Cuore Biancorosso 09
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biancorosso C ssmaceratese.it uore rivista ufficiale N° 9 - Gennaio 2016 CARLO PESCOSOLIDO Un “ciociaro” nella Maceratese Biancoroscopo 2016 Un anno di persone che non mollano Fi.Fa. Security Come funziona la sicurezza Raffaele IMPARATO Fare sempre il proprio meglio distribuzione gratuita Foto Massimo Zanconi E partita dopo partita si arriva alla meta Piediripa-Macerata, Via Cluentina 16/aVendite,officina, carrozzeria, gommista, ricambi, revisioni 0733 286800 l’editoriale E la corsa prosegue... I di Andrea BUSIELLO l terzo posto alla fine del girone d’andata è il giusto premio per una Maceratese costruita con precisione e senza spese folli. Spal e Pisa hanno budget decisamente più importanti ma i biancorossi hanno la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere. L’obiettivo iniziale, la salvezza, è praticamente già centrato e allora è giusto guardare oltre e non avere paura di nessuno. La società ha dimostrato di voler credere in un sogno e dal mercato invernale consegnerà a mister Bucchi una squadra ancora più forte: recuperare sette punti alla capolista è impresa ardua ma nel calcio nulla è precluso e così settimana dopo settimana il campionato potrebbe farsi ancora più interessante. La serie B è un obiettivo particolarmente ambizioso, più un sogno che realtà, ma questa squadra ha il carattere e la personalità per giocarsela con tutti e raccogliere il massimo da ogni gara. Il girone d’andata del torneo di Lega Pro ha dimostrato come le prime tre squadre siano di un livello superiore alle altre, poi un discreto numero di contendenti che possono dire la loro in zona play off e tutte le altre a lottare per evitare la retrocessione. Lupa Roma e Savona, i prossimi due avversari dei biancorossi, non sono squadroni e in caso di “pieno” la classifica sarebbe più interessante e con prospettive ancora più stuzzicanti. Ad oggi ambire ad un posto nei play off (risultato storico) è una cosa possibile ma tutti devono remare dalla stessa parte. Maceratese, non fermarti: è ora di riprendere la corsa! 3 biancorosso LA TUA OCCASIONE IMMOBILIARE IN VENDITA SU WWW.GOBID.IT ! PORTO RECANATI Appartamenti al Mare Porto Recanati Bolognola Porto Recanati Negozio in centro Villa in Montagna Appartamento fronte mare [email protected] 4 0737.78.20.80 Punto di vista di Giancarlo Nascimbeni Strada ancora lunga. Ora bisogna conVINCERE D ue sono gli argomenti che interessano l’intero movimento della Lega Pro: il primo è la nomina del nuovo Presidente, Gabriele Gravina (così come da me auspicato in altre precedenti rubriche di questa rivista) e del Consiglio Direttivo che resterà in carica fino alle prossime olimpiadi per essere poi rinnovato (spero confermato) per il quadriennio successivo. Se era prevedibile la nomina a Presidente di Gabriele Gravina, dirigente sportivo di elevato spessore con maturata esperienza in società ed in Federcalcio, del tutto inaspettata è arrivata la nomina a componente del Consiglio Direttivo della nostra Presidente, Maria Francesca Tardella. E’ la prima volta che un Presidente della Maceratese viene chiamato a ricoprire una carica così prestigiosa e soprattutto in un momento che esige profonda trasformazione del movimento calcistico della Lega Pro, in questi ultimi anni succube dello strapotere federale delle società di A e B da un lato e di quelle falsamente dilettantistiche, almeno nella gran parte di esse, dell’organico della serie D. Macerata sportiva deve essere orgogliosa che la dott.ssa Tardella potrà rappresentare le esigenze delle società di Lega Pro, evidentemente avendo esse riconosciuto in lei capacità manageriali e competenza tali da ritenerla idonea e meritevole di svolgere un incombente di tanta rilevanza. E’ stato un successo per il calcio marchigiano in Lega Pro in quanto entrambi i rappresentanti delle uniche due società (Ancona e Maceratese) sono stati eletti nell’organismo direttivo della categoria. Da questa rubrica, sicuro di interpretare il pensiero di tutti gli sportivi, giungano alla Dott.ssa Tardella il compiacimento per la nomina così prestigiosa e l’augurio di poter operare per rendere la Lega Pro (spero vivamente che ritorni a chiamarsi Lega Serie C) efficiente e determinante per le scelte che dovrà operare la Federcalcio, così come lo è sempre stata dalla sua nascita negli anni ’60 fino alla malau- gurata crisi del 2013 che speriamo possa essere finalmente superata e dimenticata. Calcioscommesse, l’inchiesta “Dirty soccer” Secondo argomento di attualità: è iniziato in questa settimana il secondo filone del processo denominato Dirty Soccer che vede coinvolte, a diverso titolo e grado di colpa, 27 società e 49 tesserati. Purtroppo anche la Maceratese è stata, suo malgrado, coinvolta nel processo per la c.d. responsabilità oggettiva in quanto il suo calciatore capitano della stagione sportiva 2014/2015 Mirko Garaffoni si sarebbe reso responsabile di attività finalizzata ad alterare il risultato della gara Santarcangelo – L’Aquila dello scorso campionato di Lega Pro, partita questa del tutto estranea agli interessi della Maceratese assolutamente ignara del comportamento del proprio tesserato e per questo chiamata in giudizio dalla Procura Federale a titolo di responsabilità oggettiva. E’ una imputazione ingiusta, basata su un principio che vige solo in ambito sportivo e che appare assolutamente anacronistico non essendo in grado qualunque società di calcio di poter controllare il comportamento dei propri tesserati anche al di fuori delle loro prestazioni agonistiche. Il mio studio legale è impegnato ad evitare alla società la penalizzazione di un punto in classifica da scontarsi nel presente campionato così come richiesto in aula dalla Procura Federale. Sarà impresa ardua in quanto i regolamenti vigenti fanno propendere per l’accoglimento della richiesta avanzata dalla Procura. La prossima settimana il Tribunale Nazionale Federale pronuncerà la propria decisione che, ove sfavorevole, potrà essere impugnata avanti alla Corte di Appello Federale. La Maceratese tra sogno e realtà Esauriti questi argomenti passo a trattare quello squisitamente agonistico, ovvero la prossima gara di campionato che vedrà impegnata la Maceratese all’Helvia Recina contro la Lupa Roma nella prima giornata del girone di ritorno. Le due squadre si sono incontrate solo in questa stagione all’esordio di campionato e ricorderete che la Maceratese vinse ad Aprilia 1-0. Dopo la sconfitta subita a Santarcangelo sabato scorso i biancorossi vorranno e dovranno riscattarsi anche per mantenere il 3° posto in classifica. La sconfitta di Santarcangelo dovrà essere dimenticata, ma si deve tener conto che la squadra si è presentata priva di 4 calciatori che si sono rivelati determinanti in tutte le precedenti partite. Alla sconfitta sono seguite delle polemiche che giudico eccessive. Voglio essere chiaro: se ci si dovrà accontentare della salvezza, dopo un così brillante girone d’andata, la sconfitta di Santarcangelo può essere accettata in quanto non sarà certo essa a determinare il non raggiungimento del programma iniziale; sono invece del parere che già da qualche tempo la società, lo staff tecnico e la squadra avrebbero dovuto cambiare programma visti i brillanti risultati conseguiti. La cosa avrebbe creato ulteriore entusiasmo nella tifoseria e avrebbe maggiormente responsabilizzato i calciatori senza correre il rischio di un loro appagamento per aver già da tempo conseguito la permanenza nella categoria anche per la prossima stagione sportiva. Ho vissuto analoghe esperienze durante la mia lunga attività di dirigente e posso affermare che non è facile cambiare in corsa i programmi in difetto di identità di vedute fra tutte le componenti della struttura societaria. A mio avviso la Maceratese, a questo punto, può e deve ambire a traguardi più prestigiosi della semplice salvezza, pur programmata allora giustamente all’inizio della stagione, per non vanificare gli sforzi compiuti da tutti fino ad ora che hanno determinato il conseguimento di una posizione di classifica tanto allettante per il raggiungimento dei play off. In bocca al lupo, quindi, fiducioso che il girone di ritorno possa iniziare brillantemente così come è avvenuto nel girone di andata. 5 Miserie & Nobiltà RADIOCRONACHE I cantori del calcio “P isa la pelota Maradona, arranca por la derecha el genio del futbol mundial, puede tocar para Burruchaga, siempre Maradona, genio, genio, genio, tà, tà, tà, tà, goooooooool”. L’avete riconosciuto? E’ il racconto dell’immortale secondo gol del “pibe de oro” all’Inghilterra nei quarti di finale dei Mondiali dell’86: un’azione straordinaria con Dieguito a saltare come birilli gli stupefatti marcantoni inglesi ed il portiere Shilton (non uno qualsiasi) partendo dalla propria metà campo. Fu anche la partita della “mano de Dios” e di tutto ciò che poteva significare una sfida di calcio tra Argentina ed Inghilterra ad appena 4 anni dalla guerra nelle Malvinas (ehm Falkland per meglio dire e non urtare la suscettibilità di qualche amico d’Oltremanica). Per gli esteti del calcio un exploit paragonabile, per i musicofili, ad un irresistibile crescendo wagneriano ma, in Sudamerica, a rendere ancora più leggendario il mito ci ha pensato Victor Hugo Morales, popolarissimo radiocronista per come ha saputo raccontare in diretta alle folli rioplatensi il gol e quello che è successo nei secondi immediatamente successivi. Con il “corazon” a supportare le corde vocali e superando tutti i rischi connessi ad un non improbabile arresto cardiaco così il “nostro” ha narrato in diretta 6 nario collettivo, all’immortalità di un gesto o di un evento e lo sport, nella fattispecie il calcio che coniuga mirabilmente fantasia e potenza, talento e preparazione, raziocinio ed imprevedibilità, si “presta” meglio forse di qualsiasi altra disciplina ad una prosa così ricca e da tramandare ai posteri. l’accaduto: “quiero llorar (voglio piangere), Dios Santo, viva el futbol, Maradona en recorrida memorable, en la jugada de todos los tiempos, barrilete cosmico, de que planeta veniste para dejar en el camino a tanto ingles? Para que el pais sea un puno apretado gritando por Argentina. Gracias Dios, por el futbol, por Maradona, por esta lagrimas...” Ho lasciato la versione