Saturimetria digitale a confronto con saturimetria frontale in
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Saturimetria digitale a confronto con saturimetria frontale in
sCIENZE INFERMIERIsTICHE Saturimetria digitale a confronto con saturimetria frontale in corso di anestesia generale cardiochirurgica Giancarlo Pettenati, Fabio Chittolina, Barbara Benazzi, Marina Longhi, Vanessa Lopez, Stefano De Togni, Elena Artoni, Giovanna Rizzo, Claudio Pognani1 infermieri, Servizio di Anestesia e rianimazione, Ospedale Azienda C. Poma, mantova 1 medico, Servizio di Anestesia e rianimazione, Ospedale Azienda C. Poma, mantova Corrispondenza: [email protected] rIassunTO Introduzione. L’obiettivo di questo studio è confrontare il pulsiossimetro frontale (PF) con il pulsiossimetro digitale (PD) per verificarne l’affidabilità clinica in pazienti cardiochirurgici durante e dopo circolazione extracorporea (CEC). materiali e metodi. In 50 pazienti cardiochirurgici, operati in elezione per coronaropatie o per valvulopatie, sono stati rilevati prima, durante e dopo CEC: SpO2 frontale, digitale e SaO2. risultati. I valori della pulsiossimetria sono risultati leggermente superiori a quelli emogasanalitici, l’errore medio frontale è risultato minore rispetto a quello digitale (0,49 vs 1,64), ma la dispersione dei dati, evidente alla regressione lineare e all’analisi di Bland-Altman, è superiore (deviazione standard ±3,23 vs ±2,22, rispettivamente) con range di precisione 6,45 vs 4,46 e accettabilità 12,89 vs 8,91. Durante CEC entrambi i sensori hanno mancato la rilevazione in una percentuale di casi elevata (71% e 51% rispettivamente per il frontale e il digitale). Fuori CEC la percentuale di dati mancanti varia fra il 3% (PF) e 6% (PF), senza differenze fra i due gruppi. Discussione. Dalla letteratura non emerge un parere univoco sulla superiorità di uno dei due tipi di pulsiossimetro, probabilmente a causa della diversa tipologia di pazienti e situazioni cliniche. La chirurgia cardiaca è spesso associata a ipotensione, ipotermia, uso di vasocostrittori e flusso continuo, condizioni che spesso inficiano l’uso del pulsiossimetro. Nel nostro studio i sensori si sono dimostrati validi strumenti nella terapia intensiva postoperatoria e durante l’intervento chirurgico fuori CEC. Conclusioni. Entrambi i pulsiossimetri si sono dimostrati utili per il monitoraggio del paziente fuori CEC, con un modesto scostamento dal valore di riferimento emogasanalitico; al contrario, durante CEC il loro uso si è dimostrato non accettabile ai fini del monitoraggio della saturazione arteriosa di ossigeno. Parole chiave Pulsiossimetro, emogasanalisi, circolazione extracorporea, cardiochirurgia. fInGer versus fOreheaD OXYmeTrY DurInG General anaesThesIa In hearT surGerY PaTIenTs Introduction. The objective of this study is to compare the front pulse oximeter with digital pulse oximeter to check the reliability of clinical cardiac patients during and after extracorporeal circulation. materials and methods. In 50 patients cardiac, elective surgery for coronary or valvular disease were recorded before, during and after extracorporeal circulation (ECC): SpO2 front, digital and SaO2. results. The values of pulse oximetry were slightly higher than blood gas analysis, the average error was less than the front digital (0.49 vs. 1.64), but the spread of data, show by linear regression and Bland Altman analysis, is higher (respectively standard deviation of ± 3.23 vs. 2.22) with precision of 6.45 vs 4.46 vs 8.91 and 12.89 of acceptability. During extracorporeal circulation both sensors have failed to detect a high percentage of cases (40 50%). Discussion. The literature hasn’t shown unique opinion about superiority of either type of pulse oximeter, probably because of the different types of patients and clinical situations. Cardiac