pretesa comunque connessa al rapporto di lavoro con esclusione dei casi di dolo o colpa grave; ❚ che se il dirigente è anche amministratore della società non basta la rinuncia della società, ma occorre l’impegno del socio/soci a non proporre e a votare contro l’azione di responsabilità in assemblea. Marcello Giustiniani passa poi all’illustrazione delle clausole da apporre nella transazione. Le Manleve Il dirigente, risolvendo il rapporto di lavoro, può chiedere che la società si im- Le informazioni aziendali e le esperienze tecniche industriali, comprese quelle commerciali, costituiscono oggetto di tutela. DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 9 OCUS - IL DIRIGENTE E IL SUO CONTRATTO DI LAVORO OGGI pegni a tenerlo manlevato e indenne da conseguenze economiche pregiudizievoli derivanti da azioni connesse al rapporto. La manleva deve essere specifica e non può avere ad oggetto fatti dolosi (articolo 1322 codice civile “la manleva deve perseguire interessi meritevoli di tutela”), in ogni caso, conclude l’avvocato, c’è la norma contrattuale che all’articolo 15 dichiara espressamente che ogni responsabilità civile verso terzi per fatti commessi dal dirigente nell’esercizio delle proprie funzioni è a carico dell’azienda. I Patti di riservatezza, non discredito, comunicazione congiunta A prescindere dai vincoli contrattuali stabiliti dalle parti, anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro – evidenzia il professionista – vigono le disposizioni del D. lgs n. 30/2005 codice della proprietà industriale, in particolare in base all’articolo 98: ❚ costituiscono oggetto di tutela le informazioni aziendali e le esperienze tecniche industriali, comprese quelle commerciali, soggette a legittimo controllo del detentore, ove tale informazioni: a) siano segrete; b) abbiamo un valore economico in quanto segrete; c) siano sottoposte a misure da ritenersi ragionevolmente adeguate a mantenerle segrete; ❚ costituiscono altresì oggetto di protezione i dati relativi a prove o altri dati segreti la cui elaborazione comporti un considerevole impegno e la cui presentazione sia subordinata all’autorizzazione delle immissioni in commercio di prodotti chimici, farmaceutici o agricoli implicanti l’uso di nuove sostanze chimiche. L’articolo 99, ad oggetto tutela, prevede espressamente che, ferma la disciplina della concorrenza sleale, il legittimo detentore delle informazioni e delle esperienze aziendali di cui all’articolo 98, ha diritto di vietare a terzi, salvo proprio consenso, di acquisire, rilevare a terzi o utilizzare in modo abusivo tali informazioni ed esperienze, salvo il caso in cui esse siano state conseguite in modo indipendente da terzi. Possibile oggetto di pattuizione tra le parti 1.Riservatezza: a)divieto di divulgare informazioni riservate; b)divieto di divulgare o agevolare la divulgazione di informazioni riservate; c)divieto di fare uso di informazioni riservate. 2. Non discredito: divieto di rilasciare commenti, dichiarazioni relative al datore di lavoro o all’attività lavorativa. 3. Comunicazione congiunta: impegno delle parti a rilasciare il comunicato congiunto in relazione alla cessazione del rapporto di lavoro e a concordare la comunicazione successiva. Risarcimento del danno: in caso di violazione dell’obbligo di riservatezza: a)rivelazione di segreto professionale articolo 622 codice penale; b)rivelazione di segreti scientifici o industriali articolo 623 codice penale; c)rivelazione di informazioni aziendali segrete articolo 98 e 99 del decreto legislativo n. 30/2015. Patto di non concorrenza È un accordo, spiega l’avvocato, con il quale si limita lo svolgimento dell’attività del dirigente per un periodo successi- Il patto può riguardare qualsiasi attività lavorativa che possa competere con quella del datore di lavoro, ma non può, a pena di nullità, essere di ampiezza tale da comprimere l’esplicazione della professionalità del dirigente. 10 DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 vo alla cessazione del rapporto di lavoro. Il dirigente si obbliga a non svolgere attività in concorrenza con quella del datore di lavoro e l’azienda si obbliga a versare un corrispettivo al dirigente. I requisiti per la validità del patto (articolo 2125 codice civile) sono: la forma scritta, la determinatezza (oggetto, territorio, durata) e il compenso. Quanto all’oggetto, il patto può riguardare qualsiasi attività lavorativa che possa competere con quella del datore di lavoro, ma non può, a pena di nullità, essere di ampiezza tale da comprimere l’esplicazione della professionalità del dirigente. Quanto al territorio, il patto deve essere riferito ad un territorio precisamente individuato e non necessariamente esteso. La durata del patto non può essere per il dirigente superiore ai 5 anni, mentre per gli altri lavoratori il periodo massimo è di 3 anni. Con riferimento al compenso, il patto deve prevedere, a pena di nullità, un corrispettivo predeterminato nell’ammontare e congruo rispetto al sacrificio richiesto. Può essere corrisposto in costanza di rapporto (una giurisprudenza prioritaria ne esclude la liceità) o dopo la cessazione del rapporto in un’unica soluzione o più soluzioni. Violazione del patto Qualora il dirigente violi il patto di non concorrenza, il datore di lavoro può agire in giudizio per ottenere: 1. l’adempimento in forma specifica (paralizzare l’attività concorrente per la durata del patto); 2. la risoluzione del patto (condannare il dirigente a restituire il compenso pattuito ed in ogni caso il risarcimento del danno, vale a dire: a)condannare il dirigente a corrispondere l’importo della penale eventualmente prevista a prescindere dalla prova del danno; b)risarcire qualsiasi ulteriore danno subito con onere della prova da parte del datore di lavoro. Dettagliate precisazioni sono state fornite poi dal relatore nel dibattito su alcune richieste di chiarimenti, sottolineando il pensiero della dottrina e soprattutto l’orientamento della giurisprudenza in ■ subjecta materia. OCUS Dott. Lorenzo Peretto - Servizio Sindacale ALDAI NASPI I lavoratori dipendenti privati – e quindi anche i dirigenti – hanno diritto ad un trattamento economico in caso di perdita involontaria del posto di lavoro. Il D. Lgs. n. 22 del 4 marzo 2015 ha previsto l’entrata in vigore della Naspi (Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego) per le risoluzioni dei rapporti di lavoro intervenute dal 1º maggio 2015 (sino al 30 aprile 2014 era in vigore l’Aspi). Per ottenere la Naspi è necessario che sussistano congiuntamente i seguenti requisiti: 1.involontarietà della causa che ha determinato lo stato di disoccupazione. Sono quindi escluse le risoluzioni consensuali e le dimissioni. Eccezioni: dimissioni per giusta causa, risoluzioni consensuali intervenute in Dtl ex art. 6 L. 604/66 novellata dall’art. 1, comma 40, L. 92/2012 – conciliazione agevolata ex art. 6. D.Lgs. 23/2015) (tali ultime due fattispecie non riguardano i dirigenti); 2.almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione; 3. almeno 30 giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. L’indennità corrisposta dall’Inps per la durata massima di due anni sarà pari a euro 1.300 lordi mensili (sottoposti a tassazione ordinaria) con la riduzione del 3% ogni mese a decorrere dal quarto mese di fruizione con riconoscimento della contribuzione figurativa pari a circa 24.000 euro annui. Il percipiente, che al momento della cessazione ha una retribuzione più alta rispetto al massimale di cui sopra, non subirà alcun pregiudizio per la determinazione della parte retributiva della pensione in quanto, in tal caso, il periodo di fruizione Naspi è valido solo per il diritto della pensione ma non per la misura. L’indennità a specifiche condizioni può essere richiesta in un’unica soluzione per intraprendere un’attività imprenditoriale. In tal caso non si ha diritto alla contribuzione figurativa. La Naspi va richiesta entro 68 giorni dalla scadenza del periodo di preavviso. Nel caso di licenziamento per giusta causa i termini decorrono dalla data di licenziamento. La decorrenza della prestazione non è retroattiva. La normativa ha disciplinato le fattispecie di decadenza, sospensione o mantenimento della prestazione in caso di inizio di un nuova attività distinguendo tra nuovo lavoro autonomo o subordinato. DI L’indennità a specifiche condizioni può essere richiesta in un’unica soluzione per intraprendere un’attività imprenditoriale. In tal caso non si ha diritto alla contribuzione figurativa. Infine il D.Lgs. 150/2015 ha introdotto alcune novità in ordine al Patto di servizio personalizzato, alle congrue offerte di lavoro, al rafforzamento dei meccanismi di condizionalità della prestazione Naspi, all’assegno di ricollocazione che per ragioni di spazio non sono riportate sulla rivista ma che sono reperibili sul sito o presso gli uffici ALDAI dove peraltro è disponibile tutto il materiale del Convegno. ■ DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 11 ❱❱ OCUS - IL DIRIGENTE E IL SUO CONTRATTO DI LAVORO OGGI Avv. Stefano Bartalotta La tutela dei dirigenti ai tempi del Jobs Act: riflessioni per un’equilibrata lettura delle nuove norme La riforma del lavoro del 2015 (Jobs Act) è il più importante intervento legislativo in materia dopo lo Statuto dei Lavoratori del 1970. Comunque la si valuti sul piano politico, si tratta di un intervento sistematico ed organico che interviene su temi cristallizzati da decenni come l’art. 18 della L. 300/70, la tutela della professionalità e la mobilità aziendale, i controlli a distanza, la stessa nozione di subordinazione in relazione alle forme di collaborazione atipica. Si tratta di temi che indubbiamente chiedevano un ripensamento della disciplina vigente, resa ormai inadeguata dai mutamenti sociali, economici e di organizzazione aziendale che avevano reso desuete certe modalità di tutela dei diritti. Il mutamento legislativo è stato preceduto da una evoluzione giurisprudenziale che si è negli anni sforzata di rispondere alle esigenze di maggiore flessibilità proveniente dalle imprese e che innegabilmente si è risolta in un generale abbassamento delle tutele tradizionalmente riservate ai dipendenti. Anche la categoria dei dirigenti ha potuto constatare questo trend, registrando per esempio una progressiva riduzione della tutela contro i licenziamenti ingiustificati, specie se motivati con ragioni organizzative. Da tempo infatti la giurisprudenza della Cassazione ha ristretto l’ambito del licenziamento ingiustificato, che dà diritto all’indennità supplementare prevista dal contratto collettivo, ai soli casi di licenziamento con motivazione assolutamente pretestuosa o inveritiera, ed ha legittimato qualunque riorganizzazione aziendale, anche non economicamente necessaria e senza soppressione effettiva di funzioni. Si può non essere d’accordo, ma questa è la tendenza e con questa tendenza gli operatori giuridici e sindacali che danno assistenza ai dirigenti debbono realisticamente fare i conti. 12 DI Il Jobs Act ha comunque riorientato per tutti i lavoratori di qualunque qualifica le tutele contro i licenziamenti ingiustificati verso una modalità indennitaria anziché reintegratoria. In particolare la reintegrazione è stata riservata ai casi di licenziamenti discriminatori o per fatti inesistenti, mentre in tutti gli altri casi di licenziamento illegittimo viene riconosciuta un’indennità parametrata all’anzianità di servizio. La concezione sottesa a questa soluzione è che il lavoratore non ha un sorta di diritto di proprietà sul posto di lavoro e dunque l’intervento del giudice deve effettuarsi non in chiave ripristinatoria ma risarcitoria. Non si tratta, come qualche interprete sindacale ha lamentato, di negazione delle tutele ma di diversa modulazione delle stesse. D’altro canto lo schema della tutela indennitaria è quello da sempre applicato ai dirigenti. Anche sul piano della tutela della professionalità la norma di riferimento è cambiata ed è venuto meno il riferimento al principio dell’equivalenza professionale. In particolare dopo il Jobs Act è legittima l’adibizione a mansioni diverse purchè coerenti con la categoria ed il livello di inquadramento. La soluzione impone di rivedere lo schema ultraquarantennale con cui si è impostata la tutela della professionalità in Italia. La professionalità è il complesso delle competenze, esperienze e relazioni che forma il patrimonio di un lavoratore e che lo stesso mette sul mercato. Tradizionalmente si riteneva che fosse vietata l’adibizione a mansioni che, pur inquadrabili astrattamente nella categoria e nel livello di inquadramento del medesimo, non fossero coerenti con la sua storia professionale. In altre parole un Direttore Commerciale non poteva essere spostato unilateralmente ad altra mansione dirigenziale che però non consentisse l’utilizzo del patrimonio professionale pregresso o DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 che azzerasse le relazioni con gli abituali interlocutori professionali. Oggi invece è possibile e la novità può essere salutata come un segno di favore alla flessibilità organizzativa ed alla mobilità aziendale, ma può invero anche prestarsi ad abusi. La tutela dello status o dell’immagine professionale del dirigente non potrà più fondarsi dunque sulle norme di legge, se le nuove mansioni sono incoerenti ma astrattamente dirigenziali, ed occorrerà valorizzare la tutela contrattuale collettiva contro i mutamenti di posizione in chiave non solo di legittimazione alle dimissioni qualificate ma anche risarcitoria. I controlli da remoto sugli strumenti di lavoro (computer, smartphone etc.) sono divenuti legittimi, anche senza necessità di accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro. Resta la tutela della privacy, che però non può essere invocata per coprire abusi degli strumenti aziendali. Si tratta di un’innovazione coraggiosa, che ha suscitato molte critiche degli ipergarantisti, ma francamente non mi pare che la norma sia compatibile con controlli indiscriminati e sarebbe stato puerile, in un mondo in cui si è soggetti a tracciabilità della navigazione ogni volta che si accende un computer, pretendere che solo in azienda nessuno possa contestare neppure l’abuso di strumenti che dovrebbero essere soprattutto usati a fini lavorativi. Superato il contratto a progetto, si è previsto che alle collaborazioni qualificate come autonome, in cui i tempi ed i modi della prestazione siano determinati dal committente, si applichi la normativa del rapporto di lavoro subordinato. Non è la morte della collaborazione autonoma coordinata e continuativa, ma la fine di ipocriti progetti inesistenti. Dal 1º gennaio 2016 è sempre possibile instaurare genuine collaborazioni coordinate e continuative, senza necessità di OCUS inventarsi progetti improbabili, purché sia previsto che il committente abbia un minimo di organizzazione e sia effettivamente libero di decidere tempi e modalità della prestazione. Il che è il “minimo sindacale” per collaborazioni autonome non truffaldine ed effettivamente rispettose del collaboratore. Sarà quindi possibile ancora instaurare contratti di collaborazione con ex dipendenti, purchè si abbia cura di rispettare l’effettiva possibilità di auto-organizzazione del medesimo e non si pretenda che lo stesso operi con le stesse modalità di prima. Utile è la certificazione dei contratti di collaborazione presso le apposite Com- missioni, istituite presso le Direzioni Territoriali del Lavoro, le Università o gli Ordini Professionali, a garanzia della corretta formulazione dei contratti con l’effetto di impedire diversa qualificazione da parte degli enti ispettivi, salva la prova che le reali modalità di svolgimento del rapporto siano state incoerenti con lo schema contrattuale prescelto. In questo quadro di rimodulazione delle tutele, il contratto collettivo è senz’altro una garanzia essenziale ed irrinunciabile. Anch’esso ovviamente risente del generale clima di abbassamento delle tutele, come è evidente dalla rimodulazione dell’indennità supplementare prevista per i licenziamenti ingiustificati dal CCNL dei dirigenti delle aziende produttrici di beni e servizi del 30 dicembre 2014. Miope sarebbe però far derivare da questo aspetto, la sentenza di morte del contratto collettivo dei dirigenti, che invece trovano nello stesso istituti