Cuore Biancorosso 10
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biancorosso C ssmaceratese.it uore rivista ufficiale N° 10 - Febbraio 2016 LE INTERVISTE Il direttore sportivo • Giulio Spadoni I centrocampisti • Fabio Foglia • Rômulo Eugênio Togni distribuzione gratuita - Foto Fabiola Monachesi CARICA RITROVATA E NUOVI ARRIVI CHE RIPARTENZA! Piediripa-Macerata, Via Cluentina 16/aVendite,officina, carrozzeria, gommista, ricambi, revisioni 0733 286800 l’editoriale di Nazzarena LUCHETTI Quel gesto esemplare di Bucchi a favore di Savini P ochi lo avrebbero fatto. E pochi lo fanno. Non prendersi gli onori, lasciare che qualcun altro della squadra lo faccia a posto tuo. Fare in modo che l’allenatore in seconda si goda tutta la visibilità della stampa, delle TV, lasciare che sia un altro ad esternare l’entusiasmo, commentare una vittoria cercata sopra ogni cosa e arrivata come l’aria che di colpo rinfresca nell’afa d’agosto. Mister Bucchi, dopo la partita contro la Lucchese, non è andato in sala stampa preferendo lasciar parlare il suo vice Mirko Savini tra la sorpresa e l’incredulità dei tanti giornalisti che hanno giustificato l’insolito gesto ipotizzando un improvviso malore e addirittura una improbabile squalifica. Il significato del gesto del Mister della Maceratese va ben al di là del semplice fair play tecnico, è frutto di una grande professionalità e del rispetto dei valori etici. “Il successo non dipende mai da una sola persona. Credo sia giusto dare finalmente una visibilità a chi sta sempre dietro le quinte, ci mette poca faccia ma tanta sostanza”. Questa la sua spiegazione ufficiale. E da gentiluomo. Un rispettoso ed esemplare passo indietro che è una lectio magistralis per un altro finale di partita dove l’aggressività verbale del mister del Napoli (e lo dico con molto rammarico in quanto sostenitrice della squadra di Sarri che pure aveva fatto parlare il suo vice al termine della partita stravinta contro il Legia Varsavia) e il dito medio alzato da Mancini sono stati, invece, un passo avanti verso il calcio più brutto. Lo Stadio Porta Elisa, insieme ad una vincente Maceratese, ha fatto emergere una presidente di ferro che dimostra ogni volta una grande competenza nel gestire la società nel calcio professionistico anche nelle situazioni meno favorevoli. Ma soprattutto ci ha fatto scoprire un grande condottiero capace di far rinascere la squadra e rendere tutti protagonisti. Nel numero 6 di questa rivista abbiamo elencato dieci motivi per cui Mister Bucchi suscita tanta ammirazione chiedendoci se fosse proprio lui la chiave di questa inaspettata Maceratese. Probabilmente la risposta l’abbiamo trovata in quel raro gesto che spiega più di tante tattiche, moduli e nuovi arrivi: la capacità di saper trovare sempre nuove motivazioni prima, durante e dopo le tempeste, di non far mai spegnere l’entusiasmo, di far sentire tutti parte di un grande progetto. Senza perdere l’autorevolezza e confrontandosi sempre con il suo staff. C’è molto da imparare da Cristian Bucchi. 3 biancorosso Punto di vista di Giancarlo Nascimbeni TORNARE A VINCERE ALL’HELVIA RECINA L a Maceratese per la prima volta nella sua storia quasi centenaria ha violato il “Porta Elisa” di Lucca con una prestazione quasi al limite della perfezione mostrando quella sicurezza nei propri mezzi che sembrava aver smarrito nelle ultime due gare in trasferta a Santarcangelo e Savona conclusesi con altrettante sconfitte che avevano creato più di una apprensione. La verità è che la squadra deve giocare con la massima concentrazione ed applicare gli schemi già ampiamente collaudati, altrimenti si troverà in difficoltà con qualunque avversario: lo dimostrano i successi conseguiti contro le squadre che occupano le prime posizioni di classifica o comunque in trasferte su campi difficili (vittorie con Spal, Teramo, Carrarese, Siena, Pistoiese e Lucchese) ed i prestigiosi pareggi conseguiti senza particolari sofferenze ad Ancona e, soprattutto, a Pisa a fronte di deludenti gare disputate con squadre di minore potenzialità quali Rimini, Tuttocuoio, Savona, Santarcangelo e Lupa Roma. Un plauso, quindi, allo staff tecnico ed alla squadra per quanto fatto a Lucca con un particolare benvenuto al bomber Colombi autore delle due reti che hanno consentito di espugnare il “Porta Elisa”. Confido che la squadra tragga ulteriore forza dall’aver la società evitato la penalizzazione di un punto in classifica all’esito del processo sportivo cosiddetto “Dirty Soccer” per quanto sembra aver combinato, all’insaputa della società e senza alcun suo interesse, uno degli invincibili Mirko Garaffoni, ritenuto colpevole in primo grado. Se la deci4 sione del Tribunale Federale non sarà appellata dalla Procura Federale che aveva richiesto la penalizzazione di 1 punto, credetemi, la cosa determinerà un accrescimento di fiducia perchè, vedrete, alla fine del campionato se venisse confermato il trend attuale quel punto potrebbe rivelarsi decisivo per la partecipazione ai play off. Altra buona notizia è che, finalmente, è finito il calcio mercato. Anche se da esso è avvenuto il tesseramento di Colombi autore dei due goals a Lucca, sono contrario a questo mercato invernale così lungo. Va sicuramente abolito perchè le squadre si formano d’estate e non d’inverno e si dovrebbe tornare ai vecchi tempi in cui erano consentiti piccoli aggiustamenti nei tre (dico tre) giorni di riapertura a novembre con divieto assoluto di trasferimento di calciatori fra società partecipanti allo stesso campionato. Poichè sono in molti gli addetti ai lavori che la pensano così, spero che nel prossimo futuro si possa tornare all’antico: ne beneficeranno sicuramente le società e credo anche i calciatori che non verrebbero più distratti da notizie di mercato che condizionano in negativo le loro prestazioni in quel lungo periodo di oltre un mese nel cuore del campionato. Tra l’altro il destino vuole che proprio sabato prossimo all’Helvia Recina si presenterà il Rimini con in campo il nostro Lasicki a disposizione di mister Bucchi fino a metà del mese di gennaio. I precedenti con il Rimini I ricordi della squadra romagnola sono tanti per essere una delle squadre del girone ad aver incontrato più volte la Maceratese. Pensate, quando si costituì nel 1922 la U.C. Maceratese che sarebbe poi per continuità l’attuale S.S. Maceratese, il Rimini fu ospitato in due occasioni (gennaio 1923 e gennaio 1926) a Piazza D’Armi, ovvero all’attuale Campo dei Pini, in amichevoli che si conclusero entrambe con la vittoria della Maceratese, all’epoca in maglia azzurra, per 4-0 e 1-0. Il primo incontro di campionato fra le due squadre, che fra l’altro indossano ora maglie dello stesso colore (il Rimini a scacchi, la Maceratese a righe), è avvenuto in Serie C nel 1936-1937 allorchè la Maceratese vinse in casa 2-0 e perse a Rimini 1-0. Da allora in Serie C unica, come quella attuale, si sono incontrate in altri 12 campionati dal 1939 al 1973 che fu l’ultimo disputato dalla Maceratese prima dell’attuale. Al Campo dei Pini o all’Helvia Recina la Maceratese ha vinto 8 volte, pareggiato 3 volte, perso in due sole occasioni (1967-68 e 1972-73). Molte di queste partite le ho vissute allo stadio sia a Macerata che a Rimini ma quelle che rimangono più vive nella mia memoria sono le vittorie per 3-2 in un campionato sfortunato che si concluse con la retrocessione in Serie D, per 1-0 nel campionato 196667 concluso al secondo posto dietro al Perugia che salì in B con un solo punto di vantaggio sulla nostra beneamata e con un perentorio 3-0 nel 1968-69. Nella prima, le tre reti biancorosse furono siglate da Maurizio Mazzanti su rigore, da Bruno Ragazzini (entrambi più volte citati in precedenti articoli di questa rubrica) e da Vittorio Rita- ni, triestino di ottima classe, poi stabilitosi a Morrovalle dove vive dopo aver svolto per tanti anni attività di Vigile Urbano. Vorrei rivedere l’amico Vittorio in tribuna all’Helvia Recina e chissà che questa non sia l’occasione. Nella stagione meravigliosa 1966-67 l’1-0 fu siglato da Claudio Turchetto, spesso presente quest’anno allo stadio, al termine di una gara molto intensa come lo sono state quasi tutte quelle disputate contro il Rimini. La partita che si concluse 3-0 nel campionato 1968-69 fu dominata dalla Maceratese con reti di Stelvio Attili, Oreste Alessandrini e Giorgio Olivieri, ma quel successo non evitò un’altra amara retrocessione in Serie D. Le due squadre oltre ad essersi incontrate tantissime volte vantano anche un’altra tradizione: ben quat- tro giocatori maceratesi sono passati, direttamente o indirettamente, nella loro carriera sportiva al Rimini. Il già citato Lasicki è l’ultimo, ma prima di lui la colonna difensiva Alberto Prenna, Gianni Zengarini e Paolo Guerrini dopo essere stati biancorossi a strisce sono diventati biancorossi a quadri. Di questi, Gianni Zengarini, nativo di Monte San Giusto prodotto del vivaio di Tonino Seri, ha giocato in Serie B con la squadra romagnola, mentre il più volte citato in questa rubrica Paolo Guerrini fu determinante per la vittoria del campionato 1975-76 che vide il Rimini salire in Serie B. Sabato prossimo siederà in tribuna all’Helvia Recina sicuramente Alberto Prenna, come spesso gli accade, e cercherò di rintracciare Zengarini e Guerrini che mi farebbe molto piacere rivede- re dopo tanti anni. Sicuramente sarà in campo Lasicki al quale il pubblico dovrà tributare l’applauso che merita per essersi comportato in modo esemplare in questi mesi di permanenza a Macerata. Mi raccomando, biancorossi di Bucchi queste citazioni che appartengono al ricordo di tanti sportivi devono costituire per voi un ulteriore stimolo per vincere sabato prossimo e proseguire nella meravigliosa cavalcata che avete inaspettatamente intrapreso: il vostro destino si farà all’Helvia Recina dove giocherete ancora 8 volte, dovendo invece andare in trasferta solo 6 volte, per cui il sostegno del pubblico sarà determinante per raggiungere i play-off. Se ciò avverrà, credetemi, anche voi farete la storia della Maceratese e non sarà cosa di poco conto. Lo staff tecnico della Maceratese. L’abbraccio dell’allenatore Cristian Bucchi con la presidente Maria Francesca Tardella dopo la vittoria 2-1 contro la Lucchese. 