El Periodico Libre E Independiente De
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agosto - dicembre 2013 Cochabamba - Bolivia anno I Bs. 0.- BOLIVIA bollettino quadrimestrale di inform-azione ed altro El Periodico Libre E Independiente De Nr. 1 (3) EDITORIALE La ripresa della pubblicazione de El Periodico dopo cinque anni di assenza coincide con il mio ritorno in Bolivia, dove per i prossimi tre anni lavorerò alla Fundación Pro-Hábitat (FPH) al progetto Abitazione e salute nella regione del Tropico di Cochabamba. Questa collaborazione con la FPH conta con il sostegno dell’associazione di cooperazione internazionale Inter-Agire e dell’Alleanza Comundo, ma senza dimenticare l’altro pilastro fondamentale del progetto, ovvero voi sostenitori/trici, lettori/trici, che in una maniera o nell’altra avete sostenuto il progetto Abitazione e salute. Questa pubblicazione era nata sei anni fa in Bolivia con il proposito di descrivere ad amici e conoscenti un’esperienza personale di uno stage di un anno effettuata in questo paese, il tutto in una maniera soggettiva, schierata ma non di parte, in ogni caso senza prendersi troppo sul serio. El Periodico ritorna quindi con una nuova veste grafica, ma senza aver perso quella indipendenza e spirito critico necessari per potersi districare in un paesaggio politico estrememamente polarizzato quale quello boliviano e descrivere in una maniera personale questo appassionante, vivace nonchè complesso paese. In definitiva si tratta di un bollettino volto ad informare voi sostenitori/ trici, lettori/trici su questa nuova esperienza di lavoro ma non solo, mantenendo sempre e comunque uno sguardo aperto sulla realtà che mi circonda. SPECIALE D O S S I ER Una delle 794 nuove abitazioni costruite nella prima fase, il giorno dell’inaugurazione IL PROGETTO ABITAZIONE E SALUTE FPH L’INIZIO, O LA PRIMA SORPRESA: DALLE INIZIALI 794 NUOVE ABITAZIONI PREVISTE SI È PASSATI A 4200 ABITAZIONI! SPAZIO E SOCIETÁ UN’INTRODUZIONE AL PROGETTO: PRIME CONSIDERAZIONI SUI PROCESSI ED ALCUNI ASPETTI ARCHITETTONICI AMBIENTE LOCALE A COCHABAMBA ME VOY 2 UNA GIORNATA SENZ’AUTO 3 4-5 EDUCAZIONE 5 1:2:2? 1:2:3? 1:3:2? 1:3:3? . redazione: Clle. O. Canedo 644, entre Av. D’Orbigny y Nueva Castillo, Cochabamba - Bolivia . e-mail: [email protected] . abbonamenti: El Periodico è gratuito, viene mandato in formato cartaceo per posta. per riceverlo basta comunicare l’indirizzo postale per e-mail. 5 . le legende in fondo alla pagina fungono da complemento d’informazione, per questioni di spazio sono forzatamente coincise, sommarie ed incomplete. El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3 2 L O C AL E CBBA A COCHABAMBA ME VOY A COCHABAMBA SEÑORES CANTARÁN LOS RUISEÑORES, A COCHABAMBA ME VOY ¡INTI! (...) La Bolivia cantata alla fine degli anni ‘60 nella canzone A Cochabamba me voy dal grande cantautore cileno Victor Jara, morto torturato nel 1973 per opera della dittatura di Augusto Pinochet, non esiste più: le ingerenze della CIA sono terminate già da tempo 1, così come le guerriglie di liberazione iniziarono ad affievolirsi in seguito all’assassinio di Ernesto Guevara nel 1967 ne La Higuera boliviana. Da allora molte cose sono cambiate, anche se questo affascinante paese rimane bersagliato dalle molte contraddizioni interne tuttora irrisolte (economiche, politiche, sociali, culturali, ecc.) lasciate in eredità dalla sua storia passata e recente (la colonizzazione, le dittature ed i governi neoliberali) e che spesso scaturiscono in conflitti, come p.es. in periodi più recenti la guerra dell’acqua e del gas 2, le aspirazioni secessioniste della Media luna 3, il TIPNIS 4, ecc. Tuttavia il cambiamento più grande avvenuto nell’ultimo decennio è stata l’elezione nel 2003 