Un grande successo

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Un grande successo
DIRIGENTI
anno LXVI - GENNAIO 2013 - € 1,03
INDUSTRIA
1.13
MENSILE DELL’ALDAI - ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI
EDITORIALE
Spedizione in abbonamento postale - Tariffa ROC - articolo 1, comma 1, del D.L. 24.12.2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - Pubbl. inf. 45% DCB di Milano
La politica,
il welfare
e il contratto
SINDACATO
Riccione:
noterelle di uno
dei quarantatré...
CULTURA
Concerto
d’Autunno
ALDAI 2012
Un grande successo
pagina 10
DI
EDITORIALE
La politica, il welfare
e il contratto
l legittimo orgoglio di
rappresentare i colleghi
che così numerosi hanno
partecipato all’evento degli
Stati generali CIDA alla
vecchia Fiera di Milano, mi
spinge a prendere sempre
più viva coscienza delle mie
responsabilità alla guida
dell’ALDAI.
L’espressione matura e redi Romano Ambrogi
sponsabile che un vero e
proprio fiume di colleghi
sotto una pioggia battente
ha offerto, fluendo ordinatamente dai banchi di registrazione fino alla grande sala, rimane per me un ricordo “fotografico” significativo. La partecipazione attenta e composta
prestata alla proposta di valore che ci ha illustrato il Presidente Silvestre Bertolini come alla replica che il Presidente del Consiglio Mario Monti ha abilmente, ma credo anche
sinceramente, argomentato sono un incoraggiamento e insieme un monito per il seguito della nostra azione.
E la nostra azione, anche qui a Milano, anzi soprattutto a
Milano, non può non essere anche strettamente sindacale,
anche se inscindibilmente legata alla nostra immagine pubblica. È per questo che tengo a parlarvi dell’esperienza dei
due giorni di Riccione, il 23 e 24 novembre 2012, dove il
Presidente Federmanager Giorgio Ambrogioni ha riunito un
variegato gruppo di colleghi per dare l’avvio al lavoro di
preparazione della trattativa per il rinnovo del contratto
collettivo nazionale con Confindustria.
Ed è per questo, che fra i vari temi oggetto della riflessione
di Riccione, voglio riflettere sul ruolo che il welfare assume
in questo preciso momento storico nella vita concreta di noi
dirigenti, delle nostre famiglie e anche del modo con cui affrontiamo il nostro lavoro.
Mi sto convincendo sempre di più che si tratta di un bene
prezioso, che i nostri contratti hanno contribuito a creare e
difendere e che sta dispiegando adesso tutto il suo potenziale, anche a fronte della crisi economica.
È evidente che la riforma della previdenza obbligatoria ha
cambiato lo scenario per tutti noi e che il trend di diminuzione dei trattamenti pensionistici è in netta diminuzione,
anche se taluni eccessi di accanimento specifico verso la fascia di reddito da lavoro dipendente che noi rappresentiamo
speriamo che vengano corretti. La previdenza integrativa,
sempre invocata e blandita, ma raramente concretamente
sorretta da provvedimenti incisivi della politica è quindi un
baluardo imprescindibile per assicurare nelle condizioni di
vecchiaia un giusto riconoscimento a chi, nel corso della sua
vita lavorativa non ha risparmiato impegno, fatiche, dedizione e ha messo i propri talenti al servizio delle imprese e
della vita economica in senso lato. La buona reputazione ed
I
il successo del Previndai testimoniano di uno strumento valido e ben gestito, che sta sul mercato in ottima posizione e
rappresenta una risposta seria del sistema di relazioni bilaterali tra Federmanager e Confindustria. La valorizzazione
di questo strumento, di cui non deve sfuggire la finalità previdenziale (cioè la fruizione di una rendita per la vecchiaia,
anche se la contingenza attuale porta taluno ad ipotizzarne
un uso più finanziario, per sopperire a periodi di mancanza
di reddito) è secondo me da perseguire con decisione nella
trattativa contrattuale. Chiaramente questo dovrà essere
accompagnato da una precisa azione politica tesa a far condividere il significato sociale di questa scelta e a favorirne
il trattamento fiscale.
Analogamente va affrontato con la dovuta serietà e lungimiranza l’aspetto dell’assistenza sanitaria integrativa. Speriamo siano finiti i tempi della contrapposizione ideologica
tra servizio sanitario statale e privato e che si torni concretamente a valutare la sostenibilità della spesa sanitaria nel
lungo periodo. Come nel caso della previdenza, la struttura
demografica della popolazione, così radicalmente mutata
rispetto ai tempi in cui si è venuto costituendo il sistema di
welfare, deve essere tenuta in conto se si vuole effettivamente assicurare a tutti i colleghi per tutta la vita un livello di integrazione significativo, come quello che il FASI attualmente presta.
Mi rendo conto che nella concitazione delle trattative, ma
già all’atto della prima riflessione sulle tematiche da porre
sul tavolo, si tenda a sottovalutare i benefici differiti, mi
rendo conto che mentre si è impegnati in una dura vita
aziendale o angosciati per la perdita del reddito, si tenda
naturalmente a obliterare gli aspetti che riguardano gli anni a venire, ma credo che sia fondamentale, proprio per i dirigenti in servizio, impegnarsi a fondo per mantenere nel
tempo la tutela del reddito e quella della salute.
Vi assicuro che la nostra rappresentanza a Riccione ha lavorato bene, cogliendo lo spirito di questa iniziativa nuova
per la Federazione che ha voluto iniziare per tempo il dibattito sulle proposte da presentare a Confindustria: si tratta ora di dare continuità a questo lavoro, allargando la platea dei colleghi che possono dare un contributo di idee e di
riflessioni alla Commissione Sindacale e alla Commissione
Welfare, in modo che da ALDAI, la più importante Associazione di Federmanager, insieme all’apporto della competenza professionale della nostra struttura e al lavoro dei
membri della Commissione, possa venire anche un convinto
apporto di energie alla delegazione e agli Organi Direttivi
della Federazione.
È solo con una condivisione larga e convinta fra i colleghi
che potremo sostenere le ragioni di un contratto che riconosca concretamente il ruolo aziendale e sociale del dirigente e continuare a testa alta a presentarci con l’orgoglio
che ci compete grazie al nostro lavoro e alla nostra coscienza. ■
Dirigenti Industria - gennaio 2013
3
DIRIGENTI
INDUSTRIA
MENSILE DELL’ALDAI
ASSOCIAZIONE LOMBARDA
DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI
DI
S O M M A R I O
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Romano Ambrogi
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hanno collaborato a questo numero:
Romano Ambrogi, Sergio Zeme,
Giuseppe Colombi, Lorenzo Peretto,
Chiara Tiraboschi, Giorgio Ambrogioni,
Marco Rossetti, Grazia Mallus, Silvia
Romagnoli, Fabrizio Calvo, Sergio Bollani,
Giovanni Mura, Vladimiro Sacchetti, Vittorio
Bruzzi, Fabio Pansa Cedronio, Guido Dalla
Casa, Pinuccia Barbieri, Giancarlo Grianti,
Livio Fasiani, Selene Tirelli, Mario
Garassino, Alessandro Solbiati, Massimo
Bondi, Franco Del Vecchio
Questo numero è stato chiuso
in tipografia il 28 dicembre 2012
Associato all’Unione
Stampa Periodica Italiana
L’Editore garantisce la massima riservatezza
dei dati in possesso - legge 675/96 (Tutela Dati Personali) che sono utilizzati al solo
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presso cui essere contattati.
EDITORIALE
NOTIZIE DA FEDERMANAGER
3
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LETTERE
6
8
9
4
Dirigenti Industria - gennaio 2013
PREVIDENZA
E ASSISTENZA SANITARIA
22
ASSIDAI - Le novità 2013
Marco Rossetti
Rinnovo quota associativa 2013
Cariche elettive
triennio 2012-2014
ECONOMIA
24
Il salvadanaio…
dubbi e perplessità
Grazia Mallus
SINDACATO
10
12
Un grande successo
Sergio Zeme
Riccione: noterelle di uno
dei quarantatré
Giuseppe Colombi
INFORMATIVA
15
Contatti ALDAI
FORMAZIONE
26
27
16
17
18
50&Più CAAF per le successioni
Chiara Tiraboschi
Contributo di solidarietà
per i dirigenti in servizio
ed in pensione
Lorenzo Peretto
Comincia da ALDAI
Chiara Tiraboschi
Pubblicato l’Avviso Regionale
per la Lombardia 2/2012
Silvia Romagnoli
Corsi e Seminari ANIMP
LAVORO
28
SINDACATO
Costo abbonamento 11 numeri: euro 15,00
Il pagamento della quota associativa ALDAI
comporta automaticamente la sottoscrizione
dell’abbonamento a “Dirigenti Industria”.
Monelli, Ceradelli, Fossati,
Caputo, Parpajola,
Andreetta, Medici
2013: l’anno della crescita
Giorgio Ambrogioni
INFORMATIVA
Dichiarazione di tiratura resa al Garante
per l’editoria, ai sensi del comma 28
della Legge 23.12.96 n. 650: n. 29.900 copie
In copertina: Un grande successo
La politica, il welfare
e il contratto
Romano Ambrogi
30
Formazione, lavoro,
valorizzazione dei giovani
Fabrizio Calvo
Convegno Scuola/Lavoro
Sergio Bollani
ASPETTI LEGALI / FISCO
31
Giurisprudenza della
Sezione Lavoro del Tribunale
di Milano e di Roma
Giovanni Mura
DI
S O M M A R I O
VITA ASSOCIATIVA
CULTURA E TEMPO LIBERO
33
40
GdL Energia ed Ecologia
Riunione del 22 novembre 2012
Vittorio Bruzzi
Fabio Pansa Cedronio
42
43
SOCIETÀ
36
Conferenza sulla decrescita
e Colloqui di Dobbiaco 2012
Guido Dalla Casa
46
OPINIONI
38
44
La sfida femminista
nel cuore della politica
Pinuccia Barbieri
Concerto d’Autunno 2012
Rachmaninov e Dvorak
per una splendida serata musicale
Giancarlo Grianti
GENNAIO 2013
34
Dirigenti Senior per
il programma di Tutoring
a favore dei colleghi in servizio
Vladimiro Sacchetti
Golfisti ALDAI
Vladimiro Sacchetti
Il Bosone di Higgs:
all’origine dell’Universo
che conosciamo
Livio Fasiani
Due piccole preziose mostre
Selene Tirelli
Quando la musica cambiò:
1910-1935
Alessandro Solbiati
I LIBRI DI GENNAIO 2013
48
DIRIGENTI
• La chimica del manager
recensione di Massimo Bondi
• Post manager
recensione di Franco Del Vecchio
VADEMECUM PER GLI AUTORI
INDUSTRIA
TESTI
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ILLUSTRAZIONI
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Lettere e articoli firmati impegnano tutta e sola la responsabilità degli Autori e non rispecchiano necessariamente
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Dirigenti Industria - gennaio 2013
5
DI
LETTERE
DIRIGENTI
INDUSTRIA
Spettabile Redazione “Dirigenti Industria”
Mi associo in tutto e per tutto a quanto chiaramente esposto
dall’amico Giuliano Ceradelli nell’articolo “I fans della decrescita” pubblicato nel numero di ottobre 2012 della rivista. Ho vissuto gli anni del dopoguerra partecipando alla ricostruzione e nulla meglio di quegli anni mostra la stretta
correlazione tra PIL e benessere. Non è col risparmio o col
tornare al Medioevo che si salverà il mondo, anzi al contrario vorrei mettere in evidenza l’altra correlazione benessere/sprechi, criticabile quanto si vuole, ma intrinseca nell’agire umano. L’articolo meriterebbe il grido di: “Affissione!”.
Quanto all’articolo di Gianni Fossati “Verso la scelta vegetariana” non ho nulla contro tale scelta, ma contro le considerazioni che se ne traggono. Non v’è dubbio che la bomba
demografica accentui la differenza alimentare tra Occidente e altri Paesi, ma trovo fuori dalla realtà i rimedi proposti. Non sono qualificato per difendere le proteine animali
nella alimentazione, specie dell’infanzia, voglio solo mettere in evidenza che, pur non essendo vegetariano, peso oggi
quanto pesavo... 70 anni fa, credo quindi che sia la gola più
che la carne a procurare obesità e malattie e trovo incomprensibile prendersela col rapporto di quindici a uno di acqua necessaria alla produzione carne/cereali: se in Val di
Chiana allevano la razza Chianina è perché lì l’acqua non
manca e non vedo come se ne avvantaggerebbe il Burkina
Faso se passassero ai cereali. Le differenze sono nella Natura e studiare soluzioni al problema demografico scaricandole al solito sull’Occidente senza sfiorarne la vera causa
non servirà a farle scomparire.
RICCARDO MONELLI
Accolgo con piacere l’invito per ribadire che ovviamente la
penso come l’amico Monelli sia sui “fans della decrescita”
di cui ho scritto, sia sulla dieta vegetariana su cui non mi
ero espresso e su cui non ho preclusioni preconcette, pur
concordando con le critiche dell’amico Monelli alle conclusioni cui perviene il collega Fossati che vedo inserite nella
solita tematica ormai molto diffusa specialmente tra la
gente comune (quella per intenderci che assume come verità rivelata e certa quanto i media acriticamente diffondono allo scopo di incrementare le tirature o gli ascolti).
Non condivido infatti quella visione del mondo di coloro
che sostengono la causa antropica del cambiamento climatico, di coloro che paventano come disgrazia la bomba demografica, cioè i neo-malthusiani o gli eco-catastrofisti,
quelli, in poche parole, che pensano che l’uomo sia il cancro
del pianeta e che l’acqua, il Global Warming, il nucleare, gli
OGM, la deforestazione, la desertificazione e altre consi6
Dirigenti Industria - gennaio 2013
mili catastrofi o presunte tali debbano rappresentare il nostro quotidiano tormentone, perché occorre essere sempre
a caccia di sventure bibliche con cui spaventare la gente
comune e con le quali gonfiarci gli zebedei e quindi riempire giornali e servizi tv che si avvalgono della definizione
di “divulgativi” che diffondono il verbo (sulla bomba demografica) che la sterilizzazione, la contraccezione e l’aborto
siano indispensabili per controllare l’aumento demografico. Per quanto riguarda in particolare la scarsità di cibo,
fortunatamente ogni tanto si ascolta una voce dissonante
come quella del Direttore Generale Josè Graziano da Silva
della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, che sostiene a ragion veduta
che i problemi della mancanza di cibo nel mondo non derivano dalla sovrappopolazione, ma dal fatto che “si perde o
si spreca un terzo del cibo prodotto ogni anno, cioè circa
1,3 milioni di tonnellate”. L’obiettivo dunque è quello di
“studiare come garantire la sicurezza alimentare” – che
secondo me non può passare attraverso il cambio della nostra dieta alimentare – in ogni landa abitata del nostro pianeta. Cosa non facile, ma decisamente non impossibile.
Cordiali saluti
GIULIANO CERADELLI
A margine delle considerazioni svolte sulla recensione
del libro di Umberto Veronesi e Mario Pappagallo
Sono da sempre convinto che un giornale o un periodico,
anche se di categoria, deve saper parlare ai suoi lettori e
farli sentire parte di qualcosa in grado di favorire l’instaurarsi di un legame profondo. Per questo sono grato a chi
scrive, non solo come segno di attenzione, ma anche come
contributo a fare della rubrica “ lettere” un punto di riferimento utile. Unica condizione richiesta è quella dell’onestà
intellettuale di non attribuire agli altri “conclusioni” che
non hanno mai formulato.
Ciò detto, mi piace sottolineare come l’occhiello che ho
suggerito per il titolo della recensione del libro del Professor Veronesi e del dottor Pappagallo sia: ” Vegetariani si
può e si deve secondo Umberto Veronesi”. Del tutto normale che temi come quelli sviluppati possano suscitare opinioni legittime e diverse.
Umberto Veronesi è un riferimento internazionale per la
lotta contro il cancro: Direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia e Presidente della Fondazione omonima per il Progresso delle Scienze, non fa mistero delle sue
posizioni. Mario Pappagallo è un giornalista medico-scientifico del “Corriere della Sera” e scrittore. Partendo dalla
sua esperienza di vita e dalle sue ricerche, Veronesi espone
le ragioni legate all’etica, alla sostenibilità e alla salute
per cui dovremmo diventare vegetariani; Pappagallo spiega le basi scientifiche secondo le quali una buona alimentazione è fondamentale per vivere in salute, al punto che il
cibo diventa un elemento essenziale per la prevenzione di
numerose malattie tra cui anche molti tipi di tumore.
Ho incontrato nutrizionisti convinti della bontà di queste
tesi, medici ancora più intransigenti e altri che non le condividono. Ovviamente anch’io ho alcune convinzioni, ma
non credo possano interessare i lettori o i colleghi. Compito di chi recensisce libri non è quello di pervenire ad alcuna conclusione e a maggior ragione, non trattandosi di un
romanzo, per quelli a connotazione scientifica. Il compito è
più semplicemente quello di non trascurare i dati e le ri-
DI
LETTERE
cerche citate nel rispetto del pensiero degli autori. Tuttavia, i libri devono essere sempre aperti liberando le parole
dalle pagine: forse si scoprirebbe che il problema è piuttosto complesso e contiene al suo interno grandi differenze.
Ogni anno il consumo pro capite di 100 kg del Paese maggior consumatore di carne, provoca la distruzione di una
parte della foresta amazzonica grande come l’Austria per
far posto ai pascoli. Insomma qualcosa di più della Val di
Chiana che potrebbe indurre a una riflessione pacata sui
temi dell’alimentazione, benessere animale e protezione
dell’ambiente.
Nella fattispecie, anche il professor Malik Falkenmark e i
suoi colleghi dello Stockholm International Water Institute
sostengono che entro qualche decennio la popolazione mondiale aumenterà di due miliardi e le risorse idriche scarseggeranno. Per evitare carestie dovremmo mangiare frutta e
verdura anziché carne, ma nulla vieta di trasmettere agli
autori le garbate e ironiche considerazioni del lettore.
GIANNI FOSSATI
DOMANDA DI RIMBORSO IRPEF
Egregio Sig. Parpajola,
In merito al quesito posto, Le inoltriamo la bozza dell’istanza di rimborso predisposta dal nostro consulente fiscale,
dott. Mura, preavvertendola che trascorsi 90 giorni dalla data di presentazione dell’istanza dovrà proporre ricorso alla
Commissione Tributaria.
Con l’occasione porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Servizio Sindacale
MARIA CAPUTO (PER AVV. A. SALA)
Preg.ma signora Caputo, desidero ringraziare lei ed il dott.
Mura per avere ottenuto, grazie ai vostri preziosi consigli,
il rimborso IRPEF relativo alla riliquidazione della mia
previdenza integrativa. Aggiungo che, dopo alcuni colloqui
con l’Agenzia delle Entrate, non è stato necessario ricorrere alla Commissione Tributaria, quasi sicuramente perché
l’Agenzia stessa prevedeva di soccombere, per l’ennesima
volta, sulla questione in esame!
Grazie ancora e cordiali saluti.
LUCIO PARPAJOLA
Spett.le Redazione
Dirigenti Industria
Desidero esprimere il mio ringraziamento al dott. Giovanni
Mura per il supporto datomi in occasione di una controversia con I.N.P.S.
Si tratta del ricorso contro un provvedimento con il quale
l’Ente ha preteso il versamento di contributi non dovuti alla
Gestione separata, nell’ambito del suo programma Poseidone. Il ricorso, correttamente impostato dal Dr. Mura, è stato accolto dall’I.N.P.S., aprendo così la via al ricupero della
somma versata.
Distinti saluti
ALBERTO ANDREETTA
Spett.le Redazione Dirigenti Industria
Lettera a dott. Stefano Cuzzilla
Presidente Fasi
Sono una dirigente Fasi, iscritta dal 1989. Vorrei esprimerLe la mia gratitudine per la Sua lungimiranza, per quanto
riguarda il pacchetto prevenzione e per le procedure informatiche a tutela di ogni iscritto, procedure che hanno consentito di bypassare la burocrazia, a tutela della salute. Sono a casa da diversi anni per motivi di salute e nei momenti
di necessità mi sono sempre avvalsa della struttura Fasi arrangiandomi da sola nel disbrigo delle pratiche.
Lei ha dato agli associati una grande opportunità, aprendo
le porte ai sindacati di competenza territoriale, sia per le
informazioni sia per le promozioni.
Per noi utenti è un aiuto estremamente valido, per la preparazione delle richieste di rimborso a carico dell’Associazione. Essere sicuri che la documentazione sia completa e
pronta per la liquidazione e spedizione è fondamentale per
tutti.
Inoltre, riconosco che le procedure software sono più semplici ed alla portata anche dei non esperti: rendono quindi
maggiori favori a chi se ne avvale per la propria salute.
Considerando che finora non mi sentivo molto aiutata dalla
burocrazia (tutt’altro) mi fa piacere che una nuova generazione pensi alle problematiche dei più deboli, di coloro che
hanno veramente bisogno di aiuto.
In base alla mia esperienza, e non solo, ma di diversi associati ALDAI facenti parte di un gruppo onlus, posso affermare che il Fasi non è mai stato così vicino alle reali necessità dell’individuo; spesso ciò che serve a chi gestisce una
struttura importante come questa è calarsi nella realtà,
guardarsi in giro per rendersi conto di quali sono i disagi e
cosa servirebbe per risolverli.
Io credo che Lei abbia fatto veramente un ottimo lavoro e
Le auguro di avere sempre la forza di portare avanti iniziative in favore di chi ha più bisogno.
Io sono in pensione da diversi anni, ma ho sempre pensato
che l’aspetto più importante è di sentirsi attivi. Nel 1995 ho
aperto un’Associazione che si occupa di malasanità (sono il
fondatore e presidente) insieme ad altri volontari. Tutti i
servizi che diamo sono assolutamente gratuiti. Sono giornalista e sostengo mio marito, che da 44 anni pubblica un settimanale di informazione. Attraverso il giornale, spesso con
molta fatica (per evitare querele) amo far conoscere quelle
che sono le grandi anomalie nel settore sanitario.
Alla presente lettera vorrei che venisse data pubblicità,
anche presso gli organismi della categoria. A tale scopo
è stata inviata per conoscenza al Presidente Federmanager dr. Giorgio Ambrogioni e alla redazione della rivista
“Dirigenti Industria”.
Cordialmente
IOLANDA MEDICI
Dirigenti Industria - gennaio 2013
7
DI
INFORMATIVA
RINNOVO QUOTA ASSOCIATIVA 2013
Il Consiglio Direttivo ha deliberato le quote associative per l’anno 2013 confermando gli importi dell’anno scorso per i dirigenti in servizio ed in pensione e riducendo la quota dei dirigenti inoccupati.