5 6 Passaggi di palla di Lorenzo Ottaviani Girone B. Il punto del campionato T oscana, dolce Toscana. La Rata conferma anche a Lucca che, al di la’ dell’Appenino, in questa stagione le soddisfazioni non mancano; dopo le vittorie esterne a Pistoia e Siena e lo splendido pareggio di Pisa arriva anche il successo da “6” punti al Porta Elisa. Nella partita più difficile di questo scorcio di stagione si è rivista la Maceratese di inizio campionato: tosta, volitiva, determinata e tatticamente impeccabile. A valorizzare il lavoro di squadra poi in attacco ci ha pensato la premiata ditta Colombi-Kouko che ha imperversato sulla difesa Lucchese. Che Daniel fosse un “top player” per la categoria ce ne eravamo accorti da tempo ed in ogni stadio oramai è un susseguirsi di stupore per le sue giocate da parte degli addetti ai lavori che ancora non lo conoscono. Ma la vera scoperta è stato il “cobra” Colombi. Arrivato dall’Oltrepo’ Voghera con uno “score” niente male, 15 gol in 21 partite, si è calato subito nella parte con la maglia biancorossa non solo per le 2 reti ma per il contributo di generosità dispensato nelle partite e un immediato feeling con Kouko. In generale comunque una partita che ha valorizzato il concetto di vittoria del gruppo ed il primo esempio lo ha portato mister Bucchi: nel dopo gara ha affidato le “luci della ribalta” di una vittoria così importante e sentita dopo il periodo di risultati non brillanti al suo vice Mirko Savini. Come dire “davanti alle critiche rispondo io mettendo sempre la faccia ma le vittorie sono di tutti quelli che collaborano con me” ed allora meritatissimo pas- saggio nel dopo più alto punteggara per il buon gio di tutti i giroMirko. E adesso ni della Lega Pro) sotto con il Ricon un significamini che magari tivo + 9 sul Pisa tatticamente obfanno pensare che blighera’ i biansolo la Spal pocorossi ad una trebbe buttare via partita differenla serie B diretta. te dal punto di Alle spalle si apre vista tattico ma la bagarre playoff: è ora di ritora 35 il Pisa redunare al successo ce da una doppia pieno all’Helvia sconfitta consecuRecina che i titiva. Nonostante fosi attendono un mercato altidal 6 dicembre, sonante il team gara contro la di Gattuso fatica Mirko Savini allenatore in seconda della Maceratese Carrarese. La a trovare il passo stella polare è, e rimane, la salvezza giusto forse risentendo anche della ma la classifica continua a strizzare grande pressione della piazza. A quota l’occhiolino alla Rata a conferma del 33, dietro la Rata, si assesta l’Ancona detto latino homo faber fortunae suae. di Cornacchini che riscatta, proprio La Rata infatti è ancora solitaria al ter- con il convincente successo contro il zo posto in classifica a quota 34 grazie Pisa, un avvio di 2016 da dimenticare. anche allo scongiurato pericolo di pe- Segna il passo la Carrarese mentre rinalizzazione: i biancorossi rischiavano sale ancora il Siena, altra squadra che di vedersi scalato un punto per via del ha spinto forte sul mercato non celancoinvolgimento dell’ex capitano Ga- do le sue ambizioni di un campionato raffoni nell’inchiesta Dirty Soccer ma da protagonista. l’ottimo lavoro dell’avv. Nascimbeni Coda della classifica. è riuscito a tramutare il tutto in una In questo ambito classifica, stravolta semplice multa. dalle penalizzazioni a seguito dell’inTesta del campionato. chiesta “Dirty Soccer”, rimane ultimo La Spal ha sgommato e salutato la il Savona a quota 9 nonostante 3 vitcompagnia; il neo acquisto ed ex Asco- torie (Prato, Maceratese, Carrarese) di li Grassi (e che acquisto!) regala alla grande spessore. I liguri ora sono a tre capolista un successo in extremis a Pi- punti dalla Lupa Roma e proveranno a stoia che sa tanto di fuga decisiva. Per mettere nel mirino le altre penalizzate, gli estensi oramai sembra un percorso L’Aquila con punti 14 e Santarcangiosenza ostacoli; 44 punti in classifica (il lese, punti 17. 7 biancorosso Il Direttore Sportivo GIULIO SPADONI IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO Buono deve essere il fiuto per capire quali sono i giocatori con un ottimo rendimento pur spendendo cifre ragionevoli. Il brutto è quanto ti ritrovi a dire addio ai calciatori che hanno trascorso la prima parte di campionato nella squadra. Il cattivo? “Quello che spara sentenze…” di Nazzarena Luchetti È il supervisore dell’area tecnica della società, abile nelle trattative di acquisto come in quelle di cessioni di calciatori, perfettamente in sintonia con il Mister e stesso fiuto di mercato della Presidente Maria Francesca Tardella che lo ha voluto accanto a sé un anno fa per far volare la squadra biancorossa. Giulio Spadoni, 49 anni, direttore sportivo della Maceratese, è appena tornato dal calcio-mercato milanese. L’ultimo giorno si è portato a casa l’attaccante Nicola Talamo dal Latina e il portiere Giuseppe Ficara dal Catania che vanno ad aggiungersi ai nuovi Sabato, Togni, Colombi, Cerrai, Potenza. Ceduti invece De Angelis, Djibo, Di Vincenzo, Belkaid, Ganci, Lasicki e Sarr. Insieme all’amministratore delegato della società biancorossa Marco Nacciarriti lavoravano da giorni pensando al futuro biancorosso. Obiettivo: impreziosire l’attacco e blindare la porta mantenendo i conti in equilibrio. Direttore, come è nata la scelta dei due nuovi giocatori? Ci servivano due under importanti in 8 porta e in attacco. Ficara era un obiettivo da giorni mentre Talamo è stato un blitz delle ultime ore di mercato. Lo volevano diversi club si Lega Pro, su tutti il Catania. Il suo allenatore, del Latina, non voleva privarsene. Siamo stati abili a chiudere la trattativa anche grazie ai buoni rapporti con i suoi procuratori Peppe Galli e Ciro Caruso. Talamo è un nazionale in B e giocatore di prospettiva. Lo scorso anno anche l’attuale ds del Napoli Giuntoli aveva messo gli occhi su di lui ma il Latina fu più veloce a prenderlo. Togni, Sabato, Colombi, Cerrai, Potenza. Come si inseriranno tutti? I nuovi si stanno integrando bene con il gruppo e saranno una spinta importante. Mi auguro di fare un grande campio- l’intervista nato e di dare soddisfazioni ai tifosi della Rata con i quali ho sempre avuto un ottimo rapporto. Anche quando sono venuto da avversario mi hanno sempre riservato una splendida accoglienza. Direttore, primo bilancio di questa Maceratese. E’ soddisfatto di quello che sta realizzando? Molto e il bilancio è positivo. In estate, parlando con tanti personaggi del calcio e presentando il progetto e il badget della Maceratese, alcuni pronosticavano la retrocessione a dicembre. Invece siamo andati oltre le più rosee aspettative. Orgoglioso di aver costruito insieme al Mister un gruppo di uomini veri che sicuramente sta dando e darà grandi soddisfazioni a società e tifosi. Dove possiamo arrivare non lo so, ma spero più lontano possibile. Ringrazio la Presidente Tardella per la fiducia concessami già dallo scorso anno e per l’autonomia tecnica con la quale mi permette di lavorare. Dica la verità, si sono dovute rivedere alcune ambizioni… Credo che la cosa migliore sia pensare sempre alla salvezza stando il più lontano possibile dalle zone a rischio della classifica. Poi, ottenuta quella, tutto è permesso. tante società. Come si possono evitare questi meccanismi? È difficile dare un giudizio, l’inchiesta è ancora in atto. I nomi sono altisonanti. In maniera semplice credo che ognuno di noi nel suo piccolo debba avere atteggiamenti corretti e leali nel rispetto delle regole scritte, e non, di questo sport. Solo così si può ambire a una sorta di moralizzazione L’inevitabile associazione calcio e business non rischia di offuscare il valore etico del gioco? Sicuramente il calcio soprattutto a certi livelli, è spettacolo e di conseguenza business, però credo che chi lo pratica come calciatore, dirigente e tecnico comunque non perda mai la passione. E’ sempre la passione che muove tutto al di là dei soldi. Chi lo fa solo per denaro si scopre subito e perde