normativi, economici e di welfare che la legge non vuole o non può più garantire. Certo il contratto collettivo va ripensato anch’esso nel quadro evolutivo del diritto del lavoro perché possa svolgere la funzione integrativa che gli è propria. Rinunciare ad esso o ritenerlo un inutile orpello del passato, a favore di una contrattazione individuale che non tutti i dirigenti sono in grado di sostenere con adeguato potere negoziale, sarebbe una follia. ■ La professionalità è il complesso delle competenze, esperienze e relazioni che forma il patrimonio di un lavoratore e che lo stesso mette sul mercato. Avv. Marco Paoletti Il licenziamento individuale e collettivo Lo scopo del mio intervento è stato quello di fornire un quadro di sintesi delle recenti modifiche legislative in materia di licenziamento note come ”Legge Fornero” e, più recentemente, Jobs Act, sia con la finalità di illustrare lo stato attuale della materia, sia per verificare se ed eventualmente in che modo e sotto quali aspetti tali norme siano andate ad “impattare” sul rapporto di lavoro del dirigente e quindi sulle tutele spettanti in caso di licenziamento. Le recenti riforme della disciplina del licenziamento si inseriscono in un pre- ciso orientamento di politica del diritto che, prendendo probabilmente le prime mosse dalla lettera della BCE al Governo italiano del 5 agosto 2011 (con la quale si invitava il Governo italiano ad adottare una “accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti”), mira a creare un mercato del lavoro con norme più flessibili “in uscita” rispetto a quelle che hanno caratterizzato gli ultimi quaranta anni. In effetti la reintegrazione nel posto di lavoro prevista dal noto art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio DI 1970, n. 300), che per tanti anni ha rappresentato uno dei capisaldi delle tutele contro il licenziamento illegittimo (privo cioè di giusta causa o di giustificato motivo) per tutte le categorie di lavoratori subordinati (esclusi però i dirigenti), oggi, in seguito alla “Legge Fornero”, ma, ancora più, dopo il Jobs Act, costituisce una forma di tutela assolutamente residuale e marginale confinata alle ipotesi “limite” dei licenziamenti discriminatori, cioè intimati per ragioni di sesso, lingua, razza, confessione religiosa, ecc. È vero che si tratta di una delle poche ipotesi in DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 13 OCUS - IL DIRIGENTE E IL SUO CONTRATTO DI LAVORO OGGI cui anche al dirigente si applica la sanzione della reintegrazione nel posto di lavoro, ma è anche vero che queste fattispecie sono statisticamente assai rare e, soprattutto, anche quando vengono in considerazione, presentano problemi di prova non banali per il lavoratore che intenda invocare tale tipo di tutela. Se è vero, da una parte, che le ricadute di questi interventi legislativi sul rapporto di lavoro dirigenziale, dal punto di vista strettamente normativo, sono state piuttosto modeste, tenuto conto del fatto che il dirigente rimane escluso dall’ambito di applicabilità della gran parte delle disposizioni della legge Fornero ed anche del Jobs Act (se si esclude, come detto, la materia dei licenziamenti discriminatori et similia), tuttavia quando si parla di strumenti di tutela verso un licenziamento non si può non tener conto del contesto generale in cui ci si muove: un contesto che ha visto assottigliarsi le tutele per tutti i lavoratori non può non avere conseguenze, se non altro a livello interpretativo e di “approccio” da parte del giudici, anche sul rapporto di lavoro dirigenziale. Il discorso quindi ci porta a prendere in considerazione quelle che sono, per il dirigente, le due principali tutele in caso di licenziamento: 1)il preavviso, che spetta in tutti i casi in cui il licenziamento non venga intimato per “giusta causa”; 2)l’indennità supplementare, che invece è dovuta solo nel caso in cui il giudice accerti che il licenziamento è “ingiustificato”. Mentre il preavviso spetta in misura fissa, l’indennità supplementare è determinata dal Giudice tra un minimo ed un massimo prestabiliti dal contratto collettivo. Il quadro normativo generale cui sopra si faceva riferimento ha probabilmente avuto la sua influenza anche sull’ultimo rinnovo del contratto collettivo del 31 dicembre 2014, che, soprattutto per le anzianità più brevi, prevede una misura sia del preavviso sia dell’indennità supplementare sensibilmente più modesta rispetto al passato. La misura sia del preavviso sia dell’indennità supplementare varia in funzione dell’anzianità di servizio. In base all’ultimo rinnovo del CCNL il dirigente 14 DI ha diritto ad un preavviso di 6 mesi fino ad un’anzianità di servizio di 6 anni; di 8 mesi fino ad un’anzianità di servizio di 10 anni, di 10 mesi fino ad un’anzianità di servizio di 15 anni; di 12 mesi oltre a 15 anni di anzianità di servizio. L’indennità supplementare è invece pari a: 2 mesi fino ad un’anzianità di servizio di 2 anni; da 4 a 8 mesi per un’anzianità di servizio compresa tra 2 e 6 anni; da 10 a 12 mesi per un’anzianità di servizio compresa tra 6 e 10 anni; da 12 a 18 mesi per un’anzianità di servizio compresa tra 10 e 15 anni; da 18 a 24 mesi per un’anzianità di servizio di oltre 15 anni. Come si può vedere, rispetto al precedente CCNL, l’indennità supplementare viene parametrata, potremmo dire prendendo spunto dai principi applicati nel Jobs Act, esclusivamente in funzione dell’anzianità di servizio, mentre non è più presente il parametro dell’età anagrafica del dirigente. Infatti il precedente contratto collettivo prevedeva che l’indennità supplementare fosse automaticamente aumentata in relazione a specifiche “fasce età” del dirigente, considerate evidentemente critiche per la ricerca di una nuova occupazione. Se la tendenza attuale del nostro ordinamento è quella di un ridimensionamento delle tutele, dobbiamo evidenziare che essa è stata, sotto certi aspetti, “anticipata”, per i dirigenti, da una giurisprudenza che, negli ultimi anni, ha fornito una interpretazione del concetto di “giustificatezza” del licenziamento tale per cui l’indennità supplementare è stata riconosciuta in modo molto sporadico, in particolar modo nei casi di recesso motivato da ragioni economico-organizzative. La giurisprudenza ha infatti interpretato quella clausola del contratto collettivo (che prevede il riconoscimento al dirigente di un’indennità supplementare nel caso in cui il recesso sia ingiustificato) più come sanzione verso licenziamenti del tutto capricciosi o arbitrari che come forma di tutela nei confronti del dirigente che, incolpevolmente, perda il posto di lavoro. L’effetto naturale di questo approccio è stato che l’indennità supplementare è diventata una provvidenza economica, diciamo così, non automatica in caso di licenziamento e comunque molto diversa dal preavviso. DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 In un contesto del genere è forse utile porre l’accento sulla opportunità di recuperare spazi alla contrattazione individuale (per aggiungere tutele a quelle che sono previste dalla legge e dal contratto collettivo), cioè porre particolare attenzione al momento genetico del rapporto di lavoro, essendo ovviamente consapevoli che questo si può fare quando il dirigente abbia un rilevante potere contrattuale. Sulla materia dei licenziamenti collettivi vi è da dire che la sentenza della Corte di Giustizia CEE 13 febbraio 2014 ha dichiarato illegittima la normativa italiana di cui alla Legge 223/1991 (che disciplina i licenziamenti collettivi), per contrasto con la Direttiva CE n. 98/59/CE del Consiglio del 20 luglio 1998 (concernente il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di licenziamenti collettivi) in quanto esclude i dirigenti dai destinatari delle sue norme. In seguito a tale sentenza, la Legge 30 dicembre 2014, n. 161, art. 16 ha modificato l’art. 24 della Legge 223/1991 (modificando il comma 1 e inserendo il comma 1 quinquies) prevedendo ora che le sue norme si applichino anche ai dirigenti. Non vi è qui il tempo per esaminare in dettaglio le varie norme che disciplinano i licenziamenti collettivi, tuttavia è utile ricordare, sinteticamente, alcuni principi: ❚ nel calcolo del personale da licenziare (almeno cinque licenziamenti nell’arco di 120 giorni per le imprese con più di 15 dipendenti) devono essere conteggiati anche i dirigenti; ❚ la lettera di avvio della procedura di mobilità (che fissa il numero degli esuberi, i motivi che hanno reso necessario il licenziamento, le ragioni per le quali non si ritiene di adottare misure alternative, il profilo del personale in esubero) deve avere anche i sindacati dei dirigenti tra i destinatari; ❚ le varie fasi di confronto sindacale devono coinvolgere anche i sindacati dei dirigenti. In caso di violazione delle procedure che presiedono all’adozione di un licenziamento collettivo o di violazione dei criteri di scelta dei dipendenti da licenziare, spetta al dirigente un’indennità compresa tra 12 e 24 mensilità. ■ Villaggio Vacanze di sogno La Pizzuta sul mare di Tropea Il villaggio La Pizzuta****, apprezzato dai manager italiani per la qualità del soggiorno e il rapporto qualità-prezzo, si è aggiudicato il Certificato di Eccellenza di Tripadvisor per il 2015. Il punto di forza del resort è la splendida natura entro la quale si trova, immerso in un grande giardino mediterraneo con centinaia di varietà botaniche. La vacanza si vive all’insegna del comfort e in armonia con la natura, tra cielo e mare, davanti alle isole Eolie. Queste le principali caratteristiche del complesso: • qualità del soggiorno, tra piante e fiori, in linde camere dotate di ogni comfort, • eccezionale quotazione settimanale (da 490,00 Euro, compreso soggiorno e trattamento di pensione completa), • sensazione di relax e benessere che si avverte subito all’arrivo in questo “piccolo Eden fiorito sul mare di Tropea”, • alto livello della ristorazione, con squisiti piatti della cucina mediterranea serviti al tavolo da personale premuroso, • ascensore a mare che porta alla spiaggia privata, • spiaggia privata di sabbia bianca e scogli che giunge fino a Tropea, • piscina “hollywoodiana” a quattro petali, con idromassaggio e vasca per bambini, • servizio di animazione, diurno e serale, per grandi e piccoli, • spettacoli serali nell’area del teatrino, con mini-dance, show, cabaret e giochi coinvolgenti, • offerte di escursioni culturali e turistiche (es. la mini-crociera alle Eolie, la gita in motobarca alla caletta di Capo Vaticano, la visita ai Bronzi di Riace e altro ancora), • attività sportive (beach-volley, ping-pong, bocce, ecc.) e ricreative (es. la settimana di tornei di bridge e burraco, dal 17 al 24 settembre), • efficienza del personale di Segreteria, attento alle varie esigenze dell’ospite, • servizio di taxi convenzionato (transfer da e per l’aeroporto di Lamezia Terme, visite a Tropea ed escursioni varie). Il resort si raggiunge in aereo (Lamezia Terme), treno (Tropea) o auto (uscita Autosole di Pizzo Calabro). È consigliabile acquistare con buon anticipo i biglietti aerei e ferroviari per fruire delle quotazioni più convenienti. Informazioni su disponibilità e prenotazioni: Segreteria Villaggio La Pizzuta, Corso Venezia, 8 - Milano - Tel. 02 798493 - E-mail: [email protected] Per visitare il resort: www.lapizzuta.it m ANAGEMENT Le donne dirigenti sui tavoli istituzionali per contribuire al cambiamento Paola Poli Coordinatrice Gruppo Minerva Donne Dirigenti ALDAI l a Comunità Europea ha per le donne due importanti obiettivi in programma: ridurre la disparità nel mondo del lavoro e, secondo gli ultimi dati emersi, fare qualcosa per l’enorme disparità delle donne nelle pensioni. È in atto una strategia UE su nuove misure per bilanciare lavoro e fa- 16 DI Elisabetta Borrini Vice coordinatrice nazionale Gruppo Donne Federmanager Minerva miglia e sull’uguaglianza tra le pensioni uomo-donna. “Il 40% di differenza tra le pensioni delle donne e quelle degli uomini non è accettabile” secondo la Commissaria UE all’Occupazione Marianne Thyssen. Verrà creata una piattaforma europea per tutte le iniziative che hanno come scopo la fine di queste discriminazioni. Noi pensiamo che come rappresentante di 1.240 donne dirigenti, ALDAI possa DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 avere un ruolo costruttivo e ci proponiamo quest’anno di essere presenti anche nei tavoli istituzionali a partire dal territorio sino alla Comunità Europea. Ci piacerebbe infatti che le donne dirigenti, con la loro esperienza e professionalità, potessero dare un contributo concreto sui temi in agenda. In Italia, con l’introduzione della legge Golfo-Mosca, la presenza delle donne nei C.d.A. sta raggiungendo il 30% e la presenza delle donne nel management è aumentata negli ultimi anni, ma è sempre presente il divario di carriera soprattutto negli anni in cui le donne sono impegnate con il doppio ruolo della maternità. Come emerge anche dal grafico, il numero di donne diminuisce in modo progressivo dal livello manageriale in poi. Come si può notare dall’ultimo rapporto Istat, l’Italia presenta un quadro preoccupante che ci fa capire che c’è ancora tanto da fare. Molte aziende si sono impegnate a fondo adottando best practice da seguire per conseguire importanti cambiamenti. Ciò nonostante il cambiamento sta avvenendo in Italia a macchia di leopardo, in alcuni settori e aree geografiche specifiche, lasciando spazio sui grossi numeri ad ampi margini di miglioramento. Secondo l’Istat, che a fine 2015 ha pubblicato il rapporto “Come cambia la vita delle donne nel decennio 2004-2014”, l’andamento dell’occupazione femminile negli ultimi dieci anni ha risentito della crisi che ha fermato il trend positivo di aumento degli anni precedenti”. Il 44% della popolazione femminile ha rinunciato a lavorare. Il report racconta che complessivamente, nel nostro Paese sono poco meno di 10 milioni, pari al 44,1% della popolazione femminile tra m ANAGEMENT Segnala le donne di merito e talento 18 e 74 anni, le donne che nel corso della loro vita, a causa di impegni e responsabilità familiari, per una gravidanza o semplicemente perché i propri familiari così volevano, hanno rinunciato a lavorare. In particolare la fascia tra i 25 e i 34 anni è la più colpita, da oltre 2 milioni nel 2011 sono scese a 1,73 milioni. Un altro fenomeno cresciuto tra le fasce più giovani è il precariato che non contribuisce certo a costruire solidità economica, carriera, pensione. Il gap con l’Europa cresce Nonostante la maggiore tenuta dell’occupazione femminile negli anni della crisi, la quota di donne occupate in Italia rimane, comunque, di gran lunga inferiore a quella dell’Unione europea dei 28 Stati membri: nel 2014 il tasso di occupazio- ne femminile si attesta al 46,8% contro il 59,5% della media UE. Per quanto riguarda le pensioni, oltre la metà delle donne che percepiscono una pensione ha un importo dell’assegno sotto i 1.000 euro. Tra tutti coloro che percepiscono una pensione sotto i 1.000 euro il 67,2% è donna contro il 32,8% degli uomini. Tre pensioni su quattro sono sotto i 500 euro, in questa fascia, sotto i 500 euro di pensione, il 62,6%, sono donne contro il 37,4% degli uomini. È quanto si legge nel Rapporto annuale Inps 2014. Per questo continuiamo a portare avanti il programma Gruppo di Lavoro Donne Dirigenti, aperto a chi vuole dare un contributo concreto, che si muove su due obiettivi principali: 1) creare sinergie con enti e organizzazioni locali e non, per offrire alle nostre as- DI sociate più opportunità di networking, aggiornamento e formazione; 2) far emergere modelli positivi: donne dirigenti di talento portatrici di valori positivi, esperienze che possano contribuire al miglioramento. Con il Premio Merito e Talento che è alla sua quarta edizione e che si svolgerà anche quest’anno a Palazzo Marino, vogliamo promuovere la descrizione di una realtà sempre più popolata di donne che si sono affermate per merito e competenza. Ogni anno chiediamo ai nostri 16.000 associati di segnalarci le donne di talento che hanno incontrato nella loro vita lavorativa. Le segnalazioni vengono poi vagliate da una giuria composta da illustri nomi esterni e interni, che selezioneranno le 18 donne vincitrici. ■ DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 17 m ANAGEMENT Social media marketing Cinque motivi perché funziona meglio nel B2B che nel B2C Luigi Napoli i Coordinatore Gruppo Giovani Dirigenti ALDAI stereotipo e ci sono almeno cinque motivi per cui il Social Media Marketing è più adatto alle aziende B2B. l 24 febbraio 2016, nell’ambito delle attività del Gruppo Giovani, avrà luogo un incontro con gli esperti di EffettoDomino.social che ci descriveranno, riportando la loro esperienza sul campo, cinque motivi per cui i Social Media sono efficaci nel B2B più che nel B2C. L’obiettivo dichiarato sarà quello di dare, durante la serata, gli strumenti pratici per iniziare una strategia social media adattabile a qualsiasi realtà B2B. Tutto parte dalla costatazione inevitabile che i Social Network hanno completamente stravolto il modo di comunicare in ogni ambito della società. Già poco dopo la loro nascita, le aziende hanno iniziato a capire lo straordinario potenziale che potevano avere per le loro campagne di marketing, ma per la poca attenzione che si è riposta nel loro studio è passata l’idea che fossero uno strumento utile solamente per aziende B2C, senza analizzare le straordinarie potenzialità che questi potessero avere per generare contatti con buyer di altre aziende. Come è ormai noto, questa esclusiva del mondo B2C è soltanto uno 18 DI 1 Contenuti di valore Quando si parla di social media marketing, si parla di contenuti, siano essi testuali, grafici o video. Chi si occupa di content marketing deve generare dei contenuti in grado di interessare e catturare l’attenzione del proprio target. Generalmente, le aziende che cercano i loro potenziali clienti in altri business, hanno un altissimo livello di conoscenza del settore, il che li rende i perfetti produttori di contenuti. In effetti, si può dire che molte realtà B2B facessero già del content marketing ancora prima dell’avvento dei social media, realizzando newsletter, riviste trimestrali ed altri strumenti atti a raccontare i propri prodotti e soluzioni in un’ottica narrativa più che commerciale. 