Cuore Biancorosso 07
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biancorosso C rivista ufficiale uore ssmaceratese.it N° 7 - Dicembre 2015 MASSIMO NASCIMBENI Passione e professione incontro con il legale della società biancorossa CRISTIAN BUONAIUTO VINCERE CON LA MACERATESE LA MIA GRANDE OCCASIONE Giovanili I bravi ragazzi dei mister Rossi e Dottori www.biemmegraf.it Piediripa-Macerata, Via Cluentina 16/aVendite,officina, carrozzeria, gommista, ricambi, revisioni 0733 286800 l’editoriale P di Paola PIPPA Sostenere la Rata. Senza se e senza ma! rima di essere una professione, quella della Maceratese è una grande passione che nasce già in tenera età quando mio nonno mi portava la domenica allo stadio. Quante esperienze nel mondo del calcio. Ricordo la prima volta che “scesi in campo” per accompagnare la squadra degli esordienti della U.S. Tolentino dove militava mio figlio. Una grande emozione: “Sei la prima donna accompagnatrice delle Marche”, mi diceva sempre il Presidente Regionale S.G.S. Sig. Bernacchia. Fu l’inizio di un full immersion nel meraviglioso mondo calcistico: corsi per dirigenti, accompagnatrice di diverse categorie S.G.S., Berretti Nazionali, la gestione delle segreterie come quella del settore giovanile e poi della prima squadra della US Tolentino. Dodici anni indimenticabili, centinaia di bambini e ragazzi che ancora ricordo con affetto, e poi allenatori, giocatori, dirigenti di altre società, presidenti di Federazioni. Dopo tanta esperienza e tanto lavoro e pensando di aver già dato tutto, avevo deciso di smettere. Fu la chiamata della società Maceratese, nel 2009, a rinnovare l’entusiasmo. Troppo bello ritornare a condividere con i ragazzi, con la dirigenza e con la tifoseria le gioie ed i dolori del calcio. Ed eccomi di nuovo segretaria, questa volta a tempo pieno: massima collaborazione con tutti, tifosi compresi, con i quali credo di aver avuto da sempre un buon rapporto di fiducia e rispetto reciproco. Dopo una storia meravigliosa iniziata a Tolentino, la mia vita nel calcio continuava con l’inaspettata (ma neanche tanto, vista la caparbietà della dott.ssa Tardella) avventura con la Maceratese, fino alla promozione in Lega Pro. Oggi, guardando indietro, mi rendo conto che tutto il lavoro, l’impegno, a volte le arrabbiature, sono niente rispetto alle emozioni delle promozioni che la Società ha ottenuto in soli in cinque anni. La passione per il calcio è un grande motore che ha unito, e continua ad unire, tutti quelli che, come me, amano questa città e questa squadra. Tutti noi, veri tifosi che, senza se e senza ma, continuano a sostenere questa grande realtà. Forza Rata. 3 biancorosso 4 Il futuro della Maceratese? E’ la prossima partita Oh, ma che fa sta Maceratese? La domanda, per strada, nei bar, tra gli amici, sembra ricorrere spesso. E ciò che fa sorridere è la curiosa smorfia di chi risponde, strizzando furbescamente l’occhio: “Zitti, zitti!” Perché la domanda, amletica, è quanto sia lecito sognare in grande, se non sia necessario porre un limite ai sogni per evitare un eventuale brusco risveglio. E poiché in medio stat virtus, sognare è consentito ma non proprio ad occhi chiusi: meglio lasciarne uno aperto per non perdere di vista il presente. Si, il presente, magnifico e inatteso fatto da una posizione in classifica che riempie di gioia, impensabile fino a poco tempo fa. Se penso infatti che, solo pochi mesi fa, quando si parlava della Maceratese ci si riferiva alla piccola squadra di provincia che, puntualmente, come la tagliatella al ragù domenicale, scendeva in campo alle tre del pomeriggio e tutti a chiedersi con noncuranza: “Oh, vediamo un po’ che fa oggi sta Maceratese”, mentre la squadra, domenica dopo domenica, saliva sempre un pò più sù. Ora per Maceratese si intende una grande struttura fatta da tante persone, tutte indispensabili: un ingranaggio ben lontano dall’essere perfetto e, dunque, sempre in evoluzione. E’ come un grande libro questa Maceratese dove nell’indice troviamo tutti i suoi componenti. E se le copertine della nostra rivista sono per mister Bucchi, lo staff tecnico, i suoi ragazzi (i nostri ragazzi!), nei capitoli successivi trovano spazio i circa 400 giovani calciatori che compongono il battaglione della Rata. Poi c’è il CdA, con i nuovi membri guidati dalla Presidente, la segreteria, sempre stracolma di lavoro, gli allenatori. Ma ciò che stupisce sono i tantissimi volontari e quanti, a fronte di minuscoli rimborsi spese, danno tutto il loro cuore biancorosso. E proprio a loro vorrei fare un plauso, a quelli che lavorano dietro le quinte, magari a guardia di un cancello, a chi cerca il più piccolo sponsor, ai professionisti che scrivono gratuitamente sul giornale ufficiale, a chi fa le ore piccole preparando lezioni per i pulcini, ai genitori che organizzano le trasferte, a tutti quelli che mettono la propria competenza al servizio di una struttura che, oltre che sportiva, è un fenomeno sociale. Grazie anche a chi, O di BiancaRossa senza guardare la sua posizione, è disposto ad animare un piccione di pelouche per far sorridere i bambini. Grazie a quelle persone che si sacrificano ogni giorno nel risolvere questioni burocratiche che la Lega sottopone ai propri iscritti senza curarsi della loro complessità per piccole Società come la nostra. Tutti concorriamo alle vittorie di mister Bucchi e dei ragazzi consapevoli del maggior impegno rispetto al passato. Con il tempo impareremo ad essere bravi professionisti come lo sono i nostri giocatori. Perché se loro corrono in campo, noi non dobbiamo arrancare dietro. Per finire, e per ritornare alla domanda iniziale, vi dico che ci sono dei sogni che non solo è lecito fare ma che senza l’aiuto della buona sorte e solo con la buona volontà si potrebbero realizzare. Il sogno che la polizia disarmasse i rissosi invece che sequestrare ombrelli con una pioggia implacabile, il sogno che le forze dell’ordine sorvolassero dinanzi all’ennesimo eccesso di sicurezza fine a se stesso permettendo ai tifosi di portare allo stadio amici e famiglie. Perché più ne siamo ad applaudire la nostra meravigliosa Rata, più entusiasmo trasmettiamo ai nostri professionisti in campo. Il calore della gente è insostituibile ed è la spinta più forte che c’è, altro che Sportube. Sogno assessori più garbati che sappiano capire che un campo con un prato più levigato concorre a procurare meno infortuni e il non dover “elemosinare” i campi di allenamento meno stress per tutti. E’ vero che non c’è solo il calcio a Macerata, ma è altrettanto vero che è di gran lunga lo sport che coinvolge più cittadini. Infine il sogno di poter leggere che si è profeti nella propria patria perché i giornalisti sono obiettivi e descrivono l’entusiasmo e l’ammirazione per questa Maceratese. In un mondo competitivo e non sempre limpido come quello del calcio, c’è una Società sana in cui si specchiano gli sforzi e l’entusiasmo di tutti, entusiasmo che a volte è difficile contenere e ci fa sognare quel futuro impronunciabile. Sogno lecito? Ancora una volta è la nostra Presidente a illuminarci la via: all’indomani del pareggio della partita con L’Aquila e dopo lo sfogo del Mister, alle domande incalzanti della stampa lei risponde sintetica: “E’ ora di pensare al futuro. E il futuro è la prossima partita”. 