del primo presidente indigeno della storia boliviana, Evo Morales. Il paese sta assistendo al primo periodo relativamente lungo di stabilità, con parecchie migliorie significative rispetto al passato, anche se il tanto proclamato “cambio” molte volte si compie più nelle parole che nei fatti. Ciò non significa disminuire quanto fatto finora, quanto piuttosto far notare le difficoltà presenti nel cambiare profondamente le strutture socio-economiche di un paese che è sempre stato gestito da una ristretta classe dirigente oligarchica e clientelista a scapito della maggioranza indigena, vittima di discriminazioni ed esclusioni. Malgrado una certa disillusione sorta negli ultimi anni per la progressiva burocratizzazione e gerarchizzazione del processo, quello che più conta è che molta gente ha iniziato a prendere coscienza che i cambiamenti sono possibili, soprattutto quando iniziano dal basso. 1. Negli anni ‘70 la C.I.A. organizzò l’operazione Condor con la collaborazione di varie dittature presenti in America Latina, volta a destabilizzare e sovvertire i governi “socialisti” della regione per tutelare l’egemonia e gli interessi economici degli Stati-Uniti. In Bolivia appoggiò vari colpi di stato e dittature, p.es. quelle di Banzer negli anni ‘70 e di Vista su Cochabamba dalla terrazza di casa e, sullo sfondo, la collina con il “Cristo de la Concordia” La “Plaza 14 de septiembre” durante uno dei tanti scioperi Mesa al principio degli anni ‘80. 2. La prima avvenne a Cochabamba nel 2000, per combattere la privatizzazione dell’acqua, la seconda nel 2003 per evitare la svendita di gas naturale a prezzi stracciati a paesi stranieri. 3. Soprannome delle regioni orientali della Bolivia a maggioranza non-indigena che, nel 2008, impulsarono un violento processo secessionista con forti risvolti xenofobi nei confronti delle culture indigene dell’altipiano andino (occidente). 4. Controverso progetto del governo per una super-strada che dovrebbe collegare Bolivia a Brasile, passando nel bel mezzo di un territorio indigeno protetto e di un parco nazionale. El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3 3 FPH S P E C I A LE DOSSIER: IL PROGETTO ABITAZIONE E S A LU T E L’INIZIO, O LA PRIMA SORPRESA DA L L E I N I Z I A L I 79 4 N U O V E A B ITA Z IONI PREVISTE SI È PASSATI A 4’200 AB ITAZ ION I! Ancora prima che partissi per la Bolivia era previsto che collaborassi al progetto Abitazione e salute alle fasi di sviluppo, consulenza ed assistenza tecnica per 794 nuove abitazioni. Il primo giorno di lavoro in agosto mi ritrovai quindi piuttosto sorpreso quando la direttrice generale della FPH Antonia Terrazas e l’architetto Rolando Velarde, direttore regionale e responsabile del progetto, mi informarono che la costruzione delle 794 abitazioni era appena stata conclusa e che presto ci sarebbe stata l’inaugurazione ufficiale...! Ma subito dopo la sorpresa fu ancora più grande: il progetto aveva avuto un impatto talmente positivo che il Viceministerio de Vivienda y Urbanismo (Ministero boliviano delle politiche abitative e dell’urbanismo) aveva appena confirmato la continuazione del progetto con una seconda fase, comprendente più di 4000 nuove abitazioni! Mi ritrovai quindi piacevolmente stupito ma nello stesso momento parecchio perplesso: da una parte ciò mi avrebbe permesso di poter partecipare sin dall’inizio a tutte le fasi del progetto, però dall’altra il progetto aveva assunto una dimensione ancora più mastodontica! La perplessità nasceva dal fatto che una domanda continuava a rodearmi: come riuscire a conciliare l’aspetto quantitativo con l’aspetto qualitativo per una tale quantità di abitazioni, sia per quel che riguarda i processi di partecipazione delle comunità al progetto che