credibilità. Perché alla fine sono sempre le stesse squadre ad esercitare la supremazia? Perché sono le più ricche! E’ normale che il fatturato di certi club permetta di poter avere i migliori calciatori, allena- Chi è Giulio Spadoni, anconetano, ex allenatore del settore giovanile, esordisce nel 1984, a soli 18 anni, diventando allenatore della squadra di parrocchia l’Azzurra in cui gioca anche Cristian Bucchi. Nel 1990 passa alla Sambenedettese come responsabile della Scuola Calcio e settore giovanile per diventare, dopo pochi anni, collaboratore del DS Andrea Iaconi. Da li la svolta e la scelta di fare il DS. Questo è il sedicesimo campionato di cui ben 8 vinti. Nel 1997 a Coverciano consegue l’abilitazione da DS Professionista. Sambenedettese a più riprese, Sangiorgese, Tolentino, Fermana, Civitanovese, Maceratese (dal 2004 al 2006) Santegidiese, Gubbio e Verona, dalla Prima Categoria alla Serie B. Da gennaio 2015 è direttore sportivo della Maceratese. tori e staff tecnico. Poi, però, servono competenza e progettualità, oltre alla voglia di arrivare. Inevitabile il gap tra i grandi club e le piccole realtà, però il Carpi, il Frosinone e tante altre realtà di piccole dimensioni riescono a fare grandi cose lo stesso. Segno che volere è potere. Le si presenta una scelta: entusiasmo e armonia all’interno dello spogliatoio oppure malumori ma giocatori di talento? In queste categorie avere uomini di carattere a volte è meglio che avere ottimi giocatori che non fanno “gruppo”. Non è detto, comunque, che i giocatori di talento non possano mettere la loro qualità al servizio del gruppo e della squadra e creare un grosso affiatamento. Un suo parere in merito all’ultima inchiesta calcistica “Fuorigioco” che mette in evidenza un sistema collaudato per evadere le tasse da parte di Nella foto, a sinistra il team manager Massimo Clementoni, il DS Giulio Spadoni, il Mister Cristian Bucchi, l’AD Marco Nacciarriti. 9 biancorosso Perché si investe poco nei vivai giovanili? Si potrebbero formare i ragazzi più di talento con risparmi notevoli per le società… Non credo sia solo un fatto di investimenti, mancano i progetti, le strutture e credere veramente nel vivaio. Mi piacerebbe che ci fossero spazi di formazione come un tempo, come oratori e cortili dove giocare liberamente per ore e alimentare il talento e reclutare più ragazzi possibili da avvicinare a questo sport. Andrebbe fatta una analisi profonda: in Italia, come al solito, siamo indietro rispetto a Francia, Olanda, Germania e Inghilterra. Direttore, ha risposto con le rime alle accuse del giornalista Criscitiello in riferimento di una Maceratese mal costruita. Non credo che volesse dire che la Maceratese è mal costruita, tutt’altro. Il campo è quello che determina il merito. Mi spiace, come ho specificato sui social, che abbia sparlato solo perché mosso da ripicche personali. Per il resto i suoi giudizi non mi preoccupano, ho fatto una dura gavetta senza scendere mai a compromessi che avrebbero velocizzato la mia carriera. Se oggi, ma anche in passato, mi tolgo delle soddisfazioni queste derivano anche dalla mia testardaggine, determinazione e aver frequentato con la stessa professionalità categorie più basse, cosa di cui vado fiero. Per quanto mi riguarda la questione finisce qui. Non amo i saccenti, quelli che sparano sentenze senza conoscere a fondo le situazioni e pensano di poter decidere le vite degli altri. Le affermazioni di Criscitiello soprattutto non hanno fatto onore alla sua professionalità. Per il resto parla il campo, giudice supremo. 10 Lei si era già dovuto difendere come diesse della Sambenedettese che nel 2013 trasforma la promozione in una retrocessione… Non è proprio corretto. Io, la squadra e lo staff abbiamo vinto con merito, e tra mille difficoltà, il campionato sul campo. Poi in estate nessuno è riuscito a costituire una società solida che potesse seguitare il progetto in Lega Pro e la società non si è iscritta per assenza di fideiussione. Io avevo già interrotto il mio rapporto con la società, poi qualche personaggio squallido, per coprire proprie colpe, ha messo in giro la calunnia che avessi ostacolato la cordataLotito nell’acquisizione della società. Mai cosa fu più falsa. Comunque, dopo tanta sofferenza, è una gran gioia vedere che il popolo rossoblu sta per festeggiare l’ennesima vittoria del campionato e il ritorno tra i professionisti. Come è entrato nel mondo del calcio? Ho giocato fino a 18 anni: ero bravo ma svogliato e con poca voglia di allenarmi e fare sacrifici fisici. Un amico mi chiese di allenare dei ragazzini nella squadra di parrocchia e iniziai il 3 gennaio del 1984. Nel calcio non attivo sono diventato, invece, uno stakanovista: lavoro tantissimo e ho sempre voglia di migliorare. Cosa la emoziona di più? Sicuramente le vittorie di campionato, tutte bellissime, la più bella? La prossima! Un ricordo, comunque, che ancora mi emoziona è quel 26 marzo del 2005, giorno del mio 39 esimo compleanno: da DS della Maceratese abbiamo vinto il derby con la Civitanovese 1-0 gol di Crocetti e vinto il campionato con 6 partite di anticipo davanti a 4/5 mila persone. Sicuramente uno dei ricordi più belli. Un consiglio ai ragazzi che giocano nei campionati giovanili… Divertitevi con passione e professionalità, provando a fare del vostro meglio, ma senza mai far soffocare la passione da eccessive aspettative. Anche se non si diventa campioni il calcio insegna tanto. Il suo motto Per quanto riguarda il calcio: “Meglio vincere giocando male che perdere giocando bene”. Nella vita privata, invece, credo che una persona sia veramente felice se riesce a dare poca importanza alla materialità e più ai sentimenti, alla salute e al piacere di stare tra la gente che ama e condividere cose semplici e piacevoli. I miei nonni erano contadini e i racconti delle loro tradizioni, semplici e vere, mi hanno sempre affascinato. E guidato. biancor C GIUSEPPE FICARA Portiere - Catania L A N U O V A R O S A LORENZO CERRAI Centrocampista - Lupa Roma uore NICOLA TALAMO Attaccante - Latina (Serie B) FRANCESCO POTENZA Attaccante - Lumezzane FRANCESCO FORTE (P) NICOLAS CANTARINI (P) VASCO FAISCA (D) RICCARDO FISSORE (D) FRANCESCO KARKALIS (D) GIANLUCA CLEMENTE (D) MATTIA ALTOBELLI (D) MARCO MASSEI (D) EMANUELE D’ANNA (D) RAFFAELE IMPARATO (D) ROCCO SABATO (D) LORENZO CAROTTI (C) FABIO FOGLIA (C) MATTEO CESCA (C) GIOVANNI GIUFFRIDA (C) EUGÊNIO RÔMULO TOGNI (C) CRISTIAN BUONAIUTO (A) FRANCESCO ORLANDO (A) DANIEL KOUKO (A) MATTEO COLOMBI (A) GIORDANO FIORETTI (A) ISNIK ALIMI (A) RICCARDO CALAMITA (A) 11 12 m Inchiesta Dirty Soccer. Le decisioni del tribunale Federale: nessun punto di penalizzazione per la Maceratese AMICI DELLA RATA Nasce l’Associazione “Amici della Rata” S L a Maceratese conserva tutti i 34 punti e se la cava con una ammenda minima di 3 mila euro. E’ quanto ha stabilito il Tribunale Federale Nazionale della Figc nell’inchiesta chiamata Dirty Soccer. “Una giusta decisione quella espressa dal tribunale federale che in accoglimento della tesi difensiva ha ritenuto eccessiva ed iniqua la sanzione alla SS Maceratese richiesta dalla Procura Federale nonostante il tesserato Mirko Garaffoni sia stato condannato a 3 anni di squalifica - fa sapere il legale della Società Massimo Nascimbeni esprimendo piena soddisfazione. “Sono molto contento – prosegue l’avvocato Massimo Nascimbeni (nella foto) – oltre che per la Società anche per l’allenatore Cristian Bucchi e l’intera squadra perché la penalizzazione in questa fase cruciale del campionato, sarebbe stata punitiva sul piano della classifica”. Si tratta di una decisione di primo grado e suscettibile di appello sia da parte della Società che dalla Procura Federale. Nel Girone B le squadre che hanno subito una penalizzazione sono l’Aquila con 13 punti in meno e 150 mila euro di ammenda, Santarcangelo, con 6 punti in meno e 70 mila euro di ammenda e il Savona con meno due punti e 10 mila euro di sanzione. ostenere la squadra del cuore, dare una spinta ancora più forte alla squadra della nostra città. Non solo con la passione ma anche con l’impegno. Per questo abbiamo pensato di costituire l’Associazione “Amici della Rata”. L’idea, nata dalla volontà di un gruppo di tifosi, è quella di unire, senza scopo di lucro ma unicamente con finalità culturali, sportive e ricreative, tutte le persone che vogliono promuovere e sostenere la SS Maceratese. L’obiettivo è quello di contribuire alla crescita della squadra biancorossa non solo con l’entusiasmo ma anche mettendo a disposizione la professionalità di ognuno per rendere la nostra realtà calcistica ancora più propositiva. L’Associazione non si sostituisce alla Società della SS Maceratese, ma la affianca, perché tutti, unendosi per un unico obiettivo, possono dare un contributo alla propria squadra, così come sta avvenendo da tempo in altre società calcistiche italiane ed europee. Atto costitutivo e Statuto, predisposti dall'avvocato Massimo Nascimbeni, sono stati già sottoposti all'approvazione e alla condivisione degli altri promotori dell'iniziativa, una ventina di professionisti