2 Conoscenza del target Per produrre un piano editoriale azzeccato, è fondamentale sapere con esattezza a chi ci si rivolge. Nel mondo B2B, la conoscenza del target è molto più accurata che nel B2C. In molti casi, si conoscono alla perfezione gli identikit dei potenziali clienti, dalla figura professionale DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 ricoperta all’interno dell’azienda alle motivazioni che lo spingono all’acquisto del prodotto che si vuole vendere. Il Marketer sa chi c’è dall’altra parte dello schermo, quali sono i suoi problemi e quali tipologie di soluzioni sta ricercando. 3 Budget ridotti e molte necessità Chi lavora in un ufficio marketing B2B sa con quanta difficoltà si riesca a rendere il marchio riconoscibile e a generare contatti utili da passare ai commerciali con budget spesso molto limitati. I social media sono uno straordinario strumento per fare brand mirato e per abbassare il costo contatto. Proprio nelle necessità dell’ufficio marketing troviamo la principale differenza con il B2C: i marketer del B2B hanno bisogno di generare lead (contatti interessati) e qui nasce la domanda: è possibile fare attività di lead generation tramite social media? La risposta è: assolutamente sì. Non solo, ma il costo per lead scende drasticamente: quando si sceglie di mettere in piedi una strategia social e digital, dove la logica viene stravolta, si passa da attività push, per andare a cercare nuovi clienti, ad attività pull per attrarli. Nel contesto italiano, sembra che ad oggi paghino ancora strategie ibride m ✔ dove il marketing mix viene pensato e strutturato in un percorso più efficiente ed efficace possibile. Il mondo dei social media permette infatti di profilare in maniera assolutamente nuova i propri clienti, di contattarli e attrarli verso le proprie soluzioni senza metterli sulla difensiva e in un’ottica di totale risparmio di tempo e risorse; spesso, però, per la fase di chiusura, una chiamata è sempre necessaria. A differenza del B2C, è fondamentale che i contenuti siano distribuiti nel modo giusto, a seconda del punto in cui si trova il buyer journey. 4 Vendite basate sulle relazioni Considerando l’entità dei prezzi e la durata dei cicli di vendita, risulta evidente quanto instaurare delle solide e durature relazioni con i buyer sia un passaggio obbligato. Come ben esplicita il loro nome, i social nascono esattamente con l’obiettivo di generare e sviluppare relazioni sul web e il mondo del business non è da meno. Grazie a discussioni in gruppi tematici o community online, le aziende possono stringere relazioni sempre più strutturate e durature con i propri clienti e prospect. Come i commerciali sanno bene, dietro ad ogni azienda che compra, c’è una persona che decide e dietro ogni persona, oggi, ci sono almeno due profili social. ANAGEMENT L’incontro si terrà in ALDAI (sala Viscontea - via Larga 31 - Milano) mercoledì 24 febbraio 2016 alle ore 18,00 MODALITÀ DI PRENOTAZIONE Gli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02/5830.7557 indicando nell’oggetto “Social Media Marketing”. 5 Inizia tutto con un Database Nel mondo del B2B la prima priorità del marketing è costruire database di possibili clienti. Per anni si è passati tramite società che li vendevano a peso d’oro o che li affittavano temporaneamente per email blast. Oggi i nuovi strumenti digital hanno introdotto una serie di possibilità innovative che rendono l’azienda assolutamente indipendente rispetto a società esterne. Questa autonomia, che il digital porta alle aziende, si configura praticamente in due modi: ❚ in primis elaborando strategie di Inbound Marketing per attrarre traffico verso il sito e convertirlo in lead tramite tattiche ad hoc; ❚ in secondo luogo, guardandosi intorno, si scopre che il database esiste già ed è da anni sotto gli occhi di tutti: LinkedIn è il più grande e completo database professionale del mondo. DI Come competere con un database online che viene costantemente aggiornato dai singoli utenti? LinkedIn per anni è stato visto solo come un social per trovare lavoro, ma col tempo sta diventando qualcosa sempre più complesso e sempre più rivolto a nuove possibilità (una su tutte, la vendita). Il social che ha fatto del business la sua vocazione ha, infatti, lanciato negli ultimi anni strumenti marcatamente commerciali per trovare tutti i contatti possibili e contattarli direttamente. Una manna per i commerciali abituati a lavorare con Database pieni di errori e non aggiornati. Questi cinque motivi sono il perché i social media sono efficaci nel mondo B2B e, durante l’incontro del 24 febbraio, si parlerà di come metterlo in pratica: dalla pianificazione di strategie veramente efficaci, agli strumenti tattici da mettere in gioco durante la loro realizzazione. ■ DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 19 n OTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO Dal prossimo numero... Un nuovo team per la rivista dell’ALDAI e non solo q uesto numero di febbraio 2016 che i soci stanno leggendo è l’ultimo numero coordinato dal Comitato di Redazione della precedente legislatura. La rivista di marzo 2016 sarà quindi il primo numero del nuovo team di coordinamento. Secondo quanto deliberato nella riunione di Giunta del 12 novembre 2015 il Consiglio Direttivo ha proceduto, nella seduta del 17 dicembre 2015, alla costituzione del Comitato di Redazione della rivista e degli altri mezzi di comunicazione ALDAI composto da 12 membri così individuati: n. 1 coordinatore n. 5 componenti di diritto n. 6 componenti elettivi ■ Il Comitato di Redazione della rivista e degli altri mezzi di comunicazione ALDAI è così composto (in ordine alfabetico): COORDINATORE FRANCO DEL VECCHIO COMPONENTI DI DIRITTO ROMANO AMBROGI MICHELA BITETTI GABRIELLA CANUTI ANNALISA SALA CHIARA TIRABOSCHI COMPONENTI ELETTI GIUSEPPE ALDEGHI GIUSEPPE COLOMBI MARIO GIAMBONE SILVANA MENAPACE FABIO PANSA CEDRONIO BRUNO VILLANI Nelle foto: il Comitato di Redazione nel corso della prima riunione svoltasi martedì 12 gennaio 2016 mentre esamina le proposte per la composizione del numero di marzo 2016 di “Dirigenti Industria” . 20 DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 Prevenzione “La vista è un bene prezioso, va tenuta sempre d’occhio” La vista è un patrimonio inestimabile: circa l’80% di tutte le informazioni che giungono dall’ambiente circostante al nostro cervello passano attraverso i nostri occhi; per questo la pratica della prevenzione è ancora più importante. Soffrire di bruciore agli occhi e vedere annebbiato può essere causato dalla secchezza oculare, ma spesso anche da una non precisa correzione da parte dei vostri occhiali che avete iniziato a utilizzare per guidare, leggere e guardare la TV, computer e tablet. Sempre riguardo alla prevenzione, se non si fa un corretto uso delle lenti a contatto l’occhio può andare incontro a infezioni (cheratiti o congiuntiviti) che possono compromettere la trasparenza della cornea - la membrana trasparente che, assieme alle altri parti dell’occhio, ci consente una visione ottimale - impedendo temporaneamente o anche in maniera definitiva l’utilizzo proprio delle lenti a contatto. In termini generali, la luce è fondamentale per la vita sulla terra, ma per noi dei livelli eccessivi di esposizione possono essere pericolosi, nello specifico per le diverse strutture oculari come la cornea, il cristallino e la retina. I problemi sono causati dai raggi ultravioletti che quindi devono essere filtrati con occhiali da sole provvisti di lenti opportune, a norma di legge, che garantiscano il blocco di queste radiazioni. Inoltre è importante indossare sempre gli occhiali da sole in spazi aperti e soleggiati, sia per i più piccoli che per i più grandi, tanto più se operati di cataratta. Per tutti questi buoni motivi OCULUS nei mesi di febbraio e marzo ti consiglia un controllo gratuito optometrico degli occhi e della vista presso il nostro studio. Prova a guardare questa stella con un occhio per volta e verifica se i raggi appaiono tutti nitidi e marcati alla stessa maniera; se rilevi differenze in una o più direzioni potrebbe essere presente un astigmatismo. Da Oculus ho visto la differenza Sconti 40% su lenti e montature 20% su montature firmate 30% su occhiali da sole 10% su lenti a contatto usa e getta Via San Paolo, 1 - 1° piano ang. C.so Vittorio Emanuele Milano Tel. 02 874 192 Tel. 02 7200 1396 20% su liquidi per lenti a contatto 10% su accessori di ottica 30% su lenti a contatto tradizionali Gli sconti Oculus sono validi per i Dirigenti dell’ALDAI, i loro familiari e i dipendenti. www.oculus3000.it E-mail: [email protected] Ci trovi su Facebook alla pagina Ottica Oculus Srl Orari: lunedì 15.00-19.00 Da martedì a sabato 10.00-14.00 - DIRIGENTI 15.00-19.00INDUSTRIA FEBBRAIO 2015 37 s ERVIZI AGLI ASSOCIATI Giovani, opportunità e lavoro. Chiara Tiraboschi Giornalista Responsabile Servizio Comunicazione e Marketing ALDAI “l asciate il mondo migliore di come l’avete trovato” così il CEO di Apple ha inaugurato lo scorso novembre l’anno accademico dell’Università Bocconi davanti ad un’aula gremita di giovani, talmente tanti ed entusiasti che Mario Monti, Presidente dell’ateneo, si è trovato ad ammettere: “Nemmeno una rock star avrebbe raccolto tanto entusiasmo”. Che i giovani d’oggi siano recettivi, con tanta voglia di fare e smart, lo testimonia anche il XIII Rapporto di AlmaDiploma che ha fotografato i diplomati del 2015. Ne è emerso il ritratto di studenti attivi e propositivi, che fanno stage (uno studente su due, il 92% nei professionali), lavoretti (55%) e che soprattutto sono pronti a vivere esperienze all’estero (35%). 22 DI È soprattutto questa, la voglia di sperimentare e sperimentarsi, conoscere e conoscersi che ha spinto e spinge tuttora molti giovani, diplomati e laureati a cercare esperienze fuori dai confini nazionali. In particolare, le statistiche dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) sembra consacrare la Cina a nuova terra promessa. Alla fine del 2012 infatti, erano circa 7.000 gli italiani che vivevano e lavoravano in modo stabile nel Paese. Ora, quattro anni dopo, si ha ragione di credere che il numero sia quanto meno raddoppiato. A conferma dell’interesse e della grande opportunità che oggi un’esperienza professionale in Cina può rappresentare per le aziende e il mercato del lavoro, c’è il dato che FourStars, agenzia per il lavoro DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 attiva in Italia dal 2000, accreditata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per le attività di intermediazione e leader in Italia nel segmento stage, ci fornisce in merito: sono oltre il 50% i giovani italiani assunti e consacrati definitivamente al mercato del lavoro dopo la partecipazione ai Master Program in territorio cinese. La percentuale di assunzione nelle sedi aziendali a Shanghai e presso gli headquarters italiani al termine dei programmi di internship sul territorio cinese (oltre il 50%), dimostra infatti l’importanza di una preparazione dei candidati a livello globale e con un obiettivo fondamentale: creare un’opportunità concreta sia per i giovani stessi, sia per l’Italia, puntando a favorire e migliorare il business delle aziende italiane nei mercati asiatici. s ERVIZI AGLI ASSOCIATI In una parola: Approfondendo la fotografia realizzata con i dati FourStars, emerge che il 10% decide di proseguire con il percorso universitario, mentre il 30% del 50% dei candidati che rientrano in Italia, vengono ricollocati presso aziende clienti attraverso un percorso di ricerca mirato e ad hoc rispetto alle esigenze del singolo profilo, con contratti a tempo determinato e indeterminato. Tra le aree di inserimento maggiormente richieste ci sono quelle del marketing e della comunicazione, con un focus sulle posizioni legate ai social media, sales, amministrazione e consulenza finanziaria. Per quanto concerne le dimensioni, le aziende sono equamente ripartite tra piccole-medie imprese e aziende strutturate di grandi dimensioni, scelte in base alle aspettative e i desideri del candidato. Da una parte le società e le aziende che hanno bisogno di giovani sempre più intraprendenti, globetrotter ed entusiasti, dall’altra un Paese che in questo momento di opportunità ne ha da vendere. Per questo motivo, ALDAI, da sempre molto attenta alle esigenze in continuo cambiamento del mondo del lavoro, ha recentemente attivato una collaborazione con FourStars, con alle spalle oltre 85.000 stage professionali rivolte proprio ai giovani. Nello specifico, all’interno delle inizia- CINA tive ALDAI YOUNG rivolte ai figli e nipoti dei dirigenti, si terrà giovedì 10 marzo 2016 un incontro presso la sala Viscontea dell’Associazione, finalizzato a presentare ai giovani studenti interessati e alle loro famiglie i programmi del progetto Stage In Cina e il MIBC, primo Master in International Business in China. www.stageincina.it Il progetto, realizzato in partnership con Università LUM School of Management e in collaborazione con NIBI – Nuovo Istituto di Business Internazionale della Camera di Commercio di Milano, è ideato come percorso professionalizzante, oltre che formativo, che offre ai candidati la possibilità di avviare concretamente una carriera internazionale e di acquisire professionalità e competenza nell’ambito dei modelli di gestione aziendale asiatici. La novità? L’inedita formula che coniuga una prima parte teorica di formazione in aula a Milano e una successiva fase pratica in azienda a Shanghai, di tre o sei mesi. Il master, in lingua inglese, prevede infatti, dopo una prima fase in aula nella quale si approfondiranno i temi del business management globale con focus Cina, un modulo di immersione nella cultura cinese e un internship program di 3 o 6 mesi in un’azienda selezionata secondo le preferenze del candidato. “È necessario – spiega Chiara Grosso DI CEO FourStars – prendere consapevolezza che la Cina è uno dei mercati più interessanti in termini di assorbimento, crescita, competitività e sviluppo internazionale e che l’Italia rappresenta un vero e proprio ponte sull’Europa e verso le imprese che vogliono svilupparsi in quel mercato. Per farlo abbiamo bisogno di professionisti e talenti in grado di gestire e colmare un gap culturale e di business che può realmente trasformarsi in un’opportunità”. ■ ✔ SEGNA IN AGENDA Evento ALDAI YOUNG dedicato