per le fasi di progettazione e costruzione! Nel primo viaggio al Chapare, in occasione della cerimonia ufficiale di consegna delle prime 794 abitazioni con la presenza del presidente Evo Morales, ho potuto realmente darmi conto della qualità delle abitazioni e del fatto che effettivamente il progetto funziona, e piuttosto bene! Tutto ciò mi motiva alquanto per l’inizio della seconda fase, prevista a partire da gennaio 2014. Per quanto riguarda la cerimonia, fu sicuramente un evento particolare: da una parte affascinante per la gente, i colori, una solennità alquanto spontanea, dall’altra rimanemmo piuttosto delusi, in quanto il tutto si ridusse ad un lungo comizio Il presidente Evo Morales durante la cerimonia di consegna delle prime 794 abitazioni politico ed il tema delle nuove abitazioni rimase particolarmente assente, a parte la conferma da parte del presidente Morales del proseguio del progetto. Bisogna precisare che l’anno prossimo ci saranno le elezioni presidenziali... In Bolivia la questione dell’abitazione sociale è sempre stata sfruttata dai governi di turno per fini elettorali, ma su quest’argomento ritorneremo più in dettaglio un’altra volta. PICCOLO BREVIARIO LA FUNDACIÓN PRO-HÁBITAT (FPH) La FPH è una organizzazione nata nel 1993, formata per incrementare la partecipazione e la gestione comunitaria di progetti abitativi come elemento essenziale per lo sviluppo di insediamenti umani in Bolivia. Fornisce servizi di formazione continua e appoggio tecnico a persone con scarsi mezzi economici, con lo scopo di sviluppare le loro capacità nella costruzione e nel miglioramento di abitazioni, nell’uso di nuove tecnologie nonché per favorire condizioni abitative salubri ed adeguate. IL PROGETTO ABITAZIONE E SALUTE Nei municipi del Tropico di Cochabamba c’è stato un forte aumento demografico, dovuto alle opportunità di lavoro nel campo dell’agricoltura. Si tratta perlopiù di contadini e minatori emigrati dalle re- gioni andine del paese. La problematica abitativa dovuta a questo forte aumento di popolazione è stata trascurata, privilegiando l’aspetto produttivo. La maggior parte delle abitazioni vengono costruite in maniera precaria ed esposte allo sviluppo di malattie endemiche come malaria, febbre gialla, dengue, paludismo e malattia di Chagas, con alti rischi per la salute. L’obiettivo del progetto è migliorare la qualità di vita delle famiglie nelle comunità di vari municipi nel Tropico di Cochabamba. Con l’appoggio di organizzazioni sociali e la partecipazione diretta delle famiglie beneficiarie, il progetto prevede la realizzazione di strutture abitative adeguate, sia da un punto di vista tecnico sia di comodità, considerando l’alloggio come una necessità sociale e non una mercanzia. El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3 4 S PA Z I O E S O CI E T À - I - S P E C I A L E D O S S I E R : I L P R O G E T T O A B I TA Z I O N E E S A L U T E UN’INTRODUZIONE AL PROGETTO PR I M E C O N SI D E R A Z IO N I S U I P R OCESSI ED ALCUNI ASPETTI ARCHITET TON IC I Prendendo spunto dall’esperienza di lavoro presente e passata nel campo dell’abitazione sociale in Bolivia, la rubrica “Spazio e societá” 1 proporrà alcuni approfondimenti su tematiche inerenti alla problematica abitazionale, quali p. es. la questione dell’accesso al suolo, il “Diritto ad un’abitazione adeguata” ed il “Diritto alla città”, l’architettura partecipativa, ecc. Alcune di queste tematiche travalicano ampiamente il campo disciplinare tradizionale dell’architettura, tuttavia sono indispensabili per riuscire ad avere una visione d’insieme della problematica 2, ben al di là della erronea concezione comunemente accettata che le abitazioni sociali debbano essere per forza frutto di politiche