surgery is often associated with hypotension, hypothermia, use of vasoconstrictors, continuous flow conditions, which often disrupt the use of pulse oximeter. In our study, the sensors have proven valuable tools in the postoperative intensive care during surgery. Conclusions. Both pulse oximetry have been found useful for monitoring patients outside the CEC, with a slight deviation from the reference value (blood gas analysis), unlike their use in CEC has not demonstrated acceptable for monitoring of arterial oxygen saturation. Key Words Pulse oximeter, blood gases analysis, cardiopulmonary bypass, cardiac surgery. L’Infermiere, 2010;47;5-6:21-25 21 sCIENZE INFERMIERIsTICHE INTRODUZIONE Il monitoraggio continuo della saturazione arteriosa periferica di ossigeno per mezzo del pulsiossimetro è pratica ben standardizzata ed essenziale nei blocchi operatori e nelle terapie intensive (ASA, 2005). Il metodo è accurato e ampiamente accettato, ma in presenza di vasocostrizione periferica (Bebout e Mannheimer, 2002), bassa gittata cardiaca e ipotermia, condizioni queste spesso presenti negli interventi cardiochirurgici, può essere impreciso (Blaylock et al., 2008; Yamaura et al., 2007; Cortinez et al., 2003; Eisenkraft e James, 2006). L’emogasanalisi (EGA) fornisce valori più precisi e completi rispetto al pulsiossimetro, ma la rilevazione non è continuativa. La discontinuità del rilievo emogasanalitico potrebbe non cogliere repentine modificazioni della saturazione arteriosa, mentre la pulsiossimetria potrebbe segnalare false cadute di saturazione. Le due tecniche pertanto si integrano. Più preciso e affidabile è il pulsiossimetro, minore è la necessità di ricorrere all’EGA. Contrariamente al sensore standard (PD), che usa la trasmissione della luce reflectance, il sensore frontale (PF) è posizionato al di sopra dell’orbita, area che riceve il flusso dalla branca interna della carotide piuttosto che da quell’esterna, pertanto meno influenzabile dai fattori che ne riducono l’efficacia. Abbiamo qui confrontato due tipi di rilevatori, frontale e digitale, paragonandoli al dato di riferimento ritenuto standard, l’EGA, in termini di precisione e affidabilità nel monitoraggio del paziente cardiochirurgico, in corso di CEC, a cuore battente e in terapia intensiva postoperatoria. MATERIALI E METODI Tipo di studio: osservazionale, prospettico. Abbiamo confrontato due tipi di pulsiossimetri, frontale (Nellcor OxiMax-Al Adult Oxygen Sensor) e digitale (Nellcor Puritan Bennet OxiMax NPB-40 Handheld Pulse Oximeter), con i dati forniti dall’EGA (A. De Mori ABL800). Questi monitoraggi vengono comunque effettuati di routine. Visto il carattere osservazionale dell’indagine non è stata chiesta l’autorizzazione del Comitato etico; i dati sono stati raccolti e trattati in modo anonimo. Popolazione e campione: cinquanta pazienti cardiochirurgici sottoposti in elezione a interventi di by-pass coronarico o sostituzione valvolare in CEC. Criteri di inclusione ed esclusione: sono stati inclusi tutti i pazienti operati per patologie coronariche o valvolari; sono stati esclusi i pazienti operati in urgenza-emergenza, con importanti insufficienze d’organo (insufficienza renale grave, insufficienza epatica grave) o con instabilità emodinamica. Modalità e tempi di arruolamento: sono stati arruolati tutti i soggetti che rispettavano i criteri di inclusione dal 1° gennaio 2009 fino al raggiungimento della dimensione desiderata del campione. Raccolta dati: di ogni paziente sono stati rilevati dati antropometrici, pregresse patologie cardiache e non cardiache e i farmaci in terapia. Per ogni paziente sono state 22 registrate, su scheda prestampata: SaO2, pH, temperatura centrale e periferica, lattati, SpO2 frontale e digitale, pressione arteriosa sistolica, diastolica e media, frequenza cardiaca. Le ossevazioni sono