• DIRIGENTI IN SERVIZIO
euro 240,00
• DIRIGENTI IN PENSIONE
euro 120,00
• DIRIGENTI IN PENSIONE ANTE 1988
euro 112,00
• Un segnale di solidarietà nei confronti dei colleghi
che hanno perso il lavoro: ALDAI dimezza la quota associativa
(€ 120,00) dei dirigenti che autocertificano un reddito
inferiore a € 50.000 annui (modello scaricabile dal sito)
PERCHÉ ALDAI
L’Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali è la maggiore organizzazione territoriale
Federmanager, punto di riferimento della dirigenza con l’obiettivo di rappresentare, valorizzare,
tutelare sostenere, risolvere e sviluppare il percorso di crescita degli associati.
I VANTAGGI DI ESSERE SOCIO
ALDAI mette a disposizione un’ampia offerta di servizi mirati a suggerire le soluzioni più efficienti e
a creare le migliori opportunità. Consulenza legale-contrattuale, consulenza pensionistica e di
previdenza complementare, assistenza FASI-ASSIDAI, orientamento e formazione, convenzione con
società di placement specializzate per avviare un percorso di placement identico nelle condizioni,
contenuti e costi a quello della GSR FASI; consulenza fiscale, convenzione 50&Più ENASCO per l’invio
telematico delle domande di pensionamento all’INPS, convenzione 50&Più SERVIZI per gli adempimenti
del rapporto dei collaboratori familiari, ed ASSOCAAF per la compilazione del modello 730.
DAL 2013
Convenzione FORMAPER Punto Nuova Impresa – un servizio gratuito mirato e pratico di supporto agli
aspiranti imprenditori e lavoratori autonomi nel compiere scelte meditate e consapevoli per avviare
attività competitive in grado di reggere sul mercato e convenzione 50&Più CAAF per le successioni.
I vantaggi ALDAI sono molteplici e trasversali, tra cui le convenzioni sanitarie e commerciali in
continuo aggiornamento.
Ricordiamo che per tutti gli associati ALDAI, dopo almeno un anno di iscrizione, è compresa nella
quota una copertura assicurativa specificatamente orientata alla tutela legale del singolo e, per
alcune limitate fattispecie, anche dei componenti del nucleo familiare.
TERMINE E MODALITÀ DI PAGAMENTO
Entro il 15 marzo 2013 tramite:
• bollettino di c/c postale salvo casi di deleghe aziendali e RID bancari;
• bonifico bancario (IBAN IT24A0306909527000007682190)
indicando nella causale cognome, nome e numero di tessera o data di nascita;
• delega aziendale (modello scaricabile dal sito);
• RID bancario (modello scaricabile dal sito da consegnare alla banca entro il 28 febbraio 2013)
Per aggiornare i dati anagrafici e di contatto: www.aldai.it area riservata
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Dirigenti Industria - gennaio 2013
CARICHE ELETTIVE TRIENNIO 2012-2014
Consiglio Direttivo
Ambrogi Romano
Andronaco Eros
Bazzini Mauro Marco
Boselli Francesco Maria
Capoccia Lorena
Cappiello Mario
Caraffini Giovanni
Ceschin Eleonora Dina
Colombi Giuseppe
Corradini Giorgio
D’Arco Agostino
De Masi Sergio
De Stefani Luciano
De Varda Giorgio
Del Vecchio Franco
Di Bruno Antonio
Fasolis Susanna
Folci Angela
Ganci Marilena
Garbarini Renato
Garzia Marcello
Giorgetti Patrizia
Grigolli Serena
Guidotti Gianni
Leone Luciana
Losito Bruno
Magnaghi Marco
Menapace Silvana
Pansa Cedronio Fabio
Poli Paola
Polito Sergio
Rigamonti Sergio
Rovelli Andrea
Salvetti Carlo
Soletti Francesco
Toffetti Elena
Trabucchi Fiorenza
Veronesi Sergio
Zeme Sergio
Zenatelli Antonio
Giunta Esecutiva
Ambrogi Romano
Del Vecchio Franco
Soletti Francesco
Zenatelli Antonio
D’Arco Agostino
Fasolis Susanna
Losito Bruno
Pansa Cedronio Fabio
Rovelli Andrea
Toffetti Elena
Zeme Sergio
(Presidente)
(Vice Presidente)
(Vice Presidente)
(Tesoriere)
Collegio Revisori dei Conti
Pezzotta Giuseppe
Brazzoduro Guido
Di Loreto Mario
Andreoli Luigi
Carpani Marco
(Presidente)
(effettivo)
(effettivo)
(supplente)
(supplente)
Collegio dei Probiviri
Comitato Elettorale
Bondi Massimo
Melodia Stefano
Mura Giovanni
Saccaggi Carlo
Bevilacqua Carlo
Durando Dario
Zanini Giancarlo
Mantovani Giuseppe
Vaccani Gesuino
Presidenti delle Commissioni Consultive ALDAI
Colombi Giuseppe - Commissione Sindacale e Lavoro
Corradini Giorgio - Comitato Pensionati
De Masi Sergio - Commissione Previdenza e Assistenza Sanitaria
Pansa Cedronio Fabio - Commissione Studi
ARUM S.r.l.
Società soggetta alla direzione
e coordinamento dell’ALDAI
(Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali)
Consiglieri
Giorgetti Patrizia (Presidente)
Garbarini Renato
Pansa Cedronio Fabio
Poli Paola
Zenatelli Antonio
Sindaci
Pezzotta Giuseppe
Brazzoduro Guido
Di Loreto Mario
(Presidente)
(effettivo)
(effettivo)
(supplente)
(supplente)
DI
SINDACATO
Un grande successo
di Sergio Zeme
Ho ritenuto opportuno pubblicare sul numero di
gennaio della nostra rivista alcune considerazioni
sull’evento del 26 novembre u.s. con particolare
riferimento ad una constatazione: a seguito delle
continue penalizzazioni, le nostre pensioni non solo
non hanno usufruito di alcuna forma di ricupero, ma
continuano a perdere in potere d'acquisto. Una cosa
è certa: nonostante tutte le difficoltà oggettive
continueremo a far sentire la nostra voce, portando
avanti le nostre legittime istanze.
ncomincio con il ringraziare caldamente i colleghi da
me sollecitati a suo tempo per la notevole partecipazione all’incontro del 26 novembre scorso con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Sen. Mario Monti, in occasione dell’evento “CIDA - Manager ed Alte professionalità per
l’Italia” organizzato dalla nostra Federazione nell’area Milano Congressi.
I
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Dirigenti Industria - gennaio 2013
Sento il dovere di rivolgere questo ringraziamento anche
perché lo stesso nostro ospite è rimasto colpito dall’entità
della partecipazione.
Questo del resto è l’obiettivo che noi stessi ci eravamo posti
prima della citata data: un obiettivo che è stato raggiunto in
quanto eravamo veramente in tanti (circa 5.000 presenze),
non solo ma abbiamo potuto presentare al Capo del Governo (possibilità mai realizzatasi prima) proposte di soluzione dei maggiori problemi che affliggono il nostro Paese e di
conseguenza anche la nostra categoria. Innanzi tutto un legittimo e più pieno riconoscimento del ruolo da noi svolto da
sempre nell’interesse della collettività, specie nei momenti
difficili. In altre parole una sempre maggiore nostra partecipazione alla soluzione delle problematiche nazionali come una delle “parti sociali” nell’ambito della cosiddetta
“concertazione”.
Obiettivamente non siamo di fronte ad un mutamento sostanziale del nostro ruolo, ad una “rivoluzione dello stesso”,
ma certamente è stato fatto un passo avanti. Da questo punto di vista quindi si può ben dire che il 26 novembre 2012
rappresenti una data storica, uno spartiacque temporale.
Dovremo naturalmente ritornare alla carica, ma potremo
farlo con maggiore consapevolezza del nostro ruolo, anche a
seguito di quello che abbiamo saputo dimostrare.
Le richieste da parte nostra non mancheranno: per i colleghi in servizio una maggiore considerazione per il loro ap-
DI
SINDACATO
porto, penalizzato quando non impedito da troppe fuoriuscite dalle aziende in crisi, per quelli in pensione affinché si
smetta di considerarli come “oggetto di spremitura” ogni
qualvolta si verifichi carenza di risorse per la Nazione, vale
a dire troppo spesso. Esiste una “fiscalità generale“, già
molto pesante, cui il Governo deve attingere senza l’aggiunta di “altri contributi“, cioè di altre tasse ogni qualvolta si presentino situazioni di particolare gravità. Naturalmente la spesa pubblica dovrà essere soggetta ad un controllo molto più rigoroso di quello attuale ed i tanti fenomeni di evasione contributiva e fiscale, di disonestà, di corruzione e di sperpero, dovranno essere sottoposti ad una vera
e propria “guerra senza quartiere”.
Non ci aspettiamo che tutto ciò avvenga
a breve scadenza: è sufficiente però che
si incominci, anche perché la percezione dell’avvio di un mutamento del sistema in atto deve incoraggiare e premiare
gli onesti, tutti quelli che hanno sempre
dato il meglio di sé lavorando e pagando
il dovuto fino all’ultimo soldo. Al tempo
stesso deve scoraggiare i disonesti inducendoli a cambiare comportamento.
Questo ci aspettiamo, così come ci aspettiamo che non ci si ricordi dei pensionati solo quando occorre una… spremitura! I pensionati devono poter usufruire in piena serenità del frutto del lavoro di un’intera vita: questa condizione
rappresenta un loro indiscutibile diritto
cui non si può e non si deve venire meno.
Questo desideriamo ricordare anche a
chi ci rappresenta, alla nostra Federazione, alla nuova Confederazione (alla nuova CIDA), che hanno il compito di tutelarci, di difenderci dalle continue vessazioni, vedi i blocchi
della perequazione che si ripetono (cinque in poco più di
dieci anni), i cosiddetti contributi di “solidarietà” che si
aggiungono periodicamente ad una fiscalità generale già
soggetta ad incrementi.
Non dobbiamo farci illusioni al riguardo, ma non dobbiamo
neppure accettare “sic et simpliciter” che tutto continui come prima anche perché, come giustamente ha rilevato il nostro Presidente Federale in un suo recente editoriale, “la
misura è più che colma!”. ■
Dirigenti Industria - gennaio 2013
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DI
SINDACATO
Riccione: noterelle di uno
dei quarantatré...
…di ritorno dal seminario di Riccione
della Federmanager sul rinnovo contrattuale
di Giuseppe Colombi *
Quello che volevo dire
a Riccione (e ho detto)
A Riccione ho portato i risultati di diverse riunioni tenute dalla Commissione
Sindacale e Lavoro ALDAI, con la partecipazione di molte importanti RSA dell’area milanese, qui di seguito riassunti.
■ LA SITUAZIONE DEL PAESE
ED I SUOI RIFLESSI SUI DIRIGENTI
Il nostro è un Paese in evidente declino: la qualità della vita si sta riducendo in modo tangibile, non solo nei redditi,
ma nel livello dei servizi quali la sanità, la pubblica istruzione, la giustizia, il trattamento rifiuti. È finito quel culto
dell’estetica, della cultura, del sapere progettuale per cui
eravamo famosi nel mondo; le nostre infrastrutture, dalle
rotonde delle provinciali alle linee di alta velocità, sono
brutte, invasive, progettate per massimizzarne il costo, con
conseguente spreco di materiali e spazio: se ne è accorto
persino il Presidente Monti, che parla di inaccettabile consumo del territorio.
Si direbbe che si sia generalizzato l’approccio delle associazioni mafiose, per le quali, pur di arricchirsi, tutto è lecito, anche distruggere il contesto in cui poi si vive.
Dai dirigenti sui temi ad essi più vicini, quali lo stato dell’economia e della produzione, ci si aspetterebbero parole
di dissociazione, di correzione di linea: invece tutto tace. Da
anni la dirigenza sembra aver sposato acriticamente le formulazioni del pensiero unico: il totale individualismo nel lavoro, il mito del mercato come regolatore sociale, il “create value for shareholders” come paradigma assoluto.
Nel frattempo siamo arrivati al capolinea: l’industria nazionale (chimica, farmaceutica, elettronica, trasporto aereo,
siderurgia etc.) è deperita sino a scomparire: molte delle
nostre grandi aziende, in inquietante somiglianza con i partiti diventati personali, hanno completato la propria trasformazione in “one man’s companies” dove tizi investiti di potere autocratico, le piegavano ad interessi che erano tutto
fuorché generali e nazionali. Vogliamo parlare di certe
aziende delle telecomunicazioni, delle utilities o del trasporto pubblico?
Quanto alle multinazionali presenti nel Paese esse, ormai
libere da vincoli, hanno reso puramente commerciale la lo12
Dirigenti Industria - gennaio 2013
ro presenza. Nel Paese si è diffusa un’arroganza generalizzata che caratterizza, a partire dalla politica, le istituzioni e
l’amministrazione (un nome per tutti: Equitalia), il top management del settore privato e ogni posizione minimamente rilevante. Questa linea di tendenza, non contrastata, ha
acutizzato tutti i nostri principali problemi perché non è positivo né modernizzante tornare verso il feudalesimo. Di solito il feudatario, dopo aver imperversato quel tanto che
può, se ne va con una principesca liquidazione, lasciando un
panorama di rovine.
■ IL DIRIGENTE: UN RUOLO IMPORTANTE
I dirigenti sono in genere persone serie, con caratteristiche
di professionalità comprovate e ruoli conseguenti, all’apice
del lavoro dipendente, cui assurgono dopo uno scrutinio di
solito decennale, in posizione del tutto singolare.
Pur governando i principali sistemi complessi del Paese,
con funzioni essenziali e grandi responsabilità, la dirigenza
è una categoria ridotta, di circa ottantamila persone nel
privato e forse il doppio nel settore pubblico (disciplinato da
regole diverse). Forse, se ci dessero un minimo di serenità in più, potremmo fare qualcosa per migliorare la situazione generale, specialmente quando arriverà la ripresa. Invece vediamo con preoccupazione un numero crescente di
colleghi nell’età critica, dai 48 ai 60 anni, che da un giorno
all’altro diventano esuberi e vengono espulsi dal lavoro per
le ragioni più diverse, con scarsissima possibilità di rientro.
Organizzare una difesa, impedire che vengano rottamati a
piacimento, diventa essenziale per la categoria.
■ LA FUNZIONE DELLE RSA
Strumento di rappresentanza di rilevanza contrattuale, la
RSA dei dirigenti, dove esista e quando abbia mantenuto un
livello di conoscenza strategica adeguato, può giocare una
funzione essenziale nell’affrontare le situazioni di criticità.
Il contratto prevede ampi diritti non solo di informazione,
ma di pieno coinvolgimento della RSA nella vita aziendale:
si tratta di una parte largamente disattesa di quel sacro testo.
■ STRATEGIA CONTRATTUALE:
COSE SEMPLICI, DA ASSEMBLEA DI CONDOMINIO
Come nelle assemblee di condominio capita che il lavoro di
rifacimento dei tetti da un milione di euro venga approvato
senza obiezioni mentre sul rifacimento del cancello di ferro
da 500 euro ci si accapiglia per ore: nel nostro rinnovo contrattuale, se non quantifichiamo bene le varie voci in discussione, c’è qualche rischio di comportamenti analoghi.
DI
SINDACATO
Partiamo dai grandi numeri: sappiamo che la categoria conta su circa 80mila dirigenti in servizio, con una retribuzione
media attorno ai 120mila euro lordi annui (compreso il variabile).
Si tratta dunque di una massa salariale di circa dieci miliardi di euro all’anno, a retribuire meno dell’1% del totale
dei lavoratori dipendenti.
Il contratto del commercio, da qualcuno vituperato perché
“vecchio” in quanto ha mantenuto gli aumenti contrattuali,
mostra una dinamica, per quanto attiene al salario, valutabile ad un 3% annuo: nel quadriennio fa almeno un 10/12%
di variazione.
Senza voler tornare sui nostri passi, noi che abbiamo un
contratto “moderno”, dobbiamo ipotizzare un “quantum”
globale che la controparte renda disponibile per il rinnovo
contrattuale.
Al massimo stiamo parlando di qualche centinaio di milioni
di euro annui: non pregiudichiamo certo la competitività
dell’industria italiana.
Una volta definito, questo ammontare potrà essere ben suddiviso tra le singole voci onerose contrattuali.
Nelle nostre riunioni qualche collega rilevava come il rinnovo contrattuale debba essere tenuto anche cronologicamente distinto dalla rinegoziazione delle “quote di servizio” attribuite a Federmanager: è che se la voce “quote di servizio” vale X ed il rinnovo del contratto vale dieci/venti volte
tanto, fare confusione più o meno interessata tra le due voci non sarebbe un buon affare, almeno per la gran massa dei
nostri rappresentati.
■ SALVAGUARDIA DEL RUOLO E TUTELE
Il contratto prevede già tutele contro i demansionamenti
e/o le perdite di ruolo: tutti gli strumenti a disposizione, dalla composizione amichevole delle situazioni al confronto
negoziale, dall’arbitrato al ricorso alle vie legali, devono essere preservati ed utilizzati e ad essi non si può rinunciare
soltanto “perché i tempi sono cambiati”. E, per estendere e
rafforzare la tutela dei colleghi in uscita forzosa, la parte
datoriale dovrebbe essere direttamente responsabilizzata e
coinvolta nello sforzo di ricollocazione dei dirigenti di cui
non intenda più avvalersi. Oppure si considera il dirigente
alla stregua di un quadro neanche protetto dal famigerato
articolo 18?
È da rilevare che se Confindustria, usando il rinnovo contrattuale, ancora una volta intende accanirsi contro la dirigenza, magari poi toccherà proprio a loro seguirci nella
sparizione finale (viale Astronomia è una struttura da 4500 milioni di euro di costo annuo). E peraltro qualcuno ha
già incominciato a metterli in discussione uscendo dall’organizzazione datoriale…
Proprio per questo però, sia consentito dire quanta perplessità desta il fatto che Federmanager abbia accettato di firmare un contratto con Fiat, che nelle clausole di uscita dei
dirigenti costituisce un precedente di rinuncia a tutele storiche: sarebbe davvero paradossale che tra noi dirigenti
qualcuno fosse costretto a giocare il ruolo di Landini per difendere il contratto attuale.
■ MANUTENZIONE RETRIBUTIVA
Da tutti i colleghi contattati emerge fortissima la richiesta
di un aggiornamento delle retribuzioni, frequentemente ferme da un decennio.
Questo, attraverso la ridefinizione, nell’ammontare e nel
numero, dei minimi di garanzia.
I colleghi più giovani fanno presente come solo grazie al minimo di garanzia dei sei anni siano riusciti a difendere la loro retribuzione, indipendentemente dal valore individuale
della persona. Emerge dunque l’urgenza di aggiornare i minimi esistenti onde recuperare almeno l’inflazione ed il fiscal drag e l’opportunità di rivendicare un ulteriore livello
di garanzia ai dieci-dodici anni di anzianità nel ruolo dirigenziale (concetto quest’ultimo da sostituire all’anzianità
aziendale).
■ RETRIBUZIONE VARIABILE
Nelle aziende che sopravvivono, in questo biennio di crisi, in
molti casi ci si è dimenticati della tanto sbandierata parte
variabile della retribuzione: quella per cui abbiamo cancellato tutti gli “automatismi” retributivi precedenti. Noi dobbiamo porci il problema di come salvaguardare la retribuzione variabile per tutti quei casi dove essa non viene corrisposta.
Rendiamoci conto però che, per la legge di non contraddizione, non possiamo trasformarla in una cifra fissa e tantomeno uguale e garantita a tutti.
E va rivisto anche l’incrocio tra minimi di garanzia e parte
variabile perché ci giunge voce che in certe realtà si tende
a fare confusione tra i due istituti.
■ LA DIFESA DEGLI ISTITUTI PREVIDENZIALI
Con il rinnovo del contratto, non avremo grande possibilità
di controllare fenomeni come il fiscal drag, il blocco della
rivalutazione delle pensioni, il contributo di solidarietà, che
incidono pesantemente sul livello di reddito dei colleghi
pensionati, in specie di quelli più anziani e da più lungo tempo in quiescenza.
L’ultimo punto, ma non per rilevanza, è dunque quello degli
istituti, come il Fasi, che servono a mantenere continuità
anche sindacale con i colleghi pensionati.
Dovremo quindi respingere ipotesi di restrizione all’accesso
al Fasi dei colleghi in quiescenza, pena la perdita definitiva
della loro sindacalizzazione e della nostra capacità di rappresentanza generale delle esigenze della categoria.
Ottenere risultati tangibili su questa linea diventa essenziale, ne va della nostra stessa esistenza come rappresentanza
viva della categoria.
Dirigenti Industria - gennaio 2013
13
DI
SINDACATO
Quello che ho trovato a Riccione
Tra i quarantatré partecipanti al seminario c’erano i nostri
validissimi consulenti professori Dell’Aringa e Rebora, molti presidenti di organizzazioni territoriali, alcuni legali versati in diritto del lavoro, un certo numero (pochi?) di colleghi di grandi aziende, alcuni (troppi?) capi del personale,
tra i quali il coordinatore della nostra delegazione negoziale per il rinnovo 2013.
Avevo incontrato il prof. Dell’Aringa in occasione di un incontro preliminare a Milano, riportando la precisa sensazione che fosse una persona di altissimo livello ma soprattutto, e non è poco, capace di ascolto. Un’impressione pienamente confermata a Riccione.
All’inizio dei lavori, nella cartella consegnataci da Federmanager, si poteva notare la presenza di un testo, a nome
della “Associazione di cultura riformista - Amici di Marco
Biagi”.
L’autore, capo delegazione confindustriale nel passato rinnovo del contratto dirigenti, uscito successivamente dall’organizzazione, è stato oggi chiamato ad essere uno dei nostri
esperti, perché possiamo avere una percezione diretta di
come la pensa Confindustria.
Quello scritto trattava dell’accordo sulla produttività, recentemente concluso tra le parti sociali ma con la significativa assenza del principale sindacato italiano e si configurava come un atto di accusa contro il “conservatorismo” della
CGIL che nei rinnovi contrattuali non accetta di utilizzare
la formula dei “minimi di garanzia” al posto di “aumenti minimi”, e che è riluttante a spostare sul livello aziendale tematiche sinora affidate al contratto nazionale.
Ma perché proporre ai dirigenti un testo riferito a soggetti
del tutto separati e distinti?
La mia impressione è stata che si parlasse “a nuora perché
suocera intenda”: come dicevamo nel precedente paragrafo, il nostro contratto è passato al sistema più “moderno”
dei minimi di garanzia da otto anni e quindi forse i dirigenti industriali (al contrario di quelli del commercio) non costituiscono l’interlocutore più adatto per veicolare questi
messaggi “riformisti”, particolarmente di moda prima che il
penultimo Governo venisse spazzato via, ora invece messi
un po’ in crisi da certe inadempienze nel settore automobilistico (Do you know Fabbrica Italia?).
Forse il testo aveva semplicemente l’intendimento di trasmettere un messaggio subliminale sul fatto che, ove i dirigenti non si autocostringessero ad essere più realisti del re,
non necessariamente il nostro interlocutore datoriale rinnoverebbe il contratto.