assistenzialiste volte a fornire “quattro pareti ed un tetto” alle persone bisognose e quindi essere ridotte ai minimi termini per quello che riguarda l’aspetto qualitativo (ubicazione, accesso alle infrastrutture ed ai servizi basici,dimensioni degli spazi, materiali, ..). Questo primo articolo funge da introduzione rispetto ai processi di progettazione ed agli aspetti tecnici / formali del progetto, dove però troviamo già alcune tematiche che verranno sviluppate in una maniera più approfondita nei prossimi numeri. Abitazione tradizionale su palafitta nella regione del Chapare, struttura in legno (foto FPH) La prima fase del progetto Abitazione e salute ha comportato la costruzione di 749 nuove abitazioni e 45 ristrutturazioni. Nei primi mesi di lavoro con la FPH ho disegnato quasi un ottantina di piani di queste abitazioni, a partire da schizzi che hanno fatto i tecnici della FPH delle case terminate. Infatti la maggior parte delle abitazioni sono state costruite senza usare piani, semplicemente con schizzi sul terreno o, a volte, su carta. Questi piani sono stati consegnati al Ministero delle politiche abitazionali e dell’urbanismo per la fase di chiusura della prima fase del progetto, oltre che come documentazione per le comunità stesse. Questo lavoro è stato molto importante, in quanto mi ha permesso di iniziare ad addentrarmi nel progetto dal punto di vista architettonico, per comprenderne le tipogie abitative, i sistemi costruttivi, i materiali usati, ecc. L’organizzazione dei differenti spazi interni di queste abitazioni è stato sviluppato e determinato dai futuri abitanti durante dei laboratori di architettura partecipativa, a partire da alcune tipologie abitative basiche sviluppate e proposte dagli architetti della FPH. Il risultato si può riassumere sommariamente in due tipologie abitative distinte, con una superfice media di 70 m2 edificati . La prima è composta da stanze disposte attorno ad una galleria aperta su uno o più lati. La seconda tipologia è composta da un’abitazione suddivisa su due piani. Al pianterreno normalmente è situata la cucina, mentre al piano superiore ci sono i dormitori distribuiti da un ballatoio 3. Le due tipologie sono adatte al clima di questa regione tropicale estremamente umida e fortemente soggetta alle alluvioni durante la stagione delle piog- ge. Il livello del pianterreno di entrambe le tipologie è stato determinato per restare al di sopra del livello massimo raggiunto dall’acqua durante le alluvioni. In entrambe le tipologie la disposizione degli spazi interni è pensata per favorire il più possibile la ventilazione naturale; quest’ultima è indispensabile per evitare tassi di umidità troppo alti all’interno dell’abitazione, causa di sconfort termico, problemi di salute e danni all’edificio. La FPH ha sempre sviluppato progetti con l’uso di materiali locali, però in questa regione si è deciso di costruire con una struttura di pilastri e travi in cemento armato e tamponamenti in mattoni. Infatti certi materiali di costruzione tradizionali quali il legno, paglia, adobe (mattoni di argilla, sabbia e paglia essicati al sole), sono fortemente soggetti ad alterazioni causati dall’umidità, debilitando le strutture (e quindi la sicurezza) delle abitazioni, oltre al fatto che ciò 1. Il titolo della rubrica riprende deliberatamente (e chiaramente senza pretese) il titolo omonimo della rivista diretta dall’architetto Giancarlo de Carlo (1919-2005) dal 1978 al 2001, nella quale venivano dibattute tematiche e presentati progetti inerenti alla pratica disciplinare, ma con uno sguardo sempre presente sulla società, come ben indica il titolo della rivista. 