originale in spagnolo (cliccatissima su YouTube) perchè non necessita di particolari traduzioni: il cronista era totalmente immerso nell’evento, ha lasciato da parte ogni aplomb, forse, direte voi, avrà anche sconfinato i limiti dell’etica professionale ma tant’è... Si tratta di uno dei casi più emblematici di come un cronista contribuisca, nell’immagi- Campioni del mondo! Quel gelido galantuomo di Nando Martellini non è forse passato alla storia per il triplice “campioni del mondo” al fischio finale che decretò il trionfo azzurro in Spagna? E chi non rammenta il “Cannavaroooo” o il “Grossoooo” simili a richiami nella foresta lanciati da Fabio Caressa a Berlino? Il piccolo grande segreto è sicuramente lo stile: quello non va mai abbandonato, nemmeno nei momenti più esaltanti. Allora si rischierebbe di perdere credibilità e di non essere più se stessi con figuracce costanti in agguato. Last but not least (a proposito delle frasi fatte care ai giornalisti) ossia ultimo ma non meno importante, il principe assoluto dei radiocronisti, ossia Sandro Ciotti. In realtà, a quei tempi, c’era una vera e propria non dichiarata diarchia con Enrico Ameri. Quest’ultimo insuperabile nella cronaca pura, nel ritmo infernale e serratissimo, nelle improvvise accelerazioni che seguivano il gioco in campo e nella di Andrea Verdolini “ Stadio Azteca, Città del Messico, 22 giugno 1986: Maradona segna il gol perfetto e l’emozionante radiocronaca di Victor Hugo Morales rimane la più ascoltata nella storia del calcio totale mancanza di pause, insomma la radio nella sua essenza. Ciotti con un lessico colto, con interventi più portati al commento che alla descrizione spicciola delle azioni e con termini passati alla storia come “terreno perfettamente agibile” o “ventilazione inapprezzabile.” Un vero Maestro di competenza: si racconta di una storica scommessa con lo scrittore Eugenio Danese con Ciotti che riuscì a riconoscere sullo schermo cinquanta, dicasi cinquanta, giocatori italiani inquadrati solamente dalla vita in giù. A cento gambe (le giudicava dal guizzo, dallo stop, dalla falcata) restituì, puntuale ed infallibile, il nome dei loro proprietari. D’altronde fu anche un ottimo giocatore ed a discreti livelli (con le maglie di Lazio, Bari ed Anconitana) con un suo personalissimo record: ha battuto nella sua carriera 37 rigori segnando altrettanti goals. Tutto il calcio minuto per minuto Se Victor Hugo Morales, anima caliente e latina, rimarrà probabilmente insuperabile nell’enfasi e nel pathos, ” chiudo questa prima parte dedicata ai telecronisti del calcio raccontandovi un altro pezzo da fuoriclasse del giornalismo. Una performance totalmente differente ma ugualmente significativa. Ciotti era nella sua cabina negli anni ‘60 a raccontare per “Tutto il calcio minuto per minuto”, una gara all’Olimpico di Roma. Quel giorno ad arbitrare c’era nientepopodimenochè Concetto Lo Bello da Siracusa, il principe dei fischietti, una sorta di monarca assoluto verso il quale non erano ammesse obiezioni o critiche. Invece in quell’occasione il direttore di gara siciliano ne “combinò più di Carlo in Francia” ed un solerte funzionario dell’ingessatissima Rai di allora si precipitò nella postazione di Ciotti per assicurarsi che il cronista non sparasse a zero su un arbitraggio così incredibilmente ricco di errori. Figurarsi, un’autentica gloria nazionale come Lo Bello, in predicato di andare ai Mondiali, nella classica giornata storta. Le parole sono pietre, scriveva Sandro Ciotti Carlo Levi e quando sono pronunciate con milioni e milioni di radioascoltatori pesano quintali. Allora Sandro Ciotti, alla fine della sua radiocronaca, utilizzò una formula splendida e sottile. Dopo aver detto, nelle consuete note di cronaca, del risultato e dello stadio gremito concluse così: “Ha arbitrato Lo Bello davanti ad ottantamila testimoni”, con precisa e sottintesa ironia. La cosa tragica e divertente al contempo è che il dirigente di Mamma Rai si congratulò con il “nostro” per le belle parole spese verso la giacchetta nera. Così tutti furono soddisfatti e soprattutto l’esigenza primaria di raccontare la verità fu salvaguardata. Avrei molti altri illuminanti aneddoti da raccontare ma la mia gatta sta iniziando a passeggiare sulla tastiera arricchendo il testo di frasi incomprensibili e reclamando, legittimamente, le sue crocchette e magari dalla redazione staranno arrivando pensieri amichevolmente minacciosi per un abuso di spazio. 7 8 biancor C ROCCO SABATO Difensore - Pavia (Lega Pro) EUGÊNIO RÔMULO TOGNI Centrocampista - Avellino (Serie B) uore L A N U O V A R O S A MATTEO COLOMBI Attaccante - Oltrepovoghera (D) FRANCESCO FORTE (P) NICOLAS CANTARINI (P) VASCO FAISCA (D) RICCARDO FISSORE (D) FRANCESCO KARKALIS (D) GIANLUCA CLEMENTE (D) LUIGI DJIBO (D) ALESSANDRO DE ANGELIS (D) IGOR LASICKI (D) MATTIA ALTOBELLI (D) MARCO MASSEI (D) EMANUELE D’ANNA (D) RAFFAELE IMPARATO (D) GIOVANNI GIUFFRIDA (C) BADARA SARR (C) LORENZO CAROTTI (C) FABIO FOGLIA (C) MATTEO CESCA (C) YASSINE BELKAID (C) CRISTIAN BUONAIUTO (A) FRANCESCO ORLANDO (A) DANIEL KOUKO (A) GIORDANO FIORETTI (A) ISNIK ALIMI (A) RICCARDO CALAMITA (A) 9 biancorosso Raffaele IMPARATO Ama, gioca, lotta PIU’ CHE PUOI E non solo per ciò che riguarda la tua vita. “Se vogliamo un calcio più sano - spiega il difensore biancorosso non aspettiamo che i cambiamenti arrivino sempre dall’alto. I calciatori devono dimostrare per primi che un calcio migliore è possibile”. E’ un sorprendente Imparato quello che si racconta a Cuore biancorosso: consapevole, severo, con qualche rimpianto. E che fa un invito, molto amichevole, ad un certo Romano: “Sei bravo ma se ci risolvi il problema del campo sei il numero uno!” di Nazzarena Luchetti A l fascino dei calciatori siamo abituati. Come alla loro altalenante qualità di gioco. E così pure ai loro sfuggenti sorrisi e al loro modo di essere cool. Ogni tanto però capita di trovare qualcuno come Raffaele Imparato. Che ti sorprende non tanto per l’evidente bellezza e la capacità di adattarsi ai diversi ruoli ma per quella sottile saggezza, solitamente proporzionale all’età e dunque insolita per un ragazzo di 29 anni. Così ti ritrovi piacevolmente a discutere di cose impegna10 tive come la cultura del merito, la sofferenza: “Sono un nichilista. Ma l’amore può salvarci e cambiarci la vita”. E poi di calcio, tanto calcio, quello dei grandi, quello etico, quello federale. E quello della nostra Maceratese, consapevole dei propri limiti e pregi. “Se dobbiamo riconoscerci un merito è quello di aver saputo costruire un gruppo di persone che sa adattarsi alle esigenze del team tecnico e alle risorse della Società”. Sognare, si è sognato, ora bisogna di nuovo dimostrare e reinventarsi. Cosa manca alla squadra per fare un salto di qualità? Forse bisognerebbe affinare un po’ più la tecnica. Ma abbiamo entusiasmo e grande capacità di adattamento. La mancanza di alcuni requisiti da ancora più valore a quello che stiamo facendo. Magari il nostro modo di giocare non è bellissimo ma è molto efficace. Spesso viene scambiata la nostra idea di calcio con un’idea di poca qualità. Io dico che l’importante è fare il risultato. l’intervista Chi è RAFFAELE IMPARATO Avellino 03.09.1986. Fa il suo esordio nei professionisti con la maglia della Salernitana (C1) nella stagione 2005/06. Nel gennaio del 2006 si trasferisce alla Nocerina (C2) dove trova poco spazio (solo tre presenze) e, a fine campionato, passa alla Torres 1903 (C2) dove gioca costantemente. Il nuovo approdo alla Salernitana per la stagione 2007/08 si conclude come la precedente esperienza: a gennaio fa di nuovo le valigie per trasferirsi alla Juve Stabia mantenendo la categoria (serie C1) anche negli anni successivi con le maglie di Paganese e Taranto fino al 2011, quando viene ceduto al Milazzo Calcio in serie C2. Nella stagione 2013/14 è al Sorrento (in questo anno realizza il suo finora unico gol tra i professionisti), in quella successiva alla Torres allenata da mister Bucchi che lo porta con sé a Macerata. 11 biancorosso Ci crederanno anche i nuovi arrivati? Sicuro. Sono ragazzi in gamba. Togni l’ho affrontato un paio di volte ed è un giocatore di grandi qualità tecniche. Per Rocco Sabato parla il suo curriculum, mentre Matteo Colombi, lo scorso anno, stava con noi alla Torres e sono contento che giochi con noi. Un ottimo calciatore e ragazzo esemplare. Faremo un bel gioco. Risultato che viene anche da una singolare compattezza del gruppo… Si, è vero. Formiamo un bel gruppo anche con tutto lo staff tecnico, come se ne vedono pochi. Non dobbiamo andare d’accordo per forza fuori dal campo. Tra l’altro io non sono uno dai modi molto gentili. Alcuni mi amano, altri meno. Quello che voglio dire è che, anche se io e te fuori non ci salutiamo, in mezzo al campo per te darò sempre tutto me stesso. E questo è un gruppo che fa questo: dà l’anima, uno per l’altro. All’inizio, a parte al Mister, in pochi ci credevano. Ora ci crediamo tutti. 