ai giovani figli e nipoti dei nostri associati e ai loro genitori: giovedì 10 marzo 2016 alle ore 18,00 presso la Sala Viscontea di ALDAI. GIOVANI, OPPORTUNITÀ E LAVORO. IN UNA PAROLA: CINA. Presentazione dei programmi del progetto Stage In Cina a cura di FourStars. Per prenotazioni www.aldai.it DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 23 Convenzioni Commerciali Anche per il 2016 ALDAI ha stipulato una serie di interessanti convenzioni che riservano ai soci condizioni di favore su una selezione di prodotti e servizi relativi ai settori di maggior interesse per l’intera famiglia: assicurazioni, servizi bancari, manifestazioni culturali, trasporti, regali, viaggi, sport e tempo libero. Di seguito i loghi delle principali aziende con cui abbiamo stipulato gli accordi. Per conoscere tutti i vantaggi offerti delle società elencate è sufficiente accedere all’area riservata del sito www.aldai.it Basta un click su “My Feder” e inserire il codice utente (codice Federmanager) e password (codice fiscale al primo accesso). Se non si dispone del codice Federmanager basta seguire le istruzioni nella pagina. Una volta completato l’accesso all’area riservata MyFeder selezionare “Convenzioni” per visualizzare le offerte suddivise nelle diverse categorie. Per info: [email protected] – tel. 02.58376.234 6 1 0 2 o ov n rin Pantone : 7462 Rinnovo quota associativa © kotoyamagami - Fotolia.com 2016 Per aggiornare i dati anagrafici e di contatto: www.aldai.it area riservata Codice Utente: codice Federmanager Password: codice fiscale al primo accesso Quota associativa ALDAI 2016 ➜ euro 240,00 - dirigenti in servizio ➜ euro 120,00 - dirigenti in pensione ➜ euro 112,00 - dirigenti in pensione ante 1988 ➜ euro 180,00 - quadri superiori ➜ euro 114,00 - quadri apicali Un segnale di solidarietà nei confronti dei colleghi che hanno perso il lavoro: ALDAI dimezza la quota associativa (€ 120,00) dei dirigenti inoccupati che autocertificano un reddito inferiore a € 50.000 annui (modello scaricabile dal sito). Euro 30,00 contributo una tantum per chi si iscrive per la prima volta. Termine e modalità di pagamento Entro mercoledì 16 marzo 2016 tramite: ➜addebito diretto in conto - mandato per addebito diretto SEPA (modello scaricabile dal sito ALDAI). Oppure: ➜bollettino di c/c postale salvo casi di deleghe aziendali e addebito diretto sul conto; ➜bonifico bancario (nuovo codice IBAN IT50Z0335901600100000129106) indicando nella causale cognome, nome e numero di tessera o data di nascita; ➜delega aziendale (modello scaricabile dal sito ALDAI). 26 DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 UN SORRISO SANO È UN VALORE DA INDOSSARE OGNI GIORNO. Il Centro ImplantologicoTramonte propone servizi di alta qualità nei campi dell’implantologia, dell’odontoiatria e della prevenzione. Il direttore sanitario del Centro è il dott. Silvano U. Tramonte, implantologo certificato con oltre 40 anni di esperienza implantologica e fondatore della Bioimplantologia. CONVENZIONE DIRETTA CON FASI. CENTRO IMPLANTOLOGICO TRAMONTE. LA CURA E IL BENESSERE DEL SORRISO. Villa Moroni, via Piazzolo 1, 24040 Stezzano (BG) - tel. 035.4541218 | Piazza Castello 5, 20121 Milano - tel. 02.877065 [email protected] | www.tramonte.com | cerca “Centro Implantologico Tramonte” su Facebook! s ERVIZI AGLI ASSOCIATI Convenzione ASSOCAAF 2016 Assistenza fiscale Rendiamo noto che, nell’ambito dei servizi offerti alla categoria anche quest’anno l’ALDAI metterà a disposizione degli iscritti, in quanto contribuenti, una qualificata assistenza con particolare riferimento alla compilazione del Modello 730 e del Modello Unico Persone Fisiche. Abbiamo confermato la convenzione con Assocaaf cui ci siamo rivolti, con soddisfazione, gli anni scorsi per motivi di ordine logistico/organizzativo ed economico. Naturalmente ricordiamo che per poter usufruire della convenzione in questione è necessario presentare la tessera di iscrizione all’ALDAI in corso di validità. Le sedi Assocaaf richiederanno all’ALDAI la verifica della posizione associativa dei dirigenti che fisseranno un appuntamento. Anche per il 2016, sarà disponibile il Mod. 730 precompilato attraverso il quale l’Agenzia delle Entrate fornisce alcuni dati e informazioni in suo possesso o comunicate da soggetti terzi. Il dirigente che intende aderire per la prima volta alla Convenzione Assocaaf, deve conferire apposita delega (riportata alla pagina seguente) ad accedere alla propria dichiarazione dei redditi precompilata, messa a disposizione dalla Agenzia delle Entrate. La delega deve essere compilata per ogni contribuente che si avvale del servizio 730 (in caso di dichiarazione congiunta per entrambi i coniugi) e consegnata presso la sede ALDAI o presso la sede Assocaaf contattata, unitamente a copia del documento d’identità. La documentazione richiesta può essere trasmessa alla casella di posta elettronica [email protected] indicando la sede Assocaaf prescelta. Dal punto di vista logistico/organizzativo confermiamo che anche per il 2016 ALDAI metterà a disposizione degli 28 DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 iscritti la propria sede di via Larga 31 per la “Compilazione del Modello 730”. Poiché però Assocaaf dispone in Milano e provincia, come organizzazione perfezionata nel tempo, di varie sedi con adeguate strutture, gli iscritti sono liberi di scegliere, per compilare il Modello 730, anche sedi diverse dall’ALDAI, se queste risultano più comode da un punto di vista strettamente logistico. fiscali posti, compresa la verifica dei dati che non sono oggetto del visto di conformità: – dichiarazione singola euro 30,00 – dichiarazione congiunta euro 60,00. ❚ Compilazione del Modello Unico Persone Fisiche per il contribuente che: –non ha un sostituto d’imposta che sia tenuto ad effettuare il conguaglio nel 2016 e non ha percepito redditi di lavoro dipendente, redditi di pensione e/o altri redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente nel 2015; – non è residente in Italia nel 2015 e/o nel 2016; – deve presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti dichiarazione euro 80,00 (anziché 100,00) Sono a disposizione sportelli dedicati in esclusiva per gli iscritti ALDAI nelle sedi: ❚ Milano, piazza Diaz 6 ❚ Milano, via Cagliero 17 ❚ Monza, via Damiano Chiesa 4 (presso Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza – Presidio di Monza e Brianza). Riportiamo di seguito le nuove tariffe (IVA compresa): ❚ Compilazione dei quadri RW, RM, RT: con i documenti forniti dal contribuente: – quadro aggiuntivo euro 40,00 (anziché 50,00). ❚ Compilazione del Modello 730: con i documenti forniti dal contribuente e la soluzione dei quesiti e problemi fiscali posti: – dichiarazione singola euro 55,00 (anziché 65,00) – dichiarazione congiunta euro 100,00 (anziché 130,00). Le nuove tariffe del 730/2016 sono conseguenza del nuovo quadro legislativo per cui in caso di rilevazione di visto infedele da parte dell’Agenzia delle Entrate, Assocaaf è tenuto a rimborsare, oltre alla sanzione, l’intero versamento della maggiore imposta dovuta e dei relativi interessi. ■ ❚ Assistenza al Modello 730 già impostato dal contribuente: con la rielaborazione e la ristampa di dichiarazioni già preparate dal contribuente, la soluzione dei quesiti e problemi ge nz ia ntrate Mod. N. 6 redditi 2015 ssistenza fiscale si avvalgono dellʼa MODELLO 730/201 contribuenti che lificata dichiarazione semp genz ia ntrate nte CODICE FISCALE DEL COGNOME (per le donne indicare A DATI DEL DATA DI NASCIT MESE CONTRIBUENTE GIORNO RESIDENZA ANAGRAFICA Da compilare solo se variata dal 1/1/2015 alla data di presentazione della dichiarazione NOME il cognome da nubile) COMUNE (o Stato ANNO PROVINCIA (sigla) TUTELATO/A MINORE A estero) DI NASCIT C.A.P. PROVINCIA (sigla) NUM. CIVICO COMUNE TIPOLOGIA (Via, piazza, ecc.) INDIRIZZO ta Dichiarazione presenta per la prima volta MESE INDIRIZZO DI POSTA CELLULARE TELEFONO ELETTRONICA PROVINCIA (sigla) NUMERO Casi particolari add.le regionale PROVINCIA (sigla) ICO FAMILIARI A CAR A BARRARE LA CASELL C = Coniuge F1 = Primo figlio F = Figlio A = Altro D = Figlio con disabilità 1 1 C MESI A CARICO CODICE FISCALE indicato anche se va (Il codice del coniuge te a carico) non fiscalmen Periodo d’impost a 2015 3 F A D 4 F A D 5 F A D IL CONGUAGLIO CHE EFFETTUERA CODICE FISCALE o DENOM piazza, ecc.) PER LA COMPIL AZION E I. INTRODUZ IONE 1. Perché convie ne il Modello 730 2. Modello 730 precom pilato 3. Modello 730 ordina rio (non precompilato) 4. Chi è esonerato dalla presentazion e della dichiarazione 5. Chi può presen tare il Modello 730 te modello del dichiaran ta: compilare solo nel 6. Chi deve presen Dichiarazione congiun tare il Modello UNICO Persone fisiche COMUNE 7. MOD. 730 La dichiarazione congiunta DIPENDENTI 8. Rimborsi, tratten C.A.P. SENZA NUM. CIVICO ute e pagamenti SOSTITUTO 2 IN AFFIDO NUMERO FIGLI CARICO PREADOTTIVO A DEL CONTRIBUENTE ITUTO DʼIMPOSTA DATI DEL SOSTINAZION E TIPOLOGIA (Via, 8 7 6 ISTRUZIONI PERCENTUALE NE ULTERIORE DETRAZIO PER FAMIGLIE FIGLI CON ALMENO 4 5 PRIMO F1 FIGLIO D 2 DETRAZIONE 100% AFFIDAMENTO FIGLI 4 CONIUGE 3 2 % MINORE DI 3 ANNI 730 Modello 730/2 016 COMUNE E DOMICILIO FISCAL AL 01/01/2016 COGNOME e NOME IONE DATA DELLA VARIAZ ANNO GIORNO FRAZIONE PREFISSO TELEFONO E POSTA ELETTRONICA COMUNE E DOMICILIO FISCAL 015 AL 01/01/2 PROV. dei Rappresentante Dichiarazione o tutore TE O TUTORE congiunta Coniuge DEL RAPPRESENTAN CODICE FISCALE i dichiarante senza Situazion Quadro K te 730 integrativo 730 ri sostituto particola Soggetto fiscalmen (vedere istruzioni) SESSO (M o F) a carico di altri Dichiara UENTE (obbligatorio) CONTRIBCONTRI BUENTE TUITO MODELLO GRA Prima parte INDIRIZZO NO / FAX NUMERO DI TELEFO FRAZIONE ITI DEI TERRENI INDIRIZZO DI POSTA CODICE SEDE ELETTRONICA SESSO CANONE DI AFFITTO 8 9 IMU CONTINUAZIONE CASI NON DOVUTA PARTICOLARI (stesso terreno ente) 7 6 II. ASPETTI GENE RALI 1. Come è compo sto il modello 2. Cosa c’è di nuovo 10 COLTIVATORE DIRETTO O IAP 2 2 4 5 6 7 7 7 8 8 8 III. GUIDA ALLA COM DELLA DICHIARA PILAZIONE ZIONE 1. Informazioni relative al contri buente 2. Familiari a carico 3. Dati del sostitu to d’imposta 4. Quadro A Redditi dei terren i 5. Quadro B Redditi dei fabbri cati e altri dati 6. Quadro C Redditi di lavoro dipendente ed assimi lati 7. Quadro D Altri redditi 8. Quadro E Oneri e spese 9. Quadro F Acconti, ritenute, eccedenze e altri dati 10. Quadro G Crediti d’imposta 11. Quadro I - Imp 14 14 15 17 18 19 26 31 38 61 65 s ERVIZI AGLI ASSOCIATI Modalità per gli appuntamenti • Per fissare gli appuntamenti presso la sede ALDAI (via Larga 31), è necessario comunque rivolgersi esclusivamente al numero 02/58.43.68.96: l’agenda degli appuntamenti ALDAI è curata dalla sede Assocaaf di piazza Diaz 6. Le date sono in funzione delle scadenze fiscali. Nella sede ALDAI la postazione sarà attiva dal 4 aprile fino al 9 giugno 2016 nelle giornate di lunedì, mercoledì e giovedì. • Per fissare gli appuntamenti presso le sedi ASSOCAAF telefonare ai numeri riportati in tabella. SEDE ASSOCAAF * piazza A. Diaz 6 (5º piano scala A) via A. Salaino 12 * via G.B. Pirelli 30 * via G. Frua 16 * via Cagliero 17 viale Isonzo 16 via Damiano Chiesa 4 (c/o Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza - Presidio di Monza e Brianza) via Prina 24 corso Europa 161 - 3° piano COMUNE 20123 Milano 20144 Milano 20124 Milano 20146 Milano 20125 Milano 20135 Milano TELEFONO 02/58436896 02/48537570 02/49528670 02/48193232 02/45470456 02/5516309 E-MAIL [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] 20900 Monza 039/3638260 [email protected] 20900 Monza 20017 Rho 039/2320076 02/9308776 [email protected] [email protected] * Presso le sedi Assocaaf contrassegnate con asterisco è possibile fissare appuntamenti anche per il sabato mattina esclusivamente per la “Compilazione” del Modello 730. ✂ DELEGA/REVOCA PER L’ACCESSO ALLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI PRECOMPILATA Con questo schema il contribuente delega il proprio sostituto d’imposta o il Centro di assistenza fiscale o il professionista abilitato ad accedere alla propria dichiarazione dei redditi precompilata, messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Con questo schema è possibile esprimere la volontà di non delegare il Centro di Assistenza Fiscale o il professionista abilitato ad accedere alla propria dichiarazione dei redditi precompilata. IL SOTTOSCRITTO ❚ Codice fiscale .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ❚ Cognome e nome ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ❚ Luogo e data di nascita ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ❚ Residenza .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. IN QUALITÀ DI RAPPRESENTANTE/TUTORE DI (Dichiarazione dei redditi di persona incapace, compreso il minore) ❚ Codice fiscale .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ❚ Cognome e nome ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ❚ Luogo e data di nascita ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ❚ Residenza .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ❏ CONFERISCE DELEGA ❏ NON CONFERISCE DELEGA 1 ❏ REVOCA DELEGA al Centro di Assistenza Fiscale (CAF) 01154010399 iscrizione all’Albo del CAF n. 30 ASSOCAAF S.P.A. – LGNBBR67B50F205V – Milano (MI) 20123 Piazza Diaz, 6 All’accesso e alla consultazione della propria dichiarazione dei redditi precompilata e degli altri dati che l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione ai fini della compilazione della dichiarazione relativa all’anno d’imposta 2015. Luogo e data ................................................................................................................................. Firma (per esteso e leggibile) ................................................................................................................................................................. CONSENSO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Il sottoscritto, acquisita l’informativa sul trattamento dei dati personali fornita dal titolare del trattamento, presta il consenso al trattamento dei propri dati personali anche sensibili nei limiti delle operazioni necessarie all’espletamento della delega conferita Luogo e data ........................................................................................................................................ Firma (per esteso e leggibile) ................................................................................................................................................................................. La delega può essere revocata in ogni momento presentando questo modello. Si allega fotocopia del documento di identità del delegante/revocante. 