2. La problematica abitazionale è strettamente correlata con le strutture socio-economiche, politiche, culturali, ecc. presenti in un certo contesto e coinvolge una moltitudine di attori differen- ti, quali p.es. la società civile, la classe politica ed economica, le formazioni tecniche - accademiche, il settore pubblico e privato, ecc. spesso partecipi con interessi diametralmente opposti. 3. La prima tipologia è molto diffusa, in quanto favorisce un’organizzazione interna semplice El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3 5 S PA Z I O E S O C I E T À - I I - causa crepe ed interstizi che favoriscono lo sviluppo di alcuni parassiti pericolosi per la salute (p. es. il morbo di chagas, molto presente nelle aree rurali). Il tetto è composto da una struttura in legno che sorregge delle piastre ondulate. Queste ultime sono state fortemente volute dai beneficiari per questioni di costi e per facilitare il montaggio, ma in futuro si tenterà di implementare l’uso di tegole in terracotta, migliori dal punto di vista termico ed ambientale. Dato che in questa regione piove parecchio i tetti sono tutti spioventi con una pendenza minima del 30% per favorire il decorso dell’acqua piovana, oltre che per favorire la circolazione interna dell’aria verso l’alto. A partire da queste tipologie ogni abitante ha successivamente sviluppato ed autocostruito singolarmente la sua abitazione con il supporto e l’assistenza dei tecnici della FPH, secondo le sue necessità, desideri e risorse economiche (dimensione e posizione delle stanze, cucina, bagno, finestre, forma del tetto,...) 4. L’insieme di questi processi ha permesso a molta gente di poter accedere ad un’abitazione adeguata dove poter vivere degnamente, con la certezza di tenere un’alloggio sicuro e con spazi che correspondino alle sue necessità. Le persone si sentono partecipi di questo processo per il proprio coinvolgimento in tutte le fasi del progetto, e ciò si può ben vedere nelle abitazioni stesse, tipologicamente simili ma con una varietà di dettagli personalizzati che rende ciascuna di esse differente dalle altre, così che i beneficiari sentano questi spazi come la propria casa. Tutti questi processi contribuiscono a realizzare il Diritto ad un’abitazione adeguata, iscritto nella nuova Costituzione politica dello stato boliviano del 2009, così che questo diritto sia una realtà e non solo belle parole scritte su di un foglio di carta. ed economica: gli spazi principali sono tutti raggruppati attorno alla galleria coperta, la quale funge da spazio multifunzionale, di distribuzione e di ventilazione. La seconda deriva in parte dalle abitazioni tradizionali in legno costruite secondo il modello della palafitta, particolarmente adatta alle Piano di un’abitazione realizzata nella comunitá “San Luis” nel municipio di Shinahota CONFER EN Z E D E L 1 0 O TTO B R E 2 0 1 3 A L L A SU P S I Giovedì 10 ottobre 2013 alla SUPSI di Trevano ci sono state due conferenze dal titolo Energie rinnovabili, benessere umano e sostenibilità delle abitazioni, co-organizzate da Inter-Agire, Swiss Engineering, il Centro Professionale di Trevano (CPT) e la SUPSI (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana). Queste conferenze sono state una bella opportunità per presentare il progetto Abitazione e salute con una video-conferenza in diretta dalla Bolivia, a cui ho partecipato insieme all’architetto Rolando Velarde, direttore regionale della FPH nonchè responsabile del progetto. Un ringraziamento particolare a Swiss Engineering sezione Ticino, Inter-Agire, al Centro Professionale di Trevano, alla SUSPSI e a tutte le persone che hanno reso possibile quest’evento a cui abbiamo partecipato con molto piacere. alluvioni. Spesso però è l’esiguità della parcella che determina la scelta verso questa tipologia. 