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dicembre 2014 Diagnostic Update Borreliosi (Malattia di Lyme): aspetti clinico patologici e diagnostica di laboratorio Vanessa Turinelli, DVM, PhD, diplomata ECVCP, patologo clinico per Idexx Laboratories Italia. Borrelia Burgdorferi, responsabile della malattia di Lyme o Borreliosi, è un batterio Gramspiraliforme trasmesso dalla zecca Ixodes e diffusa in tutto il mondo. In Europa sono descritte oltre alla Borrelia Burgdorferi in sensu strictu altre 2 genospecie: B. Afzelii e B. Garinii capaci anch’esse di provocare la malattia. La borreliosi è una zoonosi segnalata oltre che nell’uomo anche in altri animali quali cavallo, cane, bovino, ovino e numerose specie selvatiche che fungono da serbatoi. L’infezione avviene tramite il morso della zecca femmina adulta in estate, autunno, inverno o della ninfa o larva in primavera-estate. Le spirochete risiedono di preferenza a livello della membrana basale dell’intestino medio della zecca e sono trasmesse tramite saliva o rigurgito nelle fasi tardive del pasto. La malattia di Lyme coinvolge vari organi e sistemi e nell’uomo è comunemente divisa in tre stadi. Nel primo stadio le spirochete introdotte con il morso della zecca si moltiplicano e diffondono nel derma causando una tipica lesione cutanea caratterizzata da una area rossa con un centro pallido e denominata ‘erythema chronicum migrans’. Tale lesione non è visibile nel cane mentre in questa specie sono descritte la febbre e la linfadenopatia localizzata. Dopo qualche settimana prende inizio il secondo stadio in cui le spirochete diffondono per via ematogena in tutto il corpo e possono causare lesioni cutanee secondarie, linfadenopatia multipla, processi flogistici articolari e muscolari, miocarditi accompagnate da blocchi di conduzione, glomerulonefriti. Il terzo stadio rappresenta la cronicizzazione della malattia ed è caratterizzato da artrite cronica con danneggiamento articolare, encefalite da lieve a debilitante. Questo stadio può durare anni. Nel cane non è possibile eseguire chiaramente una suddivisione in stadi in quanto spesso è difficile identificare il momento preciso dell’infezione. I cani, infatti, possono ospitare più parassiti oppure questi possono essere ben nascosti dal manto peloso dei loro ospiti. Non tutti i cani infetti sviluppano segni clinici e la presenza di anticorpi in circolo ed eventualmente, anche di un processo di siero conversione, non sono indice di malattia. I segni clinici più importanti sono, oltre alla febbre, anoressia e malessere nei primi giorni-settimane post infezione, dolori muscolari e zoppia da poliartrite migrante ed intermittente che può anche regredire da sola senza terapia, per poi ripresentarsi dopo qualche settimana. Il coinvolgimento tardivo degli organi può portare ad insufficienza epatica e renale nonché a disturbi cardiovascolari e neurologici. Borrelia burgdorferi (microscopio a campo oscuro) La patogenesi della malattia si basa sul tipo di risposta immunitaria dell’ospite. Inizialmente sono i macrofagi a riconoscere le spirochete e legandosi alle loro lipoproteine si attivano e liberano citochine pro-infiammatorie quali IL-6 e TNF (tumor necrosis factor) e ossido nitrico con azione battericida. Questo tipo di risposta immunitaria riduce la carica batterica ma non elimina completamente l’infezione. La risposta immunitaria adattativa è mediata dai linfociti CD4+ T-helper e dai linfociti B. Gli anticorpi specifici contro la Borrelia sono prodotti 2 – 4 settimane dopo l’infezione e determinano una distruzione delle spirochete tramite attivazione del complemento. Tuttavia Borrelia burgdorferi è capace di sfuggire all’azione della risposta anticorpale tramite un meccanismo di variazione antigenica. In pratica l’antigene verso il quale il sistema immunitario ha reagito producendo anticorpi specifici, muta e, pertanto, gli anticorpi prodotti risultano inutili in quanto non in grado di riconoscere e quindi reagire nei agente patogeno spirochete appartenenti alle specie di Borrelia burgdorferi sensu lato vettore Ixodes ricinus diffusione Europa centrale e settentrionale (compresa la Gran Bretagna), USA patologia borreliosi, malattia di Lyme sintomi clinici febbre, zoppie intermittenti, poliartriti, linfoadenopatie, anoressia, letargia, glomerulonefriti etc. confronti dell’antigene mutato. Le manifestazioni croniche della malattia di Lyme, come ad esempio le artriti tardive possono essere la conseguenza di una persistenza delle spirochete oppure possono essere attribuite ad una risposta autoimmune sviluppatasi nel tempo. La diagnostica di laboratorio per la borreliosi comprende una vasta gamma di esami, alcuni dei quali poco specifici come ad esempio l’esame citologico del liquido cerebrospinale o sinoviale in cui si noterà una aumento della cellularitá con predominanza di granulociti neutrofili