e imprenditori di Macerata e di altre città vicine al capoluogo. Nei prossimi giorni sarà perfezionata la costituzione dell’Associazione dinanzi al Notaio. L’invito a far parte di questo progetto come socio fondatore e sostenitore è esteso a tutti coloro che hanno la Rata nel cuore e vogliano partecipare per un vero lavoro di squadra. Per informazioni: [email protected] 13 biancorosso EUGÊNIO RÔMULO TOGNI A MACERATA VOGLIO LASCIARE UN “Sono felice di indossare questa maglia”, dice il centrocampista brasiliano, “voglio dare ai biancorossi il meglio di me”. E ai tifosi maceratesi: “Siate il cuore e l’anima della squadra”. Q di Luca Muscolini uando al Milan ingaggiarono Kakà molti ironizzarono sul nome d’arte: “Non avremmo mai potuto far giocare con noi uno che si chiama così”, fu il commento di un noto direttore sportivo. Che però ebbe torto marcio. Kakà di allori ne ha mietuti parecchi. Tanto da far ipotizzare un suo arrivo tris nel centrocampo rossonero necessitante fosforo. Mutatis mutandis, alla Maceratese si è forse un po’ ridacchiato all’arrivo di Togni che potrebbe, nell’immaginario collettivo, rimandare all’arte circense. Ma Rômulo Eugênio Togni (“si pronuncia semplicemente così, all’italiana”) di numeri ne intende fare solo sul tappeto di gioco. Con la palla fra i piedi. Con il solo intento di prendere per mano il pacchetto centrale biancorosso che di fosforo ne ha, sì, soprattutto nel “Savicevic destro” Buonaiuto, per restare nella metafora rossonera, per continuare con il “russo”, in senso letterario, Carotti, i mastini D’Anna e Foglia, l’Orlando “furioso”, Alimi, il giovane Cesca ed il nuovo arrivato Cerrai, ma che potrebbe beneficiarne di altro, di spiccata qualità, necessario per offrire a Cristian Bucchi soluzioni di gioco in più quando il brasiliano arriverà al top della condizione. Al “Mauro Pierucci” di Moie, il carioca mostra subito il suo lato gentile, rendendosi disponibile, nel pre test amichevole con il Moie Vallesina, ad una breve ma intensa chiacchierata sul Togni personaggio. Che parte da lontano. “Sono nato a Porto Alegre, nel sud del Brasile. Ricordo ancora il campetto vicino a casa mia, dove ho trascorso tanti momenti felici della mia infanzia”. 14 L’intervista Chi è Togni Rômulo Eugênio, brasiliano di Porto Alegre, nato il 9/09/1982 e alto 1,83. Centrocampista, ha militato nel Bellunoponte (23 presenze e 3 gol in serie D), Manfredonia (4 stagioni in D, C2 e due anni in C1 con 94 presenze totali e 7 gol), Arezzo (4 stagioni in B e 3 in C1 con 74 presenze e 5 gol), Sorrento (C1, 33 pres. e 7 gol), Pescara (1 in B e 1 in A con 21 + 17 pres. e 1 + 2 gol), Avellino (B, 13 pres. 0 gol), Spal (C, 30 pres. e 3 gol), Avellino (B, 0 pres. e 0 gol). 15 biancorosso Porto Alegre ricorda squadre nobili… Sì, l’Internacional del “Divino” Paulo Roberto Falcao ed il Gremio. È un bel derby. Qualche volta ho un po’ di nostalgia di Porto Alegre, dove vive tutta la mia famiglia con cui ho un legame molto forte e che vedo una volta all’anno, ma questa è la vita. Ognuno deve percorrere la propria strada. Comunque sto vivendo un periodo sentimentale sereno. Ho la fidanzata, Margherita, di Bologna, che intendo sposare a breve. Gli occhi azzurri tradiscono avi nordici. In effetti ho i bisnonni paterni di Cremona e materni di Valdobbiadene (Treviso, ndr). Trasferendoti dall’Avellino a Macerata, stai risalendo lo “Stivale” A Macerata mi trovo molto bene, è una città carina, con gente a posto. Sono stato contento di aver lasciato l’Avellino al termine di un trasferimento non facile, ma alla fine sia la società irpina che io siamo rimasti soddisfatti. Mister Bucchi, con la sua fiducia nei miei confronti, dimostratami a partire da quando ha allenato il Pescara in serie A, ha contribuito in maniera sensibile alla mia scelta maceratese. Qual è il tuo ricordo calcistico più bello da quando giochi in Italia? La punizione al 92’ con la maglia del Pescara (non esita neanche un secondo nel riportare alla memoria la sua prodezza) che ha contribuito a farci vince16 re a spese del Catania, in serie A. Finì 2-1 grazie al mio gol risultato decisivo nell’extratime, la mia prima prodezza nel massimo campionato, dopo tanta gavetta. Quali sono gli allenatori che non riesci a dimenticare? Sono molti: Zeman, Conte, Sarri. Da loro ho ricevuto tanti insegnamenti che spero di mettere a frutto nel mio futuro. Le squadre o gli avversari che non vorresti mai incontrare? Non esistono perché l’importante per me è essere in mezzo al campo. Non ho vecchie ruggini. Passiamo alle curiosità. Il colore che ti ispira di più? Il verde”. Mi infonde tranquillità. Un Animale? Il cane, soprattutto il Labrador. Pochi sanno amarti così incondizionatamente. L’ oggetto dei desideri? Una bella Lamborghini (qui Togni se la ride…). Guidare un’auto così penso possa essere uno dei piaceri più grandi. Un libro che ti ha lasciato il segno? Il libro “Open” di Agassi. Parla del tennis ma si riferisce in generale allo sport come una scuola di vita. Mi ha fatto capire che ogni cosa serve: anche l’esperienza che può sembrarti più negativa ti insegna qualcosa Il tuo giocatore preferito? Sono stato innamorato di Redondo. E’ stato giudicato con la maglia del Real Madrid miglior giocatore di un’edizione di Champions League, poi passato al Milan, ebbe una serie di guai fisici che non gli fecero esprimere il suo indubbio potenziale. Un giocatore un po’ sfortunato: lasciò il calcio dopo aver tentato, purtroppo senza successo, di tornare ai vertici con la maglia rossonera. La squadra del cuore? L’Internacional di Porto Alegre in cui ho militato fino a 15 anni. Lì sono cresciuti i vari Falcao, Dunga, Taffarel. Poi sono passato al Gremio, dove sono transitati altri campioni del calibro di Ronaldinho ed Emerson. Vi ho vissuto i tre anni che hanno preceduto l’ingresso in prima squadra. Se non avessi fatto il calciatore che cosa saresti diventato? Ingegnere civile. Ho anche provato l’esame di ammissione. Lo reputo molto creativo. I numeri sono un bel campo. Però ormai è tardi per percorrere questa strada. Quando smetterò di fare il calciatore mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio. Vorrei allenare”. Calceresti l’ipotetico rigore del salto in serie B? Magari! Non è uno strano sogno perché questa Maceratese può arrivare lontano. Ha la mentalità giusta delle squadre vincenti. Anche se è d’obbligo rimanere con i piedi per terra”. Il messaggio che vuoi inviare al pubblico di Macerata? Ho vissuto sulla mia pelle il pubblico fin troppo caloroso del sud, ma quì è un’altra realtà. In sud America non importa se vinci o perdi, il pubblico è sempre lì, allo stadio, pronto a sostenerti. Ai tifosi della Rata dico: restate tranquilli e stateci vicini, perché vi faremo vivere delle belle emozioni. BIEMMEGRAF srl Via G. B. Velluti, 36 62100 Macerata (MC) Telefono 0733 281246 (r.a.) Telefax 0733 281521 [email protected] www.biemmegraf.it I SERVIZI: FOTOLITO E PRESTAMPA | STAMPA IN PIANO | STAMPA A BOBINA | STAMPA DIGITALE | CONFEZIONE | IL MERCATO: EDITORIA AZIENDALE E PUBBLICITARIA | PACKAGING E CARTOTECNICA | DIGITALE | MAILING | MODULI CONTINUI | IMMAGINE COORDINATA... 21A GIORNATA Sabato 6 Febbraio - ore 15.00 a cura di Alessandro Savi RIMINI L'opinione di Mirko Savini ALESSANDRO POLIDORI FRANCESCO TORELLI MISTER LEONARDO ACORI Nonostante sia una neopromossa come noi, il RIMINI calcio aveva altri obiettivi in questa stagione. Non nascondo che vedere questa squadra barcamenarsi in zona play-out è per me – come per tutti gli addetti ai lavori – una grossa sorpresa in negativo. E’chiaro che la società vuole tirarsi fuori al più presto da tale situazione di classifica, non è un caso se Acori – dopo Pane e Brevi – è il terzo allenatore che si avvicenda sulla panchina romagnola. E’in atto una sorta di rivoluzione proprio in questi giorni, con giocatori che vanno e vengono quasi quotidianamente (tra questi il “nostro” Igor Lasicki) per cui la squadra che affronteremo all’Helvia Recina sarà di sicuro profondamente diversa. Un avversario da prendere con le molle perché se, da un lato, possiamo intuirne il modulo (Acori predilige il 4-3-3), dall’altro gli attori che lo interpreteranno sono in continua evoluzione. L’unica cosa certa è che, a dispetto della classifica, avremo di fronte una squadra determinatissima. LA ROSA PORTIERI: Francesco Anacoura (1994); Lorenzo Ferrari (1996); Marco Azzolini (1997). DIFENSORI: Alessandro Albertini (1994); Vladut Nicolae Marin (1995); Riccardo Martinelli (1991); Ivan Pedrelli (1986); Francesco Todisco (1995); Andrea Signorini (1990); Mickael Varutti (1990); Roberto Di Maio (1982); Gilberto Martinez (1979); Igor Lasicki (1995). CENTROCAMPISTI: Davide Bariti (1991); Davide Carcuro (1987); Gianluca Esposito (1995); Denis Kumih (1996); Gabriele Puccio (1989); Francesco Torelli (1994); Matteo Sapucci (1998); Nicola Mancino (1984). ATTACCANTI: Luigi Andrea Della Rocca (1984); Alessandro Polidori (1992); Daniele Ragatzu (1991); Alfredo Bifulco (1997); Ameth Fall (1991); Davide Di Molfetta (1996). ALLENATORE: Leonardo Acori. 