12 L’ex CT Arrigo Sacchi ha recentemente dichiarato che, quando era allenatore, andava a vedere le partite di serie C perché c’è sempre da imparare… Sono d’accordo. Penso che noi italiani siamo dei pionieri delle idee calcistiche. Lo insegna Sacchi, lo insegnano i tanti allenatori vincenti in Italia e all’estero. Soprattutto nelle categorie inferiori dove probabilmente c’è meno qualità e soldi, c’è bisogno di avere più idee per dare maggior possibilità ai calciatori di esprimersi nella maniera migliore. Questo, credo, dipenda molto dagli allenatori. Le idee in campo partono da loro. Poi gli altri devono fare il resto. E sarebbe? Per crescere, a livello calcistico, c’è bisogno di più strutture e una cultura diversa. Prendiamo la Germania: prima i giocatori tedeschi erano tutti uguali, muscolarmente forti, non mollavano mai, grande carattere. Oggi hanno caratteristiche più spagnoleggianti. E questo perché hanno migliorato le strutture per lavorare, investono nei giovani, ci incominciano a lavorare già da bambini. Nelle scuole, addirittura. Noi italiani, che potremmo essere i migliori, ci facciamo sempre superare dagli altri e andiamo avanti con l’arte dell’arrangiarsi. Penso che potremmo far crescere dei giovani ancora più forti di quelli che vediamo negli altri Paesi europei ma ci manca il metodo e le strutture giuste. E’ anche una questione di regole. Se sei bravo giochi, altrimenti no. Oggi molti ragazzi devono giocare per forza. Anche per questo è importante riformare la Federcalcio. Chi vedresti al vertice? Non certo uno come Tavecchio. Nel calcio c’è bisogno di più uomini di campo. Un esempio potrebbe essere Albertini, uomini che conoscono il calcio perché l’hanno vissuto. Lo stesso vale per la Lega Pro. Mi auguro che Gravina possa cambiare le cose. E comunque anche i calciatori hanno le loro responsabilità. Uno come Mauri, capitano della Lazio che guadagnava 3 milioni di euro e viene arrestato per il calcio scommesse, non è un bell’esempio. Il peggio è rivederlo dopo in campo come se niente fosse. La condanna deve essere assoluta per chi sbaglia. Non la squalifica per un anno ma la radiazione. Altrimenti non si capisce la differenza tra un impostore e una persona onesta. Se sbagli non sempre paghi, se fai bene non sempre vinci… E’ vero. Quando ho iniziato avevo più aspettative. Gli inizi furono anche incoraggianti. A 18 anni ero già tra i professionisti. A 20 sono andato in C2 da titolare e feci un bel campionato. Sul Corriere dello Sport venni inserito tra i primi 10 talenti della serie C. Mi volevano un sacco di squadre e poi mi comprò il Catania, ci feci 5 anni. Però credo di non aver ricevuto dal calcio quanto ho dato. Non è “l’alibi del perdente” ma forse, a volte, non si è al posto giusto al momento giusto o si buttano delle occasioni perché non le si riconoscono o perché si è impulsivi. l’intervista “ Un calciatore ha sempre voglia di dimostrare il suo valore e, se serve, si rimette in discussione ” Foto Massimo Zanconi “ La Maceratese è di tutti i maceratesi. Sostenetela e difendetela con i denti ” 13 biancorosso Qualche rimpianto? Non essermi laureato. Con la scusa del professionismo spesso noi calciatori lasciamo gli studi. E invece abbiamo molto tempo libero e potremmo usarlo per studiare. E cambiare un po’ questa visione del calcio ignorante. Il cambiamento è un compito di tutti ma tutti pensano che spetta a qualcun altro e così il cambiamento non avviene mai. Hai un tatuaggio nel braccio… Rappresenta la mia famiglia. Sono i nomi di mia madre Laura, di mia sorella Marika, il mio nome e quello mio padre Angelo. E’ un tuo difetto l’impulsività? Sì. Ma ci si può lavorare. Il Mister me lo ricorda tutti i giorni. Qual è l’allenatore che più ammiri, a parte Bucchi? Mi piacciono quelli che sanno tirar fuori le qualità dei giocatori, quelle che magari molti non vedono. Ammiro molto Maurizio Sarri. Ci ho giocato sempre contro perché anche lui ha fatto la Lega Pro. Anche se non sono un simpatizzante del Napoli, faccio il tifo per lui perché è uno che se l’è sudata, che ha fatto la gavetta e quindi mi auguro che possa arrivare a traguardi importanti. Pensi che il Napoli possa vincere il Campionato? Sarebbe un evento storico. Speriamo non si esalti troppo perché è campione d’inverno! Sai cosa significa giocare nel Napoli, quello che sono i napoletani per il Napoli, quello che è Napoli per i napoletani? A Napoli si vive del Napoli calcio. Ci si sveglia il lunedì mattina con quel pensiero e si va a letto la domenica sera con lo stesso pensiero. Essere un giocatore del Napoli è pesante: non è la stessa cosa che vincere alla Juve. Lì sono più abituati, c’è meno pressione, c’è più organizzazione. Vincere a Napoli è molto più difficile. Sarri è molto bravo ad allenare e a motivare i suoi ragazzi. Cos’altro può motivare un giocatore? L’amore. Io credo che l’amore sia la risposta a tutto. Anche nel calcio. Se ci fosse più amore, nei rapporti in generale, ci sarebbero molti meno problemi. La mia ragazza, Simona, mi è stata vicino in alcuni momenti importanti. Lei ha cambiato molto la mia carriera. Se avessi avuto lei a vent’anni probabilmente avrei fatto un percorso diverso. 14 Il giocatore più forte di tutti i tempi? Maradona, penso rimanga insuperabile. Poi ce ne sono molti che ammiro: Zidane, Dani Alves ma anche Zambrotta, essendo uno esterno offensivo era devastante. Mi piacciono i giocatori di grande personalità. Devi dire un grazie a chi lo dici? Alla mia famiglia. C’è sempre stata, per qualsiasi cosa. E ai Maceratesi cosa vuoi dire? “Sono amico del sindaco Carancini, ci vediamo spesso e mi fa i complimenti quindi non posso criticarlo. Però il campo dell’Helvia Recina è proprio brutto e deve migliorarlo. E un campo sintetico non è la soluzione migliore. Perché alla lunga logora fisicamente l’atleta. La cosa che non riesco a capire però, è perché tantissimi maceratesi ti fermano per strada, ti incitano, sono gentili, ma allo stadio non vengono. Perché? Ecco, perché? La Maceratese è di tutti i maceratesi: dovrebbero sostenerla e difenderla con i denti. Tutti noi passiamo. La Maceratese, la vostra Maceratese resta. 18A GIORNATAtitolo rubrica Sabato 16 Gennaio - ore 15.00 a cura di Alessandro Savi LUPA ROMA L'opinione di Giulio Spadoni La Lupa Roma è un avversario da prendere con le molle. E’ sicuramente una squadra diversa da quella che abbiamo incontrato alla gara d’esordio a causa dei diversi avvicendamenti sia nella rosa che in panchina. Sono arrivati giocatori di esperienza come Fabbro e Volpe, Di Michele ha appeso gli scarpini al chiodo ma la coppia d’attacco Leccese-Tajarol rappresenta un potenziale di grande spessore. Poi occorre considerare il doppio cambio di allenatore: dopo l’esonero di Cucciari, mister Maurizi – che stava facendo bene - se n’è andato credo a causa di incomprensioni con la società ed è tornato Cucciari che è chiamato a disputare un girone di ritorno sicuramente diverso da quello di andata. Complessivamente si tratta di una buona squadra che, nonostante le difficoltà iniziali, è ancora in corsa per raggiungere i suoi obiettivi. F Luciano Gabriel Leccese Stefano Tajarol La rosa PORTIERI: Nicholas Di Mario (1991); Michele Mangiapelo (1986). DIFENSORI: Manuel Daffara (1989); Alessandro Fabbro (1981); Emanuele Sembroni (1982); Alessandro Celli (1994); Marco Losi (1997); Danilo Pasqualoni (1994); Marco Sfanò (1988); Lorenzo Silvagni (1995). CENTROCAMPISTI: Andrea Cristiano (1984); Fabio Ferrari (1994); Nicola Malaccari (1992); Alessandro Volpe (1983); Lorenzo Cerrai (1993); Gaetano D’Agostino (1982); Alain Faccini (1991); Alberto Quadri (1983); Flavio Santarelli (1995). ATTACCANTI: Luciano Gabriel Leccese (1982); Manuel Ricci (1990); Stefano Tajarol (1981); Alessandro Tulli (1982). ALLENATORE: Alessandro Cucciari ondata a Frascati (RM) nel 1974 con il nome di Lupa Frascati, l’attuale società è nata dalla fusione tra la AS Frascati e la OMI Roma e, pur disputando le proprie gare interne ad Aprilia, si è definitivamente trasferita nella capitale nell’estate del 2013. L’acronimo L.V.P.A. sta a significare Ludentes Vivendi Perdiscimus Artem (dal latino, giocando apprendiamo l’arte del vivere). Nell’arco di un solo lustro, la AS Lupa Frascati si ritrovò in serie C2 (stagione 1978/79) dove riuscì a permanere per due anni soltanto per poi cedere il titolo sportivo di serie D alla Romulea. Nel frattempo, precisamente nel 1980, era nata a Frascati un’altra società, la Polisportiva SIRS Frascati, militante in Promozione che, nel 1984, cambiò nome divenendo la Associazione Calcio Lupa Frascati. La società riuscì a guadagnare la serie D nella stagione 2003/2004 e, nonostante l’immediata retrocessione, mantenne la categoria acquistando il titolo sportivo della Cisco Calcio di Roma. La svolta importante nella storia della Lupa avvenne nell’estate del 2011 quando Alberto Cerrai ne divenne il presidente. La società riuscì a guadagnare di nuovo la serie D dopo un retrocessione nell’Eccellenza laziale e vinse il girone G del massimo campionato dilettantistico nella stagione 2013/2014. Questa seconda partecipazione consecutiva della Lupa Roma al campionato di Lega Pro fa della capitale l’unica città italiana a vantare tre sue squadre nel professionismo calcistico. 15 In trasferta am bi 19a giornata SAVONA 24 gennaio, ore 15,00 l d i C ar oC Savona, oltre il porto c’è di più O ltre il porto c’è di più. Da quando Savona ha inaugurato il suo terminal crociere, avveniristico ed efficiente, sembra che la città si risolva in un incessante andirivieni di quelli che vanno in giro con una vacanza che ha dentro un’altra vacanza. E via immaginando. Invece Savona è luogo cospicuo per comprendere lo spirito dei liguri e bearsi del Ponente che è un susseguirsi di posti d’incanto a cominciare da Albissola. Ma Savona, avete notato che ha un’assonanza con sapone? Dovete sapere che la leggenda vuole che la saponetta l’abbia inventata la moglie di un pescatore che facendo bollire lisciva con olio d’oliva, qui ne hanno tanto e di ottimo, creò il detergente. E ora non fate gli scongiuri pensando ad una trasferta scivolosa! In effetti Savona ha a che fare anche con momenti memorabili del nostrano calcio. Ve la ricordate la mitica partita a scopone tra Dino Zoff e Sandro Pertini dopo il vittorioso mondiale? Beh arrivando a Savona non si può non ricordare il “presidente degli italiani”. Pertini era nato da queste parti, la sua casa è in via Muzio 41. Savona ha un’assonanza con Macerata: fu città di Papi della possente dinastia dei Della Rovere e infatti, in città, avrete una profusione di querce proprio per questo storico motivo e i suoi colori sono il bianco e il rosso (ma i nostri sono più accesi!). Tra le tante suggestioni che la città ligure regala alcune si devono proprio ai Della Rovere a cominciare dal loro magnifico palazzo nobiliare progettato da Giuliano da Sangallo e pare un pezzo di Firenze capitato per sbaglio da queste parti, per finire con la Cappella Sistina. Sì, avete capto bene: è una cappella che rivaleggia con quella del Vaticano fatta erigere da Sisto IV. Tra le chiese da non perdere c’è la Cattedrale dell’Assunta, ma soprattutto il santuario di Nostra Signora della Misericordia con un bellissimo altare del Bernini. A sorvegliare la città, dall’alto del suo colle, c’è il castello di Priamar che vale di certo la visita anche perché vi è custodito un importante polo museale. Ma Savona è una città ricchissima di forti e di munizioni militari: i genovesi la usavano come luogo di vedetta d’Occidente. Nelle abitudini dei savonesi, ritrovarsi sotto le torri del Brandale è come darsi appuntamento da noi in piazza della Libertà. Tanta vita si snoda attorno alla darsena vecchia e via Paleocapa che è la strada “in” di Savona dove una sosta al Clipper Caffè per un aperitivo è d’obbligo. Sì perché si è fatta l’ora di mangiare. 