ULTRAFOOTBALL
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ULTRAFOOTBALL LA PRIMA UNICA ED ULTIMA RIVISTA DI FOOTBALL AMERICANO MODENESE Anno 30 numero 33 Maggio 2013 30 years of ULTRAFOOTBALL 1984-2013 FIELD GOAL Ci sono momenti che tutti ricordiamo, anche se non vi abbiamo preso parte direttamente. Grosso modo tutti sappiamo che alcuni anni fa l’Italia vinse il campionato del mondo di calcio in Germania. Qualcuno magari non avrà visto quella partita, ma sa cosa è successo. Oggi, mentre state leggendo questo giornale (aspettate un attimo per cortesia ad usarlo sotto al sedere), voi siete parte di uno di questi momenti. Il trentennale di Ultrafootball, la più longeva rivista di football americano d’Italia. Non per vantarci, ma le abbiamo viste nascere e seppellite tutte le riviste dedicate al nostro sport. E ripensando alla strada percorsa in questi anni, ci viene da sorridere a ricordare il primo numero del 1984, il numero 0…infatti la numerazione è arrivata a 33, ma contando il primo numero sono in totale 34 numeri in 30 anni: una media niente male. Trent’anni fa decidemmo di iniziare questa avventura, senza soldi, con a disposizione una macchina da scrivere e dei trasferibili. Oggi dopo 30 anni di attività, ci viene da piangere: si abbiamo il pc (sistema operativo Windows 97 con aggiornamento a XP), ma il nostro logo è quel trasferibile scannerizzato, in cui non si capisce se il quarterback vuole lanciare o sta inseguendo l’arbitro a fine partita assieme ad un compagno di linea. Ai tempi non trovammo altro e tale è rimasto anche nell’era digitale. Il nostro movimento, dopo un periodo di crisi, si sta riprendendo. Mancano le squadre, ma sono aumentati tornei e federazioni. Ci sono meno giocatori, ma in compenso sono aumentati arbitri, dirigenti, segnapunti, speaker, addetti alle statistiche, addetti alla catena (alcune squadre ne usano 6 alla volta), massaggiatori, cheerleaders: insomma se andate ad una partita del campionato italiano, magari vedrete meno gente in campo, ma come numero complessivo nell’impianto sportivo, stiamo tornando ai fasti del 1990. 1 Il Direttore MAURIZIO ZANNI Il Personaggio del Giorno: MARCO LAZZARETTI Nome: Cognome: Soprannome: Ruolo: Numero maglia: Età : Altezza: Peso: Velocità: MARCO LAZZARETTI Chuck Quarterback 5 23 182 cm: lo sapete che nei roster dei siti web le squadre esagerano 75 kg …anche qui hanno esagerato 4,38 secondi sulle 40 yard…web master sotto effetto di allucinogeni Quante volte pensiamo agli Stati Uniti, maneggiando un I-Phone, ascoltando un brano di rock. Se poi siamo coinvolti nel mondo del football americano, paragoni e confronti si sprecano. Con le debite proporzioni, spesso giocatori del nostro campionato li mettiamo idealmente di fianco a dei veri giocatori NFL. Sappiamo tutti quale abisso separa i volonterosi giocatori del nostro campionato, dai marziani ultra atleti d’oltreocano. Eppure noi di Ultrafootball, dopo tanto lavoro, siamo riusciti a trovare un giocatore italiano che nulla ha da invidiare ad un suo più noto collega della NFL. Il confronto, che se non è alla pari, pende leggermente a favore del giocatore italiano lo abbiamo fatto analizzando la carriera agonistica di Marco Lazzaretti, quarterback degli Hogs di Reggio Emilia e quella di Tim Tebow quarterback (anzi ex) dei New York Jets. Le analogie fra i due giocatori si sprecano. Per entrambi una sfolgorante carriera universitaria. Heisman Trophy quale migliore giocatore universitario per Tebow e vittoria nel campionato giovanile Under 21 per Lazzaretti, mentre studiava all’Università di Modena e Reggio Emilia: 2 ok non suona come University of Florida, ma ci si può accontentare.. Entrambi sono legati ai New York Jets: Tebow come giocatore (anzi ex) e Marco come tifoso. Fiumi d’inchiostro per Tebow al momento della sua firma nella NFL coi Denver Broncos e almeno 2 articoli del Resto del Carlino edizione di Reggio Emilia per Lazzaretti: in uno però sbagliarono il nome chiamandolo Paolo. Per Tebow la carriera nella NFL non è stata facile, ma nel 2011 arrivò una inaspettata vittoria ai play off contro i favoriti Steelers. Marco ha fatto di meglio. In soli 6 anni è arrivato in prima squadra, dopo campionati passati ad allenarsi come quarterback e a giocare da cornerback. Ebbene nel 2013 arriva il suo primo lancio completo da titolare. Nessun allenatore avrebbe mai detto che questo sarebbe stato possibile in un tempo così breve. Specialmente all’inizio, quando si presentò per la prima volta al campo d’allenamento. Chi avrebbe mai pensato