5 Miserie & Nobiltà I “padroni del vapore”. Quando lo sport è solo un affare T ra le varie tipologie di persone che la vita professionale ti pone di fronte ce n’è una particolarissima, i cosiddetti “federali” ossia coloro che occupano stabilmente, in qualche caso da decenni, una qualche poltrona in una delle svariate dozzine di enti che dovrebbero governare lo sport. Beninteso: alcuni di questi svolgono il loro compito in maniera esemplare impegnandosi fattivamente nella diffusione e promozione della pratica sportiva in ossequio al loro mandato. Altri sono meri burocrati che rischiano il panico quando sono chiamati a compiti (ahiloro!!) di eccedere l’or- 6 dinaria amministrazione, un’eventualità che considerano quantomeno una jattura. Non sono pochi invece coloro che hanno fatto di questo incarico, che dovrebbe essere ispirato al più genuino spirito di servizio, una professione. Ci sono casi in cui, alla faccia dell’alternanza, rimangono in sella, con i medesimi compiti, per più di 30 anni. A tal proposito ci sono dei piccoli stratagemmi per riconoscerli (o stanarli, fate voi). Anzitutto hanno un talento ineguagliabile, da veri fuoriclasse, nell’ “ imbucarsi” in ogni evento ufficiale: non è importante se siano invitati o no ma guai a non farli intervenire per il classico “indirizzo di saluto”, potrebbero legarsela al dito in secula seculorum. In genere poi sono accompagnati da un manipolo, più o meno cospicuo, di pretoriani al seguito pronti alla risata d’ordinanza a qualche battuta del “caro leader” da tramandare ai posteri (Kim Jong Il mi perdoni l’accostamento). Magari, direte voi, per battere ogni record di permanenza di questo tipo avranno alla spalle una carriera agonistica contraddistinta da medaglie olimpiche, titoli mondiali o almeno qualche campionato italiano. Chiusa la carriera sportiva avranno intrapreso quella dirigenziale portando in dote il loro bagaglio di esperienze, di vittorie e di sconfitte. Ebbene vi invito a farvi una ricerca sugli attuali presidenti delle varie federazioni sportive e se ne trovate qualcuno con un curriculum di questo tipo sono pronto ad una pubblica ammenda. Detto questo la domanda, in parte una provocazione, che vorrei porre a coloro che hanno avuto la pazienza di seguirmi fin qui però è un’altra: le federazioni, con questa pletora di dirigenti, funzionari ed impiegati perdigiorno, sono davvero necessarie per il buon andamento di una macchina complessa, potente ed essenziale per i suoi risvolti sociali come quella dello sport? Ho chiesto lumi all’amico Ario Costa, lui sì 198 presenze in Nazionale, 2 scudetti ed attuale presidente della Consultinvest Pesa- di ro, serie A di Basket: “Tra tasse gara - sospira - soldi per i tesseramenti e versamenti in diverse rate e quanto ricaviamo dalla nostra federazione per noi c’è un disavanzo di 250 mila Euro annui.” Una cifra spaventosa che equivale a più di 4 milioni sborsati solo dalla Serie A. “Proprio così. Pensi che dobbiamo pagare pure un notevole balzello per gli sponsor che troviamo ed inseriamo sulla maglia.” Con queste premesse è possibile pensare ad un autogoverno delle società? Arbitri, anti-doping, nazionale, da chi verrebbero gestiti? “Per i primi 2 aspetti l’esempio ci viene dall’EuroLega che ha piena autonomia e gode, ovviamente, ottima salute.” Sulle Na- zionali il buon Ario non si pronuncia ma talvolta, si sa, i silenzi valgono più di mille parole. Perdonatemi la franchezza ma ho sempre pensato che in primis lo sport deve essere governato dagli sportivi e, di conseguenza, le società devono essere del tutto padrone del proprio destino. Prendete il top a livello mondiale del professionismo extracalcio, l’NBA la Lega di Pallacanestro americana: è stata guidata per 30 anni da David Stern. Forse non avrà mai preso una palla a spicchi in mano però veniva eletto, quindi messo in discussione, ogni anno, con pugno di ferro ha imposto i test antidroga ed introdotto i tetti salariali e le squadre (cosiddette franchigie) non Andrea Verdolini appartengono a nessuna federazione. Per il calcio mi accontenterei di molto meno: magari che questo movimento, che a livello planetario viaggia a più di cento all’ora, non abbia più il freno tirato dai Blatter di turno (un velo di silenzio su Platini). Utopie? A pensarci bene forse, quell’irascibile monellaccio di Diego Armando Maradona quando diceva che “la Fifa è un parco giochi di corrotti con un dittatore a vita” non aveva proprio tutti i torti. Incredibile, a lui, amico intimo di Fidel Castro adesso dà ragione addirittura l’Fbi. Miserie e nobiltà... “ Servono ancora le federazioni con questa pletora di dirigenti che sembrano aver dimenticato lo spirito sportivo per favorire solo quello commerciale? ” Diego Armando Maradona Ario Costa Joseph Blatter 7 biancorosso La tripletta di Cristian Buonaiuto Segno, vinco e mi sposo Due pronostici ed una certezza: la data delle nozze dell’attaccante biancorosso. E necessariamente in quest’ordine perché adesso conta solo dare il massimo per vincere con la squadra biancorossa. A di Alessandro Savi volte si è sulla stessa lunghezza d’onda senza aver mai navigato lo stesso mare. E’ quanto accade con questa intervista a Cristian Buonaiuto. Quando gli facciamo vedere l’esempio di una copertina che abbiamo pensato per lui con l’immagine di Ronaldo non potevamo certo sapere che il giocatore portoghese è la sua musa ispiratrice. Bella coincidenza, non potevamo iniziare nel migliore dei modi… E’ vero. Considero Ronaldo un grandissimo giocatore. Però non scrivete cose non vere: mi ispiro a Ronaldo ma non ho mai pensato di sembrare lui né tantomeno di essere un fenomeno come lui. Promesso. Andiamo subito alla Maceratese. Dopo averti conosciuto e apprezzato nell’esperienza di Sassari, mister Bucchi ti ha fortemente voluto con se a Macerata. Lo stai ripagando con belle prestazioni… Diciamo che sto facendo di tutto per meritare la sua fiducia: spero di continuare a ripagarlo per tutto il resto del campionato. Mi ha dato l’opportunità che cercavo. Il pregio maggiore che riconosci al Mister? Ha una forza e una determinazione che riesce a trasmettere a 8 tutti. Ha puntato su queste virtù fin dall’inizio della stagione e se ci troviamo ai piani alti della classifica è soprattutto grazie al suo carattere. Basta la determinazione per vincere? Non dico questo. Vincere non è mai facile. Ci sono delle squadre che hanno organizzato la rosa proprio per vincere il campionato. Prendi la SPAL, ha venti giocatori che potrebbero giocare già dall’inizio della gara tutte le partite. E qualche differenza con la nostra squadra c’è. Anche noi abbiamo una rosa ampia ma formata da tanti giovani che ancora non hanno tanta esperienza nel calcio professionistico Penso, ad esempio, ad Altobelli, a Cesca, a Massei. Poi magari entrano in campo e ti sorprendono. Molte cose sorprendono…lo stesso campionato è tutta una sorpresa… E’ vero, se pensiamo alle ultime partite come alla SPAL che perde 2 a 1 con il Pisa, o noi che perdiamo con il Tuttocuoio si può dire che in questo girone nessuna gara è scontata, può concludersi con qualsiasi risultato. Nessuno immaginava che la Spal venisse a Macerata e non riuscisse una sola volta a tirare in porta. All’inizio dell’anno nessuno si aspettava tutto questo equilibrio. l’intervista Chi è Cristian Bonaiuto E’ nato a Napoli, il 29 dicembre 1992. Esordisce in Prima Divisione della Lega Pro con la maglia del Benevento a 18 anni poi, nel campionato 2011/12, si trasferisce ad Aprilia (seconda divisione) dove realizza ben 10 reti. Da quel momento, la sua carriera è una parabola ascendente: due stagioni al Benevento in prima divisione (27 presenze e 3 reti), un assaggio di serie B a Padova (2014) poi, lo scorso anno, una stagione divisa tra Teramo (11 presenze) e Torres (14). Dopo l’esperienza in terra sarda decide di seguire mister Bucchi a Macerata. 