segno, solo, di una processo infiammatorio in atto. Anche i parametri emato-biochimici possono risultare normali oppure alterati in maniera totalmente aspecifica con segni di infiammazione comprendenti leucocitosi neutrofilica e lieve anemia non rigenerativa, associati nei casi piu gravi, ad azotemia da glomerulonefrite e insufficienza renale. La sierologia rappresenta sicuramente la metodica diagnostica più interessante e può avvalersi di vari test. Esiste la metodica tradizionale detta “a due fasi” in cui si esegue un test Elisa per IgG Borrelia e in caso di esito positivo si distinguono i vari anticorpi tramite Western Blot (Immunoblot). Questa tecnica ha il vantaggio di essere molto sensibile e di ridurre i falsi negativi ma non differenzia gli animali ammalati da quelli esposti. Inoltre, è bene sapere che titoli anticorpali alti possono persistere per molto tempo indipendentemente dalla malattia e dalla terapia. Questa tecnica è in grado di rilevare gli anticorpi dopo 4 – 6 settimane dall’infezione e può dare falsi positivi per cross-reazione con altre infezioni da spirochete. La più moderna tecnologia degli anticorpi C6 fornisce un referto positivo solo in caso di presenza di borrelie vive, in grado di riprodursi nell’organismo. La sua elevata specificità elimina il problema dei falsi positivi da cross reazione con altre infezioni spirochetali mentre la sua capacità di dare esiti positivi già 3 settimane dopo l’infezione ne aumenta la sensibilità in quanto diminuiscono i falsi negativi nelle fasi precoci dell’infezione. Un esito positivo al test C6 qualitativo dovrebbe essere seguito da un test C6 quantitativo per avere una stima della carica totale di borrelie attive presenti nell’animale infetto. Tale test, inoltre, è utile per il monitoraggio terapeutico che dovrà essere rivalutato dopo 3 – 6 mesi dall’inizio della terapia antibiotica (doxiciclina, amoxicillina). Una riduzione del 50 % del titolo anticorpale in associazione ad un miglioramento clinico e clinico-patologico indicano un successo terapeutico. Il rilevamento diretto delle borrelie può essere eseguito tramite esame colturale in speciali terreni liquidi. La crescita delle borrelie in coltura necessita però di tempi lunghi, circa sei settimane e, sebbene rappresenti un test specifico, soffre, tuttavia, di scarsa sensibilità. Le spirochete, infatti, sono presenti nei tessuti in concentrazioni, spesso, molto basse e i falsi negativi sono frequenti. La PCR può rappresentare un’alternativa nella diagnostica diretta della borreliosi. Essa fornisce risposte molto rapide (poche ore) ma soffre anche lei di scarsa sensibilità a causa della debole carica spirochetale nei tessuti. Da evitare la pcr sui liquidi come sangue e liquido cerebrospinale in quanto le spirochete tendono a localizzarsi Artrite neutrofilica nei tessuti. Meglio optare per biopsie cutanee o sinoviali. In conclusione, la borreliosi è una infezione batterica che nella maggior parte dei cani non esita in malattia. Nei rari casi in cui compaiono i segni clinici la diagnosi può essere difficile a causa dell’assenza di sintomi patognomonici. Sono dunque necessari i test di laboratorio sierologici. Schema diagnostico: 1 Animale che vive in zona endemica per Borrelia ed è stato esposto alle zecche 2 Segni clinici compatibili con borreliosi 3 Test rapido in clinic 4 Test sierologico C6 qualitativo 5 Test sierologico C6 quantitativo 6 Terapia e valutazione dopo 3 – 6 mesi Diagnostic Update Per approfondire l’argomento • Grauer, GF, Burgess EC; et al. “Renal lesions associated with Borrelia burgdorferi infection in a dog”. JAVMA, 1988; 193: 237-239. • Greene CE, Straubinger RK, Levy SA. Borreliosis. In infectious diseases of the dog and cat. 4th Edition.. Elsevier Saunders St Louis, 2012; 464-477. • Levy SA, et al. “Quantitative measurement of C6 antibody following antibiotic treatment of Borrelia Burgdorferi antibody-positive nonclinical dogs”: Clin Vaccine Immunol, 2008; 15(1):115-119. • Levy A., Magnarelli A. “Relationship between development of antibodies to Borrelia burgdorferi in dogs and the subsequent development of limb/joint borreliosis”. 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J Clin Microbiol 2000; 38(6):2191-2199. • Thomford W., Todhunter RJ. and al. “Experimental Lyme Disease in Dogs Produces Arthritis and Persistent Infection” J Infect Dis, 1993; 167(3):651-664. IDEXX Laboratorio di riferimento Via Guglielmo Silva, 36 20149 Milano Tutti i marchi ®/TM sono di proprietà di IDEXX Laboratories, Inc. o di suoi associati negli Stati Uniti e/o in altri paesi. La politica di tutela della privacy di IDEXX è disponibile sul sito idexx.it © 2014 IDEXX Laboratories, Inc. Tutti i diritti riservati · 1412021-1214-IT Numero verde 800 917 940 opz. 1 Numero verde fax 800 906 945 [email protected] www.idexx.it
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