16 Castello di Bardi Non potete perdervi la panissa (farinata genovese ma fritta), di certo non la farinata bianca come cibo di strada. La cucina savonese è ovviamente marinara. Tra le tavole vi consiglio il Luna Restauranti (ottima cucina di pesce) in Via Cimarosa 11 (tel. 019 813381), Il Cantuccio in Cassari 14 (tel. 019 813113), l’Osteria La Farinata con cucina molto casalinga in via Bonini 1 (tel. 019 869229) e La Locanda del Contadino Marino che a dispetto del nome fa pesce in via Nizza 268 (tel. 377 6885738). Quanto alla panissa ne trovate di ottima da Fette Panissa in via Pia. In trasferta 20a giornata LUCCA 31 gennaio, ore 14,30 Lucca, l’eleganza in forma di città D’ accordo la partita, ma se avete un po’ di tempo fermatevi un paio di giorni a Lucca. E’ questa probabilmente la più elegante città di Toscana e dunque d’Europa. Fierissima e piccola capitale, conserva, dei secoli del suo dominio e della sua indipendenza, intatta l’allure e passeggiare sul Fillungo tra locali storici, gioiellerie, affinatori di cacio e panetterie, è ritrovare una dimensione concreta e quieta dell’esistere. Cinta dalle sue bellissime mura (patrimonio Unesco) che la fanno essere città – scrigno, Lucca si poggia sulla sua storia come su un trono. E così palazzo ducale vi parlerà delle glorie della sorella di Napoleone come le cento ville patrizie (bellissima quella dei Guinigi che furono i signori di Lucca) vi sveleranno il volto aristocratico Piazza anfiteatro della città. Ma certo una visita a Lucca non può che partire dalle sue mura che dischiudono parchi e anfratti, serre e visioni là verso i monti della Garfagnana qua verso la Versilia. Se proprio volete un motivo struggente e stringente per visitare Lucca (quella che i Pisani veder non ponno per via del Monte Serra come icasticamente scrisse Dante) andate in San Martino – è la cattedrale bellissima della città che tra l’altro è l’apice dell’itinerario del pellegrinaggio del Volto Santo – e rimirate il monumento funebre di Ilaria del Carretto. Lo scolpì Jacopo Della Quercia su commissione del marito di Ilaria - giovane ligure di una bellezza totalmente rinascimentale morta a soli 25 anni – Paolo Guinigi il potente signore della Lucca quattrocentesca (le spoglie di Ilaria sono conservate nella villa dei Guinigi) che pare fosse distrutto dal dolore tanto da perdere di lì a poco la signoria. Il volto in pietra di Ilaria è un inno alla vita, pare sognare, ha, quella scultura, una forza sentimentale assoluta e sembra un dramma shakespeariano scritto nel marmo di Carrara. Ma altro, molto altro, ha in serbo Lucca. A cominciare dalla piazza anfiteatro che s’incontra quasi al termine del Fillungo. E’ una riedificazione di case e botteghe sulle fondamenta dell’anfiteatro romano. Qui pulsa la vita di Lucca e qui c’è di che restare a bocca aperta. L’architetto Lorenzo Nottolini ha compiuto con questa piazza un capolavoro di recupero urbanistico agli inizi dell’’800. Ma noi maceratesi siamo inclini al bel canto e allora come non visitare la casa natale di Lorenzo Boccherini e poi avendo tempo non spingersi a Torre del Lago (una ventina di chilometri da Lucca) per vistare Villa Puccini dove tutto parla del gran Giacomo. S’è fatta l’ora di desinare e vi dirò che schiacciata di Lucca, biroldo, ovviamente farinata, farro della Garfagnana, castagnaccio, necci, la torta d’erbi, la Gramugia (anche se si fa in Primavera), i tordelli (rigorosamente con la d che sono ripieni di varie carni), i matuffi a base di polenta garfagnina, le rovelline (fettine panate con un sugo di pomodoro speciale) sono una gran delizia. Per gustarle al meglio quattro indirizzi: Il Mecenate, premiata Tintoria Verciani in via del Fosso 94 (tel. 083512167), Gli Orti di via Elisa in via Elisa 17 (tel. 0583 491241), la Trattoria da Leo in via Tegrimi 1 (tel. 0583 492236) e le Cantine Bernardini in via del Suffragio 7 (tel. 0583 494336). 17 18 biancorosso www.biemmegraf.it Sempre uniti e compatt Grazie a tutti voi, cari tifosi. E grazie al Comune di Urbisaglia, al centro sportivo Green Planet di Sforzacosta, alla Società Sportiva Casette Verdini che mettono a disposizione i loro campi per l’allenamento dei nostri amati biancorossi. Cristian Bucchi Nella foto: Allenamento nel campo sportivo di Casette Verdini (Pollenza). Per gentile concessione della società sportiva di Paolo Pasquali. 20 titolo rubrica ti. Il muro dei guerrieri! 21 BIANCOROSC di Nazzarena Luchetti Un anno di persone che non mollano, che sanno difendere i p Il calcio? Un modo di stare al mondo. Perché ci insegna a vincere, mediare, perdere, dribblare, parare, dif e ruoli, crederci, e poi vincere o perdere per merito o sfortuna. Un gioco, il calcio, ricco di simboli e di sfac abbiamo tirato. Per gioco, per non prendersi troppo sul serio e godersi, tra una partita e l’altra, tutta la vita Ariete Affondo Così innovatori, così risolutivi, così difficili da domare. E orgogliosi di essere quello che siete. Influenzati da Marte, però, dovete fare attenzione a tutta l’energia che dal pianeta deriva: costruttiva o distruttiva, dipende dall’uso che saprete farne. Correte, quindi, ma non agitatevi, stupitevi ma non giudicate, ribellatevi ma non fate la rivoluzione, conquistate per non essere conquistati. Riscoprite la libertà di pensare e agire senza lasciarvi condizionare. In amore via la prevedibilità e spazio alla fantasia. Siate maestri in un’avventura e professori universitari per una relazione duratura. Toro Tempi supplementari Se c’è una cosa che proprio non dovete fare è restare fermi e continuare ad aspettare. Primo: chiarite chi siete e cosa volete diventare. Secondo: basta essere invisibili o di far finta di volare bassi. Fatevi sentire e proponete soluzioni senza paura di esprimere quello che pensate. Giove, che transita a lungo nel vostro segno, vi fornirà l’energia per assumere una posizione. Nei tempi regolamentari avete acquisito l’esperienza che serve per fronteggiare molte situazioni: ora potete giocarvela bene. In amore, male la prima? Pronti per la seconda! Basta convincersi che non è l’altro che deve cambiare ma noi che dobbiamo accettare. Gemelli Dribbling Reinventarsi sempre, ripetersi mai. Con Saturno in opposizione qualche difficoltà potrebbe esserci ma se mettete in campo tutte le vostri doti di cambiamento di direzione e velocità, non commetterete falli. Vi accorgerete poi, anche se non vi riesce dribblare tutta la difesa, che non tutti i mali vengono per nuocere. Il tempo, così galantuomo, vi darà l’occasione per riscattarvi e capire che non basta solo tirare forte, occorre essere anche precisi. Prendetene atto e pochi saranno capaci delle vostre accelerazioni. Ragion per cui a tanta audacia la fortuna sorride. Amore, non si può vivere sempre a mille: accontentatevi dei 90 minuti di gloria a settimana. 22 Cancro Centravanti Un anno contrassegnato da trasformazioni ma anche dalla grinta necessaria per realizzarle. Sempre in equilibrio tra le forze materiali e spirituali della vita, potrebbe indispettirvi Urano e farvi cadere in qualche tentazione. L’abilità con cui riuscirete a tirarvi fuori da qualche impasse sarà sorprendente. Nel lavoro se volete arrivare primi organizzatevi senza dare la possibilità all’avversario di anticipare le vostre mosse. In amore, la luna così come domina le maree regola le vostre emozioni: quando non sapete a che santo votarvi, guardatela e lasciatevi ispirare come pastori erranti. Capirete che forse è meglio ragionare di meno e “sentire” di più. Leone Capitano Espansivi, sicuri di sé, brillanti dite con franchezza quello che pensate scendendo raramente a compromessi. Indipendenti e fuori dagli schemi, Saturno e Urano nel vostro segno vi farà realizzare anche i sogni che non avete osato fare. Vi renderete conto che non è (solo) una questione di talento ma della feroce determinazione che mettete nell’ottenere un risultato. Anche se le vostre giocate saranno positive, non vi renderà invincibili: il vostro atteggiamento di superiorità potrebbe cedere di fronte alle più banali delusioni quotidiane. E’ allora che bisogna essere leggeri come foglie d’autunno e passionali come rose di maggio. Bonne chance capitani! Vergine Colpo di testa Fatelo, tirate fuori quella parte folle. Con l’arte, la musica, lo sport, il cinema, il lavoro, l’amore: fatelo e basta. Perché troppo rigore e troppa analisi non vi permettono il colpo d’ala. Non fate però solo i fenomeni che fanno colpi di testa per ritornare subito dopo sui loro passi. Per essere vincenti, i colpi di testa debbono produrre qualcosa di utile. Il transito di Giove sul vostro segno vi garantirà da eventuali inopportune conseguenze soprattutto nelle partite più difficili, dove serve cambiare strategia senza colpo ferire. Amore, non sempre gli opposti si attraggono: se lei/lui è pura poesia e voi siete degli analfabeti, non c’è storia. COPO 2016 propri valori e attaccare quando serve. Un anno biancorosso fendere, attaccare, creare. E dove regna l’imprevedibilità perché puoi giocare bene, rispettare regole ccettature come la vita che altro non è che un passaggio, di palla. Lasciatevi guidare da quella che vi a che c’è nel mezzo. Bilancia Fair play Riscoprire quel senso di naturale distinzione con Venere al fianco non sarà difficile. Certo, non curarsi di quei giudizi che cambiano con la facilità di una rosa dei venti, non è semplice: un attimo prima siete un perdente, l’attimo dopo un salvatore. Magari rosicheranno perché siete troppo bravi o forse perché si aspettano altro da voi, ma prendetela con spirito sportivo. Gli avversari non sono sempre bersagli da colpire, con qualcuno a volte ci si può scendere a patti. L’importante è essere consapevoli che siete voi gli arbitri del vostro destino. Amore: le emozioni più intense non sono eterne, assaporatele fino in fondo quando si presentano. Scorpione Ripartenza Profondi, intelligentissimi, acuti, avete vissuto momenti in cui a lungo avete dominato, poi avete sofferto e siete stati sotto. Marte è il pianeta che vi infonde coraggio: occorre solo (r)iniziare e il più è fatto. Uscite dalle ombre, dal risentimento e dalla