state effettuate in sei tempi: T1, immediatamente prima dell’induzione dell’anestesia; T2, dopo l’induzione dell’anestesia; T3, all’inizio della CEC; T4, poco prima del termine della CEC; T5, paziente stabilizzato, prima dell’invio in terapia intensiva; T6, paziente stabilizzato poco dopo l’arrivo in terapia intensiva. Analisi statistica: i dati sono stati inseriti su database ed elaborati con SPSS versione 17.0; sono stati presentati come media (±DS) in caso di distribuzione normale o mediana (25-75 percentile), dove appropriato è stato eseguito il test di Student (distribuzione normale) o test di U-Mann-Whitney. La differenza fra percentuali è stata valutata con il test del chi-quadro. Il confronto fra i pulsiossimetri è stato effettuato per mezzo della regressione lineare e dell’analisi Bland-Altman, che non è un test statistico, ma è utilizzata per paragonare due strumenti; la media dei valori ([SaO2+SpO2]/2) è posta sull’ascissa, la differenza (SaO2-SpO2) sull’ordinata. Di questa differenza sono state calcolate la media (bias) e la 1ª e la 2ª deviazione standard, dette rispettivamente precisione e accettabilità; P significativa quando minore di 0,05. RISULTATI Durante CEC il pulsiossimetro digitale non ha rilevato dati nel 51% dei casi, quello frontale nel 71% (P<0,05); fuori CEC rispettivamente nel 3% e nel 6% dei casi (P=NS). Come si può osservare nella Tabella 1, la saturimetria digitale fornisce valori superiori a quelli dell’EGA quando il paziente non è in CEC, inferiori invece durante CEC; nel primo caso le differenze sono sempre statisticamente significative, mentre durante CEC la saturimetria frontale non differisce significativamente da quella emogasanalitica, ma il dato è inficiato dalla mancanza del 70% delle rilevazioni. Fuori CEC la relazione fra entità dell’errore (calcolato come differenza fra SaO2 e SpO2) e frequenza dello stesso (Figura 1) è del tutto sovrapponibile fra i due tipi di pulsiossimetro; la percentuale di errori più rilevanti è però leggermente superiore con lo strumento frontale (valori non significativi). Confrontando i valori di SaO2 con i valori di SpO2 fuori CEC (Figura 2) e tracciando le rispettive regressioni lineari, si ottengono due rette sostanzialmente parallele (pendenza di 0,54 vs 0,61, rispettivamente digitale e frontale) con intercetta sull’asse y (SpO2) superiore nell’equazione della regressione dei dati del PD (45 vs 37). Tale differenza è giustificabile (vedi Tabella 1), perché i valori di SpO2 al dito sono generalmente superiori a quelli frontali. Inoltre, la correlazione (espressa come R2) è maggiore nell’equazione del PD (0,383 vs 0,2273), cioè le singole rilevazioni sono più prossimali alla rispettiva retta di regressione di quanto avvenga per il PF. Durante CEC le regressioni e le rispettive equazioni (y=-2,088x+304 per il digitale e y=-0,418x+139 per il L’Infermiere, 2010;47;5-6:21-25 sCIENZE INFERMIERIsTICHE Tabella 1 - valOrI DI saTurImeTrIa PerIferICa, DIGITale e frOnTale, e saTurImeTrIa eGa. COnfrOnTO sTaTIsTICO fra I valOrI PerIferICI e QuellI emOGasanalITICI DIGITALE FRONTALE 75° per 25° per Digitale vs EGA Frontale vs EGA 95 95 96,8 93,8 0,0000 0,0000 98 98,9 99,2 97,7 0,0000 0,0360 100 100 99,7 99,8 99,3 0,0100 0,2330 100 100 97,25 99,6 99,7 99,3 0,0400 0,3270 97,75 97 100 95 97,95 99,15 95,075 0,0000 0,9510 97 97 100 94 97,7 98,525 95,3 0,0000 0,0390 97 99 99 100 95,5 100 100 98 100 100 99,5 100 25° per Mediana T1 97 100 96 T2 100 100 99 T3 99 100 T4 99,5 T5 T6 DIGITALE FRONTALE DIGITALE CUMULATIVO 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 >10 entità errore spO2 digitale/frontale figura 1 - IsTOGramma DI freQuenza DeGlI errOrI errore: differenza fra saturazione di ossigeno all’eGa e al pulsiossimetro. Distribuzione per ogni singolo valore dell’errore (istogrammi) e distribuzione cumulativa (linee). 