Questa spada di Damocle incombeva già in occasioni precedenti ma in un momento in cui tutti ci aspettiamo dal rinnovo contrattuale un minimo di conferme e riconoscimenti, dopo un intero decennio di sostanziali passi indietro, questa
impostazione è inaccettabile. Se i dirigenti sono importanti
come si dice, e danno un valore aggiunto essenziale, perché
non possono avanzare una legittima e coerente richiesta di
riconoscimento di tale valore?
Da questo e dall’intervento dell’autore del testo citato che,
dicendosi preoccupato per il futuro del Fasi, ha suggerito di
aumentare il numero dei dirigenti abbattendone il costo
unitario è scaturita ancora di più la necessità di dare voce,
nel successivo dibattito, a quanto richiesto dai colleghi nelle nostre assemblee milanesi.
E questo, a prezzo di qualche scontro verbale, è poi avvenu14
Dirigenti Industria - gennaio 2013
to. La discussione ha toccato vari temi, dal ruolo del dirigente al malumore di alcuni per la forma contrattuale adottata nei passati rinnovi. C’è stato, specie da parte di realtà
periferiche, un certo eccesso di richiamo ai temi del bilancio delle competenze, dell’outplacement e della formazione
dirigenziale che, per svariati motivi, non sembrano essere
proprio centrali nella riflessione della categoria nel suo
complesso.
Il lavoro dei delegati si è poi diviso in quattro sottocommissioni per costruire la stesura di un documento finale di
orientamento.
Nella sottocommissione modelli retributivi è emersa con
forza da parte di alcuni la richiesta, poi recepita, di introdurre nelle conclusioni la tematica di un contenimento del
rapporto tra retribuzioni minime e massime dei dirigenti di
ciascuna diversa realtà.
Un altro tema importante che ha trovato ascolto è stato
quello della difesa dell’istituto del collegio arbitrale, contro
chi voleva istituzionalizzare certe scorciatoie del contratto
Fiat.
Meno recepita invece la richiesta di coinvolgere e responsabilizzare la parte datoriale nella ricollocazione dei dirigenti in uscita.
Quello che dobbiamo fare
Alla fine dei lavori, il documento uscito da Riccione (le linee
guida del prossimo rinnovo, come le ha definite il Presidente Ambrogioni) riflette il senso delle nostre discussioni e costituisce una base di discussione. Ma proprio per questo va
analizzato, condiviso ed integrato, se necessario, da tutti
noi.
Un elemento significativo da riprendere è forse quello del
ruolo datoriale nella ricollocazione del dirigente. Credo che
su questo Milano possa sviluppare qualche ulteriore riflessione: il tempo per farlo ci sarebbe e la tematica è talmente pesante che non è opportuno lasciarla cadere.
La prima esigenza su cui impegnarsi è quella di quantificare per quanto possibile le varie voci di costo del rinnovo contrattuale.
Il lavoro delle prossime riunioni della Commissione Sindacale e Lavoro diventa importante per costruire un minimo
di interesse e mobilitazione dei colleghi e per veicolare a
chi negozierà messaggi condivisi ed esigenze trascurate.
Dovremo sforzarci di far sentire il peso della realtà milanese e lombarda, innanzitutto dentro Federmanager, che a Roma sta probabilmente facendo un eccellente lavoro, ma
sembra a volte che fatichi un po’ nel dare la giusta attenzione proprio alle situazioni produttive più sviluppate.
Certo, la situazione non è facile e potremmo trovarci di
fronte ad atteggiamenti di chiusura, a partire anche dal nostro interno. E dobbiamo battere l’orientamento secondo
cui sarebbe tutto già definito.
Un rinnovo contrattuale non è solo importante in sé: costituisce anche il cardine su cui si costruisce l’adesione sindacale della categoria e quindi la sua credibilità, forza e capacità di essere ascoltati a medio-lungo termine.
Di tutto abbiamo bisogno in questo momento, fuorché di un
sindacato intento soltanto a celebrare i propri riti interni.
Ricordiamocelo. ■
* Presidente Commissione Sindacale e Lavoro ALDAI
SERVIZI E CONTATTI
ALDAI
SEDE E UFFICI: via Larga 31 - 20122 Milano
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mezzi di superficie: 12 - 15 - 27 - 54
• Presidenza
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Vicepresidente: FRANCESCO SOLETTI
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Tesoriere: ANTONIO ZENATELLI
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dalle ore 8.30 alle ore 12.30
e dalle 13.30 alle 17.30
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DIRIGENTINSIEME
CHI SIAMO E
CHE COSA FACCIAMO
L’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende
Industriali) con circa 18.000 iscritti è il maggiore tra i
Sindacati territoriali che fanno capo alla Federazione
Nazionale (FEDERMANAGER).
Al fine di perseguire i propri scopi istituzionali di tutela e
promozione dell'immagine e del ruolo dei dirigenti
industriali, l'Associazione si occupa delle problematiche
collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più
diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale
che sia la loro condizione: dirigenti in servizio,
inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo
professionale.
Tra i vari servizi, prestati gratuitamente, ricordiamo:
– il Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti
supporto ed assistenza nell’ambito di tutte le
problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e
cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di
carattere fiscale e previdenziale;
– il Servizio FASI/ASSIDAI che fornisce consulenza ed
assistenza in merito alla stesura ed alla presentazione
delle pratiche di rimborso oltre che di iscrizione ai due
Fondi;
– il Servizio Orientamento e Formazione per i dirigenti
interessati alla ricerca di nuove opportunità professionali
ed a supporti di tipo formativo, con particolare
riferimento ai dirigenti inoccupati.
Ricordiamo infine le iniziative di carattere culturale
(organizzazione di conferenze, convegni, corsi, concerti,
visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire
l'aggregazione tra i soci (viaggi).
Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni
per poter stabilire gli opportuni contatti.
• Direzione
Direttore: ANNALISA SALA
Segreteria Presidenza e Direzione
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Comunicazione e Marketing
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1° 2° e ultimo lunedì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30
3° mercoledì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30
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martedì e giovedì dalle 9.00 alle 14.00
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tutti i venerdì dalle 9.00 alle 12.00
3° lunedì di ogni mese dalle 14.00 alle 17.00 solo domande di pensione
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martedì pomeriggio e mercoledì pomeriggio
• Servizio FASI/ASSIDAI
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lunedì e mercoledì ore 8.30-12.00 / 14.00-16.30
martedì, giovedì e venerdì ore 8.30-12.00
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martedì, giovedì e venerdì ore 14.00-17.00
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• Servizio Orientamento e Formazione
Silvia Romagnoli 02/58376.219 (pomeriggio)
Massimo Bondi 02/58376.220
Domenico Butera 02/58376.219
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• Servizio Amministrazione - Organizzazione
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• Gruppo Giovani Dirigenti
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ARUM s.r.l. - Società Editrice e Servizi ALDAI
Presidente: PATRIZIA GIORGETTI
Redazione “DIRIGENTI INDUSTRIA”
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COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO
DIRIGENTI PENSIONATI
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Presidente Onorario: SERGIO ZEME 02/58376.209
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FONDIRIGENTI
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UNIONE REGIONALE FEDERMANAGER LOMBARDIA
Presidente: TIZIANO NEVIANI 0372/535411
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CIDA LOMBARDIA
Presidente: MARIO GIAMBONE 02/58376.238
[email protected]
DI
Dal 2013 nuova convenzione
SINDACATO
50&Più CAAF per le successioni
di Chiara Tiraboschi
Un’altra importante novità per i nostri associati: ALDAI ha stipulato una nuova convenzione con 50&Più CAAF per
l’assistenza nell’iter della dichiarazione di successione a tariffe agevolate e vantaggiose.
■ TARIFFARIO DICHIARAZIONI DI SUCCESSIONE
L’onorario dovuto a 50&Più CAAF è calcolato in base al valore dell’asse ereditario secondo il seguente prospetto:
Valore asse ereditario
0 - 100.000,00 euro
100.000,00 - 200.000,00 euro
200.000,00 - 350.000,00 euro
350.000,00 - 500.000,00 euro
500.000,00 - 1.000.000,00 euro
> 1.000.000,00 euro
Onorario 50&Più CAAF comprensivo di IVA
500,00 euro
650,00 euro
800,00 euro
1.000,00 euro
1.500,00 euro
2.000,00 euro
siano presenti degli immobili, alla registrazione delle domande di voltura presso l’Agenzia del Territorio a chiusura
della pratica.
In sintesi, gli onorari sopra indicati comprendono il servizio
di compilazione della dichiarazione di successione, la presentazione della stessa all’Agenzia delle Entrate di competenza e la presentazione della prima domanda di voltura all’Agenzia del Territorio. Per ogni domanda di voltura successiva alla prima è previsto un importo aggiuntivo di 50,00
euro.
Gli onorari sopra indicati non comprendono invece le imposte dovute in autoliquidazione all’Agenzia delle Entrate
per il trasferimento degli immobili e per la richiesta di copie
conformi all’originale della dichiarazione di successione, i
tributi dovuti all’Agenzia del Territorio per la presentazione
delle domande di voltura e le eventuali imposte di successione dovute. ■
Si ricorda che la dichiarazione di successione deve essere
presentata all’Agenzia delle Entrate di competenza in base
all’ultima residenza del de cuius entro un anno dal decesso.
Nel caso in cui nell’asse ereditario siano compresi immobili e/o vengano richieste copie conformi della dichiarazione
di successione, 50&PiùCAAF provvede all’elaborazione dei
modelli F23 per il versamento delle imposte dovute dagli
eredi (imposte ipotecarie e catastali, imposte di bollo, tasse
ipotecarie e tributi speciali).
Una volta effettuato il versamento, 50&Più CAAF provvede
alla predisposizione della modulistica e alla redazione della
dichiarazione di successione. 50&Più CAAF effettua poi la
presentazione e la registrazione della dichiarazione di successione presso l’Agenzia delle Entrate di competenza
provvedendo successivamente, qualora nell’asse ereditario
16
Dirigenti Industria - gennaio 2013
DI
SINDACATO
Iscritti all’ex INPDAI
Contributo di solidarietà
per i dirigenti in servizio
ed in pensione
di Lorenzo Peretto *
ome vi sarà noto, nelle scorse settimane l’INPS ha
dato avvio al prelievo nei confronti dei colleghi pensionati e di quelli in attività di servizio, del contributo
di solidarietà, a carico degli iscritti al disciolto INPDAI,
previsto dal cosiddetto decreto “Salva Italia” (art. 24, comma 21 della Legge 214/2011 vedi box a fondo pagina).
Sulla legittimità, anche costituzionale, di tale prelievo sono
già state espresse dalla nostra Associazione e da Federmanager forti perplessità. A tali perplessità si sono aggiunte
quelle derivanti dai criteri che l’INPS ha utilizzato per determinare sia l’individuazione dei soggetti interessati sia
l’entità del contributo. Le stesse istruzioni operative dell’INPS, contenute nelle Circolari e nei Messaggi inviati alle
sedi periferiche, sembrano interpretare in modo estensivo il
lacunoso dettato della norma originaria.
C
Allo scopo di tutelare tutti i dirigenti, la Federazione che ha
ripetutamente espresso, sia al Ministero competente sia all’INPS, l’assoluta contrarietà in termini di principio a questo nuovo balzello, ha già avviato un’analisi tecnico-giuridica
per verificare gli spazi di percorribilità per intraprendere
azioni in giudizio a tutela dei colleghi interessati. Tali azioni
dovranno essere necessariamente diverse avuto riguardo alla
circostanza che la platea degli interessati è differenziata: a
seconda della condizione di pensionato o lavoratore dipendente; a seconda della data di iscrizione al disciolto
INPDAI; a seconda dell’avvenuto trasferimento o meno
della pregressa contribuzione INPS all’INPDAI. Sarà cura
dell’Associazione portare a conoscenza della categoria gli
ulteriori sviluppi della vicenda per eventuali conseguenti iniziative.
Allo stato è comunque evidente che il contributo - nei confronti dei dirigenti in servizio iscritti all’ex INPDAI dal 1
gennaio 1996 e che non abbiano provveduto al trasferimento di precedenti periodi contributivi – appare palesemente ingiustificato. Tale circostanza consente, a nostro
avviso, agli interessati di formulare fin d’ora una diffida all’Azienda ed all’INPS a proseguire nell’effettuazione della
trattenuta.
Indichiamo di seguito una bozza della diffida.
SPETT.LE SOCIETÀ
via
cap
CITTÀ
SPETT.LE INPS
Direzione Generale
via Ciro il Grande 21
00144 ROMA
e p.c.
SPETT.LE ALDAI
via Larga 31
20122 MILANO
Nel listino stipendio del mese di ……………………..… ho
rilevato una trattenuta dell’importo di € ………………..…
Avuto riguardo alla circostanza che ritengo tale trattenuta
immotivata in quanto sono stato iscritto all’INPDAI in
data successiva al 31 dicembre 1995 e che non ho chiesto
il trasferimento della pregressa posizione INPS al disciolto
INPDAI, chiedo di conoscere le dettagliate motivazioni di
tale prelievo e le eventuali comunicazioni dell’INPS, di cui
chiedo copia, da Voi ricevute a riguardo.
Vi diffido pertanto dal proseguire nell’operare le trattenute dalla mia retribuzione.
Data
..........................
Firma
..........................................
Legge 214/2011 - Articolo 24 - comma 21
A decorrere dal 1° gennaio 2012 e fino al 31 dicembre 2017 è
istituito un contributo di solidarietà a carico degli iscritti e dei
pensionati delle gestioni previdenziali confluite nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti e del Fondo di previdenza per il personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea, allo
scopo di determinare in modo equo il concorso dei medesimi al
riequilibrio del predetto Fondo. L’ammontare della misura del
contributo è definita dalla Tabella A di cui all’Allegato n.1 del
presente decreto-legge ed è determinata in rapporto al periodo
di iscrizione antecedente l’armonizzazione conseguente alla
legge 8 agosto 1995, n. 335, e alla quota di pensione calcolata
in base ai parametri più favorevoli rispetto al regime dell’assicurazione generale obbligatoria. Sono escluse dall’assoggettamento al contributo le pensioni di importo pari o inferiore a 5
volte il trattamento minimo INPS, le pensioni e gli assegni di invalidità e le pensioni di inabilità. Per le pensioni a carico del
Fondo di previdenza per il personale di volo dipendente da
aziende di navigazione aerea l’imponibile di riferimento è al
lordo della quota di pensione capitalizzata al momento del pensionamento. A seguito dell’applicazione del predetto contributo
sui trattamenti pensionistici, il trattamento pensionistico medesimo, al netto del contributo di solidarietà complessivo non può
essere comunque inferiore a 5 volte il trattamento minimo.
* Servizio Sindacale ALDAI
Dirigenti Industria - gennaio 2013
17
DI
Vuoi avviare un’attività autonoma o imprenditoriale
SINDACATO
e non sai da che parte cominciare?
Comincia da ALDAI
di Chiara Tiraboschi
PARTE A GENNAIO 2013 LO START UP
DELLA NUOVA CONVENZIONE ALDAI - FORMAPER CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO
A partire dal gennaio 2013 c’è un motivo in più per essere
socio ALDAI: l’Associazione ha infatti stipulato un’importante ed interessante convenzione con Formaper-Camera
di Commercio di Milano per poter offrire ai soci che ne
fanno richiesta un’attività di orientamento e informazione
personalizzata e gratuita sulle procedure e pratiche amministrative per il perfezionamento dell’avvio di attività autonome ed imprenditoriali.
■ CHI È FORMAPER
FORMAPER, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, è nata nel 1987 con la missione istituzionale di contribuire allo sviluppo dell’imprenditorialità tramite
una gestione integrata di strumenti quali l’informazione, la
formazione, la ricerca e l’assistenza.
L’azione di Formaper è rivolta principalmente verso coloro che vogliono avviare un’attività imprenditoriale, ma
anche verso i piccoli imprenditori che desiderano ampliare la propria formazione di base.
Formaper, in particolare, in questi anni di attività ha messo
a punto, per la promozione della nuova imprenditorialità,
una serie di servizi di assistenza personalizzata e di programmi formativi fortemente orientati all’analisi e alla soluzione pratica dei problemi che l’aspirante imprenditore
dovrà affrontare nell’avvio dell’attività: scegliere la forma
giuridica più appropriata, ricercare le risorse finanziarie
necessarie, adempiere a tutti i vincoli burocratici, identificare e capire il proprio mercato, valutare la convenienza
economica e finanziaria delle scelte di business. Inoltre Formaper offre all’aspirante imprenditore non soltanto la possibilità di acquisire tecniche e strumenti operativi, ma un
continuo confronto con esperti, tutor, docenti e altri imprenditori, affinché possa condividere esperienze e identificare
possibili soluzioni ai problemi che quotidianamente la gestione di una piccola impresa comporta.
“In questo contesto si colloca il Programma Virgilio che
offre un supporto di tutoraggio di natura esperienziale da
parte dell’Associazione dei Volontari Rotariani. Questo servizio sarà attivato in casi di avvio d’impresa selezionati”.
■ PUNTO NUOVA IMPRESA
Nasce come iniziativa promossa da FORMAPER, con l’obiettivo principale di offrire un servizio gratuito, mirato e pratico di supporto agli aspiranti imprenditori e lavoratori autonomi nel compiere scelte meditate e consapevoli per avviare attività competitive in grado di reggere sul mercato.
18
Dirigenti Industria - gennaio 2013
■ TUTTE LE RISPOSTE CHE VUOI IN ALDAI
Un giorno a settimana presso ALDAI sarà attivo Sportello
Punto Nuova Impresa, con esperti Formaper, a cui il socio
potrà accedere previo appuntamento per avere tutte le informazioni limitatamente a:
• PROCEDURE - si forniscono tutte le informazioni burocratiche e amministrative sui costi di costituzione per l’avvio di impresa, necessari per avviare e sostenere una nuova iniziativa imprenditoriale o di lavoro autonomo, indicando tutti gli adempimenti da soddisfare per ogni tipo di
attività, gli atti autorizzativi richiesti, gli enti abilitati al
rilascio, i riferimenti di legge.
• FINANZIAMENTI - si forniscono informazioni sulle possibilità di finanziamento a livello nazionale e regionale
per avviare nuove attività in proprio.
• SCELTA DELLA FORMA GIURIDICA - si illustrano vantaggi e svantaggi delle varie tipologie giuridiche al fine di
orientare l’aspirante imprenditore nella scelta della forma giuridica più adatta all’attività che si intende avviare.
• PIANO D’IMPRESA (BUSINESS PLAN) - si forniscono
le prime essenziale indicazioni utili per la redazione del
proprio piano d’impresa, strumento indispensabile per accedere alle agevolazioni finanziarie, ma soprattutto per
pianificare adeguatamente una nuova attività che possa
nascere e crescere “sana” e competitiva. ■
BASTANO 2 PASSI:
NOTIZIE DA
2013:
L’ANNO DELLA CRESCITA
“L’imprenditore è colui che mette in atto
L’azione creativa
Che aggiunge qualcosa alla realtà
Che pone i dati in nuovi contesti
Come fa il grande artista e creatore
Con gli elementi che ha a disposizione”
Joseph Schumpeter
di Giorgio Ambrogioni
L
a crisi non è finita, la ripresa
tanto auspicata sembra allontanarsi, come dimostrano gli ultimi dati dell’OCSE, che ha rivisto al ribasso gli indicatori del PIL, della produttività, dell’occupazione per il nostro Paese. Anche se la luce in fondo
al tunnel continua dunque a non intravvedersi, persistendo un generale
contesto di negatività, non possiamo
allentare la presa. Con forza, determinazione, competenza e vivacità,
dobbiamo far sentire la nostra presenza di manager impegnati a cambiare davvero la storia del Paese.
Mi sento di poter affermare con razionalità, non certo per sfoggiare un superficiale ottimismo (che risulterebbe
peraltro fuori luogo, oltre che di pessimo gusto) che, quasi in funzione anticiclica, in virtù degli obiettivi ambiziosi e misurabili che ci siamo dati,
per il lavoro che abbiamo messo in
campo e le attività che svilupperemo,
per Federmanager il 2013 deve essere “l’anno della crescita”.
METTERSI IN GIOCO
Il rinnovo del contratto, la necessità
di attuare una politica fiscale più
equa, la valorizzazione delle sedi
territoriali da cui dobbiamo trarre
linfa e sostanza per rafforzare la nostra azione strategica, la centralità
dei giovani in un mercato del lavoro
che possa finalmente facilitare i
nuovi ingressi, la promozione di una
cultura manageriale che possa agire
dentro e fuori dal circuito aziendale, la promozione del dialogo intergenerazionale, sono tutti tasselli di
un articolato programma che ci vede
impegnati in primo piano. Non si
tratta di enunciati, quanto piuttosto
di azioni concrete, per cui abbiamo
messo in campo nuovi strumenti,
potenziando quelli già esistenti.
Oggi tutti i soggetti della rappresentanza sono chiamati a rimettersi in
discussione, a trovare forme di azione sindacale, politica e professionale, in grado di conciliare gli interessi
legittimi con gli interessi generali
della collettività.
Per far sentire la propria voce bisogna saper alzare il capo e guardare
lontano, cosa che la nostra classe dirigente, soprattutto quella politica,
non ha saputo fare (come dimostrano i risultati di questi ultimi anni,
che sono sotto gli occhi di tutti). Certo occorre una vera e propria metamorfosi prima culturale e poi organizzativa per realizzare concretaDirigenti Industria - gennaio 2013
19
NOTIZIE DA
mente questa “idea alta” della rappresentanza.
Noi abbiamo già percorso un buon
tratto di strada, la nascita della nuova
CIDA: questa grande “casa comune”
della dirigenza pubblica e privata,
per cui Federmanager si è spesa fin
dall’inizio, risponde alla precisa esigenza di essere presenti in quei “passaggi decisivi” che dovranno rilanciare il ruolo dell’Italia nella nuova
Europa, senza perdere di vista l’urgenza delle grandi tematiche “trasversali” di cui ci stiamo occupando
e che saranno al centro della nostra
agenda del 2013: riforma del fisco,
welfare, education, occupazione.
Il confronto che ci ha recentemente
visti di fronte al premier Monti, in occasione degli Stati Generali di CIDA
tenutisi a Milano, ha ulteriormente
legittimato, se ce ne fosse bisogno, il
contributo della classe manageriale,
che dovrà articolare un documento
programmatico di proposta al Governo. In particolare sui temi dell’equità
fiscale si è aperto un dialogo con il
premier, che ha ammesso la necessità di ricostituire un patto tra Stato e
cittadini, smorzando una impostazione vessatoria che penalizza proprio le imprese e i manager, che generano, non solo in qualità di contribuenti, ma anche in termini di forza
lavoro e di know-how, ricchezza
per tutto il sistema-Paese. Ha scritto
in maniera efficace Pietro Ostellino: “nel mondo contemporaneo il
diritto alla ribellione contro il tiranno (in senso tributario) non si identifica con quello alla «rivolta fiscale». Ma dove il prelievo fra una tassa supera certi livelli… connotandosi più come confisca che come
presupposto da welfare è lo Stato
che deve fornire una giustificazione
alle sue leggi «ingiuste»”.