rabbia che non vi danno la giusta motivazione. E’ un consiglio che vale anche in amore. Non cercate però scorciatoie, anzi non evitate le tempeste perché il cielo, dopo, è ancora più azzurro. E’ probabile che i risultati non arriveranno subito, voi rimanete in campo e giocatevela fino in fondo insieme alle persone di cui vi fidate. Come cantano i tifosi del Liverpool: You’ll never walk alone. Sagittario Triplete Infallibilità. Se c’è una parola che caratterizza l’anno che verrà è questa. Nessun riferimento al dogma divino ma la dimostrazione di dove può arrivare il talento umano con un intuito che sa riconoscere la parte del giusto, con la lungimiranza e l’arte del saper aspettare. E in un mondo di impazienti e di visioni troppo ravvicinate, è un atteggiamento che fa assai la differenza. Pragmatici, mirate al bel gioco senza essere quelli che “ il mister ha sempre ragione”. La sete di conoscenza e il bicchiere mezzo pieno vi fa trovare occasioni di crescita ovunque. Per essere superlativi vi manca far pace con le questioni di cuore. Che dire? Che vinca il migliore, cioè voi. Capricorno Palla-gol Anno favorevole per voi che date il meglio nei casi di emergenza. Saggi e responsabili non vi sprecate in tante frivolezze perché sapete che il vero ricco è colui che pur potendo permettersi tutto non ha bisogno di niente. Liberatevi dall’ossessione di sbagliare: con i pianeti favorevoli e la fiducia nelle vostre capacità metterete a segno posizioni importanti per la vostra professione. Qualcuno tenterà di uniformarvi ma voi rimarrete nella vostra unicità. Altri cercheranno di tarparvi le ali ma voi dimostrerete di saper volare comunque. Amore: capite chi magari non vi regala una rosa ma sa levarvi molte spine. Acquario Zona Cesarini Sarà per il vostro geniale modo di essere o per il fatto che non mollate mai, come l’ex giocatore juventino quando gli altri hanno già dato ma senza esito, voi arrivate con un goal imprevedibile. Abili a dare il meglio sotto pressione, le vostre vittorie dipendono da un buon metodo e da una incredibile capacità di sintesi. Il vostro proverbiale spirito libero non sopporta le prevaricazioni, la leggerezza e tende sempre alla verità: non barattate un successo per un’ingiustizia. Se fate degli errori, anche in amore, è perché cercate di essere diversi da quello che siete. Il pallone d’oro, riconoscimento massimo, va a voi che sapete vivere ogni giorno come se valesse una vita intera. Pesci Rigore Vanno bene la tecnica e lo spirito di squadra ma quello che in voi fa la differenza è sapere che dove può perdere il leone, può vincere la volpe. Se, nonostante il merito, non si realizza nulla occorre lasciar fare al caso. Certo, bisogna credere in se stessi con la convinzione, come diceva Baggio, che: “I rigori spesso li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli”. D’altro lato mai pensare che può andare sempre bene: quello che una partita ti dà, l’altra può togliertelo. Siate, comunque, signori: per fronteggiare una sconfitta appellatevi a qualche Santo in Paradiso piuttosto che prendervela con gli arbitri sulla terra. Amore, siete abili a volgere le cose a vostro favore. Ma avete incontrato qualcuno più abile di voi. Bellissimo giocarsela. 23 biancorosso Il preparatore atletico della Maceratese CARLO PESCOSOLIDO IO, UN VERO CIOCIARO Altro che voce offensiva. Il termine laziale sta a indicare una persona tosta, testarda che va al punto senza tanti fronzoli. Parola di Carlo Pescosolido, preparatore dei biancorossi che dice: “Adesso il gioco si fa duro”. Ma per garantirsi una (sana) vita da campioni non servono formule speciali: “Tanto lavoro e alte dosi di frutta e verdura. E poi mai esultare troppo: io sono uscito dal campo in barella…” di Alessandro Savi È la presenza silenziosa che accompagna il Mister, un lavoro da dietro le quinte ma fondamentale per la performance dei nostri ragazzi. Temperamento sodo, parole ferme e a volte coriacee, Carlo Pescosolido è il preparatore atletico della Maceratese, un “ciociaro” come ama definirsi. Ci racconta della passione per questa professione, degli anni trascorsi insieme a Fabrizio Castori a Reggio Calabria, Ascoli e Piacenza. “L’ho seguito ovunque ma quando Castori fu chiamato al Carpi, per me non c’era posto: la squadra aveva già tutto il personale tecnico”. Poi la chiamata nel dicembre 2014 di Vincenzo Cosco, scomparso nello scorso maggio per un male incurabile. Il tecnico molisano abbandona la panchina dopo l’annuncio della malattia e 24 Il personaggio Foto Massimo Zanconi Chi è Carlo Pescosolido è nato a Frosinone il 18 luglio del 1965. Vanta una lunga carriera come preparatore atletico (Reggiana, Piacenza, Ancona, Ascoli…). Ha lavorato per diversi anni con il Mister Fabrizio Castori. Dopo la Torres, ha seguito Bucchi nella Maceratese. 25 biancorosso poco dopo verrà sostituito da Cristian Bucchi che richiamerà con sé il nostro preparatore atletico. Infine entrambi nello staff tecnico della Rata. Carlo com’è questo “ciociaro”? Essere un ciociaro è un po’ come essere un marchigiano. Tosto, caparbio, a volte un po’ ignorante ma nel senso giusto. Senza fronzoli, si va subito al sodo. Tiri dritto. Ma ciociari e marchigiani sono soprattutto dei grossi lavoratori. In fondo è quello che la Maceratese ha dimostrato in tutta la prima parte del campionato. Una squadra tosta, caparbia, che non molla mai. Però Gattuso, nel post partita con il Pisa, ha sollevato qualche interrogativo sulla qualità tecnica… Allora è ancora più bravo il Mister che sa tirar fuori tutte le altre qualità dei ragazzi. Un grande entusiasmo e una forte motivazione spesso fanno la differenza più di una qualità tecnica, soprattutto se si deve far fronte alle tante richieste della Lega Pro, spesso esagerate per squadre che non possono vantare un grande passato e grandi risorse. Noi non troviamo mai “tutto apparecchiato”, come succede nella serie A. Noi dobbiamo “apparecchiare” ogni volta. Come dire: meno risorse, più idee… Esatto. Sfruttare al meglio quello che si ha, senza abbattersi. Hai poca qualità? Corri di più! loso nella preparazione atletica, ma se il giocatore litiga con la compagna, tutta la preparazione fatta va a farsi benedire. Fondamentale è anche il tempo di riposo che non deve mai essere troppo lungo. Un bravo preparatore atletico insegna anche questo? Come si dice, bisogna sempre fare di necessità virtù. Comunque il preparatore deve rapportarsi con tutto il resto dello staff tecnico: deve esserci soprattutto una perfetta sintonia con l’allenatore. C’è sempre un interscambio di competenze, un continuo confronto per capire ciò che va ottimizzato. Prima questa figura veniva solo rapportata all’aspetto fisico ma oggi, con il calcio moderno, il preparatore atletico deve tener conto non solo dell’aspetto tecnico-tattico e di quello medico-nutrizionale, ma anche di quello mentale. E’ un occhio in più per capire il carico interno che non è oggettivamente misurabile. A proposito di riposo, l’allenatore del Napoli Maurizio Sarri ha dichiarato che la sosta natalizia è troppo lunga per gli atleti. Sei dello stesso parere? In linea di massima si. Sette giorni di pausa sono tanti se li si giudicano in base a un riposo totale dell’atleta accompagnato a qualche cenone di troppo. Se però il calciatore segue il programma di mantenimento che solitamente i preparatori atletici consigliano di svolgere a casa, allora qualche giorno di pausa in più viene facilmente recuperato magari con una doppia seduta di allenamento più intensiva. E’ importante ricaricarsi comunque per affrontare la seconda fase del campionato che è sempre più impegnativa rispetto al girone di andata. E come lo si valuta? E’ fondamentale conoscere le caratteristiche psico-fisiche di ogni giocatore. Mentre il carico esterno è calcolabile - può essere ad esempio un ciclo di esercizi da eseguire o un ritmo da sostenere - quello interno si riferisce allo sforzo che ognuno percepisce, alla reale fatica che ognuno avverte e che può dipendere da molti fattori compreso lo stato psicologico dell’atleta. Quest’ultimo, in particolare, è importantissimo: tu puoi eseguire un allenamento ineccepibile, metico- Quasi tutte le squadre si rafforzano… Non solo, prima avevi 35/40 partite a disposizione, ora le partite sono sempre di meno, classifica e punti iniziano ad avere un peso più incisivo comportando una maggiore pressione psicologica. Aumenta la consapevolezza che non ci si può concedere tanti errori. E quì un buon preparatore atletico deve essere flessibile e tener conto dei caratteri diversi e di approccio di ogni giocatore. 26 Il personaggio Ti vediamo spesso con un piccolo oggetto in mano. Cos’è? E’ un misuratore di efficienza e serve per il monitoraggio dell’allenamento fisico attraverso la potenza metabolica. È fondamentale perché si possono monitorare gli allenamenti dei singoli calciatori con l’utilizzo del GPS, sfruttando il segnale satellitare che permette di monitorare ogni singolo movimento dell’atleta per la valutazione del carico esterno: il tutto tenendo conto della fisiologia del calcio e seguendo la metodologia dell’allenamento che ogni preparatore intende intraprendere. A fine allenamento si ha così una visione globale di cosa ha fatto realmente l’atleta. E’ uno strumento che viene applicato ad ogni giocatore, infilato in una tasca. A fine seduta, mediante un programma, vengono evidenziati tutti i dati: si possono così analizzare alcuni elementi come, ad esempio la minore o maggiore attività fisica di due giocatori mentre affrontano lo stesso esercizio. Il ritorno di Giuffrida. Quali sono le problematiche che comporta il rimettere in forma un giocatore che viene da un lungo infortunio? Non è mai una cosa semplice, soprattutto quando non ci sono le figure competenti per farlo. Io dico sempre che sono il preparatore atletico dei “sani”: occorrerebbe un’altra figura specifica per chi è infortunato. E non sempre le società se lo possono permettere. E allora il recupero diventa lungo perché devi rivolgerti a personale esterno. Raccontaci un episodio curioso della tua carriera… Ero in serie B con l’Ancona, nel 2008/2009. In una partita che stavamo perdendo, riusciamo a far gol proprio all’ultimo secondo utile. Un’esplosione di gioia: tutti ad esultare in un unico abbraccio: Solo che io ero rimasto sotto a