9 biancorosso Il Mister qualche settimana fa, nel day after con l’Aquila, ha invitato tutti a sostenere di più la squadra soprattutto nelle sfide più difficili… Sì, lo condivido. Abbiamo dimostrato molto. E’ importante adesso continuare a crederci proprio perché tutte possono diventare forti. Siamo andati a Pistoia e ci hanno dato filo da torcere, siamo andati a Siena e hanno fatto una grande partita. Sono tutte dure. Sei molto giovane, si può già parlare del momento più bello della tua carriera? E’questo il mio momento più bello. Quest’anno sto dimostrando veramente ciò che valgo. Negli ultimi due anni non ho fatto grandi cose. Ero sceso un po’ dopo la prima stagione ad Aprilia che era andata alla grande. Mi aspettavo magari non di salire di categoria ma di avere più continuità. Sono rimasto un anno e mezzo a Benevento. Poi sono approdato in B ma non ho mai avuto la possibilità di giocare, se si esclude una partita. Questa stagione nella Maceratese è la migliore opportunità che potesse capitarmi per mettermi alla prova. Stiamo disputando un campionato importante e mi sento uno dei protagonisti. Spero di esserlo fino alla fine. Contro il Teramo ti sei scatenato, sembrava volessi “punire” una società che ti ha trattato male. Cosa è successo in realtà in Abruzzo lo scorso anno? No, non è così. Sono andato in Abruzzo grazie al mister Vivarini che già mi aveva allenato l’anno prima ad Aprilia. E’ capitato che mi sono fatto male. Quanto mi sono ripreso, sono rientrato ed ho iniziato a giocare normalmente. Nel frattempo si sono infortunati altri compagni di squadra ed il mister è stato costretto a cambiare modulo di gioco. A quel punto sono iniziate le mie difficoltà: avevo finalmente trovato l’assetto giusto quando, repentinamente, sono cambiati gli schemi. Nel corso di una trasmissione mi chiesero se desideravo andar via da Teramo: risposi, con la massima sincerità, che ero venuto per giocare e che, se per Buonaiuto non ci fosse stato il giusto spazio, preferivo andar via. Il presidente la prese un po’ male. Poi un giornalista riportò in un giornale delle dichiarazioni attribuite a me ma assolutamente non vere e tutto il fatto divenne più grave di quello che era. Però, contro il Teramo, mi sono preso una bella rivincita. Da napoletano doc, sarai certamente un accanito tifoso dei biancoazzurri di Sarri… E invece no, (dice sorridendo). Sono addirittura milanista ma non sono più un tifoso accanito, diciamo che mi limito a simpatizzare. Ti ha deluso il Milan? No. Mi riferisco al calcio in generale che non è più quello di una volta. Non ci sono più i campioni di qualche anno fa: Del Piero, Ronaldo dei vecchi tempi, Maldini, Nesta. Oggi il calcio è molto più fisico, meno dinamico rispetto agli anni passati dove prevalevano la tecnica e la classe. Come quella, immensa, di Clarence Seedorf. Non riguarda solo il calcio, anche nel tennis sembra prevalere la forza… Il tennis mi piace tantissimo. E ci vedo un ritorno di qualità. La vittoria di Flavia Pennetta al Flashing Meadows ha dimostrato questa crescita della qualità. Stanno tramontando i tennisti-macchine: se pensiamo, tanto per fare un esempio, a Nadal che fino ad ieri faceva prevalere esclusivamente la sua fisicità andando a tremila dal primo all’ultimo set, adesso sta facendo vedere meno forza e più “stoffa”. Il massimo esempio è Federer, una classe indiscutibile. Nel tuo profilo FB si legge: “Un grande gruppo non si ferma davanti a nulla”… E’ vero. E’ il gruppo che fa la differenza. In Lega Pro raramente si trovano giocatori che risolvono le partite da soli, un Higuain per intenderci. Per carità, può anche capitare che in una giornata storta in cui la squadra gioca male, ci sia il singolo che risolve tutto, ma è molto raro. Per contro, se il gruppo è unito e resta compatto, le partite si vincono con più facilità. Devi dire un grazie, a chi lo dici? Senza dubbio alla famiglia che ha fatto enormi sacrifici per farmi arrivare dove sono adesso. Sono andato via di casa che avevo appena 12 anni per raggiungere Benevento dove ho fatto tutto il settore giovanile, non è stato facile a quell’età. Ma posso dire un altro grazie? Prego... Ringrazio la mia compagna, Laura Farnesi, che mi sta dando tutto il sostegno di cui ho bisogno. L’amore ti fa star bene e se stai bene in amore stai bene anche in campo: riesci a dare il massimo in tutto. Per questo, a giugno, mi sposo. 10 l’intervista “ Nessuno risolve la partita da solo. Un gruppo unito, forte e compatto non si ferma davanti a nulla. E fa la differenza ” 11 12 14A GIORNATA Domenica 6 Dicembre 2015 ore 14.00 L a Carrarese è una delle società che hanno scritto la storia della serie C con ben 46 stagioni disputate nel terzo livello del calcio italiano. Nel suo palmares, vanta due partecipazioni alla serie B nel corso degli anni quaranta ed una Coppa Italia di serie C vinta alla fine del campionato 1982/83. Tra i nomi illustri che fanno parte della storia della Carrarese, vi sono diversi allenatori di grandissimo livello come Corrado Orrico, Marcello Lippi, Gigi Simoni e Silvio Baldini oltre a giocatori come Vergassola, Nappi, Banchelli, Volpi, Evani, Faccenda e Colacone. Negli anni ‘80 e ’90 i toscani hanno disputato quasi esclusivamente campionati di serie C1 mentre il nuovo millennio è contrassegnato da alterne fortune e sfortune: nel 2010, dopo 32 anni consecutivi di professionismo, la Carrarese retrocede nei dilettanti ma una cordata di VIP è pronta ad assumere il controllo della società. Il 16 luglio del 2010, infatti, il portiere della Nazionale Gianluigi Buffon, il calciatore livornese Cristiano Lucarelli (attuale allenatore del Tuttocuoio) e l’ex proprietario del Pisa Maurizio Mian acquisiscono il 50% delle quote della società che viene ripescata nella Seconda Divisione della Lega Pro e che, nella stagione successiva, attraverso i play off, guadagna la Prima Divisione. Nel corso del 2013, Buffon acquisisce il 100% delle quote societarie e diventa il socio unico della Carrarese Calcio 1908. Tuttavia, dopo appena due anni, il portiere della Nazionale Italiana dichiara l’impossibilità di proseguire da solo nella gestione della società e cede il 70% delle sue quote all’imprenditore romano Raffaele Tartaglia che diviene così il nuovo presidente della Carrarese. Oggi la società toscana sta vivendo una fase estremamente difficile: il presidente Tartaglia ha messo in vendita le quote di sua proprietà e, pur essendo scongiurata l’ipotesi del fallimento, permane una grande incertezza sul futuro dirigenziale del club che tuttavia, almeno sul campo, sta ottenendo risultati positivi a ridosso delle prime posizioni di classifica. CARRARESE L'opinione di Giulio Spadoni Dopo L’Aquila e il Tuttocuoio, incontriamo un’altra formazione in grande salute. E’ vero che la Carrarese vive una fase particolare a livello societario con il passaggio delle quote dal gruppo che fa capo a Buffon ad altre forze imprenditoriali, ma la squadra sembra non risentirne affatto ed è, anzi, lanciatissima verso i play off. A livello tecnico hanno giocatori importanti: a centrocampo, per esempio, schierano Berardocco che gioca davanti alla difesa ed imposta la manovra e Dettori, una mezzala di esperienza e di qualità; in attacco possono contare sui gol di Infantino che è sicuramente il loro giocatore più quotato ed uno dei più forti della categoria: lo scorso anno ha segnato 10 gol ad Ischia nel solo girone di ritorno ma in passato aveva fatto benissimo con le maglie della Torres e dell’Aquila. E’ la loro punta di diamante a tutti gli effetti. SAVERIANO INFANTINO MISTER REMONDINA LA ROSA PORTIERI: Ettore Lagomarsini (1993), Federico Muratori (1997), Timothy Nocchi (1990). DIFENSORI: Andrea Sbraga (1992), Christian Tavanti (1995), Dario Bagni (1996), Giacomo Benedini (1994), Leonardo Massoni (1987), Luca Barlocco (1995), Matteo Battistini (1994), Moro Alhassan (1994), Simone Sales (1988). CENTROCAMPISTI: Alessandro Gherardi (1988), Alex Pedone (1994), Eddy Gnahorè (1993), Filippo Brondi (1994), Luca Berardocco (1991), Francesco Dettori (1983), Marco Tognoni (1994), Matteo Gerbaudo (1995), Michele Cavion (1994), Yuri Amico (1998). ATTACCANTI: Davide Cais (1994), Domenico Vitiello (1996), Emmanuel Gyasi (1994), Horacio Herpen (1981), Saveriano Infantino (1986). ALLENATORE: Gian Marco Remondina 13 biancorosso MASSIMO NASCIMBENI D ifesa Maceratese La miglior della A di Nazzarena Luchetti utorevole, profondo, preparatissimo. Quando si parla dell’avvocato Massimo Nascimbeni bisogna