ad una carriera del genere, guardando quel ragazzino che stava ore ed ore ad allenarsi con la palla nello spike ? Si lo spike, il gesto di schiacciare, lanciandolo, il pallone a terra, uno dei festeggiamenti più comuni nella NFL. Ci vollero alcuni mesi per capire che Marco non stava esercitandosi nello spike, ma nel lancio del pallone. Aveva insomma un rilascio un poco lungo e quando la palla lasciava la sua mano, dopo meno di mezzo metro, già colpiva il terreno di gioco. Questo però gli ha permesso di sviluppare una incredibile velocità: sapeste quante volte il custode del campo in sintetico lo ha inseguito per farlo smettere dal danneggiare il campo con quelle violente punzonate del pallone. Comunque nel giro di un anno, i coach degli Hogs, fra i meglio preparati in Italia per il settore giovanile, hanno corretto il difetto, riuscendo a far anticipare a Marco il rilascio del pallone: immediatamente le traiettorie si sono alzate e a farne le spese sono state le specie di volatili che incautamente svolazzavano attorno al campo d’allenamento. Una causa della LIPU, contro agli Hogs, per violenze sugli animali è ancora aperta dal 2010. Proseguiamo però il parallelo fra i due campioni. L’aspetto più importante e che va oltre all’abilità tecnica nel ruolo di quarterback…oddio entrambi non sono forse la risposta migliore ai problemi di un offensive coordinator che desideri lanciare il pallone, ma questo è secondario. Dove veramente entrambi si sono dimostrati sorprendenti è stato al di fuori del campo. Tebow è un icona negli USA, rappresenta uno stile di vita: è visto come una persona che può indicare una strada di speranza a tutti. Pensate che una coppia ha pagato 100.00 $ per poter trascorrere un pomeriggio con Tebow. Ha tenuto dei sermoni da sold out nelle chiese. Marco è tutto questo e anche di più a Reggio Emilia. Non una, ma almeno 4 coppie di anziani di Reggio Emilia pagano ben 3 euro in contanti per farsi portare il latte, tosare il prato o portare a spasso il cagnolino da quel simpatico ragazzo con la maglia n°5. Specialmente durante questo campionato, mai avevamo visto gli spettatori del Torelli di Scandiano in delirio per le giocate di Marco. Addirittura oltre l’estasi, i tifosi possiamo testimoniarlo si ritrovavano con la bava alla bocca ad inseguire il loro idolo, a cercare di afferarlo, con gli occhi fuori dalle orbite. Solamente il sistematico intervanto delle forze dell’ordine ha impedito che questo delirio collettivo degenerasse. Lo stesso papà di Marco è rimasto sorpreso da quante persone improvvisamente durante le partite chiedessero “Ma chi c…o è mai il 5 ? Da dove viene ? Chi lo ha messo al mondo?” Persona schiva e semplice adesso il papà di Marco viene alle partite del figlio con un paio di baffi finti. Se Tebow riempie le chiese coi suoi sermoni, anche Marco le frequenta assiduamente…specialmente quando inseguito dai tifosi non riesce a trovare nelle vicinanze una caserma dei carabinieri. Per Tebow, football a parte, in molti pronosticano una carriera politica di successo, dato il suo carisma e capacità nella comunicazione. Le stesse possibilità potrebbero aprirsi per Marco: più di un partito politico della zona di Reggio Emilia si è dichiarato pronto ad inserirlo nelle proprie liste per una quota inferiore ai 75.000 € l’anno. Ovviamente con la possibilità di rateizzare il tutto. Già il presidente degli Hogs Ruozzi, sta pensando alla cerimonia del ritiro della maglia n°5. Un poco presto per un giocatore di soli 23 anni, ma compagni di squadra, allenatori, fisioterapisti e tifosi sfegatati (nel senso che se lo sono già mangiato da tempo) fanno già pressione. Ruozzi sta pensando ad una cerimonia spettacolare, in cui la maglia n°5 , legata a fuochi artificiali, verrà sparata in cielo, esplodendo assieme al razzo . Tutto questo can can mediatico, il nostro Marco, a differenza di Tebow, lo gestisce in maniera autonoma, in prima persona dal suo profilo facebook e da quello del gruppo Hogs: del resto, anche pagandolo, pensate sarebbe mai possibile trovare un manager disposto ad accettare l’incarico ? 