100 y (digitale)= 0,5471x + 45,421 R2= 0,383 98 96 y (frontale)= 0,6121x + 37,992 R2= 0,2273 94 92 DIGITALE 90 FRONTALE 88 digitale 86 frontale 84 82 80 84 86 88 90 92 94 96 98 100 102 saO2 figura 2 - reGressIOne lIneare fra I valOrI DI saO2 e I rIsPeTTIvI valOrI DI sPO2 (DIGITalI e frOnTalI) Paziente a cuore battente; calcolo dei valori della pendenza, dell’intercetta e dei coefficienti di correlazione (r2) per ogni retta. Dati fuori CeC. L’Infermiere, 2010;47;5-6:21-25 frontale) mostrano che non vi è alcuna correlazione fra il dato emogasanalitico e quello pulsiossimetrico. Nell’analisi Bland-Altman (Figura 3), vi è una maggior dispersione dei dati nella saturimetria frontale. I singoli valori della differenza fra EGA e PD si raggruppano in prossimità della retta “0” più di quanto avvenga per il PF. La Tabella 2, pag 24, fornisce i valori di questa maggiore dispersione in termini di errore medio (bias), di precisione e di accettabilità. Il PD presenta un bias superiore rispetto al PF, ma la maggior parte dei valori, cioè la precisione, è compresa in un range minore rispetto alla saturimetria frontale (4,46 vs 6,45). Analoga la situazione per i limiti di accettabilità, dati dalla doppia deviazione standard (8,91 vs 12,89). DISCUSSIONE La letteratura non fornisce dati conclusivi e univoci sulla superiorità di un sensore rispetto all’altro (Durbin e Rostow, 2002), specialmente per ciò che riguarda l’entità dell’errore, mentre più prevedibile è la risposta più rapida del sensore frontale all’ipossiemia (Sugino et al., 2004; Schallom et al., 2007). Se alcuni autori non rilevano differenze cliniche significative (Blaylock et al., 2008; Yamaura 20 DIFFERENZA DIGITALE-EGA 15 Differenza saO2 - spO2 (frontale o digitale) 25° per 75° per 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% VALORE P Mediana 75° per Mediana frequenza dell’errore EGA DIFFERENZA FRONTALE-EGA 10 5 0 -5 -10 -15 80 85 90 95 100 105 Media saO2 - spO2 (frontale o digitale) figura 3 - blanD-alTman GraPhs. DaTI fuOrI CeC 23 sCIENZE INFERMIERIsTICHE Tabella 2 - analIsI blanD-alTman BIAS PRECISIONE Limiti ACCETTABILITÀ Range -1 DS +1 DS Limiti Range -2 DS +2 DS Digitale 1,64 -0,58 3,87 4,46 -2,81 6,10 8,91 frontale 0,49 -2,73 3,71 6,45 -5,96 6,94 12,89 Per mezzo dell’analisi Bland-Altman che confronta la media di due valori con la differenza di questi due valori possiamo ricavare il valore medio di questo confronto (bias) con le rispettive deviazioni standard (DS); la prima deviazione standard ci fornisce i limiti della precisione del pulsiossimetro mentre la doppia deviazione standard ci fornisce il valore di accettabilità della misurazione. Dati fuori CeC 101 100 100 99 99 98 97 100 99,55 99 98 97 96 96,6 96 95 94 digitale frontale ega mediana, 75º percentile e 25º percentile di tutti valori osservati (CeC e flusso pulsante) rispettivamente con pulsiossimetri digitale e frontale e con l’eGA. Si può osservare che con il PD si ha una dispersione dei dati leggermente superiore rispetto al Pf. figura 4 - meDIana, 75º PerCenTIle e 25º PerCenTIle DI TuTTI valOrI OsservaTI et al., 2007; Sugino et al., 2004; Guiliano e Higgins, 2005; Redford et al., 2006), altri concludono per la superiorità del sensore frontale (Fernandez et al., 2007; Branson et al., 2003; Casati et al., 2007; Schallom et al., 2007). Tuttavia, tali studi sono stati effettuati in una molteplicità di situazioni cliniche: chirurgia generale non cardiochirurgia, terapia intensiva postoperatoria, cardiochirurgia, traumatologia, pazienti critici (Guiliano e Higgins, 2005; Mannheimer e Bebout, 2002). I nostri dati mostrano chiaramente che in corso di CEC, probabilmente a causa del flusso continuo, dell’ipotensione più o meno corretta con vasocostrittore, e dell’ipotermia, entrambi i sensori si sono dimostrati inadeguati per monitorare la saturazione arteriosa di ossigeno. Troppo spesso la rilevazione non era tecnicamente possibile e quando lo era si è dimostrato, per mezzo della regressione lineare, che non vi era correlazione con il dato emogasanalitico. 