distinguere le sue qualità di avvocato da quelle di esperto conoscitore, nonché tifoso, della squadra biancorossa. Perché allora il suo aplomb cede il posto alla battuta (“Abbiamo perso una partita? Vinceremo la prossima!”) agli aneddoti, all’esaltazione per la Rata, sempre misurata per la verità. E’ un piacere, quindi, incontralo allo stadio dell’Helvia Recina, a fianco dell’altrettanto stimato padre Giancarlo o alla moglie Silvia e il figlioletto Carlo: tutti con il cuore biancorosso. Oltre a far parte del Consiglio di Amministrazione della Maceratese, Massimo ne è il legale rappresentante. Quando si dice, unire la passione alla professione… Sono appassionato di calcio e tifoso della Maceratese. Sin dagli esordi della professione ho seguito in studio pratiche di diritto sportivo, settore che mio padre curava già da tempo. Anche in passato mi era capitato di assistere la Maceratese. Ricordo con particolare soddisfazione di aver vinto alla CAF di Roma, 14 LA TESSERA DEL TIFOSO? “SONO CONTRARIO AD OGNI FORMA DI SCHEDATURA”. IL CASO GARAFFONI? “CI BATTEREMO COME LEONI”. INCONTRO CON MASSIMO NASCIMBENI, AVVOCATO TRA I PIÙ STIMATI E LEGALE DELLA SQUADRA BIANCOROSSA, CHE CI SPIEGA ALCUNI ASPETTI GIURIDICI DEL CALCIO. CON QUALCHE CONFIDENZA INASPETTATA COME QUELLA VOLTA IN CUI FU ESPULSO… all’epoca della presidenza Barcaglioni, una vertenza contro il Riccione Calcio, contribuendo, con quei 3 punti conquistati a tavolino, alla salvezza della nostra squadra. In questi anni di presidenza della dott.ssa Tardella il nostro studio legale ha assistito con continuità la società e da questa stagione sono entrato nel direttivo per dare il mio contributo professionale. In questo senso posso dire di essere fortunato a poter coniugare la passione con la mia professione. Avvocato, diciamoci la verità: uno stadio blindatissimo, con norme così restrittive non scoraggia, più di altri, il tifoso maceratese di animo quieto per natura? È innegabile che l’Helvia Recina presenti oggi alcune criticità, prime fra tutte, a mio avviso, le difficoltà che i nostri tifosi devono affrontare in occasione delle partite per raggiungere lo stadio. Penso in particolare alla mancanza di parcheggi, come pure alla scomodità del percorso di accesso alla tribuna. Devo dare atto all’Amministrazione comunale di aver rispettato gli impegni presi per adeguare in breve tempo lo stadio alle rigorosissime normative federali sulle infrastrutture. Ritengo, tuttavia, che in certi casi basterebbe un po’ di ragionevolezza o di buon senso da parte delle varie autorità per alleviare ai tifosi, specie a quelli meno giovani o fortunati, le indubbie difficoltà esistenti. Mi riferisco, ad esempio, alla paradossale vicenda del parcheggio ospiti negato ai nostri tifosi in occasione della partita con la Spal, oppure a quella ancor più assurda degli ombrelli fatti lasciare, sotto il diluvio, fuori dalle recinzioni in occasione della gara contro L’Aquila. Certamente questo eccessivo, talvolta ingiustificato, rigore non incoraggia la gente a venire al campo. Proprio per questo motivo mi sento di esprimere un caloroso ringraziamento ai nostri tifosi che, malgrado queste innegabili difficoltà, sono accorsi sempre in buon numero allo stadio, non facendo mancare mai il loro sostegno alla squadra. Come considera, in generale, la legge antiviolenza? Ritengo che sanzionare, anche duramente, i fatti di violenza che accadono in occasione di manifestazioni sportive sia giusto, anzi doveroso, a tutela del calcio e di quei tifosi, che sono poi la stra- il personaggio Chi è Foto MASSIMO ZANCONI Massimo Nascimbeni è nato 43 anni fa a Macerata, dove vive con la moglie Silvia ed il figlio Carlo. Laureato in giurisprudenza con lode all’Università di Macerata, esercita la professione di avvocato nello studio legale di famiglia, nel centro storico della città, insieme al padre Giancarlo e al fratello Stefano. Si occupa prevalentemente di diritto civile e diritto sportivo. 15 biancorosso grande maggioranza, che si recano allo stadio per vivere una giornata di sport e di divertimento. Trovo, però, che le norme che vengono applicate per prevenire comportamenti violenti siano per taluni aspetti eccessivamente rigorose e restrittive, finendo talvolta per ottenere l’effetto opposto di allontanare dagli stadi proprio quella parte sana della tifoseria che si vorrebbe tutelare. Nella partita giocata in casa con la SPAL, i tifosi della squadra biancoazzurra non hanno potuto seguire la propria squadra per il divieto di trasferta a causa di alcuni incidenti. Ritiene che l’Osservatorio sia un organo con troppi poteri? Credo che questo sia proprio uno di quei casi in cui la prevenzione sia stata eccessiva. Vietare una trasferta ai residenti di un’intera regione per presunti episodi violenti, così ho letto, avvenuti in un autogrill tra due gruppetti isolati di tifosi mi è sembrato eccessivamente punitivo, finendo per colpire indiscriminatamente la tifoseria ed un’intera città. Le punizioni esemplari, che prescindono dall’accertamento delle responsabilità dei singoli, non mi sono mai piaciute. Non è solo con i divieti che si risolvono i problemi del calcio. Occorrerebbe, prima ancora, un’operazione culturale di educazione, specie delle generazioni più giovani, ai principi dello sport, che in- vece mi sembra manchi completamente nei programmi di chi governa il calcio. La tessera del tifoso voluta dal ministro Maroni, che regolamenta e limita l’accesso allo stadio, è la conseguenza del tanto discusso art. 9 della legge Amato, che vieta, a chiunque abbia avuto un daspo o una condanna per reati da stadio, di acquistare biglietti. Qual è il suo parere in merito? La tessera del tifoso non mi piace. Per cultura personale sono contrario ad ogni forma di schedatura. Comprendo l’esigenza di tenere lontano dagli stadi chi si sia reso colpevole di fatti violenti. Nondimeno, ritengo che tale finalità si potrebbe conseguire senza giungere all’estremo di obbligare a tesserarsi tutti coloro che vogliono seguire la propria squadra del cuore in trasferta. Ad esempio, i biglietti nominativi e l’imponente sistema di video sorveglianza presente in tutti gli stadi professionistici mi sembra possano già garantire, insieme alle altre misure di sicurezza, un adeguato deterrente alla commissione di fatti violenti negli stadi indipendentemente dalla tessera. A dirla tutta, quello della schedatura dei tifosi mi sembra anche un falso problema, considerato che i nominativi degli appartenenti alle frange più violente delle varie tifoserie sono già ben noti alle questure ed alle stesse società di calcio. D’altro canto, non è una tessera che “ Le punizioni, che prescindono dall’accertamento delle responsabilità dei singoli, non mi sono mai piaciute. Non è solo con i divieti che si risolvono i problemi del calcio. Occorrerebbe un’educazione culturale ai principi dello sport, che invece sembra mancare nei programmi di chi governa il calcio. 