quella montagna di entusiasmo umano e strillavo pure io ma di dolore per il piede completamente rigirato. Avevo tutti sopra e non potevo muovermi. Morale: sono uscito in barella da sotto quel mucchio di esultanza e ho dovuto portare il gesso per un mese. C’è una strategia che fa la differenza durante la partita per rendere al meglio? C’è solo una strategia: il lavoro quotidiano. Lavorare, lavorare, lavorare. Carlo, dove puoi arrivare con questa Maceratese? Chi può dirlo? Però qualche considerazione posso farla. Ai payoff ho sempre vinto e le Marche mi portano bene: con l’Ancona ho vinto un campionato (dalla C alla B), in Ascoli da meno 7 ci siamo salvati in B facendo un girone di ritorno da terzi in classifica. Non c’è due senza tre? LA DIETA DEL CALCIATORE Tenendo presente che ognuno ha il proprio gusto e fabbisogno, in generale si può dire che il giocatore deve nutrire il proprio fisico per ottenere l’energia che gli sarà necessaria a svolgere gli allenamenti Non solo: la sua alimentazione dovrà fornire anche i nutrimenti necessari alla ricostruzione muscolare durante i momenti di riposo. Regole generali carboidrati di qualità (preferire pane e pasta integrali) • proteine facilmente assimilabili • grassi di qualità ( grassi vegetali ) • vitamine e minerali (frutta e verdura fresca) Frutta. La frutta deve essere mangiata sempre a stomaco vuoto, mai dopo un pasto. La frutta viene digerita nella parte bassa dello stomaco e ha un tempo di macerazione veloce. Quindi se incontra cibo si ferma nella parte alta dello stomaco e, oltre a non permettere l’assimilazione dei nutrienti (minerali, vitamine e zuccheri), macera e crea tossine. Patate e Carote. Le patate vanno mangiate raramente. Hanno un indice glicemico troppo elevato e dopo averle mangiate si produce nel sangue un eccesso di zuccheri. Le carote, invece vanno mangiate solo crude. Cotte, hanno lo stesso effetto delle patate, con un indice glicemico elevato. Zuccheri. Evitare il più possibile lo zucchero bianco. Cercare di prediligere il fruttosio o lo zucchero di canna. In piccole quantità. Sale. Salare sempre poco i cibi. Pochi sportivi riflettono sul fatto che il sale, indurendo le arterie e rendendole meno flessibili, non permette al sangue di passare agevolmente abbassando la capacità di recupero e di assimilazione dei nutrienti. • 27 28 Passaggi di palla di Lorenzo Ottaviani Un campionato ancora tutto da vedere Classifica al termine del girone d’andata del girone B lega PRO : Spal 37, Pisa 32, Maceratese 30. Verrebbe da dire come nei quiz enigmistici “scopri l’intruso”. La risposta è presto data: l’intruso ha le maglie biancorosse e, tra la sorpresa degli addetti ai lavori alla vigilia del campionato, si è issato con assoluto merito al terzo posto della classifica, perdendo tra l’altro la piazza d’onore proprio nella seconda infausta trasferta stagionale di Santarcangelo di Romagna nell’ultima del girone d’andata. Ripercorrendo pero’ “la storia” del girone ascendente non si puo’ non essere assolutamente entusiasti di quanto fatto dalla Rata fino ad adesso: alzi la mano chi ad agosto avrebbe pronosticato una classifica di tale livello arricchita dalle perle delle vittorie con Spal in casa e Siena al Franchi ed i pareggi di Pisa ed Ancona. Come dire, la Maceratese ha dimostrato di poter tranquillamente banchettare al tavolo delle grandi senza timori di nessun genere; anche la flessione dell’ultimo periodo rientra nell’ambito fisiologico dopo una prima parte di stagione giocata alla grande. Le tre sconfitte maturate contro Rimini, Tuttocuoio e Santarcangiolese sono state tutte di misure a dimostrazione che la squadra anche nelle giornate piu’ difficili è riuscita a mantenere un suo equilibrio. Bravi tutti i biancorossi ma, dopo 17 partite, sul podio, a mio parere, ne metterei tre: Lorenzo Carotti, perno insostituibile del centrocampo per quantita’ e qualita’, giocatore “lavatrice” recupera il pallone sporco e sforna il pallone pulito. Daniel Kouko, “alta tensione” è l’unico titolare degli Invincibili dello scorso campionato dimostrando a piu’ riprese di poter essere protagonista anche in questa categoria tanto da aver gia’ richiamato su di se’ l’interesse di alcuni club del “piano di sopra”. Vasco Faisca, il “califfo” della difesa ha messo in mostra tutto la sua classe ed esperienza nel guidare una difesa completamente nuova. Nota di merito particolare per il tecnico Cristian Bucchi che ha saputo amalgamare in poco tempo un gruppo completamente nuovo trasmettendo tutte le sue doti caratteriali e dando alla squadra una identita’ tattica definita. Le prime della classe Per il resto al vertice del campionato “nulla di nuovo sotto il sole”. SPAL e PISA erano in pole position nella ipotetica griglia di partenza del gran premio del campionato e per ora stanno onorando il pronostico. Tradizione, pubblico, rosa di giocatori, aspettative ed ambizioni; le due capoclassifica hanno tutto per arrivare in fondo al torneo a contendersi la promozione diretta in serie B. La Spal ha mostrato una maggiore continuita’ di risultati e il suo primato è puntellato da cifre da brivido: miglior attacco del torneo ( 29 gol all’attivo ), migliore difesa ( appena 10 gol subiti ), maggior numero di vittorie conquistate (11), migliore squadra in trasferta (17 punti ottenuti ) e migliore differenza reti (+ 19). Con questi dati la C squadra di mister Semplici puo’ guardare con fondato ottimismo al girone di ritorno nel ruolo di formazione da battere. Il Pisa di Rino Gattuso, dopo un avvio faticoso, sembra aver trovato la “quadra”. L’impressione è che abbia le migliori individualita’ del campionato con quel Varela che rappresenta un lusso per la categoria ed una piazza appassionata come poche. Le altre del Girone Nel quartiere “play-off “ del torneo staziona la coppia Ancona – Carrarese; i dorici hanno forse mancato le partite del salto di qualita’ ma dispongono di una rosa competitiva in attesa del tanto agognato acquisto in attacco: valore aggiunto il tecnico Cornacchini uno degli allenatori piu’ bravi del girone nella preparazione e lettura della partita. Sorprende la Carrarese che nonostante i noti problemi societari è lì a braccetto con l’Ancona dopo il successo nel derby con la Lucchese; ci si chiede quanto potrà pesare la mancanza di un attaccante del calibro di Infantino, per lui rescissione del contratto, nel proseguimento del torneo dei toscani. Sull’indice della borsa del campionato stanno salendo vorticosamente le quotazioni del Siena; inizio di torneo complicatissimo per i bianconeri culminato con la sconfitta interna proprio contro la Rata grazie alla magia di Orlando. Ma, come nel caso di Spal e Pisa, anche il Siena ha tutti i requisiti per un campionato di primissimo vertice a partire da una piazza che fino a pochissimi anni fa era protagonista nella massima serie. Le tre squadre elencate sono non a caso in testa nella speciale classifica delle presenze allo stadio con il Pisa avanti con media di 6.549 spettatori a partita seguita dalla Spal 4.694 ed appunto il Siena 3.634. In cima al podio della delusione del campionato sicuramente il Rimini; i romagnoli sono finora mancati all’appuntamento con un torneo di qualita’ ed i vari avvicendamenti in panchina Brevi- Acori ne sono l’eloquente conferma. Capitolo a parte merita il Teramo fermo a 16 punti con 6 di penalizzazione; i biancorossi non sono riusciti a ripetere lo strepitoso campionato dello scorso anno ma troppo hanno influito le vicende dell’estate che hanno condizionato il gruppo a livello psicologico. Trovarsi in Lega Pro a poche settimane dal via non è stato agevole e stavolta a Vivarini non è riuscito il miracolo del passato campionato. Nel fondo Lupa Roma e Savona; i laziali hanno cambiato già piu’ volte allenatore ma senza esito ed il Savona appare con i suoi 4 punti ( 12 però di penalizzazione ) la piu’ seria indiziata per l’ultimo posto. Ovviamente squadre “in fieri” che verranno rivedute e corrette con le operazioni di mercato che stanno iniziando in maniera vorticosa in queste ore e che promettono di cambiare, e molto, la fisionomia delle varie squadre. Altro aspetto determinante che inciderà sulla classifica saranno le sentenze relative al filone d’inchiesta “Dirty Soccer” che rischia in maniera concreta di “terremotare” il campionato. Insomma, un campionato ancora tutto da vedere. 29 30 di BiancaRossa L’ANNO CHE VERRÀ Fatti, sogni e buoni propositi per il nuovo anno. a domanda è sempre la stessa, cosa ci attende nel 2016, come sarà l’anno che verrà per la Maceratese? Abbiamo concluso il 2015 con una certezza, i risultati ci legittimano a sognare o, comunque, a cavalcare quest’onda spumeggiante che vede la nostra squadra terza in classifica dietro solo ad una grande Spal e al Pisa, società che fino all’estate passata facevano tremare le ginocchia. I miracoli a volte accadono e non solo, per dirla come il noto film che più ci ha fatto sognare, alla “gran culo di Cenerentola”. E così noi siamo lì, in cima al (nostro) mondo, a giocarcela anche nel girone di ritorno. Non voglio entrare in analisi tecniche che non mi competono ma di una cosa sono certa ed è che i miracoli non avvengano per caso perché credo fermamente che la fortuna aiuti gli audaci e tutti quelli che, nonostante qualche limite, hanno il coraggio di giocarsela fino in fondo. La difficile “estate calda” del rinnovamento (doveroso/doloroso) ha portato frutti che sono sotto gli occhi di tutti ma ora si deve continuare ed è giunto il momento dei “coraggiosi”. C’è un bravo Mister che con i suoi collaboratori e la società ha messo in piedi una squadra che fa della caparbietà la propria bandiera ma le difficoltà sono tante e molti nodi devono essere sciolti, ad ini- L Gabriele Gravina ziare da quello scempio che è il campo dell’HR! La fine del 2015 ha portato buone notizie costituite dalle nomine in Federazione. La Lega Pro, rinnovando radicalmente i propri vertici, ha dato, a mio parere, un segnale importante. I presidenti di società hanno scelto Gabriele Gravina, l’uomo della scalata del Castello di Sangro, non legato a vecchie correnti che costituendo la sua squadra ha nominato ben due rappresentanti marchigiani. La nostra presidente Maria Francesca Tardella, prima maceratese ad essere presa in considerazione, per i suoi risultati, la sua energia e per l’approccio non convenzionale e Davide Miani dell’Ancona, come riconoscimento alla prima società ad essere gestita da tifosi con l’associazione “Sosteniamo l’Ancona”. Quindi ecco, il nuovo Presidente di Pega Pro che innalza le Marche per la tenacia, la voglia e la capacità di lavorare, una volontà innovativa esemplare. In linea con questi spunti sembra esse- re in dirittura d’arrivo un associazione di tifosi maceratesi che mescolerà varie anime che concretamente vorranno contribuire a quel “salto” scaramanticamente innominabile. Sarebbe un passo avanti enorme per la Macerata sorniona che deve uscire allo scoperto e sostenere la propria squadra. Auspico un 2016 di successi alla nostra Rata, che una forza comune la incoraggi, che il calore dei tifosi allo stadio coinvolga chi è (ancora) rimasto alla finestra. Perché i treni passano una volta sola e quando li ritroviamo un Mister ed una Pres che si guardano in faccia schiettamente e si dicono: “Ci crediamo”. E che, noi noooo??!! 