Tale riflessione credo possa essere
condivisa in pieno da una categoria
come la nostra che, è stato ricordato, partecipa con più del 20% del
gettito tributario pur rappresentando
il 2% della forza lavoro complessiva. Con questo non si vuole dire che
è giunta l’ora di abbandonare quello
20
Dirigenti Industria - gennaio 2013
stile di rigore, che è merito dell’attuale premier aver affermato dopo
gli anni del “berlusconismo”; si tratta semmai di riequilibrare questo
atteggiamento dicendo basta all’austerità fine a se stessa, facendo spazio a incentivi in modo da avere
quel ricambio di ossigeno necessario per affrontare la ripresa e la
competizione internazionale. I sistemi produttivi di tutto l’Occidente sono in ginocchio: per uscire da
questo “secondo” 1929, voltare pagina è un imperativo categorico cui
nessuno potrà sottrarsi.
IL RUOLO
POLITICO-ISTITUZIONALE
L’impegno diretto in politica non fa
certo parte dei nostri impegni istituzionali. Probabilmente occorre ribadirlo per fare chiarezza sulla
creazione di un movimento come
Prioritalia, che presto diventerà
un’associazione permanente, che
ha dato corpo a un’iniziativa che va
letta nella necessità di ricreare lo
spazio per una “buona politica”,
quella politica ricca di ideali, valori, visione comune che avevamo dimenticato e riposto in un cassetto.
Federmanager è stata alla guida, e
continuerà ad esserlo, di questo
sforzo organizzativo e di progetto
che ha portato alla nascita di un
nuovo attore, perché miriamo alla
costruzione di una situazione di
contesto in cui si possa finalmente
registrare un salto culturale, autentico e profondo. Affinare le strategie, migliorare le relazioni industriali, costruire quel “quadro relazionale evoluto” su cui innestare le
nostre richieste e rivendicazioni sarà possibile solo a condizione di
potersi misurare con una classe dirigente politica rinnovata, finalmente
capace di tenere il passo di un universo in continua trasformazione. Il
disegno auspicato può avere un effetto reale solo attraverso una più
strutturata relazione con la politica
e con le istituzioni, sia a livello centrale che territoriale. Il cantiere è
ormai aperto e, sono certo, porterà
una oggettiva riqualificazione del
ruolo manageriale a tutti i livelli.
UN NUOVO MODO
DI STARE NEL MONDO
Il nostro, lo ha scritto molto bene
Carlo De Benedetti in un agile e interessante pamphlet, “continua a
non essere un Paese per imprenditori”. Nelle statistiche dell’UE siamo collocati come un’area geografica in cui è particolarmente difficile intraprendere un’attività imprenditoriale.
Siamo in fondo alla classifica delle
nazioni capaci di attrarre gli investimenti stranieri, viviamo in una realtà in cui è sempre più faticoso immaginare la propria carriera professionale come self-employed. Dobbiamo dunque batterci per la creazione e l’affermazione dello spirito
imprenditoriale, abbattendo i lacci
di una burocrazia asfissiante, ma
anche la morsa di un peso fiscale
insopportabile per le imprese. È dimostrato, anche da quello che sta
avvenendo nei Paesi emergenti, che
sono gli imprenditori a produrre innovazione e sviluppo, oltre ad
esprimere l’unica forza creatrice, a
facilitare quella mobilità sociale, a
oliare gli assetti sclerotizzati del
vecchio modello capitalista. Peccato che di questo, che altrove è un
assioma, non ne siamo ancora convinti a sufficienza. Manager e imprese sono la prima “torre di avvistamento” del futuro. Da quella
torre serve l’apporto dei giovani e
del talento per recuperare le coordinate interpretative giuste, per capire e sanare le tante contraddizioni e ineguaglianze che caratterizzano il nostro tempo.
C’è, insomma, un “modo nuovo di
stare nel mondo” che dobbiamo saper adottare. In quanto manager impegnati nella società possiamo dare
competenza, serietà, continuità dell’impegno, ingredienti di cui il Paese, ma si potrebbe dire tutti i gangli
produttivi su cui si regge il sistema
economico, necessitano, come forse mai in passato.
NOTIZIE DA
IL RINNOVO DEL CONTRATTO
In un contesto così caratterizzato da
fattori di instabilità e criticità, ma che
può diventare permeabile al cambiamento, il primo banco di prova
cruciale riguarda il rinnovo del contratto, il cui negoziato dovrà vedere
il coinvolgimento della categoria,
anche quella che appare più tiepida
e apparentemente distante. Bisognerà esaltare la “capacità di ascolto” e
di interpretazione di tutte le componenti della società. In particolare ai
sindacati territoriali verrà chiesto
uno sforzo per coinvolgere i giovani
e gli scettici. A gennaio definiremo
le linee guida del nuovo strumento
contrattuale, in modo da poterne discutere in consiglio nazionale, apportare correttivi e integrazioni, al fine di far emergere istanze mature di
rinnovamento, lungimiranti, coerenti con le attese della categoria e soprattutto in sintonia con il nuovo
contesto in cui ci muoviamo.
Questa impostazione consentirà
una dialettica e un dialogo più maturo con Confindustria, impegnata
quanto noi ad affermare le peculiarità che il rapporto di lavoro dirigenziale deve contenere come tratto distintivo. La questione non è
tanto legata al rinnovo automatico
di una scadenza, quanto alla condivisione del principio che si sta parlando di un asset strategico per la
competitività, rappresentato dalla
dirigenza. Il manager nella società
complessa è sempre più una figura
a tutto campo, che deve recuperare
respiro sia verso l’alto che verso il
basso dell’organizzazione. Anche
quando parliamo della implementazione dell’attuale modello retributivo, che non è in discussione,
credo non si possano nascondere i
limiti applicativi sia sul piano quantitativo che qualitativo. Una cosa
appare fin da subito molto chiara:
stanno mutando molti equilibri. Ci
saranno forze che si avvantaggeranno di questo “divenire” e forze che
segneranno il passo. Federmanager
ha le carte in regola per non perdere la battuta e agire da protagonista.
L’ORGANIZZAZIONE
E I “NUOVI LINGUAGGI
DELLA COMUNICAZIONE”
Esistono, e non possiamo permetterci di trascurarli, interessanti spazi di
aggressione, in termini di marketing, che possono ampliare la nostra
sfera di azione. Per sviluppare
un’adeguata “strategia di conquista” occorrerà lavorare non solo
sulla leva organizzativa, ma anche
sui nuovi linguaggi della comunicazione, il cui uso avvertito può aiutare nel rendere più forte e coesa
l’azione delle sedi territoriali e più
netto il profilo della nostra immagine e quindi la nostra identità.
La dimensione della “rete” non solo
in senso tecnologico, ma ancora
una volta nell’accezione culturale e
organizzativa, dovrà caratterizzare
la nostra azione da ora in avanti.
Per questo stiamo finanziando dei
programmi condivisi di crescita associativa.
Analizzeremo i dati, andando nelle
aziende, cioè dentro il circuito produttivo reale, per far emergere le
esigenze reali, che dovranno orientare le scelte di fondo della Federazione. Individuare e formare figure
adatte a svolgere questa azione farà la differenza, insieme all’apporto coordinato delle associazioni
territoriali, da Assidai alla rete
commerciale di Presidium. I tanti,
troppi non associati dovranno comprendere quanto importante potrebbe essere il loro apporto in una dimensione di impegno partecipativo,
che dovrà essere corale per accogliere le sfide che impreziosiscono
un’agenda, che per il 2013 si presenta particolarmente fitta.
Non nascondo che il programma
tratteggiato è molto articolato e
difficile, ma è l’unico che può rispondere alle attese di quel mondo
manageriale allargato, che va oltre
il tradizionale concetto di categoria e che ha ricominciato a guardarci con grande interesse. Credo
che questa sia già una conquista
certa e molto importante, che ci fa
ben sperare per il futuro. ■
Dirigenti Industria - gennaio 2013
21
DI
PREVIDENZA E ASSISTENZA SANITARIA
Le novità 2013
di Marco Rossetti *
a conquista del sistema sanitario
pubblico è un “titolo di civiltà da
non abbandonare”; da tale titolo di
civiltà non bisogna regredire prendendo
coscienza però che da quando è nato il
Servizio Sanitario Nazonale sono mutate le condizioni economiche e le possibilità di spesa dell’Italia che hanno peraltro portato alle scelte adottate con la spending review.
In questa realtà, dove il Servizio Sanitario Pubblico è continuamente sottoposto all’adozione di misure di contenimento della spesa, Assidai, il Fondo di Assistenza Sanitaria
Integrativa di Federmanager, apre il 2013 all’insegna delle
grandi novità, introducendo importanti innovazioni della
propria offerta a totale vantaggio degli oltre 46.000 nuclei
familiari assistiti.
Il cammino intrapreso già tre anni fa culmina con l’adozione, per il 2013, di un nuovo partner assicurativo la cui esperienza nel settore consentirà al Fondo di ottimizzare i servizi, permettendo, tra l’altro, semplificazioni di carattere
gestionale.
Dal 1° gennaio 2013, per agevolare gli assistiti, tutti i servizi liquidativi sono stati riuniti nel numero verde unico
(800.41.81.81 dall’Italia – 0039/0422.061.11.05 dall’estero); attraverso lo stesso sarà possibile verificare lo
stato delle pratiche di rimborso, attivare e prenotare le prestazioni in regime di convenzionamento diretto, richiedere
prestazioni di consulenza medica e i servizi assistenziali così come previsti dal piano sanitario di appartenenza.
Tuttavia, la novità più importante sembra essere la nuova
procedura adottata per l’attivazione dei convenzionamenti
diretti: sempre a far data dal 1° gennaio 2013, il Fondo, al
fine di sollevare l’iscritto dall’anticipazione di qualsiasi importo di spesa, ha scelto di erogare il servizio di convenzionamento diretto per tutte le prestazioni previste dal proprio
piano sanitario (anche cure odontoiatriche, ove previste), a
condizione che la convenzione sia accettata, oltre che dalla
L
22
Dirigenti Industria - gennaio 2013
Casa di Cura, anche dall’intera équipe medica curante. A tal
proposito viene messa a diposizione degli iscritti una nuova
e più ampia Rete di convenzionamenti tramite il circuito
PREVIMEDICAL.
Rivolgendosi a tali strutture, gli iscritti potranno godere
delle prestazioni in regime di convenzionamento diretto,
anche se la struttura prescelta non risulta convenzionata
con il FASI. L’attivazione potrà avvenire o mediante chiamata telefonica o richiesta di prenotazione on-line della
prestazione.
Venendo meno la necessità di invio dei documenti di spesa
per tutti gli iscritti, nei primi mesi del 2013, dopo una accurata fase di test, verrà peraltro data la possibilità di caricare on-line le proprie domande di liquidazione attraverso
l’implementazione dei servizi web già a disposizione sull’area riservata.
Gli stessi piani sanitari Assidai per il terzo anno consecutivo sono stati ampliati: sono stati arricchiti introducendo in
garanzia servizi di sostegno psicologico altamente qualificato assicurati in presenza di patologie oncologiche o gravi
malattie, o assistenza psicoterapeutica offerta ai bambini in
caso di disturbi infantili che possono compromettere la serenità e la qualità della vita di un intero nucleo come ad
esempio la dislessia, l’autismo o l’epilessia; il pacchetto
prevenzione, che prevede per gli iscritti in forma collettiva
una serie di accertamenti diagnostici a scopo preventivo sia
per le donne che per gli uomini.
Assidai dunque risponde nel migliore dei modi alla necessità di garantire ai manager iscritti un sistema sanitario integrativo e sostitutivo di quello pubblico. ■
* Direttore ASSIDAI
Per ogni informazione sulle coperture offerte dai
piani sanitari, relativi costi e modalità di iscrizione,
gli uffici del Fondo sono a disposizione ogni giorno
dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00 al
numero 06/44070600.
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DI
ECONOMIA
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Intervista a Marco Ferro di Banca Pictet
di Grazia Mallus - [email protected]
In questo numero riprendiamo anche le interviste
alle Società di Gestione. Questo mese abbiamo
ospite Banca PICTET, nella persona del dott. Marco
Ferro, Responsabile Commerciale di Pictet che,
gentilmente, ha dato la sua disponibilità nel
rispondere all’intervista effettuata per “Dirigenti
Industria”.
Dott. Ferro, ci parli in breve di Banca Pictet.
Fondata nel 1805, Banca Pictet, con circa 340 miliardi di
euro in gestione ed amministrazione, è la più grande banca
privata in Svizzera ed uno dei maggiori gestori indipendenti in Europa. Le caratteristiche distintive di Banca Pictet
sono l'indipendenza, la specializzazione nella gestione patrimoniale per conto terzi e la stabilità dell’assetto proprietario da oltre 200 anni. Con sede principale a Ginevra, Pictet vanta oggi 3.000 professionisti, di cui oltre 600 tra analisti e gestori, può essere definita la “boutique” della finanza svizzera che coniuga eccellenza ed esclusività.
Parliamo ora della situazione attuale di economie e mercati. Quale è il quadro macroeconomico attuale? E quali
invece le previsioni e i possibili scenari attesi?
Nel contesto attuale le previsioni macroeconomiche non sono decisive per i mercati finanziari. Domina il fattore politico, sia in Europa, negli USA ed anche in Asia. L’estate 2012
si è conclusa con indici azionari in salita e con un'ulteriore
riduzione degli spread, favoriti dagli annunci della BCE il 6
settembre e Fed il 13 settembre 2012. I titoli di Stato periferici hanno reagito positivamente alle decisioni di Draghi,
considerata la relativa immissione di liquidità sul mercato,
scendendo con tassi e spread. Secondo la nostra previsione,
la Banca Centrale Americana (FED) continuerà ad immettere liquidità sul mercato fino a quando la disoccupazione
non sarà stabilizzata e prevediamo che non alzerà i tassi per
i prossimi tre anni. Avendo ipotizzato il mese scorso che le
Banche Centrali non deludessero le attese avevamo deciso di
tenere le azioni europee, scelta che riconfermiamo oggi pur
temendo che le fonti di incertezza saranno estese dagli Stati Uniti d’America alla Cina: elezioni USA; in Cina tensione
sino-giapponese; rinnovate tensioni in Medio Oriente.
Quali sono le indicazioni a medio termine di Banca Pictet sul rapporto valutario dollaro/euro?
In riferimento a quanto sopra accennato, preferiamo una diversificazione di valute nel portafoglio e non investire
esclusivamente in area euro o dollaro, anche se riteniamo il
dollaro ancora svalutato. In questo momento stiamo preferendo valute dei Paesi emergenti prevalentemente Malesia, Polonia, Sud Africa, Messico
e Brasile, in quanto dovrebbero contribuire ad attenuare la volatilità attesa.
Dal punto di vista macroeconomico le notizie
non sembrano molto positive per il 2013. Cosa
ne pensa Banca Pictet?
Dal punto di vista macroeconomico le notizie hanno smesso di peggiorare, ma rimangono su un tono
minore; i timori sulla Cina sono concreti e non ci
aspettiamo un miglioramento nei prossimi mesi.
L’economia americana subirà un impatto a seconda di cosa verrà deciso per gli incentivi fiscali che
scadranno a fine anno e la loro conferma o meno,
determinerà gli andamenti americani.
Ossia se verranno tolti o meno, se non verranno
prese delle contromisure per le norme di restrizione fiscale in arrivo ad inizio 2013. Di recente, il
tasso di disoccupazione USA è calato in maniera
piuttosto sorprendente dato il tasso di crescita del-
24
Dirigenti Industria - gennaio 2013
DI
ECONOMIA
l’economia; attendiamo delle conferme nei prossimi mesi.
In virtù di tali considerazioni, quale è la strategia d’investimento attuale di Pictet?
Quali modifiche avete apportato ai vostri portafogli modello tra agosto e settembre?
Per quanto riguarda i mercati obbligazionari governativi,
essi hanno avuto performance positive nel corso dei mesi
estivi grazie al recupero dei titoli periferici. Questo è stato
particolarmente vero per la parte a breve termine: la performance, rapportata al rischio, è stata notevole. La componente più rischiosa, che riguarda principalmente le obbligazioni ad Alto Rendimento (High Yield) europee con scadenze a breve termine, riteniamo possa essere in questo
momento una buona opportunità di investimento nel settore. Il mercato delle obbligazioni Alto Rendimento USA e
quello dedicato ai titoli obbligazionari emergenti hanno invece sofferto per ragioni valutarie, ma secondo noi rimangono delle opportunità d'investimento interessanti per la
componente obbligazionaria del portafoglio.
Cosa pensa Banca Pictet del mercato azionario? È il momento giusto per effettuare qualche acquisto? Su quali
mercati?
Per quanto riguarda la parte azionaria, le manovre di politica monetaria globale sono certamente favorevoli al mer-
cato azionario che soprattutto in Europa presenta delle valutazioni ancora abbastanza interessanti. Per il mercato
azionario americano riteniamo che sia meno conveniente di
quello europeo ma, essendo il dollaro, come detto in questa
fase, fortemente sottovalutato, riteniamo che avere comunque alcune azioni americane in portafoglio possano essere
delle buone opportunità. Siamo inoltre sempre molto attivi
nella selezione di aziende legate ai settori tematici tra cui
acqua, agricoltura, foreste, farmaci generici, comunicazione
digitale, energie rinnovabili, sicurezza e marchi di lusso che,
alla luce degli attuali cambiamenti economici, politici e sociali, offrono straordinarie opportunità d'investimento. Abbiamo anche aumentato leggermente la nostra esposizione
azionaria nelle aziende internazionali ad alto dividendo.
Per quanto riguarda il mercato azionario cinese, in questa
fase preferiamo rimanere neutrali perché riteniamo che le
eventuali misure di stimolo alla crescita interna potrebbero
avere un effetto positivo prevalentemente per il prezzo delle materie prime (oro, petrolio, etc.) e non per il mercato
azionario. Sulla base di queste considerazioni pensiamo che
tra i Paesi emergenti il mercato azionario russo sia attualmente il modo migliore per esporsi su equity.
Ringraziamo il dott. Marco Ferro di Pictet per le delucidazioni sui mercati finanziari secondo la visione della sua
Società. ■
DI
INFORMATIVA
Servizi in via telematica
dall’ALDAI con ENASCO
Vi ricordiamo che, grazie alla convenzione stipulata con 50&Più ENASCO, ALDAI offre ai propri Associati la possibilità
di usufruire dell’invio telematico all’INPS delle domande di pensione e di tutte le altre richieste di prestazioni
(es. autorizzazione alla prosecuzione volontaria, riscatti, indennità di disoccupazione, Fondo di Garanzia Inps per il T.F.R.,
per i crediti di lavoro diversi dal T.F.R., per le omissioni contributive alla Previdenza Complementare, iscrizione alla
Gestione Separata Inps, ecc.). Le attività sopra indicate si svolgono solo ed esclusivamente previo appuntamento.
In particolare:
• Presentazione della domanda di pensione:
presso ALDAI, il terzo lunedì di ogni mese dalle 14.00 alle 17.00.
Per appuntamento telefonare ai numeri: 02/58376.221- 225 (Segreteria Servizio Sindacale) o scrivere a:
[email protected];
• Invio telematico all’Inps di richieste di prestazioni diverse dalle domande di pensione e consulenza in
materia di previdenza obbligatoria Inps:
presso ALDAI, ogni venerdì mattina dalle ore 9.00 alle ore 13.00.
L’indirizzo e-mail di riferimento per eventuali comunicazioni in merito è [email protected]
Dirigenti Industria - gennaio 2013
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DI
FORMAZIONE
Pubblicato l’Avviso Regionale
per la Lombardia 2/2012
di Silvia Romagnoli
n un momento particolarmente critico per la competitività del sistema Paese, il Fondo Dirigenti PMI, l’Ente
bilaterale costituito da Confapi e Federmanager per
promuovere le attività di formazione continua dei dirigenti
e dei quadri superiori delle piccole e medie imprese industriali, ha pubblicato l’Avviso Regionale per la Lombardia
2/2012 per lo “Sviluppo del capitale umano a sostegno dell’adattabilità dei dirigenti, dei quadri superiori, dei dipendenti e collaboratori delle PMI, nonché dell’aggiornamento
dei titolari delle PMI“.
Si tratta di un’iniziativa innovativa condotta in collaborazione con Regione Lombardia che consente il finanziamento di percorsi formativi, tramite l’erogazione di voucher individuali, rivolti alle seguenti categorie di lavoratori:
• soggetti occupati presso imprese private la cui sede
operativa si trovi nel territorio della Regione Lombardia,
non iscritte ad alcun Fondo Interprofessionale alla data
del 27/06/2012;
I
• imprenditori e loro collaboratori familiari (coniugi, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado
del titolare d’impresa) occupati presso l’azienda purché
con rapporto di lavoro formalizzato da almeno 12 mesi a
far data dalla pubblicazione dell’avviso;
• dirigenti – inclusi coloro che ricoprono la carica di imprenditori – e quadri superiori occupati presso qualsiasi
azienda iscritta al Fondo Dirigenti PMI.
I progetti formativi potranno essere finanziati fino a un
massimo di 9.000,00 euro, fermo restando le specificità
relative alla durata di ogni singola iniziativa.
La presentazione delle domande dovrà avvenire entro le
ore 12.00 del 29 marzo 2013.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la
sezione del sito www.fondodirigentipmi.it dedicata
all’Avviso Regionale o scrivere alla Segreteria del Fondo
[email protected]
STRATEGIE H.R.
PER UN’ORGANIZZAZIONE COLLABORATIVA
Utilizzo dei Social Network nella gestione delle Risorse Umane
Incontro organizzato da AIDP - Associazione Italiana per la Direzione del Personale
in collaborazione e presso la sede ALDAI
via Larga 31 - Sala Viscontea - giovedì 31 gennaio 2013 - ore 16.00 / 19.30
L’incontro sarà dedicato alla presentazione dei risultati della ricerca sul tema, condotta da AIDP in collaborazione
con l’Università Cattolica e con la società di consulenza Open Knowledge.
Sono previste anche le testimonianze di Direttori Risorse Umane di primarie aziende che stanno realizzando esperienze d’avanguardia nell'utilizzo di Social Network interattivi per l’implementazione di un’Organizzazione Collaborativa.
Il Convegno intende promuovere un confronto di idee sulle possibilità che le nuove tecnologie “web 2.0”, unite a
modelli organizzativi, basati sul coinvolgimento diffuso, la collaborazione , la condivisione della conoscenza, lo sviluppo e la valorizzazione di reti sociali interne ed esterne all’organizzazione, possono offrire per migliorare la produttività dell’organizzazione e, di conseguenza, per sviluppare il business delle imprese.
26
Dirigenti Industria - gennaio 2013
DI
FORMAZIONE
"OFFICINA" DI PROJECT MANAGEMENT
Teoria, pratica, esercitazioni e… verifica
Milano
1° modulo 1-2 febbraio 2013
2° modulo 22-23 febbraio 2013
3° modulo 15-16 marzo 2013
Il corso ha l’obiettivo di introdurre e/o consolidare l’approccio al Project Management, alla gestione del contratto verso EPC e/o clienti finali, alle esigenze in fase di proposal e al ciclo approvvigionamenti.