16 ” possa di per sé impedire o scoraggiare la commissione di fatti violenti da parte di chi sia intenzionato a compierli. Avvocato, ci spieghi in maniera semplice la responsabilità oggettiva che ricade sulle società con fenomeni come il calcioscommesse. Quello della responsabilità oggettiva è uno dei principi cardine dell’ordinamento giuridico sportivo. La responsabilità oggettiva è quella particolare forma di responsabilità, di carattere eccezionale, che prescinde dal cosiddetto elemento soggettivo dell’illecito, cioè dal dolo o dalla colpa del responsabile. Viene, infatti, definita comunemente “responsabilità senza colpa”. Proprio nei casi di calcioscommesse, di cui tanto si parla in quest’ultimo periodo, le società sono chiamate a rispondere a titolo di responsabilità oggettiva dei fatti illeciti commessi dai loro tesserati, correndo quindi il rischio di venire sanzionate indipendentemente dalla propria colpa per il sol fatto che l’autore dell’illecito è un proprio tesserato. È di tutta evidenza che l’applicazione, pressoché automatica, di questo rigorosissimo principio possa condurre in certi casi a conseguenze sanzionatorie profondamente ingiuste e talvolta aberranti, considerato che le società possono essere sanzionate anche se nella realtà dei fatti, specie in ambito dilettantistico, non hanno nessun potere di controllo o di vigilanza sui propri tesserati e nulla possono fare materialmente per prevenire o evitare la commissione dell’illecito. A proposito del giocatore Garaffoni, si parla di una eventuale responsabilità che potrebbe ricadere sulla società Maceratese. La scure della responsabilità oggettiva rischia, purtroppo, di abbattersi anche sulla Maceratese. La Società è chiamata, infatti, a rispondere a titolo di responsabilità oggettiva del presunto comportamento illecito del calciatore Mirko Ga- il personaggio raffoni, suo tesserato all’epoca dei fatti, al quale viene contestato di aver concorso insieme ad altri ad alterare il regolare svolgimento della partita L’Aquila – Santarcangelo dello scorso campionato di Lega Pro. Non può certo sfuggire, anche nel nostro caso, la profonda ingiustizia di tale imputazione, in quanto la Maceratese, all’epoca società dilettantistica, non aveva nessun potere di controllo o di vigilanza sul Garaffoni fuori dal campo, tanto meno nella sfera della sua vita privata, e pertanto non poteva fare nulla per prevedere o impedire la commissione del presunto illecito a lui contestato. A ciò si aggiunga che la società è completamente estranea alla presunta combine e, per di più, priva di qualsiasi interesse alla stessa, riguardando la partita di un campionato diverso da quello che disputava, dalla quale, pertanto, non ha tratto alcun vantaggio. C’è da dire che, purtroppo, la giurisprudenza degli organi di giustizia sportiva è consolidata nel fare applicazione pressoché automatica del principio di responsabilità oggettiva nei casi di calcioscommesse, anche se in quest’ultimo periodo si sta assistendo ad una certa attenuazione dell’entità delle sanzioni inflitte a carico delle società. Recentemente, vi è stata una prima, importante apertura in direzione del superamento del principio nella decisione del caso Matteini/Luparense che, per le analogie con quello Garaffoni/Maceratese, ci fa ben sperare. Senza voler creare illusioni, è ragionevole ritenere, in analogia a quanto accaduto in altri casi, che la Maceratese rischi un punto di penalizzazione da scontare in questo campionato. Ovviamente, ci batteremo come leoni nel tentativo di scardinare questo principio anacronistico, ingiusto e contrario ai più elementari principi di civiltà giuridica, primo fra tutti quello che recita “nessuna responsabilità senza colpa”. L’allungamento dei tempi per arrivare ad un giudizio sarà un problema? L’udienza dibattimentale del procedimento scaturito dal deferimento dei vari incolpati è fissata avanti al Tribunale Federale Nazionale di Roma per il prossimo 11 gennaio. E’ prevedibile, pertanto, che, esauriti tutti i gradi di giudizio, si possa arrivare ad una decisione definitiva non prima di marzo-aprile, il che rappresenta un’altra ferita inferta alla regolarità dei campionati, poiché le classifiche rischiano di essere stravolte per effetto delle decisioni dei tribunali sportivi proprio sul finire della stagione quando i giochi sono ormai quasi fatti, come accaduto negli anni scorsi. Veniamo a lei. La prima partita a cui ha assistito… Impossibile dimenticarla. Era la partita di esordio del campionato 1976/77 che la Maceratese disputava in casa contro il Ravenna. Avevo appena 4 anni ed era la prima volta che mio padre mi portava al campo. Mi è rimasta impressa in modo indelebile non per il risultato o per le azioni di gioco, che sinceramente non ricordo, ma per un episodio “simpatico” che mi è accaduto. Assistevo alla partita a bordo campo, vicino alla panchina dove sedeva mio padre e stavo giochicchiando con il pallone, quando, dopo pochi minuti dal fischio di inizio, sono stato “espulso” dal direttore di gara che ha invitato mio padre ad allontanarmi dal campo a salvaguardia della mia in- columità. Sono scoppiato in un pianto dirotto mentre mi accompagnavano in tribuna, dove c’erano ad aspettarmi mio zio e mio nonno. Insomma, espulso a 4 anni, all’esordio, dopo 5 minuti: credo di aver battuto tutti i record… E quella che più l’ha emozionata? Bella domanda. Ce ne sono tante. Mi piace ricordarne almeno due, una lontana nel tempo ed una più recente, in modo da abbracciare idealmente nella memoria un po’ tutto il mio percorso di tifoso, dall’infanzia ad oggi. Mi riferisco all’indimenticabile vittoria nel derby con la Civitanovese del lontano aprile 1981, suggellata da quel bellissimo gol di testa del maceratese doc Moreno Morbiducci. Non avevo compiuto ancora 9 anni, ricordo di aver assistito alla partita in gradinata col cuore gonfio di emozione in mezzo ad altri diecimila tifosi biancorossi esultanti. L’altra partita-simbolo che mi piace ricordare è la recente vittoria contro la Spal, con gol di Giordano Fioretti che, seppur a distanza di così tanto tempo, mi ha fatto rivivere oggi, da adulto, le stesse incredibili emozioni di allora. Come definirebbe il suo rapporto con la Presidente Tardella? Direi un rapporto di stima e fiducia reciproche. Credo che tutti noi tifosi biancorossi dovremmo essere grati alla dott.ssa Tardella per quanto ha fatto in questi cinque anni per la Maceratese. In particolare, in quest’ultimo periodo ne ho potuto apprezzare più da vicino le doti di manager capace e di guida forte e salda della Società. Il suo sogno per questa Maceratese? Mi auguro che la Maceratese possa diventare una realtà consolidata nel panorama del calcio professionistico. Aggiungerei il desiderio di rivedere lo stadio gremito, colorato di biancorosso, come ai tempi di quel famoso derby che ho prima ricordato. 17 biancorosso Via D. Concordia 80 (Piediripa) 62100 Macerata (MC) T. 0733 283101 Fax 0733 283103 [email protected] LA PREPARAZIONE DEL TERRENO Il terreno sul quale semineremo e coltiveremo il nostro prato deve possedere delle caratteristiche piuttosto precise per garantire uno sviluppo corretto della radice e per dare un rapporto equilibrato tra la parte ipogea (nel terreno) ed epigea della pianta (apparato fogliare): piani di sgrondo corretti, giusto rapporto aria/acqua nel profilo (drenaggio), corretto grado di acidità (pH tra 6-7 e 2-3% sostanza organica). Solo con una preparazione adeguata del substrato si potrà ambire ad un tappeto erboso sano, vigoroso e duraturo negli anni. Dopo aver conferito al terreno grossolanamente le linee di pendenza per garantire il deflusso delle acque, ed in seguito aver provveduto alla realizzazione dell’impianto irriguo, occorre effettuare una fresatura del terreno con sminuzzamento fine dello stesso poiché spesso il terreno del giardino proviene dallo scavo effettuato per la realizzazione delle fondamenta dell’edificio. In questa fase è opportuno pensare ad incorporare i materiali giusti per ottenere il nostro scopo: acidi umici concentrati, microelementi - che favoriscono la trasformazione dell’azoto in forma assimilabile dalla pianta - e sabbia (fine 1-1,5mm, lavata e preferibilmente silicea) che garantisce la macroporosità del substrato favorendo la penetrazione dell’aria e di conseguenza quella della radice. La preparazione si completa con una rastrellatura grossolana per asportare eventuali pietre presenti e residui vegetali fastidiosi ed una rastrellatura finale accurata atta ad eliminare qualsiasi avvallamento presente nel quale l’acqua possa accumularsi. A questo punto siamo pronti per seminare! Via D. Concordia 80 (Piediripa) 62100 Macerata (MC) T. 0733 283101 Fax 0733 283103 [email protected] 18 primo piano 19 20 In trasferta am bi 15A GIORNATA PISA sabato 12 dicembre ore 17,30 l d i C ar oC Pisa vituperio delle genti! N on chiedete a me, labronico di nascita, d’esser gentile con i pisani. Così dirò col Dante del XXXIII dell’Inferno là dove si narra la triste vicenda del Conte Ugolino “Ahi Pisa, vituperio de le genti del bel paese là dove ‘l sì suona, poi che i vicini a te punir son lenti, muovasi la Capraia e la Gorgona, e faccian siepe ad Arno in su la foce, sì ch’elli annieghi in te ogne persona!”