La natura di Marzio Tamer è emozione
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La natura di Marzio Tamer è emozione
nell’ideologia o nella “teologia da sterminio degli eretici”». Parlando di concretezza, l’Europa di oggi è anche l’Europa dei muri. «Già. È grave. La libertà di movimento è la prima libertà dell’individuo. Non siamo piante, con le radici che ci inchiodano nel terreno. Siamo esseri migranti, fatti per andare per il mondo e adattarsi. Siamo tutti discendenti di antenati africani. La storia delle migrazioni è co- l’apertura a chi viene anche da zone pericolose del mondo è simbolo di progresso. Un settore che è modello di società aperta. Ed è quello scientifico. Ammetto che ha i suoi limiti, che a volte c’è un uso politico delle risorse. Prendiamo ad esempio il Cern di Ginevra: un esempio di integrazione europea riuscita. Una forma di comunità integrata in cui scienziati francesi, tedeschi, britannici, italiani, mediorientali col- dentale. Non dimentichiamo la nostra tradizione di pensiero e di vita, non abbattiamone i valori, essa è una delle parti più vive della nostra cultura». Qual è il rischio se la politica accantona questa tradizione? «Alla lunga i muri, oltre a non fermare il flusso di migranti, potrebbero rivelarsi un boomerang per la nostra sicurezza». Corriere del Trentino - 16/04/2016 - pag. 13 Il Muse di Trento ospita da oggi al 25 settembre la monografica di Marzio Tamer: artista veneto di nascita (Schio 1964) e lombardo d’adozione, che in vent’anni di pittura si è conquistato un ruolo di primo piano nella scena contemporanea, appassionando collezionisti internazionali come Lord Jakob Rotschild e direttori di Musei come l’Art Museum di Denver che ha acquisito all’asta sue opere per la propria collezione. Non poteva esserci del resto ambientazione più simbiotica per esporre il lavoro di Tamer, che della natura, del mondo animale e del paesaggio ha fatto il suo universo creativo: soggetti privilegiati d’ispirazione e indagine, per un’arte in cui sapienza tecnica e vena poetica si compenetrano in modo assolutamente personale. Se Marzio Tamer, ormai considerato uno dei maggiori figurativi italiani, ha fatto del pa- nell’ambito della prima giornata di Educa, il festival dell’Educazione in corso da ieri a Rovereto. Per Colombo infatti l’imposizione porta inevitabilmente alla trasgressione ed «educare significa aiutare a trovare una strada comune». La giornata di ieri ha visto sfilare nella città della Quercia altri protagonisti fra cui Jamarr Sanders e Maurizio Buscaglia, rispettivamente giocatore e allenatore della Dolomiti Energia Basket Trentino, che hanno affrontato il tema «Sport. Allenarsi alla Rovereto e per le superiori il Depero di Rovereto. La kermesse prosegue oggi e poi ancora domani: da mettere in agenda, fra i vari appuntamenti, «Le professioni del futuro» (10.30, palazzo dell’istruzione) con Francesco Profumo, «La mia vita, le mie battaglie (15.30, palazzo dell’istruzione) con Dacia Maraini e «Madri e padri: la libertà dai vincoli» con lo psicoterapeuta Massimo Recalcati (17.30, teatro Rosmini). La natura di Marzio Tamer è emozione Muse, si alza il sipario sull’esposizione del pittore veneto amato a Denver ziente lavoro preparatorio e della perizia certosina nell’uso delle tecniche pittoriche il suo codice esecutivo, è la percezione della vita che affiora dai suoi dipinti — nitidi, perfetti, assolutamente precisi nella resa di un animale o di un effetto di luce o ombra — a rendere le sue opere così profondamente emotive; è la condivisione di uno stato d’animo e di una condizione naturale che pervade l’ambiente, solo apparentemente statico e silente, a farci cogliere la profondità del suo sguardo. Nature, the art of Marzio Tamer, la mostra al Muse di Trento curata da Stefano Zuffi e Lo- © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA L’opera «Martin Pescatore», un olio su tela di Tamer esposto al Muse renza Salamon e sostenuta da Inaz, racconta attraverso 40 sceltissime opere suddivise per temi — animali, paesaggi, sassi e nature morte — il percorso compiuto in questi anni dall’artista che, opera dopo opera, «ha dato vita a un vasto e coerente progetto» presentato ora in modo efficace, grazie alla nitida semplicità dell’allestimento studiato da Michele Piva e alla rigorosa selezione dei lavori compiuta da Zuffi: ognuno capace di dare voce a una fase, un tema, un nuovo indirizzo. Tamer, che si forma come autodidatta, abbandona presto la pittura acrilica per dedicarsi alla tempera all’uovo, tecnica antichissima tornata attuale in quegli artisti come De Chirico e Balthus che amano tempi lunghi di riflessione e che hanno metodo e profonda conoscenza del mezzo. Egli se ne appropria con una maestria che lascia stupiti i cultori e fa dell’osservazione lenta della natura e della rielaborazione introspettiva di ogni singolo elemento della composizione la componente fondamentale del suo fare arte. Le opere della fine degli anni ’90 così come quelle più recenti — dal Culbianco del 1998 a Kamaleo del 2005, da Naturalia del 2008 a Vento d’Ostro del 2012 — mostrano questo processo, in cui la pennellata perfetta è il risultato della riflessione personale e intensa e il silenzio che emerge dalle opere è dato da quell’atemporalità che è altra costante dei quadri dell’artista. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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