Il corso prevede workshop di approfondimento tra i partecipanti nonché due incontri con i responsabili di azienda: uno iniziale, per raccogliere esigenze e proposte, e uno al termine, per evidenziare quanto di significativo
emerso nel corso dei workshop.
LA NEGOZIAZIONE EFFICACE NELLE RELAZIONI DI LAVORO:
come gestire i team, i rapporti interpersonali e i conflitti
Milano, 5-6 febbraio 2013
Il corso si pone l’obiettivo di presentare un nuovo modo di negoziazione che consentirà di aumentare la propria
efficacia personale nelle trattative, soprattutto quando si deve dialogare con interlocutori difficili. Il corso è rivolto a tutti coloro che sono chiamati quotidianamente a prendere decisioni operative e organizzative importanti
e negoziare accordi, anche di natura non commerciale.
LOGISTICA & PROJECT MANAGEMENT NELLA REALIZZAZIONE
DI GRANDI IMPIANTI
(integrazione di competenze chiave per lo sviluppo del business)
A cura di ANIMP (in collaborazione con la sezione LOGISTICA e TRASPORTI) - OICE - IPMA Italy
Milano, 6-7-8-9 febbraio 2013
Il corso, rivolto a Manager di Logistica e Trasporti operanti sia come General Contractor che Sub Contractor ed
anche a tutte le figure che in azienda ricoprono ruoli di responsabilità relativamente al risultato industriale ed
economico/finanziario di progetto, ha l’obiettivo di determinare la consapevolezza dell’esistenza di “aree di profitto” sulle quali investire.
CONTRACT MANAGEMENT & SISTEMI PAESE
Gestione Contratti in America Latina
Milano, 19 febbraio 2013
I destinatari del corso sono: Project Manager (senior e junior), Contract Engineer, Project Engineer, Proposal
Manager, Proposal Engineer, Contract Administrator, Contract Developer, Commerciali, Controller aziendali,
Legali d’Azienda, Site Manager, Construction Manager.
Per ulteriori informazioni o per ricevere il depliant informativo del corso rivolgersi alla Segreteria Corsi
ANIMP (Manuela Corbetta) dalle ore 9.00 alle ore 13.00 – tel. 02/67100740 – fax 02/67071785
e-mail [email protected], oppure consultare il sito www.animp.it alla voce CORSI
Comunichiamo che, su nostra richiesta, la Direzione ANIMP ci ha confermato che ai Soci ALDAI che si iscriveranno
ai corsi promossi dall'ANIMP a titolo individuale verranno concesse le stesse agevolazioni praticate ai loro iscritti.
Dirigenti Industria - gennaio 2013
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DI
LAVORO
CIDA - Manager e alte professionalità per l’Italia
Formazione, lavoro,
valorizzazione dei giovani
di Fabrizio Calvo *
na maggiore integrazione tra sistema educativo
e mercato del lavoro non solo è opportuna, ma
necessaria. La formazione di ragazzi e ragazze
che abbiano davanti a loro un futuro professionale degno di
tal nome deve essere un imperativo per la Scuola italiana”.
Con questa lapidaria affermazione, il prof. Michele Tiraboschi (giuslavorista, docente universitario all’Ateneo di Modena-Reggio Emilia e Direttore Scientifico di ADAPT Centro Studi Marco Biagi) ha “dato la scossa” ai partecipanti al terzo ed ultimo incontro (vedi box) che CIDA Lombardia ha organizzato il 13 novembre 2012 a Milano.
Centrata sulla questione della “valorizzazione dei giovani”,
la conversazione del prof. Tiraboschi ha preso il via da
un’inoppugnabile considerazione: dal 2008 ad oggi – ha
esordito il docente – i giovani sono stati il principale bersaglio della crisi economica. In particolare, nel Sud e nell’Est
dell’Europa. Nel Nord del Vecchio Continente, invece, le cose sono andate meglio grazie ad un mercato del lavoro che
funziona in modo soddisfacente anche per chi è fresco di
studi. Mentre in Italia la disoccupazione giovanile è di circa
tre/quattro volte superiore a quella degli adulti, ha proseguito Tiraboschi, in altri Paesi dell’area centro-settentrionale la situazione risulta essere decisamente meno grave
soprattutto perché i rispettivi Governi hanno saputo costrui-
“U
28
Dirigenti Industria - gennaio 2013
re progetti in grado di dare risposte adeguate alla (legittima) domanda di lavoro dei più giovani.
Come noto, in Italia le percentuali degli under 30 con difficoltà ad inserirsi nel mondo produttivo variano dal 20 al
35%, a seconda delle aree geografiche. E questo – ha aggiunto Tiraboschi – perché da noi i problemi strutturali, cioè
di regole che sono difficili da cambiare, sono stati aggravati dalla pesantezza della crisi.
Già, ma cosa dovrebbe fare un Paese che ambisce definirsi
civile e, soprattutto, previdente nei confronti della fascia più
giovane, colonna portante del proprio futuro? Secondo il
prof. Tiraboschi, la risposta è una sola: per combattere la disoccupazione giovanile, bisogna creare momenti di integrazione tra Scuola e Lavoro. Come? Fruendo maggiormente
dello strumento dell’apprendistato, facendolo diventare una
sorta di palestra in cui far dialogare il mondo in cui si apprende con quello in cui si applicano le conoscenze. Nato in
epoca precedente alla rivoluzione industriale e rilanciato
dalla riforma Biagi, l’apprendistato è oggi articolato in tre
diverse tipologie contrattuali che assolvono ad altrettante
diverse funzioni: l’esercizio del diritto-dovere all’istruzione
e alla formazione; l’acquisizione di una qualificazione contrattuale attraverso una formazione professionalizzante sul
lavoro e l’acquisizione di competenze di base, trasversali e
tecnico-professionali; l’acquisizione di un diploma o di un titolo di studio di alta formazione universitaria.
L’obiettivo, insomma, era quello di fare dell’apprendistato il
canale privilegiato e, per quanto riguarda i minori, addirit-
DI
LAVORO
DA SINISTRA: MARIO GIAMBONE E MICHELE TIRABOSCHI.
DA SINISTRA: MARCELLO GARZIA E LUIGI CATALUCCI.
tura esclusivo, di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. L’orizzonte di riferimento era quello di un rinnovato e
più moderno raccordo tra l’impresa, il mondo delle professioni e il sistema educativo e formativo. Compresa l’alta formazione universitaria (lauree e dottorati di ricerca). In
Germania, Austria e Olanda dove vigono normative rodate e
consolidate in materia – ha proseguito Tiraboschi – il mercato del lavoro funziona bene perché lo strumento dell’apprendistato è riconosciuto come un valore dall’intera società. E con preciso riferimento a quanto avviene nella Repubblica Federale tedesca, Tiraboschi ha detto che là l’80% circa degli apprendisti, ragazzi cioè che alternano lezioni in
aula a presenza in azienda per imparare un lavoro, ha meno
di 18 anni.
In Italia – ha poi denunciato il docente – lo strumento dell’apprendistato viene invece interpretato alla stregua di
“disvalore”. Prova ne sia il fatto che, nel nostro Paese, solo il 20% circa degli apprendisti riceve una formazione pienamente rispondente al vero significato del termine. E per
corroborare la tesi, il prof. Tiraboschi ha esposto un piccolo
ma significativo esempio: da noi un apprendista riceve un
compenso pari al 70-80% del salario di un lavoratore dipendente perché non riceve una vera formazione. In Svizzera, dove le cose funzionano in ben altro modo, l’apprendista
non riceve più del 20% del salario perché il datore di lavoro offre un’adeguata formazione.
Per fare in modo che l’Italia possa stare al passo con i Paesi europei più virtuosi, secondo il prof. Tiraboschi, è indispensabile che si vada ad incidere sul fronte delle attuali regole che governano il mercato del lavoro, superando il dualismo tra coloro che, avendo un posto, godono di tutele tali
che chi quel posto non l’ha, non le potrà mai nemmeno immaginare. Ma per poter camminare – ha concluso il docente – le regole hanno bisogno di persone che credano in esse
e che le applichino.
* * *
All’incontro, coordinato da Mario Giambone, Presidente
uscente di CIDA Lombardia, hanno presenziato anche Marcello Garzia, in rappresentanza dell’Aldai/Federmanager e
Luigi Catalucci, Presidente di Manageritalia-Lombardia.
Giorgio Germani, uno dei quattro Vice Presidenti della “nuova” CIDA , ha rimarcato l’importanza di continuare a dibattere temi fondamentali, così come avviene in Lombardia. ■
* Giornalista corrispondente de “Il Sole 24 Ore”
Servizio fotografico di Valentina Cozzi
Tre incontri/conversazioni per accomiatarsi dagli iscritti lombardi
e passare il testimone alla “nuova” CIDA
Giuseppe Roma, Sergio Saltalamacchia e Michele Tiraboschi. Sono stati loro i tre protagonisti del ciclo di incontri/conversazioni che CIDA Lombardia ha organizzato a Milano, tra ottobre e novembre scorsi. Oltre ad offrire
ai numerosi associati che hanno colto l’opportunità per approfondire con illustri ospiti alcune tematiche di interesse generale, l’organizzazione, presieduta da Mario Giambone, ha così concluso l’attività dell’anno in vista degli
Stati Generali CIDA tenutisi a Milano il 26 novembre 2012 con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei
Ministri, Mario Monti.
Il 16 ottobre 2012 il prof. Roma, Direttore Generale del Censis, ha intrattenuto la platea sul tema: “Dove va l’Italia: sopravvivenza o rilancio?”; il 26 ottobre 2012, il dott. Saltalamacchia, Direttore centrale Organizzazione dell’Inps, ha invece relazionato su: “L’insieme dei processi per lo sviluppo dei servizi al Cittadino”. A questi due appuntamenti, ospitati nella sede dell’ALDAI di Milano, il 13 novembre 2012 ha fatto seguito quello di cui è stato
protagonista il prof. Tiraboschi su: “Formazione, Lavoro, Valorizzazione dei giovani”. Quest’ultimo incontro/conversazione si è invece svolto all’Auditorium ‘Palazzo del Lavoro’ di Gi Group di Milano.
Nel commentare l’iniziativa, il dott. Giambone ha dichiarato che con essa si conclude il ciclo di impegni assunti nel
corso delle attività dell’Unione CIDA Lombardia in un momento complesso e difficile per la categoria.
Dirigenti Industria - gennaio 2013
29
DI
Milano - 20 novembre 2012
LAVORO
Convegno Scuola/Lavoro
di Sergio Bollani
Martedì 20 novembre scorso, la sala Convegni di
Assolombarda era gremita in occasione del XVI
Convegno “Maestri del Lavoro nelle Scuole”,
abbinato al ”XV Concorso Maestri del Lavoro
milanesi nelle scuole” organizzato dal Consolato
Provinciale di Milano della Federazione dei Maestri
del Lavoro d’Italia. Il Convegno rappresenta un
momento importante dedicato ai risultati ottenuti
dai componenti del Gruppo Scuole nella loro opera
di promozione della cultura e dell’etica del lavoro,
opera sviluppata tramite incontri con gli studenti
delle scuole del territorio. Convegno che offre anche
l’opportunità di premiare gli studenti che hanno
partecipato al concorso e di ringraziare i docenti e
i dirigenti scolastici che hanno considerato il valore
di tale impegno spalancando le porte dei loro
istituti.
Siamo lieti di riportare il commento d’apertura ai
lavori del Console Sergio Bollani.
el considerare il tema del Convegno “una bussola
per orientare i giovani tra rischi e opportunità” appare a tutti evidente che, nell’attuale contesto sociale ed economico, prevalgono enormemente i rischi rispetto
alle opportunità. Parlare di opportunità parrebbe quindi
fuori luogo in presenza di una crisi economica pesante, per
di più aggravata da un generalizzato collasso morale e da
una disastrosa situazione occupazionale, mai riscontrati in
precedenza. Si è deciso comunque di proporre il tema perché è nostra convinzione che da tale disagio si possa uscire
migliorando il raccordo tra il mondo del lavoro e quello della scuola ma, soprattutto, spronando opportunamente la
creatività, l’entusiasmo e la fantasia proprie dei giovani.
Caratteristiche che intendiamo integrare con l’onestà, la
responsabilità e il senso del dovere, valori purtroppo appannati dai molti negativi esempi di malaffare che hanno messo in crisi la credibilità di molti adulti.
Il difficile compito di recuperare attendibilità presso i giovani è affidato, per quel che ci compete, ai componenti del nostro Gruppo Scuole che, ancora nell’anno scolastico
2011/2012, hanno incontrato più di 7.000 studenti che si aggiungono agli oltre 75.000 degli ultimi dieci anni. Non fa
parte del nostro servizio indirizzare gli studenti verso uno o
l’altro dei percorsi formativi, ma riteniamo nostro compito e
dovere promuovere i valori che ci appartengono, illustrare il
N
30
Dirigenti Industria - gennaio 2013
IL GRUPPO DEGLI STUDENTI PREMIATI.
mondo dell’impresa, trattare, qualora richiesti, temi professionali specifici e informare circa le prospettive del mercato
del lavoro per consentire l’individuazione dei percorsi formativi aventi la maggiore possibilità di sbocco occupazionale. Percorsi formativi ultimamente poco orientati alla tecnologia e quindi alla ricerca e all’innovazione che, oggi, si dimostrano essenziali per il recupero di un gap che influenza
negativamente l’economia e quindi l’occupazione. Nel guardare con molto favore alle tecnologie digitali che stanno determinando un moderno quanto efficace mix formativo, ci
domandiamo al contempo se non sia utile, considerati i tempi, inserire nei programmi scolastici qualche ora dedicata alla legalità e rispolverare alcuni temi previsti dall’insegnamento dedicato all'educazione civica di buona memoria.
Al contempo, ci domandiamo anche se, nonostante il manifesto impegno a migliorare la scuola tramite un costante
aggiornamento dei programmi e dei docenti, ciò basti per
restituire ai giovani il loro futuro. Riteniamo che a tal proposito si debba costruire una scuola ricca in termini di dotazioni e organico, non più ferita da tagli e contrastanti riforme, ma anche liberata dai laccioli che, mescolando pedagogia e demagogia, coinvolgono i giovani in vicende che non
sono di loro utilità e specifico interesse.
In sintesi una scuola di qualità che operi in simbiosi con il
mondo del lavoro, che goda di automatico accesso a stage finalizzati ai singoli percorsi formativi, una scuola che faccia
propri i valori rappresentati dal merito, dalla responsabilità
e dal senso del dovere. Per la realizzazione di tale realtà occorre il contributo di persone perbene, disposte a farsi carico del gravoso quanto irrinunciabile compito di restituire ai
giovani il loro domani, legato, più che mai, al riscatto morale ed economico del nostro Paese. Riscatto possibile se perseguito nell’ambito di un contesto sociale, fisiologicamente
aperto alle diversità e quindi rispettoso delle varie identità e
provenienze che superi le barriere di appartenenza, di sangue e di cultura a vantaggio di un rapporto tollerante e libero che esalti le comuni potenzialità in grado di restituire ai
giovani, e meno giovani, il loro diritto di sognare. ■
DI
ASPETTI LEGALI / FISCO
Giurisprudenza della
Sezione Lavoro del Tribunale
di Milano e di Roma
di Giovanni Mura
itenendo di fare cosa utile ai dirigenti associati, pubblichiamo la
sintesi e un breve commento di
due sentenze riguardanti la disciplina fiscale delle somme corrisposte a titolo di
TFR o incentivo all’esodo al netto o al
lordo secondo le pattuizioni convenute in
sede di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
Con la sentenza emessa il giorno 30 settembre 2011 il Tribunale di Milano, Sezione Lavoro, ha accolto il ricorso della lavoratrice ... ... e condannato il sostituto di imposta, cioè
l’azienda, a rimborsare alla parte attrice la somma di euro
7.039,56 già versata ad Equitalia a seguito della riliquidazione (ricalcolo) dell’Irpef dovuta sugli emolumenti corrisposti alla lavoratrice, come da verbale di conciliazione, per
la risoluzione del rapporto di lavoro.
R
■ I TERMINI DELLA QUESTIONE
Con accordo stipulato fra le parti il 24 marzo 2006 veniva
prevista la corresponsione alla lavoratrice ... ... della somma netta di euro ...... L’Agenzia delle Entrate, invece, riliquidava l’imposta commisurando la stessa sulla somma netta percepita e, quindi, richiedeva alla lavoratrice ... ... la differenza di imposta di euro ......
La lavoratrice ... ... pagava la somma pretesa dal fisco, ma
intentava causa all’azienda la quale si costituiva nel giudizio eccependo l’inammissibilità della domanda a motivo del
fatto che tra le parti era intervenuta una transazione con rinuncia a fare valere pretese relative al rapporto di lavoro.
Fallito il tentativo di conciliazione, il giudice, ritenuta la
causa documentale, rigettava le eccezioni dell’azienda e accoglieva la domanda della ricorrente con la seguente motivazione:
In diritto
La domanda della ricorrente è fondata e deve pertanto essere accolta. Va preliminarmente rigettata l’eccezione di parte
convenuta secondo cui il ricorso sarebbe inammissibile in
quanto la ricorrente nel verbale di conciliazione avrebbe rinunciato ad ogni “ulteriore pretesa”. La rinuncia deve chiaramente riferirsi al contenzioso precedente alla novazione
effettuata con il verbale di conciliazione. La pretesa oggi
azionata attiene all’inadempimento di detto verbale e non
già ai rapporti contrattuali precedenti alla stipula di esso.
La clausola n. 5 del verbale di conciliazione giudiziale sottoscritto dalle parti così recita: “In aggiunta alle normali
competenze maturate e maturande sino alla data odierna
ed al TFR, a titolo di incentivo all’esodo, la Società corrisponderà alla lavoratrice ... ... un importo lordo che, assoggettato, ai fini fiscali al trattamento previsto dall’art. 17
del DPR 917/86 (così come modificato dall’art. 1 del Decreto Legislativo 12 dicembre 2003, n. 344), è pari a euro
netti … … …
La volontà espressa dalle parti contraenti risulta sufficientemente chiara nel convenire la somma di euro ......, a titolo di incentivo all’esodo, sottoponendo la predetta somma al
medesimo regime di tassazione previsto per l’indennità di
fine rapporto ex artt. 17 e 19 del DPR 22 dicembre 1986,
n. 917 (T.U.I.R.).
Dal tenore letterale della trascritta clausola appare evidente che le “normali competenze maturate e maturande sino
alla data odierna” e il Tfr venivano corrisposte al lordo, con
la conseguenza che la tassazione su tali somme rimaneva a
carico della ricorrente, benché poi versata dalla convenuta
in qualità di sostituta d’imposta. Per converso la somma di
euro ...... era da intendersi “netta” ovvero come si dice in
gergo “pulita”.
La illustrata interpretazione della clausola di cui trattasi
appare poi confermata dalla lettura dell’intero verbale di
conciliazione, da cui si può desumere la reale intenzione
delle parti. Sicché deve concludersi che ex artt. 1362 co. 1,
c.c. le parti contraenti, con il contatto in parola, abbiano
convenuto che l’importo di euro ......, fosse stato netto e che
tale doveva essere a prescindere dalle modalità di quantifiDirigenti Industria - gennaio 2013
31
DI
ASPETTI LEGALI / FISCO
cazione dell’imposta e dalle modalità di versamento della
stessa.
Con riferimento alle modalità di quantificazione e versamento dell’imposta sui redditi da Tfr e incentivo all’esodo
l’art. 19 co. 1 T.U.I.R., rubricato “indennità di fine rapporto”, dispone: “...L’imposta è applicata con l’aliquota determinata con riferimento all’anno in cui è maturato il diritto
alla percezione, corrispondente all’importo che risulta dividendo il suo ammontare, aumentato delle somme destinate
alle forme pensionistiche di cui al decreto legislativo 21
aprile 1993, n. 124 e al netto delle rivalutazioni già assoggettate ad imposta sostitutiva, per il numero degli anni e
frazione di anno preso a base di commisurazione, e moltiplicando il risultato per dodici.
Sempre l’art. 19 co. 1 prosegue poi: “Gli uffici finanziari
provvedono a riliquidare l’imposta in base all’aliquota media di tassazione dei cinque anni precedenti a quello in cui
è maturato il diritto alla percezione, iscrivendo a ruolo le
maggiori imposte dovute ovvero rimborsando quelle spettanti”.
La norma non indica specificamente il soggetto tenuto al
versamento dell’imposta ma si tratta comunque del medesimo soggetto che è tenuto al versamento dell’acconto e del
successivo conguaglio, come si evince dal comma 4 dell’art.
19 cit. Non vi è dubbio che nella fattispecie sulla base della
intervenuta transazione l’acconto sia stato versato dalla
Banca, la stessa è quindi altresì tenuta al versamento del
conguaglio.
Come già osservato, il meccanismo di quantificazione previsto dall’art. 19 co. 1 cit. risulta irrilevante.
In conclusione, la convenuta addivenendo all’accordo di cui
trattasi si è sottoposta al rischio di dover corrispondere ulteriori somme a titolo di conguaglio di imposta.
La ricorrente a seguito del ricevimento dell’avviso bonario
di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate ha pagato la somma di euro 8.667,53. Detta somma dai prospetti di
calcolo prodotti (sub. 5) dalla ricorrente, che qui si richiamano in quanto corretti e non contestati da controparte, risulta così costituita euro 1.627,49 per imposta relativa al
Tfr ed euro 7.040,04 per imposta relativa all’incentivo all’esodo. La ricorrente, dopo aver pagato l’intera somma, ha
quindi correttamente chiesto la restituzione della quota di
imposta relativa all’incentivo all’esodo.
Per quanto sinora osservato il ricorso appare fondato e pertanto la convenuta deve essere condannata al pagamento a
favore della ricorrente della somma di euro 7.039,56 oltre
interessi legali e rivalutazione monetaria dal dovuto al saldo.
Le spese di lite seguono la soccombenza e si liquidano come
da dispositivo in complessivi euro 1.200,00 oltre oneri di
legge.
* * *
Ad avviso di chi scrive, ha fatto bene il giudice del lavoro ad
accogliere la richiesta della lavoratrice in quanto, avendo
dichiarato sul mod. 770 l’importo corretto corrisposto,
l’Agenzia delle Entrate ha riliquidato l’imposta pari a euro
……… richiedendola alla lavoratrice nella qualità di soggetto passivo con la conseguenza che la stessa veniva a percepire una somma netta inferiore a quella pattuita con l’accordo transattivo. Ciò posto, giova rammentare che secondo
il consolidato orientamento della Corte di Cassazione (vedi
32
Dirigenti Industria - gennaio 2013
box sentenza n. 9867 del 5 maggio 2011, Conf. 2212/2000
e n. 17515/2002) gravato di imposta è sempre il sostituito
anche nell’ipotesi di omissione della ritenuta da parte del
sostituto.
* * *
A diversa conclusione è pervenuto il Tribunale di Roma il
quale, con la sentenza n. 1482 del 28 gennaio 2011, ha respinto il ricorso del lavoratore incentrato sul mancato rimborso dell’IRPEF riliquidata in più rispetto a quella calcolata dal datore di lavoro sul TFR e sull’incentivo all’esodo.