1 Da compilare solo in caso di presentazione a un Centro di Assistenza Fiscale o a un professionista abilitato. s INDACATO Sindacato: non è una brutta parola Manuela Biti Consigliere ALDAI Difendere in modo organizzato la propria professionalità, la possibilità di svolgere in serenità il proprio lavoro, il diritto al riconoscimento dei propri risultati, non è un lusso d’altri tempi: è una necessità sempre più impellente per tutti noi. q ualche giorno prima di Natale a Milano, appena dopo aver concluso un importante accordo che interessava molti colleghi, ho potuto ascoltare qualcuno che diceva: “La parola sindacato spaventa, è fuori tempo, occorre costruire consenso tra i dirigenti più che altro attraverso l’attenzione ai servizi di supporto”. Quando, come in questi giorni, si sente che in molte aziende del mondo produttivo lombardo proseguono le espulsioni di colleghi in età critica, non più protetti 30 DI da tutele contrattuali consolidate e destinati ad una faticosa sopravvivenza durante la non facile ricerca della rioccupazione, c’è davvero da domandarsi che futuro si prospetta per un sistema così configurato. Fino a qualche anno fa, quando la “dirigenza” costituiva la meta più ambita di un percorso professionale, nessuno, ricevendo con soddisfazione la propria promozione, si sarebbe immaginato che un giorno un giurista del lavoro avrebbe ammonito che, nell’accettare la nomina dirigenziale ci si doveva preoccupare di introdurre (con quale forza, poi?) clausole “paracadute” per l’eventualità di finire improvvisamente tra gli esuberi. Certo, DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 È ora di incominciare a dire, non solo tra noi, che la dirigenza in Italia non può configurarsi come un problema, ma come uno strumento essenziale per l’evoluzione produttiva del Paese sapevamo che il dirigente è licenziabile, ma sapevamo anche che, proprio per il valore della nomina, quella eventualità rimaneva remota e più che altro riservata a circostanze di comprovata mancanza di professionalità o di manifesta indegnità. Se invece il mondo produttivo, nelle circostanze attuali, ha scelto di colpire una categoria come la nostra, molto professionalizzata ma numericamente limitata (nell’industria privata i dirigenti in servizio sono circa settantamila a livello nazionale), occorre comprenderne le ragioni. Qualcuno giudiziosamente argomenta “Il rinnovamento tecnologico è talmente s veloce che, in assenza di una formazione continua, il dirigente diventa obsoleto e viene espulso dal mercato produttivo”. Peccato che chi si esprime in questi termini, di solito, operi professionalmente nel settore della formazione… Il suo quindi è un argomentare un po’ interessato, per così dire. Ma soprattutto, non coglie la realtà: se è vero che, come affermano anche esperti al vertice delle nostre organizzazioni, è in atto una dismissione pesantissima dell’industria medio grande nel Paese, con conseguente “nanizzazione” dell’industria residua, i colleghi non vengono (spesso) espulsi per mancanza di professionalità ma, al contrario, per troppa professionalità, non più necessaria. Ecco dunque, per i dirigenti, la necessità strategica di domandarsi se un ripotenziamento dei settori industriali medi e grandi, che in passato hanno fatto la fortuna di questo Paese, non debba tornare ad essere prioritario. E se un investimento sulla continuità e sulla serenità lavorativa del corpo dirigente non debba precedere in ordine di importanza il mero risultato economico di fine anno. Se, rispetto alla maggioranza delle imprese strategiche, persino i venditori di cianfrusaglie hanno più attenzione al medio termine, allora davvero non ci può essere futuro per un Paese che ragiona solo sul breve e brevissimo periodo. Così, succede che in certi settori ad alta tecnologia il lavoro continua a basarsi sull’apporto di esperti ormai sessantenni che rimangono attivi, perché dopo di loro non c’è che il nulla: nessuno ne ha raccolto l’eredità professionale. “Abbiamo un buco generazionale di vent’anni”, così si esprimeva qualche tempo fa il capo del più grande gruppo elettrico del Paese: in queste circostanze, ogni collega maturo che perde il lavoro rischia di lasciare un vuoto incolmabile. La difesa del posto di lavoro del dirigente dunque diventa tutt’uno con la necessità di dare un futuro industriale al Paese: se un collega dirigente cinquantenne, di ampia e comprovata professionalità, può venire espulso per un “riassetto organizzativo”, “eliminazione della posizione”, “cessione di ramo d’azienda” e via argomentando, senza trovare neanche la stessa protezione normativa che tuttora si applica ad altri lavoratori, come si può pensare che i suoi colleghi in posizioni simili abbiano la serenità di concentrarsi sulle priorità lavorative? Mettere assieme la concezione di una strategia di sviluppo credibile per il Paese con la difesa attenta delle professionalità esistenti dovrebbe dunque essere un obiettivo prioritario, rispetto al quale DI INDACATO la figura del dirigente rimane insostituibile. Come pure, nei contesti di dimensioni maggiori, rimane insostituibile la funzione di stimolo, mediazione e conciliazione che istituzionalmente è assegnata alle RSA aziendali. Di solito, dove resiste una forte cultura industriale di azienda o di gruppo, non si teme la funzione della rappresentanza dirigenziale, anzi, la si valorizza, ed il ruolo delle RSA ne deve proprio garantire il successo con etica e professionalità. È ora di incominciare a dire, non solo tra noi, che la dirigenza in Italia non può configurarsi come un problema, ma come uno strumento essenziale per l’evoluzione produttiva del Paese. Questa dovrebbe essere la sostanza del nostro farsi sindacato. Limitarsi, come troppo spesso si è fatto, a battaglie di retroguardia tese alla conservazione di questo o quell’elemento di welfare in pericolo, si dimostra sempre meno efficace: o ci si rende conto che anche dal punto di vista normativo occorre salvaguardare la dirigenza, altrimenti destinata a trasformarsi in una casta sempre più residuale di portaborse ed esecutori di ordini, o si certificherà in modo definitivo che non c’è spazio per la professionalità, la dedizione al lavoro ■ ed il merito. DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 31 Corsi di Formazione ANIMP marzo e aprile 2016 Gli appalti di costruzione impiantistica e infrastrutturale: gestione cantiere, avanzamenti, valorizzazione A cura di ANIMP Milano, 2-3 marzo 2016 Il corso tratta della gestione e dell’amministrazione degli appalti in cantiere, illustrando le metodologie e gli strumenti informatici, con particolare riguardo alla misura degli avanzamenti e alla loro valorizzazione amministrativa. È rivolto a: • Project Manager • Engineering Discipline Leader • Engineering Manager • Project Engineer • Project Control (planning and cost control engineer) • PMI-Procurement Offices Il claim nella vita di progetto: prevenzione e approccio documentale A cura di ANIMP Milano, 17-18 marzo 2016 Il corso fornisce i principi metodologici di preparazione strutturata del reclamo partendo dalle nozioni contrattuali e relativi rischi che ne costituiscono il fondamento. È rivolto alle funzioni aziendali coinvolte nella gestione della fase esecutiva dei progetti, in cantiere e negli uffici preposti: • Project Manager • Site Manager • Contractor Administrator • Coordinatori tecnici • Uffici Finanza e Legali La gestione delle interfacce nella progettazione impiantistica A cura di ANIMP Milano, 17-18 aprile 2016 Il corso è dedicato principalmente a: • Responsabili della progettazione impiantistica generale o di disciplina, • Project Manager • Responsabili aziendali La partecipazione ai corsi ANIMP prevede l’assegnazione di CREDITI FORMATIVI da parte dell’Ordine degli Ingegneri Per ulteriori informazioni o per ricevere il depliant informativo del corso rivolgersi alla Segreteria Corsi ANIMP (Manuela Corbetta) dalle ore 9.00 alle ore 13.00 Tel. 02.6710.0740 ext 7 - Fax 02.6707.1785 e-mail: [email protected] oppure consultare il sito www.animp.it alla voce FORMAZIONE. Comunichiamo che, su nostra richiesta, la Direzione ANIMP ci ha confermato che ai Soci ALDAI che si iscriveranno ai corsi promossi dall’ANIMP a titolo individuale verranno concesse le stesse agevolazioni praticate ai loro iscritti. l AVORO Le Società per il Placement convenzionate con ALDAI Con l’intendimento di continuare ad offrire servizi di valore ai propri associati e proseguendo con un’attività “best practice” efficiente e di standard qualitativo, ALDAI ha provveduto anche per il 2016 al rinnovo della convenzione Placement con le stesse modalità attualmente in corso al supporto per la ricollocazione professionale. Di seguito pubblichiamo la tabella aggiornata con i riferimenti da contattare per concordare un colloquio conoscitivo gratuito e senza impegno finalizzato alla scelta della Società. Con riferimento alla tabella pubblicata a pagina 28 del numero di luglio 2015 riportiamo la versione aggiornata al 17 dicembre 2015 SOCIETÀ SEDE ASSIST S.r.l. REFERENTE E-MAIL TELEFONO SITO Corso Buenos Aires, 45 Melinda Fiscella 20124 Milano [email protected] 329/6313750 www.assist-otp.it CAREER COUNSELING S.r.l. Piazza De Angeli, 9 20146 Milano Ivan Piccoli [email protected] 331/6072831 www.careercounseling.it CROSS S.r.l. Via A. Albricci, 9 20122 Milano Edoardo Misciattelli [email protected] 393/9472116 www.e-cross.it INTOO S.r.l. Piazza IV Novembre, 5 20124 Milano Gianfranco Sarti [email protected] 335/8225425 www.intoo.it LEE HECHT HARRISON S.r.l. Via Larga, 2 20122 Milano Donatella Giovanetti [email protected] 331/5690814 www.lhhitalia.com RIGHT MANAGEMENT S.r.l. Via Rossini, 6/8 20122 Milano Simone Oliva [email protected] 346/3047202 www.right.com/it UOMO E IMPRESA S.r.l. Via Albricci, 9 20122 Milano Cristina Malachin [email protected] 328/2157686 www.uomoeimpresa.it Studio dentiStico Studio dentiStico Sorriso&Salute Sorriso&Salute1 Dental Surgery Delicious Flickr Twitter Retweet Delicious Flickr Twitter Retweet Facebook MySpace StumbleUpon Digg Facebook MySpace StumbleUpon Digg Slash Dot Mixx Skype Technorati Slash Dot Mixx Prenota subito la tua visita gratuita Skype Technorati chiama ilsubito n. 039la 20.22.489 Prenota tua visita gratuita chiama il n. 039 20.22.489 Reddit Direttore 1 1 1 1 1 Dental Surgery VeneerS VeneerS Sbiancamento Sbiancamento Dentale Dentale CONVENZIONE DIRETTA FASI TUTTA LA PRATICA DEL FASI RIMBORSO È SVOLTA DALLO STUDIO CONVENZIONE DIRETTA ETUTTA NON LA DALPRATICA PAZIENTE. TALE PROCEDURA RIMBORSA DELCON RIMBORSO È SVOLTA FASI DALLO STUDIO CIRCA IL 70% SUL TOTALE DELLE SPESE SOSTENUTE. E NON DAL PAZIENTE. CON TALE PROCEDURA FASI RIMBORSA CIRCA IL 70% SUL TOTALE DELLE SPESE SOSTENUTE. FriendFeedDott. S. PaDuano YouTube LinkedIn1 - 20900 - Monza - Tel 039 20.22.489 - 347.22.98.071 Sanitario - Via Gaslini, La struttura odontoiatrica è aperta ai pazienti nei seguenti giorni e1orari: Lun --Mar - Mer - Giov Ven dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 14,30 alle 19,30 Reddit FriendFeedDott. S. PaDuano YouTube LinkedIn Direttore Sanitario - Via Gaslini, - 20900 Monza - Tel 039- 20.22.489 - 347.22.98.071 www.sorrisoesalute.it AMPIO PARCHEGGIO La struttura odontoiatrica è aperta ai pazienti nei seguenti giorni e orari: Lun - Mar - Mer - Giov - Ven dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 14,30 alle 19,30 www.sorrisoesalute.it SlideShare Newsvine Google AMPIO PARCHEGGIO Google Talk p REVIDENZA Pensioni: quale domani? Quanta pazienza ci vuole ancora? Mario Giambone i Presidente Comitato Pensionati e Consigliere ALDAI l Comitato Pensionati ALDAI, per dibattere questo tema, ha promosso il Convegno “Pensioni: quale domani?” svoltosi lunedì 14 dicembre 2015 presso l’Hotel Michelangelo di Milano. Doveroso darne comunicazione per quanti non hanno avuto occasione di potervi partecipare e, magari, non hanno possibilità di collegamento al sito ALDAI dove il nostro servizio informazione ha sollecitamente riportato il comunicato stampa, prontamente diramato. La manifestazione, introdotta e coordinata da chi scrive, dopo un momento di commosso raccoglimento per ricordare la scomparsa del collega Sergio Zeme, ha ricevuto i saluti di Romano Ambrogi Presidente ALDAI e di Eros Andronaco Vice Presidente Federmanager. L’occasione ha offerto l’opportunità per una condivisa riflessione su quanto continua ad essere oggetto di ripetuti attacchi alla situazione pensionistica, alimentata dalle inquietanti esternazioni espresse dal Presidente dell’INPS Tito Boeri e dal susseguirsi di svariate trasmissioni televisive. Scenari ideali per tenere banco su tali argomenti e costituire cassa di risonanza divulgativa rappresentando, spesso, in maniera strumentale e discutibile la realtà nella quale viene coinvolta anche la nostra Categoria. L’iniziativa ha riscosso un sollecito e significativo interesse, manifestato dal fatto che a pochi giorni dal suo annuncio si è registrata una partecipazione complessiva tale da esaurire i circa quattrocento posti disponibili della sala Mosè, oltre i quali si sono dovute chiudere le adesioni. Mario Giambone all’apertura dei lavori. componente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Il collegamento con Roma si è reso necessario a causa di un impegno parlamentare urgente, convocato proprio nello stesso giorno, che ha impedito a Galli di essere presente di persona come previsto. L’ampia trattazione con cui l’Onorevole ha voluto commentare i temi focali, ha riguardato soprattutto l’aspetto della proposta Boeri di riforma del sistema pensionistico con il ricalcolo degli assegni attualmente erogati, anche se il livello da riconsiderare si posiziona sopra i “famosi” 3.500 euro. Galli ha tenuto a Il programma previsto è stato anticipato dall’intervento indiretto dell’Onorevole Giampaolo Galli, noto economista e 34 DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 precisare che, quantunque fosse considerato concettualmente iniquo, risulta essere anche inattuabile nella pratica. ❚ Iniquo in quanto al soggetto che trovandosi in tale situazione, ed avanti negli anni, gli verrebbe modificato il contesto in cui viene a trovarsi in un momento particolarmente precario della propria esistenza e diverse sarebbero state, probabilmente, le sue scelte al termine della vita lavorativa. ❚ Inattuabile in quanto un ricalcolo di tale rilevanza andrebbe rielaborato sulla scorta di dati retrospettivi e di cedolini di svariati decenni antecedenti. p REVIDENZA Romano Ambrogi. Giorgio Ambrogioni. Con tali considerazioni, naturalmente non si eliminerebbero le reiterate manovre per ulteriori attacchi, infatti è già stata ventilata la possibilità di rivedere le differenze tra l’età anagrafica (in cui un soggetto è andato in pensione) e quella che sarebbe stata invece la data prevista. Alchimia che costituirebbe un motivo per poter introdurre una “penalizzazione” progressiva in termini percentualistici in funzione di tali differenze. “A queste considerazioni – è stata la conclusione di Galli – non vale neanche contrapporre il principio del rispetto di diritti acquisiti, basta considerare i valori fondanti del nostro ordinamento, basati sui principi di ragionevolezza ed affidabilità e credibilità dello Stato”. A valle dell’ampia sintesi del tema pensioni ed equità sociale, esposta dal collega Mino Schianchi Presidente del Coordinamento Nazionale Pensionati Federmanager e dell’intervento conclusivo del Presidente CIDA Giorgio Ambrogioni, è seguito un ampio dibattito con spazio ad interventi da parte di numerosi colleghi che, in conclusione, hanno ribadito lo spirito con cui l’evento è stato svolto, così riassumibile: “Ma quando finirà questo tormentone che riguarda l’attacco alle pensioni? Noi pensionati abbiamo contribuito al risanamento dei conti pubblici attraverso ben cinque interventi restrittivi delle legittime perequazioni e due contributi di solidarietà, per non dire del probabile sesto intervento derivante dalla Legge di Stabilità in fase di discussione in Par- Mino Schianchi. lamento. Non basta la diminuzione del 20% complessivo del potere d’acquisto sofferto?”