4. Il costo totale di ogni abitazione è di ca. 72’600 bolivianos (moneta boliviana, ca. 10’500 CHF), di cui 29’685 bolivianos (ca .il 40% del totale) è finanziato a fondo perso dal programma Rolando Velarde prima della conferenza di abitazioni sociali del governo (ciò comprende materiali di costruzione, supervisione ed esecuzione), mentre il restante 60% o più proviene dai beneficiari stessi (tramite manodopera, materiali locali e non). El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3 6 C R O NACHE D I V E R S E AMBIENTE U N A G I O R N ATA S E N Z ’ A U TO UN PICCOLO MIRACOLO AVVENUTO UNA DOMENICA NELLE STRADE DI COCHABAMBA Le strade di Cochabamba, come quelle di tutte le grandi città boliviane, sono costantemente invase da miriadi di automobili, trufis, mini, micros, (taxi collettivi e bus locali, di forme e dimensioni diverse), ecc. ma domenica 1 settembre 2013 è successo un piccolo miracolo: nelle strade non c’era un mezzo motorizzato! Sembrava di essere nel bel mezzo di un paesaggio surreale tanto era differente lo spazio vissuto della strada rispetto alla realtà quotidiana: le strade erano piene di gente a piedi, in bicicletta, in pattini, giocando a calcio, a palla-volo,...! Sembrava quasi una città ideale, dove gli abitanti si sono finalmente (ri)appropriati della strada come luogo pubblico, di convivialità! Ma come un sogno la realtà non tardò a farsi viva, e già dalle 18:00 ritornò il classico frastorno ed ingombro dovuto al solito traffico... Bella iniziativa il Dia del peatón (“Giornata del pedone”, quattro volte all’anno), ma purtroppo effimera... Una strada di Cochabamba durante “El Dia del Peatón” EDUCAZIONE SALUTE 1:2:2? 1:2:3? 1:3:2? 1:3:3? No, non si tratta di tratta di una nuova iniziativa per salari più equi, anche se in Bolivia, paese latinoamericano con il più alto indice di diseguaglianza del continente, potrebbe essere di aiuto... In realtà si tratta di una domanda sorta durante un esercizio svolto a dei corsi serali per supervisori di cantiere (in progetti abitazionali autogestiti e per aiuto mutuo) che ho seguito all’università, rispetto alla miscela del calcestruzzo e le corrette proporzioni di cemento, sabbia e ghiaia. Mentre gli/le studenti/esse in architettura, genio civile, tecnica edile, disquisivano con gli espositori delle caratteristiche delle differenti miscele per un ottimo rapporto qualità - costi quasi come fossero ricette di cucina, mi sono reso conto di alcune importanti lacune pratiche (soprattutto in questo campo) da colmare il prima possibile! IN BOLIVIA LA SALUTE NON HA PREZZO... ...per chi può permetterselo... La questione del Diritto alla salute e dell’accesso universale alle cure mediche è un’altra grande questione da risolvere in Bolivia. Nel mese di ottobre a causa di una polmonite sono finito in una clinica privata di Cochabamba che non ha niente da invidiare agli standard degli ospedali in Svizzera per quel che riguarda le cure, l’attenzione ai pazienti, le attrezzature, ecc. ma anche e soprattutto per quel che concerne i prezzi...! Tutto un altro discorso invece per buona parte dei/lle boliviani/e che non hanno altra scelta che gli ospedali pubblici, in cronica mancanza di fondi, personale qualificato, attrezzature... UN GRANDE RINGRAZIAMENTO A TUTTE LE PERSONE, ORGA- SI PUÒ SOSTENERE IL PROGETTO DI ALAIN VIMERCATI CON VERSAMENTI A: NIZZAZIONI ED ISTITUZIONI CHE HANNO CONTRIBUITO E/O Inter-Agire Conto ccp: SOSTENUTO IL PROGETTO E CHE HANNO RESO (E RENDONO) POSSIBILE QUEST’ESPERIENZA! BUONE FESTE A TUTTI! Per saperne di più su altri progetti di Inter-Agire: www. interagire.org Piazza governo 4 - 6500 Bellinzona 69-2810-2 IBAN CH74 0900 0000 6900 2810 2 specificare Progetto Alain
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