3 Lo scoop di Ultrafootball SIGLATO L’ACCORDO DI COLLABORAZIONE FRA HOGS E NEW YORK GIANTS Non si resta sul mercato della carta stampata per 30 anni senza un motivo. Noi di Ultrafootball, consentiteci un minimo di autocelebrazione, lo sappiamo bene. La tempestività nel riportare i fatti, nel fotografare immediatamente la realtà delle cose è da sempre il nostro fiore all’occhiello. Stavolta lo scoop è clamoroso. Per la prima volta nella storia del football americano italiano, un team del nostro paese, gli Hogs, inizierà una collaborazione col mondo della NFL, tramite uno dei suoi team storici: i New York Giants. L’accordo prevede la fornitura di materiale tecnico e didattico, oltre ad alcune date di stage tecnici, che verranno tenuti da personale dei Giants proprio a Reggio Emilia. La squadra italiana entra così a far parte di un programma di sviluppo del football americano, gestito dai Giants e nato nel 2007 da un idea del giocatore difesa Mathias Kiwanuka, nato negli USA, ma con origini nell’Uganda. Proprio da un viaggio fatto dal giocatore in quell’anno nella terra dei suoi avi nacque l’idea: un programma di insegnamento del gioco, pensato per bambini che però mai avevano praticato quello sport Il logo del progetto Mathias Kiwanuka Kiwanuka in Uganda Cosa c’entrano quindi gli Hogs, vi chiederete con questo progetto Giants for Africa ? Lo abbiamo chiesto al general manager Bizzarri…general nel senso di manager generico e che quindi può occuparsi dall gestione dei giocatori al riempimento delle borracce d’acqua per la partita UF – Allora Claudio (Bizzarri ndr) puoi illustrarci questa collaborazione fra gli Hogs e i Giants di New York ? BIZZARRI (Claudio ndr) – la collaborazione nasce in maniera un poco casuale, ma il progetto è stato accuratamente pianificato. Sono stati individuati dei parametri per creare dei giochi didattici di tipo motorio per avvicinare al nostro sport dei ragazzi che quasi sicuramente raramente o mai compiono gesti che ricordino il football. Pensate solo al ruolo del quarterback: il lancio del pallone può avere qualche similitudine col lancio della palla nel baseball, ma sicuramente quasi nulla con gli abituali giochi praticati in Africa dai bambini. L’idea venne alla dirigenza dei Giants dopo un viaggio (anno 2007) del loro difensore Kiwanuka nel paese di origine dei suoi parenti in Uganda. 4 UF- Si Kiwanuka ha parentele con l’Uganda, ma questo cosa mai c’entra con gli Hogs ? CLAUDIO (Bizzarri ndr) – Le ricerche iniziali fatte sui motori di ricerca africani, hanno permesso di individuare alcune parole e frasi chiave, quali (ovviamente le riportiamo tradotte ndr) – NESSUNA ATTINENZA PALLA OVALE – NON CAPISCE – NON CAPIRA’ MAI – LENTO- TESTA DI RAPA - GRASSO – MANI DI PIETRA – queste ed altre terminologie hanno permesso al coaching staff dei Giants di individuare gli ostacoli maggiori all’apprendimento della disciplina del football. UF – Non riusciamo però ancora a vedere il nesso fra ricerche fatte su motori di ricerca africani e gli Hogs di Reggio Emilia BIZZARRI CLAUDIO – Il fatto è che tutte queste ricerche, inspiegabilmente, rimandavano al link del roster della nostra squadra senior: pur geograficamente lontani, le evidenti similitudini fra i nostri giocatori ed i ragazzi africani, hanno convinto la dirigenza dei Giants ad inserire anche noi in questo progetto. Devo anche aggiungere che dopo aver visionato i filmati degli ultimi campionati, i nostri colleghi d’oltreoceano non hanno più avuto alcun dubbio e li voglio pubblicamente ringraziare per la splendida opportunità offerta alla nostra squadra. LA POSTA DI ULTRAFOOTBALL CARO DIRETTORE, NON RIESCO A COMPRENDERE COSA MAI POSSA ESSERCI DI BELLO NEL VEDERE CHE LA VOSTRA SCHIFOSA RIVISTA CONTINUI AD USCIRE DOPO 30 ANNI: COMUNQUE VISTO CHE LE OPINIONI SONO COME IL BUCO DEL SEDERE E QUINDI OGNUNO HA LA PROPRIA, RIMANGA PURE CONVINTO DI CIO’ CHE FATE E SCRIVETE: LEI E QUELLA MANICA DI DEFICENTI CHE L’ASSISTE IN REDAZIONE. VOLEVO SOLAMENTE SAPERE COME MAI VIENE INTERROTTO A META’ CAMPIONATO LA CERIMONIA DELLA PREMIAZIONE DEL PLAYER OF THE GAME DELL’AVIS, DURANTE LE PARTITE CASALINGHE. CORRISPONDE A VERITA’ CHE VERRA’ SOSTITUITA DA UNA PREMIAZIONE SPONSORIZZATA DALLA DONELLI VINI ? Caro lettore, innanzitutto giro i tuoi complimenti a tutta la redazione. Per la tua domanda preciso che non si tratta di una sostituzione, ma di una partnership. Alcuni giorni fa parecchi giocatori della prima squadra si sono recati presso un centro AVIS per una donazione di gruppo. Qui sotto le foto Dai risultati delle analisi è emerso che la media del valore dell’ematocrito presente nel sangue prelevato era attorno al 5 % contro una media che va dal Dato che il restante 95 % del liquido risultava alcool proveniente da liquidi, la pensato di abbinare immediatamente il proprio nome a quello dell’AVIS: sul omaggio del nuovo evento 5 (globuli rossi) 36 % al 44 %. Donelli Vini ha retro l’adesivo
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