. Il messaggio che, in conclusione, è stato trasmesso ai vertici della nostra Organizzazione ed alla pubblica opinione, è che a Milano i colleghi che hanno svolto il proprio ruolo, con impegno, competenza e professionalità, contribuendo allo sviluppo dell’intero Paese attraverso l’affermazione delle imprese (non solo lombarde) e del brand italiano, non permetteranno di alimentare l’insorgenza di un conflitto generazionale. Non è lecito calpestare le legittime attese di chi ha svolto onestamente il proprio ruolo, versando regolari contributi e confidando sulla credibilità dello Stato. Tutto ciò non è accettabile e viene confermato il proposito di mettere in atto ogni azione di netto contrasto ad iniziative ingiuste ed impresentabili. Tali aspirazioni confidano sul sostegno e condivisione di Federmanager e della CIDA, che hanno comunemente ribadito il proposito di realizzare una “operazione verità… dimostrando che il futuro dei giovani non lo si garantisce con i continui sacrifici a carico dei pensionati, ma con investimenti mirati alla creazione di nuova occupazione, con la lotta all’evasione, alla corruzione ed al sommerso e separando, una volta per tutte, la previdenza dall’assistenza, facendo chiarezza sulla reale entità della spesa pensionistica”. ■ ULTIMISSIME NEWS Blocco perequazione: il Tribunale di Palermo rinvia alla Corte Costituzionale Con ordinanza del 22 gennaio 2016, il Tribunale di Palermo, in relazione al ricorso presentato congiuntamente da Federmanager e Manageritalia contro il blocco della perequazione automatica delle pensioni 2012-2013, ha, anche questa volta, dichiarato non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale. Si tratta di un risultato molto importante anche se si evidenzia che l’eccezione sollevata dal Tribunale e posta all’attenzione della Consulta, concernendo il caso di un collega titolare di pensione pari o inferiore a cinque volte il minimo, riguarda la parte in cui la Legge 214/2011 modificata dalla Legge 109/2015 prevede che per tali pensionati sia prevista una rivalutazione solo nella misura del 20%. Nello specifico, il Tribunale ha infatti ritenuto che “la suddetta rivalutazione è di entità talmente modesta da indurre a ritenere che anche la nuova normativa mantenga un contrasto con i principi dettati dalla Costituzione e con l’interpretazione che degli stessi ha fornito la Corte Costituzionale”. DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 35 p REVIDENZA Tagliare le pensioni? Non ce lo chiede l’Europa! Antonio Dentato c Componente Sezione Pensionati Assidifer - Federmanager on l’Ordinanza n. 274 del 22 dicembre 2015 la Corte Costituzionale ha affermato che “In relazione ai rapporti di durata, (N.d.R. ad esempio: indennità previdenziali, pensioni, dirette e di reversibilità) non si può riporre alcun ragionevole affidamento nell’immutabilità della disciplina e non sono precluse modificazioni sfavorevoli, finalizzate a riequilibrare il sistema”. In chiare lettere, dice la Sentenza: nessuno si culli nella pia illusione che le prestazioni previdenziali, anche quelle in corso di erogazione, non potranno essere assoggettate a tagli, se questo è necessario per ragioni di bilancio. Con questo criterio, a farne le spese è stata una disabile che si è vista tagliare l’indennità percepita per molti anni, dopo la morte dell’unico genitore rimastogli, il padre, che la assisteva. L’impatto che quest’orientamento dalla giurisprudenza costituzionale potrà avere sui trattamenti pensionistici in genere va adeguatamente considerato e monitorato in rapporto all’utilizzo che ne farà la politica. Sono i temi sui quali si concentra quest’articolo, che non ha alcuna pretesa di esposizione tecnico/giuridica. Il solo obiettivo (almeno negli intenti) è quello di richiamare l’attenzione su uno scenario al centro del quale sono i principi fondamentali del nostro ordinamento oltre che gli interessi economici dei singoli. Scenario per ora visibile in trasparenza, ma che potrebbe diventare reale se le rappresentanze sociali non s’investono culturalmente per sostenere politiche di protezione dei più svantaggiati, dei giovani e delle categorie più deboli perché prive di forza contrattuale. 36 DI I precedenti Tranquillizzavano le argomentazioni della Consulta quando ponevano la certezza del diritto e il legittimo affidamento che su di essa si fonda a protezione dell’integrità dei trattamenti attribuiti, una volta conclusa la relativa fase di liquidazione interinale (v. Corte Costituzionale Sentenza n. 208 del 16 luglio 2014). Ma altre Pronunce assumevano, intanto, ben altra tendenza. Anche in ragione di questi mutevoli orientamenti, tra smentite e riconferme, avanzano nuovi interventi anche sui trattamenti in corso; le intenzioni del Governo, al riguardo, rinviano ad un dibattito ampio nel corso del 2016. Sarà importante prepararsi, per affrontarlo con cognizioni di causa. Nuova gerarchia dei principi costituzionali Dobbiamo prendere atto, molto realisticamente, che l’esigenza di bilancio tende a posizionarsi al primo posto nella gerarchia dei principi costituzionali. Come attestano le Sentenze Costituzionali anche recenti (v. Sentenza Costituzionale n. 227/2014, (considerazioni in diritto/3; Sentenza Costituzionale n. 70/2015, (considerazioni in diritto/10). Per contro, nel clima politico e sociale DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 che stiamo vivendo, stentano a farsi riconoscere anche i diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Ma abbiamo speranza che su questo fronte qualcosa si muova, come diremo più oltre. La regolamentazione retroattiva A ben guardare, è nel confronto fra dottrine contrapposte che si colloca l’Ordinanza sopra citata n. 274/2015. La quale, a nostro avviso, trova uno stretto collegamento, oltre che con altre, soprattutto con la sentenza Costituzionale n. 446/2002. Dove si legge: “il diritto a una pensione legittimamente attribuita... se non può essere eliminato del tutto da una regolamentazione retroattiva che renda indebita l’erogazione della prestazione ben può subire gli effetti di discipline più restrittive introdotte non irragionevolmente da leggi sopravvenute”. Diversamente da come alcuni si sbracciarono nell’applaudirla, non fu questa sentenza la porta spalancata alla discrezionalità assoluta del legislatore perché incidesse sugli “odiati” e non mai troppo sviliti “diritti cosiddetti acquisiti”. Esistono parametri che quella discrezionalità limitano e che la dottrina e la giurisprudenza più avanzate hanno con forza ri- p badito; anche in un recente Convegno organizzato a Roma, il 10 novembre 2015, dall’Associazione Nazionale dei Magistrati e degli Avvocati dello Stato in pensione, dal titolo: “Tutela dei diritti acquisti e fiscalità”. Li elenchiamo, per cenni, e solo per segnalare i più rilevanti che la stessa Corte Costituzionale ha, fin ora, elaborato contro eccessi di discrezionalità di cui il legislatore potrebbe abusare (Dio non voglia!), in qualche ritorno buio della vita parlamentare: 1) la ragionevolezza nella ricerca di un “equilibrio” fra le esigenze del pubblico bilancio e il rispetto dei diritti soggettivi; 2) la proporzionalità, in rapporto alla quantità ed alla qualità del lavoro prestato; 3) la “non discriminazione” che non consente trattamenti in pejus di determinate categorie di redditi da lavoro, di cui le pensioni sono un’estensione, in applicazione dell’art. 53 Cost.; 4) II vincolo di bilancio che, pur di rango costituzionale, non può prevaricare altri valori e altri principi, anch’essi di rango costituzionale. Vincolo che, peraltro, non sarebbe stato neppure necessario inserire in Costituzione, perché i soli da non superare sono quelli imposti dai Trattati UE e dal Protocollo comunitario sui disavanzi eccessivi; 5) il bilanciamento tra risorse finanziarie esistenti e rispetto dei diritti fondamentali dell’ordinamento; 6) l’affidamento nelle leggi dello Stato. Il suo crollo altererebbe le regole del gioco democratico. Finirebbe per calpestare l’uguaglianza ed i diritti dei singoli che, invece, devono sentirsi garantiti dalla certezza del diritto. La difesa dei principi fondamentali Quelli elencati non sono protezioni a privilegiati redditi da pensione. O di casta, come qualcuno tende a denigrare. Sono valori e principi giuridici conquistati in lunghi anni di lotte, nelle fabbriche, nelle piazze, dovunque sia stato possibile impegnare spazi di democrazia. Sommergerli sotto l’onda della demagogia dilagante è un rischio grave per tutti. Farli digradare nella gerarchia dei valori porta ad un progressivo deterioramento della vita democratica: se ne conosce l’inizio, ma non se ne può prevedere la fine. Una giurisprudenza dagli incerti orientamenti; una politica alla continua ricerca di assetti riformistici che non trova: che cosa resta, allora, a sostegno dei diritti fondamentali che nel nostro Paese appaiono in declino? La giurisprudenza comunitaria Gli orientamenti della Corte di Giustizia europea sono di tutt’altro segno. E sarà, forse, questa istituzione sovranazionale a contemperare le tensioni giurisprudenziali che si confrontano in materia previdenziale. Ma non solo. Sarebbe azzardato, ovviamente, ipotizzare l’automatica trasposizione di quegli orientamenti sui terreni nazionali; abbiamo però il fondato convincimento che taluni enunciati potranno trovare più largo ascolto anche da noi. E anche una progressiva applicazione nella materia di cui qui ci occupiamo, sempre che ne avvertano la preminente importanza le pubbliche istituzioni e le rappresentanze sociali. In primo luogo, che essi diventino patrimonio culturale collettivo. La Corte di Giustizia europea da tempo ha affermato che le principali caratteristiche comuni e condivise dello stato di diritto sono, tra le altre, la certezza del diritto e il legittimo affidamento. A nostra volta riteniamo che, per riconfermarle come prioritarie anche nel nostro ordinamento, occorrerà convocare l’impegno congiunto delle forze politiche e sociali più sensibili. Intanto, in brevissima sintesi, di seguito esponiamo alcuni indirizzi, come li abbiamo appresi da Sentenze dalla Corte di Giustizia europea1. È sperabile che essi recuperino una più solida posizione REVIDENZA anche nella dottrina e nella giurisprudenza del nostro Paese: a) il diritto alla non retroattività va riconosciuto ad ogni individuo al quale un’autorità dello Stato abbia fatto sorgere fondate speranze nel mantenimento di un provvedimento adottato mediante assicurazioni precise che essa stessa gli ha fornito (N.d.r: tali sono, ad esempio, un atto amministrativo, ma ancor più una legge); b)il legittimo affidamento e la certezza del diritto costituiscono principi che devono essere rispettati dalle istituzioni dell’Unione europea, ma anche dagli Stati membri nell’esercizio dei poteri loro conferiti. Il riferimento più specifico è agli atti normativi che vanno ad incidere su rapporti di durata (N.d.r. ad esempio le pensioni); c) il principio della certezza del diritto più particolarmente esclude l’applicazione di una nuova regolamentazione a situazioni sorte prima della sua entrata in vigore. Vi sono casi tuttavia in cui tale principio non si applica. Ciò che accade quando la situazione cui si riferisce il nuovo regolamento non era stata oggetto di misura alcuna alla data di entrata in vigore della nuova normativa. In altri termini una nuova disciplina non si può definire retroattiva ed è pertanto applicabile solo se la situazione oggetto di nuova regolamentazione non aveva avuto inizio mentre era an■ cora in vigore la precedente. TAGLIARE LE PENSIONI? NON CE LO CHIEDE L’EUROPA! La versione integrale dell’articolo di Antonio Dentato è scaricabile dal sito www.aldai.it nella sezione “Rivista” cliccando “Dirigenti Industria on line”. NOTE 1) - Corte Giustizia europea: Sentenza (Terza Sezione) 22 dicembre 2010 e Sentenza (Quinta Sezione) 3 settembre 2015. Per chiarezza espositiva: le sentenze qui richiamate si riferiscono a materie di carattere amministrativo, ma abbiamo la fondata convinzione che esse possano valere come orientamento di carattere generale. Per ulteriori e più ampi approfondimenti si veda anche: Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio “Un nuovo quadro dell’UE per rafforzare lo stato di diritto”, Strasburgo, 11 marzo 2014 COM (2014) 158 finale relativo allegato I, 12 marzo 2014 (OR. en) 7632/14ADD 1JAI 159POLGEN 37FREMP 43 e precedente documentazione in materia. DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 37 v ITA ASSOCIATIVA Le priorità dei manager lombardi Intervista del Coordinatore del Comitato di Redazione “Dirigenti Industria” a Francesco Castelletti * Con 22.000 iscritti Federmanager Lombardia rappresenta il 38% del totale iscritti a livello nazionale, un indicatore evidente della vocazione e tradizione industriale del territorio lombardo. Gli iscritti comprendono dirigenti in servizio, alte professionalità, colleghi in cerca di opportunità di lavoro e una componente importante di pensionati. Quali priorità per lo sviluppo del management lombardo? Lo chiediamo a Francesco Castelletti, neoeletto Presidente Federmanager Lombardia. v pero di capitale umano nel sistema produttivo? iviamo un periodo di progressivi cambiamenti che implicano problemi ed opportunità per il sistema produttivo e naturalmente per il management. Quali sono le priorità del prossimo triennio per Federmanager Lombardia? Dobbiamo trovare i migliori strumenti per migliorare l’occupabilità dei nostri colleghi, vale a dire mettere a punto gli strumenti che consentano ad un dirigente di trovare opportunità di lavoro, di ricollocamento e, nel caso, di crescita professionale. Il contributo del management è fondamentale per ridare fiducia nelle capacità produttive del Paese e la Lombardia rappresenta il motore in grado di anticipare la ripresa accelerando i processi di internazionalizzazione. Dall’inizio della crisi, nel 2008, la dirigenza lombarda ha contribuito, più di ogni altra categoria, al processo di aggiornamento delle competenze. Quali iniziative ha realizzato Federmanager e quali programmi per i prossimi tre anni per assicurare i livelli di managerialità richiesti dalla globalizzazione? Abbiamo promosso piani formativi sia a livello territoriale sia a livello aziendale in collaborazione con Fondirigenti ed il Fondo dirigenti PMI, abbiamo focalizza- 38 DI Francesco Castelletti. to i nostri interventi in particolare sulla internazionalizzazione, la crescita professionale dei nostri colleghi è al centro dei nostri interventi formativi. Puntiamo anche ad un rilancio del servizio di bilancio e certificazione delle competenze. Dobbiamo per il futuro rilanciare il patto generazionale, i colleghi senior devono rendersi disponibili per un efficace servizio di orientamento e tutoring a favore dei dirigenti più giovani, già attivo a Milano e in sviluppo in altre sedi territoriali. La crisi ha comportato anche un pesante contributo in perdita di posti di lavoro, e anche per questo aspetto la dirigenza ha subito percentualmente più di ogni altra categoria. Quali sono le iniziative che Federmanager ha realizzato e intende realizzare per favorire il reinserimento dello sper- DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 Il primo servizio è quello che diamo nel momento della perdita del posto di lavoro: si tratta di un supporto da un punto di vista prima psicologico e subito a seguire di tutela dei diritti contrattuali. La possibilità di accedere ad una formazione finanziata di eccellenza per aggiornare le competenze nel periodo di carenza del lavoro è fondamentale per poi ripartire con nuovo slancio. La banca dati delle competenze manageriali organizzata da Fondirigenti. Le numerose convenzioni sul territorio per accedere a validi programmi di outplacement. Sottolineo gli sforzi che stiamo facendo per favorire il “matching” fra domanda e offerta di management qualificato attraverso il lavoro fatto sul territorio dagli uomini di CDI Manager e la partecipazione a bandi regionali su export, reti e formazione. Gli associati si aspettano un ruolo più incisivo dell’associazione di rappresentanza ed è auspicabile che il recente rinnovo delle cariche elettive Federmanager possa avviare un periodo di “riforme” caratterizzate da un unico Codice Associativo, Codice dei servizi Standard, Codice Etico e Codice della Comunicazione, favorendo la cooperazione e le forme di sinergia e aggregazione tra le associazioni territoriali, come anticipato nell’articolo a pag. 42 di “Dirigenti v ITA ASSOCIATIVA Industria” di gennaio. Cosa si intende realizzare in termini concreti? Vogliamo semplicemente attuare quanto proposto ai tavoli della conferenza programmatica di Abano dello scorso anno. I nostri associati ci chiedono un salto di qualità nei servizi, dobbiamo saper fare e comunicare in modo adeguato in ogni nostra sede territoriale. Questo potrà voler dire mettere in atto, su base volontaria, tutte le possibili sinergie per dare il meglio a chi ci chiede giustamente di avere il meglio dalla propria associazione. Le pensioni sono sempre più pericolosamente considerate il bancomat per risolvere i problemi di bilancio dello Stato. Anche in questo caso la dirigenza è sottoposta ai maggiori sacrifici e al ludibrio dei politici e dei mezzi di comunicazione. Cosa inten- de fare Federmanager in Lombardia per rappresentare la categoria, sia dei pensionati di oggi, sia di coloro che lo saranno in futuro? I nostri senior hanno il diritto di difendersi ed di essere da noi difesi da questi attacchi pretestuosi. A noi il compito di rappresentare i legittimi interessi e diritti di chi ha lavorato una vita in base a regole condivise, assicurando alle nuove generazioni un sistema previdenziale sostenibile nel tempo, basato su regole allineate alle best practice internazionali e sulla certezza del diritto. Le regole non possono cambiare in modo demagogico e pretestuoso. In epoca di risorse scarse ci aspettiamo che tutti facciano sacrifici. Noi lo abbiamo sempre fatto e non siamo più disposti ad accettare prelievi pretestuosi ed ingiustificati, la demagogia dei soliti noti non porta verso sentieri di giustizia ed equità sociale. ■ * Francesco Castelletti è laureato in economia aziendale presso l’Università Bocconi ed ha sviluppato il percorso professionale come Direttore Amministrativo e del personale per 17 anni presso la società Adda Ondulati Spa, diventando nel 2012 Direttore Generale Morganti SpA e di recente Direttore Generale LCS SpA, società leader nell’innovazione della logistica e degli impianti di automazione industriale. Coordinatore del Gruppo Giovani Federmanager, Castelletti ha svolto dal 2008 il ruolo di Presidente Federmanager Lecco e dal novembre 2015 ha assunto la presidenza Federmanager Lombardia. 