18 U fficialmente fondato nel 1912, il Rimini Calcio Football Club raggiunge per la prima volta la serie B nel 1976 mantenendo la categoria per alcune stagioni a cavallo tra gli anni settanta e ottanta. Al termine del campionato 1981/82 i biancorossi retrocedono in C1 dove, tra alterne fortune, rimangono per sette stagioni prima di retrocedere in C2. In questo periodo – precisamente nelle stagioni 1982/83 e 1984/85 - la squadra romagnola è allenata da Arrigo Sacchi che, pochi anni più tardi, vincerà ogni trofeo con il Milan e diverrà CT della Nazionale azzurra. Il gradino più basso del professionismo italiano ospiterà il Rimini per ben 14 anni, fino alla stagione 2002/2003 quando la vittoria in finale play-off contro il Gubbio sancirà l’attesissimo ritorno in C1. Tra i protagonisti della promozione c’è il mister Leonardo Acori che guiderà la squadra per sei anni riuscendo a riconquistare la serie B nel 2005 e a mantenerla fino alla stagione 2008/2009. La retrocessione avvenuta al termine di quel campionato sarà l’ultimo dei problemi della società giacché i biancorossi disputeranno una sola stagione in Lega Pro Prima Divisione poi, a causa di serie difficoltà economiche, non riusciranno ad iscriversi l’anno successivo. E’ così che nasce l’attuale AC Rimini 1912 che – grazie al terzo posto conquistato nel campionato di serie D girone F 2010/2011 e alla vittoria nella finale play-off contro la Turris – torna immediatamente tra i professionisti e vi rimane fino al 2014 quando la riforma della Lega Pro impone ben nove retrocessioni per ogni girone: il Rimini, giunto tredicesimo, è costretto nuovamente a ripartire dai dilettanti. Dopo appena undici mesi, grazie ad un campionato trionfale vinto con quattro turni di anticipo, la squadra romagnola è di nuovo in Lega Pro. In trasferta am bi 22A GIORNATA PONTEDERA 14 febbraio, ore 15,00 l d i C ar oC Pontedera, chi Vespa prende 3 pere! S i torna in Toscana e si spera, citando Dante, a riveder le stelle biancorosse brillare. La meta che il campionato propone è Pontedera: un paesone-fabbrica adagiato sulla prima piana pisana in mezzo al turbinar dell’acque dell’Era, dell’Arno e dello Scolmatore. Se cercate patrimonio d’arte antica qui fate un po’ fatica (notevolissima è tuttavia la chiesa del Santissimo Crocifisso). Il fatto è che le sue glorie passate (pare avesse la fortezza più munita di tutto l’agro pisano) sono state cancellate dai terribili bombardamenti del secondo conflitto mondiale. E ciò spiega come mai, pur essendo nato qui uno dei massimi artisti toscani, Andrea Pisano scultore e architetto e mastro del Campanile di Giotto a Firenze delle sue opere non vi sia traccia. Vi hanno posto rimedio trasformando la città in una galleria di arte contemporanea a cielo aperto: ci sono moltissime installazioni. Questo luogo era strategico: qui Rinaldo Piaggio aveva spostato le produzioni aeronautiche. Pontedera è grazie all’industria una capitale mondiale: qui è nata la Vespa, lo scooter più famoso e venduto al mondo. Da Pontedera è passata mezza famiglia Agnelli e tanta nobiltà di cui restano vestigia nelle ville del contado (Villa La Cava, Castran, Torregiani- Malaspina per dirne alcune). La Vespa è Pontedera e allora per fare un po’ di tifo parafrasiamo un vecchio spot: non chi Vespa mangia le mele, ma prende tre pere baincorosse! Vale la pena di visitare il museo Piaggio custodito in quelle che erano le officine di montaggio lì nel Villaggio Piaggio che è una città nella città. A proposito di villaggi, ce n’è anche un altro quello degli ignudi, chiamato così perché ospitava le persone disagiate. Tra le particolarità c’è anche la zona dove si trova lo stadio Mannucci: la chiamano La Cina perché una volta era il quartiere popolare sorto attorno al villaggio Gronchi. Sì, Giovanni Gronchi, che qui ebbe i natali, Presidente della Repubblica Italiana; i più lo ricordano per un francobollo sbagliato, ma è stato un democristiano tosto, come tosto era sul ring Alessandro Mazzinghi. Pontedera ha prodotto tanti campioni del pedale e del remo, molti politici, poco calcio anche se i “granata” hanno nella loro storia un clamoroso successo contro la nazionale in amichevole prima dei mondiali del 1994. E’ città vivace, attaccata alle proprie radici tant’è che qui un pontederese è uno che viene da fuori mentre i nativi si chiamano pontadaresi: una differenza che significa tantissimo, e se fate shopping tra il piazzone, via Roma e Corso Matteotti avrete il meglio del made in Italy, molto prodotto in queste zone soprattutto per quel che riguarda arredamento e design. Se ora vi è venuta fame potete stopparla con questi indirizzi. Al Melograno (Via Tosco Romagnola 568, tel. 0587 482000) cucina toscana, pesce e pizze; alla Fattoria di Santa Lucia si sta davvero bene (Via San Gervasio 4, tel. 0587 482099), assai piacevole è La Pergola (Via Roma 100, tel. 0587 290675). Per uno spizzico appetitoso segnatevi L’Osteria Numero 20 (Piazza del Teatro 7, tel. 0587 56714). 19 biancorosso Via D. Concordia 80 (Piediripa) 62100 Macerata (MC) T. 0733 283101 Fax 0733 283103 [email protected] LA PREPARAZIONE DEL TERRENO Il terreno sul quale semineremo e coltiveremo il nostro prato deve possedere delle caratteristiche piuttosto precise per garantire uno sviluppo corretto della radice e per dare un rapporto equilibrato tra la parte ipogea (nel terreno) ed epigea della pianta (apparato fogliare): piani di sgrondo corretti, giusto rapporto aria/acqua nel profilo (drenaggio), corretto grado di acidità (pH tra 6-7 e 2-3% sostanza organica). Solo con una preparazione adeguata del substrato si potrà ambire ad un tappeto erboso sano, vigoroso e duraturo negli anni. Dopo aver conferito al terreno grossolanamente le linee di pendenza per garantire il deflusso delle acque, ed in seguito aver provveduto alla realizzazione dell’impianto irriguo, occorre effettuare una fresatura del terreno con sminuzzamento fine dello stesso poiché spesso il terreno del giardino proviene dallo scavo effettuato per la realizzazione delle fondamenta dell’edificio. In questa fase è opportuno pensare ad incorporare i materiali giusti per ottenere il nostro scopo: acidi umici concentrati, microelementi - che favoriscono la trasformazione dell’azoto in forma assimilabile dalla pianta - e sabbia (fine 1-1,5mm, lavata e preferibilmente silicea) che garantisce la macroporosità del substrato favorendo la penetrazione dell’aria e di conseguenza quella della radice. La preparazione si completa con una rastrellatura grossolana per asportare eventuali pietre presenti e residui vegetali fastidiosi ed una rastrellatura finale accurata atta ad eliminare qualsiasi avvallamento presente nel quale l’acqua possa accumularsi. A questo punto siamo pronti per seminare! Via D. Concordia 80 (Piediripa) 62100 Macerata (MC) T. 0733 283101 Fax 0733 283103 [email protected] Questo sogno vogliamo sognarlo insieme a te 20 titolo rubrica 21 biancorosso FABIO FOGLIA e m o c i c e t e n e t s So l a p S a l n o c a t l o v a l l que “L’entusiasmo di quel giorno è stato indimenticabile e la carica che ci avete trasmesso pure”, confessa il centrocampista biancorosso ai tifosi perché, come cantano i Coldpaly, “ Then this adventure, more than I wanna share with you”: Questa avventura, più che con me la voglio condividere con te. di Alessandro Savi omanda scontata: come ti trovi a Macerata? Ti piace la città, l’ambiente? Mi trovo bene, decisamente. La città è carina, non molto grande ma proprio per questo è ancora vivibile. Vengo da una città vicina, le culture sono piuttosto simili. D Una neopromossa che ha assaggiato anche la vetta della classifica di Lega Pro. Ciononostante un pubblico caloroso ma, da un punto di vista quantitativo, piuttosto deludente. Perché gli spettatori a Macerata, ma in generale, negli stadi di questa categoria) sembrano refrattari a venire allo stadio? Le ragioni sono molteplici. In primo luogo le misure di sicurezza che, come dice mio padre, sono impressionanti. Sembra che si stia per entrare in guerra piuttosto che allo stadio. Tutto ciò è inspiegabile soprattutto se si tiene conto del fatto che i tifosi delle squa24 dre avversarie sono 10, 20, al massimo 50. Altra causa è rappresentata dallo “spezzatino”: alcune partite si giocano la domenica, altre il sabato, molti tifosi hanno anche problemi di lavoro, è comprensibile. Anche Sportube non aiuta… Certamente. E’chiaro che tante persone piuttosto che uscire al freddo preferiscono guardarsi la partita comodamente sedute sul divano di casa. E’ tutto un insieme di cose che spiega questa scarsa affluenza allo stadio, soprattutto in Lega Pro. Com’è il gruppo, lo spogliatoio, state bene insieme? Vi frequentate anche fuori dal campo? Ti dico la verità: il gruppo è unitissimo e compatto. Un gruppo così lo trovi raramente. Soprattutto noi che non siamo del posto e abbiamo una casa a Macerata ci troviamo spesso insieme. Mi capita di uscire con molti dei miei compagni, in particolare con Fissore, Faisca, Giuffrida e Carotti. Passiamo alle tue caratteristiche tecniche. Sei un centrocampista nato come esterno, sia destro che sinistro, ma ti adatti bene anche come centrale. Un vero e proprio jolly della mediana o ti senti sacrificato nella posizione che attualmente occupi in campo? Non mi sento affatto sacrificato perché occupo questo ruolo fin dalle giovanili anche se, come dici, mi hanno alternato tutti gli anni in più ruoli: esterno, centrale, mezzala. Ho fatto anche il trequartista quindi posso adattarmi a tutto. Ovviamente è il mister che sceglie ma io non ho problemi nel ricoprire qualsiasi zona del centrocampo. Arrivano Togni e Giuffrida: uno stimolo o una minaccia per Fabio Foglia? Sicuramente uno stimolo! E’ arrivato L’intervista Chi è Nato a Giulianova (TE) il 5 maggio 1989, Fabio Foglia ha esordito nei professionisti con la maglia della Sangiovannese (C2) nella stagione 2010/2011. Nelle due stagioni precedenti era stato tesserato dal Piacenza (B) che non lo ha mai utilizzato. Disputa il campionato 2011/12 nuovamente con il Piacenza (C1) totalizzando 30 presenze e realizzando 4 reti prima di trasferirsi al Teramo (C2) dove realizza il suo massimo score: 5 reti in 28 gare. Nel mese di novembre del 2013 veste la maglia della Torres (C2) e viene confermato anche per la stagione successiva, alla corte di mister Bucchi. Dal mese di luglio 2015 è un giocatore della Maceratese. 