amplificatore integrato new audio frontiers legend
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amplificatore integrato new audio frontiers legend
HI-END MAGAZINE SCHEDA D’ASCOLTO di Bebo Moroni AMPLIFICATORE INTEGRATO NEW AUDIO FRONTIERS LEGEND - II ASCOLTO Per chi l’avesse persa, la prima parte della prova di questo notevolissimo amplificatore prodotto dalla italiana New Audio Frontiers, è stata pubblicata, con la preziosa collaborazione tecnica di Alberto Guerrini sul n. 133 di FdS (che potete-pubblicità progresso-tranquillamente richiedere al nostro efficiente servizio arretrati). Un nome importante, dicevamo, e anche con tutta probabilità meritato. Vabbé, per non togliere a chi avesse perso la prima parte dell’articolo e per non sembrare troppo venali, qui di sotto un sunto (ma solo un sunto eh?): “Tutta la circuiteria del progetto segue la filosofia “DUAL MONO”. Il circuito è senza controreazione con aggiustamento del bias automatico. I filamenti delle valvole sono alimentati in corrente continua stabilizzata eccezion fatta per le valvole finali. Siamo di fronte ad un amplificatore valvolare integrato di rango che rispolvera la blasonatissima KT66 che si soleva vedere in altri tempi ma quasi sempre in configurazione PUSH-PULL. Qui ci troviamo di fronte ad una inusuale configurazione single ended parallelo per questo tetrodo a fascio, che permette di ottenere 10Watt circa di potenza, ma che da sempre garantisce una qualità complessiva e una superiore definizione e dettaglio. Abbiamo una coppia di KT66 per ogni canale pilotate da due valvole 6922. La rimanente valvola 6922 serve ad innalzare il livello delle 5 entrate di cui è in possesso questo prodotto che oserei definire di alto artigianato senza possibilità di smentite. I progettisti della New Audio Frontiers hanno scelto di utilizzare un carico induttivo e non resistivo per le due 6922 incaricate del pilotaggio delle KT66 che fanno parte dello stadio finale: a loro detta poiché ciò permette di riprodurre un suono ancor più naturale e tridimensionale rispetto al classico resistivo.” “Il Legend, che secondo me è il vertice raggiunto dalla ormai ultradecennale azienda alto-artigianale di Viadana (MO), terra di cose buone, è stato dunque collegato ad un solo impianto e ad una sola coppia di casse, le mie JBL 300 Summit, che, per carità, si sono rivelate più che adatte alla bisogna, ma oggettivamente una prova d’ascolto seria prevede una maggiore varietà di partner, a monte e a valle. Posso però dire che trattandosi del mio impianto personale ( giradischi Technics SP 15 con braccio Epa 500, canna Epa 501H e testina Supex SDX 1000, Thorens TD 124- 1, braccio ADC/Pritchard e testina Audiotechnica AT 155L, pre- phono Trichord Dino/Dino+, sorgente digitale McIntosh MCD 201 cavi di segnale Tokho e Shimpy, di potenza ART FG 3000 e i sunnominati diffusori JBL L300S) lo conosco ben più che a menadito, e dunque si tratta di un eccellente “tester” per qualsiasi componente.” “Ed infatti sin dalle prime note di un disco da me amatissimo “Body and Soul” di Joe Jackson, avverto ( e l’amplificatore – che mi è stato consegnato rodato, si badi bene- è ancora freddo) accolgo con intimo piacere le suggestioni, delicate e insieme belle sostanziose, del Legend. Ascoltando, man mano l’amplificatore si scalda, la bellissima (e complicata da riprodurre, per via del contrasto tra il delicatissimo tema della song, dove il pianoforte acustico- assai ben ripreso- e la voce la fanno da padroni, e il finale dinamicamente esplosivo, una vera e propria tortura per la gran parte degli amplificatori) “Want to Be My Number Two”, trovo nel Legend una capacità di emozionare sconosciuta persino ai grandi mostri dell’amplificazione moderna, e che molto ha dei grandi valvolari di tradizione, tranne i difetti dell’età: una gamma media lucidissima e di straordinaria fluenza, una gamma acuta cristallina e insieme delica- ta sin quasi ( sin quasi, si badi bene) alla fragilità, sostenute da un corpo da amplificatore di grande potenza e da una capacità dinamica insperata, ovviamente frutto dell’eccellente e massiccia sezione di alimentazione e trasformazione, ma anche della corrente di cui sono capaci le splendide KT66. I colori dominanti nel Legend ( e ora sul piatto c’è la Settima di Klemperer, su disco EMI) sono chiari e a tinte pure, quasi acquerellati, ma sostenuti da una tavolozza preparata ad olio, dove lo spessore del colore è notevole, la materia di questo densa e grassa, e non mancano i rilievi anche molto spessi, delle pennellate cariche di vernice non diluita.” E fin qui, con le JBL L300 Summit come partners privilegiate. Ma il Legend è stato ascoltato anche con diffusori assai differenti (fermo restando che un amplificatore di questo genere “pretende” diffusori ad efficienza almeno medio-alta e se possibile di adeguate dimensioni…) lasciandomi oggettivamente sorpreso. Oddio, avendo per una vita pilotato una coppia di Dahlquist DQ 10 con una coppia di Klimo Beltaine, non mi sorprende più che poca ma pura e limpida potenza, riesca a pilotare adeguatamente, consentendo di ottenere volumi sonori notevoli, anche diffusori notoriamente impegnativi. Ma certo, ascoltare