24 L’infermiere 3/2010 A cuore battente, i sensori forniscono valori attendibili sullo stato di ossigenazione del paziente e la frequenza di mancate rilevazioni è bassa (3% e 6% per PD e PF). Il PD sovrastima più del PF la reale SaO2 (1,64 vs 0,49, Tabella 2). Questa differenza scompare valutando la totalità dei dati (Figura 1); le mediane di tutte e tre le saturazioni non differiscono in modo significativo. La maggior dispersione dei dati a carico del PF è espressa come maggior ampiezza della differenza fra 75º e 25º percentile: in Tabella 1 separatamente per ogni singolo tempo di misurazione e in Figura 1 complessivamente per tutti i tempi. Questo risultato è confermato dai valori di R2 (rispettivamente 0,2273 verso 0,383) della retta di regressione, tracciata nel grafico (Figura 3). Le due rette sono parallele, con pendenza simile (0,5471 per il digitale e 0,6121 per il frontale), quindi per ogni variazione della SaO2 vi è una sovrapponibile variazione della saturimetria frontale e digitale. L’analisi Bland-Altman (Figura 4, Tabella 2) mostra invece che, a fronte del fatto che l’errore medio del PF è minore di quello del PD, ogni singola misurazione frontale può allontanarsi dal valore medio dell’errore più di quanto avvenga per la misurazione digitale. L’errore medio è minore, ma l’entità di ogni singolo errore è maggiore, condizionando dunque i limiti della precisione e dell’accettabilità. Risultati analoghi sono stati ottenuti in letteratura dove il bias (media errori) è minore per il frontale, ma la deviazione standard è leggermente superiore (Fernandez et al., 2007). Per entrambi i sensori il 90% degli errori ha una magnitudo inferiore a 5 e le curve cumulative degli errori sono sovrapponibili. CONCLUSIONE I sensori sono sostanzialmente sovrapponibili, la loro attendibilità è buona nel paziente in circolazione spontanea, anche nel postoperatorio immediato, con il paziente ancora ipotermico e vasocostretto: il loro impiego è dunque utile per il monitoraggio continuo della saturimetria in terapia intensiva. Il pulsiossimetro si è rilevato inatten- L’Infermiere, 2010;47;5-6:21-25 sCIENZE INFERMIERIsTICHE dibile per il monitoraggio della saturimetria in CEC, sia perché in una percentuale troppo alta dei pazienti non era rilevabile il dato, sia perché quando rilevabile mostrava una correlazione insufficiente con la saturimetria fornita dall’EGA. Il saturimetro frontale si è comportato in modo leggermente diverso rispetto a quello al dito: il suo errore medio è minore ma la dispersione dei dati, cioè l’entità di ogni singolo errore è risultata leggermente superiore. Questa caratteristica, a nostro avviso, non ha però una rilevanza clinica significativa, non avendo mai indotto il clinico ad atteggiamenti terapeutici sbagliati quando il dato è stato confrontato con l’EGA. L’infermiere, con il paziente in circolazione spontanea, può utilizzare entrambe le modalità di pulsiossimetria per monitorare la saturazione, riducendo il numero di EGA, senza perdere il conforto di un rilevamento preciso. Al contrario, durante CEC la pulsiossimetria non è una guida attendibile per dettare tempi e frequenza dell’EGA. BIBLIOGRAFIA ASA American Society of Anesthesiologists (2005) Standards for Basic Anesthetic Monitoring. Last amended October 25. Bebout D, Mannheimer P (2002) Effects of cold-induced peripheral vasoconstriction on pulse amplitude at various pulse oximeter sensor sites [abstract]. Anesthesiology, 96, A558. Bland JM, Altman DG (1986) Statistical methods for assessing agreement between two methods of clinical measurement. Lancet, 1, 307-310. 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