Anche in quel caso fra le parti era stata pattuita la corresponsione di un importo netto di euro 102.000,00 oltre a
quella spettante a titolo di TFR.
Come è stato acutamente osservato in dottrina la pronuncia
del Tribunale di Roma sinora è priva di precedenti in quanto non aderente allo spirito dell’accordo intercorso fra le
parti nel senso che al lavoratore si doveva corrispondere
l’importo netto pattuito.
È pur vero che l’art. 23 del DPR 29 settembre 1973, n. 600
prevede l’obbligo di rivalsa della ritenuta operata, ma è altrettanto vero che l’azienda avrebbe dovuto calcolare l’Irpef in modo più corretto onde evitare la penalizzazione del
lavoratore. ■
LA MANCATA EFFETTUAZIONE
DELLA RITENUTA DA PARTE DEL SOSTITUTO
OBBLIGA IL SOSTITUITO AL VERSAMENTO
DELL’INTERA IMPOSTA DOVUTA
SUI REDDITI PERCEPITI
Sez. V - Sentenza n. 9867 del 5 maggio 2011
Presidente: D’Alonzo M., Relatore: Merone A.
ACCERTAMENTO DELLE IMPOSTE SUI REDDITI
- Ritenute alla fonte - Redditi di lavoro dipendente e
redditi assimilati - Ritenute d’acconto - Sostituto e
sostituito d’imposta - Obblighi rispettivi - Obblighi
del “sostituito” - Conseguenti poteri dell’Amministrazione finanziaria
D.P.R. n. 600 del 29 settembre 1973, art. 64
In presenza dell’obbligo di effettuare la ritenuta di acconto (diretta ad agevolare non solo la riscossione, ma
anche l’accertamento degli obblighi del percettore del
reddito), l’intervento del “sostituto” lascia inalterata la
posizione del “sostituito”, il quale è specificamente
gravato dell’obbligo di dichiarare i redditi assoggettati
a ritenuta, poiché essi concorrono a formare la base
imponibile sulla quale, secondo il criterio di progressività, sarà calcolata l’imposta dovuta, detraendosi da
essa la ritenuta subita come anticipazione del prelievo.
Da ciò consegue che, quando la ritenuta non sia stata
operata su emolumenti che pur costituiscono componente di reddito, alla omissione il percettore deve ovviare, dichiarando i relativi proventi e calcolando l’imposta sull’imponibile alla cui formazione quei proventi
hanno concorso.
Conf. 2212/2000, 17515/2002
Se pensi che la tua esperienza di dirigente possa essere utile ai colleghi
in servizio segnala il tuo nominativo ad ALDAI ([email protected])
di Vladimiro Sacchetti * – [email protected]
dirigenti, in particolare quelli più
giovani, si trovano sovente ad affrontare situazioni aziendali e relazionali senza avere la possibilità di potersi
confrontare e ricevere le indicazioni e la
solidarietà di colleghi più anziani che
hanno già vissuto analoghe situazioni
aziendali. ALDAI intende mettere questa
esigenza dei dirigenti in servizio al centro delle sue attenzioni e attività, valorizzando al tempo stesso il patrimonio di
competenze dei dirigenti Senior.
Da alcuni anni il Gruppo Senior ALDAI ha sperimentato con
successo un progetto pilota di erogazione di un servizio di
Tutoring ai dirigenti in servizio, reso possibile dalla solidarietà volontaristica dei colleghi Senior.
Il servizio offerto gratuitamente permette il confronto con
il collega Senior che ha già vissuto analoghe esperienze lavorative nel rispetto della riservatezza e della privacy, senza dover informare o coinvolgere l’impresa.
L’ampia disponibilità in ALDAI di dirigenti Senior permette di affiancare dei Tutor scegliendoli fra coloro che hanno
esperienza (direzione commerciale, di stabilimento, amministrativa, ecc.), qualifica (manager o professional) e provenienza (aziende multinazionali o padronali, produttive o
di servizio, ecc.) analoghe a quelle del dirigente che richiede il servizio.
ALDAI desidera promuovere il servizio di solidarietà fra gli
associati attraverso questo progetto strutturato di Tutoring
realizzato con incontri individuali presso la sede ALDAI.
Il Tutoring promosso da ALDAI ha l’obiettivo di aiutare il
dirigente in servizio nei momenti di criticità o di crescita
professionale e personale, fra i quali:
• nuova nomina e conseguente necessità di implementare
adeguate metodologie manageriali;
• passaggio di funzione;
• promozione;
• criticità della relazione con il capo, i colleghi o i collaboratori;
• situazioni di crisi aziendale;
• … e in tutte le situazioni che richiedono il confronto con il
collega “fratello maggiore”.
Il servizio sarà erogato da una quindicina di dirigenti Senior
che permettano di offrire un’ampia scelta di tipologie di esperienze professionali e che saranno selezionati fra coloro che
offriranno la collaborazione a titolo volontario e gratuito.
Per assicurare omogeneità ed efficacia delle metodologie
di Tutoring i dirigenti Senior candidati parteciperanno ad un
corso “Train the Trainer” di 4-5 giornate che inizierà ai
primi di marzo 2013.
Il Comitato di Controllo del programma di Tutoring, costituito dal Coordinatore del programma, dal Direttore ALDAI
e da un rappresentante della Giunta Esecutiva ALDAI, defi-
I
Vita associativa
Dirigenti Senior per il programma di Tutoring
a favore dei colleghi in servizio
DI
nirà l’elenco dei partecipanti al corso “Train the Trainer” e
di coloro che entreranno a far parte dell’Albo dei Tutor
ALDAI in funzione dei risultati conseguiti nel corso.
Dai primi di maggio 2013 i dirigenti in servizio potranno accedere al programma Tutoring inviando una e-mail ad
ALDAI, che sarà seguita da un contatto preliminare per
identificare l’area d’intervento e selezionare il Tutor più
idoneo.
In occasione del primo incontro del collega in servizio con il
Tutor si concordano gli obiettivi e le modalità di realizzazione del servizio e saranno firmati gli accordi di riservatezza e manleva.
Allo scopo di monitorare il livello di qualità del servizio sarà richiesto ai partecipanti di compilare il questionario di
valutazione dopo 2-3 incontri e a fine percorso.
L’iniziativa di solidarietà è stata favorevolmente accolta da
Federmanager che intende estenderne l’applicazione a livello nazionale.
I colleghi Senior, anche non ancora in pensione, possono inviare le loro candidature come indicato nel riquadro sottostante. ■
* Coordinatore Programma Tutoring ALDAI
CANDIDATI TUTOR
I colleghi Senior interessati a candidarsi come Tutor e,
partecipando al relativo corso di formazione, essere
poi ammessi all'Albo dei Tutor ALDAI sono pregati di
inviare una e-mail entro lunedì 18 febbraio 2013 a
[email protected] con oggetto: “Candidatura Tutor
ALDAI”, indicando le esperienze ritenute utili per i
colleghi e allegando il proprio CV.
Si ricorda che il corso di formazione dei tutor gratuito
che inizierà a marzo 2013, è limitato ad una selezione
di 15 Senior e che la successiva attività di Tutor è volontaristica e pertanto non retribuita.
Dirigenti Industria - gennaio 2013
33
Vita associativa
DI
GRUPPO DI LAVORO ENERGIA ED ECOLOGIA
Riunione del 22 novembre 2012
■ RILEVAZIONE PRESENZE
– Presenti appartenenti al GdL: 37.
– Assenti giustificati: 4.
– Ospiti: 4.
■ COMUNICAZIONI DEL COORDINATORE
Nuovi incarichi del Coordinatore nell’ambito di Federmanager.
■ PRESENTAZIONI
• Prezzi dell’energia, consumi e costi: esperienze di risparmio
e di avvio del Sistema di Gestione dell’Energia di MM spa
(Crapanzano);
• Per una efficace gestione dell’Energia in Milano (De Renzio
e Bavestrelli).
L’ing. Salvatore Crapanzano - Energy Manager di Metropolitana Milanese spa - introduce l’incontro odierno, che punta a
segnalare la presenza, a Milano, di esperienze diverse, ma convergenti, in grado di sensibilizzare e sollecitare gli Enti pubblici milanesi in tema di risparmio energetico. L’ing. Crapanzano, sottolineando l’importanza della questione energetica ai
vari livelli, fa riferimento al meccanismo del miglioramento
continuo (ciclo PDCA plan-do-check-act) come mezzo per conseguire risparmi migliorando la sostenibilità, mediante: eliminazione di sprechi, variazione di modalità di gestione e miglioramento dell’efficienza delle apparecchiature. La riduzione dei
costi di approvvigionamento, oggettivamente importante in sé,
può innescare processi favorevoli (se il risparmio innesca un
circolo virtuoso che permette di investire per ottenere ulteriori risparmi) o persino controproducenti (se il risparmio ottenuto serve solo per far quadrare il bilancio e quindi il minor costo
del kWh rende meno favorevole il calcolo del pay back di un investimento. L’ing. Crapanzano illustra i criteri da prendere in
esame in sede di scelta contrattuale per l’acquisto dell’energia
per l’anno successivo:
– nell’acquisto a “prezzo fisso” (ovviamente nelle diverse fasce F1, F2, F3) per l’anno successivo diventa indispensabile saper individuare uno dei momenti più favorevoli a questa tipologia di acquisto; esiste comunque una aleatorietà
che potrebbe portare ad una perdita in caso di crollo dei
prezzi di mercato, ma questa modalità garantisce (per la
componente “energia”) di definire il tetto di spesa annua in
sede di budget;
– nell’acquisto a “prezzo variabile”, espletare una gara puntando ad uno sconto su un paniere di riferimento (ad esempio
quello individuato da Consip) garantisce viceversa un risparmio certo rispetto ad una equivalente fornitura di un Ente
Pubblico, ma non garantisce (sia per la componente “energia” sia per quella “altri oneri”) nessun tetto al budget di
spesa annua.
A maggior ragione per chi riesce a risparmiare sul prezzo di
acquisto, la bolletta energetica diviene sempre più rigida; negli ultimi due anni il peso della componente “energia” per
l’MM è passato da circa 2/3 a circa il 50% del totale. In MM
34
Dirigenti Industria - gennaio 2013
questa situazione si è determinata per l’effetto congiunto del
contenimento del prezzo della componente di mercato e del
forte e progressivo aumento della spesa per la quota “altri oneri” che l’Autorità assegna ad ogni kWh consumato. Le attività
in programma per la MM in questo campo prevedono di:
– controllare e ridurre i propri costi energetici, anche in connessione agli aspetti contrattuali (prezzi);
– conoscere sempre meglio il proprio sistema produttivo (per
attivare un processo continuo di miglioramento su obiettivi
prefissati che necessita comunque la collaborazione di tutti);
– controllare e ridurre l’impatto ambientale collegato al proprio sistema energetico (anche diversificando gli approvvigionamenti);
– consolidare come modello organizzativo il «Sistema di Gestione dell’Energia» (SGE) integrando altri sistemi certificati già acquisiti da MM (in particolare ISO 14001 per
l’ambiente). Per l’energia MM, che era già certificata UNI
CEI EN 16001, dall’aprile 2012 risulta certificata anche
ISO 50001 – un punto di riferimento importante al quale
appoggiarsi per realizzare un processo di “miglioramento
continuo”.
È necessario disporre di una affidabile banca dati energetici,
da tenere costantemente aggiornata, e fare in modo che il risparmio prevedibile possa essere capitalizzato per finanziare
investimenti a costi ridotti e ritorni garantiti. L’ing. Crapanzano conclude mostrando un elenco dei principali compiti dell’Energy Manager.
L’ing. Mario De Renzio sintetizza la sua attività pluridecennale nel campo dell’energetica e sottolinea l’appoggio che cerca
di dare all’Amministrazione Comunale con il Gruppo di Lavoro costituito sul tema dell’Efficienza energetica dalle Associazioni “Città e Costituzione” e Movimento Milano Civica come
“think tank” dell’Amministrazione Comunale, anche in vista
della messa a punto e dell’adozione di un Sistema di Gestione
dell’Energia (SGE), sempre più necessario da diversi punti di
vista. L’impatto molto significativo dei consumi e dei costi di
energia sulle economie nazionali spinge la CE a restringere i
tempi di attuazione delle direttive sulla materia ed in particolare le richieste alla Pubblica Amministrazione di garantire
maggiore efficienza, anche per dare buon esempio ai privati.
L’ing. De Renzio approfondisce diversi punti della nuova Direttiva europea sull’efficienza energetica (Dir. 2012/27/UE del
25 ottobre 2012 in GU.CE L. 315 del 14 novembre 2012). Al
Comune di Milano serve esprimere una politica energetica forte, con obiettivi chiari e precisi, procedure e metodi che ne assicurino il raggiungimento e controlli e verifiche periodici dell’avanzamento.
L’ing. Luciano Bavestrelli, che ricorda di essere stato uno dei
pionieri del nucleare italiano, (Latina, fine anni ’50), presenta
alcune considerazioni sugli aspetti economici relativi al risparmio energetico. Per effettuare la verifica economica di validità degli investimenti suggerisce il metodo del valore attuale
netto, ottenuto attraverso il bilancio economico di tutti i costi e
benefici economici (maggiori ricavi o minori costi di esercizio),
nell’intero arco di vita dell’investimento.
Data la complessità e la varietà delle discipline tipiche del settore energia e delle sue applicazioni, le competenze di adeguato livello non sono sempre disponibili. Per svolgere i programmi si deve prevedere di utilizzare anche risorse umane esterne;
occorre pertanto predisporre una Banca delle Competenze con
un catalogo delle competenze professionali esistenti all’interno della PA o disponibili ed accessibili al di fuori (Università,
Associazioni e simili). L’ing. Bavestrelli evidenzia la necessità
di ricorrere al finanziamento tramite terzi (FTT), tramite
ESCo e/o altri schemi tipo Leasing in Costruendo, nel rispetto
del Patto di Stabilità. Delle ESCo (Energy Services Company)
per la gestione finanziaria, illustra i meccanismi e le finalità. È
necessario disporre della mappatura delle utenze energetiche
pagate dal Comune, dei relativi consumi e spese (bollette),
classificandole in funzione della dimensione ed urgenza dell’intervento di miglioramento richiesto.
Su tutti questi temi si avvia un ampio dibattito, che sarà ripreso e approfondito nei prossimi incontri. Si decide anche di rivitalizzare il Gruppo Energia ed Ecologia raccogliendo nuove
adesioni.
Il dott. Nino Bosco della Studio Ambientale SAS presenta lo
studio intitolato: La Bolletta Elettrica Comunale (BEC) alleggerita a partire dall’analisi della fornitura. Per avviare la gestione energetica come priorità per il Comune è necessario conoscere i consumi ed i costi delle realtà servite. L’Amministrazione comunale attualmente non svolge un’adeguata gestione
sull’uso elettrico; non fa il monitoraggio dei consumi per individuare le realtà più energivore (scuole, piscine, uffici); non adegua tempestivamente i contratti rispetto al mercato energetico.
Le bollette elettriche continuano a crescere e pesare sul bilancio comunale. Volendo eliminare le diseconomie e gli sprechi
nell’uso dell’elettricità bisogna usarla bene nelle ore produttive
non usarla nelle ore di chiusura, eliminare le bollette dormienti, spendere meno per l’acquisto (contratti e parametri).
Per raggiungere questi obiettivi è stata messa a punto una procedura di analisi tecnico-informatica delle Bollette Elettriche
Comunali (BEC) rivolta a conoscere in dettaglio le utenze e
contabilizzare in modo strutturato l’andamento dei loro consumi e dei costi economici. Questa procedura utilizzata dal Comune impiegando anche personale interno consente di individuare le utenze più energivore su cui intervenire in modo mirato ed alleggerire le bollette elettriche. L’alleggerimento dei
costi elettrici deve raggiungere una riduzione di almeno il
20% delle attuali bollette (Patto dei Sindaci). Il risparmio ottenuto va investito per migliorare le attrezzature ed innescare
un’azione virtuosa da diffondere.
La procedura inizia con una fase di analisi delle utenze (anagrafe, contratti, dati qualitativi sulle utenze, quadro generale
delle utenze, tipologie) in base alla quale si definiscono gli
obiettivi e prosegue con una serie di azioni mirate al conseguimento dei miglioramenti. Il Relatore mostra i moduli predispo-
Vita associativa
DI
sti per la registrazione dei dati. Nell’esempio portato il risparmio si aggira intorno al 17%. Quanto esposto si sta diffondendo tra i Comuni e la stessa Amministrazione di Milano ha in
studio l’avviamento del progetto.
Impieghi finali: consumi energetici ed emissioni ad effetto globale e locale. Il relatore ing. Francesco Chiesa aggiorna i dati sull’andamento delle emissioni di CO2 italiane a partire dal
1990 mettendo una particolare attenzione ai valori a partire
dal 1° gennaio 2005, anno che rappresenta l’inizio della fase
sperimentale del Protocollo di Kyoto. Da allora si sono avute
nette riduzioni delle emissioni dovute alla produzione di energia elettrica ed all’industria manifatturiera (che tuttavia risente della crisi generale) riduzioni accentuatesi in questi ultimi
anni a seguito della crisi economico-finanziaria che ha colpito i
paesi OCSE (Organizzazione Cooperazione Sviluppo Economico). Anche le emissioni dovute al settore trasporti si sono ridotte, sia pure in modo meno netto; mentre quelle del settore
civile (terziario-residenziale) si sono mantenute elevate; esse
sono riportate in diagrammi che mostrano unitamente all’andamento dei fattori che le influenzano: temperatura invernale,
espressa in gradi/giorno, efficienza energetica, uso domestico
di biomasse (in particolare legna da ardere e pellets per uso
domestico).
In modo simile sono riportati in diagramma i fattori che influenzano consumi ed emissioni del settore trasporti. Per gli
stessi due settori sono riportati in diagramma i consumi energetici dovuti al settore “trasporti” a livello nazionale, regionale e provinciale. Viene commentato anche l’andamento delle
concentrazioni dei più importanti inquinanti (biossido di zolfo,
ossidi d’azoto, polveri sottili, monossido di carbonio) che si sono ridotte drasticamente negli anni; inoltre sono presentate le
concentrazioni odierne di PM10, NOx, carbonio organico e
carbonio elementare suddivise per settore di attività, utilizzo
finale ed area geografica di origine. Il contributo più elevato
viene dal settore trasporti, seguito da quello della combustione
non industriale. Per l’impiego civile viene presentato un confronto tecnico-economico fra metano e gasolio in cui si analizzano le varie componenti dei costi dei combustibili, confronto
in da cui risulta la convenienza nella sostenibilità economicoambientale del metano.
Sempre a proposito degli usi civili l’ing. Chiesa introduce poi in
forma molto sintetica il contratto per il “Servizio Energia” nell’uso civile (terziario - residenziale), che ha l’obiettivo di ottenere una gestione mirata al risparmio energetico mediante
l’osservanza di una serie di adempimenti normativi e gestionali da parte dei gestori rammentando che la grandezza mediante la quale si misura la richiesta che determina il fabbisogno di
calore è il grado-giorno (differenza fra la temperatura interna
garantita di 20°C e quella esterna media giornaliera), mentre
il “kWh” è la grandezza utilizzata per la misura della somministrazione energetica e per la quantificazione economica.
Il Segretario - Vittorio Bruzzi
Il Coordinatore - Fabio Pansa Cedronio
Dirigenti Industria - gennaio 2013
35
DI
SOCIETÀ
Conferenza sulla decrescita
e Colloqui di Dobbiaco 2012
di Guido Dalla Casa
fine 2012 si sono tenuti due importanti convegni su
temi riguardanti la decrescita, quindi non in linea con
il “pensiero unico” sviluppista, quella voce “concorde” che vede la crescita economica come il rimedio di tutti
i mali. I mezzi di informazione hanno dato pochissimo rilievo ai due avvenimenti, alla faccia della libertà di informazione e della pluralità di opinioni. La Conferenza Internazionale di Venezia (www.venezia2012.it), le cui notizie sono state riportate quasi soltanto sui quotidiani locali e nelle TV regionali, ha avuto come titolo “Terza conferenza internazionale sulla decrescita, la sostenibilità ecologica e
l’equità sociale”, una durata di quattro giorni (19-22 settembre 2012) e oltre 600 partecipanti. I Colloqui di Dobbiaco si sono tenuti nella località altoatesina nei giorni 2830 settembre 2012 e avevano come tema “Suolo: la guerra per l’ultima risorsa” (www.colloqui-dobbiaco.it).
A
■ CONFERENZA DI VENEZIA
Le giornate centrali del convegno di Venezia, articolate in
riunioni plenarie a tema, lavori di gruppo e di approfondimento, sono state il cuore della conferenza. I workshop erano divisi in due momenti: la mattina con la presentazione
dei paper e la discussione, il pomeriggio con esperienze,
progetti, proposte e idee. Di solito i giornalisti usano il termine “decrescita” come sinonimo di “recessione”. Secondo
loro la Conferenza internazionale sulla decrescita ha trattato, anche se con argomenti fondati e idee innovative, qualcosa considerata fuori dell’ordinario, quasi una stravaganza. Forse la parola “decrescita” è fuorviante ed è anche un
tantino “pessimista”: si potrebbe far circolare un altro termine, tipo “buen vivir”, come fanno a volte i popoli originari dell’America latina. Eppure “decrescita” è una parola
con una storia lunga, da Georgescu-Roegen fino a Latouche,
VENEZIA, IL CANAL GRANDE.
36
Dirigenti Industria - gennaio 2013
e ha corrispettivi in molte lingue: “degrowth”, “décroissance”, “decrecimiento”. Come esempio, per quanto riguarda
l’auto, “decrescita” non significa andare tutti a piedi festeggiando la chiusura delle fabbriche, ma chiedere a cittadini e
lavoratori di immaginare, con una nuova responsabilità collettiva, una mobilità del tutto diversa. Certo non è facile,
ma prima si comincia e meglio è. Finora, attorno alla decrescita è nato un interesse solo da parte di gruppi sparsi,
come i progetti sull’autoproduzione, la distribuzione a chilometro zero, le banche del tempo, la cooperazione, il risparmio e il riciclo, qualche movimento filosofico e così via.
Allo stesso tempo, non solo i media o i fanatici del liberismo
o i politici replicanti, ma sinistre e movimenti vari hanno
guardato con sospetto e avversato una tendenza che contraddice le credenze più solide anche dei movimenti che si
dichiaravano anti-sistema nel Novecento, qualcosa che mette fortemente in dubbio le loro “lotte”.