25 biancorosso un giocatore importante dal passato prestigioso che purtroppo, a causa dei ben noti problemi con l’Avellino, non è sceso in campo per tanti mesi. Da questo punto di vista, un giocatore come Togni è uno stimolo per tutti, non solo per me. Con Giuffrida in passato abbiamo giocato insieme molte partite, altre volte il mister ha fatto scelte diverse. In ogni caso, in questo gruppo nessuno si sente minacciato dalla presenza di un altro compagno: remiamo tutti verso la stessa direzione, verso lo stesso obiettivo. Quali sono secondo te le cause di questo momento difficile vissuto dalla Maceratese? C’è stato sicuramente un calo, è innegabile. Certamente non dovuto ad una sensazione di appagamento o dall’esserci sentiti più forti degli altri. Tuttavia è vero anche che abbiamo iniziato a pensare cose che prima non pensavamo… A cosa avete iniziato a pensare? Al fatto che giocando senza la stessa intensità magari si sarebbe riusciti a far risultato ugualmente. Non è così, lo abbiamo capito. Non esistono squadre facili così come non esistono squadre impossibili da battere. Di certo non ci ha fatto piacere vincere con la Spal e pareggiare a Pisa per poi perdere a Savona e a Santarcangelo. Dobbiamo stare sempre con il massimo della con- di calcio è una cosa veramente difficile da sopportare. Spero di non rivivere mai più un periodo così brutto. centrazione e giocare come sappiamo, tutto qui. E’ la Spal la squadra più forte di questo girone? Decisamente si. Non si è primi in classifica con questo vantaggio se non si è forti. Hanno una rosa ampia e una buona continuità e, anche quando non giocano bene, il gol lo trovano sempre e sanno difenderlo con ordine. Una squadra importante, non c’è dubbio. La tua carriera. Piacenza e Teramo finora sono state le tappe migliori. Quali sono stati i momenti più belli e quelli meno della tua storia calcistica? Il momento più bello l’ho vissuto a Teramo quando raggiungemmo i play-off all’ultima giornata battendo la Salernitana. Dovevamo vincere con tre gol di scarto, siamo andati sotto poi è finita 4-1. Quel giorno feci un gol e un assist quindi una grande soddisfazione personale. Il momento brutto è arrivato subito dopo perché sono rimasto praticamente fermo fino a novembre: cinque mesi di stop per chi, come me, vive Quale squadra porti nel cuore e quali sono i calciatori che più ammiri o hai ammirato? Sono juventino. Anzi: Juventinissimo. Non a caso ritengo Marchisio un giocatore da massimo esempio. In passato impazzivo per Alessandro Del Piero. Il giocatore che più ammiri tra i tuoi compagni di squadra? Ce ne sono tanti, tutti forti e carismatici. Risposta diplomatica, quasi da “politico”. A proposito di politica, prova a sbilanciarti… Non penso che la politica di oggi permetta a qualcuno di sbilanciarsi e di schierarsi. E’ talmente marcia che non lo merita proprio… I tuoi hobby? Molto semplici. Mi piace andare ogni tanto a fare un giretto in centro storico, al cinema o a mangiare una pizza con i miei compagni di squadra. Mi piace la musica: ascolto un po’ tutto ma prediligo i Coldplay e, tra i gruppi del passato, gli Oasis. Leggi molto? Quando posso leggo la Bibbia. Anzi, cerco di studiarla approfonditamente. Al momento è l’unico libro che leggo. Vuoi chiudere con un appello alla tifoseria e alla città? Volentieri. Ai tifosi biancorossi chiedo di starci vicini. E’ fondamentale il loro supporto a prescindere da quanti vengano allo stadio. La partita con la Spal, ad esempio, è stata indimenticabile. Ci hanno trasmesso una forza ed un entusiasmo incredibili. Quanto vorrei che in ogni gara ci fosse quella spinta, quell’entusiasmo… 26 LA TUA OCCASIONE IMMOBILIARE IN VENDITA SU WWW.GOBID.IT ! PORTO RECANATI Appartamenti al Mare Porto Recanati Bolognola Porto Recanati Negozio in centro Villa in Montagna Appartamento fronte mare [email protected] 0737.78.20.80 biancorosso “A meno 26 ve se gela lo m Storia di un derby particolare: quello che il 26 marzo del 2005 affondò i cugini e sancì il ritorno in serie D della Rata FRANCESCO NOCERA 28 GUIDO CROCETTI Batticuore maro, frà!” di Alessandro Savi ROBERTO VAGNONI l 26 marzo del 2005 è un’altra data da “batticuore” per il popolo biancorosso. Il derby con la Civitanovese vinto 1-0 all’Helvia Recina di fronte a più di 3000 spettatori segna, ad un tempo, l’ennesima soddisfazione nei confronti dei cugini rossoblù e la matematica certezza di aver finalmente abbandonato gli infimi campionati regionali. Il nuovo millennio era iniziato malissimo per la Rata: retrocessione in serie D dopo la disfatta di Faenza, retrocessione in Eccellenza dopo lo spareggio con il Guidonia, ripescaggio e nuova retrocessione sancita a Ladispoli. I presidenti e le dirigenze si alternano continuamente e, in città, le voci di un possibile fallimento diventano sempre più copiose con il passare dei giorni. L’appello della tifoseria viene raccolto da Gaetano Malavolta, originario di Ripatransone, imprenditore edile e proprietario di una casa vinicola che decide di acquistare la società e salvarla, così, da un fallimento quasi scontato. Gaetano Malavolta, Giulio Spadoni e Marco Nacciarriti Il presidente chiama con sé Giulio Spadoni come direttore sportivo e Marco Nacciarriti come amministratore delegato (corsi e ricorsi della storia…) e allestisce una buona squadra che, tuttavia, non parte certamente con i favori del pronostico. Guido Crocetti – autore del gol che sancì la vittoria nel derby – lo ricorda perfettamente: “ero in macchina con Vagnoni e stavo leggendo un articolo di giornale scritto da un allenatore che, fissando la griglia delle otto squadre più attrezzate per il salto di categoria, escludeva la Maceratese. Dissi a Vagnoni: “Non ci hanno messo neppure tra le prime otto!” Lui rispose deciso: “Questi non hanno capito nulla. Vedrai che saremo noi a vincere il campionato”. Spadoni sottolinea il momento difficile vissuto fino all’arrivo di Malavol- I ta: “Sono arrivato a Macerata grazie a lui. Nella società c’erano anche Marco Nacciarriti e Claudio Papa. La Maceratese stava vivendo una delle fasi più delicate della sua storia e il presidente riuscì a portare serenità ad un ambiente piuttosto burrascoso. Facemmo una buona squadra e, con un budget non elevatissimo, riuscimmo a portare in biancorosso giocatori importanti come Vagnoni, Pesic, e Castiglione”. Mister Francesco Nocera e la carne macinata nelle gambe Come allenatore viene ingaggiato il napoletano Francesco Nocera che l’anno precedente era stato allenatore/giocatore del Camerino. Il mister giocherà alcune partite anche con la maglia della Maceratese facendosi apprezzare, tuttavia, più in panchina che in campo: “Nocera era tesserato anche come giocatore” – ricorda il capitano Roberto Vagnoni – “spesso voleva darci una mano. Io gli dicevo “mister, oramai nelle gambe hai la carne macinata” ma lui insisteva e quando giocava si staccava trenta metri e ci costringeva a fare delle partite impostate su un’oscena difensiva”. Crocetti ricorda un aneddoto che descrive meglio di ogni aggettivo la personalità del tecnico: “un sabato mattina stavamo facendo l’allenamento di rifinitura presso l’antistadio dell’Helvia Recina. Faceva un freddo terribile che quasi ci impediva di allenarci e c’era una persona tutta imbacuccata che seguiva il nostro lavoro. Nessuno di noi poteva immaginare che si trattasse di un tifoso, pensavamo piuttosto ad un osservatore avversario. Mister Nocera ci chiamò a raccolta e ci disse: “Ok ragazzi, da adesso in poi fate tutto il contrario di ciò che vi ho sempre detto”. Il derby di Guido Crocetti La Rata arriva al derby del 26 marzo con 17 punti di vantaggio sulla Vigor Senigallia e ben 26 lunghezze di distacco su una Civitanovese che, sia pur costruita per vincere, era a meno 6 dai play-off ma anche a meno 6 dai 29 biancorosso play-out. Il tecnico Emili