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E come liberare le tante energie e capacità che l’impegno del lavoro ha assorbito e che ora, rimesse in circolazione, possono essere espresse e restituite alla società?”. d a queste domande e dalla collaborazione tra ALDAI e l’Associazione Nestore è nato, con il coordinamento di Mauro Vaiani, il progetto “Outplacement per il sociale”, una sorta di ritorno sui banchi di scuola per i dirigenti in pensione, sollecitati ad interrogarsi sulle radici e sulla coerenza della loro motivazione e a cercare di spogliarsi di molti atteggiamenti che avevano garantito il successo del loro gesto manageriale. Sì, perché, mentre le competenze professionali possono essere trasferite in modo pressoché immediato al mondo del sociale, gli atteggiamenti e i comportamenti da dirigente hanno bisogno di una significativa metamorfosi per poter essere accolti e metabolizzati da quel mondo. Due edizioni del corso nel 2014 e nel 2015 con circa venti partecipanti ciascuna, tenute dai docenti dell’Associazione Nestore presso la sede ALDAI, dieci giornate d’aula per edizione, la testimonianza di diverse Organizzazioni No Profit, cinque incontri di coaching individuali, e infine per ogni partecipante un tirocinio di 32 ore svolto presso un’Associazione di Volontariato. Dai docenti e soprattut- 40 DI to dal tirocinio abbiamo imparato che nel mondo del sociale un manager è ricevuto e trattato come un volontario qualunque, che dare ordini non serve perché non esistono dipendenti per eseguirli, che la credibilità non è implicita nel ruolo ma va conquistata sul campo, che la relazione è più importante dell’obiettivo e infine che il tempo è una variabile molto spesso accessoria. Ma soprattutto abbiamo scoperto, se mai ce ne fosse stata la necessità, che c’è un gran bisogno di questi manager metamorfosati capaci di mettersi in relazione con quel mondo, capaci di rispettare tempi e regole del gioco, capaci di portare le loro competenze con discrezione e infine capaci di dare una mano per davvero, sporcandosi le mani quando serve. E abbiamo scoperto che se è vero che molte organizzazioni sono ancora molto indietro sul piano delle competenze manageriali, è anche vero che in esse è riposto un patrimonio di competenze sociali di cui il mondo “profit” avrebbe molto bisogno. A riprova del successo dell’iniziativa, che molti partecipanti alla prima edizione del corso hanno testimoniato su questa Rivista, sta il fatto che, nell’aula ALDAI dove il corso si era svolto, una ventina dei partecipanti alla seconda edizione si sono incontrati con regolarità ogni settimana e DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 hanno deciso di far nascere una associazione chiamandola ManagerNoProfit. I valori “L’ Associazione è composta - si legge nello Statuto - da persone che hanno maturato elevate competenze professionali, oltre che umane e di relazione, e intendono offrirle in modo libero e gratuito alle organizzazioni che operano nel sociale”. L’enfasi sulle parole “competenze umane e di relazione” sta a significare il valore che ManagerNoProfit attribuisce alla dimensione umana e relazionale nel rapportarsi con il mondo del Volontariato e che si manifesta, ad esempio, nell’attenzione che viene posta nella fase di inserimento di nuovi volontari. “Missione dell’Associazione - recita ancora lo Statuto - è promuovere l’incontro tra chi, per anni, ha indirizzato le proprie energie al raggiungimento di un risultato e chi, come risultato, si pone un gesto di solidarietà, nella consapevolezza che questo incontro può dare frutti inaspettati, utili a far crescere un settore vitale per lo sviluppo del nostro Paese”. Siamo consapevoli, come manager, di aver fatto molta strada in termini di competenze professionali, capacità di portare risultati e doti organizzative. Siamo consapevoli però di incontrare realtà e persone che forse hanno fatto ancora v ITA ASSOCIATIVA anche a progetti specifici di più ampio respiro, purchè sostenibili e coerenti con le nostre aree di intervento, curandone sia la fase di elaborazione, sia la fase di esecuzione. îla Formazione (per le Associazioni). Mettiamo a disposizione delle Organizzazioni No Profit interessate momenti di formazione e discussione collegiale su argomenti di specifico e vitale interesse per le stesse, ad esempio: – motivazione e il team building nel volontariato; – ottimizzazione, il contenimento dei costi e l’autosostenibilità; – laboratori di comunicazione; – seminari conoscitivi delle nuove tecnologie informatiche. più strada di noi in termini di sensibilità ai bisogni degli altri, di capacità di costruire opere straordinarie dal nulla, di determinazione a mandare avanti tali opere col sacrificio del loro tempo e con il sostegno della sola loro motivazione. Affrontiamo questo incontro con umiltà e con l’aspettativa che questo gesto di portare nel mondo No Profit i germi della professionalità e della managerialità, davvero potrà dare frutti inaspettati. Nel convegno “Profit e No Profit: Un incontro possibile?” organizzato da ALDAI e dall’Associazione Nestore il 29 ottobre scorso, qualcuno ha sollevato questa perplessità: come si possono riconciliare le tipicità del mondo Profit ad esempio le Strutture gerarchiche, il Principio meritocratico, il Sistema premiante, con i valori prevalenti nel mondo No Profit? Nello Statuto abbiamo voluto non dimenticarci che una strada è proprio quella di sperimentare modalità nuove per affrontare la vita economica e sociale, scrivendo: “L’Associazione riconosce come proprio valore ispiratore la ricerca del consenso attraverso la tensione verso l’unanimità. Il Consiglio Direttivo promuove la ricerca dell’unanimità, ma può ragionevolmente deliberare a maggioranza qualora lo ritenga necessario per il raggiungimento delle finalità contemplate nel presente Statuto”. Il programma L’ideazione di un logo, la creazione di un sito web e la costituzione di un’Associazione, tutto questo è già storia. Il Programma di ManagerNoProfit, concepito prima dell’estate, è in pieno sviluppo e contiene attività ambiziose e articolate la cui realizzazione sarà possibile solo se altre forze si aggiungeranno alle nostre: Nel vasto scenario del mondo associativo No Profit abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione su quelle organizzazioni che sono direttamente collegate col “sociale” e col “bisogno”. Nel nostro sito web www.managernoprofit.org si possono trovare maggiori dettagli ed anche i nomi delle organizzazioni con le quali stiamo già lavorando. Nel laboratorio îl’Analisi dei bisogni (per le Associazioni). È il momento dell’ascolto, quando incontriamo i responsabili delle Organizzazioni No Profit con orecchio attento a riconoscere i bisogni e le criticità e ci prepariamo ad offrire loro la combinazione di soluzioni e di interventi che ci sembra più appropriata. In questa fase iniziale di sviluppo, l’Associazione ManagerNoProfit è, per così dire, un laboratorio di ricerca non solo di nuove vie d’incontro tra Profit e No Profit, ma anche di nuove modalità di gestire le relazioni tra i soci e i processi all’interno dell’Associazione. Questo lavoro che stiamo facendo su di noi passa anche attraverso momenti forti di confronto perché le scelte non toccano solo la nostra dimensione manageriale, che ciascuno comunque sente con valenze diverse, ma spesso entrano nel territorio delicato dei valori, delle aspettative e delle visioni di cui ciascuno di noi è portatore. Siamo orgogliosi di essere riusciti a superare questa prova e di viverla in positivo: una sorta di allenamento per tutti noi che vogliamo portare la concretezza in un mondo che dalla visione riceve il suo principale nutrimento. îi Progetti speciali (per le Associazioni). Siamo disponibili a dar forma e corpo Per maggiori informazioni e proposte scrivere a [email protected]. ■ îla Rete ManagerNoProfit (per i Manager). Per tutti i manager che hanno deciso di associarsi al nostro progetto organizziamo incontri settimanali di ricerca e di scambio di idee sulla vita dell’Associazione e sul lavoro presso le Organizzazioni durante i quali mettiamo in comune non solo le esperienze in corso e i progetti futuri ma anche questioni più personali attinenti alla nostra motivazione. DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 41 o PINIONI La diserzione dalle urne Sergio Bollani l e considerazioni che seguono derivano dall’osservare la frenetica attività dei partiti in corsa per occupare le municipalizzate di alcuni comuni importanti, fervore non scevro dai soliti compromessi e accordi, anche con il diavolo, pur di occupare la scranna. Altrettanta solerzia non si nota però nell’elettore che percepisce sempre meno il suo diritto e dovere di votare interpretando l’atto di recarsi alle urne come una facoltà di cui eventualmente avvalersi. Il risultato è che i decantati “successi elettorali” sono determinati con una partecipazione che ormai sfiora la media del 47% degli aventi diritto al voto, percentuale che sembra non turbare la politica, interessata più al potere che al coinvolgimento del cittadino, tanto che risulta sempre più vincente il partito degli astensionisti. Trattasi del partito di coloro che vivono con fastidio le operazioni lontane dagli interessi concreti dei cittadini quali il non rispetto dei programmi enunciati, i bizantinismi legati alle trasformazioni, le scissioni e ricomposizioni delle alleanze, gli ostruzionismi messi in atto da una mi- noranza che non ha familiarità con la democrazia… La rinuncia all’esercizio del voto nasce anche dalla dimostrata possibilità che si possa governare senza essere eletti e dalla consultazione di programmi elettorali basati sul nulla, su ideologie già bocciate dalla storia o rasentanti l’utopia… Concorre inoltre alla disaffezione elettorale, il colpevole disimpegno dei governi, alternatisi nel tempo, che non hanno saputo dare corpo ai diritti sociali; in particolare alla sicurezza e all’occupazione, né, tanto meno, porre un argine alla povertà e provvedere al recupero dell’evasione fiscale. Un insieme di negatività che rapportate ad una gestione aziendale privata, determinerebbero il licenziamento in tronco della dirigenza se non la sua citazione in giudizio per danno provocato, provvedimenti che non trovano uguale in politica… Aiuterebbe molto il ritorno alle urne la dimostrazione della coerenza politica quando, in presenza dell’approvazione di un provvedimento sul quale sia posta la fiducia, ogni dichiarata opposizione si squaglia di fronte al rischio di provocare una crisi di governo e perdere la seggiola. Per evitare che la diserzione dalle urne divenga una costante, sarebbe necessario dare Il risultato è che i decantati “successi elettorali” sono determinati con una partecipazione che ormai sfiora la media del 47% degli aventi diritto al voto. 42 DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 all’elettore il diritto di scelta del proprio candidato e consentirgli poi il controllo dell’operato, atti che richiedono di poter condizionare le segreterie politiche nella formulazione delle liste elettorali e l’abolizione del “voto segreto”, retaggio di tempi ormai superati. Tutto ciò non disgiunto da un intervento che ponga un limite ai mandati e ne vieti l’accumulo con altri per non distrarre l’eletto dallo specifico incarico e consentire di verificare, oltre il comportamento, la sua costante presenza e attività nella sede istituzionale designata. Per conferire ulteriore dignità all’elettorato e incentivare il politico a tenere in considerazione gli umori del cittadino, occorrerebbe inoltre determinare il numero dei rappresentanti parlamentari, regionali e comunali, in funzione della percentuale partecipativa al voto e ciò a valere anche per l’entità degli stipendi e prebende collegate. Accorgimenti che non trovano soluzione, stante il tornar comodo per i politici mantenere lo status quo e l’assenza di una forza organizzata e preparata che non può certo essere rappresentata da dilettanti allo sbaraglio. Convinzione che nasce dal considerare che per occupare un posto di lavoro nel privato occorre dimostrare un’approfondita cultura per il ramo di attività da svolgere, nel mentre, basta militare in un partito e possedere opportunismo e scaltrezza per occupare gravose e delicate mansioni di responsabilità pubblica. Quale sia il risultato prodotto da tale differente approccio lo nota, ad esempio, il pensionato che dopo aver lavorato con impegno per una vita, si trova con un compenso continuamente eroso da provvedimenti e tasse a causa dell’incapacità manageriale, gestionale e organizzativa di siffatti politicanti. Tale inettitudine non identifica evidentemente tutti i politici, occorre quindi salvare il salvabile riappropriandoci del diritto di designare il candidato evitando cosi l’emergere di coloro che, grazie all’appartenenza alla categoria dei predestinati e al sistema elettorale vigente, continueranno a produrre danni e, ■ tra i tanti, la diserzione dalle urne. c ULTURA E TEMPO LIBERO GRUPPO CULTURA FINANZIARIA ALDAI Buongiorno Bail In! Cosa devo temere per i miei risparmi in banca? s i teme molto l’applicazione della nuova Direttiva Europea sui fallimenti bancari (BRRD - Bank Recovery and Resolution Directive 214/59/UE) nota come “Bail-In” (salvataggio interno) che pone a carico di tutti i partecipanti all’attività di una banca (e non più dello Stato o della Banca Centrale) il costo di un fallimento: dagli azionisti, agli obbli- ✔ gazionisti, ai depositanti con cifre superiori ai 100.000 euro. Dal 1° gennaio 2016 tale direttiva è legge dello Stato italiano e si applica anche da noi oltre che in tutto il resto d’Europa. Abbiamo avuto un’introduzione “light” con la recente crisi di quattro Banche italiane (Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Chieti, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio e Cassa di Risparmio di Ferrara) iniziata a novembre 2015 e che ha portato in piazza gli obbligazionisti di Bond Subor- L’incontro si terrà in ALDAI (sala Viscontea - via Larga 31 - Milano) mercoledì 16 marzo 2016 alle ore 17,30 MODALITÀ DI PRENOTAZIONE Gli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02/5830.7557 indicando nell’oggetto “Bail In”. DI dinati che hanno visto azzerarsi il loro capitale. È evidente che siamo impreparati e non abbiamo colto completamente la portata di tale cambiamento per il sistema bancario ed il mondo del risparmio. Con la piena applicazione della Direttiva Europea l’impatto sarà ancora più marcato e non sarà possibile ottenere sconti. Il dott. Pasquale Ceruzzi analizzerà l’attuale situazione, le prospettive, le eventuali conseguenze e cosa fare per evitare di trovarsi coinvolti. ■ Dal 1° gennaio 2016 tale direttiva è legge dello Stato italiano e si applica anche da noi oltre che in tutto il resto d’Europa. DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 43 c ULTURA E TEMPO LIBERO Sinfonica e Cinema con l’Orchestra Verdi Francesca Cremonini Marketing Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi n © Paolo Dalprato fotografo ata nel 1993, laVerdi è oggi una protagonista indiscussa del panorama culturale italiano e non solo. Lo testimoniano un Grammy Award, le numerose tournée internazionali, la ricca produzione discografica. Formata da Vladimir Delman, l’Orchestra nacque quando a Milano la musica classica sembrava destinata ad avere nella scena culturale un ruolo sempre più minoritario. I suoi obiettivi erano allargare la platea del pubblico, offrendo l’ascolto della musica classica anche a chi non aveva mai frequentato una sala da concerto; offrire un servizio culturale e sociale alla Città e al Paese; offrire un’opportunità di lavoro ai giovani musicisti di talento. Obiettivi che sono stati raggiunti. laVerdi oggi è una Casa della musica: una felice