■ COLLOQUI DI DOBBIACO
“I Colloqui di Dobbiaco” è la denominazione di un convegno
che si tiene ogni anno nella località altoatesina ed è costituito da una serie di conferenze a tema. I Colloqui si sono
tenuti dal 1985 al 1999 e dal 2005 ad oggi: sono stati trattati temi ambientali di notevole rilievo. L’ideatore e primo
organizzatore è stato Hans Glauber, scomparso nel 2008,
fratello del socio ALDAI Enrico Glauber. L’edizione 2011
aveva come titolo “Benessere senza crescita”. Negli anni
successivi al loro inizio, i Colloqui si sono sempre più dimostrati un notevole laboratorio di idee per una svolta culturale in senso ecologico. L’edizione 2012, che si è svolta nei
giorni 29 e 30 settembre con la partecipazione di oltre 180
iscritti e un’organizzazione impeccabile, ha avuto come titolo “Suolo: la guerra per l’ultima risorsa”.
Le conferenze, tenute da esperti di fama internazionale, di
lingua tedesca e di lingua italiana, erano rese ben comprensibili a tutti da una perfetta traduzione simultanea in entrambe le lingue. Il moderatore è stato Karl Ludwig Schibel, coordinatore della Fiera delle Utopie Concrete di Città
di Castello (PG), membro della presidenza dell’Alleanza
per il clima. Era presente il coordinatore culturale Wolfgang Sachs, prestigiosa figura della Sede di Berlino dell’Istituto Wuppertal per il clima, l’ambiente e l’energia,
professore onorario delle Università di Kassel e di Berlino.
Il tema, trattato in una decina di relazioni, ha destato un
notevole interesse, come dimostrano i numerosi interventi
dei partecipanti al convegno. Le relazioni più notevoli sono
state quelle di Luca Mercalli (Come si affronta l’emergenza suolo in Italia), Presidente della Società Meteorologica
Italiana e noto per la sua partecipazione alla trasmissione
televisiva di RAI3 Che tempo che fa, e di Winfried Blum (Il
suolo–fondamento della nostra vita) dell’Istituto per le risorse naturali presso l’Università BOKU di Vienna. Ricordo
che il prof. Mercalli, su invito del Gruppo Energia Ecologia,
DI
SOCIETÀ
DOBBIACO IN UNA IMMAGINE DI INIZIO ’900.
di terreno fertile sono una minaccia per tutto il pianeta. Se
negli anni Sessanta ogni abitante della Terra poteva contare, in media, su 0,4 ettari di suolo coltivabile, nel 2050 ne
avrà a disposizione solo 0,16, tanto che ormai, parafrasando il “picco del petrolio”, si parla di “picco del suolo”.
I relatori e il pubblico dei Colloqui si sono confrontati sul
futuro del suolo e della vita che si sviluppa sopra e sotto di
esso, del terreno che sta sotto i nostri piedi, della politica
del suolo nei paesi alpini e di altri argomenti correlati. Quali opportunità e prospettive si aprono nella lotta al consumo
del suolo? Come si possono difendere i diritti delle popolazioni rurali dalla corsa all’accaparramento di appezzamenti
enormi da parte delle multinazionali, soprattutto in Africa?
Quale contributo può dare una politica attiva per la difesa
del suolo allo sviluppo di filiere produttive ed economiche
più ecologiche e sostenibili?
ha tenuto una conferenza sulle conseguenze e sui limiti dello sviluppo presso la sede ALDAI nel dicembre 2011.
Il suolo, come lo conosciamo oggi nella sua molteplicità,
esiste da circa diecimila anni e si formò dopo l’ultima era
glaciale. Ai Colloqui di Dobbiaco 2012 sono stati analizzati
i pericoli che incombono sempre più pesantemente su questo sottile strato del pianeta, nella sua funzione di habitat,
fonte di nutrimento e di risorse. È sempre più evidente che
la cementificazione, compattazione, contaminazione ed
erosione del suolo sono un pericolo per la vita sulla Terra.
La distruzione, i conflitti d’interesse per l’utilizzo del suolo
(nutrimento, energia, edificazione) e la carenza crescente
■ CONCLUSIONI
Anche se in entrambi i convegni si sono avuti notevoli spunti innovativi, l’impostazione di base è stata quasi completamente antropocentrica, quindi senza alcun accenno alle
idee dell’ecologia profonda. Inoltre il linguaggio tendeva a
scivolare sul sociale, sul politico e sull’economico. A Venezia
solo i due workshop proposti e condotti dall’Associazione
eco-filosofica di Treviso (Le origini culturali vicine e lontane della Decrescita e Scuola, Ecologia e Decrescita) e a
Dobbiaco solo la relazione del prof. Mercalli (Come si affronta l’emergenza suolo in Italia) si sono mantenuti su un
più solido linguaggio scientifico-filosofico. ■
Dirigenti Industria - gennaio 2013
37
DI
OPINIONI
La sfida femminista
nel cuore della politica
Agorà del lavoro di Milano,“primum vivere”anche nella crisi
di Pinuccia Barbieri *
La nostra associata Pinuccia Barbieri, dirigente
industriale non più in servizio, fa parte del Gruppo Lavoro
della Libreria delle Donne di Milano ed è promotrice con
altre/i dell’Agorà del lavoro che è iniziata a Milano nel
maggio 2011 e che continuerà anche per il 2013. (blog:
agoràdellavoro.wordpress.com). È fra le promotrici del
Paestum 2012 (blog:paestum2012.wordpress.com).
È coautrice di due libri: “Parole che le donne usano
per quello che fanno e vivono nel mondo del lavoro
oggi“ - “Lavoro e maternità - Il doppio si: esperienze
e innovazioni” e del Sottosopra “Immagina che il
lavoro” tre testi presentati e discussi in più di
cinquanta città italiane e recensiti nella rivista
“Dirigenti Industria”. Fa parte anche del gruppo
dell’inserto Pausa Lavoro, inserito nella rivista “Via
Dogana” con periodicità trimestrale. Continua la sua
riflessione sul lavoro e ci parla di una singolare
iniziativa.
l lavoro necessario per vivere è molto di più del lavoro
per il mercato. Da una parte c’è il lavoro che produce un
reddito, dall’altra c’è l’enorme quantità di lavoro di cura (far crescere i bambini, assistere le persone anziane, gestire i bisogni della famiglia, curare le relazioni ecc.) che
non risulta mai in quella che comunemente si definisce economia. Chi fa oggi questo lavoro necessario per vivere, chi
lo farà, con quali libertà e con quali riconoscimenti, con
quale tempo in rapporto a quello “preteso” dai modi attuali
di organizzazione e svolgimento del lavoro retribuito? Questo non è un problema di donne. È già, e sarà sempre di più
in futuro, un problema di tutti, uomini e donne.
Si fa strada così il desiderio di avere a Milano un luogo
aperto a donne e uomini per ragionare insieme sul lavoro,
quello che c’è ed è cambiato, quello che non c’è, quello che
i giovani si inventano. Per mettere in comune pensieri ed
esperienze e per dar vita ad un tessuto effervescente da cui
possano scaturire nuovi pensieri e azioni politiche. A partire
da questo desiderio nasce l’Agorà del lavoro di Milano, “una
piazza pensante” dove esprimersi, confrontarsi, elaborare e
trasformare il pensiero in azione. Che questa iniziativa nasca a Milano non può meravigliare: a Milano da tempo immemorabile le donne lavorano fuori casa; qui, da almeno 30
anni, è iniziata la crescita esponenziale dell’occupazione
femminile. Oggi si aggiunge, anche a Milano, il problema
della disoccupazione che colpisce in special modo le ragaz-
I
38
Dirigenti Industria - gennaio 2013
ze e i ragazzi più giovani. Grazie alla svolta avvenuta con
l’elezione del sindaco Pisapia, Milano si va configurando
sempre più come un laboratorio politico e sociale di partecipazione e di politica non delegata. È proprio in virtù di
questa nuova attenzione politica dell’Assessorato al lavoro
e all’occupazione, e in particolare dell’Assessora Tajani, che
è stato possibile per l’Agorà avere una sede stabile per i
suoi appuntamenti.
Un anno di incontri è già alle spalle: all’Agorà hanno portato la loro esperienza e hanno fornito spunti di grande interesse le neo-mamme lavoratrici, le lavoratrici autonome
(partite IVA vere), le sindacaliste della Camera del Lavoro
di Milano e della Fiom-CGIL di Brescia, le giovani precarie.
Alcune di queste riflessioni si possono trovare sul blog
www.agoradellavoro.worpress.com. La ripresa, dopo l’estate, è avvenuta il 14 novembre 2012, dopo il grande incontro
di Paestum del 6/7 ottobre 2012 che ha rinforzato la voglia
di continuare nella riflessione e trovare strade di un agire
politico che possa trasmettersi o possa contagiare le varie
realtà. Nonostante il suo carattere “milanese” l’Agorà del
lavoro si è costituita come punto di riferimento per donne e
uomini di altre città (Brescia, Reggio Emilia, Bologna, Napoli, Roma, Como, Pordenone, Pescara… etc.) che lo frequentano con una certa regolarità e con la voglia e il desiderio di replicare l’iniziativa nella propria città. ■
* Socia ALDAI - [email protected] - 335/6780668
L’AFORISMA DEL
MESE
“Nec sine te,
nec tecum
vivere possum"
(Non posso vivere
né con te,
né senza te.)
Ovidio
DI
Concerto d’Autunno ALDAI 2012
CULTURA E TEMPO LIBERO
Rachmaninov e Dvorak
per una splendida serata musicale
di Giancarlo Grianti
La sera martedì 27 novembre 2012 nell'Aula
Magna dell'Università Statale di Milano, ha avuto
luogo la quattordicesima edizione del Concerto
d'Autunno ALDAI. Il tradizionale evento musicale,
anche quest'anno, si è svolto con il patrocinio del
Comune e della Provincia di Milano. L'inclemenza
del tempo e l'insistente pioggia non hanno
scoraggiato i numerosissimi soci che hanno affollato,
in ogni ordine di posti, platea e galleria.
G.C.
rima di addentrarmi nel commento sull’evento musicale di quest’anno mi sia concesso di ringraziare il Presidente ALDAI Romano Ambrogi che, proseguendo la tradizione, ci
ha regalato un concerto splendido molto
ben organizzato e musicalmente di alto
contenuto. La sera infatti a conclusione
del ciclo romantico, Rosanna Re, responsabile della direzione artistica dell’evento, come ha cercato di spiegare, deve essersi trovata di fronte ad un dilemma non da poco; aveva almeno quattro grandi musicisti del periodo romantico
tra cui scegliere e ha puntato su Rachmaninov e Dvorak per
rendere piu fluido il passaggio al “periodo neoclassico”
(musicalmente parlando). Alternativamente la scelta tra il
2° e il 3° concerto di Rachmaninov non è stata sofferta
P
40
Dirigenti Industria - gennaio 2013
ROSANNA RE E ROMANO AMBROGI.
equivalendosi entrambi per l’ampio respiro che li contraddistingue, mentre con Dvorak non c’erano problemi; la sinfonia “Dal Nuovo Mondo” è il massimo che si possa proporre
per aprirsi ad una nuova era di musica contemporanea.
Confermo quindi che le scelte dei brani sono state corrette
e l’ottima esecuzione del solista Cristiano Burato e dell’Orchestra Sinfonica Carlo Coccia diretta dal M° Michele Brescia ha centrato l’obiettivo, esaltando un pubblico numerosissimo ed appassionato che ha dedicato un applauso interminabile agli esecutori.
DI
CULTURA E TEMPO LIBERO
Cristiano Burato non è nuovo ad esperienze concertistiche
cosi impegnative, ha suonato bene contribuendo con la sua
grande sensibilita a trascinarci nei meandri di una struggente malinconia che traspare gia all’inizio delle prime battute del secondo concerto per rinnovarsi nell’andante del
secondo movimento e nel finale. Il concerto n. 2 è uno dei
pezzi più eseguiti dai pianisti per le caratteristiche della
scrittura solistica brillante e di intenso lirismo. Il pianoforte ha un ruolo preminente rispetto all’orchestra; la sala di
ascolto in questo caso avrebbe dovuto essere di gran lunga
più ampia per dare spazio a Burato; il suono del suo pianoforte avrebbe guidato le fasi salienti senza subire l’orchestra della quale, con grande maestria, il M° Brescia cercava
di abbassarne i toni.
Comunque non posso disconoscere che l’adagio del secondo
movimento, pagina di straordinaria bellezza, è stata eseguita dal M° Burato con disinvolta bravura. Per inciso non posso non ricordarvi in quanti film siano stati riportati i temi
salienti di questo concerto. Rachmaninov va ricordato, è
stato un grande pianista e un grande compositore, la sua
produzione musicale comprende opere teatrali, oratori, tre
sinfonie e poemi sinfonici, un grande numero di liriche vocali e quattro concerti per pianoforte e orchestra. Nel 1918
decise di trasferirsi negli Stati Uniti dove morì nel 1943.
La seconda parte del concerto è stata dedicata all’esecuzione della nona sinfonia di Dvorak più nota come sinfonia “Dal
Nuovo Mondo”. Questa è l’ultima delle sinfonie di Dvorak
scritta nel 1893 negli Stati Uniti dove il musicista era stato
chiamato a dirigere il National Conservatory of Music di
New York. Dvorak è stato sempre interessato a raccogliere le
melodie popolari sia nel suo Paese d’origine, sia negli Stati
Uniti con particolare riferimento a canti indiani e a motivi
popolari che precedettero l’era del jazz. Ma era anche un attento osservatore dei fenomeni naturali dai quali recepiva
una continua ispirazione che traduceva in note. Questa sinfonia deve poter essere letta ed ascoltata come un grande
messaggio innovativo indirizzato all’Europa intera, come se
Dvorak volesse comunicare nuove scoperte musicali ascoltate nel nuovo mondo. Ma non è propriamente così: è stata la
grande creativita di questo musicista a rendere la sinfonia
“Dal Nuovo Mondo” un punto di svolta che lascia alle spalle
l’era musicale del romanticismo.
L’orchestra diretta dal M° Brescia ha eseguito passo dopo
passo le stupende melodie del primo movimento con la leggerezza e la precisione richieste attribuendo a questo brano
una freschezza continuamente rinnovata. Nel largo una successione di accordi informa tutta l’ambientazione lirica del
movimento stesso; nello scherzo e nell’allegro del quarto
movimento ritroviamo il gusto di Dvorak per la vitalità ritmica e la varietà coloristica riassunte, esaltate in questo
movimento conclusivo. Proseguendo l’analisi di questa opera non posso fare a meno di trascrivere ciò che ha detto un
grande critico come Robert Layton: “…Ciò che distingue
questa sinfonia è il suo spiccato senso di individualità, l’atmosfera unica che in essa si respira dal principio alla fine, la
lapidaria potenza dei suoi temi, la loro meravigliosa e indimenticabile linea melodica”. Certamente il M° Brescia si
aspettava dai suoi orchestrali una grande prova, tutti hanno
dato il massimo e un lungo applauso ha suggellato la splendida serata musicale. ■
Servizio Fotografico VRS Foto di Roberto Valenti - [email protected]
DA SINISTRA: AGOSTINO D’ARCO, ROMANO AMBROGI
ZENATELLI.
E ANTONIO
Dirigenti Industria - gennaio 2013
41
DI
CULTURA E TEMPO LIBERO
Golfisti ALDAI
Tenerife: soggiorno di fine stagione 2012
di Vladimiro Sacchetti *
a stagione golfistica 2012 si
è conclusa a
novembre con l’annuale soggiorno di
una settimana all’estero. Quest’anno
abbiamo scelto Tenerife, isola delle Canarie che si trova nell'Oceano Atlantico,
800 km ancora più a sud di Marrakech. Tenerife è stata veramente all’altezza delle
aspettative, sia come clima, perfetto con GOLF AMARILLA.
27° tutti i giorni (proprio quella settimana
l’Italia era flagellata dalle alluvioni) sia come campi di golf,
bellissimi. Quasi tutti i percorsi di golf, infatti, erano con vista oceano ed alcune buche richiedevano persino tiri arditi
per sorvolare insenature sopra il mare.
I 35 partecipanti hanno subito formato un bel gruppo affiatato. Quasi tutti hanno noleggiato un’auto per raggiungere i
vari campi da golf ma anche per fare le numerose entusiasmanti escursioni che l’isola offre: al vulcano Teide che con
i suoi 3.500 msl è il più alto d’Europa, ai Canyon di Masca,
alle alte scogliere Los Gigantes, ai giardini botanici della
capitale e in alto mare, per un saluto alle balene.
Il giorno della partenza, nella tarda mattinata, eravamo in
riva al mare per un aperitivo sotto le palme, in t-shirt, bermuda ed infradito e dopo poche ore, arrivati a Malpensa, ci
siamo ritrovati con maglioni e giacconi sotto una pioggerellina gelida a rimpiangere la calda settimana appena traGOLF DEL SUR.
scorsa.
Altre immagini del viaggio a Tenerife si possono vedere sul
sito dell'ALDAI cliccando su Gruppi di Lavoro e poi su Golfmanager. Oppure digitando direttamente:
www.milano.federmanager.it/ActionPagina_2216.do ■
L
* Coordinatore Gruppo Golfisti ALDAI
ALCUNI PARTECIPANTI.
42
Dirigenti Industria - gennaio 2013
GOLF ABAMA.
DI
CULTURA E TEMPO LIBERO
Il Bosone di Higgs:
all’origine dell’Universo
che conosciamo
di Livio Fasiani
GRUPPO CULTURA ALDAI
CHIACCHIERATE DI FISICA
IL BOSONE DI HIGGS
UNA RAPPRESENTAZIONE DI UN EVENTO HIGGS AL LHC DI GINEVRA.
Anche quest'anno il Gruppo Cultura ALDAI promuoverà diversi incontri per la sezione “Chiacchierate di fisica/astronomia”. Per “l’astronomia” gli
incontri si svolgeranno nel prossimo autunno, mentre per la “fisica” si inizierà il 26 febbraio p.v.
Il tema sarà un’interessante “chiacchierata” su un
argomento di grande attualità che sta sconvolgendo tutti gli elementi di fisica finora conosciuti col
tentativo di fornire una fase finale alle teorie che si
sono susseguite negli anni.
Il relatore sarà Livio Fasiani, un nostro amico che
da anni ci aiuta a capire argomenti difficili con una
esposizione facile alla portata di tutti.
La conferenza si terrà in ALDAI
martedì 26 febbraio 2013 alle ore 17.30
sala Viscontea - via Larga 31 - Milano
PETER HIGGS IN UNA RECENTE IMMAGINE.
annuncio della probabile scoperta del Bosone di
Higgs da parte degli scienziati del CERN fatto la
scorsa estate ha caratteri di grande paradosso: da
una parte la stessa costruzione del LHC ha avuto fra gli
obiettivi principali la sua scoperta, quindi semplicemente:
target raggiunto. Dall’altra ha suscitato grande scalpore per
la conferma convincente del Modello standard delle particelle elementari, che molti scienziati vedrebbero volentieri
superato, per i suoi aspetti contraddittori. Altrettanto paradossalmente la sua scoperta, ultimo ma essenziale tassello
mancante nell’ambito del Modello standard, da alcuni è stata interpretata come la fine di un importante ciclo di sviluppo della fisica elementare, da altri come invece lo spunto per
la transizione a teorie più ambiziose, ma ancora prive di riscontri sperimentali, come la supersimmetria. Ma cosa ha di
tanto importante questa particella? Essa semplicemente dà
conto del perché esista la massa e di cosa essa sia. Quindi
L’
Gli interessati sono invitati a prenotarsi on-line attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”,
selezionando dal calendario la data interessata e
compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti”.
Dettagli e/o aggiornamenti sono comunicati tramite
le periodiche newsletter.
Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione on-line è possibile inviare un fax al numero
02/5830.7557 indicando nell’oggetto “Bosone di Higgs”.
tutta la materia di cui è composto l’Universo, stella, galassie,
pianeti e noi stessi prendiamo corpo grazie all’esistenza di
questo Bosone e ai suoi meccanismi di azione. Nella conferenza che si terrà il 26 febbraio prossimo, percorreremo insieme lo straordinario cammino che ha portato alla sua scoperta; esamineremo le incertezze che ancora impediscono
una piena identificazione della particella; descriveremo in
modo semplice il bizzarro mondo delle particelle elementari e il ruolo di “regista” giocato dal nostro Bosone e come e
perché la massa sia un fenomeno assente nei primi istanti
del Big-Bang e come si sia “materializzata”. Ancora una
volta infinitamente grande e infinitamente piccolo convergono in un quadro affascinante e ancora misterioso. ■
Dirigenti Industria - gennaio 2013
43
DI
CULTURA E TEMPO LIBERO
Due piccole
preziose mostre
di Selene Tirelli
ol nuovo anno presentiamo due mostre che pur molto
diverse nel contenuto hanno delle caratteristiche che
le avvicinano. Non sono mostre “urlate”, non hanno
un numero di pezzi tali da mettere a dura prova la resistenza fisica e la facoltà di concentrazione dei visitatori. Sono
due mostre-gioiello, quasi private, come fossero piccole
esposizioni di nobili famiglie allestite per il piacere di raffinati e colti amici.
C
GIOVANNI BELLINI, “IMAGO PIETATIS”, 1457 CIRCA.
TEMPERA SU TAVOLA. FIRMATO: “IOANNES BEL[L]INUS”.
PROVENIENZA: ACQUISTATA DA GIAN GIACOMO POLDI PEZZOLI
PRESSO GIUSEPPE MOLTENI ENTRO IL 1° GIUGNO 1864.
©MILANO, MUSEO POLDI PEZZOLI, INV. 1587.
44
Dirigenti Industria - gennaio 2013
La prima “Giovanni Bellini (1435 circa - 1516) - Dall’icona alla storia” è ambientata in una delle più affascinanti
antiche residenze milanesi: la casa di Gian Giacomo Poldi
Pezzoli ristrutturata dal nobiluomo a metà Ottocento per
ospitare la sua collezione d’arte destinata, insieme al palazzo, alla fruizione pubblica con l’istituzione di un futuro
museo che sarebbe stato inaugurato nel 1881. La ragione
di questa mostra, spiega Annalisa Zanni Direttrice della casa/museo, parte dalla necessità di restaurare un capolavoro
giovanile - Imago Pietatis - dipinto nel 1457 da Bellini ed
entrato a far parte della collezione Poldi Pezzoli nel 1864.
Un’opportunità straordinaria per studiare (durante le operazioni di restauro) la tecnica, i materiali e il disegno preparatorio dell’opera, confrontarla con
altri dipinti riferibili all’evoluzione del
linguaggio artistico del maestro veneziano dall’iniziale influsso di Mantegna
e di Donatello fino alla maturazione del
suo stile personale che lo avrebbe portato a qualificarsi come uno dei grandi
protagonisti del Rinascimento.