era subentrato ad Alessandro Porro al quale i tifosi rossoblù non avevano mai perdonato la provenienza dal capoluogo. I biancorossi avevano disputato una gara in meno rispetto alle avversarie e il derby, inizialmente previsto per mercoledì 9 marzo, era stato spostato al sabato proprio per favorire la massima partecipazione delle tifoserie. Alla Maceratese mancavano, dunque, appena due punti per conquistare matematicamente la serie D. Il colpo d’occhio dell’Helvia Recina conferma le aspettative della vigilia e la bontà della scelta di non disputare la gare il mercoledì: più di 3000 spettatori (circa 400 i sostenitori della Civitanovese) che danno vita ad uno spettacolo entusiasmante sugli spalti. Simpaticissimi gli striscioni esposti: iniziano i biancorossi con un perentorio “Il potere è solo biancorosso” al quale i rossoblu rispondono con “Noi, provincia di nessuno”; ancora i supporters della Rata con “A meno 26 ve se gela lo maro” e pronta risposta avversaria con “Anche a meno 26 calorosi”. Poi avanti ancora con “V’imo doppiato” e “Teste di cozze”. La partita è equilibrata, entrambe le squadre risentono dell’importanza della posta in palio. Poi, esattamente alla mezz’ora di gioco, Guido Crocetti fa esplodere l’Helvia Recina. “Presi la palla nella trequarti” - racconta il bomber visibilmente emozionato – “ero spalle alla porta e feci un movimento strano rispetto alla soluzione più naturale che era quella di passarla dietro. Fui fortunato perché, favorito da un rimpallo, la palla si alzò e mi consentì di calciare direttamente in porta. Sentii l’entusiasmo dei nostri tifosi, realizzai di aver fatto una cosa bellissima, forse la cosa più bella da quando gioco a calcio.” Il secondo tempo è caratterizzato dalla costante pressione rossoblù alla ricerca del pareggio ma, complice anche l’espulsione di Bissutti, la Civitanovese non riesce mai ad impensierire l’attenta retroguardia della Rata e il 30 LE FORMAZIONI MACERATESE: Albanesi, Capuano, Iommi, Vagnoni, Pesic, Santori, Castiglione, Bucci, Di Giuseppe (61’ Lapponi), Pezzoli (80’ Oriente), Crocetti (77’ Massimi). In panchina: Gambadori, Benfatto, Cacciatori, Marzetti. Allenatore: Nocera. CIVITANOVESE: Paolini, Russo, Carassai, Strappini, Stabile (79’ Federini), Fontana, Nasini (53’ Dell’Aquila), Pavoni, Bissutti, Avallone, Ciarrocchi. In panchina: Mastrocola, Ruggeri, Tartufoli, Carrer, Ramaccini. Allenatore: Emili. ARBITRO: Bianco di San Benedetto del Tronto. portiere Albanesi. Così quando l’arbitro Bianco di San Benedetto del Tronto fischia la fine, i tifosi locali possono festeggiare la vittoria del derby e del campionato con sei giornate di anticipo. Amarcord Giulio Spadoni ha ancora lucidamente impresso il ricordo di quella giornata e di quella stagione trionfale: “il momento più intenso di quel campionato coincise curiosamente con il giorno del mio 39°compleanno. Quella squadra era davvero tosta e ci regalò tantissime soddisfazioni compresa quella di riportare allo stadio migliaia di persone in occasione del derby. Vincere il campionato grazie ad una vittoria sui rivali storici è qualcosa che rimarrà indelebile nella memoria di tutti noi che lo abbiamo vissuto”. Il DS biancorosso racconta un aneddoto a testimonianza del carattere e della grinta dei biancorossi di Nocera: “All’ultima giornata andammo in trasferta a Caldarola contro una squadra che aveva bisogno della vittoria per agganciare i play-off. Gli avversari si aspettavano la classica partita di fine stagione con la Maceratese poco interessata al risultato mentre invece pareggiammo al 90° e li eliminammo dai play-off. Era nello spirito della squadra quello di voler essere corretti fino all’ultimo secondo dell’ultima partita”. Anche l’amministratore delegato Marco Nacciarriti ha impressa nella memoria quella stagione, fotogramma per fotogramma: “Il derby fu una partita entrata nella storia che ha fatto entrare nella storia quei ragazzi meravigliosi. Ricordo con grande affetto mister Nocera che aveva la duplice veste di “sergente di ferro” in campo ma di persona affabile e piacevole fuori; poi il nostro siciliano, Peppe Castiglione che era la nostra mezzala funambulo; Pasqualino Minuti, grandissimo uomo e grandissimo calciatore. Infine Roberto Vagnoni, l’anomalo bomber che segnò tantissimi gol pur non essendo un attaccante.” Già, Roberto Vagnoni. 17 reti di cui 3 su rigore e addirittura 14 direttamente da calcio di punizione. Un simbolo di quella squadra e un uomo ancora innamorato della Maceratese e della città: “Macerata ti fa sentire sempre un giocatore vero, a prescindere dalla categoria. Ancora oggi sono orgoglioso di aver vestito quella maglia con la fascia di capitano ed è stato veramente bellissimo quando, nel recente passato, sono tornato da voi per vedere qualche partita e i tifosi mi hanno riconosciuto e acclamato”. Quando gli chiedo di ricordare quegli anni, Roberto è un fiume in piena: “C’è un solo aggettivo per definire quella stagione: strepitosa. E pensare che eravamo arrivati a Macerata e avevamo trovato un ambiente piuttosto freddo perché la Maceratese era reduce da stagioni pessime. Poi fu una cavalcata trionfale che non potrò mai dimenticare”. C’era quella mattonella, quello spicchio di campo che, se qualcuno andava giù e l’arbitro fischiava la punizione, avevi quasi matematica la certezza che il pallone sarebbe entrato in rete. “Dicevano che i palloni che utilizzavo erano truccati” – ride di cuore il capitano – “pensavano ad una sorta di microchip inserito dentro di essi. Però segnavo anche fuori casa, quindi ero insospettabile”. Grazie capitan Vagnoni. E stai tranquillo: li saluto io per te i tuoi vecchi tifosi. 31 Miserie & Nobiltà Cari cronisti vi dico: “Se avete bene in mente cosa volete dire, le parole verranno” P er un giornalista il rispetto verso il suo pubblico (lettore o telespettatore che sia) è Sacro ed addirittura, per scrivere, è il primo comandamento. Dunque la franchezza impone che vi dica che in questo articolo non sarò attendibile. Perchè in realtà, più che un articolo, è una dichiarazione di profondo affetto verso una delle più adorabili compagne della mia infanzia insieme, ovviamente, al pallone, all’album delle figurine Panini, al Guerin Sportivo, alla selezione dal Reader’s Digest, agli lp dei Pink Floyd e dei Fleetwood Mac ed anche, ci mancherebbe, alle copertine di PlayBoy (il massimo allora della trasgressione). Un’avvertenza: chiaramente gli over 40, nella lettura di queste righe, saranno agevolati ma cercherò di far comprendere, nell’epoca delle pay-tv, del mare magnum del web che tutto offre e tutto ospita, dei 999 canali del digitale terrestre, cosa potesse rappresentare Tv Koper Capodistria nell’era del “grigio” monopolio Rai. Non parliamo dell’anteguerra ma dei “mitici” anni Settanta quando la cara televisione a valvole proponeva solo il primo ed il secondo canale: eppure noi eravamo dei privilegiati perchè riuscivamo a captare un segnale che giungeva da Oltre Adriatico, esattamente dall’Istria, pochi passi da Trieste a pensarci bene ma al di là 32 della cortina di ferro, la mai rimpianta abbastanza ex Jugoslavia. Tele Capodistria trasmetteva in italiano ed il pezzo forte del suo palinsesto erano proprio i programmi sportivi ed i suoi mitici telecronisti, forse inconsciamente, hanno fatto scuola nel Bel Paese considerando che eravamo abituati a digerire gli ingessatissimi Valenti, Vasino, Vitanza, Martellini e Tonino Carino (sic!!!). Ed allora, quando partiva la sigla del magico pifferaio di Lubiana che annunciava l’inizio dei programmi era una festa anche se le partite proposte erano, fate conto, Velez Mostar-Borac Banija Luka oppure Buducnost Titograd (ora Podgorica)-Hajduk Spalato o al massimo il derby di Belgrado tra Crvena Zvezda (Stella Rossa)-Partizan. A commentarle, spesso, c’era il “Mammasantissima” assoluto ossia Sergio Tavçar, per la verità specializzato nel basket ma che non disdegnava “contaminazioni” calcistiche. Leggendario il suo modo di raccontare lo sport, senza peli sulla lingua, con una partecipazione emotiva trascinante e soprattutto senza le sciocche inibizioni che spesso condizionano i cronisti davanti ad un campione. Non avrebbe avuto remore a dare del brocco, che so, a Cruijff, Antognoni o Beckembauer o magari ad incensare un pedatore semisconosciuto della Slovenia se non altro per l’impegno e la volontà. Qualche esempio? Partiamo dalla pallacanestro: allora andava in voga Ratko Radovanovic, campione più di fisico che di tecnica ed infatti il Nostro, ogni volta, lo definiva “mano quadra”. Ricordate Romario? L’ex grande centravanti del Brasile? Dopo aver scartato mezza difesa, a di porta vuota, sbaglia un gol già fatto. Commento di Tavçar : “Qualunque giocatore, anzi qualunque bipede avrebbe segnato da quella posizione.” Illuminante la sua idea di sport grazie ad una metafora pugilistica: “Se devo scegliere un match tra due pesi mosca ma di grande tecnica oppure vedere uno scazzottaggio fra due scimmioni analfabeti pesi massimi sceglierò, tutta la vita, il primo combattimento.” Nell’87 ero a Fiume (pardon Rijeka) ed andai in “pellegrinaggio” alla sede di Tv Koper qualificandomi per quello che ero, un semplice telespettatore. Tavçar fu cortesissimo e 20 anni dopo, approfittando del fatto che era nelle Marche, a P.S.Giorgio, per una partita della Sutor, ricambiò la visita e fu mio ospite negli studi di Tvrs. Fuori onda, a cena, ci trovammo concordi sul fatto che “essere esperto di uno sport è tutt’altra cosa dall’essere un buon telecronista” e da qui snocciolò le sue tre leggi fondamentali (visto che non è un decalogo si possono tenere bene a mente). 