31 biancorosso LA MACCHINA DELLA SICUREZZA Dietro le quinte dell’organizzazione delle manifestazioni sportive: perché le misure severe sono necessarie. di Giuseppe Vitali - delegato per la Sicurezza P rima di entrare nel meccanismo che ci aiuterà a comprendere questo strano e intricato meccanismo che è l’organizzazione della sicurezza di una manifestazione sportiva, è necessario chiederci il perché di tutto questo, perché si rende necessario mettere in piedi una task-force per permettere l’esecuzione di una manifestazione sportiva che, riflettendoci bene, rimane sempre un “gioco”. Sorprendentemente la risposta a questa domanda sembra facile: è necessario parlare di calcio e sicurezza perché il calcio, ahimè, non è sempre e solo un “gioco”. Purtroppo nel corso del tempo i bei colori del sano tifo e della fierezza sportiva hanno ceduto il passo a fenomeni di violenza sempre più inaspriti, a infiltrazioni criminali, private e organizzate, all’insorgenza di gruppi di “ultras” le cui finalità il più delle volte trascendono dai veri ideali di un sano e organizzato sostegno affettivo ed effettivo verso la squadra del cuore, in tacita connivenza con alcune Società Sportive. Ma c’è stato un momento in cui questa consapevolezza ha raggiunto il massimo della sua percezione, un momento nel quale lo Stato, da vittima, è divenuto protagonista di una coscienza che ha portato a interventi mirati a ristabilire la legalità e ripulire quel mondo che via via aveva perso il suo senso primordiale. A mali estremi, estremi rimedi Catania, febbraio 2007: la morte dell’Ispettore Capo Filippo RACITI a seguito dei fatti criminali durante una partita di calcio. La morte di Raciti suscitò forte emozione in tutto il paese e causò l’interruzione di tutti i campionati di calcio in Italia per una settimana e l’annullamento di un’ amichevole della Nazionale. Da quel momento in poi lo Stato si vide in qualche modo costretto ad assumere la consapevolezza che purtroppo gli stadi, non solo ai livelli più 32 alti del campionato, spesso non sono più luoghi sicuri di divertimento, ma veri e propri campi di battaglia, dove frange di facinorosi mettono in piedi atti di violenza che nulla hanno a che fare con il sano senso dell’amore per la propria squadra e con la legittima e sana goliardia del tifo pulito. La morte di Raciti, quindi, segna una linea di demarcazione che comporterà l’applicazione di regole più severe. Si capisce bene il senso della sicurezza solo a partire dalla memoria del passato. E il passato ci insegna come è stupidamente facile trasformare un luogo di divertimento in un campo di stupidità dove il protagonista non è più il calcio ma la mania di protagonismo di alcune frange di rissosi e violenti. Da quel febbraio 2007 la coscienza dello Stato è cambiata, così come è cambiata la coscienza dei tifosi. Da parte dello Stato l’inasprimento dei controlli, sulle strutture e sulle persone, ha dato delle garanzie di sostenibilità e la rassicurazione di voler contribuire a far piazza pulita di quei fenomeni di violenza che avevano forse scosso le coscienze. Dalla parte dei tifosi però la reazione ha portato a un duplice atteggiamento. Da un lato l’apprezzamento dello sforzo di “pulizia” e la constatazione dell’efficienza delle misure di contrasto alla criminalità, dall’altra però la paura e le sempre più restringenti misure di controllo hanno incoraggiato i tifosi pian piano ad abbandonare gli stadi. Come si prepara una gara in tutta sicurezza Dal 2007 ad oggi è passato un po’ di tempo, l’asticella dei fenomeni di violenza è scesa notevolmente. Qualche frangia di facinorosi ancora sopravvive, ma i teatri della violenza non sono più certamente quelli di quegli anni. Ma il fenomeno purtroppo non è estinto e la tentazione di trasformare uno spettacolo in un campo di battaglia è sempre vivo. Per comprendere quella che sembra l’eccessiva sicurezza di oggi, bisogna conoscere la preparazione di una gara sportiva dal punto di vista della sicurezza. Quando si parla di “sicurezza” in riferimento a una manifestazione sportiva occorre tener presente che questa si articola in 3 direzioni: safety, security, emergency. Nella pianificazione di ogni singolo evento si deve necessariamente tener conto di questa triade. • safety: fa riferimento all’incolumità della persona, antinfortunistica; • security: assume un significato culturale di studio e gestione della sicurezza per la realizzazione di misure per la prevenzione, pone in essere misure per la sicurezza delle informazioni riservate. Tali misure possono essere materiali e infrastrutturali, ma soprattutto formative ed informative, atte a far conoscere il rischio e quindi evitare il pericolo. • emergency: fa riferimento a tutte quelle attività di sicurezza personali e sociali che devono essere messe in atto nel caso in cui il compito della security sia insufficiente. L’emergency riguarda quindi la protezione e il contenimento del pericolo. Strutture che operano per fare “sicurezza”, in senso di soccorso, sono la polizia, i vigili del fuoco, il pronto soccorso e la protezione civile. La preparazione di ogni manifestazione sportiva inizia il giorno successivo dell’ultima gara. Il primo atto che il Delegato per la Sicurezza compie è la richiesta di informazioni in merito alla tifoseria ospite. Dalle informazioni ricevute dal Delegato per la Sicurezza della squadra ospite ci si fa già una idea di come dovrà essere pianificato il servizio, in merito ai servizi di ordine pubblico e di stewarding. Un conto è prevedere un’affluenza di tifosi di 100 unità e un conto è prevedere affluenze più consistenti. Nel grafico: ruoli che i vari “attori” della macchina organizzativa rivestono. Il compito, fondamentale, del G.O.S Il compito della gestione dell’intero evento sportivo è in capo al G.O.S. (Gruppo Operativo di Sicurezza), secondo una specifica catena di comando organica e ben definita. Il GOS è la sede deputata per la pianificazione, lo svolgimento e il controllo dell’intera macchina organizzativa. Ogni tipo di iniziativa e attività che si svolge all’interno e all’esterno della struttura sportiva nell’imminenza della gara è competenza esclusiva del GOS. Normalmente, salvo eventi eccezionali, il GOS viene convocato dal Coordinatore almeno tre giorni prima di ogni gara. Nel corso della riunione, sulla base delle informazioni raccolte, viene pianificato l’intero servizio sia di Ordine Pubblico che di stewarding. Il Delegato per la sicurezza propone al GOS un Piano Operativo degli Steward (POS), contenente le mansioni e la collocazione di ogni singolo steward, le procedure operative da attuare in situazioni di pericolo o di emergenza e tutto quel che è inerente al servizio specifico per la gara in oggetto. Da parte sua il GOS ratifica o apporta delle variazioni sulla base di eventuali esigenze. Si prendono, inoltre, in esame altri tipi di documenti, come il Piano di Emergenza (che contiene anche il piano di intervento sanitario e il piano antincendio) e il Piano di Mantenimento nelle condizioni di Sicurezza. Questo tipo di documentazione deve essere sempre aggiornata e disponibile durante la gara ed essere consegnata, su richiesta, agli ispettori della Procura Federale e della Lega Calcio per i controlli di routine. Inoltre il GOS prende in esame il tiketing, sulla base di eventuali indicazioni e/o restrizioni imposte dal ONMS (Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive) del Ministero dell’Interno, e stabilendo l’apertura della vendita dei titoli di ingresso al pubblico. Altro compito importante Ruoli che i vari “attori” della macchina organizzativa rivestono G.O.S. COORDINATORE DELEGATO PER LA SICUREZZA VIGILI DEL FUOCO PRONTO INTERVENTO SANITARIO POLIZIA MUNICIPALE PRONTO INTERVENTO STRUTTURALE CARABINIERI S.L.O. Attività di coordinamento Responsabile del servizio steward Squadra di pronto intervento Squadra di pronto intervento Attività di controllo interna allo stadio Attività di intervento strutturale sullo stadio Ordine pubblico Rapporti con la tifoseria 33 biancorosso del ONMS è quello di definire il grado di rischio dell’evento sportivo, stabilendo, di conseguenza, eventuali limitazioni o restrizioni sulle trasferte dei tifosi e altri tipi di prescrizioni che, dipendentemente dal grado di rischio vengono assunte. Striscioni? La mia libertà finisce dove incomincia quella dell’altro Altro compito importante del GOS è quello di esaminare le varie richieste che provengono sia dalla Società Sportiva che dalla tifoseria, come ad esempio valutare eventi contingenti a una gara sportiva, oppure esaminare la richiesta di apposizione di striscioni. In merito a quest’ultimo argomento vale la pena ribadire il principio che riguarda la decisione di autorizzare o negare l’introduzione degli striscioni. Il principio è di duplice natura: si deve definire anzitutto la sicurezza del materiale di cui è composto lo striscione. E’ compito pertanto del rappresentante dei Vigili del Fuoco presso il GOS stabilire tale parametro sulla base della legislazione vigente in materia. Il secondo principio è la pertinenza. Si deve cioè stabilire che lo striscione in oggetto non presenti dei temi in contrasto con quanto attiene al rispetto delle persone, a temi razziali, che non contenga espressioni discriminatorie o offensive per qualcuno o semplicemente