PUNTINISMO e DIVISIONISMO
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Puntinismo e Divisionismo, Silvia Casali, VP- gennaio 2013- Pagina 1 di 3 PUNTINISMO e DIVISIONISMO Il Puntinismo (o Pointillisme) e il Divisionismo, due movimenti pittorici di fine ‘800, si diffusero in maniera parallela, il primo in Francia e il secondo in Italia. Ovviamente furono diverse le radici culturali delle due correnti perché, pur partendo dal realismo, il puntinismo si atteneva a tematiche impressioniste tanto che fu anche chiamato “neo impressionismo” e ebbe la sua massima espressione in Seurat e Pissarro che preferivano l’uso di pennellate a piccoli puntini colorati. Il divisionismo, invece, ricercava il vero e studiava la diffusione della luce tramite pennellate piu lunghe rispetto al puntinismo. Il Divisionismo inoltre si bipartirà in due direzioni diverse: una simbolista il cui principale esponente fu Segantini, che puntava l’attenzione su un forte impegno sociale, l’altra invece fu prettamente estetica. Infine, ma non meno importante, bisogna ricordare tra divisionisti Pellizza da Volpedo. Da punto di vista compositivo, entrambe le correnti non solo basarono le loro ricerche sugli studi ottici e cromatici, ma anzi adottarono anche la stessa tecnica di scomposizione dei colori: le tonalità erano quindi ricavate dall’accostamento sulla tela di piccole macchie di colori puri. La particolarità di questa tecnica sta nel fatto che, osservando il dipinto a distanza, l’unità cromatica viene ricomposta direttamente nella retina dando un senso di unità alla scena. Inoltre tutte le opere puntiniste e divisioniste sono caratterizzate da una luminosità amplificata. GEORGES SEURAT Seurat nasce a Parigi nel 1859 in una famiglia borghese che gli permette di frequentare l’Ecole des Beaux-Arts e di emergere come artista. La sua formazione si rivela subito incentrata sull’attenzione per il disegno e per l’ equilibrio compositivo tanto che i suoi modelli sono quelli della tradizione classica e rinascimentale. I suoi inizi furono sicuramente impressionisti, ma già nel 1886 aveva gia creato opere con la tecnica divisionista consistente nell’accostamento di colori puri tenuti divisi in modo da creare effetti di contrasto e una luminosità massima dovuta alla divisione d questi colori. A questo aggiunse il principio di ricomposizione retinica secondo il quale i colori accostati sulla tela sarebbero ricomposti dalla retina dell’occhio dell’osservatore. Tutto ciò però poteva avvenire solamente se i colori fossero stati depositati sulla tela con la punta del pennello sottile, sotto forma di minuscoli tratti o puntini. La pittura di Seurat venne definita inizialmente neoimpressionista poiché poteva sembrare un perfezionamento della tecnica impressionista, ma l’obbiettivo del pittore era quello di darle una sistematicità e una dignità scientifica. Un bagno a Asnières, G.Seraut, 1883-1884, London National Gallery. Si tratta di una delle prime opere di Seraut a forte stampo impressionista sia per i temi sia per la tecnica, nonostante non sia stata dipinta en plein air. La tecnica della composizione è appunto il puntinismo e tutti questi punti di coloro, uno vicino all’altro, ritraggono una scena di vita quotidiana nella Parigi di fine ‘800. In primo piano sono infatti rappresentati alcuni operai in un momento di svago lungo la Senna, mentre in lontananza si può notare il ponte ferroviario dietro al quale sorgono le ciminiere fumanti della periferia industriale. L’opera fu rifiutata al Salon ufficiale e venne esposta quindi al Salon degli Indipendenti. Puntinismo e Divisionismo, Silvia Casali, VP- gennaio 2013- Pagina 2 di 3 Tuttavia quest’opera non si puo classificare impressionista per quanto riguarda la statuaria e innaturale immobilità delle figure che, governate dal pallore brillante dei corpi e dalla geometria compositiva, differiscono totalmente dalle posizioni naturali in cui venivano colti i protagonisti dei quadri impressionisti. Il dipinto con la riduzione di ogni elemento compositivo a forme geometriche, sembra infatti riprendere la rigorosa immobilità delle opere di Piero della Francesca, in particolare il “Battesimo di Cristo” Sicuramente l’occhio dell’osservatore è colpito da una cosi grande luminosità ottenuta grazie a questa tecnica pittorica complessa che alterna la stesura di colori puri in contrasto, per esempio l’erba appare come un fitto reticolo. Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte,G. Seurat, 1883-85, Art Institute Chicago. Il soggetto di quest’opera è ancora impressionista in quanto la scena è ambientata nei giardini pubblici della Grande Jatte, dove la borghesia parigina aveva l’abitudine di trascorrere la domenica primaverile. Si possono infatti vedere uomini, donne e bambini passeggiare sulle rive della Senna, mentre altri si riposano sull’erba oppure pescano. I puntini sono quasi infiniti e particolare è l’attenzione che l’autore ha dato a ogni singolo puntino tenendo conto di quello affianco: la stesura dei colori è applicata con metodicità rispettando i principi scientifici sulla teoria della percezione del colore in modo che ogni dettaglio sia unificato dalla luce e dalla simmetria. Tutto in quest’opera è essenziale e quello che emerge da essa è un senso di calma, silenzio e immobilità eterna, costanti dell’arte di Seurat, che suggeriscono una sorta di sospensione temporale. Infine si noti che il punto focale della composizione cade sulle uniche due figure che si presentano in maniera frontale: la donna con ombrellino e la sua bimba. GIOVANNI SEGANTINI Giovanni Segantini nasce ad Arco in provincia di Trento il 15 gennaio 1858. Tra il 1858 ed il 1865, la vita di Segantini è travagliata da eventi drammatici e dalle precarie condizioni economiche della famiglia. Il pittore riuscirà però ad accedere all’Accademia di Belle Arti di Brera partecipando a corsi serali autosovvenzionati dal suo lavoro diurno. Le sue prime opere risentono dell'impostazione del verismo lombardo imperante allora nell'ambito accademico. Dal 1889 dipinge le prime opere a orientamento simbolico che si manifesterà in seguito con vere e proprie allegorie, sempre più legate agli esempi nordico. Le due madri, G. Segantini, 1889, Galleria d'Arte Moderna Milano Quest’opera è ambientata all’interno di una stalla in cui vi è una contadina sonnecchiante, che tiene in braccio il suo bambino, accanto a una mucca che veglia il sonno del suo vitellino. Questa composizione suggerisce quindi, sulla scia dello stile di Segantini, un parallelismo tra la maternità umana e quella animale. Il pittore riesce qui a esprimere tutti i dettagli della scena con estremo realismo e avvalendosi della luminosità diffusa ma smorzata della lanterna (seguendo l’esempio del Caravaggio) attribuisce a una realtà popolare un significato simbolico, cioè il tema religioso. Infatti se di solito veniva raffigurata la Madonna a in adorazione del Bambino, ora questa viene sostituita da una sacralità laica che celebra il ciclo eterno della vita. GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO Puntinismo e Divisionismo, Silvia Casali, VP- gennaio 2013- Pagina 3 di 3 Giuseppe Pellizza (Volpedo, 28 luglio 1868 – Volpedo, 14 giugno 1907) è stato un pittore italiano, dapprima divisionista, poi esponente della corrente sociale, autore del celeberrimo Il Quarto Stato, vera allegoria del mondo del lavoro subordinato e delle sue battaglie politico-sindacali. Il Quarto Stato, Pellizza da Volpedo, 1896-1901, Civica Galleria d’Arte Moderna, Milano. Il soggetto della tela è la classe operaia che, conscia della propria dignità e della propria forza, marcia compatta e solidale, a testa alta e con lo sguardo fiero, verso la conquista dei suoi diritti e la costruzione del suo futuro. La tela si ispira infatti agli scioperi e alle proteste dei contadini ridotti alla fame, guidate dal socialista Turati. La scena è ambientata nella Piazza Malaspina di Volpedo, cittadina natale dell’artista, e, attraverso la stesura del colore secondo la tecnica divisionista, l’artista mette in risalto questa enorme folla di lavoratori che avanzano vero la piena luce solare. Infatti le piccole pennellate e i toni verdi e marroni sottolineano gli indumenti dei braccianti, mentre le ombre blu conferiscono al dipinto una luminosità diffusa. Tutti i personaggi dell’opera sono studiati dal vero, tanto che l’artista per comporre il dipinto ha fatto posare i contadini del suo paese d’origine e la moglie Teresa. Bisogna infatti ricordare che l’artista si avvicina alla tecnica divisionista partendo da una pittura di tipo realista tanto è vero che quest’opera, che inizialmente doveva chiamarsi “il cammino dei lavoratori”, nasce dopo lunghi studi in quanto Pellizza da Volpedo voleva comunicare un’idea universale. Il numero delle persone pare infinito e la marcia è cosi solenne e decisa che assomiglia al corso impetuoso di un fiume in piena. Al centro, nel punto focale abbiamo un uomo che guida la marcia, un uomo anziano e una donna con bambino, simbolo di rinascita, la gestualità della folla è pacifica e l’equilibrio della composizione richiama l’artista rinascimentale Raffaello nella Scuola di Atene. La stesura del colore è data con macchie e filamenti in cui le tonalità calde si estendono per tutto il quadro.
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