intuizione che si è concretizzata, che ha portato frutto e che ha radici ben salde. Una realtà solida con una caratteristica unica fra le istituzioni musicali italiane: la proprietà dell’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, in largo Mahler, realizzato nel 1998 e acquistato nel 2008. laVerdi offre un repertorio che spazia da Bach ai capisaldi del sinfonismo ottocentesco, fino alla musica contemporanea. Insieme al proprio Direttore Musicale, Zhang Xian, laVerdi presenta la Stagione 2016, articolata in 38 concerti a cadenza settimanale, in programma all’Audito- 44 DI rium di Milano: tra i numerosi appuntamenti, alcuni concerti tradizionali, come la Nona di Beethoven, la Messa da Requiem di Verdi e la Passione secondo Giovanni di Bach. Assieme alla Stagione Sinfonica, laVerdi presenta la nuova programmazione di Crescendo in Musica, fortunata rassegna di appuntamenti del sabato pomeriggio dedicata ai bambini e alle loro famiglie, giunta ormai alla diciassettesima edizione. I concerti-spettacolo tradizionali (Pierino e il Lupo, Guida del giovane all’orchestra) saranno affiancati dalla riproposizione della serie completa dei BBC Earth Concerts, spettacoli straordinari in cui l’Orchestra Verdi accompagnerà dal vivo le straordinarie immagini dei documentari della BBC dedicati alla Terra, agli oceani e ai ghiacci. La principale novità della Stagione 2016 è rappresentata dagli ap- ✔ puntamenti estivi, nove concerti dedicati alternativamente al mondo del Cinema e a quello della Musica Rock. Sei dei nove appuntamenti accoglieranno un interessante connubio tra Orchestra e Cinematografia, affiancando la proiezione di film del calibro di Ritorno al Futuro e Casablanca all’esecuzione delle rispettive colonne sonore, mentre i rimanenti tre incontri avranno come protagonista la musica Pop/Rock. ■ Per informazioni: www.laverdi.org Rinnovata anche per il 2016 la convenzione con la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi. Le condizioni riservate ai soci sono disponibili nell’area riservata del sito myfeder. L’incontro di presentazione de la Verdi si terrà in ALDAI (sala Viscontea - via Larga 31 - Milano) mercoledì 9 marzo 2016 alle ore 17,30 MODALITÀ DI PRENOTAZIONE Gli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02/5830.7557 indicando nell’oggetto “Orchestra Verdi”. DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 c ULTURA E TEMPO LIBERO I viaggi ALDAI 2016 n Vladimiro Sacchetti Coordinatore Sport e Turismo ALDAI - [email protected] egli ultimi anni per i numerosi colleghi dirigenti e le loro famiglie, abbiamo effettuato interessanti viaggi ad Agadir, a Tenerife, a Marrakech, alla Gran Canaria e un weekend culturale di visita ai musei di Venezia. Questi viaggi sono sempre stati finalizzati ad un soggiorno rilassante in hotel di buon livello ed in località rinomate sia dal punto di vista turistico-paesaggistico sia per gli aspetti culturali. Programma dei viaggi ALDAI 2016 Il programma viaggi di quest’anno comprende due viaggi di tre giorni di visita turistico-culturale a due famose capitali europee ed una crociera di una settimana, durante il solstizio d’estate, alla scoperta dei fiordi norvegesi e della Danimarca con la visita della città di Copenhagen. PRAGA 12-15 maggio (4 giorni/3 notti) Volo e visita turistico-culturale della città, 3 giorni con bus e guida italiana. Praga è la più bella capitale dell’Europa dell’est ed è considerata una piccola Parigi. Città storica e imperiale è patrimonio dell’UNESCO. Città amata dagli artisti di tutto il mondo, dalle pregiate architetture e innumerevoli piazzette romantiche, è dominata dal grande Castello. Il fiume Moldava placido e possente, sormontato da numerosi ponti, taglia in due il centro storico che si è sviluppato attorno ad esso nel corso di secoli. CROCIERA FIORDI 17-24 giugno (8 giorni/7 notti) Volo e crociera con Costa Favolosa, fiordi norvegesi e Copenhagen. Una vacanza che coniuga la natura incontaminata con la scoperta dei luoghi ma senza trascurare il fatto di essere coccolati a bordo per tutto il giorno con i gustosi cibi della cucina italiana e le spumeggianti serate musicali. In una luce che non tramonta mai, lo scenario dei fiordi lascia senza fiato con un mare dall’azzurro intenso in cui si riflettono i profili delle montagne. Da segnalare: il meraviglioso ingresso nel Fiordo di Geiranger con le sue cascate. Bergen caratteristica per le sue casette in legno e per l’affascinante panorama dall’alto (raggiungibile con la funicolare) e la sempre incantevole Copenhagen che ci accoglie all’ingresso del porto con la statua della Sirenetta, uno dei tanti tributi che la città fece ad Andersen, e con i suoi caratteristici canali. Città storica che meriterebbe di essere girata in bicicletta. LISBONA 23-26 settembre (4 giorni/3 notti) Volo e visita turistico-culturale della città, 3 giorni con bus e guida italiana. Lisbona segue il corso del fiume Tago e si sviluppa su sette colli, come Roma. Si dice che fu fondata da Ulisse e infatti nel periodo romano venne chiamata Ulissopoma. Ebbe il suo massimo splendore nel “secolo d’oro” dei grandi esploratori e dei commerci navali. Vista dal fiume appare in tutta la sua antica e suggestiva bellezza; i suoi colli la rendono un susseguirsi ritmico di discese e salite, tra antiche e strette stradine dalle quali si intravede il mare. Lisbona offre un notevole patrimonio storico-culturale, è una città ricca di edifici in stile liberty, caffetterie e ristorantini all’aperto, giardini e balconi fioriti. Maggiori dettagli e relativi costi di ciascuno di questi viaggi si possono vedere nel relativo programma scaricabile dal sito www.aldai.it cliccando su “Gruppi di Lavoro - Tempo Libero” DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 45 c ULTURA E TEMPO LIBERO I libri di febbraio 2016 RECENSIONE CON PRESENTAZIONE • GDL CULTURA ALDAI Bruno Longanesi Cent’anni dopo Edizioni Montedit pagine 305 - euro 15,50 Cosa esiste per Bruno Longanesi più importante del ricordo? La volontà, la capacità di trasformarlo in un’azione, un fatto, un problema da discutere, aggiornandolo se necessario. Altri suoi libri sono fedeli al tempo dell’azione, in Italia ed in Africa, durante la seconda guerra mondiale. Solo in questo egli si permette una feconda variazione letteraria di ✔ espressione. “Cent’anni dopo” non poteva essere un libro legato alle esperienze dirette dell’autore, ma egli sa sopperire al problema traslando eventi vissuti al tempo della prima guerra. E può farlo perché il suo libro non è volutamente un libro “storico”, ma può essere definito un libro di “momenti umani”. Dell’uomo, dunque, che non cambia in ogni guerra nei suoi sentimenti, nel rapporto con gli altri in qualunque epoca si svolgano gli avvenimenti. Di un uomo che in guerra sa di doversi confrontare con altri uomini che l’avversano, ma che sono come lui, con gli stessi problemi e gli stessi pensieri. Una guerra vista non sotto l’aspetto bellico, ma come aspetto umano, come la vivono i soldati in ogni trincea, convivendo con la paura, non come un atto eroico. Eroismo è “saper vincere la paura” con la dignità anche nel più completo anonimato. I racconti prendono dunque spunto per evidenziare l’essere umano in un momento tragico, con i suoi pregi e con le sue debolezze, con la sua bontà e la sua cattiveria. La guerra è un pretesto per metterne in luce le caratteristiche in un momento apicale di esaltazione e depressione. L’autore sa produrre all’interno dei personaggi con grande maestria senza concedere alcunché all’artificio e restando sempre legato ai problemi dell’uomo. Mario Garassino Bruno Longanesi è di origine “romagnola”. Nato a Bagnacavallo (Ravenna) il 30 agosto 1928. Cugino di Leo Longanesi (casa editrice, scrittore, pittore). Trasferitosi dalla Romagna a Milano per ragioni di lavoro, risiede, da molti anni, a S. Giuliano Milanese (MI). Ora è “pensionato” ma ha svolto la sua attività professionale a San Donato Milanese come Dirigente ENI (Responsabile del Personale estero). È socio del Panathlon Club Milano per meriti sportivi. Ha vinto una “Stramilano agonistica internazionale”. Ha partecipato alla Maratona di New York. Socio del C.A.I. (Club Alpino Italiano), ha svolto un’intensa attività alpinistica di alta montagna, scrivendo numerosi “racconti” in prima persona sulle sue scalate. Con questi racconti si è aggiundicato numerosi premi in concorsi letterari. Nel 2013 ha pubblicato il romanzo «Amore nella bufera» ambientato nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Ha pubblicato un libro dal titolo: «Quando il Senio mormorava», che ha avuto successo di critica da parte dei maggiori quotidiani nazionali e sulle riviste specializzate. Bruno Longanesi ha ottenuto, in questi ultimi anni, 501 riconoscimenti in Premi letterari di narrativa (254 internazionali e 247 nazionali) coi seguenti risultati: 126 primi posti assoluti; 93 secondi posti; 54 terzi posti; 90 menzioni speciali; 44 nei primi cinque; 89 nella rosa dei finalisti. Proseguendo nella iniziativa di proporre libri scritti e dai soci e pubblicati, il Gruppo Cultura ALDAI illustrerà il testo “Cent’anni dopo” di Bruno Longanesi. La presentazione sarà a cura del Coordinatore Mario Garassino. L’incontro si terrà in ALDAI (sala Viscontea - via Larga 31 - Milano) mercoledì 2 marzo 2016 alle ore 17,30 MODALITÀ DI PRENOTAZIONE Gli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02/5830.7557 indicando nell’oggetto “Cent’anni dopo”. 46 DI DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 c ULTURA E TEMPO LIBERO Marco Roncalli Il tempo della Misericordia San Paolo Editore pagine 172 - euro 12,90 Il libro che racconta il “Giubileo della Misericordia”. Un nuovo viaggio nei millenni di Marco Roncalli. Esistono libri che hanno fatto la storia del Giubileo attraverso i trenta Anni Santi? Cercare le radici più lontane del Giubileo può trasformarsi in un viaggio nei millenni e scoprire che sì, il Giubileo cristiano si innesta su quello ebraico, ma prima si trovano antecedenti nella civiltà mesopotamica o di Ebla. Indubbiamente è nel libro del Levitico, databile tra il VI e il IV secolo a.C. che troviamo il testo fondativo dell’anno giubilare ebraico, matrice di quello cristiano. Anno dedicato a Dio e al riposo che, secondo l’Antico Testamento, cadeva ogni cinquant’anni. In tale occasione speciale, tra l’altro, i debiti venivano condonati, i terreni comprati tornavano ai proprietari che li avevano venduti e gli schiavi israeliti riacquistavano la libertà. La ricorrenza veniva annunciata suonando lo “yovel” uno strumento ricavato da un corno di montone: per questo essa fu indicata in latino come “iubilaeum”. Per i cattolici Anno Santo in cui gode di speciali indulgenze e privilegi spirituali chiunque compia particolari pratiche di pietà tra le quali il pellegrinaggio a Roma e la visita alle quattro grandi basiliche della cristianità in un clima di rappacificazione. L’ultima opera di Marco Roncalli, storico e Presidente della Fondazione Papa Giovanni XXIII torna a raccontare questo evento della storia della Chiesa che viene da lontano da una prospettiva nuova e straordinariamente profonda e traccia una ricostruzione che dà il senso di una continuità narrativa nei diciassette capitoli per molti sorprendenti dell’Anno Santo, dalle radici più lontane in una immagine nei millenni. È la storia dei Giubilei: iniziata nel Trecento, come risposta di Bonifacio VIII alla richiesta del popolo romano di una “pienissima remissione dei peccati”, arriva sino ai nostri giorni passando per quello indetto da Clemente VI (Piero Roger de Beaufort) che nel 1350 varia la cadenza secolare. Il libro cade dunque in un momento storico che interpella la capacità di comprendere il tempo in cui viviamo richiamando l’impegno comune di isolare i fondamentalisti e ristabilire una pace duratura soffermandoci sulle tombe di Pietro e Paolo. Il primo Giubileo straordinario e tematico iniziato con due Papi l’8 dicembre 2015 e, per la prima volta con la contemporanea apertura di una “Porta Santa” in ogni diocesi e non solo a San Pietro a Roma e nelle Basiliche papali. Un Giubileo disseminato in tutto il mondo, in grado di raggiungere ogni uomo con un messaggio forte per vincere la paura contro la mannaia del terzo millennio ricordando che non si può uccidere in nome di Dio. Il volume ripercorre questa storia per temi, spiega l’affermarsi delle “indulgenze” e degli altri segni dell’istituto giubilare, racconta la vita dei pellegrini. Così dalle strade d’Europa, i riflettori si accendono sempre più sul traguardo privilegiato nei secoli: l’Urbe. La Roma sacra capace di trasformare i pellegrini in testimoni partecipi dei simboli del perdono, dei riti della Porta Santa, di cerimonie spettacolari. L’autore si serve di una scrittura che incoraggia un’emozione coinvolgente sullo sguardo intenso di Papa Francesco quel pomeriggio dell’11 aprile 2015, in San Pietro mentre ascoltava Padre Leonardo Sapienza intento a leggere brani della “Misericordiae vulnus”. Queste pagine spiegano pure l’evoluzione di un evento sempre più sottratto al baricentro esclusivo di Roma, oggi celebrato anche dalle Chiese locali che si sostanzia più di opere di misericordia che di lunghi pellegrinaggi. Una storia insomma che continua, come ha voluto Papa Francesco, con la “Misericordiae vulnus” che ha consegnato la chiave della speranza in una società sempre più solitaria. Gianni Fossati DI Sergio Nicola Sono ancora qui con voi, Davide. Libreria Editrice La memoria del mondo pagine 261 - euro 16,00 Il libro, scritto da un padre 25 anni dopo la perdita del figlio, promessa del ciclismo, in un incidente stradale, ne racconta la vita, i desideri, le speranze, la scuola, le amicizie. Il lettore scopre via via la presenza di una famiglia unita (padre, madre, fratello) che ricorda i progressi sportivi del figlio e ne ricorda le migliori prestazioni. Con descrizioni accurate e flashback si offre una visione del grande amore di tutti per Davide, sempre attenti al suo desiderio di vita. Davide era un giovane amico di tutti, aperto, cordiale ed affettuoso, sempre pronto a vivere la sua vita non dimenticando mai i propri affetti. Lo vediamo correre, soffrire, gioire per le sue imprese sportive. E con lui tutta la famiglia che desidera ardentemente il successo sportivo che il figlio vuole. La sua dipartita non può che essere un’enorme sofferenza che solo il ricordo può lenire se, insieme ad altri che lo hanno frequentato, esso si trasforma in un movimento di azione per non dimenticare. Ed allora vengono le corse ed i premi a lui intitolati. Il padre, però, non si accontenta di ciò e va a ripercorrere, lui ciclista appassionato, alla sua non giovanissima età, una delle tappe memorabili del figlio: conclude con grande sforzo, con tempi evidentemente elevati, ma con grande volontà di mantenere un ricordo, con il figlio che gli è “sempre vicino e lo incita”. E qui si comprende che il legame tra padre e figlio non si affievolirà mai qualunque fatto accada in quanto fatto profondamente vissuto. Mario Garassino DIRIGENTI INDUSTRIA FEBBRAIO 2016 47 MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI DIRETTORE RESPONSABILE Romano Ambrogi SEGRETERIA DI REDAZIONE Gabriella Canuti COMITATO DI REDAZIONE Franco Del Vecchio, Mario Giambone, Annalisa Sala, Francesco Soletti, Chiara Tiraboschi. 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IN ANTEPRIMA la rivista del mese. IN ARCHIVIO le riviste precedenti dal gennaio 2014. Consultarle è semplicissimo: ➔ www.aldai.it ➔ clicca “Rivista” ➔ “Dirigenti Industria on line” e... ...buona lettura QUESTO NUMERO È STATO CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 26 GENNAIO 2016 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati in possesso - DLGS 196/2003 (Tutela Dati Personali) che sono utilizzati al solo scopo di inviare il mensile “DIRIGENTI INDUSTRIA”, nonché la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo direttamente a: Arum – Via Larga, 31 – 20122 Milano Per esercitare i diritti di cui all’art. 7 del DLGS 196/2003 inviare un fax al numero 02.5830.7557 o inviare una e-mail a: [email protected] indicando un recapito presso cui essere contattati. Dichiarazione di tiratura resa al Garante per l’editoria, ai sensi del comma 28 della Legge 23 dicembre 96 n. 650: n. 29.900 copie. 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