il Legend far letteralmente vibrare le corde più intime di un diffusore molto compatto (e dunque per definizione non particolarmente sensibile) come il Leema Xen, mi ha impressionato non poco. Chi conosce quel piccolo gioiello che è lo Xen, sa benissimo che pur proponendo scarsi problemi di posizionamento, non è un diffusore facilissimo, essendo decisamente esigente nei confronti dell’amplificazione a monte, che vorrebbe non solo di ottima qualità, ma anche di più che discreta potenza. Miracoli delle KT66? Si certo, ma anche dell’ardimentosa configurazione con cui vengono usate nel Legend. La Xen intanFedeltà del Suono N.136 Marzo 2007 69 HI-END MAGAZINE to si addolcisce notevolissimamente, pur rimanendo estremamente precisa, pur non contraddicendo affatto la sua vocazione monitor, ed assume una varietà di sfumature tonali, di cui nei pur lunghi e piacevolissimi ascolti a cui l’avevamo sottoposta, non c’eravamo accorti. Ecco, come ho potuto verificare anche con gli altri diffusori impiegati in questo test, il Legend ha la preziosissima caratteristica di cavare il meglio dagli altoparlanti che gli vengono collegati, in grazia di una capacità introspettiva a tratti (più che a tratti) stupefacente, di una capacità analitica decisamente superiore unita ad una grazia che se non temessi di divenire melenso, definirei commovente, nel porgere il messaggio musicale. L’attenzione al particolare minuto, alla piccola nuance, è maniacale, ma riproposta senza alcuna maniacalità, con un senso della musica, del tempo, dello spazio, che talvolta rasentano il sublime. Si può avere una buona dinamica con soli 10 watt per canale? Si può, si può grazie all’assenza di controreazione, grazie alla bassissima distorsione dei dispositivi d’usciti ed alla loro notoria ottima capacità in corrente. A questo punto lo sfizio me lo devo togliere: lo sforzo non è poco e la reazione della mia amata compagna prevedibile: tiro fuori le Dahlquist dal loro alloggiamento provvisorio (in attesa di un inevitabile - se la teoria Buddista secondo la quale se vuoi una cosa intensamente e intensamente la persegui l’avrai è vera- 6 secco al superenalotto, con acquisizione immediata di villa a multiple sale d’ascolto) e le collego al Legend. Non mi preoccupo nemmeno troppo del loro posizionamento (tanto meglio di così non posso) e, dopo un sonno di qualche mese, le vedo svegliarsi e immediatamente rianimarsi. Felici di essere così deliziosamente pilotate: non posso ottenere volumi da discoteca, ma nemmeno li voglio e comunque le DQ10 non me li offrirebbero, ma la musica che fluisce nel salone è fluida e melodiosa, gli attacchi e i rilasci rapidi e precisi. Il basso è smorzato in maniera sorprendente se si pensa che l’amplificazione è a tubi e la potenza è quel che è, e la dinamica (che non è suonare forte-bum-bum, non finirò mai di ripetelo) ha intervalli ampi e credibili. La gamma alta è pura seta: non noto, come non avevo notato ne con le JBL né con le Leema, volute o non volute attenuazioni della gamma alta, ma anche portando l’amplificatore verso i suoi limiti naturali, la gamma superiore rimane estesa, dolce, e fantasticamente definita. Le voci, a costo di ripetermi, sono una vera bellezza. I suoi impulsivi (i pizzicati di violino, i colpi di plettro sulle corde della chitarra acustica, i colpi dei martelletti sulle corde del pianoforte) sono deliziosamente concreti e rapidissimi. Melodiosità, se dovessi definire un solo termine per dare un’idea di massima di questo amplificato70 Fedeltà del Suono N.136 Marzo 2007 re, tale termine sarebbe questo. Un amplificatore straordinariamente musicale, un compagno di strada facile e insieme articolatissimo e profondo. Come quegli amici che non sbandierano la loro profonda cultura, che anzi, sembrano viaggiare sulle corde del leggero, ma quando meno te lo aspetti, con una citazione, una notazione, un’educata correzione, improvvisamente mostrano, con misura e modestia, il loro straordinario bagaglio di buon sapere. Ho l’impressione, che è assai più che un’impressione, che in quel di Viadana (MO), sia nata una leggenda. E che se qualcuno è talmente sciocco, scusate se mi permetto, ma è proprio così, da non considerarla perché il suo passaporto non porta sul frontespizio l’aquila reale, o un ideogramma, avrà, nella sua vita di appassionato di audio e musica, perso una grande occasione. Questo, credetemi, anzi no, verificate, è un grande amplificatore, ma veramente grande. Un amplificatore che va assolutamente ascoltato, sia per il solo piacere di farlo, che, tanto più, se si sta valutando di cambiare amplificazione di riferimento o di mettere in piedi una catena di livello assoluto. CARATTERISTICHE TECNICHE Tipo: integrato Potenza continua: 2x12 watt su 8 ohm/thd 5% Ingressi: rca 5 linea Sensibilità/impedenza di ingresso: 800 mv / 100 kohm Risposta in frequenza: da 20 Hz a 30 kHz Rapporto segnale rumore: 95 db Dimensioni: 35 x 24 x 48 cm (l x h x p) Peso netto: 40 kg Distributore: New Audio Frontiers - Tel. 0375 83.32.73 - Cell. 339 25.58.069 Web: www.newaudiofrontiers.com - E-mail: [email protected] Prezzo IVA inclusa: euro 5.000,00
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