La piccola tavola è di una bellezza sconvolgente, soprattutto potendola ammirare da vicino, splendente dopo il fresco
restauro. La figura del Cristo si eleva
dolorosamente da un sepolcro marmoreo immerso in un silente paesaggio dipinto in punta di pennello. La mostra
apre con una tavola devozionale trecentesca da cui Bellini ha preso spunto ma
trasformato profondamente inserendo il
Cristo, raffigurato in una nuova maniera
naturalistica, nel contesto del paesaggio
e del mondo e non astraendolo da esso
come nelle immagini tradizionali di ambito bizantino. Accanto altri tre stupendi
capolavori, sempre sul tema della Pietà,
dipinti dall’artista tra il 1460 e 1470
prestati dal Museo Correr di Venezia,
dall’Accademia Carrara di Bergamo e
dal Museo della Città di Rimini. Fanno
corona a questo nucleo altre tavole tra
cui due lavori del maestro di Bellini, Antonio Vivarini (1420 circa - 1484 circa)
realizzati tra il 1449 e il 1450. E infine
opere che ravvisano l’influenza di Giovanni Bellini su artisti del suo tempo e
testimoniano il successo della pittura
veneta del Rinascimento. Solo dieci
quadri per un’esposizione intensa, di alto profilo scientifico
e di ricerca, che si avvale di un video dedicato all’elaborato
restauro e di un esauriente apparato didattico.
* * *
DI
CULTURA E TEMPO LIBERO
La seconda rassegna è anch’essa anomala nel novero di quelle che sono solitamente allestite nei nostri musei. “Il segreto dei segreti - I Tarocchi Sola Busca” è stata progettata
per presentare il più antico mazzo di tarocchi italiano acquistato nel 2009 dal Ministero dei Beni e Attività culturali per
800 mila euro dagli eredi Sola Busca e destinato alla Pinacoteca di Brera che già custodisce un gruppo di 48 carte del
mazzo tardo-gotico realizzato per il Duca di Milano.
Il gioco dei tarocchi era in voga come svago dei ceti elevati nelle grandi corti del Rinascimento. Il gioco a quell’epoca era del tutto estraneo alla cartomanzia ovvero all’aspetto divinatorio della pratica esoterica arrivata molto più tardi, nel Settecento, in Francia dove era presente un certo
qual gusto ispirato al misterioso Oriente. Il mazzo Sola Busca risale al 1491 ed è composto da ben 78 carte: 56 suddivise nei quattro semi tradizionali (denari, spade, bastoni e
coppe) e 22 trionfi che rappresentano figure di guerrieri
dell’antichità romana, eroi biblici e uomini illustri. Queste
carte, perfettamente conservate, sono eccezionali non solo
perché compongono il mazzo completo più antico al mondo
ma, contrariamente ai comuni mazzi, sono tutte di straordinaria qualità e bellezza con stampe tratte da incisioni a bulino e preziosamente miniate a tempera e polvere d’oro.
Durante le approfondite indagini finalizzate a questa esposizione, curata da Laura Paola Gnaccolini - specialista di
miniatura e pittura rinascimentale - è stato identificato
l’autore che le ha create: il pittore-incisore anconetano Nicola di maestro Antonio (1448 - 1511), appartenente all’ambito artistico di Francesco Squarcione. Nicola era uno
degli artisti più stravaganti ed enigmatici della fine del
Quattrocento, si muoveva tra vis comica e originali invenzioni figurative come evidenziano le immagini spesso contorte e caricate dei tarocchi Sola Busca. L’artista è presente in mostra anche con un gruppo di quattro grandi opere
tra cui colpisce l’aspra bellezza della Pala Massimo (dal nome del palazzo romano in cui è normalmente custodita). Altre opere di pittori, anch’essi di formazione squarcionesca,
come Marco Zoppo, Giorgio Schiavone, Carlo Crivelli permettono di ricostruire il contesto umanistico in cui i tarocchi erano protagonisti di un gioco intellettuale praticato tra
i signori delle corti rinascimentali.
L’ambizioso progetto di questa piccola mostra, programmata da Sandrina Bandera - soprintendente e direttrice della
Pinacoteca di Brera - e prodotta in collaborazione con Skira Editore, si è proposta di sviscerare un genere artistico,
quello delle carte da gioco dipinte, poco indagato ma strumento di diffusione di una tendenza in cui la complessa iconografia diventa sintesi di arte figurativa e di cultura ermetico-alchemica. ■
NICOLA DI MAESTRO ANTONIO. “3 DI SPADE”, 1490 CIRCA.
STAMPA SU CARTA PRESSATA E INCOLLATA A FORMARE
UN CARTONCINO, MINIATA A COLORI E ORO 14,4X7,8 CM.
La mostra Giovanni Bellini allestita al Museo Poldi Pezzoli - Milano, via Manzoni 12.
è fruibile fino al 25 febbraio 2013 nei seguenti orari: da mercoledì a lunedì ore 10-18, martedì chiuso.
Ingressi: intero € 9,00, ridotto € 6,00
Catalogo Umberto Allemandi e C.
Info: tel. 02/794889 - 02/796334 – www.museopoldipezzoli.it
La mostra I Tarocchi Sola Busca, allestita alla Pinacoteca di Brera - Milano, via Brera 28.
è fruibile fino al 17 febbraio 2013 nei seguenti orari: da martedì a domenica ore 8.30-19.15, lunedì chiuso.
Ingressi: intero € 10, ridotto € 7.
Catalogo Skira Editore.
Info: tel. 02 72263.257 – www.brera.beniculturali.it
Dirigenti Industria - gennaio 2013
45
DI
CULTURA E TEMPO LIBERO
Quando la musica cambiò:
1910-1935
Quattro incontri di ascolto,illustrazione e analisi musicale
Anche quest’anno il Gruppo Cultura ALDAI svilupperà un nutrito programma nella sezione musica. Si occuperà
ancora di jazz e tale musica sarà argomento del “Concerto di Primavera” e di un percorso di tre incontri. Si inizierà,
però, con un ritorno alla musica classica come completamento del programma iniziato anni fa e concluso con i
movimenti artistici di fine Ottocento. Ora si intende proseguire e sviluppare, con un percorso quadriennale, la grande
trasformazione che la musica ha seguito nel ventesimo secolo. Quest’anno si inizierà con il programma “Quando la
musica cambiò”, seguendo il suo sviluppo dal 1910 al 1935, anni che rappresentano il primo grande cambiamento.
Gli incontri saranno tenuti dal Maestro Alessandro Solbiati, compositore ed insegnante di composizione al
Conservatorio di Milano. Vogliamo anche ricordare che la “lezione concerto”, che come prassi si svolgerà alla fine
del percorso, quest’anno avrà come oggetto questo periodo musicale.
Si ricorda che gli interessati sono invitati a prenotarsi on-line, dalla fine del prossimo mese di febbraio, attraverso
il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli
appositi spazi alla voce “iscriviti”. Dettagli e/o aggiornamenti sono comunicati tramite le periodiche newsletter.
Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione on-line è possibile inviare un fax al numero
02/5830.7557 indicando nell’oggetto “Quando la musica cambiò”.
MARIO GARASSINO
di Alessandro Solbiati
primi vent’anni del
XX secolo hanno
segnato la più profonda e sconvolgente
trasformazione che la
storia ricordi nella cultura occidentale, nella
nozione stessa che l’uomo europeo o eurocentrico aveva di sé e
della realtà attorno a lui, cosmica, fisica, sociale, politica: le due grandi certezze su cui
si basa l’esperienza umana, la solidità della
materia e la costanza del tempo, vengono
scardinate in fisica dalle ricerche di Rutherford, Bohr e Einstein. Freud frantuma e ricrea la nozione stessa dell’interiorità umana
indagando conscio, subconscio e inconscio,
mentre ordini sociali stabiliti da secoli vengono fatti saltare
da conflitti di classe che conducono in Russia alla Rivoluzione d’Ottobre. Le arti portano subito, ovviamente, una traccia profonda di tali scardinamenti: in pittura, cubismo ed
astrattismo fanno esplodere ciò che sembrava indiscutibile,
cioè la possibilità di riconoscere in un quadro la rappresentazione di una realtà nota. Eppure pochi anni prima gli stessi artisti (si pensi a Picasso) dipingevano splendide figure
umane...
Negli stessi anni, in letteratura, da Joyce a Proust ai futuri-
I
foto di Cristina Moregola
46
Dirigenti Industria - gennaio 2013
sti aprono territori del tutto nuovi,
alcuni pieni di prospettive, altri destinati ad esaurirsi. E la musica?
Le nuove prospettive che si spalancano in pochissimi anni sono altrettanto potenti di quelle della
pittura e della letteratura e lasciano un’eredità profonda che arriva fino ad oggi: si pensi alla forza ritmica e timbrica del Sacre
du printemps di Stravinskij, al
nuovo rapporto con le radici popolari proposto in Ungheria da
Bela Bartók, alle sonorità raffinatissime che giungono dalla
Parigi di Debussy e Ravel, alle
nuove frontiere del linguaggio
musicale esplorate in Vienna
da Schoenberg, Berg e Webern.
È tuttavia evidente che, a parità di forza espressiva, le trasformazioni delle arti figurative sono state accolte e metabolizzate dalla cultura ed anche dalla vita quotidiana occidentale molto più di quelle della musica: Kandinskij, Klee,
Matisse e Picasso, con la complicità delle semplificazioni a
volte non banali del design e della moda, sono entrati a far
parte anche inconsapevolmente dell’immaginario collettivo.
Non altrettanto è avvenuto per Schoenberg e Webern (per
Stravinskij vi è almeno un segnale differente: l’inserimento
del Sacre nel film Fantasia di Walt Disney, assieme alla Pastorale di Beethoven già nel 1940). Perché questa differen-
DI
CULTURA E TEMPO LIBERO
za, a parità di forza espressiva, tra metabolizzazione della
nuova arte figurativa e della nuova musica?
In musica si è aperta una dicotomia via via larga come un
baratro tra musica di intrattenimento e musica d’arte, la
prima, divenuta musica leggera in tutte le sue determinazioni, si è trasformata in un impero economico e commerciale, la seconda, chissà, forse qualche volta si è troppo
chiusa in se stessa. Sta di fatto che chiunque ritenga che la
musica sia una manifestazione del pensiero e della sensibilità umana né più né meno della pittura e della poesia,
chiunque pensi che per quanto riguarda il XIX secolo ascoltare Beethoven sia altrettanto importante che leggere Hegel o Goethe, deve amare Stravinskij, Bartók, Ravel e Schoenberg come ama Thomas Mann e Marcel Proust, se vuol
conoscere le profondità dell’uomo contemporaneo, cioè nostre. Altrimenti non ci resta che pensare che, senza offesa,
Gianni Morandi sia per l’uomo d’oggi quello che Fryderyk
Chopin o Giuseppe Verdi erano per l’uomo dell’Ottocento. E
sarebbe un duro colpo, per la concezione di uomo del XX e
XXI secolo.
I quattro incontri proposti, senza voler risolvere nulla, cercheranno di aprire una porta nella conoscenza e nell’amore
per la musica d’arte dello straordinario XX secolo, senza
pretese intellettuali, ma con molta passione. In ogni incontro si è pensato di accostare un brano della Seconda Scuola
di Vienna (quella che condusse alla dodecafonia, per intenderci), di cui spesso si “teme” l’ascolto in generale per pregiudizio più che per esperienza diretta, ad un brano di autori coevi ma più “metabolizzati” (Debussy, Ravel...), scelto in
modo da mostrare i mille fili che legano stili differenti, al di
là di una pretesa barriera musica tonale/musica non tonale
più apparente che reale.
Nel primo incontro, alle sei brevissime Bagatelle per quartetto di Anton Webern (nessuna di esse supera il minuto: un
respiro musicale in cui è contenuto un intero universo espressivo, come ebbe ad osservare Schoenberg) viene accostata
parte della Sonata per violoncello e pianoforte di Claude Debussy, opera dei suoi ultimi anni in cui egli rinuncia alle fascinosità sonore precedenti alla ricerca di una maggiore severità e concentrazione, aprendosi anche a sottili influssi jazzistici giunti a Parigi fino a lui dagli Stati Uniti.
Protagonista del secondo incontro è la voce, con le sue nuove frontiere espressive in anni in cui in Italia agivano ancora, a teatro, Puccini e Mascagni: Schoenberg inventa per il
suo Pierrot lo sprechgesang (e alla prima esecuzione a Vienna era presente anche l’interessatissimo Puccini...), un’affascinante modalità vocale che cammina sullo spartiacque tra
canto e parlato e che ben si presta ad esprimere le pieghe
della psiche nella Vienna di Freud. Al Pierrot si accosteranno le sconvolgenti Chansons madecasses (cioè del Madagascar, poiché da lì provengono i testi) di Maurice Ravel, in cui
la più raffinata sensualità si alterna ad un vero e proprio grido di protesta contro la violenza del colonialismo.
Nel terzo incontro si vuol riflettere sulle forme della musica: già a fine Settecento Goethe aveva definito la musica architettura disgelata nel tempo, poiché le relazioni strutturali che in architettura sono leggibili simultaneamente nello
spazio in musica sono dispiegate attraverso il tempo della
durata dell’opera, in Beethoven come in Berg, in Bach come
in Webern. Ad esempio, nella Suite lirica di Alban Berg, in
parte dodecafonica, è l’espressività stessa a disegnare via
via la forma: si tratta di sei movimenti in cui i numeri pari
(2-4-6) sono Adagi sempre più lenti e rarefatti, mentre i numeri dispari (1-3-5) sono Allegri via via più folli, conducendo l’espressione musicale ai suoi estremi limiti. A questo
Berg si accosteranno le energie formidabili della Sonata
per due pianoforti e percussioni di Bartók, energie che nascondono al loro interno un perfetto uso di relazioni formali in sezione aurea, la stessa utilizzata da Brunelleschi nel
progetto della cupola di Firenze.
Nel quarto incontro si potranno solo sfiorare due dei maggiori capolavori del secolo. Il Violinkonzert di Alban Berg,
suo ultimo lavoro compiuto dedicato “alla memoria di un
angelo”, la diciottenne figlia di Walter Gropius e Alma Mahler morta in quei mesi, riassume un intero mondo di musica e cultura, quello che va da Bach fino agli estremi esiti romantici: la serie dodecafonica utilizzata è costituita dalla
concatenazione di quattro accordi tonali, a dimostrazione di
quanto sia fittizia la dicotomia tonale/non tonale ed i due
grandi movimenti che compongono il concerto approdano
alla citazione rispettivamente di una canzone popolare austriaca e di un meraviglioso Corale di Bach.
Al Violinkonzert di Berg si è voluta accostare quella che costituisce probabilmente la più importante partitura musicale del XX secolo, il Sacre du printemps di Igor Stravinskij,
lavoro incredibilmente composto a soli trent’anni di età, in
cui esplodono incandescenti energie ritmiche e timbriche
destinate a lasciare un segno indelebile nella storia della
musica e della cultura europea. ■
Progetto di quattro incontri illustrativi sul Novecento musicale
QUANDO LA MUSICA CAMBIÒ: 1910-1935
Quattro incontri di ascolto,
illustrazione e analisi musicali
Gli incontri si svolgeranno in ALDAI
Sala Viscontea - via Larga 31 - Milano
alle ore 17.30
1° incontro - martedì 12 marzo 2013
“Racchiudere un intero racconto in un solo respiro...”
A. Webern - Sechs Bagatellen op. 9 per quartetto d’archi
(1910)
C. Debussy - Sonate pour violoncelle et piano (1915)
2° incontro - martedì 26 marzo 2013
“Cantare in nuovo modo”
A. Schoenberg - Pierrot lunaire (1912)
M. Ravel - Chansons madecasses (1925-26)
3° incontro - martedì 9 aprile 2013
“Misteriose architetture della musica”
A. Berg - Lyrische Suite (1926) per quartetto d’archi
B. Bartók - Sonata per due pianoforti e percussioni (1934)
4° incontro - martedì 16 aprile 2013
“Abissi dell’espressività o scatenarsi di energie primigenie”
A. Berg - Violinkonzert (1935)
I. Stravinskij - Sacre du printemps (1912)
Dirigenti Industria - gennaio 2013
47
Libri
DI
I LIBRI DI GENNAIO 2013
Assolombarda - ALDAI
LA CHIMICA DEL MANAGER
Il progetto M-Power:
da Milano nuove soluzioni
per reagire alla disoccupazione
dei dirigenti
A cura di Ecole
Franco Angeli
Pagine 109
La navigazione dei dirigenti privi
temporaneamente di occupazione è
una metafora riguardante il tempestoso mercato del lavoro. Il libro riprende questa metafora attraverso tre momenti:
– la partenza dal porto, ovvero dall’azienda dalla quale il più
delle volte si è stati costretti ad uscire;
– il viaggio alla ricerca di nuove opportunità lavorative nel sovente ignoto mercato del lavoro;
– l’approdo, ossia il ritrovare alternative lavorative che spesso
poco o nulla hanno a che fare con l’azienda da cui si è usciti
e con le precedenti esperienze.
Viene messa in evidenza la rilevanza del fenomeno che ha visto uscire solo dall’area milanese 8.000 dirigenti nel quadriennio 2008/2011. Per dare una concreta risposta, le Parti Sociali presenti nel territorio (ALDAI Federmanager e Assolombarda) hanno messo a punto un progetto denominato M-Power, rivolto unicamente a dirigenti disoccupati, che ha coinvolto Fondirigenti e Regione Lombardia per approvazione e finanziamento cui la Regione ha contribuito con il 50%.
Il progetto ha introdotto rilevanti novità che consistono da un
lato nell’aver messo assieme il Fondo Interprofessionale Fondirigenti con la Regione Lombardia, e dall’altro prevedendo un
percorso articolato in tre fasi tra loro correlate che realizzano
di fatto una reale politica attiva del lavoro e permettono la
creazione di una rete integrata di sistema a livello territoriale.
Questa esperienza risulta essere la prima realizzata in Italia
con il concorso di Fondirigenti.
In buona sostanza viene fornito un significativo contributo per
superare la transizione derivante dalla perdita del posto di lavoro (circa il 50% dei partecipanti ha poi trovato alternative
lavorative). Si sfata anche un luogo comune che assimila questi lavoratori ai supermanager con retribuzioni elevatissime
mentre le retribuzioni medie dei dirigenti industriali superano
di poco i 100.000 euro lordi.
Parte di rilievo hanno assunto le 11 testimonianze raccolte (su
71 partecipanti, di cui 18 donne manager). Le storie, oltre a
rappresentare l’insieme delle esperienze aziendali e settoriali,
fanno riferimento ai percorsi offerti dalle Business School con
lo sviluppo anche dei project work, nonché i servizi forniti dalle società di placement ivi compresi gli workshop. I racconti
mettono in evidenza i cambiamenti che un viaggio/navigazione
come questo può generare, in relazione alle prospettive, ai circuiti relazionali, all’emergere di nuove comunità professionali.
MASSIMO BONDI
Gli interessati potranno richiedere il libro in ALDAI
alla Segreteria di Presidenza: [email protected]
48
Dirigenti Industria - gennaio 2013
Lorenzo Castelli,
Bernardo Pandimiglio,
Savino Paolella, Laura Tramezzani
POST MANAGER
Franco Angeli
(www.francoangeli.it)
Pagine 151 - euro 20,00
Sono migliaia i colleghi che perdono
il lavoro e devono improvvisamente
affrontare il trauma professionale/
familiare e ricollocarsi in un mercato del lavoro condizionato da crisi
continue. In questa situazione si è
soli con il proprio rancore e il disorientamento nel cercare un
nuovo percorso: fra il lavoro in altra impresa, il desiderio di dedicarsi alle proprie passioni, o la scelta, sovente forzata, della
professione di consulente. Quali sono i programmi di sostegno?
Cosa si perde accettando la qualifica di quadro? Quali sono le
regole contributive e fiscali del consulente? Dove si trovano le
informazioni per decidere il percorso in questa giungla sconosciuta? Quattro colleghi manager commercio hanno, come molti altri, vissuto di recente l’esperienza del “post manager” e ne
hanno raccolto le esperienze in un libro pubblicato lo scorso
novembre dall’editore Franco Angeli, acquistabile nelle migliori librerie e on-line su www.ibs.it.
La ricerca del lavoro da parte di un dirigente industria segue le
stesse metodologie del collega commercio e il libro accompagna in modo sistematico e costruttivo le diverse fasi: dal superamento del “lutto per la perdita del lavoro” alla “ripartenza”,
con il linguaggio e il sentimento del manager che vive di persona l’esperienza. In questo contesto infatti l’aspetto psicologico del superamento del disagio è importante quanto le tecniche
di “placement” (ricollocamento) per trovare nuovi sbocchi professionali. Il libro aiuta a trovare il nuovo percorso: cosa fare
appena uscito dall’azienda; come analizzare la situazione; come conoscere se stessi e realizzare il proprio “bilancio delle
competenze”; come comprendere lo scenario in cui muoversi;
come scegliere fra lavoro dipendente, la libera professione e
l’iniziativa imprenditoriale; quali sono i risultati di ricollocamento per i diversi sbocchi professionali, quali sono le implicazioni previdenziali e fiscali, come preparare e realizzare il tuo
piano a) e il piano b) di riserva. Il dirigente in servizio è talmente impegnato nell’attività aziendale da non rendersi conto
dell’incertezza del rapporto di lavoro. Manager che hanno contribuito alla crescita del business a due cifre hanno ricevuto, al
posto della gratifica, l’invito a cercarsi un nuovo lavoro. Quindi,
non farti cogliere impreparato. Mentre continui a dare il meglio all’azienda, prepara il tuo piano alternativo. Ho assistito
alla presentazione del libro in occasione della manifestazione
“Expotraining”; ho conosciuto gli autori e consiglio vivamente
la lettura del libro “Post manager” sia al collega che ha perso
il lavoro sia a chi desidera prevenire tale situazione.
La perdita del lavoro può rappresentare l’opportunità per una
vita migliore e “Post manager” è il miglior investimento in
tempo e denaro che puoi fare.
FRANCO DEL VECCHIO
Vicepresidente ALDAI
DI
CULTURA E TEMPO LIBERO
GRUPPO CULTURA ALDAI
LETTURA CREATIVA
IL SALOTTO LETTERARIO 2013
Dopo la presentazione (6 dicembre 2012) delle letture ispirate al tema “Tempi incerti”,
eccovi il programma dei prossimi mesi. Conto sulla vostra presenza, collaborazione e partecipazione.
Si raccomanda la lettura dei testi.
Le conferenze si terranno in ALDAI
dalle ore 15,30 alle ore 17,00
sala Viscontea - via Larga 31 - Milano
mercoledì 23 gennaio 2013 - Saggio sulla lucidità
di José Saramago - p. 292
martedì 19 febbraio 2013 - Il mondo di ieri
di Stefan Zweig - p. 342
martedì 19 marzo 2013
- Omaggio alla Catalogna
di George Orwell - p. 257
martedì 23 aprile 2013
- Fahrenheit 451
di Ray Bradbury - p. 175
martedì 21 maggio 2013
- L’amico ritrovato
di Fred Uhlman - p. 84
Chi desidera informazioni aggiuntive, può contattare
la Coordinatrice del Gruppo dr. Bruna Clerici
all’indirizzo: [email protected]
Gli interessati sono invitati a prenotarsi on-line attraverso il sito www.aldai.it, sezione “ALDAI Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi
alla voce “iscriviti”. Dettagli e/o aggiornamenti sono comunicati tramite le
periodiche newsletter.
Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione on-line è possibile inviare un fax al numero
02/5830.7557 indicando nell’oggetto
“Salotto Letterario 2013”.
Dirigenti Industria - gennaio 2013
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