. Si celia, ché Pisa è città mirabile e bellissima anche se chiusa in una sorta di auto-contemplazione e di autocommiserazione della fu potenza. Tant’ che i pisani provano a storpiare l’endecasillabo dantesco in “Pisa virtù e imperio delle genti”. Ma non ci crede nessuno! Fiera repubblica marinara pagò pesante scotto a Genova alla Meloria e poi il debutto di Livorno gli tolse respiro. Ma proprio dalla Chiesa dei Cavalieri di Santo Stefano dove si celebrano le passate glorie guerresche e marinare v’invito a principiare il tour per la Magnifica. Qui vedrete gli stendardi della battaglia di Lepanto. Sta il bello di Pisa racchiuso in un chilometro quadrato. Da piazza dei Cavalieri dove ammirare la facciata del palazzo della Carovana progettato dal Vasari e sede della “Normale” una delle più prestigiose università del mondo si va sui lungarni. Non perdetevi quel gioiello gotico che è la chiesa della Santa Spina, né la teoria dei palazzi: dal Medici, al Lanfranchi, al Gambacorti fino al palazzo Reale (Lungarno Pacinotti) dove Galileo Galilei condusse gli esperimenti col cannocchiale. Qui una sosta è d’obbligo al Caffè dell’Ussaro: un monumento. Poi per via Santa Maria, che è una sorta di museo a cielo aperto, arrivate a piazza dei Miracoli. Lì sta la torre pendente, lì stanno il Duomo con il lampadario che ispirò a Galileo il moto perpetuo e il battistero. Sono gioielli unici, archetipi del Romanico pisano. Ma anche il Campo Santo va visto: la terra fu portata dai crociati dalla Palestina. E’ quella del Golgota. Ora per un aperitivo andate in Borgo Stretto – la strada più antica di Pisa scandita dal Casino dei Nobili e dal Bagno di Nerone che erano le terme romane - da Salza e poi lasciatevi contagiare dallo struscio elegante di Borgo Largo fino alla bellissima chiesa di San Michele in Borgo. A Pisa l’arte zampilla come l’acqua dalla fontana dei Putti; una visita al museo arcivescovile è indispensabile, così come l’acquisto della cioccolata di DeBondt in San Martino all’82. Vi farà dimenticare il terribile verso dantesco! E’ tempo di mettersi a tavola sapendo che a Pisa si mangiano ottimi panini come all’Ostellino, all’1 di Piazza Felice Cavallotti, ed è imperdibile la cecìna (o torta di ceci) che si trova in ogni dove ed è speciale da Nando in Corso Italia 103. Tra i ristoranti potete optare per l’Enoteca Al Vicolo Divino (via Serafini 10, tel. 377 942 8446) per l’Osteria San Paolo (Via San Paolo 16, tel. 050 501194), o per Il Campano (via Cavalaca 19 tel. 050 580585). Avendo tempo, merita notevole attenzione a Coltano Il Granaio (Via Palazzi, 34, tel. 050 989144). 21 biancorosso Batticuore nasce con l’intento di ricordare. Convinti come siamo che senza memoria non c’è futuro, riteniamo utile e meritevole, dare spazio a chi certi momenti li ha vissuti da protagonista. ENRICO MARIA SCATTOLINI c’è sempre stato. Per questo numero, gli passo volentieri la penna. Alessandro Savi MEMORIE DI UN CRONISTA CON LA RATA NEL CUORE di Enrico Maria Scattolini L e mie sinapsi riescono ancora a collegare la magia di questo campionato agli indimenticabili episodi del 1966/67. Stagione strepitosa, salvo ovviamente l’epilogo della promozione in serie B in favore del Perugia di Mazzetti. E’ stato l’apogeo della storia della Maceratese nel dopoguerra. In mezzo, tanti anni di commenti, interviste e pagelle di me medesimo, giovane cronista de “Il Resto del Carlino”. Ed oltre trenta di telecronache dagli stadi di tutt’Italia. Iniziate con le telecamere di “Tv Ras”, proseguite con quelle di “Tvrs” e “Telemacerata” - ideata e realizzata con il prezioso ausilio di un gruppo di miei amici - infine concluse con l’attuale “E’Tv Marche”. L’avvento dello streaming di “Lega Pro Channel” al momento mi ha … cassaintegrato. Da vecchietto, posso ora dare spazio ai ricordi. Che sono innumerevoli, per il lungo arco temporale che ripercorrono: significativi di accadimenti 22 batticuore positivi e negativi. Coinvolgono partite, dirigenti e giocatori i quali, a seconda delle circostanze, hanno fatto grande (ma anche talvolta piccina) la Benamata. Seguita da tifoserie conseguentemente mutevoli nella loro assiduità allo stadio. Dall’imbattuto record degli undicimila spettatori all’Helvia Recina di Maceratese-Civitanovese di Brizi e Di Giacomo, ai “forni” di tante stagioni vissute negli anfratti del settore dilettantistico regionale o, addirittura, provinciale. Fra queste ultime rammento il racconto di un incontro di terza categoria sul campo della Pace, fra i biancorossi e la squadra di Madonna del Monte, e quello di un altro scontro titanico a Villa Potenza contro gli eroi locali. E poi umilianti sconfitte su altri “rettangoli” di paesi limitrofi: massima quella sonora e sommamente irridente di Monte San Pietrangeli. Il tutto appesantito da retrocessioni verticali. A questo punto confesso di trovarmi di fronte all’insuperabile problema d’identificazione delle date: sia del pregresso, sia di quanto aggiungerò. Quindi non proverò neppure ad indovinarle confidando che i lettori comprendano e – magari! - riescano anche a giustificare l’indolenza propria della mia età. In caso contrario, non abbiano scrupolo a voltare pagina. In assoluto, la prima partita dei biancorossi trasmessa in tv fu Viadana-Maceratese, della Serie D di allora. Complice la sponsorizzazione del mobiliere Capponi. Ne sono seguite innumerevoli altre. Il più bel frammento della mia memoria è legato al summenzionato derby con la Civitanovese. Alla fine dei giochi furono i rossoblù di Gegè Di Giacomo a salire in C1 insieme al Padova ma, nella circostanza, sull’impazzito (di passione) catino dell’Helvia Recina, furono battuti dai ragazzi di Brizi con uno splendido gol di testa di Morbiducci. Sarebbero poi dovuti trascorrere diversi lustri per scivolare dal più bello al più deludente dei miei appuntamenti domenicali con la televisione. Accadde a Reggio Emilia, nella finale play-off con il Livorno per la promozione in terza divisione, dopo l’eliminazione in semifinale dell’Arezzo di Cosmi. Una disastrosa dèbacle, in parte causata da una difesa devastata dall’espulsione di De Amicis e l’infortunio di Colantuono, ma per 23 biancorosso certi versi incomprensibile per le scelte tattiche di Nobili, subentrato nel durante a Giovannino Pagliari sulla panchina biancorossa. In primis la rinuncia a Cento che aveva invece furoreggiato nel precedente, ravvicinato scontro vincente con i toscani nella regular season, all’ “Ardenza”. Sempre trasformati in autentiche calamità questi spareggi per la Maceratese. Puntualmente pagati con la retrocessione quando furono disputati nella ridimensionata versione playout. A Faenza, ultimo atto della presidenza Monachesi, a Cecina ed a Ladispoli. In Romagna corsi il rischio d’imbattermi nell’ira vendicativa dell’allenatore Di Somma che, nonostante i polemici precedenti personali e la contingente agitazione, decisi di rincorrere sul campo per non fargli mancare l’intervista del commiato. In Toscana apprezzai il misericordioso intervento di Agroppi che riuscì a convincere l’inconsolabile Musarra (per il clamoroso errore di piazzamento sul determinante autogol di Onorato, nel finale di una gara dominata dalla Benamata) ad andare sotto la doccia. Nel Lazio fui commosso dal pianto dirotto dell’incolpevole mister biancorosso dell’epoca, involontariamente scovato lontano da sguardi indiscreti. Ma la telecronaca più drammatica fu quella della sconfitta di Monselice che, di fatto, costò alla strepitosa Maceratese dei gioiellini Pagliari e Morbiducci il commiato dai sogni di gloria. La improvvisai appollaiato sul tetto degli spogliatoi per la mancanza di postazioni televisive in tribuna. Interminabile il lungo viaggio di ritorno con il collega Mauro Giustozzi ed il cameraman Danny De Luca con i quali, nonostante svariate e ribadite analisi tattiche, non riuscimmo a farci una ragione dell’orribile conclusione di una partita dominata e addirittura contrassegnata dall’iniziale vantaggio dei biancorossi con una rete di Smeraldi. 