1. Il telecronista è colui che descrive in tempo reale quanto succede in campo (la colpa è disturbare l’attenzione del telespettatore parlandogli di altro; se non si è, quindi, sicuri di quanto è successo, è meglio tacere). 2. Un arbitro, in uno sport di squadra, è un male necessario. Tradotto: il cronista non può essere un predicatore che tramite il microfono diffonde il suo credo così come chi ha il fischiet- to in bocca deve bandire la saccenza (meditate arbitri, meditate). 3. Riempire i tempi morti con la parola giusta al momento giusto: l’esercizio più difficile in assoluto. Per finire gli chiedo come mai, quando riascolto una mia differita, raramente riesco a sopportarmi e trovo mille difetti. “Bravo” - mi rispose, sorprendendomi - “Nella vita, a mio av- “ 1000 canali tv, radio, streaming, sistemi digitali, tablet, smarthphone, pc. Il modo di trasmettere il calcio cambia. Lo stile dei grandi radiocronisti resta ” Andrea Verdolini viso, bisogna sempre comportarsi come un eunuco nell’harem: un uomo che sa perfettamente cosa si dovrebbe fare per quanto non ci riesca”. Tralascio, ma solo per motivi di spazio, gli altri fenomeni di Tv Koper, da Sandro Vidrih a Bruno Petrali (quest’ultimo capostipite della scuola c.d dei rumori di fondo, ossia, alla tedesca di lasciare ampio spazio alle voci dello stadio). Poi, nel 1990, arrivò la Fininvest che acquistò le frequenze per creare la prima tv italiana a pagamento (ricordate Tele Più ?). Da allora in Italia, Tele Capodistria si può vedere solo in Friuli o al massimo nel Veneto. Certo, direte voi, adesso la scelta è infinita: il malato di calcio può scegliere tra la partita del campionato belga o quella del torneo sanmarinese. Eppure, forse perchè è un ricordo di gioventù, c’è un po’ di nostalgia per il monoscopio che annunciava il collegamento con lo Stadio dei Lavoratori di Skopije ed un mondo che sembrava lontanissimo. Invece era a poche miglia marine da noi. 33 14 FEBBRAIO VALENTINE’S DAY REASONS TO LOVE RATA RATA POINT BIGLIETTERIA • FELPE • T-SHIRT • BOMBER • SCIARPE • OROLOGI • GADGET GALLERIA DEL COMMERCIO, 12 - MACERATA - TEL. 0733 235446 In collaborazione con Prince Sport UN MERCOLEDÌ DA CAMPIONI Incontra i tuoi giocatori preferiti! Ogni mercoledì, dalle 17 alle 19, un giocatore della Maceratese sarà presente al Rata Point per firmare magliette e palloni. 10 febbraio: Lorenzo Carotti - 17 febbraio: Raffaele Imparato Settore giovanile I piccoli grandi uomini di Massimo Medei di Luca Muscolini “L a categoria che mi è stata affidata quest’anno, gli Esordienti 2004, che mi rendono orgoglioso di far parte di questa società – afferma l’allenatore Massimo Medei – è delicata. In questa fascia d’età molti ragazzini affrontano la fase di maggiore sviluppo fisico e della pubertà, per cui è possibile notare una grossa differenza tra di loro sotto l’aspetto fisico, anche se hanno tutti la stessa età. Il profondo cambiamento fisico fa sì che i ragazzi possano trovarsi disorientati anche dal fatto che alcune capacità coordinative acquisite possano sembrare smarrite e, quindi, è importante seguire il ragazzo anche sotto l’aspetto psicologico. Per quanto riguarda il lato tecnico – prosegue il trainer - la categoria Esordienti rappresenta all’interno dell’organigramma della struttura giovanile federale l’apice di una piramide definita “attività di base”. Le mie linee guida sono gioco, divertimento, entusiasmo, passione, programmazione, cultura sportiva e professionalità. La programmazione per gli Esordienti deve essere dunque basata sul gioco, attività che dovrà tendere all’assimilazione di certi comportamenti, senza accentuare richieste e aspettative di prestazione. Alla fine di questo percorso – è la metafora di Medei - è un po’ come finire la scuola media e porre le basi per il futuro alle superiori. Dopo la categoria Esordienti, infatti, i ragazzi passano dalla Scuola calcio al Settore giovanile, dove avviene il completamento del giovane calciatore che entra in una dimensione calcistica legata più alla performance ed al risultato agonistico. È quindi inevitabile la selezione. Amplificata dal fatto – conclude mister Medei – che, fatto da non trascurare, giocando nella Maceratese, alcuni di questi ragazzi di qui a breve andranno a partecipare ad un campionato nazionale”. Con gli “in bocca al lupo” di mister Medei che li sta vedendo crescere bene, giorno dopo giorno. Piccoli, grandi uomini. 35 CLASSIFICA CANNONIERI - LEGA PRO - GIRONE B (dopo 20 giornate) 16 9 8 reti Scappini (Pontedera) reti Tremolada (Arezzo) - Fioretti (Maceratese) mini) - Bonazzoli (Robur Siena) - Mendicino (Robur Siena) - Yamga (Robur Siena) - Guidone (Santarcangelo) - Petrella (Teramo) 3 7 reti Casiraghi (Ancona) - Pedrelli (Ancona) - Cori (Arezzo) - Madrigali (Arezzo) - Cais (Carrarese) - Gnahore (Carrarese) - Leccese (Lupa Roma) - Buonaiuto (Maceratese) - Sinigaglia (Pistoiese) - Vettori (Pontedera) - Polidori (Rimini) - Bastoni (Robur Siena) - De Vena (Santarcangelo) - Mora (Spal) - Da Silva (Teramo) - Di Paolantonio (Teramo) - Le Noci (Teramo) - Tempesti (Tuttocuoio) 6 2 reti Infantino (Carrarese) - Sandomenico (L’Aquila) - Capello (Prato) reti Fanucchi (Lucchese) - Terrani (Lucchese) - Virdis (Savona) - Cellini (Spal) - Finotto (Spal) reti Kouko (Maceratese) - Varela (Pisa) - Shekiladze (Tuttocuoio) 5 reti Cognigni (Ancona) - Dettori (Carrarese) - Perna (L’Aquila) - Margiotta (Santarcangelo) - Cocuzza (Savona) - Zigoni (Spal) - Moreo (Teramo) 4 reti Gyasi (Carrarese) - Pozzebon (Lucchese) - Montella (Pisa) - Verna (Pisa) - Cesaretti (Pontedera) - Ragatzu (Ri- reti Lombardi (Ancona) - Betancourt (Arezzo) - Capece (Arezzo) - Defendi (Arezzo) - Greco (Arezzo) - Erpen (Carrarese) - Ceccarelli (L’Aquila) - De Sousa (L’Aquila) - Mancini (L’Aquila) - Triarico (L’Aquila) - Benvenga (Lucchese) - Pasqualoni (Lupa Roma) - Colombi (Maceratese) - Lupoli (Pisa) - Mannini (Pisa) - Ricci (Pisa) - Rovini (Pistoiese) Kabashi (Pontedera) - Chirico’ (Prato) - Gabbianelli (Prato) - Lisi (Rimini) - De Feo (Robur Siena) - Venitucci (Santarcangelo) - Castagnetti (Spal) - Di Quinzio (Spal) - Spighi (Spal) - Scipioni (Teramo) IL CAMMINO DELLA MACERATESE ANDATA RITORNO 1 Lupa Roma-Maceratese 0-1 (Kouko) 18 Maceratese-Lupa Roma 0-0 2 Maceratese-Savona 2-1 (2 Fioretti, 1 rig.) 19 Savona-Maceratese 4-2 (Buonaiuto, Kouko) 3 Maceratese-Lucchese 1-1 (Kouko) 20 Lucchese-Maceratese 1-2 (2 Colombi) 4 Rimini-Maceratese 1-0 21 (6/02/2016): Maceratese-Rimini 5 Maceratese-Pontedera 2-1 (Kouko, Fioretti) 22 (14/02/2016): Pontedera-Maceratese 6 Ancona-Maceratese 1-1 (Kouko) 23 (21/02/2016): Maceratese-Ancona 7 Maceratese-Teramo 3-2 (2 Buonaiuto, Fioretti) 24 (28/02/2016): Teramo-Maceratese 8 Robur Siena-Maceratese 0-1 (Orlando) 25 (6/03/2016): Maceratese-Robur Siena 9 Maceratese-Spal 1-0 (Fioretti) 26 (13/03/2016): Spal-Maceratese 10 Pistoiese-Maceratese 1-2 (Faisca, Buonaiuto) 27 (20/03/2016): Maceratese-Pistoiese 11 Prato-Maceratese 0-0 28 (24/03/2016): Maceratese-Prato 12 Maceratese-L’Aquila 1-1 (Fioretti) 29 (3/04/2016): L’Aquila-Maceratese 13 Tuttocuoio-Maceratese 2-1 (Foglia) 30 (10/04/2016) Maceratese-Tuttocuoio 14 Maceratese-Carrarese 4-1 (2 Fioretti, Carotti, Ganci) 31 (17/04/2016): Carrarese-Maceratese 15 Pisa-Maceratese 1-1 (Kouko) 32 (24/04/2016): Maceratese-Pisa 16 Maceratese-Arezzo 0-0 33 (1/05/2016): Arezzo-Maceratese 17 Santarcangelo-Maceratese 1-0 34 (8/05/2016): Maceratese-Santarcangelo 37 CLASSIFICA GENERALE - LEGA PRO Girone B - 5.2.2016 Squadra PT SPAL 44 PISA (-1) 35 MACERATESE 34 ANCONA 33 CARRARESE 30 ROBUR SIENA 30 PONTEDERA 29 AREZZO 27 LUCCHESE 24 TUTTOCUOIO 24 TERAMO (-6) 23 PRATO 20 PISTOIESE 19 RIMINI 18 SANTARCANGELO (-6)17 L’AQUILA (-14) 14 LUPA ROMA 12 SAVONA (-14) 9 G 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 V 13 10 9 9 8 7 7 5 7 6 8 5 4 4 5 8 2 6 N 5 6 7 6 6 9 8 12 3 6 5 5 7 6 8 4 6 5 P 2 4 4 5 6 4 5 3 10 8 7 10 9 10 7 8 12 9 GF 32 27 25 21 30 22 28 24 25 15 25 16 13 14 18 23 14 16 GS 11 19 19 17 23 18 19 19 24 18 25 22 20 28 21 25 35 25 CUORE BIANCOROSSO Preventivi gratuiti MACERATA Registrazione Tribunale di Macerata n. 626 del 23.07.2015 Direttore responsabile Nazzarena Luchetti Redazione Alessandro Savi, Andrea Verdolini, Luca Muscolini, Carlo Cambi, Lorenzo Ottaviani, Giancarlo Nascimbeni, Realizzazione grafica e impaginazione Stefano Ruffini, Nazzarena Luchetti Foto Fabiola Monachesi Massimo Zanconi Per suggerimenti e opinioni [email protected] Stampa Biemmegraf - Macerata © Copyright Tutti i diritti riservati 39
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