che non siano messaggi non attinenti alla gara sportiva (ad es. messaggi a sfondo politico). Il tema sarebbe ancora lungo, mi sono limitato ai principi fondamentali anche se, da quanto esposto fin quì, appare chiaro che ogni evento sportivo prende le sue mosse da una grande “macchina” di regia che, se ben coordinata, rappresenta il motore indispensabile che garantisce la sicurezza di ogni evento sportivo. I (pieni) poteri dello steward Per ultimo, ma non per ordine di importanza, c’è la preziosa attività degli steward. La figura dello steward nasce anch’essa dopo i fatti violenti del 2007, quando ci si rende conto che la presenza massiccia delle Forze dell’Ordine negli stadi, oltre a rappresentare un dispendio di energie di notevoli proporzioni, rappresenta, in molti casi, anche un incentivo alla violenza, un obiettivo verso il quale scaricare azioni criminali chiare e mirate. Si decide pertanto di “sostituire” la presenza delle Forze dell’Ordine all’interno degli stadi con una presenza più discreta e meno militarizzata e in qualche modo più vicina alla tifoseria, relegando alle Forze dell’ordine un compito di sostegno e di organizzazione dell’ordine pubblico all’esterno delle strutture sportive. Storicamente la figura dello steward viene definita con un Decreto Legge del Ministero dell’interno (D.L. 8 agosto 2007) a firma di Giuliano Amato. Nel decreto vengono stabiliti i principi inerenti la selezione, i compiti, la formazione 34 degli steward, nonché la loro collocazione giuridica, dando ad essi la qualifica di “incaricati di pubblico servizio” e delle tutele di natura giuridica (equiparabili, in qualche modo, alle forze dell’ordine). Nel 2011 agli incarichi già stabiliti nel 2007 viene ulteriormente estesa agli steward la possibilità di effettuare i controlli sulle persone attraverso la tecnica del Pat-down (assimilabile alla perquisizione), dando così agli steward un compito che è proprio delle forze dell’ordine. Sintetizzando si può affermare che il compito fondamentale degli steward, all’interno di una manifestazione sportiva, è quello del controllo del rispetto del Regolamento d’uso dello stadio, sanzionando, qualora fosse necessario, coloro che in qualche maniera non rispettano tale regolamento d’uso. Vi sarebbero molti aspetti da evidenziare, ma ho cercato di far comprendere ai lettori i principi fondamentali che dovrebbero far apprezzare il lavoro che, partita per partita, un gruppo di persone costantemente svolge al solo scopo di rendere l’evento sportivo più sicuro. Per concludere, come Delegato per la Sicurezza, dico ai lettori: venite allo stadio. Non limitatevi a guardare dall’esterno. Ce la stiamo mettendo tutta. La Maceratese merita un grande pubblico. Vi aspettiamo. #IlbellodellaMaceratese rata poinT BIGLIETTERIA • FELPE • T-SHIRT • BOMBER • SCIARPE • OROLOGI • GADGET galleria del commercio, 12 - macerata - Tel. 0733 235446 In collaborazione con Prince Sport UN MERCOLEDÌ DA CAMPIONI Incontra i tuoi giocatori preferiti! Ogni mercoledì, dalle 17 alle 19, un giocatore della Maceratese sarà presente al Rata Point per firmare magliette e palloni. 20 gennaio: Cristian Buonaiuto - 27 gennaio: Fabio Foglia - 3 febbraio: Lorenzo Carotti 35 Settore giovanile Il buon virus che si propaga di Luca Muscolini U na squadra che ami è come una bella donna. Che hai conosciuto e magari perso di vista perché la vita ti ha portato verso altre direzioni, ma che ti piace sempre rivedere e salutare. Che ti ritorna in mente, “bella come sei”, per dirla alla Battisti. Ed il calcio un virus che non uccide ma appassiona e che può essere trasmesso di padre in figlio, di nonno in nipote. Ecco quindi che mi rivedo giovane cronista, interpellato da Radio Nuova Macerata come sostituto di un collega meno fortunato, seguire la rinascente Rata attraverso le Metamorfosi non ovidiane, ma del… Macerata Calcio. Al timone Peppe Rega, tanti nomi nobili in campo. Dal portiere Seghetti agli emergenti Re e Cocchi in difesa; dall’esperto Calcabrini nel pacchetto mediano dove c’era sempre un Trillini dai piedi buoni, per giungere al Rubiconti croce e delizia della tifoseria, ex bomber della Civitanovese l’anno precedente. La salita in Eccellenza in un torneo fatto suo dall’Osimana, per poi ripartire con Massimo Silva ex bomber di Ascoli e Milan che fece salire ancora di più la nuova Rata nel mitico match di Cerreto d’Esi che sembrava non vedere mai domi (3-2 alla fine) i rossoneri capitanati da Palombi (poi biancorosso anche lui a distanza di tempo), vissuto nel surreale scenario del campo… aperto, visto che l’obsoleta rete di recin- zione tracollò dopo il primo boato del pubblico maceratese successivo al gol di Ferroni. Nella mia mente tanti altri ricordi, indelebili quelli della rincorsa riuscita a quello che sembrava l’irraggiungibile Forlì, superato dopo il patatrac dell’Helvia Recina (1-0 per i diretti rivali) grazie al trio delle meraviglie Valerio Alesi-Roby Chiodi-Boro Cvetkovic che contribuì ad inanellare un filotto di sei vittorie consecutive nell’era dei due punti a partita vinta e scavalcare i forlivesi. E l’ennesima vittoria di un campionato difficile dopo l’1-0 al Camerino firmato Cocchi con Spurio, portiere scudettato con il Verona di Bagnoli, secondo di Garella, strepitoso nel dire di no al tentativo di rimonta degli avversari a risultato ac- quisito sul neutro di San Severino, con Giovanni Pagliari allenatore. Dopo una lunga pausa per motivi familiari e professionali la Rata è tornata ad affascinarmi alla vigilia del connubio calcistico Tardella-Teloni mai sbocciato. Di nuovo ad ammirare i campioni della Rata, gli Invincibili di Beppe Magi fra colleghi nuovi ma anche tanti volti stagionati come il mio, ma sempre con la scintilla negli occhi per una giocata sopraffina di un biancorosso o per un gol della Rata. Contento che la mia battuta – “quando arrivo io la Rata vince il campionato” - al giornalista Piero Paoletti nella preparazione estiva degli Invincibili sia stata più che un augurio e di rivedere il campionissimo della mia Settempeda al timone della Rata dei Guerrieri, sono stato gratificato da un altro fatto. Visto che mio figlio Lorenzo di solito gioca (Settempeda fino alla dissoluzione e quest’anno all’Aurora Treia) in contemporanea con la Maceratese, ho portato all’Helvia Recina il mio nipotino acquisito Alex in occasione di MacerateseChieti. Fu 1-1 ma la scintilla scoccò. Da allora non ne ha persa più una in casa, godendosi per intero anche l’interessante precampionato di Genga, nel corso del quale ha avuto anche l’onore di una foto con Cristian Bucchi, il mio bomber, il nostro allenatore. Ormai l’incendio è appiccato, il buon virus iniettato. La Rata bella donna non passa mai di moda. Di padre in figlio, di nonno in nipote… 37 LA PREPARAZIONE DEL TERRENO Il terreno sul quale semineremo e coltiveremo il nostro prato deve possedere delle caratteristiche piuttosto precise per garantire uno sviluppo corretto della radice e per dare un rapporto equilibrato tra la parte ipogea (nel terreno) ed epigea della pianta (apparato fogliare): piani di sgrondo corretti, giusto rapporto aria/acqua nel profilo (drenaggio), corretto grado di acidità (pH tra 6-7 e 2-3% sostanza organica). Solo con una preparazione adeguata del substrato si potrà ambire ad un tappeto erboso sano, vigoroso e duraturo negli anni. Dopo aver conferito al terreno grossolanamente le linee di pendenza per garantire il deflusso delle acque, ed in seguito aver provveduto alla realizzazione dell’impianto irriguo, occorre effettuare una fresatura del terreno con sminuzzamento fine dello stesso poiché spesso il terreno del giardino proviene dallo scavo effettuato per la realizzazione delle fondamenta dell’edificio. In questa fase è opportuno pensare ad incorporare i materiali giusti per ottenere il nostro scopo: acidi umici concentrati, microelementi - che favoriscono la trasformazione dell’azoto in forma assimilabile dalla pianta - e sabbia (fine 11,5mm, lavata e preferibilmente silicea) che garantisce la macroporosità del substrato favorendo la penetrazione dell’aria e di conseguenza quella della radice. La preparazione si completa con una rastrellatura grossolana per asportare eventuali pietre presenti e residui vegetali fastidiosi ed una rastrellatura finale accurata atta ad eliminare qualsiasi avvallamento presente nel quale l’acqua possa accumularsi. A questo punto siamo pronti per seminare! Via D. Concordia 80 (Piediripa) 62100 Macerata (MC) T. 0733 283101 Fax 0733 283103 [email protected] 38 CLASSIFICA GENERALE - LEGA PRO Girone B - 15.1.2016 biancorosso C u o re Per la tua pubblicità su Cuore biancorosso [email protected] tel. 0733.291533 da lunedì a venerdì 9.30 - 12.30 / 16.30 - 19.30 Squadra SPAL PISA (-1) MACERATESE CARRARESE ANCONA ROBUR SIENA PONTEDERA TUTTOCUOIO L’AQUILA (-1) LUCCHESE AREZZO PRATO SANTARCANGELO TERAMO (-6) RIMINI PISTOIESE LUPA ROMA SAVONA (-12) PT 37 32 30 27 27 26 25 23 23 20 20 20 19 16 16 15 10 4 G 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 IN MEMORIA DEL DOTT. SAURO APOLLONI Tutta la dirigenza, i tecnici, i giocatori, i collaboratori ed i tifosi della SS Maceratese si stringono alla famiglia Apolloni in un ideale abbraccio per la morte del dott. Sauro Apolloni, medico della SSMaceratese scomparso lo scorso 7 gennaio. All’inizio del torneo di Lega Pro 2015-16 il dottore fermano aveva iniziato ad assistere i giocatori della Maceratese, contribuendo con la sua professionalità allo strepitoso girone d’andata del team dei “Guerrieri” di Bucchi e del trainer in seconda Savini. V 11 9 8 7 7 6 6 6 7 6 3 5 4 6 4 3 2 4 N 4 6 6 6 6 8 7 5 3 2 11 5 7 4 4 6 4 4 P 2 2 3 4 4 3 4 6 7 9 3 7 6 7 9 8 11 9 GF 29 25 21 27 16 20 25 15 19 21 16 14 14 21 13 9 13 11 GS 10 15 14 20 14 14 17 12 20 21 17 17 17 23 26 17 32 23 CUORE BIANCOROSSO Registrazione Tribunale di Macerata n. 626 del 23.07.2015 Direttore responsabile Nazzarena Luchetti Redazione Alessandro Savi, Andrea Verdolini, Luca Muscolini, Carlo Cambi, Lorenzo Ottaviani, Giancarlo Nascimbeni, Realizzazione grafica e impaginazione Stefano Ruffini, Nazzarena Luchetti Foto Fabiola Monachesi Massimo Zanconi Per suggerimenti e opinioni [email protected] Stampa Biemmegraf - Macerata © Copyright Tutti i diritti riservati 39
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