24 Non mi andò bene neanche a Prato dove fui scaraventato fuori dall’impianto del “Lungobisenzio” ed immediatamente aggredito insieme a Carlo Valentini -allora fresco studente d’ingegneria a Bologna - ed alla “riserva” Carlà, dall’erculeo nonno di Vieri. Furono dolori! Così come a Brindisi quando poco mancò che il mio amico Giancarlo Nascimbeni, allora capintesta biancorosso, mi lasciasse ramingo in un ristorante di San Severo per l’irrisolta questione di qualche critica di troppo. Oppure in una delle tante trasferte a Mestre quando io e Danny De Luca, in emergenza per carenza di risorse economiche, scoprimmo sull’autostrada che il set di pneumatici - ingenuamente accettato come contropartita di sponsorizzazione da un gommista concittadino - era limitato all’esclusivo uso ”agricolo” e quindi non utilizzabile per velocità superiori ai dieci chilometri l’ora. Ma anche bei ricordi si affollano nella mia mente ora che ho completamente aperto il file. LA TELECRONACA PIU’ PRESTIGIOSA al “Marassi” contro il Genoa, nonostante i tre gol conclusivi sul groppone della Maceratese. LA TELECRONACA PIU’ ….ROMANTICA al “Sant’Elena” di Venezia. Pur se nella mia èquipe c’erano solo robusti maschioni.. LA TELECRONACA PIU’ EMOZIONANTE all’”Appiani” di Padova. Realizzata a contatto di gomito (io fedele nerazzurro) con Ivanoe Fraizzoli, presidente dell’Inter che, all’epoca, sembrava interessata a Pagliari e Morbiducci i quali disputarono una ripresa splendida di gioco e di reti, ma non sufficiente ad annullare completamente il largo vantaggio accumulato dai veneti nel primo tempo. LA TELECRONACA DELL’AUSPICIO quella di Terni. Dal momento che il gol del successo realizzato da Mazzanti su calcio di rigore, sapientemente battuto un attimo prima della fine del match, con la rete della curva già a terra per l’incombente invasione di campo da parte della tifoseria locale, fu l’atto iniziale del meraviglioso campionato dei biancorossi di Tony Giammarinaro. Questa la Maceratese delle mie rimembranze. Altalenante fra bellezza e bruttezza, nel corso di mezzo secolo. L’attuale della Presidentessa Tardella sembra solo vincente. Meglio così. LA TUA OCCASIONE IMMOBILIARE IN VENDITA SU WWW.GOBID.IT ! PORTO RECANATI Appartamenti al Mare Porto Recanati Bolognola Porto Recanati Negozio in centro Villa in Montagna Appartamento fronte mare [email protected] 0737.78.20.80 25 Settore giovanile I “BRAVI RAGAZZI” DI DOTTORI E ROSSI di Luca Muscolini i abbiamo già parlato, nello scorso numero, dei Giovanissimi di Antognozzi e Procaccini. Il nostro viaggio nelle “pieghe” giovanili della Rata, là dove si forgiano i futuri uomini prima e campioni poi, prosegue nel comparto Allievi. Mister Gianluca Dottori, alla testa degli Allievi nazionali Under 17, è un motivatissimo “cavallo di ritorno”. “Ringrazio la società – dice Dottori - in particolare la dott.ssa Tardella e l’amministratore delegato Nacciarriti, per l’opportunità che mi è stata concessa di tornare ad allenare alla Maceratese, motivo di grande soddisfazione. Quì ho ritrovato persone straordinarie ed un ambiente sano e passionale. Credo che come settore giovanile si stia seguendo una logica importante, in linea con il responsabile Franco Gianangeli che sta delineando obiettivi professionali e professionistici di rilevanza, in virtù della sua enorme esperienza calcistica. Le priorità sono quelle di sempre: far crescere il bambino e l’adolescente senza stress e tante pressioni. La filosofia del lavoro è riassumibile in una sola parola: divertimento. Il gioco deve essere alla base di tutto. Certo, il risultato è importante, ma dobbiamo allenare il giovane alla vittoria e anche alla sconfitta; perché è attraverso la sconfitta che si cresce, puntando al miglioramento. La rosa si compone di alcuni ragazzi esterni, che vivono al Convitto nazionale (novità stagionale dovuta al salto di categoria che impone maggiore qualità ed un congruo numero di pedine, ndr) e da altri dal comprensorio. Ritengo – continua Dottori - si tratti di ragazzi fantastici per i sacrifici che fanno quotidianamente. Molti di loro partono il mattino, di buon’ora, per recarsi a scuola, poi mangiano in mensa o si accontentano di un panino per arrivare puntuali all’allenamento e rientrare alla base in serata; alcuni sono passati da due a quattro allenamenti settimanali, un incremento notevole alla loro età, ma nonostante tutto sono sempre presenti e vivono l’avventura con tanto entusiasmo e senso di responsabilità. Con grande V umiltà e determinazione stanno affrontando un campionato impegnativo, ritagliandosi il loro spazio ed ottenendo le loro belle soddisfazioni. Molte società della massima serie (fra cui Milan, Fiorentina ed Inter, tanto per citare qualche nome importante, ndr) hanno messo gli occhi sui nostri ragazzi di qualità, senza dimenticare le prime convocazioni Under Gianluca Dottori 16 nazionali (vedi D’Aquino, ndr). Tutto ciò ha contribuito ad innalzare il senso di appartenenza al gruppo e alla Maceratese. Ogni ragazzo ha fatto rilevare miglioramenti notevoli sotto il profilo psicologico, oltre che prettamente tecnicotattico. Insomma, la voglia di divertirsi giocando insieme sta prevalendo su tutto. Molti sono all’Helvia Recina a sostenere la Rata e nell’indossare la maglia dei propri beniamini ci Adolfo Rossi mettono il cuore e la medesima grinta!”. Dottori ringrazia in conclusione Michele Sperandio, il prof. Daniele Brugiaferri, Andrea Rocchi e l’inossidabile Enrico Coppari “che con me vivono questa bellissima esperienza. Uno dei miei difetti è l’essere puntiglioso; ai ragazzi chiedo sempre la precisione, curo nei particolari ogni esercizio, non lascio nulla al caso, pretendo sempre il massimo; mi rendo conto che ai loro occhi potrei risultare “severo”, ma sono veramente bravi, sia in campo che fuori. 27 biancorosso A loro, però, non lo dite…”. A disposizione dell’allenatore Adolfo Rossi della compagine regionale c’è una rosa composta prevalentemente da ragazzi del 2000, con alcuni Franco Gianangeli innesti di spessore del ’99, provenienti da tutto il maceratese e non solo, che rende gli Allievi regionali una rosa eterogenea, molto interessante. Il gruppo, guidato da mister Rossi, sul terreno di gioco da una vita, ora in qualità di “timoniere”, è caratterizzato principalmente dalla volontà di crescita attraverso il gioco, la professionalità ed il comportamento dentro e fuori dal campo. Nel misurarsi con realtà locali organizzate la squadra ha già ben figurato nella prima fase. La Maceratese è considerata un punto di riferimento importante e, di #Facciamo squadra conseguenza, ogni partita è preparata ed affrontata con la massima concentrazione per poter competere con avversari che ogni volta tirano fuori quel “qualcosa” in più per tentare di battere i biancorossi. “A breve inizierà la seconda fase del campionato – ricorda mister Rossi - ed invitiamo tutti gli appassionati a seguire la squadra, che giocherà ogni partita in casa alle 18.00 del sabato, nella struttura di Collevario. Con la certezza di disputare una grande seconda parte di stagione!”. Oltre 100 persone hanno partecipato, mercoledì 2 dicembre, alla cena degli sponsor e di tutti i sostenitori della Maceratese. La serata, meravigliosamente organizzata dal Direttore Marketing Fabrizio Nascimbeni, ha visto riunita, nell’accogliente sala de “IL CASOLARE DEI SEGRETI” di Treia, tutta la grande squadra della Maceratese e i suoi sostenitori. La Società ha ringraziato tutti i partner del campionato che gettano la basi per una collaborazione anche per la prossima stagione. “Grazie ai titolari del ristorante Monaldo e Marco Lucamarini che hanno offerto gentilmente la cena, grazie a tutti gli sponsor che ci sostengono e ci permettono di organizzare meglio il presente e il futuro - ha detto la Presidente Tardella - e grazie ai collaboratori e a tutto lo staff tecnico perché la passione che avverto in ognuno di voi è la forza di questa Maceratese”. 28 Settore giovanile 29 RATA POINT BIGLIETTERIA • FELPE • T-SHIRT • BOMBER • SCIARPE • OROLOGI • GADGET GALLERIA DEL COMMERCIO, 12 - MACERATA - TEL. 0733 235446 In collaborazione con Prince Sport UN MERCOLEDÌ DA CAMPIONI Incontra i tuoi giocatori preferiti! Ogni mercoledì, dalle 17 alle 19, un giocatore della Maceratese sarà presente al Rata Point per firmare magliette e palloni. Mercoledì 9 Dicembre FIORETTI - Mercoledi 16 Dicembre KOUKO. 31 IO COMPRO NELLA MIA CITTÀ Via Francesco de Vico 7 0733.233.565 Macerata (MC) [email protected] www.ottica-tasselli.it CONFEZIONI DA REGALO DOLCIUMI BOMBONIERE C.so della Repubblica, 5 tel. 0733 261133 - MACERATA 32 Punto di vista di Giancarlo Nascimbeni SARÀ IMPORTANTE RISOLLEVARSI SUBITO I l Campionato attraversa una fase cruciale che durerà fino alla sosta natalizia allorchè, a mio avviso, le posizioni di classifica si saranno delineate. È luogo comune sentire dagli addetti ai lavori che i campionati si decidono a marzo: falsa retorica che serve solo a guadagnare tempo rispetto alle pressioni dei tifosi e dei media. La verità è che, salvo eccezioni, le squadre che al termine del girone di andata saranno classificate entro i primi 5-6 posti difficilmente molleranno la presa sui play off. Addirittura la statistica ci conferma che la compagine campione d’inverno 7 volte su 10 è quella che concluderà il campionato al 1° posto. Questa premessa, lo avrete capito, è per stimolare lo staff tecnico e la squadra a tener duro ed a far tesoro della sconfitta di Pontedera contro il Tuttocuoio forse sottovalutato dai più, ma che ha mostrato valori tecnici ed agonistici assoluti e che, vedrete, metterà in difficoltà altre squadre compresa la SPAL che la affronterà in trasferta nell’ultima giornata del girone di andata. Pur nella sconfitta, la partita di sabato scorso ha evidenziato che quando la Maceratese ha giocato come sa fare (nel 2° tempo) ha creato diverse occasioni da rete al punto che, forse, ha perso la partita proprio quando pensava di poter superare l’avversario dopo il bellissimo goal di Foglia. Non bisogna, quindi, recriminare ma concentrarsi sul prossimo incontro che vedrà all’Helvia Recina la Carrarese, finalmente di domenica pomeriggio ed auspicabilmente senza pioggia con un terreno di gioco degno di questo nome. Squadra, questa, da rispettare e da affrontare con il massimo impegno e con tutte le cautele perché senza clamori si è posizionata in classifica a soli quattro punti di distacco dalla nostra beneamata. I precedenti con gli azzurri toscani risalgono a tantissimi anni orsono in quanto l’ultimo incontro tra le due squadre è quello del girone di ritorno del campionato di Serie C unica 1967/1968 allorchè la Maceratese perse a Carrara 1-0 dopo aver vinto in casa all’andata, con l’identico punteggio, con rete di Enrico “Geppetto” Montemarani, maceratese purosangue e ottimo centrocampista, che, purtroppo, è venuto a mancare di recente lasciando nello sconforto familiari, amici e compagni di squadra. Nel suo ricordo di calciatore cresciuto nel vivaio inesauribile della Robur con la guida del Maestro Tonino Seri che poi lo volle alla Maceratese, i biancorossi dovranno mettercela tutta cercando di battere anche loro, come fece lui, la Carrarese. Non ho un buon ricordo di questa squadra, sempre arcigna contro di noi, soprattutto per quello che accadde l’anno precedente, ovvero nel mitico campionato 1966/1967, quando il raggiungimento della Serie B ci fu impedito anche dalla Carrarese che pareggiò all’Helvia Recina 1-1 (rete biancorossa di Claudio Turchetto) ma ci battè inesorabilmente 2-0 allo stadio “Dei Marmi” a quattro giornate dalla fine. Quella sconfitta chiuse di fatto la possibilità di vincere il campionato, rendendo inutili le due successive vittorie casalinghe con Cesena e Vis Pesaro ed il pareggio a Prato, in quanto il Perugia ci sopravanzò di un punto ponendo fine al sogno che ci accompagnò per 10 mesi tra il 1966 ed il 1967. Negli anni precedenti le due squadre si incontrarono per la prima volta nel campionato di Serie C 1948-1949 e successivamente in quelli 1949/1950, 1950/1951, 1964/1965 e 1965/1966. Nelle 14 partite in totale disputate si è determinato un sostanziale equilibrio avendo vinto la Carrarese 6 volte, la Maceratese 5 e in 3 occasioni le squadre hanno pareggiato. Al Campo dei Pini o all’Helvia Recina la Carrarese ha vinto e pareggiato una volta perdendo ben 5 volte ma è andata peggio alla Maceratese a Carrara dove 5 volte ha perso e solo 2 volte ha pareggiato senza aver mai vinto. Sono stati molti i calciatori biancorossi che nel tempo hanno segnato almeno una rete alla Carrarese e ricordo, in particolare, oltre ai già menzionati Enrico Montemarani e Claudio Turchetto, gli attaccanti Vittorio Pin, Paci, Ragazzini, Rizzitelli e negli ultimi incontri Pietro Clementi ottimo centrocampista di Porto Potenza Picena, Maurizio Mazzanti già più volte ricordato in precedenza in questa rubrica, Vasco Dugini ed il mio caro amico e compagno di università Umberto Berti anch’egli maceratese purosangue della scuola Robur di Tonino Seri. È tempo di mettere i riflettori sulla prossima partita casalinga e confido che i nostri saranno in grado di confermare la serie favorevole delle partite casalinghe contro la Carrarese. È così auspicabile che, con la massima attenzione, si potrà ottenere la vittoria che rinsalderebbe la 2° posizione in classifica alla vigilia dello scontro diretto all’Arena Garibaldi di Pisa, ma questa è un’altra storia e ve la racconterò nel prossimo numero della rivista. 33 34 biancor C CLASSIFICA GENERALE - LEGA PRO Girone B - 29.11.2015 FRANCESCO FORTE (P) MATTIA DI VINCENZO (P) uore NICOLAS CANTARINI (P) VASCO FAISCA (D) RICCARDO FISSORE (D) FRANCESCO KARKALIS (D) GIANLUCA CLEMENTE (D) LUIGI DJIBO (D) ALESSANDRO DE ANGELIS (D) IGOR LASICKI (D) MATTIA ALTOBELLI (D) MARCO MASSEI (D) EMANUELE D’ANNA (D) RAFFAELE IMPARATO (D) GIOVANNI GIUFFRIDA (C) Squadra SPAL MACERATESE PISA (-1) ANCONA CARRARESE TUTTOCUOIO PONTEDERA ROBUR SIENA L’AQUILA (-1) PRATO RIMINI AREZZO TERAMO (-6) SANTARCANGELO LUCCHESE PISTOIESE LUPA ROMA SAVONA (-11) BADARA SARR (C) PT 29 25 24 22 21 20 18 17 17 16 15 14 12 12 11 11 6 2 G 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 LORENZO CAROTTI (C) V 9 7 7 6 5 5 4 3 5 4 4 2 5 2 3 2 1 3 N 2 4 4 4 6 5 6 8 3 4 3 8 3 6 2 5 3 4 P 2 2 2 3 2 3 3 2 5 5 6 3 5 5 8 6 9 6 GF 21 16 20 12 20 11 21 12 13 11 10 10 18 12 13 6 9 9 GS 6 11 13 9 12 7 15 9 12 12 19 13 17 15 18 12 27 17 CUORE BIANCOROSSO Registrazione Tribunale di Macerata n. 626 del 23.07.2015 Direttore responsabile Nazzarena Luchetti FABIO FOGLIA (C) MASSIMO GANCI (A) MATTEO CESCA (C) GIORDANO FIORETTI (A) YASSINE BELKAID (C) ISNIK ALIMI (A) CRISTIAN BUONAIUTO (A) RICCARDO CALAMITA (A) FRANCESCO ORLANDO (A) DANIEL KOUKO (A) Redazione Alessandro Savi, Andrea Verdolini, Luca Moscolini, Carlo Cambi, Andrea Barchiesi, Giancarlo Nascimbeni, Massimo Nascimbeni Realizzazione grafica e impaginazione Stefano Ruffini, Nazzarena Luchetti Foto Fabiola Monachesi Massimo Zanconi Per suggerimenti e opinioni [email protected] Stampa Biemmegraf - Macerata © Copyright Tutti i diritti riservati Per la pubblicità [email protected] 348-7645385 35
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